Cosa vuol dire sistemi “bus”?
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Cosa vuol dire sistemi “bus”?
EFFICIENZA ENERGETICA E GESTIONE DEGLI EDIFICI - NUMERO ZERO - GENNAIO 2010 sistemi HOME AND BUILDING AUTOMATION CONTROLLO E COMANDO www.sistemibus.com Cosa vuol dire sistemi “bus”? Editoriale ... il bus è un “canale di comunicazione” che permette a periferiche e componenti del sistema di dialogare ... Un modo nuovo di fare gli impianti L’obiettivo che si prefigge questa nuova rivista “on line”, parte integrante di sistemibus.com, è quello di diventare al più presto il punto di incontro per system integrator, installatori e progettisti di impianti tecnici. L’integrazione dei sistemi di comando e controllo è una condizione indispensabile per quel “nuovo modo di fare gli impianti”, che coinvolge tutte le figure professionali interessate ai lavori di costruzione, ristrutturazione e manutenzione degli edifici. Sono ancora tante le difficoltà da superare, legate alle interpretazioni normative, alle scelte progettuali, al coordinamento dei lavori e, talvolta, alla “freddezza” dei committenti nell’accettare soluzioni tecniche avanzate. Il nostro sarà inizialmente solo un piccolo contributo per superare queste difficoltà, che diventerà tanto più grande quanto maggiore sarà il coinvolgimento degli stessi lettori, i quali potranno intervenire, attraverso sistemibus.com, commentando qualsiasi articolo o notizia riportata o proponendo nuovi temi, confrontandosi in un forum a loro dedicato. La rivista “Sistemi Bus” sarà il “luogo” per l’approfondimento dei temi affrontati su “sistemibus.com”; sarà disponibile in formato elettronico (pdf) solo per dare immediatezza all’informazione. Per l’archiviazione dei fascicoli sarà disponibile in formato cartaceo. Buon lavoro Carlo Vitti copertina: Petya Petrova In questo numero ... Primo piano COMANDO E CONTROLLO DEGLI IMPIANTI Cosa vuol dire sistemi “bus”? Separare la linea di potenza da quella di comando TECNOLOGIA E PROTOCOLLI Sistema bus “americano” La tecnologia Lonworks di Echelon e il suo protocollo Normativa NORME EUROPEE CEN E CENELEC Due comitati per due sistemi Il Comitato Tecnico 205 del Cenelec e il 247 del CEN stanno lavorando ad una serie di norme ... Guide CEI PROGETTO INSTALLAZIONE E COLLAUDO Nuova guida HBES e non Il Comitato Tecnico 205 ha preparato una guida per i sistemi HBES, le cui indicazioni valgono ... EDILIZIA RESIDENZIALE Predisposizione delle infrastrutture La Guida 64-100 del CEI fornisce indicazioni per la predisposizione degli impianti ... Documenti ELECTRONIC SYSTEMS Le norme 50090 Per l’automazione della casa e degli edifici Applicazioni GESTIONE DELL’ILLUMINAZIONE Luce “dinamica” Soluzioni di illuminazione diverse con un sistema di controllo per luce dinamica colorata ... ... nel prossimo Le anteprime su sistemibus.com SISTEMI BUS n. zero 2010 Primo piano COMANDO E CONTROLLO DEGLI IMPIANTI Carlo Vitti Cosa vuol dire sistemi “bus”? Separare la linea di potenza da quella di comando Nei computer il bus è un “canale di comunicazione” che permette a periferiche e componenti del sistema di “dialogare” tra loro. Un esempio tipico è il bus PCI che collega la scheda madre al disco rigido e al DVD; si tratta di un bus che trasmette dati in “parallelo”, infatti si presenta come una fascia formata da tanti cavetti affiancati. Un bus può usare anche la trasmissione seriale, come quello utilizzato per i sistemi di comando e controllo degli impianti nella casa e negli edifici: il “nostro” sistema bus. Figura 1 Il sistema “Common rail” è un esempio di separazione tra comando e potenza (disegno Audi) In questo caso, come è noto, la linea di comando può essere semplicemente un cavetto bipolare, mentre la linea di potenza consta di fase, neutro e terra. Per un sistema bus di questo tipo, la separazione tra le linee di potenza e di comando è una caratteristica fondamentale, ma non esclusiva; in campo automobilistico, per esempio, ha permesso di costruire motori diesel efficienti e poco rumorosi. Nel sistema di alimentazione “Common rail” (figura 1), la se- parazione avviene tra il condotto comune di accumulo ad alta pressione del combustibile e la linea di comando elettronico degli iniettori. Tornando agli impianti elettrici, per comandare da tre punti un apparecchio di illuminazione, con due livelli di illuminamento, invece di un impianto tradizionale, che riempie di cavi le condutture, possiamo adottare una soluzione con pulsanti e relé passo passo. Non abbiamo fatto altro che separare la linea di comando da quella di potenza; in un sistema bus la separazione è molto più evidente (figura 2). La linea 230 V porta l’energia dove serve, mentre la linea di comando, la linea bus, collega tutti gli attuatori e sensori del sistema. Supponiamo che il sensore (1) riceva un segnale dall’esterno, per esempio un livello di illuminamento che è cambiato; lo codifica e lo trasmette agli attuatori (2) e (3). Gli attuatori ricevono il segnale, lo decodificano e agiscono secondo come sono stati programmati, per esempio accendono le luci e abbassano le tapparelle. SISTEMI BUS n. zero 2010 Rappresentazione unifilare di un sistema bus COMANDO E CONTROLLO Cosa vuol dire ... La linea bus collega i dispositivi del sistema sensori ed attuatori in due modi: fisico e logico. Il collegamento fisico dipende dal mezzo di comunicazione, quello logico dal segnale trasmesso. Caratteristica esclusiva Un’altra caratteristica, questa volta esclusiva, di un sistema bus è la possibilità di modificare il funzionamento dell’impianto senza intervenire sul collegamento fisico dei dispositivi. Per il momento trascuriamo il mezzo di comunicazione utilizzato e occupiamoci del segnale trasmesso, che viene chiama messaggio o telegramma: chi lo trasmette e chi lo riceve? Tutti i dispositivi, attuatori e sensori, possono funzionale sia come trasmettitori, sia come ricevitori. Primo problema: come evitare collisioni tra messaggi. Il sistema Hbes utilizza il metodo CSMA/CA, ossia Carrier Sense Multiple Access / Collision Avoidance. Ecco come funziona. Tutti i dispositivi sono normalmente in stato di ricezione; se un dispositivo deve inviare un messaggio, controlla che il bus sia libero, ossia che nessun altro dispositivo stia trasmettendo, quindi inizia la procedura di trasmissione. Se due dispositivi iniziano a trasmettere contemporaneamente prevale quello che trasmette un messaggio a priorità più alta, mentre l’altro interrompe la procedura per riavviarla successivamente. figura 2 Struttura del segnale bus figura 3 Si hanno tre gradi di priorità, in ordine decrescente: allarme, controllo, comando. Se i dispositivi trasmettono un messaggio con la stessa priorità, prevale il dispositivo che una indirizzo fisico inferiore. Vedremo dopo cosa si intende per indirizzo fisico, ma è evidente che se un dispositivo svolge una funzione più importante nel sistema rispetto ad un altro, è bene che abbia un indirizzo fisico inferiore. SISTEMI BUS n. zero 2010 INFORMAZIONI OPERATIVE Secondo problema: come rendere interpretabili da tutti i dispositivi le informazioni contenute nel messaggio. Affinchè il sistema funzioni correttamente si devono rispettare quattro condizioni: 1 - ogni dispositivo deve avere un “indirizzo unico” in tutto il sistema e deve riconoscersi come destinatario di un messaggio; 2 - deve reallizzare una ben determinata “funzione”; Primo piano Cosa sono i sistemi “HBES”? HBES è acronimo di “Home and Building Electronic System”, in italiano “Sistema elettronico per la casa e l’edificio”. “Home and Building Electronic System” è il nome del Comitato Tecnico 205 del Cenelec che ha il compito di predisporre norme riguardanti tutti gli aspetti dei sistemi elettronici per la casa e per l’edificio in genere, sistemi che permettano, in questi ambienti, l’integrazione di applicazioni di comando e controllo. Il corrispondente organo normatore in Italia è il Comitato Tecnico 205 del CEI, che ha un nome meno generico: “Sistemi bus per gli edifici”. La guida CEI 205-2 pubblicata da questo comitato, ha proposto una definizione di HBES: Sistema bus conforme alla serie di norme CEI EN 50090. 3 - secondo una ben determinata “modalità”; 4 - deve sapere “con quale componente” del sistema realizzare la funzione per la quale è stato programmato. E’ necessario dunque un protocollo di comunicazione. Questo protocollo utilizza una trasmissione asincrona seriale di segnali digitali strutturati in campi (figura 3). Diamo per scontato il significato di seriale e digitale, ricordiamo solo che una trasmissione è asincrona quando non necessita di un clock di sincronismo (trasmissione isòcrona), ma di un bit start e un bit stop. E’ importante invece stabilire cosa si intende per segnale digitale strutturato in campi. Un esempio di messaggio strutturato è riportato in figura 3. Le informazioni più importanti dal punto di vista applicativo sono contenute in tre campi: - informazioni operative; - indirizzo sorgente; - indirizzo destinazione. Mezzo di comunicazione I mezzi di comunicazione previsti dal CT 205 del Cenelec sono i seguenti: Tp-0, Tp-1 (coppia ritorta di tipo 0 e tipo 1); PL (onde convogliate); RF (radio frequenza); IR (infrarosso); CX (cavo coassiale). Per alcuni i lavori normativi hanno già prodotto documenti definitivi (Tp, PL e RF), per altri esistono solo bozze di norme (IR), per il cavo coassiale i lavori non sono nemmeno iniziati. Informazioni operative; in questo campo i dati scambiati tra dispositivi possono essere di due tipi: comandi, che richiedono l’esecuzione di una funzione (accendere o spegnere un apparecchio); stati, che danno una informazione sullo stato di un apparecchio (acceso o spento) o di una grandezza fisica misurata (livello di temperatura). Per i sistemi bus sono previsti dalle norme tre classi, secondo il livello di prestazione che garantisce il mezzo di comunicazione. Una linea bus è utilizzata normalmente per la trasmissione di comandi e controlli (Classe 1), in alcuni casi di un segnale in banda ristretta (Classe 2), la Classe 3 (segnale video) non è attualmente impiegata. Nel campo indirizzo sorgente c’è sempre l’indirizzo di un singolo dispositivo che ha inviato il messaggio, nel campo indirizzo destinazione ci può anche essere un indirizzo singolo (fisico) o di gruppo. Architettura e topologia L’indirizzo fisico è utilizzato per una comunicazione punto-punto, tra due dispositivi o tra il PC e un dispositivo; con l’indirizzo di gruppo, utilizzato nel funzionamento normale del sistema, un singolo dispositivo può comandare uno o più dispositivi. Un sistema bus può essere realizzato secondo una certa architettura e con una certa tipologia, l’architettura riguarda il collegamento logico e dipende dal tipo di impianto che dobbiamo realizzare. La topologia riguarda il collegamento fisico e il mezzo di comunicazione che vogliamo utilizzare. In una architettura gerarchica i SISTEMI BUS n. zero 2010 COMANDO E CONTROLLO Cosa vuol dire sistemi “bus” Dispositivo HBES - Guida CEI 205 - 2 dispositivi sono raggruppati per tipo di applicazione (illuminazione, climatizzazione, ecc.). Ogni gruppo dipende da un controllore. I controllori possono comunicare tra loro ed eventualmente con un supervisore del sistema. L’architettura piatta non fa distinzione tra i vari tipi di applicazioni; tutti i dispositivi e i controllori hanno accesso diretto al mezzo di comunicazione. Possono essere realizzate anche architettura miste. Il “bus” è un sistema a intelligenza distribuita, quindi è tipica l’adozione di una architettura piatta. Per parlare di topologia dobbiamo prima decidere a quale mezzo di comunicazione facciamo riferimento. Nel caso si utilizzi la coppia ritorta la topologia della connessione dei dispositivi può essere determinata dalle indicazioni del costruttore, ma in generale può assumere qualsiasi configurazione: lineare, ad albero, a stella, anche ad anello, con alcune limitazioni. La topologia lineare è quella più semplice; per edifici a più piani si utilizza la topologia ad albero. Dispositivi HBES Finora abbiamo parlato solo di sensori ed attuatori, ossia dispositivi dedicati all’applicazione. Esiste un altro gruppo di dispositivi detti di sistema che, pur non entrando nella logica del sistema sono indispensabili per il suo corretto funziona- figura 4 mento: accoppiatori di linea, di area, alimentatori, ripetitori di segnale. Un sistema HBES dunque consta di: uno o più mezzi di comunicazione; un protocollo di comunicazione; dispositivi con funzione HBES (attuatori e sensori) che si scambiano informazioni, connessi, per mezzo di moduli di applicazione, a dispositivi con funzione primaria da comandare o dai quali ricevere informazioni. Non rimane che vedere cosa si intende per dispositivo con funzione HBES; modulo di applicazione; dispositivo con funzione primaria. Lo schema in figura 4 rappresenta un dispositivo HBES e il suo modulo di applicazione che fornisce il collegamento con l’ambiente esterno; possono essere realizzati in un unico apparecchio, comunque tra di loro va individuata l’interfaccia HBES. A destra, nella figura, c’è un dispositivo con funzione prima- SISTEMI BUS n. zero 2010 ria, per esempio una lampada, che ha la funzione di illuminare, oppure un rilevatore di temperatura che ha la funzione di rilevare la temperatura e renderne disponibile il valore. A sinistra c’è il sistema HBES che è un sistema SELV. Supponiamo che il dispositivo con funzione primaria sia un rilevatore di temperatura e il dispositivo con funzione HBES sia un sensore. Il modulo di applicazione trasforma il valore fornito dal rilevatore di temperatura in un segnale riconoscibile dal dispositivo con funzione HBES il quale, attraverso vari livelli funzionali (freccia e quadretti azzurri nella figura), costruisce il messaggio strutturato previsto dal protocollo HBES, fino al livello fisico (riquadrato in azzurro), il quale trasforma il segnale digitale in un segnale elettrico da inviare, attraverso l’interfaccia mezzo (IM), sulla linea bus. SB Primo piano TECNOLOGIA E PROTOCOLLI a cura della Redazione Il sistema bus “americano” La tecnologia Lonworks di Echelon e il suo protocollo Lontalk La tecnologia LonWorks, sviluppata da Echelon, è stata integrata dall’EIA (Electronic Industries Alliances) nello standard americano EIA-709. Verso la fine degli anni 90, il protocollo su cui si basa (LonTalk) è stato accolto come standard anche dalla CEA (Cunsumer Electronic Association). Dopo alcune revisioni, è diventato uno standard ANSI, l’Istituto di Normalizzazione Americano (www.ansi.org) che fa parte dell’ISO e dell’IEC. Il “Neuron chip” è il componente principale del sistema Lon Per mezzo del CEN (Comitato Europeo per la Normazione), il protocollo è diventato, attraveso il “British Standards Institution”, una norma europea del Comitato Tecnico CEN TC 247. Il protocollo LonTalk, con cui comunicano i dispositivi Lonworks, è basato sull’implementazione di tutti i sette livelli del modello ISO/OSI. I nodi della rete Lon hanno come componente principale il “Neuron chip”, un circuito integrato che integra tre processori di cui due dedicati alla gestione del protocollo LonTalk. Ogni nodo è costituito da un neuron chip, un transceiver ed un circuito elettronico specifico per l’applicazione. Echelon ed i produttori dell’integrato controllano il firmware dei primi due processori, mentre il progettista può programmare il terzo per poter fargli svolgere le funzioni a cui il nodo è dedicato. Il protocollo LonTalk prevede l’uso di variabili SNVT ( Standard Network Variables Types) atte a rappresentare una grandezza. L’utilizzo e la gestione di queste variabili permette e facilita l’interoperabilità dei diversi dispositivi, che devono utilizzare le stesso formato di variabili, con conseguente diminuzione della complessità dei messaggi. La tecnologia LonWorks consta di cinque principali elementi: - il neuron chip che, come detto, può gestire dispositivi I/0 ed eseguire un codice scritto dall’utilizzatore; SISTEMI BUS n. zero 2010 La struttura di una rete Lonworks TECNOLOGIA E PROTOCOLLI Il bus americano DOMINIO ( 32.385 dispositivi ) - il protocollo di comunicazione aperto, accessibile a tutti ed il cui uso non prevede royalty, che definisce lo standard per lo scambio di informazioni tra i nodi; - il transceiver, che realizza la connessione elettrica del neuron chip ai mezzi di comunicazione; Dominio, sottoreti e gruppi L’architettura della rete Lon è di tipo distribuito (architettura piatta); la topologia dipende dal mezzo di comunicazione utilizzato. Una rete LonWorks è costituita da un “dominio”, ossia un raggruppamento logico di dispositivi suddiviso in “sottoreti”. Il numero massimo di sottoreti possibili all’interno di un domino è 255; ogni sottorete può contenere 127 dispositivi. Il numero massimo di dispositivi di un dominio è dunque 32.385. Il protocollo LonTalk non supporta la comunicazione tra domini, ma altri programmi possono implementarla, permettendo di raggruppare fino a 248 domini; in questo modo il numero di dispositivi di una rete arriva fino a 8.031.480. Un “gruppo”, invece, è un insieme logico di dispositivi del dominio, appartenenti anche a sottoreti diverse. Sottorete n dispositivo 1 dispositivo 1 dispositivo 1 ... ... ... dispositivo n - le interfacce di rete, che sono usate per connettere un computer alla rete LonWorks; - gli applicativi (tools) necessari per sviluppare, mettere in opera e gestire le reti. Sottorete 1 ... dispositivo n ... dispositivo n ... ... ... dispositivo 127 dispositivo 127 dispositivo 127 Ogni dispositivo può appartenere a 15 gruppi diversi e un dominio può contenere al massimo 256 gruppi. Un gruppo può contenere 64 dispositivi se sono richiesti messaggi di conferma, ma non ci sono limiti nel caso in cui questi non vengano richiesti. I gruppi vengono utilizzati nella comunicazione “point to multipoint” per ottimizzare l’impiego della banda disponibile. La rete LonWorks prevede quattro tipi di indirizzo: fisico: chiamato “Neuron lD”, è unico in tutto il mondo, non cambia mai ed è assegnato in fase di costruzione del neuron chip; di dispositivo: è assegnato quando il dispositivo è installato in una certa rete e utilizzato al posto dell’indirizzo fisico, perché consente un instradamento più efficace dei messaggi e semplifica la sostituzione dei dispositivi guasti; è composto SISTEMI BUS n. zero 2010 Sottorete 255 da tre campi: dominio, sottorete e dispositivo; di gruppo: serve ad ottimizzare il traffico di rete quando lo stesso messaggio è indirizzato a diversi dispositivi; broadcast: identifica tutti i dispositivi di una sottorete o dell’intero dominio. Con la tecnologia LonWorks è possibile utilizzare qualsiasi mezzo di comunicazione tipico per queste applicazioni: doppino intrecciato, rete elettrica (onde convogliate), radiofrequenza e infrarosso; anche la fibra ottica, che è in grado di supportare velocità di trasmissione elevatissime, dell’ordine del giga bit al secondo. Purtroppo, costi e complessità di installazione di quest’ultima tecnologia, la rendono applicabile solo in grandissime installazioni ed unicamente come rete portante di una struttura multidominio molto complessa ed estesa. SB Normativa NORME EUROPEE CEN E CENELEC a cura della Redazione Due comitati per due sistemi Il Comitato Tecnico 205 del Cenelec e il 247 del CEN stanno lavorando ad una serie di norme (EN 50491) per i sistemi HBES (Cenelec) e BACS (CEN) - Cosa cambia per le EN 50090 TC205 e CEN/TC 247 sta preparando una serie di norme (EN 50491) sui requisiti generali per i sistemi HBES e BACS. Si dovrà stabilire, innanzitutto, con maggior precisione la definizione di HBES e BACS; i sistemi HBES, per esempio, dovrebbero comprendere aspetti riguardanti anche l’efficienza energetica, che attualmente è un tema non contemplato negli scopi del comitato. Il punto della situazione sulla serie di norme europee EN 50090, per l’automazione della casa e dell’edificio, è a pag. 17. Ricordiamo che queste norme sono predisposte dal Comitato Tecnico CLC/TC 205 - Home and Building Electronic System (HBES) del Cenelec (European Committee for Electrotechnical Standardization – www.cenelec. org), che ha in Italia il corrispondente CT 205 “Sistemi bus per gli edifici”. In Europa c’è un altro comitato che si occupa di elettrotecnica ed elettronica, si tratta del CEN (European Committee Standardization – www.cen.eu). In realtà il CEN si occupa di tante cose, ma di elettrotecnica ed elettronica solo in ambiti specifici come, per esempio, i sistemi di gestione, controllo e I marchi degli organismi che fanno le norme in Europa automazione degli edifici, con il comitato tecnico CEN/TC 247 – Building Automation, and Control and Building Management Systems (BACS). Sembra inevitabile che i sistemi HBES e BACS siano destinati ad interagire, non solo a livello normativo. Infatti, dal 2004, un gruppo di lavoro congiunto CLC/ La struttura delle EN 50491, suddivise in dieci parti, è ancora in discussione; per la Parte 3 “Electrical safety requirements” e la Parte 5 “EMC requirements” sono già in discussione dei progetti di norma, la Parte 4 “Functional safety requirements” ha, da ottobre 2007 un suo gruppo di lavoro, mentre si terrà a Milano, il 28 febbraio prossimo, una prima riunione tra esponenti del CLC/TC205 e del CEN/TC 247 per predisporre una norma relativa agli aspetti di pianificazione e di installazione del cablaggio e delle SISTEMI BUS n. zero 2010 La struttura delle Norme EN 50491 NORME europee Due comitati ... infrastrutture. A questo punto, si allarga l’orizzonte sui sistemi per l’automazione della casa e dell’edificio, perché la serie EN 50491 diventerà una norma generale a cui farà riferimento, per i sistemi HBES, la serie EN 50090, ma non solo. Infatti, sotto la EN 50491, ma a fianco della EN 50090, potranno trovare posto altri standard, che, di volta in volta, saranno riconosciuti dal Cenelec (la numerazione da 50000 a 59999 copre infatti l’attività normativa solo del Cenelec). La norma per apparecchi Più consolidata è la normativa di prodotto. Dal settembre 2005 è in vigore la norma EN 50428 (CEI 23-86 fascicolo 7875 E) “Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa per uso domestico e similare - Norma Collaterale - Apparecchi di comando non automatici e relativi accessori per uso in sistemi elettronici per la casa e l’edificio”. Come dice il lungo titolo, si applica a tutti gli apparecchi di comando non automatici HBES per la manovra di circuiti di lampade e il comando della brillanza di lampade (interruttori elettronici), come pure per il comando della velocità di motori (per es. di ventilatori) e di altre applicazioni (per es. impianti di riscaldamento). Si applica anche a sensori, attuatori, prese con apparecchi di manovra, unità periferiche. In questo caso i lavori normativi 10 Parte 1 - Panoramica del sistema e requisiti generali Parte 6 - Sistemi HBES Parte 2 - Condizioni ambientali Parte 7 - Interoperabilità tra sistemi HBES Parte 3 - Requisiti di sicurezza elettrica Parte 8 - HBES gateways Parte 4 - Requisiti di sicurezza funzionale Parte 9 - Sicurezza del sistema Parte 5 - Requisiti di compatibilità elettromagnetica Parte 10 - Valutazione di conformità Fondo giallo: parti con una norma o un progetto di norma; fondo grigio: parti per le quali è stato costituito un gruppo di lavoro; fondo bianco: parti e argomenti ancora in discussione. europei sono seguiti in Italia dal CT 23 “Apparecchiatura a bassa tensione” e in particolare dal sottocomitato SC 23 B/C “Piccoli apparecchi di comando non automatici”. Compatibilità elettromagnetica L’irruzione della EN 50491 nello scenario normativo dei sistemi HBES rende necessario un intervento sulla struttura della serie di norme 50090, peraltro non ancora definitiva. La Parte 1 “Struttura della Norma” della 50090 è per il momento “congelata” in modo da essere riscritta tenendo conto dell’evoluzione in corso. Per quanto riguarda la compatibilità elettromagnetica, in aprile 2009, sono stati valutati da tutti i comitati tecnici nazionali tre bozze finali della EN 5041 - Parte 5 “General requirements for Home and Building Electronic Systems (HBES) and Building Automation and Control Systems (BACS)”: SISTEMI BUS n. zero 2010 Part 5-1: “EMC requirements, conditions and test set-up”; Part 5-2: “EMC requirements for HBES/BACS used in residential, commercial and light industry environment”; Part 5-3: “EMC requirements for HBES/BACS used in industry environment”. Per la Parte 5-2 (requisiti HBES/ BACS nel residenziale, commerciale e industria leggera) era stata proposta una classificazione dei requisiti EMC: classe B: con valori di prova per la compatibilità elettromagnetica in linea con quelli riportati nella EN 50090-2-2; classe A: con valori inferiori. Si trattava di una proposta che non rispondeva alle richieste avanzate dal CT 205 italiano, in precedenti stadi di valutazione dei documenti, che era quella di eliminare ogni classificazione. Per l’Italia l’obiettivo da raggiungere era quello della cancellazione della classe “A”. SB Guide CEI PROGETTO INSTALLAZIONE E COLLAUDO Riccardo Minelli Nuova guida HBES e non Il Comitato Tecnico 205 ha preparato una guida per i sistemi HBES, le cui indicazioni valgono anche per i sistemi bus non conformi alle CEI EN 50090 simbolo o sigla del messaggio (se specificato) numero di I/O linea bus n Simbolo o sigla della funzione simbolo BCU (accoppiatore bus) E’ stata pubblicata (luglio 2009) la Guida CEI 205-14, predisposta da un gruppo di lavoro del Comitato Tecnico 205 del CEI, che fornisce le linee guida per la progettazione, installazione, collaudo ed ispezione degli impianti HBES (intendendo per impianti HBES i sistemi BUS conformi alla serie di Norme CEI EN 50090). Scopo che si prefigge la guida è quello di definire: - le regole per una corretta procedura di progettazione, installazione, collaudo degli impianti HBES; Costruzione del simbolo grafico di un dispositivo HBES (Guida CEI 205-14 App. C) - il flusso delle informazioni che i soggetti coinvolti dovrebbero scambiarsi; - i documenti che dovrebbero essere prodotti dalle attività suddette; - una simbologia armonizzata per i componenti e gli impianti HBES. La guida si applica: - alle unità immobiliari ad uso prevalentemente residenziale identificabili come appartamenti in condominio, abitazioni isolate, negozi, studi tecnici e commerciali; - agli edifici multi-unità (grandi edifici del terziario residenziale/commerciale) costituiti da più unità immobiliari; - agli edifici nuovi o esistenti dell’una e/o dell’altra tipologia. Le indicazioni della guida possono essere estese anche ai sistemi bus non normati dalla serie di Norme CEI EN 50090. Il procedimento per la realizzazione degli impianti HBES - si dice nell’introduzione alla guida - è analogo a quello degli impianti elettrici “tradizionali”, ma presenta delle evidenti specificità nelle fasi di predisposizione dell’edificio, progettazione, installazione e verifica. L’attività di progettazione, che deve soddisfare le richieste del committente, precede sempre l’installazione, volta a realizzare le funzioni specificate dalla progettazione. Per l’installazione degli impianti che compongono l’intero sistema elettrico di edificio, è necessario realizzare l’infrastruttura degli spazi installativi o anaSISTEMI BUS n. zero 2010 11 Gli spazi installativi del CT 205 PROGETTO INSTALLAZIONE Guida HBES lizzarla quando già esistente (canalizzazioni, scatole, spazi per quadri elettrici). Al termine dell’installazione dovrà essere eseguita la verifica degli impianti. Si individuano quattro “attività”: 1. predisposizione dell’infrastruttura nell’edificio (oggetto delle guide CEI 64-100/1 e 64100/2); 2. progettazione dell’impianto; 3. installazione dell’impianto; 4. verifica e collaudo tecnico dello stesso. L’attività 1, con l’assistenza del costruttore edile, predispone gli spazi installativi (IS), definendo il percorso delle canalizzazioni e della locazione delle scatole e dei quadri. L’attività 2, a partire dalle richieste del committente, effettua calcoli e produce schemi elettrici (conside-rando anche i vincoli edili), elenchi componenti e descrizioni di fun-zionamento, completandoli con la specifica del collaudo. L’attività 3, realizza l’impianto HBES installando i dispositivi negli IS previsti dall’attività 1, secondo le prescrizioni dell’attività 2. L’attività 4, al termine dell’attività 3, effettua il collaudo tecnico, la messa in servizio e il collaudo dello stesso. Nel caso di edifici ancora da realizzare al momento della progettazione impiantistica le attività 1 e 2 sono da integrare 12 La Norma CEI EN50090-9-1 del Comitato Tecnico 205 ha definito una normalizzazione delle infrastrutture con una classificazione gerarchica degli “Spazi Installativi”. Si definisce Spazio Installativo (IS) uno spazio nell’edificio destinato a contenere il cablaggio e/o gli apparecchi dell’impianto. Viene realizzato ad esempio con scatola da incasso o di superficie, quadro elettrico o locale tecnico se le apparecchiature ed il conseguente cablaggio hanno dimensioni notevoli. Uno spazio installativo è identificato con la sigla IS seguita da un numero che ne indica il livello gerarchico occupato nell’impianto. Risulta evidente che le quattro attività devono essere svolte in stretta collaborazione, con regolari contatti tra i soggetti (progettisti, installatori, collaudatori, committenti) ad esse preposti e utilizzare lo stesso linguaggio di comunicazione, come ad esempio la simbologia grafica normalizzata, che è oggetto di definizione nella guida. Si evidenzia inoltre che l’impianto HBES è un sistema di automazione che ha la caratteristica di controllare la maggior parte degli altri componenti e impianti presenti nell’unità immobiliare. Pertanto la guida SISTEMI BUS n. zero 2010 considera tutte le interfacce che l’HBES può avere con gli altri impianti presenti nell’edificio e fissa le regole per il rispetto dei requisiti di sicurezza e compatibilità elettromagnetica (EMC) previsti dalle norme. Frequentemente si verifica che il progettista edile abbia necessità di conoscere la disposizione degli spazi installativi prima della stesura del progetto elettrico di massima ed in tal caso il progetto dell’infrastruttura risulta “generico” o di primo approccio, senza la specifica delle funzioni che verranno ospitate in ogni singolo IS. Classificazione gerarchica degli “IS” FASE 2 Progetto definitivo/esecutivo La classificazione gerarchica spazi installativi è stata ripresa anche dalla Guida CEI 64-100 (vedi art. a pag. 15) A ciò si aggiunga che i soggetti che svolgono le quattro attività possono essere società o persone fisiche diverse. Perciò l’attività di installazione 3, che finalizza i risultati delle attività 1 e 2, deve seguire le indicazioni fornite dal progetto infrastrutturale ed elettrico, mantenendo con i soggetti preposti a tali attività una ininterrotta comunicazione e provvedere a quelle modifiche che, inevitabilmente, si rendono necessarie per ottimizzare la disposizione degli apparecchi e del cablaggio negli spazi installativi. Scopo della guida, come detto, è definire le regole per una corretta procedura di progettazione, installazione, collaudo degli impianti HBES, regolare il flusso delle informazioni che i soggetti preposti alle citate attività devono scambiarsi mediante i documenti prodotti dalle attività suddette e fornire una simbologia armonizzata per i componenti e gli impianti HBES. Progettazione in quattro fasi L’attività di progettazione, secondo la nuova guida, si dovrebbe svolgere nelle quattro fasi sinteticamente riportate di seguito. FASE 1 Progetto preliminare Proposta di una lista dei servizi che soddisfano le richieste del committente. In questa fase è normalmente richiesta una stima economica preventiva dell’impianto HBES, in modo tale da rendere il committente informato sul valore dei servizi offerti. Scelta delle interfacce con gli altri impianti previsti o esistenti nell’edificio, dimensionamento delle connessioni considerando anche i vincoli edili, produzione di schemi elettrici e dell’elenco dei componenti dell’impianto HBES. Questa fase risulta completa solo se è nota la predisposizione dell’infrastruttura (CEI 64-100/1 e CEI 64-100/2). In impianti di grandi dimensione può essere presente una fase intermedia di progetto denominata definitivo. Nella guida si fa notare che la progettazione secondo i tre livelli di definizioni tecniche: preliminare, definitiva ed esecutiva, è obbligatoria per i soli lavori pubblici. Negli altri casi essa può essere semplificata qualora, con un numero di livelli inferiore, siano soddisfatte le necessità previste per quanto attiene ai compiti assegnati e alle responsabilità, con particolare riferimento alle indicazioni riportate nella Sezione 3 della norma CEI 0-2 sulla consistenza della documentazione di progetto. FASE 3 Documenti per l’installazione Descrizioni del funzionamento e istruzioni per la configurazione degli apparecchi e del SISTEMI BUS n. zero 2010 13 PROGETTO INSTALLAZIONE Guida HBES Documentazione per ispezione e collaudo a) documenti esplicativi per i prodotti non basati su norme b) progetto dell’impianto HBES sistema, completi di specifica del collaudo. Durante l’attività di installazione vera e propria possono essere introdotte modifiche al progetto esecutivo, che deve essere opportunamente aggiornato. c) manuali e caratteristiche tecniche dei componenti FASE 4 i) dichiarazioni di conformità dei componenti d) schemi del sistema e) lista delle norme applicabili al sistema f) descrizione di funzionamento g) lista degli indirizzi di tutti i dispositivi di ingresso e uscita h) analisi dei rischi relativi elementi che devono essere provati Documenti per l’utente finale Documentazione relativa al progetto e manuale d’uso dell’impianto HBES realizzato. Questa attività può essere svolta dal soggetto che esegue l’installazione o la progettazione. (cfr. Decreto 22 gennaio 2008 n° 37, regolamento di attuazione della legge 248) In ogni fase il progettista deve mantenersi in contatto con i soggetti preposti alla predisposizione dell’infrastruttura ed alla installazione dell’impianto, al fine di soddisfare le possibili richieste di modifica al progetto esecutivo iniziale. Collaudo dell’impianto La guida CEI riporta le prescrizioni, facoltative, del Rapporto Tecnico 50090-9-2, concepite per essere applicate in modo competente e per essere facilmente adattate alla complessità degli impianti HBES. Prima di procedere al collaudo, si dovrebbe essere in possesso di tutta la documentazione relativa all’impianto (vedi riquadro in questa pagina) Ogni documento relativo allo stesso impianto deve fare riferimento ad un numero che contraddistingua univocamente l’impianto stesso. 14 SISTEMI BUS n. zero 2010 Nel caso di un’istallazione domestica, quanto elencato può essere ridotto ad una lettera che confermi la richiesta di ispezione, definisca il sistema e indichi le opzioni richieste. Al termine dell’ispezione e del collaudo, l’ispettore redige i seguenti rapporti: a) rapporto di prova comprendente l’elenco delle prove eseguite ed eventuali elementi di non conformità; b) registrazione degli eventuali interventi effettuati; c) registro dei controlli e degli interventi di manutenzione periodica. Il registro può essere in for- mato cartaceo o elettronico, ma deve indicare chiaramente tutti gli interventi eseguiti e la persona che li ha effettuati. Il risultato di ogni test dovrebbe essere registrato e disponibile per eventuali controlli o esami futuri. L’ispettore deve informare il cliente su tutti gli elementi di non conformità rilevati rispetto alla documentazione di installazione, alle corrispondenti norme, alle prescrizioni di legge, alle carenze nelle prestazioni e alle specifiche del cliente. Questo rapporto dovrebbe contenere anche le raccomandazioni relative ad una serie di interventi appropriati. SB Rapporto Tecnico EN 50090 L’ultima norma pubblicata finora (01/03/2009) da Comitato Tecnico 205 è la CEI CLC/TR 50090-9-2 Sistemi Elettronici per la Casa e l’Edificio (HBES) Parte 9-2: Prescrizioni di installazione - Ispezione e prove di installazioni HBES. In realtà si tratta di un Rapporto Tecnico (classificazione CEI 205-13, fascicolo 9706) che fornisce le prescrizioni che ispettori o responsabili della messa in servizio di sistemi HBES devono seguire per verificare ed approvare installazioni di sistemi HBES al fine di accertarne la qualità e l’uso sicuro. “Scopo del documento - si dice nell’introduzione - è anche quello di assicurare che l’installazione del sistema HBES non influisca negativamente sull’integrità dei prodotti HBES e che la percezione di sicurezza che il cliente ha di questi sistemi non venga diminuita”. Guide CEI EDILIZIA RESIDENZIALE Riccardo Minelli Predisposizione delle infrastrutture La Guida 64-100 del CEI fornisce indicazioni per la predisposizione degli impianti elettrici, elettronici e per le comunicazioni trici, elettronici e per le comunicazioni, caratterizzata da un elevato livello di adattabilità per garantire una adeguata flessibilità degli impianti, tenendo conto delle mutevoli esigenze tecniche e dell’utenza della unità immobiliare. Gli spazi installativi Pianta dell’unità abitativa nel progetto di infrastruttura della Guida CEI 64-100/2 La seconda parte della Guida CEI 64-100 “Guida per la predisposizione delle infrastrutture per gli impianti elettrici, elettronici e per le comunicazioni” riguarda le unità immobiliari (appartamenti). La prima parte (CEI 64-100 / 1), pubblicata nel 2006, è dedicata ai montanti degli edifici. La Guida CEI 64-100/2, pubblicata nel 2009, si applica all’edilizia ad uso residenziale, con riferimento alle nuove costruzioni o alle ristrutturazioni radicali di edifici esistenti; ha lo scopo di fornire le indicazioni principali ed un metodo per progettare un’infrastruttura sottotraccia atta ad ospitare impianti elet- Nella guida viene introdotto il concetto di spazio installativo (già utilizzato dal CT 205) per ordinare, in modo gerarchico, il progetto dell’infrastruttura. La 64-100/2 individua tre livelli: un livello denominato SA (livello gerarchico più alto o più centrale), che riguarda l’intero ambiente, un livello gerarchico intermedio SZ, che serve le varie zone, un livello gerarchico più basso SU (più periferico o di utilizzo), che comprende i punti terminali dell’impianto. Gli spazi indicati con SA, SZ, SU, corrispondono agli spazi IS4, IS5, IS6, definiti dal Comitato Tecnico 205. La tipologia degli spazi installativi in una unità immobiliare può essere suddivisa in livelli funzionali: SISTEMI BUS n. zero 2010 15 I contenuti della Guida CEI 64-100/2 EDILIZIA RESIDENZIALE Predisposizione... SA identifica l’insieme degli spazi per i quadri destinati alla distribuzione nell’intero ambiente dell’Unità Immobiliare: uno o più per i diversi impianti ( energia, allarme furto, telefono…), posti preferibilmente in un locale tecnico o eventualmente nello spazio disponibile all’ingresso dell’UI. In SA arrivano le reti esterne (montante) che distribuiscono tutti i servizi richiesti nell’UI. SZ identifica uno o più spazi per le scatole di derivazione e smistamento destinate alla distribuzione in una determinata zona o locale dell’UI. SU identifica gli spazi per le scatole destinate ad accogliere i comandi, le prese o gli apparati rilevatori o di segnalazione: una o più in ogni zona o locale, destinate a fornire il singolo servizio richiesto. Tutte le SU di pertinenza della zona o locale, derivano da SZ relativo alla stessa zona o locale. Gli spazi installativi sono collegati tra loro dalle canalizzazioni. Si mette in evidenza che lo spazio SA può essere destinato a svolgere anche la funzione SZ. Capitolo 6 - Linee guida per il progetto dell’infrastruttura Generalità - Servizi fruibili nell’UI (unità abitativa) - Tipi di impianto - Elenco degli impianti - Topologia dei cablaggi degli impianti EEC - Vincoli posti dalla struttura edilizia - Vincoli impiantistici - Vincoli impiantistici tra impianti EEC e altri impianti - Vincoli impiantistici tra i vari impianti EEC - Ulteriori vincoli e/o indicazioni - Vincoli di proprietà. Capitolo 7 - Progettazione infrastrutture dell’unità abitativa Generalità - Criteri per la progettazione delle infrastrutture della unità abitativa - Individuazione dei servizi e dei relativi impianti - Posizionamento degli spazi installativi SA, SZ e SU - Considerazioni specifiche per il tracciato delle canalizzazioni per i diversi impianti - Ottimizzazione dell’infrastruttura per tutti i servizi previsti Capitolo 8 - Esempio di progettazione di una infrastruttura Considerazione introduttive - Individuazione dei servizi - Individuazione degli impianti - Posizionamento dei punti SU di utilizzo e comando - Generalità - Posizionamento dei punti SU per Impianti di distribuzione dei segnali TV, audio, telefonia, dati e (video)citofono - Posizionamento dei unti SU per Impianto distribuzione energia elettrica (potenza, illuminazione, movimentazione, ecc.) - Posizionamento dei punti SU per impianti allarme intrusione/furto e allarmi tecnici - Posizionamento degli spazi SZ con relativa suddivisione in zone o locali - Posizionamento dei punti SA di Interfaccia verso l’esterno dell’UI - Schema dell’Infrastruttura per Energia (illuminazione, movimentazione e prese) - Considerazioni finali e adattabilità per possibili applicazioni future Quanto descritto in modo schematico evidenzia tutta una serie di concetti che sono già patrimonio comune nella pratica progettuale delle infrastrutture per impianti EEC, ma tali con- Tipologia degli spazi installativi livello acronimo CT 64 acronimo CT 205 funzione ambiente / unità immobiliare SA IS4 distribuzione verso SZ zona / locale SZ IS5 distribuzione verso SU utilizzo SU IS6 prelievo comando 16 SISTEMI BUS n. zero 2010 cetti sono, in generale, applicati senza una descrizione razionale delle varie fasi logiche. In pratica infatti, specialmente negli edifici a più piani, con più unità immobiliari, è usuale che venga predisposto nei pressi dell’ingresso dell’UI uno spazio infrastrutturale destinato ad accogliere gli impianti provenienti dall’esterno per smistarli verso le varie zone dell’UI. Nelle varie zone dell’unità immobiliare sono disposti spazi infrastrutturali necessari per distribuire gli impianti verso i punti terminali di comando e attuazione. SB Documenti ELECTRONIC SYSTEMS a cura della Redazione Le norme 50090 Per l’automazione della casa e degli edifici Tutte le norme europee EN 50090 pubblicate dal Comitato Tecnico 205 “Sistemi bus per gli edifici” del CEI. Si tratta della serie di norme sui “Sistemi elettronici per la casa e l’edificio” (Home and Building electronic Systems- HBES), suddivise i nove parti: 1 Struttura della Norma 2 Panoramica del sistema 3 Aspetti dell’Applicazione 4 Livelli indipendenti dal mezzo 5 Mezzi di trasmissione e livelli dipendenti dai mezzi stessi 6 Interfacce 7 Gestione del Sistema 8 Valutazione della Conformità dei prodotti 9 Requisiti dell’Installazione. Oltre a una breve descrizione dei contenuti, riportiamo anche classificazione enumero di fascicolo CEI, l’anno di pubblicazione. Della Parte 6 - Interfacce, non è stato pubblicato ancora alcun documento, riportiamo in un riquadro le norme allo studio. Parte 1 Struttura della Norma EN 50090-1 Struttura della Norma La norma EN 50090-1 non è mai stata pubblicata. Si tratta di una prefazione a Sessione, 4) Trasporto, 3) Rete, 2) Collegamento dati, 1) Fisico. I sistemi HBES non utilizzano i livelli Presentazione e Sessione. L’Open System Interconnection è uno standard stabilito nel 1978 dall’ISO (International Organization for Standardization) per le reti di calcolatori (modello ISO/OSI). EN 50090-2-2 Requisiti tecnici generali tutta la serie di norme: contiene le definizioni di sistema di controllo della casa e dell’edificio, delle classi di tale sistema e l’elenco delle parti della norma stessa. E’ perennemente allo stato di bozza. Parte 2 Panoramica del sistema EN 50090-2-1 Architettura classificazione CEI: 83-2 fascicolo: 4355 R anno: 1998 - Edizione: prima Descrive l’architettura del sistema ed il modello di riferimento OSI (Open System Interconnection) distinto in 7 livelli: 7) Applicazione, 6) Presentazione, 5) classificazione CEI: 83-5 fascicolo: 4474 C anno: 1998 - Edizione: prima La EN 50090-2-2 è la parte della normativa che, assieme alla EN 50090-9-1 “Requisiti per l’installazione della coppia ritorta (doppino) di Classe 1”, maggiormente interessa il progettista e l’installatore di sistemi bus. Stabilisce i criteri generali di sicurezza e compatibilità elettromagnetica del sistema e dei dispositivi. Chiarisce i concetti base per l’installazione dando indicazioni sulle separazioni nelle canalizzazioni, nelle scatole e nei centralini tra il cablaggio dei dispositivi bus ed il cablaggio di altri impianti presenti nell’edificio. La norma, inoltre, indica i metodi di prova per la compatibilità elettromagnetica. SISTEMI BUS n. zero 2010 17 ELECTRONIC SYSTEMS Le norme 50090 EN 50090-2-2/A1 Requisiti tecnici generali come devono essere descritte le funzioni dei dispositivi di ingresso/uscita. La prima edizione della norma è stata pubblicata nel 1997. classificazione CEI: 83-5/V1 fascicolo: 7269 anno: 2004 - Edizione: Questa variante porta la tensione di prova della rigidità dielettrica di un cavo HBES da 2500 a 2000 volt. EN 50090-2-2/A2 Requisiti tecnici generali classificazione CEI: 83-5/V2 fascicolo: 9563 anno: 2008 - Edizione: La variante aggiorna i riferimenti EMC (compatibilità elettromagnetica), modifica l’art. 7 includendo riferimenti alle norme relative alle telecomunicazioni su linee di energia e modifica il paragrafo 5.3 sostituendo le prescrizioni relative alla sicurezza funzionale con il riferimento alla EN 50090-2-3 EN 50090-2-3 Requisiti generali di sicurezza funzionale per prodotti destinati ad un sistema HBES classificazione CEI: 205-7 fascicolo: 8111 anno: 2006 - Edizione: prima Le prescrizioni di sicurezza funzionale fornite da questa norma si basano sull’analisi dei rischi della EN 61508 e si applicano anche alle funzioni di qualsiasi apparecchiatura collegata ad un sistema HBES, quando non esistano norme di sicurezza funzionale specifiche per tale apparecchiatura. E’ rivolta soprattutto ai Comitati Tecnici che sviluppano o modificano norme relative ai prodotti e ai sistemi HBES. 18 Parte 4 Livelli indipendenti dal mezzo Parte 3 Aspetti dell’Applicazione EN 50090-3-1 Introduzione alla struttura applicativa classificazione CEI: 83-3 fascicolo: 3275 anno: 1997 - Edizione: prima La norma (solo quattro pagine) fa riferimento alla struttura generale definita dalla EN 50090-2-1 (modello ISO/OSI) e fornisce una panoramica del “processo applicativo” suddiviso in “processo utente” e “livello applicazione”. EN 50090-3-2 Processo utente per HBES di classe 1 classificazione CEI: 205-1 fascicolo: 7407 anno: 2004 - Edizione: seconda Definisce le strutture dati e le funzioni del processo utente, ossia di quella parte del processo applicativo dell’apparecchiatura che appartiene all’ambiente reale, indicando come devono essere formati i dati ricavati appunto dall’ambiente reale (ad es. misure di grandezze fisiche) e SISTEMI BUS n. zero 2010 EN 50090-4-1 Livello Applicazione per HBES di Classe 1 classificazione CEI: 205-9 fascicolo: 8167 E anno: 2006 - Edizione: prima Specifica le funzioni e il protocollo del livello applicazione, sia per quanto riguarda la comunicazione tra dispositivi sia per la gestione del sistema. EN 50090-4-2 Livello di trasporto, livello di rete e parti generali del livello di collegamento dati per HBES di classe 1 classificazione CEI: 205-4 fascicolo: 7924 E anno: 2005 - Edizione: prima Il livello di rete ha la funzione di instradare le informazioni per mezzo di routers (instradatori) che collegano due o più tratti di rete. Il livello di trasporto assicura che i dati in arrivo siano privi di errori, posti nella sequenza che ha significato per il livello applicazione e organizzati in modo indipendente dal percorso fatto sulla rete. Il livello di collegamento dati assicura che la comunicazione avvenga senza errori (disturbi o collisioni tra messaggi sulla rete bus). EN 50090-4-3 Comunicazione basata sul protocollo IP (EN 13321-2:2006) classificazione CEI: 205-12 fascicolo: 9316 E anno: 2008 - Edizione: prima La norma definisce le prescrizioni obbligatorie ed opzionali relative alla comunicazione basata su protocollo IP per prodotti e sistemi HBES. Il TC 205 Cenelec, Home and Building Electronic Systems (HBES), in collaborazione con il TC CEN 247, Building Automation, Controls and Building Management, - e con la partecipazione del suo partner KNX - ha preparato il documento in modo da far riferimento alla Norma Europea EN 13321-2, preparata dal TC 247 CEN, anche come Norma del TC 205 Cenelec ed estendere il campo di applicazione ai Sistemi Elettronici per la casa e l’edificio (HBES). Parte 5 Mezzi di trasmissione e livelli dipendenti dai mezzi stessi EN 50090-5-1 Trasmissione di segnali su rete elettrica a bassa tensione per HBES di classe 1 classificazione CEI: 205-3 fascicolo: 7741 E anno: 2005 - Edizione: prima La norma fornisce prescrizioni obbligatorie e facoltative per i livelli fisico e collegamento dati specifici per mezzo di comunicazione di classe 1, su linee di alimentazione a 230 V, nelle due varianti PL 110 (onde convogliate a 110 kHz) e PL 132 tipi di coppia ritorta che corrispondono alle seguenti caratteristiche: TP0 per trasmissione in modalità NRZ (non ritorno a zero) a 4800 baud in banda base, ampiezza segnale 12-15 V: TP1 per trasmissione in modalità bilanciata a 9600 baud in banda base, ampiezza segnale 24-30 V. (132 kHz). Il livello fisico ha la funzione di fornire i dati, al livello di linea, come sequenza di bit priva di tutte le influenze dovute al mezzo di collegamento (rumore, attenuazione, ecc.) e di trasmettere al mezzo, come segnale elettrico, i dati ricevuti dal livello di linea. EN 50090-5-2 Reti basate su HBES di Classe 1, coppia ritorta classificazione CEI: 205-8 fascicolo: 8016 E anno: 2005 - Edizione: prima La norma fornisce prescrizioni obbligatorie e facoltative per i livelli fisico e collegamento dati specifici per mezzo di comunicazione di classe 1, su coppia ritorta (doppino intrecciato) nelle due varianti TP0 e TP1. Definisce il livello fisico, il livello di connessione dati (detto anche di linea) e le topologie della rete. Del livello fisico definisce tensione, corrente, velocità di trasmissione, forma d’onda e distorsione ammessa per i bit che costituiscono il segnale elettrico che percorre il supporto della trasmissione (TP0 eTP1). Ricordiamo che esistono due EN 50090-5-3 Radio frequenza classificazione CEI: 205-8 fascicolo: 8735 E anno: 2007 - Edizione: prima La norma fornisce prescrizioni obbligatorie e facoltative per prodotti e sistemi HBES che utilizzano come mezzo di comunicazione la radio frequenza. Il documento ha lo scopo di specificare i requisiti minimi del livello fisico e di connessione dati per il mezzo “Onde Radio” (868,300 MHz) dei sistemi HBES. I dispositivi a onde radio sono esclusivamente dedicati ad applicazioni interne alla proprietà e sono di tipo a corto raggio (SRD) in conformità alla CEPT / ERC / Recommendation 70-03 E. Parte 7 Gestione del Sistema EN 50090-7-1 Procedure di Gestione classificazione CEI: 205-5 fascicolo: 7925 E anno: 2005 - Edizione: prima Definisce gli aspetti gestionali del sistema HBES come avvio, prova , monitoraggio e disaSISTEMI BUS n. zero 2010 19 ELECTRONIC SYSTEMS Le norme 50090 bilitazione di uno o più dispositivi. Ogni livello (applicazione, trasporto, rete, linea, fisico) del dispositivo HBES deve essere dotato di una apposita interfaccia con la sezione di gestione realizzata all’interno del dispositivo stesso. Permette le seguenti tipiche attività: attivazione, manutenzione, disabilitazione, inizializzazione, modifica dei parametri, registrazione dello stato, rivelazione degli errori, riconfigurazione e riavvio di ogni dispositivo collegato al sistema HBES. Per le procedure di gestione, i requisiti specificano: la sequenza di messaggi che devono essere scambiati tra client e server; il contenuto e l’interpretazione dei dati trasportati; le azioni da intraprendere sulla base di tali dati; le modalità di trattamento degli errori e delle eccezioni. Parte 8 - Valutazione della conformità dei prodotti EN 50090-8-1 Valutazione della Conformità dei prodotti classificazione CEI: 83-10 fascicolo: 5977 anno: 2001 - Edizione: prima Specifica i requisiti per le verifiche generiche di conformità dei protocolli di comunicazione e le Norme da utilizzare per le verifiche di conformità dei prodotti e sistemi HBES comprese le caratteristiche di sicurezza elettrica, funzionale e compatibilità elettromagnetica. Per ogni caratteristica da verificare viene indicata la norma applicabile. 20 EN 50090 Parte 6 - Interfacce... lavori in corso EN 50090-6-1 Interfaccia universale Descrive l’interfaccia universale (UI) che ha lo scopo di rendere i protocolli di rete (livello 3) indipendenti dai protocolli applicativi (livello 7) caratteristici di ogni famiglia di prodotti. Sostanzialmente è un punto di accesso esterno al livello di rete, completo di connettore, predisposto per apparecchi utilizzanti un proprio protocollo applicativo specifico e caratterizzante la famiglia di prodotti cui il dispositivo appartiene. EN 50090-6-2 Interfaccia di processo e interfaccia semplice Descrive l’Interfaccia Semplice (SI) posta allo stesso livello della UI e capace di comunicare al dispositivo BUS segnali di tipo On/ Off provenienti ad esempio da apparecchi tradizionali con uscita a contatto di relè o altro. La PI, Interfaccia di Processo, descrive il formato dei dati di qualsiasi tipo che il livello Applicazione scambia con il mondo esterno (Processo). EN 50090-6-3 Interfaccia con il mezzo per coppia ritorta Classe 1 Descrive l’Interfaccia con il mezzo (MI) cioè la connessione meccanica, funzionale ed elettrica che collega il dispositivo BUS al supporto di trasmissione. E’ stata pubblicata nel 1996 come rapporto tecnico R205-010 per le differenze esistenti tra i connettori dei sistemi BatiBUS, EIB e EHS. Sarà pubblicata come norme EN tenendo conto della Tecnologia KNX (Konnex). EN 50090-6-4 Modello di Residential Gateway per HBES Definisce le interfacce tra la rete di un sistema HBES e le reti di telecomunicazione. Parte 9 Prescrizioni di installazione EN 50090-9-1 Installazione della coppia ritorta (doppino) di Classe 1 classificazione CEI: 205-6 fascicolo: 7989 anno: 2005 - Edizione: prima Definisce le regole d’installazione (configurazione del sistema, sicurezza, compatibilità della posa con linee d’energia adiacenti, ecc.). Assicura l’armonizzazione dei requisiti meccanici, architettonici ed elettrici con altri comitati tecnici. Classifica i sistemi HBES secondo diversi livelli di prestazione nelle relative SISTEMI BUS n. zero 2010 applicazioni. Definisce un’unica soluzione di cablaggio. Era stata pubblicata nel 1997 come Rapporto Tecnico R205-002. EN 50090-9-2 Ispezione e prove di installazioni HBES classificazione CEI: 205-13 fascicolo: 9706 E anno: 2009 - Edizione: prima Il documento fornisce le prescrizioni che ispettori o responsabili della messa in servizio di sistemi HBES devono seguire per verificare ed approvare installazioni di sistemi HBES al fine di accertarne la qualità e l’uso sicuro. SB Applicazioni GESTIONE DELL’ILLUMINAZIONE a cura della Redazione Luce “dinamica” Soluzioni di illuminazione diverse con un sistema di controllo per luce dinamica colorata utilizzabile anche per luce statica bianca La luce dinamica è utilizzata in molte situazioni in cui si chiede al sistema di gestione dell’illuminazione di rispondere a diverse esigenze specifiche. In questo tipo di applicazioni, le soluzioni illuminotecniche utilizzate sono molteplici: illuminazione RGB con lampade fluorescenti colorate o LED, simulazione della luce naturale con lampade fluorescenti a luce bianca, illuminazione dinamica per punti vendita con lampade ad alogeni a bassa tensione, scenari di illuminazione per sale conferenza e per aule. Fino ad oggi è stato necessario ricorrere a differenti sistemi di controllo che, spesso, richiedevano installazioni e configurazioni complicate e costose. Con Osram Easy Color Control è possibile gestire un’ampia gamma di tipologie di illuminazione statica o dinamica, con fonti di luce colorate o bianche. Il cuore del sistema è costituito da DALI Easy o dall’unità di controllo Easy LED, ciascuna con quattro canali singolarmente regolabili. Ricordiamo che DALI uno standard non proprietario in grado di rispondere a tutti i requisiti del moderno controllo della luce, con il quale è possibile impostare scenari di illuminazione. Il sistema di controllo dell’illuminazione funziona secondo il principio della miscelazione additiva dei colori, tipicamente con tre canali dedicati ai colori base, rosso, blu e verde, e un quarto canale dedicato alla luce bianca. Un sequencer integrato permette di impostare sequenze singole fino a 16 scenari e vari tempi statici e dissolvenza. Il sistema può essere facilmente esteso a un totale di 16 unità o 64 canali. Enfasi particolare è stata posta sulla operatività intuitiva a mezzo di telecomando a infrarossi, tasti standard e interfaccia utente grafica sotto Windows, in modo che il sistema non richieda praticamente nessun vero e proprio addestramento. Il software di configurazione consente di produrre una seSISTEMI BUS n. zero 2010 21 Uno standard per il controllo digitale GESTIONE ILLUMINAZIONE Luce “dinamica DALI (Digital Addressable Lighting Interface) è lo standard per il controllo digitale dell’illuminazione, con il quale è possibile combinare l’interfaccia 1-10 V con il controllo d’illuminazione intelligente. Questo significa che DALI elimina il divario esistente tra i sistemi 1...10 V e i complessi sistemi di controllo degli edifici caratterizzati da elevati livelli di intelligenza e funzionalità, ma anche da elevati livelli di conoscenza sistemica e dall’impiego di dispositivi molto costosi. DALI rende possibile controllare gli alimentatori elettronici in maniera digitale e soddisfare tutte le funzionalità come richiesto. Questo significa che un alimentatore elettronico realizzato per adattarsi a questo standard è in grado di eseguire i comandi di un dispositivo di controllo. DALI è stato disegnato principalmente per un utilizzo con i sistemi di illuminazione. La funzionalità di ogni alimentatore elettronico nell’ambito di un sistema di illuminazione supera abbondantemente ogni precedente analogia con l’interfaccia 1-10 V. quenza di colori completa composta da un numero massimo di 16 scenari RGB(W) individuali. I tempi di dissolvenza e di mantenimento per ogni scenario possono essere impostati separatamente. L’interfaccia utente è stata progettata per essere semplice e chiara, con display autoesplicativi. Grazie a cursori e a campi predefiniti, le sequenze possono essere create velocemente e facilmente, passo dopo passo. I componenti del sistema E’ stato sviluppato dai principali produttori di alimentatori elettronici, per arrivare insieme a definire le funzioni di un alimentatore elettronico DALI e un carico conforme al DALI nell’ambito di un sistema di illuminazione. Unità di controllo DALI Easy II Unità di controllo DALI configurabile per applicazioni con gestione di illuminazione statica e dinamica con quattro uscite DALI broadcast per un massimo di 16 utenze. Sequencer RGB (W) e gestione di scenari integrati, con possibilità di configurare 16 diversi scenari di illuminazione RGB (W) con relativi tempi di dissolvenza e mantenimento. Gli scenari possono essere richiamati sia come sequenze sia come illuminazione statica. Interfaccia seriale per ricevitore a infrarossi EASY e PC, configurabile mediante software (16 scenari) o telecomando (4 scenari). Possono essere sincronizzate fino a 16 unità di controllo mediante connettori a Y. Dotata di serracavo e coprimorsetti per installazione indipendente, dimensioni 189x30x21 mm (LxPxH). 22 Unità di controllo OT EASY 60 Telecomando Easy RMC Unità di controllo con le stesse caratteristiche di DALI Easy II, per applicazioni con gestione di illuminazione statica e dinamica, ma con quattro uscite PWM - 24 V, per collegamento diretto di moduli LED 24 V RGB. Dotata di serracavo e coprimorsetti per installazione indipendente. Telecomando infrarossi per la configurazione e per il comando delle unità di controllo. Disposizione autoesplicativa di comandi e velocità delle sequenze per la funzione di dimming centrale, 4 gruppi, 4 scenari, start/stop. Easy PC KIT Software per configurazione delle unità di controllo con interfaccia grafica per la configurazione di sequenze o di scenari di illuminazione statica con funzione anteprima. Dotato di cavo adattatore USB e manuale dettagliato; requisiti di sistema: Windows XP, 2000, porta USB. SISTEMI BUS n. zero 2010 Ricevitore Easy IR Ricevitore a infrarossi per l’installazione in apparecchi di illuminazione da collegare alle unità di controllo. Cavo di connessione di 2 m con connettore RJ11. Ricevitore Easy IR CI Ricevitore a infrarossi per installazione a soffi tto, anche ad incasso, per il collegamento alle unità di controllo. Connettore Y-Connector Connettore a Y per l’espansione del sistema con due cavi RJ11 (2 m). Consente la sincronizzazione di unità di controllo multiple e il collegamento dei ricevitori a infrarossi Easy IR e degli accoppiatori per tasti EASY PB Coupler. Accoppiatore Easy PB Accoppiatore di tasti a rilascio per il collegamento alle unità di controllo che consente il collegamento di tasti a rilascio standard per il controllo di gruppi e di scenari, funzioni di accensio- ne e dimming centrali e start/ stop della funzione sequencer. Possono essere collegati sensori di movimento o interruttori timer mediante connettore a Y per unità di controllo multiple. Kit di installazione LMS CI Box Scatola con serracavo per installazione indipendente delle unità di controllo DALI EASY II. Dotata di morsettiera per un comodo cablaggio passante. SISTEMI BUS n. zero 2010 23 sistemibus abbonati! UN ANNO DI AGGIORNAMENTO TECNICO NORMATIVO IN CONTATTO CON I PIU’ AUTOREVOLI ESPERTI NEL CAMPO DELLA BUILDING AUTOMATION E DELLA DOMOTICA Una rivista senza pubblicità! 49,90 L’abbonamento annuo “on line” di euro permette di ricevere sistemi bus in formato elettronico e di accedere all’area riservata di sistemibus.com, che offre un aggiornamento immediato, con le RISPOSTE AI QUESITI degli abbonati. Per chi desidera ricevere anche la rivista in formato cartaceo, l’abbonamento annuo è di 69,90 euro INVIARE QUESTO TAGLIANDO VIA FAX AL NUMERO 038 193 8047 Desidero abbonarmi per un anno a sistemi bus solo “on line” al costo di 49,90 euro Desidero abbonarmi per un anno a sistemi bus “on line” e ricevere la rivista anche in formato cartaceo (6 numeri anno) al costo di 69,90 euro PAGAMENTO Assegno non trasferibile intestato a CONSTED - via Pandolfo, 6 - 27025 Gambolò PV Bonifico a favore di CONSTED - CARIPARMA - Credit Agricole - 0048 Ag. 3 Vigevano Iban IT 59 B 06230 23003 000030137935 Visa Carta di credito Mastercard CVV2* n. Titolare: nome Cartasì * codice di tre cifre posto sul retro della carta di credito dopo i numeri che identificano la carta Visa cognome ente / azienda / professione indirizzo cap città e-mail tel. prov. @ data . firma Editore: CONSTED - via Pandolfo, 6 - 27025 Gambolò PV tel. 038 193 8000 - e-mail [email protected]