Rivista di Destination Management e Marketing Visita il blog di Four
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Destinations & Tourism Rivista di Destination Management e Marketing n. 30/ febbraio 2016 comunicazione social marketing destination Web Marketing Promocommercializzazione prodotto strategia promozione formazione management DESTINATION MARKETING DESTINATION MARKETING FOCUS I turisti come promotori delle destinazioni Fare marketing turistico con Instagram La dipendenza dei territori italiani dai vettori low cost Visita il blog di Four Tourism: www.fourtourismblog.it Destinations & Tourism n° 30 | febbraio 2016 Editoriale I social media come sappiamo hanno radicalmente cambiato il modo di fare turismo, in particolare le modalità di ricerca dei viaggiatori, il modo in cui reperiscono le informazioni in merito a una determinata destinazione, azienda, ai suoi prodotti e servizi. La disponibilità di contenuti presenti in rete consente ai turisti di accedere e consultare un gran quantitativo di informazioni create, diffuse e condivise da altri turisti, gente comune, ma proprio per questo altamente credibile e autorevole. Già perché oggi chi detiene il potere, chi è in grado di determinare il successo o il fallimento di una destinazione sono proprio loro, i turisti. Come? Attraverso i contenuti, ossia le foto, i video e i racconti che pubblicano sui social network e condividono con la propria rete sociale e che insieme contribuiscono a creare la reputazione di una destinazione. Nel mercato turistico attuale, la raccomandazione è il fattore che in misura maggiore influisce nel processo di scelta. E meglio se chi la fa è un semplice turista, un “social influencer” come noi, piuttosto che noti testimonial, personaggi famosi o anche blogger professionisti e affermati. Per non parlare delle destinazioni stesse, che da tempo hanno perso ogni credibilità. E questo significa che quindi le DMO devono sfruttare questa promozione spontanea e autentica che i turisti fanno in modo volontario ed autonomo per promuoversi e comunicarsi, migliorando la propria reputazione, incrementando la visibilità e notorietà. Ma per riuscirvi è fondamentale conoscere a fondo il mondo dei social media, con le loro caratteristiche e peculiarità. E trattandosi di un mondo sempre più fitto diventa necessario non sottovalutare questo aspetto. In questo numero, dopo l’approfondito articolo di apertura sull’influencer marketing, abbiamo voluto focalizzare la nostra attenzione su un social media che a nostro avviso oggi non può mancare in una strategia efficace, ossia Instagram. Abbiamo voluto evidenziarne i vantaggi e i benefici evidenziando le ragioni che oggi più che mai lo rendono così appetibilie per la promozione delle destinazioni turistiche e indispensabile in una idonea strategia di social media marketing. Ovviamente, è necessario anche saperlo utilizzare in modo professionale e preparato, senza improvvisare e non lasciando nulla al caso. In chiusura, invece, alla luce dei fatti recentemente accaduti, vi offriamo un’interessante riflessione sul rapporto molto delicato tra i vettori low cost e il turismo italiano. Buona lettura! Sommario Destination Marketing I turisti come destinazioni delle Destination Marketing Four Tourism Srl Corso Ciriè 21 10152 Torino Tel. +39 011 4407078 [email protected] Fare marketing turistico con Instagram Focus La dipendenza dei territori italiani dai vettori low cost www.fourtourism.it www.fourtourismblog.it 1 www.fourtourism.it promotori Destinations & Tourism n° 30 | febbraio 2016 Destination Marketing I turisti: I nuovi promotori delle destinazioni di Josep Ejarque Basta con i blogger, oggi bisogna puntare sui social influencer Per anni, l'unica fonte di informazione dei turisti è stata la comunicazione e la pubblicità promossa dalle destinazioni. Se qualcosa hanno fatto i social media nel turismo sicuramente è stato di cambiare il modo in cui i viaggiatori oggi cercano informazioni sulle destinazioni, le aziende, i prodotti e i servizi turistici. Ma con l'arrivo del web ma soprattutto con l''avvento dei social media tutto è cambiato: i turisti infatti oggi possono accedere alle informazioni presenti in rete ma soprattutto possono leggere i pareri e le opinioni di altri turisti come loro. Scegliere è una questione di estrema importanza per i clienti. Una scelta sbagliata infatti può pregiudicare l’andamento dell’intera vacanza. E tutti sappiamo l’investimento emotivo ancor prima che economico che ognuno di noi ripone nel viaggio. Riuscire a scegliere la vacanza “giusta”, ossia nella località che sembra avere tutte le caratteristiche che si desiderano, trovando l’albergo, il B&B o addirittura il ristorante così come li vogliamo noi, non è facile anzi; sicuramente ci vuole anche un po’ di fortuna perché in un certo senso è un po’ come giocare alla roulette russa. Oggi, la raccomandazione è l'essenza del marketing turistico. I viaggiatori infatti prima di decidere dove andare vogliono sapere e capire se quello che si propone loro è vero e se effettivamente risponde a quello di cui hanno bisogno. Alla luce di questo nuovo scenario, è inevitabile per le destinazioni turistiche affidarsi ai turisti che già le conoscono, ossia a quelli che vi hanno già trascorso le proprie vacanze, come promotori del territorio. Si può infatti indovinare e vivere la vacanza dei sogni oppure sbagliare totalmente e rovinarsi l’intera esperienza. La verità è che oggi il marketing più efficace è quello 2 www.fourtourism.it Destinations & Tourism n° 30 | febbraio 2016 che riesce a divulgare e a trasmettere il messaggio, non attraverso la realizzazione di azioni altisonanti e dispendiose o coinvolgendo testimonial o influencer famosi ma adoperandosi affinché siano proprio i turisti “normali”, ossia la gente comune, a promuoverla, raccontandone il territorio, i prodotti e le esperienze. Pubblicitarie. Anzi, affinché funzioni e generi visibilità per le destinazioni, incrementandone i flussi turistici, in termini di arrivi e presenze e anche di ricadute economiche sul territorio, è necessario fare influencer marketing. Se prima della comparsa della rete web, le destinazioni avevano chiaro cosa e quanto si doveva investire nella pubblicità e nella comunicazione per arrivare ai potenziali turisti, adesso le cose sono radicalmente cambiate. Fare marketing turistico oggi significa essere capaci di sfruttare i contenuti pubblicati dai turisti, ossia dalla gente comune. Perchè nel mercato attuale lo strumento di promozione più efficace è la raccomandazione In definitiva, le destinazioni così come gli assessorati al turismo, i territori, le Dmo e via dicendo devono affidarsi ai turisti già acquisiti affinché i loro messaggi ne raggiungano di nuovi. Senza dubbio, questo oggi è l’unico strumento per potere fare promozione, in quanto i turisti si fidano solo di quello che dicono altri turisti. Non è necessario che siano famosi, delle celebrities anzi molto meglio che siano persone normali perché sono loro i veri motori delle raccomandazioni. <<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<< Quello che serve è coinvolgere le persone, quelle stesse che in modo autonomo e spontaneo pubblicano le proprie fotografie e video su facebook, che raccontano su twitter e instagram ai propri amici la vacanza che stanno vivendo, le loro impressioni ed esperienze. Insomma, quelli che senza neanche volerlo raccomandano le destinazioni. I numeri sono chiari: il 56% dei viaggiatori dichiara infatti di essere influenzato nelle proprie scelte dai consigli degli amici ma ben l'89% invece è sensibile alle opinioni e ai racconti anche di sconosciuti. Già perché è proprio questo il punto: nel mercato attuale, i turisti si fidano più delle opinioni online di gente estranea piuttosto che di quello comunicato ufficialmente dalle destinazioni stesse, dai giornalisti professionisti oppure dai travel blogger, che ormai sono inflazionati e soprattutto iniziano a perdere un po’ la loro credibilità di informatori indipendenti e liberi. Fare marketing turistico significa quindi sfruttare tutti i contenuti pubblicati dai turisti e non solo le recensioni degli hotel su Tripavisor o in Trivago o su Booking ma tutto ciò che condividono in rete e che riguardi il proprio territorio o attività. Ogni persona ha la propria rete di conoscenze, amici, familiari, che attraverso i social network vedono e leggono cosa fanno. I post di viaggi e vacanze sono per volume i terzi più pubblicati su facebook e i quinti su Twitter. Ormai neanche più i blogger più noti e con migliaia di follower sono in grado di risollevare le sorti di una stagione turistica in flessione I social network hanno tolto alle organizzazioni di promozione turistica il controllo dell'immagine della destinazione trasferendolo direttamente nelle mani dei visitatori, le cui opinioni online agiscono come megafono. E questo cosa significa? Molto semplice, vuol dire una cosa sola, ossia che le destinazioni non stanno sfruttando questa grandissima opportunità. Fare marketing turistico non è più soltanto una questione di fiere, workshop o campagne Si tratta infatti di una promozione a costo "zero", credibile, efficace, in grado di mettere in contatto le 3 www.fourtourism.it Destinations & Tourism n° 30 | febbraio 2016 destinazioni con centinaia di migliaia di persone che altrimenti non avrebbero potuto avvicinare. Insomma, non ci sono dubbi: le raccomandazioni e la reputazione sono le due leve del destination marketing attuale. Il 72% dei turisti naviga in rete per trovare la meta delle vacanze e il 60% la sceglie a partire proprio dalle raccomandazioni di altri utenti. È inevitabile quindi farsi una domanda: perché dato che già esiste, non si utilizza questa forma di promozione? Perché non sfruttarla per incrementare la visibilità, riconoscibilità e notorietà della destinazione? Perché non sfruttare i turisti come promotori della destinazione? Si tratta di un’attività relativamente semplice: l’essenziale è sapersi dedicare ed essere in grado di gestire il rapporto con i turisti social, chiedendo loro di condividere anche sui canali della destinazione i contenuti, ossia le immagini, i video, i racconti della vacanza, e soprattutto quotidianamente interagendo con loro. Tutti infatti sanno che i turisti prima di prenotare un hotel o un ristorante guardano le recensioni e i relativi punteggi. Ma quello che spesso tutti sottovalutano è che generalmente prima di decidere l'hotel o il B&B il turista sceglie la destinazione. E ovviamente anche in questo caso cercherà informazioni e opinioni che non troverà sicuramente su Tripadvisor, Trivago, Holidaycheck o Booking, in quanto in questi review site non ci sono le opinioni dei turisti sulle destinazioni; al massimo, si sono dei commenti in merito alle attrazioni più note. Basti sapere che ben l'85% dei turisti accetta volentieri, se sollecitati, di condividere i propri contenuti. Senza contare che oltre ad essere utile per la promozione del territorio, in questo modo, si acquisiscono anche materiali nuovi, che si possono riutilizzare sui propri canali. E generalmente si tratta di contenuti efficaci perché piacciono agli utenti, sono autentici e permettono alle destinazioni di capire cosa interessa veramente ai turisti, dando differenti letture del territorio. Per fare promozione in modo efficace, non basta che le destinazioni pubblichino i propri contenuti su facebook o twitter, per esempio augurando il buongiorno attraverso una bella fotografia. Ovviamente, si tratta di un’attività utile ed essenziale per mantenere i rapporti con i follower e creare engagement ma sicuramente non serve per portare nuovi potenziali turisti sul territorio. Ma il grosso, ciò che di fatto costituisce la reputazione di un luogo, si trova sparso in rete e questo significa che le destinazioni e i territori devono saperla trovare, gestire ed indirizzare. Fino a poco tempo fa e in parte ancora adesso, le destinazioni si sono “lanciate” sui blogger, organizzando blogtrip ed eventi mirati con l’obiettivo di sfruttare la loro autorevolezza e credibilità in rete per costruire e rafforzare la propria reputazione. Proprio per la loro capacità di influenzare le persone, le recensioni dei turisti sono un fenomeno che preoccupa il settore turistico anche se ormai si tratta di un elemento con il quale la maggior parte degli operatori hanno imparato a convivere. Spesso sono stati commessi errori grossolani, affidandosi a influencer molto noti, con tanti follower ma magari poco in linea con il reale core value e 4 www.fourtourism.it Destinations & Tourism n° 30 | febbraio 2016 business della destinazione. Oggi, le destinazioni devono puntare sui “social influencer”, sfruttando la loro credibilità per promuoversi sul mercato, per incrementare la visibilità e consolidare così la propria reputazione È sempre infatti molto importante comprendere chi abbiamo davanti, chi sono i blogger e soprattutto chi sono i loro seguaci, ossia se veramente potrebbero essere potenziali turisti della destinazione. Ci si è spesso limitati a pensare che lavorare con i blogger fosse utile perché sono conosciuti e autorevoli e che questo avrebbe quindi automaticamente permesso di allargare la penetrazione nel mercato turistico, ampliando la portata del messaggio. Si tratta di un ragionamento logico e abbastanza ovvio, anche se tuttavia non del tutto corretto. Non serve infatti utilizzare gli influencer come portavoce di una destinazione solo perché si tratta di persone conosciute, con un’audience solida e una forte credibilità in rete se però poco hanno in comune con la destinazione. <<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<< Ma come bisogna procedere? Per mettere in atto una strategia tattica ed operativa efficace, bisogna essenzialmente: E così dall’influencer marketing si è passati ad un’altra tipologia di marketing turistico che punta sui "social influencer". - ascoltare e identificare gli UGC - scegliere i contenuti più adatti e pertinenti - condividere - diffondere i contenuti UGC positivi relativi alla destinazione Chi sono? Semplicemente i turisti, le persone comuni la cui popolarità è legata alla propria credibilità, in quanto le persone li percepiscono come reali e sinceri, ossia persone “come noi”, senza secondi fini o intenzioni nascoste. Una destinazione che voglia attirare nuovi turisti e migliorare la propria percezione e reputazione deve assolutamente lavorare e coinvolgere i turisti come promotori ed ambassador della destinazione. Questo significa quindi che oggi i territori devono cambiare il loro approccio e fare come già stanno facendo da tempo alcune destinazioni e DMO americane, francesi e spagnole, ossia sfruttare i contenuti e le opinioni dei semplici turisti per migliorare la loro percezione, promuoversi sul mercato e incrementare la propria reputazione. È semplice ma soprattutto molto redditizio!! Devono imparare a sfruttare a proprio vantaggio i contenuti creati e condivisi dagli utenti, organizzandoli e gestendoli. Di fatto, non si chiede loro niente di nuovo, ma semplicemente di continuare a fare quello che farebbero normalmente per conto proprio. Ormai, il marketing e la promozione turistica si fa nel web e la migliore strategia da utilizzare è quella che coinvolge i social influencer. 5 www.fourtourism.it Destinations & Tourism n° 30 | febbraio 2016 Destination Marketing Fare marketing turistico con Instagram I vantaggi e i benefici per le destinazioni Con più di 400 milioni di utenti attivi che condividono fotografie in tempo reale, Instagram è sicuramente un canale di promozione e comunicazione che le destinazioni turistiche non possono tralasciare. Inoltre, si sta affermando in misura sempre maggiore come il social media del futuro. Un social media la cui capacità di influenzare gli utenti è molto forte: basti pensare che addirittura si sono registrati casi di neonati chiamati come i filtri di Instagram! Ed è la prima volta che accade che la tecnologia viene utilizzata come fonte di ispirazione per i nomi (Lux, Ludwig, Valencia, Juno…)! Anche se bizzarro tuttavia questo esempio può sicuramente aiutarci meglio a comprendere il forte potere di Instagram. Già perché è proprio in questa direzione che si sta spostando la domanda turistica: le persone infatti abituate a viaggiare sempre con i loro device preferiscono le comunicazioni in real time, vogliono poter cercare informazioni in loco e condividere tutto ciò che vivono con la propria rete sociale. E poi prediligono tutto ciò che è visual, ossia immagini e video, proprio per la capacità di questi contenuti di comunicare in modo chiaro, trasparente ed immediato. Questo significa che le destinazioni che utilizzeranno Instagram potranno entrare in contatto ed intercettare una porzione molto interessante di mercato, oltre a raggiungere segmenti appetibili, come i Millennials, la generazione del futuro, che non a caso, amando tutto ciò che è social, visual e a portata di mano, ossia mobile, non possono fare a meno di amare Instagram. E i dati lo confermano! Ma parlando di turismo, quali sono i motivi principali per cui oggi una destinazione dovrebbe utilizzare Instagram come strumento di promozione turistica? Come mai gli esperti di marketing lo consideriamo fondamentale? I motivi sono diversi. Innanzitutto, perché è visual e mobile, e volente o nolente, nel turismo questi sono i trend prioritari per il futuro, ossia le immagini, i video e la fruibilità mobile. Inoltre, Instagram crea vero engagement. Rispetto agli altri social network, è quello che più di tutti è in grado di creare engagement ed infatti l’interazione che si crea tra gli utenti e i brand è decisamente più consistente e più forte (+4,21%) 6 www.fourtourism.it Destinations & Tourism n° 30 | febbraio 2016 che in qualsiasi altro social network. Senza contare, che negli ultimi due anni, la media dei post di Instagram è cresciuta di oltre, il 416%. Si tratta di numeri che davvero parlano da soli ed è inutile commentare. Instagramers (opportunamente selezionati) la gestione dei propri profili, eliminando così il problema della gestione del canale, come per esempio l’Ente Nazionale del Turismo dell’Estonia, oppure, mantenendo il controllo del social media, si limitano ad effettuare una selezione e condivisione delle immagini fatte dai propri seguaci contrassegnate da un # appositamente creato, come per esempio l’Australia, che in materia di social media la sa lunga! Uno dei suoi punti di forza è infatti proprio la sua community, anzi le sue community, in quanto ce ne sono diverse, disseminate in ogni paese e località. Si tratta di utenti molto attivi, appassionati e motivati che amano condividere le foto con i proprio follower, animati da un reale spirito social e dotati di una forte creatività che consente loro di raccontare i territori e tutto ciò che li circonda attraverso le immagini, sviluppando uno storytelling spontaneo ed autentico. Ma le destinazioni e i territori non devono utilizzare Instagram solo attraverso gli Instagramers; non è infatti soltanto questa la strada. Innanzitutto, devono essere presenti e attive con il proprio profilo, postando le foto, raccontando le attrattive, risorse, prodotti, paesaggi, ecc. Gli utenti di Instagram, potranno in questo modo scoprire la destinazione che altrimenti forse non avrebbero neanche mai considerato. Si tratta di un modo di promuovere e comunicare semplice ed economico. E proprio per questa sua capacità intrinseca, Instagram è un ottimo strumento per le DMO per interagire con il proprio pubblico, per intercettare nuovi segmenti e per attivare il passaparola, trasformando così i follower in veri e propri promotori dei territori, nei cosiddetti ambassador. In questo modo, si stimolano gli utenti a scattare foto inedite e di alto livello, al solo fine di essere pubblicati e condivisi sull’account ufficiale della destinazione ed incrementare la propria visibilità e notorietà (l’Australia è al primo posto della classifica dei profili più seguiti su Instagram con oltre 2 milioni di follower!). Ma se è vero che Instagram è lo strumento principe per interagire con i propri follower e creare engagement è anche vero che per riuscirvi bisogna conoscere a fondo i loro gusti ed interessi. E soprattutto bisogna sapere come utilizzare in modo efficace il canale. Come per qualsiasi attività di marketing che si svolge nel web 2.0 è infatti necessario definire una strategia precisa e mirata, che preveda tutti gli step necessari per raggiungere gli obiettivi di promozione e comunicazione turistica prefissati. E una volta fatto questo, è necessario essere in grado di tradurre la strategia in un piano operativo, ossia in azioni e attività concrete, utilizzando gli strumenti e le tecniche che Instagram stesso mette a disposizione delle destinazioni. La chiave di volta è riuscire a coinvolgere le persone giuste, in modo tale da riuscire a raccogliere una grande quantità di immagini, di qualità e a costa zero, offrendo al proprio pubblico una lettura inedita della località, data proprio dal coinvolgimento di persone con punti di vista, percezioni e visioni differenti. E questo si può fare coinvolgendo le community locali così come gli influencer, in modo tale da identificare i temi e gli aspetti di maggiore interesse per gli utenti, ossia quelli in grado di creare più engagement. Come tutte le attività realizzate online e in particolare nel web 2.0 è importante non improvvisare ma agire in modo professionale e preparato, non lasciando nulla al caso. Solo in questo modo le destinazioni possono essere certe di agire in linea con le esigenze e i bisogni degli utenti. E solo in questo modo infatti si possono raggiungere risultati reali, concreti e duraturi. E si tratta di un aspetto essenziale: capire infatti come una DMO può “comunicare e vendere” il proprio territorio ai diversi utenti, in linea con i loro differenti interessi, è cruciale per riuscire a costruire una community solida e numerosa e per poter raggiungere gli obiettivi preposti. Molte DMO addirittura affidano direttamente agli Le destinazioni italiane che intendono promuovere e comunicare il proprio territorio così come le attrattive, i prodotti e bellezze, devono iniziare ad utilizzare Instagram ma devono farlo bene. Il mercato infatti come abbiamo già detto sta andando in questa direzione e le destinazioni non possono permettersi di rimanere indietro. 7 www.fourtourism.it Destinations & Tourism n° 30 | febbraio 2016 Focus La dipendenza dei territori dai vettori low cost di Josep Ejarque Come uscirne? Il fatto che Ryanair abbia deciso di abbandonare l'aeroporto d'Alghero, ridurre i collegamenti con Cagliari e anche le rotte in Puglia ha messo in evidenza quanto le destinazioni turistiche siano prigionieri delle politiche adottate da soggetti esterni che di fatto decidono del futuro dell’economia turistica dei territori. In sintesi, purtroppo, le destinazioni sono totalmente in balia di questi vettori che portano loro turisti. E ne pagano caro il prezzo. diretto delle Amministrazioni e dal sistema delle aziende turistiche locali: il primo, l'accessibilità, che dipende dalla facilità di raggiungere la destinazione dalla città di residenza dei differenti turisti; il secondo, invece, è l’accessibilità commerciale, ossia la facilità di prenotare e acquistare le proposte e l'offerta turistica del territorio. Anche se sicuramente non è l’unico attore ad approfittare di questa situazione, prendiamo come esempio Ryanair, che ha intuito e compreso il suo potere e non ha esitato ad usarlo a proprio esclusivo vantaggio, penalizzando le destinazioni che comunque continuano ad avere un atteggiamento passivo. Il problema che oggi ad Alghero, se Ryanair non conferma le rotte, potrebbe verificarsi una forte diminuzione degli arrivi e delle presenze turistiche. Ma stessa sorte potrebbe toccare anche alla Puglia e alla Sardegna così come alla Sicilia e alla Calabria che si ritroveranno a fare i conti con una flessione dei flussi turistici molto consistente. Fra l'altro in una stagione, come quella del 2016, che, complici le tensioni internazionali, potrebbe dare all'Italia una posizione di forza nelle scelte dei turisti europei e consolidare la crescita del turismo Ma non è tutto qui: le destinazioni e le aziende turistiche locali dipendono non solo dalle compagnie aeree ma anche da coloro che vendono e commercializzano il territorio. E questo fatto rende evidente, adesso più che mai, l’incapacità dei territori e delle destinazioni italiane di attrarre turisti, di vendere le proprie eccellenze e di commercializzare la propria offerta. Di fatto, si può affermare che le destinazioni italiane hanno consegnato nelle mani di terzi (senza neanche di preoccuparsi delle conseguenze) il proprio sviluppo e la propria economia. Perché un territorio o una destinazione turistica abbia successo è necessario che si verifichino 10 fattori. Due di questi sono però fuori dal controllo 8 www.fourtourism.it Destinations & Tourism n° 30 | febbraio 2016 ottenevano. Non a caso, tra il 2007 e il 2011, questa compagnia ha ricevuto ben 100 milioni di euro dei 250 che le diverse amministrazioni territoriali in Spagna hanno dedicato nello stesso periodo al sostegno delle linee aeree. Gli aeroporti più a rischio sono innanzitutto Bari, Brindisi, Alghero, Cagliari, Trapani e probabilmente in un futuro prossimo anche Crotone. Ma anche tutti gli scali a loro collegati, quindi in Italia, soprattutto Bergamo, ma anche Torino e Cuneo per guardare al nord ovest. Questo porterà inevitabilmente all'isolamento dei territori cui farà seguito un’altra pesante conseguenza, ossia un calo del turismo per le regioni interessate e un calo di ricchezza. L'anno scorso Air France ha denunciato che Ryanair riceve nel suo complesso ogni anno oltre 660 milioni di euro in contributi da parte delle amministrazioni regionali o degli aeroporti, ovvero fra gli 11 e i 12 euro per ogni passeggero che trasporta. Ritornando alla domanda, la risposta è che in Francia e in Spagna, Ryanair ha perso il suo potere. Le destinazioni e le amministrazioni turistiche regionali hanno introdotto infatti delle misure e dei meccanismi per tutelari e non essere più sotto scacco. Per esempio, elargendo contributi perfettamente legali, in accordo con la UE, ma di entità decisamente inferiore rispetto a quelli che tradizionalmente Ryanair esigeva. In molti aeroporti della Spagna e della Francia, Ryanair opera addirittura senza contributi e senza che questo abbia comportato un aumento delle tariffe. Di fatto, quello che fa Ryanair è vendere alle destinazione italiane i turisti. La proposta commerciale in sé è facile da comprendere: Ryanair si è creata una base solida di clienti e obbliga ai territori di pagare per potervi accedere. Si tratta di un meccanismo molto semplice. La stessa UE consente e autorizza gli aiuti ai vettori aerei per gli aeroporti sottosviluppati e per sostenere l'apertura di nuove linee. Il problema sta nel fatto che Ryanair pretende che i contributi gli siano riconosciuti acquistando degli spazi pubblicitari tramite la società Ams, che gestisce alcuni servizi del vettore, tra cui la rivista di bordo, ecc. Magicamente, le destinazioni pagano ed arrivano i voli. Il problema però è che sono fortemente ricattabili La verità è che destinazioni come la Sardegna, la Sicilia, la Calabria o la Puglia non possono più e Ryanair lo sa molto bene. perpetrare questo stato di cose. Questo significa Ma a questo problema se ne aggiunge uno ancora che il sistema turistico territoriale unitamente alle più grave: la dipendenza sempre maggiore delle amministrazioni deve individuare dei meccanismi e destinazioni da soggetti terzi, in particolare dalle dei modelli per incentivare i nuovi collegamenti. Ma OLTA, che pretendono contributi per dare visibilità ai soprattutto è necessario cambiare l'approccio, ossia territori nei loro portali di prenotazione. Anzi, come le destinazioni devono agire in un’ottica di mediosta accadendo in altri mercati, stanno iniziando a fare lungo termine al fine di strutturare il beneficio apporpressioni affinché nei portali turistici delle destinazio- tato dai vettori low cost in una risorsa continuativa e ni il motore di booking sia il loro. E per riuscirvi, sicura e non aleatoria, come oggi. passano dalle semplici pressioni sugli operatori locali fino all’offerta di ipotetici introiti per ogni camera ven- In questo senso, interessante l’iniziativa degli imprenditori sardi e siciliani di autotassarsi al fine di duta. creare un fondo “Salva Ryanair” da un milione di Il problema in sé quindi non è Ryanair perché la euro per convincere il vettore a basso costo a manquestione dei contributi riguarda ormai tutti i vettori tenere gli impegni nelle rispettive isole. Tuttavia, pur low cost, da Easyjet a Vueling, daAir Berlin a Wizz trattandosi di un’azione meritevole, non risolve il Air, da Fly Be ad altri ancora fino alla stessa Alitalia. problema all’origine ma semplicemente ne rimanda La questione è il fatto che le destinazioni italiane la soluzione.. sono sempre più prigioniere e ricattabili. La domanda sorge spontanea. Succede ovunque I modelli applicati dalle altre destinazioni concorrenti cosi? Fino a qualche anno fa, la risposta indubbia- stanno portando risultati concreti sui territori e soprattutto hanno permesso loro di ridurre la presmente era affermativa sione a cui erano sottoposti da Ryanair e dagli altri Ryanair così come le altre compagnie aeree preten- vettori. devano dalle destinazioni contributi che regolarmente Cosa aspetta l’Italia? 9 www.fourtourism.it