RM0907_10-Attualita01
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SECOLO D’ITALIA 10 VENERDÌ 9 LUGLIO 2010 In breve COPPA DEL MONDO: BASSA LA MEDIA GOL Q uando mancano le ultime due partite, il Mondiale di Sudafrica 2010 è, fino ad ora, il secondo con la media gol più bassa, solo al di sopra di Italia ’90. La Coppa del Mondo in Sudafrica mantiene una media di 2,24 gol a partita, mentre quella in Italia chiuse con appena 2,21. Se nelle due partite si segnano meno di tre gol, l’appuntamento del 2010 passerà alla storia come quello con meno marcature. SNEIJDER ASSICURA: NON LASCIO L’INTER D Tifosi (e tifose...) olandesi in festa per le prodezze di Sneijder e compagni SPAGNA-OLANDA: SE VINCE L’EUROPA IN STILE ERASMUS Le finaliste del mondiale riflettono due stili di vita giovanili e libertari contro il gioco dei parrucconi ◆ Adriano Scianca «L o sport è lo specchio della società» ma, del resto, «la palla è rotonda». Tra i due grandi luoghi comuni del calcio, il secondo ha sempre ragione sul primo. La rotondità della sfera implica infatti la possibilità di poter rotolare ovunque, fregandosene delle griglie mentali dei commentatori e di tutti i moralismi. Il mondiale sudafricano, in questo, non ha fatto eccezioni. E la palla, infatti, è rotolata ben lontana dalle previsioni degli “esperti” e dalle analisi dei commentatori politicamente corretti. Quella simpatica canaglia di Fidel Castro, un po’ per il suo populismo nazionalista da caudillo, un po’ per un residuo di interpretazione dialettica della storia, aveva sentenziato: «Una finale tra paesi europei sarebbe la più scolorita e antistorica da quando è nato questo sport». Detto, fatto: il mondiale, ora lo sappiamo, sarà affare di Spagna o Olanda, Europa che più Europa non si può. E pazienza anche per chi aveva intravisto, dietro il primo mondiale africa- La coppa del mondo volerà domenica verso Amsterdam o Madrid, le capitali della movida e delle vacanze studio un po’ trasgressive no, la possibilità di affermazione di “scuole emergenti” dell’arte pedatoria. Niente da fare: in Sudafrica abbiamo visto poco o niente del calcio africano e asiatico; la fase a gironi ha selezionato prepotentemente le due vecchie scuole del pallone, Europa e Sudamerica. E le semifinali hanno umiliato le ambizioni di tutti i tifosi a sud di Città del Messico. Ed ecco che per la prima volta l’Europa trionferà fuori dal Vecchio Continente. Spagna e Olanda: due nazionali fresche, giovani, vitali. Con un calcio spumeggiante ma non superficiale e ingenuo. Culturalmente, Amsterdam e Madrid hanno forse poco in comune. Se non per un certo spirito giovanile e festaiolo che le rende due capitali della movida. Anche questo (più l’attrattiva dei coffee shop e del botellon) ha fatto di Spagna e Olanda due mete di infinite vacanze e soggiorni Erasmus da parte di ragazzi provenienti da tutta Europa. Ed è forse quel certo modo easy di intendere la vita il vero minimo comun denominatore tra le due nazioni che vedranno i loro migliori undici campioni contendersi la coppa. Una giovialità che forse altrove si è un po’ persa. Almeno nel caso degli oranje, del resto, il calcio è sempre stato un riflesso di un certo modo di vedere la vita. La mente va inevitabilmente al calcio totale di Johan Cruijff, esempio di football moderno, libero eppure organizzato, estroso ma senza sbavature, leaderistico ma anche un po’ hippy, con quei biondoni con i capelli a mezzo collo che spopolavano nei ruggenti anni ’70. Ha scritto il filosofo Massimo Cacciari: «Nel ’74 tutti erano tifosi dell’Olanda. Quella squadra seppe dare l’impressione di un gioco all’assalto totalmente nuovo. Una rivoluzione nel calcio e nel modo stesso di concepirlo che colpì tutti, soprattutto noi italiani abituati, appunto, al “gioco all’italiana”. Prima degli olandesi nessuno giocava in maniera così arrembante e “totale”. Si avvertì, per la prima volta, una vera e forte analogia tra la situazione politica ed il calcio. Fu una liberazione dalle catene tradizionali, dal “catenaccio” per l’appunto, dal difensivismo esasperato, dalla marcatura a uomo senza variazioni. Era il trionfo della fantasia organizzata, dell’azzardo calcolato, con una visione progettuale di un gioco che andava rinnovato ribaltandone la concezione schematica della sua struttura tattica sempre la stessa da troppi anni». Ora Cruijff non gioca più e i tulipani possono contare sul meno carismatico ma più efficace Sneijder, in odore di pallone d’oro. Basterà a contenere la furia di Villa e compagni, con il loro calcio bello e consapevole di esserlo? Di sicuro sarà una sfida avvincente e ci sarà da divertirsi. A meno che non si sia tifosi di qualche nazionale vecchia e imbolsita uscita malamente al primo turno. Ma questa è un’altra, triste storia. Shakira “malata” di calcio ◆ Federico Locchi L a cantante colombiana Shakira ha assicurato di essere “ossessionata” dal calcio e dalla passione del paese sudafricano, mentre si prepara a cantare prima della finale del Mondiale a Johannesburg la famosa canzone Waka, Waka. Shakira ha già cantato per questa coppa del mondo nello stadio di Soweto per lo storico concerto di apertura del mondiale. «Ho potuto sentire la passione dei sudafricani nello stadio. Ho cominciato a capire il calcio e quello che rappresenta per la gente. Ed ora ne sono ossessionata», ha dichiarato in un’intervista pubblicata sulla stampa locale. Lacantante colombiana si è dichiarata una fan del calcio ed ha potuto contare sulla partecipazione di varie stelle di questo sport, tra cui l’argentino Lionel Messi, per il video di Waka Waka in 3D. «Questo è stato un mese incredibile. Ogni mattina mi sono svegliata con un sorriso. È una celebrazione globale ed il fatto che succeda durante un periodo di recessione ha dato un respiro all’umanità», ha sottolineato Shakira. «È così bello vedere uomini e donne di tutti i colori, di diverso credo e ceto economico bere birra insieme e discutere su un calcio di rigore o su una decisione di un arbitro. Il calcio è un sport universale, perfino nell’angolo piùpovero del pianeta si gioca a calcio. Tutto quello di cui si necessita è un pallone», ha aggiunto la famosa cantante. Shakira si è inoltre unita alla campagna dell’organizzazione “1Goal” affinchè tutti i bambini del mondo abbiano accesso all’educazione ed è inoltre ambasciatrice di buona volontà dell’Unicef e guidada alcuni anni una sua fondazione, “Piedi Scalzi”. opo il mondiale, Wesley Sneijder ha assicurato, in un’intervista con la stampa olandese, che non lascerà l’Inter: «Resto – ha detto – il mio cuore è a Milano, con l’Inter ho vinto tutto nell’ultima stagione e resta ancora molto da vincere come la Supercoppa europea, la Supercoppa italiana e la Coppa del mondo per club, che sono dei bei trofei». Sneijder ha ribadito che c’è un «interesse concreto» del Manchester United. GERMANIA, “PUNTER” PERDE 500MILA EURO A piangere per il ko della Germania è soprattutto uno scommettitore d’oltremanica che aveva puntato 500mila euro sul successo di Loew: «La scommessa più alta mai accettata su una partita del Mondiale», ha fatto sapere il bookmaker inglese William Hill. La fiducia del “punter” nella Germania era così alta che oltre alla scommessa secca sulla semifinale aveva piazzato anche 80mila euro sulla vittoria tedesca nel Mondiale. ARBITRAGGI ADDIO: LA SVOLTA DI ROSETTI S tefano Braschi per la serie A, Roberto Rosetti per la B, Stefano Farina per la Lega Pro, Tarcisio Serena per la Lnd. Sono questi i nomi dei vicecommissari per la stagione 2010-11, indicati dal Comitato nazionale dell’Associazione italiana arbitri. Rosetti lascia quindi l’attività di arbitro con due anni di anticipo dopo il Mondiale in Sudafrica: «Onestamente l’errore in Argentina-Messico non ha influito sulla mia decisione». IL GENOA “PESCA” IL LUSITANO EDUARDO S arà Eduardo dos reis Carvalho il nuovo portiere del Genoa. I dirigenti rossoblù hanno trovato un accordo con la società portoghese dello Sporting Braga. Per l’estremo difensore della nazionale lusitana contratto pluriennale. Ma Eduardo non è l’unico acquisto della giornata rossoblù. la società infatti depositerà a breve anche il contratto dell’attaccante ungherese Gegrly Rudolf.