La mia Salomé tra lussuria, avidità e vendetta» AL PACINO
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La mia Salomé tra lussuria, avidità e vendetta» AL PACINO
MAP Maggio ok:Layout 1 02/05/2016 17.18 Pagina 1 LA CINEMAPPA INTERVISTA Salvatore Esposito SCEGLIE UN FILM, ECCO CHI E’ «Io, Genny Savastano ora faccio il rapper» Metti una sera... al cinema Italiani tutti fuori concorso, il bicchiere è mezzo vuoto? di FRANCESCO DI BRIGIDA di ROBERTA MARCHETTI di MICHELE ANSELMI C’è anche Salvatore Esposito, ovvero il Genny Savastano della serie-tv Gomorra, nel nuovo film di Cosimo Alemà, Zeta, in questi giorni nelle sale. Un “musicarello 2.0”, una storia hip-hop sull’ascesa e la caduta di un giovane rapper tra borgate romane, amicizie in bilico e un amore complicato (con tante guest star, da Clementino, Fedez, Tormento, J-Ax e Rocco Hunt). Con il ruolo di Sante, rapper monolitico e imperturbabile che ricorda Notorious B.I.G, Esposito si prepara al ritorno - dall’11 maggio su Sky Cinema – dell’attesissima nuova saga dei Savastano (da cui la frase cult “Sta senza pensieri”). Senza dimenticare il cameo nello “sbancaDavid” Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti. Esposito, si divide tra cinema e tv, è davvero il suo momento. “Devo dire che passare da Genny Savastano di Gomorra al camorrista mangia mozzarelle di Jeeg Robot la strada è stata breve. Mentre quando Cosimo Alemà mi ha mostrato Sante in Zeta gli ho risposto: “Ma voi siete pazzi!”. Sono un grande fan del mondo del rap. Vengo dalla passione per il rap napoletano, ma soprattutto di quello americano. Eminem su tutti: non avrei mai pensato in vita mia di lavorare a un personaggio del genere. Mi dispiace essere arrivato a lavorazione già iniziata perché non sono riuscito a interpretare anche vocalmente i testi dei miei pezzi”. Chi l’ha doppiata nelle canzoni? “Tormento. Non solo: è stato il mio rap-coach, anche per la gestualità, un modo tutto loro di comunicare fisicamente. Zeta per me era una sfida d’attore perché era qualcosa che non avevo mai fatto prima, ma soprattutto il confronto con un film che sarà uno dei capisaldi per i giovani d’oggi amanti della musica, di storie d’amore e d’amicizia e della lotta per un obiettivo. Credo sia la prima volta anche per il cinema italiano trovare tutte queste cose in un solo film”. Musica, strada e malavita tra Napoli e Roma. Che idea si è fatto della “finzione” che interpreta? “Venendo da una zona popolare di Napoli trovo che il rap sia per questi ragazzi un modo di urlare la loro rabbia e la voglia di non essere coinvolti in quella che è la malavita. E’ un genere musicale che sta prendendo sempre più piede in Italia, significa che c’è un malessere da esprimere e quello è il linguaggio. Spero che la musica, e più in generale l’arte, possano essere un’ancora di salvezza per tutti quei ragazzi che spesso non hanno alternative e vengono circuiti in situazioni malavitose. Spesso perché non hanno altra scelta”. Il primo appuntamento è andato, e tra spritz e confidenze più o meno intime (questo è direttamente proporzionale allo spritz), vi siete guadagnate un invito a cena per approfondire la conoscenza (in che modo, anche qui, è direttamente proporzionale ai bicchieri di vino assunti). Arriva poi il momento in cui nessuno dei due può più fingere, e con la complicità dei pop-corn ci si scopre davvero: romantici, piagnucoloni, tosti, intellettuali, stomaci forti, bambinoni. Di fronte al grande schermo non si può mentire: è al cinema che viene davvero fuori la personalità del partner, il film che sceglie è un valido indizio. Se insieme alla primavera è arrivato anche un corteggiatore, non sottovalutate i suoi gusti in sala. Sole Alto: Forse non ve ne siete ancora accorte, ma state uscendo con un intellettuale radical-chic che cerca di conquistarvi con il fascino di una storia d'amore nata durante il conflitto serbo-croato, di cui probabilmente vi fornirà nozioni storiche soprattutto se non richieste. Se superate l'intervallo è fatta, siete anime gemelle. La coppia dei campioni: Il vostro lui è un cazzaro incallito che punta sulla risata facile garantita dalla coppia Boldi-Tortora. Amante del cinepanettone anche a 40° all'ombra, non mancherà mai l'allegria e la genuinità nel vostro eventuale rapporto di coppia, ma probabilmente neanche le domeniche birra e rutto libero sul divano durante la partita. InFernet: Un nerd ossessionato da web e smartphone, oppure un nostalgico anti-tecnologico che ad ogni scena esclamerà: "Guarda dove ci ha portato il progresso!", facendovi sentire in colpa per esservi registrate al cinema qualche minuto prima su Facebook e taggando proprio lui. In ogni caso potrete consolarvi ammirando Roberto Farnesi in full HD. Captain America - Civil War: L'eterno bambino. Amante dei fumetti e dei supereroi, forse pecca leggermente di immaturità, ma per voi sarebbe pronto a scatenare una guerra! Robinson Crusoe: E’ minorenne. Siete sicure che ha più i 14 anni? Money Monster: E’ lì per voi o per George Clooney? Il vostro cavaliere potrebbe nascondere un lato omosex, se volete evitare un coming out durante il film meglio cambiare sala con la scusa della toilette. Diciamo la verità: lo stato di salute di una cinematografia non si misura dai premi che becca ai festival, per quanto illustri e internazionali. Fuocoammare di Gianfranco Rosi ha vinto qualche mese fa la Berlinale, ma poi il suo film - certo arduo per tema e stile - ha incassato appena 700 mila euro. Quindi, smaltita la delusione comprensibile, sarebbe meglio fare lagne cine-patriottiche attorno alla mancata presenza di film italiani in gara al prossimo Festival di Cannes (11-22 maggio). C’è da augurarsi, insomma, che nessuno gridi allo scandalo, alla vendetta francese, a chissà quale complotto internazionale. L’anno scorso l’Italia portò Sorrentino, Moretti e Garrone in gara, i tre fecero pure una fotografia insieme ma uscirono sconfitti dalla tenzone. Stavolta nisba. Capita. Semplicemente il direttore Thierry Frémaux ha ritenuto che i film proposti non fossero all’altezza della gara. Giusto? Sbagliato? Decide lui, avrà un’idea precisa in testa. D’altro canto, con tutto il rispetto, l’irrisolto e pure lambiccato Le confessioni di Roberto Andò avrebbe corso qualche rischio a muoversi in quel contesto. Mentre Marco Bellocchio, habitué della Croisette, dopo aver sbandierato ai quattro venti di non aver più l’età e la voglia di partecipare ai festival, alla fine ha consegnato il suo nuovo Fai bei sogni, dal best-seller di Massimo Gramellini, all’apertura della Quinzaine des réalisateurs, sezione parallela e del tutto autonoma. E sempre alla Quinzaine, in un crescendo bizzarro di inclusioni, sono approdati La pazza gioia di Paolo Virzì e Fiore di Claudio Giovannesi: un road-movie tutto al femminile il primo, una platonica storia d’amore in carcere il secondo. «È un grande piacere, specie la collocazione nella sezione più scapigliata e meno pomposa, peraltro in ottima compagnia, con un monumento come Bellocchio e col battagliero Giovannesi» ha subito dichiarato Virzì. Vabbè, consoliamoci con l’aglietto. Per la cronaca, salgono così a sei i titoli tricolori variamente presenti sulla Croisette: ai tre sopra menzionati si aggiungono Pericle il nero di Stefano Mordini, inserito in “Un certain renard”, e speriamo che non sia solo una cortesia a Valeria Golino, coproduttrice del film e giurata al festival; L’ultima spiaggia di Thanos Anastopoulos e Davide Del Degan nelle “Séances Spéciales”; I tempi felici verranno presto di Alessandro Comiodin nella “Semaine de la Critique”. Alla fine, quindi, non lamentiamoci: usciti dal menù principale, siamo rientrati per qualche portata secondaria. Ad essere onesti, non è rimasta fuori solo l’Italia dalla gara principale, siamo in buona compagnia: Messico, Cina, Russia, Argentina, paesi arabi. «È andata così» ha sdrammatizzato Fremaux, quasi parafrasando Carlo Verdone. L’osservazione più azzeccata forse è venuta da Riccardo Tozzi, presidente dell’Anica e titolare della casa produttrice Cattleya; «Non è il Giudizio Universale. Non bisogna montarsi quando ci siamo né smontarsi ora. I festival non sono misuratori oggettivi della qualità, ma dei rapporti di forza». In effetti è così. Ogni festival di spicco, specie nell’attuale ossessione mediatica per le anteprime mondiali, cura i propri cocchi, tende a confermare i big “di famiglia”, ogni tanto puntando sull’esordiente, sull’indipendente, sullo sperimentale. Sulla carta Cannes 2016 sfodera un programma coi fiochi, almeno sul piano delle presenze: ci sono Ken Loach, Pedro Almodóvar, i fratelli Dardenne, Olivier Assayas, Bruno Dumont, Brillante Mendoza, l’ex enfant prodige Xavier Dolan, Sean Penn in veste di regista, il molto venerato Nicolas Winding Refn, il solito/solitario Jim Jarmusch, il ritrovato Paul Verhoeven. Fuori gara Woody Allen, Spielberg, Jodie Foster con una caterva di divi da tappeto rosso. Noi, nel senso dell’Italia, ci rifaremo a Venezia, dove l’approdo è più facile e la scelta più varia. Unica avvertenza: occhio ai fischi dei cinefili. Quando il cinema è invisibile, tanti schermi ma pochi di “qualità” di FRANCO MONTINI a cura di PIER PAOLO MOCCI e CAROLINA TOCCI Julia Roberts e George Clooney protagonisti di Money Monster nel disegno digitale di Federica Di Meo CLOONEY E ROBERTS DIVI INTRAMONTABILI Lui, George Clooney, è uno degli uomini più sexy del mondo, attore, regista, attivista, testimonial “caffeinomane”. Lei, Julia Roberts, una delle attrici più affascinanti e richieste di Hollywood dagli anni ’80 ad oggi. Ritroveremo entrambi sulla Croisette, al Festival di Cannes, come protagonisti del nuovo film diretto da Jodie Foster, Money Monster. La storia è quella di un venditore televisivo da strapazzo il cui programma (intitolato appunto “Money Monster”) è un successo. Almeno fino a quando non verrà preso in ostaggio da un uomo che lo accusa di averlo portato alla bancarotta con i suoi consigli. Mentre assiste in diretta, Gates dovrà cercare di rimanere vivo, grazie anche all'aiuto della produttrice dello show (Roberts). Dal 12 maggio, distribuito da Warner Bros. SCAMARCIO, BOSS DELLA MALA Esce nelle sale il 12 maggio con passaggio a Cannes nella sezione “Un certain regard” Pericle il Nero, regia di Stefano Mordini, prodotto e interpretato da Riccardo Scamarcio. Pericle Scalzone, detto Il Nero, di lavoro “fa il culo alla gente” per conto di Don Luigi, boss camorrista emigrato in Belgio. Durante una spedizione punitiva per conto del boss, Pericle commette un grave errore. Scatta la sua condanna a morte. In una rocambolesca fuga che lo porterà fino in Francia, Pericle incontra Anastasia, che lo accoglie senza giudicarlo e gli mostra la possibilità di una nuova esistenza. Ma Pericle non può sfuggire a un passato ingombrante e pieno di interrogativi. Tra i produttori anche Valeria Golino e i fratelli Dardenne, in collaborazione con Rai Cinema, distribuito da Bim. SPLENDOR, IL CINEMA SCORRE SUL WEB E’ un format televisivo che si occupa di cinema, viaggia sul web ed ha in seno musicisti talentuosi, artisti che raffigurano dal vivo i protagonisti che si raccontano. E’ la trasmissione “Splendor” scritta e condotta da Mario Sesti da seguire in streaming o in download su Mymovies.it ogni domenica sera (o quando volete grazie ai podcast). Tra gli autori, Sabina Ambrogi. DE NIRO PREMIA PERFETTI SCONOSCIUTI Dopo il trionfo ai David di Donatello come miglior film dell’anno e i 20 milioni circa di euro al botteghino, Perfetti Sconosciuti si consacra a livello internazionale con il prestigioso “Best Screenplay Award”, il premio alla sceneggiatura consegnato dal Tribeca Film Festival, la kermesse di New York ideata da Robert De Niro. Un riconoscimento davvero eccezionale consegnato nella fattispecie a Paolo Genovese (anche regista del film), Rolando Ravello, Filippo Bologna, Paola Mammini, Paolo Costella. Un grande successo per il film prodotto dalla Lotus di Marco Belardi i cui diritti sono già all’asta per farne un remake hollywoodiano con nomi altisonanti. VIOLETTA SUL GRANDE SCHERMO Martina Stoessel star di bambine e teenager è la protagonista del lungometraggio Tini – La Nuova Vita di Violetta, in uscita il 12 maggio (Disney). Diretto da Juan Pablo Buscarini, il film riflette le vicende personali di Tini e racconta una nuova fase della vita della giovane donna, dall’animo artistico alla ricerca di se stessa. L’arrivo nelle sale del film è preceduto dall’uscita del doppio album “Tini”, con le hit e le canzoni del film (Universal Music Italia). Il regista Paolo Virzì sul set del suo nuovo film La pazza gioia PAOLO VIRZI’ PAZZO DI GIOIA! Paolo Virzì commenta così la notizia della partecipazione del suo nuovo film La pazza gioia al Festival di Cannes, nella Quinzaine des realizateurs: “È un grande piacere, specie la collocazione nella sezione più scapigliata e meno pomposa, peraltro in ottima compagnia, con un monumento come Bellocchio e col battagliero Giovannesi. Siamo emozionati di mostrare in un’occasione importante come Cannes la nostra storia di follia, di ribellione alle regole, di amicizia curativa tra due donne dalla vita complicata”. La pazza gioia è la storia di Beatrice Morandini Valdirana (Valeria Bruni Tedeschi), una chiacchierona istrionica, sedicente contessa e a suo dire in intimità coi potenti della Terra e Donatella Morelli (Micaela Ramazzotti), una giovane donna tatuata, fragile e silenziosa, che custodisce un doloroso segreto. Scritto da Paolo Virzì con Francesca Archibugi La pazza gioia è prodotto da Marco Belardi per Lotus Production (Leone Film Group) e Rai Cinema e uscirà nelle sale il 17 maggio distribuito da 01 Distribution. PASSIONE FUMETTO The Editor is In, la serie in live-action e animazione partita il 28 aprile e in onda per dodici settimane tutti i giovedì alle 20.50 su Sky Arte HD (120 e 400 di Sky). Gli straordinari personaggi di Sergio Bonelli Editore (Morgan Lost, Lilith, Dylan Dog, Nathan Never, Martin Mystère, Zagor) fanno la spola nella sala d’attesa della celebre casa editrice per sapere cosa ne sarà del loro futuro, quale imprevisto o colpo di scena li aspetta. Scongiurando lo spettro della pensione. L’aula dei tribunali, la scena della giustizia, è uno dei luoghi più antichi dello spettacolo. Dai tempi in cui la legge era imposta dagli dei all’uomo, come nella tragedia classica. La corte, uno dei film più sorprendenti della stagione, compatto come una pietra preziosa e lucido come un ciottolo dopo la pioggia, ambientato quasi integralmente in un tribunale di provincia della Francia del Nord che ha le apparenze geometriche e inerti dell’edilizia pubblica contemporanea (potrebbe essere la sala d’aspetto di una asl), incrocia con incantevole abilità il processo per un terribile crimine (una neonata uccisa in un acceso d’ira) con una impervia storia d’amore (un giudice dalla destrezza chirurgica e la solitudine inconfessabile reincontra la passione, fugace, della sua vita nei panni di una giurata). Christian Vincent, al suo decimo film (già al suo esordio con La timida aveva messo in luce la densità e il virtuosismo romanzesco dei suoi copioni), ha ricevuto premi a Venezia e in patria per la scrittura. Fabrice Luchini, il protagonista, è risultato miglior attore alla Mostra del Cinema (un ritratto la cui densità è l’effetto di mille infimi dettagli di gesti e sguardi) ma è lei, la franco danese Sidse Babett Knudsen, già straordinaria protagonista di Borgen (la serie in cui era il primo primo ministro donna del suo paese) ad avere il sorriso più sensuale ed etrusco, le deflagrazioni più intense del film, il finale più erotico ed allusivo grazie ad un abito di pizzo color carne e ad uno sguardo carico di fermezza e desiderio. di MARIO SESTI LA RECENSIONE Signore e signori in piendi (anzi giù il cappello), entra La corte Banat/Il viaggio, il convincente film di Adriano Valerio selezionato quest’anno per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia, già uscito in alcune importanti piazze italiane (Milano, Torino, Firenze, Bologna), a Roma è ancora inedito. Ma non si tratta di un’eccezione, anche Antonia di Fernando Cito Filomarino - per citare un altro film che ha ottenuto calorose accoglienze critiche - non è riuscito a trovare spazio nelle sale capitoline. Il fenomeno è paradossale: a Roma, la città italiana che vanta di gran lunga il maggior numero di schermi, il cinema di qualità soffre problemi di visibilità più che altrove. per mamme e papà “single” eIl fatto è che nella capitale le sale specializzate nella programsu www.movielicious.it mazione di film d’autore fanno riferimento quasi esclusivamente ad un unico soggetto, denominato Circuito Cinema, Metti un pomeriggio... al cinema una società che in città controlla 50 schermi e i cui soci sono la guida for kids di MILAVAGANTE alcune importanti società di distribuzione (Lucky Red, Bim, Cinema di De Paolis, Officine Ubu, più Greenwich di Fabio Fefè) che, legittimamente, hanno come prioritario interesse programmare i propri film, quelli provenienti dai rispettivi listini. Tutto normale, comprensivo. Ma per le altre e sempre più numerose piccole distribuzioni, che sono nate e si sono moltiplicate negli ultimi anni, non c’è praticamente spazio. I film distribuiti da Barter Entertainment, Cineclub Internazionale Distribuzione, Distribuzione Indipendente, I Wonder Pictures, Nomad, Parthènos, PFS Films, Tucker, a prescindere dal valore del singolo titolo, risultano regolarmente penalizzati. I pochi spazi di esercizio realmente indipendenti, come il Farnese, l’Apollo 11, il Kino, non sono sufficienti a soddisfare le numerose richieste. E comunque molti film “condannati” ad uscire in questi spazi meriterebbero una vetrina più grande e prestigiosa. Inoltre quei locali, come il Caravaggio, intenzionati ad alternare una programmazione più commerciale con una più di ricerca, si trovano ad affrontare l’ostilità delle grandi distribuzioni, che impongono teniture e spazio solo per un certo cinema. Fin quando decidono di mollare. Così, alla fine, ad essere penalizzati più di tutti sono i cinefili, quegli spettatori interessati ai film più originali ed inconsueti. Che spesso, al di là di qualche occasione festivaliera, sono praticamente impossibili da scoprire. Non è in questo modo che si affina il gusto e si crea nuovo pubblico. NEWS, USCITE (MAGGIO) E ALTRO QUEEN, IL FILM CONCERTO L’evento che cambò la musica per sempre, in sala con 25 minuti di materiale inedito di EMILIANO CORARETTI Quando il 24 dicembre del 1975 salgono sul palco dell’Hammersmith Odeon di Londra, i Queen sono ormai una band pronta a scalare l’Olimpo del Rock. Dopo tre dischi che ne avevano fatto conoscere la potenza sonora, un mese prima di quel live il gruppo di Freddie Mercury era infatti entrato di prepotenza nelle classifiche di mezzo mondo con l’album A night at the Opera, sintesi perfetta di glam, art-rock e pop, così come il singolo Bohemian Rhapsody, destinato a diventare la canzone più amata e premiata del gruppo. Dopo l’uscita di quel capolavoro, niente sarà più come prima e quando la BBC Two invita i Queen a suonare in diretta televisiva nel programma musicale “The Old Grey Whistle Test”, la band si presenta al massimo del suo splendore. A quarant’anni da quella magica notte di Natale, Microcinema Distribuzione porta per tre giorni sul grande schermo quel concerto in una versione ri- masterizzata e restaurata in Ultra HD: Queen A night in Bohemia sarà infatti nelle sale italiane solamente il 16, 17 e 18 maggio, dando nuova vita (e un suono completamente rinnovato) a un live che aveva in scaletta classici come Liar, Killer Queen e l’intramontabile Bohemian Rhapsody, che proprio quella sera la band suonò per la prima volta dal vivo. A rendere la visione dell’evento ancora più emozionante saranno anche tutti gli extra raccolti per l’occasione: 25 minuti di immagini inedite, che mettono insieme la prima intervista televisiva della band, alcuni spezzoni dei videoclip di Keep Yourself Alive e Liar, e l’esibizione di Now I’m Here a “Top Of The Pops”. Suoni, immagini e canzoni di una band destinata a rivoluzionare il mondo del rock. IL SUCCESSO DI SAN PIETRO IN 3D La straordinaria produzione realizzata da Sky 3D e dal Centro Televisivo Vaticano, distribuita da Nexo Digital nelle sale dall'11 al 13 aprile scorso, San Pietro e le Basiliche Papali in 3D, ha conquistato in soli tre giorni oltre 30mila spettatori, ottenendo il secondo posto in classifica al box office nazionale nel suo secondo giorno di programmazione. Un viaggio attraverso le quattro Basiliche Papali di Roma, San Pietro San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo Fuori le Mura e i loro tesori, particolarmente apprezzato dal pubblico, tanto che le proiezioni sono proseguite oltre le date stabilite. RUSSELL CROWE E RYAN GOSLING, BELLI E VINTAGE Russell Crowe, Ryan Gosling (e Kim Basinger) sono i protagonisti di The Nice Guys, action-comedy ambientata nella Los Angeles degli anni ‘70, libertina, stravagante e decisamente trendy e segue le vicende di un investigatore privato, (Gosling), e di un detective senza scrupoli (Crowe), che si alleano per risolvere due casi apparentemente scollegati tra loro: quello di il una ragazza scomparsa e quello della morte di una pornostar. Dopo la presentazione a Cannes, il film arriverà nelle nostre sale dal primo giugno distribuito da Lucky Red. IL RACCONTO AL PACINO Quella volta alla Festa del Cinema e lo scoop del nonno di Corleone «La mia Salomé tra lussuria, avidità e vendetta» di MARIO SESTI SPECIALE WILDE SALOME’ dal 12 maggio al cinema L’INCHIESTA FESTIVAL DI CANNES Come si racconta in Che cosa è il cinema (edizioni Carmine Donzelli), dove c’è un resoconto dell’incontro che Al Pacino tenne alla Festa del Cinema di Roma nel 2008 – fu anche il momento in cui, per la prima volta, fece vedere delle immagini di Wilde Salomé nelle sale in questi giorni - la rivelazione, pubblica, arriva alle ore 22.07. Ricordo benissimo il momento: fissai l’orologio nella convinzione che ci fosse qualcosa di storico e glorioso. La platea tratteneva il respiro dopo un intenso brusio. Al Pacino panoramicava con il suo sguardo sulla platea con il suo sorriso più noto: quello che i suoi personaggi indossano senza farti capire se stanno pensando di finire l’interlocutore a coltellate o abbracciarlo in preda a singhiozzi oppure se intendono lanciarsi di lì a poco dalla finestra. Era come se dicesse: “Lo so, sembra impossibile, ma è così”. Ci sono cose che ti fanno capire che anche la vita, e non solo i film, a volte, avrebbe bisogno di un buon sceneggiatore. E’ mai possibile che il più noto personaggio del cinema americano contemporaneo (Michael Corleone nel Padrino) sia stato interpretato da un attore che ha scoperto solo dopo aver fatto i tre film della saga che il proprio nonno era nato a Corleone? L’incontro con Al Pacino in sala Sinopoli, nel 2008, di fronte a più di mille persone (di cui fece una cronaca anche “Le Monde”) è stato certamente uno degli eventi memorabili della Festa del Cinema, ma questa rivelazione, pubblica, ha trasformato improvvisamente l’incontro in qualcosa che somigliava ad una scena del Padrino. Per il resto, fu una superba masterclass sull’attore, una sua fenomenologia esistenziale esposta a braccio. L’attore è colui che vive per essere scelto. E rifiutato. E’ un mestiere in cui non ci si può permettere di smettere di crescere. L’attore nasce con una esperienza che è innanzitutto linguaggio (“all’inizio c’è l’amore per le parole”) e poi si trasforma in una creatura che deve esporre se stesso al caos delle pulsioni, al tumulto del copro e della mente, per fare il proprio lavoro: “Tutte le volte che salgo a teatro su un palco come questo – disse indicando il suolo – devo avere la sensazione che potrei morire per averlo fatto”. La paura, che tutti gli attori temono e che tutti gli attori sanno di dover amare. Al Pacino venne alla Festa del Cinema esplicitamente per ritirare un premio all’Actors Studio: atterrò da Londra con il suo aereo personale, che pagò di tasca sua. All’incontro facemmo vedere diverse clip dei suoi film che lui gustò insieme al pubblico con grande piacere personale: affondando la testa tra le spalle, ghignando, talvolta accompagnando la fine delle sue performance con cenni di visibile soddisfazione. Stacco. Qualche anno dopo (un paio) mi chiama l’assistente di Al Pacino e mi chiede se posso inviargli un dvd con le clip che io e Antonio Monda abbiamo scelto. Doveva fare un incontro analogo e voleva usare la stessa selezione. L’idea che Al Pacino stia da qualche parte nel mondo a incontrare un pubblico con delle sequenze scelte da noi è un’altra di quelle soluzioni di sceneggiatura che sarebbe difficile rendere verosimili in un film. DE SICA INEDITO NELLA FIABA FRÄULEIN Fräulein – Una fiaba d’inverno è l’opera prima di Caterina Carone, presentato in anteprima al Bolzano Film Festival il mese scorso. Vedremo Christian De Sica, qui alla sua prima partecipazione ad un'opera prima, nel ruolo di Walter Bonelli, un misterioso turista sulla sessantina, smarrito e infantile, che piomba nella vita di Regina (Lucia Mascino), una vera Fräulein: senza marito né figli, dal carattere all’apparenza forte, sarcastica, scontrosa e testarda. Interamente girato in Alto Adige, sull’altopiano del Renon, il film uscirà nelle sale distribuito da Videa il 26 maggio. SUPEREROI FINO AL 2020: LO SPECIALE SU MOVIELICIOUS! Inutile negarlo: i film sui supereroi rappresentano la più importante tendenza cinematografica degli ultimi decenni. Lo dicono i risultati al boxoffice mondiale. Di questi mix di personaggi fantastici, con tanta azione ed effetti speciali capaci di trasportare sul grande schermo gli immensi universi narrativi nati spesso dai fumetti, l’industria cinematografica ha deciso di programmare produzioni e uscite ben oltre il 2020. Da Suicide Squad a Doctor Strange, da Wonder Woman al Batman diretto e interpretato da Ben Affleck e tanti altri. Basta cliccare su Movielicious (www.movielicious.it) e trovare un gustoso approfondimento con tutte le date di uscita e le notizie aggiornate, comprese tante altre news a base di cinema. LE GESTA DI PELE’ AL CINEMA Non è un documentario sulla vita del calciatore, insieme a Maradona, più forte di sempre.Pelé è un film di “finzione”, biopic in gergo, sulla vita e le gesta di del calciatore Edson Arantes do Nascimento divenuto celebre in tutto il mondo come Pelè, dall'infanzia difficile nelle favelas di San Paolo, il rapporto con il padre Dondinho, fino alla vittoria del suo primo mondiale nel 1958 con la nazionale brasiliana a soli 17 anni. Uscirà in sala, dopo la presentazione al Tribeca, dal 26 Maggio. WERTMULLER, NASTRO SPECIALE PER JAMIL Oltre ad essere un grande attore, oltre ad essere nostro amico e collaboratore di MapMagazine, e oltre ad essere un appassionato di diritti e cause civili Massimo Wertmuller è un ottimo regista. Esordiente e giovane dentro, è stato insignito nelle scorse settimane con il prestigioso Nastro d’Argento Speciale, una sorta di premio della giuria, per il suo cortometraggio Il tema di Jamil, interpretato da Cesare Bocci, Renato Scarpa, Pasquale Anselmo e Anna Ferruzzo. Un inno alla vita e alla fratellanza, con echi e rimandi agli ultimi giorni dell’occupazione nazista. Un’opera delicata e preziosa, di grande impatto che, ci auguriamo, possa essere inserita nella tradizionale programmazione cinematografica (magari abbinata ad un film) ed essere fruita soprattutto da un pubblico di giovanissimi. Mito classico e opera controversa di MARICA STOCCHI Salomè, la bellissima e crudele Salomè. Figura dei Vangeli - legata alla storia di Giovanni Battista visto che proprio per compiacere la fanciulla egli fu decapitato – ha ispirato un’enorme quantità di opere letterarie, musicali, cinematografiche, pittoriche e teatrali. Tra le prime la Salomè di Oscar Wilde, dramma in un atto unico, scritto dal drammaturgo britannico in lingua francese, pubblicato nel 1893 (con le illustrazioni liberty di Audrey Beardsley) e non rappresentato nel Regno Unito fino al 1931 a causa della censura del Lord Ciambellano di Londra che lo vietò considerandolo offensivo. La prima rappresentazione avvenne quindi nel 1896 al Teatro dell’Oeuvre di Parigi dove suscitò reazioni molto contrastanti. Nella storia di Wilde, l’amore che lega Salomè a Iokanaan, il profeta, è tanto estremo e violento che il suo «Voglio baciare la tua bocca, Iokanaan» si trasforma sulle labbra di lei e si fa veleno per la vita del profeta imprigionato nelle segrete del palazzo di Erode Antipa, compagno della madre di Salomè, Erodiade. Quando infatti Erode chiede a Salomè di esprimere qualunque desiderio, dopo aver assistito rapito alla danza dei sette veli della giovane e bellissima fanciulla, lei chiede la testa di Giovanni. E chiunque abbia assistito anche una sola volta alla pièce di Wilde non può dimenticare le parole di Salomè con la testa del suo amore tra le mani: «Ho baciato la tua bocca, Iokanaan»… Altro grande capolavoro ispirato alla storia della giovane giudea e tratto dal dramma di Wilde, è l’opera lirica Salomè di Richard Strauss. Anche Baudelaire, Flaubert e Mallarmé hanno scritto di Salomè. Celebri le numerose rappresentazioni che il pittore Gustave Moreau diede di Salomè, che egli vide come un angelo/demone caduto dal cielo, «simbolo dell'ineluttabilità del destino che piomba inesorabile sull'uomo». La più controversa e scandalosa opera di Oscar Wilde sbarca dal 12 maggio al cinema (Distribuzione Indipendente) con la firma del leggendario Al Pacino, autore, regista e interprete di Wilde Salomé. Nel cast anche Jessica Chastain e un cameo di Bono Vox, autore di un brano originale. «Wilde Salomé è il mio tentativo di fondere l’opera teatrale e il cinema. Fare in modo che questo ibrido funzioni è stato il mio obiettivo: unire tutta la qualità fotografica del cinema a quell’essenza dell’acting che è propria del teatro», racconta Al Pacino LO SPECIALE CONTINUA SUL WEB Lo speciale su Wilde Salomé continua sul sito www.mapmagazine.it e sul portale www.movielicious.it, con trailer, curiosità, la recensione di Carolina Tocci, l’intervista al distributore Giovanni Costantino (Distribuzione Indipendente), news e approfondimenti IL SITO E LA PAGINA UFFICIALE DEL FILM Su www.wildesalome.it e sulla pagina Facebook Distribuzione Indipendente l’elenco delle sale che programmeranno il film di JAMES WILLIAM TELLS Maestro, in 40 anni di carriera ci ha regalato grandi sogni attraverso i suoi film. Ci ha raccontato il Bene e il Male con il suo modo unico di rappresentare l’Uomo attraverso l’Arte. Ed ecco un altro capolavoro, finalmente in uscita anche in Italia, il suo personalissimo e affascinante omaggio sulla Salomé di Oscar Wilde. «La leggenda del Re Erode, del suo folle e perverso desiderio per la giovane figliastra Salomé, innamorata, a sua volta, di Giovanni Battista è una storia che contiene in sè al tempo stesso lussuria, avidità e vendetta. Attraverso una libera sperimentazione tra cinema e teatro, filmo e racconto un’ossessione personale che ho per Wilde e, probabilmente, per il genere umano. Wilde Salomé è un esperimento, è il mio tentativo di fondere l’opera teatrale con il cinema. I due linguaggi possono quasi stridere, essere in contrasto tra loro, la mia speranza è di averli amalgamati al meglio. Fare in modo che questo ibrido funzioni è stato il mio obiettivo: unire tutta la qualità fotografica del cinema a quell’essenza dell’acting che è propria del teatro». Da dove nasce l’interesse per la “Salomé” di Oscar Wilde? «Quindici anni fa, in Inghilterra, ho assistito alla produzione di Steve Berkoff. È stata la cosa più straordinaria, potente, bella, mai vista in tanti anni. Mi ha colpito moltissimo. La cosa buffa, è che non sapevo fosse stato Oscar Wilde a scriverla. Non era il Wilde che conoscevo, famoso per alcune delle più grandi commedie mai realizzate. Interpretai l’opera con Robert Ackerman a New York, al Circle in the Square, con grandiose scenografie, ricchi costumi e trucchi di scena, fu un’esperienza davvero creativa. Nel 2003 la rappresentai ancora a Broadway, con Marisa Tomei, lei è stata grande, ballò magnificamente, ma anche dopo questa rappresentazione non riuscivo a fare a meno di pensarci, volevo conoscere meglio Oscar Wilde. Quando iniziai questo progetto non avevo un piano, avevo una passione, e non sapevo esattamente cosa farci con tutta questa passione. Oscar Wilde è un genio, ma è anche un uomo che si è emarginato, dal resto del mondo e dal suo tempo, messo a dura prova dalla vita. Perché mai mi sono andato a identificare con questo autore non lo so, ma l’ho fatto. Qualcosa mi ha fatto riconoscere in lui». Cosa può dirci riguardo Erode, il personaggio che interpreta? «Mi piacciono le sfide e quello di Erode è un ruolo importante: esprime qualcosa che non trovi normalmente in un film. È un ruolo classico, scritto in versi, non è una di quelle parti in cui la gente immagina di vedermi. Negli anni ho provato a interpretare questo tipo di personaggio, l’ho fatto ogni volta che se ne è presentata l’occasione». Come è stato recitare un dramma, filmare le scene in un teatro di posa e dirigere il documentario del progetto, tutto allo stesso tempo? «Ero ossessionato da questa storia, completamente immerso nella scoperta di Oscar Wilde e in tutto quello che questo dramma ci dice di lui. Così, decisi di filmare ogni cosa che accadeva nella mia vita, come se fosse collegata all’opera e al teatro, provando a mettere in sequenza la rappresentazione scenica. Sono diventato matto per fare tutto questo in un anno e mezzo. In un documentario si fanno le cose d’istinto, ed è proprio così che ho fatto, e mi sono divertito molto. Gli spettatori vedranno una parte di me che non conoscono, vedranno tutto quello che ho voluto mostrare di me, ho cercato di essere il più onesto possibile nei loro confronti. Anche se il progetto teatrale e il documentario sono finiti, Oscar Wilde continua ad affascinarmi, non è un libro chiuso, è ancora qui, nella mia mente. Ecco perché il film finisce come finisce. Un po’ come se facesse parte di un ciclo…». Come si può paragonare Wilde Salomé al suo Riccardo III (Looking for Richard), quali sono le differenze più importanti tra questi due lavori? «Tutti conoscono Shakespeare, tutti ne hanno sentito parlare e conoscono il suo lavoro, tutti hanno un’immagine precisa di chi fosse questo autore. Quando parli di Oscar Wilde, invece, la gente chiede “Oscar chi?”, mentre chi lo conosce non ha una visione completa di tutto quello che gli è successo nella vita…». Cosa vorrebbe che gli spettatori si portassero dietro da questa esperienza? «Se dopo la visione del film il pubblico pensasse: “Dovrei leggere di più Oscar Wilde, è interessante, voglio conoscerlo meglio”, per me sarebbe il più grande successo. Oppure mi piacerebbe che lo spettatore si chiedesse: “Chi è quella ragazza che interpreta Salomé?”. Il suo nome è Jessica Chastain. È stata fantastica, ha rappresentato il suo personaggio semplicemente in modo ideale, quasi celestiale, senza di lei non avrei potuto fare “Salomé”. Vorrei anche che gli spettatori scoprissero un lato di me inedito, quasi fossero testimoni diretti di tutto quello che abbiamo affrontato per mettere insieme questo progetto; vorrei apprezzassero il viaggio artistico che ho voluto condividere con loro, lo sforzo per cercare di capire la complessità di Wilde e della sua opera. Questa non è una storia raccontata attraverso una tradizionale rappresentazione e non è neanche un semplice documentario, è qualcosa che abbiamo sperimentato. Proprio come gli attori in scena, anche il pubblico dovrà credere in me, affidarsi e credere nel progetto, lasciando che sia io a guidarli in questo viaggio». MAP Maggio ok:Layout 1 02/05/2016 17.18 Pagina 2 MAPMAGAZINE www.mapmagazine.it Attività che chiudono, altre che aprono. Altre ancora che si consolidano grazie alla loro storia e tradizione. E soprattutto grazie alla qualità dei prodotti e l’eccellenza dei servizi. 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Tra il pubblico fruitore dell'opera, emozionato, e i fregi animati dalla performance, c'era un problema grosso rappresentato da due barconi tanto alti da ostacolare la vista dei comuni mortali posti sull’altra sponda pronti ad ammirare e perdersi nell’incanto. Facevano avanti e indietro lungo il corso del fiume, passo passo seguivano la performance ed il pubblico, poverino, disposto ordinatamente sull'altro lato, proprio non vedeva l’evolversi dello “show”. Abbiamo saputo poi che i due barconi erano per un selezionato gruppo di “vip” i quali, trovandosi nella posizione di vantaggio d'essere 'persone molto importanti', potevano fruire dell'opera meglio degli altri, da un punto di vista privilegiato. Mi chiedo se – in alcune circostanze – specie nel campo dell’arte nel suo manifestarsi e svolgersi come happening, ci possa essere parità, uguaglianza, posto unico. Gratuito o alla stessa cifra, simbolica, per tutti. Specie se l’artista stesso, Kentridge appunto, coltiva e promuove l’idea dell’arte per tutti. Una strenua lotta contro le differenze, il classismo, il razzismo. Mind the gap, below the line… Soldi o status a volte andrebbero messi da parte. Non si può sempre cercare di passare avanti, per forza di cose a discapito di qualcun altro. Questa era l’occasione per stare tutti in fila, tutti sulla stessa linea. E l’abbiamo persa di nuovo. Maggio è l’ultimo mese di piena programmazione delle sale romane, l’estate si avvicina e chiude il sipario sulla maggior parte delle stagioni dei nostri teatri. Ma, soprattutto nella prima parte del mese, è ancora possibile assistere a spettacoli importanti. È il caso di Arancia Meccanica, in scena all’Eliseo fino al 15 maggio. Lo show, per la regia di Gabriele Russo e le musiche originali di Morgan, nasce dalla pièce teatrale che Anthony Burgess scrisse per la Royal Shakespeare Company dopo lo straordinario successo del celebre film del 1971 diretto da Stanley Kubrick, a sua volta tratto dal romanzo di Burgess (teatreliseo.com). Gradito ritorno, poi, quello dell’amatissima coppia comica Lillo e Greg, in scena con il loro Best of all’Ambra Jovinelli a grande richiesta il 13 e 14 maggio (ambrajovinelli.org) per far fronte al sold out. Al Parioli Peppino de Filippo, invece, va in scena l’importante Il vangelo secondo Pilato di Eric-Emmanuel Schmitt, con Glauco Mauri e Roberto Sturno (fino al 21 maggio. teatropariolipeppinodefilippo.it). Ci sono poi A letto dopo Carosello di e con Michela Andreozzi alla Sala Umberto (dal 3 al 15 maggio, salaumberto.com) e The human juke box degli Oblivion al Sistina (fino al 15, ilsistina.com). Vale la pena segnalare Danza macabra di August Strindberg al Quirino, con Adriana Asti, Giorgio Ferrara, Giovanni Crippa e la regia di Luca Ronconi (teatroquirino.it). Dulcis in fundo. Consigliato a tutti l’ultimo titolo in programmazione al Piccolo Eliseo: la deliziosa commedia di Agota Kristof, John e Joe, in cui Valerio Binasco dirige Nicola Pannelli e Sergio Romano (fino al 29 maggio, teatroeliseo.it). E per finire nel piccolo ma deliziono Teatro di Portaportese (Via Portuense, 102) Claudio Insegno porta in scena dal 4 all’8 Maggio Magicamente, commedia musicale liberamente ispirata al capolavoro La vita è meravigliosa di Frank Capra. Manovre di avvicinamento alle emozioni positive sono consigliate per il mese di maggio: vibrazioni musicali intense da condividere con gli amici più cari e nuovi orizzonti da scoprire. Caetano Veloso e Gilberto Gil si sono incontrati per la prima volta per caso a Salvador (Bahia), e da quel giorno sono sempre rimasti molto legati. Il loro tour “Two friends, one century of music” vuole celebrare il 50° anniversario sia di carriera artistica, sia di amicizia personale. Ci saranno solo loro due sul palco con le loro chitarre e l’ammirazione che hanno l’uno per l’altro. L’imperdibile data è il 6 maggio all’Auditorium Parco della Musica, sala Santa Cecilia. Lunga vita anche per i Motorpsycho, cult band norvegese attiva dal 1989, che sarà di scena all’Init Club il 10 maggio per presentare “Here be monsters”. Avete presente “quelli che benpensano”? Allora se anche a voi non vanno a genio non potete mancare il 12 maggio al Lanificio 159 perché insieme a Marco G. & Mr. Kite, fondatori di Touch the wood arriva Frankie Hi-Nrg dj set. Senza scrupoli né filtri come sa fare lui, proporrà una selezione musicale a ritmo di rap/hip-hop ed elettronica intervallata dall’interpretazione live di alcuni dei suoi maggiori successi. Direttamente da New York arriva la cantautrice Joan As Police Woman. Iniziava la sua carriera come violinista collaborando con artisti del calibro di Lou Reed ed Elton John fino poi ad intraprendere una piacevolissima carriera solista che l’ha consacrata una delle artiste attuali più originali e creative. Buone oscillazioni sonore sono attese dunque al Monk Club il 20 maggio per il suo “solo” show: posti a sedere e tanta magia. Anche Niccolò Fabi prosegue il suo magico percorso musicale con “Una somma di piccole cose”, sempre alla ricerca dell’essenza del proprio stile con nuova energia arriverà all’Auditorium Parco della Musica il 22 maggio. E per “Vivere a colori” ci spostiamo al Palalottomatica il 27 maggio dove sarà dal vivo Alessandra Amoroso amata dai palati più pop. Per un’approfondita riscoperta del folk arriva il “Detur” solo show di Elvis Costello: il geniale artista inglese, tra i 100 artisti più grandi di tutti i tempi secondo Rolling Stone, sarà all’Auditorium Parco della Musica il 29 maggio. A GRANDE RICHIESTA TORNA GREASE Al Teatro Brancaccio, dal 4 maggio, torna l’intramontabile musical della Compagnia della Rancia, Grease. Oltre un milione e mezzo di spettatori per lo show che ha debuttato oltre diciannove anni fa. Nella nuova edizione Danny è Giuseppe Verzicco, Sandy è Beatrice Baldaccini (www.teatrobrancaccio.it). INTERVISTA Massimo Lugli «Il nuovo sindaco? Il meno peggio. Romani delusi, siamo nel pantano» di PIER PAOLO MOCCI A pochi giorni dalle amministrative che decideranno il nuovo corso di una Roma tristemente commissariata, deturpata nella sua dignità di Capitale, il giornalista di Repubblica e scrittore Massimo Lugli presenterà il suo libro “Nelmondodimezzo” (edito da Newton & Compton) giovedì 12 maggio dal palcoscenico del Teatro Eliseo poco prima dello spettacolo “Arancia meccanica”. Con questa iniziativa si chiuderà la IX edizione di “Libro: che Spettacolo!”, la rassegna dell’AGIS a cura di Pier Paolo Pascali per la promozione della lettura e dello spettacolo dal vivo. Lugli, il suo libro ha sullo sfondo i fattacci di "Mafia Capitale", un argomento ormai assurto a sottogenere letterario. “Il mio ultimo romanzo fa parte della serie dedicata a Marco Corvino, cronista di neradetective (e mio alter ego letterario) che, in ogni libro, si trova a investigare su una diversa faccia della realtà criminale romana (e non solo). La capitale viene minuziosamente descritta ma mai nominata, un piccolo artificio narrativo che, tra l’altro, mi è sempre costato una grandissima fatica. Mafia Capitale, col suo intreccio di corruzione, delinquenza e usura, era, ovviamente, un argomento troppo ghiotto per lasciarmelo sfuggire. Non credo che questa vicenda sia diventata un “genere” dato che finora, a parte Mondodimezzo, sono usciti solo libri inchiesta e ricostruzioni giornalistiche ma, di sicuro, la criminalità romana, da Romanzo Criminale in poi, è diventata un topos letterario”. Tra pochi giorni Roma eleggerà il suo nuovo sindaco. Che tipo di elezioni saranno? “Saranno le elezioni più confuse e problematiche degli ultimi anni. Non amo discettare di politica ma la situazione sembra chiara: quello che si prospetta è un duello tra il Pd e i Cinquestelle, con una partecipazione disunita e discussa della destra che non sembra avere alcuna possibilità di vincere. Da una parte una figura abbastanza conosciuta con un passato di militante ed esponente radicale, dall’altra una giovane donna attraente, intelligente e “mediatica” ma di nessuna esperienza. Il resto sono figure di contorno. Chi vincerà? Non faccio pronostici, ovviamente, ma sento poca partecipazione emotiva, uno scoraggiamento generale che terrà una grossa fetta di romani lontano dalle urne. Ed è sul dato dell’astensione, secondo me, che bisognerà riflettere a fondo”. "Libro che spettacolo" è una delle manifestazioni più prestigiose e ben curate della città, con un’appendice nazionale. Quanto è importante spingere sulla Cultura, quale messaggio su questo tema vorrebbe dare al nuovo sindaco? “La Cultura ovviamente è un tema centrale per lo sviluppo di una città, specie a vocazione turistica come la capitale, ma è anche uno dei pochi campi in cui Roma mi sembra all’altezza del suo ruolo nel mondo...”. l’intervista integrale è sul sito www.mapmagazine.it Michela Di Biase: «Arte, cinema e turismo» Un duello appassionante e difficile per tutti, in barba ai sondaggi. Tra colpi di scena e candidature ritirate, promesse ed impegni, ecco cosa stanno proclamando i candidati alla poltrona di nuovo Sindaco di Roma Andrea Alemanni: «Scuola, verde, cultura» In uno dei Municipi strategici, il II°, una fetta di Roma che va da Piazza Bologna ai Parioli - si candidano tra gli altri Andrea Alemanni, 35enne (Pd) già consigliere municipale, giovane manager laureato in statistica economica. E’ tra i più attivi e seguiti politici locali presenti sul territorio. “Servizi e cultura per rendere i nostri quartieri migliori - racconta - non possiamo abbassare le tasse, ma tappare le buche e creare momenti di aggregazione sì”. La scuola: “Il luogo dal quale parte tutto. Ho lavorato tanto su questo tema negli anni, le nostre scuole devono essere sicure e continuare a produrre la miglior offerta formativa di Roma”. Il verde: “Nessun Municipio di Roma ha le nostre ville. Devono essere i luoghi centrali del quartiere. Ma tutti devono iniziare a rispettarle, basta abusi”. Andrea Liburdi: «Lotta al degrado» Sempre nel II° Municipio, nella lista Lega per Salvini, c’è Andrea Liburdi, altro politico fortemente legato al territorio. Tra i suoi punti, la lotta all’abusivismo commerciale e al degrado, in particolare nella zona a ridosso della Stazione Tiburtina. “Porto avanti il “No” per il Centro Accoglienza Migranti destinato invece ad uffici per il territorio e servizi per disabili”. Priorità assoluta? “Manutenzione ordinaria e straordinaia strade e marciapiedi, e reinserimento per i disoccupati del quartiere”. Una manciata di settimane e la Capitale avrà il suo nuovo sindaco. Annunci, smentite, programmi, impegni, rompicapi. Una campagna elettorale intensa, a tratti criptica e, per certi versi, perfino appassionante, con il ritiro al fotofinish della candidatura di Guido Bertolaso. Ma su cosa puntano i magnifici 6, candidati alla poltrona vacante in Campidoglio? Dall’illuminazione stradale alla sicurezza, passando per i servizi e la riqualificazione (e “manutenzione”) delle periferie. E poi cultura, luoghi di aggregazione giovanile, stadio della Roma e piccole imprese del territorio. Insomma tutto e il contrario di tutto. Una scelta pesante, e particolarmente importante, dopo gli scandali di Mafia Capitale e le fallimentari gestioni che hanno portato al commissariamento. Il destino di Roma è così in un voto, domenica 5 Giugno. Con l'eventuale turno di ballottaggio che avrà luogo domenica 19 giugno se uno dei candidati non prenderà da solo il 50%. Abbiamo fatto una raccolta, li abbiamo sentiti anche noi di Map-Magazine. STEFANO FASSINA Periferie e debito: sono queste le priorità dell'ex Pd, oggi deputato di Sinistra italiana Stefano Fassina, in corsa per la poltrona di Sindaco di Roma. «Non è casuale se partiremo da Ostia, l’epicentro della crisi di legalità sul territorio della capitale. Tra le mie priorità ci saranno le periferie, luogo sociale e urbano dal quale guardare alla città. Altro punto nevralgico del mio programma è la riorganizzazione radicale delle istituzioni, con l’elezione diretta dei consiglieri della Città metropolitana e la trasformazione dei municipi in Comuni. A questo si unisce l'annosa questione debito di Roma: debito che ha bisogno di essere ristrutturato perché arrivato ad essere insostenibile, impedendo qualunque politica di sviluppo». Tra gli altri punti del programma di Fassina, anche l'intenzione di dimezzare in 5 anni le auto in circolazione a Roma, diminuire sensibilmente la tassa rifiuti per negozi e botteghe artigiane senza utili e di istituire una consulta cittadina per il cibo. ROBERTO GIACHETTI In più di un’occasione il vicepresidente della Camera dei Deputati Roberto Giachetti ha ribadito come il suo obiettivo principale sia restituire ai romani quei 20 o 30 minuti che si perdono ogni giorno a causa di un autobus che non passa o di una fila in municipio che non scorre. «Ridare ai cittadini un po' di tempo prezioso» questa una delle sue intenzioni, per dimostrare che Roma può funzionare come qualsiasi altra città moderna. Ma per governare una realtà come la nostra capitale, aggiunge, «c'è bisogno anche di una modifica dell’assetto istituzionale che porti a valorizzare il ruolo dei municipi e le articolazioni amministrative da cui la città è formata» afferma Giachetti. «Se pretendiamo che si possa conoscere ogni angolo di una città di 1.285 chilometri quadrati (quanto Napoli, To- rino, Milano e Palermo messe insieme) stiamo freschi, ha scritto l'aspirante sindaco in un volantino che è stato distribuito durante la sua campagna per le primarie. Da qui nasce l’esigenza di trasformare i municipi e renderli «dei veri e propri comuni ma con soldi e poteri adeguati, perché altrimenti sono destinati a rimanere inutili carrozzoni». Ma non è tutto: a completare il quadro della sua proposta,«l'intenzione di guardare ai tanti cantieri lasciati a metà, ai bulloni da stringere, ai parchi abbandonati, alle zone dimenticate». In altre parole, la necessità di occuparsi delle opere incompiute, che a Roma non mancano di certo». che non adotterà nessuna mezza misura: «Tutti quelli che pensano che a Roma si possano occupare abusivamente gli stabili, non rispettare le regole e fare come si vuole, non mi devono votare perché io sono il loro nemico. Questo è l’impegno che prendo con i romani». E poi ancora «Roma è un museo tramutato in stalla. Chiunque venga eletto sindaco come priorità deve darsi quella non di organizzare la nuova mostra ma di togliere i piccioni che camminano sui quadri. Bisogna cominciare dalle cose semplici e di buon senso, quali il degrado». ALFIO MARCHINI «Prolungamento della Roma-Giardinetti, un aiuto al commercio, bilancio del Comune trasparente e visibile a tutti, 101 delibere per rendere la vita più facile ai romani, un diktat contro affittopoli, e ancora tombini intelligenti, manutenzione dei canali, infrastrutture per la sicurezza idraulica» sono alcuni dei punti cari al candidato sindaco Alfio Marchini, in vista delle elezioni del 5 giugno. L'ingegnere, erede di una delle più importanti famiglie di costruttori romani, ha intenzione di rivoluzionare completamente la pachidermica Roma istituzionale per farla diventare una città moderna, smart: «Mi chiedono sempre se sono di sinistra o di destra. Bisogna costruire una nuova identità perché siamo tutti ex di qualcosa: chi di sinistra, chi democristiano, chi del movimento sociale e chi ha votato i repubblicani come nel mio caso. Dobbiamo quindi raccogliere chi ha storie e vissuti diversi. A Roma e in Italia siamo orfani di identità e di appartenenza. Non si tratta di ricostruire rottamando tutto quello che c'è, ma di portare le nostre radici nel futuro. Le ideologie possibili sono orfane di una guida e noi ci candidiamo ad essere quella guida, immaginando una grande cattedrale laica fondata su quattro principi fondamentali: libertà di parola, di religione, dal bisogno e dalle paure». VIRGINIA RAGGI «Una pedalata per Roma è quello che ci vuole», Virginia Raggi, candidata sindaco al Movimento Cinque Stelle, cinguetta tutto il giorno su Twitter puntando su una campagna elettorale decisamente social. Parola d'ordine, per la giovane avvocatessa, è Rinascita. Una rinascita che toccherà ogni aspetto della governabilità di una città come Roma. «Sì allo stadio per la Roma e per la Lazio, sì al referendum per la candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024 e avanti tutta con i lavori della linea C della Metro fino al Colosseo. Più mezzi pubblici, specialmente in periferia, una rete di piste ciclabili, più car sharing e il ripristino del bike sharing che versa in condizioni di abbandono». E poi ancora: «lotta agli sprechi e trasparenza, perché i romani sappiano in ogni momento che accade ai loro soldi, visto che pagano le tasse più alte di tutti». Nel programma della candidata a 5 stelle non manca l'emergenza campi rom: «Si tratta di un'emergenza che dura da 20 anni. Ogni anno si spendono 24 milioni di euro per mantenerli in situazione di degrado e per mantenere persone che potrebbero lavorare. Il superamento dei campi Rom quindi non è più rinviabile. Queste persone hanno gli stessi doveri e gli stessi diritti di tutti. Non è accettabile sostenere persone perfettamente in grado di lavorare a scapito dei cittadini che pagano le tasse». GIORGIA MELONI Sport e nessuna mezza misura nella gestione dell'amministrazione. È questo il futuro che la Meloni intravede per Roma Capitale. «Le Olimpiadi sarebbero una straordinaria opportunità di crescita e sviluppo per Roma e per l’Italia intera, e credo fermamente che la capitale abbia tutte le carte in regola per ospitarle nel 2024 - ha dichiarato la Meloni - organizzando un’edizione dei giochi olimpici e paralimpici sostenibili e a basso impatto, riqualificando e risistemando le strutture già esistenti, a partire dallo Stadio Flaminio e dal Foro Italico». All’apertura della sua campagna elettorale al Pincio, la candidata sindaco di Fratelli d'Italia ha iniziato il comizio con queste parole: «Porta aperte a tutti. Ma non aspetto più nessuno». Decisa come e più del solito, la Meloni ha proseguito promettendo ai cittadini FRANCESCO STORACE «Roma invasa tornerà italiana, Roma impaurita tornerà sicura, Roma sporcata tornerà pulita». Sono le tre linee guida lanciate da Francesco Storace nella sua corsa al Campidoglio, che nel dettaglio si tramutano in «rivoluzione del sistema del Welfare, aumento dell’illuminazione pubblica per garantire sicurezza e un coordinamento tra le forze dell’ordine con squadre interforze in 100 punti caldi della città da creare d’accordo con il Prefetto perché il territorio va controllato centimetro per centimetro». Non ha preferenze tra centro e periferia, Storace, e assicura che la sua campagna elettorale si svolgerà in ogni angolo di Roma: «Non intendo trascurare nessuna zona. Credo che ci voglia cura per ricoprire un ruolo fondamentale come quello di Sindaco di Roma ed è ciò che mi riprometto di fare durante tutte e cinque gli anni». gono adoperati per la collettività. “Il patrimonio pubblico ha una consistenza impressionante, pubblicheremo l’elenco nei giorni dell’insediamento del nuovo sindaco sul nostro sito romapuoidirloforte.it dove ci si può registrare e seguire le nostre attività. A ciò si aggiungono gli spazi pubblici (parchi, ville, parchetti, strade pedonali e non). Il compito di manutenzione per l'amministrazione è ormai insostenibile. In più, spesso gli spazi e gli immobili diventano il cuore di iniziative comunitarie che permettono di creare appartenenza sociale e decoro urbano”. INTERVISTA Berto Barbieri Spaccio, “monnezza”, degrado e buche, la Roma più brutta di sempre SAN BASILIO Come Scampia. Se prendiamo i titoli dei giornali degli ultimi anni il nome di San Basilio lo vediamo associato a quello del quartiere napoletano. Supermarket dello spaccio, il quartiere del IV municipio vuole però raccontarsi in altro modo. Ed ecco che le due emergenze si sovrappongono. CENTOCELLE "Sembra di stare in un quartiere arabo". Così la gente descrive Centocelle. La moschea di via dei Frassini è il centro islamico più frequentato di Roma. Ed ora il tema sarà al centro della campagna elettorale. PONTE DI NONA La nuova Roma è Roma. E' questa la battaglia che vivono quotidianamente dalla parti di Roma est. Per raggiungere la Capitale bisogna pagare un pedaggio di un euro e 30. Ed ogni anno c'è aumento. LAURENTINO Sette anni, 10 morti e un numero imprecisato di feriti. I lavori sulla Laurentina sono il tormento degli abitanti dei quartieri del IX municipio. Non ne possono più e sono arrivati anche a bloccare la via. PARIOLI Buche, buche e ancora buche. Da viale della Moschea a viale Romania anche il quartiere della Roma bene sprofonda nelle voragini. NOMENTANO Paganini, Villa Massimo e parte di Villa Torlonia: le magnifiche ville invidiate da tutti i romani e per le quali gli abitanti del territorio vorrebbero un trattamento migliore versano in stato di degrado e abbandono. Il caso di Villa Massimo è paradossale: chiusa da quattro anni con conseguente criminalità aumentata in tutta la via. PIGNETO "Il Pigneto non è spacciato" è il grido di ROMA ELEGGE IL NUOVO SINDACO DOMENICA 5 GIUGNO 2016 La corsa per il Campidoglio, quando la sfida è all’ultimo voto Con il voto del 5 Giugno si può scegliere anche la preferenza per il consigliere municipale (nella propria zona di residenza) e quello comunale. Tra i candidati più gettonati nel Consiglio in Campidoglio c’è Michela Di Biase, presidente uscente della commissione Cultura di Roma Capitale. “Roma è la città del cinema, inteso come industria, ma non vanno dimenticati i cinema, intese come sale di quartiere, o i teatri. L’arte poi, attraverso la Street Art si può fare espressione di cambiamento, di lotta al degrado riaqualificando il territorio”. Tra le batteglie appena vinte dalla Di Biase la salvezza del Cinema America. in collaborazione con In collaborazione con RomaToday, il quotidiano on-line della Capitale diretto da Matteo Scarlino, abbiamo individuato – tra decine e decine di emergenze – alcune problematiche che il nuovo sindaco dovrà necessariamente inserire nella sua agenda, intervenendo il prima possibile. Ci scusiamo con i quartieri mancanti e con i disagi non segnalati. Vi rimandiamo al sito RomaToday.it per seguire costantemente le notizie di cronaca dai quartieri. SPECIALE ELEZIONI battaglia degli abitanti che non si rassegnano allo spaccio. La richiesta è semplice: liberare l'isola pedonale dagli spacciatori e dal degrado. DON BOSCO Bancarellopoli. Un labirinto di strade che corre lungo la linea A, trasformato in un suk a cielo aperto. Marciapiedi di 5 metri in cui lo spazio dei pedoni è ridotto a meno di un metro. APPIO-LATINO Parcheggi cercasi. Da quando ha aperto il centro commerciale Happio all'Alberone è diventato impossibile parcheggiare. Non che prima andasse meglio, ma ora ottenere un parcheggio sotto caso viene visto come una vittoria che svolta la giornata. TALENTI Un parco atteso da oltre 10 anni. Veltroni, Alemanno, Marino: tante promesse ma non se ne viene a capo. I comitati crescono, i bambini diventano adolescenti, gli adolescenti diventano adulti, ma l'agognata area verde resta una chimera. SAN LORENZO "Una birra a San Lorenzo?". Una frase banale, abitudine durante la primavera estate. Un piacere per alcuni che diventa incubo per altri. Per avere la conferma chiedere agli abitanti di via degli Ausoni tormentati dalla movida. MONTI La perla del centro storico di Roma è totalmente abbandonata ai turisti. Inglesi, americani, europei tutti ubriachi fino a notte fonda. E i residenti chiedono di considerare il quartiere alla stregua di Trastevere. TOR SAPIENZA Il simbolo di Tor Sapienza? Un pennacchio di fumo. E' quello che ormai quotidianamente si leva da via Salviati. Qui c'è un campo rom tollerato dal Comune, ma non dagli abitanti. Parte da qui la protesta contro quella che è una nuova terra dei fuochi. La Grande Bellezza di MASSIMO WERTMULLER «Ripartire subito, per tornare Capitale» di VALERIO MATTEO PAOLI L’imprenditore Berto Barbieri è tra i promotori di “Roma puoi dirlo forte”, una rete civica di professionisti ed imprenditori con Roma nel cuore. Un impegno senza colore politico, trasversale, che mette al centro Roma, i suoi beni, l’innovazione e il progresso. “Siamo pronti a dare il nostro contributo – racconta Barbieri, tra i più nel settore dell'Information and Communication Technology – anzi ci siamo già mossi delineando 5 delibere che saranno sottoposte al nuovo sindaco”. Berto Barbieri, cos'è “Roma Puoi Dirlo Forte” e da quali principi è mossa. “Si tratta di un'associazione di trenta-quarantenni, tutti romani di nascita o di adozione, che con senso civico e amore profondo nei confronti della città, hanno deciso che era giunto il momento di impegnarsi in prima persona per porre fine al decadimento in cui sta affondando la città eterna. Siamo professionisti, imprenditori, ricercatori che guardano alla politica con spirito civico. Il tema del fallimento della classe dirigente è un tema di responsabilità generazionale. E’ tempo per le persone che hanno dimostrato di sapere essere capaci di svolgere il proprio lavoro e di impegnarsi anche nei confronti del dibattito pubblico. L'obiettivo dell'associazione non è Stavo girando a Barcellona. Durante una pausa mi avvicino ad un mio collega spagnolo e, trattandolo pure con un po’ di sufficienza perché nella mia testa provenivo da una capitale storica mondiale, gli dico: “Eh… por nosotros attoros è difficìl! No trabajo. E poi, viaggios su viaggios. Tournee faticosas….”. Quello mi guarda stupito e mi fa: “No, no, jò trabajo 6 mesos por un annos in un teatro che sta situato sotto la mi casa…”e io, ormai pallido: “Ah…. e… de publico, siempre plenos?”. “Siempre!” conclude. Poi, vado a lavorare in seguito a Setubal, in Portogallo, e frequento, anche fuori dal set, il mio collega attore portoghese. Una sera a cena gli dico, sempre in A quali urgenze pensate che il nuovo sindaco debba occuparsi nei primi mesi dal suo insediamento? “Trasparenza nell'azione politica, valorizzazione del patrimonio, attenzione alle esigenze della comunità (servizi alla persona) e necessità di individuare una vocazione economica. Per questo le nostre idee sono chiare. Tre grandi settori di intervento: rigenerazione urbana in ottica sostenibile, informatizzazione dei processi e messa a sistema dell'healthcare”. piazzare candidati o prendere posti, ma creare un movimento di partecipazione, tanto a livello di idee quanto di forma comunitaria, intorno alla responsabilità di una generazione che deve sapersi fare classe dirigente”. Senza fare paragoni con altri “movimenti”, certo è che i vostri primi successi in termini di partecipazione vi fanno già un soggetto influente con il quale poter collaborare. “Roma e l'Italia hanno la necessità di costruire immediatamente il domani economico e sociale per i nostri figli, sulla competenza, la conoscenza e la comunità. Ci vuole la freschezza di chi non è compresso con gli sbagli del passato, la consapevolezza di chi ha vissuto la trasformazione dell'economia digitale, la lucidità di chi comprende l'evolversi della storia sociale della città e della nazione. E mi permetto d'aggiungere l'onestà di chi rifiuta ogni rendita di posizione parassitaria”. Avete individuato un numero imprecisato di Beni del Comune in stato di abbandono o altri beni immobiliari che non producono né rendite né ven- una sottoforma di dialogo tra una specie di Alberto Sordi e una specie di Bombolo: “Certo che por el teatro è grande crisis, nevvèr?”, e lui: “Eh, forse… ma Kenneth è stato in scena fino a settimana scorsa aquì a Oporto”. E io, pensando ad un suo amico ferramenta che fa l’attore a tempo perso, domando: “Kenneth…chi?”. E lui: “Branagh, claro. Spesso està aquì, siamo mucho amicos!”. Ora io dico, no? Quand’è che noi capiremo che Roma ha il diritto e il dovere di essere Capitale di cultura e di bellezza? Perché non si investe nella cultura, anche come indotto di lavoro, e non si aiuta Roma a lasciare la sua penalizzante ed eterna condizione di MAPMAGAZINE è un periodico edito da NED srl pubblicazione 4/10 - 2016 Isbn 9788894120424 Tutti i diritti riservati Editore: Pier Paolo Mocci NED srl CF. P.IVA. 12268011009 Redazione: Via di Villa Patrizi, 10 - 00161 Roma T. 06 89870299 - 347 3615473 www.mapmagazine.it - www.grupponed.it Facebook: Map-Magazine Da cosa si può e si deve quindi ripartire? “Da noi tutti. Da chi, come noi, guarda avanti, senza favori da ricambiare. Da chi, come noi, conosce le nuove regole economiche e sociali di un mondo in cui bisogna essere sempre capaci di dimostrare la propria competenza, la propria capacità efficacia operativa e la propria onestà. Da qui, da noi, da quelli come noi, dai professionisti e gli imprenditori che hanno prodotto e stanno producendo – anche dal basso – risultati positivi in tempi di crisi per le loro aziende. Senza demagogia e populismo: ripartire da quelli che hanno la città nel cuore, da chi ha figli piccoli e sta pensando al loro futuro. Dalla forza di quei padri e da quelle madri la città saprà ripartire”. grande provinciale? Quando giro per Roma, a me pare che il Barocco, il Classico, il Medioevo, l’Ottocento, mi guardino severi. E’ come se mi sentissi osservato. Essi si aspettano da me, da noi, un’attenzione, un rispetto, un onore, una cura che purtroppo non ricevono mai. Hanno invece questi italiani, questi romani, questi amministratori, che un po’ se ne infischiano delle qualità che hanno reso la nostra città famosa nel mondo. Questi italiani, questi romani. Un po’come un virus dentro ad un computer. Però un computer fatto di bellezza e non di linee e precisioni asettiche. Ma l’hanno già inventato un anti-virus buono? Direttore: Pier Paolo Mocci Art Director & Graphics: Valerio De Cristofaro WebMaster: Fiamma Franchi Videoservizi per il web: Nikolaos Roumeliotis e Rocco Giurato Social Media: Eva Milella Redazione: Carolina Tocci Distribuzione: Andrea Schwendtbaur Rete Commeciale: NED srl Account vendita: Rossana Arzone, Luca Di Girolamo, Alessandra Relmi Stagista: Pearly Marziali Pier Paolo Mocci esprime un sentito ringraziamento alle numerose persone che collaborano con il Gruppo NED, compresi i numerosi partner distributivi disseminati su tutto il territorio. Map-Magazine è distribuito in 20 mila copie su tutta Roma, presente in ogni quartiere attraverso le varie sedi delle Biblioteche di Roma. La lista completa della distribuzione è presente sul sito www.mapmagazine.it/distribuzione PROSSIMA USCITA: 6 GIUGNO 2016 “SPECIALE EUROPEI DI CALCIO”