protocollo di utilizzazione linfonodo sentinella carcinoma mammario
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PROTOCOLLO DI UTILIZZAZIONE DEL LINFONODO SENTINELLA NEL CARCINOMA MAMMARIO 2 Copia del protocollo è disponibile al sito www.istitutoncologicoveneto.it Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario COMPONENTI DEL PANEL Acerbi Anna Chirurgia Generale S. Bonifacio Balestrieri Nicola Centro Di Senologia Treviso Chirurgia Generale Belluno Chirurgia Generale 2 Padova Barutta Luca Bozza Fernando Burelli Paolo Chirurgia Generale Conegliano Cadrobbi Roberto Clinica Chirurgica 3 Padova Capalbo Mirella Chirurgia Generale Feltre Capitanio Giovanni Anatomia Patologica Venezia Casara Dario Medicina Nucleare 2 Padova Citta Paolo Chirurgia Generale San Donà Dante Stefania Anatomia Patologica Vicenza Dapporto Laura Centro Di Senologia Treviso D'Atri Carmelo Chirurgia Gen. 1- Borgo Trento Verona Sperim. Clin. e Biostatistica Padova De Salvo Gian Luca De Vido Luigi Faccincani Loris Fattovich Giovanni Chirurgia Generale Chirurgia Gen. 2 - Borgo Trento Casa di Cura Pedrazzoli Portogruaro Verona Peschiera del Garda Chirurgia Gen. 1- Borgo Trento Verona Medicina Nucleare Vicenza Marconato Renato Chirurgia Senologica Venezia Massocco Alberto Chirurgia Generale Negrar Meggiolaro Fabrizio Chirurgia Generale Mirano Mencarelli Roberto Anatomia Patologica 1 Padova Meneghini Graziano Chirurgia - Senologia Montecchio Franchini Zeno Lupi Andrea Fisica Sanitaria Rovigo Papaccio Guido Chirurgia Generale 1 Mestre Pietrarota Paolo Chirurgia Gen. 2 - Borgo Trento Verona Piubello Quirino Anatomia Patologica Verona Chirurgia Gen. A - Borgo Roma Verona Nibale Otello Pollini Paolo Residori Cecilia Chirurgia Generale Isola della Scala Rubello Domenico Medicina Nucleare Rovigo Scalco Giuliano Chirurgia Generale 2 Vicenza Sicari Umberto Chirurgia Generale Mirano Tacchetti Giovanni Chirurgia Generale Dolo Zavagno Giorgio Clinica Chirurgica 2 Padova Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 3 4 Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario INDICE PRESENTAZIONE................................................................................7 INTRODUZIONE .................................................................................9 CHIRURGIA 1- La curva di apprendimento ......................................................11 2- Indicazioni 2.1- Dimensioni del tumore primitivo .....................................13 2.2- Tumori multifocali e multicentrici ....................................14 2.3- Tumori precedentemente escissi .....................................16 2.4- Pregressa chirurgia mammaria o ascellare .....................17 2.5- Ascella clinicamente dubbia .............................................18 2.6- Carcinomi intraduttali ed altri istotipi favorevoli ...........19 2.7- Pregressa terapia neoadiuvante .....................................21 3- Aspetti tecnici 3.1- Traccianti e vie di iniezione ............................................23 3.2- Necessità della linfoscintigrafia .......................................26 3.3- Il problema dei linfonodi sentinella multipli ...................27 3.4- Trattamento dell'ascella nei casi con sentinella positivo....29 4- Aspetti organizzativi ..................................................................31 MEDICINA NUCLEARE 5- Protocollo operativo ................................................................35 6- Protocollo controllo di qualità sonde intraoperatorie...............39 ANATOMIA PATOLOGICA Protocollo operativo ......................................................................56 BIBLIOGRAFIA ................................................................................61 SCHEMI RIASSUNTIVI ....................................................................71 Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 5 6 Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario PRESENTAZIONE Il trattamento conservativo nelle malattie neoplastiche è oggi diventato un obiettivo di oncologi e chirurghi, in una visione del concetto di cura che vede la qualità della vita tra le principali forme di valutazione degli effetti terapeutici. Il tumore della mammella è stato uno dei primi, assieme al tumore del laringe, che ha visto proporre, validare ed applicare come gold standard metodi conservativi dell’integrità dell’organo, ma si deve tenere presente che la conservazione deve essere sempre bilanciata con la efficacia terapeutica antitumorale. La proposta di stadiare il tumore del seno con il linfonodo sentinella e quindi di ridurre, ove indicato, l'effettuazione dello svuotamento del cavo ascellare, con gli inconvenienti funzionali ed estetici che a volte esso comporta, si colloca in questo filone moderno di chirurgica oncologica. Una proposta terapeutica, pur fortemente gradita alle pazienti, deve però essere valicata da dati clinici obiettivi e questa pubblicazione espone i risultati di un gruppo di lavoro multicentrico veneto con l’intento di dare scientificità alla teoria del linfonodo sentinella. Mi complimento con il Dottor Zavagno che, nel coordinare i lavori del Gruppo Interdisciplinare Veneto di Oncologia Mammaria (GIVOM), ha ben interpretato il compito che è stato affidato agli Istituti di ricovero a Carattere Scientifico, quello cioè di curare i pazienti alla luce della validazione scientifica dei risultati clinici della terapia proposta e di stilare linee guida terapeutiche da proporre alla sanità regionale e nazionale. L’Istituto Oncologico Veneto dimostra con questa iniziativa di ben interpretare il compito di coordinamento scientifico della rete oncologica veneta che gli è stato affidato dal governo regionale. Prof. Ermanno Ancona Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 7 8 Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario INTRODUZIONE Il linfonodo sentinella ha conosciuto un'evoluzione e una diffusione la cui rapidità ha pochi confronti nell'ambito della chirurgia oncologica. Attualmente rappresenta la metodica di scelta per la stadiazione dell'ascella nella maggior parte dei nostri ospedali. L'adozione su vasta scala di questa procedura chirurgica, tuttavia, ha sollevato alcuni problemi. Innanzi tutto, vi è un variabile tasso di falsa negatività (linfonodo sentinella negativo in presenza di altri linfonodi metastatici) il cui impatto sulla prognosi è al momento poco chiaro, poiché non sono ancora disponibili i risultati a lungo termine degli studi clinici controllati in corso sull’argomento. Nonostante l’assenza di una definitiva validazione, il linfonodo sentinella è stato ampiamente pubblicizzato dai mass media, tanto da indurre molte donne malate di cancro mammario a richiedere specificamente ai loro medici di essere sottoposte alla nuova procedura. Questa ‘pressione’, in un contesto sanitario sempre più permeato dai principi della competitività e della concorrenza, ha contribuito a scatenare la corsa ad offrire al più presto la biopsia del sentinella nella pratica clinica corrente, talora prescindendo da una sufficiente preparazione e da un’adeguata curva di apprendimento degli operatori. Va infine sottolineato che la biopsia del linfonodo sentinella non è ancora una metodica standardizzata: i precisi confini del suo ambito di utilizzazione, e numerosi aspetti tecnici medico-nucleari, chirurgici e istopatologici, non sono ancora definiti e sono tuttora oggetto di discussione, come si evince dalla revisione delle numerosissime pubblicazioni sull'argomento. Sulla base di queste considerazioni, è sorta nell’ambito del GIVOM (Gruppo Interdisciplinare Veneto di Oncologia Mammaria) l'idea di riunire gli operatori particolarmente coinvolti nell’utilizzazione del linfonodo sentinella nella nostra Regione, con l’intento di ricercare dei criteri uniformi e condivisi per regolare l’uso della metodica nella pratica clinica. Due recenti avvenimenti ci hanno indotto ad accelerare la realizzazione di questa idea. In primo luogo, un’analisi ad interim dei risultati dello studio multicentrico randomizzato GIVOM, che confronta linfonodo sentinella e svuotamento ascellare, ha dimostrato che in alcuni centri partecipanti allo studio il tasso di falsi negativi rilevato nel braccio di controllo era superiore alle medie riportate in letteratura. E' quindi legittimo ipotizzare che tassi analoghi di falsi negativi possano riguardare anche centri che, senza passare attraverso l’esperienza di un trial e di un controllo di qualità, abbiano direttamente iniziato a utilizzare il linfonodo sentinella nella pratica quotidiana. A questo si aggiunge la consapevolezza che in questi casi il tasso di falsa negatività non è in alcun modo indagabile, poiché in presenza di un linfonodo sentinella negativo non si procede allo svuotamento ascellare che permetterebbe il confronto. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 9 10 In secondo luogo, i risultati di un’indagine regionale condotta dal GIVOM hanno confermato una notevole disomogeneità nei criteri di selezione e nelle procedure tecniche utilizzate nei diversi Centri intervistati. Ci siamo quindi messi a lavoro, identificando i principali problemi aperti ed assegnandone la revisione a molteplici panel comprendenti specialisti provenienti da tutto il Veneto e rappresentativi delle tre principali professionalità coinvolte nella procedura (medici nucleari, chirurghi e patologi). Ogni gruppo ha effettuato una revisione delle pubblicazioni in merito agli argomenti di propria competenza, classificandole a seconda del livello di evidenza raggiunto, e ha poi confrontato i risultati della letteratura con la propria esperienza, tenendo anche conto delle risorse effettivamente disponibili nei diversi ospedali della Regione. Ciascun panel ha quindi elaborato una serie di proposte operative, discusse secondo le tecniche del gruppo nominale nel corso di ripetute riunioni interdisciplinari congiunte. Da questa serie di passaggi è nato il presente documento: vi sono riportati i protocolli proposti, i risultati della revisione della letteratura e le considerazioni principali sorte all’interno del panel, oltre all’elenco della bibliografia consultata. E’ stato inoltre ritenuto utile aggiungere alla fine un capitolo schematico, di rapida consultazione, che riporta i punti salienti delle soluzioni proposte. Ben lungi da pretese di esaustività sull’argomento, il protocollo raccoglie le opinioni condivise dagli specialisti coinvolti nell’intento di fornire uno strumento utile a migliorare la pratica clinica senologica nella nostra Regione favorendo il contenimento dei tassi di falsa negatività, incoraggiando un approccio uniforme al carcinoma mammario e incentivando lo scambio di dati omogenei tra i centri Veneti. E’ auspicabile un aggiornamento periodico del documento, alla luce degli sviluppi che emergeranno dall’esperienza clinica e dai risultati della ricerca. Il mio sentito ringraziamento va a tutti i Colleghi che con entusiasmo hanno accettato di sacrificare parte del loro tempo e delle loro energie per contribuire alla stesura del documento, dimostrando che la disponibilità alla collaborazione e allo scambio culturale è ancora vivo nella nostra professione, e all’Istituto Oncologico Veneto, che ha fattivamente incoraggiato questa iniziativa e ne ha permesso la diffusione. Giorgio Zavagno Coordinatore del GIVOM Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario CHIRURGIA 1- LA CURVA DI APPRENDIMENTO PREMESSA Il tentativo di migliorare la qualità della pratica clinica del linfonodo sentinella mediante la migliore definizione degli aspetti tecnici e l’accurata selezione delle pazienti non ha probabilità di successo se ogni singolo operatore non si rende conto che questa metodica implica un adeguato apprendimento, prima di poter essere quotidianamente utilizzata come alternativa alla classica linfadenectomia completa dell’ascella. Si è quindi cercato di delineare un percorso di apprendimento consigliabile a chi approcci questa metodica per la prima volta. REVISIONE DELLA LETTERATURA La percentuale di successo della biopsia del linfonodo sentinella dipende da una serie di fattori, tra cui grande importanza assume l’addestramento adeguato dell’operatore (1). Per quanto riguarda specificamente il chirurgo, la curva di apprendimento consigliata in letteratura varia, indicativamente, tra i 20 e i 60 casi (2, 3, 4, 5). Più che l’esatta definizione del numero di casi in cui la biopsia del linfonodo sentinella deve essere associata alla linfadenectomia completa, numero ovviamente variabile da un chirurgo all’altro, appare importante la verifica del tasso di identificazione del sentinella e del tasso di falsa negatività raggiunte da ciascun chirurgo nella fase di training, che dovrebbero essere rispettivamente >90% e <5% (4, 5, 6, 7). La durata della curva di apprendimento è chiaramente condizionata dal fatto che l’operatore sia un autodidatta oppure impari la procedura sotto un’adeguata supervisione. Il tasso di reperimento e di falsa negatività sono poi condizionati dall’adeguata preparazione degli altri componenti del team (medici nucleari e patologi), anche se la prestazione del singolo chirurgo appare essere il principale determinante della qualità raggiunta in un dato Centro (8). Vi è poi una chiara relazione tra il volume della casistica trattata e il mantenimento di uno standard qualitativo adeguato, anche se è difficile stabilire il numero minimo di pazienti necessario, che alcuni autori suggeriscono essere intorno ai 50 casi all'anno (6, 8, 9). Va infine ricordato come una recente survey della pratica clinica del linfonodo sentinella nel Veneto abbia rilevato come il 65% dei chirurghi che attualmente utilizzano la biopsia del linfonodo sentinella nella pratica clinica abbiano seguito una curva di apprendimento inferiore ai 20 casi (10). CONSIDERAZIONI DEL PANEL Il panel ritiene che un adeguato training sia necessario per tutti gli specialisti coinvolti nell'esecuzione di questa procedura (chirurghi, medici nucleari e patologi). In particolare, si ritiene che i chirurghi che approcciano questa metodica per la prima volta debbano seguire una curva di apprendimento di almeno 30 casi di biopsia del sentinella associata con lo svuotamento ascellare. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 11 12 Per quanto riguarda lo standard minimo da raggiungere prima di utilizzare la biopsia del linfonodo sentinella come approccio routinario nella pratica clinica, si ritiene ragionevole e facilmente documentabile un tasso minimo di reperimento del linfonodo sentinella >90%, mentre esistono molte perplessità sul tasso di falsi negativi. Infatti, benché in letteratura un tasso inferiore al 5% sia considerato come standard, l’analisi delle pubblicazioni esistenti dimostra che, anche in studi clinici condotti da centri prestigiosi, sono comuni tassi di falsa negatività compresi tra il 5 ed il 10% e talora anche superiori. Inoltre, un tasso inferiore al 5% risulta indimostrabile nell’ambito di una casistica di apprendimento di 30 soli casi, considerato che il numero atteso di pazienti con linfonodi positivi è intorno alla decina (un solo caso di falsa negatività, quindi, corrisponde già ad una percentuale del 10%). Per questi motivi, si considera ragionevole che la curva di apprendimento comprenda, indipendentemente dal numero complessivo di casi, almeno 10 pazienti con linfonodi positivi e possa essere sospesa solo quando si raggiunga un tasso di reperimento >90% ed un tasso di falsi negativi (realmente valutabile) non superiore al 10%. La possibilità di accedere a corsi formali multidisciplinari che illustrino correttamente la procedura viene ritenuta molto importante, e il panel si impegna ad adoperarsi per l’organizzazione di corsi istituzionali di questo tipo in ambito regionale. Analogamente, si crede che sarebbe utile l’istituzione di una certificazione di qualità rilasciata individualmente a fronte della partecipazione al corso specifico e della documentata esecuzione di un’adeguata curva di apprendimento. Pur essendo evidente la relazione tra standard qualitativi raggiungibili e volume annuale della casistica specifica trattata, non si ritiene praticabile l’idea di fissare un numero minimo di interventi/anno sotto il quale sconsigliare l’uso clinico della biopsia del sentinella o negare la certificazione di qualità. RACCOMANDAZIONI CONCLUSIVE - Un adeguato training deve essere seguito da tutti gli specialisti coinvolti nella procedura del linfonodo sentinella - Prima di utilizzare la biopsia del linfonodo sentinella come approccio standard all’ascella nella pratica clinica, i chirurghi dovrebbero seguire una curva di apprendimento in cui alla biopsia del sentinella viene regolarmente associato lo svuotamento ascellare completo.Tale periodo di apprendimento dovrebbe comprendere indicativamente almeno una trentina di casi, di cui almeno 10 N+. - Lo standard da raggiungere con la fase di apprendimento è una percentuale di reperimento del sentinella >90% e un tasso di falsi negativi non superiore al 10% (non più di un caso sui dieci N+). - L’istituzione di corsi formali multidisciplinari per il corretto apprendimento della metodica e il rilascio di una certificazione di qualità per coloro che seguono l’iter previsto appare fortemente desiderabile, ed il panel si impegna a perorali presso le Autorità competenti. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 2- INDICAZIONI E CONTROINDICAZIONI PREMESSA Il campo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario è ormai abbastanza ben definito, tuttavia vi sono situazioni particolari in cui le indicazioni a questa metodica non sono ancora chiare e possono indurre a comportamenti diversi. I gruppi di studio hanno affrontato il problema delle indicazioni alla biopsia del sentinella (BLS) nelle seguenti condizioni particolari: -Tumori di grosse dimensioni -Tumori multifocali e multicentrici -Tumori precedentemente escissi -Pregressa chirurgia mammaria o ascellare -Ascella clinicamente dubbia -Carcinomi intraduttali ed altri istotipi favorevoli -Pregressa chemioterapia neoadiuvante 2.1-DIMENSIONI DEL TUMORE PRIMITIVO Un problema che non ha ancora trovato una risposta univoca è se esista un limite dimensionale del tumore mammario oltre il quale la metodica della BLS non sia consigliabile. REVISIONE DELLA LETTERATURA Gli studi di validazione di questa metodica fino ad ora pubblicati considerano solitamente tumori fino ai 3 cm di diametro (1-5), mentre solo in una minoranza di casi sono stati presi in considerazione anche casi con tumori di maggiori dimensioni (6-11). Alcuni lavori esaminano specificamente se le dimensioni del tumore primitivo condizionino l’attendibilità della BLS. Alcuni autori, nella fase iniziale della loro esperienza, hanno riferito un aumento del tasso di falsa negatività nei tumori di maggiori dimensioni (12-14), suggerendo di procedere in questi casi con uno svuotamento ascellare di principio. Tuttavia, studi più recenti indicano che le dimensioni del tumore primitivo non influenzano la sensibilità della BLS (15-18). La recente Consensus Conference di Philadelphia suggerisce che la BLS possa essere routinariamente utilizzata nei tumori fino ai 3 cm, mentre non esistono dati sufficienti per tumori di dimensioni maggiori (19). CONSIDERAZIONI DEL PANEL La maggioranza dei componenti del panel limita l’utilizzazione routinaria della BLS ai casi con tumori primitivi inferiori ai 2 cm, mentre alcuni la estendono fino ai 3 cm. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 13 14 Il limite dei 3 cm è stato utilizzato nel protocollo dello studio clinico randomizzato veneto “Sentinella/GIVOM” e le analisi preliminari dei risultati non hanno evidenziato un maggior tasso di falsi negativi nei tumori tra 2 e 3 cm. L’analisi della letteratura suggerisce che l’attendibilità della BLS resti elevata anche nei tumori T2, tuttavia il panel ritiene che i dati disponibili siano ancora limitati e non raggiungano un sufficiente livello di evidenza. Si considera inoltre che: -Il rischio di positività dei linfonodi cresce proporzionalmente alle dimensioni del tumore primitivo, superando il 50% nei tumori dai 3 cm in su; di conseguenza, la percentuale di casi in cui la linfadenectomia può essere evitata grazie alla negatività del linfonodo sentinella va progressivamente diminuendo. -Pur ammettendo che il tasso di falsi negativi resti invariato nei tumori più grossi, il numero di pazienti con diagnosi falsamente negativa aumenta perché la percentuale di pazienti con interessamento linfonodale è maggiore. A titolo di esempio, con un tasso di falsi negativi del 10% si potranno avere 3 casi di errore su 100 pazienti con tumori inferiori ai 2 cm (N+ circa nel 30%) e 6 casi di errore su 100 pazienti con tumori superiori ai 3 cm (N+ circa nel 60%). -Nei tumori di grosse dimensioni è sempre più frequente l’approccio con un trattamento neoadiuvante, indipendentemente dallo stato dei linfonodi, per cui l’indicazione alla stadiazione ascellare e quindi alla biopsia del sentinella diviene meno mandatoria. Alcuni lavori pongono l’accento sulla possibilità di utilizzare la BLS anche in neoplasie di dimensioni superiori ai 3 cm che hanno risposto al trattamento neoadiuvante, ma l’argomento è ancora oggetto di controversie (vedi paragrafo relativo). Il panel ritiene comunque che in casi particolari in cui è opportuno ridurre quanto possibile l’aggressività chirurgica (soggetti molto anziani o in cattive condizioni generali), la BLS sia utilizzabile anche in caso di neoplasie voluminose. RACCOMANDAZIONI CONCLUSIVE La BLS dovrebbe essere routinariamente applicata alle pazienti con un tumore primitivo inferiore ai due centimetri (T1). L’indicazione per tumori di dimensioni superiori non è esclusa, ma dovrebbe essere riservata a pazienti selezionate sulla base del giudizio clinico del medico. 2.2-TUMORI MULTIFOCALI E MULTICENTRICI La presenza di tumori multipli posti in quadranti diversi della mammella o comunque ad alcuni centimetri l’uno dall’altro era considerata comunemente una controindicazione alla Biopsie del Linfonodo Sentinella (BLS), in quanto si riteneva che vie di deflusso linfatico diverse potessero condurre a linfonodi sentinella diversi ed a risultati inattendibili. Una miglior conoscenza della dinamica del drenaggio linfatico della mammella ha tuttavia, negli ultimi anni, portato a riconsiderare la fattibilità della BLS anche in queste pazienti. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario REVISIONE DELLA LETTERATURA La definizione di carcinoma multicentrico (CMC) e di carcinoma multifocale (CMF) non è uniformemente accettata, per cui in letteratura non sempre le due forme sono chiaramente distinte. Secondo la definizione di Silverstein (1), si intende come multicentrico il tumore in cui vi siano foci separati e indipendenti in quadranti differenti e come multifocale quello in cui esistano foci separati da più di 2 cm. La maggior parte degli studi pubblicati sul linfonodo sentinella non ha preso in considerazione le pazienti con CMC/ CMF, in base all’assunto che in questi casi potessero esserci più vie di deflusso linfatico che conducono a diversi linfonodi sentinella, complicando il riconoscimento dei “veri” linfonodi sentinella ed esponendo quindi ad un incremento del tasso di falsi negativi (2). I risultati di studi che prevedevano la comparazione di differenti modalità di localizzazione del linfonodo sentinella ha però evidenziato come il drenaggio linfatico di tutta la mammella converga usualmente nello stesso linfonodo sentinella e sia quindi indipendente dalla sede di iniezione del tracciante (3-13). Concettualmente, ciò permette di identificare correttamente il linfonodo sentinella con un’unica iniezione, di solito in sede subareolare, anche nel caso di CMC/CMF e indipendentemente dalla loro sede. Una serie di studi ha valutato la praticabilità della BLS nel caso di CMC/CMF in termini di reperibilità del LS e di tasso di falsi negativi: i risultati sostanzialmente dimostrano che entrambi questi parametri sono comparabili con quelli riscontrati nel caso di tumori unifocali; va tuttavia tenuto presente che il tasso di positività linfonodale nei multicentrici è più elevato rispetto a tumori unicentrici di analoghe dimensioni (14-22). CONSIDERAZIONI DEL PANEL L’esperienza dei componenti del panel su CMC/CMF è limitata. Episodicamente, pazienti con tumori multipli sono state sottoposte a BLS dopo iniezione del tracciante in corrispondenza di ciascun tumore o dopo iniezione subareolare. Le premesse anatomiche e fisiologiche relative alle modalità di drenaggio linfatico della mammella sono ampiamente documentate in letteratura e i risultati dei numerosi studi pubblicati sulla BLS nei CMC/CMF sono comunque a favore di un uso routinario della BLS in queste pazienti, anche nel caso di tumori in quadranti diversi. Si ritiene quindi che la BLS sia fattibile in questi casi, entro i limiti dimensionali già indicati per i monofocali, e che la modalità tecnica più semplice sia l’iniezione subareolare del tracciante. RACCOMANDAZIONI CONCLUSIVE -La presenza di tumori multicentrici e/o multifocali non costituisce una controindicazione alla BLS. -Il tracciante può essere contemporaneamente iniettato in corrispondenza dei diversi foci neoplastici oppure, preferibilmente, essere iniettato in unica somministrazione in sede subareolare. Le due vie di iniezione possono essere vantaggiosamente associate utilizzando il doppio tracciante (radioisotopo e colorante) Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 15 2.3-TUMORI PRECEDENTEMENTE ESCISSI La pregressa asportazione del tumore primitivo costituiva una classica controindicazione alla BLS. Si riteneva infatti che l’interruzione o la coartazione cicatriziale delle vie di drenaggio linfatico conseguenti all’intervento rendessero inaffidabili i risultati della BLS. In anni più recenti, tuttavia, i concetti sulle modalità di drenaggio linfatico della mammella si sono modificati e la discussione sulla fattibilità della BLS dopo l’asportazione chirurgica del tumore primitivo si è riaperta. REVISIONE DELLA LETTERATURA 16 Una prima serie di studi, tutti pubblicati nei primi anni di esperienza con la BLS, suggeriscono che la pregressa asportazione del tumore primitivo espone ad una minore accuratezza della Biopsie del Linfonodo Sentinella (BLS) eseguita come intervento differito (1-5). Studi più recenti, su ampie casistiche, hanno invece dimostrato che la BLS può essere tranquillamente eseguita anche in queste pazienti, a patto che l’iniezione del tracciante sia correttamente eseguita per via intra/subdermica ai lati della cicatrice o per via subaeolare (6-9). Anche i partecipanti alla Consensus Confrence di Filadelfia concordano sulla fattibilità della BLS dopo asportazione del tumore primitivo (10). CONSIDERAZIONI DEL PANEL I componenti del panel utilizzano abitualmente nella loro pratica clinica la BLS dopo asportazione del tumore primitivo e prendono atto che la letteratura più recente sull’argomento avvalla questo atteggiamento. Le vie di iniezione del tracciante possono essere quella intra/subdermica pericicatriziale con iniezioni frazionate o quella subareolare. Tuttavia, si ritiene che nei casi in cui l’intervento abbia comportato un’ampia demolizione del quadrante supero-esterno della mammella sia necessaria prudenza e sia probabilmente consigliabile procedere direttamente allo svuotamento dell’ascella. Infatti si ritiene che un intervento in questa sede possa interrompere i collettori linfatici principali diretti all’ascella e pregiudicare quindi l’affidabilità della BLS. Non risultano in letteratura studi specifici su pazienti con queste caratteristiche. RACCOMANDAZIONI CONCLUSIVE -La BLS differita può di regola essere utilizzata nei casi in cui il tumore primitivo sia già stato asportato. Nel caso però di precedente quadrantectomia supero-esterna si ritiene più prudente procedere comunque alla classica linfadenectomia ascellare -La via di iniezione del tracciante può essere intra/subdermica pericicatiziale subareolare. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 2.4-PREGRESSA CHIRURGIA MAMMARIA O ASCELLARE L’insorgenza di un cancro della mammella in una paziente che era stata precedentemente sottoposta ad un intervento senologico omolaterale, sia di tipo oncologico che estetico, pone il problema dell’affidabilità della Biopsie del Linfonodo Sentinella (BLS) in questo terreno. Analoghi dubbi si pongono nel caso di donne precedentemente sottoposte ad incisioni ascellari (ad esempio come accesso per una mastoplastica additiva) o ad una precedente BLS. REVISIONE DELLA LETTERATURA Sono molto scarsi in letteratura i lavori che hanno specificamente affrontato il problema. Un lavoro proveniente dalla Mayo Clinic su 90 casi di mastoplastica additiva conclude che la BLS sia comunque fattibile (1). A simili conclusioni giunge un altro studio, anch’esso condotto su pazienti sottoposte a mastoplastica additiva (2). I partecipanti alla Consensus Conference di Filadelfia ritengono che se il precedente intervento non ha interessato la regione compresa tra la sede del tumore e l’ascella, la BLS possa essere eseguita (3). Per quanto riguarda precedenti interventi ascellari, la BLS potrebbe essere comunque indicata in presenza di un tumore mammario in pazienti già sottoposte in passato ad uno svuotamento ascellare, in quanto potrebbe evidenziare vie linfatiche alternative che conducano a un linfonodo sentinella extra-ascellare (4). In un lavoro proveniente dal Memorial Sloan-Kettering Cancer Center, l’identificazione di un linfonodo sentinella in 32 pazienti precedentemente sottoposte a BLS o a svuotamento ascellare incompleto ha avuto successo nel 75% dei casi, percentuale che sale all’87% se i linfonodi precedentemente asportati erano meno di 10 (5). CONSIDERAZIONI DEL PANEL Il panel prende atto della scarsità di informazioni riscontrabili in letteratura sull’attendibilità della BLS in pazienti precedentemente sottoposte a chirurgia mammaria e/o ascellare. Nel caso di pregressa chirurgia mammaria, si ritengono valide le considerazioni già fatte a proposito dei tumori precedentemente escissi: qualora il precedente intervento sia stato una semplice biopsia o una tumorectomia, si ritiene che la BLS sia comunque fattibile. Nel caso di interventi più estesi, sia di tipo oncologico che non oncologico, la BLS può essere presa in considerazione qualora l’intervento non abbia riguardato la regione mammaria interposta tra il tumore e l’ascella. Nel caso di precedente chirurgia ascellare, il panel ritiene che non vi siano dati sufficienti per affidarsi alla BLS e che quindi sia indicato lo svuotamento ascellare. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 17 RACCOMANDAZIONI CONCLUSIVE -Nei casi con pregresso intervento mammario di biopsia o tumorectomia, la BLS può essere utilizzata -Nei casi con pregresso intervento mammario maggiore (quadrantectomie, mastoplastiche riduttive etc.), la biopsia del linfonodo sentinella può essere utilizzata solo nel caso che la sede del pregresso intervento non sia interposta tra il tumore e l’ascella-Nei casi di pregressa chirurgia dell’ascella è consigliata la linfadenectomia ascellare. 2.5-ASCELLA CLINICAMENTE DUBBIA 18 Tutti sono d’accordo che pianificare una Biopsia del Linfonodo Sentinella (BLS) in una paziente che all’esame obiettivo presenti un’evidente linfoadenopatia metastatica non ha alcun senso. Tuttavia, spesso ci si trova di fronte a casi in cui l’esame clinico è dubbio, per la presenza di linfonodi ingrossati ma non evidentemente neoplastici. In queste pazienti, ricordando che l’esame clinico dell’ascella risulta falsamente positivo in più di un terzo dei casi, è lecito porsi il dubbio se sia corretto procedere direttamente allo svuotamento ascellare. REVISIONE DELLA LETTERATURA Nella maggioranza degli studi pubblicati sul linfonodo sentinella, le pazienti con ascella clinicamente dubbia erano escluse. In alcuni studi, tuttavia, sono state sottoposte a BLS anche pazienti con linfonodi ascellari palpabili (1-5). La principale preoccupazione è che in presenza di un linfonodo massivamente metastatico, il linfatico afferente può essere ostruito dalle cellule neoplastiche e quindi il tacciante può essere deviato verso altri linfonodi che possono risultare negativi. Un recente lavoro del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center sottolinea l’elevata falsa positività dell’esame clinico preoperatorio e conclude che la BLS è praticabile anche in presenza di un’ascella clinicamente sospetta, a patto che durante l’intervento si rimuovano i linfonodi ingrossati, anche se non risultano radioattivi o colorati (6). Alcuni studi riportano un’ottima sensibilità dell’ecografia con agoaspirato guidato nella diagnosi preoperatoria di linfonodi clinicamente dubbi (7-9). Appare quindi ragionevole sottoporre ad ecografia ascellare con FNAC i casi con linfonodi palpabili, procedendo poi a BLS in quelli con esame citologico negativo. CONSIDERAZIONI DEL PANEL Ferma restando l’indicazione allo svuotamento ascellare in presenza di linfonodi che all’esame clinico appaiano francamente metastatici, il panel ritiene che nei casi dubbi sia ragionevole l’ipotesi di sottoporre la paziente ad ecografia con agoaspirato procedendo poi a BLS in presenza di una citologia negativa. Tuttavia, si riconosce che l’attendibilità dell’ecografia sia operatore-dipendente e che in molte realtà questa procedura sia difficile dal punto di vista organizzativo e possa comportare un inaccettabile allungamento dei tempi. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario In assenza di un accertamento citologico preoperatorio, si riconosce l’impossibilità di codificare in quali casi di linfonodi palpabili sia legittimo procedere alla BLS, dovendosi quindi rimettere al giudizio clinico del singolo operatore. Va comunque sottolineato che, come regola generale, durante l’intervento di BLS bisogna sempre procedere alla palpazione ad ascella aperta e rimuovere ogni linfonodo che appaia indurito o ingrossato, anche se non è il linfonodo sentinella. RACCOMANDAZIONI CONCLUSIVE -In presenza di un esame clinico fortemente sospetto per metastasi ascellari è indicato procedere allo svuotamento dell’ascella. -In presenza di linfonodi palpabili di dubbio significato, ove possibile si consiglia l’ecografia ascellare con esame citologico mirato, procedendo alla BLS in caso di risultato negativo. Nell’impossibilità di ottenere la citologia ecoguidata, il procedimento chirurgico di scelta sarà basato sul giudizio clinico del medico, ricordando il rischio di falsa negatività del sentinella in presenza di linfonodi con metastasi massiva. -Si raccomanda durante l’intervento di fare l’esplorazione digitale dell’ascella e di asportare eventuali linfonodi di dimensioni e/o consistenza aumentate, anche se non sono marcati. 2.6- CARCINOMI INTRADUTTALI ED ALTRI ISTOTIPI FAVOREVOLI Quando la stadiazione dell’ascella richiedeva lo svuotamento linfonodale, si era convenuto di non trattare l’ascella in presenza di una diagnosi di carcinoma intraduttale. Infatti, sebbene fosse noto che in qualche caso si potevano trovare linfonodi metastatici, la morbilità dell’intervento non era giustificata dalla rarità di un reperto positivo. Dubbi sull’indicazione alla linfadenectomia esistevano anche in presenza di tumori di piccole dimensioni il cui istotipo era caratterizzato da una minore aggressività biologica (cosiddetti istotipi favorevoli). L’introduzione della BLS, data la sua minore morbilità e la maggiore sensibilità diagnostica per le micrometastasi, ha riaperto la discussione sull’opportunità di stadiare l’ascella anche i questi casi. REVISIONE DELLA LETTERATURA Una serie di studi che valutavano l’incidenza di linfonodo sentinella metastatico in pazienti con diagnosi di carcinoma intraduttale ha riportato percentuali rilevanti, comprese tra il 6 ed il 13% (1-4), sostenendo l’opportunità di procedere alla biopsia di principio del linfonodo sentinella anche in queste forme tumorali. Tali lavori sono però stati criticati per la scarsa selezione delle pazienti considerate, in quanto valutavano anche casi con microinfiltrazione. In effetti, una serie di lavori successivi, che consideravano solo pazienti con carcinoma intraduttale puro, riportava percentuali di incidenza di metastasi nel sentinella molto più contenute, tra lo 0% ed il 3% (59), concludendo che la BLS costituisce un sovratrattamento nel caso di carcinomi intraduttali puri. Questa procedura andrebbe riservata, come secondo intervento, ai casi in cui l’esame istologico definitivo del tumore primitivo rilevi la presenza di una componente infiltrante. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 19 20 L’eccezione è rappresentata dalle pazienti con diagnosi preoperatoria di carcinoma intraduttale che richiedano una mastectomia, perchè in questi casi l’eventuale biopsia differita del sentinella, qualora l’esame istologico del pezzo operatorio riveli un’infiltrazione, non è più possibile. Due punti particolarmente controversi riguardano l’atteggiamento da tenere in presenza di carcinomi intraduttali “ad alto rischio” e nei casi in cui la diagnosi viene fatta mediante microbiopsia. Secondo alcuni autori, carcinomi intraduttali che presentano particolari caratteristiche (tipo comedo, palpabili, estesi o multicentrici, ad alto grado, con necrosi) hanno un più elevato rischio di presenza di una componente infiltrante più o meno occulta, per cui consigliano in questi casi l’esecuzione della BLS in prima battuta (4, 10, 11), mentre altri non trovano correlazioni di questo tipo (5, 6, 8). Per quanto riguarda la diagnosi preoperatoria di carcinoma intraduttale mediante microbiopsia (tru-cut o mammotome), i dati riportati riguardano l’elevata frequenza (14-29%) con cui questa metodica non evidenzia una eventuale componente infiltrante (12, 13), costringendo ad un reintervento per poi studiare l’ascella. Per questo motivo alcuni suggeriscono in tutti questi casi di procedere alla BLS al momento dell’intervento sul primitivo (14) mentre altri ritengono che comunque essa vada eseguita come intervento differito solo nei casi in cui vi sia evidenza istologica di invasione (8).Per quanto riguarda gli altri istotipi “favorevoli”, sono stati considerati i carcinomi intraduttali microinfiltranti, i carcinomi tubulari, papillari, colloidi e midollari. La tendenza di questi istotipi a dare metastasi ascellari è inferiore rispetto ai carcinomi duttali infiltranti ed in passato era in discussione l’indicazione a procedere allo svuotamento dell’ascella in considerazione del dubbio rapporto costo/beneficio. L’introduzione del linfonodo sentinella come metodica mini-invasiva per la stadiazione dell’ascella ha portato ad una rivalutazione del problema. La frequenza di metastasi nel linfonodo sentinella in queste forme oscilla tra il 7% ed il 21% (17) e vi è quindi accordo sull’opportunità di procedere anche in queste forme alla biopsia di principio del linfonodo sentinella (4, 15, 16, 17). CONSIDERAZIONI DEL PANEL L’atteggiamento condiviso dei partecipanti alla discussione è che nelle pazienti in cui vi è una diagnosi preoperatoria di un piccolo carcinoma intraduttale, l’intervento chirurgico debba limitarsi al trattamento del primitivo, in accordo con la letteratura più recente sull’argomento. L’utilizzazione a tappeto della BLS in questi casi rappresenterebbe un sovra-trattamento ed esporrebbe ad un’inutile morbilità, alla limitazione di non poter più utilizzare questa metodica nel caso di un successivo tumore infiltrante omolaterale ed al rischio di fare la biopsia linfonodale in un certo numero di casi con patologia benigna. A condizione che l’exeresi del tumore e l’esame istologico siano stati completi, la BLS come secondo intervento va riservata ai casi in cui l’esame istologico del pezzo operatorio abbia rilevato una componente infiltrante. La BLS in prima battuta va invece fatta nei casi in cui il trattamento del primitivo richieda una mastectomia o, in accordo con quanto riportato nel paragrafo 2.3, una estesa demolizione del quadrante supero-esterno. Nel caso di tumori di grosse dimensioni o multicentrici, la maggioranza del panel ritiene indicata la biopsia immediata del sentinella. Tuttavia i limiti dimensionali e l’elenco dei fattori di rischio da considerare non sono stati esattamente definiti. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario Nel caso di diagnosi di carcinoma intraduttale mediante microbiopsia con Mammotome, la maggioranza del panel ritiene che la BLS possa essere evitata, salvo i casi in cui il tumore sia esteso e sussistano altri fattori di rischio.Si conviene comunque che questi casi vadano ampiamente discussi con le pazienti, prospettando la scelta tra una biopsia del sentinella nella maggior parte dei casi inutile o il rischio di doversi sottoporre ad un secondo intervento se l’esame istologico rileva un’infiltrazione. Per quanto riguarda gli altri istotipi favorevoli, il panel concorda sull’indicazione di principio alla BLS per la stadiazione dell’ascella. RACCOMANDAZIONI CONCLUSIVE -Nelle pazienti con diagnosi preoperatoria di carcinoma intraduttale, la procedura standard consigliata è l'escissione del solo tumore primitivo. La BLS va eseguita, come intervento differito, nei soli casi in cui l'esame istologico definitivo del primitivo dimostri una componente infiltrante. -La BLS nel corso del primo intervento è consigliata solo nei seguenti casi: 1) Il trattamento del primitivo richiede una mastectomia o un'ampia demolizione del quadrante supero-esterno 2) Il tumore primitivo, pur asportabile con un intervento conservativo, è di grandi dimensioni (indicativamente, superiore ai 3 cm) -In presenta di carcinomi infiltranti ad istotipo” favorevole” (intraduttali microinfiltranti, papillari, tubulari, colloidi, midollari) la BLS è sempre indicata 2.7- PREGRESSA TERAPIA NEOADIUVANTE Le pazienti con tumori mammari localmente avanzati sono di regola inviate ad un trattamento chemioterapico od ormonoterapico neoadiuvante. Le indicazioni a questo approccio si stanno progressivamente allargando, anche in considerazione del fatto che un trattamento di questo tipo può recuperare ad una chirurgia conservativa una certa percentuale di donne altrimenti candidate alla mastectomia. Inoltre, alcuni dati suggeriscono che la terapia sistemica pre-chirurgica offra un vantaggio prognostico anche nel caso di tumori in fase non avanzata (1). Nonostante il problema sia stato oggetto di numerosi studi, non è ancora chiaro quale possa essere il ruolo della Biopsie del Linfonodo Sentinella (BLS) in queste pazienti, dati i dubbi che gli imprevedibili effetti della terapia neoadiuvante sull’ascella possano comportare un aumento del tasso di falsi negativi. REVISIONE DELLA LETTERATURA Vi è una vasta letteratura che ha affrontato il problema della affidabilità del linfonodo sentinella dopo chemioterapia neoadiuvante. Poiché più del 50% delle pazienti hanno un ascella negativa all’esame istologico dopo trattamento neoadiuvante, può apparire conveniente applicare questa metodica mini-invasiva di stadiazione ascellare anche a queste pazienti (2, 3). Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 21 22 Il timore principale è che il trattamento pre-chirurgico possa indurre la regressione della neoplasia a livello del linfonodo sentinella, ma non necessariamente anche in altri linfonodi ascellari metastatici. I dati presenti nella letteratura esaminata sul tasso di falsi negativi in queste pazienti sono molto variabili oscillando dallo 0% al 33% (4-22). Si tratta usualmente di lavori su casistiche piuttosto ridotte, che non consentono conclusioni basate su sufficiente evidenza. Tuttavia bisogna sottolineare che la grande maggioranza degli autori conclude che la BLS dopo chemioterapia neoadiuvante non presenta un significativo aumento del tasso di falsa negatività ed è quindi praticabile. In questo senso è significativo lo studio prospettico multicentrico di Mamounas et al. (23). Alcune condizioni particolari vengono però considerate come controindicazioni al sentinella dopo terapia neoadiuvante, in particolare la presenza di un’ascella clinicamente dubbia prima del trattamento (5) e la presenza di un carcinoma infiammatorio (15), mentre viene considerato un dato a favore l’evidenza di una risposta patologica completa al trattamento (14). La Consensus Conference di Filadelfia del 2001 ritiene le pazienti trattate con chemioterapia neoadiuvante non candidabili alla BLS (24), tuttavia bisogna notare che buona parte dei lavori favorevoli comparsi sull’argomento sono stati pubblicati in anni successivi. Una possibile alternativa alla stadiazione ascellare post-trattamento è quella di fare la BLS prima della chemioterapia nelle pazienti con ascella clinicamente negativa, risparmiando poi la linfadenectomia al momento del trattamento chirurgico post-chemioterapia a quelle che avevano un sentinella negativo (24-28). CONSIDERAZIONI DEL PANEL I componenti del panel non hanno utilizzato, se non occasionalmente, la BLS dopo chemioterapia neoadiuvante. Sebbene vi sia un cospicuo numero di lavori pubblicati sull’argomento e la grande maggioranza di questi sia favorevole all’esecuzione del sentinella anche in questa tipologia di pazienti, vi è una certa perplessità perché si ritiene che la maggior parte delle casistiche pubblicate siano numericamente modeste e il livello di evidenza non sia elevato. Benchè, sulla base dei dati disponibili in letteratura, si ritenga che la pregressa chemioterapia neoadiuvante non debba più essere considerata una controindicazione assoluta alla biopsia del sentinella, la maggioranza del panel ritiene che per il momento la BLS sia prima che dopo il trattamento neoadiuvante debba essere limitata nell'ambito di protocolli di studio e sia sconsigliabile come pratica clinica corrente. RACCOMANDAZIONI CONCLUSIVE -La BLS prima o dopo trattamenti neoadiuvanti dovrebbe essere ancora limitata nell'ambito di protocolli di ricerca, salvo casi particolari. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 3- ASPETTI TECNICI 3.1-TRACCIANTI E VIE DI INIEZIONE Il tracciante ideale per la ricerca del linfonodo sentinella nel cancro mammario ancora non esiste. Tra quelli disponibili, i radioisotopi sono i più utilizzati e la letteratura ne ha ormai certificato la superiorità rispetto ai coloranti vitali, che però mantengono un ruolo importante se utilizzati in associazione con i primi. Anche sulle vie di iniezione c'è ancora molta discussione, soprattutto in casi particolari come i tumori non palpabili o multicentrici. In questo momento sembrano particolarmente interessanti i dati che suggeriscono che il drenaggio linfatico di tutta la mammella, indipendentemente dalla sede considerata, confluisce in un unico linfonodo sentinella. Sulla base dei dati oggi disponibili, si è quindi cercato di concordare le migliori modalità di approccio per una corretta identificazione del linfonodo sentinella REVISIONE DELLA LETTERATURA Un primo problema riguarda l'affidabilità delle due classi di traccianti (radioisotopi e coloranti vitali) per l'identificazione del linfonodo sentinella. Una revisione della letteratura su 4791 procedure eseguite dal 1993 al 1999 (1) riporta che la percentuale media di identificazione del linfonodo sentinella è dell'80,7% (65-94%) utilizzando le tecniche con colorante, del 91,8% (69-99%) utilizzando i radioisotopi e del 93,1% (81-95%) con la combinazione dei due traccianti. Il perfezionamento delle metodiche e l'esperienza acquisita hanno portato negli anni successivi ad un miglioramento delle percentuali di identificazione. Nei casi esaminati dal 2000 a oggi, che sono complessivamente 6944 (2-18), tali percentuali raggiungono una media dell'87,9% (70-100%) con il solo colorante vitale, del 94,4% (84-100%) con i radioisotopi e del 95,8% (89-100%) con la metodica combinata. Se si escludono i casi in cui il tracciante è stato iniettato in sede intraparenchimale, metodica che implica una più difficoltosa visualizzazione del sentinella (20-23), i valori medi salgono all' 89,3% con il colorante, al 95,8% con il radioisotopo ed al 97,3% con la metodica combinata. L'uso del radiotracciante si è quindi dimostrato costantemente più efficace dei coloranti in termini di capacità di identificazione del linfonodo sentinella. Questo è spiegabile dal fatto che le metodiche che prevedono l'uso del radioisotopo sono meglio standardizzate e meno legate all'esperienza specifica dell'operatore, richiedono una fase di apprendimento più breve, consentono una visualizzazione pre-operatoria del drenaggio linfatico (linfoscintigrafia), e permettono di esplorare tutta l'ascella alla ricerca del focolaio radioattivo corrispondente al sentinella. L'analisi della letteratura evidenzia come l'associazione di radioisotopo e colorante consenta di migliorare ulteriormente la reperibilità del sentinella. In particolare, è interessante notare come i due traccianti identifichino linfonodi sentinella diversi in circa il 4% dei casi che potrebbero quindi risultare falsamente negativi utilizzando un solo tracciante. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 23 24 Uno studio prospettico multicentrico (23) ha verificato la riduzione significativa dei falsi negativi utilizzando la metodica combinata, poiché in caso di linfonodi sentinella multipli l’abbinamento dei due traccianti consente una più accurata stadiazione ascellare. Per quanto riguarda le vie di iniezione del tracciante, sono state proposte quella intratumorale, quella peritumorale profonda, quella peritumorale intradermica o subdermica e quella subareolare. L’iniezione intratumorale, data la grande scarsità di linfatici all’interno della massa neoplastica, costringe ad iniettare volumi considerevoli di tracciante e la visualizzazione del linfonodo sentinella avviene in modo lento ed incostante (24). Dati questi inconvenienti, la via intratumorale è stata praticamente abbandonata. L’iniezione peritumorale profonda prevede un’iniezione singola o iniezioni multiple intorno al nodulo tumorale, eventualmente sotto guida mammografica o ecografica nel caso di lesioni non palpabili. Offre una discreta visualizzazione del drenaggio ascellare e consente di visualizzare anche i linfonodi mammari interni nel 10-30% dei casi (25, 26). La via intradermica o sottodermica in corrispondenza del nodulo tumorale è probabilmente quella oggi più diffusa. Consente una rapida e costante visualizzazione del linfonodo sentinella ascellare perché la rete linfatica a questo livello è molto rappresentata. E’ molto rara, invece, la visualizzazione dei linfonodi mammari interni. Recentemente è stata proposta anche l’iniezione subareolare (27). In questa sede vi è il plesso linfatico di Sappey, nel quale convergono linfatici provenienti da tutta la mammella. Numerosi studi hanno dimostrato che la via subareolare, quella peritumorale profonda e quella intradermica centrata sull’area tumorale evidenziano lo stesso linfonodo sentinella (2, 28, 29). Questi studi suggeriscono quindi che la linfa proveniente da diverse regioni della mammella raggiunga comunque lo stesso linfonodo ascellare, cioè che esista un unico linfonodo sentinella per l’intera mammella (30). La via subarolare è stata validata anche nell’ambito di un ampio studio prospettico multicentrico (31). La via subareolare potrebbe essere la più conveniente per la sua semplicità e la più indicata in casi particolari, quali i tumori non palpabili, i tumori multicentrici o i tumori già escissi. Un problema particolare è costituito dai tumori non palpabili. Questi richiedono un sistema di reperimento sotto controllo mammografico o ecografico che ne consenta l’identificazione intraoperatoria. Diverse tecniche di reperimento sono state proposte, ma nella pratica chirurgica si usano prevalentemente tre metodi: il filo metallico uncinato, la traccia di carbone o, più recentemente, l’iniezione intralesionale di un radiotracciante (ROLL). Nel caso si utilizzino le metodiche classiche (filo o traccia di carbone), l’iniezione del tracciante per la contemporanea ricerca del linfonodo sentinella può essere perilesionale profonda, intradermica sulla proiezione cutanea del tumore o subareolare. Benché tutte queste vie siano citate in letteratura, la via subareolare, per la sua semplicità, sta ricevendo crescente consenso. Nel caso si utilizzi il tracciante radioattivo anche per il reperimento del tumore (ROLL), vi sono diverse soluzioni per consentire la contemporanea identificazione del sentinella. La procedura consigliata dall’Istituto Europeo di Oncologia prevede l’iniezione di macroaggregati di albumina nella lesione e di albumina nanocolloide in sede intradermica sulla proiezione della lesione (32). Altri riportano l’uso di due isotopi diversi (I-125 e Tc-99)per la localizzazione del tumore primitivo e per la marcatura del sentinella (33). Una terza possibilità è rappresentata dall’iniezione dello stesso tracciante (albumina nanocolloide marcata con Tc-99) sia nella lesione primaria che per via subdermica (34, 35). Altri propongono l’iniezione di un unico tracciante solo in sede peritumorale (36). Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario CONSIDERAZIONI DEL PANEL I componenti del panel utilizzano tutti il radioisotopo (albumina nanocolloidale marcata con Tecnezio 99, Nanocoll) per la localizzazione del linfonodo sentinella, eventualmente associato al colorante. I partecipanti concordano sul fatto che, in base sia ai risultati riportati in letteratura che all’esperienza personale, la metodica con doppio tracciante (radioisotopo+colorante) sia quella preferibile. Si ritiene che l’uso esclusivo del colorante sia da sconsigliare nella pratica clinica, data la sua minore sensibilità, la sua scarsa capacità di marcare eventuali linfonodi sentinella multipli e la necessità di una più lunga curva di apprendimento. Ove l’uso del radioisotopo sia impossibile per motivi organizzativi (mancanza di una Medicina Nucleare accessibile), l’operatore dovrebbe acquisire un’esperienza di elevato livello e dovrebbe periodicamente controllare il suo tasso di falsi negativi associando alla biopsia del sentinella lo svuotamento ascellare completo. La via di somministrazione correntemente utilizzata nel caso di tumori palpabili è quella intra/subdermica in corrispondenza della proiezione cutanea della lesione, che è quella più ampiamente impiegata in Europa. Tuttavia il panel ritiene che esista ormai sufficiente evidenza sull’affidabilità della via subareolare per considerarla altrettanto adeguata. La maggioranza dei partecipanti al panel non ha esperienza diretta sull’uso della via peritumorale profonda, che è comunque correntemente utilizzata in molti Centri europei e americani. Non si ritiene comunque prioritaria la visualizzazione dei linfonodi mammari interni, consentita dall’iniezione peritumorale profonda, per cui l’uso di questa via di iniezione, meno efficiente in termini di percentuali di visualizzazione del linfonodo, non viene favorito. Dato che la metodica riconosciuta migliore è quella che utilizza il doppio tracciante, il panel consiglia nel caso di tumori palpabili l’iniezione del primo tracciante (usualmente il radiofarmaco) per via peritumorale intra/subdermica e quella del secondo tracciante (colorante) per via subareolare. Tale combinazione può essere vantaggiosamente invertita (colorante intradermico e radiofarmaco subareolare) in circostanze particolari, quali ad esempio i casi in cui il tumore è molto vicino all’ascella e l’iniezione peritumorale del radiofarmaco esporrebbe al rischio di mascherare l’emissione del sentinella (shining-through). La via subareolare è quella preferibile nel caso i tumori multicentrici, eventualmente associata all’iniezione del secondo tracciante nelle diverse sedi mammarie interessate. Nel caso di tumori non palpabili, la maggioranza dei partecipanti utilizza la localizzazione mediante filo metallico, mentre solo alcuni hanno diretta esperienza della ROLL. Nel caso di localizzazione con filo o traccia di carbone si ritiene che la procedura di scelta possa essere la stessa usata per i tumori palpabili, cioè l’iniezione di un tracciante per via intradermica sulla proiezione cutanea del tumore mentre l’altro viene iniettato per via subareolare. Nel caso si utilizzi la tecnica ROLL per l’identificazione del tumore primitivo, il panel ritiene che le tecniche che comportano l’uso di due radiofarmaci diversi per il diametro delle micelle o per gli isotopi utilizzati siano difficilmente proponibili per un uso routinario diffuso. La tecnica preferita prevede l’iniezione della sola albumina nanocollidale (Nanocoll) in sede intratumorale e intradermica sulla proiezione cutanea della lesione, associata all’iniezione subareolare del colorante. Appare comunque praticabile anche l’iniezione unica di Nanocoll in sede peritumorale profonda. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 25 RACCOMANDAZIONI CONCLUSIVE 26 -La tecnica raccomandata prevede l’associazione del tracciante radioattivo (Nanocoll) iniettato per via intra/subdermica sulla proiezione cutanea del tumore con il colorante vitale (Patent blue) iniettato per via subareolare. La combinazione può essere invertita a giudizio del chirurgo. -L’utilizzazione del solo colorante vitale è sconsigliata. Qualora non vi siano alternative, richiede un’adeguata esperienza prima di poter essere utilizzata. -Nei tumori multicentrici è suggerita la via subareolare, evntualmente associata all’iniezione del secondo tracciante per via intra/subdermica in corrispondenza dei diversi foci tumorali. -Qualora si utilizzi la tecnica ROLL per i tumori non palpabili, si suggerisce la doppia iniezione di un unico radioisotopo (Nanocoll) in sede intratumorale e intradermica sulla proiezione cutanea della lesione, associata al colorante vitale per via subareolare. E’ praticabile anche l’iniezione unica di Nanocoll in sede peritumorale profonda su guida ecografia o stereotassica. 3.2- NECESSITA’ DELLA LINFOSCINTIGRAFIA Utilizzando il tracciante radioattivo, la scintigrafia fornisce senza dubbio al chirurgo alcuni dati in più. Ma si tratta effettivamente di dati essenziali? Il problema si pone perchè l’enorme diffusione della metodica del sentinella, non solo per i tumori della mammella ma anche per i melanomi, ha condotto ad un sovraccarico di lavoro per le Medicine Nucleari, con un conseguente problema di costi e di liste di attesa. Ci si propone di discutere se si possa procedere alla sola iniezione del tracciante senza consecutiva acquisizione di immagini. REVISIONE DELLA LETTERATURA Alcuni lavori di recente comparsa hanno posto in dubbio la reale utilità della linfoscintigrafia, ritenendo sufficiente l’iniezione del tracciante senza successiva visualizzazione; infatti le percentuali di corretta identificazione del linfonodo sentinella non vengono modificate dal fatto che la linfoscintigrafia sia stata o meno eseguita (1, 2, 3). Si tratta, tuttavia, di lavori metodologicamente piuttosto eterogenei, e la loro applicabilità al protocollo tecnico proposto nel presente documento è quantomeno dubbia. In realtà la linfocintigrafia offre innegabili vantaggi: consente di seguire il percorso della linfa dal tumore primitivo verso la stazione linfonodale, identifica i collettori linfatici, evidenzia il primo linfonodo di drenaggio e gli eventuali linfonodi captanti successivi e permette anche di quantizzare la frazione di tracciante captata dai linfonodi, oltre ad evidenziare, anche se raramente, eventuali linfonodi sentinella extraascellari (4, 5, 6). Viene Riportato in alcuni lavori che nella maggioranza delle pazienti con linfoscintigrafia negativa, il linfonodo sentinella viene localizzato comunque intraoperatoriamente con la sonda gamma (2, 3): si tratta comunque di una situazione poco comune, dato l'elevato tasso di reperibilità scintigrafica ormai raggiunto. Una linfoscintigrafia negativa, riscontrabile soprattutto in pazienti anziane ed obese, rappresenta comunque un’indicazione ad associare l’iniezione del colorante (2). Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario CONSIDERAZIONI DEL PANEL I dati forniti dalla linfoscintigrafia sono considerati utili per una migliore pianificazione dell’intervento chirurgico. L’esperienza dei partecipanti al panel conferma come talora vi siano discrepanze tra la linfoscintigrafia ed il reperto intraoperatorio, nel senso che usualmente la sonda per radiochirurgia consente di reperire il linfonodo sentinella anche in casi in cui la linfoscintigrafia è risultata negativa.Non è inoltre inusuale che il numero di linfonodi marcari identificati intraoperatoriamente sia maggiore di quello segnalato dalla linfoscintigrafia, particolarmente se sono state acquisite solo le immagini precoci. Si concorda comunque che la dispoibilità di una mappa per l'identificazione linfoscintigrafica può essere di rilevante aiuto per l'identificazione intraoperatoria del linfonodo da asportare. In conclusione, il panel ritiene che la linfoscintigrafia preoperatoria sia un sostanziale complemento alla ricerca intraoperatoria del linfonodo sentinella e che al momento non vi siano, nella letteratura scientifica disponibile sull'argomento, evidenze sufficienti per considerarne opzionale l'utilizzazione. RACCOMANDAZIONI CONCLUSIVE -La linfoscntigrafia preoperatoria fornisce utili indicazioni per la corretta pianificazione dell’intervento e va considerata parte integrante della procedura di ricerca del linfonodo sentinella. 3.3- IL PROBLEMA DEI LINFONODI SENTINELLA MULTIPLI Durante l’intervento di BLS, il riscontro di più di un linfonodo radioattivo e/o colorato è esperienza comune. Generalmente si tratta di due linfonodi, ma non è inusuale trovarne tre o più. La procedura ottimale da seguire in questi casi non è ben definita, particolarmente per quanto riguarda i seguenti aspetti: -Utilizzando il tracciante radioattivo, esiste un valore soglia di radioattività sotto il quale si sia autorizzati a lasciare in sede dei linfonodi marcati? -Analogamente, esiste un numero massimo di linfonodi marcati che devono essere asportati, oltre il quale ci si possa fermare senza rischiare di lasciare in ascella dei linfonodi positivi? -Nel caso di asportazione di più linfonodi marcati, devono tutti essere sottoposti alla procedura istopatologica prevista per il linfonodo sentinella? REVISIONE DELLA LETTERATURA La frequenza con cui si riscontrano linfonodi sentinella multipli è variabile nelle diverse casistiche, ma sostanzialmente il numero medio di linfonodi asportati oscilla tra 1,5 e 2. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 27 28 Tutte le pubblicazioni in cui è stato utilizzato un tracciante radioattivo sottolineano la ampia variabilità tra paziente e paziente del numero di conte misurate nei linfonodi marcati (1, 2), per cui non è possibile stabilire un valore-soglia di riferimento. La regola più frequentemente seguita è quella di asportare tutti i linfonodi il cui numero di conte radioattive sia superiore al 10% di quelle riscontrate nel linfonodo più “caldo” (3, 4). Altri autori suggeriscono di prendere come riferimento il rapporto tra radioattività dei linfonodi marcati e background, procedendo alla rimozione di tutti i linfonodi con conte più elevate di quelle del background secondo rapporti variabili da 2:1 a 10:1 a seconda degli autori (5, 6). Nel caso si utilizzino coloranti vitali, da soli o in combinazione con un radiotracciante, tutti i linfonodi colorati devono essere rimossi. Va sottolineato come, nel caso di uso esclusivo del colorante, linfonodi colorati possano non essere identificati e vengano quindi lasciati in sede (7). Inoltre il numero medio di linfonodi marcati identificati usando il colorante è significativamente inferiore a quello riscontrato con il tracciante radioattivo (8). Alcuni studi hanno valutato le pazienti con positività linfonodale e linfonodi radioattivi multipli per verificare la percentuale di casi in cui il linfonodo metastatico non è quello più radioattivo, ma uno di quelli con minore emissione: tale percentuale varia dal 15% al 26% (9, 10, 11). La rimozione del solo linfonodo col maggior numero di conte esporrebbe quindi ad un significativo aumento del tasso di falsi negativi (8, 12). Il problema di quanti linfonodi marcati sia ragionevole asportare per avere una sufficiente sensibilità è controverso. Più autori concordano sul fatto che non esiste un valore soglia di radioattività al di sotto del quale non vi sia rischio di trovare il linfonodo positivo, e di conseguenza tutti i linfonodi con emissioni superiori al background dovrebbero essere rimossi (8, 9, 13). Tuttavia, alcuni riportano che la rimozione solo dei primi due (12) o dei primi tre (13, 14) o quattro (15) linfonodi radioattivi è sufficiente a garantire una accuratezza del 97-98%. Questi dati sono applicabili anche al problema dell’esame istologico dei linfonodi multipli, perché nei casi in cui siano asportati numerosi linfonodi marcati, sembra ragionevole procedere con il protocollo specifico per il sentinella solo nei primi tre linfonodi, mentre i successivi possono essere processati secondo la procedura usuale (14). CONSIDERAZIONI DEL PANEL Tutti i partecipanti concordano sulla necessità di non limitarsi all’exeresi del solo linfonodo più radioattivo in presenza di linfonodi marcati multipli. Tuttavia finora non vi è stato un comportamento uniforme sul limite numerico dei linfonodi da asportare. Si conviene che la regola del 10% (asportazione di tutti i linfonodi con un numero di conte superiore al 10% di quello del linfonodo più caldo) possa rappresentare un riferimento standard. Il panel ribadisce che l’utilizzazione esclusiva del colorante è meno affidabile rispetto al tracciante radioattivo sotto il profilo del numero di linfonodi evidenziati, e non dovrebbe quindi essere la metodica di scelta. Con i Colleghi patologi, si stabilisce di limitare l’applicazione del protocollo istopatologico per il sentinella solo ai primi tre linfonodi asportati, mentre per i successivi verrà applicata la metodica standard prevista per i linfonodi dello svuotamento ascellare. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario RACCOMANDAZIONI CONCLUSIVE -L’uso del tracciante radioattivo (meglio se associato al colorante) è la metodica di scelta per evidenziare eventuali linfonodi sentinella multipli. Il colorante da solo è poco efficace per questo scopo. -In presenza di linfonodi sentinella multipli evidenziati col radiotracciante e/o col colorante, è raccomandata l’asportazione di tutti i linfonodi colorati e di quelli radioattivi con un numero di conte >10% di quelle del linfonodo più caldo. -L’esame istologico dei linfonodi sentinella può essere fatto secondo il protocollo specifico limitatamente ai primi tre linfonodi marcati, mentre eventuali altri linfonodi meno radioattivi possono essere processati secondo il protocollo in uso per i linfonodi non sentinella. 3.4- TRATTAMENTO DELL’ASCELLA NEI CASI CON LINFONODO SENTINELLA POSITIVO Il linfonodo sentinella risulta metastatico in circa un terzo delle pazienti sottoposte a questa procedura. In presenza di un sentinella positivo, il trattamento standard è lo svuotamento ascellare completo. Tuttavia, l’esame istologico dello svuotamento ascellare risulta negativo in più di metà dei casi, e tale percentuale sale ulteriormente se l’interessamento del linfonodo sentinella è di tipo micrometastatico. Scopo di questo capitolo è di indagare se esistano degli affidabili parametri predittivi dell’interessamento ascellare in presenza di un linfonodo sentinella metastatico che consentano di individuare un gruppo di pazienti a basso rischio che potrebbero evitare lo svuotamento dell’ascella, particolarmente se l’interessamento del linfonodo sentinella è di tipo micrometastatico REVISIONE DELLA LETTERATURA Molteplici lavori hanno affrontato il problema dell’identificazione di fattori predittivi dell’interessamento ascellare in presenza di un linfonodo sentinella positivo. Una correlazione significativa è stata riscontrata con i seguenti parametri: dimensioni della metastasi nel sentinella (1-6), dimensioni del tumore primitivo (2, 3, 6), infiltrato linfovascolare peritumorale (2, 7), numero di linfonodi sentinella positivi (6, 8, 9). Tuttavia, nessuno di questi parametri, né da solo né in combinazione, è sufficientemente sensibile da permettere l’identificazione delle pazienti che potrebbero evitare con ragionevole sicurezza la linfadenectomia ascellare di completamento, che va di conseguenza fatta in tutti i casi. Se si restringe il campo di discussione alle sole pazienti con sentinella micrometastatico, tuttavia, emergono alcuni dati interessanti. La frequenza con cui, in queste pazienti, si riscontrano metastasi in altri linfonodi ascellari oscilla tra il 5% e il 30% (3, 6, 10-16); le percentuali più alte sono riferite da autori che hanno esaminato i linfonodi dello svuotamento ascellare utilizzando anche l’immunoistochimica. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 29 Anche nel caso di micrometastasi del sentinella si sono evidenziati alcuni fattori predittivi di interessamento linfonodale nel resto dell’ascella: le dimensioni del tumore (3, 10, 11), il suo grading (11), le dimensioni della micrometastasi (13), la presenza di invasione linfovascolare (10, 13) e il numero di linfonodi sentinella negativi (6, 12). Alcuni autori propongono di soprassedere alla linfadenectomia di completamento, soprattutto se vi sono fattori predittivi favorevoli (3, 6, 10, 14, 15), mentre altri sostengono la necessità di farla comunque (11, 12, 16). CONSIDERAZIONI DEL PANEL 30 Benché vi siano in letteratura dati emergenti utili per la selezione di pazienti con linfonodo sentinella positivo che potrebbero evitare lo svuotamento ascellare, il panel non ritiene che vi sia ancora evidenza sufficiente e concorda nel mantenere l’indicazione alla linfadenectomia di completamento in tutte queste pazienti. Solo in casi particolari con micrometastasi nel sentinella,lo svuotamento può essere evitato previa esaurente discussione con la paziente. Si ritiene invece che la presenza di cellule tumorali isolate (<0,2 mm) nel linfonodo sentinella vada equiparata ad un linfonodo negativo, e lo svuotamento non sia quindi indicato. Si consiglia comunque in questi casi di informare esaurientemente la paziente della situazione. RACCOMANDAZIONI CONCLUSIVE -In presenza di un linfonodo sentinella metastatico c’è indicazione a procedere con la linfadenectomia ascellare di completamento. In presenza di micrometastasi nel sentinella l’indicazione resta, ma la linfadenectomia può essere evitata in casi selezionati previa un’adeguata informazione della paziente sui rischi di persistenza di malattia in ascella. -In presenza di cellule tumorali isolate nel sentinella lo svuotamento ascellare non è indicato. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 4- ASPETTI ORGANIZZATIVI La BLS può essere variamente inserita nel piano terapeutico chirurgico delle pazienti con carcinoma mammario. In particolare, essa può far parte di una fase sostanzialmente diagnostica della chirurgia (biopsia del primitivo o semplice tumorectomia + BLS in regime di day surgery), demandando la fase più specificamente terapeutica ad un secondo intervento (eventuale allargamento dell’intervento mammario + eventuale svuotamento ascellare in regime di ricovero ordinario). In alternativa, si può organizzare la fase chirurgica in modo da giungere, quando possibile, alla soluzione del problema in un tempo unico (trattamento radicale del primitivo ed eventuale linfadenectomia ascellare utilizzando l’esame estemporaneo del sentinella, in regime di ricovero ordinario). E’ chiaro che la scelta della strategia da seguire deve tener conto di molteplici fattori, quali l’impostazione organizzativa del reparto e della sala operatoria, la valutazione dei costi, le ricadute psicologiche sulla paziente, le risorse dell’anatomia patologica, etc. Il panel ha quindi cercato di analizzare vantaggi e svantaggi delle diverse soluzioni possibili. REVISIONE DELLA LETTERATURA Un primo aspetto discriminante riguarda l’utilizzazione dell’esame estemporaneo del linfonodo sentinella. Un’ampia indagine sulle modalità di trattamento del linfonodo sentinella nel cancro mammario ha dimostrato che il 40% dei Centri europei che hanno risposto al questionario utilizzano solo l’esame istologico definitivo, mentre il 60% ricorre ad una qualche metodologia di accertamento intraoperatorio (1). Tra questi ultimi, la maggioranza dei Centri utilizza l’esame al congelatore mentre solo pochi utilizzano la citologia per apposizione. Non più del 10%, infine, effettua anche un’indagine immunoistochimica intraoperatoria. La stessa percentuale utilizza l’accertamento intraoperatorio come unico esame del linfonodo sentinella, secondo la tecnica proposta dall’Istituto Europeo di Oncologia (2). In una recente survey nella regione Veneto, è risultato invece che il 37,5% dei chirurghi intervistati usa abitualmente l’indagine estemporanea mentre il 62,5% preferisce attendere l’esame istologico definitivo per poi procedere all’intervento definitivo (3). Gli svantaggi dell’utilizzazione dell’intervento in tempo unico con esecuzione dell’esame istologico al congelatore sono sostanzialmente rappresentati dal rischio di un risultato falsamente negativo dell’esame estemporaneo, che vienepoi contraddetto dall’istologia definitiva, e dai suoi costi. L’incidenza di falsi negativi al congelatore varia a seconda della metodica istopatologica utilizzata: nelle prime serie pubblicate dall’istituto Europeo di Oncologia tale incidenza era compresa tra il 24% ed il 32% (4, 5), Turner riporta il 26% associando la citologia per apposizione (6), Weiser riferisce il 42% (7). L’associazione di tecniche imunoistochimiche alle sezioni al congelatore ha ridotto il tasso di falsi negativi al 5,5% (5), ma i tempi necessari per tale indagine (40-50 minuti) ed il personale necessario per eseguirla rendono questa procedura improponibile nella maggior parte dei Centri. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 31 32 I tassi di falsa negatività riportati sono sostanzialmente dovuti al mancato riconoscimento delle micrometastasi (7, 8, 9), e variano, come già detto, col numero di sezioni eseguite e con l’eventuale associazione di tecniche immunoistochimiche. La sensibilità dell’esame estemporaneo è inoltre un fattore che cresce proporzionalmente alle dimensioni del tumore primitivo, in quanto nei tumori di maggiori dimensioni si riscontrano più spesso macrometastasi (7), mentre le micrometastasi sono più comuni nei tumori più piccoli. Oltre alle dimensioni del T anche la presenza di invasione linfovascolare viene considerato da alcuni un importante fattore predittivo del rischio di metastasi ascellari (9). L’importanza ed il significato biologico e prognostico delle micrometastasi sono ancora poco conosciuti e non c’è ancora una chiara evidenza che la loro presenza sia associata ad una prognosi peggiore (1, 10, 11). Il loro riconoscimento costituisce comunque un elemento decisionale per l’oncologo medico per porre indicazione a terapie adiuvanti ed indica la possibilità che siano presenti altri linfonodi metastatici, per cui oggi vi è uniformità di vedute sulla necessità di procedere in questi casi allo svuotamento ascellare completo (12, 13, 14). L’esame estemporaneo ha un costo non trascurabile in termini monetari e di risorse necessarie, tenendo conto del tasso di falsi negativi che obbligano ad un reintervento (7, 15). Alcuni autori riferiscono comunque che esso possa essere considerato, in termini puramente economici, vantaggioso fino ad un tasso di falsi negativi del 35% (15). Bisogna però ricordare come questa valutazione si riferisca a realtà sanitarie diverse dalla nostra. L’evidente vantaggio dell’intervento in tempo unico con uso del criostato è rappresentato dal fatto che, nonostante la percentuale di falsi negativi, circa due terzi delle pazienti che necessitano di dissezione ascellare ricevono il trattamento completo nel corso di un unico intervento (16). Infatti, la sola BLS in anestesia locale, seguita dall'esame istologico definitivo, richiede comunque un successivo ricovero per l'asportazione del tumore e la eventuale linfadenectomia. Ciò chiaramente comporta un maggior disagio per la paziente, che viene solo in parte bilanciato da un'adeguata spiegazione e pianificazione dell'iter terapeutico e dal fatto che in molti casi in cui il sentinella risulta negativo, il trattamento definitivo del tumore primitivo può essere completato in regime di day surgery. Va infine ricordato come la BLS in anestesia locale possa in alcuni casi risultare indaginosa (pazienti obese, tumori del prolungamento ascellare) (17) e come l'eventuale svuotamento ascellare differito possa risultare tecnicamente più complesso per gli esiti della precedente biopsia (15). I vantaggi dell’intervento in due tempi senza l’uso del congelatore sono rappresentati dalla sua fattibilità in regime di day surgery evitando l’anestesia generale in genere richiesta se si procede all’esame estemporaneo, e il suo impatto sui costi. La fattibilità della BLS in anestesia locale, con o senza sedazione, senza perdita di sensibilità in termini di reperimento e di numero di sentinella asportati è sostenuta da vari lavori (17-19). I disagi per la paziente sono minimi, la morbilità è del tutto accettabile e in nessun caso sono state riferite complicazioni che abbiano ritardato l’eventuale chirurgia definitiva (18, 19). Un recente studio di Luini e Coll. (20) ha dimostrato come anche l'impatto sulla qualità di vita ed il grado di soddisfazione siano stati giudicati positivamente dall'81% delle pazienti. Benché non esista in Italia una stima dei costi dei due approcci chirurgici in discussione, si possono fare alcune considerazioni. Il trattamento radicale del tumore primitivo può essere in alcuni casi ottenuto già al primo intervento, che è quindi risolutivo se il linfonodo sentinella risulta negativo. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario Qualora fosse necessario reintervenire sul primitivo, la conoscenza dello stato del sentinella e quindi della necessità o meno dello svuotamento ascellare consente una migliore programmazione dei tempi di sala operatori facilitando la pianificazione delle liste. Infine i tempi operatori complessivi sono stimati essere inferiori rispetto all’intervento in tempo unico con attesa della risposta del criostato. CONSIDERAZIONI DEL PANEL Tra i componenti del panel vi è chi utilizza il tempo operatorio unico e chi di regola procede con l’intervento in due tempi. I patologi presenti fanno notare come l’uso estensivo del congelatore rappresenti un sovraccarico di lavoro difficilemte gestibile in molte realtà della nostra regione e come a maggior ragione non sia proponibile nella pratica clinica l’utilizzazione di metodiche di esame al criostato più complesse, come quelle proposte dall’Istituto Europeo di Oncologia, che consentirebbero un abbattimento dei tassi di falsa negatività. Inoltre, si sottolinea che le risorse risparmiate evitando gli esami estemporanei a tappeto consentirebbe di indirizzarle al fine di migliorare la sensibilità dell’esame istologico definitivo, aumentando il numero di sezioni da esaminare. In base a queste osservazioni e ai risultati della revisione della letteratura, il panel concorda che non sia ragionevole voler codificare rigidamente quale sia la procedura migliore, ma che sia necessario razionalizzare la scelta in base sia alle caratteristiche del tumore primitivo che alle peculiarità organizzative di ciascun Centro. Per quanto riguarda le caratteristiche del tumore primitivo, è evidente che l’intervento in tempo unico con uso del congelatore è tanto più vantaggioso quanto maggiore è la probabilità di trovare macrometastasi nel linfonodo sentinella. Per contro, la presenza di un linfonodo sentinella negativo o di sola micrometastasi, che non sono usualmente riconosciute al criostato, favorirebbe l’impostazione in due tempi. Poiché le dimensioni del tumore primitivo costituiscono il principale fattore predittivo del rischio di metastasi linfonodali, si ritiene ragionevole limitare l’uso dell’esame al congelatore alle pazienti con tumori superiori al centimetro di diametro, il cui rischio di positività linfonodale è superiore al 20% circa. Inoltre, nei casi sottoposti a microbiopsia preoperatoria, si può valutare anche l'eventuale presenza di invasione linfovascolare, che potrebbe costituire un indicazione al congelatore in quanto costituisce un importante fattore di rischio di positività dell'ascella. Considerato che la percentuale di pazienti che alla diagnosi presenta tumori T1a-b è circa del 30%, si alleggerirebbe in questo modo notevolmente il costo ed il carico di lavoro per le Anatomie Patologiche, contenendo il rischio di reintervento sull’ascella a meno di un caso su cinque. Inoltre i tumori inferiori ad 1 cm sono più spesso trattabili con interventi conservativi di modesta estensione, permettendo di risolvere il problema della paziente con un unico intervento in regime di day surgery in un’elevata percentuale di casi. Per contro, pazienti con tumori più grossi e quindi con un maggior rischio di necessitare di una linfadenectomia completa dell’ascella o pazienti in cui la sede del tumore richieda una mastectomia, sono più propriamente trattate con la verifica intraoperatoria dello stato del sentinella. Per quanto riguarda le peculiarità organizzative dei diversi Centri, è chiaro che in quelli dotati di un’Anatomia Patologica con patologi dedicati e con un basso tasso di errore al congelatore la metodica in tempo unico possa essere maggiormente considerata, mentre in quelli con minori disponibilità in questo senso e con prevalente attività di day surgery, le indicazioni alla procedura in due tempi possa essere favorita. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 33 RACCOMANDAZIONI CONCLUSIVE -La BLS è praticabile sia nel corso di un intervento in anestesia generale, prevedendo l’esame estemporaneo e l’eventuale linfadenectomia ascellare immediata in caso di positività, sia come intervento in anestesia locale/sedazione con solo esame istologico definitivo e svuotamento ascellare differito in caso di positività del linfonodo sentinella. La scelta tra le due modalità operative dovrà tener conto delle peculiarità organizzative del Centro coinvolto. Tra i criteri di scelta tra i due possibili approcci, è importante la probabilità stimata di interessamento dei linfonodi ascellari: in linea generale, viene sconsigliata la richiesta di esame estemporaneo del linfonodo sentinella nel caso di tumori mammari inferiori ad 1 cm (T1ab), data la relativamente bassa probabilità di positività linfonodale. Questi casi sono preferibilmente candidati alla metodica in due tempi. 34 Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario MEDICINA NUCLEARE 5 - GIVOM: PROTOCOLLO MEDICO-NUCLEARE PER LA RICERCA DEL LINFONODO SENTINELLA MAMMARIO SCOPI Il seguente protocollo ha lo scopo di definire le modalità operative relative all’esecuzione della scintigrafia del linfonodo sentinella ascellare nel cancro mammario. La procedura descritta può interessare anche gli altri specialisti coinvolti nella BLS (chirurghi, patologi), per una migliore conoscenza del processo nel suo insieme. Inoltre, il presente protocollo può fornire uno standard di riferimento confrontabile per le diverse Unità Operative di Medicina Nucleare coinvolte nella procedura di identificazione del linfonodo sentinella sia nella pratica quotidiana che nell’ambito di studi collaborativi. DEFINIZIONE La scintigrafia del linfonodo sentinella mammario è uno studio topografico per immagini che registra la distribuzione di un tracciante radioattivo lungo i canali linfatici drenanti da un distretto mammario sede di una lesione mammaria sospetta. Consente la visualizzazione del linfonodo sentinella o delle stazioni linfonodali più prossime alla lesione, attraverso l’acquisizione di immagini planari (bidimensionali) ortogonali e/o topografiche (tridimensionali). PRINCIPIO I vasi linfatici drenano le particelle colloidali marcate con 99m-Tc dall’interstizio della sede di inoculo alle stazioni linfonodali, permettendo di ottenere immagini topografiche e morfologiche dei linfonodi. Le vie di iniezione del tracciante suggerite nel presente protocollo sono quella intra/subdermica nella cute sovrastante il tumore o quella subareolare. Non vengono prese qui in considerazione le altre possibili vie di inoculo (intratumorale e peritumorale profonda), anche se ciò chiaramente non preclude il loro utilizzo. MODALITA’ OPERATIVE 1-Precauzioni Gravidanza: la scintigrafia del linfonodo sentinella dovrebbe essere differita nelle donne in gravidanza. L’esame non è controindicato in gravidanza quando i benefici attesi dall’esame superino per importanza il rischio di danni fetali da radiazione, peraltro molto modesto. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 35 Allattamento: la quantità di radiofarmaco trasferita dall’interstizio nel sangue e dal sangue al latte è scarsissima, tuttavia appare prudente consigliare la sospensione dell’allattamento per 24 ore dopo la somministrazione del radiofarmaco. 2-Preparazione della paziente Non è prevista nessuna particolare preparazione dietetica o farmacologia. La paziente viene informata, anche attraverso moduli appositamente predisposti, sulle modalità e i tempi di attesa dell’esame. 3-Anamnesi ed esame obiettivo 36 Anamnesi di eventuali precedenti interventi mammari. Prendere in visione la mammografia ed altri eventuali esami strumentali delle mammelle eseguiti dalla paziente.Localizzazione mediante palpazione del nodulo mammario interessato, che di regola deve essere già stato segnato in cute con una penna dermografica dal chirurgo responsabile della paziente. Nel caso che la via di iniezione prevista sia diversa da quella intra/subdermica sulla cute sovrastante il nodulo, il modulo di richiesta dell’esame deve contenere chiaramente la motivazione e la sede di inoculazione richiesta (ad es. subareolare). 4-Radiofarmaco I radiofarmaci indicati nella scintigrafia del linfonodo sentinella sono tutti colloidi marcati con Tecnezio e quelli maggiormente utilizzati sono i colloidi preparati e marcati a partire da albumina umana. Il radiofarmaco commerciale di questo tipo registrato per la linfoscintigrafia e quindi più usato è l’Albumina Umana Nanocolloidale (nome commerciale Nanocoll). Il Nanocoll è composto da microparticelle di albumina umana colloidale proveniente da sangue umano testato secondo le regole EEC e quindi non reattivo a virus epatite B e C e virus HIV 1-2. Le dimensioni medie delle micelle sono inferiori a 80 nm. Il farmaco viene marcato a freddo con 99m-Tc. Utilizzando una siringa sterile , si introducono nel flacone di Nanocoll da 1 a 5 ml di 99m-Tc (Sodio Pertecnetato) avente radioattività compresa tra 185 e 5550 MBq (5-150 mCi). Dopo agitazione del flacone, si preleva con siringa monouso la quantità di radiofarmaco prevista, controllando nel misuratore di dose la radioattività specifica per la paziente. Il controllo di qualità del radiofarmaco viene espletato mediante sistema cromatografico su carta. 5-Dosi e vie di somministrazione La dose raccomandata nel caso che l’intervento chirurgico sia pianificato per il giorno successivo (intervallo di 18-30 ore) è di 20-50 MBq in 0.20.3 cc di volume aspirato in una siringa sterile da 1 cc. Nel caso che l’iniezione del tracciante sia eseguita lo stesso giorno dell’intervento chirurgico ( intervallo 2-6 ore), la dose raccomandata è di 4-8 MBq. La via di somministrazione standard, nel caso di tumori unici palpabili, è quella intra-subdermica in corrispondenza della proiezione cutanea del tumore, che di regola viene segnata in cute dal chirurgo. L’eccezione è rappresentata da tumori mammari palpabili in stretta prossimità dell’ascella, nel qual caso può essere preferibile l’iniezione subareolare per evitare difficoltà alla localizzazione intraoperatoria dovuta al fenomeno dello shining-through (radiazione diffusa dalla sede di inoculo). Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario Nel caso di tumori mammari precedentemente escissi, il tracciante va iniettato in due o più frazioni ai lati della cicatrice chirurgica. Nel caso di tumori multipli e di tumori non palpabili, la via di somministrazione standard è quella subareolare. L'iniezione subareolare viene generalmente fatta nel settore supero-esterno dell'areola, ma anche altri settori areolari possono essere utilizzati (ad esempio quello corrispondente al quadrante sede del tumore) o si può procedere con inoculi multipli. Le modalità di iniezione subareolare non modificano il risultato, esistendo in questa sede un plesso linfatico unico. Allo scopo di evidenziare anche i vasi linfatici di drenaggio, l’acquisizione della linfoscintigrafia dovrebbe essere iniziata entro 3-5 minuti dall’iniezione. 6-Posizionamento della paziente ed acquisizione Di norma, l’acquisizione prevede le due proiezioni anteriore e obliqua laterale. Il corretto posizionamento della paziente per la proiezione anteriore prevede che la paziente, a torace nudo, sia posta in posizione supina, con le braccia sopra la testa che possibilmente deve essere mantenuta dritta. Per acquisire correttamente la proiezione obliqua laterale, la paziente va messa in posizione laterale, con le gambe flesse e sovrapposte per dare stabilità alla posizione. Le braccia vanno estese sopra la testa il più possibile, per consentire di avvicinare al massimo la gammacamera al piano teorico della stazione linfatica interessata. Il braccio della parte in esame va possibilmente anche estroflesso verso l’alto per svolgere maggiormente l’ascella in esame. alvolta è vantaggioso eseguire l’esame in stazione eretta o in proiezione laterale, sfruttando l’effetto gravitazionale per allontanare la zona di inoculo dalla sede del linfonodo sentinella. Queste eventualità vanno segnalate nel referto. In qualsiasi proiezione vanno applicati i seguenti accorgimenti: -Il punto di inoculo e l’ascella omolaterale devono essere posizionate nel campo di visione della gammacamera. -Il punto di inoculo può essere schermato con un piccolo disco di piombo. -Per creare un’immagine del profilo corporeo si dispone sotto il lettino diagnostico una debole sorgente piatta radioattiva omogenea (Co67); in alternativa il profilo corporeo può essere ottenuto manualmente delineando le regioni di intyeresse con una penna di Co67. Devono essere eseguite immagini in sequenza fino alla completa ed ottimale visualizzazione del linfonodo sentinella. E’ fortemente raccomandabile eseguire anche un’immagine tardiva con le medesime procedure, allo scopo di evidenziare eventuali linfonodi sentinella soprannumerari. Un'altra possibilità è di eseguire una proiezione laterale, anch'essa finalizzata ad allontanare la sede di inoculo dall'ascella. 7-Marcatura della proiezione in cute del linfonodo sentinella Sfruttando la possibilità di aumentare la persistenza o di fissare l’immagine, si procede alla segnalazione della proiezione cutanea (nella posizione laterale) del linfonodo sentinella visualizzato, utilizzando una penna radioattiva ed un comune pennarello indelebile. La posizione di questo segno può non coincidere esattamente con la posizione evidenziata in sala operatoria dalla sonda gamma, a causa della possibile diversa posizione della paziente durante la scintigrafia e sul letto operatorio. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 37 8-Trasferimento ed elaborazione dell’esame Una volta salvato, l’esame viene trasferito nella memoria del computer per l’elaborazione. Le immagini acquisite devono essere opportunamente elaborate per consentire la migliore visualizzazione di ciò che verrà segnalato nel report inviato al chirurgo. 9-Refertazione dell’esame 38 La stampa è in doppia copia. La refertazione deve comprendere: -La descrizione della sede della lesione tumorale e dell’eventuale punto segnato in cute dal chirurgo. -La descrizione del tipo di iniezione eseguita (unica, multipla), della sua sede e del volume inoculato in ml. -La descrizione dell’ammontare della radioattività inoculata in MBq. -La descrizione del numero delle vie linfatiche visualizzate e della direzione del drenaggio. -La descrizione del numero dei linfonodi visualizzati, del loro rapporto con le vie linfatiche evidenziate e del gradiente relativo di fissazione -Può essere utile specificare l’uptake del sentinella o dei sentinella rispetto alla dose somministrata (in % della dose somministrata) -Descrizione del segno o dei segni eseguiti sulla cute, con la descrizione della proiezione e della posizione del braccio al momento in cui sono stati eseguiti. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 6 - PROTOCOLLO PER I CONTROLLI DI QUALITÀ DELLE SONDE INTRAOPERATORIE UTILIZZATE CON I GAMMA COUNTER PREMESSA I sistemi in esame sono strumenti per la rilevazione della radioattività con specifica applicazione in campo medico chirurgico. Sono pertanto considerati “attrezzature radiologiche” ai sensi del D.L.vo 187/00. Poiché le sonde vengono utilizzate in sala operatoria durante l’intervento, il chirurgo ha la funzione di responsabile dell’attività radiodiagnostica in quanto risulta complementare all’esercizio clinico dell’attività specialistica. E’ di competenza del responsabile dell’apparecchiatura radiologica nominato dal responsabile della struttura produttiva ( come definito dal D.L.vo 187/00 ) provvedere a che siano adottati protocolli scritti di riferimento per ciascuna sonda nonché stabilire adeguati programmi di garanzia della qualità, compresi i controlli di qualità. I programmi di garanzia sulla valutazione della dose e sull'attività' somministrata ai pazienti fanno parte dell’attività specialistica di Medicina Nucleare. I controlli di qualità vengono affidati ad un fisico sanitario specialista ( esperto in fisica medica D.L.vo 187/00 ) nominato dal responsabile della struttura operativa. Il responsabile dell'apparecchiatura radiologica, avvalendosi dell'incaricato dell'esecuzione dei controlli di qualità, predispone il protocollo di esecuzione delle prove necessarie ad esprimere il proprio giudizio di idoneità. Le procedure dei controlli di qualità di seguito descritte si basano su quanto è stato elaborato dalle associazioni scientifiche nazionali AIFM, AIMN, GISCRIS e FONCAM che a loro volta hanno fatto riferimento al documento “Quality control of nuclear medicine instruments 1991” redatto dall’organismo europeo IAEA. 6.1- TIPOLOGIA DEI CONTROLLI DI QUALITA' E LORO PERIODICITA' Come previsto dal succitato D.L.vo 187/00, i controlli da effettuare sono suddivisi in prove di accettazione, prove di stato e prove di costanza come di seguito specificato. Le prove di accettazione sono eseguite all’acquisizione di nuove sonde e i risultati sono confrontati con i dati dichiarati dal costruttore. Le prove di stato sono eseguite subito dopo importanti interventi tecnici di manutenzione e/o sostituzione. Le prove di costanza sono eseguite periodicamente e i risultati sono confrontati con i dati ricavati dalle prove di accettazione o dalle prove di stato. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 39 40 * è possibile che non si possano effettuare su alcuni tipi di apparecchiature; ** solo se vengono usati più radioisotopi o emettitori multipicco. La precedente tabella indica anche l’ordine in cui le prove vengono eseguite nelle rispettive classi e frequenza di esecuzione sia per necessità che per convenienza. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 6.2- MATERIALI PER L'ESECUZIONE DEI CONTROLLI Per garantire una esecuzione rapida e precisa dei controlli si deve disporre di quanto segue: 1)Una sorgente sigillata puntiforme di 57Co calibrata ( Ø area attiva < 1 m ) di attività 370 kBq indispensabile per il controllo in ogni giorno d’uso. Il 57Co può essere sostituito con il 99mTc, purchè venga assicurata la sigillatura della sorgente contro perdite per evaporazione e si tenga conto, ove necessario, del decadimento radioattivo. Nelle misure di sensibilità l’impiego del 99mTc comporta un notevole aumento di fonti di errore poiché in questi casi è richiesta la misura dell’attività di una sorgente ogni volta diversa, per cui l’accuratezza del risultato finale risente anche dell’accuratezza del calibratore di dose. Una simile procedura risulta in pratica inattuabile in ogni giorno d’uso. 2)Una sorgente puntiforme di 99mTc per le misure di linearità di conteggio con il metodo del decadimento. 3)Un portasorgente in plastica ( figura 1 ) realizzato presso una officina meccanica o di un kit disponibile in commercio per riprodurre fedelmente la geometria; 4)Un treppiedi con morsetto realizzato presso una officina meccanica o di un kit disponibile in commercio per fissare la posizione della sonda e muovere la sorgente nelle misure di risoluzione spaziale; 5)5 lastre di PMMA 10x10 cm dello spessore di 1 cm preparate presso una officina meccanica o di un kit disponibile in commercio da utilizzare come attenuatori e diffusori nelle misure di curve di trasmissione in assorbitore e di risoluzione spaziale nel mezzo. 6)1 lastra di PMMA come ulteriore portasorgente realizzata presso una officina meccanica o di un kit disponibile in commercio per le misure di risoluzione spaziale. FIGURA 1: il portasorgente Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 41 6.3 - MODALITÀ DI ESECUZIONE DEI CONTROLLI 6.3.1-SICUREZZA ELETTRICA - MARCATURA CE 1 Tipo di prova Accettazione. 2 Marcatura CE Ai sensi dei D. L.vo 46/97 tutte le apparecchiature di uso clinico devono possedere la marcatura CE. Qualora tale marcatura non fosse affissa all'apparecchiatura, si richiederebbe la certificazione alla ditta costruttrice. In caso di assenza della certificazione, verrebbe informata l’ingegneria clinica o il servizio tecnico. La legge prevede la notifica all'autorità e il sequestro dell'apparecchiatura. 42 3 Sicurezza elettrica Le sonde intraoperatorie rientrano nella classe di strumenti con parti applicate al paziente. Pertanto devono essere accompagnate da idonea certificazione. In fase di accettazione viene fatto eseguire un collaudo elettrico dall'Ufficio Tecnico per accertare la conformità ai requisiti di legge. 6.3.2 - ISPEZIONE GENERALE 1 Tipo di prova Accettazione, stato, costanza annuale. 2 Scopo Verificare le condizioni generali dell'apparecchio. 3 Procedura a -Si esamina l'involucro esterno per escludere danni evidenti. In particolare escludere la presenza di incisioni o fenditure sulla finestra e la schermatura del cristallo rivelatore. b -Si esaminano tutti i dispositivi di controllo, i componenti inseriti, i bottoni e gli interruttori. Si verifica l'assenza di manopole non serrate ai rispettivi potenziometri, di dispositivi di controllo di difficile messa a punto, di moduli o schede difficili da inserire, di interruttori poco affidabili. c -Si esaminano tutti i connettori disponibili, gli spinotti e le prese per escludere la presenza di danni evidenti. d -Si esaminano tutti i collimatori e gli altri accessori (caricabatteria) verificandone la presenza e l'integrità. e -I manuali d'uso e di manutenzione sono sempre a disposizione per eventuali consultazioni. f -Si controlla la sede di tutti i fusibili verificando la disponibilità dei loro ricambi. g -Si verifica la compatibilità dell'alimentazione richiesta dall'apparecchio con quella disponibile di rete effettuando le eventuali regolazioni necessarie. h -Si verifica l'assenza di difetti meccanici alla sonda, con particolare riguardo alla sicurezza per il paziente e l'operatore (assenza di parti o spigoli pungenti o taglienti) Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario i - Si riportano sul Manuale per la Garanzia della Qualità tutte le parti dello strumento e degli accessori, le condizioni in cui sono stati consegnati, con particolare riferimento a qualunque danno, inefficienza o rottura, e le azioni correttive intraprese. 4 Osservazioni L'ispezione generale viene effettuata non appena ricevuto lo strumento, cosicché il fornitore può essere informato di qualunque danno, inefficienza o rottura prima dello scadere della garanzia. 6.3.3 - RATEO DI CONTEGGIO DI FONDO 1 Misura dei conteggi di fondo integrale a - 1 Tipo di prova Accettazione, stato, costanza mensile b - Scopo Verificare i conteggi di fondo dello strumento in condizioni in cui un aumento qualunque del conteggio di fondo sia prontamente osservabile. c - Procedura - Si fissa la tensione al rivelatore e il guadagno dell'amplificatore per l'uso con 99mTc. - Si apre al massimo la finestra energetica, posizionando la soglia inferiore ad un'energia sufficientemente bassa (ma non sotto i 50 KeV). - Si imposta il massimo tempo di conteggio consentito. - Si effettua il conteggio. - Si ripete la prova muovendo vigorosamente la sonda durante il conteggio, in modo da sottoporre il cavo ad una notevole curvatura. d - Ulteriori Procedure La medesima procedura viene effettuata per ogni sonda utilizzata. e - Interpretazione dei risultati Le sonde mostrano generalmente un conteggio di fondo integrale molto basso, con un rateo di circa 1 cps. Una componente aggiuntiva può essere causata da rumore elettronico se la soglia inferiore viene posta a valori troppo bassi. Data la bassa statistica in gioco, il conteggio di fondo integrale è soggetto a fluttuazioni, ma si controlla che non vari significativamente rispetto a quello misurato in sede di accettazione. Una lieve variazione può essere attribuita ad un aumento reale del fondo ambientale. Generalmente guasti seri, quale ad esempio un cortocircuito nel cavo, implicano un aumento di qualche ordine di grandezza nei conteggi di fondo, e sono identificabili senza alcuna ambiguità. 2 Misura dei conteggi di fondo in condizioni operative a - Tipo di prova Costanza ad ogni giorno di utilizzo b - Scopo Verificare i conteggi di fondo dello strumento in condizioni in cui un aumento qualunque del conteggio di fondo sia prontamente osservabile. c - Procedura Si fissa la tensione al rivelatore e il guadagno dell'amplificatore perl'uso con l'isotopo di utilizzo. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 43 - Si imposta la finestra energetica che viene impiegata usualmente con l'isotopo di utilizzo. - Si imposta il massimo tempo di conteggio impiegato in sala. - Si effettua il conteggio. - Si ripete la prova muovendo vigorosamente la sonda durante il conteggio, in modo da sottoporre il cavo ad una notevole curvatura. d - Osservazioni In presenza di paziente iniettato, si allontana la sonda di qualche metro dalla sede di inoculo e non si rivolgere il rivelatore verso la stessa. La procedura viene effettuata per il canale elettronico utilizzato in quella giornata. e - Interpretazione dei risultati Le sonde mostrano generalmente un conteggio di fondo estremamente basso, dell'ordine di 10 conteggi in un minuto. Generalmente guasti seri, quale ad esempio un cortocircuito nel cavo, implicano un aumento di qualche ordine di grandezza nei conteggi di fondo, e sono identificabili senza alcuna ambiguità. 44 6.3.4 - TEMPORIZZATORE E CONTATORE 1 Tipo di prova Accettazione, stato, costanza annuale. 2 Scopo Verificare la correttezza degli intervalli temporali impostabili. 3 Procedura - Si posiziona una sorgente nel portasorgente e si fissa l'insieme alla sonda. - Si imposta il massimo tempo di conteggio possibile. - Si effettua un conteggio registrando il valore n i ottenuto. Si verifica con un cronometro che la durata impostata corrisponda al tempo misurato dal cronometro. Il valore ni dovrà essere di almeno 2500 conteggi, per avere un errore statistico inferiore al 2%. Se i conteggi risultano inferiori a 2500, si effettua un numero di ripetizioni tali da superare questa soglia e si registra la media. - Si riduce progressivamente la scala dei tempi scegliendo alcune scale di tempi significative per l'uso clinico ( 60, 10, 5 sec ) e si ripete la prova. 4 Analisi dati - Si calcola la deviazione standard •i di ni. - Si calcola i ratei di conteggio ri e •(ri) = •i / ti per le varie scale di tempi. - Si calcola il valore medio globale r e •(r) con la propagazione degli errori combinando le •(ri). 5 Criterio di accettabilità Si verifica che ogni rapporto ri non sia significativamente diverso da r. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 6.3.5 LINEARITA’ DI CONTEGGIO 1 Tipo di prova Accettazione, stato. 2 Scopo Determinare il limite di linearità, definito come il rateo di conteggio reale n tale per cui il rateo di conteggio misurato m sia inferiore del 10% rispetto a n. La prova di linearità è essenziale ai fini dei controlli qualità, mentre non ha rilevanza dal punto di vista clinico, in quanto i ratei misurati sui paziente sono sempre nettamente al disotto del limite di linearità. Invece la posizione del picco energetico, la risoluzione energetica e la risoluzione spaziale possono essere fortemente distorte da un rateo di conteggio eccessivo, facilmente ottenibile in laboratorio con sorgenti puntiformi a contatto dei rivelatore. Un limite di linearità orientativo è 2500 cps per scintillatori e 10000 cps per semiconduttori. Pertanto l'esecuzione di questa prova risulta molto importante prima di qualunque altro controllo, previo un controllo non approfondito della calibrazione in energia. Mediante la prova di linearità si determina il modello che meglio descrive la curva linearità del sistema di rivelazione. 3 Metodo Fra i due metodi possibili, ovvero il metodo del decadimento e quello del frazionamento, si ritiene assolutamente più affidabile il primo, poiché il secondo è affetto da notevoli errori sperimentali. 4 Materiali Sorgente di 99m Tc 5 Procedura - Si prepara una sorgente puntiforme depositando una goccia di 99mTc in un contenitore con tappo a tenuta in modo da impedire l'evaporazione della soluzione. L'attività della sorgente è tale da fornire un rateo di conteggio di qualche decina di kcps.: 40 kcps iniziali sono ritenuti ideali per una determinazione accurata della curva. - Si fissa la tensione al rivelatore e il guadagno dell'amplificatore per l'uso con 99mTc - Si imposta la finestra energetica per il 99mTc - Si fissa saldamente la sorgente a contatto del rivelatore. Il sistema sorgente-rivelatore non viene spostato per tutta la durata della misura (un paio di giorni). - Si imposta un tempo di conteggio tale da ottenere almeno 10000 conteggi per ottenere un errore statistico inferiore all' 1 %. - Si accende lo strumento. Si attende il riscaldamento. Si effettua un conteggio (o più). Si registra l'istante corrispondente al punto medio dell'intervallo di misura e il rateo di conteggio (medio) ottenuto. Si spegne lo strumento. - Si ripetono i conteggi ad intervalli regolari per k volte, fino a che il rateo di conteggio è diminuito di due ordini di grandezza rispetto a quello iniziale, e comunque sia minore di 500 cps. E' importante avere un errore relativo minore possibile nell'ultimo conteggio effettuato (vedi seguito). Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 45 46 6 Analisi dati Si riporta in un foglio elettronico gli orari di misura ti e i corrispondenti ratei di conteggio misurati mi. Si calcola inoltre i ratei di conteggio reali ni correggendo a ritroso per il decadimento l'ultimo valore misurato mk. Ciò equivale ad assumere che l'ultimo conteggio effettuato non sia affetto da tempo morto, ossia che mk = nk. Dato che l'errore relativo di mk si propaga su tutti gli ni, è conveniente avere la più alta statistica possibile su mk. Si costruisce il grafico del rateo dei conteggi misurati in funzione del rateo di conteggio reale m = m(n), che fornisce una chiara visualizzazione della curva di linearità del dispositivo. Se il rateo di conteggio iniziale è stato sufficientemente elevato, una semplice osservazione della curva permette di attribuire il comportamento al modello non paralizzabile (asintoto orizzontale, la curva non ha massimi) o paralizzabile (la curva ha un massimo e poi tende a zero). Per determinare il limite di linearità, si costruisce invece il grafico del rapporto m/n in funzione di n. Si interpolano i dati con una curva opportuna (per i punti a ratei più bassi è sufficiente un polinomio di secondo grado). Il valore di n per cui il rapporto vale 0.90 è il rateo limite di linearità. 7 Osservazioni Per sistemi captatori con più di un canale di conteggio, utilizzati per determinazioni quantitative su paziente, la procedura dovrebbe essere ripetuta per ogni canale di conteggio. Per le sonde intraoperatorie è sufficiente una misura su un solo canale, dato che in clinica non vengono mai raggiunti elevati ratei di conteggio. Un'impurità radionuclidica nel 99mTc usato per la misura può causare notevoli errori di misura. Tale impurità può comunque essere identificata prolungando la misura ed esaminando sperimentalmente il tempo di dimezzamento. Anche variazioni di sensibilità dovuti a spostamento del picco durante l'arco di tutta misura possono simulare deviazioni dalla linearità. 8 Interpretazione dei risultati L'importante ma unica nota relativa alla linearità di conteggio è il limite di linearità, che viene osservato scrupolosamente durante l'effettuazione dei controlli di qualità. 9 Limite di accettabilità Non ha senso porre un limite di accettabilità in questo ambito. Ogni tipo di apparecchiatura ha un tempo morto legato alle caratteristiche costruttive. In generale le sonde a CdTe hanno un tempo morto inferiore ai scintillatori accoppiati a fotomoltiplicatori. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 6.3.6 - CALIBRAZIONE IN ENERGIA 1 Tipo di prova Accettazione, stato, costanza mensile 2 Scopo Verificare la corrispondenza tra posizione della finestra energetica e posizione del picco. 3 Materiali Una sorgente di 57 Co. 4 Procedura Tramite la visualizzazione dello spettro la procedura è immediata. Diversamente non è possibile e comunque complesso. 5 Osservazioni Per limitare l'errore statistico, si devono avere almeno 2500 conteggi nel massimo, ottenuti con un rateo inferiore ai limite di linearità. Si ripete la procedura con tutte le sonde. 6 Criterio di accettabilità La sonda viene sospesa dall'uso se la posizione sperimentale del picco dista da quella appropriata per più o meno di metà della risoluzione energetica. Si effettuano ulteriori indagini e correzioni anche per scostamenti inferiori. 7 Azioni correttive Per modificare la posizione del picco si agisce secondo le indicazioni del manuale e si ripetere la procedura sino a ottenere la calibrazione desiderata. 8 Determinazione della larghezza della finestra energetica L'impostazione della finestra energetica stretta è possibile mediante un pulsante, ma il costruttore non specifica la larghezza della finestra ottenuta in tal modo. Se lo spettro presenta una regione (ben al di sotto dei picco fotoelettrico) in cui l'andamento sia ragionevolmente approssimabile con un segmento di retta, è allora possibile stimare in modo approssimato l'ampiezza della finestra. Si considera il trapezio sotteso dallo spettro f(E) ed avente come basi i segmenti verticali f(70) e f(100). L' area A di questo trapezio è data dalla differenza di conteggi ottenuti con due misure integrali, con soglie inferiori a 70 e 100 keV: A = C(70) - C(100). Tale area è la stessa del rettangolo equivalente avente la stessa altezza dei trapezio (30 keV) e come base f(85). Quindi f(85) = A / 30. Ora, impostando la finestra stretta di ampiezza dE, ossia effettuando una misura differenziale, si ha che i conteggi a 85 keV, CdE(85) sono il prodotto di f(85) x dE. Quindi dE = CdE(85) / f(85). Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 47 FIGURA 2 48 6.3.7 - RISOLUZIONE ENERGETICA 1 Tipo di prova Accettazione, stato, costanza mensile 2 Scopo La misura della risoluzione energetica è l'indice più importante dello stato del cristallo rivelatore. Questa misura viene fatta mensilmente. (Nota: questa prova viene eseguita in concomitanza con la prova mensile di calibrazione in energia) 3 Impatto clinico La determinazione della forma dello spettro è cruciale dal punto di vista clinico per quanto riguarda l'impostazione della finestra di discriminazione. 4 Materiali Una sorgente di Co 57 5 Procedura La visualizzazione dello spettro e i conteggi-canale, permettono una procedura immediata. Diversamente non è possibile e comunque complesso. Questa prova viene eseguita in concomitanza della calibrazione in energia, utilizzando gli stessi dati. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 6 Osservazioni Per limitare l'errore statistico, si cerca di avere almeno 2500 conteggi nel massimo, ottenuti con un rateo inferiore al limite di linearità. La procedura viene ripetuta su tutti i canali e con tutte le sonde. In questa misura è cruciale l'ampiezza della finestra. Infatti lo spettro ottenuto sperimentalmente è la convoluzione dello spettro reale del rivelatore con la funzione a gradino che descrive la finestra. Pertanto tanto più larga è quest'ultima, tanto maggiore sarà la FWHM risultante. 7 Analisi dati Si riporta il grafico su foglio elettronico dei conteggi in funzione dell'energia normalizzando a 100. Sonde a scintillatore Il picco fotoelettrico è ragionevolmente simmetrico e assimilabile ad una gaussiana. La risoluzione energetica è data dalla FWHM %, ove i punti a metà altezza possono essere determinati in vari modi. Per permettere un confronto dei risultati fra vari centri, si usa il metodo più semplice, ossia l'interpolazione lineare fra coppie di punti adiacenti. Tale procedimento sovrastima la FWHM effettiva della gaussiana. Sonde a semiconduttore Per questi dispositivi il picco è fortemente asimmetrico. Adottare un metodo simile al precedente analizzando la sola metà destra del picco e raddoppiando la semi UHWHM ottenuta. .8 Criterio di accettabilità In fase di accettazione, si confrontano i valori e la metodologia dichiarati dal costruttore. In fase di costanza, si adottano i criteri usuali. In caso di peggioramento notevole della risoluzione energetica, si richiede un immediato intervento di manutenzione correttiva. NOTA IMPORTANTE: FINESTRA STANDARD Una volta determinata la risoluzione energetica dello strumento, ha senso domandarsi quale sia la miglior finestra energetica da impostare. Il problema viene affrontato esclusivamente dai punto di vista fisico, sottolineando che la scelta ideale per l'uso clinico è una questione assolutamente non banale, qualora si voglia trovare un criterio scientifico di ottimizzazione della sensibilità e specificità della sonda. Al fine di confrontare in modo sensato la sensibilità di sonde diverse, viene definita una finestra energetica tale che la porzione di spettro accettata sia la stessa nelle diverse situazioni. Pertanto si definisce come "finestra standard" quella centrata sul picco fotoelettrico e di ampiezza pari al doppio della FWHM in energia. Questa scelta riprende il caso della maggioranza delle gammacamere, per le quali ad una risoluzione del 10% a 140 keV corrisponde una finestra di ampiezza 20%, centrata sul picco. L'impostazione della finestra standard è purtroppo possibile solo su alcuni dispositivi in commercio. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 49 6.3.8 - PRECISIONE DI CONTEGGIO (test dei chi quadro) 1 Tipo di prova Accettazione, stato, costanza mensile 2 Scopo Escludere malfunzionamenti dello strumento 3 Materiali Una sorgente di 50 57 Co o di 99m Tc 4 Procedura - Fissare la tensione ai rivelatore e il guadagno dell'amplificatore per l'uso con 99mTc anche se per la prova si utilizza 57Co - Impostare la finestra per l'uso con 99mTc - Fissare la sorgente e nel portasorgente, a contatto del rivelatore - Effettuare un conteggio rispettando il limite di linearità dello strumento. Ottenere almeno 10000 conteggi totali, per ridurre l'errore statistico sotto l'1%. Ciò può essere effettuato impostando con un tempo di conteggio sufficientemente lungo o effettuando più conteggi ripetuti - Ripetere 10 volte il conteggio dei punto precedente 5 Analisi dati Detta C la media dei conteggi Ci, calcolare il valore di X2 secondo la ben nota formula: X2 = [ Ý'3f ( Ci - C)2 ] / C Per un campione di 10 misure, corrispondenti a 9 gradi di libertà, i valori di X2 ad un livello di confidenza del 95% compatibili con fluttuazioni statistiche sono compresi tra 3.32 e 16.92. Valori esterni a tale intervallo hanno una probabilità inferiore al 5% di verificarsi per pura casualità, e possono indicare un guasto. 6.3.9 - SENSIBILITA' Vengono indicati due tipi dì prova: uno più complesso (tipo di prova A) e uno più semplice da eseguirsi possibilmente tutti i giorni di uso dello strumento e comunque almeno settimanalmente (tipo di prova B) 1 Tipo di prova A Accettazione (sensibilità assoluta) Stato, costanza mensile (sensibilità relativa) a - Scopo Determinare la sensibilità dello strumento. b - Materiali Una sorgente puntiforme di 57Co o di 99mTc Per la misura assoluta è necessario conoscere l'attività della sorgente. Pertanto si utilizza una sorgente calibrata. Nota: per questa misura è conveniente utilizzare i dati ottenuti con il test del X2 c - Procedura - Fissare la tensione al rivelatore e il guadagno dell'amplificatore per l'uso con 99mTc anche se per la prova si utilizza 57Co - Impostare la finestra standard, o, se questo è impossibile, quella per l'uso con 99m Tc (registrare la finestra energetica impiegata) Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario - Fissare la sorgente nel portasorgente, a contatto del rivelatore - Ottenere almeno 10000 conteggi totali, per ridurre l'errore statistico sotto l'1 %, rispettando il limite di linearità dello strumento. Ciò può essere effettuato impostando con un tempo di conteggio sufficientemente lungo o effettuando più conteggi ripetuti. - Ripetere almeno altre nove volte il conteggio precedente d - Analisi dati Calcolare la sensibilità come rapporto tra il rateo di conteggio e l'attività della sorgente. Esprimere il risultato in cps/kBq. Calcolare l’errore di misura combinando l’errore sull'attività della sorgente e l'errore dovuto alla fluttuazione statistica dei 10 conteggi e - Criterio di accettabilità In fase dì accettazione, confrontare con i valori e la metodologia dichiarati dal costruttore. In fase di costanza mensile, adottare i criteri seguenti: per variazioni maggiori di ± 10%, la sonda deve essere sospesa dall'uso per variazioni maggiori di ± 5%, sono necessarie ulteriori indagini 2 Tipo di prova B Costanza in ogni giorno d'uso a - Scopo Questa e' l'unica prova di costanza effettuabile su tutti i dispositivi commerciali che garantisca il buon funzionamento in ogni giorno d'uso. Essa risulta molto semplice e veloce e quindi fattibile in ogni giorno d'uso senza sforzi particolari, qualora siano disponibili la sorgente e il portasorgente descritti nel paragrafo dei “materiali per l’esecuzione dei controlli”presso il reparto di utilizzo dello strumento, o meglio all'interno della valigetta portasonda. La sorgente va custodita in un semplice contenitore piombato. b - Materiali Una sorgente puntiforme di 57Co c - Procedura - Fissare la tensione al rivelatore e il guadagno dell'amplificatore per l'uso con 99mTc anche se per la prova si utilizza 57Co - Impostare la finestra per l'uso con 99mTc - Impostare il massimo tempo di conteggio - Fissare la sorgente nel portasorgente, a contatto del rivelatore - Effettuare due conteggi d - Analisi dati Confrontare il valor medio ottenuto con il valore corretto mensilmente per il decadimento (7,4%). e - Criteri dì accettabilità Per variazioni maggiori di ± 10%, la sonda deve essere sospesa dall'uso Per variazioni maggiori di ± 5% sono necessarie ulteriori indagini f - Osservazioni E' cruciale la disponibilità di un portasorgente rigido per riprodurre fedelmente la posizione relativa tra sonda e sorgente. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 51 6.3.10 - LINEARITA' IN ENERGIA 1 Tipo di prova Accettazione, stato, costanza annuale Nota: la presente prova deve essere eseguita solo se la sonda viene usata con altri isotopi oltre quello utilizzato per la prova di calibrazione in energia. 2 Scopo Verifica della calibrazione in energia estesa a tutti gli isotopi di utilizzo 3 Materiali Sorgenti di tutti gli isotopi utilizzati con la sonda 4 Procedura Una volta verificata la calibrazione in energia con 57Co o con 99mTc, ripetere la verifica per le altre energie utilizzate. 52 5 Analisi dati Riportare su foglio elettronico i valori di energia sperimentali vs. quelli reali. Interpolare i dati con una retta e registrare l’intercetta all’origine. Registrare anche le deviazioni percentuali delle energie misurate rispetto a quelle reali. 6 Osservazioni Per sistemi dotati di più canali elettronici indipendenti di conteggio, ripetere la procedura su tutti i canali. 7 Interpretazione dei risultati Una lieve deviazione dalla linearità o un offset a zero si possono accettare purché l'impostazione delle finestre energetiche con i vari isotopi tenga conto delle posizioni reali dei picchi. 6.3.11 - RISOLUZIONE SPAZIALE E ANGOLARE 1 Tipo di prova Accettazione e stato 2 Scopo Caratterizzare la risoluzione spaziale dei vari rivelatori a disposizione in funzione dello spessore di assorbitore, dell'isotopo di utilizzo e del tipo di collimatore usato. 3 Materiali · sorgente puntiforme di 57Co o di 99mTc con parte attiva di diametro inferiore a 1 mm · foglio di carta millimetrata · cinque lastre di plexiglas di spessore 1 cm · lastra di plexiglas (il secondo portasorgente*) · treppiede con pinza (supporto sonda) Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 4 Procedura (vedi figura 3) - Fissare la tensione al rivelatore e il guadagno dell'amplificatore per l'uso con 99mTc anche se per la prova si utilizza 57Co - Impostare la finestra standard, o, in caso di impossibilità, quella per l'uso con 99mTc - Appoggiare una lastra di base sul banco di misura. Questa lastra serve a garantire la presenza di radiazione retrodiffusa, in analogia alle condizioni cliniche. - Fissare il foglio di carta millimetrata alla lastra di base con nastro adesivo. - Inserire la sorgente nel portasorgente* e appoggiare il portasorgente* alla lastra di base, sopra il foglio di carta millimetrata - Appoggiare una lastra di spessore 1 cm sopra il portasorgente - Sistemare il treppiede in modo che la sonda abbia la finestra d'ingresso del rivelatore a contatto della lastra superiore, con la faccia rigorosamente parallela alla superficie della lastra. FIGURA 3: disposizione sperimentale per la misura della risoluzione spaziale 53 - Regolare la posizione X della sonda e della sorgente in modo che l'asse dei cristallo e quello della sorgente coincidano. (Per evitare errori di posizionamento effettuare una misura partendo da valori di X anche negativi) - Effettuare un conteggio, rispettando il limite di linearità dello strumento, ed ottenendo almeno 2500 conteggi. A tal fine regolare opportunamente il tempo di acquisizione. - Registrare il rateo di conteggio in funzione della distanza X - Traslare il portasorgente in direzione X di un passo •X -'3d 2 mm - Ripetere due punti precedenti fino ad arrivare almeno ad una distanza X tale che il rateo di conteggio sia dimezzato rispetto al valore iniziale, mantenendo la stessa statistica - Effettuare la misura con la sorgente a profondità Z (spessori di assorbitore) di 1, 2, 3, 4 cm Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 5 Analisi dei dati Per ogni spessore Z di assorbitore, riportare su foglio elettronico il grafico del rateo dei conteggi in funzione dello spostamento X normalizzato a 100. Mediante interpolazione lineare tra due punti adiacenti sul grafico, calcolare la coordinata X1/2 (Z) tale per cui si ha il dimezzamento. La risoluzione spaziale è definita da 2 X1/2 (Z) ossia, analogamente ai dispositivi di imaging, come la FWHM della Point Spread Function. Calcolare l'angolo di semiapertura •1/2(Z) = arc tg [X1/2 / Z] , e la risoluzione angolare, o angolo di apertura della sonda, definita in analogia con quella spaziale come: 2 •1/2(Z) 54 6 Osservazioni Per sistemi dotati di più sonde, ripetere la procedura con tutte le sonde. Per sistemi dotati di più collimatori aggiuntivi, ripetere la procedura con tutti i collimatori. Per sistemi che utilizzino più isotopi, ripetere la procedura con tutti gli isotopi. 6.3.12 - CURVA DI TRASMISSIONE IN PROFONDITA' 1 Tipo di prova Accettazione e stato 2 Scopo Caratterizzare la sensibilità della sonda in funzione della profondità della lesione nei tessuti. 3 Materiali Sorgente puntiforme di 57Co o di 99mTc con parte attiva di diametro inferiore a 1 mm Cinque lastre di plexiglas di spessore 1 cm Lastra sottile di plexiglas forata (il secondo portasorgente*) Treppiede con pinza (supporto sonda) 4 Procedura - Fissare la tensione al rivelatore e il guadagno dell'amplificatore per l'uso con 99mTc - Impostare la finestra standard, o, in caso di impossibilità, quella per l'uso con 99mTc - Appoggiare una lastra di base sul banco di misura. Questa lastra serve a garantire la presenza di radiazione retrodiffusa, in analogia alle condizioni cliniche. - Inserire la sorgente nel portasorgente* e appoggiare il portasorgente* alla lastra di base - Sistemare il treppiede in modo che la sonda abbia la finestra d'ingresso dei rivelatore a contatto del portasorgente*, con la faccia rigorosamente parallela alla superficie della lastra. - Regolare la posizione X della sonda e della sorgente in modo che l'asse del cristallo e quello della sorgente coincidano - Effettuare un conteggio, rispettando il limite di linearità dello strumento, ed ottenendo almeno 2500 conteggi. A tal fine regolare opportunamente il tempo di acquisizione. - Effettuare la misura con profondità (spessori di assorbitore) di 0, 1, 2, 3, 4 cm Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 5 Analisi dati Riportare su foglio elettronico il grafico del rateo di conteggio a X=0 normalizzato a 100 in funzione della profondità Z. 6.3.13 SCHERMATURA LATERALE 1 Tipo di prova Accettazione e di stato 2 Scopo Verificare l'efficacia del collimatore che racchiude il cristallo. 3 Materiali Sorgente puntiforme di 57 Co o 99m Tc 4 Procedura Secondo la geometria di figura 4, ottenere i conteggi C1 e C2, ripetendo più conteggi C2 fino ad accumularne qualche decina. 5 Analisi dati Calcolare il rapporto r2 / r1 =T del rateo di conteggio 6 Osservazioni Per sistemi dotati di più sonde, ripetere la procedura con tutte le sonde. Per sistemi dotati di più collimatori, ripetere la procedura con tutti i collimatori. Per sistemi che utilizzino più isotopi, ripetere la procedura con tutti gli isotopi. FIGURA 4: tenuta della schermatura laterale 6.3.14 - STATO DEL CAVO 1 Tipo di prova Costanza in ogni giorno di utilizzo 2 Scopo Escludere danneggiamenti al cavo che provochino segnali falsi di presenza di radioattività 3 Procedura La prova coincide con la prova di costanza di fondo in ogni giorno di utilizzo. 6.3.15 - TEST BATTERIE 1 Tipo di prova Costanza in ogni giorno di utilizzo 2 Procedura Prima di qualunque altra misura o utilizzo, verificare la carica della batteria come indicato dal costruttore. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 55 ANATOMIA PATOLOGICA 7- GIVOM: PROTOCOLLO ANATOMOPATOLOGICO PREMESSA 56 Il Nuovo protocollo GIVOM per l’esame anatomopatologico del linfonodo sentinella nel cancro della mammella si base fondamentalmente su quello proposto dallo European Working Group on Breast Screening Pathology nel 2004, che è attualmente in corso di pubblicazione. In accordo con la classificazione UICC TNM dei tumori maligni (1), il coinvolgimento linfonodale viene classificato in (macro)metastasi (>2 mm), micrometastasi (<2 mm e >0,2 mm) e Cellule Tumorali Isolate (ITC) (<0,2 mm). Il panel ha riconosciuto che lo scopo minimo assoluto dell’esame istologico del linfonodo sentinella è quello di identificare tutte le macrometastasi (scopo non raggiunto da tutti i laboratori) (2), tuttavia si è ritenuta importante anche l'identificazione delle micrometastasi, data la loro associazione con un ulteriore coinvolgimento linfonodale. In presenza di micrometastasi nel linfonodo sentinella, infatti, il rischio cumulativo di metastasi addizionali in altri linfonodi si aggira complessivamente intorno al 18 % (3); in particolare, nel caso di micrometastasi > 1 mm (tra 1 e 2 mm), sono state trovate metastasi addizionali nei linfonodi non sentinella nel 36,4 % dei pazienti (4). Le cellule tumorali isolate (ITC) sono singole cellule tumorali o piccoli gruppi di cellule la cui dimensione massima non supera 0,2 mm e che sono generalmente rilevate mediante metodi di immunoistochimica e solo raramente con la morfologia tradizionale. Le ITC in genere non mostrano attività di tipo metastatico (per esempio proliferazione o reazione stromale) o di invasione delle pareti vascolari o dei seni linfatici. Pertanto, casi con presenza di ITC nei linfonodi o a distanza devono essere classificati come N0 o M0 rispettivamente (1). Di conseguenza, il panel ritiene che la dimostrazione delle ITC non sia l’obiettivo della pratica clinica del linfonodo sentinella, bensì un effetto secondario che va adeguatamente riportato (N0) per evitare sovrastadiazioni e conseguenti sovratrattamenti. Si raccomanda quindi di utilizzare la più recente classificazione del TNM: pN0 (sn): Con l’esame istologico non si osservano metastasi nel(i) linfonodo(i) sentinella, non valutata la presenza di cellule tumorali isolate (ITC). PN0 (i-)(sn): Con l’esame istologico non si osservano metastasi nel linfonodo sentinella, negativa la presenza di ITC mediante metodi morfologici e di immunoistochimica. PN0 (i+)(sn): Con l’esame istologico non si osservano metastasi nel linfonodo sentinella, positiva la presenza di ITC mediante metodi morfologici o di immunoistochimica. Un'ulteriore discussione del panel ha riguardato l'indicazione all'esame estemporaneo (vedi paragrafo B). Si è preso atto che nella media delle realtà sanitarie/anatomopatologiche venete, un esame istologico intraoperatorio accurato e completo non è realizzabile, con conseguente alto rischio di falsi negativi. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario Di conseguenza, si è convenuto di limitare tale esame ai casi in cui la probabilità di positività del sentinella, e quindi la probabilità che l'esame estemporaneo consenta al chirurgo di procedere immediatamente allo svuotamento ascellare completo, sia più elevata. Il criterio più semplice per selezionare questi casi è la dimensione del tumore primitivo, per cui si è raggiunto l'accordo di evitare l'esame estemporaneo in tutti i casi di tumore primitivo inferiore al centimetro di diametro (globalmente, rischio di N+ inferiore al 20%). Infine il panel ha riconosciuto la necessità di standardizzare il referto, in modo che il piano di trattamento delle pazienti non sia ostacolato dalla loro mobilità intraregionale e che gli scambi di informazioni, le raccolte dati e gli eventuali studi multicentrici ne siano favoriti. 7.1- ESAME E CAMPIONAMENTO MACROSCOPICO Eventuali linfonodi sentinella multipli devono essere identificati ed inclusi separatamente (per convenzione verranno esaminati come sentinella solamente i 3 linfonodi più captanti, segnalati dal chirurgo, mentre ulteriori linfonodi meno captanti verranno esaminati in modo tradizionale). Il materiale deve essere inviato al laboratorio di anatomia patologica “a fresco” nel caso di esame intraoperatorio, o fissato in formalina, in idoneo contenitore, per l’esame istologico definitivo. Vanno riportate le dimensioni del linfonodo/i (lunghezza, larghezza e spessore: in particolare, la misurazione dello spessore è indispensabile per stabilire e monitorare il numero/intervallo delle successive sezioni istologiche). Quando le dimensioni lo permettono (almeno 4-5 mm di spessore) il linfonodo va tagliato macroscopicamente in 2 parti lungo l’asse maggiore dalla capsula all’ilo; se di dimensioni superiori va tagliato, sempre lungo l’asse maggiore, ogni 2-3 mm (ad esempio, in un linfonodo di 9 mm di spessore vanno eseguiti almeno 3 prelievi di 3 mm di spessore). E’ sufficiente un solo prelievo di qualsiasi LS macroscopicamente metastatico o del LS positivo ad un eventuale esame intraoperatorio. I linfonodi macroscopicamente negativi vanno campionati in toto ed esaminati istologicamente: nei linfonodi di maggiori dimensioni ciò può comportare l’allestimento di più inclusioni, mentre quelli più piccoli potranno essere valutati in un’unica inclusione. 7.2-ESAME INTRAOPERATORIO Viene limitato ai casi con tumori superiori a 1 cm di diametro. L'esame può essere condotto eseguendo due sezioni in EmatossilinaEosina con intervallo di 40 micron tra l’una e l’altra. E’ necessario che il personale tecnico sia particolarmente accurato sia nell’evitare spreco di materiale, sia nell’allestire sezioni complete, comprensive della capsula linfonodale. Nei casi di linfonodi sentinella multipli, l’esame estemporaneo intraoperatorio andrà di regola richiesto solamente sul linfonodo più captante. 7.3- TAGLIO SEZIONI ISTOLOGICHE (N° SEZIONI, INTERVALLI DI SEZIONE) I blocchetti di inclusione devono essere sezionati in modo da permettere, come obiettivo minimo, l’identificazione dei depositi metastatici al di sopra di 2 mm (macrometastasi). Questo richiede l’esecuzione di sezioni con intervallo di 1 mm tra ciascun livello (5): il numero di livelli/sezioni da allestire dipenderà dallo spessore del prelievo macroscopico (ad esempio, con prelievi dello spessore macro di 3 mm saranno necessari 3 livelli/sezioni per inclusione, con spessore macro di 2 mm saranno necessari 2 livelli/sezioni per inclusione). Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 57 Si raccomanda tuttavia di porsi come standard il riconoscimento anche delle micrometastasi. Per identificare depositi micrometastatici (0,2 - 2 mm) sono necessarie sezioni multiple con intervalli di 150-200 micron (5): di nuovo, il numero di livelli/sezioni da allestire dipenderà dallo spessore del prelievo macroscopico (ad esempio, con spessore macro di 3 mm saranno necessari almeno 15 livelli/sezioni, con spessore macro di 2 mm saranno necessari 10 livelli/sezioni). La ricerca di ITC non è stata considerata dal panel come standard nella pratica clinica, e può essere perseguita solo dai Centri che ne abbiano la possibilità pratica o nell'ambito di protocolli di studio. Per l’eventuale ricerca di ITC, si può prevedere di utilizzare la procedura per la ricerca delle micrometastasi (intervalli di sezione di 150 – 200 micron), integrata con indagini di immunoistochimica con anticorpi anticitocheratine AE1/AE3 effettuate su alcuni livelli di sezione. Esempi di schemi proponibili: inclusione con spessore di 2 mm = 10 livelli di sezioni ad intervalli di 200 micron -Ematossilina-Eosina sui livelli 1, 2, 4, 5, 7, 8, 10 -AE1/AE3 sui livelli 3, 6, 9 inclusione con spessore di 3 mm = 15 livelli di sezioni ad intervalli di 200 micron -Ematossilina-Eosina sui livelli 1, 2, 3, 5, 6, 7, 9, 10, 11, 13, 14 -AE1/AE3 sui livelli 4, 8, 12, 15 7.4 - REFERTAZIONI 58 I referti devono includere: - il numero totale di linfonodi sentinella ricevuti, - qualsiasi coinvolgimento macroscopico se visto, - il numero di linfonodi coinvolti da malattia metastatica, - l’estensione della malattia metastatica (si raccomanda l’adesione alle categorie pN della 6^ edizione della classificazione TNM dei tumori maligni) (1). Se più foci metastatici sono stati identificati in un linfonodo, deve essere riportato il più grande. Il suffisso (sn) deve essere usato quando lo stato linfonodale è stato determinato solo sulla base della biopsia del LS; - se sono state usate tecniche speciali (minore distanza tra le sezioni multiple, immunocolorazioni, analisi molecolari) e se il coinvolgimento linfonodale è ricercato solo con metodi di immunoistochimica o molecolari, questo fatto deve essere evidenziato nel referto. Poiché i metodi possono differire da laboratorio a laboratorio, si raccomanda di specificare il numero dei livelli/sezioni valutati e l’intervallo di sezione. Fac-simile di refertazione anatomopatologica del Linfonodo Sentinella N° Linfonodi Sentinella ricevuti _____ In Fissativo _____ A Fresco _____ Dimensioni: Lunghezza mm _____ Spessore mm _____ Larghezza mm _____ Esame Intraoperatorio _____ Esame istologico definitivo _____ Coinvolgimento macroscopico _____ N° tagli macroscopici _____ dello spessore di mm _____ Ottenuti n° prelievi _____ inclusi in _____ blocchetto/i. N° sezioni _____ ad intervallo di 150 –200 micron. N° sezioni di immunoistochimica _____ eseguite sui livelli ________________________________ N° linfonodi coinvolti (specificare se metastasi, micrometastasi, ITC) ________________________ pN __________ Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario BIBLIOGRAFIA 1- LA CURVA DI APPRENDIMENTO 1- Schirrmeister H, Kotzerke J, Vogl F, et al. Prospective evaluation of factors influencing success rates of sentinel node biopsy in 814 breast cancer patients. Cancer Bioher Radiopharm 2004; 19: 784-790 2- Sanidas EE, De Bree E, Tsiftsis DD. How many cases are enough for accreditation in sentinel lymph node biopsy in breast cancer? Am J Surg 2003; 185: 202-210 3- Tafra L. The learning curve and sentinel node biopsy. 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Result of a questionnaire-based survey by the European Working Group for Breast Screening Pathology. J Clin Pathol 2004, 57: 695-701. 3-Cserni G, Amendoeira I, Apostolokas N, et al. Pathological work-up of sentinel lymph nodes in breast cancer. Review of current data to be considered for the formulation of guidelines. Eur J Cancer 2003, 39: 1654-1667. 4-Viale G, Maiorano E, Mazzarol G, et al. Histologic detection and clinical implications of micrometastases in axillary sentinel lymph nodes for patients with breast carcinoma. Cancer 2001; 92: 1378-84. 5-Cserni G. A model for determining the optimun histology of sentinel lymph nodes in breast cancer. J Clin Pathol 2004; 57: 467-471. 70 Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario SCHEMI RIASSUNTIVI TRACCIANTI E VIE DI INIEZIONE La tecnica raccomandata prevede l’associazione del tracciante radioattivo (Nanocoll) iniettato per via intra/subdermica sulla proiezione cutanea del tumore con il colorante vitale (Patent blue) iniettato per via subareolare. La combinazione può essere invertita a giudizio del chirurgo. L’utilizzazione del solo colorante vitale come tecnica routinaria è sconsigliata. Qualora non vi siano alternative, richiede un’adeguata esperienza prima di poter essere utilizzata. Nei tumori multicentrici è suggerita la via subareolare, eventualmente associata all’iniezione del secondo tracciante per via intra/subdermica in corrispondenza dei diversi foci tumorali. Nel caso di tumori non palpabili, il tracciante può essere iniettato per via intra/subdermica sulla proiezione cutanea della lesione o per via subareolare. Qualora si utilizzi la tecnica ROLL per i tumori non palpabili, si suggerisce la doppia iniezione di un unico radioisotopo (Nanocoll) in sede intratumorale e intradermica sulla proiezione cutanea della lesione, associata al colorante vitale per via subareolare. E’ praticabile anche l’iniezione unica di Nanocoll in sede peritumorale profonda sotto guida ecografia o stereotassica. NECESSITA' DELLA LINFOSCINTIGRAFIA La linfoscintigrafia preoperatoria fornisce utili indicazioni per la corretta pianificazione dell’intervnto e va considerata parte integrante della procedura di ricerca del linfonodo sentinella. SCHEMA DEL PROTOCOLLO MEDICO-NUCLEARE PER LA LOCALIZZAZIONE DEL LINFONODO SENTINELLA Preparazione della paziente Nessuna preparazione particolare. Necessaria informazione della paziente sulle indicazioni e l'uso clinico della scintigrafia. Radiofarmaco e dosi Nanocoll. Dosi da 20 a 50 MBq per linfoscintigrafia eseguita 24 ore prima dell'intervento, da 4 a 8 MBq per scintigrafia eseguita nella stessa giornata dell'interevento. Volume di iniezione: 0.2-0.4 ml. Sede di inoculo Vedi paragrafo "traccianti e vie di iniezione". Nei casi particolari (tumori non palpabili, tumori multicentrici, tumori già escissi), la via di iniezione andrebbe comunque discussa preventivamente con il chirurgo. Protocollo di acquisizione Acquisizione precoce dopo 10-15 minuti in proiezione anteriore e obliqua-laterale (o laterale) per evidenziare la via o le vie linfatiche. Acquisizioni sequenziali ogni 15 minuti con sorgente di emissione per profilo corporeo nelle stesse proiezioni fino alla completa visualizzazione del linfonodo sentinella. Marcatura in cute con penna dermografica del linfonodo sentinella. Molto utile una acquisizione tardiva per la visualizzazione di tutti i linfonodi perfusi dal Nanocoll. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 71 Elaborazione Utile il calcolo dell'uptake del o dei linfonodi sentinella (mandatario in ambito di studio controllato) rispetto alla dose somministrata (abitualmente 1% A.D.) Referto a- descrizione della sede della lesione tumorale; b- descrizione della sede dell'inoculo in rapporto alla conformazione della lesione e della dose, del volume utilizzati; c- descrizione del numero delle vie linfatiche visualizzate; d- descrizione della sede e del numero dei linfonodi visualizzati; d- eventuale specificazione dell'uptake del sentinella o dei sentinella visualizzati e- descrizione del segno o dei segni eseguiti sulla cute ascellare CHIRURGIA CURVA DI APPRENDIMENTO Un adeguato training deve essere seguito da tutti gli specialisti coinvolti nella procedura del linfonodo sentinella (chirurghi, medicinucleari e patologi). Per i chirurghi la curva di apprendimento dovrebbe comprendere almeno una trentina di casi, di cui almeno 10 N+. Lo standard da raggiungere è una percentuale di reperimento del sentinella >90% e un tasso di falsi negativi non superiore al 10% (non più di un caso sui dieci N+). 72 DIMENSIONI DEL TUMORE PRIMITIVO La biopsia del linfonodo sentinella dovrebbe essere routinariamente applicata alle pazienti con un tumore primitivo inferiore ai due centimetri (T1). L’indicazione per tumori di dimensioni superiori non è esclusa, ma dovrebbe essere riservata a pazienti selezionate sulla base del giudizio clinico del medico. TUMORI MULTIFOCALI E MULTICENTRICI La presenza di tumori multicentrici e/o multifocali non costituisce una controindicazione alla biopsia del linfonodo sentinella. Il tracciante può essere contemporaneamente iniettato in corrispondenza dei diversi foci neoplastici oppure, preferibilmente, essere iniettato in unica somministrazione in sede subareolare. Le due vie di iniezione possono essere associate utilizzando il doppio tracciante (radioisotopo e colorante). TUMORI PRECEDENTEMENTE ESCISSI La biopsia del linfonodo sentinella differita può di regola essere utilizzata nei casi in cui il tumore primitivo sia già stato asportato. Nel caso però di precedente quadrantectomia supero-esterna si ritiene più prudente procedere alla classica linfadenectomia ascellare. La via di iniezione del tracciante può essere intra/subdermica pericicatiziale con iniezioni frazionate o subareolare con somministrazione unica. Le due vie di iniezione possono essere vantaggiosamente associate utilizzando il doppio tracciante (radioisotopo e colorante). Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario PREGRESSA CHIRURGIA MAMMARIA O ASCELLARE Nei casi con pregresso intervento mammario di minima estensione (biopsia, asportazione di fibroadenoma, etc.) la biopsia del linfonodo sentinella può essere utilizzata.Nei casi con pregresso intervento mammario maggiore (quadrantectomie, mastoplastiche riduttive etc.), la biopsia del linfonodo sentinella può essere utilizzata solo nel caso che la sede del pregresso intervento non sia interposta tra il tumore e l’ascella. Nei casi di pregressa chirurgia dell’ascella è consigliata la linfadenectomia ascellare. ASCELLA CLINICAMENTE DUBBIA In presenza di un esame clinico fortemente sospetto per metastasi ascellari è indicato procedere allo svuotamento dell’ascella. In presenza di linfonodi palpabili di dubbio significato, ove possibile si consiglia l’ecografia ascellare con esame citologico mirato, procedendo la Biopsia del Linfonodo Sentinella (BLS) in caso di risultato negativo. Nell’impossibilità di ottenere la citologia ecoguidata, il procedimento chirurgico di scelta sarà basato sul giudizio clinico del medico, ricordando il rischio di falsa negatività del sentinella in presenza di linfonodi con metastasi massiva. Si raccomanda durante l’intervento di fare sempre l’esplorazione digitale dell’ascella e di asportare eventuali linfonodi di dimensioni e/o consistenza aumentate, anche se non sono marcati. CARCINOMI INTRADUTTALI ED ALTRI ISTOTIPI FAVOREVOLI Nelle pazienti con diagnosi preoperatoria di carcinoma intraduttale, la procedura standard consigliata è l'escissione del solo tumore primitivo. La biopsia del linfonodo sentinella va eseguita, come intervento differito, nei soli casi in cui l'esame istologico definitivo del primitivo dimostri una componente infiltrante. La biopsia del linfonodo sentinella nel corso del primo intervento è consigliata solo nei seguenti casi: a .Il trattamento del primitivo richiede una mastectomia o un'ampia demolizione del quadrante supero-esterno b.Il tumore primitivo, pur asportabile con un intervento conservativo, è di grandi dimensioni (superiore ai 2-3 cm) In presenta di carcinomi infiltranti ad istotipo” favorevole” (intraduttali microinfiltranti, papillari, tubulari, colloidi, midollari) la biopsia del linfonodo sentinella è sempre indicata PREGRESSA TERAPIA NEOADIUVANTE La Biopsia del Linfonodo Sentinella (BLS) prima o dopo trattamenti neoadiuvanti dovrebbe essere ancora limitata nell'ambito di protocolli di ricerca, salvo casi particolari. IL PROBLEMA DEI LINFONODI SENTINELLA MULTIPLI L’uso del tracciante radioattivo (meglio se associato al colorante) è la metodica di scelta per evidenziare eventuali linfonodi sentinella multipli. Il colorante da solo è poco efficace per questo scopo. In presenza di linfonodi sentinella multipli evidenziati col radiotracciante e/o col colorante, è raccomandata l’asportazione di tutti i linfonodi colorati e di quelli radioattivi con un numero di conte >10% di quelle del linfonodo più caldo. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 73 L’esame istologico dei linfonodi sentinella può essere fatto secondo il protocollo specifico limitatamente ai primi tre linfonodi marcati, mentre eventuali altri linfonodi meno radioattivi possono essere processati secondo il protocollo in uso per i linfonodi non sentinella. TRATTAMENTO DELL'ASCELLA NEI CASI CON LINFONODO SENTINELLA POSITIVO In presenza di un linfonodo sentinella metastatico c’è indicazione a procedere con la linfadenectomia ascellare di completamento. In presenza di micrometastasi nel sentinella l’indicazione resta, ma la linfadenectomia può essere evitata in casi selezionati previa un’adeguata Informazione della paziente sui rischi di persistenza di malattia in ascella. In presenza di cellule tumorali isolate nel sentinella lo svuotamento ascellare non è indicato. ASPETTI ORGANIZZATIVI DELL'INTERVENTO CHIRURGICO 74 La biopsia del linfonodo sentinella è praticabile sia nel corso di un intervento in anestesia generale, prevedendo l’esame estemporaneo e l'eventuale linfadenectomia ascellare immediata in caso di positività, sia come intervento in anestesia locale/sedazione con solo esame istologico definitivo e svuotamento ascellare differito in caso di positività del linfonodo sentinella. La scelta tra le due modalità operative dovrà tener conto delle peculiarità organizzative del Centro coinvolto. Tra i criteri di scelta tra i due possibili approcci, è importante la probabilità stimata di interessamento dei linfonodi ascellari: in linea generale, viene sconsigliata la richiesta di esame estemporaneo del linfonodo sentinella nel caso di tumori mammari inferiori ad 1 cm (T1a-b) data la relativamente bassa probabilità di positività linfonodale. Questi casi sono preferibilmente candidati alla metodica in due tempi. ANATOMIA PATOLOGICA SCHEMA DEL PROTOCOLLO ANATOMO-PATOLOGICO Esame e campionamento macroscopico. Riportare le dimensioni del/i linfonodo/i sentinella (lunghezza, larghezza e spessore). Eventuali linfonodi sentinella multipli devono essere identificati ed inclusi separatamente (per convenzione verranno esaminati come sentinella solamente i 3 linfonodi più captanti, segnalati dal chirurgo, mentre ulteriori linfonodi meno captanti verranno esaminati in modo tradizionale). Quando le dimensioni lo permettono (almeno 4-5 mm di spessore) il linfonodo va tagliato macroscopicamente in 2 parti lungo l’asse maggiore dalla capsula all’ilo; se di dimensioni superiori va tagliato, sempre lungo l’asse maggiore, ogni 2-3 mm. E’ sufficiente un solo prelievo di qualsiasi linfonodo sentinella macroscopicamente metastatico o del linfonodo sentinella positivo ad un eventuale esame intraoperatorio. I linfonodi macroscopicamente negativi vanno campionati in toto ed esaminati istologicamente: nei linfonodi di maggiori dimensioni ciò può comportare l’allestimento di più inclusioni, mentre quelli più piccoli potranno essere valutati in un’unica inclusione. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario Esame intraoperatorio Visto il significativo rischio di falsi negativi, l’esame estemporaneo dovrebbe essere limitato ai casi dove è più probabile un impatto immediato sul trattamento essendo più elevato il rischio di metastasi linfonodali (ad esempio nei tumori mammari con diametro superiore al centimetro). L'esame potrà venire condotto eseguendo due sezioni in EmatossilinaEosina con intervallo di 40 micron tra l’una e l’altra. Nei casi di linfonodi sentinella multipli si consiglia di chiedere l’esame estemporaneo intraoperatorio solamente sul linfonodo più captante. Taglio sezioni istologiche Per identificare le micrometastasi (0,2 - 2 mm) sono necessarie sezioni multiple con intervalli di 150-200 micron: il numero di livelli/sezioni da allestire dipenderà dallo spessore del prelievo macroscopico (ad esempio, con spessore macro di 3 mm saranno necessari almeno 15 livelli/sezioni, con spessore macro di 2 mm saranno necessari 10 livelli/sezioni). Per l’eventuale ricerca di ITC, si può prevedere di utilizzare la procedura per la ricerca delle micrometastasi (intervalli di sezione di 150 – 200 micron), integrata con indagini di immunoistochimica con anticorpi anticitocheratine AE1/AE3 effettuate su alcuni livelli di sezione. Refertazione I referti devono includere: - il numero totale di linfonodi sentinella ricevuti, - qualsiasi eventuale coinvolgimento macroscopico - il numero di linfonodi coinvolti da malattia metastatica - l’estensione della malattia metastatica (si raccomanda l’adesione alle categorie pN della 6^ edizione della classificazione TNM dei tumori maligni). Se più foci metastatici sono stati identificati in un linfonodo, deve essere riportato il più grande. Il suffisso (sn) deve essere usato quando lo stato linfonodale è stato determinato solo sulla base della biopsia del linfonodo sentinella - l'eventuale utilizzazione di tecniche speciali - il numero dei livelli/sezioni valutati e l’intervallo di sezione. Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario 75 Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario Stampa Ottobre 2005 Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario Protocollo di utilizzazione del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario Elaborazione Grafica a cura di Diego Favero ISTITUTO ONCOLOGICO VENETO Ufficio Formazione e Comunicazione Via Gattamelata 64 I-35128 Padova Tel. +39 049 821 5711 Fax +39 049 821 5794 E-mail: [email protected] Web Site: www.istitutoncologicoveneto.it