1 GLI SCACCHI: ASPETTI ORGANIZZATIVI ED AGONISTICI
Transcript
1 GLI SCACCHI: ASPETTI ORGANIZZATIVI ED AGONISTICI
CIRCOLO SCACCHISTICO TREVIGLIESE Aleksandr Aljechin Via Cesare Battisti 33 – Treviglio GLI SCACCHI: ASPETTI ORGANIZZATIVI ED AGONISTICI di Nazario Menato Il gioco degli scacchi, le cui origini risalgono all’India del VI secolo d.C. è senz’altro il gioco più antico e più diffuso del pianeta nonché il più rappresentativo delle facoltà intellettive proprie dell’uomo; il pensare davanti a una scacchiera infatti accomuna tutti gli individui appartenenti alla specie umana. Lo testimonia fedelmente il motto della Federazione scacchistica mondiale che suona: “gens una sumus”. Questa organizzazione che presiede, sovrintende e dirige l’attività scacchistica a livello planetario si chiama FIDE acronimo in francese di: Fédération Internationale des Echecs sorta a Parigi nel 1924 a cui aderiscono le Federazioni nazionali di circa 160 Paesi. In seno alla FIDE, l’Italia è rappresentata dalla FSI – Federazione Scacchistica Italiana - fondata a Roma nel 1920, membro fondatore della FIDE stessa e affiliata al CONI. Sotto la competenza e responsabilità della FIDE ricadono l’emanazione e l’aggiornamento di leggi e regolamenti scacchistici internazionali nonché l’organizzazione del Campionato mondiale e delle Olimpiadi di scacchi; il primo si svolge di norma ogni quattro anni mentre i giochi olimpici, con cadenza biennale, negli anni pari. Alla FSI è demandata l’implementazione delle norme FIDE in Italia e con l’ausilio dei Comitati regionali provvede alla regolamentazione dell’attività svolta dalle associazioni dei giocatori sul territorio nazionale; tra le funzioni della FSI rientrano anche la formazione degli istruttori e degli arbitri di scacchi e l’organizzazione dei campionati italiani dei vari tipi e livelli. E’ infine compito della FSI ratificare l’indice di merito (chiamato punteggio ELO 1) ottenuto dai singoli giocatori nei tornei organizzati a tale scopo e contabilizzarne le variazioni. Alla FSI sono affiliate le associazioni scacchistiche (dette anche Accademie, Circoli, Club, Società,) alle quali devono necessariamente essere iscritti i giocatori di scacchi che desiderano svolgere attività agonistica sia a livello locale che nazionale ed internazionale. Il giocatore che si iscrive ad una associazione affiliata alla FSI, diventa per ciò stesso tesserato FSI ed è tenuto a pagarne la tessera che può essere Ordinaria oppure Agonistica. Quest’ultima permette di partecipare ai tornei omologati validi cioè per l’acquisizione del summenzionato punteggio ELO che in pratica serve a quantificare la forza di gioco individuale dei singoli giocatori. La FIDE e la FSI conferiscono inoltre nei rispettivi ambiti di competenza, Titoli sportivi, Categorie tecniche e Qualifiche sulla base di determinati punteggi conseguiti dai giocatori alla fine dei tornei omologati. Mentre il punteggio Elo può subire incrementi o decrementi in relazione ai risultati ottenuti nei tornei, le Categorie tecniche e i Titoli sportivi si conservano invece per sempre alla stregua di un qualsiasi diploma scolastico; essi rappresentano nella carriera agonistica di un giocatore, l’indice del massimo valore scacchistico raggiunto. Per quanto riguarda la FIDE, questa prevede e assegna il Titolo sportivo di : - Campione mondiale individuale Maschile e Femminile - Campione mondiale individuale per fasce di età giovanili e Seniores - Campione mondiale a squadre per Nazioni (giochi olimpici) - Grande Maestro Internazionale Maschile e Femminile (anche ‘ad honorem’) - Maestro Internazionale Maschile e Femminile - Maestro FIDE - e la qualifica di : Arbitro Internazionale 1 sistema di calcolo del punteggio di merito elaborato dall’americano di origine ungherese Prof. Arpad Elo 1 La FSI per parte sua conferisce il Titolo sportivo di: - Campione Italiano individuale Maschile e Femminile - Campione Italiano individuale per fasce di età giovanili e Seniores - Campione Italiano individuale nelle specialità di gioco lampo e gioco rapido - Campione italiano a squadre per Società - Maestro di scacchi (anche ‘ad honorem’) - Candidato Maestro - la qualifica di : Arbitro Regionale, Arbitro Candidato Nazionale, Arbitro Nazionale la FSI riconosce inoltre per fini agonistici le seguenti Categorie tecniche: - 1N (prima categoria Nazionale) - 2N (seconda categoria Nazionale) - 3N (terza categoria Nazionale) I summenzionati Titoli sportivi e Categorie tecniche si ottengono al raggiungimento di un punteggio minimo ELO FIDE o ELO ITALIA come di seguito elencato 2 , mentre le varie qualifiche di Arbitro si ottengono dopo aver superato gli esami dei corsi di formazione e dopo adeguato tirocinio sul campo della durata di diversi anni. GM ( Grande Maestro ) maschile = 2500 punti MI ( Maestro Internazionale ) “ = 2400 “ MF ( Maestro FIDE ) “ = 2300 “ ( Maestro FSI ) = 2200 “ CM ( Candidato Maestro ) = 2000 “ 1N ( 1a Categoria Nazionale ) = 1800 “ 2N ( 2a Categoria Nazionale ) = 1600 “ 3N ( 3a Categoria Nazionale ) = 1500 “ NC ( Giocatori non classificati ) = 1440 “ M femminile = 2300 “ = 2200 “ = 2100 (punteggio unico per M e F) Il giocatore non classificato (NC) che intenda migliorare il proprio punteggio di merito ELO deve pertanto partecipare ai tornei omologati dalla FSI. Fondamentalmente esistono due tipi di Torneo: 1) il torneo di promozione riservato ai giocatori non classificati che in base al risultato possono appunto essere 'promossi’ alla 3a Categoria Nazionale e 2) il torneo per giocatori classificati. che può assumere denominazioni diverse in base a caratteristiche specifiche come l’ambito territoriale, la fascia di età ecc. ad esempio: torneo sociale (riservato ai soci di un Circolo), provinciale (solo giocatori della provincia), regionale, nazionale, internazionale, studentesco, juniores, seniores, aziendale ecc. In tali ambiti il torneo può svolgersi una volta l’anno sotto forma di CAMPIONATO (regionale, nazionale ecc.) oppure senza limitazioni di periodicità come TORNEO OPEN (aperto a tutti). Se ciò avviene senza tener conto dell’indice di merito dei singoli partecipanti si chiama OPEN integrale se invece è suddiviso per fasce di punteggio ELO diventa OPEN a fasce. Infine se l’accessibilità al torneo è ristretta ai soli detentori di Titoli sportivi e di Categorie tecniche allora è detto: Torneo Magistrale, (riservato ai soli Maestri e Candidati) oppure Torneo per Categorie Nazionali (quando vi partecipano solo giocatori di 1N, di 2N, di 3N o misti ecc.). Il torneo per giocatori classificati può inoltre essere connotato dalla modalità intrinseca di svolgimento e cioè: a match, a eliminazione, tematico. Il torneo a match si svolge almeno fra tre giocatori che si incontrano tra loro più volte in partite di andata e ritorno sicché alla fine 2 per i vari Titoli di campione individuale non è richiesto alcun punteggio minimo; chi giunge a battersi per un Titolo assoluto sarà necessariamente in possesso del punteggio Elo più elevato. 2 ognuno avrà sostenuto un piccolo match contro tutti gli altri. Il torneo a eliminazione (adottato in prevalenza nel gioco lampo) prevede l’espulsione diretta di chi perde dopo ogni partita. In un torneo tematico detto anche ad apertura obbligata, viene scelta un’apertura o una variante d’apertura di cui si deve eseguire obbligatoriamente un certo numero prestabilito di mosse. Tutti i tipi di torneo possono essere disputati in un arco di tempo la cui durata dipende solo dagli organizzatori. Da questo punto di vista esistono i Tornei Festival che durano una settimana (e anche più) al ritmo di una partita al giorno e i Tornei Week-end giocati durante un unico finesettimana (venerdì+sabato+domenica, 2 partite al giorno) o due fine-settimana consecutivi (1 o 2 partite il sabato + la domenica.) Il numero delle partite di un torneo omologato (i cosiddetti turni di gioco) varia da un minimo di 5 ad un massimo di 9 turni. Ciò accade nei tornei con molti partecipanti in cui dopo il 1° turno i giocatori che vincono, perdono o pareggiano vengono rispettivamente fatti giocare tra loro in base ai sistemi di abbinamento: svizzero e italo-svizzero. Nei tornei con pochi giocatori invece, in cui è ragionevolmente fattibile che ognuno incontri tutti gli altri, si utilizza il sistema del girone all’italiana (di sola andata fino a 12/13 giocatori e di andata e ritorno fino a 6/7 giocatori). Il Torneo di qualificazione per il Campionato mondiale è un torneo a eliminazione disputato tra i pretendenti al titolo qualificatisi in precedenti Tornei Zonali e Interzonali (raggruppamenti per aree geografiche) La sfida finale tra il Campione del mondo in carica e lo sfidante ufficiale avviene in base a regole particolari fissate dalla FIDE e concordate di volta in volta con i due finalisti che riguardano principalmente la località dell’incontro (a volte anche multipla), il numero delle partite da disputare e la borsa da mettere in palio. Un torneo di scacchi acquista importanza in misura proporzionale alla forza di gioco di chi vi partecipa; questa importanza detta forza del torneo viene espressa dalla somma dei punti Elo dei partecipanti divisa per il numero degli stessi. Quanto più alta è la media dei punti Elo tanto più alta è la forza o Categoria del Torneo. Si parte dai 2250 punti di media della I categoria per arrivare ai 2750 della XX categoria, la più alta raggiungibile. Qualsiasi torneo per essere omologato (valido per l’acquisizione di punteggio ELO) deve essere diretto da uno o più direttori di gara purché insigniti della qualifica di arbitro ufficiale (Nazionale o Internazionale), i giocatori che vi partecipano sono tenuti a trascrivere le mosse sull’apposito formulario di gioco e deve essere fatto uso dell’orologio da scacchi. Ogni partita infatti ha una durata totale prestabilita detta tempo massimo che viene misurato con l’utilizzo di questo particolare tipo di orologio; esso consta di due quadranti orari che azionati in alternanza dopo ogni mossa, misurano il tempo consumato da ogni singolo giocatore. Il tempo massimo di una partita di scacchi non è altro che la somma del tempo di riflessione a disposizione di ognuno dei due giocatori (es. tempo massimo stabilito per l’intera partita 4 ore = 2 ora a testa di riflessione). Se si stabilisce che nell’arco del proprio tempo di riflessione ( o porzione dello stesso) ogni giocatore debba eseguire un determinato numero minimo di mosse, allora subentra il concetto di gioco a cadenza di mosse, che è uno dei due aspetti della cadenza di gioco (ad esempio se in una partita con tempo di riflessione di 2 ore a testa, ogni giocatore deve effettuare almeno 20 mosse nella prima ora, in tal caso si dirà che la cadenza di gioco è di un’ora per 20 mosse e un’ora per finire)3. L’altro tipo di cadenza di gioco è la cadenza di tempo che non si basa su un numero obbligatorio di mosse bensì sulla durata molto limitata della partita e si distingue in: a) cadenza di gioco lampo impostata su un tempo di riflessione variabile da 5 a 14 minuti a testa b) cadenza di gioco rapido che prevede tempi di riflessione da 15 a 60 minuti a testa. Il gioco a cadenza di mosse sopradescritto è detto anche c) gioco normale o regolare, anch’esso soggetto ovviamente ad un tempo massimo che può estendersi fino alle 6 ore. Molto praticata è la cadenza di gioco lampo di 5 minuti 3 Da notare che il tempo di riflessione a disposizione nei tornei di promozione è sensibilmente inferiore a quello concesso nei tornei per giocatori classificati, mentre la cadenza di gioco è superiore 3 a testa (detta anche Blitz alla tedesca) mentre quelle più utilizzate nel tipo di gioco rapido sono la cadenza semilampo di 15 minuti e la cadenza ‘active chess’ di mezz’ora a testa. Per assimilazione con le varie denominazioni, anche le partite e i tornei prendono il nome dalla cadenza di gioco utilizzata (a tempo o a mosse) e quindi avremo: tornei e partite lampo, semilampo, a gioco rapido, a gioco normale. I tornei lampo, semilampo e active chess, in considerazione della relativa brevità delle partite, si concludono nel giro di poche ore e pertanto non sono validi ai fini del punteggio ELO previsto per il gioco regolare (esiste tuttavia un indice di merito ELO anche per il gioco lampo e rapido); inoltre a causa del poco tempo a disposizione non è obbligatorio trascrivere le mosse sul formulario durante la partita. Benché a scacchi si giochi di solito su base individuale, ciò non esclude la possibilità di giocare anche a squadre ( vedi Olimpiadi, Campionato Italiano, incontri tra due o più Circoli ecc.) ; in questi casi, di norma ogni squadra è composta da 4 giocatori più 2 riserve e 1 capitano non giocatore; va da sé che in incontri non ufficiali le squadre possono essere composte anche da un numero maggiore di giocatori. La pratica del gioco prevede anche la possibilità di giocare partite in simultanea, partite in consultazione e partite alla cieca. Con il primo termine si indica la partita giocata da un singolo giocatore simultaneamente contro più avversari (il numero degli avversari è ovviamente stabilito dal simultaneista in relazione alla propria forza di gioco, titolo sportivo o categoria tecnica). Quando invece ai due lati della scacchiera si fronteggiano due o più giocatori allora si dice che la partita è in consultazione poiché appunto i giocatori alla guida dei due schieramenti si consultano tra loro prima di eseguire le singole mosse. La modalità in consultazione può essere considerata il contrario della modalità a squadre. Nella prima si gioca in molti per un risultato unico, nella seconda si gioca individualmente per un risultato comune. Alla cieca infine non si gioca ad occhi bendati ma semplicemente senza guardare la scacchiera né fare uso dei pezzi (ciò può avvenire voltando le spalle o allontanandosi dal tavolo di gioco); anche con questa modalità si può giocare in simultanea contro più di un avversario. A proposito di gioco alla cieca, il gioco degli scacchi è accessibile anche ai giocatori non vedenti che allo scopo utilizzano pezzi e scacchiere particolari e sono coadiuvati da un assistente nell’esecuzione pratica delle mosse. Tutto ciò che è stato detto finora è inteso per il gioco a tavolino cioè tra due o più persone che si trovano di fronte o comunque fisicamente abbastanza vicine, ma a scacchi si può giocare anche da lontano utilizzando i mezzi più svariati di (tele)comunicazione. In passato si è giocato per telegrafo, per telescrivente, usando la radiotrasmittente, ma in misura molto maggiore per corrispondenza, vale a dire spedendo le mosse per posta. Anche se quest’ultima modalità è tuttora in uso, da qualche anno è stata sostituita dall’avvento del computer che tramite la ‘rete’ permette di inviare le mosse per posta elettronica (via e-mail) in modo palesemente più rapido e meno costoso. Via Internet è inoltre possibile giocare partite in diretta (on-line) in cui le mosse sono l’argomento del cosiddetto ‘chat’. E’ infine possibile praticare il gioco installando appositi programmi di scacchi (software scacchistici) nel computer di casa oppure utilizzando speciali scacchiere elettroniche dotate di sensori che reagiscono alle mosse fatte fornendo automaticamente le relative risposte. In questa panoramica tesa a lumeggiare la struttura organizzativa del gioco e i vari modi in cui può essere praticato, non si possono omettere il problema di scacchi e lo studio scacchistico. Il problema di scacchi è una posizione artistica creata dalla fantasia del compositore che va risolta dando scacco matto con un numero minimo prescritto di mosse; nello studio invece la soluzione consiste nel trovare la sequenza esatta delle mosse usate per comporlo. Sebbene entrambi queste specialità scacchistiche non rientrino nell’ambito dell’agonismo vero e proprio, ciononostante gli appassionati di problemistica e di studistica che si impegnano in gare e tornei di composizione e soluzione sono molto numerosi in ogni parte del mondo. Competizioni di questo tipo sono in genere organizzate e diffuse attraverso le pagine delle più note Riviste di scacchi. 4