Passa la linea Merkel-Sarkozy

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sabato 30 ottobre 2010
Ultimo aggiornamento sabato 30 ottobre 2010
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I
27 capi di Stati e di governo dell'Unione europea hanno dato mandato
al presidente della Ue, Herman Van Rompuy, di valutare l'eventuale
revisione del Trattato di Lisbona per rafforzare la riforma del Patto
Ue di stabilità e di crescita. Van Rompuy redigerà entro dicembre
un rapporto che presenterà ai leader nel prossimo vertice. «Bisogna
infatti valutare le conseguenze politiche e istituzionali di una tale
mossa», ha spiegato una fonte vicina al presidente. Il compito
dell'«esploratore» Van Rompuy, spiegano le fonti, sarà quello di
stendere un rapporto che valuterà tutti i problemi relativi alla
modifica del Trattato, e se questa è davvero necessaria per dare
vita a un Fondo di sostegno permanente ai Paesi della zona euro. Come
voleva il cancelliere tedesco Angela Merkel, sostenuta dal presidente
francese Nicolas Sarkozy. Il rapporto sarà presentato ai capi di
Stato e di governo dell'Ue nel vertice di dicembre. Le regole più
severe del Patto di stabilità e crescita puntano a impedire ai
governi di conservare deficit di bilancio e livello di debito
insostenibili, con l'obiettivo di riguadagnare la fiducia dei mercati
nell'eurozona e impedire altre crisi del debito come quella greca.
VOTO
- Per il momento sembrerebbe invece accantonata la questione della
sospensione del diritto di voto per i Paesi non in linea con le
regole europee sui conti pubblici: una sanzione politica su cui la
cancelliera tedesca ha insistito con forza, ma che il presidente
della Commissione Ue, José Manuel Barroso, ha giudicato
«inaccettabile».
DISCIPLINA
- È stato anche raggiunto un accordo su un piano di rafforzamento
delle regole di disciplina dei bilanci pubblici. È quanto si
apprende da fonti diplomatiche, che riferiscono anche della
convinzione comune che sia necessario creare un fondo permanente di
emergenza, ricalcato sul modello che è servito a sostenere la Grecia
nei mesi scorsi, per l'Eurozona. L'inasprimento della disciplina nei
conti pubblici sarebbe già stata adottata dai leader, secondo quanto
riferiscono le fonti, e terrebbe conto delle indicazioni della task
force guidata da Van Rompuy.
AUMENTO
CONTRIBUTI NAZIONALI - Si è però creata una minoranza in seno al
Consiglio dei capi di Stato e di governo dell’Ue per impedire
l’aumento del 5,9% dei contributi nazionali all’Unione per il
2011, come richiesto dall'Europarlamento. Infatti undici Paesi (Gran
Bretagna, Francia, Germania, Olanda, Svezia, Repubblica Ceca,
Danimarca, Austria, Finlandia, Slovenia e Estonia) hanno stilato una
dichiarazione congiunta che dice che oltre il 2,91% non si può
andare perché «sarebbe inaccettabile in un momento nel quale stiamo
prendendo dure misure a livello nazionale per controllare la spesa
pubblica». Determinante per il compromesso sarebbe stato anche
l'appoggio del premier britannico, David Cameron, all'asse
Sarkozy-Merkel sulla revisione del Trattato di Lisbona in cambio del
sostegno di Parigi e Berlino alla posizione di Londra sui contributi
nazionali.
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