VIVERE IL “QUI E ORA” L`AGENDA DEL SOLLIEVO CINQUE

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VIVERE IL “QUI E ORA” L`AGENDA DEL SOLLIEVO CINQUE
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Anno 4 Numero 8 - VIII/2009
CINQUE DOMANDE A...
PIERLUIGI CELLI
Giancarlo Roversi
VIVERE IL “QUI E ORA”
Franca Silvestri
L’AGENDA DEL SOLLIEVO
Danila Valenti, Ciro Longobardi, Carlotta Berzioli
Semestrale Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 456) art. 1 comma 1 - DCB – Bologna.
In caso di mancato recapito inviare al CMP di Bologna per la restituzione al mittente previo pagamento resi.
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S O M M
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E D I TO R I A L E
PERCHÈ LA PERSONA SIA SEMPRE PIÙ AL CENTRO...
di Vera Negri Zamagni
/pag 3
I N P R I M O PI A N O
CINQUE DOMANDE A PIERLUIGI CELLI
di Giancarlo Roversi
/pag. 4
I N P R I M O PI A N O
OBIETTIVO PRIMARIO L’INNOVAZIONE SOCIALE
di Paola Simoni
/pag. 6
A P P RO F O N D I M E N T I
VIVERE IL “QUI E ORA”
di Franca Silvestri
/pag. 8
A P P RO F O N D I M E N T I
L’AGENDA DEL SOLLIEVO
di Danila Valenti, Ciro Longobardi, Carlotta Berzioli
/pag. 10
A P P RO F O N D I M E N T I
LA NOSTRA BUSSOLA
di Daniele Crivellaro
/pag. 12
I N O S T R I EV E N T I
“IL VIAGGIO DELL’ANIMA” DELLA BERLINER PHILHARMONIKER
PER LA FONDAZIONE HOSPICE MT.C. SERÀGNOLI
di Simona Poli
/pag. 14
G LO S S A R I O
UN GLOSSARIO PER LE CURE PALLIATIVE
a cura di Catia Franceschini
/pag. 16
RINGRAZIAMENTI
/pag. 17
DICONO DI NOI
a cura di Sara Simonetti
HOSPES
Periodico della Fondazione Hospice
MariaTeresa Chiantore Seràgnoli Onlus
Anno 4 Numero 8 - VIII/2009
Redazione
Fondazione Hospice
MariaTeresa Chiantore Seràgnoli Onlus
via Marconi 43/45 - 40010 Bentivoglio (Bo)
Direttore Editoriale
Vera Negri Zamagni
Progetto grafico
Carré Noir
Direttore Responsabile
Giancarlo Roversi
Fotografie
Patrice Dufor, Makio Kusahara,
Andrea Testi, Mauro Zaghi
/pag. 19
Copertina
2000 Ensemble foto Siemensvilla
(c) Alex von Koettlitz
Per informazioni
Tel. 051 271060
[email protected]
Autorizzazione del Tribunale di Bologna
n. 7434 del 1 giugno 2004
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EDITORIALE
PERCHÈ LA PERSONA SIA SEMPRE PIÙ AL CENTRO...
Carissimi lettori di Hospes,
nel presentare i temi portanti di questo nuovo numero della nostra rivista non posso non iniziare dalla spontanea
affermazione di un parente di un ricoverato all’Hospice di Bentivoglio riportata alla fine: “... la patologia non è più stata
al centro, ha ceduto il posto alla persona …”. Ottenere questo cambio di prospettiva, che ci fa molto piacere sia stato colto
con così netta percezione, non è certo facile; ci si riesce in modo sostenibile nel tempo solo attraverso una pluralità di
accorgimenti messi in campo in contemporanea dalla rete di attività dell’Hospice MT. Chiantore Seràgnoli. Tale rete
comprende: l’eccellenza professionale, garantita da una avanzata e plurivalente preparazione, di cui il già sperimentato
Master in Medicina Palliativa e ora il nuovo Dottorato in Medicina Palliativa sono i mezzi principali; l’attenzione ai
contenuti relazionali, particolarmente curati dall’Accademia di Scienze di Medicina Palliativa, che quest’anno ha
organizzato fra le altre iniziative una serie di conferenze incentrate sul tema “Comunità”; la diffusione delle strutture
dedicate, di cui si dà conto nell’articolo sul II Censimento (2009) sugli Hospice in Italia; l’approntamento di un nuovo
strumento per il controllo del dolore - l’Agenda del Sollievo - che contempla la partecipazione attiva del paziente e la
continuità dell’intervento attraverso tutte le strutture in cui il paziente si trova ad essere trattato (articolo di Danila Valenti).
Questa strategia ad ampio raggio, che connota le attività che ruotano attorno all’Hospice di Bentivoglio, spiega la dedizione
che anima tutti coloro che ad esse collaborano. Si tocca ogni giorno con mano che si è partecipi di una realtà che aiuta
a “vivere bene, comunque”, come si legge nell’intervista a Pier Luigi Celli. Non è forse questo il desiderio più profondo
e naturale di ogni persona?
Vera Negri Zamagni*
* Presidente dell’Associazione Amici dell’Hospice MT.C. Seràgnoli
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C i n que d o ma n d e a . . .
P I E R L U I GI C E L L I
a cura di Giancarlo Roversi
Pier Luigi Celli, riminese di Verucchio, narratore e saggista,
è direttore generale dell’università Luiss Guido Carli di Roma.
È inoltre membro dei consigli di amministrazione
di Lottomatica, Hera SpA e Messaggerie Libri.
Laureato in Sociologia all’Università di Trento, ha maturato
significative esperienze come responsabile della gestione,
organizzazione e formazione delle risorse umane in grandi
gruppi, quali Eni, Rai, Omnitel, Wind, Unicredit ed Enel.
Attualmente riveste anche la carica di Vicepresidente
dell’Accademia delle Scienze di Medicina Palliativa
che affianca la Fondazione Hospice MT. C. Seràgnoli nella
gestione di tutte le attività di formazione e di ricerca sia per
formare i professionisti dell’Hospice MT. C. Seràgnoli, sia per
offrire una vasta gamma di corsi specialistici per l’applicazione
delle Cure Palliative e della cultura umanistica negli Hospice
del territorio nazionale e nei reparti ospedalieri che richiedono
questo tipo di assistenza. Proprio in questa sua veste si
inquadrano le domande che gli abbiamo posto.
1
Lei ha lavorato come manager sia nel settore pubblico che
in quello privato, qual è a suo parere il ruolo di istituzioni
come l’Accademia e la Fondazione Hospice? E come devono
essere organizzate per raggiungere gli obiettivi prefissati?
Si tratta di organizzazioni non profit, quindi sono quasi di
volontariato. In ogni caso hanno scopi molto precisi e anche
un merito non indifferente. Il problema di queste organizzazioni
è che molto spesso lo scopo supera i mezzi, non nel senso che
i mezzi siano scarsi, ma nel senso che l’attenzione allo scopo
è superiore all’attenzione che si dà alla strumentazione. Si può
lavorare bene in questi settori ma strutturandoli in maniera
che siano anche efficaci, e non solo affidati alla buona volontà
e alla dedizione di chi vi opera.
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Secondo lei quali sono gli strumenti per comunicare
la cultura palliativista in Italia?
Già parlare di cure palliative non è semplicissimo, nel senso
che sono cure che in qualche modo attengono al fine vita o,
comunque, puntano ad alleviare il dolore in condizioni molto
serie e molto gravi. Da questo punto di vista la comunicazione
riveste componenti anche emotivamente abbastanza difficoltose,
in quanto la gente non ama sentirsi fare discorsi che richiamano
situazioni estreme. Bisogna presentare le cose come iniziative
che aiutino le persone in difficoltà a vivere bene.
Ma per quanto tempo? Attenzione a parlare di durata.
Vivere bene, comunque!
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Lei è stato tra gli ideatori del ciclo di incontri a tema
di cultura sanitaria dell’Accademia delle Scienze di Medicina
Palliativa, qual è il bilancio di questa iniziativa dopo le due
edizioni del 2007 e 2008?
Mi pare che le iniziative siano state di successo, avendo riscosso
un’adesione assolutamente rilevante. Il problema è la continuità.
La continuità sottolinea l’attenzione che, chi organizza gli
incontri, ha nei confronti di una popolazione cittadina da
mantenere aggiornata su questioni rilevanti per la comprensione
dei temi della cura, della malattia, del benessere.
Ciò è facilitato dalla qualità dei relatori e dalla professionalità
dell’organizzazione.
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Qual è il tema che affronterete nel prossimo ciclo di incontri?
Tratteremo il tema della “Comunità”. Un modo per uscire
fuori dalla mitologia del mercato come strumento neutrale,
e il recupero di valori e modi di comportamento coerenti
con una sensibilità sociale.
5
(
Dal punto di vista della formazione come deve essere
organizzato a suo parere un percorso di studio in questo settore?
C’è una componente che è evidentemente specialistica e che
quindi va sostenuta e razionalizzata: la competenza cioè, dal
punto di vista delle cure, deve essere assolutamente di primo
livello. Ma c’è anche una componente psicologica, quindi di
relazioni umane, che è altrettanto importante, anzi, che spesso
lo è che anche di più. Per cui bisogna preoccuparsi di mettere
le persone nelle condizioni di sapere bene una cosa: chi si
dedica a questo settore deve avere una ricchezza, personale
e relazionale, di attenzioni, di presa in carico dei problemi,
assolutamente di prima qualità.
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Bilancio di Missione 2008
OBIETTIVO PRIMARIO L’INNOVAZIONE SOCIALE
di Paola Simoni
Sviluppare una modalità di intervento innovativa nell’ambito
Bocconi, Pierluigi Stefanini Presidente Fondazione Unipolis,
della medicina palliativa che abbia come obiettivo la qualità
Luciano Balbo, Presidente Fondazione Oltre e Romano Prodi,
della vita e il rispetto della dignità della persona è il principio
Presidente Fondazione per la Collaborazione tra i popoli.
che la Fondazione Hospice MT.C. Seràgnoli porta avanti
La prima parte della presentazione è stata dedicata ai dati,
dal 2002 e che è stato illustrato da Danila Valenti, Direttore
illustrati da Danila Valenti, che hanno caratterizzato l’anno
dell’Hospice di Bentivoglio durante la presentazione del
2008 per la Fondazione Hospice, che ha registrato un
Bilancio di Missione 2008 che si è svolta il 26 novembre scorso
incremento del 9% rispetto al 2007 (1.002.400,00 euro) per
presso la Fondazione Carisbo.
quanto riguarda la raccolta fondi. Tale attività viene effettuata
La presentazione è stata l’occasione per dare conto nel segno
grazie alle persone e alle strutture messe a disposizione a titolo
della responsabilità e della trasparenza dei risultati raggiunti
gratuito dalla Fondazione Isabella Seràgnoli e dall’Associazione
durante il 2008, per ringraziare i sostenitori della Fondazione
Amici dell’Hospice.
Hospice e per comunicare gli obiettivi futuri nella direzione
Nel 2008, il fabbisogno complessivo della Fondazione Hospice
di un miglioramento continuo nell’ambito dell’assistenza,
è stato pari a 4.202.400,00 di euro, coperto per il 61% dal
della formazione, della ricerca e della divulgazione.
contributo del Servizio Sanitario Nazionale, destinato
L’incontro è stato anche la sede di un dibattito sul valore
esclusivamente alla copertura dei costi relativi all’assistenza,
sociale delle Fondazioni, moderato da Aldo Balzanelli,
per il 24% dalla raccolta fondi, e per un restante 14% da realtà
caporedattore di La Repubblica a cui sono intervenuti:
sensibili alla missione della Fondazione. Si tratta di una “quota
Giuseppe Feliziani, Direttore Carisbo, Giorgio Fiorentini,
ancora in attesa di una copertura” come ha sottolineato Danila
Professore di Economia delle Aziende non profit - Univ.
Valenti, “e che deve essere un appello alla comunità perché la
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nostra attività è un servizio per l’intera collettività”.
“di operare a livello vocazionale, non si tratta solo di erogare
Sul concetto del valore sociale del “servizio” offerto dalla
servizi ma di rafforzare il senso civile della società, tentando di
Fondazione Hospice, si è soffermato Giorgio Fiorentini, che ha
fare quello che lo Stato non riesce a fare: innovare proponendo
riconosciuto “la capacità della Fondazione di mettere insieme
modelli che diventino esempi da replicare”.
la sacralità dei fini con gli assetti organizzativi, in altre parole la
Su questo tema ha proseguito Romano Prodi, prendendo ad
capacità di gestire la forza di servizio grazie ad una particolare
esempio proprio l’Hospice definito “un bellissimo esempio di
formula imprenditoriale che la caratterizza”. La Fondazione
innovazione”. Nel 2002, quando è nato, “non tutti l’hanno
Hospice, secondo Fiorentini, rappresenta l’evoluzione
capito – ha ricordato Prodi – poi col tempo è diventato
dell’impresa sociale per la sua “capacità di farsi carico delle
essenziale alla comunità”. Allargando il discorso alla società
esigenze della domanda. È necessario che la cultura dell’offerta
italiana, Prodi ha sottolineato che “abbiamo poche Fondazioni
sia in grado di “resettare” il proprio patrimonio di conoscenze
e solo recentemente c’è una legislazione che facilita la loro
entrando nella dimensione della domanda, ed è questo il
attività. Rispetto a paesi come l’Inghilterra siamo ancora molto
percorso compiuto dalla Fondazione Hospice anche attraverso
indietro, in Italia queste istituzioni devono ancora compiere il
l’investimento nel settore della Formazione”. Secondo Pierluigi
loro cammino e presentarsi con il ruolo innovativo che devono
Stefanini l’impegno di “innovazione sociale” della Fondazione
avere. Al contrario abbiamo grandi fondazioni bancarie che
Hospice risiede proprio nella capacità di “tenere insieme diversi
nella mentalità comune stanno assumendo un ruolo
aspetti: formativi, scientifici, assistenziali e divulgativi”.
totalizzante ma che in realtà hanno una funzione particolare,
Un compito che la Fondazione porta avanti operando in
ossia quella di supplire allo Stato in funzioni essenziali e
quattro aree di intervento: estendendo il modello assistenziale,
obbligatorie. Mentre le fondazioni private debbono insistere
formando gli operatori, facendo ricerca scientifica e diffondendo
sull’innovazione e una volta creato l’elemento di novità
la cultura palliativista.
possono poi trasferirlo al pubblico”.
La missione di innovare nel campo di azione prescelto dalle
fondazioni è un punto particolarmente caro a Luciano Balbo,
che ha ribadito anche in quest’occasione l’importanza
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APPROFONDIMENTI
I n o s t r i s e m i n a r i : H o s p i c e e l e c ur e p a l l i a t i v e
VIVERE IL “QUI E ORA”
di Franca Silvestri
La relazione medico-paziente nei diversi contesti culturali e l’approccio della psico-oncologia per aiutare le persone a percepire
la vita nella malattia. La testimonianza di Lea Baider, docente in Medical Psychology allo Sharett Institute of Oncology
dell’Hadassah University Hospital di Gerusalemme.
Dare speranza durante il tragitto della malattia oncologica
attraverso specifiche tecniche psicologiche, tempi e termini
adatti, tenendo conto del microcosmo socio-culturale di cui fa
parte il paziente e la sua famiglia è stato il tema sul quale si è
sviluppato il seminario tenuto dalla professoressa Lea Baider,
nel settembre scorso, all’Accademia delle Scienze di Medicina
Palliativa di Bentivoglio. La lezione – intitolata Cultura: cure
palliative. Rifiuto – Comunicazione con la famiglia – ha chiuso
il terzo semestre del secondo ciclo di Master Universitario in
Organizzazione, Gestione e Assistenza in Hospice.
Una lectio magistralis con importanti contenuti, ma pure ricca
di stimoli filosofici, dinamiche comunicative, interazioni
professionali e umane. Così l’ha voluta Lea Baider, psico-oncologa,
docente in Medical Psychology allo Sharett Institute of
Oncology dell’Hadassah University Hospital di Gerusalemme.
Perché non è sufficiente l’approccio scientifico e la preparazione
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medica o infermieristica per comprendere e affrontare la fase
finale della malattia: bisogna porsi anche dal punto di vista del
paziente, entrare nei suoi panni, nella microsocietà che gli sta
intorno.
Il concetto di malattia e il modo di affrontare la morte
cambiano a seconda del contesto culturale, religioso, sociale,
economico in cui il paziente si trova. La professoressa Baider
lo sa bene avendo conosciuto realtà assai diverse, in varie parti
del mondo. Si è infatti formata in Argentina per poi trasferirsi
negli Stati Uniti (dove ha avuto contatti pure col filosofo
Herbert Marcuse). E dopo dieci anni in terra americana, ha
scelto di andare a vivere e lavorare in Israele. Un paese dove
ci sono saperi, credenze, religioni, visioni del mondo molto
differenti. «In Israele – racconta – il 50% della popolazione
è musulmana. E questo va considerato, perché il concetto
di malattia oncologica per l’Islam è diverso rispetto al
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APPROFONDIMENTI
Cristianesimo o all’Ebraismo». In Medio Oriente e nell’Est
europeo il punto focale non è il paziente, libero di prendere
decisioni come nelle culture occidentali. In molti paesi
(compreso Israele) è molto forte il concetto di paternalismo:
le donne non hanno autonomia personale e la famiglia con le
proprie tradizioni predomina su tutto. «Bisogna tenerne conto
– dice – poiché ogni microcosmo familiare ha un diverso
sistema di credenze, rituali, segreti, routine che si ripercuotono
sulla malattia e condizionano la comunicazione medicopaziente». Ma in qualsiasi contesto, l’informazione deve essere
modulata anche a seconda dello stadio della patologia, dell’età
e del sesso del paziente. «È diverso – spiega – se il processo
della malattia oncologica dura un mese o molti anni, se il
paziente è pediatrico, geriatrico o nel cuore della vita,
se è uomo o donna».
Per Lea Baider bisogna sempre infondere speranza e aiutare le
persone a comprendere che una malattia, persino oncologica,
non deve spezzare l’esistenza. «Il cancro è un processo, come la
vita – dice – e ognuno lo percepisce in modo differente.
C’è chi lo considera totalizzante, capace di cancellare la persona
e tutta la sua sfera esistenziale. E chi rifiuta la malattia, sostiene
di non averla, la nega completamente». In mezzo a questi due
estremi ci sono poi tante sfumature. In ogni caso, bisogna
impiegare delle tecniche per cercare di dare speranza e rafforzare
la spiritualità di chi soffre.
«Non significa mentire sulla malattia – precisa – ma mostrare
al paziente e ai suoi familiari che comunque ci sono degli spazi
di vita sui quali bisogna concentrarsi e che in un hospice forse
si può stare meglio, si può trovare sollievo».
“Senza speranza, tutto è perduto”. E la psico-oncologia può
aiutare le persone a vivere il “qui e ora”, a percepire la vita nella
malattia, a gestire la realtà e le cure palliative. Perché le
tecniche psicologiche sono metafore che possono servire a
medici e pazienti per esprimere parole, concetti, sentimenti.
Per trovare il significato della vita e della morte. E imparare a
non negarla.
Guido Biasco: pensare in un’ottica sempre più internazionale
A margine del seminario di Lea Baider, abbiamo raccolto la testimonianza del professor Guido Biasco, ordinario di Oncologia
e direttore del Master in Medicina Palliativa.
Questi incontri con esperti di livello internazionale in che relazione sono con il Master?
«Il Master è rivolto alla formazione di medici, infermieri, psicologi e altre figure professionali per la cura palliativa del tumore,
con una visione nazionale, ma anche internazionale. Quindi, nell’ambito del Master, realizziamo incontri con personalità che
abbiano una concezione molto ampia dei problemi. Lea Baider è una di queste. Un paio di mesi fa, dagli Stati Uniti è venuta
la professoressa Amy Abernethy, che ci ha parlato della medicina basata sull’evidenza nelle cure palliative: un tema assai
complesso. E l’anno scorso abbiamo ospitato esponenti di organizzazioni internazionali e di importanti università straniere».
Il Master avrà un’evoluzione in quest’ottica internazionale?
«L’obiettivo dell’Accademia delle Scienze di Medicina Palliativa è quello di creare formazione e ricerca, in strettissima
collaborazione con l’Università di Bologna. Il Master, infatti, è universitario. E da quest’anno si è aggiunto anche un Dottorato
di ricerca in Medicina Palliativa, unico in Italia. Siamo riusciti a realizzarlo e l’Università ci ha concesso delle borse di studio.
Il Dottorato - che naturalmente deve essere sviluppato sul piano internazionale - sarà il supporto culturale di ricerca avanzata
e dovrebbe portare elementi per rinforzare il sapere da trasmettere agli studenti del Master. Quindi, sia indirettamente
attraverso i risultati del Dottorato, che direttamente mediante incontri con esponenti della cultura internazionale nell’ambito
del Master, cercheremo di allargare il più possibile le conoscenze, accrescendo le professionalità di tutti coloro che si dovranno
occupare di medicina palliativa. L’evoluzione, dunque, sarà sempre più internazionale».
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APPROFONDIMENTI
Un nuovo strumento della Rete delle Cure Palliative
di Bologna per il controllo del dolore oncologico
L’AGENDA DEL SOLLIEVO
di Danila Valenti (*), Ciro Longobardi, Carlotta Berzioli
ll Progetto ”Agenda del Sollievo” della Rete delle Cure
Palliative di Bologna nasce con l’obiettivo di dotare il
paziente di uno strumento condiviso su cui registrare
le diverse fasi del dolore nel corso della terapia. In questo
modo il medico e l’infermiere possono comprendere meglio
le caratteristiche, che sono sempre soggettive, del dolore
di una determinata persona, in quel preciso momento della
malattia per impostare di conseguenza la migliore terapia.
Attraverso questo strumento tutti i professionisti chiamati
a controllare il dolore del malato di tumore condividono
una strategia terapeutica, parlano una stessa lingua e usano
strumenti comuni, riconosciuti da tutti.
Quando è stata ideata
Numerose strutture, ambulatori e reparti avevano messo
a punto e consegnavano al malato strumenti di rilevazione
del dolore al proprio domicilio, che consegnavano al paziente
in ambulatorio o in Day Hospital e nelle altre strutture
preposte (Hospice MT.C. Seràgnoli e Hospice del Bellaria,
Oncologia dell’Ospedale Malpighi, Oncologia del Bellaria).
Nel settembre 2008, abbiamo ritenuto importante condividere
le esperienze e realizzare uno strumento comune a tutti i punti
della Rete delle Cure Palliative (domicilio ADI, domicilio
ANT, domicilio ADI/ANT, domicilio ADI/Nelson Frigatti,
Hospice, Oncologie - DH reparti - dell’AUSL di Bologna, del
Policlinico Sant’Orsola-Malpighi, dello IOR e Radioterapie)
per il monitoraggio del sintomo dolore e della sua intensità
da parte del malato.
Quando e come viene distribuita
Il malato con dolore cronico oncologico viene informato dal
medico e dall’infermiere curanti dell’importanza di rilevare
e monitorare anche al domicilio e regolarmente la presenza
e l’intensità del suo dolore. L’Agenda del Sollievo è consegnata
al malato e al suo familiare nel momento in cui compare
dolore dal medico e dall’infermiere che lo rileva per la prima
volta nel percorso della malattia in qualunque punto della rete;
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il paziente porterà con sé e mostrerà l’Agenda del Sollievo
al medico e agli infermieri curanti che incontrerà nel percorso
della malattia, dando così la possibilità ai sanitari di avere
un monitoraggio preciso e puntuale del dolore del malato.
Come è strutturata
- Prima parte: sono riportati i numeri utili per il malato e per
i familiari durante il periodo di assistenza, come il recapito
del primo professionista che ha preso in carico il paziente
per il trattamento del dolore e i riferimenti telefonici delle
altre figure professionali (mediche ed infermieristiche),
anch’esse impegnate nell’assistenza domiciliare, ospedaliera
e in hospice.
- Parte descrittiva: viene illustrata la modalità d’uso
dell’Agenda attraverso risposte alle FAQ (brevi domande
frequenti).
- Diario: agenda settimanale a cadenza semestrale, in cui per
ogni giorno della settimana sono indicati 3 momenti per la
segnalazione del dolore (mattina, pomeriggio, sera-notte),
utilizzando la scala numerica di valutazione dell’intensità
del dolore da 0 a 10. È anche possibile segnalare la terapia
aggiuntiva che è stata assunta nella giornata ed eventualmente
quante volte nel corso della stessa è stato assunto il farmaco
di soccorso.
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APPROFONDIMENTI
la proposta di un’efficace terapia antalgica. La partecipazione
al progetto dei vari attori della Rete delle Cure Palliative potrà
ulteriormente responsabilizzare, sensibilizzare e stimolare tutte
le realtà coinvolte al corretto utilizzo di questo strumento
comune di lavoro e migliorare la qualità del trattamento e della
gestione del dolore.
L’Agenda è stata realizzata dalla Rete delle Cure Palliative
dell’Azienda Usl di Bologna in collaborazione con i medici di
famiglia, la Fondazione Hospice Seràgnoli, L’Associazione
ANT, l’Associazione Nelson Frigatti, tutti i Servizi e le Unità
Operative di Oncologia, di Anestesia e le Terapie del dolore
dell’Azienda Usl, del Policlinico S.Orsola-Malpighi
e dell’Istituto Ortopedico Rizzoli.
Realizzare e utilizzare strumenti comuni, percorsi di
integrazione ospedale-territorio e percorsi interaziendali
è un passo fondamentale per rendere una Rete veramente tale,
efficace non solo nel controllo del dolore oncologico ma nella
presa in carico globale del malato e della sua famiglia che le
cure palliative promuovono.
(*) Responsabile della Rete delle Cure Palliative dell’AUSL di Bologna
Direttore Medico Hospice MT.C. Seràgnoli e Hospice del Bellaria
11
(
- Al termine della settimana è previsto uno spazio in cui il
paziente annota osservazioni aggiuntive e risponde alla
domanda “di che cosa avrebbe bisogno per sentirsi meglio?”.
La domanda aperta ha lo scopo di ampliare, senza eccessivo
sforzo per il malato, la valutazione del dolore sulla base
della sola scala numerica che per natura non è in grado
di esprimere la “sofferenza” della persona.
- Essendo tale Agenda uno strumento personale del paziente
non è stato ritenuto utile appesantirla con la terapia medica
prescritta che rimane riportata sulla lettera di visita
ambulatoriale, o sulla lettera di dimissione, o sulla scheda
clinica domiciliare.
- Copertina in cartoncino: sul quale sono riportati i loghi, e gli
indirizzi delle Aziende, strutture, associazioni e fondazioni
che fanno parte della Rete delle Cure Palliative e che
partecipano alla realizzazione del progetto.
L’agenda del paziente non sostituisce le rilevazioni che tutti i
medici e gli infermieri dovrebbero fare e registrare sulla cartella
clinica del loro servizio. Si ritiene che uno strumento tangibile
che segua il paziente, verificabile in ogni momento del suo
percorso possa ulteriormente sensibilizzare il personale sanitario
medico e infermieristico all’attenzione al dolore, e stimolare
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APPROFONDIMENTI
Il secondo censimento degli hospice in Italia
LA NOSTRA BUSSOLA
di Daniele Crivellaro (*)
In occasione del XVI Congresso Nazionale SICP (Società
Italiana Cure Palliative), il 29 ottobre 2009 è stato presentato
a Lecce il volume: “Hospice in Italia: seconda rilevazione
ufficiale 2009”, realizzato e promosso in partnership da SICP,
Fondazione Isabella Seràgnoli di Bologna e Fondazione Floriani
di Milano. La ricerca è stata realizzata da marzo ad ottobre
2009 ed ha previsto il coinvolgimento di tutti gli assessorati
delle 19 Regioni italiane e delle 2 Province autonome di Trento
e Bolzano competenti in materia sanitaria e sociale, dei
responsabili delle strutture residenziali di cure palliative e si è
inoltre avvalsa della preziosa collaborazione sul campo garantita
dalla rete dei coordinatori regionali SICP.
Lo studio ha confermato che in Italia, a giugno 2009, sono
risultati operativi 164 hospice, per un totale di oltre 1.850
posti letto residenziali (0,31 posti letto ogni 10.000 residenti).
Entro la fine del 2010 si stima che diventeranno presumibilmente
operativi altri 65 hospice, la cui realizzazione è prevista dalla
programmazione delle Regioni italiane, portando così l’offerta
a 229 strutture e ad oltre 2.500 posti letto residenziali in cure
palliative (0,43 posti letto ogni 10.000 residenti). Se da un lato
questi risultati dimostrano la continua crescita del numero di
hospice attivi – aumentati negli ultimi 3 anni da 105 a 164
unità – dall’altro tale crescita appare ancora insufficiente
rispetto alle necessità. Basti pensare che a giugno 2009, ovvero
a distanza di 10 anni dall’approvazione della Legge n.39/99
tramite cui il Ministero della Salute ha assegnato alle Regioni
italiane oltre 200 milioni di euro destinati alla realizzazione
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di strutture residenziali di cure palliative, risultano operative
appena il 60% delle oltre 180 strutture finanziate con tali fondi
pubblici.
I risultati dell’indagine appaiono ancora più importanti se
analizzati in relazione alla recente approvazione alla Camera
dei Deputati del Disegno di Legge n.1771 “Disposizioni per
garantire l’accesso alle cure palliative e alle terapie del dolore”
la quale, se verrà approvata definitivamente anche dal Senato
com’è molto probabile, è destinata ad avere nei prossimi anni
un forte impatto sulla riorganizzazione della rete di cure
palliative a livello nazionale e regionale e di tutti i soggetti
pubblici e privati che la compongono.
La ricerca ha permesso inoltre di approfondire l’analisi del
diverso grado di sviluppo della rete degli hospice a livello
territoriale, evidenziando il permanere di una significativa
differenza di offerta tra Nord e Sud Italia: nella graduatoria
delle prime 10 Regioni per numero di posti letto in rapporto
alla popolazione, compaiono infatti 6 Regioni settentrionali
(Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria,
Veneto e Piemonte), 2 Regioni del centro (Lazio e Marche)
e 2 solo Regioni meridionali (Basilicata e Molise). È tuttavia
un segnale molto positivo che al primo posto si sia posizionata
una regione del Sud, la Basilicata, con una disponibilità 0,75
posti letto ogni 10.000 residenti. Le uniche 2 Regioni che
ancora non hanno alcun hospice operativo sono Abruzzo
e Valle d’Aosta. Come nuovo fenomeno emergente, nel 2009
è stato rilevato un forte incremento degli hospice a gestione
mista “pubblico/terzo settore”, la cui incidenza è quasi
raddoppiata nell’ultimo triennio dal 9,5% al 17,1%.
Le organizzazioni non profit – soprattutto Fondazioni,
Associazioni e Cooperative sociali – hanno infatti dato un
contributo decisivo per l’attivazione dei nuovi hospice
finanziati con fondi pubblici, molti dei quali stentavano a
diventare operativi per problemi di personale. Nell’ambito delle
Cure Palliative gli enti del terzo settore si stanno dimostrando
attori sempre più protagonisti, capaci di integrare nelle
strutture pubbliche i loro modelli organizzativi di gestione del
personale di èquipe. Visti i buoni riscontri in termini di
efficacia ed efficienza, si prevede che l’orientamento verso
soluzioni gestionali miste potrebbe ulteriormente incrementarsi
nei prossimi anni, quando dovrebbero diventare operativi i
nuovi hospice che sono attualmente in fase di realizzazione
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APPROFONDIMENTI
grazie ai fondi pubblici. Si evidenzia infine che lo studio del
2009 è stato arricchito, rispetto al precedente, con alcuni
importanti approfondimenti sugli aspetti di natura gestionale
ed economica degli Hospice. I nuovi argomenti approfonditi
spaziano dall’analisi dei modelli assistenziali prevalenti alle
modalità di presa in carico dei pazienti, dalla composizione
dell’èquipe multidisciplinare alla gestione delle attività
assistenziali, fino ad arrivare all’analisi degli aspetti
economico-finanziari e dei costi di gestione delle strutture.
Le nuove sezioni tematiche rappresentano certamente un
ulteriore valore aggiunto per tutti i soggetti che operano
nell’ambito delle cure palliative residenziali.
(*) Coordinatore area progetti di FERS – Fondazione per l'Economia e la Responsabilità Sociale (già Fondazione Nomisma
Terzo Settore). FERS è stata partner operativo nella realizzazione della ricerca e nell’elaborazione dei contenuti pubblicati
nell’opera “Hospice in Italia: seconda rilevazione ufficiale 2009”, dalla quale sono tratti i contenuti del presente articolo.
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I NOSTRI EVENTI
Fund raising sulle note della musica
“IL VIAGGIO DELL’ANIMA” DELLA BERLINER PHILHARMONIKER
PER LA FONDAZIONE HOSPICE MT.C.SERÀGNOLI
di Simona Poli
Dodici è un numero magico, che sfiora la perfezione.
È il numero dei mesi in un anno, dei mezzi toni che formano
un ottava, delle ore che compongono il giorno e la notte,
dodici sono i segni dello Zodiaco e le tribù che formarono
l’antico popolo di Israele. Dodici, gli Apostoli. Questo numero
perfetto è stato scelto dalla leggendaria Berliner Philharmoniker
per formare un’orchestra nell’orchestra, composta da soli
violoncelli, lo strumento che costituisce “la base”
dell’intrattenimento musicale, senza il quale l’intera orchestra
non può suonare. Il celebre violoncellista Pablo Casals era
perfettamente consapevole delle virtù nascoste di questo
strumento, l’unico tra gli archi in grado di arrivare alle altezze
sonore dei violini come alle profondità del contrabbasso.
La storia dei 12 violoncelli dei Berliner risale al 1927 quando
Casals, sogna un un'orchestra di soli violoncelli e compone
un brano per un ensemble che di violoncelli ne prevedeva
ben trentadue. Un altro precedente è di qualche anno prima,
quando il compositore Julius Klengel aveva composto un Inno
Markus Stockhausen
Trombettista e compositore, Markus Stockhausen nasce nel 1957 a Colonia
e dall’età di sei anni si avvicina alla musica, dedicandosi allo studio del pianoforte
e della tromba. Tanti i brani per tromba scritti appositamente per lui dal padre, il
compositore Karlheinz Stockhausen, con cui ha collaborato per venticinque anni.
Sui più prestigiosi palcoscenici del mondo - dalla Scala di Milano alla Royal Opera
House di Londra - Markus Stockhausen ha da sempre interpretato pagine da lui
stesso composte, per tromba, per orchestra e per i più diversi ensemble di jazz.
I suoi principali interessi come trombettista spaziano dalla musica intuitiva
all’improvvisazione e la musica contemporanea. Oltre all’attività di solista, Markus
ha scritto, insieme al fratello Simon, numerose partiture destinate alle sale da
concerto, al teatro e al cinema. Nel concerto a favore dell’Hospice, Stokhausen
ha suonato il brano “Miniatura” espressamente realizzato per i 12 violoncellisti
dei Berliner Philarmoniker.
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I NOSTRI EVENTI
per 12 violoncelli come regalo per il sessantesimo compleanno
di Arthur Nikisch, direttore della celebre orchestra dal 1895
al 1922. Ma sarà solo nel 1972 che, dall’intera “fila” dei
violoncelli dei Berliner Philharmoniker, l’orchestra sinfonica
più prestigiosa del mondo, prende vita una formazione da
camera unica che rinnova di continuo il proprio organico,
attinto esclusivamente da membri della famosa formazione
affidata, negli ultimi decenni, alla direzione musicale di
Herbert von Karajan, Claudio Abbado e Simon Rattle.
Il repertorio dei 12 violoncelli spazia dalla musica del
Rinascimento ai compositori contemporanei e comprende sia
trascrizioni, sia opere originali appositamente commissionate
per una formazione così eccezionale.
Questo straordinario ensamble assieme al Maestro Markus
Stockhausen, compositore e solista alla tromba, si è esibito
per la prima volta a Bologna con un programma speciale nel
concerto Viaggio dell’Anima il 29 novembre 2009 nella Basilica
di San Petronio. Un itinerario attraverso le musiche di Bach,
Mendelssohn, Poulenc, Debussy, Verdi, Stockhausen, Pärt
e Piazzola. La data di Bologna è stato il secondo appuntamento
in programma in Italia per i 12 violoncellisti, che la sera del 28
novembre si sono esibiti a Venezia presso la Basilica di San
Marco. La serata in San Petronio a Bologna è stata promossa
dal Centro della Voce - Università di Bologna in collaborazione
con l’Associazione Amici dell’Hospice e la Basilica di San
Petronio e il ricavato è stato devoluto interamente alla
Fondazione Hospice MT.C.Seràgnoli.
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GLOSSARIO
Per conoscere meglio la realtà dell’Hospice
UN GLOSSARIO PER LE CURE PALLIATIVE
a cura di Catia Franceschini*
PREMESSA
Un glossario è una raccolta di termini di un ambito specifico
e circoscritto. La parola glossario ha origine dal termine latino
glossarium che a sua volta deriva dal greco antico (glossa),
lingua. Ma la glossa, già nel mondo latino e ancor più in epoca
tarda e medioevale, indicava una nota esplicativa apposta
a fianco di un termine di difficile comprensione.
La decisione di inserire il glossario nasce dall’esigenza di
diffondere il significato delle cure palliative e il “senso” che
tutti i professionisti in hospice danno nel prendersi cura delle
persone e delle loro famiglie. Tale “senso” permette di garantire
da parte dell’èquipe un’assistenza qualificata in grado di andare
oltre il concetto di “assistenza e cura” della malattia,
sostituendolo con “assistenza e cura della persona”.
Il glossario si svilupperà nei prossimi fascicoli di Hospes dando
alcune definizioni dei principali termini in uso nell’ambito
delle cure palliative.
COSA SI INTENDE PER CURE PALLIATIVE
Si riportano alcune definizioni della letteratura nazionale e internazionale con le relative fonti:
1. Vittorio Ventafridda 1993
“Per Medicina o Cure Palliative si intende la disciplina che propone di migliorare la qualità della vita dei malati in fase terminale.
La Medicina Palliativa riconosce la morte come un processo naturale che non va accelerato né rallentato”.
Le principali caratteristiche delle Cure Palliative:
• sono focalizzate sulla qualità della vita del malato e considerano il morire un processo naturale;
• non affrettano né pospongono la morte;
• provvedono al sollievo del dolore e degli altri sintomi soggettivi del paziente;
• integrano nella cura del paziente gli aspetti psicologici, sociali, culturali e spirituali;
• offrono sistemi di supporto per rendere il più possibile attiva la vita del paziente fino alla morte;
• offrono un sistema di supporto per aiutare la famiglia durante la malattia della persona e durante il lutto;
• sono multidisciplinari nella loro operatività;
• le indagini sono ridotte al minimo e i trattamenti sono diretti al controllo dei sintomi e non a quello della malattia;
• la radioterapia, la chemioterapia e la chirurgia hanno un posto nella cure palliative, esse vengono usate per garantire benefici
sintomatologici in assenza di svantaggi che abbiano un peso sulla buona qualità di vita.
2. European Association for Palliative Care – EAPC, 1998 (modificata quella del 1989)
“Le cure palliative sono la cura attiva e globale prestata al paziente quando la malattia non risponde più alle terapie aventi come
scopo la guarigione. Il controllo del dolore e degli altri sintomi, dei problemi psicologici, sociali e spirituali assume importanza
primaria. Le cure palliative hanno carattere interdisciplinare e coinvolgono il paziente, la sua famiglia e la comunità in generale.
Provvedono una presa in carico del paziente che si preoccupi di garantire i bisogni più elementari ovunque si trovi il paziente,
a casa, o in ospedale. Le cure palliative rispettano la vita e considerano il morire un processo naturale. Il loro scopo non è quello
di accelerare o differire la morte, ma quello di preservare la migliore qualità della vita possibile fino alla fine”.
(continua sul prossimo numero)
* Direttore Infermieristico Hospice MT.C.Seràgnoli
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RINGRAZIAMENTI
CAMMINATA DI “SAN MARINO DI BENTIVOGLIO”
PROGETTO “HOSPICE 2.0”
4 aprile 2009
Manifestazione sportiva a favore dei Pazienti
non guaribili.
Aggiornamento informatico dell’Hospice.
SI RINGRAZIA
Microsoft e Acantho per aver contribuito
alla realizzazione del progetto.
SI RINGRAZIA
Gli organizzatori, in particolare il signor Paolo Bonora,
gli sponsor, i partecipanti ed il personale di servizio e
assistenza.
Reportage Fotografico “L’ULTIMO VIAGGIO”
7 novembre – 8 dicembre 2009
Mostra fotografica di Roberto Costa a cura di Robert Marnika.
SI RINGRAZIA
Patrizia Costa, Francesca Marziani e Simonetta Togliani che hanno scelto di devolvere il ricavato della mostra
alla Fondazione Hospice e il Centro Natura che ha ospitato l’evento
CONCERTO “LA MUSICA NELL’ANIMA”
www.kondel.it
23 luglio 2009
Evento inaugurale del Porretta Soul Festival con la partecipazione dei Groove City featuring Sweet Nectar & Thomas
Bigham organizzato da Kondel nella splendida cornice dell’Hotel Helvetia SPA&Beauty****
SI RINGRAZIA
Kondel, in particolare Cristina Condello e il suo staff, Gianluca Pavanello che ha messo a disposizione l’Hotel Helvetia,
Graziano Uliani, patron del Porretta Soul Festival, Radio LatteMiele e il Comune di Porretta.
TORNEO DI BASKET “WHITTY SUMMER”
16 giugno – 3 luglio 2009
10a edizione del torneo di basket organizzato
in memoria di Paul Whittaker.
TORNEO DI BURRACO “AMICI DELL’HOSPICE”
11 giugno 2009
Terza edizione del Torneo di Burraco organizzato
dall’Associazione Amici dell’Hospice.
SI RINGRAZIA
Associazione Culturale Impronte per aver devoluto
anche quest’anno l’incasso alla Fondazione Hospice
SI RINGRAZIA
Agriturismo Ca’ Bianca, nella persona della nostra
consigliera Ida Toschi Bersani, per aver ospitato il torneo
www.summerbasket.com
“SUGGESTIONS FROM SPOON RIVER”
28 maggio - giugno 2009
Mostra fotografica di Monica Silva ispirata
ai personaggi della famosa Antologia di Edgar Lee
Masters.
TORNEO DI GOLF “AMICI DELL’HOSPICE”
11 aprile 2009
Torneo organizzato dall’Associazione Amici
dell’Hospice: lo sport a sostegno dell’assistenza.
SI RINGRAZIA
Silvia Forni della Galleria Stefano Forni, Roberto
Mugavero di Minerva Edizioni e l’artista Monica Silva
per aver destinato i proventi della vendita del
catalogo alla Fondazione Hospice.
Lo staff del Golf Club in particolare il Presidente
Filippo Sassoli de Bianchi, la nostra consigliera
Annamaria Stefanelli per aver promosso l’iniziativa,
e lo sponsor CISA 2000 Chevrolet.
www.golfclubbologna.it
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SI RINGRAZIA
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RINGRAZIAMENTI
VENDITA STRAORDINARIA
“LIBRI DAMIANI EDITORE”
VENDITA DI CAPI DI ALTA
MODA “ORIANA NERI”
10 e 17 dicembre 2009
Il 10 e il 17 dicembre, dalle 17 alle 19, Grafiche Damiani
organizza nella propria sede di via Zanardi, 376 una vendita
straordinaria di tutti i volumi Damiani Editore scontati al
70%: parte del ricavato verrà destinato alla Fondazione
Hospice.
23 - 28 novembre 2009
Vendita straordinaria di capi haute couture
della sartoria Oriana Neri e cappotti e accessori della
pellicceria Serra Mengoli in collaborazione con
l’Associazione Amici dell’Hospice.
SI RINGRAZIA
La sartoria Oriana Neri, la pellicceria Serra Mengoli ed
il loro staff per aver scelto i pezzi più belli
nell’allestimento della vendita di beneficenza in favore
della Fondazione Hospice.
Grafiche Damiani per aver deciso di festeggiare il Natale
con noi.
SI RINGRAZIA
TORNEO DI BASKET “UNA SERATA PER IL PROF”
11 giugno 2009
Giocatori dell’Nba e non si sono sfidati per ricordare l’indimenticato allenatore Enzo Grandi.
SI RINGRAZIA
Gli organizzatori della manifestazione sportiva che durante la serata hanno raccolto fondi per la Fondazione Hospice
INIZIATIVA “PER UN NATALE SPLENDENTE”
www.mps.it
9 dicembre 2009 - 15 gennaio 2010
Banca Monte dei Paschi sostiene il progetto di Arte Terapia
dell’Hospice Seràgnoli raccogliendo fondi attraverso
l’iniziativa “Per un Natale Splendente”. In tutte le filiali
Monte dei Paschi di Bologna verranno consegnati oggetti
di cristallo decorativi di Cristalleria Italiana a fronte di una
donazione alla Fondazione Hospice.
SI RINGRAZIA
Banca Monte dei Paschi per aver scelto la Fondazione
Hospice MT.C. Seràgnoli come destinataria della raccolta
fondi nel territorio di Bologna.
INIZIATIVA “ALBERGHI SOLIDALI”
febbraio - dicembre 2009
Iniziativa benefica promossa da ASCOM e Federalberghi
rivolta al circuito alberghiero di Bologna e provincia.
SI RINGRAZIA
ASCOM e Federalberghi per la collaborazione,
Cariparma Crédit Agricole per il sostegno e tutti gli
Hotel che hanno aderito al progetto: Aemilia Hotel,
Hotel Centergross, Hotel Commercianti, Hotel Corona
d’Oro, Hotel Cosmopolitan Bologna, Hotel Europa,
Hotel Novecento, Hotel Orologio, Hotel Paradise,
Hotel Regina, Hotel Tre Vecchi.
PRESENTAZIONE “BILANCIO DI MISSIONE 2008”
26 novembre 2009
Presentazione del secondo Bilancio di Missione della Fondazione Hospice.
SI RINGRAZIA
CARISBO per aver contribuito anche quest’anno alla realizzazione del progetto e per aver messo a disposizione
dell’evento la Sala dei Cento. Luciano Balbo, Giorgio Fiorentini, Romano Prodi e Pierluigi Stefanini per il loro
intervento sul valore sociale delle fondazioni. Aldo Balzanelli per aver moderato l’incontro.
CONCERTO “LA MUSICA DELL’ANIMA”
29 novembre 2009
La Basilica di San Petronio ha ospitato il concerto di beneficenza in favore della Fondazione Hospice eseguito
magistralmente dai famosi violoncellisti dei Berliner Philharmoniker e dallo straordinario Markus Stockhausen.
SI RINGRAZIA
la Basilica di San Petronio e Monsignor Leonardi per la collaborazione offerta, il Centro della Voce nella persona del prof.
Lino Britto per aver curato la direzione artistica, UniCredit Banca per aver creduto nel progetto tanto da divenirne
partner, ASCOM Bologna, Gruppo HERA, I&C, Gruppo GENERALI, Rotary Club Bologna Sud, Romanò fiori, Gruppo
Sabatini e SACA per aver contribuito alla realizzazione dell’evento. Tutti i numerosi partecipanti che con la loro adesione
hanno deciso di sostenere le attività della Fondazione Hospice.
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DICONO DI NOI
M. Losi, Bologna
...UNA DIMENSIONE DI TEMPO DISTESO, OVE SI PUÒ TROVAR SPAZIO PER OGNI COSA...
[…] Entrare all’Hospice ha voluto dire vivere un’altra dimensione: la “patologia” non è più stata al centro, ha ceduto il
posto alla persona […]. La calma e la serenità che avvolgono pazienti e familiari offrono una dimensione di tempo disteso,
ove si può trovar spazio per ogni cosa, ogni ansia trova le parole per essere detta e accettata […].
Vi ringrazio per come lo avete reso felice nel farlo sentire ancora autonomo nel camminare […].
Vi ringrazio per la qualità delle cure: avete tenuto a bada la malattia e il dolore che lo devastavano e lo atterrivano.
Vi ringrazio per i sorrisi aperti, per gli abbracci e le strette di mano calorose.
Scalda il cuore e rende più lieve la vita sapere che c’è un posto dove uomini e donne speciali riescono a rendere la vita,
a qualsiasi livello essa si palesi, degna di essere vissuta fino all’ultimo.
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Per sostenere la Fondazione Hospice MT.C. Seràgnoli Onlus
i versamenti possono essere effettuati tramite:
- c/c postale n° 29216199
- Bonifico bancario presso:
UNICREDIT Banca Impresa (Filiale di Cento)
c/c 000003481967 – CIN Q – ABI 3226 – CAB 23400
IBAN: IT 65 Q 03226 23400 000003481967
- Assegno bancario non trasferibile accompagnato dai dati
del donatore
Modalità per il versamento della quota associativa all’Associazione
Amici dell’Hospice MT.C. Seràgnoli:
- c/c postale n° 52113529
- Bonifico bancario presso:
UNICREDIT, Private Banking
c/c 000060010479 – CIN A – ABI 03223 – CAB 02400
IBAN: IT 32 A 03223 02400 000060010479
- Assegno bancario non trasferibile accompagnato dai dati
del donatore
Intestati a:
Fondazione Hospice MT.C. Seràgnoli Onlus,
Via Marconi 43/45 - 40010 Bentivoglio (Bologna).
Intestati a:
Associazione Amici dell’Hospice MT.C. Seràgnoli,
Piazza San Domenico 9 - 40124 Bologna.
Alla ricezione del versamento del contributo, la Fondazione Hospice MT.C.
Seràgnoli Onlus provvederà a rilasciare ricevuta di donazione.
Quote associative:
Socio ordinario: 30 Euro
Socio effettivo: 60 Euro
Socio sostenitore: 260 Euro
FONDAZIONE HOSPICE MARIATERESA CHIANTORE SERÀGNOLI - ONLUS
Via Marconi, 43/45 - 40010 Bentivoglio (Bologna)
Tel. 051 271060 - Fax 051 266499
www.FondazioneHospiceSeragnoli.org - [email protected]
P.IVA e Cod. Fisc. 02261871202
ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI MEDICINA PALLIATIVA
Via Aldo Moro, 16/3 - 40010 Bentivoglio (Bologna)
Tel. 051 8909690 - Fax 051 8909696 www.asmepa.org - [email protected]
P.IVA e Cod. Fisc. 02693071207
ASSOCIAZIONE AMICI DELL’HOSPICE MT.C. SERÀGNOLI
Piazza San Domenico, 9 - 40124 Bologna
Tel. 051 271060 - Fax 051 266499
www.FondazioneHospiceSeragnoli.org/amici.html - [email protected]
Cod. Fisc. 91239100372