DQ 800 vero
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DQ 800 vero
1 Ottocento lacrime di ghiaccio Diabolik n. 10/2013 Soggetto: Mario Gomboli/Andrea Pasini Sceneggiatura: Andrea Pasini Disegni: Enzo Facciolo /Paolo Tani DIETRO LE QUINTE di Andrea Pasini Data la natura dell’articolo, è necessario che la storia l’abbiate letta prima, perché non solo certe informazioni si apprezzano solo conoscendo la trama in questione ma, soprattutto, la lettura di questo testo potrà rovinarvi i colpi di scena presenti nella storia. Quindi se ancora non l’avete letto l'albo, ma avete intenzione di farlo, non proseguite oltre la lettura. Titolo di lavorazione – “Ottocento lacrime di ghiaccio” è la prima volta che una mia storia parte dal titolo. Sapevamo che l'ottocentesimo inedito di Diabolik era in arrivo e quando abbiamo cominciato a ragionarci ho pensato che il titolo potesse richiamare quello del numero 700. Lì, Tito Faraci aveva avuto l'idea di mettere il numero 700 nel titolo (“Settecento gocce di sangue”). Pensando a un possibile seguito per quel titolo (e scartato “800 carati di qualcheccosa”) mi sono venute in mente le “lacrime di ghiaccio”, che riprendevano meglio l’andamento del titolo di cento numeri prima. Il ghiaccio faceva pensare subito ai diamanti e a quel punto la palla è passata a Mario Gomboli che ha avuto l'idea dei grossi diamanti di una civiltà perduta e di un cattivo che li volesse distruggere per calcolo economico. Ottocento o uno? – Prima di questa idea, però, ne abbiamo scartata un'altra, ossia che gli 800 diamanti fossero pietre tagliate di varie dimensioni (alcune molto piccole) tutte derivate da un unico diamante grezzo ritrovato anni prima. Ci sarebbe forse stato un collezionista che voleva trovare tutti quei diamanti e magari Diabolik avrebbe cercato di rubarglieli una volta completata la caccia. Ma 800 diamanti erano davvero troppi per farli saltar fuori tutti dalla stessa pietra grezza. Magda Forrest – La scelta di recuperare anche la coprotagonista del numero 700 non è venuta subito. Avevamo bisogno di un personaggio che già avesse avuto a che fare con i nostri perché così sarebbe stato più facile contattarli e coinvolgerli ma il primo candidato preso in considerazione è stato Orvaldo Ubold (già apparso in due albi: “Colpo impossibile” nel 2007 e “Il collezionista” nel 2012) lo abbiamo però escluso per due motivi: primo perché in realtà uno spunto per farlo tornare nella serie (se mai decideremo di farlo) lo abbiamo già pensato e ci dispiaceva buttarlo via ma, soprattutto, 2 perché nel frattempo ci è venuta in mente Magda, che sarebbe stata molto più adatta di lui perché, ben più di Ubold, si prestava a far nascere sospetti sulla propria buona fede. Martin Mystère – L'albo 800 di Diabolik aveva tutte le caratteristiche per permetterci di rendere un piccolo omaggio al “detective dell'impossibile” di casa Bonelli. Mario Gomboli e Alfredo Castelli (il creatore di MM) sono amici (e complici di cose fumettistiche) da una vita mentre io, prima di approdare a Diabolik, ho scritto per una decina d'anni le avventure di Martin Mystère. A questo aggiungiamo che mentre Diabolik compiva 50 anni l’altro personaggio ne festeggiava 30 e che la storia delle “800 lacrime” aveva presto, già da sola, una piega “mysteriosa”. A quel punto l'omaggio ci è parso inevitabile. Abbiamo così deciso di strizzare l'occhio agli estimatori del Buon Vecchio Zio Marty facendo apparire a tavola 89 (pag. 91) un simbolo che i suoi lettori conoscono bene: il simbolo di Atlantide (che nell'universo di Diabolik è diventato “l'emblema dei sacerdoti Zangon”). Dogon, Masai e Meroitici – Restando in clima “mysterioso”: per rappresentare l'estinto popolo Zangon ci siamo ispirati ai Dogon, popolazione del Mali ben nota a chi si occupa di fanta-archelogia. Mentre per l'attuale popolazione dello Zingawue (che vediamo in apertura di storia) ci siamo liberamente ispirati ai Masai. Anche le tavolette che Magda vuole recuperare a ogni costo sono ispirate a reali reperti archeologici: sono infatti scritte in alfabetico meroitico: un’antica scrittura africana la cui lingua non è stata ancora del tutto decifrata. Jerry Finnegan – Nella storia c'è un altro omaggio a Martin Mystère, molto meno evidente. A tavola 18 (pag. 20) scopriamo infatti che l'agente letterario di Magda si chiama Jerry proprio come quello di Mystère e che gli somiglia pure parecchio. È quindi probabile che l’agenzia di Jerry Finnegan abbia una sede a New York e una a Clerville. Joe e Jim Gregory – Durante il furto ai danni di Van Groot, parlando alla radio con Eva, davanti al guardiano legato e imbavagliato, Diabolik deve far credere che in quel momento sono due i ladri che stanno mettendo a segno il colpo. Dovendo dare un nome a queste due persone che, in realtà, erano una sola mi è venuta in mente una bella copertine della collana fantascientifica “Urania” e precisamente quella del romanzo “Universo” (“Urania 378” del 1965) di Robert A. Heinlein. Lì c'è un mutante a due teste che gioca a scacchi da solo e le due teste sono quelle di Joe e Jim Gregoy, nomi di battesimo che ho dato anche ai due ladri immaginari interpretati da Diabolik. Chiamare “Jack” il terzo complice fantasma e “Jane” Eva è venuto da sé. 3 Io Eva, tu Jane – Come è venuto da sé mettere a Eva una maschera da gorilla per farle compiere il colpo. Da un lato l'attinenza “tarzaniana” tra il nome Jane e le scimmie, dall'altro il fatto che per Martin Mystère (di nuovo lui!) negli anni ‘90 avevo scritto una storia in cui comparivano le Guerrilla Girls (gruppo di artiste nuovayorkesi, realmente esistenti, che si mostrano in pubblico con maschere da gorilla) e mi piaceva metterci un terzo omaggio al BVZM (che avrei colto solo io). Infine già sapevo che questa storia l'avrebbe disegnata Enzo Facciolo, che aveva fatto un ottimo lavoro con la maschera da lupo vista ne “Le tracce del lupo” (Diabolik 12/2011), ho pensato quindi di metterlo alla prova con un altra maschera animalesca per un altro rapinatore (anzi un'altra rapinatrice). Mario Gomboli – È forse superfluo dire (ma mi fa piacere ricordarlo) che tutta la dinamica del colpo “non-diaboliko” così come il meccanismo della trappola all'interno del tempio delle lacrime in cui Diabolik rischia di restare ucciso sono tutta (e solo) farina del sacco di Gombolik. Lastre di cristallo – Mia è invece la decisione di mettere delle lastre di cristallo di rocca a difesa delle 800 lacrime dentro il tempio (se ne vede bene una a tavola 93/pag. 95). Una scelta al limite della plausibilità pensando a quanto fosse antico quel popolo, ma avevo assolutamente bisogno che i diamanti non fossero subito raggiungibili e, senza quella lastra, era estremamente probabile che almeno un paio sarebbero rimasti in mano a Diabolik o Eva mentre, per l'efficacia del finale, doveva esserci una sola lacrima superstite, quella che era già in loro possesso. Altea di Vallenberg – Non volevamo che il numero 800 finisse senza la presenza di Ginko, fosse anche solo in un cammeo finale. Ma la presenza di Altea è invece dovuta una mia distrazione. C'è stato un momento, durante la scrittura della sceneggiatura, in cui – avendo, ehm, fatto io male i conti – mi sono convinto che a ottobre 2013 il numero 800 sarebbe coinciso con i 50 anni di Altea nella serie (che cadranno invece a ottobre 2014) e così ho pensato di far fare una piccola apparizione anche a lei. Nella prima stesura brindavano al loro anniversario e dicevano cose romantiche su tutto il tempo passato dal primo incontro. Una volta capito che avevo preso una cantonata è bastato eliminare il brindisi e far fare a lei altre considerazioni. Considerazioni che, per giunta, avevo già pronte perché erano appena state tagliate – per questioni di spazio – da una storia che vedrà protagonista la duchessa e che sarà nelle edicole nei primi mesi del 2014. Perché uno sceneggiatore impara presto che, delle idee che ha, non si butta via niente :)