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T1 CV PR T2 6 anni Sarà un caso limite, ma al Mauriziano per un’ernia inguinale non urgente si aspettano ben sei anni INCHIESTA /Ospedali e ambulatori 44 .Cronaca di Torino 1 giorno Per una densitometria alle Molinette le attese sono quasi nulle: si può ottenere la visita dopo un solo giorno STAMPA .LA DOMENICA 15 MARZO 2015 Migliora il servizio pubblico, resta il gap con il privato Sanità, le attese si riducono Liste in media accorciate ma per un intervento alle tonsille si aspettano anche 11 mesi ELISA BARBERIS CHIARA PRIANTE Nel 2013 s’aspettavano 1052 giorni per essere operati alle tonsille al Martini. Oggi «appena» 300, lista d’attesa praticamente ridotta a un terzo. Per una risonanza magnetica alla colonna vertebrale alle Molinette, nel 2014, si attendevano 337 giorni. Oggi cifra dimezzata, 143 giorni. Insomma, ci vuole pazienza - che come diceva Rousseau è sempre amara - ma negli ospedali le liste d’attesa iniziano ad accorciarsi, paradossalmente anche grazie al fatto che molti si orientano direttamente al privato, oltre che per una migliore gestione delle prenotazioni che indirizzano maggiormente verso i poliambulatori. Il percorso è comunque sovente ancora a ostacoli per chi deve prenotare una visita o un’operazione. E la differenza pubblico-privato è lampante. Per una risonanza s’aspetta un giorno a Villa Maria Pia contro un’attesa di almeno un mese negli ospedali pubblici. «Si passa in qualche giorno per le visite, per le operazioni s’attende la disponibilità del medico, ma è comunque quasi immediata» dice Margherita Patti, direttore generale della Fornaca. E così per la ricostruzione dei legamenti nel privato s’entra in clinica domani, alla Città della Salute s’aspettano quasi 5 mesi. I consumatori L’Adocraccoglie lesegnalazioni n Nascerà sul sito dell’Adoc Piemonte (sede in via Parma) una sezione dedicata alle liste attese per visite e operazioni. Spiega la presidente Silvia Cugi ni: «Sempre più perso ne lamentano le lun gaggini in Sanità. Ab biamo quindi pensato a uno strumento che permetta di raccoglie re le principali segnala zioni». Un percorso ancora con troppi ostacoli La differenza fra pubblico e privato è netta: alcune strutture accreditate, per ridurre le attese, chiedono sia aumentato il budget a loro disposizione per esami e interventi Le cause Girando per i corridoi, i medici danno la colpa al blocco del turn-over. E non è un caso se l’assessorato alla Sanità ha annunciato 600 nuove assunzioni: «Ogni direttore dovrà dimostrare come, con l’aggiunta di uno o più assunti, si potranno ridurre le attese - spiega l’assessore Antonio Saitta -. Il nuovo Sovracup unificherà e renderà inoltre trasparenti tutte le agende delle strutture pubbliche e degli accreditati». Sovente - va detto subito - gli intasamenti sono dovuti alla non appropriatezza delle prescrizioni. L’esempio più noto riguarda gli anziani: spesso vengono richieste risonanze laddove la causa di tanti dolori è un’artrite. Dall’Adoc Piemonte, Molti medici di famiglia inviano immediatamente i loro assistiti in ospedale quando potrebbero evitare invece esami inutili Dopo le nuove assunzioni i direttori verranno valutati anche per la loro capacità di ridurre le liste in ospedale e negli ambulatori Silvia Cugini Antonio Saitta Presidente Adoc Piemonte Assessore regionale alla Sanità associazione dei consumatori, fanno poi presente come molti medici di base preferiscano, invece di fare visite più accurate, mandare in ospedale: «Spesso si richiedono esami inutili», dice Silvia Cugini. In ultimo c’è il fatto che molti, dopo 6-7 mesi d’attesa, non si presentano più all’appuntamento che avevano prenotato perché, nel frattempo, hanno trovato una soluzione privatamente. Intanto, però, occupano posti preziosi. Convenzionati Osservando le tabelle sui tempi d’attesa nelle strutture torinesi la discussione è aperta. Anche sulle strutture convenzionate. C’è ad esempio chi - per ridurre le attese - propone di aumentare le loro possibilità di azione. Al Koelliker spiegano che potrebbero fornire più esami in convenzione, «ma c’è un budget annuale fissato dalla Regione che permette di eseguire solo La Città della Salute “Code persino per l’esame del sangue bisogna cambiare mentalità ai pazienti” Colloquio/1 «C on più infermieri e medici potremo aumentare visite e tenere aperte le sale operatorie più a lungo». È ancora troppo presto per parlare di numeri, ma il direttore generale della Città della Salute Giampaolo Zanetta è certo: «Le nuove assunzioni sbloccate da Roma saranno 98 mila ricoveri e sei milioni di prestazioni nel più grande ospedale del Piemonte una boccata d’ossigeno, non solo per diminuire il carico di lavoro attuale ma anche per velocizzare i tempi di attesa per esami e interventi». È il punto di partenza per migliorare una congestione ormai cronica che da Trento a Catania sembra non avere soluzione. «Bisognerà fare leva anche su un cambiamento di mentalità dei pazienti – spiega – e stabilire a livello istituzionale protocolli e percorsi precisi per orientarli verso le strutture che possano dare loro una risposta immediata e adeguata alle loro esigenze». Terzo obiettivo: articolare il territorio in modo che il grande ospedale sia l’ultimo pas- Al collasso Secondo il direttore della Città della Salute per ridurre le liste d’attesa è necessario far leva anche sui cittadini «Il grande ospedale dev’essere l’ultima frontiera possibile per i casi più gravi» REPORTERS saggio, non il primo posto a cui rivolgersi anche quando si ha bisogno solo di un banale esame del sangue. Ogni mattina sono centinaia le persone in coda per un prelievo. «I cittadini sono in grado di informarsi autonomamente, vanno dove pensano di essere trattati meglio oppure perché è sta- un determinato numero di prestazioni ogni mese». E il motivo per cui, prenotando qui un’ecocardiografia, privatamente si passa in 2 giorni, ma a carico del Servizio sanitario l’appuntamento è fra tre mesi. Migliori e peggiori Si registrano poi situazioni limite, nel bene e nel male. La radiografia del torace è immediata quasi ovunque. La densitometria è l’esame più difficile da prenotare perché poche strutture ospedaliere forniscono il servizio: alla Sedes Sapientiae si passa subito, al Gradenigo si aspettano 3 mesi. Record negativo per le tonsille a Chivasso con un’attesa di 11 mesi, al Martini se ne aspettano 10, al Maria Vittoria si passa dopo 2 mesi. Ma l’operazione più «difficile» è all’ernia inguinale: 20 mesi al San Giovanni Bosco, addirittura quasi sei anni per i casi non urgenti al Mauriziano. Mammografia Capitolo a parte merita la mammografia: la Regione fornisce controlli gratis attraverso «Prevenzione serena», ma molte non si presentano. In compenso, prenotano i controlli su richiesta del medico di base e devono aspettare mesi, quasi un anno alla Città della Salute. to consigliato loro dal medico di famiglia o da conoscenti». Per questo tanti preferiscono aspettare 4 mesi per una gastroscopia alle Molinette o 5 per la ricostruzione dei legamenti, invece di passare subito altrove. «E noi non possiamo mandarli a casa». Con quasi sei milioni di prestazioni ambulatoriali e 98 mila ricoveri nel 2014 è normale che nella più grande azienda ospedaliera piemontese le liste d’attesa siano difficili da smaltire, ma non impossibili. Un esempio: nel giro di 18 mesi, i tempi per una densitometria ossea sono stati praticamente azzerati. Da un anno a uno o due giorni. Con le nuove linee guida per l’osteoporosi diffuse «tra medici di famiglia, ortopedici e ginecologi, si è cercato di razionalizzare la domanda per un esame prescritto soprattutto alle donne in menopausa, in molti casi non indispensabile». [E. BAR.]