Comunicazione e strumenti
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Comunicazione e strumenti
CTI MONZA gennaio 2015 Obiettivi del pomeriggio Disturbi dello Spettro Autistico: Strategie per la Comunicazione Riflettere sulle caratteristiche del pensiero Autistico Valentina Crippa logopedista Condividere strategie facilitare la comunicazione e sostenere il linguaggio verbale www.paroletue.com Le caratteristiche del pensiero Autistico Pensiero Visivo Dovete lasciar perdere il linguaggio verbale. Io penso per immagini. Non penso col linguaggio. Temple Grandin Pensiero visivo Io penso per immagini: per me è così da sempre. Quando ero molto piccola, prima di essere sottoposta alle terapie per il linguaggio, nella mia testa non c’erano parole. Ora le parole narrano le immagini nella mia mente, ma restano le immagini la mia “lingua” principale Pensiero visivo e comprensione verbale Quando sei troppo lento per tenere il ritmo rapido con cui arrivano le informazioni, può capitare un sovraccarico. È come un treno che arriva in ritardo e fa ritardare anche tutti gli altri. Donna Williams, 1996 Difficoltà di comprensione verbale Essere sordo pur sentendo: significa che devo sentire un paio di volte prima di riuscire a cogliere il significato. Van Dalen, 1994 Le caratteristiche del pensiero Autistico Sovraccarico sensoriale Difficoltà sensoriali (Grandin 2014) • Ipersensibilità • Problemi percettivi (cane/pane) • Difficoltà nell’organizzazione delle informazioni Difficoltà di Comprensione Le spiegazioni erano soltanto un ulteriore bla bla bla… Se la mia capacità di tenere il passo con l’elaborazione del bla-bla della gente comincia a non essere sufficiente, mano a mano che resto indietro, continuano ad accumularsi sempre più informazioni. Donna Williams verbale Le caratteristiche del pensiero Autistico Difficoltà di comprensione verbale produzione del linguaggio Difficoltà semantico-lessicali spesso, ma non necessariamente, compromessa comprensione del linguaggio invariabilmente deficitaria Vivanti, 2010 Boucher, Bigham, Mayes &Muskett, 2008 Rapin & Dunn, 2003 PAROLE CONCRETE nomi di oggetti Difficoltà semantico-lessicali Difficoltà di categorizzazione Difficoltà di categorizzazione Sintesi concettuale Sintesi percettiva Sintesi percettiva Difficoltà di comprensione verbale Difficoltà semantico-lessicali PAROLE CONCRETE nomi di oggetti PAROLE ASTRATTE a partire dal lessico dei verbi Lessico astratto Lessico ricercato TAGLIAR CORTO SMINUZZARE AFFETTARE RECIDERE Difficoltà semantico - lessicali Difficoltà di comprensione verbale Difficoltà semantico - lessicali Dico che attacco un quadro al muro. Non dico che lo appendo, perché quando sento la parola appendere penso subito a un’impiccagione. Difficoltà morfosintattiche • Utilizzo di forme di linguaggio Gestalt (Prizant 1983) • Parzializzazione dell’informazione • Comprensione sequenziale di enunciati Landschip, artista con autismo il bambino taglia la mela (Paul, Fischer, Cohen 1988) bambino taglia mela il bambino spinge la bambina prima di uscire mettiti le scarpe bambino spinge bambina il topo è inseguito dal gatto Difficoltà di comprensione verbale Difficoltà semantico- lessicali Difficoltà morfosintattiche Difficoltà nell’elaborazione sequenziale di frasi che descrivono sequenza di azioni rispetto a frasi della stessa lunghezza raffigurabili in un’unica immagine Difficoltà di comprensione verbale Difficoltà semantico- lessicali Difficoltà morfosintattiche Difficoltà nell’elaborazione sequenziale Difficoltà di comprensione pragmatica Humour … Sarcasmo Ironia Forme di cortesia Linguaggio metaforico Sandra è andata al negozio e ha detto a Pam di dire a Susi… Jim è in una stazione sciistica e indossa una giacca rossa… Conseguenze delle difficoltà di comprensione Difficoltà nelle transizioni e resistenza ai cambiamenti Interessi ristretti Comportamenti problema Difficoltà di comprensione Capisce il linguaggio verbale? Sono compensate e «camuffate» da routine “Sì, ma non è attento, non si impegna, si rifiuta di collaborare” Difficoltà di comprensione Difficoltà di comprensione Sono compensate e «camuffate» da Sono compensate e «camuffate» da capacità di imitazione utilizzo di segnali visivi Difficoltà di comprensione Sono compensate e «camuffate» da indizi contestuali e prevedibilità «Seduto » L ’esempio di Giacomo - 1 In inverno Giacomo, appena sale in macchina, si toglie abitualmente la giacca, per poi rimettersela appena giunto a destinazione. Oggi il riscaldamento dell’auto non funziona. A metà percorso la madre di Giacomo, che è alla guida, si preoccupa che il figlio possa aver freddo. Si rivolge allora a lui dicendo: «Giacomo, metti su la giacca». Il bambino rimane apparentemente impassibile. 2 Allora la madre ripete: «Giacomo, metti su la giacca». È un comando a cui solitamente Giacomo risponde positivamente, anche abbastanza rapidamente. La madre inizialmente pensa ad un problema di attenzione, per questo ripete il comando identico al precedente. A questo punto Giacomo, apparentemente un po’ spaesato, solleva la giacca, posta sul sedile accanto a lui, e goffamente cerca di riporla «su», sul lunotto posteriore dell’auto. 3 Interrotto nell’azione dal «no» deciso della madre, Giacomo inizia ad innervosirsi. La madre allora ripete il comando aggiungendo un nuovo indizio «infila il braccino», indicazione che il bambino esegue correttamente ma solo per un braccio. La madre, anche un po’ spazientita, non si arrende e gli dice «copriti!»: a questo punto Giacomo si copre in qualche modo Caratteristiche del pensiero autistico Ascolto di Frasi Pensiero Visivo Pensiero Associativo Attivazione di aree occipitali (Kana, Keller, Cherkassky, Misnshew, & Just, 2006) Difficoltà Sensoriali Difficoltà di Comprensione Verbale STRATEGIE ALTERNATIVE basate sulla rappresentazione visiva UTILIZZO DELLE STRATEGIE VISIVE PER SOSTENERE IL LINGUAGGIO VERBALE per supportare la COMPRENSIONE DEL LINGUAGGIO La persona con Autismo può vivere meglio in un mondo “Pulce non c’è” di Gaya Raineri più visivo e meno parlato più concreto e meno simbolico «Pulce […] aveva bisogno di essere messa sempre all’interno di un “ambiente parlante”. Se l’ambiente in cui era le suggeriva chiaramente le azioni che sarebbero più prevedibile e meno caotico Eric Schopler, Programma TEACCH venute di lì a poco, lei riusciva a vincere la sua paura.» “Pulce non c’è” di Gaya Raineri […] Pulce era rimasta spiazzata quella volta che la maestra Popi aveva “Pulce non c’è” di Gaya Raineri […] Ma quando si era accorta organizzato una festa di fine anno che tutti i compagni non nella palestra della scuola: appena indossavano le loro tute, e affacciatasi sulla porta dello non stavano facendo gli stanzone ricoperto da tatami verde, pulce aveva sicuramente incrociato addominali né allenandosi lo sguardo di pertiche e quadro ai palleggi, bensì bevevano svedese che le spiegavano che era aranciata e mangiavano l’ora di ginnastica, e che doveva fare patatine, Pulce non aveva presto a mettere una tuta comoda […], e prepararsi per gli esercizi. “Pulce non c’è” di Gaya Raineri capito più niente. “Pulce non c’è” di Gaya Raineri La maestra Popi continuava a parlarle, c’è una festa qui!, diceva, ma anche il tatami, le pertiche, e i palloni da calcio le parlavano, gridavano fino a coprire la voce di Popi, Pulce, è l’ora di ginnastica! […] ma perché tutti mangiavano in palestra? […] tutto quel caos le faceva paura, l’unica cosa che aveva infine capito era che l’ora di ginnastica per qualche motivo doveva essere saltata, e quindi era andata via di corsa da quella palestra piena di voci che si mischiavano l’una all’altra senza alcun senso; l’avevano poi ritrovata seduta al banco, da sola, mentre buona buona in silenzio aspettava che suonasse la campanella e che cominciasse, come da programma, l’ora di matematica. Le strategie visive Le strategie visive Consentono: Si servono di stimoli non transitori Sfruttano abilità di discriminazione visiva, in molti casi migliore di quella uditiva Utilizzano per la trasmissione del messaggio un canale meno esposto ad interferenze Le strategie visive CAA PCS PECS I LIBR TI DOT A R T AGE NDA una decodifica delle informazioni verbali più lenta e in sequenza la traduzione del linguaggio nella loro lingua madre La CAA Nasce per la compensazione di una disabilità del linguaggio espressivo OUTPUT Nei disturbi dello spettro autistico Le strategie visive Sistema di simboli Difficoltà di comprensione Difficoltà di attribuzione del significato PCS PECS INPUT Le strategie visive T I LIBR TI OT RAD Metodo, protocollo Le strategie visive ONE I Z DU TRA MBOLI in SI Le strategie visive AGE NDA Le strategie visive Segnali comunicativi di natura visiva e non transitoria, utilizzati a sostituzione o a supporto dei segnali verbali, per rendere più efficace la comunicazione in entrata e in uscita, per insegnare abilità, per regolare comportamenti, per esprimere bisogni ecc., utilizzati nelle modalità più idonee rispetto al livello della persona con Autismo… il segreto è…. partire dal bisogno e non dallo strumento! scegliere il sottotitolo giusto! il Formato Oggetti Foto Disegni Simboli la modalità di presentazione il segnale dà solo è efficace il segnale è efficace solo contestualmente (qui e ora) Come stabilire formato e livello? Test ComFor, Hogrefe Osservare le risposte del bambino il segnale è efficace solo a livello di sensazione Come stabilire formato e livello? Nel dubbio scegliere formato e modalità meno evolute per la comunicazione (e lavorare come training su quelle più evolute) Le strategie visive INPUT Per dare informazioni chiare Dare informazioni chiare Dare informazioni chiare «Andiamo a lavarci i denti» «Andiamo a lavarci i denti» Dare informazioni chiare Dare informazioni chiare «Andiamo a lavarci i denti» «Andiamo a lavarci i denti» Dare informazioni chiare Dare informazioni chiare «Prima di uscire mettiti le scarpe» «Prima di uscire mettiti le scarpe» Dare informazioni chiare Dare informazioni chiare Per anticipare le domande «Cosa mangiamo oggi?» Per anticipare le domande Per anticipare le domande «Cosa assaggiamo oggi?» «Cosa facciamo oggi?» «Cosa succederà dopo?» «Per quanto tempo dovrò stare qui?» AGENDA Le strategie visive INPUT Per dare informazioni chiare Per porre domande “Dove vuoi andare?” Cosa vuoi mangiare? Cosa vuoi bere? Le strategie visive INPUT Per dare informazioni chiare Per porre domande Per insegnare/regolare comportamenti Metti a posto le scarpe! Cosa SI PUÒ e cosa NON SI PUÒ fare Le strategie visive INPUT Per dare informazioni chiare Per porre domande Per insegnare/regolare comportamenti Per insegnare autonomie Le strategie visive INPUT Per dare informazioni chiare Per porre domande Per insegnare/regolare comportamenti Per insegnare autonomie Per promuovere abilità sociali Storie sociali Le strategie visive la merenda e il gioco preferito OUTPUT Per scegliere il libro da leggere, (imparando a rispettare i turni) Le strategie visive OUTPUT Per scegliere Per esprimere un bisogno o uno stato d’animo Le strategie visive Per comunicare a tavola… INPUT e OUTPUT Per una comunicazione a due vie La traccia visiva per il racconto Dalla carta alle nuove tecnologie Grazie!!! www.paroletue.com [email protected]