Corso ECM a distanza a cura di Imagine
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Corso ECM a distanza a cura di Imagine
PER I NOSTRI LETTORI Corso ECM a distanza a cura di Imagine Imagine s.r.l. è provider accreditato per la formazione nell’ambito del programma ECM del Ministero della Salute, provider ECM/CPD accreditato presso Regione Lombardia (provider n. RL0118, decreto D.G. Sanità n° 5929 del 05/06/2007) ed è azienda con Sistema Gestione Qualità per l’educazione medica certificato secondo la norma UNI EN ISO 9001/2000. Patologie di organo: dalla genetica all’infiammazione Responsabile scientifico del corso: Angelo Ravelli Corso costituito da cinque moduli didattici e valido 10 crediti ECM Per il superamento del test di valutazione dell’apprendimento è necessario rispondere correttamente al 70% delle domande proposte (7 su 10 per i questionari proposti). L’erogazione dei crediti ECM avverrà solo al completamento dell’ultimo modulo previsto (mese di dicembre), previo superamento dei moduli precedenti. Requisiti tecnici per la partecipazione al corso online PC con connessione attiva a Internet. Software di navigazione (browser - es. Internet Explorer 5.0 o successivi). Stampante per stampa attestato ECM (opzionale). Istruzioni per ottenere i crediti ECM Collegarsi al sito Internet www.ecmadistanza.it alla sezione Il Pediatra. Digitare il Codice Abbonato e la Password stampati in alto a destra sull’etichetta di spedizione della rivista e compilare l’apposita Scheda di adesione con i propri dati personali. Rispondere ai questionari online pubblicati insieme ai fascicoli. Conoscere immediatamente l’esito del test di valutazione apprendimento e, al termine dell’ultimo questionario, stampare e salvare l’attestato ECM. Una lista di domande frequenti e tutte le informazioni aggiuntive a disposizione sul sito www.ecmdistanza.it alla sezione Il Pediatra. Modulo Didattico 1 Artrite come problema Angelo Ravelli, Dipartimento di Pediatria G. De Toni, Università di Genova e IRCCS G. Gaslini, Genova Per informazioni: Tecniche Nuove, tel. 02 39090260 - 02 39090284 Il Pediatra • aprile 2008 25 Educazione continua in medicina Corso ECM a distanza: modulo didattico 1 Angelo Ravelli Laureato con lode in Medicina e Chirurgia e specialista in Pediatria e Allergologia. Professore associato presso il Dipartimento di Pediatria G. De Toni dell’Università di Genova e l’IRCCS G. Gaslini di Genova. Chairman del Lupus Working Group della Pediatric Rheumatology European Society. Associate editor della rivista Pediatric Rheumatology e assistant editor della rivista Clinical and Experimental Rheumatology. Componente dell’editorial board del Journal of Rheumatology. Autore o co-autore di circa 150 articoli su riviste internazionali. Artrite come problema L’ osservazione di un bambino o di un adolescente con sofferenza articolare è frequente nella pratica pediatrica quotidiana. L’insorgenza di artrite in una o più articolazioni rappresenta quasi sempre un problema clinico rilevante e pone spesso considerevoli difficoltà diagnostiche. In età pediatrica, può essere, in effetti, non facile districarsi tra le numerose ed eterogenee cause di artrite. Inoltre, sebbene nella maggior parte dei casi siano in gioco malattie o eventi acuti a decorso benigno e a rapida risoluzione, l’interessamento articolare può a volte sottendere patologie severe, locali o sistemiche. Scopo di questo modulo didattico è passare in rassegna le principali patologie che possono determinare o simulare artrite nel bambino e nell’adolescente ed evidenziare, per ciascuna di esse, le principali caratteristiche distintive e gli elementi più utili per l’orientamento diagnostico. In generale, il corretto inquadramento di un’artrite non può prescindere dalla raccolta mirata di opportuni dati anamnestici e da una valutazione accurata delle caratteristiche della sintomatologia articolare (tabella I). Prima di entrare nel merito dell’argomento è necessaria una premessa terminologica. Si definisce artrite un processo infiammatorio a carico di un’articolazione. La diagnosi di artrite richiede la presenza di tumefazione articolare oppure, quando la tumefazione è assente o non apprezzabile clinicamente (come nel caso dell’anca o della colonna cervicale), di dolore alla pressione manuale o alla mobilizzazione passiva associato a limitazione della funzionalità articolare. L’artrite deve essere distinta dall’artralgia, che identifica il semplice dolore articolare, non accompagnato dagli altri segni di flogosi. Artropatie traumatiche Traumi. La comparsa di una tumefazione articolare viene spesso attribuita da parte dei genitori o dal bambino stesso a un pregresso trauma. Non è, tuttavia, sempre facile stabilire una correlazione tra i due eventi, perché i bambini e gli adolescenti sono esposti a frequenti lesioni traumatiche durante il gioco e lo sport. Infatti, se il trauma può rappresentare una semplice coincidenza rispetto all’esordio 26 Riassunto Summary L’insorgenza di artrite in un bambino o in un adolescente è un evenienza frequente e pone spesso notevoli difficoltà diagnostiche. La sofferenza articolare può essere, infatti, secondaria a numerose ed eterogenee condizioni, che comprendono patologie traumatiche, processi infettivi e post-infettivi, malattie infiammatorie reumatologiche, neoplasie benigne o maligne, coagulopatie, patologie ortopediche e condizioni psicogene. Vengono passate in rassegna le principali patologie che possono determinare o simulare artrite nel bambino e nell’adolescente e vengono evidenziati, per ciascuna di esse, le principali caratteristiche distintive e gli elementi più utili per l’orientamento diagnostico. The occurrence of arthritis in a child or an adolescent is common and may pose considerable diagnostic challenges. Joint involvement may, indeed, be secondary to numerous and heterogeneous conditions, which include traumatic diseases, infectious or post-infectious illnesses, rheumatologic diseases, benign or malign neoplasms, clotting disorders, orthopaedic conditions, and psychogenic disorders. We review the main clinical conditions that may cause or simulate arthritis in children or adolescents and highlight, for each of them, the distinctive features and the main diagnostic clues. A Parole chiave artrite, bambino, adolescente, diagnosi differenziale A Keywords arthritis, children, adolescents, differential diagnosis Il Pediatra • aprile 2008 di un’artrite idiopatica giovanile, può viceversa costituire l’elemento rivelatore di una malattia sistemica, ad esempio attraverso l’induzione di un emartro nell’emofilia. Quindi, nei casi in cui la natura post traumatica dell’artropatia non appare certa, è necessario raccogliere un’anamnesi dell’episodio traumatico particolarmente accurata, definendone con precisione, oltre che le modalità di esposizione della sede, i tempi e la presunta intensità, ed eseguire un approfondito esame obbiettivo locale e generale. Tabella I - Principali dati anamnestici e clinici da considerare in un bambino con artrite ■ Tipo di esordio: acuto o subdolo ■ Durata: ore, giorni, settimane, mesi ■ Sede: arti superiori o inferiori, grande o piccola articolazione ■ Artrite fissa o migrante ■ Numero di articolazioni colpite: monoarticolare o poliarticolare ■ Distribuzione simmetrica o asimmetrica ■ Tumefazione prevalente sul dolore o viceversa ■ Risposta ai FANS: pronta o scarsa Sinovite da corpo estraneo. La penetrazione di un corpo estraneo, ad esempio una spina vegetale ■ Presenza di tenosinovite o entesite a seguito della caduta in una siepe, nella cavità ■ Età del paziente: lattante, età scolare, adolescente articolare o nei tessuti circostanti può determinare ■ Presenza di segni sistemici: febbre, astenia, inappetenza, una sinovite, che è inerente alla reazione infiammatoria calo ponderale, linfoadenopatia, epatosplenomegalia al materiale estraneo piuttosto che a un processo ■ Antecedente infezione delle vie aeree superiori o dell’apparato gastrointestinale, infettivo, anche se può complicarsi nel decorso con trauma recente, facilità alle emorragie anche per traumi lievi una osteomielite o un’artrite settica. ■ Caratteristiche del dolore articolare: intenso, modesto, La sintomatologia si manifesta da pochi giorni ad accentuato dal movimento o dal riposo, diurno o notturno alcuni mesi dopo la lesione penetrativa ■ Presenza di rigidità mattutina (il corpo estraneo può impiegare parecchio tempo a ■ Caratteristiche della cute che ricopre l’articolazione colpita: raggiungere l’articolazione facendosi strada attraverso arrossamento, escoriazione, segno di puntura recente i tessuti). Nel frattempo, la lesione può essere stata ■ Manifestazioni cutanee extra-articolari: rash al volto o al tronco, addirittura dimenticata e sono subentrati i segni petecchie, ecchimosi tipici della flogosi articolare. I radiogrammi possono rivelare neoformazione di osso periosteo, lesioni ossee litiche oppure direttamente la presenza del corpo estraneo, se radio-opaco. In caso di negatività degli accertamenti radiologici tradizionali, può essere utile l’esecuzione di una tomografia computerizzata o rendersi necessaria un’esplorazione chirurgica. Il liquido sinoviale ha caratteristiche infiammatorie e le colture danno occasionalmente esito a sviluppo di colonie di germi relativamente poco virulenti. Sindrome di Munchausen. Sintomi articolari bizzarri e di difficile interpretazione possono eccezionalmente rivelare una condizione di abuso da parte di un familiare. Si tratta di bambini spesso considerati affetti da una patologia reumatologica, in quanto rifiutano la deambulazione, presentano versamento articolare o mostrano lesioni cutanee suggestive di una vasculite. Una condizione di abuso deve essere sempre considerata nel bambino che presenta una storia di ripetuti accessi al pronto soccorso per l’insorgenza di traumi non spiegati, ecchimosi o escoriazioni definite come spontanee oppure emartri non secondari a una coagulopatia. La sintomatologia articolare può essere secondaria a percosse oppure all’inoculazione di materiale estraneo nel cavo articolare Questa sindrome, denominata sindrome di Munchausen per procura, è generalmente indotta dall’esigenza patologica di una madre psicologicamente disturbata di portare il bambino all’attenzione medica. S Sintomi articolari bizzarri e di difficile interpretazione possono eccezionalmente rivelare una condizione di abuso da parte di un familiare Artriti infettive Artrite settica. L’artrite settica è una flogosi articolare causata da batteri piogeni. Può colpire il neonato, è più comune nel bambino di meno di 2 anni e diventa via via meno frequente nella seconda infanzia sino all’adolescenza. La sua patogenesi può essere legata a disseminazione ematogena di batteri, a estensione di un processo osteomielitico contiguo (soprattutto per quelle articolazioni, come l’anca, in cui la metafisi è intracapsulare) oppure alla penetrazione diretta di germi nella cavità articolare a seguito di un trauma. Le manifestazioni cliniche principali Il Pediatra • aprile 2008 27 Educazione continua in medicina Corso ECM a distanza: modulo didattico 1 Figura 1 - Artrite settica del ginocchio in un neonato S Nelle flogosi virali, l’artralgia è più comune dell’artrite vera e propria; entrambe sono spesso migranti, hanno breve durata (1-2 settimane) e guariscono senza reliquati articolari sono conseguenti alla flogosi acuta dell’articolazione interessata, che appare tumefatta, calda e a volte con cute eritematosa (figura 1). Il dolore articolare, estremamente severo, determina una limitazione notevole, spesso completa, della mobilizzazione passiva e attiva dell’articolazione colpita. Il bambino tende a mantenere l’articolazione in una posizione che riduca al minimo l’iperpressione intraarticolare e quindi il dolore. La sintomatologia locale è generalmente accompagnata da segni sistemici, come febbre, vomito e cefalea. Nel neonato, la diagnosi di artrite settica è spesso difficile perché i sintomi generali possono essere sfumati e limitarsi a irritabilità e inappetenza. L’artrite è di solito monoarticolare, ma può occasionalmente estendersi a due o più articolazioni. L’interessamento multiplo è soprattutto frequente in alcune immunodeficienze, come la malattia granulomatosa cronica. Le articolazioni più frequentemente colpite sono quelle degli arti inferiori. Molto raro è il coinvolgimento delle piccole articolazioni delle mani e dei piedi. Gli esami di laboratorio mostrano leucocitosi neutrofila ed elevazione della VES e della proteina C-reattiva. Le emocolture risultano positive nel 30-40% dei casi. È imperativo che ciascun bambino con un’artrite acuta di causa non determinata venga sottoposto ad artrocentesi diagnostica con analisi microbiologica del liquido sinoviale. Le colture sono positive nel 70-80% dei pazienti. Nei casi in cui tutti gli accertamenti colturali risultano negativi, la diagnosi si basa sul tipico quadro clinico e sull’aspetto purulento del liquido sinoviale aspirato. Le indagini radiologiche convenzionali sono di scarso aiuto nelle fasi iniziali della malattia, in quanto dimostrano soltanto ispessimento dei tessuti molli e allargamento della rima articolare secondario all’empiema. Solamente dopo alcune settimane i radiogrammi scheletrici possono rivelare, nei casi non trattati o non curati adeguatamente, riduzione dello spazio articolare, conseguente al danno cartilagineo, erosioni ed, eventualmente, anchilosi dell’articolazione. La scintigrafia ossea con tecnezio o gallio è in grado di evidenziare, già durante i primi giorni di malattia, un aumento della captazione del radioisotopo in corrispondenza dell’articolazione interessata. L’ecografia articolare può essere d’ausilio per identificare o quantificare il versamento articolare, in particolare a livello dell’anca. In caso di interessamento delle strutture ossee della pelvi o delle vertebre, può essere ottenuta una efficace documentazione con la tomografia computerizzata o la risonanza magnetica nucleare. Artriti virali. Una sintomatologia di tipo artritico può accompagnare o seguire numerose malattie virali. La maggior parte dei virus responsabili di artropatie appartiene al gruppo dei Togavirus. In generale, nelle flogosi virali, l’artralgia è più comune dell’artrite vera e propria; entrambe sono spesso migranti, hanno breve durata (1-2 settimane) e guariscono senza reliquati articolari. Nella grande maggioranza dei casi non hanno andamento ricorrente. La diagnosi si basa sulla fugacità delle manifestazioni articolari, sull’eventuale presenza dei sintomi caratteristici delle rispettive infezioni e sui dati epidemiologici e sierologici. Artrite tubercolare. Di ormai rara osservazione nei Paesi occidentali, l’artrite tubercolare si sviluppa tipicamente nel decorso di una tubercolosi polmonare e si manifesta come una monoartrite cronica, non dolente, in prevalenza a carico del ginocchio o del polso, che può determinare estesa distruzione delle strutture articolari e dell’osso circostante. L’andamento non dolente e, quindi, la prevalenza della tumefazione rispetto al dolore possono inizialmente simulare un’artrite idiopatica 28 Il Pediatra • aprile 2008 giovanile. L’interessamento articolare consegue di solito a una trasmissione ematogena del germe da un focolaio osteomielitico adiacente. In rari casi un interessamento osseo e/o articolare può essere legato a una disseminazione di micobatteri dopo vaccinazione con BCG: si tratta di regola di pazienti affetti da immunodepressione. Forme particolari ma anch’esse ormai rare di tubercolosi ossea sono rappresentate dall’osteomielite vertebrale (morbo di Pott) e dalla dattilite con espansione cistica e gravi distruzioni delle dita delle mani (spina ventosa). Raramente, la tubercolosi è accompagnata da una poliartrite (malattia di Poncet), che va interpretata tuttavia, con ogni probabilità, come un’artrite reattiva, in quanto le colture sinoviali risultano invariabilmente negative. La diagnosi di artrite tubercolare è indirizzata dalla positività dell’anamnesi familiare o dalla segnalazione di un’esposizione ambientale e dalla positività dei test cutanei specifici. Una intradermoreazione alla tubercolina deve in ogni caso far parte dell’approccio diagnostico in ogni bambino con artrite, soprattutto se monoarticolare. La conferma diagnostica si ottiene dall’esame del liquido sinoviale e dalla coltura di un frammento di sinovia asportato in via artroscopica. Malattia di Lyme. Identificata per la prima volta nella seconda metà degli anni 70 nella contrada di Old Lyme (Connecticut, USA) in occasione di un’anomala epidemia di casi etichettati in un primo tempo come “artrite cronica giovanile”, la malattia di Lyme è una patologia multisistemica causata da una spirocheta (Borrelia burgdorferi) trasmessa da una zecca (Ixodes damnini). Si sviluppa in stadi che possono comparire isolatamente o, più raramente, sovrapporsi. L’interessamento articolare, che costituisce una delle manifestazioni cliniche più frequenti e caratteristiche, può manifestarsi già nel secondo stadio, quello dell’infezione disseminata, caratterizzato da tumefazione articolare o anche soltanto da dolore al movimento. Dura al massimo una settimana, ma è spesso ricorrente. Nei pazienti in cui la malattia non guarisce e progredisce verso la fase dell’infezione persistente (stadio III), l’artrite può divenire cronica e determinare lesioni erosive della cartilagine articolare. La fisiopatologia dell’infezione riconosce sia meccanismi immunomediati, sia la localizzazione della spirocheta nella struttura articolare. L’artrite è di solito mono oppure oligoarticolare, predilige le grandi articolazioni, soprattutto il ginocchio, e può accompagnarsi a entesopatia (compromissione dolorosa delle inserzioni tendinee sull’osso). Osteomielite cronica multifocale ricorrente. Si tratta di una condizione di eziologia sconosciuta, descritta per la prima volta da Gedion nel 1972, che può mimare clinicamente una osteomielite da piogeni e può associarsi a un’oligoartrite o a una sacro-ileite simile a quella della spondilite anchilosante. Sebbene si sospetti che un virus, una chlamydia, un mycoplasma o un germe a bassa virulenza siano responsabili della malattia, le indagini microbiologiche sono invariabilmente negative. Inoltre, la terapia antibiotica è inefficace. Clinicamente, i pazienti sviluppano dolore osseo multifocale, accompagnato da febbre. Il decorso della malattia è caratterizzato dall’alternanza di fasi di remissione e di riaccensione. Le ossa lunghe rappresentano le sedi prevalentemente colpite, ma sono possibili localizzazioni alle coste, alle clavicole o alle vertebre. Le alterazioni radiologiche sono simili a quelle che si osservano nella osteomielite batterica e sono caratterizzate, in fase precoce, da lesioni osteolitiche che con il tempo vengono circondate da sclerosi e si accompagnano ad allargamento dell’osso (figura 2). La scintigrafia ossea può facilitare l’individuazione di localizzazioni multiple. La biopsia ossea non ha valore diagnostico, in quanto mostra i segni di una flogosi non specifica, ma può essere necessaria per escludere altre patologie. Nei casi con presentazione atipica la diagnosi è spesso tardiva. L’osteomielite cronica multifocale ricorrente può associarsi, nel 20% circa dei casi, a una pustolosi palmo-plantare. Un’altra possibile, ancorché rara, complicanza è il pioderma gangrenoso. S La malattia di Lyme si sviluppa in stadi che possono comparire isolatamente o, più raramente, sovrapporsi. L’interessamento articolare, che costituisce una delle manifestazioni cliniche più frequenti e caratteristiche, può manifestarsi già nel secondo stadio, quello dell’infezione disseminata Figura 2 Il radiogramma del bacino evidenzia lesioni osteolitiche multiple in un bambino di 5 anni con osteomielite cronica multifocale ricorrente Il Pediatra • aprile 2008 29 Educazione continua in medicina Corso ECM a distanza: modulo didattico 1 Figura 3 - L’ecografia dell’anca mostra versamento articolare in una bambina di 9 anni con sinovite transitoria dell’anca S La febbre reumatica è divenuta rara nei Paesi a elevato tenore di vita, ma continua a essere la causa più importante di patologia cardiaca acquisita nell’età pediatrica in molti Stati del terzo mondo. La malattia insorge a distanza di circa 2 settimane da un’infezione faringea da streptococco betaemolitico di gruppo A 30 Il Pediatra • aprile 2008 Sinovite transitoria dell’anca. La sinovite transitoria dell’anca è una patologia infiammatoria idiopatica dell’articolazione coxo-femorale, spesso preceduta da una infezione aspecifica delle vie respiratorie superiori, che ne motiva l’accostamento alle forme infettive. Colpisce soprattutto i maschi (70% dei casi) di età compresa fra i 3 e i 10 anni. In circa il 4% dei casi l’interessamento è bilaterale. Il quadro clinico è caratterizzato dalla comparsa acuta o graduale di dolore all’anca, alla coscia o al ginocchio con zoppia alla deambulazione. Spesso coesistono febbre di grado modesto e irritabilità. L’anca può essere atteggiata in posizione flessa e abdotta e, all’esame obiettivo, è soprattutto evidente una limitazione della intrarotazione della coscia sul bacino. La VES e la conta dei globuli bianchi sono di solito nei limiti. Il radiogramma dell’articolazione è generalmente normale o mostra allargamento dello spazio articolare con dislocazione laterale della testa femorale in conseguenza del versamento. La scintigrafia con tecnezio può mostrare un transitorio decremento della captazione del tracciante. L’ecografia dell’anca rappresenta l’indagine diagnostica d’elezione, in quanto consente di evidenziare e di quantificare il versamento articolare (figura 3). L’evoluzione è spontaneamente favorevole nell’arco di una o due settimane. In un piccolo numero di casi (circa l’1,5%) possono svilupparsi sequele significative come una malattia di Legg-Perthes-Calvé o una “coxa magna”. Sono possibili recidive, spesso accompagnate da modica febbre. Artriti post infettive Febbre reumatica. Descritta per la prima volta da Thomas Sydenham nel 1848, la febbre reumatica può essere considerata il prototipo delle artriti post infettive (termine che definisce flogosi articolari reattive a una infezione il cui agente non perviene nell’articolazione). Colpisce egualmente maschi e femmine e ha un picco di incidenza tra i 5 e i 15 anni. È di regola inesistente nel lattante e del tutto eccezionale al di sotto dei 3 anni. Assai frequente solo pochi decenni or sono, la febbre reumatica è divenuta rara nei Paesi a elevato tenore di vita, ma continua a essere la causa più importante di patologia cardiaca acquisita nell’età pediatrica in molti Stati del terzo mondo. La malattia insorge a distanza di circa 2 settimane da un’infezione faringea da streptococco beta-emolitico di gruppo A, accompagnata o meno da esantema scarlattinoso. L’esordio della febbre reumatica è in genere acuto e principalmente connotato dall’interessamento articolare; occasionalmente la malattia può insorgere in maniera subdola, con cardite isolata. Il dolore articolare è generalmente severo, mentre i segni obiettivi di flogosi possono essere minimi. L’artrite è caratteristicamente poliarticolare, ha carattere migrante e colpisce soprattutto le grandi articolazioni degli arti inferiori. Le manifestazioni articolari sono molto sensibili alla terapia con salicilati. La flogosi articolare persiste da alcuni giorni a 1 o 2 settimane e guarisce senza reliquati. La manifestazione clinica di gran lunga più rilevante della febbre reumatica è la cardite. La sintomatologia può essere espressione dell’interessamento di una o più delle strutture cardiache. Il segno clinico più importante della cardite reumatica è l’ascoltazione di un soffio di nuova insorgenza, che è indicativa di endocardite. Più comunemente si tratta di un soffio sistolico apicale, olosistolico e irradiato all’ascella, secondario a insufficienza mitralica. Meno frequentemente sono colpite le valvole semilunari aortiche. L’interessamento valvolare può essere confermato Tabella II - Criteri per la diagnosi mediante ecocardiografia bi-dimensionale, meglio se doppler. dell’attacco iniziale di febbre reumatica* La chorea di Sydenham, caratterizzata da movimenti involontari, afinalistici e instabilità emotiva, si osserva Criteri maggiori nel 10% o meno dei pazienti ed è più comune nel sesso femminile e in età puberale. Più comunemente interessa le ■ Cardite mani e il viso, inclusa la lingua, e può determinare disartria. ■ Poliartrite La turba della motilità incontrollata non può essere ■ Chorea soppressa volontariamente, scompare durante il sonno e non è accompagnata da sofferenze piramidali o sensoriali. ■ Noduli sottocutanei I movimenti involontari si accentuano durante uno stato ■ Eritema marginato di attenzione, come l’esecuzione di esercizi manuali, e Criteri minori conducono alle caratteristiche modificazioni della scrittura. Le manifestazioni coreiche possono essere accompagnate ■ Febbre da fenomeni ansioso-depressivi. Le manifestazioni cutanee ■ Artralgia** sono ormai di rara osservazione. I noduli sottocutanei (di ■ Prolungamento dell’intervallo PR all’ECG*** Meynet) insorgono tardivamente, sono di piccole dimensioni e si localizzano sulle superfici estensorie articolari o nelle ■ Elevazione della VES o della proteina C-reattiva guaine tendinee. Alla palpazione appaiono mobili, duri e * (criteri di Jones, modificati). Per la diagnosi è richiesta la presenza di due criteri maggiori o di uno maggiore e due minori, supportati dall’evidenza di una recente pregressa infezione ricoperti da cute non arrossata. Sono caratterizzati da brusca streptococcica, così definita: a. aumento del titolo antistreptolisinico o di altri anticorpi antistreptococcici insorgenza e regressione. L’eritema marginato o anulare è b. posività del tampone faringeo per streptococco beta emolitico di gruppo A c. scarlattina recente. transitorio e si distribuisce principalmente al tronco. La ** Non deve essere considerata un criterio minore nei pazienti in cui la poliartrite lesione fondamentale è una macula eritematosa che si viene considerata un criterio maggiore. *** Non deve essere considerata un criterio minore nei pazienti in cui la cardite viene espande lasciando un centro chiaro e può fondersi con lesioni considerata un criterio maggiore. adiacenti assumendo disegno ghirlandiforme e contorni serpiginosi. Gli esami di laboratorio mostrano in fase acuta leucocitosi neutrofila e aumento significativo della VES e delle proteine della fase acuta. Un aumento del titolo antistreptolisinico si osserva nell’80% dei pazienti. Questa percentuale può avvicinarsi al 100% se si impiegano test che rivelano uno spettro più ampio di anticorpi antistreptococcici, come l’antiialuronidasi, l’antistreptochinasi o S l’antidesossiribonucleasi. Per ottenere una dimostrazione accurata della pregressa Un aumento infezione streptococcica è opportuno dimostrare l’elevazione dei titoli anticorpali del titolo attraverso determinazioni successive. Il tampone faringeo è spesso negativo, soprattutto antistreptolisinico se il paziente è stato sottoposto a terapia antibiotica. La diagnosi di febbre reumatica si osserva nell’80% può essere difficile perché nessuna delle manifestazioni cliniche è patognomonica. Per dei pazienti. Questa facilitarne l’orientamento, sono stati proposti negli anni 50 dei “criteri” (criteri di Jones), percentuale può la cui revisione più recente risale al 1992 (tabella II). Artrite post streptococcica. Nella prima metà degli anni 80 sono stati descritti pazienti che a seguito di un’infezione streptococcica avevano sviluppato un’artrite (anch’essa, quindi, post infettiva) con caratteristiche tuttavia distinte da quelle “classiche” della febbre reumatica: l’intervallo dall’infezione streptococcica era più breve (meno di 10 giorni); l’artrite era fissa, spesso poliarticolare e aveva decorso prolungato (generalmente di alcuni mesi); le manifestazioni articolari erano risultate scarsamente responsive alla terapia salicilica. Queste segnalazioni, confermate negli anni successivi, hanno indotto alcuni autori a proporre per questa condizione clinica la denominazione di artrite post streptococcica. I rapporti clinico-patogenetici tra questa patologia e la febbre reumatica, da un canto, e l’opportunità di sottoporre questi pazienti a profilassi antibiotica, dall’altro, sono discussi. Poiché è stato recentemente dimostrato che anche i pazienti con diagnosi di artrite post streptococcica corrono un rischio significativo di sviluppare cardite, a volte durante l’episodio iniziale a volte durante una ricaduta che spesso ha caratteristiche simili a quelle di una febbre reumatica classica, è oggi prevalente l’opinione che essi debbano essere sottoposti, analogamente a quelli con febbre reumatica, a profilassi penicillinica continuativa. Nella tabella III, a pagina 32, sono riportate le principali differenze tra la febbre reumatica e l’artrite post streptococcica. avvicinarsi al 100% se si impiegano test che rivelano uno spettro più ampio di anticorpi antistreptococcici Il Pediatra • aprile 2008 31 Educazione continua in medicina Corso ECM a distanza: modulo didattico 1 Tabella III - Principali elementi distintivi tra la febbre reumatica e l’artrite post streptococcica Latenza Caratteristiche dell’artrite Decorso Risposta ai FANS Febbre reumatica Artrite post-streptococcica In media 21 giorni Meno di 10 giorni Migrante Fissa 2-3 settimane Sino a 2 mesi Pronta Scarsa Artriti post dissenteriche. Infezioni intestinali sostenute da particolari patogeni come la Shigella, la Salmonella, la Yersinia e il Campylobacter possono essere seguite in alcuni bambini dallo sviluppo di un’artrite, sterile (ovviamente, come la definizione indica). Vengono definite artriti reattive o artriti post dissenteriche e insorgono preferenzialmente in soggetti HLA-B27 positivi. L’evoluzione clinica è connotata dalla comparsa di un episodio di gastroenterite, seguito, a una distanza variabile da 3 a 7 giorni, dall’esordio improvviso di una oligo- o mono-artrite più frequentemente a carico delle ginocchia e delle caviglie. Le manifestazioni articolari si possono protrarre da 2 settimane a 8 mesi. Caratteristiche comuni a questo gruppo di artriti sono la negatività del fattore reumatoide e degli anticorpi antinucleo, l’ottima risposta della sintomatologia articolare ai salicilati e agli altri FANS. La prognosi è eccellente. Sindrome di Reiter. La sindrome di Reiter nella sua forma classica consiste nella triade sintomatologica di artrite, congiuntivite e uretrite non batterica. Nei bambini fa spesso seguito a una infezione intestinale sostenuta dagli stessi germi responsabili dell’artrite post dissenterica. Negli adolescenti può essere secondaria a un’infezione da Chlamydia contratta per contatti sessuali. L’80% circa dei pazienti è HLA-B27 positivo. La presenza di tutti e tre i sintomi della sindrome di Reiter è rara nell’adulto e ancor più nel bambino. In questi casi si parla di sindrome di Reiter incompleta. Lesioni cutanee caratteristiche della sindrome di Reiter, ma di osservazione eccezionale in età pediatrica, sono il keratoderma blenorragicum e la balanite circinata. Malattie infiammatorie-reumatologiche S L’attuale classificazione dell’AIG identifica 7 forme principali, molte delle quali sembrano rappresentare malattie distinte, essendo caratterizzate da peculiari modalità d’esordio, manifestazioni cliniche e, in alcuni casi, associazioni genetiche 32 Il Pediatra • aprile 2008 A differenza delle forme trattate nelle pagine precedenti (dal più al meno a decorso acuto e a eziologia-eziopatogenesi nota), le forme che rientrano in questa, per quanto eterogenea, categoria si caratterizzano per una storia naturale essenzialmente cronica e per una eziologia, in linea di massima, sconosciuta-incerta. Artrite idiopatica giovanile. L’artrite idiopatica giovanile (AIG) è una malattia eterogenea, che viene classificata in forme cliniche differenti in base alle caratteristiche cliniche presenti nei primi 6 mesi di malattia. L’attuale classificazione dell’AIG identifica 7 forme principali, molte delle quali sembrano rappresentare malattie distinte, essendo caratterizzate da peculiari modalità d’esordio, manifestazioni cliniche e, in alcuni casi, associazioni genetiche (tabella IV). La diagnosi di AIG sistemica richiede, oltre all’artrite, la presenza di febbre elevata e intermittente, quotidiana e persistente per almeno 2 settimane, in associazione a una o più delle seguenti manifestazioni sistemiche: tipico rash cutaneo fugace-ricorrente-evanescente, epatomegalia, splenomegalia, linfoadenopatia generalizzata e sierosite. La diagnostica differenziale dell’AIG sistemica può essere difficile, soprattutto in fase iniziale. L’AIG oligoarticolare è definita dalla presenza di artrite a carico di 4 o meno articolazioni nei primi 6 mesi di malattia. Molti bambini mostrano caratteristiche omogenee, che delineano una malattia dai contorni precisi, tipica dell’età pediatrica e assente nell’adulto. Questa condizione ha esordio precoce, generalmente prima Tabella IV - Classificazione dell’AIG e frequenza, età d’esordio e rapporto femmine/maschi nelle diverse forme cliniche Frequenza Età d’esordio Rapporto femmine/maschi Artrite sistemica 4-17% Tutta l’età pediatrica F=M Oligoartrite 27-56% Esordio precoce; picco tra 2 e 4 anni F>>>M Poliartrite fattore reumatoide positiva 2-7% Tarda infanzia o adolescenza F>>M Poliartrite fattore reumatoide negativa 11-28% Distribuzione bimodale: picco precoce tra 2 e 4 anni e picco tardivo tra 6 e 12 anni F>>M Artrite associata a entesite 3-11% Età scolare o adolescenza M>>F Artrite psoriasica 2-11% Distribuzione bimodale: picco precoce in età prescolare e picco tardivo tra 9 e 11 anni F>M Artrite indifferenziata 11-21% - - Forma clinica dei 6 anni, predilige le bambine ed è connotata da artrite asimmetrica, frequente positività degli anticorpi antinucleo (ANA) e rischio di insorgenza di iridociclite cronica. Vengono distinte 2 categorie di oligoartrite, a seconda che, dopo i primi 6 mesi, la malattia rimanga confinata a 4 o meno articolazioni (oligoartrite persistente) o si estenda a 5 o più articolazioni (oligoartrite estesa). La complicanza principale di quest’ultima forma di AIG è l’iridociclite cronica, che colpisce il 20-30% dei pazienti e può causare, se non diagnosticata e trattata tempestivamente, reliquati oculari potenzialmente severi (figura 4). L’interessamento oculare ha esordio insidioso, spesso asintomatico, e può essere mono o bilaterale. L’iridociclite si manifesta nella maggior parte dei casi entro 5-7 anni dall’esordio dell’artrite. La positività degli ANA costituisce il principale fattore di rischio per questa complicanza. Poiché l’iridociclite ha esordio asintomatico, è necessario che i bambini con oligoartrite, soprattutto se ANA-positivi, vengano sottoposti a visite oculistiche periodiche con lampada a fessura. L’AIG poliarticolare fattore-reumatoide positiva è connotata dall’associazione di artrite a carico di 5 o più articolazioni (poliartrite) e positività del fattore reumatoide (FR) di classe IgM. È considerata l’equivalente pediatrico dell’artrite FR-positiva dell’adulto. La poliartrite fattore reumatoide-negativa è probabilmente la forma clinica più eterogenea. Comprende, infatti, almeno 3 sottogruppi distinti. Il primo è rappresentato da una forma che assomiglia all’AIG oligoarticolare a esordio precoce, eccetto che per il numero di articolazioni colpite nei primi 6 mesi di malattia. È infatti caratterizzata, come la forma oligoarticolare, da esordio precoce, dalla predilezione per il sesso femminile, della distribuzione asimmetrica dell’artrite, dalla frequente positività degli ANA, dal rischio di iridociclite e dall’associazione con l’HLA-DRB1*0801. Il secondo gruppo di pazienti ha caratteristiche simili alla analoga forma dell’adulto ed è caratterizzato da sinovite florida di grandi e piccole articolazioni, esordio nell’età scolare, elevazione della VES, negatività degli ANA ed evoluzione variabile. La terza forma è nota con la denominazione di “sinovite secca” per i Figura 4 - Sinechie irido-lenticolari in una bambina di 7 anni con artrite idiopatica giovanile e iridociclite cronica Il Pediatra • aprile 2008 33 Educazione continua in medicina Corso ECM a distanza: modulo didattico 1 caratteri peculiari dell’artrite, che è connotata da rigidità e contrattura in flessione, in assenza di significativa tumefazione e con normalità o soltanto modesto aumento della VES. L’artrite associata a entesite colpisce prevalentemente i maschi dopo gli 8 anni di età ed è caratterizzata dall’associazione di artrite (più frequentemente con una localizzazione alle articolazioni periferiche, che è a volte monoarticolare e può essere indistinguibile da quella dell’AIG oligoarticolare) e flogosi nella zona di inserzione di tendini e dei legamenti (entesite). La maggior parte dei pazienti è HLA-B27 positiva. In alcuni pazienti l’interessamento articolare progredisce sino a interessare le articolazioni sacro-iliache e della colonna vertebrale, assumendo così l’aspetto di una spondilite anchilosante. È opinione comune che l’entesite-artrite appartenga al gruppo delle spondiloartropatie. La diagnosi di artrite psoriasica richiede la contemporanea presenza di artrite e psoriasi oppure, se il rash psoriasico è assente, di artrite e almeno 2 dei seguenti 3 elementi: familiarità per psoriasi in un parente di primo grado; dattilite (tumefazione di uno o più dita che si estende al di là dei margini articolari); pitting ungueale (segno di onicopatia psoriasica) in almeno 2 sedi. Si tratta di una condizione poco definita ed è una delle forme più discusse e controverse di AIG. L’artrite indifferenziata include i pazienti che non sono classificabili in alcuna categoria o soddisfano i criteri di più di una categoria. Figura 5 - La RMN mostra un emangioma sinoviale del ginocchio in un bambino di 7 anni Connettiviti sistemiche. Assai raramente, una monoartrite può far parte del quadro clinico di particolari connettiviti sistemiche, come il lupus eritematoso sistemico, la dermatomiosite giovanile, la sclerodermia e le vasculiti sistemiche. Tra le vasculiti, l’artrite è soprattutto frequente nella sindrome di Schoenlein-Henoch. Quando l’artrite si associa a ricorrenti algie addominali o turbe dell’alvo, a un’anemia sproporzionata al grado di infiammazione bio-umorale o alla presenza di sangue occulto nelle feci, il sospetto clinico deve indirizzarsi verso una malattia infiammatoria cronica intestinale (malattia di Crohn o colite ulcerosa). La forma precoce di sarcoidosi, che generalmente insorge entro i primi 4-5 anni di vita, è caratterizzata dall’associazione di rash cutaneo, uveite e artrite e dall’assenza di interessamento polmonare. L’artrite si differenzia da quella dell’AIG per la presenza di imponente ispessimento sinoviale e cospicuo versamento nelle guaine tendinee. Il dolore articolare, la rigidità mattutina e la limitazione funzionale sono, inoltre, modesti o assenti. Si ritiene oggi che la sarcoidosi a esordio precoce e la sindrome di Blau costituiscano un’unica malattia, sia dal punto di vista clinico sia sotto il profilo genetico. Sono state, infatti, ritrovate mutazioni nello stesso dominio o in domini limitrofi del gene responsabile della sindrome di Blau, il CARD15, anche in pazienti con sarcoidosi a esordio precoce, privi di familiarità per la malattia. È stata pertanto proposta l’unificazione nosografia delle due condizioni sotto la denominazione di artrite granulomatosa infantile. Tumori benigni L’osteoma osteoide colpisce prevalentemente i maschi nella seconda decade, ma può comparire prima dei 10 anni. Si localizza principalmente 34 Il Pediatra • aprile 2008 a livello del collo femorale e del grande trocantere. Sintomo tipico è il dolore osseo profondo, trafittivo, che si esacerba nelle ore notturne ed è elettivamente sensibile agli antinfiammatori non steroidei. La diagnosi si basa sul caratteristico quadro radiologico. Gli emangiomi sinoviali sono rare malformazioni vascolari che possono svilupparsi in una o più sedi articolari, più spesso nel ginocchio (figura 5). Il sanguinamento della lesione, generalmente a seguito di un trauma, determina l’improvvisa insorgenza di una tumefazione dolorosa, relativa al versamento. L’aspirato sinoviale è caratteristicamente ematico. La sinovite pigmentata villonodulare è una rara forma di sinovite cronica di eziologia ignota, che è quasi sempre localizzata a un singolo ginocchio e, all’artrocentesi, può essere evocata dal reperto di un liquido sinoviale di colore bruno-cioccolato. Neoplasie maligne I tumori maligni dell’osso possono evocare un’artrite quando inducono dolore riferito a un’articolazione o producono versamento articolare reattivo. L’osteosarcoma costituisce il 60% dei tumori ossei in età pediatrica ed è più comune nella seconda decade di vita. Ha origine nel canale midollare dell’osso e si localizza in regione metafisaria, principalmente nei distretti contigui al ginocchio e nel terzo superiore dell’omero. È un tumore altamente maligno, che metastatizza precocemente per via ematogena. Il segno di presentazione più comune è rappresentato dal dolore. La diagnosi è radiologica e la conferma istologica. Sebbene sia assai raro nel bambino, il sarcoma sinoviale è il secondo in ordine di frequenza dei sarcomi dei tessuti molli (6-10% dei casi), dopo i rabdomiosarcomi. Si sviluppa di rado all’interno di un’articolazione, mentre si localizza più spesso nei tessuti peri-articolari; quando è nei pressi di un’articolazione, può tuttavia determinare un versamento reattivo. Si manifesta con una tumefazione dura o elastica dei tessuti molli che, abitualmente, non è dolorosa. Il sarcoma di Ewing è il più maligno dei tumori ossei ed il secondo per frequenza dopo l’osteosarcoma. Si sviluppa più spesso nelle metafisi delle ossa lunghe (femore, omero, tibia), ma può localizzarsi in qualunque distretto osseo. I segni locali (dolore e tumefazione) si accompagnano frequentemente a manifestazioni sistemiche, soprattutto febbre, e a innalzamento dei parametri bio-umorali di flogosi. Radiologicamente, appare come una lesione litica, allungata, di carattere infiltrativo, che invade la cavità midollare, lede la corteccia e si accompagna a ispessimento periosteo. Coagulopatie, emopatie e neoplasie sistemiche La forma classica e più severa di emofilia viene in genere diagnosticata prima che si verifichi un emartro. Le forme intermedie e le altre coagulopatie più lievi vengono, viceversa, spesso identificate proprio dopo l’insorgenza di un emartro a genesi traumatica. Il paziente sviluppa tipicamente, dopo un trauma, tumefazione di una singola articolazione, più spesso di un ginocchio. L’emartro si manifesta nell’arco di pochi minuti o, al più, di qualche ora dal trauma con dolore ingravescente, senso di “pienezza” dell’articolazione e deficit funzionale. All’esame obiettivo l’articolazione appare calda e tumefatta. L’artrocentesi dà esito a liquido ematico. La diagnosi viene stabilita attraverso appropriati studi coagulativi. L’ipotesi di una neoplasia sistemica (soprattutto una leucemia, meno frequentemente un linfoma o un neuroblastoma) deve essere sempre vagliata con attenzione nei bambini che presentano manifestazioni articolari muscolo-scheletriche incongrue o di incerta interpretazione. La diagnosi può essere difficile perché in fase iniziale a volte mancano le tipiche anomalie ematologiche all’emocromo. Ogni minimo dubbio dovrà quindi indurre a un aspirato midollare. La diagnosi differenziale tra una leucemia e un’AIG lo richiede urgentemente. Elementi utili, ancorché non discriminanti, a sospettare una leucemia sono la localizzazione del dolore, più spesso osseo che articolare, la assai maggiore intensità della sintomatologia algica, la dissociazione tra l’aumento degli indici di flogosi e l’abnorme incremento della lattico deidrogenasi. S L’ipotesi di una neoplasia sistemica deve essere sempre vagliata con attenzione nei bambini che presentano manifestazioni articolari muscoloscheletriche incongrue o di incerta interpretazione. La diagnosi può essere difficile perché in fase iniziale a volte mancano le tipiche anomalie ematologiche all’emocromo Il Pediatra • aprile 2008 35 Educazione continua in medicina Corso ECM a distanza: modulo didattico 1 Figura 6 - Il radiogramma del bacino rivela una malattia di Perthes dell’anca destra in un bambino di 6 anni S Negli adolescenti di sesso maschile, soprattutto se sovrappeso, può verificarsi, acutamente o, a volte, in maniera insidiosa, uno scivolamento mediale/posteriore dell’epifisi femorale prossimale. Spesso precipitata da un trauma, questa condizione produce zoppia, dolore e limitazione funzionale dell’anca affetta Patologie ortopediche La malattia di Legg-Calvé-Perthes è una necrosi avascolare idiopatica della testa femorale che colpisce prevalentemente i maschi di età compresa fra 5 e 10 anni ed è bilaterale nel 10-15% dei casi. Si manifesta con zoppia, dolore e limitazione funzionale dell’anca. I radiogrammi sono spesso normali in fase iniziale e le caratteristiche anomalie radiologiche possono essere riscontrate soltanto a distanza di tempo (figura 6). La RMN e la scintigrafia ossea hanno superiore sensibilità rispetto alla radiologia convenzionale nella diagnosi precoce. La malattia di Osgood-Schlatter è una osteocondrosi causata da traumi ripetuti della tuberosità tibiale. Colpisce prevalentemente gli adolescenti atleticamente attivi e si manifesta con dolore nella zona di inserzione del tendine rotuleo, tipicamente evocato dalla palpazione locale ed esacerbato dall’esercizio o dall’inginocchiamento ed è a volte associato a tumefazione del tubercolo tibiale stesso. La diagnosi è clinica. I radiogrammi possono mostrare tumefazione dei tessuti molli, frammentazione e ampliamento del tubercolo tibiale, che è tuttavia difficile differenziare da una variante normale di crescita. Negli adolescenti di sesso maschile, e occasionalmente femminile, soprattutto se sovrappeso, può verificarsi, acutamente o, a volte, in maniera insidiosa, uno scivolamento mediale/posteriore dell’epifisi femorale prossimale (epifisolisi). Spesso precipitata da un trauma, questa condizione produce zoppia e dolore e limitazione funzionale dell’anca affetta. Nel 25-30% dei casi l’interessamento è bilaterale. La diagnosi viene posta radiologicamente e deve essere tempestiva perché soltanto un precoce intervento chirurgico può prevenire un danno irreversibile dell’anca. Sindrome da ipermobilità articolare Un’abnorme lassità articolare, tale da determinare ipermobilità dei capi articolari, può essere riscontrata in una quota elevata di soggetti sani. Si tratta di una condizione para-fisiologica, definibile come un’estrema ampiezza della normale escursione articolare non accompagnata da anomalie istologiche definite del tessuto connettivo. L’ipermobilità articolare è asintomatica nella maggior parte dei casi. I soggetti portatori di questa condizione possono, tuttavia, sviluppare una sintomatologia dolorosa muscolo-scheletrica ricorrente (cosiddetta “sindrome da ipermobilità articolare”), a volte associata a tumefazione articolare, che si localizza preferibilmente a livello di una o entrambe le ginocchia e insorge nel tardo pomeriggio o la sera, 36 Il Pediatra • aprile 2008 Tabella V - Criteri per la diagnosi di ipermobilità articolare Capacità di eseguire le seguenti manovre: Destra Sinistra 1. apposizione passiva del pollice della mano sulla superficie flessoria dell’avambraccio 1 1 2. iperestensione del polso e delle falangi metacarpali sino a portare le dita delle mani in parallelo alla superficie dorsale dell’avambraccio 1 1 3. iperestensione del gomito oltre 10° 1 1 4. iperestensione del ginocchio oltre 10° 1 1 5. flessione in avanti del tronco a ginocchia estese sino a poggiare a piatto il palmo delle mani sul suolo 1 Punteggio massimo possibile 9 Viene definito ipermobile il soggetto che raggiunge un punteggio uguale o superiore a 5 più spesso dopo lo svolgimento di intensa attività fisica. Accanto alle ginocchia, vengono frequentemente colpite le dita delle mani, le anche, i gomiti, le caviglie e, occasionalmente, le articolazioni temporo-mandibolari. Poiché l’insorgenza di disturbi osteo-articolari ricorrenti di origine non chiara nel bambino è spesso fonte di ansie e preoccupazioni, la dimostrazione che essi sono riconducibili a una sindrome da ipermobilità articolare consente di rassicurare i familiari sulla benignità della condizione. È quindi importante includere una valutazione della mobilità articolare con le semplici manovre riportate nella tabella V nell’esame obiettivo di ogni bambino o adolescente che abbia sviluppato una sintomatologia artralgica ricorrente di natura non determinata. Una diagnosi corretta, tra l’altro, permette di evitare il ricorso a indagini diagnostiche inutili o l’impiego di farmaci non necessari. Sindromi da amplificazione del dolore Le sindromi da amplificazione del dolore muscoloscheletrico o sindromi dolorose muscolo/scheletriche idiopatiche sono condizioni caratterizzate dall’insorgenza di un’ampia gamma di sintomi dolorosi a carico dei diversi distretti muscoloscheletrici, in assenza di malattie infiammatorie o alterazioni meccaniche che giustifichino l’intensità del dolore e il livello di inabilità. Le principali condizioni di questo gruppo sono la distrofia simpatica riflessa e la fibromialgia primaria giovanile. Nota anche come algodistrofia, atrofia di Sudek, o causalgia, la distrofia simpatica riflessa è stata recentemente rinominata “sindrome dolorosa regionale cronica di tipo 1”. Il termine “distrofia simpatica riflessa” è riconducibile all’ipotesi patogenetica di una iperattività del sistema nervoso simpatico a livello del segmento colpito, che si ritiene possa innescare, attraverso l’interazione con le vie nocicettive afferenti, un circolo vizioso che, col passare del tempo, produce le tipiche alterazioni vascolari, sensitive e motorie. La stasi vascolare e la prolungata inattività, possono, a loro volta, determinare alterazioni distrofiche dei tessuti molli e, nei casi a decorso protratto, osteoporosi segmentaria. Nei bambini affetti da distrofia simpatica riflessa è comunemente riscontrabile nell’anamnesi un trauma. Il dolore a livello del segmento interessato e la conseguente inabilità funzionale, che simulano un’artrite acuta, esordiscono caratteristicamente in maniera acuta, si intensificano progressivamente con il tempo e non rispondono alle terapie antalgiche. Un tutore di posizione o un apparecchio gessato possono alleviare la sofferenza sino a che vengono portati, ma S Nei bambini affetti da distrofia simpatica riflessa è comunemente riscontrabile nell’anamnesi un trauma. Il dolore a livello del segmento interessato e la conseguente inabilità funzionale esordiscono in maniera acuta, si intensificano progressivamente con il tempo e non rispondono alle terapie antalgiche Il Pediatra • aprile 2008 37 Educazione continua in medicina Corso ECM a distanza: modulo didattico 1 Tabella VI - Caratteristiche cliniche generali delle sindromi da amplificazione del dolore muscolo-scheletrico ■ Tipo di esordio: acuto o subdolo ■ Femmine pre-adolescenti o adolescenti nell’80% dei casi ■ Aumento del dolore a seguito di traumi lievi ■ Notevole inabilità funzionale ■ Trascinamento degli arti nel camminare attorno alla casa o nel salire le scale ■ Incapacità di sopportare una pressione lieve, gli abiti o le coperte ■ Presenza di alterazioni disautonomiche: modificazioni del colorito cutaneo, sudorazione fredda, edema ■ Mancato miglioramento o peggioramento col’ingessatura o l’applicazione di ututore ■ Inefficacia delle terapie antidolorifiche o antinfiammatorie ■ Tipici tratti della personalità: maturità, eccellenza a scuola e nelle attività extra-scolastiche, perfezionista, autocompiacimento ■ Ruolo di “modello” da parte di un dolore cronico o di un dolore simile in un familiare ■ Recente evento maggiore nella vita: spostamento di residenza, divorzio, modificazioni del nucleo familiare ■ Dipendenza dalla madre ■ Incongruenza tra le modalità di riferimento della sintomatologia dolorosa e l’entità del dolore e della inabilità fisica ■ Dolore non distribuito su un dermatomo o lungo il percorso di un nervo periferico ■ Esame neurologico normale Figura 7 - Topografia dei punti dolorosi fibromialgici 38 Il Pediatra • aprile 2008 vi è l’impressione che la conseguente immobilizzazione abbia un ruolo importante nel perpetuare la sintomatologia. Tipicamente, il segmento coinvolto assume una postura bizzarra e immobile e il bambino rifiuta qualunque movimento, anche se il mantenimento della posizione anomala richiede un considerevole sforzo muscolare. I fenomeni algici si accompagnano sovente a segni di disautonomia, come edema, cianosi, raffreddamento o aumentata sudorazione, che possono essere persistenti o transitori. Un altro sintomo caratteristico è l’allodinia, definita come un dolore generato da stimoli normalmente non dolorifici, che si manifesta, ad esempio, attraverso l’impossibilità di vestire o bagnare l’area colpita. Sebbene qualunque area corporea possa essere interessata, vengono più spesso coinvolte le estremità inferiori rispetto a quelle superiori e i distretti corporei periferici rispetto a quelli centrali. Occasionalmente, possono essere colpite piccole aree, ad esempio un dito, il naso o un dente. Nella fibromialgia primaria giovanile il dolore ha in genere insorgenza più graduale e caratteri e localizzazione poco definiti. Vi è di solito assenza di segni disautonomici, mentre si registrano con notevole frequenza facile stancabilità e disturbi del sonno. Occasionalmente, una fibromialgia può essere rivelatrice di una sindrome depressiva. Altre manifestazioni cliniche di accompagnamento sono la sensazione di rigidità o di tumefazione dei tessuti molli, la stanchezza al risveglio, la cefalea e il colon irritabile. Il clima umido o freddo e l’iperattività fisica vengono frequentemente segnalati come fattori aggravanti la sintomatologia dolorosa, mentre il bagno caldo, i massaggi e gli esercizi di stretching possono avere azione alleviante. A differenza della distrofia simpatica riflessa, il dolore fibromialgico è più comunemente localizzato a livello del tronco, sebbene anche la testa e gli arti possano essere coinvolti. Nel loro insieme, la rigidità e il dolore al tronco possono evocare una spondiloartopatia. La diagnosi di fibromialgia viene facilitata dalla dimostrazione di una dolorabilità elettiva a livello dei cosiddetti “punti fibromialgici” (figura 7). Sebbene le sindromi da amplificazione del dolore muscoloscheletrico non si manifestino con un’artrite in senso classico, abbiamo ritenuto opportuno descriverle in quanto possono entrare in diagnosi differenziale con alcune delle patologie descritte in questa revisione. Inoltre, queste condizioni vengono raramente diagnosticate in maniera appropriata e, soprattutto, precoce. All’opposto, i bambini colpiti vengono spesso riferiti da uno specialista all’altro, sono frequentemente sottoposti a test diagnostici multipli e a disparati tentativi terapeutici, nella vana speranza di giungere a una diagnosi precisa o di individuare un trattamento efficace. La lunga durata della sintomatologia e il senso di frustrazione per la mancanza di un chiarimento diagnostico e di una cura soddisfacente possono divenire fonte di ansia e di stress per tutta la famiglia. Una pronta diagnosi offre, quindi, notevoli vantaggi al bambino e ai familiari, in quanto consente di evitare ulteriori e inutili indagini diagnostiche e di iniziare al più presto un trattamento mirato. Al di là dei quadri clinici specifici sopra citati, i bambini che sviluppano una sindrome da amplificazione del dolore muscoloscheletrico hanno molte caratteristiche comuni (tabella VI). Pachidermodattilia La pachidermodattilia è una condizione clinica rara, ma probabilmente sottodiagnosticata, che si manifesta prevalentemente in maschi adolescenti all’epoca della pubertà ed è caratterizzata da tumefazione con aspetto “a bulbo” delle articolazioni interfalangee prossimali delle dita delle mani (dal II al IV dito) (figura 8). L’esame istologico del tessuto dermico rivela ispessimento del collagene, ipercheratosi, acantosi, ed estensione delle fibre collageniche nel tessuto sottocutaneo. La pachidermodattilia è generalmente secondaria a ripetuti traumatismi meccanici delle dita in soggetti che hanno l’abitudine inconscia di sfregarsi o stropicciarsi di continuo le dita delle mani. La diagnosi precoce di questa condizione, che può simulare un’artrite idiopatica giovanile, evita il ricorso a indagini diagnostiche non necessarie e allevia l’ansietà dei genitori. La pachidermodattilia può essere a volte rivelatrice di un disturbo del comportamento, come una sindrome ossessivo-compulsiva. Figura 8 Tumefazione delle articolazioni interfalangee prossimali delle mani in un ragazzo di 14 anni con pachidermodattilia Per approfondire 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Burgio GR, Perinotto G, Ugazio AG: Pediatria Essenziale, 4a ed. UTET, Torino, 1997. Martini A: Reumatologia Pediatrica. UTET, Torino, 1997. Burgio GR, Martini A. 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Per il superamento del test di valutazione dell’apprendimento è necessario rispondere correttamente al 70% delle domande proposte (7 su 10 per i questionari proposti) 1 Quale di questi segni clinici non configura un’artrite? 6 a– Tumefazione b– Tumefazione + limitazione funzionale c– Dolore alla pressione o alla mobilizzazione passiva d– Dolore alla pressione o alla mobilizzazione passiva + limitazione funzionale e– Tumefazione + dolore alla pressione o alla mobilizzazione passiva 2 Qual è l’indagine diagnostica prioritaria in un bambino con sospetta artrite settica? a– Infezione delle alte vie aeree b– Infezione intestinale c– Infezione cutanea d– Infezione delle vie urinarie e– Osteomielite 7 Qual è l’indagine diagnostica di elezione nella sinovite transitoria dell’anca? 8 4 9 a– Pronta risposta ai FANS b– Decorso migrante c– Prevalenza del dolore sulla tumefazione d– Distribuzione poliarticolare e– Coinvolgimento prevalente delle piccole articolazioni 5 Qual è intervallo tra l’infezione streptococcica e l’esordio dell’artrite post streptococcica? a– Meno di 10 giorni b– 21 giorni c– 1 mese d– 2 mesi e– 2 settimane 40 Il Pediatra • aprile 2008 Qual è la complicanza principale dell’AIG oligoarticolare? a– Sindrome da attivazione macrofagica b– Iridociclite c– Pericardite d– Necrosi ossea avascolare e– Entesite a– Artrocentesi e coltura del liquido sinoviale b– Scintigrafia ossea con tecnezio c– Risonanza magnetica nucleare d– Radiogramma convenzionale e– Ecografia Quale dei seguenti non è un segno caratteristico dell’artrite della febbre reumatica? Quale dei seguenti non fa parte del quadro clinico dell’AIG sistemica? a– Epatosplenomegalia b– Sierosite c– Rash cutaneo eritematoso d– Entesite e– Febbre elevata e intermittente a– Radiogramma convenzionale dell’articolazione colpita b– Scintigrafia ossea con tecnezio c– Emocoltura d– Artrocentesi e coltura del liquido sinoviale e– Ecografia dell’articolazione colpita 3 Che tipo di infezione precede l’artrite reattiva? In quale momento della giornata si esacerba il dolore nell’osteoma osteoide? a– La mattina al risveglio b– Durante la notte c– Nel primo pomeriggio d– Nel tardo pomeriggio e– Nelle ore serali 10 Qual è l’età preferenzialmente colpita nella malattia di Legg-Perthes-Calvé? a– Età neonatale b– 10-15 anni c– 5-10 anni d– Prima dei 5 anni e– Dopo i 15 anni