Medical Network n.6-2012
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Medical Network n.6-2012
La specialistica ambulatoriale dal Dpr 502/92 a oggi pagina 7 Aggiornamento professionale e crediti formativi nell’era del web pagina 10 La pensione degli ambulatoriali passati a rapporto di dipendenza pagina 24 Anno XII numero 6 | 2012 6 Bimestrale d’informazione 2012 medicalnetwork Sped. abb. post. - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Roma L A R I V I S TA D E L M E D I C O S P E C I A L I S TA A M B U L AT O R I A L E LA SANITÀ DELL’ESECUTIVO TECNICO CHE ,TRA L’ALTRO, HA SPINTO SULL’INTEGRAZIONE OSPEDALE – TERRITORIO Un anno di Governo Monti SOCIETÀ ITALIANA DI FORMAZIONE PERMANENTE PER LA MEDICINA SPECIALISTICA indice EDITORIALE Si è chiuso un anno duro e il prossimo sarà decisivo a cura di Roberto Lala ATTUALITÀ Governo I 15 mesi di sanità del governo Monti Ecco i nuovi Lea. Stop agli esami “inutili” Cronaca La specialistica ambulatoriale dal Dpr 502/92 a oggi di Luigi Sodano Formazione Aggiornamento professionale e crediti formativi nell’era del Web SiFop La Rete Specialistica Territoriale in Piemonte di Fernando Muià, Renato Obrizzo Psicologia Le geometrie del colloquio di Filippo Cantone Professione Il rapporto medico-paziente di Corrado Canale SCIENZA E RICERCA Diabetologia Bassi valori di Vitamina D e malattia cardiovascolare in diabetiche di tipo 2 ambulatoriali a cura di Carleo D., Gatti A. Pediatria Un percorso di promozione della salute per genitori e bambini dai 9 ai 12 mesi di età a cura di S. Letizia, A. D’Avino, S. Scarlata, A. Cimmino, R. Paino, R. Sperandeo RUBRICHE Previdenza complementare La pensione degli ambulatoriali passati a rapporto di dipendenza di Paolo Quarto 2 medical network 2 | 2008 info medicalnetwork 3 LA RIVISTA DEL MEDICO SPECIALISTA AMBULATORIALE Direttore responsabile Roberto Lala 4 5 7 10 12 15 17 18 21 24 Consulenza redazionale Edizioni Health Communication Srl Via Vittore Carpaccio 18, 00147 Roma Telefono 06.594461 Fax 06.59446228 e-mail: [email protected] Coordinatore editoriale Stefano Simoni Hanno collaborato Eva Antoniotti, Lucia Conti, Luciano Fassari, Giuseppe Nielfi, Paolo Quarto, Stefano Simoni, Luigi Sodano Progetto grafico Giancarlo D’Orsi Impaginazione Daniele Lucia, Barbara Rizzuti Editore Sumai - Via Tovaglieri 19, 00155 Roma Telefono 06.2329121 - fax 06.23219168 Pubblicità Edizioni Health Communication Srl, Roma - Telefono 06.594461 Registrazione al Tribunale di Roma n.446 del 22.10.2001 Roma Sped. abb. post. - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Roma Diritto alla riservatezza: “Medical Network” garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati nel rispetto della legge 675/96 Stampa: Union Printing - Viterbo Finito di stampare nel mese di dicembre 2012 editoriale Si è chiuso un anno duro e il prossimo sarà decisivo ari colleghi, l’anno appena trascorso è stato certamente duro e probante, anche se non è mancata qualche nota positiva. Ma vorrei partire da ciò che non è andato. In primis le dure politiche di riduzione delle risorse stabilite dai provvedimenti del Governo, fatte troppo spesso di soli tagli lineari e per giunta in assenza di dialogo istituzionale e con le associazioni dei lavoratori. Misure che desidero ricordare si sommano al blocco economico delle convenzioni, allo stop del turnover e ai tagli già definiti, nel 2011 per gli anni a venire, dal passato Esecutivo. Ma torniamo al 2012. I frutti di questa ‘spending review’ in salsa lineare non stanno tardando a manifestarsi in tutta la loro drammaticità. E il caos che si sta registrando in molte regioni è lì a testimoniarlo con casi, come quello del Lazio, che ne sono semplicemente l’emblema. Come SumaiAssoprof stiamo già facendo molti sacrifici e in ogni caso da sempre siamo tra i fautori di una politica di riorganizzazione della sanità finalizzata al risparmio e all’ottimizzazione dell’uso delle risorse. Ma siamo allo stesso modo convinti che in una materia così delicata ed eterogenea, qual è la nostra sanità, non si debba agire in modo unidirezionale. Perché è dimostrato che quando non si adottano politiche condivise, il risultato è che nulla cambia, al di là delle aspettative. O forse l’unica cosa che muta (in peggio) è il Servizio sanitario per come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi. Proprio su questo punto voglio ricordare con soddisfazione la manifestazione del 27 ottobre dove in più di 20.000 tra medici e operatori del settore siamo scesi in piazza proprio a difesa del nostro Ssn. È stata una giornata molto importante e che ci ha visti tutti uniti, dopo parecchi anni, contro gli attacchi continui che sta subendo l’istituto più prezioso della nostra comunità. Il quadro dunque non è affatto roseo e le prospettive a breve termine non evidenziano un cambio di rotta. Ma in questo scenario, ormai quotidianamente in sofferenza, credo che la modifica dell’art.8 della legge 502/92 introdotta dal Decreto Balduzzi sia per la nostra categoria un ottimo risultato perché a tutti gli effetti gli specialisti ambulatoriali entrano a far parte della medicina del territorio, senza se e senza ma. È evidente però che il sistema disegnato dal Decreto non potrà essere costruito in poco tempo e senza una volontà concreta delle Regioni, ma ribadisco la mia convinzione che il modello integrato proposto sia quello più consono ad affrontare i nuovi e crescenti bisogni di salute dei cittadini. In questo quadro il mio auspicio è che in questa fase in cui saremo chiamati a implementare nel nostro Acn le modifiche introdotte dal Decreto, vi sia un confronto serio e costruttivo con le Regioni, aspetto che in quest’ultimo anno è purtroppo spesso venuto a mancare. Ecco perché il 2013 che ci apprestiamo ad affrontare sarà decisivo sotto molti aspetti ed è per questo che credo occorra essere sempre più vigili nell’auspicio che finalmente anche la politica si renda conto che il Ssn non è una fonte di spreco ma di salute. C ROBERTO LALA Segretario Generale Sumai medical network 6 | 2012 3 GOVERNO GOVERNO attualità 4 I 15 mesi di sanità del governo Monti A dicembre si è conclusa l’esperienza dell’esecutivo tecnico. Per l’occasione Palazzo Chigi ha predisposto un documento “Analisi di un anno di governo” che tra le altre cose ricorda l’integrazione più efficiente tra ospedale e territorio con la riforma dell’assistenza sanitaria primaria S i chiama “Analisi di un anno di governo” ed è il documento che in oltre cinquanta pagine ricorda a tutti i cittadini quanto fatto in questi mesi dall’esecutivo guidato da Mario Monti. Dentro ci sono tutte le azioni del governo divise in 13 capitoli in cui si parla, tra l’altro, di ambiente, politica estera, giustizia, contrasto alla criminalità organizzata, lavoro e politiche sociali e sviluppo economico. Ci sono ovviamente le misure della spending review e quelle contro la corruzione. Naturalmente spazio anche alla sanità. In particolare su questo punto, ricorda il Governo, “il Ssn ha contribuito anch’esso al contenimento e al risanamento della spesa pubblica”, tuttavia, sottolinea, “la riduzione del finanziamento ha comunque preservato il funzionamento del sistema sanitario, che ha mantenuto invariati i servizi”. Un anno di sanità insomma secondo Palazzo Chigi di: "manutenzione e risparmio senza toccare i servizi". Al primo posto nel capitolo dedicato alla sanità c’è la riorganizzazione delle rete ospedaliera soprattutto in relazione ai cambiamenti demografici: meno posti letto per acuti e più medical network 6 | 2012 posti letto per riabilitazione e lungodegenza. Accanto a questo, si è percorsa la strada di una integrazione più efficiente tra ospedale e territorio con la riforma dell’assistenza sanitaria primaria e l’introduzione delle aggregazione tra medici di base, in modo da assicurare i servizi di medicina generale 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Le altre “decisioni più rilevanti” evidenziate nel documento in materia di sanità e salute sono: la spesa sanitaria che è stata razionalizzata intervenendo sugli acquisti di beni e servizi non sanitari, sui dispositivi medici e sulla spesa farmaceutica, con l’introduzione di un sistema di prezzi di riferimento e tetti di spesa per combattere sprechi e inappro- priatezze. Questa stessa ragione ha guidato la riforma delle regole per la nomina di direttori generali delle Asl e primari. Le nuove norme prevedono meccanismi di maggiore trasparenza e indipendenza dalla politica e più considerazione dei livelli professionali. È stata regolata anche l’esercizio della libera professione dei medici del Ssn, la cosiddetta attività “intramoenia”. Dopo 15 anni di deroghe, prestazioni e pagamenti dovranno essere completamente tracciati e trasparenti. Sul fronte dei farmaci sono state introdotte liberalizzazioni significative a vantaggio dei cittadini. La norma che impone la prescrizione del principio attivo nelle ricette mediche ha incentivato l’uso del farmaci equivalenti con indubbi benefici sulla spesa farmaceutica generale e, quindi, per le tasche dei cittadini. Per quanto riguarda le farmacie sono state previste nuovi sedi e un concorso straordinario per la loro assegnazione. Il Decreto sviluppo ha stabilito l’istituzione del fascicolo sanitario elettronico personale, l’introduzione della ricetta elettronica, l’abolizione dell’obbligo del formaSegue a pagina 6 GOVERNO Ecco i nuovi Lea. Stop agli esami “inutili” Alla fine, “in zona cesarini”, Balduzzi ha mantenuto l'impegno e ha presentato i nuovi Lea. Entra l'epidurale e la ludopatia. Le Regioni dovranno monitorare almeno il 5% delle prescrizioni diagnostiche per verificarne l'appropriatezza A fine anno, appena prima dello scadere del tempo utile, 31 dicembre, il Ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha approvato l’aggiornamento dei Lea. “Si tratta – ha dichiarato il Ministro – di una risposta concreta a molte persone e a molte famiglie che soffrono. Anche nelle difficoltà economiche il nostro Servizio Sanitario Nazionale si dimostra capace di dare risposte concrete”. Questi nuovi Livelli essenziali di assistenza sono stati organizzati in tre grandi Aree: ■ l’assistenza sanitar ia colletti va in ambiente di vita e di lavoro, che comprende tutte le attività di prevenzione rivolte alle collettività ed ai singoli (tutela dagli effetti dell’inquinamento, dai rischi infortunistici negli ambienti di lavoro, sanità veterinaria, tutela degli alimenti, profilassi delle malattie infettive, vaccinazioni e programmi di diagnosi precoce, medicina legale); ■ l’assistenza distr ettuale, vale a dire le attività e i servizi sanitari e sociosanitari diffusi capillarmente sul territorio, dalla medicina di base all’assistenza farmaceutica, dalla specialistica e diagnostica ambulatoriale alla fornitura di protesi ai disabili, dai servizi domiciliari agli anziani e ai malati gravi ai servizi territoriali consultoriali (consultori familiari, Sert, servizi per la salute mentale, servizi di riabilitazione per i disabili, ecc.), alle strutture semiresidenziali e residenziali (residenze per gli anziani e i disabili, centri diurni, case famiglia e comunità terapeutiche); ■ l’assistenza ospedali er a, in pronto soccorso, in ricovero ordinario, in day hospital e day surgery, in strutture per la lungodegenza e la riabilitazione, e così via. Le novità: oltre a 110 nuove malattie rare, entrano nei Lea anche 5 patologie croniche: le Broncopneumopatie croniche ostruttive (Bpco) al II stadio (moderato), III stadio (grave), e IV stadio (molto grave), comunemente conosciute come enfisema polmonare e broncopolmonite cronica. Le Osteomieliti croniche, cioè malattie croniche infiammatorie delle ossa. Le Patologie renali croniche (con valori di creatinina clearance stabilmente inferiori a 85 ml/min). Il Rene Policistico Autosomico Dominante. La Sarcoidosi al II, III e IV stadio, cioè malattie che interessano più tessuti e organi con formazioni di granulomi e che comportano problemi polmonari, cutanei e oculari. Nei Lea entra anche la Sindrome da Talidomide. Esenzione ticket Per le malattie rare è prevista l'esenzione dal ticket anche sugli accertamenti diagnostici iniziali oltre che sulle terapie, per le 5 nuove malattie croniche l'esenzione dal ticket scatta invece solo dopo l'accertamento della patologia. L u dopa t i a L’art. 5 del decreto legge 13 settembre 2012, n. 158, prevede l’inserimento nei Lea delle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione della ludopatia. In attuazione del dettato normativo, il provvedimento include esplicitamente le persone affette da questo tipo di dipendenza tra coloro cui sono rivolti i servizi territoriali per le dipendenze (Sert, Centri diurni, ecc.) già attivi nelle Asl, e modifica la definizione del sotto livello di assistenza, attualmente riportata nel Dpcm 29 novembre 2001 come l’Attività riabilitativa sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone dipendenti da sostanze stupefacenti o psicotrope o medical network 6 | 2012 GOVERNO attualità 5 GOVERNO GOVERNO attualità da alcool, riformulandola come l’Assistenza socio sanitaria alle persone con dipendenze patologiche o comportamenti di abuso di sostanze. Si afferma quindi il principio che le persone con ludopatia hanno diritto ad accedere al Ssn per ricevere le prestazioni di cui hanno bisogno, al pari dei soggetti con altre forme di dipendenze patologiche, senza che questo comporti ulteriori oneri dal momento che le Regioni non saranno tenute ad istituire servizi ad hoc.Misura circa l’appropriatezza della assistenza specialistica ambulatorialeIl provvedimento introduce anche misure per favorire l’appropriatezza dell’assistenza specialistica ambulatoriale e conseguire una riduzione degli oneri a carico del Ssn per tale livello di assistenza. In particolare le Regioni dovranno attivare programmi di verifica sistematica dell’appropriatezza prescrittiva ed erogativa dell’assistenza specialistica ambulatoriale, attraverso il controllo delle prestazioni prescritte ed erogate a pazienti con specifiche condizioni cliniche e, comunque, di almeno il 5% delle prestazioni prescritte, effettuan- do cioè un controllo sulle ricette. Per favorire lo svolgimento dei controlli, si prevede l’obbligo del medico proscrittore di indicare nella ricetta il quesito o il sospetto diagnostico che motiva la prescrizione, pena la inutilizzabilità della ricetta stessa.Inoltre, si forniscono in un allegato, le indicazioni prioritarie per la prescrizione di prestazioni di diagnostica strumentale frequentemente prescritte per indicazioni inappropriate.EpiduraleViene prevista nei Lea la maggiore diffusione dell’analgesia epidurale, prevedendo che le Regioni individuino nel proprio territorio le strutture che effettuano tali procedure e che sviluppino appositi programmi volti a diffondere l’utilizzo delle procedure stesse. I nuovi Lea proposti da Balduzzi arrivano dopo un analogo tentativo di riforma da parte del ministro della Salute del governo Prodi, Livia Turco, nel 2008 (dove era previsto l'inserimento di 109 malattie rare, di 6 malattie croniche e dell'anestesia epidurale) che però non andò in porto per problemi di copertura economica. Attualmente i Lea in vigore risalgono al novembre del 2001 e il loro rinnovo è stato all'ordine del giorno per molti anni ma finora senza successo. Per la formulazione della nuova proposta di aggiornamento è stata creata una rete di referenti regionali, anche al fine di valutare e tenere in debito conto l'esigenza di non creare disagi al cittadino e di non rendere difficoltose le procedure amministrative. Per alcune patologie di particolare complessità sono stati creati specifici gruppi di lavoro che hanno approfondito le problematiche relative alla malattia diabetica, alle malattie dell’apparato respiratorio, alle malattie reumatologiche, nefrologiche e gastroenterologiche, con il coinvolgimento di numerosi specialisti ed esperti. Il provvedimento una volta superato l'esame del ministero dell'Economia, per il concerto sul testo, poi dovrà passare per l'intesa Stato–Regioni previo parere delle Commissioni parlamentari sanità di Camera e Senato. Un passaggio, quest'ultimo, che “potrà avvenire anche a Camere sciolte", ha precisato il ministero. dicata alla prevenzione e all’incentivazione di comportamenti salutari: è stato stabilito l’innalzamento del divieto di acquisto delle sigarette da 16 a 18 anni, il divieto di vendita di alcolici ai minorenni, il riconoscimento della ludopatia nei Livelli Essenziali di Assistenza e divieti e controlli più stringenti sulla attività e pubblicità di giochi d’azzardo e scommesse, l’innalzamento dal 12 al 20 per cento del contenuto di succo naturale nelle bevande analcoliche a base di frutta. Infine per quanto riguarda il Rapporto tra salute e ambiente c’è spazio per la seconda Conferenza governativa sull’amianto che ha segnato una tappa decisiva verso il nuovo piano nazionale per le bonifiche e la costituzione di una rete di ricerca e cura sulle patologie asbesto-correlate. Sono stati pubblicati anche i nuovi dati epidemiologici sull’area di Taranto, che sono stati alla base delle scelte a tutela della salute della popolazione inserite nella nuova Aia per l’Ilva. Segue da pagina 4 to cartaceo per la cartella clinica e la tracciabilità elettronica delle confezioni dei farmaci erogati dal Ssn, ciò al fine anche di contrastare truffe sui rimborsi e inappropriatezze. Si è proceduto poi, ricorda il governo, anche ad una riforma degli enti vigilati dal Ministero della salute, tra cui spicca l’atteso riordino generale della Croce Rossa, e all’avvio del percorso che porterà alla definitivo superamento degli Opg con strutture di riabilitazione e cura nelle Regioni. Particolare attenzione è stata de6 medical network 6 | 2012 CRONACA Un excursus storico-sindacale per ripercorrere i vent’anni, appena conclusi, di applicazione di quella riforma sanitaria nota come Dpr 502/92. Una riforma che ha influenzato significativamente tutta la Sanità pubblica italiana, con notevoli ricadute per la Specialistica ambulatoriale N el 2012 che ci siamo lasciati alle spalle si sono compiuti 20 anni dall’emanazione della Riforma Sanitaria nota come Dpr 502/92, una riforma che ha influenzato significativamente tutta la sanità pubblica italiana, con notevoli ricadute per la Specialistica ambulatoriale. In quella occasione in molti avevano dato per morta la Specialistica ambulatoriale ed il Sumai, le cose sono ovviamente andate diversamente e dopo vent’anni noi siamo ancora qui, vivi, forti, tanti. Se c’era volontà di escluderci, sindacalmente e professionalmente, non ci sono riusciti. Siamo sempre pronti a difendere il Servizio sanitario nazionale, a difendere il diritto dei cittadini ad una sanità equa e solidale, a difendere la medicina territoriale che consente al cittadino di curarsi vicino al luogo dove vive o lavora, nelle grandi città come nei paesi di mare o di montagna. Ed oggi siamo ancora più forti perché sempre di più rappresentiamo tutti i professionisti della sanità: gli specialisti e i medici ambulatoriali, i medici dei servizi, i medici di medicina generale, i dirigenti medici, i medici veterinari, i biologi, gli psicologi, i chimici. I sumaisti stanno crescendo in tutte le aree e sono sempre più presenti anche negli ospedali e nelle università. È naturale ed innegabile che la nostra storia è la storia della Specialistica ambulatoriale, per cui riprendendo le didascalie che sono state utilizzate nel calendario 2012 del Sumai Napoli, ho voluto cogliere l’occasione per riportare una sintesi di quanto è avvenuto in questi venti anni all’area della specialistica ambulatoriale con lo scopo di ricordare gli avvenimenti che si sono succeduti, e di farli conoscere soprattutto ai colleghi più giovani perché sappiamo quanto è stato fatto nel corso di questi anni per salvaguardare la categoria dai tanti attacchi venuti, purtroppo, da più parti. È anche importante ricordare l’impegno forte del sindacato per creare, assolutamente dal nulla, le molte occasioni di lavoro che altrimenti non sarebbero mai emerse. È stata dura, ma tutto questo impegno, la dedizione e la costanza ci hanno fortificato nella lotta e fatto emergere in tutti gli iscritti l’orgoglio di essere sumaisti. La storia della Specialistica ambulatoriale coincide con la storia della sa- nità pubblica italiana, essa nasce con le storiche casse mutue, sviluppandosi come specialistica ambulatoriale interna con la Riforma 833 del 23 dicembre 1978 che ha portato all’istituzione del Servizio sanitario nazionale in cui la specialistica ambulatoriale era compresa nell’Articolo 48 del personale a rapporto convenzionale. Fino al 1992 era affermazione comune che gli Specialisti ambulatoriali fossero una categoria di privilegiati, dagli accordi nazionali economicamente vantaggiosi. Era un’altra epoca, quando in Sanità si dava tutto a tutti, in cui i medici non avevano alcuna incompatibilità, e tra gli specialisti si annoveravano Direttori di cattedra, di scuole di specializzazione, Primari ospedalieri di fama nazionale che, bisogna ammetterlo, davano prestigio e peso politico alla categoria. attualità CRONACA La specialistica ambulatoriale dal Dpr 502/92 a oggi di Luigi Sodano, Direttore Scuola Quadri Sumai LA CANCELLAZIONE DELL’AREA E LA MANIFESTAZIONE DEI CINQUANTAMILA Nel 1992, con l’introduzione della incompatibilità ai sensi della legge 412 che ha visto la fuga dall’area dei succitati professori e primari, e con il famigerato Decreto legislativo 30 dicemmedical network 6 | 2012 7 CRONACA CRONACA attualità bre 1992 n° 502, che prevedeva la cancellazione della Specialistica ambulatoriale dal Servizio sanitario nazionale, gli specialisti ambulatoriali si sono trovati ad affrontare una situazione completamente nuova in cui il problema non era più quello di avere un aumento economico più consistente, bensì di salvare letteralmente il posto di lavoro e il futuro pensionistico di coloro che non avevano avuto l’opportunità di fuggire verso Ospedali o Cliniche Universitarie. Il Sindacato nazionale si attivò per affrontare con forza le traversie del momento e l’anno successivo, con il Decreto legislativo 7 dicembre 1993 n° 517 si riuscì ad ottenere che gli Specialisti in servizio, vi rimanessero fino ad “esaurimento”. Non fu assolutamente facile: importante fu la partecipazione massiccia alla storica manifestazione dei cinquantamila medici a Roma; la frequentazione quotidiana delle stanze del ministero della Sanità da parte dei dirigenti nazionali Sumai un continuo correr dietro a funzionari ministeriali tutt’altro che amici; un drammatico confronto al Congresso nazionale a Fiuggi con l’allora nuovo ministro, Maria Pia Garavaglia (Governo Ciampi). La Riforma 517 risolse sicuramente il quesito sul futuro lavorativo di coloro che erano in servizio, ma con la famosa espressione “ad esaurimento” si sanciva la morte dell’area specialistica convenzionata. OBIETTIVO: LA RIAPERTURA DELL’AREA A questo punto l’obiettivo del Sindacato divenne quello di trovare una via per la riapertura dell’area, riapertura necessaria perché obiettivamente la Sanità italiana non poteva fare a meno degli ambulatori territoriali a disposizione dei cittadini, ambulatori 8 medical network 6 | 2012 presenti in tutti i quartieri delle grandi città come nei piccoli centri, con il rischio più che probabile di intasare ancor di più le strutture ospedaliere presenti invece solo in alcune aree urbane. La riapertura dell’area aveva anche una necessità più egoisticamente di categoria, perché serviva per la salvaguardia del Fondo Ambulatoriale Enpam, che altrimenti rischiava di far la fine di quello della convenzionata esterna con pesanti rischi sulle pensioni sia del presente che del futuro. Dal 1993 in poi sono stati anni durante i quali si sono ricercate, individuate ed indicate a tanti colleghi strade percorribili, sempre tra le pieghe delle norme di legge, per entrare nell’area della specialistica bypassando il blocco all’assunzione a tempo indeterminato voluto dalla Riforma: • attraverso il passaggio dalla Medicina dei Servizi; • attraverso i ricorsi della cosiddetta fascia d) dell’Acn, che interessava colleghi provenienti sia dalla dipendenza che dalle convenzioni; • attraverso il passaggio dalla sanità militare o marittima o dall’Inail; • attraverso il rientro di coloro costretti ad abbandonare la specialistica per l’incompatibilità; • attraverso il passaggio dalla Medicina generale. Indispensabile alla riuscita dei tentativi su indicati fu l’impegno perché mai fosse bloccata la pubblicazione dei turni vacanti e la determinazione a non accettare né la soppressione delle graduatorie provinciali, né la stipula di contratti anomali o atipici “ad personam” che si cercava di far decollare in alcune realtà locali in barba alle norme comunque vigenti. Non si può non accennare alla Finanziaria 1995 che consentiva il passaggio alla dipendenza di quegli specialisti che avevano maturato alcuni re- quisiti di anzianità. Non essendo obbligatoria, né per le Regioni né per i singoli professionisti, l’opportunità fu colta a livello nazionale da non più del 20% degli aventi diritto, con punte del 50/60% in alcune regioni e zero in altre. RIDARE DIGNITÀ ALLA SPECIALISTICA AMBULATORIALE Nel 1996 fu firmato il Dpr 500, un Accordo Collettivo Nazionale apparentemente marginale, ma la cui pubblicazione fu importante perché da un lato confermò l’esistenza della categoria, dall’altro lato chiarì e chiuse definitivamente la questione del pagamento degli specialisti a prestazione. Infatti alcuni funzionari ministeriali dell’epoca interpretavano come superato il modello di accordo tradizionale e, secondo loro, anche la specialistica andava considerata una convenzione a prestazione cosa che la riforma 502/92 prevedeva, ma per altri appositi accordi. In definitiva si è riusciti, in circa sette anni, a mantenere inalterato il numero degli specialisti ambulatoriali in servizio e si è arrivati al 1999 quando finalmente al ministero della Sanità si resero conto di quanto fosse importante per il cittadino la medicina territoriale. Va ricordato il Piano sanitario nazionale 1998-2000 che, per la prima volta, usciva dalla logica ospedalocentrica che ha sempre caratterizzato la Sanità nazionale e poneva l’attività territoriale quale fondamentale presidio a tutela della salute del cittadino sia per la prevenzione che per la cura delle principali patologie. Successivamente, con il Decreto legislativo 229/99, è stata ridata dignità allo specialista ambulatoriale non solo riportandola nel Servizio sanitario, ma dandogli anche una funzione di CRONACA IL PROTOCOLLO AGGIUNTIVO: UN NUOVO MODELLO DI RAPPORTO DI LAVORO L’Acn 271/00 è stato sicuramente per la specialistica uno dei più importanti accordi di questo ventennio perché, oltre all’apertura parziale dell’area attraverso i contratti a tempo determinato, ha consentito allo specialista di sentirsi parte integrante delle Aziende in cui esercita la professione partecipando ai progetti obiettivi delle aziende stesse e condividendone anche i risultati economici con le incentivazioni. Il Protocollo Aggiuntivo è diventato un modello di rapporto di lavoro con una sua logica nel momento storico in cui è stato introdotto, momento in cui si volevano modificare tutti i rapporti di lavoro nella società ma, a distanza di tempo, ha anche mostrato le sue lacune perché da un lato non era economicamente conveniente per le Aziende rispetto ad un tradizionale rapporto a tempo indeterminato a 38 ore, dall’altro lasciava il professionista insicuro sul suo futuro perché non legato all’Azien- da se non in maniera mercenaria e fugace. Il Dpr 271/00 è stato anche quello che per primo ha introdotto il concetto di trattativa regionale. LA TRASFORMAZIONE DEI RAPPORTI A TEMPO INDETERMINATO Il tempo determinato andava superato con il consolidamento dei rapporti di lavoro istituiti, anche per definire il futuro dei colleghi entrati in quegli anni. La disponibilità del governo dell’epoca a recepire i suggerimenti sindacali, permise di introdurre nella Finanziaria 2005 una norma che consentisse alle Aziende di trasformare i rapporti da tempo determinato in rapporti a tempo indeterminato, pur mantenendo nell’Acn il tempo determinato per i primi incarichi. Una chiara disponibilità fu trovata anche nei rappresentanti della Sisac, l’agenzia appositamente istituita per la negoziazione degli accordi dei convenzionati, che consentì la trattativa che ha portato alla stipula con la Conferenza Stato-Regioni dell’Acn del 23 marzo 2005. Un Accordo totalmente inserito nel nuovo quadro istituzionale che, con la modifica del titolo V della Costituzione, ha affidato alle Regioni la piena potestà legislativa e regolamentare in materia di salute. Con l’Accordo del 2005 accanto al tradizionale livello di contrattazione nazionale, si è affiancata definitivamente una negoziazione regionale che doveva definire gli obiettivi di salute, i modelli organizzativi e gli strumenti per attuarli poi a livello aziendale. Con l’Articolo 14 della seconda parte dell’Accordo, veniva demandata alla trattativa regionale la riorganizzazione e definizione di importanti istituti quali: • la flessibilità, • l’organizzazione del lavoro, • i doveri e compiti dei professionisti, • i programmi e progetti finalizzati. Non dimentichiamo ancora l’importanza che era stata data a regioni ed aziende perché garantissero, nel rispetto della programmazione regionale, le attività per la formazione continua e nell’ambito dei programmi regionali ed aziendali, il raggiungimento di obiettivi di qualificazione ed appropriatezza. La nuova organizzazione del lavoro Gli Accordi del 2009 prima e del 2010 poi hanno superato l’idea di una specialistica prestazionale, introducendo una nuova organizzazione di lavoro, di tipo orizzontale, comune anche agli Psicologi, ai Medici di famiglia, ai pediatri di libera scelta ed alla Continuità assistenziale: le Aggregazioni funzionali territoriali (Aft), necessarie per l’integrazione delle attività dei singoli medici specialisti e delle altre professionalità per il conseguimento degli obiettivi di assistenza, e le Unità complesse delle cure primarie (Uccp), modelli adattabili ai specifici bisogni assistenziali della popolazione, che realizzano la continuità dell’assistenza, 24 ore su 24, 7 giorni su 7 per garantire una effettiva presa in carico del cittadino, in particolare dei pazienti cronici, comune a tutti i medici convenzionati e territoriali. Le difficoltà economiche nazionali, e quelle in particolare di numerose Regioni sottoposte ai cosiddetti piani di rientro, hanno momentaneamente frenato le opportunità di assistenza per i nostri concittadini. Gli Accordi integrativi regionali (Air) sono gli strumenti necessari per individuare i modelli territoriali più efficaci tenendo attualità CRONACA coordinamento dell’attività territoriale attraverso la presenza di diritto di un proprio rappresentante negli Uffici di Coordinamento dell’attività distrettuale accanto ai medici ed ai pediatri di famiglia. Il Decreto legislativo 229/99, in parte osteggiato dai medici, soprattutto nella parte dove si voleva ingabbiare la professione medica in schemi rigidi, innegabilmente ha raccolto le istanze che venivano dalla specialistica e ha di fatto riaperto parzialmente l’area gettando le basi per l’Accordo collettivo nazionale 271/00 che, all’Allegato 1, ha istituito la figura dello specialista con incarico a tempo determinato ai sensi del Protocollo Aggiuntivo. Segue a pagina 11 medical network 6 | 2012 9 FORMAZIONE FORMAZIONE attualità 10 Aggiornamento professionale e crediti formativi nell’era del Web L’intesa tra Sumai, Sims e Sifop ha sviluppato un network finalizzato ad offrire un’efficace e progredita opportunità per il conseguimento dell’aggiornamento professionale e per acquisire i crediti formativi anche attraverso la “Rivista Medica Italiana online” S ono davvero tanti gli eventi significativi che testimoniano l’indiscusso avanzamento organizzativo e operativo realizzati dal Sumai nel 2012 in ogni campo di sua competenza e nell’ampio e fondamentale ambito della politica sindacale correttamente considerata. Uno di questi, per la sua peculiarità scientifica e culturale, merita certamente un particolare rilievo: l’Intesa tra il Sindacato, la Sims (Società Italiana di Medicina Specialistica) e la Sifop. Intesa fortemente voluta dal Sumai e tutta finalizzata ad offrire, al singolo iscritto al Sindacato, la più efficace e progredita opportunità oggi disponibile per il conseguimento dell’essenziale aggiornamento professionale e, nel contempo, per acquisire i “Crediti formativi” previsti, obbligatoriamente, dalle Norme che regolano l’esercizio e della professione medica e delle altre professioni sanitarie presenti nel Servizio sanitario Nazionale. Intesa che ai fini perseguiti risulta addirittura perfetta. Vero è, infatti, che fa convergere “perfettamente” la disponibilità: – della Sims all’accredito Ecm (dal ministero della Salute) di appositi numedical network 6 | 2012 “L’INTESA TRA IL SINDACATO, LA SIMS E LA SIFOP TESTIMONIA L’INDISCUSSO AVANZAMENTO ORGANIZZATIVO E OPERATIVO REALIZZATI DAL SUMAI NEL 2012 IN OGNI CAMPO DI SUA COMPETENZA” meri del suo Organo ufficiale “la Rivista Medica Italiana online”; – del Sindacato a garantire il finanziamento necessario per l’accredito Ecm de “la Rivista Medica Italiana online e per l’utilizzo a titolo gratuito dello stesso da tutti gli iscritti che ne fanno richiesta; – della Sifop a consentire, come “provider”, l’utilizzo della propria piattaforma digitale “sifopecm.it”. Intesa, merita evidenziarlo, che, certamente nei settori di rispettiva competenza, colloca il Sumai, il Sims e la Sifop tra i protagonisti più riconoscibili nel complesso panorama dell’era digitale che la “navigazione” Internet consente oggi di esplorare. Lo dimostra, tra l’altro, la procedura ineccepibilmente innovativa che l’In- tesa propone utilizzando, al meglio, le straordinarie risorse offerte da Internet. Procedura configurata, appunto, per favorire nel modo più facile ed intuitivo possibile il raggiungimento dello scopo perseguito; un sicuro ed eccellente aggiornamento professionale pienamente rispondente, in ogni caso, ad una corretta ed adeguata Educazione continua in medicina. Procedura che previa connessione a “www.larivistamedicaitaliana.it” si compendia nella consultazione – con un solo click sulla stessa homepage – delle “info Ecm”: per poi seguire le apposite semplici, chiare ed esplicite “istruzioni”. Istruzioni che, di fatto, si articolano in tre momenti: 1)consultazione degli “Articoli scientifici accreditati” per ciascun numero de “la Rivista Medica Italiana online” e opportunamente rilevabili nella stessa pagina “info Ecm”; 2)iscrizione (se non ancora richiesta e ottenuta) a “la Rivista Medica Italiana online” mediante la compilazione del modulo scaricabile con l’apposito link (Iscriviti); 3)collegamento tramite il link (Ecm) alla piattaforma “sifopecm.it” dove FORMAZIONE “INTESA CHE COLLOCA IL SUMAI, IL SIMS E LA SIFOP TRA I PROTAGONISTI PIÙ RICONOSCIBILI NEL COMPLESSO PANORAMA DELL’ERA DIGITALE CHE LA NAVIGAZIONE INTERNET CONSENTE OGGI DI ESPLORARE”. attualità FORMAZIONE è possibile consultare i singoli “Articoli accreditati” e quindi – dopo aver compilato i corrispondenti “Questionari di valutazione” – ottenere i “Crediti formativi” previsti. A questo punto vale aggiungere che informazioni più dettagliate si possono ottenere dal Sito del Sindacato “www.sumaiweb.it” cliccando sul link a destra “approfondisci” sotto l’immagine “La Rivista Medica”. Approfondimento che, tra l’altro, consente di “scaricare il pdf della presentazione». Sin qui la peculiarità scientifica e culturale dell’Intesa promossa e siglata dal Sumai con la Sims (Società Italiana di Medicina Specialistica) e la Sifop. Prima di chiudere ancora un dato di fatto, per non pochi aspetti affatto straordinario, merita di essere ampiamente evidenziato. Ovvero che l’intesa tra il Sumai e la Sims offre l’opportunità, a chiunque ne sia fondatamente interessato, di pubblicare i risultati di studi, ricerche e sperimentazioni (personali o in collaborazione) su “la Rivista Medica online” diffondendoli via web e rendendoli quindi consultabili da chiunque e dovunque. Risultati destinati altrimenti a restare troppo spesso ignorati. Basti pensare alla messe di dati che emerge dalla quotidiana attività di decine di migliaia di Specialisti impe- gnati, sul territorio, a tutela della salute di tutti e di ciascuno. Dati indubbiamente preziosi ai fini dei fondamentali approfondimenti che esperienze senza soluzione di continuità nella diagnosi e nella terapia consentirebbero di realizzare, Dati sino ad oggi destinati all’oblio perché, fatte salve alcune lodevoli eccezioni, è mancata, alla loro diffusione, la disponibilità non onerosa di un adeguato e autorevole Organo scientifico. Lacuna questa, con il consenso della Sims, ormai superata nei fatti dal Sumai con l’offerta, ai volenterosi, di pubblicare a titolo gratuito i loro validi contributi scientifici su “la Rivista Medica Italiana online”. Basti far riferimento, inoltre, a quelle delle tantissime Tesi di Laurea o di Specializzazione elaborate con intelligenza, intuizione, originalità, impegno e sacrificio che avrebbero potuto – se conosciute – produrre effetti significativi; o, quanto meno, risultati meritevoli di doverosa attenzione. Se questo è vero com’è vero il Sindacato troverà sicuramente il modo più idoneo per aprire “la Rivista Medica Italiana online” ai Laureandi e agli Specializzandi anzidetti anche perché, ineluttabilmente, rientrano già nel futuro del Sumai. mantenimento dei Lea per tutti i cittadini, ridurre l’utilizzo improprio dei Pronto soccorso e degli ospedali, impiegare tutti gli strumenti necessari al perseguimento degli obiettivi di salute, sviluppare la medicina di iniziativa e contribuire all’integrazione fra assistenza sanitaria e quella sociale, con particolare riguardo all’assistenza domiciliare e residenziale. Le recenti manovre economiche non ci aiutano in questo, ma la nostra ostinazione e la nostra storia ci daranno la forza per affrontare anche queste battaglie, e la massiccia presenza dei Sumaisti alla ultima grande manifestazione dei medici italiani a difesa del Servizio sanitario nazionale dimostra ancora una volta la nostra volontà di non arrendersi mai. Segue da pagina 9 conto delle caratteristiche demografiche ed orografiche della regione. Uno strumento in più perché questi Accordi affrontino realmente l’individuazione di nuovi modelli di cure primarie ci viene dalla Riforma Balduzzi, approvata nell’ottobre del 2012, che impone tempi brevi perché dalle parole si passi ai fatti. Nella loro stesura si dovrà tener conto innanzitutto del medical network 6 | 2012 11 SIFOP SIFOP attualità Fernando Muià, Specialista in Orl, Torino Renato Obrizzo, Specialista in Cardiologia, Torino La Rete Specialistica Territoriale in Piemonte In questo ultimo numero del 2012 di Medical network continuiamo la pubblicazione di alcune delle relazioni, in forma di abstract, presentate durante il Congresso di Treviso che si è svolto lo scorso mese di ottobre. Sui prossimi numeri continueremo le pubblicazioni delle altre. L o Specialista del territorio “concorre ad assicurare – nell’ambito delle attività distrettuali e territoriali come individuate dal Piano sanitario nazionale e dai piani sanitari regionali vigenti – l‘assistenza primaria unitamente agli altri operatori sanitari e svolge le attività di assistenza specialistica” (art.28 Acn2009). Nella Regione Piemonte tali compiti vengono svolti da circa 1.300 Specialisti Territoriali nell’ambito di 35 differenti specializzazioni, sia mediche che chirurgiche, compresa l’odontoiatria, con un numero di ore totali annuali pari a circa 1,5 milioni di ore (anno di riferimento 2009). Afferiscono al medesimo Accordo anche i medici veterinari, gli psicologi, i biologi ed i chimici. In tale contesto, la valorizzazione dell’autonomia e della capacità di gestione da parte dei professionisti convenzionati, nell’ambito del governo clinico, si configura quale elemento strategico per l’individuazione e il perseguimento di obiettivi di miglioramento, come più volte richiamato da parte del vigente Accordo collettivo nazionale. I principi di riferimento La proposta per il sistema di assistenza specialistica territoriale regionale è 12 medical network 6 | 2012 fondata sui seguenti principi della Primary Care: Continuità, Coordinamento ed integrazione, Appropriatezza, Organizzazione. La rete Specialistica Territoriale e le Unità Specialistiche Ter ritor iali Il modello proposto prevede la costituzione a livello di ogni Azienda Sanitaria Locale di una macro-aggregazione funzionale denominata Rete Specialistica Territoriale Azien- dale articolata in ambito distrettuale in Aggregazioni Funzionali Territoriali (art. 30 bis Acn 2009) denominate “Unità Specialistiche Territoriali” distrettuali. Ogni Unità Specialistica Territoriale ha come proprio territorio di riferimento un singolo Distretto e come bacino d’utenza la popolazione ivi residente. Sulla base delle esigenze organizzative ed assistenziali e dei relativi obiettivi aziendali e distrettuali, ogni SIFOP Modalità operative Gli Specialisti operano: per progetti, in team, utilizzando Information Technology, promuovendo una medici- na proattiva e implementando percorsi diagnostico-terapeutici e iniziative di prevenzione. Funzioni La Rete Specialistica Territoriale Aziendale e le Unità Specialistiche Territoriali Distrettuali svolgono le attività di assistenza specialistica in ambito territoriale costituendone il principale riferimento e concorrono ad assicurare l’assistenza primaria unitamente agli altri operatori sanitari (art 28 comma 1). Sedi operative Le Unità Specialistiche Territoriali svolgono la loro attività principalmente presso: i Poliambulatori distrettuali, i Consultori, i Centri di Assistenza Primaria e gli Ambulatori dei Mmg, le strutture residenziali distrettuali (RAF, RSA, Hospice, ecc) , il domicilio del paziente, anche nell’ambito di programmi strutturati di assistenza domiciliare. Miglioramento della qualità L’attivazione di strategie di benchmarking fra i vari progetti-obiettivo implementati a livello regionale all’interno delle Reti Specialistiche Territoriali costituisce la strategia preferenziale per identificare le best practices specifiche per la Specialistica Territoriale. An alis i d ei bisogn i e v alut azion e de lla perfor mance Si rende necessario individuare a livello regionale un sistema di analisi dei bisogni di salute e delle relative risposte assistenziali territoriali che consenta di studiare, valutare e confrontare i modelli sperimentati e determini la transizione da un modello fondato sulla valutazione delle quantità delle prestazioni erogate ad un modello di valutazione d’impatto sanitario su specifici outcome di salute. attualità SIFOP Unità Specialistica Territoriale è articolata in Moduli che potranno essere funzionalmente identificati, anche secondo le risorse professionali disponibili. Il coordinamento delle attività della Rete Specialistica Territoriale è affidato ad uno specialista ambulatoriale, coordinatore aziendale. L’attività di coordinamento dell’Unità Specialistica Territoriale è affidata ad uno specialista ambulatoriale, coordinatore distrettuale. La Rete Specialistica Territoriale e le Unità Specialistiche Territoriali si integrano con tutti gli altri attori del Sistema Sanitario Piemontese a livello Aziendale e Distrettuale e si coordina con la rete ospedaliera, secondo i principi della clinical governance. La psicoterapia integrata dalla tecnologia della Realtà Virtuale, erogata dal SSN, per la cura di alcune disfunzioni sessuali perduranti nel tempo ambulatorio di Psicosessuologia (collegato alla U.O. di Urologia dell’Ospedale “All’Angelo” di Mestre dell’ASL 12 Veneziana della Regione Veneto, diretta dal dott. Carlo Pianon) è un punto d’incontro di diverse discipline e professioni, mediche e psicologiche e offre al paziente (donna o uomo) la possibilità di ricuperare la propria unità, individualità, unici- L’ tà indirizzandolo verso il percorso di guarigione a lui/lei più idoneo considerando che al suo fianco si proietta il partner, sia reale che simbolico. Dopo una diagnosi clinica medica che presuppone anche una visita specialistica, una valutazione eziopatogenetica-diagnostico differenziale e un inquadramento psicosessuologico del disturbo sessuale (associato a volte a una valuta- zione psicologica della personalità in generale), vengono individuate le reali necessità del/della paziente per indirizzarlo verso la scelta terapeutica più opportuna, rispettando i desideri e i background del/della paziente e della eventuale coppia. Il ruolo dello psicosessuologo medico è quello di essere un punto di riferimento per chi presenta un disturbo sessuale acuto o “cronico” e medical network 6 | 2012 Gabriele Optale Specialista in Ostetricia e Ginecologia, Venezia 13 SIFOP SIFOP attualità Giovanni Perrone, Specialista in Diabetologia e Malattie del Ricambio, Reggio Calabria 14 allo stesso tempo un referente di tipo bidirezionale per il multidisciplinico team di professionisti che a volte entrano per primi in contatto con chi presenta un problema sessuale. L’iter diagnostico serve ad identificare l’eventuale presenza della componente biologica associata a quella psicologica, per un succes- sivo inquadramento diagnostico di tipo psicogeno, organico o misto. L’indirizzo terapeutico, quindi, suggerito (anche con l’apporto della consulenza di altri specialisti) potrebbe essere: farmacologico con counselling psicosessuale, psicoterapeutico o un ciclo di psicoterapia integrata da esperienze immersive nella Realtà Virtuale, chirurgico, misto, nessuna terapia o una rivalutazione clinica. La medicina sessuale è quindi un’area interdisciplinare caratterizzata da un approccio clinico-psicosessuologico integrato. Verranno presentati i risultati di alcuni anni di attività del centro. Progetto Farm&Dia l diabete mellito è una malattia cronica ad alta morbilità e mortalità che interessa ormai oltre il 4% della popolazione. La malattia diabetica tende ad un rapido aumento e nei prossimi anni potrebbe, se non si pongono in atto strategie adeguate, interessare una fascia sempre più larga della popolazione mondiale. Nel contempo, con il diabete non adeguatamente trattato, si sviluppano complicanze gravi ed invalidanti che determinano notevole danno psicofisico dei pazienti e ingente aggravio economico per la comunità. Il team di cura multi-professionale è ormai riconosciuto come lo strumento più efficace per assistere, accompagnare e sostenere le persone con diabete, nella migliore realizzazione del proprio piano terapeutico e nell’ambito dei percorsi diagnostico terapeutici assistenziali, identificati come strumenti essenziali dalla programmazione sanitaria del nostro Paese. A tale riguardo, la qualificazione professionale, unita alla formazione, si è dimostrata elemento fondamentale e indispensabile, per la creazione I medical network 6 | 2012 di un team di cura, in cui, ciascuno per il proprio ruolo, interviene con le proprie competenze e responsabilità per produrre risultati comuni e condivisi. Tra i possibili protagonisti del team, da più parti, si è compreso, quanto possa essere importante la partecipazione dei farmacisti. Il ruolo di “supporto attivo” che il farmacista/la farmacia, può svolgere nel sistema sanitario, specie alla luce del decreto legislativo 3 ottobre 2009, n.153, che assegna alle farmacie un nuovo ruolo nel panorama dell’assistenza sanitaria, presenta numerosi vantaggi. L’omogenea distribuzione sul territorio, la facilità di dialogo e il rapporto di confidenza personale con i pazienti abituali permettono ai farmacisti, infatti, la possibilità di coadiuvare i curanti nel de- licato ruolo di educazione, informazione e assistenza personalizzata alla persona con diabete. Alla luce di queste considerazioni, da qualche tempo l’Associazione Medici Diabetologi (Amd) e Federfarma, collaborano per far sì che il farmacista, nel tempo, possa arrivare a svolgere un ruolo più attivo nella prevenzione e nella gestione del diabete, portando avanti un progetto chiamato Farm&Dia. Lo scopo pregnante di questa iniziativa è quello di fare delle farmacie, dopo corsi di “formazione” e “informazione”, un punto di supporto stabile e facilmente identificabile, per i curanti che assistono i pazienti diabetici, ed allo stesso tempo uno snodo di aiuto per i pazienti diabetici ed i loro familiari. IL DIABETE MELLITO È UNA MALATTIA CRONICA AD ALTA MORBILITÀ E MORTALITÀ. IL PROGETTO FARM&DIA, TRA L’ASSOCIAZIONE DEI DIABETOLOGI E FEDERFARMA, CERCA DI FARE IN MODO CHE IL FARMACISTA ARRIVI A SVOLGERE UN RUOLO PIÙ ATTIVO NELLA PREVENZIONE E GESTIONE DEL DIABETE PSICOLOGIA Le geometrie del colloquio C on il termine colloquio si indicano sia gli eventi comunicativi che avvengono nella vita quotidiana, sia gli eventi che accadono nell’esercizio di una professione (riunioni di lavoro, esami, consulenze, etc.) o nel quadro delle attività di un’organizzazione o istituzione (scuola, ospedale, tribunale, etc.), con particolare riferimento alle situazioni in cui l’operatore è posto a stretto contatto con il cliente. In esso sono presenti delle variabili che caratterizzano il contesto della comunicazione, creando una sorta di cornice: è normalmente fissato con anticipo, esiste un accordo sullo scopo, il tempo, il luogo e le condizioni di particolare attenzione. Esistono, inoltre, delle convenzioni tra gli interlocutori, in primis di natura socio-culturale, che agiscono sulla relazione: distribuzione dei turni di parola (che dipende da convenzioni esterne all’interazione in corso), o regole che influenzano lo svolgimento della conversazione, la modalità di espressione, la gestione dello spazio interlocutorio. Il colloquio è nella pratica clinica il principale strumento tanto per la valutazione quanto per la psicoterapia, per l’accesso al mondo del paziente. Ed è attraverso la sua articolazione che scorgiamo la complessità della relazio- ne terapeutica. Persino nel primo colloquio di valutazione il clinico assume già un ruolo terapeutico, prestando attenzione agli effetti della transazione allo scopo di alleviare il disagio del paziente e aprire alla soluzione dei problemi. Il primo passo per operare una valutazione e pensare al trattamento è certamente quello di condurre un colloquio clinico esauriente. Lo specialista nel campo della salute mentale deve pertanto costruire uno stile di intervento flessibile ed efficace, conoscere i principi di base dell’intervista clinica, i principi guida del colloquio descrittivo e diagnostico, perché entrambi presentano dei vantaggi e possono integrarsi per ricavare informazioni che affiorano secondo il significato personale che assumono per il paziente, che prefigura il suo mondo fenomenico, i valori sottesi ai suoi comportamenti nelle circostanze usuali della sua vita. È di estrema importanza il fatto che il terapeuta sappia cogliere e valutare la comunicazione non – verbale, l’aspetto prosodico e paralinguistico, e in particolare la discrepanza con quella verbale, così come la modalità della relazione oggettuale, ossia la modalità con cui il paziente si rapporta, “hic et nunc” con il clinico durante il colloquio (Lalli,1991). Il paziente, infatti, anche durante il colloquio continua ad agire e a vivere, a reagi- re di fronte alla presenza dell’intervistatore, il cui comportamento ha un peso ed un’influenza sul comportamento del paziente stesso. Se il colloquio è dunque un modo di comunicazione interpersonale, con messaggi intenzionali o meno, affermiamo che una buona valutazione clinica è dipendente dalla chiarezza e dall’efficacia di questa comunicazione. Il colloquio orientato all’insight – che può essere completo, parziale o nullo – rispecchia il “cosa ha il paziente” ed ha la sua origine dalla concezione che i conflitti profondi, che spesso hanno le loro radici nell’età infantile, si traducono in agenti patogeni, provocando interferenze significative con le azioni ed il funzionamento complessivo del paziente, fino a distorcere le sue percezioni e condurlo allo sviluppo di sintomi, comportamenti maladattivi e alla sofferenza mentale. Definito anche colloquio psicodinamico, si propone di far luce sui conflitti sottostanti (spesso inconsci), offre al paziente la possibilità di capire da quale situazione – interazione conflittuale con figure significative dell’infanzia e dell’adolescenza si siano sviluppati e indicano i perché la loro interiorizzazione porti al loro ripresentarsi e ripetersi nei confronti di figure altrettanto significative, compreso il terapeuta. Questo metodo di conduzione – che come è noto è stato sviluppato da medical network 6 | 2012 attualità PSICOLOGIA Il colloquio è, nella pratica clinica, il principale strumento per l’accesso al mondo del paziente. Ed è attraverso la sua articolazione che si scorge la complessità della relazione terapeutica. Il primo passo per una valutazione e pensare al trattamento è quello di condurre un colloquio clinico esauriente Filippo Cantone, Coordinatore nazionale psicologi psicoterapeuti 15 PSICOLOGIA attualità Freud e negli ultimi cento anni adottato e sperimentato poi da altri autorevoli teorici, neo-freudiani e non, ci fornisce una visione complessiva della struttura psichica del paziente, offrendo la possibilità di conoscere la sua identità, i suoi meccanismi difensivi (resistenze allo svelamento, a prendere in esame gli aspetti più profondi dei conflitti), le modalità con cui questi costruisce e protegge le relazioni oggettuali, e tutti i tratti transferali che tanta importanza hanno con la relazione terapeutica instaurata. Tra tutte queste variabili, H.S. Sullivan (che parla di “osservazione partecipe“), si sofferma sull’importanza degli aspetti ritmici ed intenzionali dello scambio verbale e fa riflettere su come solo apparentemente gli “attori” in gioco siano due, in quanto sono presenti “altri immaginari”. Questa affermazione ci porta ad analizzare una modalità di rapporto più complessa: la triade. Agli inizi degli anni sessanta, M. Bowen introdusse il concetto teorico di triangoli, considerate le strutture elementari di tutte le relazioni, comprese quelle che, apparentemente, interessano solo due persone. Il triangolo come unità minima di analisi permette la comprensione dei sistemi di cui il singolo fa parte (in primis la famiglia) e dei suoi processi evolutivi normali, prima ancora che patologici. Questo colloquio – che ha il duplice proposito della diagnosi e della terapia – al contrario del colloquio orientato al sintomo (approccio descrittivo, e principale espressione di un metodo nosografico-organicistico), ci pone in una prospettiva di ricerca delle motivazioni, a comprendere la natura degli intrecci causali, a far luce sulle implicazioni delle dinamiche inerenti sia gli avvenimenti raccontati che il contesto specifico in cui si svolge il colloquio stes- BIBLIOGRAFIA BBowen M., Dalla famiglia all’ individuo, Astrolabio, Roma, 1979. Sullivan H.S., Il colloquio psichiatrico, Felytrinelli, Milano, 1975. Othmer E. Othmer S., L’intervista clinica con il DSM – IV, Cortina,Milano,1999. Sheldon J. Korchin, Psicologia clinica moderna, Borla, Roma 1976. Lalli N., Manuale di psichiatria e psicoterapia, Liguori, Napoli,1991. 16 medical network 6 | 2012 so. L’approccio interpretativo di questo colloquio va verso la spiegazione dei segni, dei sintomi e dei comportamenti e può portare a definire conclusioni rispetto alle cause. Il clinico che segue invece il modello orientato al sintomo parte invece dalla concezione che il disturbo si manifesta con un insieme caratteristico di segni, sintomi e comportamenti che hanno un andamento prevedibile e spesso oltre che una risposta specifica al trattamento anche una ricorrenza a livello familiare, seguendo l’indicazione di studi secondo cui l’ereditarietà può contribuire alla familiarità tanto quanto l’apprendimento o l’influenza ambientale. Sempre più spesso, psicologi e psichiatri utilizzano i due tipi di colloqui, un approccio separato, a due tempi, (E. Othmer, S. Othmer 1999) eclettico, a misura di paziente, integrando il livello interpretativo e quello descrittivo, mostrando con questo una capacità di ponte rispetto ai punti di partenza. Una necessità, questa, resasi necessaria specie per inquadrare come le manifestazioni di uno stesso disturbo variano da paziente a paziente, come siano diversi i meccanismi di coping, le risposte al trattamento, gli atteggiamenti che maturano di fronte agli eventi stressanti, alle difficoltà di adattamento psicosociale in generale. Solo evitando sterili difese dei propri campi di riferimento si può consentire al clinico di servirsi del colloquio come efficace strumento di indagine e di cura, di guardare allo stesso come adeguata misura per la comprensione del transfert e determinare una sana relazione terapeutica. Elezioni per il rinnovo del CdA e del Consiglio di Indirizzo Generale dell'Enpap Care colleghe, cari colleghi, dal prossimo 26 gennaio e fino al 1° febbraio 2013 si terranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione e del Consiglio di Indirizzo Generale dell'Enpap, il nostro Ente di previdenza ed assistenza. Noi, psicologi del Sumai Assoprof ci saremo, attivi e responsabilmente interessati a dare il nostro leale e competente contributo in tutte le aree del Paese. Insieme ad altre realtà rappresentative della categoria abbiamo dato vita alla “Lista civica per l’Enpap” (www.listacivicaenpap.it ), presente con propri candidati nei due Organi e in tutti i collegi. Le ragioni che ci hanno spinto ad accettare questa sfida sono legate alla profonda preoccupazione per il nostro futuro, delle nostre famiglie e dei colleghi tutti pensando al momento in cui andremo in pensione. Abbiamo lavorato intensamente in tutta Italia negli ultimi mesi, con l’entusiasmo e il contributo tanto di realtà associative categoriali quanto di singoli colleghi con l’obiettivo di apportare un deciso cambiamento e mentre questo numero della rivista sta per essere stampato apprendiamo che il Presidente dell’Enpap è indagato per i fatti di via della Stamperia. Nel febbraio scorso, ricorderete, in un comunicato stampa questo coordinamento nazionale ha chiesto le immediate dimissioni di Arcicasa e del CdA, nella convinzione che pur nella presunzione d’innocenza fino ad eventuali sentenze la categoria meriti ogni rispetto. In queste ore cresce il disagio della comunità professionale, che sarà chiamata fra poche settimane a dare un vero segnale di partecipazione, sostenendoci per riformare il nostro Ente e la nostra previdenza. Questo comune obiettivo deve tenerci uniti e propositivi, continuando a promuovere sul piano nazionale le iniziative avviate per l'esercizio di una serie di importanti diritti a tutela dei nostri interessi lesi, con nomina del difensore di fiducia. Aspettiamo fiduciosi il Vostro contributo e il Vostro consenso per attuare il programma nato dalla straordinaria partecipazione. Non esitate a contattarci e a vigilare insieme a noi per l’affermazione dei nostri diritti e della democrazia. Un caro saluto a tutti. Filippo Cantone Coordinatore nazionale psicologi psicoterapeuti PROFESSIONE Il rapporto medico-paziente P er molti anni il rapporto medico-paziente, soprattutto nella cultura occidentale, è stato probabilmente viziato da un’errata interpretazione etimologica: non già “persona che soffre”, ma piuttosto “soggetto dotato di tanta pazienza”. Una sincera autocritica della classe medica, ormai indispensabile visto anche il progressivo e pericoloso spostamento verso una Medicina fondamentalmente difensiva, dovrebbe oggi partire dal rapporto di tipo paternalistico di concezione ippocratica, in cui la responsabilità morale del medico era identificabile nella convinzione che egli operasse per il bene assoluto del malato; l'ideale etico di Ippocrate (il cui giuramento è stato reintrodotto da qualche anno da diversi Ordini dei Medici con una toccante cerimonia per i neo-laureati) è quello del medico come filantropo al servizio di tutta l'Umanità e al di sopra di qualsiasi divisione e/o caratterizzazione sociale e politica tra gli uomini, in un rapporto basato su un reciproco dovere: quello del medico è fare il bene del paziente e quello del malato è di accettarlo. Questo modello di Medicina corrispondeva ad una visione paternalistica della vita e della società in cui gli ideali erano l’ordine, la tradizione e l’obbedienza alle leggi universali; questa concezione era giocoforza conseguenza dell’immensa considerazione di cui godeva Ippocrate, una sorta di media- tore tra le divinità e gli uomini, dotato di privilegio, autorità morale ed impunità giuridica. Grazie alle grandi rivoluzioni politico-religiose ed alla dirompente forza del pensiero di filosofi come Locke e Kant, a partire dal XVI secolo si determina un'emancipazione della persona che di fatto trasforma questa sudditanza in quel rispetto reciproco in cui ogni individuo ha la sua precisa autonomia ed indipendenza ed è in grado di servirsi della propria ragione. Soltanto dal XX secolo in poi, però, si va delineando la libertà e l’autonomia di scelta dell'individuo malato. Tra i vari tipi di relazione medico-paziente proposti sicuramente il più moderno appare il modello paternalistico di Pellegrino e Thomasma, per i quali il punto nodale è l’alleanza terapeutica: perseguendo non soltanto il bene fisico del paziente, ma anche quello psicologico, sociale e spirituale, il medico valorizza l'autonomia del paziente e riscoprire il reciproco senso di fiducia. In tale contesto fondamentale appare una buona comunicazione tra medico e paziente dal momento che la fiducia accordata ad un medico risulta ormai correlata non solo al giudizio sulle sue capacità tecniche, ma anche al riconoscimento delle sue qualità umane che si manifestano essenzialmente attraverso il suo stile comunicativo. Un medico particolarmente attento alla costruzione di un’adeguata empatia ed un maggiore coinvolgimento nelle decisioni cliniche incrementano la collaborazione del paziente ed alla fine aumentano l’efficacia della terapia, grazie soprattutto alla comprensione ed alla capacità di decodificare non solo i bisogni espressi dal paziente ma anche le sue aspettative verso il medico. In questo ambito risulta imprescindibile per il medico soprattutto la capacità di porsi in terza posizione, osservando la realtà anche dal punto di vista del paziente; da tale capacità è poi necessario partire per costituire un vero e proprio modo di essere, cioè un autentico stile di vita personale e non solo una semplice abilità tecnica professionale: ecco che le motivazioni ad aiutare gli altri dipenderanno dalle intenzioni del medico e le intenzioni dipenderanno dalla “percezione” che egli ha dei pazienti. Per tale percezione risultano di fondamentale importanza l'identificazione cognitiva e quella affettiva: quella cognitiva è sostanzialmente rappresentata dalla capacità di assumere il ruolo espresso da un'altra persona attraverso tre prospettive: percettiva (cogliere una situazione visiva concreta dal punto di vista di una persona che la vede da un altro angolo visivo), cognitiva (assumere a livello mentale la attualità PROFESSIONE Visto il progressivo e pericoloso spostamento verso una medicina difensiva, è giunto il tempo che il medico operi un’indispensabile e sincera autocritica a partire dal rapporto di tipo paternalistico tipico della concezione ippocratica Corrado Canale, Specialista Ambulatoriale in Neurologia Asl NA 1 Centro Segue a pagina 26 medical network 6 | 2012 17 DIABETOLOGIA DIABETOLOGIA scienza e ricerca a cura di Carleo D., Asl NA 2 Nord – Ds 40 Melito– Ambulatorio di Diabetologia; Gatti A. Asl NA 1 Centro P.O. “San Gennaro” U.O.C. di Malattie del Metabolismo 18 Bassi valori di Vitamina D e malattia cardiovascolare in diabetiche di tipo 2 ambulatoriali In questo studio si è voluto verificare se bassi valori di vitamina D fossero associati ad eventi cardiaci. La risposta è stata positiva e la raccomandazione è una periodica valutazione dei livelli di Vitamina D e, se bassi, l’integrazione alimentare e/o farmacologica di Vitamina D al fine di ridurre il rischio cardiovascolare nelle pazienti diabetiche L a carenza di vitamina D è molto diffusa in tutto il mondo (1). Bassi livelli di 25idrossi-vitamina D (25-OH D), la principale forma di stoccaggio in circolo di vitamina D, sono presenti in un terzo della popolazione di anziani altrimenti sani (1-4). La sintesi cutanea è spesso limitata a causa d’inadeguata esposizione al sole oppure a causa della pigmentazione cutanea, ma non è da sottovalutare anche un insufficiente apporto alimentare quale causa principale dei bassi livelli di 25-OH D. Anche se le sequele più caratteristiche dovute alla carenza di vitamina D coinvolgono il sistema muscolo-scheletrico, una crescente evidenza suggerisce che bassi livelli di vitamina D possa ledere il sistema cardiovascolari (5). I recettori della vitamina D hanno una capillare distribuzione in tutti i tessuti, inclusa la muscolatura liscia vascolare (6, 7), l’endotelio (8) e i cardiomiociti (1). In vitro, 1,25-diidrossimedical network 6 | 2010 vitamina D attivata (1,25-OH D) sopprime direttamente l'espressione genica della renina, (9, 10), regola la crescita e la proliferazione delle cellule muscolari lisce vascolari e dei cardiomiociti (11), e inibisce il rilascio di citochine dai linfociti (12). Studi nei topi knockout hanno confermato che l'assenza di attivazione del recettore della vitamina D porta alla up-regulation del sistema renina-angiotensina, con lo sviluppo d’ipertensione arteriosa e ipertrofia del ventricolo sinistro (10, 13, 14). Gli studi clinici trasversali hanno riportato associazioni tra i più bassi livelli di vitamina D e attività della renina plasmatica (15), pressione arteriosa, calcificazione delle arterie coronariche, con alta prevalenza delle malattie cardiovascolari. Infine, studi recenti hanno riportato una elevata prevalenza di malattie cardiache coronariche e di ipertensione arteriosa con l'aumentare della distanza dall'equatore, un "ABBIAMO VOLUTO VERIFICARE SE IN UNA NOSTRA POPOLAZIONE DI DM2T BASSI VALORI DI VITAMINA D FOSSERO ASSOCIATI AD EVENTI CARDIACI" fenomeno che è stato attribuito alla maggiore prevalenza di carenza di vitamina D nelle regioni con una minore esposizione alla luce solare. Diversi studi hanno verificato che bassi livelli di Vitamina D si associano a valori mediamente più elevati di ipertensione arteriosa, e tanto più elevati quanto più erano bassi i valori della Vit. D raddoppiando il rischio cardiovascolare per valori inferiori a 15 ng/ml. determinando un incremento di rischio di morte cardiaca incrementato di 3-5 volte. La maggiore sopravvivenza della popolazione generale determina DIABETOLOGIA Tabella 1: media ± deviazione standard (M±ds) dei parametri anamnestici, obiettivi, antropometrici e di laboratorio della popolazione in esame divisa per controlli e sulla base del rilievo del valore della Vit. D intervallo controlli (anni) Glicemia (mg/dl) HbA1c (%) Età (anni) Peso (Kg) BMI Press. Arteriosa Sistolica (mmHg) Press. Arteriosa Diastolica (mmHg) Vitamina D3 (ng/ml) Anni di Malattia Diabetica HOMA C Peptide inevitabilmente un progressivo invecchiamento della popolazione e, conseguentemente dell’incidenza del diabete e dell’osteoporosi. In questa breve nota abbiamo voluto verificare se in una nostra popolazione di DM2T bassi valori di Vitamina D fossero associati ad eventi cardiaci. M at eri ali e Meto di: tra i diabetici che afferiscono periodicamente presso l’ambulatorio di Osteopatia Metabolica dell’U.O.C. di Malattie del Metabolismo abbiamo selezionato retrospettivamente 258 donne che avessero effettuato due rilievi di 1,25(OH)2D a distanza di alcuni anni. In queste donne abbiamo rilevato alcuni parametri antropometrici (altezza, peso, BMI), anamnestici (durata della malattia, presenza di ipertensione arteriosa, storia di pregressi eventi cardiaci documentati), livello di compenso metabolico (glicemia a digiuno e HbA1c). I dati so- 1° controllo normale 106 41% M ds 214,82 79,88 8,68 1,96 65,08 9,14 75,76 14,36 31,48 5,67 146,51 22,74 80,38 9,92 31,11 10,73 17,47 7,89 18,32 22,33 2,41 1,66 2° controllo bassa normale b as s a 152 59% 67 26% 191 74% M ds M ds M Ds 3,66 2,08 4,21 2,27 206,72 96,75 195,30 69,92 188,37 89,06 8,84 2,23 8,67 2,18 8,59 2,15 65,83 8,76 66,51 9,06 69,16 8,59 77,28 15,08 76,51 16,36 79,46 15,18 30,77 5,74 31,96 6,54 31,97 6,01 143,61 19,79 145,75 19,19 140,60 20,96 81,61 13,77 82,24 12,26 79,97 9,40 13,06 3,66 30,38 10,99 11,83 4,35 18,09 7,92 19,18 6,94 19,63 7,50 19,26 38,09 24,70 43,99 19,68 32,88 2,10 1,59 1,54 1,17 1,65 1,50 no espressi con medie±ds, frequenza e valore percentuale e sono stati analizzati con il T-Test per dati appaiati. Risultati: nella tabella 1 si rileva come al 2° controllo il peso e il BMI risultano aumentati mentre il compenso metabolico al momento del 1° controllo fosse scarso in entrambi i gruppi, leggermente migliorato al 2° controllo, maggiormente quando la Vit. D era su livelli fisiologici. Al primo controllo tra le donne senza IMA (225) il 56% ha un livello di Vit. D <30 ed il 44% un livello >30, mentre 25 (75.7%) donne con pregresso IMA hanno valori di Vit. D <30 contro solo 8 (24.3%) donne con un livello normale di Vit. D. Al secondo controllo le diabetiche senza pregresso IMA sono 187 di cui il 71.1% con Vit. D <30; tra le 67 donne con valore di Vit. D >30 il 71.6% ha subito un pregresso IMA e il 28.4% risulta indenne. Dall’applicazione del T-Test per dati appaiati sulla nostra popolazione scaturisce una stretta relazione tra la presenza di un pregresso IMA ed i livelli ematici di 1,25(OH)2D (p<0.0001). Discussione e Conclusioni: i dati estrapolati dalla nostra popolazione di DM2T evidenziano una diffusa carenza di Vitamina D con un elevato rischio di fratture ossee da fragilità, nonostante le donne esaminate vivessero in una zona molto soleggiata del Sud Italia. Si evidenziava inoltre una stretta correlazione tra bassi valori di 1,25(OH)2D e la presenza di pregressi IMA, in accordo con quanto affermato in diversi studi internazionali. Raccomandiamo quindi una periodica valutazione dei livelli di Vit. D e, se bassi, la supplementazione alimentare e/o farmacologica di Vit. D al fine di ridurre il rischio cardiovascolare nelle pazienti diabetiche. medical network 6 | 2012 scienza e ricerca DIABETOLOGIA Vit D (mmol/l) n. 19 DIABETOLOGIA Tabella 2: frequenza (n) e percentuale (%) di prevalenza di pregressi IMA nei pazienti con valori normali e bassi (<30 ng/ml) di Vit. D divisi nei 2 controlli DIABETOLOGIA scienza e ricerca Vit D (mmol/l) IMA No IMA Si Totale 1° controllo normale n (%) 98 92,5 8 7,5 106 100,0 2° controllo bassa normale bassa N (%) n (%) n (%) 127 83,6 48 71,6 133 69,6 25 16,4 19 28,4 58 30,4 152 100,0 67 100,0 191 100,0 Figura 1: incidenza degli eventi CV nelle diabetiche con Vitamina D > 30ng/ml Figura 2: incidenza degli eventi CV nelle diabetiche con Vitamina D < 30ng/ml 20 medical network 6 | 2012 PEDIATRIA Un percorso di promozione della salute per genitori e bambini dai 9 ai 12 mesi di età Il lavoro qui presentato è mirato all’osservazione dei bambini della fascia di età compresa tra 0-3 anni finalizzato all’individuazione precoce dei disordini dello sviluppo Q uesto lavoro nasce da un’esperienza clinica svolta presso la Uomi, consultorio famigliare del Distretto 34 servizio N.p.i. 0-3 anni della Asl Na 1 centro, con bambini della fascia di età 0-3 anni finalizzato all’individuazione precoce dei disordini dello sviluppo. Le recenti conoscenze neurobiologiche sulle modalità di svi- luppo e funzionamento del Sistema nervoso nella prima infanzia confermano sempre più l’importanza dell’individuazione precoce dei diversi disturbi dello Sviluppo, di percorsi preventivi che possano sostenere complessi compiti evolutivi come ad esempio il passaggio dal babbing alle prime parole ed il ruolo insostituibile delle prime interazioni Bambi- scienza e ricerca PEDIATRIA BIBLIOGRAFIA 1. Holick MF. High prevalence of vitamin D inadequacy and implications for health. Mayo Clin Proc. 2006; 81: 353–373. 2. Malabanan A, Veronikis IE, Holick MF. Redefining vitamin D insufficiency. Lancet. 1998; 351: 805–806. 3. Chapuy MC, Preziosi P, Maamer M, Arnaud S, Galan P, Hercberg S, Meunier PJ. Prevalence of vitamin D insufficiency in an adult normal population. Osteoporos Int. 1997; 7: 439–443. 4. Nesby-O’Dell S, Scanlon KS, Cogswell ME, Gillespie C, Hollis BW, Looker AC, Allen C, Doughertly C, Gunter EW, Bowman BA. 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Distr. 34, Portici; R. Sperandeo, Psicoterapeuta S.ip.g.i. medical network 6 | 2012 21 PEDIATRIA PEDIATRIA scienza e ricerca no-Ambiente nello sviluppo delle competenze adattative e neurocognitive. Nella pratica clinica il dato che rileviamo è quello di una cultura dello sviluppo ancora insufficiente e le prevalenza di un atteggiamento attendista anche rispetto alle atipie dello sviluppo “crescendo passa”. In questi anni di lavoro abbiamo individuato dei punti di criticità e le azioni che potevamo mettere in atto con le risorse disponibili percorrendo essenzialmente due binari: 1) Cultura dello sviluppo; 2) Cultura della valutazione: osservare il bambino reale nella sua individualità e nella sua interazione con l’ambiente. In questa cornice si colloca il lavoro che presentiamo il cui scopo è stato quello di sperimentare un percorso preventivo finalizzato a: - sostenere una “cultura dello sviluppo” del bambino, aprendo una finestra di conoscenza sullo sviluppo comunicativo-linguistico del bambino da 0 a 12 mesi di età; - ricercare indicatori clinici che possano guidare operatori di primo livello all’identificazione precoce di un problema, secondo un’ottica “Problem Oriented”; - creare una griglia di Osservazione logopedica dello sviluppo Pre-Linguistico (Opl) articolata in quattro aree: pragmatica, gesti e routines, comprensione del linguaggio e produzione del linguaggio. Metodologia e soggetti Il reclutamento dei bambini è avvenuto attraverso il coinvolgimento dei pediatri di libera scelta del territorio, con incontri per gruppi di GenitoriBambini dai 9 ai 12 mesi di età. I bambini partecipanti allo studio erano esenti da patologie dello sviluppo al- 22 medical network 6 | 2012 la nascita; sono stati esclusi i nati pretermine. L’iniziativa prevedeva la partecipazione di 10 famiglie invitate dal pediatra i cui bambini rientravano nel target individuato. L’incontro, della durata di circa un’ora, si svolgeva presso il poliambulatorio pediatrico con la partecipazione delle figure professionali coinvolte: pediatra, Npi, logopedista. Ai genitori presenti veniva illustrato il progetto sia in termini teorici che procedurali. La neuropsichiatra e la logopedista fornivano degli spunti sullo sviluppo comunicativo del bambino da 0 a 12 mesi, stimolando i genitori a condividere le proprie esperienze sull’argomento. Talvolta la presenza di alcuni bambini creava un’atmosfera particolarmente dinamica e ricca di situazioni esplicative. Ai genitori presenti veniva illustrato il progetto sia in termini teorici che procedurali. Quindi è stato spiegato il questionario Pvb “gesti e parole” e richiesta l’adesione alle varie fasi del percorso. È stato utilizzato il seguente protocollo di valutazione: - Questionario MacArthur “Il primo vocabolario del bambino” compilato dai genitori. - Seduta di osservazione videoregi- strata, della durata di 30 minuti, in un contesto di gioco G-B. - Compilazione, a cura delle due logopediste, della griglia di osservazione logopedica definita rispetto ai criteri di valutazione dei segni clinici osservati e standardizzata sulle logopediste che hanno effettuato le valutazioni. Il livello di concordanza tra le valutatrici è risultato sempre adeguato (K > 0,80). Sono stati esaminati 22 soggetti di età compresa tra i 9 e i 12 mesi. Si è raggiunta una buona integrazione tra i Servizi e la strategia di reclutamento è stata efficace: su 30 famiglie invitate 25 hanno partecipato agli incontri e 22 hanno aderito al progetto. Risultati e discussioni Dai dati analizzati è emerso che il campione in esame è caratterizzato da un basso livello di produzione pre linguistica e in modo più evidente, da un basso livello di babbling. Questo dato, rilevato con la griglia OPL, è coerente con i valori emersi al stionario PVB (babbling canonico RHO di Spearman = 0,57, babbling variato RHO Spearman = 0,63). Questi dati ci sembrano interessanti da discutere in relazione a due PEDIATRIA scienza e ricerca PEDIATRIA aspetti: 1) numerose ricerche hanno provato una forte continuità tra Babbling e prime parole, un valore predittivo del babbling variegato sull’ampiezza del vocabolario e sul successivo sviluppo linguistico. Per Stoel-Gammon: un buon babbler diventerà anche un buon parlatore e un buon lettore. 2) la capacità linguistica si sviluppa attraverso passaggi graduali e sequenziali con un’ampia variabilità interindividuale; la massima variabilità interindividuale si manifesta nel periodo dello sviluppo in cui un nuovo comportamento può essere osservato per la prima volta. Rilevare un basso livello di babbling ci ha fatto sorgere alcuni interrogativi, ad esempio se sosteniamo questi passaggi gioco vocale-babbling canonico-variegato –parola, facilitando il bambino a sfruttare al massimo le sue potenzialità e quelle offerte dall’ambiente, il passaggio successivo potrà innestarsi al precedente in modo ottimale? se ciò non avviene queste caratteristiche dello sviluppo prelinguistico (late-babbling) si trasmettono di fase in fase? possono compromettere anche le capacità più evolute? Al di là di questi interrogativi, che richiedono sicuramente ricerche più ampie e strutturate rispetto al nostro percorso clinico, ci è sembrata evidente la scarsa attenzione che viene posta dall’ambiente in senso lato sugli aspetti comunicativo-linguistici del bambino nel 1° anno di vita, e quindi l’importanza di seguire con attenzione questa fase dello sviluppo del bambino individuando interventi di supporto per le competenze genitoriali al fine di offrire ambienti arricchiti. Volendo trarre una sintetica conclusione di questa nostra esperienza ci sembra che l’integrazione tra figure professionali e l’instaurazione di legami con i Genitori, partendo dal Bambino, siano nodi interessanti di cui discutere, per la costruzione di un modello operativo di promozione della salute. Il modello operativo che noi ipotizziamo dovrebbe: - modulare gli interventi di prevenzione, sperimentando per G-B dai 9 ai 12 mesi occasioni di “conoscenza” finalizzate a sostenere contesti comunicativi più favorevoli per lo sviluppo linguistico; - ricercare indicatori clinici di rischio dello sviluppo prelinguistico; - facilitare il passaggio, se necessario, dalla prevenzione alla cura calibrando la metodologia e le procedure valutative sempre in funzione dell’interazione Genitori-Bambino. “…Dire che bisogna collaborare è un’ovvietà. Individuare le rotelle e gli ingranaggi di una catena collaborativa è abbastanza difficile”. (G. Levi, 2009) medical network 6 | 2012 23 PREVIDENZA PREVIDENZA rubriche di Paolo Quarto 24 La pensione degli ambulatoriali passati a rapporto di dipendenza La riforma dei Fondi di previdenza è stata approvata dal ministro del Lavoro e dell’Economia ed è entrata in vigore da gennaio. Ecco le novità riguardanti i medici ex convenzionati transitati alla dipendenza che hanno scelto il mantenimento della posizione contributiva presso il Fondo Ambulatoriali D iamo innanzitutto conferma che la riforma dei Fondi di previdenza proposta dall’Enpam in ottemperanza agli obblighi imposti dalla legge 214/2011, è stata definitivamente approvata dai ministeri del Lavoro e dell’Economia ed entrerà in vigore dal 1° gennaio 2013. Sono quindi confermate le novità regolamentari riguardanti il Fondo Ambulatoriali che abbiamo iniziato ad illustrare in precedenti articoli della rivista e sulle quali torneremo con maggiore dovizia di particolari. Proseguiamo intanto a completare, come ci eravamo ripromessi nell’ultimo articolo pubblicato sulla rivista, l’illustrazione delle novità riguardanti i medici ex convenzionati transitati alla dipendenza che hanno optato per il mantenimento della posizione contributiva presso il Fondo Ambulatoriali, ricordando innanzitutto che insieme al Regolamento del Fondo, è stata deliberata ed approvata la nuova appen- medical network 6 | 2012 dice regolamentare per i transitati, largamente modificata rispetto alla disciplina in vigore fino al 31 dicembre 2012, soprattutto nella parte riguardante i requisiti di età e/o di contribuzione necessari per il pensionamento all’età di vecchiaia ovvero per poter fruire del trattamento previdenziale in anticipo rispetto a tale età. Su tale materia la regolamentazione in vigore fino al 31 dicembre del 2012 conteneva un riferimento ed un rinvio formale ai requisiti di età e/o di contribuzione previsti per i dipendenti pubblici (che fino al 31 dicembre 2012 sono quindi quelli modificati e imposti dalla recente riforma Fornero per i lavoratori dipendenti). La nuova appendice regolamentare ha eliminato per gli iscritti transitati al rapporto di dipendenza, il rinvio a tale disciplina, prevedendo per essi gli stessi requisiti di età e o di contribuzione richiesti dal 2013 agli iscritti rimasti convenzionati sia per maturare la pensione ordinaria sia eventualmente per anticiparla e cioè, dal 2013: - per la pensione di vecchiaia, l’età di 65 anni e sei mesi, con un aumento graduale, negli anni successivi, di sei mesi ogni anno, in modo da raggiungere 68 anni a regime, nel 2018; - per la pensione di anzianità, il raggiungimento di 35 anni di contribuzione (effettivi, riscattati o ricongiunti), di una anzianità di laurea di 30 anni e il compimento di una età minima di 59 anni e 6 mesi, crescente gradualmente negli anni successivi di 6 mesi ogni anno, fino ad attestarsi nel 2018, a 62 anni oppure, a prescindere da età minime, il raggiungimento di almeno 42 anni di contribuzione e dell’anzianità di laurea di 30 anni. Modalità di calcolo d ella p ensione d e i tr a n si ta ti La nuova regolamentazione non ha modificato il sistema di calcolo, ma ha previsto un graduale ridimensionamento del coefficiente di rendi- PREVIDENZA vede che la pensione sia costituita da una quota percentuale della media delle retribuzioni percepite durante l’intera vita lavorativa (negli anni di attività convenzionata am- Tabella 1 - Esempio di calcolo della pensione medical network 6 | 2012 rubriche PREVIDENZA mento annuo (2,9%), per un suo avvicinamento al coefficiente di rendimento degli iscritti convenzionati. Il sistema di calcolo, invariato, pre- bulatoriale e negli anni a rapporto di dipendenza) rivalutate fino alla cessazione dell’attività. La quota percentuale è costituita dalla somma dei rendimenti annui ed è quindi determinata in misura proporzionale agli anni di contribuzione in ragione di un 2,5% per ogni anno di attività come convenzionato e un 2,9% per gli anni di servizio dipendente. Se, ad esempio, l’anzianità di 30 anni al 31 dicembre 2012 risulta composta da 21 an- 25 PREVIDENZA rubriche ni di contribuzione come ambulatoriale convenzionato e da 9 anni come dipendente transitato, la percentuale di pensione maturata ammonterà al 78,6% (2,5% x 21 anni + 2,9% x 9 anni). In caso di frazioni di anni, il rendimento annuo del 2,5% o del 2,9% è attribuito in proporzione ai mesi. La riforma, come accennato, comporterà, a partire dal 2016, una riduzione graduale dell’attuale quota (2,9% ) di rendimento pensionistico, nei valori indicati nel seguente prospetto. La riduzione del rendimento è stata programmata per ristabilire un certo equilibrio con il rendimento riconosciuto agli ambulatoriali convenzionati per i quali è previsto dal 2015 l’aumento progressivo dell’aliquota di finanziamento (un punto percentuale in più ogni anno) che dovrà raggiungere nel 2023 la stessa aliquota contributiva ( 32,65%) con cui sono versati attualmente i contributi degli iscritti transitati. Riportiamo nella tabella 1 a pag. 25, per maggiore chiarezza, un esempio di calcolo, completo in ogni dettaglio. Dai contributi versati ogni anno, si ricavano le retribuzioni percepite (colonna 5), dividendo la contribuzione annua per l’aliquota vigente nell’anno stesso. Le retribuzioni sono rivalutate in base al coefficiente Istat dell’anno. La somma di tutte le retribuzioni annue rivalutate (2.180.743,70 euro) divisa per il numero di anni di contribuzione (37) costituisce la media delle retribuzione rivalutate di cui si attribuisce in pensione la quota percentuale costituita dalla somma dei rendimenti annui (98,4%). Il rendimento pensionistico annuo, come già accennato, è attribuito dal 2016 in misura gradualmente ridotta rispetto all’attuale 2,9%. Va infine evidenziato che l’esempio riportato si riferisce ad un iscritto che si pensiona all’età di vecchiaia e che pertanto matura la pensione senza le riduzioni previste per chi invece anticipa il pensionamento e potrà percepire quindi, almeno statisticamente, più annualità di pensione in relazione alla minore età anagrafica e alla maggiore aspettativa di vita residua. CONSULENZA PREVIDENZIALE Ricordiamo agli iscritti che presso la sede del SUMAI Nazionale, Via Lamaro n. 13 – 00173 Roma, opera un servizio di consulenza relativa al Fondo di Previdenza (informazioni sulle prestazioni erogate dal Fondo Ambulatoriali, Fondo Generale sulle modalità dei riscatti, delle ricongiunzioni, ecc.). Il servizio di consulenza, svolto dal Dr. Pao- lo Quarto, è offerto gratuitamente agli iscritti al SUMAI in base a prenotazioni da effettuarsi tempestivamente presso il centralino del sindacato stesso (06/2329121) o in base a richieste scritte per i medici residenti fuori Roma. In entrambi i casi (colloquio diretto o quesiti scritti) è necessario che i colleghi interessati forniscano le seguenti indi- cazioni o documentatere provvisorio) ed dai quali rilevare le zioni: il numero di ore setretribuzioni sogget• data di nascita, data timanali svolte nei te a contribuzione di laurea, tipo di spevari periodi, fino al ENPAM, nonché cocializzazione relati31 dicembre 2012; pia di un cedolino va all’incarico ambu- • riscatti o ricongiunrecente dello stipenlatoriale, anzianità zioni effettuati presdio del rapporto a temso il Fondo ambula- • fruizione e meno po indeterminato; toriale (laurea, allidell’indennità di co• certificato storico di neamento), alleganordinamento e indiservizio o, in mando copie delle lettecazione dell’anno di canza, riepilogo detre ENPAM di comuinizio tagliato indicante la nicazione; • ogni ulteriore notizia data di inizio degli • copia dei modelli ritenuta utile per la incarichi ambulatoCUD rilasciati dalle risposta ai quesiti riali (anche a caratASL dal 2008 in poi posti. Segue da pagina 17 attualità 26 prospettiva dell'altro), comportamentale (fare le veci dell'altro); l'identificazione affettiva è invece la capacità di percepire le emozioni dell'altro e di condividerle empaticamente. In conclusione si può affermare sicuramente che in una società in profonda trasformazione è cambiata la figura e la domanda del paziente ma anche l’idea stessa di salute, di benessere e di vitalità an- medical network 6 | 2012 che se i medici fanno fatica ad adeguarsi; è di tutta evidenza che a questo punto è indispensabile non solo un aggiornamento della prospettiva scientifica ma probabilmente la ristrutturazione della essenza stessa della Medicina, implementando metodi ed approcci conoscitivi ma soprattutto aprendo alle nuove istanze sociali. In conclusione, come scrive Ivan Cavic- chi nel suo bellissimo saggio “Ripensare la medicina” di Bollati Boringhieri Editore, “…Il più grande cambiamento con il quale la medicina deve fare i conti concerne la tradizionale figura del ‘paziente’. Si tratta di un cambiamento ontologico, principalmente. Il malato non è più solo sintomi e neanche biologia. Questa è un’altra ragione, per la medicina, di ripensarsi…”.