Emmaus sì o Emmaus no? - Informa
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Emmaus sì o Emmaus no? - Informa
Emmaus si o Emmaus no ? Perché ? Durante la manifestazione contro la Legge lavoro di giovedì 26 maggio, a Parigi, l’attacco della vetrina di un concessionario Skoda è calorosamente sostenuto da centinaia di manifestati. Qualche minuto più tardi, alcune delle persone che applaudivano lo sfondamento della vetrina del concessionario, si mettono in maniera autoritaria a fare cordone davanti un negozio Emmaüs Solidarité [Emmaus solidairietà, NdT : spiegare cos’è], per proteggerlo da quelle e quelli che avrebbero forse voluto attaccarne la vetrina. Questo piccolo episodio richiede di fare un punto sulla storia di Emmaus. In effetti, pochi sanno che Emmaus si fa un’immagine rispettabile e guadagna denaro sulla pelle dei più poveri di noi, in particolare sulle persone dette migranti. Una multinazionale che sfrutta lavoratori e lavoratrici Emmaus è una società multinazionale presente in 37 paesi del mondo1. Un’impresa che fa lavorare centinaia di salariati/e che vengono ancor più sfruttai/e grazie al fatto che l’associazione umanitaria gioca sulla sua aura e sulla reputazione per imporre l’idea che lavorare per lei vuol dire anche essere un/a militante… e non contare le ore di lavoro. Si veda a questo proposito [in francese]: http://www.youphil.com/fr/article/01703-le-ras-le-bol-dessalaries-d-emmaus?ypcli=ano C’è pure una categoria di lavoratori, chiamati “compagni”, che in gran parte prima vivevano per strada, e che in certi casi sono duramente sfruttati e controllati nelle comunità. La sola alternativa per loro, in caso di disaccordo con Emmaus, è tornare per strada. Per saperne di più su questo punto, si veda [in francese]: http://www.come4news.com/emmaus-le-piege-apauvres/ . Quando i poveri si rivoltano, la polizia è sempre un’alleata. I suoi dipendenti, Emmaus li preferisce docili e non troppo in sintonia con gli indesiderabili di cui si “occupano”. Così, nel 2010, una dipendente è stata licenziata perché accusata di aver favorito l’occupazione della sede dell’impresa da parte di alcuni richiedenti asilo afgani, che, a dicembre, morivano di freddo per strada e chiedevano di essere ospitati. L’associazione umanitaria ha richiesto l’intervento della polizia per cacciare gli occupanti, che sono stati portati tutti al commissariato. [Si veda : http://www.20minutes.fr/societe/642571-20101221societe-emmaus-evacuation-demandeurs-asile-afghans-occupaient-siege-parisien] Questo ricorso alle forza dell’ordine contro dei poveri, dei/delle migranti o dei/delle militanti non è fortuito. È quasi sistematico da parte della direzione di Emmaus, appena le sue piccole prerogative e la sua vernice umanitaria vengono grattati via. Diverse persone ne hanno fatto l’amara esperienza, la scorsa estate, quando erano venute vedere dei/delle migranti in sciopero della fame contro le condizioni dell’accoglienza e di gestione, nel centro di accoglienza di rue Pernety, nel 14mo arrondissement di Parigi. L’associazione riceve ogni giorno 42 euro per migrante per accogliere e ed accompagnare i rifugiati, ma molto di quello che è stato promesso loro non viene poi garantito: la loro guida è il profitto e business is business… Anche quel giorno là, la direzione di Emmaus a chiamato la polizia in meno di mezz’ora, 1 NdT : Emmaus esiste anche in Italia, tramite l’Associazione Emmaus Italia, con delle comunità e dei gruppi. È all’origine della creazione della Banca popolare etica: una banca… banca! denunciando un sequestro di persona. Quei compagni hanno passato 48 ore in stato di arresto, più 20 ore nelle celle del tribunale, e sono stati condannati a delle pene di prigione con la condizionale, in più di multe e risarcimento danni. Il loro processo in appello si terrà il prossimo 3 ottobre. [Si veda: https://sanspapiersnifrontieres.noblogs.org/post/2015/08/31paris-pour-emmaus-larepression-est-plus-forte-que-lasolidarite/] Da più di un anno, Emmaus è l’impresa scelta dal Comune di Parigi (e per questo remunerata) per risolvere il problema dei rifugiati, senza alcuna politicizzazione del problema né alcuna conflittualità. La dispersione dei migranti qua e là fa sì che non possa essere portata avanti nessuna lotta posa contro le basi politiche che designano alcuni individui come indesiderabili e permettono che essi ed esse siano trattai/e in quanto tali. Emmaüs Solidarité ricopre quindi un ruolo cardinale per lo Stato ed il Comune di Parigi, contro i/le migranti, appropriandosi dei rari spazi ancora disponibili in cui si ritrovavano. È il caso della piazzetta Jessaint, nel quartiere della Chapelle, che costituiva il punto di raggruppamento e d’incontro degli esuli, da alcuni anni in qua, e che diventerà un giardino condiviso gestito dal gruppo Emmaus. La stessa cosa vale per la scuola superiore Jean Quarré, occupata da alcuni migranti per tre mesi, trasformata in centro d’accoglienza vetrina di Emmaus e che invece di ospitarne diverse centinaia, senza differenze, ne ha selezionati 130, le cui uscite ed entrate sono strettamente sorvegliate. Ad ogni espulsione di campo abusivo dei migranti, Emmaus è là, partecipando alla selezione con il pretesto della diagnosi sociale. È pure successo che dei dipendenti di Emmaus lascino gli sbirri portare in commissariato dei migranti tornati sul luogo del capo abusivo, per poi spedirli in un CIE, piuttosto che ospitarli in un centro d’accoglienza. [Si veda: https://sanspapiersnifrontieres.noblogs.org/post/2015/08/31paris-pour-emmaus-la-repressionest-plus-forte-que-lasolidarite/ Esistono altri esempi della collaborazione di Emmaus nella selezione dei sans-papiers : http://www.ministere-de-la-regularisation-de-tous-les-sanspapiers.net/joomla1.5/index.php?option=com_contents&view=article&id=453:lille-emmauesdoit-dire-la-verite-aux-sans-papiers-&catid=3/manifestations<emid=7] Un movimento reazionario che nega la lotta di classe Evitare la conflittualità, cercare la pace sociale per non sovvertire l’ordine costituito, nel quale i poveri sono condannati ad accettare le briciole elargite da una borghesia alla ricerca di soddisfazioni per l’anima, è su questi principi che Emmaus è stata creata all’inizio degli anni ’50 dall’abate Pierre, che è stato anche deputato per il MRP 2 nel dipartimento della Meurtheet-Moselle. I media sono sempre stati molto discreti sulle reazioni iper-reazionarie del buon abate nei confronti dei grandi scioperi dei ferrovieri, dei minatori e soprattutto dei dipendenti statali, definiti da quest’ultimo come dei ricchi, addirittura dei fannulloni, avversari dei senzatetto, i “veri poveri, gentili”. Richiamandosi a valori quali la redenzione attraverso il lavoro, la bontà ed il perdono, l’abate Pierre organizza quindi le fasce più povere delle classi popolari su basi differenti da quelle rivoluzionarie. All’inizio degli anni ’50, il movimento Emmaus contribuisce a trasformare in mendicanti un movimento di persone auto-organizzate, pronte a difendere armi ala mano gli 2 Mouvement républicain et populaire, un piccolo partito di centro di tipo democristiano. Fra le porcate dell’abate Pierre, e non delle minori, ci sono stati il sostegno portato negli anni ’90 all’antisemita Roger Garaudy ed i dubbi sollevati dal “sant’uomo” sulle dimensioni dello sterminio nazista degli ebrei d’Europa. NdT. appartamenti vuoti che occupavano. Infatti, nel 1945, il Conseil national de la Résistance3 aveva autorizzato la requisizione degli alloggi sfitti e, in molte città della Francia, migliaia di persone occupavano case e palazzi. Come sempre, si trattava di evitare che si propagasse un movimento nel quale le classi sociali sfavorite prendano in mano me proprie vite e fare in modo che esse trovino nell’organizzazione di una sopravivenza meno miserabile delle ragioni per non ribellarsi, di aspettare un’ipotetica vita migliore… Si tratta delle stesse dinamiche messe in atto nel 1987 nella lotta delle persone in situazione abitativa precaria: piuttosto che lasciare prendere piede a un movimento di requisizione di case popolari, Emmaus a, per esempio, cercato di convincere delle famiglie ad occupare dei luoghi inadatti, in cui nessuno può vivere, come un ospedale abbandonato, piuttosto che prendere degli appartamenti degni di questo nome. [Per un’analisi dettagliata ed argomentata di questi periodi storici e del ruolo di Emmaus in queste lotte, si veda : http://www.laboratoireurbanismeinsurrectionnel.blogspot.fr/2012/12/emmaus-societeanonyme.html e http://www.laboratoireurbanismeinsurrectionnel.blogspot.fr/2013/03/lecomite-des-mal-loges.html]. Oggi Emmaüs Habitat gestisce un patrimonio di case popolari che comprende 13000 alloggi in affitto nella regione di Parigi. Anche in questo settore, l’associazione si comporta, con gli inquilini, come qualunque padrone di casa. [Si veda : http://www.sonsenluttes.net/?EmmausExpulse o http://www.leparisien.fr/espace-premium/val-d-oise-95/emmaus-habitat-nerespecte-pas-la-loi-02-12-2013-3368211.php] Come tutte le associazioni e imprese del settore umanitario, Emmaus ha bisogno dei poveri per continuare ad esistere e are affari. Fra le persone che vi lavorano o vi fanno del volontariato, non tutte fanno affari con la carità, ma la struttura in sé, che assicura un controllo sociale dal volto umano, no è in alcun caso un alleato da difendere. Gli Stati democratici hanno bisogno di un discorso umanitario. La mano che cura fa parte della stessa logica di quella che colpisce ed esclude: è la mano che mette un cerotto sulla violenza inflitta dal sistema capitalista, senza ovviamente rimetterlo in discussione, poiché dalla tenuta di questo sistema dipende la sua sopravvivenza… Non dobbiamo proteggere quella mano, anche se le apparenze ne fanno un obiettivo meno evidente di un concessionario di auto o una banca. Dobbiamo, al contrario, evitare di partecipare alla salvaguardia di tali apparenze nel nome di un politicamente corretto o della paura di non essere capiti/e. Emma [Indymedia Nantes, 30 maggio 2016] 3 Consiglio Nazionale della Resistenza, l’organo che coordinava le differenti “anime” della Resistenza francese e il cui programma, del 1944 è stato adottato come programma dei primi governi dopo la sconfitta del regime collaborazionista di Vichy e la liberazione della Francia dai nazisti; NdT.