L`ascolto della Parola - Fate quello che Lui dirà

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L`ascolto della Parola - Fate quello che Lui dirà
EQUIPES NOTRE-DAME
L'ASCOLTO DELLA PAROLA
Fate quello che Lui dirà
Tema di Studio
Alvaro e Mercedes Gomez-Ferrer
1996
Segreteria Italiana: Via San Domenico, 45 - 10122 TORINO
Sommario
Introduzione. Di A. e M. Gomez-Ferrer……………………………………………………….pag. 1
Cap. I
All'ascolto di Dio………………………………………………………………...pag. 2
Cap. II
All'ascolto dell'altro……………………………………………………………...pag. 5
Cap. III
Ascoltando Dio nell'Antico Testamento……………………………………........pag. 8
Cap. IV
All'ascolto della Parola di Cristo…………………………………………….…..pag. 12
Cap. V
All'ascolto dello Spirito di Cristo…………………………………………….…..pag. 15
Cap. VI
Ascoltare nella Chiesa……………………………………………………………pag. 18
Cap. VII
All'ascolto dei fratelli e degli avvenimenti…….……………………………...….pag. 21
Cap. VIII
Vivere una vita rinnovata …………………………………………...…………...pag. 25
Introduzione
L'orientamento di vita proposto nell'Incontro di Fatima “Invitati alle Nozze di Cana" si riassume in
tre fasi: “Non hanno più vino", "Fate ciò che egli vi dirà” e "Riempite di acqua le anfore".
Lo scorso anno abbiamo dedicato del tempo a "renderci conto", ad aprire gli occhi davanti alla
realtà che ci circonda. Ci siamo resi consapevoli che possono mancare “questi vini" nella nostra
relazione di coppia, di famiglia, nella nostra équipe, nella Chiesa, nel mondo.
Il fatto che abbiamo fatto uno sforzo in questo senso per un certo tempo non significa che sia una
tappa superata. Questo atteggiamento di vigilanza, di apertura alla realtà e di discernimento, sarà
messo in pratica durante questi sei anni in cui seguiremo questo orientamento. Farà per sempre
parte della nostra vita.
In questo anno metteremo l'accento sulla seconda frase evangelica di questo orientamento. Maria
non si accontentò di aver constatato che “non avevano più vino”. Per prima cosa lo disse a suo
Figlio, poi si rivolse ai servitori per dire loro: "Fate ciò che egli dirà”.
Nel piccolo documento di presentazione dell'orientamento, "Invitati alle Nozze di Cana" si diceva:
“In Dio, parola e azione sono una sola cosa. Jahvè parla e le cose si realizzano.
Nel Nuovo Testamento, la sua Parola si fa carne in Cristo.
Noi, uomini e donne, sperimentiamo nella nostra vita che le nostre parole, a volte, sono molto
lontane dai fatti. Parliamo, ma non mettiamo in pratica. Per questo, noi siamo molto coscienti delle
nostre debolezze e delle incoerenze della nostra vita. Tuttavia, dobbiamo anche essere coscienti del
cambiamento che le parole di Gesù producono in noi. Hanno forza sufficiente per trasformare il
nostro cuore ed aiutarci ad avvicinare le nostre parole al nostro agire."
Nell'atteggiamento di ascolto della Parola e di confronto con la vita, entriamo in questo tema.
Metodologia
Ogni capitolo di questo tema sarà composto da:
1 - Testi per la lettura e la riflessione: alcuni sulla preghiera e l'ascolto della Parola, altri sulla
preghiera coniugale, altri da brevi citazioni di maestri di preghiera.
Alcuni di essi provengono da annotazioni ricavate da conferenze di P. Caffarel, fondatore del
Movimento, che abbiamo avuto la fortuna di ascoltare grazie alla nostra partecipazione nel 1989 ad
una settimana di iniziazione alla preghiera nella Casa di Preghiera di Troussures, dove si svolgono
questi corsi dal 1973. Altri, tratti da testi diversi di P. Caffarel sulla preghiera. Egli non è soltanto
un esperto in materia di coppie, ma è anche un maestro nella vita di preghiera.
Sono testi molto concentrati che richiedono che si rifletta, che si interiorizzi ogni idea, che ogni
frase lasci un segno nel cuore.
2 - Proposte pratiche per la "preghiera coniugale" e per "l'ascolto della Parola".
Sono orientamenti pratici che vogliono essere un aiuto per la preghiera coniugale e l'ascolto della
Parola, due punti concreti di impegno che dovremo mettere in comune nella parte di riunione
chiamata Compartecipazione.
3 - Domande - questionario per la riunione di equipe.
Poche domande sempre in rapporto con la vita.
4 - Testo di preghiera per la riunione.
Sono stati utilizzati testi tratti dalla Bibbia.
5 - Preghiere per crescere insieme.
Si tratta di preghiere classiche nella Chiesa, che possiamo recitare unendoci ai loro autori ed a tutti
quei cristiani che le recitano.
Cari amici, vi affidiamo questo tema con grande gioia. Siamo molto contenti di aver potuto
collaborare, anche questa volta con le Equipes Notre Dame spagnole.
Ai Consiglieri che molte volte sono stati guida della preghiera nelle loro equipes, chiediamo la loro
specifica collaborazione affinché questi semplici appunti diventino vita nelle coppie.
Alvaro e Mercedes Gomez-Ferrer
Capitolo 1
ALL'ASCOLTO DI DIO
“Non voglio chiedere altro che Dio stesso. Tutto ciò che non è Dio, non può soddisfare la mia
attesa. E' Dio ciò che chiedo e ciò che cerco, e solamente a Te, Signore, mi rivolgo perché tu
venga a me". (Blaise Pascal)
1 - Testi
a) Importanza della Preghiera
“Da 20 secoli i cristiani tendono alla santità. Però senza preghiera non si progredisce nella
conoscenza e nell'Amore di Dio. Non è una devozione “-aggiunta”. E' vitale come mangiare,
come respirare. Copie è vitale per l'albero affondare le radici nella terra per non seccare e
morire.
Siamo stati battezzati, ci comunichiamo e andiamo a Messa e proseguiamo mediocremente nella
nostra vita cristiana. E' forse perché non ci sforziamo abbastanza? Dopo aver seminato, perché la
terra dia frutto, occorre lavorarla. Nel Battesimo riceviamo la grazia, pero non può crescere né
dare frutti, se non la riceve un'anima trasformata dalla preghiera.
I rapporti umani sono fragili. Anche il rapporto con Cristo è fragile. Come bisogna parlare,
incontrarsi con l'altro, con il genitore, con l'amico, con il fratello, così bisogna farlo con il Signore
altrimenti il rapporto affievolisce.
Viviamo una vita inquieta, quando non siamo immersi nella dispersione o sprofondati nell'
angoscia. La preghiera ci dà la certezza profonda di saperci amati e attesi. Poco a poco nella
preghiera sentiamo lo sguardo di Dio sopra di noi, sopra l'umanità, sopra gli eventi.
La preghiera non è una cosa riservata a specialisti. Noi cristiani tutti dobbiamo vivere questo
respiro, questo rapporto con Dio, da persona a persona, per tutta la nostra vita.
Noi non siamo capaci di pregare da soli. La pratica della preghiera è un lavoro di Dio. Un dono di
Dio. Però è anche opera dell' uomo. L'uomo deve mettere il proprio impegno.
E' come una scienza e pertanto ha delle leggi e delle tecniche. E' un arte, come la pittura, come
suonare il pianoforte; e come per ogni arte non ci si può accontentare di imparare la teoria, ma
bisogna imparare con la pratica” – (Estratto dagli appunti di Padre Caffarel, a Trousseures).
Citazioni
- Se io avessi una moglie e l'amassi con tutto l'amore con cui Dio mi ama, sicuramente sarebbe una
delusione insopportabile se un giorno mi dicesse: "Non ho tempo per ascoltarti, ho troppe cose da
fare” (Francisco Charmot).
- La preghiera in cui un uomo persevera con tutte le sue forze, ha un grande potere. Rende sereno
un cuore amareggiato, allegro un cuore triste, ricco un cuore povero, saggio un cuore ignorante,
audace un cuore pauroso, profetico un cuore cieco, fervida un'anima fredda. (Mechtilde di
Magdeburgo).
- Il futuro del cristianesimo nel mondo dipende dall'atteggiamento che i cristiani hanno verso la
preghiera ...Pregando bene il cristianesimo conquisterà il mondo, oppure perirà. Questa è una
questione di vita o di morte. (Fernando Menegoz).
b) La preghiera coniugale
Ognuno di noi deve avvicinarsi personalmente a Dio. Egli ci aspetta nel più profondo del cuore; ci
aspetta nei sacramenti, nella sua Parola, nella natura, nel silenzio, nei nostri fratelli; negli
avvenimenti...
Questa chiamata alla preghiera personale è comune a tutti i cristiani; e le Equipes Notre Dame,
per aiutarci ad averla più presente, l'hanno inclusa nella loro pedagogia come uno dei punti
concreti d'impegno. Però le Equipes ci propongono anche una preghiera coniugale. Perché?
Il matrimonio non è unicamente dono reciproco dell'uomo e della donna. E' anche consacrazione,
dono della coppia a Cristo. C'è un patto, un'alleanza, nel senso biblico della parola, fra Cristo e la
coppia. Ciò che Jahvè diceva in altri tempi: “Io sono il vostro Dio, e voi sarete il mio popolo". Egli
stesso lo dice alla coppia sacramentale. Per questa alleanza ogni coppia cristiana si tramuta in
sacramento, in segno dell'amore di Dio per gli altri.
La preghiera coniugale è il tempo forte di culto della nostra coppia. La fonte che attiva le grazie che
come coppia riceviamo dai sacramenti e specialmente dal nostro sacramento del matrimonio.
Presente in ogni momento della nostra vita, Cristo vuole attraverso la nostra preghiera coniugale,
lodare suo Padre, rendergli grazie ed intercedere per noi in nome e per conto del mondo intero.
Ciò che molti di noi cerchiamo nella preghiera coniugale non è questo. Inconsciamente cerchiamo
un'intimità più completa fra noi, conoscerci più profondamente, rivelarci l'uno l'altro la nostra vita
interiore. E per questo ci deludiamo. Ci sembra che la preghiera coniugale sia difficile, che non
riusciamo a farla perché abbiamo parlato poco, e non siamo scesi nel profondo, perché l'altro non si
è espresso in completa verità, perché i commenti sono stati poveri ecc .... Di l'atto noi puntiamo la
preghiera su di noi e non su Dio.
La preghiera coniugale ha un'altra ragione di essere: lodare insieme Dio, chiedergli perdono,
intercedere per coloro che amiamo e per il mondo intero e, soprattutto, cercare insieme la sua
volontà su di noi. Questo può essere molto semplice. Tanto semplice quanto recitare insieme il
Padre Nostro.
Se il risultato della nostra preghiera ci fa approfondire la nostra intimità coniugale, e ci fa conoscere
maggiormente l'un l'altro, creare, come diceva P. Caffarel in una conferenza, “un'anima comune",
tanto meglio, però questa è una conseguenza non lo scopo, della preghiera coniugale.
Alcune considerazioni pratiche
Aprirci alla presenza di Dio
Dopo una giornata spesso sovraccarica, durante la quale siamo stati il più delle volte separati, è
importante che sottolineiamo con qualche gesto, o qualche parola la nostra volontà di stare
spiritualmente uniti durante la preghiera coniugale ed il nostro riconoscere la presenza di Dio. Per
esempio ripetendo insieme all'inizio, come il sacerdote all'altare: "Agnello di Dio, che togli il
peccato del mondo, donaci la pace". Per esempio, sedendoci insieme e prendendoci per mano,
facendo il segno della croce… ecc; qualcosa che renda visibile che rinnoviamo la fede in questa
alleanza che Dio ha fatto con noi.
Riconciliarci
Non possiamo fare nulla se siamo arrabbiati tra di noi, ed ancora meno presentarci davanti a Dio,
per conoscerlo e lodarlo, se non possiamo guardarci in faccia. Se siamo a disagio l'uno verso l'altro
per qualcosa che è successo durante il giorno, o per qualcosa che è nascosto nel cuore, e in quel
momento non c'è tempo per parlarne, possiamo almeno riconoscere di fronte a Dio che abbiamo
bisogno di perdonarci e chiedergli di aiutarci a farlo, anche dopo la preghiera.
Potremmo iniziare la preghiera coniugale dicendo ciascuno a voce alta: "Perdonaci le nostre offese
come noi perdoniamo che ci offende".
Avvicinarci
Siamo molto diversi, e la vita a volte ci separa ancora di più: due sessi, due caratteri, professioni e
impegni diversi, tutto ciò ci rende difficile incontrarci. Senza volere ci sono momenti nei quali ci
sentiamo lontani. La preghiera coniugale ci aiuta ad avvicinarci se la facciamo con la
consapevolezza della nostra povertà. Potremmo incominciare dicendo: "Vieni Spirito Santo,
illumina i cuori dei tuoi fedele ed accendi in loro il fuoco del tuo amore. Manda. Signore il Tuo
Spirito. E rinnoverai la faccia della terra. "
2- Proposte pratiche per la preghiera coniugale e per l'ascolto della Parola
Preghiera coniugale
Come preghiera per questo mese, vi proponiamo semplicemente di recitare insieme il "Padre
Nostro", tutti i giorni.
Lasciare poi un breve momento di silenzio. Finire ringraziando.
Ascolto della Parola
Conserviamo nel cuore, per tutto il mese, una frase del Padre nostro che abbiamo recitato insieme
nella preghiera coniugale. Meditarla vuol dire pensare ad essa e cercare di comprenderne bene il
senso per noi.
Che cosa significa per noi, per la nostra vita concreta di coppia dire insieme: “Venga il tuo regno"?
Nella Compartecipazione della prossima riunione di équipe, condivideremo con i nostri equipiers
ciò che abbiamo “ascoltato”.
3- Domande per la riunione di equipe
-Fra tutti gli argomenti emersi dal testo di P. Caffarel "L'importanza della preghiera” quale vi
convince di più per motivarvi a pregare? E perché? Avete sperimentato nella vostra vita di
preghiera qualche altro motivo che non sia fra quelli citati?
-Che cosa ha richiamato di più la vostra attenzione nel testo sulla preghiera coniugale? Qual é la
vostra esperienza e quali sono le vostre difficoltà?
4- Preghiera in equipe
Luca 11, 1-4
“Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse:
«Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse
loro: «Quando pregate, dite:
Padre, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e perdonaci i nostri peccati,
perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore,
e non ci indurre in tentazione».
5- Preghiere per crescere insieme
Tardi ti amai! Oh bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti amai! Sì tu eri dentro di me, ma io ero
fuori. E fuori ti cercavo e rudemente mi avventavo sulle tue creature.
Tu eri con me, ma io non ero con te, tenuto lontano da te da quelle cose che non esisterebbero se
non fossero in te" (S. Agostino).
Capitolo II
ALL'ASCOLTO DELL'ALTRO
“Fra Te e me si interpone un “sono io" che mi tormenta. Che il tuo “sono io” ed il mio "sono io”
scompaia fra di noi! Fammi morire a me stesso perché non viva più che il Tuo “sono io”. (Ibn
Mansur Al Hallaj).
1 - Testi
a) Siamo uno
Il cammino è in due fasi, però è un unico cammino. C'è chi arriva ad ascoltare la Parola di Dio
imparando prima poco a poco nella propria vita quotidiana ad ascoltare i fratelli. C'è chi, grazie alla
sua assiduità nell'ascolto della Parola di Dio, si apre misteriosamente all'ascolto degli altri.
Qualunque sia il nostro modo di procedere, il risultato è che i due atteggiamenti devono andare
congiunti, perché noi non siamo fatti a compartimenti stagni. Siamo uno. Non posso dire che
ascolto i miei fratelli e che non ho bisogno di ascoltare Dio. Non posso dire di ascoltare la parola di
Dio ed in realtà non sapere ascoltare coloro che mi circondano. In modo particolare, non posso dire
di ascoltare Dio, mentre ascoltare mia moglie, o mio marito è tutta altra cosa.
Gli atteggiamenti che ci preparano all'ascolto sono gli stessi, sia per Dio, sia per gli altri.
Dedicare tempo
Quando noi diciamo di amare qualcuno, si sottintende che c'è una persona concreta che per noi è
molto speciale, alla quale raccontiamo delle cose e che racconta cose a noi, che vediamo di
frequente, che sa della nostra vita, e noi della sua. Se amiamo qualcuno e non lo vediamo quasi mai,
ne perderemo l'amicizia con l'andar del tempo. Se non dedichiamo tempo non si mantiene l'amore,
ed ancor meno si aumenta l'amore.
Non si misura quanto sia importante per noi una persona con quanto diciamo a questa persona, ma
in base al tempo che le dedichiamo: questa è la reale misura.
Restare in silenzio
E' la prima condizione per ascoltare. Silenzio esteriore e silenzio interiore. Poiché possiamo anche
tacere e già prepararci una risposta. Possiamo tacere e non ascoltare come se fossimo sordi. Tacere
è fare silenzio in noi stessi, delle nostre idee e del nostro protagonismo, dei nostri pregiudizi e delle
nostre affermazioni; perché accettiamo di non poter conoscere mai totalmente l'altro, perché si tratta
di un'altra persona che è viva ed in evoluzione.
Tacere è valorizzare. Io dedico il mio silenzio all'altro che ha qualcosa di prezioso da dire, ed egli
stesso è prezioso per me. Tacere vuoi dire credere nell'altro, non avere paura che ci invada perché
per quanto diverso da noi, è nostro fratello.
Accogliere
Possiamo ascoltare e non accogliere. Ascoltare ma nello stesso tempo avere un atteggiamento di
critica. Giudicare ogni parola, ogni idea, attenti all'errore, agli equivoci, a ciò in cui dissentiamo,
invece di essere più attenti alle idee che condividiamo, per partire insieme dai punti di incontro.
Accogliere è lasciare libertà, affinché l'altro si esprima sinceramente e possa esprimere i suoi
sentimenti benché questi siano negativi e ci feriscano. Accogliere vuoi dire stare più attenti alla
persona che si esprime che alle sue parole. Accogliere è prestare attenzione con lo sguardo, con il
sorriso, con i gesti del corpo, alla persona che parla perché se si confida si “dà”, e se si “dà” è
perché ha bisogno di essere accolto.
Comprendere
Comprendere non è collocarsi fuori, ma mettersi al posto dell'altro, nella sua situazione, nelle
circostanze che vive, nella sua storia, nei suoi sentimenti. Comprendere, costa uno sforzo, perché
occorre uscire da noi stessi: è qualcosa di attivo, si dovrà forse chiedere chiarimenti, condividere a
nostra volta.
Si dovrà scoprire ciò che vuol dire, anche se non lo esprime bene. Si dovranno capire non soltanto
le parole, ma anche i sentimenti. Si dovrà discernere la parte di verità e la parte di autoinganno che
ognuno di noi porta dentro. Capire è aiutare a riconoscere le "ferite" degli altri ed aiutare a curarle.
Rispondere
Rispondere è mettere in evidenza la necessità dell'altro e non già ciò che noi pensiamo che gli
necessiti. Rispondere è anche chiedersi: che cosa si aspetta da me? Rispondere è reagire. Soltanto se
rispondiamo ci sarà dialogo. Soltanto se rispondiamo cresceremo in questo rapporto e ci
avvicineremo.
Siamo uno. Se nel nostro rapporto di coppia, nel nostro dialogo con gli altri, siamo soltanto attenti
alle nostre necessità, se non seguiamo la via della comunicazione sincera, dedicando tempo,
facendo silenzio, ascoltando, cercando di capire e rispondere, il nostro dialogo con Dio si ammalerà
per le medesime mancanze. Non è facile, però abbiamo la grazia del nostro sacramento, la
metodologia delle Equipes Notre Dame, la pedagogia dello Spirito.
Citazioni
- La preghiera è come un amico che parla ad un altro amico, e che sa tacere per ascoltarlo.
(Sant’Ignazio di Loyola).
- Ogni persona ha un messaggio che occorre sapere udire ed ascoltare. Aiutare i poveri, e non
sovrastare coloro che chiedono, in atteggiamento da benefattori. Se non resto in rispettosa attesa
davanti ai miei fratelli, non lo sarò neppure davanti a Dio, e mi troverò davanti a Lui, con animo di
benefattore e non con animo di povero. (Maria Leblanc).
- Se la natura ci ha dato due orecchie e soltanto una lingua è per dimostrare che conversando con gli
uomini, dobbiamo ascoltare almeno il doppio di quanto parliamo. Che cosa non dovremmo fare
dinanzi a Dio! (Francisco Bourgoing).
b) Io-Tu
"Come inizio della preghiera vi invito ad entrare in rapporto con Cristo.
Vi sarà sicuramente capitato qualche volta parlando con un amico, di esservi confidati e di non
esservi reciprocamente ascoltati l'un l'altro, con attenzione all'io profondo dell'altro. Al contrario,
in altre circostanze, avrete fatto l'esperienza di un rapporto profondo: si era così stabilita una
vera comunicazione fra l'io profondo dell' uno e l'io profondo dell'altro, sebbene i commenti
fossero superficiali, oppure camminaste in silenzio l'uno accanto all'altro. Questo rapporto
profondo io lo chiamerei "Io - Tu". E' l'essenza della preghiera.
E' l'essere presenti a Gesù Cristo presente in me. Dico Gesù Cristo invece che Dio, perché è per
Lui e in Lui che Dio entra in rapporto con noi e noi con lui.
Si tratta di qualcosa di molto diverso che semplicemente pensare a Cristo (ha fatto questo, ha
fatto quello, è buono è onnipotente ... ). Il rapporto Io – Lui, non è propriamente un rapporto; è
quello dell' uomo che studia, non quello dell'uomo che prega.
Spesso ci costa rendere attuale questo rapporto Io-Tu con Cristo: non riusciamo ad avvicinarci a
Lui. a stabilire il contatto. Dobbiamo sradicarci da tutto ciò in cui siamo immersi, inghiottiti ed è
difficile. E tuttavia, questo rapporto Io - Tu è in noi dal nostro Battesimo, ma è nascosto.
Dobbiamo risvegliarlo, liberarlo ed approfondirlo.
Lo otterremo poco a poco, prendendo l'abitudine di indirizzarci a Cristo direttamente, all'inizio
della nostra preghiera: "Signore lo so, mi aspetti e mi ascolti, mi guardi con amore profondo”,
“sono sicuro che ti rallegri della mia venuta".
“Credo che desideri che io sia felice in questo incontro con te” "Fammi capire ciò che ti aspetti
da me…
La preghiera allora sarà vivo rapporto con Cristo.” (H. Caffarel - La Preghiera - Pietre miliari per
il cammino - Antologia).
2- Proposte pratiche per la preghiera coniugale e per l'ascolto della Parola
Preghiera coniugale
Per questo mese vi proponiamo di leggere il testo di Manco 18,19-20.
“In verità vi dico ancora: se due di voi sulla Terra si accorderanno per domandare qualunque
cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome,
io sono in mezzo a loro”.
Potremmo fare come continuazione a voce alta, una preghiera di "domanda" ogni giorno per
qualcuno in particolare, per noi, per familiari, per amici.
Spesso noi genitori chiediamo per i nostri figli. Sarebbe anche molto bello che chiedessimo non
solamente per loro ma in loro nome come se noi potessimo al loro posto e la preghiera sorgesse da
ognuno dei nostri figli, a cominciare da ciò che noi sappiamo che stanno vivendo e li preoccupa.
Ascolto della parola
Questo mese potremmo meditare la frase “sono in mezzo a loro”, per condividerla nella
Compartecipazione.
Che cosa significa che Cristo è in mezzo alla nostra vita di coppia e di famiglia?
Lo abbiamo sperimentato durante questo mese?
3- Domande per la riunione di equipe
-
Tra tutti gli atteggiamenti che si presentano nel testo “Siamo uno", come indispensabili per
il dialogo, quale ci sembra più importante? Perché?
-
Come facciamo per stabilire nella preghiera il rapporto "IO - TU", con Cristo?
4- Preghiera in equipe
Luca 18, 1-8.
Gesù raccontò una parabola per insegnare ai discepoli che bisogna pregare sempre, senza
stancarsi: «C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In
quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: »Fammi giustizia contro il mio
avversario.» Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: «Anche se non temo Dio e non
ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga
continuamente a importunarmi». E il signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice
disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a
lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il figlio dell'uomo, quando verrà,
troverà la fede sulla terra?».
5 - Preghiera per crescere insieme
Padre:
mi metto nelle tue mani.
Fai di me ciò che vuoi.
Accada quel che accada
io ti ringrazio.
Sono disposto a tutto.
Accetto tutto,
affinché il tuo progetto vada avanti
in tutta l'umanità e in me.
Illumina la mia vita con la luce di Gesù
Non vino da servire
ma, vino che serve.
Che la mia vita sia come la Sua:
servire.
Chicco di grano
che muore nel solco del mondo.
Che sia così in verità, Padre.
Ti affido la mia vita.
Te la dò.
Conducimi.
Mandami quello Spirito
che porta a Gesù.
Mi metto nelle tue mani
interamente
senza riserve,
con una fiducia assoluta
perché Tu sei
mio Padre.
(Parafrasi di Ch. De Foucauld).
Capitolo III
ASCOLTANDO DIO NELL'ANTICO TESTAMENTO
“Sei Tu Signore, che mi spingi a cercarti. Tu ci sei e mi cerchi ancora prima che io abbia pensato di
cercarti.” (San Tommaso d' Aquino)
1 - Testi
a) Le radici della nostra fede
Tutti sappiamo quanto sia importante per l'uomo avere una famiglia, un popolo, sapere da dove viene e
poter ritrovare le proprie radici. Capiamo meglio le cose. Ci sentiamo sicuri in quella corrente di vita
da cui proviene la nostra. Ci accettiamo meglio.
Per questa ragione ai bambini piace tanto che raccontiamo loro vecchie storie di famiglia, amano molto
guardare vecchie fotografie e conoscere e sapere chi fosse ciascuno.
Ascoltare Dio nell'Antico Testamento, attraverso i Libri Storici, attraverso i Profeti, i Salmi, attraverso
i libri sapienziali significa ritornare alle radici della nostra fede, affinché la sua linfa scorra in noi, per
capire con una prospettiva migliore come si è venuta a preparare nella storia la venuta di Cristo, come
si è formato il suo popolo, come si è concretizza la Nuova Alleanza.
Avvicinarci con la preghiera all' "Esodo", significa per esempio, avvicinarci al Dio liberatore, che non
è un Dio astratto, ma un Dio del quale si riconosce l'azione in alcuni avvenimenti concreti. Significa
pure avvicinarci al Dio misterioso del quale non possiamo farci un'immagine, che sta al di sopra di ogni
parola, perché nessuna lo può contenere: "Io sono colui che sono”, ed anche “Io sono colui che sarà”,
perchè scopriremo il suo nome, sempre in modo parziale, attraverso ciò che fa nella storia a nostro
favore.
Significa scoprire la vita cristiana come esodo, perché ogni atto importante della vita implica di solito
un passo, una "pasqua": si nasce a qualcosa (speranza, rischio), dopo esser morti a qualcosa (di
caduco).
Avvicinarci nella preghiera al "Genesi" vuoi dire interrogarci sull'origine del mondo e dell'uomo e
quella del popolo di Israele. Le risposte non sono quelle di un libro di scienze naturali, ma sono
risposte narrative che ci spiegano la realtà. E' un linguaggio molte volte carico di immagini e di miti.
Dio comunica all'uomo la "sua risposta" attraverso questi simboli che sono profonde verità.
Così conosciamo anche Abramo, il nomade credente che si fa pellegrino per la fede nella promessa
gratuita di Dio.
Vediamo Adamo ed Eva, la coppia umana che rappresenta contemporaneamente i primi uomini, e
qualsiasi uomo e tutta l'umanità. Vediamo anche che la relazione sessuale è buona e cara a Dio.
Vediamo anche che l'essere umano è fatto di terra, ma animato dall'alito di Dio, che è peccatore, ma
che tuttavia cresce in lui la presenza del divino.
Vedremo i "Profeti" che più che annunciare il futuro, sono persone che ricevono il dono di vedere con
gli occhi della fede. Parlano in nome di Dio e lo fanno non solo per mezzo delle parole, ma anche,
mediante atti simbolici.
Così incontreremo Elia o la difesa di Jahvè; Amos, colui che richiama alla giustizia; Osea che ci
esprime l'amore di Dio; Isaia o la speranza nel Messia; Geremia che proclama la religione del cuore,
Ezechiele, il profeta della ricostruzione; il Secondo Isaia, il servo di Jahvè, e tanti altri.
Potremo utilizzare le parole dei Salmi che accompagnano con la loro poesia e la loro fiducia
sorprendente molti dei nostri sentimenti, domande ed aspirazioni.
Seguiremo scoprendo nei libri dei Sapienti lo scandalo della sofferenza di Giobbe, la vanità delle cose,
la sapienza, come specchio dell'azione di Dio, l'amore umano del Cantico dei Cantici come immagine
dell'amore di Dio, etc, etc...
Leggere e meditare l’Antico Testamento può essere una sorpresa. Non è molto lontano da noi, tuttavia
è difficile, perché ci sono molti dati storici che non collochiamo correttamente, molti fatti simbolici che
si fatica a capire se non siamo accompagnati da qualcuno che possa agevolare il cammino. Sicuramente
ci saranno testi molto buoni Su cui vi potrete appoggiare.
Citazioni
- Vi posso assicurare che Dio ha impresso nel mio povero cuore la forza dei salmi, come avvenne al
profeta Davide. Senza la dolcezza dei Salmi non si potrebbe vivere, né senza la contemplazione
illimitata che racchiudono i Salmi. I Salmi infatti comprendono tutta la Sacra Scrittura. (Abdad
Filemòn)
- Se una sola immersione nel mare non vi fa trovare delle perle, non si può dire che non vi siano perle
in mare! Le perle nascoste nel mare sono innumerevoli! Allo stesso modo, se non arrivate a vedere Dio
immediatamente dopo aver fatto solo un po' di addestramento spirituale, non perdetevi d'animo.
Continuate pazientemente ad esercitare il vostro spirito, e potrete stare sicuri che otterrete la grazia
divina quando sarete maturi per riceverla. (Ramakrishna).
b) In mio Figlio, vi ho detto tutto
Colui che in quest'epoca volesse interrogare Dio ed ottenere da Lui una rivelazione o una visione non
commetterebbe solo una sciocchezza, ma farebbe a Dio una grave ingiuria, poiché nell'interrogarlo
allontanerebbe i propri occhi da Cristo per cercare qualcos'altro di nuovo.
Dio potrebbe dirgli: Ti ho detto tutto attraverso la mia Parola, che è mio Figlio, non ho altro da dirti o
da rivelarti. Fissa gli occhi solamente in Lui, perché in Lui ho racchiuso tutto, ho rivelato tutto.
Troverai in lui molto più di quanto potresti desiderare e chiedere. Più che una parola, una rivelazione,
una visione parziale: se rivolgi gli occhi a lui, troverai tutto in lui.
Io vi ho detto tutto, vi ho risposto tutto, manifestato tutto, rivelato tutto, dandovelo come fratello, come
maestro, come compagno, come riscatto, come ricompensa.
Dal giorno in cui discesi su di lui con il mio Spirito sul Monte Tabor, dicendo: “Questo è il mio figlio
prediletto, in cui ho posto tutta /a mia compiacenza", ho messo un punto finale ad ogni altro
insegnamento, ad ogni altra risposta. Li ho affidati a lui; ascoltatelo perché non ho niente altro da
rivelare, nient'altro da manifestare.
Se prima parlai, fu per promettere Cristo. Se mi interrogavano, queste domande si riferivano al
desiderio ed alla speranza di Cristo, nel quale dovete incontrare tutto il bene. (San Giovanni della
Croce - La Preghiera, Pietre miliari per il cammino, Antologia)
2- Proposte pratiche per la preghiera coniugale e l'ascolto della Parola
Preghiera coniugale
Vi proponiamo per questo mese la lettura tranquilla e meditata dei Salmi. Vi suggeriamo perciò l'inizio
di alcuni per darvi qualche pista.
Salmo 63(62)
O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco,
di te ha sete l'anima mia.
Salmo 51(50)
Pietà di me o Dio, secondo la tua misericordia
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
Salmo 23
Il Signore è il mio pastore
non manco di nulla.
Salmo 16 (15)
Proteggimi, oh Dio: in te mi rifugio.
Salmo 139 (138)
Signore, tu mi scruti e mi conosci
tu sai quando seggo e quando mi alzo.
Salmo 13 (12)
Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi?
Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?
Salmo 34(33)
Benedirò il Signore in ogni tempo
Sulla mia bocca sempre la sua lode.
Ascolto della parola
Mediteremo qualche frase del salmo che abbiamo letto insieme. Quella che più ci parla della situazione
che viviamo per ripeterla durante il giorno, mentre camminiamo, mentre lavoriamo, o aspettiamo, come
se si trattasse di una giaculatoria. Durante la compartecipazione metteremo in comune la frase, o le
frasi, che abbiamo “ascoltato”, durante il mese e che hanno avuto un significato per noi.
3 - Domande per la riunione di equipe
Con l'aiuto del consigliere sceglieremo qualche libro dell'Antico Testamento (qualcuno dei Profeti, o
qualche altro che ci interessi o che ci coinvolga), per leggerli poco alla volta durante il mese.
- Che cosa ha significato per noi questa lettura?
Che cosa abbiamo scoperto? In che cosa ci interpella nella nostra vita quotidiana?
4 - Preghiera in equipe
Isaia 55, 8-11.
"Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
le vostre vie non sono le mie vie - oracolo del Signore,
Quanto il cielo sovrasta /a terra
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
Come infatti la pioggia e la neve
scendono dal cielo e non vi ritornano
senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme al seminatore
e pane da mangiare,
così sarà della parola
uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata."
5 - Preghiera per crescere insieme
"Vasaio dell'uomo, mano lavoratrice
che dai profondi limi iniziali
chiami i passeri alla prima aurora
al pasto i primi animali,
al mattino ti trovo, l'atto di luce concreta,
di puro spazio, e terra all'albeggiare.
Di mattina ti incontro, Vigore, Origine, Meta,
dei sonori ruscelli della vita.
L'albero prende corpo e l'acqua melodia;
le tue mani sono nuove nella rosa;
si intensifica l'abbondanza del mondo a mezzogiorno
ed estasi dei cuore in ogni cosa.
Non c'è brezza se tu non respiri,
non c'è monte se Tu non ci sei dentro,
né solitudine in cui non diventi forte.
Tutto è presenza e grazia. Vivere è questo incontro:
Tu mediante la luce, l'uomo mediante la morte.
Finisca il peccato! Guarda che non si addice
lasciare tanta bellezza in tanta guerra!
Che l'uomo non ti obblighi, Signore, a pentirti
di avergli dato un giorno le chiavi della terra.
(Liturgia delle Ore)
Capitolo IV
ALL’ ASCOLTO DELLA PAROLA DI CRISTO
“Il Padre non ha detto che una sola Parola: Figlio. E la dice sempre in un silenzio senza fine ed è nel
silenzio che l'anima la può udire.” (San Giovanni della Croce).
1 - Testi
a) Ascoltandolo
"Mentre i Vangeli ci offrono innumerevoli parole di Cristo, ce ne presentano solamente tre del
Padre. Perciò dovrebbero essere preziose per noi ... Una di queste è un consiglio, l'unico consiglio
del Padre ai suoi figli. Con quale infinito e filiale rispetto dovremmo ascoltarlo e con quale
prontezza dovremmo seguirlo! Questo consiglio, che conserva in sé il segreto di una totale santità,
è semplice e si esprime in una sola parola: "Ascoltatelo" (Mt 17, 5), dice il Padre riferendosi al suo
Figlio prediletto.
Pregare è inoltre il grande atto di obbedienza al Padre. E', come fece Maria Maddalena, sedersi ai
piedi di Cristo per ascoltare la sua parola. Tuttavia è a lui, alla sua persona piuttosto che alle sue
parole, che dobbiamo prestare attenzione. Perciò è molto raccomandabile pregare partendo dalla
lettura di una pagina di Vangelo, ma a condizione di leggerla, non come un professore di
letteratura, ma come un innamorato che, aldilà delle parole che riceve, ascolta il palpito del cuore
della sua amata.
E' una grande arte sapere ascoltare. Cristo stesso ci ammonisce: «Fate attenzione dunque a come
ascoltate» (Lc 8,18). Se siamo roccia, o bordo della strada o terra arida, la sua Parola non potrà
crescere in noi. Si tratta di essere quella buona terra dove il seme trova ciò che è, necessario per
aprirsi, germogliare, svilupparsi e maturare.
Ascoltare non è solamente un'attività dell'intelligenza. E' tutto il nostro essere, anima e corpo,
intelligenza e cuore, immaginazione, memoria e volontà... ciò che deve stare attento alla parola di
Cristo, aprirsi ad essa, cederle il posto, lasciarsi invadere, prendere e trasformare, aderirle senza
riserve.
Capirete perché uso di preferenza il termine ascoltare anziché meditare. Ha un accento più
evangelico e soprattutto definisce non un'attività solitaria, ma un incontro, un interscambio da
cuore a cuore, ciò che è essenzialmente la preghiera. A dire il vero, senza la grazia, nessuno
saprebbe ascoltare Cristo, perché siamo tutti sordi dalla nascita. Pero nel nostro Battesimo Cristo
pronunciò la parola che dalla guarigione del sordomuto della Decapoli ha aperto gli occhi a
milioni di discepoli: "Effatà" "Apriti” (Mc 7,34). Quando apriamo il cuore alla preghiera, la
parola di Cristo ci converte, ci “fa passare dalla morte alla vita" (Gv 5,24), ci resuscita, si
trasforma per noi in fonte inesauribile, in vita eterna.”.
(H. Caffarel- "La Preghiera - Pietre miliari per il cammino - Antologia").
Citazioni
- L'ascolto della Parola è un “bagno di Dio”, così come si parla di bagno di sole. Ci sono giorni che
ne godi, altri in cui preferiresti trovarti da un'altra parte, altri ancora, in cui diresti: «Che cosa ci
guadagno ad abbronzarmi o che cosa ne hanno le mie ossa se le espongo dieci minuti al sole,
quando prendo comunque il sole anche continuando il mio lavoro e non perdo tanto tempo?» Sai
tuttavia che questo ragionamento è falso e prosegui la tua cura. Non interrompere neppure la tua
cura di Dio, anche se incontrerai solo ripetizione, difficoltà distrazioni. Rimani lì, al “sole di Dio”;
Egli proseguirà, purificando la tua anima, il tuo essere, la tua vita. (Anonimo).
- Non si può amare qualcuno che non si conosce. Non c'è amore senza conoscenza. Senza amore
non c'è generosità, capita la stessa cosa nella coppia. Il Vangelo, è il mezzo con cui Dio ci parla,
leggilo e rileggilo. Non leggetelo come un periodico, ma come una lettera che vi manda qualcuno
che vi ama. Quando uno riceve una lettera così sta attento ad ogni parola, legge fra le righe, cerca di
scoprire l'intenzione. Leggere il Vangelo è cercare attraverso le parole il cuore di colui che amiamo.
(H. Caffarel).
b) Leggere il Vangelo
Crediamo che siano rare le volte in cui, avendo aperto il Vangelo e cercato a caso, o fra le letture
liturgiche del giorno, qualche testo per pregare, non abbiamo trovato una parola, una frase che ci
dicesse qualcosa di particolare e di sentire che fosse l'atta per noi, per “questo preciso momento".
L'avevamo letta cento volte prima, senza che richiamasse la nostra attenzione. Quel giorno, invece
era viva, era proprio scritta per noi.
Quando troviamo una di queste frasi dobbiamo fermarci: chiudere il libro. E' sufficiente per il
momento. Ripetiamocela e poi stiamo in silenzio, attenti all'eco che produce in noi. Ascoltiamo
questa parola di Dio che è diretta a noi, lasciamo che penetri nel nostro cuore, nella nostra vita.
Analizziamo la nostra vita alla sua luce, percepiamo ciò che vuole da noi.
Il Vangelo è sempre nuovo perché è una parola di vita, come lo è la persona che abbiamo accanto,
che non è sempre uguale per il semplice l'atto di essere viva.
Dobbiamo continuare a leggerlo, sebbene ci sembri di averlo udito molte volte andando a Messa la
domenica. Di fatto, molte volte questi piccoli brani che ascoltiamo separatamente non arrivano ad
avere la forza che avrebbero se leggessimo il Vangelo nel suo insieme. Di quando in quando
conviene leggerlo per intero, dall'inizio alla fine. E ci renderemo conto anche delle differenze di
stile e delle diverse sfumature fra gli evangelisti.
Altre volte è anche bene leggerlo in funzione, di un tema: (La Trinità, il Padre, Maria, i peccatori, la
misericordia, ecc.) Non si deve aver paura di leggere il Vangelo con una matita in mano per
sottolineare frasi che ci parlano, che ci piacciono, che ci hanno segnato in qualche modo.
Per evitare distrazioni è bene che ci serviamo della nostra fantasia e che dopo aver letto il testo
proviamo a ricomporre la scena. Come potrebbe essere questo incontro di Cristo con la samaritana,
con il cieco di Gerico, con...? Poi ci domandiamo, che cosa fece e cosa disse Cristo? Che cosa
fecero quelli che lo incontrarono, che cosa cambiò in loro? Che cosa mi dice Cristo oggi e cosa dico
io a Lui? Come posso incarnare nella mia vita quest'atteggiamento di Cristo? Chi lo aspetta da me e
ne ha bisogno?
Una delle cose più importanti di questa lettura è prendere coscienza dei sentimenti di Cristo verso di
noi. Sono gli stessi che egli aveva con le persone che via via incontrava lungo il suo cammino sulla
terra: sono sentimenti di vicinanza, di compassione, di misericordia, di valorizzazione, di perdono,
di guarigione, di amore...
Reagiamo davanti ad essi con la nostra fede. "Confermo la mia fede nell'amore che Tu, Signore, hai
per me". La fede è aprire la finestra e riconoscere l'amore di Dio, che è tanto evidente e travolgente
come la luce che entra.
Reagiamo con il nostro amore. Non solo crediamo che Cristo ci ama così come siamo, ma anche
così come ci offriamo affinché ci plasmi come Lui ci desidera. Noi ci presentiamo senza maschera
né trucco, nella realtà delle nostre debolezze e dei nostri peccati, delle nostre paure. C'è un senso di
liberazione nell'essere veritieri. “Signore, colui che tu ami è malato; però se tu vuoi mi puoi
guarire.”
Reagiamo, finalmente con la nostra speranza che non è affatto passiva; la speranza è un desiderio.
Desiderio di incontrare più profondamente colui che amiamo, Cristo, per congiungerci a Lui.
Quando una vita è segnata da questo desiderio, ha la meta posta in questa speranza, e la preghiera
sarà il tempo forte di questa speranza.
2 - Proposte pratiche per la preghiera coniugale e l'ascolto della Parola.
Preghiera coniugale
Vi proponiamo per questo mese come preghiera coniugale la lettura delle “Beatitudini” (Mt 5, 112)
Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli.
Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
« Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male
contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei
cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.»
Il primo giorno ognuno di noi due sceglierà quella che più lo colpisce in quel momento, la dirà ad
alta voce ed approfondirà in silenzio ciò che questa beatitudine gli suggerirà per la sua vita di
coppia, per condividere poi con l'altro.
Nei giorni seguenti passeremo ad approfondire tutte le rimanenti, Potremmo pure cercare bel
Vangelo alcuni incontri di Gesù nella sua vita pubblica (La samaritana, Zaccheo, la moglie adultera,
ecc.) in cui ci sembra che Gesù applichi alcuni dei suggerimenti delle Beatitudini.
Ascolto della Parola
Conserveremo le Beatitudini impresse nel nostro cuore in modo che diventino uno stimolo concreto
per noi. Ciascuna ha una doppia lettura.
Verso noi stessi:
-In che modo ci riconosciamo come puri di cuore, come coloro che piangono, come i pacifici...?
E verso gli altri:
-In che modo lo siamo per le altre persone che ci circondano e quali sono queste persone, o
circostanze?
Nella Compartecipazione potremmo mettere in comune ciò che ci ha suggerito questo “ascolto” e
questa riflessione.
3 - Domande per la riunione di equipe
- Cos'è che ci ha maggiormente colpito nel testo "ascoltandolo?".
- Cos'è che ha richiamato di più la nostra attenzione nel testo "Leggere il Vangelo"?
4 - Preghiera in equipe
Giovanni 17, 6-8
"Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a
me ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono
da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno
veramente che sono uscito da te ed hanno creduto che tu mi hai mandato."
5 - Preghiera per crescere insieme
Signore, fa di me uno strumento della tua pace.
Dov'è odio che io porti l'amore
dov'è offesa che io porti il perdono
dov'è discordia che io porti l'unione
dov'è errore che io porti la verità
dov'è dubbio che io porti la fede
dov'è tenebre che io porti la luce
dov'è tristezza che io porti gioia.
Fa che non cerchi tanto
l'essere consolato quanto il consolare
l'essere compreso, quanto il comprendere
l'essere amato, quanto l'amare
Perché dare
è come ricevere.
Dimenticarsi di sé stessi
è come se incontrassimo noi stessi.
Perdonare
è come ottenere il perdono.
Morire
è come risuscitare alla vita eterna.
(S. Francesco d'Assisi)
Capitolo V
ALL' ASCOLTO DELLO SPIRITO DI GESU’ CRISTO
Gesù Cristo a Santa Caterina da Siena: “Fatti capacità ed io mi trasformerò in torrente”.
1 - Testi
a) La cripta luminosa
"Perché stancarvi nel seguire Dio come se fosse al di fuori di voi stessi? Egli è in voi, nel cuore del
vostro essere. Presente, vivo, amante. E' lì che vi chiama, lì vi aspetta per unirvi a Lui.
Dio è lì, però noi non ci siamo. La nostra vita trascorre all'esterno di noi stessi o per lo meno, nella
periferia del nostro essere, in quella zona delle sensazioni, delle emozioni, delle discussioni ... in
questa periferia della nostra anima, rumorosa, e inquieta. E se improvvisamente ci ricordiamo di
Dio e desideriamo incontrarlo, usciamo da noi stessi e lo cerchiamo fuori quand'egli è dentro di
noi.
Ignoriamo i sentieri della nostra anima che ci condurrebbero alla cripta sotterranea e luminosa
dove risiede Dio. Oppure, se li conosciamo ci manca il coraggio di percorrerli. Arrivare al centro
di sé stessi e un'impresa così difficile?
La preghiera è allontanarsi da questa periferia tumultuosa del nostro essere, è raccogliere e
riunire tutte le nostre facoltà ed addentrarci nella notte arida fin nel profondo della nostra anima.
Lì, all'entrata del santuario, ormai non rimane altro che fare silenzio e stare attenti. Non si tratta
di una sensazione spirituale, di esperienza interiore si tratta di fede: credere nella Presenza,
adorare in silenzio la Trinità vivente, offrirsi e aprirsi alla stia vita traboccante; attaccarsi,
comunicare con il suo Atto eterno.
Poco a poco, con il passare degli anni, la punta del nostro essere spirituale, affinato dalla grazia,
si farà più sensibile a questo "respiro di Dio" in noi, al suo Spirito di amore. Poco a poco la nostra
vita esteriore sarà la manifestazione, l'epifania della nostra vita, interiore. Sarà santa perché in
fondo al nostro essere, saremo strettamente uniti a Dio che è santo: sarà feconda e ruscelli di
acqua viva usciranno da noi, perché saremo strettamente uniti alla stessa sorgente della vita."
(H. Caffarel - La Preghiera - Pietre miliari per il cammino - Antologia).
Citazioni
Il grande metodo della preghiera consiste nel fatto che non c'è un metodo. Se nell'andare a pregare
noi potessimo farci pura “capacità” per ricevere lo Spirito di Dio, questo non basterebbe ancora
come metodo: la preghiera deve essere fatta con grazia e non con artificio. (Santa Juana Chantal)
- Quando Lo abbiamo visto ogni dubbio scompare, ed è come quando soffia il vento buono. Colui
che adora se ne va libero da ogni preoccupazione, come il navigante che può issare la sua vela e
fumare tranquillamente la sua pipa, mentre un vento favorevole spinge la barca. (Ramakrishna).
b) Nel silenzio del cuore
In materia di preghiera, salvo alcuni grandi principi, non c'è una tecnica infallibile, un'indicazione
valida per tutti.
Bisogna stare attenti a non applicare alla lettera i consigli ricevuti, perché un medesimo consiglio
non può servire a persone diverse; alcuni possono essere dei principianti, altri possono avere una
grande esperienza, altri possono attraversare un momento di aridità, di dubbio ecc ... Perciò
sicuramente molte di queste indicazioni possono non essere adatte al nostro caso personale.
Comunque, anche se i consigli ci sembrassero buoni, dovremmo assimilarli, e adattarli da noi stessi
a noi stessi.
Il suggerimento più opportuno ed efficace per pregare, molte volte non ci arriva da fuori, ma dal
nostro intimo. Ci arriva dallo Spirito Santo che è il grande maestro della preghiera. Colui che deve
“guidarci verso la verità intera”. Lo Spirito è in noi, pertanto si tratta prima di tutto di imparare ad
ascoltarlo nel silenzio del cuore.
Il cuore ha nella Bibbia un luogo centrale. Non si identifica con l'intelligenza discorsiva, né con la
sensibilità né con l'affettività. Il cuore è il centro segreto del nostro essere, la radice del nostro io o
ciò che i mistici francesi chiamano la vetta dello spirito. Il cuore, secondo la Parola di Dio, è la
nostra realtà più profonda. E' nel cuore che Dio ci incontra, e soltanto dal nostro cuore, noi
possiamo andare incontro agli altri. Nel cuore Dio ci parla, in esso riceviamo da Dio un nuovo
nome, il nostro nome per l'eternità.
Quando leggiamo il Vangelo non è necessario parlare sempre. Molte volte è solo necessario lasciare
che Lui ci guardi con amore. Restare tranquilli sotto questo sguardo di amore, che dà forza per
vivere e che ci fa scoprire molte più cose che le parole. Stare in silenzio davanti a Dio è anche
offrirci a Lui senza riserve affinché lui possa farci nuovi, e ricrearci totalmente nel suo amore.
Diceva Luis Evely, che nell'orazione tutti commettiamo l'errore del gallo che crede che il sole sorga
grazie al suo canto, e teme che se un giorno si dimenticasse di cantare, il sole non sorgerebbe più;
quando in realtà sono i primi raggi del sole a svegliare il gallo e a farlo cantare. Anche noi crediamo
che con la nostra preghiera andiamo a risvegliare un Dio addormentato, che riusciamo a
commuovere un Dio indifferente, andiamo a chiamare un Dio lontano, quando pregare è
semplicemente consentire che Lui si manifesti in noi, che trabocchi in noi colui che è più grande di
noi, e sicuramente è nascosto nei nostro cuore: lo Spirito.
“Pregare è lasciare che salga dal nostro cuore alle nostre labbra l'amore del Figlio per il Padre,
che è lo Spirito.”
Alle volte il silenzio sembra vuoto; pieni di distrazioni, aspettiamo invano che il tempo passi. Non
ci succede niente, e non ci sembra di produrre alcun frutto. Però, annoiarsi davanti a Dio è anche
una preghiera. Non è perdere tempo. E' consacrarlo, offrirlo.
“Riconosciamo implicitamente che tutto ciò che è nostro è di Dio, e in particolare che il nostro
tempo, la trama più importante della nostra esistenza, appartiene completamente a Dio.” (R.
Roquette).
2 - Proposte pratiche per la preghiera coniugale e l'ascolto della Parola
Preghiera coniugale
Vi proponiamo, come testo della preghiera coniugale, l'incontro di Gesù con Nicodemo (Gv 3, 1-8).
Leggiamolo per molti giorni di seguito, lasciamo che penetri nel nostro cuore. Preghiamo Dio a
voce alta partendo da lui, se ci sentiamo chiamati da lui.
C'era tra farisei un uomo chiamato Nicodemo, un capo dei Giudei. Egli andò da Gesù, di notte, e
gli disse.- «Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno può infatti fare i segni che
tu fai, se Dio non è con lui».
Gli rispose Gesù: «In verità in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno
di Dio».
Gli rispose Nicodemo: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una
seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?»
Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può
entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è
Spirito».
Ascolto della Parola
Conserveremo nel nostro cuore, durante il mese la parola “Dovete nascere di nuovo", e ci
confronteremo nella Compartecipazione su ciò che questo significa questo per noi.
3 - Domande per la riunione di equipe
- Abbiamo scoperto qualche volta Dio, nel silenzio?
- Abbiamo sperimentato qualche volta, nella vita, o durante questi ultimi tempi l'incontro
imprevisto con lo Spirito?
4 - Preghiera in equipe
Luca 11, 5-13
Poi aggiunse: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre
pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; e se quegli
dall'interno risponde: Non m'importunare la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con
me, non posso alzarmi per darteli: vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si
alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.
Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi
chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede
un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che
siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito
Santo a coloro che glielo chiedono!».
5 - Preghiera per crescere insieme
Oh Tu, che abiti in fondo al mio cuore,
lasciami unirmi a te,
nel fondo del mio cuore.
Oh Tu, che abiti in fondo al mio cuore,
io ti adoro, Dio mio
nel fondo del mio cuore.
Oh Tu, che abiti in fondo al mio cuore,
lodato sia Tu, Signore,
nel fondo del mio cuore.
Oh Tu, che abiti in fondo al mio cuore,
mi offro al tuo amore,
nel fondo del mio cuore.
Oh Tu, che abiti in fondo al mio cuore,
proteggimi da ogni male
nel fondo del mio cuore.
Oh Tu, che abiti in fondo ai mio cuore,
fammi vivere di te
nel fondo dei mio cuore.
Oh Tu, che abiti in fondo al mio cuore,
io desidero ciò che tu vuoi,
nel fondo del mio cuore.
Oh Tu, che abiti in fondo al mio cuore,
Padre, Figlio, Spirito Santo,
nel fondo del mio cuore.
Oh Tu, che abiti in fondo al mio cuore,
aprimi sul mondo
nel fondo del mio cuore.
(H Caffarel su un inno Tamul)
Capitolo VI
ASCOLTARE NELLA CHIESA
“Miei sono i cieli e mia è la terra e miei sono i popoli; i giusti sono miei, e miei sono i peccatori, gli
angeli sono miei e la Madre di Dio è mia e tutte le cose: Dio stesso è mio e per me, perché Cristo è
mio e tutto per me". (San Giovanni della Croce)
1 - Testi
a) Gomito a gomito
“Vogliamo pregare? Dobbiamo prendere coscienza della nostra appartenenza alla Chiesa. colui
che si isola, non incontrerà Dio, perché Egli ci attende nella Chiesa.
Non sarete tentati da un certo individualismo spirituale? Non sarà qui la spiegazione del vostro
scoraggiamento? E' nella chiesa, uniti spiritualmente a tutti i nostri fratelli, che dobbiamo pregare.
Pregate in mezzo a loro, unite la vostra voce alla sua, alla preghiera dei sacerdoti e dei fedeli,
degli uomini di ieri, di quelli di oggi, di quelli di domani.
Pregate anche nel suo nome, considerate che fate un servizio, prestate la vostra voce, la vostra
anima, alla comunità intera che attraverso voi vuole dirigersi verso il Padre.
E ancora di più. Dovete anche pregare per i vostri fratelli. Sapete che nella grande comunione dei
santi, contate su di loro mentre essi contano su di voi. Claudel lo ha espresso in modo inimitabile in
“Un poeta guarda la croce".
Ascoltatelo:
"Non disponiamo soltanto delle nostre forze per amare, capire e servire Dio, bensì di tutto ciò che
esiste, dalla Vergine benedetta nell'alto dei cieli fino al povero lebbroso africano che, con una
campanella in mano, si serve di una bocca putrida per sussurrare le risposte della Messa. Tutto il
creato visibile e invisibile, tutta la storia, tutto il passato tutto il presente, e tutto l'avvenire, tutta la
natura, tutto il tesoro dei santi, moltiplicato dalla grazia, tutto è a nostra disposizione, tutto questo
e il nostro prolungamento e il nostro strumento di lavoro.
Tutti i saliti, tutti gli angeli sono con noi. Possiamo servirci dell' intelligenza di San Tommaso, del
braccio di San Michele, e dei cuori di Santa Giovanna D'Arco e di Caterina da Siena e di tutte le
loro risorse latenti, che, con il solo avvicinarle, facciamo vibrare in noi.
Tutto ciò che è buono, che è grande e bello, da un confine all'altro della terra, tutto ciò che è causa
di santità, come la malattia è causa di febbre, è come se fosse opera nostra. L'eroismo dei
missionari, l'ispirazione dei dottori, la generosità dei martiri, il genio degli artisti, la preghiera
infiammata delle Clarisse e delle Carmelitane, è come de fossimo noi, siamo noi!
Dal nord al sud, dall'Alfa all’Omega, e da Levante a Occidente, tutto è uno con noi, ce ne appropriamo
ci accompagna".
Entrate poi nel gioco lealmente, generosamente. Non cominciate mai la vostra preghiera senza
unirvi al ”Cristo totale”, alla moltitudine di credenti in adorazione davanti al Padre, senza
sentirvi gomito a gomito con i vostri fratelli di tutto l'universo, quelli della terra e quelli del cielo.
E dopo pregate con loro, per loro e tramite loro. Quante volte vi riscoprirete ricchi e forti, quando
sarete arrivati alla preghiera confusi nella vostra miseria, nella vostra debolezza, nella vostra
solitudine!"
(H. Caffarel - “La Preghiera - Pietre, miliari per il cammino - Antologia.-)
Citazioni
-Mi aiuta molto avvicinarmi alla preghiera in nome degli altri. Ogni volta mi costa di più mettermi
davanti a Dio se non lo faccio in nome di quelli che non pregano, o perché non sanno, o perché non
lo desiderano. Rimanere lì, al posto di quelli che non ci stanno mai. Aprirmi a Dio per tutti quelli
che si chiudono e si allontanano. (Anonimo)
-Tutti hanno bisogno di te, compresi quelli che ti ignorano; più ancora quelli che ti ignorano, di
quelli che ti conoscono.
L'affamato crede di cercare il pane, ma ha fame di Te; l'infermo ha l'illusione di desiderare la salute,
ma il suo male è la mancanza di Te. Colui che in questo mondo cerca le cose belle, cerca Te senza
saperlo, Tu che sei la bellezza intera e perfetta; colui che con il suo pensiero cerca la verità, cerca
Te che sei l'unica verità degna di essere conosciuta; e colui che tende le braccia verso la pace, le
tende verso di Te, che sei l’ unica pace, dove i cuori si possono rinfrancare.
Ti chiamano senza sapere che Ti chiamano, e il loro grido è indicibilmente più doloroso del nostro.
(Giovanni Papini).
b) Il Sacrificio della Messa
Il grande sacrificio che domina la storia degli uomini è il sacrificio di Cristo in croce quando dice
al Padre "Sono tuo, ti riconosco e ti appartengo". Però sopra la croce Cristo non si è accontentato
di offrire il suo corpo nel suo nome, ma lo ha offerto in nome di tutti gli uomini. Avrebbe potuto
farlo soltanto in nome di Maria, di Giovanni, perché erano lì, invece lo fece in nome di tutti gli
uomini, e gli uomini non erano tutti lì.
In ogni Eucarestia Cristo ci chiede di ratificare ciò che Egli offrì in quel momento: il suo corpo ed
il suo sangue. E' come se ci dicesse: "Io ho offerto il mio corpo per te, però allora non ho potuto
coinvolgerti. Fallo tu adesso". E ognuno di noi si associa a questo sacrificio dicendo dentro di sé,
"Dio mio, io ti offro il corpo ed il sangue di Tuo Figlio in segno dell' offerta di me stesso”.
E' un errore che commettono molti cristiani credere che Cristo appaia nella Messa nel momento
della consacrazione. Cristo, il risuscitato, è lì presente già dall'inizio della Messa. La nostra
riunione eucaristica non è una qualsiasi riunione di esseri umani, né una qualsiasi riunione di
cristiani, ma una riunione in nome di Cristo e con Cristo.
La Chiesa, formata da milioni di persone, non potrebbe mai riunirsi al completo, però ogni volta
che un gruppo di cristiani si riunisce in nome di Cristo, è la Chiesa.
E' anche un errore vedere nella Messa soltanto in incontro d'amore fra Cristo e noi. La Messa è un
incontro di amore fra lo Sposo, Cristo, e la Sposa, la Chiesa, che si donano reciprocamente per poi
donarsi insieme al Padre.
Dal principio della Messa Cristo chiede che questa Chiesa, che è macchiata dai suoi peccati, si
purifichi. Per questo si inizia la Messa con il rito penitenziale. Questo rito trasforma questa
riunione di peccatori in riunione di cristiani purificati.
Nella Liturgia della Parola, Cristo non si rivolge all'insieme di persone che compongono la
Chiesa, ma si rivolge ad ognuno di noi. Perché non avere per queste letture della Messa lo stesso
atto di fede che abbiamo per /a consacrazione? La consacrazione è un atto visibile che cela
qualcosa di invisibile. Le letture non sono una storia del passato. Sono Cristo che ci parla oggi.
Egli ci chiederà prima di andare a Messa, di avere "un cuore che ascolti": un cuore umile, che non
giudichi la Parola soltanto con criteri intellettuali, un cuore povero che abbia fame di questa
Parola, un cuore vulnerabile che sia disposto a riconoscere in questa Parola un invito diretto del
Signore.
Se non abbiamo disposto il cuore in questo modo, la Parola non ci dirà nulla. Se ci accostiamo con
questi atteggiamenti, la Parola di Dio farà i suoi effetti. Nell'epoca di Cristo questa Parola era
diretta agli uomini, alle cose; li guariva, le cambiava. La Parola continua ad essere potente nella
Messa come all'epoca di Cristo: è creatrice, ci sveglia, ci alimenta, cura la nostra fede e fa nascere
l'amore nel nostro cuore.
La Liturgia della Parola si può paragonare all'incontro di una coppia di sposi che, prima di unirsi
sessualmente, prima di donarsi reciprocamente il proprio corpo, hanno condiviso la loro parola,
perché sarebbe un controsenso condividere l'uno senza l'altro.
La Santa Messa è poi sacrificio di Cristo, sacrificio della Chiesa. Quando si dice "Preghiamo
insieme nel momento in cui offriamo il sacrificio in nome di tutta la Chiesa", ciò che si chiede è di
non limitarci alla cappella in cui ci troviamo, ma di estendere l'orizzonte. Una messa in un piccolo
paese alla quale assistano soltanto due persone è la messa di tutta la Chiesa, allo stesso modo per
cui lo è la messa del Papa con 500.000 giovani.
Le pareti della Chiesa cadono quando inizia la Messa. Siamo coinvolti e porteci partecipiamo a
tutte le Messe del mondo. La Chiesa non è soltanto i fratelli della terra, ma anche l'assemblea del
cielo; per questo la Vergine, i santi, sono invocati.
Sono lì riuniti per offrire il sacrificio di tutta la Chiesa.
Potremmo pure dire “preghiamo insieme nel momento in cui offriamo il sacrificio in nome di tutta
l'umanità”: indù, ebrei, musulmani, credenti, non credenti ... chiunque non sia presente alla messa,
poiché Cristo in croce aveva già offerto il suo sacrificio per tutto il genere umano.
Ancora di più, "preghiamo insieme al momento dell'offerta del sacrificio in nome di tutto il
mondo". La celebrazione di una Messa è un avvenimento mondiale e cosmico. L'universo è un
grande corpo con milioni di cellule che agiscono, nel quale ogni creatura non può fare a meno
delle altre.
"Preghiamo insieme durante il sacrificio di ieri, di oggi e di domani, in nome di tutta la Chiesa, di
tutta l'umanità di tutto il cosmo", perché il sacrificio di Cristo in croce è il sacrificio dell'umanità,
fino alla fine dei tempi.
Alla fine della messa, il sacerdote dice “Andate in pace". Spesso lo traduciamo con: "E' finita,
potete andare". Non è così. Vuol dire. “Andate ad evangelizzare le quattro parti del mondo, tutte le
nazioni".
"Sarete miei testimoni".
"Vivete ciò che avete ricevuto".
“Annunciate la Buona Novella". “E tornate senza tardare”. Come operai che tornano dalla
mietitura e hanno bisogno di rinfrancare le forze, poiché essere apostoli di Cristo affatica.
“Tornate ad andare e tornate a venire".
Il cuore ha due movimenti: sistole e diastole. Aspira il sangue, lo purifica e lo manda a tutto il
corpo. Cristo fa la stessa cosa con noi, nella Messa. Tutti siamo stati mandati.
Alla fine dei giorni ci sarà un'ultima riunione: il Figlio si presenterà al padre con tutti coloro che
ha riunito.
Il Padre ha mandato il Figlio ed il Figlio gli apostoli, gli apostoli vanno per tutto il mondo e
riuniscono l'umanità a Cristo ed in Cristo."
(Estratto da appunti raccolti di H Caffarel a Troussures).
2 - Proposte pratiche per la preghiera coniugale e l'ascolto della parola
Preghiera coniugale
Vi proponiamo, per questo mese, oltre alla Messa domenicale, di andare insieme a Messa una
volta alla settimana, dopo osservi preparati ad accogliere la liturgia della Parola. Prima o dopo la
Messa, a casa, potremmo rileggere le letture e fare una preghiera coniugale partendo da quanto
queste letture ci hanno ispirato.
Ascolto della Parola
Vi proponiamo di rileggere la liturgia della Messa, soprattutto le parole che dice il sacerdote in
nome di tutta la Chiesa.
- Quale eco hanno evocato in noi? Lo metteremo in comune nella Compartecipazione.
3 - Domande per la riunione di equipe
- Che cos'è per noi la Chiesa? In quale modo noi ci sentiamo Chiesa e in qual modo lavoriamo nella
Chiesa?
- Che cos'è per noi la Messa? In quale parte della Messa ci identifichiamo di più, e perché?
4 - Preghiera in equipe
Giovanni 17, 18-22
«Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me
stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità.
Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché
tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una sola cosa,
perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola.»
5 - Preghiera per crescere insieme
Sposa:
Dove ti nascondesti
Amato, e mi lasciasti con un gemito?
Come il cervo fuggisti
avendomi ferito
uscii chiamandoti ed eri andato.
Pastori, che foste
là nelle stalle sul monte isolato,
se per caso vedeste
Colui che più amo,
ditegli che soffro, ho pena e muoio
Cercando i miei amori
andrò per quei monti e ruscelli;
né coglierò i fiori;
né avrò paura delle belve,
e attraverserò le mura e le frontiere.
(San Giovanni della Croce, Cantico Spirituale)
Capitolo VII
ALL'ASCOLTO DEI FRATELLI E DEGLI AVVENIMENTI.
“E’ curioso come cambiano le mie idee quando le trasformo in preghiera" (Georges Bernanos).
1 - Testi
a) Pregare la vita
Diciamo che Dio parla attraverso gli uomini e gli avvenimenti, ed è vero, però tanto gli avvenimenti
quanto le persone non sono facili da interpretare e si prestano a molti equivoci. Se non confrontiamo
questi avvenimenti e queste parole dei fratelli con Dio, in un tempo di preghiera, questo “altro”
linguaggio di Dio non si rivelerà a noi in tutto il suo significato.
Soltanto alla luce di Dio, potremo vedere con “altri"occhi.
E' come se Dio ci parlasse con una lingua straniera. Fino a che non l'impariamo, non percepiamo ciò
che lui vuole dirci.
Abbiamo bisogno di un interprete: lo Spirito Santo. Alla sua presenza, meditiamo le parole dei fratelli,
gli avvenimenti della nostra vita, e ci facciamo docili a ciò che Lui ci sta rivelando.
All'ascolto delle parole dei fratelli
C'è un esercizio che varrebbe la pena di fare di quando in quando: tenere a mente le parole degli altri
che ci dimostrano gentilezza, attenzione, comprensione, amicizia. Ci rimangono sempre più impressi i
commenti negativi. Questi sono quelli che rimangono, quelli che ci lasciano un sapore amaro in bocca.
Perché non stare anche attenti alle parole che ci dimostrano che siamo amati? Avremmo più motivi per
ringraziare e ci aiuterebbe anche a credere che Dio ci ama.
Un altro esercizio potrebbe essere quello di prestare attenzione, qualche volta a come ci vedono gli
altri. Non per perderci d'animo quando troviamo in loro parole di critica o di disapprovazione, ma per
conoscere più verità su di noi. E' tanto facile non voler vedere, giustificarsi, equivocare... Spesso le
parole che in un certo momento li hanno fatto male e ti sono sembrate ingiuste, sono state quelle che
con il passare dei tempo ti hanno portato a cambiare atteggiamento.
Tuttavia, dobbiamo imparare a relativizzare i commenti e a non dare loro un valore assoluto; prima di
tutto poiché tutti possiamo interpretare male il giudizio, facendo nascere degli equivoci; in secondo
luogo, poiché commentare un comportamento non dovrebbe significare affatto giudicare la persona.
Così che non ci sentiamo mai condannati. Possiamo aver fatto qualche cosa di male, però andiamo
avanti, perché siamo persone amate da Dio e dagli altri.
Ascoltare le persone per ascoltare le loro necessità. Le necessità degli altri non sono qualcosa che uno
possa sempre indovinare. Per conoscerle, bisogna porsi una domanda chiave: "Che cosa ti aspetti da
me?", domanda un po' azzardata, che solitamente non facciamo. Poi ci lamentiamo di aver dato molto e
di non aver ricevuto gratitudine. Ma noi, che cosa abbiamo dato? Ciò che volevamo dare oppure ciò di
cui l'altro aveva bisogno?
Alla fine, ascoltare i fratelli, vuol dire cercare di avere lo sguardo di Dio su di loro. Passare
dall'esteriore all'interiore. Il nostro sguardo giudica molto rapidamente, ma tutto cambia se guardiamo
la gente con lo sguardo di Dio, che guarda ognuno di noi con uno sguardo di amore da tutta l'eternità.
Tentare di scoprire "la fiamma delle cose”, come dicono gli orientali, che brilla all'interno delle cose e
anche delle persone.
Un esercizio molto buono durante qualsiasi giornata di lavoro dal ritmo frenetico, è quello di fare di
tanto in tanto una piccola pausa di alcuni istanti, come se fosse un'immersione in acqua, per riunirci a
Dio che sta nel più profondo di noi stessi, fermarci un istante con Lui e poi continuare.
Ancora, fare questa piccola pausa prima di incontrarci con qualcuno, soprattutto con coloro con cui ci
è più difficile avere un dialogo, per chiedere su di loro sguardo attento di Dio.
All'ascolto degli avvenimenti
Partendo da ciò che stiamo facendo possiamo entrare in rapporto con Dio per interrogarlo, per
conoscere la sua volontà. Molte volte ciò che facciamo è evidente, è il nostro lavoro, non c'è nulla da
capire. Però ci sono delle volte che non è così evidente che qualcosa non s'imponga in modo
categorico. Invece di scegliere un atteggiamento, una parola, una opzione soltanto da soli,
interroghiamo il Signore e cerchiamo di individuare che cosa preferisce.
Gli avvenimenti negativi che succedono nella nostra vita non sono sempre di facile lettura. Vedere in
loro la mano di Dio e accettarli senz'altro come inviati da Dio, può essere pericoloso. Questo ci
porterebbe a rassegnarci con fatalismo a tutto ciò che avviene: ad accettare la malattia, la
disoccupazione, la diffamazione, ecc.
A noi sembra che Dio voglia prima di tutto che cerchiamo di affrontare le cose da un punto di vista
umano. Dio ci dà la vita, l'intelligenza, la volontà per questo. Però una volta tentate tutte le strade e
sapendo che Dio non ci lascia mai, che è al nostro fianco in ogni momento della nostra vita, anche in
quelli che sembrano avere meno senso, dobbiamo tentare di capire l'altra lettura della vita, guardandola
con gli occhi della fede.
Normalmente gli avvenimenti non si svelano immediatamente. Se il Vangelo ci dice che Maria dovette
“conservare nel cuore” molti avvenimenti della sua vita per poterli comprendere, allo stesso modo
dobbiamo fare noi. Da una parte la prospettiva del tempo ci dà una visione più vicina a quella di Dio.
Per altro lato, è necessario che ci abituiamo a pensare, a "ruminare" la vita alla sua presenza,
confrontandola con la sua Parola, lasciando che essa sveli la sua risposta nel silenzio.
Un "Perché, Signore?" senza fretta, senza angoscia, con la certezza di trovare un giorno la strada, o
meglio, di riconoscere la compagnia di Dio in quel cammino che è il nostro.
Ci sono, inoltre, gli avvenimenti storici. Viviamo nella storia. Nessuno può esservi estraneo. Come
diceva il documento “il Secondo Soffio”: "L'individualismo crescente, la violenza che separa la
grande famiglia umana e che è presente nei rapporti di ogni tipo, l'incapacità di mantenere uno sforzo
continuativo, la facilità nel liberarsi di ogni rigore morale oggettivo, la paura di impegnarsi in una
fedeltà che duri, la banalizzazione della sessualità, ecc... tutto ciò esiste e tocca da vicino la realtà
della coppia. Però la ricerca di nuovi valori di autenticità e di coerenza, il desiderio di pacificazione
interiore ed esteriore, la maggior ricchezza delle relazioni interpersonali nella coppia e fra genitori e
figli, il ritorno alla natura senza manipolazioni, tutto ciò esiste tuttavia e si afferma ogni volta di più. Il
mondo si presenta, poi, con tutte le potenzialità create da Dio e che noi
Scopriamo, frammischiate alla realtà del peccato, che ci fa sentire vivamente la necessità di una nuova
riconciliazione storica in ogni situazione storica.”
I grandi avvenimenti della storia sfuggono alla nostra azione concreta però possiamo sempre fare
qualcos'altro, per poco che sia: questo “qualcosa” ce lo indica la preghiera.
Citazioni
- Le navi che stanno nel mare possiedono tutte una bussola marina, con una calamita puntata sempre
verso la stella polare. Anche se la nave dovesse perdere la rotta e se ne andasse verso il sud, la bussola
non smette di puntare sempre al nord. Così pure, a volte pare che l'anima dirotti verso il sud con tutte le
distrazioni che la possiedono. Magari, la punta dello spirito guardasse verso Dio, che è il suo nord!
(San Francesco di Sales).
- Apro gli occhi per incontrare la luce del mio Dio e non trovo questa luce. Però ho capito perché non
incontro questa luce: sono nelle tenebre e per tanto elle apra gli occhi, non trovo altro che tenebre. Non
sono gli occhi che io devo aprire, ma la bocca: aprirò prima di tutto la bocca per chiedere al Signore
che faccia scomparire queste tenebre, e quando il mio Dio avrà ritirato le tenebre, allora potrò aprire gli
occhi e vedrò la luce del mio Dio. (Un catecumeno del Vietnam).
b) Il pilota automatico
“Per quanto sia facile o difficile stabilire con Cristo il rapporto IO - TU, c'é un atteggiamento
interiore che è imprescindibile rigorosamente indispensabile per dare inizio alla preghiera: tenere
presente la meta.
Molti cristiani, quando si mettono a pregare, mi fanno pensare ad un uomo che si presenta allo
sportello della stazione chiedendo un biglietto da Lit. 30.000: “Ma,signore, per quale destinazione?"
“Questo non ha alcuna importanza datemene uno per quel valore".
E' necessario che impegnate la vostra volontà con un atto lucido, preciso, forte, al fine di imprimere un
orientamento alla vostra preghiera. Per esempio, “Signore, voglio stare a tua completa disposizione
durante questa preghiera”: Aderisco a tutto ciò che tu vuoi che sia...", "Sono qui per te”.
E come il pilota, al decollo, attira ciò che si chiama “pilota automatico" che senza smettere manterrà
l'aereo nella giusta direzione, così con questo atto di volontà iniziale, determinate l'orientamento della
vostra preghiera.
Quest'orientamento che la vostra volontà adotta all'inizio, io la chiamo “intenzione”. Questa rimarrà
anche se la vostra attenzione, strada facendo, si distraesse, vagabondasse, planasse sulle alture; o
anche se vi addormentaste Essa sarà l'anima, la risorsa della vostra preghiera.
Non confondete intenzione con attenzione. E' l'intenzione quella che vi impegna, non l'attenzione, che
non sempre abbiamo sotto controllo; a condizione tuttavia che la vostra intenzione sia qualcosa più
che un vago desiderio: vi raccomando che sia un atto di volontà chiaro ed inflessibile. A condizione
pure, che non vi tiriate indietro durante lo svolgersi della preghiera. Questo sì, quando scoprirete che
la vostra attenzione vi sfugge, vi sforzerete ma con delicatezza, a ritornare a rivolgerla a Dio.
Concludendo vi invito a prendere una risoluzione intransigente, quella di non cominciare mai la
preghiera a caso.
Cominciare bene è possibile sempre per tutti. E' fondamentale. Fissate bene l'intenzione, servitevi del
"pilota automatico". Continuando, vi comporterete nel miglior modo possibile. Gli incidenti di
percorso che potrete incontrare lungo il vostro cammino, li accetterete senza irritarvi, con buon
umore. In ogni momento, riconfermerete la vostra intenzione". ( H. Caffarel, - La Preghiera, pietre
miliari per il cammino - Antologia)
2 - Proposte pratiche per la preghiera coniugale e l'ascolto della parola
Preghiera coniugale
Vi proponiamo questo mese di leggere Marco 10, 46-52.
"Giunsero a Gerico. E mentre partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo,
Bartimeo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Costui al sentire che c'era Gesù Nazareno,
incominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù abbi pietà di me!»
Molti lo sgridavano per farlo tacere, Pia egli gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!»
Allora Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!» E chiamarono il cieco dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti
chiama!» Egli gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa
vuoi che io ti faccia?» E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!» E Gesù gli disse: «Và, la tua
fede ti liti salvato.» E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada.”
Dopo aver letto questo testo, poi potremo ripetere, adagio, a voce alta: "Gesù, Figlio di Davide, abbi
pietà di me..." ed aggiungere il nostro nome.
Potremo pure ripetere questa frase dicendo: "Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di noi... "aggiungendo
i nostri nomi.
Ascolto della Parola
Conserveremo nel cuore e condivideremo nella Compartecipazione ciò che ci ha ispirato la lettura del
testo di Marco, specialmente: che cosa ci dice, in relazione ai nostri atteggiamenti, la reazione di
Bartimeo alla chiamata di Gesù, “gettato via il mantello, balzò in piedi, e si avvicinò”?
3 - Domande per la riunione di equipe
- C'è qualche esercizio pratico, proposto dal testo "Pregare la vita” che vi sia piaciuto particolarmente?
- Ricordiamo qualche avvenimento della nostra vita, difficile da accettare sul momento ma al quale
abbiamo potuto dare un senso, alla luce della fede?
4 - Preghiera in equipe.
Marco 4, 3-9
“Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare.
Mentre seminava, una parte cadde lungo /a strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un'altra
cadde fra i sassi, dove non c'era molta terra, e subito spunto, perché non c' era un terreno profondo;
ma quando si levo il sole, restò bruciata, e non avendo radici, si seccò. Un'altra cadde tra le spine; le
spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. E un'altra cadde sulla terra buona, diede frutto che
venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta, e ora il cento per uno", E diceva: "Chi ha
orecchie per intendere, intenda”.
5 - Preghiere per crescere insieme
Attraverso le tenebre che mi circondano
conducimi Tu, sempre più avanti.
La notte è oscura
e sono lontano dal focolare:
conducimi Tu, sempre più avanti.
Guida i mici passi: non posso vedere già
ciò che dicono che si veda più in là:
un solo passo ogni volta
è abbastanza per me.
Io non sono sempre stato così,
neppure ho pregato sempre
affinché Tu mi conducessi.
Desideravo scoprire e vedere il mio cammino, ma ora
conducimi Tu, sempre più avanti...
Il tuo potere mi ha benedetto così tanto
che nessuno mai saprà condurmi sempre più avanti.
Per il piano e per le paludi,
sulle rocce aguzze e al crescere del torrente,
finché la notte sia passata
e mi sorridano, la mattina, questi visi di angeli
che avevo amato molto tempo fa
e che per un certo tempo persi.
Conducimi, dolce luce,
conducimi Tu, sempre più avanti.
(Cardinale Newman).
Capitolo VIII
VIVERE UNA VITA RINNOVATA
“Il mio spirito si è disseccato, perché si è dimenticato di prendere il suo alimento in te.” (San
Giovanni della Croce)
1 - Testi
a) La Buona Novella
" Il tempo è compiuto ed il regno di Dio è compiuto; convertitevi e credete al Vangelo." (Mc 1, 15)
Con queste parole del mercoledì delle ceneri inizia la Quaresima. I cristiani sono interpellati da
queste parole. Per vivere secondo il Vangelo, secondo lo Spirito, bisogna prima di tutto spianare il
cammino al Signore, dobbiamo convertirci.
Convertirci vuol dire, svegliarci, renderci conto, vedere con altri occhi, pentirci, cambiare il cuore,
cambiare atteggiamento cambiare vita .... Lo vogliamo, ma ci sentiamo impotenti, ci mancano le
forze. Temiamo di fallire. Ci opprime tutto ciò che dovremmo cambiare e la difficoltà di rinnovare
il nostro stile di vita.
Da dove incominciare?
E se invertissimo l'ordine della frase? Invece di “convertitevi e credete alla buona novella”,
potremmo tentare di leggere così: "Credete alla buona novella e convertitevi"; accogliete la buona
novella e troverete così le forze e la motivazione per convertirvi.
Una buona notizia cambia il corso delle cose, dà coraggio e determinazione per agire, dà speranza e
allegria. Ricordatevi di Zaccheo che, con la buona notizia di poter ricevere il Signore a casa sua,
cambiò vita; della samaritana, di Maria Maddalena e di tanti altri nel Vangelo.
Una buona notizia è per esempio sentirsi amati da qualcuno con cui non ci siamo comportati bene.
Sentirsi amati aiuta a cambiare molto più degli scontri, delle lamentele, delle prediche; si vorrebbe
meritare l'amore che ci viene dimostrato, e che sappiamo di non meritare. In un certo modo questa è
la buona novella del Vangelo: è la prova di quanto ci ama Dio. Una prova testimoniata nella storia,
una prova che si manifesta e si concretizza negli innumerevoli incontri, parole e situazioni concrete,
una prova che si realizza nel dono totale della vita di Cristo, una prova che porta tutti gli uomini ad
una vita diversa.
Però se la buona novella del Vangelo invece di essere vissuta nel nostro quotidiano. fosse soltanto
una frase di devozione .....
Per noi si sarebbe persa l'attualità di una parola viva...
Se la sapessimo, ma non la conoscessimo con il cuore..
Allora sarebbe difficile cambiare.
Per questo, forse, è molto più importante che ci decidiamo a seguire, ascoltando tutti i giorni la
Parola di Dio, la Buona novella, piuttosto che trovare soluzioni pratiche concrete, circa la nostra
vita, che poi non sappiamo portare a termine e ci inducono allo scoraggiamento.
Quest'insegnamento è di Sant'Ignazio di Loyola, nei suoi "Esercizi": “Chiedere la conoscenza
interiore del Signore, che per me si è fatto uomo, perchè lo ami di più e lo segua".
Ma soltanto la conoscenza interiore non ce lo farà amare. Se lo amiamo lo seguiremo. Seguirlo è
cambiare Con l'ascolto assiduo della Parola, assimiliamo lo Spirito di Cristo. La Parola lavora nel
nostro cuore per rinnovarci. La conoscenza di Cristo, per mezzo della sua Parola farà sì che a poco
a poco, noi, i discepoli di Cristo andiamo facendo nostri i gesti del nostro Maestro e viviamo con
Lui in un solo Spirito.
Citazioni
- Mi dite che non fate nulla, nella preghiera. Pero che cos'altro vorreste fare se non ciò che già fate,
di presentare a Dio il vostro nulla e la vostra miseria? Il discorso più commovente che può fare un
mendicante è quello di esporre a noi le sue ferite e le sue necessità. Però a volte mi dite che fate
ancora meno, restate lì come un fantasma, come una statua. Bene, perché non è cosa da poco. Nei
palazzi dei principi e dei re ci sono statue che non servono ad altro che a ricreare la vista del
principe: alla presenza di Dio accontentatevi di servire a questo. Egli darà vita alla vostra "statua"
quando lo riterrà opportuno. (San Francesco di Sales).
- Apri, apri la bocca, dice il Salmo. Apriti, liberati! Apri la bocca e respira! Dipende soltanto da te
colmarti di ciò che ha fatto il mondo, di ciò che vince il mondo, di questo Spirito al quale nulla può
resistere! Saziati a lunghe sorsate della tua prova!
Non temere se senti che in fondo all’anima c’è un tappo che salta e sgorga una sorgente impetuosa
che va incontro al torrente! (Paul Claudel).
b) Cristo prega in me
“Il fatto di pregare non è monopolio dei cristiani. Tutti abbiamo visto, almeno in immagini, certi
indù al sorgere del sole, piedi piantati nell’acqua, sulle rive del Gange: immobili, con gli occhi
chiusi, come illuminati dal fondo dell’anima; o dei buddisti seduti, lasciando trasparire pace e luce
interiore; o gli ebrei al Muro del pianto, o i beduini in pieno deserto che adorano Allah, con la
fronte piegata fino a terra…
Tutti gli uomini pregano. Il cristiano come tutti gli altri; ma la sua preghiera non è identica a
quella degli altri. Qual è il carattere che la contraddistingue?
Immaginiamo Cristo sul monte, di notte sotto un cielo stellato. Prega. Se abbiamo capito la
profondità e la pienezza di questa preghiera del Figlio di Dio, fatto uomo percepiremo la
tentazione di pensare: che cosa si può aggiungere a questa preghiera che Gesù rivolge a Dio, a
nome dell’umanità? La sua preghiera non ha soppiantato in modo definitivo le nostre povere
preghiere? Non si tratta semplicemente di affidarci a questa preghiera di Cristo?
La risposta a queste domande la trovo nel cuore di Cristo che scende dalla montagna di primo
mattino. Per adorare, lodare e glorificare questo Padre, davanti al quale sperimenta
un’ammirazione ed un amore senza limiti, per intercedere in nome di un’umanità abbandonata,
non gli basta la natura umana ricevuta da Maria: ha bisogno di milioni di cuori. Vuole che la sua
preghiera sia impiantata, radicata, “attecchita”, viva e vibrante, nel cuore dei suoi discepoli, per
sempre…
Cristo vuole che la sua preghiera, come la fiamma del cero pasquale, si accenda in milioni di cuori
di tutto il mondo.
Però avete il diritto di chiedermi: «Questo è un insegnamento tratto dalla Sacra Scrittura e dalla
Teologia?»
Apriamo le Lettere di San Paolo.
In esse leggiamo ripetutamente questa affermazione: Cristo vive nel cristiano. Nella lettera agli
Efesini: “Cristo abita per la fede nei vostri cuori” (3,17)
Nella seconda lettera ai Corinti: “Esaminate voi stessi nella fede, mettetevi alla prova. Non
riconoscete che Gesù Cristo abita in voi?”.
Nella lettera ai Romani: “Siamo stati completamente uniti a lui” (6,5). Infine la formula più chiara
si trova nella lettera ai Galati: “Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma
Cristo vive in me” (2,20)…
Dove vive Cristo, lì prega. Per mezzo di lui vivere è pregare. Vivendo nel cristiano prega nel
cristiano. Così poi, la frase di San Paolo ai Galati può essere modificata senza travisarla: “Prego,
ma non sono io che prego, Cristo prega con me…”
Ma c’è una precisazione da fare: non prega in me senza di me. Che aiuto vuole da me la preghiera
di Cristo?
Prima di tutto che cerchi di togliere “la zizzania” dal mio cuore, perché Dio sta in me, come un
seme, in mezzo ai rovi. Questi rovi sono le mie passioni, i miei sogni, le mie ambizioni, le mie
preoccupazioni, che corrono il forte rischio di soffocare il piccolo seme. Togliere la zizzania è
difficile, quasi impossibile, nel momento della preghiera, se non cerco di farlo durante la vita.
Secondo aiuto: alimentare senza sosta la preghiera di Cristo in me… Per far crescere la preghiera
di Cristo in me, devo nutrirmi con la Parola di Dio, con i sacramenti e nei vari modi che esistono
nella Chiesa.
Terzo aiuto: bisogna lasciare il posto alla preghiera di Cristo che mi indica quella frase
ammirevole del libro dei Proverbi: “Figlio mio, prestami il tuo cuore”. Dammi il tuo cuore, dammi
la tua intelligenza, il tuo corpo, tutto il tuo essere, tutto ciò che in te può convertirsi in preghiera,
perché io l’assimili nella mia preghiera.
Quarto aiuto, la mia intelligenza, si sforzerà di comprendere le grandi componenti della preghiera
di Cristo in me. Io mi unirò ad essa.
Quinto aiuto, sul quale voglio richiamare in particolare l’attenzione. Durante la preghiera
cercherò di identificarmi con tutta la volontà, con tutto il mio cuore alla preghiera di Cristo…
“Voglio, Signore, unirmi alla tua preghiera, in me. E’ certo che lo percepisco di rado, però ci
credo. Realmente, perché ciò che importa non è sentire, ma credere.
Non si tratta di sentire: ma quando la preghiera di Cristo si sia fortificata, sarà più percettibile.
Come la Sposa del Cantico dei Cantici, potrò allora dire: -"Io dormo, ma il mio cuore veglia".
Lavoro, cammino, gioco, ma il mio cuore veglia, ma la preghiera di Cristo palpita in me...
Nella preghiera, non si tratta tanto di "fabbricare" una preghiera ma di sintonizzarci in noi stessi
con una preghiera che già esiste. Di permettere che germogli in me stesso questa preghiera.
La preghiera cristiana non è prima di tutto opera dell' uomo, ma opera di Cristo nell'uomo. E vi fa
crescere la sua peculiarità. Le preghiere dei cristiani, quando sono autentiche, fanno parte, senza
saperlo, della preghiera di Cristo".
(Appunti estratti dalla “Preghiera interiore e le sue tecniche" di H. Caffarel).
2 - Proposte pratiche per la preghiera coniugale e per l'ascolto della Parola
Preghiera coniugale
Vi proponiamo per questo mese la lettura di Luca 7, 20-23
“Venuti da Lui, quegli uomini dissero: "Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti:
Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?" In quello stesso momento Gestì guarì molti
da malattie, da infermità da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa
risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: I ciechi riacquistano la vista, gli
zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è
annunziata la buona novella. E beato colui che non si scandalizza di me!»"
Dopo aver letto questo Vangelo ed averlo meditato in silenzio reciteremo insieme la preghiera delle
equipes: il Magnificat. Metteremo un impegno speciale nel recitarla ogni sera durante questo mese.
Ascolto della Parola
Conserveremo nel cuore durante il mese la preghiera del Magnificat, in modo particolare la frase:
“Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente".
Ci confronteremo nella Compartecipazione su ciò che ci ha suggerito questa frase.
3 - Domande per la riunione di equipe
- Che cosa pensate del processo di conversione che vi propone il testo a) “La Buona Novella”?
Come l'avete vissuto voi?
- Cristo ora è in noi? Scegliete qualcuna delle parole della preghiera di Cristo, nel Vangelo che vi
impressionano più profondamente, e spiegate perché.
4 - Preghiera in equipe
Giovanni 17, (23-26)
“Io sono in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato
e li hai amati come hai amato me.
Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato, siano con me dove sono io, perché contemplino la
mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo.
Padre giusto, il mondo noti ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai
mandato. E io ho tatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale
mi hai amato sia in essi ed io in loro”.
5 - Preghiere per crescere insieme
“Io tutta mi abbandonai e mi diedi,
ed ho scambiato tale destino
che il mio Amato è per me
ed io sono per il mio amato.
Quando il dolce cacciatore
mi colpì e mi sottomise,
nelle braccia del mio amore
la mia anima rimase colpita,
e prendendo una nuova vita
in tale modo ho cambiato,
che il mio Amato è per me
ed io sono per il mio amato.
Mi tirò una freccia
rivestita di amore,
e la mia anima divenne una cosa sola
con il suo Creatore;
ormai non voglio altro amore
perché mi sono donata al mio Dio
che, il mio Amato è per me ed io sono per il mio Amato.
(Santa Teresa di Gesù).