Untitled - La Ditta
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Untitled - La Ditta
Quante storie! Ideazione e realizzazione: Chiara Guarnerio, Roberta Spagnoli, Silvia Scalzi Ai clienti di oggi, a quelli di domani. PRIMA STORIA UN’AVVENTURA PER LINO Milano, si sa, è una città strana: i suoi abitanti sono di Catania, di Piombino, di Cremona...qualcuno è perfino di Sarzana o di Pontremoli, eppure è milanese. Così pure la vita che si fa è davvero strana: di giorno si lavora con la volontà di divertirsi, di notte ci si diverte con la determinazione di chi lavora sodo. Un turista potrebbe stupirsi leggendo le insegne dei negozi: “Tropicana, il sole dei tropici a Milano”; “NaturLine, il piacere della campagna a Milano”; “Dolomiten Ski, l’aria pura delle Dolomiti a Milano”; a Milano sembra esserci tutto, tranne Milano che forse, di per sé, non esiste proprio. Un vero milanese, però, non rimane mai impressionato, neppure se proprio sotto casa, un giorno, apre un 2 _____ ufficio con la targa “La Ditta - Ufficio Mondi Alternativi”. Lino non aveva visto entrare né un tecnigrafo né un E’ così che Lino, il portinaio di Via Paolo compasso. Uno studio televisivo nemmeno; il suo Giovio 14, leggendo la targa aveva scosso la testa amico ortolano diceva che negli studi televisivi c’era mormorando: sempre un via vai di modelle e di bellissime ragazze: lui “Un’altra agenzia di viaggi...” Gli ingredienti c’erano tutti: tre erano le persone che Cologno Monzese, vicino agli studi di Canale 5. continuavano ad andare e venire (tre signore dall’età Alla Ditta, insieme alle ragazze, entrava solo indefinita che tra loro si chiamavano “ragazze”); tre qualche altra signora allegra e ridanciana che, però, non erano le scrivanie entrate gamba dopo gamba, tavola poteva proprio essere scambiata per una modella: Lino dopo tavola; tre erano i computer. lo Dopo questo passaggio, però, più niente era sem- 3 _____ aveva conosciuto l’ambiente quando aveva il negozio a affermava con un certo rammarico e una notevole dose di invidia nei confronti dell’amico. brato normale: non era entrato un catalogo, non era Ogni giorno, alle due, Lino e l’ortolano facevano stato appeso un manifesto promozionale. Niente di il punto della situazione: chi era entrato e uscito in mat- niente. L’ufficio apriva ogni giorno ad un orario diverso tinata, quanti pacchi erano stati inviati e quanti ne (le dieci, le undici...ogni tanto anche dopo mezzogiorno) erano arrivati...perfino come erano vestite, quel giorno, e, a volte, rimaneva aperto anche fino a notte fonda. le ragazze. Lino lo notava controllando le luci che si intravvedeva- Nonostante tutto non si veniva a capo di niente, anzi: no anche dietro le tapparelle chiuse. cominciando a dar credito alle voci del vicinato, fanta- “Ma che cosa si fa là dentro...?” siose e incontrollate, i due amici facevano sempre più L’indifferenza di Lino ben presto era diventata interesse, confusione nell’analizzare i dati di fatto separati dalle poi curiosità allo stato puro: passava le sue giornate pure supposizioni. fuori dalla portineria per carpire qualche frase al pas- Girava voce che nell’ufficio non lavorassero solo saggio delle ragazze, per vedere l’indirizzo di qualche le tre socie, ma che gli impiegati fossero decine; c’era busta consegnata dai fattorini del Pony-Express, per chi affermava che là dentro non ci fossero solo tre controllare le facce dei tanti che entravano e uscivano computer, ma anche grandi macchinari di alta tecnolo- con grosse borse e tubi da disegno. gia (nessuno però sapeva fare la minima supposizione Uno studio di architettura non poteva essere: relativamente alla loro funzione); si diceva perfino che 4 _____ dentro ci fossero serre con coltivazioni di piante rare e acquari con allevamenti di pesci tropicali (voce, questa, del tutto infondata: Lino era sicuro che quell’ufficio aveva le stesse dimensioni della sua portineria, che non avrebbe potuto accogliere nemmeno una vasca per pesci rossi e non più di due vasi di geranei, sul davanzale). Dopo pochi mesi, insomma, nel quartiere era tutto un parlare: la curiosità di Lino aveva contagiato un po’ tutti e il resoconto delle due era ormai un appunta- 5 _____ mento fisso per il barbiere, il barista, l’ortolano e anche solo di accennare a un buongiorno stentato. per la portinaia del 12, sempre più dispiaciuta che la Certo non si aspettava, quella mattina, di sentirsi rivol- fortuna di avere un simile mistero in casa non fosse gere la parola dalla più sorridente delle tre per chiedere: capitata a lei. “Scusi, qual è il suo desiderio più grande?” Le tre socie, naturalmente, non sapevano di tutto In un attimo Lino aveva pensato a tutte le classiche cose questo rumore intorno alla loro attività e continuavano che una simile domanda fa venire in mente: l’isola la loro vita di tutti i giorni fatta di gente che entrava deserta, la Rolls Royce, i miliardi dell’Aga Khan...la sua e che usciva, di cenni di saluto ora distratti, ora cortesi voce, però, aveva risposto di propria iniziativa: al povero Lino, il quale ormai non capiva proprio più “Mi piacerebbe volare, su un dirigibile, verso il niente, né dell’attività della Ditta, né del suo lavoro Polo Nord.” di portinaio. La ragazza era rimasta sorridente e lo aveva salutato. “Tutto questo deve finire - si diceva - qualche Lui, vergognandosi come mai nella sua vita, deciso a volta le fermo e glielo chiedo direttamente: ‘Cosa fate là tacere l’episodio perfino all’ortolano, perfino alla dentro?’ A una domanda così diretta, qualcosa dovran- moglie, si era chiuso nella guardiola per il resto della no pur rispondere...” mattinata. Poi, però, la timidezza lo sopraffaceva, ed era in grado Come aveva potuto affermare una simile assurdità? 6 _____ Che figura orrenda. Su un dirigibile... Quello era stato in un solo momento: subito dopo Lino era a terra, veramente il suo sogno per anni: sapeva tutto delle vicino all’omino dall’aria soddisfatta e alle ragazze, imprese tentate con i dirigibili, ma certo non era un allegre tutte e tre. desiderio confessabile ad una perfetta sconosciuta, in una circostanza simile. 7 _____ Ma che cosa era accaduto, veramente? Avrebbe voluto chiederlo, Lino, ma si vergognava troppo: non Lino aveva rimuginato su questa cosa fino a sera, era sicuro di sapere spiegare esattamente quello che fino a quando, cioé, aveva visto uscire in cortile le ragaz- aveva visto, quello che aveva vissuto, non era sicuro ze insieme ad un omino piccolo e magro con i capelli che gli amici avrebbero capito quello che era successo. grigi ben pettinati; chiacchieravano fra loro guardando Di una cosa sola era certo: non avrebbe mai il cielo che perdeva velocemente i toni del blu per gua- voluto cambiare quella Ditta misteriosa nella sua porti- dagnare l’umidità della notte. Loro fissavano un punto, neria con nessun’altra agenzia di modelle, attrici o in alto; in quel punto un dirigibile saliva verso il cielo stelle del cinema. brillando, enorme e silenzioso. Alla guida, Lino puntava verso Nord, verso le Alpi e, forse, ancora oltre. Guardava avanti, cercando di intravvedere quella distesa bianchissima di neve: gli iceberg, le banchine, il mare di ghiaccio. Quei quattro ormai erano un puntino solo, in lontananza giù sulla terra, a Milano, ma a Lino sembrava ancora di individuare il sorriso sulle labbra di una delle tre. Guardando bene, gli sembrava di vedere sorridere anche quella che parlava sempre e non rideva mai. Solo per un attimo però, perchè l’altezza, il bagliore dell’orizzonte, il rombo silenzioso di quel gigante a gas risultavano adesso troppo forti, insostenibili per lui. Inevitabile, la vertigine stava arrivando e un leggero senso di nausea glielo annunciava. Tutto questo Qualunque cosa facessero, quelle tre, sapevano farla bene, meglio di qualsiasi presentatrice di Canale 5! 8 _____ SECONDA STORIA GLI STRANI BICCHIERINI DEL DOTTOR G Si avvicinava la primavera e La Ditta era aperta già da mesi. Le riunioni in portineria sull’attività dell’ufficio continuavano, pur senza l’attesa dei primi tempi, a causa delle ormai frequenti reticenze di Lino: da quando aveva avuto quella strana avventura sul dirigibile, infatti, aveva sempre meno voglia di parlare delle ragazze e sempre più voglia di incontrarle. Per di più, l’architetto del terzo piano aveva comprato una Ferrari fiammante che, per uscire dal box, rombava mettendo ogni volta in subbuglio tutto il quartiere. Vuoi per la stagione, vuoi per la novità, anche Lino aveva cominciato a stare più tempo sul portone e, per osservare meglio le sgommate dell’architetto, spesso perdeva di vista La Ditta. 10 _____ La mattina dell’arrivo del dottor G, però, non solo Lino a passare sotto le finestre, a passeggiare davanti al rimase tutto il giorno in portineria, ma anche i suoi portone: da là dentro non usciva un suono, una parola, amici cominciarono a darsi il turno per vedere da un respiro. distanza ravvicinata ogni movimento. 11 _____ In effetti, anche dentro, il silenzio era attento e Tutto era iniziato verso le otto e trenta quando forte: si sarebbero potute sentire volare le mosche, le ragazze, insolitamente, avevano aperto l’ufficio ce ne fossero state. Solo la voce decisa e gentile del insieme. Poco dopo un Tir era stato parcheggiato pro- dottor G riempiva la stanza, peraltro già piena di prio davanti al civico 14 e l’autista, con un muletto, scatole e scatoloni. aveva cominciato a portare nell’ufficio pile di casse Con la sua inflessione allegra e lieve, raccontava bianche, in cartone, senza alcun marchio o indirizzo una storia di tanti anni prima, la storia di un uomo che stampato. Le casse depositate nell’ufficio erano presto aveva creduto in un’idea e l’aveva fatta diventare realtà, diventate decine, poi centinaia: Lino, ad un certo punto, per i suoi figli. aveva perso il conto. Il dottor G e il fratello, adesso, continuavano ad Alle undici la domanda di tutti era: come poteva- alimentare la stessa idea, facendola crescere per i loro no tutte quelle casse stare negli uffici della Ditta? E poi, figli, per sé stessi, e anche un po’ per quel padre che, che cosa potevano contenere? Il Tir sembrava non vuo- pur essendo lontano ormai, ancora era lì: in fabbrica tra tarsi mai e l’operaio finì di lavorare solo all’arrivo di un gli operai, sulla sua sedia in sala riunioni, in magazzino taxi che, con un piccolo suono di clacson, lo congedò. nei giorni di consegna. L’enorme camion lasciò subito il posto al taxi, dal quale, Il mondo che ruotava intorno a tutto questo era di carta: sorridendo, uscì il dottor G. erano scatole e imballaggi per alimenti, in carta. Le In vent’anni di lavoro Lino ne aveva vista passare di gente, era ormai allenato a distinguere le persone: aziende del dottor G ne producevano di ogni tipo e forma, per qualsiasi alimento. questa volta gli era bastata un’occhiata per capire che Le ragazze, già alla fine della prima ora di riunio- uno come il dottor G non si incontra tutti i giorni e che ne, erano totalmente incantate (e anche un po’ frastor- sicuramente qualcosa di straordinario sarebbe capitato. nate): ogni scatola aveva una storia e la stanza era stra- La riunione durò tre ore. Cosa avrebbe dato Lino per boccante di scatole. Ma la vicenda più incredibile era poter sentire quello che si diceva là dentro! Continuava quella che aveva portato il dottor G fino lì ed era quella 12 _____ che lui raccontò per ultima. Parlava di quelle coppette per gelato con il coperchio, tutte in carta. 13 _____ “Che tipo di ricordi?” Il dottor G non fu colpito dall’insulsaggine della doman- “Vedete questa coppetta: - così cominciò il rac- da; anzi, fu segretamente grato alla ragazza che, con conto del dottor G - ...noi ne produciamo milioni, ogni quella considerazione, gli aveva fatto intendere di non anno. Sono contenitori sicuri, resistenti e per questo ritenere tutta la storia una follia e di essere disposta ad servono per il gelato, le creme, lo yogurt, certi formag- ascoltare ancora, per capire meglio. gi molli; all’estero le utilizzano anche per contenere “Le scatole - continuò il dottor G - sono sicure e speciali salse per patatine fritte. Ecco, non so come sia, molto capienti: possono contenere qualsiasi ricordo... mi sono accorto per caso che alcune di queste possono piccolo, delicato, leggero o ingombrante. contenere anche... i ricordi.” Sono anche ecologiche: i ricordi traspirano perfetta- Le ultime parole galleggiarono nel vuoto per un mente, non fanno muffe e sono conservati in modo po’: nell’imbarazzo del dottor G, che temeva di essere sano e naturale...restano tali e quali anche a distanza di preso per matto, e nell’incredulità delle ragazze, che tempo. Tutto questo, però, per la mia azienda rappre- non sapevano bene se considerare la cosa reale o senta un grosso problema...” metaforica. Il silenzio fu interrotto dalla più giovane delle tre, che azzardò: “Problema?! Ma è l’invenzione del secolo! Conservare perfettamente i ricordi senza che la mente possa modificarli, senza intrusioni da parte dei sentimenti che cambiano... I fatti così, come sono successi...identici a distanza di anni: è una cosa fantastica!” Il dottor G, che credeva di aver superato la parte più ostica del suo racconto e sperava di passare subito alla richiesta vera e propria, dovette fare un passo indietro. “Lei ha ragione, ma il problema è che questi contenitori sono nati per conservare alimenti, non ricordi: questa partita, diciamo così, “difettata” mi è stata commissionata da una grande industria e io sono già in 14 _____ ritardo con la consegna; non posso deludere i miei clienti, ma nemmeno mi sento di consegnare un prodotto con una simile caratteristica, oltre che non richiesta, per di più estranea all’uso che se ne dovrà fare, cioé, strettamente alimentare.” La più timida, allora, buttò là un pensiero a voce alta: “A volte, anche i ricordi nutrono, forse più e meglio di uno yogurt, di un gelato o di una qualsiasi salsa per patatine fritte.” un indizio capace di legare il Tir, le scatole, il dottor G La più grassottella, allora, incalzò: e le facce allibite delle ragazze che si allungavano dalla “Sicuramente i ricordi fanno ingrassare meno!” Il dottor G cominciò a pensare di avere sbagliato 15 _____ ad essere andato fin lì. Decise comunque di arrivare al sodo: “La cosa che più mi preme è capire. Capire come porta per guardare fino all’ultimo il loro nuovo cliente. Già dal giorno dopo l’ufficio della Ditta fu in pieno fermento: entravano signori distinti con grandi plichi di documenti, ragazzi dall’aria sportiva, donne silenziose con valigette da medico. sia potuto succedere che ad un certo punto le mie mac- Tutti, comunque, uscivano con una coppetta in mano, chine abbiano cominciato a produrre contenitori capaci una di quelle che di solito contengono gelato. di conservare ricordi e che cosa può comportare questo Lino osservò bene: erano sempre coppette vuote; per me, la mia azienda, i miei clienti. da ciò ne dedusse, non senza un certo sollievo, che l’uf- Come immaginerete, il problema è delicatissimo: la ficio non si sarebbe trasformato in una gelateria. cosa non può uscire da queste mura e, tranne voi ed io, Non per questo, però, si sentiva più tranquillo: la sua nessuno è al corrente del fatto. Vi dò il mio numero pri- curiosità cresceva di giorno in giorno e la sensazione di vato e una settimana per trovare un filo logico in tutta non riuscire a trovare una spiegazione a quello che questa faccenda.” stava accadendo lo rendeva perfino un po’ nervoso. Nell’uscire il suo passo suonò un po’ titubante, lo Nervose erano anche le ragazze: lo si poteva capi- sguardo perplesso: così, almeno, parve a Lino che re dalle continue passeggiate verso il bar. lo osservò andar via analizzando ogni gesto per trovare Le colazioni, le merende, gli snack aumentavano di 16 _____ giorno in giorno con grande soddisfazione del barista, abitava nella vita sottomarina. che aveva cominciato a salutarle ancor più cordialmente. Alcuni etologi sono portati a credere che tali suoni Puntualmente, dopo una settimana, arrivò il siano la riproduzione dei ricordi dell’animale, che si giorno dell’incontro. Intorno ad un tavolo da riunione conservano, oltre la sua vita, nella conchiglia e restano sommerso di fogli e documenti, la più sicura delle identici per sempre.” tre cominciò: 17 _____ Per essere la più silenziosa delle tre, la ragazza si “Le analisi ci hanno portato ad una prima certez- era lanciata in una spiegazione davvero lunga e za: la partita di scatole che abbiamo preso in esame è, dettagliata, che avrebbe forse continuato con altri parti- tecnicamente, assolutamente identica a qualsiasi altra colari, se il dottor G non l’avesse interrotta con la gen- prodotta nella sua fabbrica. Può, cioè, essere utilizzata tilezza e la determinazione che le ragazze ormai per fare il contenitore di alimenti.” avevano imparato a riconoscere. Dopo questa prima affermazione, che sembrava “Io conosco benissimo questa conchiglia; sono avere disteso il dottor G, la ragazza non trovava le appassionato di fotografia subacquea e, durante le mie parole per continuare. Le venne in aiuto la più silenzio- ultime vacanze, ho dedicato alla Sperula un intero rulli- sa, che tagliò corto con l’imbarazzo dicendo: no: ho avuto la fortuna di trovare un esemplare nel “Per il resto, certezze non ne abbiamo più. periodo riproduttivo, momento in cui cambia legger- L’unica strada che ci è sembrata praticabile è questa...” mente il colore delle punte. Le stampe del servizio sono Così dicendo tirò fuori da una scatola una conchiglia ancora sulla mia scrivania. Adesso però la subacquea è rosa-lucente. proprio l’ultimo dei miei pensieri.” “Questa è una conchiglia dei mari tropicali: si A questa affermazione, gli occhi delle ragazze si chiama Sperula Sperulosa. E’ rarissima ed è nota perchè illuminarono di un lampo; bastò lo scambio di uno il suono che riproduce una volta accostata all’orecchio sguardo per far partire una raffica di domande: non è l’indistinto rumore del mare tipico delle conchi- “Un servizio fotografico?” glie: è un vero e proprio sciabordio che copia esatta- “...E dove ha fatto stampare quelle foto?” mente i suoni delle onde. In alcuni esemplari è possibi- “Chi le ha viste...?” le ascoltare il rumore di motori: imbarcazioni che “...Da quanto tempo le ha sulla sua scrivania?” possono aver avvicinato la zona in cui la Sperulosa Il dottor G, decisamente spiazzato, non sapeva a quale 18 _____ “Ecco - riprese la ragazza - quell’animale, anche se solo a livello fotografico, è venuto a contatto con questi prototipi nel momento della riproduzione e la sua capacità fecondativa, per effetto della sensibilità della pellicola, probabilmente è impazzita. La Sperulosa, in qualche modo difficile da spiegare sia con la pura razionalità sia con il sistema delle analogie, si è moltiplicata nelle scatole. O meglio, si è moltiplicata la sua più importante caratteristica genetica e cioé, la capacità di contenere e mantenere intatti negli anni i ricordi.” domanda rispondere per prima. 19 _____ Il dottor G sembrava seguire il filo dei suoi pen- Gli venne in aiuto la più vivace delle tre, che cercò di sieri, piuttosto che questa complicatissima spiegazione. spiegare l’intuizione avuta: Dopo un breve silenzio disse tra sé e sé: “Vede dottore, noi abbiamo lavorato ragionando “Il periodo riproduttivo della Sperula termina con per analogie: questa conchiglia ha a che fare con le sue la fine di questo mese: se quello che dite è vero, scatole ‘conserva-ricordi’ perché è l’unico contenitore al mondo ad avere la stessa capacità. L’unico anello logico che ci mancava era la connessione tra questo animale, che vive sotto il mare a migliaia di chilometri di distanza da qui, e la produzione di scatole stranamente ‘difettate’. Adesso abbiamo avuto la risposta.” “Se volete intendere che la Sperula sia stata in qualche modo vicino ai miei contenitori, la risposta è sicuramente affermativa: ho tenuto almeno quindici giorni sulla mia scrivania sia le foto della conchiglia, sia i prototipi delle scatole.” 20 _____ concluso questo periodo tutto dovrebbe finire e la mia ‘conserva-ricordo’ produzione dovrebbe tornare assolutamente normale!” della Ditta. finisse lì, nel piccolo ufficio “Purtroppo è così, dottore, e tutti ci perderemo Nessuno seppe mai niente di questa storia; Lino l’occasione di poter comprare al supermercato una vide tornare il Tir, una mattina presto, e ricaricare tutti scatola capace di conservare i migliori momenti della gli scatoloni scaricati la settimana prima. nostra vita meglio di una fotografia, di un video o di Le ragazze ripresero la vita di sempre, con lo qualsiasi altra diavoleria elettronica.” stesso buonumore ma con una speranza segreta in più: Lo slancio romantico della più riflessiva fu subito frena- quella di poter leggere sul giornale la notizia di un to dalla più pragmatica, che cambiò discorso: ricordo inaspettatamente catturato in una coppetta per “Sarebbe forse interessante ipotizzare una commercializzazione di queste scatole: sono un numero il gelato da una persona gentile e sensibile, in qualche parte del mondo. molto limitato e avrebbero certo un valore altissimo!” 21 _____ Il dottor G sorrise: “Signorina - disse - per noi ciò che non è riproducibile in serie, non esiste. Questa è la legge dell’industria. Per di più, così come i ricordi non si possono comprare o vendere, non si possono aggiustare o migliorare, è altrettanto giusto che non si debbano poter conservare meglio se si ha più denaro. In poche parole, queste scatole non diventeranno uno status symbol qualsiasi: io le distribuirò normalmente ai miei clienti, un po’ in tutto il mondo. Scoprire la loro peculiarità di conservare i ricordi dipenderà esclusivamente dalla sensibilità di chi le utilizzerà.” Quello che diceva il dottor G non faceva una piega, nessuna delle ragazze volle replicare. Forse era giusto che il sogno delle scatole 22 _____ TERZA STORIA CHICCO, OVVERO: COME SEMINARE L’ETERNITA’ Con l’arrivo dell’estate anche la portineria di Via Paolo Giovio 14 cominciava a vivere quell’atmosfera sonnolenta propria delle vacanze. La giornata sembrava scorrere molto più lentamente, senza impegni improrogabili o urgenze e a Lino tutto questo faceva venire una gran voglia di dormicchiare tutto il giorno. Si stupiva, anzi, se gli altri non erano colti dallo stesso suo torpore: in questo senso riteneva sempre più strane le ragazze della Ditta, che sembravano essere state risvegliate proprio dall’arrivo dell’estate. O meglio - secondo il parere della moglie di Lino - sembravano essere state risvegliate dall’arrivo di un certo Chicco (così lo chiamavano loro, amichevolmente). Era un uomo giovane, con la faccia simpatica e 24 _____ l’andatura allegra che, ormai da più di un mese, passava quasi ogni giorno dalla Ditta. Era facile capire se lui “Il mio nome è Chicco: quasi un presagio che era in ufficio: dalle finestre aperte volavano fuori risate sicuramente vi incuriosirà. Vorrei però che concentraste a non finire e, quasi ogni sera, la giornata finiva con il tutta la vostra curiosità su questo sacchetto, perché il passaggio del piccolo gruppo, diretto alla volta del bar. mio problema, che da oggi vorrei diventasse anche Il barista, interrogato da Lino, aveva tirato in 25 _____ contenente tanti semi aranciati: vostro, è proprio in questo sacchetto di semi.” ballo il segreto professionale e si era abbottonato rela- Dopo un primo momento di stupore, cominciò la gra- tivamente ai discorsi che i quattro facevano davanti gnuola delle domande, che terminò soltanto dopo due all’aperitivo. ore, con il congedo da parte di Chicco e la promessa di Naturalmente al portinaio questa storia del segreto non tornare l’indomani, per rispondere ancora. era andata giù e aveva tolto il saluto all’amico che, a Chicco era un agronomo, ricercatore nell’ambito quel punto, aveva cominciato a riferire. Si trattava, per delle sementi di mais. E semi di mais erano il contenu- lo più, di racconti: barzellette, aneddoti, fatti buffi. to di quel sacchetto. A sua detta, quei semi erano in Questo, chiaramente, fino a dove poteva giungere il suo grado di produrre delle piante fantastiche: alte, fogliose, udito, che nemmeno era tra i più acuti. dalla pannocchia aranciata, resistenti a qualsiasi condi- Si cominciò a pensare che questo Chicco fosse un zione climatica e a qualsiasi parassita o infestante. uomo di spettacolo: un barzellettiere come Pippo Gli ci erano voluti anni e anni di studio, in laboratorio e Franco o un presentatore come Frizzi. La portinaia del sul campo, per produrre un ibrido così: praticamente palazzo di fronte giurava di averlo visto una volta a perfetto. “La sai l’ultima”, sulla TV di Berlusconi, come diceva lei. Il suo problema? Le ragazze, dopo il primo incon- In realtà, mai Lino e i suoi amici si erano trovati lontani tro, non erano sicure di averlo capito bene; o meglio, dalla verità come questa volta. non erano sicure se prendere sul serio o no la richiesta Chicco si era presentato alle ragazze per telefono, di un ricercatore che voleva un mais da non trebbiare chiedendo un appuntamento per affrontare un proble- mai. Un mais, insomma, che restasse sempre sul ma che lui aveva definito, dichiarando il suo ottimismo campo, verde, perfettamente maturo, imponente: bello! quasi patologico, “un po’ difficile, ma non impossibile.” La più pragmatica era, questa volta, anche la Era arrivato in ufficio con un piccolo sacchetto più incerta: 26 _____ “Questa del mais che resta in campo è un’idea irragionevole. Prima di tutto è problema di Chicco. Partì, da quel momento, un assolutamente interminabile giro di telefonate ad Istituti di chimica antieconomica, poi è priva di un fine vero e proprio: applicata, laboratori di sperimentazione biologica, insomma, a che cosa serve?” centri di ricerca biotecnologica. La più spirituale, invece, era positiva: Dopo una settimana in cui anche Lino aveva “La richiesta è precisa, il fine è chiaro: è rivolto all’eternità.” continuo via vai di gente diretta alla Ditta, all’improvvi- “Eternità...hai detto una cosa da niente...” “Beh, dell’artista il concetto che vuol non è fermare diverso il da tempo so una mattina tutto il trambusto sembrò placarsi. quello per la propria creatura.” La discussione sarebbe andata avanti così, tra 27 _____ dovuto rinunciare alla pigrizia canicolare per via del Il silenzio “sospetto” fu interrotto solo verso le undici, quando la più gentile delle tre entrò in portineria e, un po’ titubante, chiese a Lino di salire un attimo in ufficio, per “un piccolo favore”, disse. il mistico e il filosofico, ancora per giorni se la più Il portinaio scattò in piedi cercando di aggiustarsi concreta non avesse deciso di finire di fare domande la camicia e i capelli, come quando si riceve qualcuno e cominciare ad esigere risposte per risolvere il inaspettatamente. Un attimo, ed era già davanti alla porta della Ditta. La ragazza non disse niente, semplicemente spalancò la porta. Al di là, lo spettacolo era sorprendente. Quella stanza non era più un ufficio: era un campo di mais. Le piante, alte fino quasi al soffitto erano verdi, fitte e ordinate in lunghe file, da parete a parete. Per raggiungere le altre ragazze, Lino dovette attraversare un intero filare. Le pannocchie erano bellissime: lunghe e gialle come quelle che si abbrustoliscono sulle bancarelle per Sant’Ambrogio, alla fiera. Appena ripresosi dallo stupore, Lino cercò di 28 _____ raccogliere le idee: “Una volta sola ho visto qualcosa di simile: quando il nipote della signora del terzo si era messo in testa 29 _____ “Per questo, stia tranquillo: oggi presentiamo al cliente, domani al massimo smonteremo tutto quanto per metterlo direttamente sul campo.” di coltivare le piantine di marijuana in casa. Tornata Evidentemente l’ottimismo sfrenato di Chicco, dalle vacanze, la signora aveva trovato nell’apparta- come qualunque virus che si rispetti, aveva contagiato mento una giungla e quando poi aveva capito che, per proprio tutti. Le cose, infatti, si svolsero in un modo del di più, si trattava di droga...non vi dico; avevo risolto io tutto diverso. Per la prima volta Lino vide uscire Chicco la questione, buttando via tutto durante la notte. Per scurissimo in volto, seguito dalle ragazze, non meno fortuna nessuno è venuto mai a sapere niente...Povera contrariate e silenziose. signora Lucia...In questo caso, però, se volete sapere Il barista riuscì a capire solo qualcosa della cosa penserà l’amministrazione condominiale di una discussione: lui le invitava in campagna per vedere, per coltivazione di granoturco dentro un ufficio, temo che capire meglio. Ogni tanto scuoteva la testa e, come se non sarà proprio d’accordo...” parlasse tra sé, sussurrava “un mais di plastica...il mio “Non si preoccupi dell’amministrazione condo- mais, ricostruito in plastica...” miniale, disse la più gioviale, questo mais non è vero: è Anche il ragazzo del bar capì che doveva essere succes- pura plastica.” so qualcosa di grosso: le ragazze tenevano la bocca “Sì - aggiunse la più preparata - si tratta di una composizione chimica nuovissima che può riprodurre esattamente qualsiasi specie vegetale: stesso aspetto, stesso colore, stessa consistenza. E’ un materiale resistentissimo, praticamente eterno!” “Quello che ci premeva sapere, era l’impressione che avrebbe potuto avere una persona all’oscuro di questo segreto.” “L’impressione è strabiliante - rispose Lino chiunque sarebbe ingannato: anche l’amministratrice, che se scoprirà la cosa, certo vi chiederà spiegazioni...” 30 _____ chiusa e sgranavano gli occhi fissando il loro cliente, “Chi la preferisce...?” che solo dopo il secondo Aperol riprendeva a raccontare, “Beh, le piante! Quando sono in fase di crescita a ridere e scherzare, come al solito. La mattina dopo, Lino vide partire la piccola “Faccetta nera”...Io gliele faccio sentire sul grammofo- comitiva allegramente; del mais di plastica ormai non no, in versione originale. Poi, quando devono maturare, si parlava più. cambiano totalmente genere e il repertorio che fa loro Quello che videro sul campo, in effetti, le colpì molto; non tanto per l’imponenza delle piante o per il più piacere diventa quello degli anni settanta. I Nomadi, in particolare, hanno un effetto straordinario!” profumo della terra appena bagnata; non per il ronzio Le ragazze si guardarono tra loro: Chicco le continuo delle cicale né per il fruscio lieve delle foglie: stava prendendo in giro? La più scettica non riuscì tutte e tre furono colpite dall’effetto che quella situa- a trattenersi: zione produceva su Chicco. Silenzioso, camminava 31 _____ amano tutte le canzoni del ventennio: “Giovinezza”, lungo i filari osservando ogni pianta, sfiorava appena le “Dai, basta scherzare: siamo venute per capire, non per confonderci le idee.” foglie cercando con gli occhi le pannocchie ancora per- “Se dovete capire, allora sforzatevi di farlo!” fettamente chiuse, guardava le radici, spostando i sassi Chicco era seccato, forse anche un po’ offeso. Ci vollero il e strappando le erbacce. tatto e la sensibilità della più mite per calmare la tensione. Attraversato l’intero filare, Chicco si diresse Li aiutò anche il ritornello di “Io vagabondo”, che veleg- verso un piccolo casottino di pietre e frasche: dentro giava sul campo provocando lievi brividi alle foglie più c’erano un Hi-Fi e un vecchio grammofono. alte, piccole scosse alle più basse. I fusti ondeggiavano In un attimo il campo fu inondato dalle note di una canzone. Erano i Nomadi, li riconobbe la ragazza meno ragazza delle tre; era un successo d’estate, piano, spinti da un vento che non c’era. “Certo sarebbe stato difficile trovare una musica adatta al mais di plastica.” un’estate di tanti anni prima. La più osservatrice, guar- “Difficile, ma non impossibile” scherzava Chicco. dandosi intorno, vide una serie di casse posizionate ai “Magari avrebbe reagito bene a quella nuova bordi del campo: una piccola discoteca all’aperto. “Guardate bene, questa è la canzone che preferiscono...” disse lui. musica da discoteca, la Jungle”, provava a buttar là la più giovane. “A quella avrei reagito male io: al massimo avrei 32 _____ deve sforzarsi di crescere, deve dare sempre più forza e vigore alle sue foglie, deve puntare a produrre al meglio le sue pannocchie. Il principio su cui si basa il mio progetto è semplice, banale se volete: non si dice che lo stimolo migliore per crescere è sempre dato dal buon esempio?” Alla fine della giornata, le ragazze si sentivano sicure di potercela fare, pur senza avere nemmeno un’idea chiara in testa. Ci vollero tre giorni per arrivare alla conclusione che quella storia portava solo verso dei vicoli ciechi e altri tre per convincersi che l’unica via d’uscita le 33 _____ potuto concedergli la metallica.” “Che idea: tu alla plastica avresti fatto ascoltare la metallica; non mi sembra di gran buon gusto...” Il clima era tornato quello di sempre: forse era strana la ricerca di un mais eterno, così come era originale l’idea di un mais musicofilo; ciononostante, raccontata da Chicco, qualsiasi cosa, anche la più insolita, poteva diventare reale o, per lo meno, poteva sembrare realizzabile. Tutte e tre, per esempio, trovarono convincente la ragione che Chicco aveva dato, alla richiesta del motivo che lo aveva spinto a cercare il mais eterno: “Beh, mi serve come esempio per le altre piante. Il campo di mais sempreverde mostrerà agli altri campi qual è l’obiettivo finale, la ragione per cui ogni fusto avrebbe portate dritte dritte a Belleville, il quartiere di Parigi dove viveva, ospite di una strana famiglia fatta da tanti bambini di tutte le età e da un vecchio cane epilettico, quell’omino che aveva fatto volare Lino fino alle 34 _____ distese artiche, su un dirigibile. La più gioviale delle tre lo aveva conosciuto “Secondo voi, quest’uomo, cos’ha dentro?” qualche anno prima, negli studi cinematografici di si limitò a chiedere. Shepperton, a Londra. Là si occupava di effetti speciali La più decisa fu anche la più impulsiva nella risposta: nei film per ragazzi seguendo uno stranissimo metodo: non si limitava, infatti, a creare mostri e mostriciattoli, “Sicuramente ha più di un’anima.” La più sensibile aggiunse: fantocci e pupazzi, ma realizzava veri e propri mondi “Il suo cuore, poi, sa correre veloce ma è anche paralleli, dove i personaggi vivevano, crescevano e capace di fermarsi all’improvviso: non sempre è facile invecchiavano anche a dispetto della realtà del film per imparare ad ascoltarlo, e seguirlo.” il quale erano stati pensati. 35 _____ Alla fine del racconto Daniel annuì. “Insomma - concluse la terza - dentro, Chicco, Questo gli creò, negli anni, non pochi fastidi, fino ha una gran confusione e il mais eterno è proprio al punto da perdere il lavoro, visto che, per quanto gran- lì, in mezzo a tutto il resto. Di più non sapremmo di, quegli studi non potevano continuare a dare vitto e proprio dire.” alloggio allo stuolo sempre più numeroso dei suoi per- Daniel sembrò avere capito. Si alzò in piedi e disse: sonaggi: uno dei più giovani era arrivato a pretendere ogni giorno dieci nuovi romanzi di avventure da leggere...un vero impegno per i gestori di Shepperton! “Va bene, mi avete convinto, al suo mais eterno penserò io.” L’incontro fu fissato per il giorno successivo. L’omino - Daniel si chiamava - ora creava le sue Bastò una stretta di mano e un sorriso: gli uomini si realtà alternative solo per gli amici più stretti, e solo in allontanarono sotto lo sguardo sorpreso delle ragazze, casi particolarissimi. stupite dall’intesa immediata nata tra i due. Una telefonata al posto pubblico di Belleville Daniel ripartì con l’ultimo treno della giornata per bastò per fare arrivare Daniel a Milano con il primo Parigi; di Chicco le ragazze non seppero più niente, treno: le ragazze spiegarono tutta la storia, dal giorno per mesi. dell’arrivo di Chicco a quello della gita ai campi. Solo con l’arrivo dell’inverno fu inviata alla Ditta la foto- Specificarono, poi, che Chicco non avrebbe fatto in nes- grafia di un fantastico campo di mais perfettamente sun caso questione di soldi: quello che gli premeva era verde, alto e maturo, innevato come un bosco di conifere. unicamente la perfezione del risultato. Il giorno dopo, dalla Ditta fu spedita la fattura. 36 _____ QUARTA STORIA I CONSUMATORI GIROVAGHI DI INK E LAPIS 37 _____ Come ogni anno, con i primi di settembre era iniziata la stagione più strana: la stagione del dopo-vacanze. In un incrocio di aperitivi con racconti sulle avventure estive, visioni di foto e diapositive, incontri di saluti e baci, anche negli uffici della Ditta questo rito si celebrava, per consentire all’autunno di avanzare in modo meno brutale. Un clima così rendeva più piacevole anche la giornata di Lino, che amava stare sul portone ad ascoltare i fatti che le ragazze continuavano a raccontare, ogni volta che entravano o uscivano dall’ufficio. Tutto ciò, comunque, non rendeva meno inevitabile l’arrivo dell’inverno: di fronte alle giornate più corte e alle facce sempre meno abbronzate, una certa malinconia 38 _____ giungeva, verso sera, anche nella nostra portineria. Amici da tempo, nella vita e sul lavoro, erano Per fortuna, però, era pronta ad arrivare una stati chiamati pochi mesi prima dal commendator S.G., novità che avrebbe riacceso le chiacchiere del quartiere, presidente del consorzio dei Supermercati, Ipermercati rendendo tiepide le giornate fino a dicembre inoltrato. e MiniMarket, per gestire i rapporti di ogni punto vendi- Questa volta, motore della curiosità che ruotava ta con la stampa, locale e nazionale. intorno alla Ditta non fu Lino, ma sua moglie: fu lei, lavoro, in un primo tempo interessante infatti, a rimanere colpita dall’arrivo dei due personaggi per entrambi, si era fatto molto spinoso al rientro dalle che sarebbero presto diventati presenze consuete. vacanze, quando erano cominciati ad accadere dei Entrambi alti, ma uno più imponente dell’altro; 39 _____ Il fatti che loro non erano in grado né di arginare né di entrambi gentili, ma uno più sorridente dell’altro; risolvere. Per questo erano alla Ditta. entrambi eleganti, ma uno più classico dell’altro: così la Parlando velocemente e mangiandosi un po’ le parole, moglie di Lino li aveva descritti alla portinaia del palaz- fu Ink a cominciare il racconto: zo di fronte, assicurando di averli già visti, forse su “Inspiegabilmente e contro ogni logica, alcuni qualche giornale. clienti dei supermercati che noi rappresentiamo, dopo In effetti i due avevano a che fare in qualche modo con aver pagato alla cassa, invece di uscire normalmente la carta stampata, ma non esattamente con quella a cui sul parcheggio di quel supermercato, si sono trovati facevano riferimento le due donne, accanite lettrici di non solo in un altro parcheggio, ma proprio in un’altra fotoromanzi. città!” Si trattava, in realtà, di due giornalisti di “Al primo caso, capitato ad un signore di Milano bell’aspetto e modi affabili, molto più diversi tra loro di che dice di essere uscito dal supermercato sotto la Torre quello che l’occhiata superficiale della moglie di Lino Velasca e essersi ritrovato fuori da quello di piazza del aveva potuto cogliere definendoli “se non fratelli, sicu- Plebiscito a Napoli, non abbiamo dato peso: a volte il ramente cugini”. Conoscendoli meglio colpiva, piutto- sole estivo dà alla testa più di quanto si immagini.” sto, come quello dall’aspetto più disinvolto fosse in Lapis parlava più lentamente ma, il tono leggero con cui realtà molto formale e come quello dall’aria più traso- affrontava il problema, faceva ogni tanto affiorare qual- gnata fosse, poi, molto più razionale dell’altro. Sui gior- che accento sinceramente preoccupato. nali erano noti con le firme di Ink e Lapis. “Nel giro di un mese le testimonianze si sono 40 _____ moltiplicate: dalla signora di Carugate che si è trovata a Bari fino al signore di Ostia che si è trovato a Genova...” I due si diedero un’occhiata di intesa poi Lapis, con un tono di voce bassissimo, continuò: “La cosa è riservatissima: stiamo facendo di tutto per non far trapelare la notizia che - come immaginerete - provocherebbe un disastro per i supermercati...Quale cliente metterebbe più piede in un punto vendita che assicura un’entrata tranquilla ma non rende certo il luogo dell’uscita?” “Chi è in cerca di avventura, magari, potrebbe trovarla un’idea eccitante!” 41 _____ Ink non nascose un certo imbarazzo: La più espansiva prendeva tempo per cercare di cono- “Beh, la Direzione si è subito attivata per far scere meglio il problema e anche i suoi interlocutori. avere in ogni caso biglietti business con il primo mezzo I due giovani sorrisero e risposero con un altro scherzo: disponibile ed ha sempre saldato le spese di soggiorno. “Magari si potrebbero trasformare i supermerca- Ciononostante, le lamentele non sono mancate: la ti in grandi agenzie di viaggio, con mète a sorpresa!” ragazza di Perugia che si è trovata a Gallipoli ha detto Ink scosse la testa: che, per essere sballottata contro il suo volere in un “Noi ci ridiamo, ma provate a immedesimarvi posto di mare, avrebbe preferito almeno capitare a nella signora di Carugate capitata sul lungomare di Rimini, dove sarebbe stata una notte intera in discoteca, Bari a dispetto dei suoi genitori.” con quattro sacchetti della spesa, compresi i surgelati...” Lapis concluse: “L’unico soddisfatto è stato il ragazzo di Treviso “In questi casi, la direzione ha cercato di tenere a che si è trovato a Parigi: ha saltato la scuola due giorni freno gli animi con una valanga di buoni spesa. La cosa, ed ha visitato la città mangiandosi, poco alla volta, tutto però, non può andare avanti così sia per i costi, sia per- ciò che aveva comperato”. ché non tutti sono disposti a vendere il proprio silenzio “Ma come si sono organizzati per il ritorno?” in cambio di qualche carrello di prodotti gratuiti.” 42 _____ Le ragazze sembravano divertite dalla storia, aveva visto, né in cortile, né in giro per il quartiere. I tec- come se si trattasse di una invenzione creata dalla nici del metano, incaricati della revisione dell’impianto fantasia dei due giornalisti. di Il “mondo delle scatolette” - come lo aveva defi- del condominio, erano lì già da un bel po’ che lo aspettavano: lui era l’unico ad nito Ink - non era nuovo per loro. avere la responsabilità dell’operazione nei confronti In passato si erano interessate ad argomenti quali: “gli dell’amministrazione condominiale. Se non fosse arri- imballaggi di colore rosso possono creare imbarazzo vato subito, si sarebbe cacciato in un bel guaio perché i nei single di ritorno?” oppure: “la luce dei banchi frigo tecnici sarebbero corsi a lamentarsi proprio dall’ammi- può modificare l’umore delle casalinghe depresse, inci- nistratore e lei, adesso, non sapeva proprio come fare. tandole all’acquisto di impulso?” 43 _____ riscaldamento Le ragazze, effettivamente, avevano chiamato Di fatto, però, questo problema sembrava esulare com- Lino qualche ora prima per chiedergli la cortesia di pletamente da tutto ciò; per affrontarlo, La Ditta avreb- andare a fare rifornimento di succhi di frutta, preveden- be dovuto ricominciare da zero. do altre riunioni-fiume con i due nuovi clienti. I due uomini uscirono, comunque, con la certezza “Ecco - rispondeva la moglie - voi siete proprio le di avere acceso nelle ragazze una curiosità enorme ed ultime persone che l’hanno incontrato!” avevano la sensazione che sarebbe stata proprio questa La cosa pareva inquietante; per di più, la signora parla- molla a portarle verso la soluzione. va come se fosse già a “Chi l’ha visto?”, senza porre “Come si dice - confidò Ink all’amico - ‘la curiosità è femmina’: loro sono addirittura in tre!” nemmeno l’ipotesi di un normale ritardo dovuto a qualche banale imprevisto. In realtà il loro fiuto di giornalisti non aveva fallito: le tre Lo squillo del telefono in portineria fece uscire socie, chiusa la porta, si erano tuffate sulle testimo- dall’ufficio tutti quanti. Alzata la cornetta, la donna nianze e i documenti in una silenziosa lettura. entrò in confusione: Questo clima da biblioteca durò qualche ora e sarebbe “Signorina, senta Lei - disse allarmata alla più continuato se non avesse suonato inaspettatamente e giovane - io non capisco: è uno straniero che parla.” con una certa veemenza la moglie di Lino. Era un centralinista che annunciava una collect call. La donna era sinceramente preoccupata: il marito mancava dalla portineria da almeno tre ore e nessuno lo Dato l’okey, la ragazza riconobbe una voce nota: “Pronto, Lino...ma dove si trova?” 44 _____ marito e la vacanza fuori programma. Le ragazze erano eccitatissime; ora avevano la prova certa che le “uscite a sorpresa” dai supermercati non erano fantasticherie. E adesso, con la testimonianza diretta di Lino, la soluzione sarebbe stata più vicina. Dopo tre interminabili giorni (due di viaggio e uno di jet leg), l’attesissimo incontro con Lino si rivelò totalmente inutile. Non che gli mancasse la voglia di parlare: era anzi un fiume inesauribile di racconti sul mare, le palme, le piantagioni di frutta esotica che aveva visto, sulla gente sor- 45 _____ “Heilà, signorina, le sembrerà incredibile, io le ridente e ospitale che aveva incontrato...Non aveva telefono da Papaya, no Pa-tta-ya, così mi hanno detto. niente da dire, invece, sul momento dell’uscita dal Non so dove sia, ma è un posto bellissimo!” supermercato e sul viaggio che lo aveva portato fin là. La ragazza capì immediatamente: Insomma, Lino era al settimo cielo, le ragazze erano “Non mi dica che si è trovato lì una volta uscito dal supermercato!” “E’ proprio così: ma non si preoccupi, i vostri suc- ferme al palo! Non c’era altro da fare che ricominciare a parlarne, tutti insieme, anche con i clienti. chi di frutta li ho con me, e conto di portarveli al più pre- A questo punto, forse aveva ragione Lapis che da gior- sto! Il fatto è che non so come tornare a casa!” ni, con il suo modo enigmatico, ipotizzava la presenza “Per quello non c’é problema, ci occupiamo noi di un virus, nascosto tra gli scaffali. Per questo motivo del suo ritorno.” il gruppo decise un tour per ispezionare punti vendita Queste parole arrivarono con fatica all’altro capo del diversi, in città diverse. mondo; il satellite, invece, riportò fin troppo veloce- Le spedizioni continuarono per tre settimane, mente indietro la delusione di Lino: la moglie riuscì a con l’unico risultato di congestionare i frigoriferi delle sentirla e cominciò a sbraitare, a proprie spese, contro il rispettive case: Ink riempiva il carrello con yogurt, 46 _____ 47 _____ formaggi e latticini di ogni genere, adorava qualsiasi della città! Le sue gambe quasi correvano, prese dalla novità dolciaria e non aveva limite nell’acquisto dei curiosità e anche dall’emozione. No, il panettiere non biscotti. Lapis era letteralmente rapito dai prodotti per c’era più; al suo posto, un’agenzia immobiliare. l’infanzia: diventato padre da poco, non poteva fare a Quasi a risarcimento, la ragazza tirò fuori dal sac- meno di provare ogni volta qualche nuova pappina chetto della spesa il pacchetto con i cantuccini appena liofilizzata. Le ragazze cercavano di limitarsi, compran- comprati al supermercato e, mangiando mangiando, si do caramelle da portare in ufficio e prodotti dietetici da diresse verso i giardini dove era solita fermarsi a ripas- portare a casa. sare, prima di ogni esame. La soluzione del problema sembrava ancora lon- Là non era cambiato niente: stesse aiuole rinsec- tana, se non fosse stato che la più pacata delle tre, chite dal sole e bruciate dallo smog, stesse panchine andata a fare la spesa di prima mattina, invece di uscire intagliate da innamorati di cento anni prima. Pensando in Via Rodari, si trovò proprio davanti alla chiesa di San alle ansie, ai batticuore, a tutti quei tumulti che ormai Lorenzo, a Firenze. non era più abituata a provare, il sacchetto si aprì di Accidenti, Firenze! Quanto tempo era passato nuovo sotto le sue mani; l’occhio cadde sulla vaschetta dagli anni dell’Università...Lei abitava là in fondo, oltre di finocchiona, un salume toscano comprato poco piazza San Marco. Chissà se c’era ancora il panettiere prima, all’insegna della nostalgia che ogni tanto ancora dell’angolo, quello dove si trovavano i biscotti più buoni la assaliva. Cantuccini, finocchiona, nostalgia: ecco la soluzione! D’un tratto le passò la fame, la voglia di rivedere Firenze, il disagio di non riconoscere più i luoghi di una volta. Il desiderio era uno solo: tornare alla Ditta a raccontare tutto. Due ore di treno, e il problema di Ink e di Lapis era finalmente risolto. “Benissimo - disse Ink - dobbiamo proprio farvi i complimenti: la testimonianza delle altre ‘vittime’ dell’uscita a sorpresa dal supermercato ha confermato la vostra ipotesi. Ognuno di loro aveva comprato 48 _____ un prodotto legato ad un “luogo della nostalgia o Davanti del desiderio”. cominciò a parlare: Lapis, ora molto più sereno, raccontava: lavagna luminosa, la più disinvolta “Se è vero che alcuni prodotti hanno il potere di “La signora che si è trovata a Bari aveva compra- fare allontanare il consumatore dalla realtà contingente to i tarallucci pensando alle sue ultime vacanze nel spingendo la mente a sognare luoghi lontani, la solu- Gargano. Il ragazzo trovatosi a Parigi si era comprato zione pare semplice: non dovremo fare altro che ripor- una bella baguette, pensando al Trocadero...L’unica tare ognuno alla concretezza della vita che sta vivendo, rimasta fregata è stata la ragazza capitata a Gallipoli: al ricordando a tutti la città in cui si trovano e in cui stan- supermercato aveva preso le vongole ripensando alle no facendo la spesa. Ma come ottenere questo senza mangiate di spaghetti fatte a Gabicce, quest’estate.” invadere con imposizioni troppo forti la fantasia in volo Alla Ditta c’era un clima di euforia: Ink arrivò a proporre un brindisi con il succo d’ananas che aveva 49 _____ alla portato Lino ai tropici. D’un tratto, però, Lapis si fece serio e, piano, disse, quasi tra sé e sé: “La causa del problema è individuata, ma la dei vostri clienti?” A queste parole, la più creativa tirò fuori un piccolo registratore e fece una breve dimostrazione. Ecco perché, da quel giorno, i clienti dei supermercati di Genova, uscendo dalle casse, sono accompagnati dalle note di “Ma se ghe pensu”; quelli di Milano soluzione, qual è?” ascoltano “O mia bela Madunina”, quelli di Napoli A queste parole, anche Ink si fece pensieroso: “O sole mio”. “Certo non potremo affiggere dei cartelli in Perciò, se non sapete resistere alla tentazione di mezzo ai prodotti con scritte tipo <Attenti a ciò che un cous-cous magrebino e l’attrazione per il deserto vi pensate, o voi che uscite>!” coglie all’improvviso, prima di uscire dal vostro super- La più ottimista decise di aggiornare la riunione: entro mercato, turatevi le orecchie: qualcosa di inaspettato due giorni la soluzione si sarebbe trovata. potrebbe di nuovo accadere. In effetti non sbagliò di molto: tre giorni dopo La Ditta al completo si presentò agli uffici direzionali dei Supermercati. In una piccolissima sala riunioni Ink e Lapis stavano aspettando impazienti. 50 _____ QUINTA STORIA LE RAGAZZE E IL SOGNO DI NATALE 51 _____ Ogni anno, a Milano il Natale comincia ad arrivare con S. Ambrogio. E’ annunciato da un timido accendersi di luminarie, per sfociare nel consueto trambusto di vetrine addobbate con chili di neve artificiale, di strade invase da finti Babbo Natale scampanellanti, di abeti senza radici avviluppati da fili, nastri e da ogni genere di paccottiglia augurale. Chi prima, chi dopo, tutti entrano a far parte di questa kermesse, con una crescente tensione collettiva che si manifesta nell’ansia da regalo, nella paranoia da pranzo natalizio, nell’isteria da “rifornimento” per affrontare con il giusto senso dello spreco l’intero periodo delle festività. 52 _____ In Via Paolo Giovio le luminarie a forma di Da quel momento, gli uffici diventarono un campane erano state già montate da qualche giorno magazzino dei campioni più vari: dalle cassette di botti- quando la più distratta delle tre entrò in ufficio glie con interno in vellutino rosso alle scatole di ciocco- annunciando: latini a forma di befana; dalle agende in sky con la “Lo sapete che è quasi Natale? Fuori ci sono già le illuminazioni e Lino ha tirato fuori l’albero di plastica: è là in cortile tutto intento a ravvivare i rami!” un mini-presepe. “Che ne dite di questo: un angioletto-accendino; Le altre due erano abituate ad uscite di questo tipo: la basta abbassare l’ala e la fiamma esce dalla boccuccia”. ‘svampitezza’ della loro socia arrivava, in certi periodi “Come?! Un angelo mangiafuoco!...Ma è contro dell’anno, a livelli altissimi: certo, ora, si dimostrava proprio ai limiti di guardia! “Non solo sappiamo che è quasi Natale: potrem- 53 _____ sovrastampa in oro ai fermacarte in peltro raffiguranti natura!” “Va bene, allora ti piacerà questa piccola renna dispensatrice di frutta secca...” mo dire con esattezza che mancano non più di Il Natale era anche la fiera del kitch e le ragazze si diver- 18 giorni...” tivano, pur senza venire a capo di nulla. La più precisa si innervosiva sempre un po’: non capiva Soltanto un volta che l’albero di Lino fu termina- ancora, dopo anni, se l’amica mettesse la testa tra to, con tanto di lucine ad intermittenza e stella cometa le nuvole di sua volontà o se le volasse via senza sulla cima storta, le ragazze presero una decisione: fu la preavviso, nei momenti più impensati. più fantasiosa a buttar là l’idea. “Ecco: voi avete in mente qualche idea un po’ “Perchè non regaliamo una storia?” insolita per fare gli auguri a chi ci conosce?” “...” Le ci era voluto un attimo: la consapevolezza dell’avvi- “Sì, la nostra storia!” continuò, sempre più con- cinarsi del 25 dicembre l’aveva immediatamente indiriz- vinta, la ragazza. zata verso il pensiero più logicamente connesso alle La più riservata cominciò a opporre resistenza con gli feste, cioé, i regali. argomenti più vari: Con questa domanda, il primo passo per entrare nel “Ma dai...a chi può interessare la nostra storia...e vortice dell’agitazione mistico-consumistica-augurale poi si tratta di vicende strane, a volte anche poco credi- era fatto: il Natale stava arrivando anche alla Ditta. bili. In tanti casi non sono proprio fatti divulgabili: pensa 54 _____ alla faccenda dei maiali che avevano perso il desiderio sessuale...come fai a raccontarla...” Effettivamente, quella faccenda era stata davvero strana e, per certi versi, anche un po’ imbarazzante. Un allevatore di suini si era rivolto alla Ditta perché i suoi maiali non riuscivano più ad accoppiarsi: mentre le scrofe avevano mantenuto inalterato il loro spirito e la loro funzionalità sessuale, i verri sembravano totalmente indifferenti, nella più completa pace dei sensi. 55 _____ I veterinari le avevano provate tutte: dai mangimi afro- giungere fino ai sexy shop di Parigi. disiaci alle iniezioni di ormoni; dalle scrofette artificiali Il tutto nel più stretto riserbo, tanto che nemmeno Lino ai programmi psico-strutturali specifici per i suini. aveva mai avuto sentore dell’argomento di cui le tre Niente: gli accoppiamenti non avvenivano e l’alleva- socie si interessavano nei frequenti viaggi verso lo mento non cresceva. svogliato allevamento di Orzinuovi. Le ragazze, così, avevano dovuto fare una ricerca “Va bene, - rispondeva a questa obiezione la più su ‘sfera sessuale e desiderio nel mondo animale’ decisa - non sarà un libro per bambini: scriveremo una che era partita dall’Istituto di Etologia di Milano per nota per indicare il divieto ai minori...” “In compenso - incalzò la terza, che nel frattempo si era convinta della fattibilità del progetto - potremo raccontare il fatto dei tam-tam africani: quella è una storia poetica, per grandi e piccini...” Era la storia di una giovane donna che aveva tradotto la passione per la musica africana come mezzo di comunicazione in una vera e propria professione. Con l’aiuto delle ragazze della Ditta era riuscita ad inviare in tutto il mondo, tramite satellite e via 56 _____ 57 _____ computer, le stesse emozioni che viveva la savana al divertenti, che avevano coinvolto, e ancora continuava- rimbombo del djembe. no a coinvolgere i pensieri delle tre. Si era trattato di un progetto molto ambizioso e La ricostruzione di ogni vicenda riaccendeva discussio- complicato che, una volta realizzato, aveva creato un ni, riapriva dibattiti, riproponeva dubbi e ridava anche precedente unico nel mondo delle comunicazioni. certezze. I “tamburi telematici” realizzati con tecnologie Poco a poco, insomma, le ragazze avevano cominciato raffinatissime avevano creato delle vibrazioni capaci di ad usare il progetto come un vero e proprio ’laboratorio obbligare il corpo alla danza: una danza magica che analitico’: una sorta di momento di analisi di gruppo che aveva unito nelle stesse emozioni uomini diversi, lonta- regalava sempre nuovi spunti di riflessione, rubando ni non solo nello spazio, ma anche nel tempo. però anche molto tempo al lavoro di ogni giorno. “Come può essere per grandi e per piccini una Dietro il suo alberello intermittente, anche Lino storia che non sono riusciti a razionalizzare nemmeno aveva notato il fermento che animava l’ufficio: chissà i più insigni esperti universitari...Come puoi spiegare perché, però, si era messo in testa che le ragazze stes- una cosa che non ha trovato, nella scienza, spiegazioni sero organizzando niente meno che l’arrivo di Babbo plausibili...” Natale; per questo cercava di tenere sempre libero lo La più scettica non demordeva: la faccenda di regalare, spazio davanti al portone per la slitta con doppia per Natale, la storia delle esperienze di lavoro della pariglia di renne. Ditta non la convinceva proprio. “Beh, se non racconteremo questa, ne racconte- In realtà passavano i giorni, il 25 dicembre si avvicinava, le storie prendevano forma, ma il posto davanti remo delle altre: certo è che qualsiasi storia sarà al portone restava, comunque, libero. più interessante di una renna portafrutta secca o una In ufficio a tutto si pensava, tranne che a Babbo Natale; candela a forma di Santa Claus.” la realtà delle storie da ricostruire, anzi, si faceva sem- La più sicura accese il computer e cominciò a pre più ingombrante. Era arrivato il momento, infatti, di battere sulla tastiera. raccontare la più incredibile, e forse anche la più vera. In un’eccitazione che animò i giorni successivi, presero Parlava di bambini inesorabilmente attratti da giochi corpo, così, storie di profumi, di polizze assicurative, di feroci, capaci di squartare, uccidere, mutilare intere suonatori di mandolino: tutti fatti insoliti, per lo più generazioni. Intere nazioni. 58 _____ raccontare tutte le storie che sono appena iniziate: Natale è troppo vicino e non ci resta più tempo!” “E’ davvero un peccato - replicò la più saggia soprattutto pensando che basterebbe poter aspettare fino alla notte del 27.” “Cosa succede la notte del 27 dicembre?” La terza, arrivata da poco, faceva fatica ad afferrare il filo del discorso. “E’ la notte dedicata agli incontri che si faranno, sul lavoro, nel prossimo anno. Perciò, state attente: 59 _____ Niente poteva fermare le mine anti-uomo purtroppo, tutti i sogni che noi faremo in quella notte saranno rivol- nemmeno la fantasia delle ragazze della Ditta. ti esclusivamente alle vicende che vivrà La Ditta nel Tutto ciò che loro avevano potuto fare era pochissimo; 1998 e ci aiuteranno a continuare le nostre storie” 60 _____ forse non era valso nemmeno un arto artificiale per un “Incredibile!....Tu come lo sai?” ragazzo deflagrato e proprio per questo quella storia, “...E’ una tradizione popolare, lo sanno tutti!” per loro, rimaneva aperta: sapevano che, finchè una Anche voi fate caso ai sogni che accompagneranno mina a forma di bambola fosse rimasta in qualche il vostro sonno nella notte del 27 dicembre: se incontre- angolo della terra, loro (e molti altri nel mondo) non rete tre signore dall’età indefinita che tra loro si avrebbero dovuto dormire sonni tranquilli. chiamano “ragazze”, si tratta sicuramente di quelle Il fatto fu scritto tutto di un fiato, in silenzio, poi- della Ditta. chè l’assurdo non si può commentare e spesso, Con l’anno nuovo, provate a telefonare al 462552. purtroppo, nemmeno si può discutere. Naturalmente, Dopo giorni e giorni di rifacimenti, la più vivace si alzò dimenticate il prefisso: auguri! dalla postazione al computer e, con fare cerimonioso, disse: “Ecco qua: in questo dischetto c’è tutto quanto. Manca una cosa sola: la fine. Il problema è come fare a se sognate da fuori Milano, non La Ditta - Via Paolo Giovio,14 - 20144 Milano Tel. 02-462552 - Fax 02-462362 Impianti fotolitografici - Fotolito Base Stampa - Grafiche Mambretti