View - Azione Cattolica Ticinese

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FORUM INTERNAZIONALE
DI AZIONE CATTOLICA
AZIONE CATTOLICA ITALIANA
in collaborazione con il
PONTIFICIO CONSIGLIO PER I LAICI
«Duc in altum»
Azione Cattolica!
Abbi il coraggio
del futuro
CONGRESSO
INTERNAZIONALE
SULL’AZIONE
CATTOLICA
ROMA - LORETO
31 AGOSTO
5 SETTEMBRE
2004
Congresso Internazionale
sull’Azione Cattolica
Ha avuto luogo a Roma e a Loreto
dal 31 agosto al 5 settembre 2004
Hanno partecipato delegazioni da 50 paesi
A Loreto il papa Giovanni Paolo II
ha beatificato tre testimoni dell’Associazione
Con il tema “Duc in altum! Azione Cattolica, abbi il coraggio del futuro” ha
preso il via il Congresso Internazionale sull’Azione Cattolica, che si è tenuto dal
31 agosto al 5 settembre pv a Roma e Loreto in Italia. Hanno assicurato la
presenza rappresentanti di oltre 50 paesi da tutto il mondo. In tale occasione il
Papa Giovanni Paolo II ha beatificato Pina Suriano e Alberto Marvelli, membri
dell’Azione Cattolica Italiana, e il sacerdote spagnolo Pedro Tarres y Claret, che
è stato membro dell’Azione Cattolica Spagnola e poi operò come assistente ecclesiastico dell’organizzazione. Per tale motivo l’Azione Cattolica Italiana e i
partecipanti al Congresso andranno in pellegrinaggio a Loreto.
L’incontro è stato organizzato dal Forum Internazionale di Azione Cattolica
(FIAC) e dall’Azione Cattolica Italiana (ACI) in collaborazione con il Pontificio
Consiglio per i Laici (PCL), ha avuto come obiettivo primario quello di present are l’attualità dell’Azione Cattolica nel terzo millennio, nello spirito del Concilio
Ecumenico Vaticano II e della “Christifideles Laici”, alla luce del magistero di
Giovanni Paolo II che ha detto recentemente “la Chiesa ha bisogno dell’Azione
Cattolica: Duc in altum Azione Cattolica!”.
Attraverso momenti di ascolto e preghiera, di dialogo e scambio di esperienze, di analisi, di strategie di promozione, si è present ato, approfondi to il tema
del carisma dell’Azione Cattolica e della sua traduzione in termini di vita personale ed ecclesiale.
L’ampio impegno formativo che questa associazione porta avanti nelle comunità parrocchiali, come l’elaborazione di itinerari e progetti formativi, la
formazione dei formatori, il servizio del sacerdote e la promozione istituzionale
sono altri temi che sono stati trattati.
I giorni 3 e 4 i partecipanti al Congresso si sono uniti al pellegrinaggio
dell’Azione Cattolica Italiana al Santuario di Loreto, al quale hanno preso parte
gruppi di ragazzi, giovani e adulti da tutta Italia. Il momento culminante è stato la celebrazione eucaristica durante la quale Sua Santità ha beatificato Martelli, Suriano e Padre Tarres y Claret.
Il giorno 5, infine, si è proceduto ai lavori assembleari del FIAC, in particolare con la stesura delle linee direttive per il prossimo triennio, nonché con le elezioni del Segretariato.
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Martedì, 31 agosto 2004
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Preghiera iniziale con mons. Francesco Lambiasi, assistente generale ACI
Saluto di mons. Stanislaw Rylko, Presidente del Pont. Consiglio per i laici
Lettura del Messaggio di Giovanni Paolo II al Congresso sull’AC–cfr. sotto
Saluto di Beatrice Thomson–Bozzetti, Coordinatrice del Segretariato FIAC
Saluto di Paola Biagnardi, Presidente nazionale dell’ACI.
MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL CONGRESSO INTERNAZIONALE
SULL’AZIONE CATTOLICA
1. “Duc in altum, Azione Cattolica. Abbi il coraggio del futuro!”. Questo è stato l’invito che
ho rivolto ai delegati della XI Assemblea nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, il 26 aprile
2002. Sono lieto di constatare che si è voluto adottare questo mio appello come impegno e
come motto per il Congresso Internazionale sull’Azione Cattolica, che si inaugurerà a Roma il
31 agosto 2004, per iniziativa del Forum Internazionale dell’Azione Cattolica e dell’Azione Cattolica Italiana, in collaborazione con il Pontificio Consiglio per i Laici.
Desidero rivolgere i miei più cordiali saluti a tutti i dirigenti ed assistenti dell’Azione Cattolica
dei diversi Paesi riuniti alla Domus Pacis. In modo particolare, saluto con affetto fraterno i Signori Cardinali e i venerati Fratelli nell’Episcopato che hanno voluto partecipare a codesto importante evento.
2. “Avere il coraggio del futuro” è un atteggiamento che non nasce da una scelta volontaristica, ma prende consistenza e slancio dalla memoria del dono prezioso che è stata, sin dalla
sua nascita, l’Azione Cattolica. Scaturita, secondo il mio predecessore Papa Pio XI di v.m., da
una “ispirazione provvidenziale”, essa è stata forza aggregativa, strutturante e propulsiva di
quella corrente contemporanea di “promozione del laicato” che trovò solenne conferma nel
Concilio Vaticano II. In essa generazioni di fedeli hanno maturato la propria vocazione lungo
un itinerario di formazione cristiana che li ha portati alla piena consapevolezza della propria
corresponsabilità nella costruzione della Chiesa, stimolandone lo slancio apostolico in tutti gli
ambienti di vita. Come non ricordare, in questa occasione, che il Decreto conciliare
sull’apostolato dei laici riconobbe questa benemerita tradizione raccomandandola vivamente?
(cfr Apostolicam actuositatem, 20). L’Esortazione apostolica post-sinodale Christifideles laici,
nonché i miei numerosi interventi in occasione delle diverse Assemblee dell’Azione Cattolica Italiana, hanno ripreso con vigore le raccomandazioni conciliari favorendo il superamento di alcune situazioni di appannamento e di difficoltà.
Oggi mi preme ripetere ancora una volta: la Chiesa ha bisogno dell’Azione Cattolica! La
memoria non deve ridursi ad un nostalgico ripiegamento sul passato, ma deve diventare presa
di coscienza di un prezioso dono che lo Spirito Santo ha fatto alla Chiesa, un’eredità che è
chiamata, in quest’alba del terzo millennio, a suscitare nuovi frutti di santità e di apostolato,
estendendo la “plantatio” dell’Associazione in molte altre Chiese locali di diversi Paesi.
3. È venuto il momento per quel rilancio di cui rendono testimonianza le vostre multiformi
realtà. Molti sono gli indizi che fanno sperare nel kairos di una nuova primavera del Vangelo!
Questa grande responsabilità che impegna tutti voi insieme ai vostri Pastori, e che coinvolge la
Chiesa intera, chiede un’umile e coraggiosa decisione di “ricominciare da Cristo”, nella consapevolezza di essere sostenuti dalla forza onnipresente dello Spirito. Possono essere coinvolti in
questo grande compito tutti i fedeli laic i consapevoli della propria vocazione battesimale e dei
tre impegni - sacerdotale, profetico, regale - che ne scaturiscono. Fiduciosi nella grazia di Dio e
sostenuti da un vivo senso di appartenenza alla Chiesa in quanto “casa e scuola di comunione”,
i laici si pongono in ascolto degli insegnamenti e delle direttive dei Pastori per poter essere loro
efficienti collaboratori nell’edificazione delle comunità ecclesiali a cui appartengono.
Ogni cristiano è impegnato a testimoniare quanto la propria vita sia cambiata dalla grazia e
mossa dalla carità. “Ciò sarà possibile se i fedeli laici sapranno superare in sé stessi la frattura
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tra il Vangelo e la vita, ricomponendo nella loro quotidiana attività in famiglia, sul lavoro e nella società, l’unità d’una vita che nel Vangelo trova ispirazione e forza per realizzarsi in pienezza” (Christifideles laici, 34). L’Azione Cattolica è sempre stata, e ancora oggi deve essere, fucina di formazione di fedeli che, illuminati dalla Dottrina Sociale della Chiesa, sono impegnati in
prima fila nella difesa del dono sacro della vita, nella salvaguardia della dignità della persona
umana, nella realizzazione della libertà educativa, nella promozione del vero significato del matrimonio e della famiglia, nell’esercizio della carità verso i più bisognosi, nella ricerca della pace
e della giustizia e nell’applicazione dei principi di sussidiarità e di solidarietà alle diverse realtà
sociali interagenti tra loro.
4. So che il vostro Congresso, iniziato a Roma, proseguirà con il pellegrinaggio a Loreto e
che culminerà, domenica 5 settembre, sulla Piazza del Santuario, con la celebrazione della
Santa Eucarestia, durante la quale sarò lieto di iscrivere nell’Albo dei Beati alcuni soci di Azione
Cattolica che sono stati nella loro vita convincenti modelli di coerenza evangelica.
Mi dispongo, pertanto, a farmi nuovamente pellegrino a quel caro Santuario di Loreto, centro internazionale di spiritualità mariana, ove eleverò a Maria Santissima la mia preghiera affinché, con la grazia dello Spirito Santo, possiate essere sempre pronti a pronunciare il vostro
fiat alla volontà di Dio, facendovi testimoni del Mistero di Cristo per la salvezza del mondo.
Nell’augurare abbondanti frutti ai lavori del Congresso, in vista di una sempre più incisiva
presenza dell’Azione Cattolica nel servizio al Regno di Cristo, a tutti invio una speciale Benedizione Apostolica.
Da Castel Gandolfo, 10 Agosto 2004.
GIOVANNI PAOLO II
Mercoledì, 1° settembre 2004
P. BIGNARDI:
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Quali sono i contenuti del “Carisma” dell’AC, ai quali il CVat II ci ha abituati
e che il magistero successivo ha continuamente ripreso?
Quali scelte per accogliere questo dono/carisma in modo sempre nuovo?
Come vivere tutto ciò nel momento attuale, con tutte le sfide che esso pone
al cristianesimo, alla Chiesa, all’AC?
S. RYLKO : AC, DONO DELLO SPITIO SANTO PER LA CHIESA DEL NOSTRO TEMPO
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È una questione da affrontare con spirito profetico, senza fantasie e nostalgie, per un ricupero delle origini dell’AC nel tempo presente.
Eppure c’è una lunga tradizione di AC: c’è una storia di santità, di servizio,
di interventi del Magistero, di presenza del laicato. E ciò nonostante l’AC ha
bisogno di esser riscoperta da tutti come un dono dello Spirito Santo per la
Chiesa del nostro tempo. Quindi: occorre un attento ascolto dello Spirito
Santo oggi, in questo inizio del III millennio.
La stagione attuale è segnata dall’emergenza del laicato, già a partire dal
CVat II. Essa si articola in una grande varietà e vivacità dell’associazionismo laicale, segno della ricchezza e versatilità che lo Spirito Santo ricerca
nelle comunità ecclesiali (cfr. ChFL §29). Ma siamo di fronte ad una nuova
stagione di presenza dei laici: ciò è un risultato ed una sfida. Risultato, perché è già presente; sfida, perché occorre sempre saper ritrovare l’entusiasmo e lo slancio delle origini.
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Come guida abbiamo Giovanni Paolo II. A mo’ di esempio, cfr. il volume
con i suoi interventi rivolti in 25 anni di pontificato all’ACI: 500 pagine! Alcune novità in questo magistero!
o Normalmente l’AC veniva rimandata all’istituzionalità della Chiesa. Giovanni Paolo II insiste, invece, sulla sua dimensione carismatica, in una
lettura pneumatologica: “la vostra storia ha avuto origine da un carisma, dato dallo Spirito Santo per annunciare il Vangelo. Approfondite il
carisma di AC!”.
o Conseguenze teorico–pratiche: a livello teologico, si rinvia all’origine,
cioè allo Spirito Santo. Praticamente: AC è un carisma che con altri
doni dello Spirito Santo è per la Chiesa di oggi.
o Occorre dunque rifiutare e respingere qualsiasi senso di inferiorità o
sconforto rispetto ad altre realtà ecclesiali. In AC vi è spazio per
un’”umile fierezza” nell’appartenervi!
Qual è il carisma?
o Quello descritto in modo completo dalle quattro note caratteristiche
dell’AC, cfr. AA 20. “La Chiesa non può fare a meno dell’AC, ne ha bisogno”: e questo per il quotidiano compito di evangelizzazione, di santificazione. Molte sono le attese di Giovanni Paolo II per l’AC: egli è
molto esigente con l’AC, affinché diventi un’“AC viva, forte e bella!”.
o Nelle 4 note caratteristiche l’AC deve eccellere, soprattutto nella diocesanità–ecclesialità, perché è la sua nota caratterizzante e origine della
sua fecondità. Questo implica un atteggiamento di ascolto e di filiale
obbedienza verso la gerarchia ed il suo magistero, pur nella più grande
libertà. Ma il tutto è in vista di una comunione profonda e corresponsabile per la missione (evangelizzazione e scoperta della radicale novità del Battesimo).
o Opera di formazione: una caratteristica tradizionale, questa, scuola di
umanità e di spiritualità, con una visione globale sulla persona e con il
chiaro primato della spiritualità. La formazione non è in vista di un ripiegamento spiritualistico su se stessi, bensì in vista della missionarietà ed è missionairetà in se stessa. La scelta religiosa comprende intrinsecamente anche la sua dimensione sociale, in vista di un forte “noi”
ecclesiale.
o Chiamata al servizio: senza alcun senso di superiorità o di inferiorità.
Il Congresso sull’AC
o Si pone come occasione di ascolto rinnovato, in attesa di una matura e
feconda epifania del laicato nella Chiesa e nel mondo.
§ “Io faccio nuove tutte le cose, proprio ora, non ve ne accorgete?”
(cfr. Is 43,19).
§ “Ascoltate ciò che lo Spirito dice alle Chiese!” (Ap 2–3).
§ Scuola di speranza!
§ Giovanni Paolo profeta del nostro tempo!
o Non è facile: ci vuole rinnovamento continuo, spirito profetico nuovo e
rinnovato, coraggio di andare controcorrente rispetto alla cultura laicista (anche nel rinvio e nella proposta del radicalismo evangelico) con
atteggiamento di fedeltà al carisma originale riscoperto sempre di nuovo.
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Non è utopia bensì chiamata, compito e programma da seguire: “Non
avere paura, AC!”; “Duc in altum, AC!”; “AC, abbi il coraggio del tuo
futuro”. Così Giovanni Paolo II. Orsù, dunque: è in gioco la nostra causa. Ma si tratta di una primavera, che ormai è già iniziata!!!
MONS. F. LAMBIASI
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Il dono di AC (carisma) è dato dall’alto, ma a noi spetta l’invocazione,
l’accoglienza e la coltivazione di questo dono! Cfr. il Vangelo di Giovanni
che usa spesso l’espressione ambivalente che dice sia “di nuovo”, sia
“dall’alto”!
Occorre evitare l’opposizione tra carisma ed istituzione: tutto ciò che è istituzione è anche carisma; tra i due poli dell’essere Chiesa c’è complementarietà e uguale origine, in quanto sia l’istituzione sia il carisma sono donati
dallo stesso Spirito Santo.
Occorre una ricerca di dialogo con le altre aggregazioni cristiane, perché è
più facile realizzare il fine della Chiesa con gli altri che contro gli altri!
MONS. ST . RYLKO
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Investire non tanto nelle strutture, ma nelle persone, attraverso le quali
passa l’esperienza e la vita di AC.
Puntare sull’essere comunità, per sfidare la solitudine esistenziale promossa
dalla modernità. Per la Chiesa, il vero punto nodale è la forza spirituale che
ci lega.
Puntare sulla comunione: evitare l’uniformità ma tenere insieme una diversità di carismi; ciò in vista dell’unità della missione!
Puntare sul messaggio: occorre dare risposte alle domande dell’uomo di
oggi, domande che occorre individuare.
ALBERTO MONTANER, PRES. NAZ. DEL MOVIMENTO GIOVANI DI AC, SPAGNA
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I santi vicini all’AC, sono presenti a questo Congresso a pieno titolo.
La santità, come aspetto fondamentale dell’essere cristiano, ricuperato dal
CVat II (cfr. LG).
La santità è un dono del Padre, ma è anche comandamento del Figlio (“Si ate perfetti…”) ed opera dello Spirito Santo, che abita in noi e tra di noi.
Essa, per i laici, è Via–Verità–Vita, e si radica e realizza nel secolare, affinché il mondo si orienti a Cristo. Per l’AC ed i “suoi” laici, cfr. in particolare
AA 20. La comunità di AC e la sua vita è il luogo da cui partire per una sequela di Cristo in ogni istante, al fine di incarnare la fede in ogni gesto con
fedeltà, coerenza, umiltà.
Alcuni dei santi legati e vicini all’AC:
o Pier Giorgio Frassati;
o Gianna Beretta Molla;
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I Santi martiri messicani (XX sec.);
I Santi martiri di Valencia;
Ivan Merz;
Alberto Hurtado;
Antonia Mesina;
Pierina Morosini;
Marcel Callò;
Giuseppe Toniolo;
Antonietta Meo (Nannolina);
Beatificati il 5 settembre 2004: Alberto Marvelli, Pere (Pedro) Tarres,
Pina Suriano.
Molto interessante l’opuscolo sui beati ed i santi legati all’AC, edito dalla rivista “Nuova Responsabilità – Per essere AC oggi”, nel numero speciale “3”
dell’aprile 2004.
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G. CARRIQUIRY :
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Cosa vuole vivere AC in questi primi anni del III Millennio?
Cosa vuol dire e dare AC alla Chiesa ed alla gente?
P. BIGNARDI: AZIONE CATTOLICA PER IL III MILLENNIO
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Introduzione
Il carisma di AC a partire dal CVat II è posto in relazione con la sua tradizione o almeno con alcuni suoi tratti storici, alcune sue costanti.
o AC è un’avventura di alcuni laici che hanno assunto la loro responsabilità fino in fondo;
o avevano legami con la Chiesa e con la gerarchia, che ha rivolto loro
molta attenzione, discernimento, sostegno, accompagnamento;
o avevano una passione apostolica, per testimoniare il Vangelo in tutti
gli ambiti quotidiani e sociali;
o avevano la capacità straordinaria di rinnovarsi, con fedeltà
all’essenziale e con flessibilità verso gli elementi periferici o marginali.
1. Con lo sguardo fisso a Gesù (NMI §29)
È lo sguardo di coloro che vivono la fede in momenti difficili (cfr. lettera agli
Eb), in un rapporto in cui con la fedeltà di sguardo, si spera di ricevere da
lui tutte le linee orientatici per le nostre scelte. Ciò per evitare le tentazioni
moderne: p. es. apparire vs essere. Si può, invece, puntare sull’essenzialità
della Pasqua per la nostra vita e per ricevere la vita.
2. Importanza del Concilio (NMI §57)
Molte e preziose indicazioni del CVat II sono ancora lettera morta, pur essendo stato il CVat II una grazia del XX secolo. L’AC già gli deve il suo essere; oggi lo attualizza quando pone la Parola di Dio, il dialogo, la missione
al centro del proprio essere ad agire.
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3. Chiamata universale alla santità
L’AC è scuola di santità, in fedeltà al proprio cammino attuale ed alla propria tradizione: Parola di Dio, preghiera, sacramenti, vita di comunione. La
proposta è per far brillare la bellezza di una vita, segnata e impregnata di
“divino”. C’è però dentro la comune ispirazione, una spinta alla differenziazione personale ed alla vita di ciascuna persona.
4. Dentro al servizio missionario
AC ha un’impronta di comunione, in cui la vita delle persone ed il Mistero di
Dio si incontrano. Occorre dunque che siamo laici dedicati alla Chiesa e al
suo servizio, in un impegno costante e duraturo, globale in tutte le sue attenzioni, secondo ciò che è il bisogno. L’obiettivo è il coinvolgimento degli
altri dentro l’esperienza vissuta. Comunione e corresponsabilità sono le due
parole che caratterizzano la vita dell’AC nella Chiesa.
5. L’evangelizzazione
Condividere la passione per il Vangelo: dallo sguardo essenziale al suo significato profondo, nasce il desiderio di una nuova evangelizzazione e ciò a
partire dall’essere e agire dei laici fino a tutti gli ambiti dell’umano e
dell’attività umana.
6. La testimonianza al mondo, come servizio alla speranza
Cfr. “Evangelii nuntiandi” (Paolo VI): il mondo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri. Oggi si vuole sentire “speranza”; si vuole che sia indicata la via della Pasqua come segno della paradossalità dell’esistenza umana; si vuole percepire che, in qualche misterioso modo, la vita vera scaturisce dalla morte.
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Conclusione
o Occorre percepire il carisma comune all’associazionismo cattolico come
una sorta di spiritualità di amore alla Chiesa ed al mondo. È una sorta
di cultura associativa, che si esprime in spiritualità, responsabilità, dialogo, missione, pace.
o Occorre proporre un nuovo cammino/progetto formativo. Esso sarà
consegnato a Loreto all’ACI.
o Come vivere e promuovere l’internazionalità di AC? Occorre intraprendere strategie comuni nel FIAC? Occorre proporre un gesto simbolico
che segni il legame che c’è tra di noi?
o Occorre dare valore alle nuove generazioni, in modo particolare con un
linguaggio nuovo, con l’ascolto dei giovani, con una proposta di vita
associativa che sia fatta anche di gesti concreti.
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Segue un lavoro a gruppi di approfondimento, secondo settori e fasce di età. Compito specifico di questo momento: lettura, correzione, integrazione
ed osservazioni alla bozza proposta di “Manifesto dell’Azione Cattolica”, che
fungerà come una sorta di proclama ufficiale e da documento finale al termine del Congresso.
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Giovedì, 2 settembre 2004
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Nella prima parte della mattinata, ci sono gli interventi particolari dei diversi paesi del FIAC.
In fine mattinata, la sig. Beatrice Bozzetti–Thomson, coordinatrice del Segretariato del FIAC, descrive in una relazione gli obiettivi e le realizzazioni
del FIAC.
Nel pomeriggio vi è uno scambio a gruppi, in part. attorno a tre ambiti di
interesse, ossia: 1. Missione e presenza nel mondo; 2. Progetti di formazione; 3. Promozione dell’AC.
Nell’Assemblea conclusiva del Congresso, vengono sottolineate le seguenti
osservazioni.
o Prendono la parola i rappresentanti dell’Associazione dei gruppi giovanili e rurali (associazione parallela al FIAC); il rappresentante di “Ut
unum sint”; il rappresentante dell’ONC.
Beatrice passa ai ringraziamenti ed alle conclusioni:
o Giovanni Paolo II per il messaggio
o Presenti
o Pontificio Consiglio per i Laici
o Sorelle della Domus Pacis per la liturgia
o Segretariato FIAC (in part. Maria Grazia Tibaldi)
o Conferenze episcopali italiana e spagnola
o Si conclude il lavoro qui a Roma, ma la continuazione di questo stesso
lavoro è prevista – in un altro modo – a Loreto. Rinnoviamo il lavoro
nostro là dove viviamo, nei paesi più diversi secondo le esigenze di
questo inizio di millennio. Si tratta di un rinnovamento che è fedeltà a
Cristo, “lo stesso ieri, oggi e sempre” (cfr. Eb) e fedeltà al mondo che
è invece in continua e costante evoluzione.
Mons. Francesco Lambiasi invita a Loreto:
o L’espe bella non finisce qui: continua con il pellegrinaggio dell’ACI a
Loreto. L’invito viene dal Papa, ma occorre anche delinearne almeno 7
ragioni:
§ per accostare Maria: ne abbiamo bisogno in quanto madre, e come tale ci ricorda che il cristianesimo è vita;
§ per incontrare Pietro, come riferimento imprescindibile: da sempre
è stato vicino all’AC; negli ultimi interventi ci ha aiutato a riflettere
sul carisma di AC;
§ per ritrovare la nota del “sì” (cfr. card. Pironio), per evitare di citare solo il libro delle Lamentazioni e cantare, invece, con Maria il
“Magnificat”;
§ per vivere l’esperienza del “noi”;
§ per comunicare con la società: siamo stufi di “parlarci addosso” e
diciamo alla società che noi ci siamo e che vogliamo servirla;
§ per dire che vogliamo annunciare il Vangelo: AC è formazione,
contemplazione in vista del Vangelo; per dire che il Vangelo è il
punto più alto della realizzazione umana;
§ per divenire missionari: rinnovando il coraggio, una grazia da invocare, accogliere, curare.
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FORUM INTERNAZIONALE DI AZIONE CATTOLICA
AZIONE CATTOLICA ITALIANA
in collaborazione con il PONTIFICIO CONSIGLIO PER I LAICI
Duc in altum Azione Cattolica,
Abbi il coraggio del futuro!
Congresso Internazionale sull'Azione Cattolica
Roma - Loreto, 31 agosto/5 settembre 2004
MANIFESTO
Duc in altum Azione Cattolica,
Abbi il coraggio del futuro!
Noi, partecipanti al Congresso Internazionale sull’Azione Cattolica, provenienti da più di cinquanta paesi dell’Africa, dell’America, dell’Asia e dell’Europa, laici, sacerdoti e vescovi, rinnoviamo il nostro desiderio che l’Azione Cattolica (AC) sia nelle Chiese di ogni paese, espressione
matura e cosciente di un laicato capace di vivere la splendida avventura di coniugare quotidianamente la fede e la vita..
1. UNA STORIA DI LAICI LIBERI E RESPONSABILI
Con la sua storia, l’AC ha contribuito a formare laici cristiani, consapevoli della propria vocazione, pronti ad assumere le proprie responsabilità nella vita della Chiesa e a costruire, con il lievito del Vangelo, la civiltà dell’amore insieme a tutti gli uomini e le donne di buona volontà:
Ricordando con gratitudine le luci e le ombre di questa storia, sentiamo la responsabilità di accoglierla con tutta a sua fecondità e di attualizzarla nel nostro tempo.
2. UN DONO PREZIOSO PER LA CHIESA E PER IL MONDO
Con umiltà e con gioia profonda riconosciamo la ricchezza del carisma che ha dato origine e
che anima l’AC: essere laici impegnati nella vita della Chiesa e in tutta la sua missione;
in stretta relazione con i pastori, al servizio della comunione ecclesiale, vissuta in ogni Chiesa
particolare e in ogni comunità parrocchiale.
Essere cristiani laici che amano la vita e condividono l’impegno a lavorare con tutta l’umanità
perché sia riconosciuta la dignità di ogni persona. Uomini e donne che vivono fortemente radicati nella propria terra, nella propria comunità, nella propria città.
Bambini, giovani e adulti che vogliono assumere nella comunità questi impegni come testimoni
di una fraternità che diventi realtà per tutti.
Questo carisma rende l’AC una forma singolare di apostolato secolare, che riconosciuto dalla
Gerarchia, prende forme e nomi diversi nelle varie realtà.
3. UN PROGETTO DI VITA
Consapevoli della nostra vocazione battesimale, incoraggiati dalla testimonianza dei beati Pina
Suriano, Alberto Marvelli e Pere Tarrés e di tante altre figure significative la cui venerazione
rinnoviamo oggi a Loreto, assumiamo le sfide segnalate dal Santo Padre Giovanni Paolo II nel
messaggio a questo congresso. Vogliamo continuare ad essere: “laboratorio di formazione dei
laici che, illuminati dalla Dottrina sociale della Chiesa, si impegnano decisamente nella difesa
della vita, nella salvaguardia della dignità della persona umana, nella realizzazione della libertà
educativa, nella promozione del vero significato del matrimonio e della famiglia, nell’esercizio
della carità verso i più poveri, nella ricerca della pace e della giustizia e nell’applicazione dei
principi della sussidiarietà e della solidarietà nelle diverse realtà sociali”.
Al termine di questo congresso, convinti – come ha insistito il Santo Padre – che la Chiesa ha
bisogno dell’AC, confermiamo il nostro impegno di rendere le nostre associazioni sempre più
vive; di farla nascere nei paesi dove non c’è ancora e di rafforzare i rapporti che ci uniscono.
Affidiamo questi impegni a Maria, Madre della Chiesa e Nostra Signora di Loreto.
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VISITA DI SUA SANTITÀ
GIOVANNI PAOLO II
A LORETO
CELEBRAZIONE DELLA SANTA MESSA
CON BEATIFICAZIONE DI:
PEDRO TARRES Y CLARET,
ALBERTO MARVELLI
PINA SURIANO
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
Spianata di Montorso
Domenica, 5 settembre 2004
1. "Quale uomo può conoscere il volere di Dio?" (Sap 9,13). La domanda, posta dal
Libro della Sapienza, ha una risposta: solo il Figlio di Dio, fatto uomo per la nostra
salvezza nel grembo verginale di Maria, può rivelarci il disegno di Dio. Solo Gesù Cristo sa qual è la via per "giungere alla sapienza del cuore" (Sal resp.) e ottenere pace
e salvezza.
E qual è questa via? Ce l’ha detto Lui nel Vangelo di oggi: è la via della croce. Le
sue parole sono chiare: "Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non
può essere mio discepolo" (Lc 14, 27).
"Portare la croce dietro a Gesù" significa essere disposti a qualsiasi sacrificio per
amore suo. Significa non mettere niente e nessuno prima di lui, neanche le persone
più care, neanche la propria vita.
2. Carissimi Fratelli e Sorelle, convenuti in questa "splendida vallata di Montorso",
come l’ha qualificata l’Arcivescovo Mons. Comastri, che ringrazio di cuore per le calorose parole rivoltemi. Saluto, con lui, i Cardinali, gli Arcivescovi e i Vescovi presenti;
saluto i sacerdoti, i religiosi, le religiose, le persone consacrate; e soprattutto saluto
voi giovani, appartenenti all’Azione Cattolica, che, guidati dall’Assistente generale
Mons. Francesco Lambiasi e dalla Presidente nazionale Dottoressa Paola Bignardi, che
ringrazio per il caloroso indirizzo, avete voluto raccogliervi qui, sotto lo sguardo della
Madonna di Loreto, per rinnovare il vostro impegno di fedele adesione a Cristo Gesù.
Voi lo sapete: aderire a Cristo è una scelta esigente. Non a caso Gesù parla di "croce". Egli tuttavia precisa immediatamente: "dietro di me". È questa la grande parola:
non siamo soli a portare la croce. Davanti a noi cammina Lui, aprendoci la strada con
la luce del suo esempio e con la forza del suo amore.
3. La croce accettata per amore genera libertà. Lo ha sperimentato l’apostolo Paolo,
"vecchio e ora anche prigioniero per Cristo Gesù", come lui stesso si definisce nella
lettera a Filemone, ma interiormente pienamente libero. Proprio questa è
l’impressione che si coglie dalla pagina ora proclamata: Paolo è in catene, ma il suo
cuore è libero, perché abitato dall’amore di Cristo. Per questo, dal buio della prigione
in cui soffre per il suo Signore, egli può parlare di libertà ad un amico che sta fuori del
carcere. Filemone è un cristiano di Colossi: a lui Paolo si rivolge per chiedergli di liberare Onesimo, ancora schiavo secondo il diritto dell’epoca, ma ormai fratello per il battesimo. Rinunciando all’altro come suo possesso, Filemone avrà in dono un fratello.
La lezione che scaturisce da tutta la vicenda è chiara: non c’è amore più grande di
quello della croce; non c’è libertà più vera di quella dell’amore; non c’è fraternità più
piena di quella che nasce dalla croce di Gesù.
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4. De la cruz de Jesús fueron humildes discípulos y testigos heroicos los tres Beatos, apenas proclamados.
Pedro Tarrés i Claret, primero médico y después sacerdote, se dedicó al apostolado
laical entre los jóvenes de Acción Católica de Barcelona, de los cuales, después, fue
consiliario. En el ejercicio de la profesión médica se entregó con especial solicitud a los
enfermos más pobres, convencido de que "el enfermo es símbolo de Cristo sufriente".
Ordenado sacerdote, se consagró con generosa intrepidez a las tareas del ministerio, permaneciendo fiel al compromiso asumido en vísperas de la Ordenación: "Un solo
propósito, Señor: sacerdote santo, cueste lo que cueste". Aceptó con fe y heroica paciencia una grave enfermedad, que lo llevó a la muerte con sólo 45 años. A pesar del
sufrimiento repetía frecuentemente: "¡Cuán bueno es el Señor conmigo!. Y yo soy
verdaderamente feliz".
Traduzione italiana delle parole pronunciate in lingua spagnola:
4. Della croce di Gesù furono umili discepoli e testimoni eroici i tre Beati appena
proclamati.
Pedro Tarrés i Claret, dapprima medico e dopo sacerdote, si dedicò all'apostolato laicale tra i giovani di Azione Cattolica di Barcellona, dei quali divenne successivamente
consigliere. Nell'esercizio della professione medica, si dedicò con speciale sollecitudine
ai malati più poveri, convinto che "il malato è simbolo di Cristo sofferente".
Ordinato sacerdote si consacrò con coraggio generoso ai compiti del ministero, rimanendo fedele all'impegno assunto la vigilia dell'Ordinazione: "Un solo proposito,
Signore, costi quello che costi". Accettò con fede e con eroica pazienza una grave malattia che lo portò alla morte a soli 45 anni. Nonostante la sofferenza ripeteva con frequenza: "Quanto è buono il Signore con me! E io sono veramente felice".
5. Alberto Marvelli, giovane forte e libero, generoso figlio della Chiesa di Rimini e
dell’Azione Cattolica, ha concepito tutta la sua breve vita di appena 28 anni come un
dono d’amore a Gesù per il bene dei fratelli. "Gesù mi ha avvolto con la sua grazia",
scriveva nel suo diario; "non vedo più che Lui, non penso che a Lui". Alberto aveva
fatto dell’Eucaristia quotidiana il centro della sua vita. Nella preghiera cercava ispirazione anche per l’impegno politico, convinto della necessità di vivere pienamente da
figli di Dio nella storia, per fare di questa una storia di salvezza.
Nel difficile periodo della seconda guerra mondiale, che seminava morte e moltiplicava violenze e sofferenze atroci, il beato Alberto alimentava una intensa vita spirituale, da cui scaturiva quell’amore per Gesù che lo portava a dimenticare costantemente
se stesso per caricarsi della croce dei poveri.
6. Anche la beata Pina Suriano - nativa di Partinico, nella diocesi di Monreale - ha
amato Gesù con un amore ardente e fedele al punto da poter scrivere in tutta sincerità: "Non faccio altro che vivere di Gesù". A Gesù lei parlava con cuore di sposa: "Gesù, fammi sempre più tua. Gesù, voglio vivere e morire con te e per te".
Aderì fin da ragazza alla Gioventù Femminile di Azione Cattolica, di cui fu poi dir igente parrocchiale, trovando nell’Associazione importanti stimoli di crescita umana e
culturale in un clima intenso di amicizia fraterna. Maturò gradualmente una semplice e
ferma volontà di consegnare a Dio come offerta d’amore la sua giovane vita, in particolare per la santificazione e perseveranza dei sacerdoti.
7. Cari Fratelli e Sorelle, amici dell’Azione Cattolica, convenuti a Loreto dall’Italia,
dalla Spagna e da tante parti del mondo! Oggi il Signore, attraverso l’evento della beatificazione di questi tre Servi di Dio, vi dice: il dono più grande che potete fare alla
Chiesa e al mondo è la santità.
Vi stia a cuore ciò che sta a cuore alla Chiesa: che molti uomini e donne del nostro
tempo siano conquistati dal fascino di Cristo; che il suo Vangelo torni a brillare come
luce di speranza per i poveri, i malati, gli affamati di giustizia; che le comunità cristiane siano sempre più vive, aperte, attraenti; che le nostre città siano ospitali e vivibili
per tutti; che l’umanità possa seguire le vie della pace e della fraternità.
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8. A voi laici spetta di testimoniare la fede mediante le virtù che vi sono specifiche:
la fedeltà e la tenerezza in famiglia, la competenza nel lavoro, la tenacia nel servire il
bene comune, la solidarietà nelle relazioni sociali, la creatività nell’intraprendere opere
utili all’evangelizzazione e alla promozione umana. A voi spetta pure di mostrare - in
stretta comunione con i Pasto ri - che il Vangelo è attuale, e che la fede non sottrae il
credente alla storia, ma lo immerge più profondamente in essa.
Coraggio, Azione Cattolica! Il Signore guidi il tuo cammino di rinnovamento!
L’Immacolata Vergine di Loreto ti accompagna con tenera premura; la Chiesa ti
guarda con fiducia; il Papa ti saluta, ti sostiene e ti benedice di cuore.
Azione Cattolica Italiana, grazie!
VISITA DI SUA SANTITÀ
GIOVANNI PAOLO II
A LORETO
ANGELUS
Spianata di Montorso
Domenica, 5 settembre 2004
1. Al termine di questa intensa celebrazione, voglio esprimervi ancora la gioia di
aver potuto essere con voi. Siate sempre disponibili alla voce del Signore Gesù.
Come Egli ha avuto bisogno del fiat di Maria per farsi carne, così il suo Vangelo ha
bisogno anche del vostro sì per farsi storia nel mondo di oggi.
2. Un saludo muy especial a los peregrinos de la archidiócesis de Barcelona y de la
diócesis de Vic, acompañados por el Señor Cardenal Ricardo María Carles, por Mons eñor Lluis Martínez Sistach, Arzobispo de Barcelona, por el Obispo de Vic y los demás
Obispos de Cataluña.
[in catalano]
El nou Beat significa un gran honor per la vostra terra. La seva figura com home,
metge i prevere és un esemple lluminós per els cristians del nostre temps.
[El nuevo Beato significa un gran honor para vuestra tierra. Su figura como hombre, médico y presbítero es un ejemplo luminoso para los cristianos de nuestro tiempo.]
Saludo también cordialmente a los peregrinos de otras diócesis de España y de
América Latina que, junto con sus Obispos, han participado en el Congreso Mundial de
la Acción Católica.
La Acción Católica es y quiere ser la escuela en la cual se aprende a elegir a Dios
con todo el corazón y a seguir a Cristo como único Señor de nuestra vida.
3. Carissimi vi invito a rinnovare il vostro sì e vi affido tre consegne. La prima è
"contemplazione": impegnatevi a camminare sulla strada della santità, tenendo fisso
lo sguardo su Gesù, unico Maestro e Salvatore di tutti.
La seconda consegna è "comunione": cercate di promuovere la spiritualità dell’unità
con i Pastori della Chiesa, con tutti i fratelli di fede e con le altre aggregazioni ecclesiali. Siate fermento di dialogo con tutti gli uomini di buona volontà.
La terza consegna è "missione": portate da laici il fermento del Vangelo nelle case e
nelle scuole, nei luoghi del lavoro e del tempo libero. Il Vangelo è parola di speranza e
di salvezza per il mondo.
La dolce Madonna di Loreto vi ottenga la fedeltà alla vostra vocazione, la generosità
nell’adempimento del dovere quotidiano, l’entusiasmo nel dedicarvi alla missione che
la Chiesa vi affida!
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GIOVANNI PAOLO II
ANGELUS
Castel Gandolfo
Domenica, 12 settembre 2004
1. Secondo un’antica tradizione, si celebra oggi la festa del Nome di Maria. Legato
indissolubilmente a quello di Gesù, questo nome è per i cristiani il più dolce, perché a
tutti ricorda la Madre comune. A Lei Gesù morente ci ha tutti affidati come figli.
Vegli Maria sull’umanità in quest’ora segnata da sconvolgenti esplosioni di violenza.
Vegli specialmente sulle nuove generazioni, desiderose di costruire un futuro di speranza per tutti.
2. Ho colto questa viva aspirazione ad un mondo di giustizia e di pace anche nei ragazzi, nei giovani e negli adulti dell’Azione Cattolica Italiana, che ho incontrato domenica scorsa a Loreto in occasione del loro pellegrinaggio nazionale.
Sono grato al Signore per avermi dato l’opportunità di partecipare a questo importante evento ecclesiale, culminato nella proclamazione di tre nuovi Beati: Alberto Marvelli, Pina Suriano e Pietro Tarrés i Claret.
Ricordando la loro testimonianza, vorrei qui richiamare le tre consegne che a Loreto
ho affidato all’Azione Cattolica: la "contemplazione" per camminare sulla strada della
santità; la "comunione" per promuovere la spiritualità dell’unità; la "missione" per essere fermento evangelico in ogni luogo.
3. La Madonna aiuti l’Azione Cattolica a proseguire con entusiasmo nel proprio impegno di testimonianza apostolica, operando sempre in stretto legame con la Gerarchia, e partecipando in modo responsabile alla pastorale parrocchiale e diocesana.
La Chiesa conta sull’attiva presenza dell’Azione Cattolica e sulla sua fedele dedizione alla grande causa del Regno di Cristo. All’Azione Cattolica guardo con grande fiducia anch’io e ne incoraggio tutti i membri ad essere generosi testimoni del lieto annuncio evangelico, per ridare speranza all’odierna società in cerca di pace.
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Lunedì, 6 settembre 2004
IV Assemblea ordinaria del
Forum Internazionale dell’Azione Cattolica
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Mons. F. Lambiasi. Oggi abbiamo l’Assemblea del FIAC: non è autocelebrazione, ma è l’occasione per constatare se abbiamo il “coraggio del futuro”.
Si tratta di un’assemblea non solo amministrativa, ma anche in ascolto dello Spirito del Signore.
Del segretariato FIAC fanno parte Argentina, Spagna, Burundi, Italia e Messico.
Partecipanti e osservatori
AFRICA: Angola, Burundi, Rwuanda, Zambia, Kenya, Uganda, Congo Democratico, Tanzania, Nigeria, Senegal, Togo, Camerun / Organismi ecclesiali continentali: AMECEA, SCEAM
AMERICA: Canada, USA, Messico, Honduras, Salvador, Guatemala, Cuba, Venezuela, Ecuador, Colombia, Perù, Brasile, Paraguay, Cile, Argentina / Organismi ecclesiali continentali: CELAM
ASIA: Birmania/Myanmar, Israele, Palestina, Libano, Corea del Sud, India / Organismi ecclesiali continentali FABC
EUROPA: Spagna, Portogallo, Francia, Svizzera, Malta, Austria, Polonia, Romania, Rep.
Moldova, Bosnia Erzegovina, Croazia, Ungheria, Bulgaria, Ucraina, Albania, Lituania, Italia,
Slovenia / Organismi ecclesiali continentali: CCEE, COMEC
ORGANISMI INTERNAZIONALI CATTOLICI e Movimenti ecclesiali: FIHC (uomini), UMOFC
(donne), MIDADE (ragazzi), CJOC (giovani lavoratori) e l’Ordine Francescano Secolare.
BEATRICE PASQUAL: SINTESI DEL CONGRESSO FIAC 2004 A R OMA–LORETO
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Mons. Rylko ha definito il Congresso “pietra miliare”: in questo contesto si
tiene anche la 4ª assemblea ordinaria del FIAC: si tratta di guardare al futuro, con due domande: 1. Quali chiamate ci sono pervenute durante il
Congresso?; 2. Cosa fare nell’immediato futuro, in comune, da incarnare
poi nelle realtà e nei contesti in cui AC è presente?
Quattro chiamate:
o Il Carisma di AC: occorre riscoprire con rinnovata fedeltà il carisma di
AC. Siamo fortunati con molta gioia e con la responsabilità di essere
fedeli servitori dei frutti che il Signore vorrà realizzare.
o Vivere e servire la comunità ecclesiale: questo va fatto con la gerarchia della Chiesa. La comunità ecclesiale va vissuta nella Chiesa locale,
con particolare attenzione alla parrocchia, luogo nel quale ognuno, in
comunione con gli altri movimenti e associazioni, promuove uno stile
laicale.
o Formazione di apostoli laici: formazione solida, permanente, integrale,
per tutte le età. Mettere Cristo al centro e la riscoperta del proprio battesimo: ciò per se stessi ed anche per gli altri che non sono in AC.
o Missione: nel messaggio di Giovanni Paolo II, vi è una chiamata a vivere l’unità di fede e di vita; sottolineatura del primato della spiritualità,
ma una spiritualità non ripiegata su se stessa, attenta alla vita, aperta
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alle esigenze della dottrina sociale della Chiesa. Occorrono criteri ed orientamenti per l’azione, ma anche attenzione ai campi ed alle sfide
emergenti: lavorare per la dignità della persona, per la vita, per la famiglia, per la pace e la giustizia, per la vocazione laicale.
Che fare? 1. Chiedere allo Spirito Santo di saper incarnare, accogliere e coltivare questo carisma, per divenire segno profetico nella Chiesa e nel mondo. 2. Compito appassionante: Gesù ci dice di essere con noi, di non temere. Con questi sentimenti ci disponiamo ad affrontare il futuro.
BEATRICE BUZZETTI–THOMSON: LE ATTIVITÀ DEL FIAC NEL TRIENNIO 2001–2004
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Gli orientamenti del FIAC sono in continuità con il passato, ma ci sono diversi nuovi orientamenti del FIAC: cfr. la NMI, la 3ª Assemblea di Roma nel
2001, il Congresso del FIAC. Di questo occorre tener conto per redigere un
rapporto sulle sfide del prossimo triennio.
Il Segretariato si è riunito varie volte: Madrid e Roma (2001). Nuova richiesta di un assistente ecclesiastico: mons. Francesco Lambiasi. Roma e Varsavia (2002). Roma, Sarajevo, Lima, Roma (2003). Roma per tre volte nel
2004.
Diversi incontri continentali: Africa nel 2002 (2° Incontro continentale africano); Sarajevo nel 2003 (3° Incontro continentale dell’Europa mediterranea); Lima nel 2003 (4° Incontro continentale latino–americano). Si tratta
di incontri organizzati dopo la pubblicazione delle Esortazioni apostoliche di
Giovanni Paolo II seguite ai sinodi sull’Africa, l’Europa, l’America.
Diversi incontri con le Chiese locali, con proposta di incontri e seminari su
temi specifici. Diversi incontri con altri organismi ecclesiali.
Incontri con i giovani: 3ª settimana di formazione per giovani con 100 partecipanti e assistenti. Formazione su temi ecclesiastici (cfr. CVat II). Si è
fatto pure un incontro con i giovani di AC nella GMG 2002 di Toronto. Tentativo di contatto con i responsabili giovani delle diverse nazioni del FIAC:
si aspetta sempre ancora un movimento dei giovani FIAC; nel frattempo si
forniscono i mezzi per la loro partecipazione alle diverse iniziative FIAC.
Stretto rapporto con Pontificio Consiglio per i Laici, in modo particolare con
Rylko, Stafford, Carriquiry. Partecipazione di rappresentanti del FIAC alle
giornate di preparazione alle GMG di Toronto e Colonia.
La comunicazione avviene tramite di due bollettini annuali, gli atti dei Congressi, delle Assemblee, degli Incontri continentali. Rinnovata la pagina
web: http://www.azionecattolica.it/FIAC. Si raccomanda di inviare documentazione regionale e comunicazioni locali, ciò nel senso di una condivisone e comunicazione reciproca all’insegna della solidarietà.
Rimane la questione del sostegno al FIAC, che non ha purtroppo un budget
adeguato alle sue necessità. Si ringraziano le fondazioni che vengono incontro alle esigenze finanziarie ed all’ACI.
Diverse beatificazioni di persone vicine all’AC in questo triennio. Altre saranno ancora beatificate prossimamente. Ad ogni AC sta l’accoglienza dei
frutti di questi eventi particolari: Congresso FIAC, Loreto, Assemblea FIAC.
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Nella continuazione della mattinata si procede con lavori a gruppi, per delineare le linee direttrici per il prossimo triennio. Da questi lavori risulta
quanto segue.
o Giovani
§ Una delle priorità di AC e del FIAC nel futuro!
§ Coordinamento giovani a livello internazionale (cfr. 3ª Assemblea
del FIAC 2001): liste di indirizzi per favorire almeno lo scambio.
§ Un incontro continentale per i giovani: nel FIAC si tenga conto di
avere una persona specifica del segretariato riservata a questo
settore.
§ Difficoltà nelle risorse da risolvere.
o Adulti
§ Promuovere l’impegno nella vita pubblica, con attenzione alla pace
ed alla giustizia, in particolare nell’ambito della formazione.
§ Interrelazioni tra fasce d’età a livello nazionale ed internazionale.
o Promozione dell’AC
§ Potenziare le informazioni delle realtà AC in CD, libro.
§ Dinamizzare la pagina web con links, aggiornamenti frequenti.
§ Presentare il Congresso alle Conferenze episcopali.
§ Corso di base sull’AC – con le risorse fondamentali. Formare un
gruppo disposto a tenere questo corso di base.
§ Statuto di base, per formare poi lo statuto nazionale.
o Assistenza ecclesiastica
§ Incontri speciali con spazio agli assistenti ecclesiastici e con formazione specifica per loro.
§ Approfondire il carisma di AC in relazione con gli altri carismi associativi ecclesiali.
§ Promuovere l’AC nei Seminari, non solo a livello teorico ma anche
in prospettiva pastorale.
o Bambini
§ Promuovere la conoscenza e gli scambi.
§ Promuovere le relazioni, perché sia possibile ottenere le risorse
necessarie.
o Formazione
§ Pagine web per interscambio dei materiali e dei sussidi, in particolare il magistero di Giovanni Paolo II.
§ Sostegno da AC ad AC, non tanto da FIAC ad AC.
§ Proposta di criteri generali per la formazione AC (anche riguardo
all’identità).
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Assemblea 2004: per l’elezione del Segretariato 2004–2007, con laici da
cinque paesi diversi. Si tratta di un’esperienza associativa viva, forte e bella. Occorre partecipare alle riunioni del segretariato ed alle sue attività: ci
vogliono un po’ di energie, molte relazioni con i paesi vicini, una certa partecipazione alle iniziative, una solida comunicazione ordinaria.
Si candidano: Spagna, Burundi, Argentina, Italia, Romania, Venezuela,
Messico, Rwanda, Myanmar.
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