Foglio di collegamento - Caritas Diocesana Città di Castello

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Foglio di collegamento - Caritas Diocesana Città di Castello
Diocesi di Città di Castello
Foglio di collegamento
Notiziario mensile della Chiesa Tifernate
Giugno 2016
Numero 79
Anno VIII
“Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”
(1Cor 13,7)
Così termina l’inno alla carità di San Paolo.
Ripete per quattro volte “tutto”. Il soggetto è agape, ossia l’Amore che proviene da Dio. L’Amore che è Dio.
L’Amore rivelato e testimoniato da Gesù, venuto a servire mettendosi in modo umile e povero all’ultimo posto (vedi lavanda dei piedi), fino a morire sulla croce,
fino ad offrirci se stesso in cibo.
Amore è dunque donare tutto, gratuitamente, liberamente.
Non è un sentimento, tanto meno la soddisfazione di
un bisogno e neanche solo un dovere.
Ma allora cos’è? È possibile diventare misericordiosi
come il Padre che “tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”?
È possibile solo se il Padre ci dona lo Spirito che ci rende capaci di agire come Gesù.
Se noi rimaniamo in Gesù e Gesù in noi (come nella comunione eucaristica), è possibile pensare, parlare, agire, amare come Lui.
Occorre fede viva e preghiera, attenzione e disponibilità a seguire quello che lo Spirito suggerisce per
mettere in atto quell’Amore che ci fa “misericordiosi come il Padre”, il quale:
 tutto scusa. Come Gesù con i peccatori, anche con quelli che tutti condannavano, anche con Pietro,
anche con i suoi crocifissori che - secondo Lui - non sapevano quel che facevano. Scusare significa secondo Papa Francesco (cf Amoris laetitia, nn. 112-113) - il buon uso della lingua: saper mantenere
il silenzio circa il negativo delle persone, non giudicare e condannare, non sparlare, non diffamare.
Chi non pecca con la lingua è un santo, dice la Lettera di San Giacomo. Ma non basta: occorre
parlare bene, benedire, custodire la buona fama di tutti.
I difetti e le mancanze non sono mai la totalità della persona che ha sicuramente aspetti positivi.
Ricordiamo che il Signore ama ogni uomo com’è, anzi si rivela ancora più misericordioso dinanzi
al figlio più bisognoso e peccatore (cf Parabola del Padre misericordioso). Proprio quell’Amore che
“tutto scusa” e perdona converte l’uomo e gli fa sperimentare la gioia vera.
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
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tutto crede. Il Signore ha fiducia di ogni uomo, attende che il figlio ritorni, crede che il bene vinca
sul male, che la brace sotto la cenere torni ad ardere. L’amore dà fiducia, anche quando l’altro non
ce l’ha e forse l’ha tradita. La fiducia trasmette la forza di reagire al male attingendo alle risorse di
bene che mai finiscono e che forse non sono riconosciute. Può nascere così un rapporto costruttivo,
sincero, liberante.
tutto spera. Le situazioni, l’altro, io, tutto può cambiare. Mai disperare, ricordando il Fatto più incredibile: la risurrezione di Gesù dopo tre giorni!
“Spera sempre che sia possibile una maturazione, un sorprendente sbocciare di bellezza, che le potenzialità più
nascoste del suo essere germoglino un giorno. Non vuol dire che tutto cambierà in questa vita. Implica accettare
che certe cose non accadano come uno le desidera, ma che forse Dio scriva diritto sulle righe storte di quella persona e tragga qualche bene dai mali che essa non riesce a superare in questa terra” (AL n. 116).
La speranza ci apre alla certezza della vita eterna e del Paradiso, dove Gesù ha preparato un posto
per tutti.
tutto sopporta. Sopportare con spirito positivo e non semplicemente “mandando giù” o accumulando nel cuore l’amarezza e che poi non si riesce a contenere. È capacità di far fronte e trasformare il
male in bene, ricordando che “la persona forte è la persona capace di spezzare la catena dell’odio con
l’amore” (Martin Luter King).
Ho richiamato queste parole di San Paolo, commentate per esteso da Papa Francesco nell’ Amoris laetitia, cap 4°, per aiutarci a vivere ancor meglio il Giubileo della misericordia, avendo davanti agli occhi,
soprattutto in questo mese, il Cuore di Gesù e il Cuore di Maria. Dal loro cuore hanno fatto traboccare
quell’Amore misericordioso che “tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”. È qui la santità cristiana.
il
vescovo
informa
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Il 2 giugno facciamo memoria dei santi Crescenziano e compagni martiri. Sono gli evangelizzatori della
nostra Chiesa, le cui reliquie sono conservate nella cripta della Cattedrale.
Invochiamo con fede e con gratitudine la loro intercessione.
Invito ad usare il nuovo Proprio Diocesano (Messale-Lezionario-Liturgia delle Ore) ormai disponibile per tutti. Chi non l'ha, lo trova in Cancelleria.
Ricorderemo in modo particolare i nostri santi alle ore 16:00 alla Pieve de’ Saddi, luogo del martirio
di San Crescenziano e della morte del nostro patrono San Florido. La Pieve, grazie alla disponibilità della famiglia Bosi, accoglie i pellegrini di passaggio e offre un’ospitalità molto gradita.

Come concordato con i Consigli Presbiterale e Pastorale mercoledì 15 giugno avrà luogo l’Assemblea
del Clero (tutti dovrebbero parteciparvi!), mentre nelle tre Zone pastorali ci sarà la Verifica dell’Anno
pastorale con la partecipazione del clero, religiosi/e e del Consiglio pastorale di zona. Più avanti si
trova una traccia per favorire puntuali interventi sia di verifica che di proposte. Dare il proprio contributo è un gesto di corresponsabilità ecclesiale.
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Lunedì 6 giugno ore 21:00 nella nuova sala parrocchiale della Madonna del Latte il card. Gualtiero Bassetti
presenterà l’Esortazione Apostolica postsinodale Amoris laetitia. È un incontro aperto a tutti. Approfondiremo, insieme al cardinale che ha partecipato ai due Sinodi, gli orientamenti di Papa Francesco
sull’amore nella famiglia. È quanto mai opportuno un “passa parola” su questo interessante appuntamento.
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
Il 9 giugno a Collevalenza, con inizio alle ore 9:30, avrà luogo la celebrazione della Giornata di Spiritualità presbiterale per il clero dell'Umbria (vedi la lettera d’invito). Chiedo ai sacerdoti e diaconi di prenotarsi in Cancelleria per organizzare il viaggio con 2/3 pulmini, altrimenti provvedano coloro che
partecipano, tenendo conto delle diverse opzioni per raggiungere Collevalenza.
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Il 29 giugno è la solennità dei Santi apostoli Pietro e Paolo. Invito ad una preghiera particolare per la
Chiesa, fondata su queste “due colonne”, per Papa Francesco che il Signore ci ha dato come successore di Pietro, per la nostra Chiesa. Raccomando la colletta obbligatoria per la carità del Papa.
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Il 29 giugno tanti sacerdoti ricordano l’anniversario dell’ordinazione sacerdotale. A tutti loro il nostro augurio accompagnato dalla gratitudine e dalla preghiera. In particolare siamo vicini a Mons. Giacchi
Loris che il 29 giugno celebra il 70º di sacerdozio e a Don Aldo Viti che ricorderà il 50º. Invito tutti a partecipare alla Santa messa delle ore 10:00 in Cattedrale.
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Le Parrocchie della Diocesi organizzano, nella prossima estate, varie attività rivolte ai ragazzi, ai
giovani e alle famiglie. Queste attività, mettendo in atto la collaborazione tra le varie parrocchie
all’interno delle unità pastorali e delle Zone pastorali, curano la formazione dei ragazzi e dei giovani, oggi più che mai preziosa. Il Signore benedica e renda fruttuoso questo servizio.
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Ringraziamo il Signore per il nostro clero: 48 sacerdoti del clero diocesano, 10 religiosi, 17 diaconi e 3
seminaristi. Preghiamo per loro e sosteniamoli nel loro impegno pastorale non facile.
Faccio presente che alcuni sono nelle condizioni di grave sofferenza. È doveroso ricordare al Signore e far loro visita (è tra l’altro un’opera di misericordia!). A volte si trovano abbastanza soli,
dopo aver donato la loro vita agli altri. Ricordo in particolare Mons. Magio Bogliari, Mons. Lino
Bricca, Mons. Loris Giacchi, Mons. Celestino Vaiani, Mons. Cesare Pazzagli, Mons. Domenico
Renzini, Don Sante Trottini, Don Giuseppe Amantini, Mons. Giovanni Bastianoni e il diacono
Franco Belli, ancora in clinica a Trevi. Anche qualcuno più giovane ha problemi di salute. Preghiamo per loro e per nuove vocazioni.

Il 30 giugno inizia la novena di Santa Veronica. Più avanti, si trova il programma. Invito alla partecipazione, invocando ancora l'intercessione della nostra cara Santa che nell’ultima Assemblea dei vescovi ha avuto il placet per essere proclamata nel prossimo futuro “Patrona degli sportivi della scherma”, sport che alla giovane Veronica piaceva.
D’accordo con Mons. Franco Sgoluppi e Don Cristian Burca, a cominciare da sabato 6 agosto, in ogni
primo sabato del mese, faremo la preghiera per le vocazioni al sacerdozio, alla vita consacrata e al ma-
trimonio cristiano.
Ore 7:30; da Fabbrecce si parte in pellegrinaggio a piedi per Canoscio, recitando il Santo Rosario.
Ore 8:30: in Basilicata si celebra la Santa Messa. Sono invitati clero, religiosi/e, aggregazioni e laici.
 Domenico Cancian f.a.m.
Vescovo
3
agenda
del
mese
GIUGNO 2016
Mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù e di Maria
1
MERCOLEDI'
S. GIUSTINO MARTIRE
GIOVEDI'
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3
4
5
6
7
8
9
S. MARCELLINO
Festa della Repubblica
VENERDI'
S. CARLO L.LIST
SABATO
S. QUIRINO VESCOVO
DOMENICA
S. BONIFACIO VESCOVO
LUNEDI'
S. NORBERTO VESCOVO
MARTEDI'
S. ROBERTO VESCOVO
MERCOLEDI'
S. MEDARDO VESCOVO
GIOVEDI'
S. PRIMO, S. EFREM
VENERDI'
10 S. DIANA, S. MARCELLA
DOMENICA
12 S. GUIDO, S. ONOFRIO
LUNEDI'
13 S. ANTONIO DA P.
MARTEDI'
14 S. ELISEO
MERCOLEDI'
15 S. GERMANA , S. VITO
- ore 18.00, San Giustino. Santa Messa del vescovo in onore del Patrono. Segue Processione.
S. Crescenziano e compagni martiri (memoria obbligatoria).
- ore 16.00, Pieve de’ Saddi. Il vescovo celebra la S.Messa nella memoria di San Crescenziano e compagni martiri.
Compleanno di Martinelli don Paolo.
Solennità del Sacro Cuore.
Giubileo dei Sacerdoti e Giornata di santificazione sacerdotale.
- ore 21.00, Pistrino. S.Messa con amministrazione della Cresima e
processione eucaristica.
Cuore Immacolato di Maria
- ore 18.30, Casa Madre delle suore Figlie della Misericordia. Il vescovo presiede la S. Messa in occasione dell'anniversario della fondazione delle Figlie della Misericordia.
-ore 16.00, Basilica di Canoscio. Il vescovo partecipa al pellegrinaggio
giubilare con i fedeli della Zona Nord.
- ore 09.30, Assisi. Il vescovo partecipa alla riunione della CEU.
- ore 21.00, Madonna del Latte. Il Cardinal Bassetti presenta
l’esortazione Amoris Laetitia di Papa Francesco sull’amore nella famiglia (vedi manifesto).
- ore 21.00, San Giustino. Il vescovo presiede l‘Assemblea di verifica
con il Consiglio pastorale della Zona Nord.
Anniversario ordinazione di Tacchini don David e Valori don Simone
(2014)
- ore 18.00, Collevecchio. Santa Messa del vescovo per il Gruppo
“A.M.A. Farfalle” che opera in favore dei malati.
Giornata di spiritualità sacerdotale a Collevalenza (Vedi programma).
-ore 15.00, Collevalenza. Il vescovo presiede l'incontro della Commissione regionale presbiterale.
- ore 21.00, Sala Santo Stefano. Il vescovo presiede l‘Assemblea di verifica con il Consiglio pastorale della Zona Centro.
Beata Florida Cevoli, vergine, memoria obbligatoria.
- ore 18.30, Chiesa di S.Francesco. Il vescovo celebra la Messa in onore di S.Antonio di Padova e benedice i bambini.
Onomastico di Ferrini don Antonio, Mandrelli don Antonio, Rossi
mons. Antonio e P. Antonio Caprioli ofm.conv.
- ore 10.00, Roma. Il vescovo partecipa all’incontro della Commissione
mista (vescovi e religiosi).
Compleanno di P. Antonio Caprioli ofmconv.
- ore 09.30, Centro Studi Carlo Liviero (PASC). Assemblea di verifica del clero. Segue il pranzo
4
GIOVEDI'
16 S. AURELIANO
VENERDI'
17 S. GREGORIO B.
DOMENICA
19 S. ROMUALDO AB.
LUNEDI'
20 S. SILVERIO PAPA.
MARTEDI'
21 S. LUIGI GONZAGA
MERCOLEDI'
22 S. PAOLINO DA NOLA
GIOVEDI'
23 S. LANFRANCO VESCOVO
VENERDI'
24 NATIV. S. GIOVANNI B.
DOMENICA
26 S. VIGILIO VESCOVO
MARTEDI'
28 S. ATTILIO
MERCOLEDI'
29 SS. PIETRO E PAOLO
GIOVEDI'
30 SS. PRIMI MARTIRI
- ore 17.30, Roma, Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede. Il vescovo partecipa alla presentazione del libro: “Assisi-Collevalenza. Due
sorgenti per rigenerarsi”.
Anniversario della nomina a vescovo di P.Domenico Cancian f.a.m.
Anniversario di ordinazione presbiterale di Mons. Giuseppe Tanzi.
- ore 16.00, Vescovado. Il vescovo presiede l'incontro del CDAE.
- ore 11.00, Canoscio. Santa messa del vescovo con l'Associazione
“Amici del Cuore”.
Gita di fraternità dei sacerdoti tifernati a Ravenna
- ore 09.00, Collevalenza. Il vescovo incontra i Provinciali dei Frati
minori dell’Italia Centrale per il Giubileo della misericordia.
- ore 17.30, Santuario Madonna delle Grazie. Il vescovo celebra
l’eucaristia per insegnanti di religione cattolica (IRC). A seguire un incontro con la presenza del Prof. Massimo Liucci, delegato regionale
IRC. Segue cena.
Onomastico di Massetti diacono Luigi e Padre Luigi Biscarini ofcon.cap
Anniversario sacerdotale di Milli don Filippo (2015).
Roma-San Pietro. Il vescovo accompagna un gruppo dei motociclisti
di Città di Castello all’Udienza Generale di papa Francesco.
Compleanno di Czortek don Andrea.
Onomastico di Trani don Paolino.
Compleanno padre ortodosso Petru Heisu.
Anniversario ordinazione di Rossi diacono Franco (2007).
- ore 07.30, Citerna, Monastero Benedettine. Il vescovo presiede la celebrazione delle Lodi e della S.Messa.
Compleanno di Bartolucci don Graziano.
Anniversario sacerdotale di Mandrelli don Antonio (1060)
- ore 08.30, San Martino in Castelvecchio. Santa messa del vescovo.
Compleanno di P. Vittorio Calzolaio ofmconv.
- Anniversario ordinazione sacerdotale di Bogliari mons. Magio
(1942); Renzini mons. Domenico, Trottini don Sante (1953); Migliorati don Moreno (1998); diaconi Boriosi Vittorio e Massetti Luigi (1998);
diaconi Belli Franco e Polchi Modesto (1999).
Colletta obbligatoria per la carità del Papa
- ore 10.00, Cattedrale. Il vescovo presiede la Santa Messa, concelebrata dai seguenti sacerdoti che ricordano l’anniversario di ordinazione:
70° di Giacchi mons. Loris (1946); Bricca mons. Lino (1947); Vaiani
Mons Celestino (1950); Pazzagli mons. Cesare (1955); 50° di Viti don
Aldo (1956); Forlucci don Pietro (1962); Amantini don Giuseppe
(1963); Trani don Paolino (1965); Cangi mons. Olimpio (1967); Cappelli mons. Giovanni (1971); Biondini don Samuele (1997); Cosa don
Francesco (1998); Sipos don Stefano (2001); Bârsan don Adriano
(2002).
- ore 18.00, Cattedrale San Lorenzo (Perugia). Il vescovo partecipa alla Concelebrazione Eucarestia presieduta dal Card. Gualtiero Bassetti, in occasione del 50° anniversario della sua ordinazione sacerdotale.
Inizio della novena di Santa Veronica
Compleanno di Sipos don Stefano.
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assemblee
di
verifica
2016
Questionario di VERIFICA per l’anno pastorale 2015-2016
PROSPETTIVE per il futuro
1. GIUBILEO STRAORDINARIO DELLA MISERICORDIA
- Quali le iniziative più significative?
- Come è stata attuata e rinnovata la prassi del Sacramento della Confessione?
- Cosa è da mantenere una volta passato il Giubileo?
2. ATTUAZIONE DELLE UP
- Sono stati costituiti e resi operanti in tutte le UP il “Consiglio presbiterale” e il “Consiglio pastorale”?
- Ha fatto progressi la fraternità e la corresponsabilità tra le varie componenti della UP
(clero-religiosi-laici)?
- Come e quanto viene valorizzato il ministero dei diaconi?
- Come vengono promossi l’accesso e la preparazione ai ministeri laicali?
- Si stanno individuando e preparando Assistenti o Referenti Pastorali laici cui affidare
settori della pastorale delle parrocchie e di UP; o anche il compito, là dove manca il parroco residente, di mantenere aperte e funzionanti le strutture parrocchiali e il contatto
ordinario con i fedeli?
3. PROCESSI EDUCATIVI E FORMATIVI
- Come procedono i percorsi formativi che vengono proposti per accompagnare bambini,
giovani, adulti e famiglie?
- Come valutare le iniziative messe in campo dagli Uffici diocesani: catechesi ed evangelizzazione, pastorale familiare e giovanile?
- Come viene promossa la pastorale vocazionale?
4. RAPPORTO PARROCCHIA-MOVIMENTI/ASSOCIAZIONI
- Come sono vissute le relazioni tra le diverse aggregazioni del popolo di Dio, nel rispetto
del carisma specifico, ma senza perdere di vista la fondamentale comunione ecclesiale?
- In particolare, come sono vissuti i rapporti tra parrocchie e movimenti/associazioni?
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Conferenza Episcopale Umbra
1. GIORNATA DI “SANTIFICAZIONE SACERDOTALE”
NELL’ANNO SANTO DELLA MISERICORDIA
Carissimi sacerdoti,
La Conferenza Episcopale Umbra e la Famiglia dell’Amore Misericordioso con grande
gioia, ancora una volta vi invitano a partecipare alla ormai tradizionale “Giornata di Santificazione Sacerdotale” per tutto il clero dell’Umbria, a Collevalenza, giovedì 09 giugno 2016.
Il peculiare contesto del Giubileo straordinario della misericordia, ci offre quest’anno un motivo in
più per ringraziare il Signore del dono inestimabile del presbiterato, per il quale siamo costituiti segno
e strumento della misericordia del Signore.
La Beata Madre Speranza, vera madre dei sacerdoti, vi attende presso questo Santuario, dove potremo anche attraversare la Porta santa della misericordia e ravvivare la grazia del sacramento
dell’Ordine, per contribuire, con la nostra testimonianza, a tenere in piedi l’architrave della vita della
Chiesa (cf Misericordiae vultus, n. 10) in questo tempo che il Signore ci ha dato da vivere.
Vi aspettiamo con gioia, affidando il buon esito di questa giornata a Maria, Madre della misericordia e del nostro sacerdozio.
P. Aurelio Perez FAM
Gualtiero Card. Bassetti
Superiore Generale FAM
Presidente della CEU
PROGRAMMA DELLA GIORNATA:
Ore 8.30 pellegrinaggio penitenziale a piedi:
- E 45 Uscita Casigliano Collevalenza (parcheggio località Selvarelle a 500 metri dopo l’uscita in direzione Collevalenza; ci sarà servizio d’ordine ad attendere i sacerdoti). Percorso a piedi Km
2,5, tempo di percorrenza 50 minuti circa (percorso in salita).
- E 45 Uscita Todi San Damiano direzione Chioano. Si va in macchina sino al paesino di Chioano, si
parcheggia. Percorso di Km 3,5. Tempo di percorrenza 50 minuti. Letture e meditazione durante il tragitto (percorso pianeggiante).
- Con il pulmino si tornerà a prendere le macchine lasciate nei parcheggi.
Ore 9.10 (per chi non fa il pellegrinaggio a piedi) nella basilica inferiore, preparazione alla Confessione.
Ore 9.30 – 10.15 Confessione e possibilità di immergersi nelle piscine del Santuario.
Ore 10.30- 11. 45 Sala convegni : Meditazione sul tema: “Gesù parla in parabole della misericordia
di Dio”, tenuta da Mons. Ermenegildo Manicardi, rettore dell’Almo Collegio Capranica
di Roma.
Ore 12.00 Partendo dalla cripta, percorso in piazza e attraversamento della Porta Santa; salita alla
basilica superiore e concelebrazione. Verrà proposta una colletta tra i sacerdoti per un segno di carità che vorranno realizzare i Vescovi Umbri. Ogni sacerdote porti camice e stola
bianca.
Ore 13.30 Pranzo.
8
dalla
CEU
NOTA PASTORALE SULLE CELEBRAZIONI EUCARISTICHE1
Introduzione
È assai antica la consuetudine di chiedere al sacerdote di celebrare la Santa Messa secondo le intenzioni dei fedeli, pregando cioè per qualche avvenimento della vita propria o altrui: per ringraziare dei beni
ricevuti, per invocare la vicinanza di Dio nelle prove, per gioire nelle ricorrenze particolari.
Il sacrificio della Messa può essere anche offerto per aiutare le anime dei defunti nel loro cammino di
purificazione verso Dio: è in virtù della "comunione dei santi" che essi ricevono giovamento dalla preghiera di suffragio; a loro volta possono intercedere presso Dio per i vivi.
La tradizione della Chiesa ha legato alla richiesta di applicare la Santa Messa per una particolare intenzione l'uso di contribuire con un'offerta al sostentamento dei sacri ministri e alle necessità della comunità. Essa non è un obbligo, né tantomeno implica alcuna forma di "acquisto" o di "diritto" dell'offerente sulla celebrazione, che rimane a vantaggio di tutta la Chiesa e di tutti i presenti, anche qualora
vengano espressamente comunicati il nome del defunto o l'intenzione particolare. Essa nemmeno esenta da altre forme di partecipazione economica alla vita della Chiesa, sostenere la quale continua ad essere un impegno importante per tutti i cristiani.
D'altra parte, nel contesto attuale del nostro Paese, l'esistenza di altre risorse e modalità per il sostentamento del clero e la vita delle parrocchie rischia di lasciare in ombra e di esporre a pratiche non corrette l'antica usanza delle offerte per la celebrazione di Sante Messe. Anche perché, come conseguenza
del lodevole intento di allontanare l'idea di commercio dai sacramenti, è diminuita la consapevolezza
dell'importanza di avvalersi di tale forma di suffragio, con il conseguente ridursi del ricorso a questa
pratica da parte dei fedeli.
In altri Paesi, soprattutto in terra di missione, la situazione è assai diversa: le offerte date per la celebrazione di Sante Messe secondo le intenzioni dei fedeli rimangono una delle risorse economiche principali perché i preti possano vivere e svolgere il ministero. La possibilità di far celebrare ai missionari e
a preti bisognosi alcune Sante Messe, trasferendo loro le relative offerte, è una delle ragioni per cui i
Vescovi umbri intendono ancor oggi normare con cura la prassi dell'applicazione delle intenzioni e della gestione delle relative offerte.
Si rende quindi opportuno da una parte ribadire le ragioni della permanenza di tale antica usanza,
dall'altra evitare che abusi o trascuratezza ne sminuiscano l'importanza dinanzi ai fedeli. Il presente
documento intende offrire ai presbiteri e alle comunità cristiane i criteri e le norme per un'intelligente
presentazione e una corretta gestione delle offerte legate all'applicazione delle intenzioni delle Sante
Messe.
1. L’azione liturgica
1. "Ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo sacerdote e del suo corpo che è la
Chiesa, è azione sacra per eccellenza, e nessun'altra azione della Chiesa ne uguaglia l'efficacia allo
stesso modo e allo stesso grado" (SC, 8).
2. Nella celebrazione eucaristica i fedeli non assistono "come estranei o muti spettatori" ma partecipano attivamente "offrendo l'ostia immacolata non soltanto per le mani del sacerdote, ma insieme a
lui" (SC, 48). È "tutta la comunità, il corpo di Cristo unito al suo Capo, che celebra". (CCC, 1140)
1
La presente Nota sostituisce quella emanata dalla Conferenza Episcopale Umbra il 3 dicembre 2001 e si riferisce, in
particolare, alla celebrazione delle Messe "binate", "trinate" e "plurintenzionali". I numeri tra parentesi indicano i canoni del Codice di diritto canonico.
9
2. Il sacerdote
1. Celebra lecitamente il sacerdote che non ne sia canonicamente impedito (1044, 1331, 1332,
1333, 916).
2. Si richiede inoltre che egli sia digiuno da almeno un'ora prima della comunione eucaristica, a
meno che sia malato o anziano (919).
3. Un sacerdote sia ammesso a celebrare, anche se sconosciuto al rettore della chiesa, nel caso
che esibisca una lettera commendatizia (celebret) del suo Ordinario o del suo superiore, oppure che si
possa con prudenza ritenere che non sia impedito di celebrare (903).
3. L' applicazione o intenzione particolare
1. Il sacerdote può "applicare" la messa per qualsiasi persona, viva o defunta (901). L'applicazione è sempre libera, eccetto in due circostanze:
a) missa pro populo. Dopo la "presa di possesso", il parroco (534) e l'amministratore parrocchiale
(540, §1) sono tenuti a celebrare personalmente, per il popolo loro affidato, una messa nelle domeniche
e nelle feste che nella propria diocesi sono di precetto.
I predetti soggetti, qualora abbiano la cura pastorale anche di altre parrocchie, soddisfano l'obbligo applicando una sola messa per il popolo loro affidato. (388 §3; 534 §2).
L'obbligo è grave e, in quanto imprescrittibile (199, n.5), non viene mai meno, anche qualora
sia stato trascurato per molto tempo. Chi non lo abbia soddisfatto applichi quanto prima pro populo le
messe tralasciate (388, §4; 534, §3). Chi ne fosse legittimamente impedito (ad es. per malattia) applichi
la messa in tali giorni mediante un altro sacerdote o, personalmente, in giorni diversi. (534 §1). Nella
celebrazione della messa pro populo non si facciano nomi di defunti.
b) missa ad mentem offerentis. L'applicazione diviene obbligatoria ex iustitia ogni volta che il sacerdote abbia accettato l'offerta, quale che essa sia. L'obbligo resta integro anche se l'offerta ricevuta sia
per qualsiasi motivo andata perduta.
2. Si abbia cura di adempiere gli obblighi derivanti da eventuali "legati di messe" e di redigere
una tabella degli oneri connessi da esporre in luogo ben visibile affinché non siano dimenticati (1307
§1). La riduzione degli oneri è riservata alla Sede Apostolica (1308). Nuovi legati possono essere accolti solo con il consenso scritto dell'Ordinario diocesano, e dovranno avere una durata non superiore a
dieci anni. L'offerta stabilita (cf art. 3/2) è la misura per calcolare la soddisfazione dei legati.
4. L’offerta
1. È lecito ad ogni sacerdote che celebra o concelebra ricevere la relativa 'offerta' affinché applichi la messa secondo una determinata intenzione (945, §1). È tuttavia "vivamente raccomandato" di
celebrare secondo le intenzioni dei fedeli, soprattutto dei più poveri, senza ricevere alcuna offerta (945,
§2). È altresì opportuno e lodevole che le offerte percepite dal sacerdote per intenzioni di messe siano
da lui utilizzate soprattutto per le sue espressioni personali di carità. In ogni caso, deve essere tenuta
del tutto lontana perfino l'apparenza di contrattazione o di commercio (947).
2. A norma del Codice di diritto canonico (952), e in conformità a quanto avviene in altre Regioni ecclesiastiche, al fine di evitare abusi di richieste maggiori, in Umbria l'offerta è attualmente fissata in dieci euro. Il fedele che, in occasione della celebrazione di una santa messa, intendesse liberamente dare al sacerdote una offerta maggiore di quella prevista dovrà esplicitamente indicarne le finalità.
3. Al fine di scongiurare la stessa parvenza di uno scambio economico con il rito sacro, occorre
che tutti siano resi consapevoli del significato teologico ed ecclesiale di questo antichissimo gesto: l'importanza del donare insegnata da Gesù stesso e di cui questa offerta è una forma peculiare, la partecipazione personale al sacrificio eucaristico, la condivisione dei beni, un contributo per il servizio ecclesiale, per le attività apostoliche e le espressioni personali di carità dei sacri ministri.
4. Il sacerdote può tenere per sé l'offerta di una sola messa, eccettuata la solennità del Natale
(951 §1), giorno in cui sono previste tre celebrazioni (notte, aurora, giorno).
5. Anche il 2 novembre, giorno della commemorazione dei fedeli defunti, è possibile celebrare
tre messe di cui una può essere applicata ad libitum, la seconda deve essere applicata per tutti i fedeli
defunti e la terza secondo le intenzioni del Santo Padre.
6. Con la debita autorizzazione, il sacerdote può celebrare più messe nella stessa giornata, ma
può trattenere per sé una sola offerta. Le altre devono essere trasmesse al proprio Ordinario, vescovo o
superiore religioso. Se tuttavia si tratta di un parroco o un vicario parrocchiale appartenente a un Isti10
tuto di vita consacrata, tali offerte devono essere trasmesse all'Ordinario diocesano, perché le destini a
sostenere le opere pastorali e di carità.
7. Le offerte di messe che non potranno essere celebrate entro un anno dalla loro ricezione vanno consegnate per intero al proprio Ordinario per essere poste a disposizione di sacerdoti missionari,
malati, anziani o comunque in difficoltà.
8. Al fine della massima regolarità e trasparenza in questa delicata materia, non si trascuri il registro delle messe.
5. Binazioni e trinazioni
1. Eccetto i giorni indicati agli art. 4.4 e 4.5 e i casi in cui si può concelebrare (cf art. 5) non è lecito al sacerdote celebrare più di una volta al giorno (905, §1).
2. Quando vi sia scarsità di sacerdoti, l'Ordinario diocesano può concedere che, per l'utilità dei
fedeli, i sacerdoti possano celebrare due volte al giorno e, per necessità, anche tre volte nelle domeniche e
nelle feste di precetto (905, §2). Il relativo decreto va rinnovato anno per anno. Ulteriori celebrazioni,
per lo stesso giorno, possono essere autorizzate soltanto dalla Santa Sede.
3. Nei casi indicati nel precedente n. 2 il sacerdote può trattenere per sé, purché in coscienza veramente motivato e a titolo estrinseco (ad es. per disagi derivanti dalla distanza dei luoghi delle celebrazioni, ecc.), la metà dell'offerta stabilita.
4. Al termine di ogni anno solare ogni sacerdote deve comunicare all'Ordinario del luogo il numero totale delle messe binate e trinate, come pure delle eventuali celebrazioni ad mentem episcopi,
attraverso l'apposito formulario.
6. Concelebrazioni
1. A meno che l'utilità dei fedeli non richieda o consigli diversamente, i sacerdoti possono sempre concelebrare, rimanendo tuttavia intatta per i singoli la libertà di celebrare in modo individuale,
non però contemporaneamente nella stesso luogo di culto (902).
2. Ogni volta che presiede il vescovo i sacerdoti possono concelebrare anche binando o trinando
ma, come sempre in questi casi, senza percepire alcuna offerta.
7. Messa festiva anticipata
1. Poiché la messa serale del sabato, o del giorno precedente una festa di precetto, è da considerarsi festiva, il rito liturgico deve avvenire secondo le esigenze e le modalità di quello del giorno seguente.
2. Questa messa, considerandosi come binata in relazione al giorno in cui si celebra, non entra
nel computo delle messe autorizzate per il giorno successivo.
8. Messe plurintenzionali
1. Devono essere applicate messe distinte secondo le intenzioni di coloro per i quali l'offerta,
anche se esigua, è stata data e accettata per quella determinata intenzione.
2. È consentito, non più di due volte la settimana, unire in un'unica messa più intenzioni a condizione che:
a) gli offerenti, preventivamente ed esplicitamente informati, siano consenzienti e liberi di dare
l'offerta che riterranno opportuna;
b) siano pubblicamente indicati il giorno, la chiesa e l'orario della celebrazione;
c) il sacerdote percepisca solo l'offerta stabilita per una singola celebrazione;
d) la somma residua eccedente tale offerta sia consegnata all'Ordinario di cui all'art. 4 n. 6, perché ne faccia l’uso pastorale o di carità che egli dispone.
3. Nel caso ci fossero stati degli abusi in questa materia, essi vanno adeguatamente riparati d'intesa con il proprio Ordinario ed anche, nei casi più difficili, ricorrendo alla Santa Sede per opportuno discernimento e decisione.
Assisi, 8 dicembre 2015,
Solennità dell’Immacolata Concezione della B.V.M.
I Vescovi della Conferenza Episcopale Umbra
11
Lunedì 20 giugno 2016
IL CLERO IN GITA DI FRATERNITÀ A RAVENNA
Preti e diaconi sono inviati a partecipare alla gita di fraternità a
conclusione dell’anno pastorale 2015/2016. Avremo come meta Ravenna, la “città dei mosaici”, capitale dell'Impero romano
d'Occidente (402-476), del Regno degli Ostrogoti (493-553) e
dell'Esarcato bizantino (568-751).
Ecco il programma:
-
Ore 07.30: ritrovo e partenza dal Parcheggio “Ansa del Tevere”;
Ore 09.30: arrivo a Ravenna e visita alla Città;
Ore 12.00: incontro con l’Arcivescovo e celebrazione eucaristica in Cattedrale;
Ore 13.00: pranzo di pesce in ristorante;
Pomeriggio libero;
Rientro in serata.
Per informazioni e iscrizioni rivolgersi in Cancelleria Vescovile
uffici
di
curia
USMI e CISM
Giornata regionale della Vita Consacrata in Umbria
Numerosi religiosi e religiose, provenienti da tutta l’Umbria, si sono
radunati sabato 14 maggio al Santuario dell’Amore Misericordioso
di Collevalenza per celebrare l’annuale Giornata regionale della Vita Consacrata. Questa volta l’incontro, collocandosi all’interno
dell’Anno Santo straordinario, è stato l’occasione per celebrare un
giubileo dedicato ai consacrati che vivono ed operano nel nostro territorio.
Ad accogliere i religiosi, che per ricevere misericordia si sono fatti
pellegrini, il Vescovo di Città di Castello, delegato CEU per la Vita
Consacrata ed il Clero, S.E. Mons. Domenico Cancian, che ha presieduto la preghiera di Ora Terza. Prendendo spunto dalla Parola proclamata ha invitato i presenti ad accogliere
l’Amore di Dio che “riconcilia a sé il mondo in Cristo”. Sta a noi aprire le porte del cuore ed accogliere questo dono
abbondante e gratuito. Ha poi aggiunto l’invito/provocazione a non lasciarci togliere l’entusiasmo e lo stupore che
tale dono suscita in noi, a non abituarci alla grandezza e straordinarietà dell’amore di Dio. Tutto questo, ha concluso il Vescovo, è finalizzato – come recita il logo del Giubileo – a diventare “misericordiosi come il Padre”.
Il secondo momento vissuto insieme ci ha posti in ascolto del Cardinale Gualtiero Bassetti che non si è limitato alla
lettura della relazione preparata, dal titolo “La Vita Consacrata alla luce del Giubileo della Misericordia”.
12
L’intervento del Cardinale è risultato particolarmente arricchito, come accade sovente, da diversi aneddoti personali
con l’effetto di una maggiore, e più gradevole, fruibilità di quanto intendeva trasmetterci.
Al centro dell’intervento ha posto ciò che ogni cristiano dovrebbe testimoniare, a maggior ragione quindi i consacrati: il cuore del Vangelo è la Misericordia. È un concetto semplice che arriva dritto al cuore di chi ascolta e viene recepito anche da chi ci sembra lontano. Perciò la Misericordia non può che essere al centro della vita dei Consacrati.
Perciò, è sembrata particolarmente ispirata la celebrazione di questi due anni speciali: quello sulla Vita Consacrata,
lo scorso anno, e quello sulla Misericordia, nell’anno in corso. La misericordia ricevuta e donata, ha ribadito Bassetti, deve caratterizzare la Vita Consacrata.
Riportiamo in seguito il testo integrale della Lettera ai consacrati e alle consacrate dell’Umbria:
LETTERA AI CONSACRATI E
ALLE CONSACRATE
DELL’UMBRIA
Misericordia, cuore della
Vita Consacrata
Ci ritroviamo, come l’anno scorso,
proprio nella Vigilia di Pentecoste,
ad invocare lo Spirito Santo sulle
nostre Chiese e comunità. Celebriamo insieme, carissime sorelle e
fratelli religiosi dell’Umbria, il
Giubileo della misericordia nel Santuario dell’Amore Misericordioso
fondato dalla Beata Madre Speranza.
Dall’Anno della Vita Consacrata
siamo passati, provvidenzialmente, al Giubileo straordinario della
Misericordia, entrambi voluti da
papa Francesco. Ne è scaturita una
semplice e profonda affermazione:
la misericordia, che è al centro del
Vangelo, deve essere anche al cuore di
ogni carisma religioso, in modo ancora più deciso. La Parola di Gesù: “Siate misericordiosi come il Padre” è rivolta in modo tutto particolare alle persone consacrate che
si propongono la sequela radicale
di Gesù.
Più precisamente, questo comporta
alcuni orientamenti decisivi per un
rilancio della Vita Consacrata proprio alla luce della misericordia.
Ogni vocazione, quella religiosa in
particolare, proviene da uno
sguardo che è allo stesso tempo
espressione di misericordia e di
elezione da parte del Signore (miserando atque eligendo). Solo nella
misura in cui si è consapevoli di
avere ricevuto e di ricevere continuamente in modo personale
l’Amore misericordioso, si può offrire la gioiosa testimonianza del
vangelo.
La gioia del cristiano e del religioso in particolare, è richiamata con
forza dal Magistero di Papa Francesco. Basti pensare semplicemente all’incipit delle sue Esortazioni:
Evangelii gaudium, Amoris laetitia.
Ebbene, la gioia del Vangelo è direttamente e primariamente collegata
all’esperienza di essere amati,
compresi, perdonati dal Padre per
mezzo di Gesù nella dolcezza dello Spirito Santo. Questo è
all’origine e alla base di ogni vocazione cristiana e della conseguente risposta.
Lo stato di vita della persona consacrata è caratterizzato dalla particolare misericordia ricevuta e donata. Lo Spirito, servendosi del carisma che Lui stesso ha suscitato
nei vostri Fondatori, vi ha affascinato, anzi, per dirlo con le parole
di Geremia, “vi ha sedotto” con lo
stesso sguardo d’amore che Gesù
ha rivolto a Pietro, agli apostoli,
ad ogni suo discepolo e discepola.
La Vergine Maria ha cantato:
“L’anima mia magnifica il Signore …
perché ha guardato l’umiltà della sua
serva… di generazione in generazione
la Sua misericordia”.
E, così, siete partiti dal prendere
coscienza
del
Battesimo
e
soprattutto dall’ascolto attento di
una Parola che vi ha scosso
profondamente: “Seguimi!” E voi,
pieni di gioia, avete risposto:
“Eccomi!”
Nel nome della Santissima Trinità
avete pronunciato i voti per seguire
più da vicino Cristo povero e
crocifisso.
Qualche incidente di percorso,
qualche incrostazione individuale
e comunitaria, qualche forma di
individualismo e di protagonismo
hanno appannato la scelta fatta
nella gioia della totale donazione.
Ma lo sguardo di Gesù è rimasto
fisso su di voi, il suo amore non è
venuto meno. E vi raggiunge
nuovamente in questo Giubileo
della misericordia per ridonarvi la
gioia del primo amore, la gioia
della misericordia, proveniente dal
cuore di Dio.
Oggi si ripete ancora: “Coraggio,
sono io, non temete, siate miei testimoni. Per questo effondo ancora su voi
lo Spirito mio!” Così può e deve
continuare quella “testimonianza
evangelica della vita religiosa, che manifesta chiaramente agli occhi degli
uomini il primato dell'Amore di Dio
con una forza tale, di cui bisogna rendere grazie allo Spirito Santo” […].
Senza questo segno concreto, la carità
che anima l'intera Chiesa rischierebbe
di raffreddarsi, il paradosso salvifico
del Vangelo di smussarsi, il “sale” della fede di diluirsi in un mondo in fase
di secolarizzazione” (ET nn. 1.3).
13
L’appartenenza al Signore nella
forma della vita consacrata “vuol
dire essere bruciati dall’amore incandescente di Cristo, essere trasformati dallo
splendore della sua bellezza” (Papa
Benedetto XVI). Uniti a Cristo,
sotto la guida dello Spirito, si scopre e si gusta la tenerezza di Dio
Padre, ricco di misericordia senza
limiti.
Da questa esperienza personale,
sempre più coinvolgente, scaturisce l’impegno di trasformare le comunità religiose in luoghi nei quali
ogni giorno s’impara ad accogliere
l’Amore di Dio effuso nei nostri cuori
dallo Spirito Santo, a mettere in atto
il dono e il perdono reciproco, la
correzione fraterna, la mutua accoglienza delle diversità e il servizio.
La vita consacrata senza la testimonianza concreta della vita fraterna non fa reale esperienza di
misericordia: non la si può ricevere
dal Signore (se non amiamo i fratelli è segno che non siamo in comunione con Dio che è amore) e
non possiamo immaginare di poterla offrire ai poveri fuori della
comunità.
La comunità religiosa è il luogo
dove si impara ad accogliere con
gioia Dio come Amore e a incarnarLo quotidianamente nella fraternità.
Richiede la massima attenzione
per accoglierLo nella preghiera,
nei sacramenti e nell’impegno
concreto che porta ad affrontare in
modo costruttivo differenze, conflitti, caratteri e storie diverse perché favoriscano l’arricchimento reciproco e non l’individualismo e la
divisione.
La misericordia e la tenerezza,
l’accoglienza e il perdono, la carità
in tutte le caratteristiche descritte
da San Paolo (cf 1Cor 13) e che
Papa Francesco ha ben commenta-
to nel capitolo quattro dell’Amoris
laetitia, sono grazie e sfide che
rendono possibile il vivere insieme
come fratelli nella diversità. Vale
per la famiglia, vale analogamente
per la comunità religiosa, la quale
si regge su relazioni fraterne che
creano quel clima familiare, riflettendo in qualche modo riflette la
Famiglia trinitaria.
La fraternità portata da Gesù crea
vincoli più forti di quelli del sangue.
La misericordia porta sia alla comunione spirituale nella condivisione carismatica, sia alla vita di
comunità (partecipazione gioiosa
agli atti comuni, collaborazione,
aiuto reciproco, perdono, comprensione e una pazienza che “tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto
sopporta”).
Il signum fraternitatis è dato semplicemente dalla messa in atto del
comandamento di Gesù che riassume l’intero suo Vangelo: “Amatevi come vi ho amato il mio. Da questo vi riconosceranno come miei discepoli” (cf Gv 13,34-35).
La comunione fraterna è un grande dono e un impegno mai esaurito, resta una scuola continua che
ci offre straordinarie opportunità,
se non “ci stanchiamo di scegliere la
fraternità e non ci lasciamo rubare la
comunità” (cf EG nn 91 e 92).
L’esperienza personale e comunitaria della misericordia dovrebbe
portarci ancora più a vivere la missione di Gesù stesso: testimoniare il
Vangelo dell’amore misericordioso ai
poveri con le opere di misericordia
corporale e spirituale, portare la
tenerezza di Dio agli uomini sfiduciati che, feriti dalla vita, hanno
chiuso il cuore alla speranza.
Del resto, non sono stati forse i carismi religiosi a tenere in piedi
“l’architrave della misericordia” e a
sorreggere la vita della Chiesa? La
stessa appartenenza di papa Francesco all’ordine religioso dei Gesuiti è per lui un notevole aiuto
nell’opera di rinnovamento della
Chiesa e del mondo.
“La nostra regione - abbiamo scritto
l’anno
scorso
noi
vescovi
dell’Umbria - è stata attraversata,
lungo la storia, da tante vie di misericordia, che hanno avuto i loro testimoni privilegiati nei nostri Santi. Una
vera geografia della misericordia”.
Testimonianze che continuano
grazie a voi. Nelle molteplici opere di misericordia che corrispondono ai vostri carismi: nell’ambito
educativo, nel servizio ai malati e
agli anziani, nel campo educativo,
nell’accoglienza dei poveri e dei
migranti, nel partecipare ai vari
servizi pastorali, nell’accoglienza
dei pellegrini che arrivano numerosi, specialmente in questo Giubileo, nei vostri santuari dove voi offrite momenti significativi di ristoro umano e cristiano.
Un riconoscimento particolare ai
religiosi che si rendono disponibili
come confessori ed offrono
l’abbraccio del perdono, la gioia
della misericordia che porta la Pace al cuore degli uomini e la Festa
in cielo.
Noi vescovi umbri abbiamo messo
in evidenza i due grandi poli che
alla misericordia particolarmente
si ispirano.
Il primo è la Porziuncola, dove San
Francesco plasmò la sua prima
comunità sotto lo sguardo materno della Vergine degli Angeli.
Proprio il prossimo 2 agosto si celebrerà
l’ottavo
centenario
dell’Indulgenza che San Francesco
ottenne da Papa Onorio III. Il
Santo ebbe a dire pieno di gioia:
“Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in
Paradiso… con cuore buono e contrito
14
potete ottenere l’indulgenza di tutti i
peccati”.
Nel suo Testamento ha scritto che
con la conversione aveva imparato
a fare misericordia, dopo averla egli
stesso ricevuta. Misericordia che
va praticata con i poveri (cf. ad
esempio la conversione dei ladroni
di Montecasale) e prima ancora
nelle comunità religiose (cf Lettera
ad un Ministro: Fonti Francescani
234-239). Proprio in questa stessa
linea Papa Francesco ha voluto per
sé il motto “miserando atque eligendo”.
Il secondo luogo particolarmente significativo in riferimento all’Anno
giubilare è il Santuario dell’Amore
misericordioso di Collevalenza. Qui il
Signore ha scelto una donna spagnola, la Beata Madre Speranza di
Gesù, che ha dato vita negli anni
50-60 al primo Santuario nel mondo dedicato a Gesù Amore Misericordioso. L’icona è il Crocifisso
ligneo che richiama in qualche
modo sia il Crocifisso di San Damiano, sia il dipinto di Gesù misericordioso di Santa Faustina Kowalska. Riproduce Gesù in croce
che rivolge al Padre la sua ultima
preghiera: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Lc
23,34). Ai piedi del Crocifisso il
comandamento di Gesù: “Amatevi
come io vi ho amato” (Gv 13,34).
L’Amore di Gesù cambia il mondo. È questo il cuore del messaggio
evangelico e quindi della nuova
evangelizzazione, il cuore di ogni
carisma e di ogni missione. Ogni
vita consacrata, ogni comunità religiosa questo dovrebbe testimoniare secondo la specifica vocazione missione.
Il Papa parla della “rivoluzione della
tenerezza”. Egli dice che tutto “dovrebbe essere avvolto dalla tenerezza” e
nulla “può essere privo di Misericordia. La credibilità della Chiesa passa
attraverso la strada dell’Amore misericordioso e compassionevole” (MV 10).
Chiediamoci come questo volto
misericordioso, che è il cuore del
vangelo, possa e debba “rivoluzionare” il nostro modo di pensare e
di vivere, di celebrare e di testimoniare con le opere caritative la
missione stessa di Cristo. Ciò richiede una profonda revisione di
vita che porti a superare pesantezza e stanchezza, a non cedere alla
mediocrità e alla mondanità spirituale, a non fare della vita consacrata un luogo protetto, a svegliarsi e ad abbandonare ogni stile di
vita non evangelico.
Conclusione.
Chiediamo allo Spirito che “ci anneghi nell’abisso dell’Amore e della
Misericordia” di Gesù come pregavano Jacopone di Todi ed anche
Madre Speranza, per riceverla
come peccatori pentiti e per testimoniarla con gioia al mondo di
oggi, sull’esempio straordinario di
Papa Francesco, degno figlio di
Sant’Ignazio.
Lo chiediamo ancor più precisamente con le parole di Santa Faustina Kowalska:
“O Signore, desidero trasformarmi
tutta nella Tua Misericordia ed essere
il riflesso vivo di Te. Che il più grande
attributo di Dio, cioè la Sua
incommensurabile
Misericordia,
giunga al mio prossimo attraverso il
mio cuore e la mia anima.
Aiutami, o Signore, a far sì che i miei
occhi siano misericordiosi, in modo che
io non nutra mai sospetti e non
giudichi sulla base di apparenze
esteriori, ma sappia scorgere ciò che c’è
di bello nell’anima del mio prossimo e
gli sia di aiuto.
Aiutami, o Signore, a far sì che il mio
udito sia misericordioso, che mi chini
sulle necessità del mio prossimo, che le
mie orecchie non siano indifferenti ai
dolori ed ai gemiti del mio prossimo.
Aiutami o Signore, a far sì che la mia
lingua sia misericordiosa e non parli
mai sfavorevolmente del prossimo, ma
abbia per ognuno una parola di
conforto e di perdono.
Aiutami, o Signore, a far sì che le mie
mani siano misericordiose e piene di
buone azioni, in modo che io sappia
fare unicamente del bene al prossimo e
prenda su di me i lavori più pesanti e
più penosi.
Aiutami, o Signore, a far sì che i miei
piedi siano misericordiosi, in modo che
io accorra sempre in aiuto del
prossimo, vincendo la mia indolenza e
la mia stanchezza (...)
Aiutami, o Signore, a far sì che il mio
cuore sia misericordioso, in modo che
partecipi a tutte le sofferenze del
prossimo (...) Alberghi in me la Tua
Misericordia, o mio Signore...”
(Diario, 163)
Volgiamo infine lo sguardo a Maria, la Madre della Misericordia.
“Maria insieme a Giovanni, il discepolo dell’amore, è testimone delle parole di perdono che escono dalle labbra di
Gesù. Il perdono supremo offerto a chi
lo ha crocifisso ci mostra fin dove può
arrivare la misericordia di Dio. Maria
attesta che la misericordia del Figlio di
Dio non conosce confini e raggiunge
tutti senza escludere nessuno. Rivolgiamo a lei la preghiera antica e sempre nuova della Salve Regina, perché
non si stanchi mai di rivolgere a noi i
suoi occhi misericordiosi e ci renda degni di contemplare il volto della misericordia, suo Figlio Gesù” (MV, n.
24)
Collevalenza, 14 maggio 2016
Vigilia di Pentecoste
Card. GUALTIERO BASSETTI,
arcivescovo di Perugia-Città della Pieve
Presidente CEU
15
È utile e interessante uno sguardo statistico della presenza dei religiosi/e in Umbria
MONASTERI
CLAUSURA
NUMERO
MONACHE
333
9
139
12
94
4
43
50
6
45
5
37
5
20
5
25
4
56
PERUGIA
18
103
33
126
5
81
ORVIETO - TODI
11
76
21
203
5
50
SPOLETO
13
63
18
141
12
125
TERNI
11
42
17
52
3
25
TOT. UMBRIA
91
599
183
1.019
47
556
DIOCESI
COMUNITÀ
MASCHILI
NUMERO
RELIGIOSI
COMUNITÀ
FEMMINILI
ASSISI
18
230
71
C. DI CASTELLO
4
15
FOLIGNO
11
GUBBIO
NUMERO
RELIGIOSE
NB: I dati su esposti si riferiscono all’anno 2013 con qualche aggiornamento 2014. Sono stati ricavati dalla GUIDA REGIONALE della Regione Ecclesiastica Umbria, edita nel 2011, e dall’ANNUARIO Cism-Usmi
dell’Umbria e confrontati con l’Annuario Pontificio 2013.
Distribuite in quasi tutte le Diocesi vi sono inoltre circa 30 COMUNITÀ formate da laici o laiche consacrate, per lo più di riconoscimento diocesano.
MUSEO DEL DUOMO
Lunedì 6 giugno ore 21.00, Salone Gotico del Museo diocesano
CONFERENZA: “Relazione e comunicazione: la gestione del conflitto generazionale”
Relatori: Maria Grazia Paradiso – Ilaria Raichi – Francesca Pierotti.
Nell’ambito del ciclo di incontri: “L’importanza di chiamarsi genitori” promosso dal Comune di Città di Castello, UslUmbria1, Regione Umbria.
******
Giovedì 2 giugno Festa della Repubblica il Museo ed il Campanile rimarranno aperti al pubblico (10.0013.00/15.30-18.00). E’ sempre disponibile la Carta promozionale Ecclesia per la visita alla rete dei Musei
Ecclesiastici Umbri (MEU) ma anche ai civici della Regione Umbria e Toscana.
******
Tutti i mercoledì a partire dalle ore 21.00 APERTURA SERALE del CAMPANILE CILINDRICO
Opportunità di visita alla scoperta di un monumento di rara bellezza simbolo della nostra città.
******
LABORATORI DIDATTICI
Anno scolastico 2015-2016
Si concludono i laboratori riguardanti percorsi di didattica museale e territoriale destinati alle scuole di
ogni ordine e grado del comprensorio Altotiberino.
Date e modalità potranno essere concordati con gli insegnanti; verranno forniti materiali didattici di lavoro
e di approfondimento.
******
Per informazioni e prenotazioni:
dott.ssa Catia Cecchetti 075 8554705 [email protected] - [email protected]
16
UFFICIO ECONOMATO
R E N D I C O N T O R E L A T I V O A L L A E R OGA ZI ON E DELLE SOMME
A T T R I B U I T E A L L A D I O C E S I D A L L A C O N F E R E N ZA E P I S C O P A L E I T A L I A N A
EX ART.47 DELLA LEGGE 222/1985 PER L'ANNO 20151
EROGAZIONE DELLE SOMME DERIVANTI DALL'OTTO PER MILLE
DELL'IRPEF PER L'ESERCIZIO 2015
1. ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE:
298.492,07
ESERCIZIO CURA DELLE ANIME
20.778,99
FORMAZIONE DEL CLERO
1.500,00
SCOPI MISSIONARI
17.427,27
CATECHESI ED EDUC. CRISTIANA
124,20
CONTRIBUTO SERVIZIO DIOCESANO
147,70
ALTRE ASSEGNAZIONI/EROGAZIONI (spese bancarie, bolli ..)
€
338.470,23
TOTALE DELLE SOMME DA EROGARE PER L'ANNO 2015
€
381.725,97
TOTALE EROGAZIONI EFFETTUATE NELL'ANNO 2015
(fino al 31/03/2016)
€
338.470,23
SALDO
€
43.255,74
INTERESSI NETTI MATURATI COME DA ESTRATTI CONTO
€
298,70
SALDO CONTO CORRENTE E/O DEPOSITO TITOLI AL 31/03/2016
€
TOTALE DELLE EROGAZIONI EFFETTUATE NEL 2015
RIEPILOGO
43.554,44
Il presente 'Rendiconto' deve essere inviato alla Segreteria Generale della C.E.I. entro il 31 maggio 2016,
ai sensi della determinazione approvata dalla XLV Assemblea Generale (9-12 novembre 1998).
1
17
2. INTERVENTI CARITATIVI:
57.754,82
DISTRIB. PERSONE BISOGNOSE
219.266,00
OPERE CARITATIVE DIOCESANE
95.289,89
OPERE CARITATIVE PARROCCHIALI
35.000,00
OPERE CARITATIVE ALTRI ENTI
163,45
ALTRE ASSEGNAZIONI/EROGAZIONI (spese bancarie, bolli ..)
€
407.474,16
TOTALE DELLE SOMME DA EROGARE PER L'ANNO 2015
€
410.914,82
TOTALE EROGAZIONI EFFETTUATE NELL'ANNO 2015
(fino al 31/03/2016)
€
407.474,16
SALDO
€
3.440,66
INTERESSI NETTI MATURATI COME DA ESTRATTI CONTO
€
_ 218,18
SALDO CONTO CORRENTE E/O DEPOSITO TITOLI AL 31/03/2016
€
TOTALE DELLE EROGAZIONI EFFETTUATE NEL 2015
*
*
*
*
*
RIEPILOGO
3.658,84
Si attesta che:
* Il presente 'Rendiconto' è stato sottoposto alla verifica del Consiglio Diocesano per gli affari economici
nella seduta in data 11/05/2016;
* Il 'Rendiconto' è pubblicato nel bollettino ufficiale della diocesi n.79 Anno VIII in data 01/06/2016.
CITTA’ DI CASTELLO, 16.05.2016
IL VESCOVO DIOCESANO
L'ECONOMO DIOCESANO
18
19
Sulle orme dei nostri Santi Patroni
Pieve de' Saddi - Festa di San Crescenziano 2016
La Pieve de' Saddi, distante 12 Km circa da Pietralunga e 18
Km. Circa da Città di Castello, è un edificio a pianta rettangolare
allungata, diviso in tre navate, separate da colonne massicce e
squadrate; è coperto da un soffitto a capriate e arricchito da
un’abside di forma semicircolare e dal portico o nartece.
I terremoti e le numerose modifiche passate e recenti, tra le
quali spicca quella voluta da vescovo Giulio Vitelli nel 1520, ci
consegnano il complesso della Pieve de' Saddi nella sua consistenza attuale. É il tipico esempio della Basilica paleocristiana.
La costruzione è saldamente vincolata al suolo e appoggia sopra una cripta, di dimensioni ridotte rispetto al piano superiore,
ma che si accorda perfettamente con l'insieme di tutto l'edificio. Dal piano terra, attraverso anguste scalette, si accede alla cripta dove, in origine, era situata la tomba di San Crescenziano. Sopra la scala sinistra, non può sfuggire un pregevole bassorilievo dell'VIII° secolo raffigurante San Crescenziano nell'atto di uccidere il drago.
Crescenziano, nato a Roma nel 276, è un soldato della prima coorte della prima legione, di stanza a Roma per la
difesa dell'Imperatore. Questa legione era comandata da San Sebastiano, insieme al quale operò per la propagazione della fede cristiana.
La tradizione riferisce che a causa di un editto dell'imperatore Diocleziano, ai soldati romani venne proibito di praticare il cristianesimo e di conseguenza molti soldati cristiani vennero uccisi o costretti all'esilio. Crescenziano nel
297 abbandonò la capitale insieme ai suoi genitori e si rifugiò a Perugia. Perduti i genitori, donò parte dei suoi beni
ai poveri e lasciò Perugia a cavallo recandosi con alcuni compagni nella valle Tiberiana, arrivato a Tifernum Tiberinum, oggi Città di Castello (allora interamente pagana), si propose di convertirne gli abitanti. La leggenda narra
che la campagna intorno alla città, in località Pieve de’ Saddi, era oppressa da un terribile drago che con il proprio
alito pestilenziale procurava malattie agli abitanti e devastava le campagne. Il santo, dopo aver predicato la fede
cristiana, uccise il mostro in combattimento a Pieve de' Saddi. L'imperatore Diocleziano, venuto a sapere dei fatti
prodigiosi, ordinò al prefetto dell'Etruria, Flacco, di chiedere a Crescenziano l'abbandono della fede cristiana e il
ritorno nella sua legione, sotto pena della morte fra i più atroci tormenti. Crescentino invece si impegnò maggiormente nella predicazione della sua fede e si guadagnò nuove conversioni, compiendo diversi miracoli. Flacco fece
allora trascinare Crescenziano in un tempio dedicato a Giove, dove il Santo rifiutò di obbedire all'ordine di adorare
gli dei pagani. Crescenziano venne allora messo al rogo, ma con meraviglia dei suoi carnefici risultò immune dalle
fiamme, nel mezzo delle quali continuava ad intonare canti di lode a
Dio. I soldati allora lo denudarono e, legatigli mani e piedi, con una
corda al collo lo trascinarono per le strade cittadine, e infine, gli tagliarono la testa. Il martirio avvenne il 1º giugno del 303. Sul luogo della
sepoltura del santo sorge quindi la chiesa di Pieve de’ Saddi
La,Chiesa è dominata da una torre del IX° secolo che si eleva alta e
possente sulla vallata, benché priva della merlatura originale. Il torrione, nella sua fattura, e di mirabile eleganza: all'interno vi è una specie
di vestibolo risalente al XV° secolo, con volticelle sostenute da mensole, e da cui ha inizio una scala sulla cui sommità troneggiava uno
stemma della famiglia Vitelli in maiolica cromata, del 1521.
Da alcuni anni, proprio nella casa Parrocchiale, è presente un Ostello nel quale accogliamo con gioia i pellegrini
che effettuano il cammino di san Francesco e chiunque voglia venire a visitare la Chiesa.
Vi aspettiamo il 2 giugno per la Festa di san Crescenziano, alle 16.00 per la Santa Messa celebrata dal Vescovo di
Città di Castello, Mons. Domenico Cancian f.a.m., seguirà poi un rinfresco per tutti.
Federico, Alexja e Damiano
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i
santi
locali
del
mese
2 giugno
SANTI CRESCENTIANO E COMPAGNI MARTIRI
- memoriaCol nome di san Crescenziano (o Crescentino) una lunga tradizione fa
cominciare la serie dei santi che hanno illuminato la storia della chiesa di
Città di Castello.
Il nome di Crescenziano, nei libri liturgici locali, compare sempre associato a quello di un gruppo di martiri sepolti nella pieve campagnola di Saddi
(nel comune di Pietralunga) e venerati il giorno 1 giugno: Giustino, Faustino, Veriano, Orfito, Grivicciano, Benedetto, Eutropio, Fortunato, Esuperanzio. I martiri di Saddi hanno goduto nel medioevo di un culto intenso in Italia centrale. La sua venerazione si è sviluppata in età altomedievale, in particolare a Urbino, a partire dal 1068. In quell’anno, infatti, il vescovo di Città di Castello, Fulcone, donò l’insigne reliquia del corpo del
santo al vescovo di Urbino, il beato Mainardo, che lo collocò nella ricostruita cattedrale e ne fece il patrono della città. Soldato dell’esercito romano, Crescenziano sarebbe stato
espulso dalle file militari a motivo della sua fede cristiana. Giunto a Città di Castello vi avrebbe annunciato
per primo il Vangelo. Crescenziano conquista alla fede Tifernum Tiberinum con la predicazione, indefessa
e dolcissima («constanti mellifluaque»), con una vita eremitica condotta in una celletta («in cellulam quamdam») presso la città e con un’intensa attività taumaturgica.
A motivo del suo rifiuto di sacrificare agli dei pagani subì il martirio, secondo una delle tradizioni il 1° giugno dell’anno 303. Fu sepolto in località Saddi, dove poi sorse la pieve a lui intitolata. La più antica attestazione della pieve è del 1068. Se, come sembra, alcune chiese dei santi Giustino e Crescenziano sono di
origine longobarda, allora si può risalire al secolo VII/VIII. Per iniziativa del vescovo Valeriano Muti, il 1°
novembre 1609 è introdotta la celebrazione della festa di san Crescenziano da parte di tutto il clero della
diocesi. Il 2 giugno 1613 fu traslata in cattedrale la reliquia della testa. Tra le varie raffigurazioni si ricorda
la statua fatta collocare da papa Clemente XI sul colonnato di Piazza San Pietro nel 1703.
12 giugno
BEATA FLORIDA CEVOLI, VERGINE
- memoria –
Lucrezia Elena Cevoli (11 novembre 1685 – 12 giugno 1767) nasce a Pisa l’11
novembre 1685, figlia del conte Curzio e della contessa Laura della Seta. Appena diciottenne Lucrezia decide di entrare nel monastero delle Clarisse Cappuccine di Città di Castello. In pochi credono che Lucrezia, abituata ad una vita agiata e benestante, possa superare le durezze di una vita quale è quella dettata dalla
regola di santa Chiara. La maestra delle novizie, santa Veronica Giuliani, non
era molto intenzionata a riceverla. Ciononostante la sua vocazione vera ed autentica contribuì non solo a superare il difficile momento dell’ambientamento,
ma rafforzò la volontà e la costanza della sua scelta. Il 10 giugno 1705 emise la
professione solenne e prese il nome di Florida. Tra i primi incarichi dati a suor
Florida figura quello di “rotara”, affidatole per la sua personalità, per la sua capacità di avere polso e capacità di governo.
Nel 1716 quando Veronica Giuliani divenne badessa, suor Florida venne eletta
vicaria e svolse il suo incarico seguendo in particolare la vita quotidiana e curando soprattutto i rapporti
umani. Veronica prima di morire aveva predetto che la sua casa natale a Mercatello sul Metauro sarebbe
stata trasformata in un monastero. La realizzazione dell’opera fu affidata a Florida Cevoli che, alla morte
della santa, prese la conduzione della comunità in qualità di badessa fino al 1736. Dopo trentasette giorni
di febbre, il 12 giugno 1767, suor Florida morì. La causa di beatificazione fu iniziata nel 1838 e nel 1910 furono approvate le virtù eroiche. Venne beatificata il 16 maggio 1993 da papa Giovanni Paolo II.
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