Storia e sfumature del Presepe

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Storia e sfumature del Presepe
Storia e sfumature del Presepe
…”In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse un
censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era
governatore della Siria Quirino. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno
nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide,
dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide
chiamata Betlemme , per farsi registrare insieme con Maria sua sposa che
era incinta.
Ora, mentre si trovavano in quel luogo si compirono per lei i giorni del
parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose
in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo (dal Vangelo
Secondo Luca)”…e ancora…”Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo di
Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: ‘
Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo
venuti per adorarlo (dal Vangelo secondo Matteo)”…per non certo tralasciare
i Vangeli Apocrifi, - documentazione ufficiale questa, che riferisce la nascita
di Gesù e l’Epifania e che a partire dal VI secolo diedero stimolo ad artisti,
alla fantasia popolare e non - di rappresentare tale evento.
...Dai Vangeli Apogrifi...
Ciò detto l'angelo fece fermare la giumenta, perchè era giunto il
momento di partorire e ordinò a Maria di scendere dalla bestia e
di entrare in una grotta sotterranea, in cui non c'era mai stata
luce. Ma all'ingresso di Maria tutta la grotta cominciò ad avere
splendore come se vi fosse il sole.
E là partorì un maschio, che gli angeli circondarono mentre
nasceva e appena nato adorarono, dicendo:2 Gloria a Dio
nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà".
Già da un pò di tempo Giuseppe si era avviato a cercare levatrici
e quando ritornò alla grotta,Maria aveva ormai messo al mondo il
bambino.
"Ti ho condotto le levatrici Zelomi e Salomè," disse Giuseppe a
Maria "che stanno fuori, davanti alla grotta e non osano entrare
quì a causa della troppa luce".
Udendo ciò Maria sorrise. Ma Giuseppe le disse:" Non soridere,
ma sii prudente, che non debba per caso aver bosogno di qualche
cura".
E volle che una di quelle entrasse con lui. Ed entrata Zelomi
disse a Maria: " Lascia che io ti tocchi." Avendo Maria permesso
di essere toccata, la levatrice esclamò a gran voce: " O Signore,
o grande Signore, misericordia! Non si è mai sentito dire nè
potuto immaginare che le mammelle siano piene di latte e sia
nato un maschio, lasciando vergine sua madre! Nessuna perdita
di sangue si è avuta sul neonato, nessun dolore nella puerpera.
Vergine ha concepito, vergine ha partorito, vergine è rimasta.
Vangelo dello Pseudo-Matteo
Tascabili
XII I Vangeli Apogrifi
Einaudi
Il presepe…o il presepio? Come usava dire un noto giornalista video – la
domanda nasce spontanea.! Il latino, madre della nostra lingua, prevedeva
entrambi le forme, praesepium e praesepe (da prae, davanti e saepire
chiudere con una siepe). Entrambe le parole avevano come significato
:”Mangiatoia”. Oggi il significato assume tono maggiore, infatti è uso
comune e popolare intendere non solo la "mangiatoia", bensì l’intera
rappresentazione della natività in tutte le sue sfumature, quindi … ‘una
rappresentazione tridimensionale, realizzata temporaneamente in maniera
plastica soggettiva mediante la disposizione di un paese visto in maniera
panoramica, dentro al quale è situata una diversità di figure mobili che si
possono mutare di luogo a seconda del senso artistico del costruttore’ (da
Come si costruisce il Presepio – 4° Ed. 1972). Certo è, che la
rappresentazione generalmente eseguita dai presepisti è da intendersi come
una rievocazione dell’evento soggettiva e trasformata altrimenti saremmo
costretti tutti a costruire presepi prettamente ‘storici’ ponendo
presumibilmente il bambinello in una mangiatoia non tanto fatta di legno
(come usa la tradizione cristiana – cinque frammenti lignei della culla di
Gesù sono conservati nella Basilica di Santa Maria Maggiore), bensì una
mangiatoia scavata nella roccia o formata da pietre come vuole la tradizione
palestinese e inserita in un ‘Khan’ o caravanserraglio.
Il caravanserraglio generalmente è costituito da un cortile chiuso da tre muri
con al centro un pozzo e addossati ad una montagna dove veniva scavata
una caverna e dove i pastori nomadi, i viandanti e gli animali trovavano
riparo.
Personalmente non penso sia importante abbracciare la tradizione popolare o
quella storica, bensì il significato che racchiuderei in queste parole: “ Gesù
nasce in ogni luogo poiché è venuto a salvare il popolo dai suoi peccati” …a
noi spetta non dimenticare.
Anche se usualmente si afferma spesso che il primo presepe fu ideato da
San Francesco nel Natale del 1223 dobbiamo ricordare che già cento anni
dopo la morte di Gesù nel vasto complesso di Catacombe (dal greco katà
kymbas, presso le cavità) e ipogei di Priscilla, lungo la via Salaria a Roma,
erano rappresentate scene della nascita di Gesù; oggi è possibile vedere
rappresentata la Madonna con in grembo il bambino (tipica postura di
rappresentazione nell’Epifania in cui "Il Salvatore" è presentato ai Re Magi).
Non è certo la sola rappresentazione all’interno delle catacombe, infatti se vi
trovate a visitare le catacombe di San Sebastiano a Roma, potete ammirare
un altro importante affresco, anche se fortemente deteriorato, dove compare
la mangiatoia con due animali:il bue e l’asinello, mentre mancano la
Madonna e San Giuseppe.
Testimonianze ufficiali arrivano a noi anche dall’età medioevale, periodo in
cui venivano effettuate rappresentazioni della Nascita in numerose chiese e
confraternite. Nel 1025 presso la chiesa di S. Maria ad presepe a Napoli,
documenti testimoniano che grossi tronchi reggevano ‘tettoie in legno’ per
rappresentare la stalla dove il figlio di Dio era venuto alla luce.
Tracce di questa usanza è custodita anche presso il famoso Museo di San
Martino di Napoli (il più importante museo di presepi napoletani del Centro
Italia), dove vengono conservati alcuni preziosi reperti del Trecento decorati
da Simone de’ Crocifissi e realizzati da artisti bolognesi.
Il 1400 è un secolo di stasi per il presepe, essendo esso prerogativa di
grandi chiese che possedevano rappresentazioni stabili per l’intera durata
dell’anno. Si ha notizia certa del presepe dei fratelli Pietro e Giovanni
Alemanno per la chiesa San Giovanni a Carbonara, di questo presepe sono
giunte fino a noi diciannove statue in legno policromo. E’ il 1500 che dà vita
invece ad una ramificazione di rappresentazioni in tutta Italia; ricordiamo
per l’appunto, il magnifico presepe totalmente in terracotta ancora oggi
conservato presso il Duomo di Modena, opera di Antonio Begarelli , quello
dello scultore Stefano da Putignano; a Urbino e Piobbico sono conservati
splendidi presepi dello scultore Federico Brandani (esecutore di molte
decorazioni delle sale del Palazzo Ducale di Urbino). Nella chiesa di San
Domenico Maggiore a Napoli (piccola summa della pittura e scultura
napoletana dalla fine del 200 al Rinascimento), a cui ci si arriva
attraversando Spaccanapoli (lunghissimo vicolo che ‘spacca’ la città da est a
ovest) è conservato parte del presepe del Belverte. Il presepe comincia ad
espandersi anche nelle case di nobili in tutta Italia, esempi se ne possono
trovare in Matteo Mastrogiudice che commissionò all’allora scultore
Domenico Impicciati una serie di pastori e lui stesso volle essere raffigurato.
Cominciano ad essere rappresentati anche animali quali pecore, capre, cani
oltre ai già rappresentati bue ed asino, nonché cominciano a vedersi i primi
paesaggi più o meno complessi. Le statue sono prevalentemente di legno
policromo o tutte di terracotta, mentre solo nel secolo successivo, si
cominciano a delineare figure più modellate nelle posture …”fece bensì buoni
pastori da presepio, alli quali era da un particolare genio inclinato”, così
parla il biografo del settecento Dominici di Michele Perrone; Aniello
…”scultore anche migliore” e Donato diedero vita al presepio del Viceré conte
di Castrillo nel lontano 1658 (ricco presepe di cui sono stati tramandati 112
figure lignee di ridotte dimensioni).
Nella seconda metà del secolo, comincia a farsi spazio la figura in
cartapesta, di misura terzina (35-40cm circa) e pastori sempre in legno
vestiti con stoffe ma con possibilità di articolazione, da ricordare che fu
l’artista napoletano Michele Perne che ideò il corpo del pastore in fil di ferro
dolce ricoperto da stoppa che permetteva ogni tipo di postura ai pastori del
tutto simile alla realtà; da questo momento l’evoluzione del pastore assume
caratteri artistici notevoli, dando vita a vere e proprie botteghe, dove si
cimenteranno validissimi artisti in ogni campo. Vale la pena ricordare artisti
del calibro di Pietro Ceraso, Giuseppe Picano, Domenico Di Nardo, Giacomo
Colombo, autori tra l’altro di un presepe conservato nel Museo della Chiesa
di S. Lorenzo Maggiore a Napoli ed ospitato in quel tempo nella chiesa di
Santa Maria in Portico nella stessa città.
Il tono del presepe nel Settecento assunse carattere acceso, laicizzato al
massimo e riuscì a primeggiare anche sull’illuminismo- corrente di pensiero
di quel tempo, che cercava di abbattere i principi cristiani sostenendo l’arte
della ragione e il materialismo dell’intelletto (in francese âge des lumières, in
inglese enlightenment, in tedesco Aufklärung).