Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana
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Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana
Antonio Caperna Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana Antonio Caperna. ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ Laurea Magistrale Progettazione Urbana MODULO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA ASSISTITA DAL COMPUTER nel Lab di PROGETTAZIONE URBANA Elementi di ICT come supporto ai processi di pianificazione e progettazione urbana _________________________________________________________________________ Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ Introduzione Negli ultimi anni molto è stato scritto sul ruolo della ICT nelle politiche urbane. Alcuni dei primi scritti ipotizzavano un collasso della città di pietra in favore di quella virtuale, andando così ad ipotizzare nuovi e inimmaginabili scenari dominati da un mondo completamente dematerializzato. La complessa relazione tra nuove tecnologie e città è stata caratterizzata, lungo gli anni, da differenti metafore, le quali hanno espresso la città in differenti modi. Figura 6-1. Le metafore per rappresentare la città. La figura 6-1 mostra questo processo che, come è facilmente visibile, ha visto sempre più ridursi gli spazi temporali tra una metafora e la successiva, fino a quasi assumere una cadenza biennale. Se su molte cose vi è disaccordo, sia tra progettisti e ricercatori da un lato e politici dall’altro, vi è, però, un elemento che più degli altri sembra incontrovertibile: la perdurante forza che la città di pietra continua ad avere nei processi socio-economici e culturali del mondo contemporaneo. Anzi, alcune città, come visto nel primo capitolo, hanno assunto un ruolo guida divenendo centri globali, centri che possono competere, in termini di crescita tecnologica, economica e di tendenze sociali, con intere nazioni. Ma negli ultimi anni si è affermato un nuovo elemento che sta trasformando profondamente non solo i tradizionali rapporti economici, ma anche quelli politici e sociali. Nel presente capitolo tratteremo essenzialmente della parte politica del fenomeno legato alla ICT. In particolare inizieremo da un’analisi generale sulla grande rivoluzione culturale che sta attraversando la nostra società per introdurre le nuove utopie legate alla ICT e, quindi, i concetti di e-democracy ed e-government. Successivamente si procederà ad una lettura della politica dell’Unione Europea volta a potenziare, per mezzo della ICT, non solo la struttura economica, ma anche quella dell’esclusione sociale e della ricerca scientifica. ______________________________________________________________________ 2 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ Il penultimo punto riguarderà gli obiettivi programmatici del governo italiano nell’attuazione di una politica di e-Government. In conclusione andremo ad operare un’analisi critica di queste esperienze alla luce dalla questione legata alla sostenibilità ambientale ed, in particolare, per la presente analisi, degli ambienti urbani. ICT e sue le componenti costitutive Introduzione Questo capitolo tratta essenzialmente l’aspetto tecnologico legato alla ICT e le possibili ricadute operative che si possono avere attraverso l’uso della stessa. Innanzitutto si cercherà di capire cosa esattamente si intende quando parliamo di ICT e quali sono le sue espressioni tipologiche. Quindi si passerà ad analizzare quelli che sono gli elementi costitutivi della ICT, ovvero accesso (access), infrastruttura e contenuti (contents). Questi tre elementi verranno poi ripresi in un paragrafo successivo dove verranno trattati con riferimento ai possibili apporti in un ambito più propriamente locale. Cos’è la Information Communication Technology? Negli ultimi anni si è sempre più sentito parlare di Information Communication Technology (ICT). Ma che cosa significa esattamente ICT e quali sono gli elementi essenziali che la costituiscono? Se da un lato è possibile identificare gli elementi che costituiscono la ICT, dall’altro non risulta facile fornire una definizione univoca della ICT, poiché non esiste una generale e condivisa definizione. Per sua natura il settore della ICT è un campo estremamente dinamico ed in continua evoluzione in ambiti temporali relativamente ristretti. Molte volte più che una definizione della ICT si preferisce definirne gli ambiti dove la ICT opera. In tal senso, ad esempio, l’Istituto Nazionale di Statistica Olandese (CBS) disegna una distinzione tra ambiti operativi della ICT: un primo ambito legato ad aspetti più propriamente industriali, ed un secondo ambito legato al settore dei servizi. Questa definizione ricalca quella più generale operata dalla OECD, la quale opera una classificazione legata più che altro ai settori dove opera la ICT e, cioè: ¾ quello manifatturiero, ad esempio la fabbricazione di macchine per ufficio o di elaboratori e sistemi informatici; oppure la fabbricazione di apparati riceventi radio TV, per registrazione e riproduzione di suoni od immagini e prodotti connessi; ¾ il settore dei beni legati ai servizi, ovvero quelli legati alla distribuzione e al commercio all’ingrosso di macchinari per telecomunicazioni, apparati elettrici, computer etc.; ¾ il settore legato ai servizi immateriali, ovvero attività di radio e telecomunicazione, consulenze software e hardware, database activities, servizi di telematica o robotica, etc.; ______________________________________________________________________ 3 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ ¾ il settore legato all’industria dei contenuti, ad esempio pubblicazione di libri, supporti sonori, proiezioni cinematografiche, etc. Seppure tale distinzione appaia limitativa, in quanto essenzialmente legata alla produzione industriale, nel corso degli ultimi anni ha acquisito sempre più rilevanza strategica l’aspetto legato all’utilizzo della ICT come strumento atto a produrre informazioni, nuova conoscenza e nuovi contenuti. Sempre nel tentativo di fornire una definizione, altri soggetti, istituzionali e non, hanno adottato differenti metodologie, che vanno da approcci legati al mondo finanziario a quello di settori legati alla new economy. I tentativi, più che fornire dei chiarimenti epistemologici, sono stati, in realtà, delle operazioni puramente tecniche e rivolte più che altro a fornire delle basi metodologiche ai rispettivi ambiti operativi. Figura 5-1. La figura rappresenta fornisce più che una definizione della ICT, gli ambiti dove questa opera (Fonte: OECD) Alla luce di tale stato dell’arte, e volendo muoversi su di un terreno generale, ma che al contempo permetta di chiarire alcuni concetti basilari, possiamo dire che nella ICT si fondono differenti componenti1, quali la computer technology, le telecomunicazioni, l’elettronica e i media (Van Rijsselt and Weijers, 1997; Van Winden, 2003). Esempi in tal 1 Telematica: fr. télématique, ingl. telematics. Disciplina nata dalla combinazione della telecomunicazione e dell'informatica. Il termine fu pubblicato per la prima volta da Simon Nora ed Alain Minc nel 1978 (L'informatisation de la Societe - La Documentation Francaise). I due ispettori delle Finanze, incaricati del governo francese, studiarono l'impatto e le conseguenze nella società di una nuova economia basata sulla telecomunicazione ed i computer (new economy). Il termine telematica a volte viene erroneamente confuso con quello più ampio di Information Technology (IT). Rif. Bibl.: "The Computerization of Society", Nora Simon, Alain Minc, Cambridge MIT Press, 1980. Telecomunicazione: (etim. gr. têle: da lontano, a distanza). Comunicazione a distanza di suoni, immagini, parole e testi (cfr. Informazione) rappresentati in forma digitale o analogica, e trasmessi attraverso conduttori elettrici (cfr. Cablaggio) o onde radio (cfr. Hertz). Le telecomunicazioni denotano la tecnologia attraverso la quale vengono inviati i segnali elettrici. ______________________________________________________________________ 4 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ senso sono rappresentati dai PC, internet, telefonia mobile, TV via cavo, sistemi di pagamento elettronico, etc. In tal senso la ICT ha finito con il legare sempre più la componente Information Technology (IT) con quella relativa alla Communication Technology (CT). In particolare quando quest’ultima ha assunto vesti nuove, cioè con l’avvento delle tecnologie a rete, l’informazione ha finito con il perdere quella caratteristica rappresentata dall’elaborazione su macchine stand alone per divenire una componente condivisa con altre macchine di una rete (sia LAN che quella globale di internet). Un elemento da rammentare è il fatto che allorquando parliamo di CT e di IT non bisogna pensare subito alle moderne tecnologie presenti oggi nella nostra quotidianità. Al contrario queste due tecnologie si sono evolute nel corso dei secoli per poi approdare, soprattutto dagli anni ’90 alle forme digitali che ne hanno sempre più sfumato i rispettivi confini. La CT, ad esempio, segue l’evoluzione della cultura umana, partendo dalle prime forme di comunicazione, rappresentate, ad esempio dal suono dei tamburi o delle campane, per poi evolversi verso forme più sofisticate, come ad esempio il telegrafo, la radio o la televisione. Una componente innovativa nei processi di CT è stato il telefono, il quale ha aperto, per la prima volta, una forma interattiva di comunicazione in tempo reale. Negli ultimi anni, l’avvento della rete ha permesso, ad un numero sempre maggiore di persone, di interagire con altre persone in una serie di processi comunicativi che potevano esprimersi nelle più disparate forme: audio, video, suoni e scambio dati. E tutto ciò a livello globale. Riguardo alla IT, essa è una forma di tecnologia che può aiutarci nella gestione di processi di immagazzinamento o amministrazione di informazioni. Essa ha subito profonde trasformazione dagli anni ’40 dello scorso secolo, allorquando furono teorizzati e costruiti i primi computer, permettendo, in tal modo, la gestione di masse sempre più grandi di informazioni. L’avvento della rivoluzione elettronica digitale, come detto, ha sfumato sempre più i confini tra le IT e la CT, permettendo la gestione di una sempre maggiore quantità di informazioni, ma anche nuove e sempre più sofisticate forme di comunicazione. Tutto ciò ha generato un forte impatto nella cultura contemporanea, aprendo nuove opportunità di sviluppo, ma anche generando nuovi interrogativi. ______________________________________________________________________ 5 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ Tipologie di ICT Il presente paragrafo si soffermerà sugli aspetti tipologici della ICT. In particolare faccio riferimento alle diverse componenti in cui possiamo suddividere la ICT (Snellen, 2002; Van Winden, 2003), ovvero: ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ database technologies; decision support systems; networking technologies; multimedia technologies; identification technologies. Vediamo più in dettaglio la suddivisione operata da Snellen. Figura 5-2. La figura mostra le componenti della ICT secondo Snellen (2002) ______________________________________________________________________ 6 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ Database technologies Per comprendere appieno cos'è e su quali criteri si basa questa tecnologia, nonché quali sono i vantaggi legati al suo impiego, soprattutto nel settore gestionale, cominciamo con il cercare di dare una definizione di Database (Db). Un Database (Db) può essere definito come un insieme di dati strettamente correlati, memorizzati su un supporto di memoria di massa, costituenti un tutt'uno, che possono essere manipolati da più programmi applicativi. Un'altra possibile definizione può considerare un Database come un sistema di gestione di dati integrati, ricompilati e immagazzinati secondo precisi criteri, necessari ad una determinata attività che si deve svolgere. I programmi di gestione di Data base realizzano una serie di operazioni che consentono di svolgere tutta una serie di operazioni, che possono riguardare: ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ l’immissione e cancellazione di dati, la modifica di dati già introdotti, la ricerca di dati attraverso criteri definiti dall'utente, l’ordinamento e classificazione dei dati singolarmente o secondo vari criteri, la stampa di rapporti o relazioni. Oggi l’uso di programmi di gestione dei Db sono divenuti sempre più familiari, e ciò per molteplici ragioni. Innanzitutto la possibilità di gestire con software “friendly” tutta una serie di procedure che prima richiedevano conoscenze estremamente dettagliate come, ad esempio, quella di linguaggi di programmazione. Quindi la capacità, da parte del programma di ridurre le ripetitività (basti pensare agli archivi cartacei delle biblioteche, in cui i volumi sono ordinati per autori e per titoli) o di permettere di relazionare i dati tra loro. In ultimo, ma non meno importante, la possibilità di ridurre i costi e garantire un elevato livello di efficienza. Decision Support Systems Molti dei concetti e definizioni legati alla tecnologia DSS risalgono alla fine degli anni ’70 e li dobbiamo alle ricerche di Corry e Morton. Essi definirono problemi decisionali di natura semistrutturata a livello strategico come unico dominio della DSS. Da ciò discende che l’obiettivo della tecnologia DSS è quello di facilitare ed aiutare i progettisti o i decisori politici nei processi decisionali, tanto in termini di efficacia che di efficienza (Arentze, 1999). In termini generali un DSS è un sistema in grado di fornire ai soggetti decisori un supporto che incrementi l’efficacia del processo di formulazione delle decisioni (Poletti, 2001). In termini operativi questi sistemi sono usati quando si operano simulazioni per la valutazione di scenari alternativi, valutazioni che verranno formulate sulla scorta di scale di valori proposte dai decisori. Da un punto di vista tecnico un DSS si fonda sul presupposto che ogni decisione o processo decisionale può essere traslato e strutturato sotto forma algoritmica. La figura 5-5 mostra le varie discipline coinvolte nel dominio di ricerca dei DSS. ______________________________________________________________________ 7 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ Figura 5-4. Come si evince dalla figura un DBMS può gestire, in un unico “contenitore” differenti applicazioni, a differenza del vecchio modello strutturato su file systems. E’, difatti, proprio grazie a differenti contributi disciplinari (informatica, ricerca operativa, intelligenza artificiale, etc.) che sono stati sviluppati i DSS. Ma chi sono gli utilizzatori o i decision makers? Utilizzatori e decision makers hanno ruoli differenti e per questo possono essere rappresentati da differenti soggetti. Alter (1980) definisce gli utilizzatori come “persone che comunicano direttamente con il sistema sia in modalità on-line che offline, ricevendo da questo informazioni (output)”; viceversa i decision makers come “persone che prendono decisioni manageriali sulla base dell’output fornito dal sistema”. Sulla scorta di tale definizione e sulla base delle scelte operate nelle fasi iniziali, questi due soggetti possono o non coincidere con la stessa persona o gruppo di persone. Il più delle volte, però, questi due ruoli sono separati e vi è un facilitator che funge da elemento di raccordo tra i vari ruoli che partecipano al processo decisionale. Il facilitator è quindi un soggetto particolarmente importante nelle procedure di progettazione partecipata, il quale attraverso le sue conoscenze sia sulle procedure di analisi che sulla natura del sistema informativo, può facilitare la comunicazione. Figura 5-5. In figura le discipline di ricerca legate ai Decision Support System ______________________________________________________________________ 8 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ Una decisione strategica, strutturata in funzione della situazione presente e degli obiettivi di progetto, è quella possibile scelta tra le tante possibili che tende, meglio delle altre, al raggiungimento o alla riduzione tra l’obiettivo individuato e la situazione di fatto. Queste caratteristiche di un DSS comportano sia la formulazione di alternative che di analisi degli impatti e l’interpretazione e la selezione di appropriate opzioni per l’attuazione (Poletti, 2001). Le aree dove i DSS trovano applicazioni sono svariate; Sprague (1989) ne elenca alcune: 1. supporto nei processi decisionali con particolare enfasi su processi decisionali semistrutturati (2); 2. supportare tutte le fasi che caratterizzano un processo decisionale; 3. supportare una varietà di processi decisionali senza dipendere da nessuno di questi processi; 4. supportare, durante le fasi del processo decisionale, una partecipazione attiva da parte degli utenti; 5. facilità nel suo utilizzo. In conclusione possiamo dire che il primo obiettivo di un DSS è quello di assistenza nei processi decisionali. Per questo, il sistema dovrebbe supportare anche un processo di aiuto nella formulazione, non solo degli scenari risultanti da determinate scelte, ma anche nel fornire supporto al fine dell’individuazione di obiettivi strategici. E’ proprio in funzione di tale caratteristica che molti autori parlano non solo di decision making ma anche di decision search (Densham, 1991; Arentze, 1999). Spatial Decision Support System (SDSS) Un elemento che negli ultimi dieci anni è divenuto sempre più importante nei processi di analisi delle aree urbane e non, è rappresentato dagli Spatial Decision Support System (SDSS). Esso è uno strumento informatico che attraverso la conservazione e l’elaborazione di una serie di dati strutturati fornisce un flusso informativo di supporto alle decisioni. Dentro un processo politico di pianificazione sostenibile, il ruolo principale delle architetture informatiche è quello di fornire ai differenti partecipanti, quindi cittadini ed istituzioni, un flusso informativo che permetta loro di valutare nel miglior modo possibile gli effetti delle alternative in gioco, sia di successo che di fallimento. Il processo di sviluppo di un SDSS è composto da quattro parti principali: ¾ acquisizione e valutazione dei dati: da effettuarsi con l'uso di tecniche avanzate di visualizzazione di immagini per acquisire dati correnti e dettagliati. Già nella fase di acquisizione deve avvenire una prima valutazione dei dati in ingresso nel sistema con creazione di indicatori aggregati attraverso l'utilizzo di opportuni pesi che l'utente 2 Problema semi-strutturato: un problema si definisce semi-strutturato allorquando o vi sono incertezze e indecisione da parte dell’autorità che deve gestire il progetto, oppure riguardo agli effetti relazionali tra le varie componenti del processo progettuale (Stabell, 1979; Bosman, 1989; Arentze, 1999). ______________________________________________________________________ 9 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ stesso deve decidere a seconda della propria strategia di sviluppo territoriale ed economica (applicata al territorio). ¾ disegno e costruzione di un database: è necessario che vengano sviluppate strutture di dati relazionati perché all'utente sia chiaro su cosa deve prendere le decisioni. In questo database andranno introdotti i dati acquisiti e valutati precedentemente in maniera chiara e logica. Fondamentale è che il database abbia un'interfaccia che faciliti la rappresentazione dei dati per l'utente: bisogna che sappia rispondere adeguatamente alle queries che l'utente vuole proporre per consentire una continua riutilizzazione delle informazioni. ¾ modellazione di previsioni spazio-temporali: è in questa parte che sta la forza dei SDSS. Il sistema è fornito di strumenti di analisi spazio-temporali applicabili ai dati disponibili e, soprattutto, attraverso modelli di previsione, rende possibile l'analisi su scenari "possibili" ipotizzati ed introdotti dall'utente. L'utilizzo di preliminari analisi di adattabilità e di proiezioni future della domanda di utilizzo del suolo, sono di supporto e di suggerimento all'utente affinché possa prefigurarsi (e proporre al software) al meglio gli scenari di ipotesi. La modellazione risponde in concerto su quali possano essere le migliori allocazioni, a seconda della situazione, di nuove infrastrutture o di nuovi servizi. ¾ visualizzazione del risultato: mediante supporto grafico e tecniche dinamiche tridimensionali. E' necessario mostrare in modo efficace i risultati delle simulazioni generate dai modelli di previsione. Solo in questo modo l'utente potrà valutare facilmente l'impatto provocato sul territorio dalle sue decisioni. In termini operativi possiamo dire che uno SDSS è un sistema computerizzato ed interattivo, basato sull’uso della tecnologia GIS - la quale fornisce modelli e tecniche tipici delle strutture DSS – ed il cui obiettivo è quello di supportare in modo efficace chi deve intraprendere decisioni (3) attraverso la soluzione di problemi semi-strutturati su dati spaziali (quindi georiferiti) (NCGIA, 1996) I SDSS incorporano diversi tipi di informazione (per lo più sono di tipo spazioreferenziato), in particolare: ¾ utilizzano le tecnologie informatiche più avanzate: • GIS (Geographic Information System); • sistemi esperti; • internet (World Wide Web); • software di simulazione del trend di crescita; • altri strumenti di analisi spaziale, software multimediale e appropriate infrastrutture di dati spaziali che possono essere create o utilizzate durante lo studio di un certo problema; ¾ prendono in considerazione un ampio range di impatti a lungo termine derivanti da un processo di politica decisionale; i SDSS simulano infatti impatti diversificati a seconda del tipo di dati in ingresso e del tipo di elaborazione. 3 Riguardo ai processi decisionali – decision-making process – Simon (1960) suggerisce che ogni processo decisionale può essere incentrato su tre fasi (figura 5-x): Intelligence, ovvero c’è un problema a cui è possibile dare una soluzione? Design, ovvero, quali sono le alternative possibili? - Choice, ovvero quale alternativa è la migliore? ______________________________________________________________________ 10 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ Da un punto di vista urbanistico-territoriale, i SDSS altro non sono che un'evoluzione dei DSS, gestendo l’interazione tra tecnologie informatiche e pianificazione urbanisticaterritoriale, con particolare attenzione alla ricerca sullo sviluppo di un'infrastruttura informatica adattabile alle informazioni spaziali nell'ambito urbano (presente e futuro) con l'obiettivo di cogliere la struttura spaziale urbana, ed infine sulla valutazione dell'impatto di un'emergente tecnologia informatica. L'interesse si estende oltre lo specifico calcolo tecnologico in modo da capire anche gli effetti delle informazioni spaziali digitali, investigando, ad esempio, sugli effetti di queste tecnologie sulla struttura spaziale sia urbana sia regionale e sui processi e metodi di pianificazione con cui si è soliti dare una forma e curare le aree metropolitane. Ciò è importante dal momento che l'applicazione di GIS e l'uso di tecnologie informatiche avanzate nei sistemi di supporto alle decisioni è un campo ancora giovane. Planning Support Systems Negli anni ‘90 si è sviluppato nella comunità scientifica il concetto di Planning Support System (PSS). Benché la comunità scientifica internazionale sia sostanzialmente in accordo sulla definizione di PSS, vale la pena di sottolineare alcune differenze tra un approccio per così dire teorico, come quello proposto da alcuni ricercatori dell’MIT di Boston, e l’approccio orientato alla pratica che si può apprezzare in numerosa altra letteratura (Harris e Batty, 1993; Klosterman, 1997, 1999a; Geertman, 2002a, 2002b). In generale Ferraz de Abreu (1994) definisce l’informational planning o information system in planning quella disciplina il cui dominio è lo studio dell’Information Technology relativamente ai processi di pianificazione. L’attività di ricerca sviluppata presso l’MIT (Ferraz de Abreu, ibidem) in questa disciplina si riferisce a tre aree principali di interesse: ¾ i metodi analitici ed i modelli urbani; ¾ la rappresentazione della conoscenza e la gestione dell’informazione; ¾ le implicazioni istituzionali dell’information technology. La componente analitico-modellistica fornisce gli strumenti per l’elaborazione dell’informazione che sono utilizzati per affrontare i problemi complessi alla base della pianificazione. Questa area di ricerca trova i suoi fondamenti nelle svariate discipline che spaziano dall’analisi ed il supporto alle decisioni all’analisi spaziale, dalla dinamica dei sistemi alla ricerca operativa, dalla matematica alla teoria dei grafi ed alla teoria dei giochi, per citarne solo alcune. La seconda area di studio riguarda la strutturazione, la memorizzazione, l’elaborazione dell’informazione nei sistemi in funzione dei processi di pianificazione (processi decisionali, sviluppo di politiche, pubblica informazione, trasferimento di conoscenza). In particolare, quest’area interessa aspetti propriamente derivati dallo studio dei sistemi informativi come accessibilità, interoperabilità, portabilità, accuratezza, consistenza, usabilità, ecc. ______________________________________________________________________ 11 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ La terza componente, infine, riguarda gli aspetti istituzionali e organizzativi del problema. Inoltre, questo filone della ricerca studia le modalità secondo cui l’evoluzione dell’informazione influenza il modo di pensare, lavorare ed interagire dei professionisti della pianificazione. In accordo con questa impostazione, le direzioni di maggiore sviluppo nella ricerca dell’applicazione della Geographic Information Sciences alla pianificazione urbana e territoriale secondo Nedovic-Budic (2000) sono state identificate come: ¾ lo sviluppo di database geografici per le analisi di supporto alla pianificazione; ¾ l’integrazione delle tecnologie geospaziali con i modelli urbani e territoriali; ¾ la costruzione di Planning Support Systems; ¾ l’utilizzo della ICT per favorire la partecipazione; ¾ la valutazione della qualità urbana e degli effetti della pianificazione tramite GIS; ¾ la valutazione dell’impatto dell’uso del GIS sulla pianificazione. Laddove il terzo punto propone tout court la costruzione di PSS come direzione di ricerca, gli altri settori di ricerca proposti rientrano nelle tre categorie proposte nello schema precedente: i primi due punti in maniera inversa rispettivamente, e gli ultimi tre nel terzo punto del primo elenco. Sebbene l’analisi proposta dalla Nedovic-Budic sia molto accurata e attenta e offra molti spunti di riflessione, il primo schema può essere assunto come caso più generale. È un campo di interesse assai vasto e variegato, dunque, caratterizzato da una forte componente multidisciplinare, in cui risulta lavoro arduo analizzare tutti gli aspetti in gioco in maniera unitaria. Uno sforzo di integrazione di notevole valore in questa direzione è stato compiuto da Jankowski e Nyerges che con la loro Enhanced Adaptive Structuration Theory, (Jankowski e Nyerges, 2000) hanno sviluppato un framework teorico (EAST, poi EAST 2) per l’analisi e lo sviluppo di sistemi informativi geografici a supporto di processi decisionali spaziali collaborativi. Benché dal punto di vista teorico i risultati di Jankowski e Nyerges possano essere considerati un successo, il suo carattere omnicomprensivo richiede notevoli sforzi, rendendo difficile una sua applicazione pratica, sia come strumento di valutazione, sia come supporto alla progettazione. Tale approccio teorico, di tipo top-down, ha necessariamente affrontato il problema, in termini generali, raggruppando una serie complessa di concetti sviluppati in altrettante sub-discipline difficilmente unificabili nell’applicazione pratica dei risultati della ricerca. Viceversa, approcci pratici, di tipo bottom-up, hanno consentito di sviluppare singoli aspetti del problema, senza ottenere risultati rilevanti generalizzabili nella loro integrazione. Il risultato è che i PSS non hanno ancora avuto lo sviluppo e la diffusione che gli esiti della ricerca avrebbero potuto far supporre. Applicazioni PSS In questo paragrafo sono presi in esame alcuni esempi di successo di PSS. Le descrizioni sono basate sulla review della letteratura scientifica prodotta dagli autori delle applicazioni. Nei casi in cui è stato possibile, è stata condotta l’analisi diretta dei sistemi software su casi di studio d’esempio o versioni demo. ______________________________________________________________________ 12 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ UrbanSim: analisi delle politiche di crescita urbana basata sull’uso dei suoli e i sistemi di trasporto UrbanSim è un PSS basato su un modello di simulazione, sviluppato per studiare principalmente nella fase di definizione delle politiche di piano l’interazione tra uso dei suoli e infrastrutture di trasporto nei processi di sviluppo urbano. In UrbanSim la componente “modello” è predominante rispetto alle altre tipiche dei PSS, tanto che a stento può essere considerato tale. Secondo gli sviluppi più recenti nella ricerca sui modelli di simulazione, tuttavia, la tendenza è stata quella dell’integrazione con i GIS. Si è scelto dunque di analizzare UrbanSim per rappresentare questa categoria di strumenti di supporto alla pianificazione, di cui rappresenta uno dei risultati più recenti. “UrbanSim è progettato specificatamente per la valutazione delle politiche per la gestione della crescita urbana, con particolare enfasi sull’interazione tra uso dei suoli e trasporti” (Waddel, ibidem). Più precisamente, UrbanSim è un sistema di modelli coordinato da un modulo che gestisce i risultati dei vari modelli in forma di output. Durante i cicli di azione del modello, è possibile interagire con i risultati parziali dei singoli sub-modelli componenti per inserire informazioni disponibili, o valutare l’influenza di possibili interventi. L’interazione è possibile, inoltre, grazie alla possibilità di utilizzare piani urbanistici e territoriali, di settore, di protezione ambientale, e tutti i vincoli che insistono nel dominio territoriale di interesse come input; in questo modo, è possibile valutare le differenze indotte dalle possibili differenti politiche. Questa possibilità dialogica ed esplorativa può essere un efficace supporto in processi collaborativi e comunicativi. What If? Planning Support System Il “What If? PSS (Klosterman, 1999b) può essere considerato un caso di successo nel campo di PSS, in quanto riesce ad integrare le possibilità di calcolo, rese possibili dagli strumenti informatici a sostegno di un approccio tipico della pianificazione razionale comprensiva, con un approccio comunicativo, basato sulla possibilità di valutare politiche alternative di sviluppo spaziale in un processo aperto ad un numero allargato di attori. La caratteristica di generare scenari alternativi rende il What If? un utile strumento di dialogo, dibattito e confronto, e permette, inoltre, di dimostrare tesi avverse secondo un approccio vicino a quello dell’advocacy planning (Davidoff, 1965). È un PSS sviluppato su piattaforma desktop, che integra GIS, modelli, e un interfaccia interattiva di dialogo; può, dunque, essere classificato come col-PSS. È sviluppato secondo un approccio prescrittivo per creare possibili scenari in funzione degli impatti di politiche alternative, e offre la possibilità di calibrare, in maniera trasparente, gli assunti che sottendono il passaggio dalle condizioni iniziali allo scenario finale, come suggerisce la metafora utilizzata per il nome “cosa succede se?”. Sulla base di un database geografico del territorio, il sistema procede all’individuazione di zone omogenee, caratterizzate da uno scenario assunto di compatibilità rispetto a determinati usi (selezionati interattivamente) e da una certa distribuzione spaziale. Ipotizzando scenari alternativi di sviluppo locale (per es: sviluppo industriale vs salvaguardia ambientale, ecc.), si determinano gli obiettivi di crescita che individuano la domanda di suolo. Il sistema procede quindi al processo di localizzazione della domanda; anche in questo caso è possibile agire interattivamente per esplorare differenti possibilità. L’utilizzo del sistema è reso semplice dalla possibilità di usare le risorse informative disponibili (database geografici esistenti), e l’output è facilmente comprensibile anche per ______________________________________________________________________ 13 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ utenti non esperti. I database disponibili sono utilizzati come base (l’unico dato assolutamente necessario è lo stato d’uso dei suoli). Il sistema si propone come una black-box, nel senso che i modelli di crescita e di allocazione non sono trasparenti, anche se trasparente è il loro uso: il sistema, infatti, non è concepito per fornire soluzioni ottimali, ma ipotesi alternative in funzione della formulazione di politiche secondo un processo interattivo per il supporto del dibattito e del confronto. Il sistema, tuttavia, non sostituisce l’esperienza di un informational planner che saprebbe meglio scegliere e calibrare i modelli più appropriati nei singoli casi. Tuttavia, non è sempre possibile nel processo di piano a-vere l’assistenza di unplanner esperto di GIS e di modelli; in questi casi il sistema, di facile utilizzo nella sua logica comprensibile anche all’utente tecnico, ma non esperto, può essere un utile strumento di supporto. Anche nei casi in cui si disponga di una consulenza esperta, tuttavia, il sistema può essere utilizzato in maniera integrata con altri strumenti di analisi e dialogo. Il suo utilizzo, infatti, può risultare conveniente per avere un gran numero di soluzioni con un certo grado di approssimazione on-the-fly, mentre il planner si può concentrare, una volta esplorato in maniera dialogica il dominio delle possibili soluzioni, su quelle su cui si ottiene maggiore consenso. Il What lf?, dunque, racchiude in sé i risultati di anni di ricerche in questo campo, ed è forse uno degli esempi meglio riusciti di applicazioni sviluppate in questo settore. What if? Scenarios scenario 1 The diagrams illustrate two resultant land use patterns based on different sets of userspecified input values. The No Land Use Controls scenario scatters residential development (shown in magenta) across the shire to areas outside the map window extent. The Land Use Controls scenarios concentrate residential development within and around the city of Hervey Bay, filling in undeveloped land tracts (shown in yellow) and rural urban fringe areas (shown in green). scenario 2 ______________________________________________________________________ 14 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ INDEX Sistema di indicatori per lo sviluppo locale Un altro esempio di successo è INDEX (Allen, 2001), un PSS basato su una piattaforma GIS che studia i possibili impatti di piani e progetti sull’ambito locale. Anche INDEX può essere considerato un Col-PSS, ed è pensato per rispondere ai temi centrali della pianificazione contemporanea come la collaborazione tra PA e cittadini, il new urbanism (Calabrese, 2000), la sostenibilità dello sviluppo. Dato un piano o un progetto, INDEX ne misura una sorta di grado di performance tramite un sistema di indicatori complesso. INDEX è sviluppato sia per supportare processi di dialogo collaborativi nelle fasi di determinazione degli obiettivi, sia per misurare, in fase di attuazione, il grado di rispondenza agli obiettivi di piano dello sviluppo. Lo schema di figura 3.5 illustra in dettaglio come INDEX agisce nelle varie fasi del processo di piano. INDEX è disegnato per supportare la pratica quotidiana della pianificazione nella pubblica amministrazione, aiutando a risolvere problemi quali la valutazione di scenari nel lungo periodo, la valutazione di proposte di sviluppo attuali, ed il monitoraggio dell’attuazione del piano. Nel Primo caso, INDEX può essere utilizzato nella sequenza classica del processo di piano (identificazione obiettivi, analisi delle alternative, attuazione). Data un’area di studio, si definiscono le condizioni iniziali (base di dati), per le quali sono calcolati gli indicatori, scelti in rnanier~i collaborativa interattiva. L’analisi delle condizioni iniziali è utilizzata per identificare questioni e problemi da considerare nel processo di piano. Variando il set di indicatori si può utilizzare INDEX come strumento di analisi territoriale esplorativa. In questa fase gli attori coinvolti possono attribuire pesi e soglie di riferimento agli indicatori. È anche possibile modificare gli scenari allo studio per valutare differenti alternative. È interessante sottolineare che i confronti non pesati possono essere utilizzati dai tecnici per valutare l’influenza di modifiche nelle alternative, mentre quelli pesati possono supportare il processo decisionale degli attori non tecnici per valutare l’accettabilità di uno scenario. Una volta definito uno scenario, questo diventa il riferimento di piano, e i valori degli indicatori le mete da raggiungere nell’ implementazione. In alternativa, INDEX può essere utilizzato per la valutazione di una proposta. Acquisito un progetto in formato GIS, scelti gli indicatori e definite le soglie, è possibile procedere alla valutazione. La discussione dei risultati in fase decisionale può essere assistita dal sistema per eventuali proposte di variante. Infine, definite le soglie obiettivo si può usare INDEX per valutare gli stati di avanzamento di un piano o un progetto, ad intervalli periodici. INDEX è uno dei PSS più diffusi negli Stati Uniti (Allen, ibidem). ______________________________________________________________________ 15 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ San Antonio's Broadway Corridor was modeled three ways in Smart Growth INDEX®: existing conditions, current build-out plan, and stakeholders' alternative build-out plan. The latter emphasizes mixed live/work/shop land uses. The final INDEX "report card" for the corridor revealed that the stakeholders' new proposed plan would create much better conditions than the current plan. In this way, the GIS tool gave participants rapid, critical feedback on the validity of their work to date and the promise of their future efforts. The catalyst for bringing these stakeholders together was an offer from the U.S. Environmental Protection Agency (EPA) to apply Smart Growth INDEX, a GIS-based planning support tool that EPA is distributing nationally to selected communities. Il Community Viz Mentre What IT e INDEX sono strumento di supporto al processo di piano nel suo complesso, laddove il piano si ispira alla pianificazione comprensiva, alla collaborazione, alla sostenibilità ambientale, il Community Viz (Kwartler e Bernard, 2001) è un PSS dedicato a processi collaborativi di progettazione urbanistica. Il Community Viz è una sorta di sistema multimediale spaziale ______________________________________________________________________ 16 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ sviluppato su una piattaforma GIS. Le componenti principali del sistema sono un modulo per la costruzione di scenari (Scenario Constructor), un modulo per la visualizzazione tridimensionale (Town Builder 3D), e un modello predittivo basato su algoritmi genetici (Feng e Lin, 1999) (Policy Simulator). Le componenti sono utilizzate in un unico ambiente integrato in maniera interattiva, consentendo agli utenti di esplorare una proposta di piano, modificarla in tempo reale e valutarne gli effetti. Dal punto di vista tecnologico, i moduli sono tre estensioni indipendenti del software Arview, ESRI. Naturalmente i risultati attesi si possono ottenere attraverso l’uso integrato dei moduli. Il collegamento tra i moduli 2D e 3D è dinamico, e un'azione su uno dei due si riflette on-the-fly nell’altro. Inoltre, è possibile impostare regole referenziali (es: “non è possibile costruire una fabbrica in zona residenziale”). Definiti lo stato di fatto e futuri corsi di azione, il modulo simulatore di politiche sviluppa un modello predittivo su possibili scenari. Il modello èbasato sulla tecnica di previsione locale economico demografica detta “modellazione per agenti adattativi” (Holland, 1995). Mentre What If? e INDEX, dato un processo di piano, non fanno altro che automatizzare ciò che verosimilmente farebbe un planner capace di comprendere ed utilizzare tutti gli strumenti componenti, e questo li rende in un certo senso trasparenti non solo per i tecnici ma anche per gli attori non esperti, in questo caso invece il modello concettuale ricorda quello del celebre videogame SimCity. Questo potrebbe essere un punto debole per il PSS che risente eccessivamente dell’effetto “black box”, per cui non è possibile avere il senso del suo funzionamento, causando una perdita di fiducia da parte degli utenti. Anche le possibilità di rappresentare visioni potrebbe essere banalizzata dal senso di fiction del modello 3D. Inoltre, se l’integrazione 2D-3D è implementata con successo, il simulatore risulta meno integrato con gli altri componenti, visto che è basato su un livello di conoscenza differente. Ne risulta che il sistema sembra l’unione di singole parti piuttosto che un unico strumento. Il punto di forza del Community Viz piuttosto sta nella sua capacità di rappresentare visioni di possibili futuri. Il Community Viz può essere dunque classificato come ComlPSS. Il sistema è concepito proprio per consentire ai cittadini desiderosi di rendersi attori attivi, e non inerti o passivi, rispetto al processo di sviluppo di un territorio (rurale nella fattispecie). ______________________________________________________________________ 17 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ La rete internet e le Networking technologies Una delle caratteristiche fondamentali del mondo contemporaneo è rappresentata da quella che Castells definisce network society. Questa caratteristica impregna la contemporaneità, nei suoi differenti e molteplici aspetti. Tralasciando gli aspetti più puramente filosofici, possiamo dire che da un punto di vista dell’approccio tecnologico questa trasformazione ha rappresentato un passaggio epocale caratterizzandosi attraverso alcuni nuovi elementi primo fra tutti internet, che meglio di ogni altra cosa rappresenta la nostra contemporaneità tanto in termini politico-ideologici che in termini socio-economici. Internet si caratterizza per il fatto di essere e rappresentare una sorta di connubio tra elementi fisici e virtuali e, in tal senso, è possibile delineare tre sue componenti essenziali: l’infrastruttura, l’industria legata al web e il traffico che sulla rete si svolge. Per dare corpo alle tre componenti appena illustrate vediamo la situazione in Europa facendo attenzione alla relazione tra mondo del web e ruolo primarziale di alcune città, come Londra e Parigi. A livello di net infrastrutturale europeo (attraverso dati di WorldCom) emerge chiaramente il ruolo primario di quattro città sulle altre, e cioè Londra, Parigi, Francoforte ed Amsterdam, ruolo primario non solo per la quantità di traffico ma anche per la presenza di strutture a banda larga che permettono alta qualità e quantità nella trasmissione dei dati. Riguardo, invece, alla componente industria, è innanzitutto necessario comprendere cosa si intende per industria del web4. In tal senso risulta appropriata la definizione fornita da Zook (1999) il quale ha parlato “...as enterprises involved in the creation, organization and dissemination of informational products to a global marketplace where a significant portion of the business is conducted via the Internet” quindi , la Commissione Europea ha individuato tre principali componenti rappresentate da: ¾ società dell’informazione, ovvero tanto le famiglie che le aziende legate alla ICT; ¾ industrie della società dell’informazione, cioè le aziende capaci di produrre contenuti per la rete; ¾ industrie dell’ICT, ovvero industrie che vendono prodotti o servizi ben definiti. Infine relativamente alla componente legata alla quantità di utenti che usa la rete, è questa senz’altro una delle componenti che hanno subito una crescita esponenziale nel corso degli ultimi anni sia per effetto della sempre maggiore offerta di servizi in rete da 4 Anche Castells ha dato una possible definizione dell’industria legata al web: “... it would be too narrow a vision to consider the Internet industry as made up exclusively of Internet manufactures, Internet software companies, Internet service providers, and Internet portals. The commercial Internet is not just about web companies, it is about companies in the web” (Castells, M. The Internet galaxy, reflections on the Internet, business and society, Oxford University Press, New York.2001, 213). ______________________________________________________________________ 18 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ parte delle pubbliche amministrazioni che per le necessità della società civile sempre più interessata all’uso della rete per lo scambio di informazioni, musica e quanto altro. Un elemento sulla quale vorrei che il lettore si soffermasse è il fatto che, anche in questo caso, vi è un modello sistemico in cui le varie componenti che intervengono sono reciprocamente interconnesse, così come visto in precedenza. Figura 5-9. La figura mostra le tre componenti legate all’industria del web. La rete Internet Internet (composto del latino inter, "fra" e dell'inglese net, "rete") è percepita come la più grande rete telematica mondiale, e collega alcune centinaia di milioni di elaboratori per suo mezzo interconnessi. In realtà è nata nelle intenzioni dei suoi inventori come "la" rete delle reti. Nell'arco di alcuni decenni è oggi divenuta la rete globale. Nata negli anni Sessanta come progetto del Dipartimento della Difesa statunitense per lo sviluppo di una rete telematica decentrata, alla fine della guerra fredda, è stata messa a disposizione di impieghi civili all'inizio degli anni Novanta, collegando dapprima i principali centri universitari e raggiungendo poi, in modo ampio, l'utenza casalinga. Struttura Internet può essere vista come una rete logica di enorme complessità, appoggiata a strutture fisiche e collegamenti di vario tipo (fibre ottiche, cavi coassiali, collegamenti satellitari, doppino telefonico, link su radiofrequenza (WiFi), su ponti radio, su raggi laser e su onde convogliate su condotte elettriche o addirittura idrauliche) che interconnette un ______________________________________________________________________ 19 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ agente umano o automatico ad un altro agente tramite, praticamente, qualsiasi tipo di computer o elaboratore elettronico oggi o in futuro esistente o immaginabile. Ogni dispositivo connesso direttamente ad Internet si chiama host o end system mentre la struttura che collega i vari host si chiama link di comunicazione. Da qualche anno è ormai possibile collegarsi a questa grande rete da dispositivi mobili come un palmare o da un telefono cellulare. In breve dovrebbe essere possibile per uno di questi dispositivi non solo accedere ad Internet, ma anche subire l'accesso da parte di altri host in Internet La rete delle reti Generalmente Internet è definita la rete delle reti, infatti Internet è costituita da tutta una serie di reti, private, pubbliche, aziendali, universitarie, commerciali, connesse tra di loro, in effetti già prima della sua nascita esistevano reti locali, principalmente nei centri di ricerca internazionali, nei dipartimenti universitari. Un grande risultato della nascita e dell'affermazione di Internet è stato quello di creare uno standard de facto tra i protocolli di comunicazione tra le varie reti, consentendo ai più diversi enti e agenti (diversi governi, diverse società nazionali o sovranazionali, tra i vari dipartimenti universitari) di scambiare dati mediante un protocollo comune, il TCP/IP, relativamente indipendente da specifiche hardware proprietarie, da sistemi operativi, dai formati dei linguaggi di comunicazione degli apparati di comunicazione (modem, router, switch, hub, bridge, gateway, repeater, multiplexer). Ciò che viaggia in Internet, infatti, sono i pacchetti, che costituiscono l'unità minima in questo sistema di comunicazione. Tali pacchetti viaggiano usando una tecnica conosciuta come commutazione di pacchetto (packet switching) che consente di condividere un cammino piuttosto che fare uso di percorso dedicato. In pratica un pacchetto che parte da un host e giunge ad un altro host non segue un percorso predefinito, ma quello più congeniale in un preciso momento. L'utenza casalinga accede ad Internet mediante l'uso di ISP (Internet Service Provider) i quali sono connessi a loro volta ad ISP di livello superiore che utilizzano router ad alta velocità e link in fibra ottica. Come si comprende, la struttura di Internet non è uniforme ma la "ragnatela" è composta da un'ossatura molto veloce e potente a cui si connettono sottoreti a volte più deboli e lente. Queste sottoreti possono anche essere protette e, quindi, consentono l'accesso a Internet (e viceversa) solo in maniera condizionata. Si tratta delle Intranet e la protezione è stabilita da un firewall. ______________________________________________________________________ 20 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ Funzionamento I collegamenti tra i vari nodi Internet sono appoggiati su criteri statistici di disponibilità e non su criteri totalmente deterministici altrimenti tipici della tecnologia informatica, tanto che spesso vengono definiti più caotici; ed i processi sono distribuiti piuttosto che centralizzati. Molti nodi sono collegati tra loro in diversi modi e tramite diversi path. Questo tipo di collegamento può essere compreso alla luce delle motivazioni che negli anni Sessanta dettarono la nascita di Internet (allora denominata ARPANET): creare una rete di elaboratori decentrata che potesse resistere ad un attacco nucleare da parte dell'Unione Sovietica. Una tale rete decentrata sarebbe sopravvissuta a molti attacchi visto che un attacco ad un singolo elaboratore non ne avrebbe impedito il funzionamento generale, ed i collegamenti ridondanti avrebbero sostituito quelli distrutti. Per potersi collegare ad Internet, il solo requisito richiesto ad un qualsiasi agente o dispositivo elettronico è quello di poter "dialogare" con i protocolli. Tali protocolli controllano l'invio e la ricezione dei pacchetti. I protocolli più importanti sono il TCP (Transmission Control Protocol) e l'IP (Internet Protocol). La struttura di comunicazione è a livelli per cui sopra e sotto questi due protocolli ne funzionano degli altri. In pratica un pacchetto che parte da un host attraversa i diversi strati protocollari che aggiungono informazioni al pacchetto, quando questo raggiunge la destinazione, avviene uno spacchettamento al contrario e ogni livello legge le sue informazioni. Quindi, come si comprende, un pacchetto è composto da un'informazione base incapsulata in una struttura di informazioni di servizio. Tale struttura si basa sugli Internet Standard che sono sviluppati dall'Internet Engineering Task Force (IETF) con documenti noti come RFC (Request for Comments) e, ad un livello della pila dei protocolli, il W3C (World Wide Web Consortium). Le modalità di utilizzo di Internet differiscono a seconda del tipo di servizio che si richiede e al tipo di server a cui ci si collega; per citarne solo alcune: ¾ posta elettronica (e-mail) consente di inviare e ricevere (a/da utenti) messaggi contenenti testo ed altri formati (es.: immagini, video, audio). La modalità di funzionamento dei server di posta elettronica e di molti programmi client viene detta store-and-forward ¾ FTP (file transfer protocol) consente di inviare e ricevere (a/da sistemi) file, cioè insiemi di informazioni codificate in maniera binaria (es.: testi, immagini, filmati, programmi, ecc.) ¾ HTTP (hyper text transfer protocol) consente di organizzare le informazioni e le risorse presenti in rete in maniera nonsequenziale (hyperlink), come meglio descritto in seguito. Nascita del World Wide Web (1992) Nel 1992 presso il CERN di Ginevra il ricercatore Tim Berners-Lee definì il protocollo HTTP (HyperText Transfer Protocol), un sistema che permette una lettura ipertestuale, non-sequenziale dei documenti, saltando da un punto all'altro mediante l'utilizzo di rimandi (link o, più propriamente, hyperlink). Il primo browser con caratteristiche simili a quelle attuali, il Mosaic, venne realizzato nel 1993. Esso rivoluzionò profondamente il modo di effettuare le ricerche e di comunicare in rete. Nacque così il World Wide Web. ______________________________________________________________________ 21 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ Nel World Wide Web (WWW), le risorse disponibili sono organizzate secondo un sistema di librerie, o pagine, a cui si può accedere utilizzando appositi programmi detti browser con cui è possibile navigare visualizzando file, testi, ipertesti, suoni, immagini, animazioni, filmati. La facilità d'utilizzo connessa con l'HTTP e i browser, in coincidenza con una vasta diffusione del Personal Computer, hanno aperto l'uso di Internet ad una massa di milioni persone, anche al di fuori dell'ambito strettamente informatico, con una crescita in progressione esponenziale. L'architettura del World Wide Web World Wide Web tra tutte le applicazioni disponibili su Internet è quella che gode della maggiore diffusione presso gli utenti, e che rappresenta per così dire la 'punta di diamante' della rete. Per moltissimi utenti essa coincide addirittura con Internet. Se questa sovrapposizione, come sappiamo, è tecnicamente scorretta, è pur vero che la maggior parte delle risorse attualmente disponibili on-line si colloca proprio nel contesto del Web. D'altra parte, anche se consideriamo il complesso di innovazioni tecnologiche che negli ultimi anni hanno investito la rete, ci accorgiamo che la quasi totalità si colloca nell'area Web. Per queste ragioni abbiamo ritenuto opportuno dedicare un intero capitolo alla descrizione dell'architettura e dei vari linguaggi e sistemi su cui si basa il suo funzionamento. Come abbiamo già avuto modo di ricordare, l'architettura originaria del Web è stata sviluppata da Tim Berners Lee. Alla sua opera si devono l'elaborazione e l'implementazione dei principi, dei protocolli e dei linguaggi che ancora caratterizzano questa complessa applicazione di rete. Tuttavia, quando fu concepito, il Web era destinato a una comunità di utenti limitata, non necessariamente in possesso di particolari competenze informatiche ed editoriali, e non particolarmente preoccupata degli aspetti qualitativi e stilistici nella presentazione dell'informazione. Per questa ragione nello sviluppo dell'architettura Web furono perseguiti espressamente gli obiettivi della semplicità di implementazione e di utilizzazione. Queste caratteristiche hanno notevolmente contribuito al successo del Web. Ma con il successo lo spettro dei fornitori di informazione si è allargato: nel corso degli anni World Wide Web è diventato un vero e proprio ambiente di editoria distribuita e di fornitura di servizi avanzati. Ovviamente l'espansione ha suscitato esigenze e aspettative che non erano previste nel progetto originale, stimolando una serie di revisioni e di innovazioni degli standard tecnologici originari. Un aspetto di questo processo di innovazione ha riguardato il potenziamento della capacità di gestione e controllo dei contenuti multimediali pubblicati su Web, e dunque dei linguaggi utilizzati per la loro creazione. In una prima fase un ruolo propulsivo in questo processo fu assunto dalle grandi aziende produttrici di browser. Nel corso degli anni '90 tanto Microsoft quanto Netscape, man mano che nuove versioni dei loro browser venivano sviluppate, introducevano innovazioni ed estensioni, al fine di conquistare il maggior numero di fornitori di servizi e dunque di utenti (infatti le nuove caratteristiche, almeno in prima istanza, erano riconosciute e interpretate correttamente solo dai rispettivi browser). Questa corsa all'ultima innovazione, se molto ha migliorato l'aspetto e la fruibilità delle pagine pubblicate su Web, ha rischiato di avere effetti devastanti sulla portabilità e accessibilità dei contenuti on-line. Qualcuno in passato ha addirittura paventato una balcanizzazione di World Wide Web. ______________________________________________________________________ 22 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ Per ovviare al rischio di una 'babele telematica', ed evitare che le tensioni indotte dal mercato limitassero l'universalità di accesso all'informazione on-line, nel 1994 lo stesso Tim Berners Lee promosse la costituzione del World Wide Web Consortium (W3C). Si tratta di una organizzazione no profit ufficialmente deputata allo sviluppo degli standard tecnologici per il Web che raccoglie centinaia di aziende, enti, centri di ricerca e singoli specialisti coinvolti più o meno direttamente nel settore delle tecnologie Web. Il lavoro del W3C si articola per commissioni e gruppi operativi, che producono proposte sotto forma di bozze di lavoro (working drafts). Ogni proposta viene poi sottoposta a un processo di verifica e di revisione, finché non viene approvata dal consiglio generale e diventa una 'raccomandazione' (recommendation), alla quale è possibile far riferimento per sviluppare software. In questi ultimi anni il W3C ha prodotto una lunga e articolata serie di specifiche divenute, o in procinto di divenire, standard ufficiali su Internet. Tutti i materiali prodotti dal W3C sono di pubblico dominio, e vengono pubblicati sul suo sito Web. La maggior parte delle tecnologie di cui parleremo nei prossimi paragrafi è stata elaborata o è tuttora in corso di elaborazione in tale sede. Naturalmente la nostra trattazione si limiterà a fornire delle semplici introduzioni che non pretendono di esaurire i temi trattati. Il nostro scopo è di fornire ai lettori più curiosi e consapevoli alcune nozioni su quello che c'è dentro la scatola, e di suscitare curiosità e stimoli ad approfondire i temi trattati. A tale fine, oltre alla bibliografia, ormai sterminata, sull'argomento, rimandiamo al sito del W3C, il cui indirizzo è http://www.w3.org/, e a quello della IETF, alla URL http://www.ietf.org/; in entrambi i siti è possibile reperire aggiornamenti costanti, documentazione e rapporti sull'attività di innovazione e di standardizzazione. Un secondo aspetto del processo evolutivo del Web e della sua architettura ha riguardato la capacità di fornire applicazioni e servizi avanzati on-line. Un primo passo in questa direzione è stato lo sviluppo di sistemi per la distribuzione di contenuti dinamici e interattivi. Ma negli ultimi anni l'attenzione si è concentrata sulla trasformazione del Web in una vera e propria piattaforma su cui basare lo sviluppo di applicazioni distribuite, denominate Web application services. A questo fine non basta disporre di linguaggi per la descrizione dei contenuti, ma occorrono anche linguaggi di programmazione, piattaforme di sviluppo, interfacce per l'interoperabilità di processi, dati e sistemi in rete. Le ricadute economiche di queste tecnologie potrebbero essere enormi, e non a caso grandi e piccoli attori del settore I&CT (da Microsoft, IBM, Sun e Oracle in giù) hanno investito notevoli somme e risorse in questa direzione. L'affermazione di questo paradigma cambierebbe radicalmente il modo di gestire i sistemi informativi aziendali: invece di acquistare o sviluppare internamente il software e curarne la manutenzione (con tutti i costi connessi), un'azienda potrebbe affittare servizi applicativi da terze parti. Con l'avvento della banda larga anche il mercato consumer potrebbe essere coinvolto. E anche per i sistemi informativi interni il passaggio da un approccio basato sulla presenza di numerose applicazioni autonome residenti sui client a uno basato su servizi applicativi centralizzati accessibili on-line determinerebbe una notevole riduzione del cosiddetto Total Cost of Ownership (costo totale di possesso), oltre che una migliore gestione dell'efficienza e della sicurezza. Infine, alcuni brevi cenni vanno senza dubbio dedicati a quella che potrebbe essere la prossima rivoluzione del Web: il Web Semantico. L'idea di fondo di questa rivoluzione è semplice: dotare i sistemi di gestione delle informazioni in rete della capacità di analizzare il significato di tali informazioni, e dunque di selezionarle o confrontarle in modo semantico o di inferirne conseguenze non esplicitate. Basti pensare al funzionamento attuale dei motori di ricerca: essi si basano in massima parte su un semplice confronto di stringhe di caratteri, e su alcuni semplici trucchi di relevance feedback. Ma se volessimo chiedere ______________________________________________________________________ 23 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ (magari in linguaggio naturale) a un motore di ricerca «Dove posso comprare un computer da usare per elaborare grafica 3D a un buon prezzo?» tale meccanismo sarebbe del tutto insufficiente. Infatti il motore di ricerca dovrebbe in primo luogo avere la capacità di analizzare pagine Web in lingue diverse, cercando di associare a diverse stringhe di simboli uno stesso referente; poi dovrebbe avere delle regole per inferire quali caratteristiche tecniche dovrebbe ragionevolmente avere il computer per rispondere alle esigenze del richiedente; poi dovrebbe avere un modo per giudicare sensatamente il rapporto prezzo/prestazioni (ad esempio non dovrebbe scartare un'offerta conveniente solo perché il suo costo è, poniamo, di un euro superiore alla soglia del prezzo 'giusto' calcolata); e infine dovrebbe fornire una risposta, magari articolata e motivata. Dotare il Web, in quanto sistema complesso, di questo genere di facoltà 'intelligenti' è lo scopo più ambizioso del progetto Web Semantico (che, per inciso, è ancora un'idea di Tim BernersLee). Per raggiungere tale scopo sono necessarie numerosissime innovazioni, sia dal punto di vista tecnico, con la convergenza delle tecnologie sviluppate nell'ambito dell'Intelligenza Artificiale con quelle nate per sostenere l'architettura del Web, sia da quello dei comportamenti sociali degli utenti, poiché il progetto richiederà il contributo diffuso dell'intera comunità della rete. In particolare, il progetto Web Semantico richiede che l'informazione sia inserita in rete non più in maniera 'grezza', ma accompagnata da metainformazioni che aiutino a classificarla dal punto di vista semantico, in maniera accurata e consistente. Un obiettivo certo desiderabile ma tutt'altro che facile da raggiungere, giacché implica un cambiamento radicale nel modo in cui i soggetti fornitori dell'informazione producono, organizzano e gestiscono l'informazione da essi prodotta. Nei prossimi anni vedremo se questa sfida avrà o meno successo. ______________________________________________________________________ 24 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ ALCUNI ESEMPI DI NUOVE TECNOLOGIE DIGITALI Global Positioning System Il Global Positioning System (abbreviato in GPS, a sua volta abbreviazione di NAVSTAR GPS, acronimo di NAVigation System with Time And Ranging Global Positioning System), è un sistema satellitare a copertura globale e continua gestito dal dipartimento della difesa (Departement of Defence, DoD) statunitense, che consente ad un utente posto a contatto o in prossimità della superficie terrestre di conoscere la propria posizione geografica ed, eventualmente, l'altitudine dal livello del mare. Storia del GPS Il Navy Navigation Satellite System, generalmente noto come sistema NAVSAT e oggi rinominato GPS Navstar, fu realizzato dopo un lungo periodo di sperimentazione come progetto Transit. Esso nelle intenzioni iniziali era destinato a fornire ai sommergibili USA dotati di missili Polaris un sistema di navigazione preciso e con copertura mondiale. Fu quindi adottato con successo da navi da guerra di superficie. Nel 1991 gli USA aprirono al mondo il servizio con il nome SPS (Standard Positioning System), ma differenziato da quello militare denominato PPS (Precision Positioning System). In pratica veniva introdotta la SA (Selective Availability) che introduceva nei segnali satellitari degli errori intenzionali. Il GPS è stato creato a sostituzione del precedente sistema, il Transit, quando gli USA hanno rinunciato alla Selective Availability ed hanno reso il primo sistema accurato quanto il secondo, ed è supportato da un sistema di 24 satelliti artificiali. Fino al maggio 2000, il segnale per uso civile veniva degradato per ridurre la precisione attraverso la Selective Availability (SA), consentendo precisioni nell'ordine di 100-150 m. Da quella data, invece, per decreto del Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, è stata disabilitata la degradazione del segnale, consentendo la precisione attuale di circa 10-20 m. Nei modelli per uso civile è presente un dispositivo che inibisce il funzionamento ad altezze e velocità superiori a certi valori, per impedirne il montaggio su missili improvvisati. L'UE ha in progetto il completamento di una propria rete di satelliti (Galileo) per scopi civili, fra i quali il GPS. Questo progetto ha una valenza strategica in quanto la rete americana è proprietà dei soli USA e in gestione ad autorià militari, che potrebbero decidere di ridurre la precisione o bloccare selettivamente l'accesso al sistema; un investimento e proprietà condivisi dagli Stati utilizzatori sono una garanzia di continuità, accessibilità e interoperabilità del servizio. ______________________________________________________________________ 25 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ Funzionamento del sistema Il sistema di navigazione si articola nelle seguenti componenti: • un complesso di 24 satelliti • una rete di stazioni di tracciamento (tracking station) • un centro di calcolo (computing stations) • due stazioni di soccorrimento (injection stations) • un ricevitore GPS Satelliti Sono disposti su orbite polari (orbita il cui piano contiene l'asse terrestre) a forma di ellissi a bassa eccentricità. La loro quota è di circa 1100 Km. Ciascun satellite emette sulle frequenze di 400 e 150 Mhz derivate da un unico oscillatore ad alta stabilità. Lo scopo della doppia frequenza è quello di eliminare l'errore dovuto alla rifrazione atmosferica. Su queste frequenze portanti, modulate in fase, vengono emessi i messaggi di effemeride ciascuno della durate di due minuti; essi iniziano e terminano ai minuti pari interi del T.M.G. Questi messaggi di effemeride contengono il segnale orario e i parametri orbitali del satellite. In tal modo il ricevitore GPS, mentre effettua il conteggio doppler, riceve i parametri dell'orbita da cui deriva la posizione del satellite: viene così a disporre di tutti gli elementi necessari a definire nello spazio la superfice di posizione. Ricevitore GPS Il principio di funzionamento si basa su un metodo di posizionamento sferico, che consiste nel misurare il tempo impiegato da un segnale radio a percorrere la distanza satellitericevitore. Conoscendo l'esatta posizione di almeno 3 satelliti per avere una posizione 2D (bidimensionale) e 4 per avere una posizione 3D (tridimensionale) ed il tempo impiegato dal segnale per giungere al ricevitore, è possibile determinare la posizione nello spazio del ricevitore stesso. La precisione può essere ulteriormente incrementata grazie all'uso di sistemi come il WAAS (statunitense) o l'EGNOS (europeo), perfettamente compatibili tra di loro. Consistono in uno o due satelliti geostazionari che inviano dei segnali di correzione. La modalità Differential-GPS (DGPS) utilizza un collegamento radio per ricevere dati DGPS da una stazione di terra e ottenere un errore sulla posizione di un paio di metri. La modalità DGPS-IP sfrutta, anziché onde radio, la rete Internet per l'invio di informazioni di correzione. All'interno di palmari, navigatori satellitari ed altri dispositivi è implementato il software necessario a interpretare i dati del ricevitore satellitare e a localizzarlo. Nel prezzo d'acquisto dei dispositivi è inclusa una royalty per la società che gestisce la rete di satelliti. Esistono in commercio ricevitori GPS ("esterni") connettibili mediante porta USB o connessioni senza fili come il Bluetooth che consentono di realizzare navigatori GPS su vari dispositivi: palmari, PC, computer portatili, cellulari se dotati di sufficiente memoria. Per la navigazione esistono software come Microsoft Autoroute che può integrare un navigatore GPS, o programmi open source che utilizzano una cartografia pubblica. Uno dei più diffusi è GPS-Drive che utilizza la cartografia della NASA, che mettte a disposizione del pubblico le immagini topografiche in scala 1:2.600.000 dell'intero globo terrestre. La cartografia, di alcuni giga, è scaricabile legalmente e soltanto dalle reti P2P. Come è tipico dei software open-source, il programma consente una forte personalizzazione, potendo scannerizzare e importare stradari e proprie carte ______________________________________________________________________ 26 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ geografiche, o inserire "waypoint", punti di passaggio di interesse per il guidatore. Oltre a ciò, offre le tradizionali funzioni di navigazione interattiva delle mappe con regolazione della scala di riferimento, e la navigazione vocale, integrandosi con "Festival", software open source di sintesi vocale. Ad eccezione dei GPS satellitari, tutti gli altri sono impostati per trasmettere ad un baudrate di 4800 bps (bit al secondo) su porta seriale. Trattandosi di una scelta dei costruttori, aumentare questa velocità non reca alcun beneficio. Del resto, la frequenza tipica con cui viene rilevata la posizione è di 1 Hz (ossia un posizionamento al secondo), e velocità trasmissive superiori sarebbero sostanzialmente inutili. Il GPS nell'utilizzo quotidiano I moderni ricevitori GPS hanno raggiunto dei costi molto contenuti. Dopo il telefono cellulare stiamo assistendo alla diffusione di un nuovo cult: quello del navigatore satellitare personale. Il mercato offre ormai soluzioni a basso costo per tutti gli impieghi e per tutte le tasche che si rilevano efficaci non soltanto per la navigazione satellitare in se e per se, ma anche per usi civili, per il monitoraggio dei servizi mobili e per il controllo del territorio. Esistono varie soluzioni: • • Integrate:sono dispositivi portatili All-in-One che incorporano un ricevitore GPS, un display LCD, un altoparlante, il processore che esegue le istruzioni date solitamente da un sistema operativo proprietario, uno slot per schede di memoria ove memorizzare la cartografia. Ibride:sono dispositivi portatili nati per scopi diversi dalla Navigazione Satellitare (PC, Palmari, SmartPhone) trasformati come tali attraverso il collegamento di un ricevitore GPS esterno (Bluetooth o via cavo) e l'adozione di un software dedicato, in grado di gestire la cartografia. Con la diffusione capillare dei sistemi GPS, e di conseguenza l'abbattimento dei costi per i ricevitori, molti produttori di telefoni cellulari hanno cercato di inserire un modulo GPS all'interno dei loro prodotti, aprendosi quindi al nuovo mercato dei servizi LBS (Location Base Services, servizi basati sul posizionamento). Tuttavia, la relativa lentezza con cui un terminale GPS acquisisce la propria posizione al momento dell'accensione (in media, tra i 45 e i 90 secondi), dovuta alla necessità di cercare i satelliti in vista, ed il conseguente notevole impegno di risorse hardware ed energetiche, ha frenato in un primo momento questo tipo di accoppiata. Negli ultimi anni, però, è stato introdotto in questo tipo di telefoni il sistema Assisted GPS, detto anche "A-GPS", tramite il quale è possibile ovviare a tale problema: si fanno pervenire al terminale GPS, attraverso la rete di telefonia mobile, le informazioni sui satelliti visibili dalla cella a cui l'utente è agganciato. In questo modo un telefono A-GPS può in pochi secondi ricavare la propria posizione iniziale, in quanto si assume che i satelliti in vista dalla cella siano gli stessi visibili dai terminali sotto la sua copertura radio. Tale sistema è molto utile anche come servizio d'emergenza, ad esempio per localizzare mezzi o persone ferite in seguito ad un incidente ______________________________________________________________________ 27 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ Telerilevamento Era generalmente accettata la definizione del telerilevamento come l'insieme di tecniche, strumenti e mezzi interpretativi che permettono di estendere e migliorare le capacità percettive dell'occhio umano, fornendo informazioni qualitative e quantitative su oggetti posti a distanza dal luogo d'osservazione. Le moderne tecniche di Telerilevamento hanno ampliato il campo di indagine ben oltre alle informazioni legate allo spettro elettromagnetico comprendendo misure di campi di forze (gravitazionali, magnetico , elettrico) e utilizzando una grande quantità di strumenti (sistemi laser, ricevitori a radio frequenza, sistemi radar, sonar, dispositivi termici, sismografi, magnetometri, gravimetri, scintillatori). Oggi Il telerilevamento comprende tecniche di analisi della radiazione elettromagnetica e dei campi di forze finalizate ad acquisire ed interpretare dati geospaziali presenti sulla superficie terrestre, negli oceani e nell'atmosfera. Le informazioni raccolte possono distare dall'osservatore da alcuni metri (Proximal Sensing) fino a migliaia di chilometri (Remote Sensing), come nel caso delle osservazioni effettuate dai satelliti. Il veicolo di informazione del telerilevamento generalmente è l'energia elettromagnetica, sia essa proveniente dal sole, emessa dalla terra o generata da strumenti radar o laser. L'energia elettromagnetica che trasporta le informazioni più utili nel campo deli telerilevamento applicato allo studio del territorio è quella delle bande del visibile, infrarosso e delle microonde. Solitamente il rilievo di una superficie effettuato con tecniche di telerilevamento prevede tre fasi distinte: la ripresa dei dati (da aereo, satellite o da terra), la loro elaborazione e l'analisi. Gli strumenti di rilievo utilizzati possono essere distinti in due categorie e cioè quelli che forniscono delle misure, come radiometri, spettrofotometri, scatterometri o altri, e quelli che forniscono delle immagini, cioè macchine fotografiche, dispositivi digitali di scansione, termocamere ecc.. Tutti gli strumenti da ripresa nel gergo tecnico vengono chiamati sensori. Una distinzione che può essere fatta è quella fra strumenti passivi e attivi: gli strumenti passivi misurano le radiazioni (siano esse emesse o riflesse) provenienti dalle superfici investigate mentre gli strumenti attivi provvedono essi stessi alla illuminazione delle superfici, captando poi la radiazione riflessa. L'insieme di questi strumenti parallelamente alle moderne tecniche di analisi (interferometria SAR, analisi spettrale, alta risoluzione spaziale, etc.) rappresentano un metodo pratico, sistematico ed economico di mantenere ed aggiornare le informazioni sul mondo che ci circonda ed in particolare nei seguenti campi di applicazione: • • • • Agricoltura: gestione dei processi produttivi, verifiche di dettaglio di appezzamenti e tipologie di colture, inventario e previsione dei raccolti, controllo delle proprietà, valutazione dei danni post-calamità, etc. (vedi immagini); Scienze Forestali: cartografia forestale, gestione demaniale, monitoraggio aree deforestate o percorse da incendi, etc. (vedi immagini); Geologia e Geologia Applicata: cartografia geologica, esplorazioni marine e terrestri, valutazioni di impatto ambientale, monitoraggio di attività estrattive, subsidenze, movimenti franosi, etc. (vedi immagini); Topografia e Cartografia Tematica: realizzazione gestione ed aggiornamento della cartografia, pianificazione territoriale, catasto, controllo dell'abusivismo edilizio, etc. (vedi immagini); ______________________________________________________________________ 28 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ • • • • • • Ambiente: classificazione multitemporale di uso e coperture del suolo, controllo e gestione dell'ecosistema, valutazioni di impatto ambientale, monitoraggio inquinamento, discariche e rifiuti urbani e industriali, gestione della rete idrica e aree umide, etc. (vedi immagini); Gestione del Rischio: monitoraggio di frane, subsidenze, alluvioni, vulcani e terremoti e valutazione dei danni, localizzazione di aree inquinate, pianificazione delle strutture di pronto soccorso, etc. (vedi immagini); Difesa del territorio: monitoraggio di obiettivi strategici, pianificazione e preparazione di missioni, verifica della pianificazione e degli accordi, controllo dell'industria estrattiva, etc. (vedi immagini); Mare e Aree Costiere: gestione delle coste, fenomeni di erosione costiera, monitoraggio aree glaciali e periglaciali, pianificazione e controllo delle rotte nautiche, presenza di alghe, etc. (vedi immagini); Telecomunicazioni: pianificazione e supporto delle reti di trasporto e navigazione a scala urbana e internazionale, etc. (vedi immagini); Media e Turismo: cartografia, pubblicità, educazione, analisi di proprietà, valorizzazione del territorio, etc. (vedi immagini). Le nuove tecniche di rilevamento quali la geodesia spaziale (sistema Global Positioning System - GPS), la topografia automatica, la fotogrammetria digitale ed il telerilevamento (sistemi Landsat, Spot, SAR, Ikonos, Quick Bird, etc.), hanno profondamente cambiato i metodi di acquisizione di informazioni metriche e tematiche sull'ambiente e sul territorio. Contemporaneamente è divenuta fondamentale l'esigenza di interpretare e integrare tra loro, le informazioni acquisite attraverso la cartografia numerica ed i sistemi informativi geografici GIS. Multimedia technologies Il termine multimedialità o multimediale deriva al latino medium (= "mezzo", qui inteso come mezzo di comunicazione) e si può grossolanamente tradurre in "con molti mezzi". Si è diffuso tra la fine degli anni 1980 e l'inizio degli anni 1990. Si parla di contenuti multimediali, specie in ambito informatico, quando per comunicare un'informazione riguardo a qualcosa ci si avvale di molti media, cioè mezzi di comunicazione di massa, diversi: immagini in movimento (video), immagini statiche (fotografie), musica e testo. Ad esempio, un' enciclopedia multimediale (come la presente Wikipedia), a differenza di una normale enciclopedia cartacea, permette di associare ad ogni voce non solo la sua spiegazione testuale, ma anche fotografie, disegni esplicativi, filmati, suoni, commenti audio ecc. Talvolta la multimedialità viene confusa con l'interattività, con la quale invece non ha niente a che fare, almeno non direttamente. La confusione nasce dal fatto che spesso la multimedialità è affiancata dall' interattività: ad esempio, la citata enciclopedia multimediale sarà molto probabilmente anche interattiva, ovvero permetterà all'utente di interagire con essa (ovvero comunicare delle indicazioni al programma che gestisce ______________________________________________________________________ 29 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ l'enciclopedia, tramite il mouse o la tastiera, e ricevere da esso delle risposte sul monitor); in questo modo, l'utente potrà "dire" all'enciclopedia se di un certo lemma vuole la definizione testuale, oppure vuole vedere i filmati associati, o le foto, o ascoltare l'audio, ecc. Altro termine che spesso crea confusione parlando di multimedialità è l'ipertestualità: l'ipertestualità è la caratteristica di un documento di utilizzare la struttura dell'ipertesto; il prefisso iper sta ad indicare la maggiore valenza di un documento ipertestuale rispetto a un documento "tradizionale" (cartaceo), dovuta al fatto che un documento ipertestuale non deve essere obbligatoriamente letto in modo sequenziale, ma si può saltare da una parte all'altra senza seguire nessun ordine prestabilito. Per intenderci, la differenza tra un testo classico e un ipertesto è la stessa che passa tra un'audiocassetta e un compact disc: nel primo caso, per ascoltare un qualunque brano dovremo prima posizionarci opportunamente sul punto desiderato del nastro, mentre nel secondo potremo in qualunque momento ascoltare il primo, l'ultimo o un qualunque altro brano. A questo proposito, si utilizza a volte il neologismo "ipermediale" o "ipermedialità" per indicare più precisamente la fusione dei contenuti multimediali in una struttura ipertestuale. Identification technologies Queste tecnologie permettono di stabilire sia la posizione che l’identificazione di persone o merci attraverso differenti tecniche. Ad esempio la firma digitale è un nuovo strumento che permette ad una persona di operare con lo stesso risultato giuridico di una firma fatta su carta. Per le merci vi sono nuove tecniche che permettono di seguire il prodotto durante il suo ciclo di vita e il suo cammino dal produttore al consumatore. Un esempio è fornito dai corrieri espressi, i quali attraverso una sorta di marchio elettronico fatto sul prodotto – in genere trattasi di un codice a barre - operano una tracciatura della merce, cioè possono in ogni momento sapere dove essa si trova. Questa possibilità può permettere una quantificazione dei tempi di attesa per i clienti. Negli ultimi anni si sta sempre più diffondendo la tecnologia GPS (Global Positioning System). Questa tecnologia, nata da scopi militari, permette di capire dove si trova una persona o gruppo di persone o un mezzo attraverso l’uso di un dispositivo comunicante con una rete di satelliti geostazionari ______________________________________________________________________ 30 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ ruotanti attorno alla terra. Il segnale inviato dall’apparecchio da terra viene elaborato da tre satelliti, per cui attraverso una semplice triangolazione si può stabilire dove un mezzo o una persona si trovi in un determinato istante fornendo le coordinate esatte del punto. Elementi costitutivi la ICT: infrastrutture elettroniche, contenuti ed accesso Si sono descritte, precedentemente, differenti tecnologie inerenti la ICT. In questo paragrafo verranno descritti alcuni elementi essenziali sui quali si andrà a strutturare il seguito. In particolare faccio riferimento ad una ulteriore distinzione fatta da Van der Meer e Van Winden (2003) che, al fine di una migliore comprensione dell’impatto delle nuove tecnologie, opera una distinzione tra infrastruttura elettronica, contenuto elettronico e accesso elettronico. Queste tre caratteristiche verranno descritte e permetteranno una migliore comprensione di aspetti legati alla ricaduta che la ICT ha sia in campo economico che sociale e, quindi, indirettamente nelle politiche della città. L’infrastruttura elettronica è, per così dire, la spina dorsale hardware della ICT. Essa consiste della parte fisica del sistema della ICT, quindi costituita tanto da server, PC o telefoni mobili, che dalla parte più propriamente costituita dagli apparati infrastrutturali costituiti dal cavi, antenne, fibre ottiche, etc. Il contenuto elettronico è rappresentato dalle informazioni prodotte, immagazzinate, distribuite o ricevute attraverso l’uso della ICT. Consiste, quindi, in ogni tipo di informazioni ottenute attraverso websites, pubblicazioni elettroniche o databases. Ognuna di queste tecnologie ha una propria tipologia di contenuto e, quindi, anche un possibile target di utenza. La telefonia mobile, ad esempio, ha nella comunicazione vocale il suo obiettivo principale, ricordando anche le ulteriori possibilità informative offerte dagli operatori via SMS. Ma chi può produrre informazioni? Ebbene, potenzialmente tutti, dal singolo utente fino ad arrivare alla grande industria o ad enti o strutture dello Stato. ______________________________________________________________________ 31 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ Figura 5.13. Le tre componenti della ICT: infrastruttura, accesso e contenuti (Van der Meer and Van Winden (2003) Infine abbiamo l’accesso elettronico. Esso è la capacità fornita a ciascun individuo, organizzazione, azienda o enti ad eccedere a queste tecnologie. E’ ovvio che lo sviluppo di ciascuna tecnologia dipende fortemente dalle capacità di accesso alla stessa. Van der Meer e Van Winden (2003) attribuiscono all’accesso due dimensioni: possesso e gestione della tecnologia e conoscenza e capacità nell’uso della tecnologia. L’uso di internet, ad esempio, può fornire molteplici benefici, sia in ambito sociale che economico. Quindi l’accesso alla rete permetterebbe di accedere a moltissime banche dati e quindi informazioni. Ed è proprio in tale ottica che l’accesso alla ICT, ed in particolare alla rete, diviene motivo di dibattito, soprattutto per il ruolo che lo Stato dovrebbe svolgere nel promuove l’accesso. Successivamente verrà trattato tale aspetto, sia con riferimento alla politica nazionale dell’Italia che nel contesto della politica locale. Molto interessante è l’aspetto di interazione tra le tre componenti, le quali sembrano rafforzarsi l’un l’altra. Ad esempio, in molti casi troviamo un forte legame tra l’accesso e l’infrastruttura, e ciò risulta particolarmente vero nei sistemi a rete, quali internet e la telefonia. Difatti Shapiro e Varian (1999) hanno dimostrato che l’utilità della tecnologia a reti risulta essere una funzione quadratica del numero di utenti. ______________________________________________________________________ 32 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ Gli elementi costitutivi della ICT in ambito locale Sulla scorta di quanto visto ed analizzato nel precedente paragrafo, andremo ora trattare degli elementi costitutivi della ICT in ambito locale. 5.5.1 e-Access E’ questo uno degli aspetti base della ICT a livello locale, ovvero la capacità, da parte degli attori locali, ad accedere a queste tecnologie non solo come accesso fisico ad una rete, ma anche la capacità ad usare le stesse e di avere accesso ad internet (Mitchell, 1999a). I livelli di accesso sono differenti e si caratterizzano in funzione della scala geografica. Se su scala globale vi è una forbice tra i paesi economicamente sviluppati e quelli del terzo mondo, nel quale questi ultimi sono fortemente penalizzati in questi processi di crescita tecnologica. Non solo, un fenomeno analogo di frattura e differenza nell’accesso è presente tra le aree urbane e quelle rurali sia nei paesi del terzo mondo che, sebbene in misura minore, tra gli stessi paesi industrializzati (DTI, 2000)5. Allo stesso modo in molte città vi sono sostanziali differenze tra le aree con forte presenza di società o aziende ed aree residenziali con categorie svantaggiate (Graham, 2000), dove motivi economici e il connubio tra domanda ed offerta crea delle esclusioni sociali ai danni dei meno abbienti. Quest’ultimo elemento fa emergere il rapporto tra la possibilità, da parte di tutti i cittadini ad accedere alla ICT, e alcuni tratti per un possibile sviluppo urbano sostenibile. In particolare van Winden (2003) distingue quattro caratteri, che se ben guidati da intelligenti politiche urbane possono produrre sostanziali vantaggi per i cittadini: 1. nuove opportunità economiche per la città; 2. una maggiore coesione sociale; 3. maggiori possibilità di monitorare la mobilità urbana; 4. una maggiore qualità della vita. Come abbiamo detto in precedenza, già di per se il settore della ICT presenta tratti fortemente sfumati, dove differenti campi del sapere si intrecciano ripercuotendosi sia sugli assetti sociali che su quelli economici. E ciò e ancora più vero quando non vi sono chiari indirizzi politici e programmatici. Ad esempio le opportunità di crescita economica offerte da alti livelli di accesso alla ICT devono necessariamente andare di pari passo con una crescita culturale della comunità, favorendo, attraverso la creazione di centri universitari di eccellenza, la formazione di nuove professionalità. Questo instaurerà un circolo virtuoso come avvenuto in molte città, le quali hanno puntato sull’innovazione attraverso un’azione sinergica tra programmazione politica, nuovi centri di ricerca e società private, dando così vita ad un effetto domino positivo di rincorsa tra le diverse componenti, le quali, oltre a generare nuove opportunità di crescita economica della comunità locale attraverso l’e-bussiness o l’e-commerce, hanno indotto i fornitori di servizi di ICT a potenziare le loro infrastrutture, fornendo così nuove opportunità tanto per la comunità scientifica che per quella economica e sociale (si pensi, ad esempio ai vantaggi offerti dalla telemedicina o alle teleconferenze). Allo stesso modo l’apporto della ICT può aiutare sia nel ridurre alcune disuguaglianze sociali che favorire una migliore monitoraggio della mobilità urbana. Se per il secondo aspetto vi sono pochi dubbi sull’efficacia di 5 Closing the digital divide: information and communication technologies in deprived areas, a report by Policy Action Team 15. Department of Trade and Industry, London) ______________________________________________________________________ 33 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ intelligenti sistemi di monitoraggio, sulla scorta dei quali potranno svilupparsi politiche di assetto cinematico del territorio, l’aspetto sociale è senza dubbio più intricato poiché il potenziamento e l’attuazione di accessi alla ICT è un aiuto che deve supportare aspetti legati a politiche di malfare e di etica sociale. In tal senso, ovvero tecnicamente, una maggiore capacità di accesso può favorire, ad esempio, i disabili, in modo tale da garantire sempre maggiore autonomia ed indipendenza a questi cittadini, ma anche avere la capacità di fornire nuove chances sul mercato del lavoro e nuove vie per garantire l’accesso all’informazione politica dei cittadini e la loro partecipazione nei processi di progettazione (tratteremo in seguito l’aspetto molto interessante della partecipazione). L’ultimo punto, ovvero quello della qualità della vita, può essere visto come momento di sintesi di differenti azioni, come, ad esempio, la capacità di incrementare la qualità di alcuni servizi essenziali per tutti i cittadini. Ciò implica una capacità di dare maggiore qualità al servizio sanitario e di assistenza, la possibilità di accedere, tramite tecnologie ICT, ai servizi offerti dagli enti pubblici o privati (ad esempio servizi di prenotazioni on-line, possibilità di accedere ad informazioni sugli uffici pubblici se non addirittura a ricevere documentazione in formato digitale, etc.). Tutte queste azioni creeranno una maggiore efficienza del servizio, garantendo non solo una riduzione dei costi per le amministrazioni pubbliche, ma anche una crescita dei processi decisionali partecipativi nella vita della comunità (quella che in gergo e detta e-democracy). 5.5.2 E-content Questo secondo aspetto della information society a livello locale è rappresentato dalla disponibilità di informazione o servizi interattivi a livello locale, come ad esempio un giornale locale sul web o siti che trattano di informazioni turistiche, del traffico, eventi, servizi offerti dalla pubblica amministrazione ai cittadini Van Winden (2003). All’interno di questi contenuti possono inserirsi anche siti web relativi ad aziende che servono il mercato locale, organizzazioni sociali, istituti scolastici, etc. Questi contenuti possono essere considerati da un duplice punto di vista: quello inerente la domanda e quello inerente l’offerta (Van Winden, 2003). Da un punto d vista della domanda di contenuti richiesti a livello locale, possono essere individuate quattro categorie di fruitori: i cittadini residenti, i visitatori, le aziende e, infine, gli enti locali. Ognuna di queste categorie esprimerà delle richieste corrispondenti a quelle che sono le rispettive esigenze. In tal senso, ad esempio, i cittadini domanderanno informazioni relative a servizi offerti soprattutto dalle strutture pubbliche locali, come ad esempio servizi sanitari, notizie di cronaca o di eventi, etc. Viceversa, chi visiterà la comunità locale richiederà una differente tipologia di informazioni, in particolare sarà interessata ad alberghi, eventi culturali, mappe, siti di interesse turistico e così via. Riguardo invece alle aziende, esse saranno sicuramente interessate a conoscere tutte quelle informazioni concernenti l’attività economica, e, quindi, ad informazioni sul mercato del lavoro, alla legislazione locale e nazionale, la situazione sulla mobilità e in generale sui trasporti, etc.. Infine, gli enti locali avranno bisogno di informazioni generali sul territorio da essi amministrato; quindi tutta una serie di dati che riguardano sia a composizione economica e sociale del territorio che dati sulla struttura fisica e geografica dello stesso. ______________________________________________________________________ 34 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ Da un punto di vista dell’offerta questa riguarderà, in generale, tre delle categorie sopra esposte, ovvero, enti locali, cittadini e aziende, più una categoria costituita da associazioni o gruppi che operano nel territorio. In questo ambito un ruolo notevole potrà essere svolto dagli enti locali, dove in molteplici città hanno svolto addirittura un ruolo di volano per uno sviluppo ad alti contenuti tecnologici. Il ruolo degli enti locali quindi, può rappresentare, da un punto di vista dell’offerta di servizi, un notevole apporto sia in termini di efficienza della struttura amministrativa che in termini di democrazia allargata e di crescita socio-economica del territorio. Abbiamo già accennato ad alcuni di questi servizi che i cittadini potrebbero fruire on-line con grossi risparmi di tempo per la cittadinanza, maggiore efficienza per l’amministrazione, riduzione dei costi e una maggiore trasparenza amministrativa. Le altre categorie daranno contributi in differenti settori. Le aziende, ad esempio, potranno non solo operare sul mercato locale ma, per mezzo di siti web, ampliare il loro bacino di potenziali clienti. Viceversa i gruppi o associazioni che operano sul territorio possono offrire il loro contributo culturale o di conoscenza del territorio nelle sue molteplici vesti, archeologica, fisica, storica, etc.. Riguardo, invece, all’offerta prodotta dai singoli cittadini, essa può riguardare tanto aspetti culturali, con contributi nei più svariati settori, che possono riguardare, ad esempio, la partecipazione a giornali locali o nella condivisione di informazioni o di interessi. Tutte queste informazioni, potenzialmente proficue per una crescita della comunità, hanno però una necessità: devono, cioè, poter essere organizzate e strutturate in modo tale da sfruttare al massimo il loro potenziale. Come si è visto in precedenza, le informazioni possono, anzi giungono da differenti fonti; allo stesso modo vi è una richiesta differente che dipende dalla natura del richiedente. Tutto ciò rende necessaria una strutturazione delle informazioni, la quale può essere fatte in differenti modi. Un modo sicuramente efficace per organizzare tutto il materiale è quello che sfrutta un portale locale6, il quale se strutturato in funzione della domanda, quindi capire chi lo utilizzerà e per cercare cosa, potrà fornire informazioni in modo strutturato e più mirato. La riuscita di tale operazione richiederà la partecipazione di tutti gli attori locali, dai cittadini, agli enti locali, le aziende e le associazioni. In conclusione possiamo dire che anche per l’e-content in ambito locale una buona qualità può essere sicuramente un apporto per una sviluppo sostenibile. In particolare un e-content ben strutturato e, ripetiamo supportato da un progetto politico condiviso, può ingenerare effetti benefici tanto sullo sviluppo economico che nel fornire opportunità per i cittadini svantaggiati. Un elemento qualificante tale processo verso la sostenibilità urbana è 6 Il termine “portale” può considerarsi come una classe particolare di siti web dotata di specifiche caratteristiche contenutistiche e funzionali, ovvero è un prodotto editoriale on-line che svolge la funzione di punto privilegiato di accesso al Web per gli utenti e che fornisce loro risorse informative, servizi di comunicazione personale, e strumenti con cui localizzare e raggiungere i contenuti e i servizi on-line di cui hanno comunemente bisogno. Distinguiamo due tipologie di portali: ra portali orizzontali e portali verticali (o vortal, da vertical portal). ¾ portali orizzontali, o portali generalisti, sono i portali nel senso classico, i 'mega-siti' di accesso alla rete che offrono strumenti di ricerca, contenuti e servizi ad ampio spettro tematico. Si tratta di prodotti che si rivolgono esplicitamente a una utenza indifferenziata e, in un certo senso, rappresentano la versione telematica della televisione generalista. Esempi di questo genere di portali sono Yahoo!, Lycos, Microsoft Network o, per citarne alcuni italiani, Virgilio, Kataweb, Libero. ¾ portali verticali (o vortal, da vertical portal; detti anche portali tematici o di nicchia), per contro, sono siti che offrono contenuti, servizi e (non sempre) strumenti di ricerca dedicati a particolari domini tematici (sport, cinema, informatica, finanza, cultura, gastronomia, ecc.) o rivolti a ben definiti gruppi sociali e comunità (caratterizzati dal punto di vista etnico, religioso, economico, culturale, sessuale, ecc.). (Fonte: Calvo M., Ciotti F., Roncaglia G., Zela A. M., Internet 2004, Laterza, 2004) ______________________________________________________________________ 35 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ rappresentato dal ruolo del governo locale, il quale attraverso operazioni di e-government può fornire un grosso contributo all’efficienza della struttura amministrativa e, quindi alla qualità della vità per i cittadini. 5.5.3 Rete infrastrutturale locale Questo terzo aspetto è contraddistinto da quella che è la struttura fisica della ICT, ovvero cavi, linee coassiali, wireless network, fibre ottiche, etc.; può quindi essere considerato come il mezzo di trasporto dell’informazione digitale. I forti cambiamenti avvenuti nel panorama cittadino nell’ultimo decennio credo siano sotto gli occhi di tutti, a cominciare dalle antenne per cellulari fino alle parabole per tv satellitare. Da un punto di vista della qualità delle infrastrutture, abbiamo già accennato in precedenza che questa è in funzione delle politiche economiche, per cui vi sono grosse differenze tra nazione e nazione e tra città e città. Anzi, talvolta vi sono differenze all’interno della stessa città. Questa forbice tecnologica è parte integrante di un quadro politico-economico che ha visto l’affermazione di alcune città su altre (come si è visto nel primo capitolo). Questa differenza di peso politico-economico ha indotto in queste città primarziali un ciclo tecnologico virtuoso, con la creazione di infrastrutture di primissimo ordine (Graham, 1998), come, ad esempio, la city di Londra, la quale ha una qualità infrastrutturale superiore a qualunque altra parte della stessa Londra, ma anche di altre città. Questa situazione crea un movimento ciclico dove innovazione tecnologica e processi economico-finanziari si rincorrono vicendevolemente, per cui a nuove richieste dei mercati finanziari rispondono nuove offerte dell’industria tecnologica e, viceversa, queste città divengono anche i luoghi privilegiati dove si applicano e si sviluppano nuove tecnologie. Come visto l’elemento qualificante in tale processo, in particolare per il livello globale, è rappresentato da fattori geopolitici ed economico-finanziari. Ma un chiaro impulso, almeno per una qualificazione tecnologica a carattere regionale o continentale, può e deve essere fatta per mezzo di politiche nazionali tendenti a sviluppare questi settori innovativi. Paesi come l’Olanda, la Finlandia e la Svezia hanno investito notevoli capitali, sia pubblici che privati, nella ricerca ed innovazione tecnologica, ed oggi ne raccolgono i frutti con economie solide, un ottimo walfare ed una migliore qualità dei servizi. Interazioni e dinamiche tra e-Access, e-content e Rete infrastrutturale La domanda a cui si vuole rispondere è se vi sono dinamismi tra le tre componente sopra viste e, nel caso affermativo vedere che tipo di dinamismo è possibile riscontrare. Ebbene numerosi studi hanno mostrato che effettivamente tra le tre componenti della ICT vi sono interdipendenze che molte volte si rafforzano mutuamente. ______________________________________________________________________ 36 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ Figura 5-15. La figura sopra mostra, in chiara chiave sistemica, le possibili interazioni che si creano tra le tre principali componenti della ICT. Se, ad esempio, la capacità di accesso è sviluppata, ovvero se vi sono molti utilizzatori, è molto probabile che ciò fungerà da volano sia per lo sviluppo di un e-bussiness che di nuovi servizi offerti da enti locali od associazioni, con conseguente sviluppo della componente rappresentata dai contenuti. Lo stesso dicasi nel senso opposto, cioè ovvero un ambito locale ove vari soggetti, sia pubblici che privati, siano in grado di offrire servizi on-line, potrebbe invogliare molti cittadini ad utilizzare tali servizi, con notevoli risparmi sia in termini economici che di tempo. Questa interdipendenza tra la possibilità ad accedere ed i contenuti si rivela molto importante, soprattutto quando si tratta di fruire di informazioni o servizi. ______________________________________________________________________ 37 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ Le applicazioni della ICT in alcune città europee 9.3.1 Eindhoven e L’Aja Il programma attuato ad Eindhoven è essenzialmente rivolto alle periferie (eneighbourhoods). Il progetto elaborato, denominato e-city (in olandese kenniswijk7) fu lanciato nel 2000 dal Governo olandese, in particolare dal Ministero dei Trasporti e Telecomunicazioni, ed ha come obiettivo quello di avviare un progetto di sviluppo per le aree periferiche delle città - knowledge neighborhood - attraverso l’utilizzazione della ICT nei settori dei servizi, della rete infrastrutturale e nell’applicazione di nuove tecnologie (il motto era: better living, better working and better learning). L’area urbana oggetto del progetto ha una popolazione residente di circa 85.000 abitanti, dilatandosi tra Eindhoven ed Helmond (vedi mappa) e l’obiettivo che ci si proponeva e ci si propone consiste nel connettere, attraverso la banda larga, il maggior numero possibile di famiglie, in modo tale da promuoverne l’uso e la conoscenza tra i cittadini della ICT e, in particolare, di internet. Si tratta di un’area che, oltre ai due nuclei centrali di Eindhoven ed Helmond, include zone commerciali, zone ad uffici ed il campus del TU-e (Technische Universiteit Eindhoven). Il progetto si fondava sul tentativo di promuovere uno sviluppo più equilibrato attraverso: 1. 2. 3. 4. un incremento dello sviluppo urbano; rafforzamento delle risorse; maggiore capacità organizzativa; azioni sinergiche tra pubblico e privato. Figura 9-2. L’area interessata dal progetto concerne la parte est della città di Eindhoven fino a Helmond 7 Maggiori dettagli ed informazioni possono trovarsi agli indirizzi web: http://www.kenniswijk.nl/personal/en/jsahtml/statichomepage/jsptemplates/index.jsp oppure http://www.minvenw.nl/cend/dco/home/data/international/gb/eng0701.htm#Telecommunications ______________________________________________________________________ 38 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ Il primo punto vuole essere un obiettivo nella direzione dello sviluppo, ovvero better living, better working and better learning. Quindi come lo slogan suggerisce le nuove tecnologie sono viste come opportunità per il miglioramento della vita di tutti, cittadini ed operatori economici. Difatti, per il raggiungimento di tali obiettivi si punta molto sullo strumento ICT per incrementare l’efficienza della macchina amministrativa, sperimentare nuove forme di e-democracy, rivitalizzare il commercio degli operatori per mezzo dell’e-commerce e sulla possibilità di accedere a più ampi servizi e nuove conoscenze. La riuscita di un tale ed ambizioso progetto darà all’area di Eindhoven un ruolo di leadership nel campo delle nuove tecnologie nella Regione del Brabante. Il secondo punto ha come obiettivo la stimolazione degli operatori delle ICT nello sviluppare politiche di sviluppo tendenti non solo ad incrementare il numero di possessori di PC, ma anche quello di sviluppare attività formative volte all’alfabetizzazione informatica della popolazione a costi, per così dire, politici. Anche nel campo sociale si è puntato molto sull’uso delle nuove tecnologie, sia attraverso la creazione di virtual community, che attraverso una sorta di punto informativo a cui tutti potranno chiedere informazioni sulle politiche e sulle opportunità formative 24 ore al giorno. L’aspetto legato alla capacità organizzativa è un elemento essenziale nell’attuazione del progetto. Come si è accennato sopra, il progetto è partito da un progetto governativo basato su una specie di concorso nazionale al cui vincitore veniva fornito il danaro per applicare il miglior programma che andasse nella direzione indicata dal bando. E’ stato quindi necessario creare un ufficio comunale che si occupasse di tutte le varie fasi del progetto, dalla partecipazione al concorso, fino alla creazione di una sorta di cronoprogramma delle fasi attuative del progetto. Durante le fasi pre-attuative l’amministrazione locale contattò tutti gli operatori economici, in particolare quelli dei settori ICT, del territorio, al fine di quantificare il numero di aziende disposte a partecipare al programma. Dall’analisi di queste fasi pre-progettuali prima e in corso d’opera poi, sono emerse molte problematiche: una prima problematica ha riguardato il rapporto tra pubblico e privato. Il settore privato si è dimostrato, nella fase pre-progettuale, poco incline ad assumersi rischi di impresa, assumendo una posizione di attesa per vedere poi come gli eventi evolvevano. Ancora nelle fasi in cui il progetto è partito le tempistiche si sono invertite: il privato voleva tempi brevi e risultati immediati e concreti, mentre il settore pubblico aveva tempi molti dilatati nel tempo ed una tendenza a visioni più utopiche ed astratte. Riguardo, invece, all’atteggiamento dei cittadini esso si è dimostrato impaziente o del tutto disinteressato, facendo anche emergere carenze nei processi comunicativi sul progetto. Purtroppo, allo stato dei fatti, non si sono raggiunti tutti risultati previsti ed il numero degli utenti è risultato notevolmente inferiore alle aspettative. Inoltre si è visto che vi sono notevoli difficoltà nella gestione dei rapporti tra operatori pubblici e quelli privati, soprattutto perché vi sono visioni economiche totalmente differenti. Anche se molti di questi operatori, soprattutto quelli che investono in nuove tecnologie, hanno avuto momenti difficili dovuti al crollo della new economy degli scorsi anni o con l’enorme debito che molti di essi hanno subito a seguito dell’acquisto delle licenze UMTS, resta da dire che non sempre privato è meglio di pubblico, soprattutto quando in gioco vi sono interessi economici e gli equilibri sociali. Al momento il progetto è ancora in fase di attuazione e saranno, quindi, i prossimi anni a dirci se è riuscito e se è stato un fallimento. Riguardo invece a l’Aja (The Hague), la politica scelta dalle autorità locali è stata incentrata sul libero accesso alla rete per tutti i cittadini direttamente dalle loro abitazioni attraverso il progetto Residentie.net. Al fine di consentire il massimo numero di accessi possibile, le autorità hanno stipulato un accordo con alcuni operatori del settore delle ______________________________________________________________________ 39 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ telecomunicazioni per garantire l’accesso gratuito alla rete e, per coloro che non possedevano un PC, permettere un accesso via teletext, per i quali era necessario il telefono e il televisore. Il progetto era volto essenzialmente a permettere alla maggioranza dei cittadini di accedere ai servizi delle autorità locali direttamente via web, con una migliore qualità del servizio ed una disponibilità di informazioni a trecentosessanta gradi. In sintesi un portale web urbano dal quale potranno informarsi sulla politica locale, il mercato del lavoro, i servizi offerti, il commercio, i trasporti locali, etc. A sintesi dell’esperienza possiamo di dire che: da un lato ha dato buoni risultati sia da un punto di vista dell’e-government favorendo efficienza e trasparenze, che più opportunità alle classi svantaggiate in quanto ha reso disponibili, in modo pressoché gratuito, una banca dati infinita ma anche una opportunità di accesso alle nuove tecnologie. Dall’altro lato, invece, ha creato alcune difficoltà di ordine economico, poiché la città era il principale investitore, ciò ha comportato notevoli esborsi in termini economici, ed inoltre le compagnie che hanno aderito al progetto hanno imposto prezzi alti per alcuni servizi, come le telefonate o gli help desk. 9.3.2 L’esperienze di Manchester ed Helsinky L’approccio operato a Manchester si realizza per mezzo di una politica volta all’apertura di centri di ICT il cui obiettivo è quello di fungere sia da polo di aggregazione sociale che da supporto nell’offerta verso quella parte della popolazione che ha poca o nulla conoscenza delle nuove tecnologie. E’ strutturato essenzialmente per l’accesso ad internet e alle tecnologie multimediali. Un esempio in tal senso ci è fornito dalla municipalità di Manchester (UK), la quale è stata una delle prime città europee ad attuare una politica volta alla realizzazione di questi centri, denominati “Electronic Village Halls” (EVH’s; http://www.manchester.digicity.org.uk/ ). Essi furono sviluppati nei primi anni ’90, basandosi sui rural community teleservices provenienti dalla cultura scandinava. All’interno di questi centri vi sono sia punti di accesso ad internet che programmi finalizzati all’alfabetizzazione della popolazione verso l’informatica. Vi sono tre centri, dei quali due sono localizzati direttamente presso aree del territorio urbano dove vi sono situazioni sociali difficili (forte immigrazione, disoccupazione, disagio sociale, etc.). Il secondo esempio è quello che costituisce punti libero di accesso alla ICT in edifici pubblici. Un esempio in tal senso viene da Helsinki e dalla stessa Manchester, dove le biblioteche pubbliche svolgono anche questa funzione. Helsinky ha nel centro della città una speciale biblioteca elettronica8. Essa funge sia da punto informativo che da punto di incontro. Anche in questi centri vengono offerte non solo l’accesso alla rete ed alla posta elettronica, ma programmi di alfabetizzazione informatica diretto a tutti i cittadini. Va segnalata una iniziativa particolare: in uno degli edifici (per l’esattezza il Lasipalatsi buiding), hanno creato un sofisticato sistema elettronico che permette l’interazione tra 8 Cable book library; per maggiori dettagli si http://www.lib.hel.fi/page.asp?_item_id=3060&_lang_id=EN visitino le pagine web all’indirizzo: ______________________________________________________________________ 40 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ utente e sistema in alcune operazioni di vita quotidiana. Per esempio nei tavoli del bar vi sono schermi interattivi attraverso i quali si può ordinare la consumazione. Figura 9-3. Il sito di Manchester. Un portale dal quale è possibile accedere a differenti servizi. Figura 9-4 e 9-5. Due immagini della biblioteca elettronica - Cable Book Library - di Helsinky 9.4 Sintesi delle diverse esperienze europee ______________________________________________________________________ 41 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ A conclusione del presente paragrafo credo sia importante spendere alcune righe sui risultati mostrati nella tabella sottostante. La tabella 9-4 vuole essere un tentativo, seppure parziale, di fornire un’analisi sulle varie politiche adottate attraverso un quadro comparative delle esperienze illustrate. Questa è stata realizzata attraverso un limitato numero di interviste, per cui il risultato và letto con molta cautela. Sulla prima colonna di sinistra è visibile la composizione degli obiettivi analizzati in due gruppi: il primo rappresentato dal contributo agli obiettivi di politica urbana (contribution to urban goals) ed un secondo gruppo (Strengthening of resource of target groups) focalizzato sul rafforzamento delle risorse e di obiettivi a carattere sociale. Dall’analisi del primo gruppo di obiettivi emerge un andamento generale che va dal neutro alla positività dell’apporto della ICT. In particolare il progetto E-neighborhoods di Eindhoven sembra essere quello che al momento presenta un complessivo apporto positivo. Dall’analisi degli altri progetti sembra emergere una sostanziale neutralità sullo sviluppo economico e poca influenza sull’e-government. Ciò potrebbe essere spiegato con il fatto che obiettivi primari dei progetti sviluppati a l’Aia, Manchester e Helsinki hanno essenzialmente una natura volta sostanzialmente al sociale e solo indirettamente agli altri aspetti. E difatti, seppure di poco, la seconda fascia di obiettivi sembra avere avuto un maggiore impatto positivo sulla società. Se è chiaramente positivo l’aspetto riguardante la crescita economica, risulta altrettanto positivo riscontrare come in Eindhoven e Manchester vi sia stata una crescita culturale de fasce più svantaggiate. Ancora incerto appare il risultato sugli aspetti sociali, volti a sanare o, comunque, a rimarginare fenomeni di disagio. Molto interessante, soprattutto per gli aspetti di criticità scaturiti, è la situazione relativa alla capacità organizzativa delle amministrazioni pubbliche e la capacità, tra settore pubblico e privato, di interagire in modo sinergico. Questa è sicuramente la parte che presenta le maggiori lacune, segnando addirittura effetti negativi in città come l’Aia ed Helsinki. Risulta quindi necessario porre estrema cautela nella definizione di politiche volte all’attuazione di indirizzi di crescita nelle nuove tecnologie. Dovendo necessariamente, per motivi finanziari, richiedere l’apporto dei privati è necessario avere una struttura organizzativa ed un progetto politico chiaro. Risulta altresì necessario avere le idee chiare sugli obiettivi, sociali ed economici, poiché il settore privato tende essenzialmente a mirare all’aspetto di crescita economica, il quale se non accompagnato da una pari crescita sociale, può innescare ulteriori fenomeni di esclusione sociale con conseguente aumento di conflittualità. In conclusione possiamo dire che la rivoluzione legata alla ICT, può certamente creare nuove opportunità, sia in ambito economico che in quello socio-politico e certamente la città è e sempre più sarà il luogo dove tale rivoluzione sarà attuata. Per generare processi tendenti ad obiettivi sostenibili è, quindi necessario attuare una politica volta ad una intelligente applicazione delle nuove tecnologie. Non, quindi, progetti isolati e inutili, ma progetti che tendano a ridisegnare le azioni di governo verso obiettivi di crescita della conoscenza dei cittadini, di maggiore efficienza dell’amministrazione locale e di integrazione della ICT nelle strutture socio-economiche al fine di produrre maggiore efficienza, maggiori opportunità e maggiore tutela dei cittadini svantaggiati. Tabella 9-4. La tabella opera una comparazione tra le differenti esperienze fatte dalle quattro città (Fonte: W. Van Winden, 2003) ______________________________________________________________________ 42 Antonio Caperna. Elementi di ICT nella pianificazione e progettazione urbana ______________________________________________________________________________________ PROJECT Strengthening of resource of target groups Contribution to urban goals CITY Economic development Social equality egovernment Material Cognitive resource Social resource Eneighborhoods ICT centre (EVH) for deprived groups Free internet access for all Internet access in public buildings Eindhoven Manchester The Hague Helsinki ● N N N ●/ N ●● ● ● ● N ●● N ● ● ● ● ● ●● N N ● N ● N Alignment with private ● ● ● sector initiative Organising N N ● capacity Value scale: ●● very positive; ● positive; N neutral; ● negative ● N ______________________________________________________________________ 43