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IL QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE ECONOMICA DIRETTORE UGO BERTONE ANNO VI - N. 22 GIOVEDÌ 31 GENNAIO 2008 - 1,20 EURO POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN A.P. D.L. 353/03 ( CONV. L. 46/04) ART. 1 COMMA 1, DCB MILANO VISION Canton Ticino Fr.sv. 3,00 Il Leone ruggisce all’Est con 1 mld BENETTON Generali pronta a fare acquisti nell’Europa Orientale: obiettivo è raddoppiare il valore della jv con Ppf nel 2012. Intanto è in short list per la rumena Asiban Imago A PAG. 2 Ligresti con l’Opas cancella I.Lombarda PANORAMA Salvatore Ligresti torna protagonista in Piazza Affari: mette ordine nel suo impero con un’Opas da 230 milioni ed elimina una delle società quotate. La sua compagnia assicurativa Fondiaria Sai, guidata da Fausto Marchionni e presieduta dalla figlia Jonella Ligresti, ha infatti lanciato un’offerta pubblica di acquisto e scambio (Opas) totalitaria sulla controllata Immobiliare Lombarda che sarà poi delistata. Il corrispettivo dell’Opas sarà liquidato in parte in contanti e in parte in azioni di Milano Assicurazioni, controllata FonSai. L’Opas, che coinvolge il 38,7% del capitale non detenuto dal gruppo Ligresti, è strutturata in modo tale che per ogni 46 azioni Immobiliare Lombarda sarà corrisposta 1 azione Milano e 1,752 euro in contanti. La parte in azioni rappresenterà il 74% del corrispettivo; la parte in denaro il restante 26 per cento. «È un’operazione win win per tutti gli azionisti coinvolti» ha detto Marchionni. A PAG. 2 Giovanni Castellucci Imago Iptv, la tecnologia è al punto di svolta Castellucci ad anche di Sintonia Almunia (Ue): «Sui conti italiani sforzatevi di più» Salvatore Ligresti «L'Italia ha rispettato ampiamente l'obiettivo di riduzione del deficit sotto il 3% nel 2007, ma deve proseguire il consolidamento del bilancio per ridurre in modo duraturo il debito pubblico e utilizzare le risorse attualmente assorbite dalla spesa per interessi per finanziare misure che migliorino la crescita». È questo il giudizio del commissario Ue Joaquin Almunia sul programma di stabilità 2007-2011. Ubs, per la prima volta in «rosso» La Fed taglia: «E lo faremo ancora» A PAG. 4 Bernanke riduce di altri 50 punti (al 3%). S&P abbassa il rating di Barclays, Deutsche, Dresdner, DIARIO DEI MERCATI Fortis e Ubs. L’istituto svizzero perde 7,4 mld L nel quarto trimestre e chiude il primo anno Mercoledì 30 gennaio 2008 Italia Mibtel in perdita. SocGen, slitta l’aumento di capitale: Bouton apre e chiude a un’Opa «amichevole» -0,82% 25.995 ALLE PAG. 3 e 10 Napolitano affida una «mission impossible» a Marini Chiusura Mibtel S&P/Mib Mib 30 Midex All Stars Mex (Expandi) 25995 34274 34522 31473 12554 9318 Prec. 26209 34565 34861 31735 12563 9303 Var. % -0,82 -0,84 -0,97 -0,83 -0,07 0,16 Var.% 1 anno -20,00 -18,90 -18,18 -27,93 -28,55 -26,05 Var.% 1-gen -11,59 -11,10 -11,22 -12,77 -12,63 -9,03 LE ROULETTE DI SANREMO GIRANO SUL WEB MARCO NICCOLAI Europa Eurostoxx50 Chiusura 3.789,31 -0,54% Prec. Var.% 1 anno -9,68 1,28 -6,48 -9,18 -13,68 Eurostoxx50 3789,31 3810,01 Dax30 6875,35 6892,96 Ftse100 5837,30 5885,20 Ibex35 13217,10 13246,60 Cac40 4873,57 4941,45 Var. % -0,54 -0,26 -0,81 -0,22 -1,37 Usa Var.% 1-gen -13,87 -14,78 -9,60 -12,94 -13,19 Rilevazione alle ore 22.00 Dow Jones -0,45% 12.424,38 Chiusura Dow Jones 12424,38 S&P500 1354,50 Nasdaq 1808,26 Nyse 8983,48 Russell 2000 697,06 Chius. prec. 12480,30 1362,30 1807,67 9046,02 705,20 Var. % -0,45 -0,57 0,03 -0,69 -1,15 Valute Var.% Var.% 1 anno 1-gen -0,79 -6,34 -5,20 -7,75 1,72 -13,27 -2,42 -7,77 -12,65 -9,00 Microgame porta il Casinò di Sanremo sul web. Dal prossimo 7 febbraio la sala da gioco della Riviera dei Fiori, anticipando gli altri casinò italiani, presenterà e metterà in rete il proprio sito di scommesse e giochi. Microgame, nel cui capitale la scorsa estate è entrato con una quota del 10% il fondo Cambria presieduto dall’ex direttore finanziario di Montedison, Mario Mauri, è partner tecnologico e organizzativo, fornitore della piattaforma di gioco e dei servizi di risk management del Casinò ligure. Giù tutta l’auto europea. E il target di Torino crolla da 26 a 19 euro RESPONSABILITÀ SOCIALE DELLE IMPRESE Euro/Dollaro 1,4883 Dollaro/Yen 106,3650 Eu/Fr.Svizz. 1,6118 Eu/Sterl.Gb 0,7471 Euro/Yen 158,3050 Chius. prec. 1,4777 107,1050 1,6162 0,7428 158,2650 Var. % 0,72 -0,69 -0,27 0,58 0,03 +0,72% Var.% Var.% 1 anno 1-gen 14,75 2,00 -12,55 -4,79 -0,70 -2,53 13,06 1,65 0,36 -2,88 Patrimoni dichiarati Csr, onda etica sulle aziende ALLE PAG. 19 e 21 Perché in Italia non si introduce la dichiarazione «patrimoniale», con relativo aggiornamento annuale? Senza bisogno di guerre contro l’evasione con una imposta del 25% sui redditi, si avrebbero entrate anche superiori a quelle attuali perché applicate su tutti i redditi emersi. A PAG. 6 Anche il Pil ha bisogno di quote rosa Marka Rilevaz. 1,4883 Dopo la bufera sui derivati e la Finanziaria 2008, il dibattito sulla finanza pubblica, complice la crisi, mette la sordina e torna a perdersi nei corridoi della burocrazia. Ma, senza ignorare che sulle spalle del presidente incaricato Franco Marini già grava in queste ore un fardello pesante, ci sono buoni motivi per non accantonare le riflessioni sui pilastri dell’intervento pubblico. Per non ritrovarci, tra pochi mesi, a decidere del nostro futuro all’insegna di nuove emergenze: bagarre parlamentari, scandali di turno, casi giudiziari con intercettazioni allegate. Alcuni paletti vanno fissati: le regole e i vincoli in finanza pubblica dovrebbero essere definiti lontano dalle scadenze elettorali, La scure Goldman si abbatte su Fiat Rilevazione alle ore 22.00 Euro/Dollaro LOCOMOTIVE E VAGONI DELL’ITALIA EXPRESS Come rilanciare l’occupazione femminile? Con la leva fiscale, sostiene Alberto Alesina. «No, è questionedicultura»,replicaCristinaBombelli(Bocconi)«Lamaternità?Nonc’entra».El’Italiarinuncia a una risorsa importante e più istruita degli uomini. A PAG. 23 per evitare che siano troppo strumentali alle esigenze della politica; inoltre, gli impegni dovrebbero essere definiti nel tempo, in modo da permettere la programmazione degli interventi che ogni rappresentante si impegna a realizzare in un mandato elettorale. Tali raccomandazioni dovrebbero valere, in particolare, per il patto di stabilità interno, in cui viene recepito il vincolo di finanza pubblica assunto in sede comunitaria, che condiziona bilanci, investimenti, spesa e quindi politiche delle amministrazione territoriali. Anche quest’anno, invece, in base a quanto definito dalla finanziaria 2008, il patto di stabilità interno ha disatteso queste elementari regole di buon senso. A PAG. 23 ALITALIA Sos di Prato: «Servono 750 mln entro giugno» A PAG. 7 ENI Fruscio (Lega) a sorpresa dà l’addio a Scaroni A PAG. 6 Non rallenta la corsa della fotografia digitale più basse, con un occhio quindi al controllo, al ribasso, dei listini. Tutte le big del settore, da Sony a Nikon, sono impegnate nei lanci delle nuove gamme di prodotto. Con una parola d’ordine: alta definizione. È il caso della nuova Panasonic. La Dmc-Tz5 (foto), ultima nata della fortunata gamma Lumix, vanta una risoluzione da 9,1 megapixel e la correzione automatica dell’esposizione. Non accenna a frenare la galoppata del mercato delle fotocamere digitali, dopo la cifra record di 34 milioni di unità vendute nel 2007, secondo Idc, il 2008 andrà oltre, a quota 35 milioni, con ricavi per nove miliardi di dollari. Un boom creato da consumatori sempre più attenti al rapporto tra funzionalità e prezzi. E la conseguente attenzione, da parte dei produttori alle fasce www.finanzaemercati.it Iptv, una tecnologia al punto di svolta Le prospettive anche a breve termine sembrano essere più che buone, ma la realtà di oggi parla ancora di numeri decisamente piccoli. Questa è la realtà e, se non succederà presto qualcosa, potrebbe confermarsi come il destino della Iptv, la versione più «comoda» del matrimonio tra televisione e Internet. In Europa, sono quattro milioni gli utenti che l’hanno già scelta. Un numero destinato a crescere, secondo Infonetics Research, fino a 57 milioni entro il 2009. L’ultimo report dell’osservatorio del Politecnico di Milano la include con felice espressione tra le sofa tv, quelle che come la televisione tradizionale, sono concepite per essere guardate comodamente adagiati sul divano. In Italia siamo stati tra i primi ad averla, grazie a Fastweb, che la propone già da sette anni, e, dopo l’esordio di AliceTv di Telecom Italia, negli ultimi due mesi sono arrivate due nuove soluzioni, quella targata Tiscali (che però parte dall’esperienza del mercato inglese dove il provider sardo la offre già da un paio d’anni) e quella di Wind-Infostrada. Tutti o quasi propongono la Iptv, ma non tutti la vogliono. O forse non tutti possono permettersela. È il caso di quanti non posseggono una connessione a banda larga, e purtroppo in Italia sono ancora troppi, e quindi non sono in grado di godere delle aumentate capacità della nuova televisione. È questo il principale limite alla sua diffusione, almeno per l’Italia, che continua inesorabilmente a scivolare indietro nelle classifiche La televisione attraverso il protocollo internet ricalca ancora troppo da vicino le «rivali» del digitale terrestre e del satellite. E in Italia sconta la lenta diffusione della banda larga La scommessa per crescere è aprirsi davvero al Web. Nei contenuti e nell’interattività I CONTENUTI DEL PICCOLO SCHERMO: TANTE TV, UNA SOLA OFFERTA Ripartizione dei canali italiani tra nativi di una piattaforma e mutuati dalle altre Fonte: Politecnico di Milano, 2007 247 37,5% 28 62,5% 40% 118 60% 89% 11% Nativi Corbis GABRIELE DE PALMA Satellite delle connessioni broadband in Europa. Ma che cosa si perde davvero l’italiano vittima del digital divide? Forse meno di quello che pensa. Almeno per il momento. Della versatilità del Web, della sua apertura, dei suoi contenuti e dei suoi formati innovativi l’Iptv riprende ben poco. Al netto è il solo protocollo di comunicazione, Internet appunto, a dare ragione della nuova sigla. Uno dei limiti maggiori della Iptv è infatti la timidezza nella scelta di contenuti originati nel Web, e nel tentativo di costringere gli utenti entro Digitale terrestre limiti ben precisi, vuoi per motivi di qualità delle immagini, vuoi per scelte commerciali ben precise che puntano a offrire la nuova televisione in un pacchetto, all inclusive, che racchiude anche la linea telefonica e l’abbonamento Adsl. È il tanto decantato triple play, come si usa definire la triplice alleanza, cui si affidano gli operatori telefonici per rimpolpare i loro fatturati. Alcuni punti di forza, però, l’Iptv li ha. Su tutti il time-shifting, ovvero la possibilità per il telespettatore di guardare un programma quando vuole, senza es- sere legato ai rigidi dettami del palinsesto. Molto comodo anche se, vista l’esigenza di server di con grandi capacità per archiviare i video in attesa del momento giusto per lo spettatore, il time-shifting per ora si può fare solo per i due o tre giorni successivi alla reale messa in onda di un programma. Altro valore aggiunto è un archivio di contenuti a richiesta, on demand, e in molti casi gratuiti. I punti deboli, comunque, continuano a prevalere. La comodità, innanzitutto, si paga a caro prezzo e le offerte attualmente disponibili sul merca- Iptv Mutuati to prevedono l’acquisto (o il noleggio) di un set-top-box apposito, oltre alla connessione a banda larga e un’adeguata tariffa d’abbonamento. E tra le «tv da divano», l’Iptv dovrà vedersela con due agguerrite rivali, il digitale terrestre (Dtt) e il satellite, che per motivi differenti corrono a ritmi fin qui diversi. In Europa, sono 25 milioni gli utenti raggiunti dal Dtt, 37 milioni quelli che hanno scelto il satellite, 13 milioni la tv via cavo (ma l’Italia ancora non ha una sua offerta di tv via cavo) e solo 4 milioni hanno optato per l’Iptv. I contenuti offerti, esclusi alcuni timidi accenni a inglobare gli user generated content (i contributi frutto degli sforzi personali dello spettatore), il vero fenomeno in video del Web, sono gli stessi proposti dalle rivali «da divano», e in alcuni casi prevedono il pagamento di un ulteriore dazio. Così accade per i contenuti «forti», quelli che trainano le scelte di massa, come lo sport in diretta e i film in prima visione. L’interattività, il grande valore aggiunto del Web, è poco sfruttata e anche le tecniche più pericolose per la privacy, ma utili per migliorare il servizio, sono ancora largamente sottosviluppate. Anche per quanto riguarda la qualità dell’immagine l’Iptv, seppur può vantare una superiorità notevole rispetto alle web tv, ancora una volta resta un passo indietro rispetto a digitale terrestre e satellite. L’entrata in scena di Tiscali ha accorciato in parte questa distanza, grazie all’innovativo formato mpeg4, ma le altre offerte usano ancora formati di compressione (mpeg2) decisamente non all’altezza. La situazione, comunque, non è del tutto negativa, i limiti dell’offerta attuale possono venire superati in futuro. E non è un caso se gli analisti scommettono sulla crescita del mercato. Anche se il futuro è tutt’altro che scontato. Stretta tra la più agile e aperta web tv da una parte, e le più affermate e altrettanto comode Dtt e tv via satellite dall’altra, l’Iptv rischia un naufragio a discapito delle confortanti stime. Non resta che affinare l’offerta, per gli operatori, che di qui in avanti dovranno impegnarsi a migliorare il modello di business. [email protected] 12 Corbis FINANZA & MERCATI ● GIOVEDÌ 31 GENNAIO 2008 La web tv conquista anche l’azienda MARINA ROSSI Addio corsi di aggiornamento in aula. Oggi le grandi aziende puntano decisamente sulle web tv, vere e proprie trasmissioni televisive fruibili dal computer e organizzate in palinsesti giornalieri che offrono notizie, formazione e intrattenimento, il tutto appositamente studiato per i dipendenti, ma con lo sguardo sempre attento ai ritorni economici. Niente a che vedere con l’Iptv, orientata agli utenti e a creare nuovi mercati: la web tv è il modo in cui, oggi, decine di aziende comunicano con i propri dipendenti, ma anche con i loro clienti. Due sono, infatti, i modi in cui la televisione si realizza a livello aziendale, cioè la web tv interna, dedicata ai dipendenti e situata nelle intranet, e quella esterna, che concorre al consolidamento della corporate identity. In questo secondo ambito si colloca il nuovo servizio che Sirmi ha appena lanciato: Sirmi Web Tv vuole essere un luogo di riferimento per le aziende che si occupano di digital technology, convogliando l’approfondimento dei contenuti multimediali e l’informazione quotidiana. «Sirmi è giunta alle web tv da un’esperienza pluriennale nelle ricerche di mercato e non da un ambito di comunicazione», sottolinea il presidente e amministratore delegato Maurizio Cuzari. I ritorni di una web tv pubblica, sempre basata sull’advertising, YouTube ha rivoluzionato l’intrattenimento e oggi la lezione è stata recepita anche in ambito business. E le televisioni in Rete diventano strumento per la formazione sono facilmente misurabili per l’azienda, soprattutto ora che i numeri della pubblicità online iniziano a diventare interessanti. Ma anche per quanto riguarda le web tv «a circuito chiuso», i vantaggi sono di tutto rispetto. «Le grandi realtà aziendali investono molto nella formazione dei propri dipendenti, investendo fondi soprattutto nelle trasferte in giro per l’Italia; oggi con uno studio televisivo su misura e una intranet è possibile veicolare gli stessi messaggi e le stesse informazioni, a un co- sto nettamente minore», parola di Alberto Clavarino, amministratore delegato di Soloinrete. La sua azienda ha sviluppato la piattaforma software VideoPlaza e, recentemente, ha portato la web tv interna in una realtà come quella della Banca Carige. Grazie alle web tv (in uso in Italia, tra gli altri, anche da Vodafone, Enel, Banca Intesa, Ras, Unicredit e Gabetti) la comunicazione interna è immediata e diretta: le trasmissioni sono brevi e alternano le notizie più rilevanti per l’azienda a edutainment e infotain- ment, tipologie di trasmissioni che uniscono format educativi (o d’informazione) all’intrattenimento puro. La trasmissione viene dunque registrata e montata in un vero studio televisivo e può essere fruita esclusivamente all’interno delle intranet aziendali. Al di là dei vantaggi sul livello di attenzione che questo tipo di comunicazione interna può avere, la web tv permette di avere un maggiore controllo sui flussi d’informazione che viaggiano all’interno dell’azienda, evitando così le problematiche tipiche Sirmi fa incontrare l’imprenditoria su VideoPlaza Ha meno di una settimana di vita l’ultima nata tra le web tv italiane. Si chiama Sirmi Web Tv (la si può trovare all’indirizzo internet sirmi.videoplaza.it), ed è una piattaforma pubblica che integra contenuti multimediali, testuali e informazione quotidiana. «È il nuovo metodo che Sirmi ha messo in piedi per cercare di velocizzare i processi di comunicazione tra addetti ai lavori nel mondo della digital technology, questo grande mondo che racchiude in sé information technology, telecomunicazioni, con- Maurizio Cuzari sumer electronics, media e contenuti, con particolare riferimento al mercato business». Con queste parole, l’amministratore delegato dell’azienda, Maurizio Cuzari, descrive il nuovo progetto di Sirmi Web Tv. Nonostante la piattaforma sia pubblicamente accessibile via internet, il servizio ha un target ben definito: i fornitori e clienti del mondo dell’information technology già registrati in un database che raccoglie 80mila indirizzi email. La newsletter, a cadenza settimanale o quotidiana, garantisce un’in- Il piccolo schermo è sempre più mobile Voluto dalla Ue, il Dvb-H, per le trasmissioni video su cellulare, inizia ad allargare il suo bacino. Ma già irrompe il nuovo standard Dvb-Sh EVA PERASSO Oltre ai goal c’è di più. Un articolato sistema commerciale, offerte da parte di tutti gli operatori mobili italiani, produttori (su tutti Nokia, Lg, Samsung) interessati a cavalcare l’onda con il benestare incondizionato della più attiva Commissaria europea impegnata nelle comunicazioni, Viviane Reding in persona. È la televisione su piccolissimo schermo (quello di cellulari e palmari) che fa parlare e sparlare ininterrottamente da molti mesi. Perché, accanto ai signori del sofà, tra satellitare, digitale terrestre, Iptv (e per le aziende la web tv), cresce da poco un ulteriore modello che si pone l’obiettivo di accompagnare le abitudini dei consumatori in ogni passaggio della giornata. Un mercato che tra l’anno prossimo e il 2011 dovrebbe arrivare a soddisfare 60 milioni di utenti in tutta Europa, 500 milioni in tutto il mondo sui due miliardi totali di utenti cellulari. Insomma molto più di quanto si pensava in occasione dei primi timidi tentativi di massificazione del prodotto, era l’estate del 2006, proponendo agli utenti italiani i goal dei Mondiali di Germania sul cellulare. Allora fu un flop, ma oggi qualcosa di meglio c’è. Intanto, anche se a fatica, c’è uno standard tecnologico che delle realtà complesse e strutturate. Per le imprese che vogliono abbracciare questa tecnologia, si delineano dunque molti vantaggi da un punto di vista organizzativo: da un lato, la comunicazione interna passa dai classici comunicati stampa e presentazioni a un sistema integrato di video, interviste e documenti di supporto e dall’altro il reparto di formazione trova nei contenuti un valido supporto ai sistemi preesistenti di e-learning. La tecnologia alla base delle web tv aziendali è già da tempo al- la portata delle grandi realtà lavorative, ma per molti anni nell’information technology ha regnato lo scetticismo. Secondo Clavarino di Soloinrete, la diffusione del video nell’ambito business è in buona parte dovuto all’effetto YouTube: «Prima di YouTube, i video su internet avevano una qualità pessima; mentre ora, grazie alla spinta consumer e alla tecnologia, il mercato è più reattivo, i tempi sono però ancora prematuri per individuare le strategie vincenti, soprattutto a causa del fermento e della confusione generata dalle molteplici offerte di televisione digitali, dalla web tv all'Iptv, dalla tv satellitare alla Dtt». [email protected] Non è certo un caso se uno storico marchio di televisori come Brionvega campeggia sui nuovi videofonini di Tim va affermandosi: è il Dvb-H (digital video broadcasting - handheld, trasmissioni video digitali per supporti mobili), voluto inizialmente da Nokia e suggellato dalla Ue stessa la scorsa estate, con una presa di posizione molto forte a livello comunitario, che politicamente ha messo fine, ma solo in parte, alla battaglia tra lo stesso formato e gli avversari del T-Dmb (terrestrial digital multimedia broadcasting, standard utilizzato prevalentemente in Corea del Sud, e in Italia scelto anche da Rai Way per la sua mobile tv) e del MediaFlo (di casa Qualcomm). Il Dvb-H, tecnicamente, permette di ricevere segnali televisivi digitali in mobilità, e lo fa unendo gli standard dei video digitali a quelli del protocollo internet. Dunque le immagini viaggiano suddivise in singoli pacchetti e si ricompongono, in questo caso nel cellulare e non nel computer, per la fruizione sul piccolo schermo, e con una qualità ottima. Tutto dipende solo dalle aree coperte: per esempio qui in Italia la copertura del Dvb-H fornita da Tim corrisponde a circa al 70% della popolazione italiana, e in generale riguarda tutte le grandi città. Mentre la sua offerta, attraverso apparecchi Samsung che supportano anche la rete Umts, comprende i programmi di alcune reti televisive (da Canale 5 a Sky, con cui per altro lavora anche Vodafone) e le partite di calcio di Serie A oltre ad alcune europee. Anche 3 Italia offre con la sua Pocket Tv 12 canali differenti visibili su schermi da 4,3 pollici, e l’interessante funzione time shift per mettere in pausa i programmi in diretta. Lo standard europeo continua dunque la sua diffusione e vede le sue prime applicazioni commerciali nazionali, ma dietro l’angolo si prepara già il successore: il Dvb-Sh (digital video broadcasting satellite services to handhelds), che integra, migliorandole, alcune caratteristiche del Dvb-H. Prima tra tutte la qualità di ricezione, poiché la versione «satellitare» funziona meglio negli ambienti chiusi e nelle situazioni esterne critiche o di mobilità estrema. Anche l’Italia, grazie alla collaborazione tra Alcatel-Lucent, 3 Italia e Rai sta partecipando a una sperimentazione del nuovo standard: il primo test si concluderà a fine marzo nella città di Torino. Ma anche questo standard dovrà, come è avvenuto al fratello maggiore, superare poi l’esame della Commissione Ue. [email protected] formazione sempre aggiornata; mentre online è possibile trovare contenuti di approfondimento, che possono essere le riprese video delle conferenze, spot o interviste e documenti testuali come le ricerche di mercato. «Dal punto di vista delle aziende, il vantaggio di utilizzare una piattaforma pubblica, interamente basata sull’advertising, è la possibilità di misurare in modo semplice e immediato il ritorno degli investimenti», conclude Cuzari. La piattaforma tecnologica su cui si basa Sirmi Web Tv (chiama- ta VideoPlaza) è stata realizzata interamente dalla società Soloinrete, per mano di Marco Penso e Daniele Cosenza. Oltre a questo progetto, Soloinrete si occupa anche di web tv aziendali, offrendo tutti gli strumenti necessari alla singola realtà imprenditoriale per creare e mantenere il canale di comunicazione. Gli ingredienti principali della piattaforma sono due: l’interfaccia semplice e orientata all’utente e i contenuti video, prevalentemente brevi pillole registrate da fruire in asincrono attraverso il computer. M.R. Screen Service vince a Jakarta Che la tv non sia più quella di una volta, nella sede bresciana di Screen Service lo sanno già da molto tempo. Sono loro (dagli uffici lombardi, come da quelli di Miami, in Florida) a fornire ad aziende pubbliche e private di tutto il mondo la tecnologia indispensabile per elaborare segnali analogici e digitali e trasmettere dunque il palinsesto. Che sia televisione analogica, digitale o Dvb-H, tutti i canali, anche in mobilità. E proprio ieri Screen Service ha annunciato un importante accordo, nel settore in cui ha già fornito la tecnologia a 3 Italia, con Nokia Siemens Networks: si tratta di una commessa per stazioni di trasmissione digitale mobile in Indonesia, che serviranno proprio per la tv in formato Dvb-H, quella che passa dagli schermi dei telefoni cellulari e dei palmari, lo stesso oggi diffuso anche in Europa e in Italia. In particolare, i due trasmettitori avranno una potenza molto alta (10 kW l’uno) e copriranno il segnale per tutta l’area di Jakarta con il Dvb-H. Una riconferma della leadership di Screen Service. «Quest’ordine - sottolinea l’amministratore delegato Luca Saleri - è la prova tangibile dell’importanza strategica e delle potenzialità che il mercato della televisione digitale mobile può esprimere». Sicurezza Ict in Fiera a Milano Il trend è chiaro. Se fino a ieri parlare di sicurezza informatica voleva dire rivolgersi a una platea di «tecnici», oggi la palla rimbalza fino ai vertici aziendali. Visto che l’Ict security management oltre a essere una voce di spesa, viene visto sempre più come un tassello fondamentale per la competitività. Motivo per cui anche Infosecurity, la fiera di riferimento del settore, allarga il suo raggio d’azione. Come pubblico di riferimento e come format stesso dell’esposizione. L’edizione 2008, che si terrà a Fieramilanocity dal 5 al 7 febbraio prossimi, offrirà molti temi e chiavi di lettura, con workshop e demo, e soprattutto dando parola alle aziende. Non solo a quelle che producono e commercializzano le tecnologie per la sicurezza, ma anche a quelle che le utilizzano. «Ancor più rivolgendosi al top management di un’azienda - sottolinea Arturo Colantuoni Sanvenero, direttore generale di Reed Exhibitions Italia, che organizza Infosecurity - ci rendiamo conto di quanto l’appuntamento fieristico sia fondamentale. Anche in un settore tecnologico, e quindi apparentemente virtualizzato, la possibilità di incontrare diverse realtà in un evento unico rappresenta un’occasione unica. Di conoscenza ma anche di risparmio».