Marzo 2012 - Don Bosco Insieme
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Marzo 2012 - Don Bosco Insieme
L’Eco dell’Oratorio Marzo 2012 n. 1 EXALLIEVI DON BOSCO - VALDOCCO CASA MADRE 1 IL DIRETTORE Come fare Pasqua CRISTO È RISORTO a Pasqua è il centro della nostra fede. Lo aveva proclamato chiaramente l’apostolo Paolo. Scrivendo ai primi cristiani di Corinto, egli ha espresso con fermezza e decisione: “Ma se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede. Noi poi risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato il Cristo” (1 Cor 15, 14s). Ogni anno, di solito in aprile, noi cristiani celebriamo questo grande evento della nostra fede; è per noi la “festa delle feste”. Quel Dio che in Gesù di Nazareth si è incarnato, e si è fatto uomo come noi, viene innalzato sulla croce, perché tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. È questa la buona notizia, è l’annuncio della speranza che fiorisce nella nostra storia e ci dice che la sofferenza e la L morte sono vinte e che la vita ha sempre la meglio e dà senso al nostro pellegrinaggio terreno. CREDERE È UN INCONTRO A tutti noi è offerto il dono di questa fede, perché il Cristo è morto e risorto per noi, per aiutarci ad essere ciò che siamo, figli di Dio. E c’è fede solo quando si è veramente incontrato Gesù e ci si è messi sui suoi passi, portando ogni giorno la “nostra croce”. “Al centro dell’esperienza cristiana c’è l’incontro tra la libertà di Dio e quella dell’uomo, che non si annullano a vicenda. La libertà dell’uomo viene continuamente educata dall’incontro con Dio, che pone la vita dei suoi figli in un orizzonte nuovo”. (Benedetto XVI) Fede è incontrare Gesù e decidere di dare alla propria vita l’orizzonte, che lui propone, e prendere una direzione definitiva, fidandoci di lui. Fede è consegnarsi, come la Madonna, ai piani di Dio. Fede è affidarsi, anche quando non si capisce, e quindi prendere tempo, perché le cose di Dio si capiscono sempre dopo, quando ci si è fidati e ci si è lasciati costruire da lui. CREDERE È UN CAMMINO “Un credente è un non credente che si sforza ogni giorno di credere”, dice il card. Martini. Credere è decidere ogni giorno di essere cristiani, non lo si è una volta per tutte. La fede può incontrare il dubbio. Non per dubitare di Dio, ma per dubitare di se stessi in quanto continuamente tentati di credere di essere d’accordo con Dio 2 e di fare quello che lui vuole. Specialmente quando lui fa quello che piace a noi! “Credente non è chi ha creduto una volta per tutte, ma chi, in obbedienza al participio presente del verbo, rinnova il suo credo continuamente”. (Erri De Luca) Oggi più che mai abbiamo bisogno della forza di questa fede nel Cristo risorto e presente nella nostra storia e nella nostra vita; ne abbiamo bisogno perché rinnovi noi, le nostre famiglie, le nostre comunità, la nostra società. L’augurio che la comunità salesiana porge è che il Risorto sia davvero accolto da noi tutti come il Dio venuto “a portarci la vita; e a portarcela in abbondanza”. Don Enzo Baccini AUGURI DI BUONA PASQUA un po’ particolari da parte di un soldato Nello zaino di un soldato morto nel 1944 durante la battaglia di Montecassino è stata trovata una preghiera, che val la pena di leggere e rileggere: “Ascoltami, o Dio! M’avevano detto che tu non esistevi ed io, come un idiota, ci avevo creduto. Ma l’altra sera, dal fondo della buca di una bomba,ho veduto il tuo cielo. All’improvviso mi sono reso conto che m’avevano detto una menzogna. Se mi fossi preso la briga di guardare bene le cose che hai fatto tu, avrei capito subito che quei tali si rifiutavano di chiamare gatto un gatto. Strano che sia stato necessario ch’io venissi in questo inferno per avere il tempo di vedere il tuo volto! Io ti amo terribilmente… ecco quello che voglio che tu sappia. Ci sarà tra poco una battaglia spaventosa. Chissà? Può darsi che io arrivi da te questa sera stessa. Non siamo stati buoni compagni fino ad ora. E io mi domando, mio Dio, se tu mi aspetterai sulla porta. Guarda: ecco come piango! Proprio io, mettermi a frignare! Ah, se ti avessi conosciuto prima… Andiamo! Bisogna che io parta. Che cosa buffa: dopo che ti ho incontrato non ho più paura di morire. Arrivederci!”. 3 IL DELEGATO Il segreto della nostra speranza I l titolo suindicato è riduttivo della REALTÀ PASQUALE, ma scalda e rincuora la nostra umanità. La speranza è il ricostituente della vita, è il sapore, il gusto, la molla delle vicende umane. Quando vai ad un appuntamento, ci vai per un impegno preso, per essere di parola. Ma vai anche perché l’incontro ti procurerà un risultato. Almeno lo speri. Diversamente non andresti. La vita ha questa finestra, sintesi di fiduciafede in un “Altro”. L’ammalato prende la medicina e si cura sperando di guarire: la medicina è il supporto della guarigione. Il lavoratore affronta sacrifici e fatiche, perché dopo lo attende la remunerazione: il lavoro è la premessa dello stipendio . Il bambino si fida del “grande”, in quanto questi gli garantisce affetto, sicurezza e protezione. La fiducia cresce nella misura che il “grande” sa ispirarla. Se il GRANDE è il CRISTO, il Dio-uomo, la speranza è totale, dev’essere totale, perché LUI è il “GRANDE” alla massima potenza. Gli è che qualche volta noi siamo incongruenti e strani: abbiamo più fiducia nel macellaio, nella venditrice di prodotti domestici, nella parola di chi incontriamo, addirittura 4 dello sconosciuto che ci sa imbonire, e non nell’Autore della verità, in COLUI CHE TUTTO PUÒ, perché onnipotente e comprensivo e misericordioso, in quanto ha firmato la comprensione e la misericordia, sacrificando per amore la propria vita: ha amato ed ama fino all’inverosimile. Essendosi sacrificato e sacrificandosi, è divenuto il REFERENTE non solo per chi si fida di lui, ma per tutti, buoni e cattivi. La PASQUA è la festa della VITA, della RINASCITA, è il FONDAMENTO dell’inno della speranza e alla speranza: è la radice dell’ottimismo e all’incoraggiamento. L’importante è lasciarsi coinvolgere; è indispensabile respirare a pieni polmoni l’aria pura dell’atmosfera pasquale. Il sangue, ossigenato dall’incontro con Gesù, riprenderà a circolare nelle vene della nostra vita. Gli orizzonti saranno più ampi. I percorsi della nostra esistenza avranno argini più solidi e resistenti alle acque dei fiumi impetuosi e corrosivi del male. Purché, è importante questo “purché”, ci fidiamo di più del CRISTO RISORTO. Gli auguri di BUONA PASQUA a te, caro Exallievo, e alla tua Famiglia abbiamo questa dimensione di speranza e di ottimismo. Sei atteso domenica 15 aprile, giorno del nostro convegno annuale. E se vieni con qualche tuo familiare, meglio ancora. Una cordiale saluto e una preghiera all’Ausiliatrice e a Don Bosco per le tue intenzioni. don Giancarlo Casati za IL PRESIDENTE Le tappe del nostro cammino C ari EX-ALLIEVI, lo scorso mese di dicembre ci siamo augurati che il Natale fosse l’occasione per “riproporre” al centro della nostra vita i grandi valori della famiglia, dell’onestà, del rispetto e dello spirito di sacrificio. Sono valori sempre attuali e ancor più con la Pasqua. L’opera educativa di Don Bosco, rivolta ai suoi giovani, non si limitava a formare dei buoni cristiani, ma dava loro la possibilità di apprendere un mestiere o una professione. I primi laboratori furono quelli dei sarti e dei calzolai. Ma il “sogno” di Don Bosco era quello di fondare una ‘scuola del libro’. Il progetto aveva due scopi: fare apprendere ai suoi giovani un’arte che permettesse loro un futuro dignitoso e disporre di uno strumento per arginare la propaganda contro la Chiesa e il subdolo e feroce anticlericalismo sostenuto dalla stampa e dai giornali finanziati dalla massoneria. Il 31 dicembre 1861, dopo aver superato difficoltà burocratiche e l’ostracismo dei suoi detrattori, il ‘sogno’ di Don Bosco si realizzava e nasceva la TIPOGRAFIA DELL’ORATORIO SAN FRANCESCO DI SALES. sDOMENICA 25 marzo IN PREPARAZIONE ALLA Pasqua, dedicheremo più tempo alla preghiera e alla meditazione sulle cose che contano. Ci troveremo per ore 9 presso la casa di preghiera “L’Oasi di Santa Chiara” a Torino, in via Luisa del Carretto 6. sIl mese di aprile sarà per la nostra Unione e per gli EX-ALLIEVI un mese caratterizzato da importanti avvenimenti. sDOMENICA 15 aprile ci ritroveremo a Valdocco in occasione del Convegno Annuale. La Santa Messa sarà celebrata dall’Ispettore, don Stefano Martoglio. La sua presenza è la conferma della grande considerazione che il nostro superiore ha per gli Ex-allievi. sSABATO 21 APRILE Valdocco vivrà un giorno “storico”: sarà celebrato il 150° anniversario della SCUOLA GRAFICA SALESIANA. Vivremo il TIPOGRAFIA DAY. Sono trascorsi 150 anni e sabato 21 aprile la SCUOLA GRAFICA SALESIANA aprirà le porte ai suoi ex-allievi, giovani e meno giovani, tipografi compositori, impressori, legatori e operatori grafici a vario titolo di sistemi tecnologici sempre più sofisticati. Passato, presente e… futuro. sDal 26 al 29 aprile Torino Valdocco sarà sede di un avvenimento di prestigio internazionale. Da ogni nazione converranno 5 rappresentanti delle Unioni Nazionali per celebrare il CONGRESSO MONDIALE degli EX-ALLIEVI di Don Bosco in occasione del Centenario della Confederazione. Saranno quattro giorni caratterizzati da incontri e conferenze ad alto livello, che si concluderanno DOMENICA 29 alle ore 12 con la santa Messa in Basilica presieduta dal IX successore di Don Bosco don PASCUAL CHAVEZ. Cari EX-ALLIEVI, è mio dovere ringraziarvi di cuore della vostra generosità. Le vostre offerte, unite alle quote tesseramento, ci permettono di mantenere vivo il dialogo con voi, pubblicando L’ECO DELL’ORATORIO e di affrontare le spese inerenti la nostra Unione. Auguro a tutti voi e ai vostri Familiari una Santa Pasqua. A quanti soffrono per malattia un sincero e cordiale abbraccio. Luigi Mazzucchi presidente dell’Unione Pio XI è passato di qui Chi entra nella cappella Pinardi di Valdocco, guardando l’altare, nota sulla parete di sinistra una lapide con l’effigie di papa Pio XI e la narrazione, incisa nel marmo, della breve permanenza del direttore della Biblioteca Ambrosiana don Achille Ratti. Il nostro amico Lorenzo Ardissone ci illumina non tanto sull’episodio storico, quanto sul significato e sul valore di questa visita. È il racconto di una pagina della storia di Valdocco e l’elemento di partenza lo troviamo nelle Memorie Biografiche. All’origine ci sono: la tettoia Pinardi, l’accoglienza dell’orfanello della Valsesia, Mamma Margherita, Don Bosco che vive di emozioni e parla col cuore. In questo scenario il giovane sacerdote Achille Ratti (futuro Papa col nome di Pio XI) ospite dell’Oratorio per due giorni, conosce da vicino Don Bosco e può rendersi conto delle condizioni di vita miserevoli e dolorose dei 6 giovani orfani, approdati nella grande città in cerca di lavoro, abbandonati a se stessi. E a Valdocco ogni angolo ha un nome, una storia, un carico di leggenda che nel vocabolario di Don Bosco si chiama “Divina Provvidenza”, in quello dei suoi eredi “Spirito salesiano” e nella riflessione del sacerdote Ratti “Santità”. Con la lettura delle Memorie Biografiche, l’attenzione cade sulla pietà profonda e fede viva di Don Bosco e di Mamma Margherita, che con tutto lo slancio del cuore porgono la mano ai giovani, bisognosi di aiuto e di conforto. L’orfanello della Valsesia, intirizzito dal freddo e fradicio di pioggia, è il primo ospite nella casa di Don Bosco. “Il ragazzo – dice Don Bosco –, mentre raccontava la sua povera storia di orfano, si mise a piangere e mia madre piangeva con lui: io ero commosso”. Centinaia di giovani, nel retaggio di povertà e abbandono, che costituivano l’ultimo gradino di una società che si stava industrializzando, hanno trovato in Don Bosco e in Mamma Margherita amore, fede e speranza, che li ha aiutati a superare le difficoltà e ad affermarsi nella vita. Il 19 marzo 1929 Pio XI, che elevò Don Bosco all’onore degli altari, faceva questa dichiarazione: “… si può ben dire che ogni anno della vita di Don Bosco, ogni giorno, ogni momento di questa vita furono un miracolo, una serie di miracoli. Quando si pensi… ai primi inizi dell’ opera, e poi agli altri più gravi pensosi di Valdocco…”. A coronamento del rito della beatificazione ci fu un grande tripudio di festa. Dodicimila persone gremivano il cortile di S. Damaso. Pio XI ammirò lo spettacolo di festante giovinezza dei vari collegi salesiani, giunti con le loro bande a dar fiato alle trombe. Questo aveva messo a disagio il Maestro della banda palatina che doveva far eseguire l’inno pontificio. Il Papa, che andava verso il trono, si rivolse a lui dicendo: “abbia pazienza, Maestro, siamo in un oratorio festivo”. Pio XI conosceva bene gli oratori fondati da Don Bosco, luoghi di incontro, di aggregazione, di divertimento e di allegria, con il ruolo di formazione e di educazione per i giovani. E i tempi moderni, in cui si naviga a vista tra crisi morale, sociale e religiosa, hanno spinto il card. Poletto a ipotizzare che oggi Don Bosco fonderebbe gli oratori per i genitori, per gli adulti, responsabili del mondo in cui viviamo, dove i giovani, risultando difficile la loro affermazione nella società, si sentono un po’ “sfigati” (parola ormai entrata nel lessico giovanile moderno) e delusi, e non sempre riescono a trovare un posto a tavola. Ecco allora che dalla cameretta, dove è entrato con insistenza Internet, passano alla piazza (e già la parola mette inquietudine). Lorenzo Ardissone 7 Il nostro convegno annuale EXALLIEVI Valdocco “Casa Madre” DOMENICA 15 APRILE Ore 9.00: Accoglienza e tesseramento presso la sede EX, sotto il porticato delle Camerette di d. Bosco. Ritiro dei ‘buoni’ per il pranzo. Ore 10.00: Santa Messa in Basilica di Maria Ausiliatrice. Presiede don Stefano Martoglio, ispettore delle opere salesiane del Piemonte e Valle d’Aosta Ore 11.00:KVYTTSJSXSKVE¿GS6MRJVIWGSWSXXSMPTSVXMGS presso la sede EX. Ore 11.30: Don Stefano Martoglio; conoscendo D. Bosco, ci apre orizzonti educativi, Informazioni e notizie. Ore 13.00: Pranzo al “Ristoro della Basilica” Ore 15,30: per chi vuole, visita guidata alle Camerette di Don Bosco. prenotarsi telefonicamente Martedì 10 aprile presso i seguenti Per il pranzo entro delegato, don Giancarlo Casati presidente, Luigi Mazzucchi tesoriere, Lorenzo Ardissone NB. Posteggio macchine: numeri: 011.52.24.368 349.36.95.707 011.24.26.401 340.807.86.64 o cortile San Domenico Savio con entrata da piazza Sassari o cortile San Giuseppe con entrata da via Maria Ausiliatrice 36. 8 150° SCUOLA TIPOGRAFICA SALESIANA Torino “Valdocco” 19 - 21 aprile 2012 Giovedì 19 aprile 2012 ore 9:30 Sala Sangalli Giovedì 19 aprile 2012 ore 10:00 Laboratorio Giovedì 19 aprile 2012 ore 14:00 Laboratorio Giovedì 19 aprile 2012 ore 16:00 Aula Magna Ricreare il libro game. (#!"& !#!!" "" #$ " '" " !"" ( "! "!"#"" " $ ". " ( $ Venerdì 20 aprile 2012 ore 9:30 Sala Sangalli Venerdì 20 aprile 2012 ore 14:30 Laboratorio Venerdì 20 aprile 2012 ore 10:00 Laboratorio e$#%'" " "#!#" "! $ ! !" #" !! "" $ ! il gioco. # '# Sabato 21 aprile 2012 dalle ore 9:30 Sala Sangalli 150° SCUOLA TIPOGRAFICA SALESIANA % 9 I seminari e le manifestazioni si terranno nei locali del CNOS-FAP VALDOCCO e della SCUOLA GRAFICA SALESIANA in via Maria Ausiliatrice 32, 10152 Torino La stampa e il tempo Esistono strumenti per misurare il tempo? “Che domanda sciocca”– potrebbe dire qualche signore sentendo una simile questione – “esistono gli orologi, anche un bambino lo sa!”. Forse. Quando si parla del tempo, le cose si complicano, perché questa misteriosa dimensione non è solo fisica, composta da ore e minuti, ma anche psicologica, interiore, storica e (aggiungerei) spirituale. Ecco che la domanda sugli strumenti diventa meno banale di come sembra. La stampa può essere uno di questi rilevatori. Essa imprime concetti, ricordi, frasi, fotografie, idee e fa sì che tutto non si consegni ad un oblìo, ma piuttosto ad una memoria collettiva. I 150 anni della tipografia di Don Bosco portano a questa riflessione, e come al solito il nostro 10 pensiero non è rivolto all’autore di un libro, ma piuttosto al lavoro preciso e creativo dello stampatore, vero e proprio ingranaggio di quello strumento che consegna il suo prodotto alle generazioni presenti e future. Ho letto di recente che la memoria non è una facoltà, altrimenti potremmo usarla ad intermittenza, invece il passato continua ad accumularsi senza tregua. Il passato ci insegue come un fedele amico ed è sempre al nostro fianco, in ogni momento, ogni volta che la nostra personale storia continua con le scelte che facciamo. Ecco che la stampa, oltre a rivelare un tempo storico, diventa anche un modo per alimentare il tempo interiore; il movimento dei rulli che trascinano la carta su una forma piena di segni è lo stesso che, nella nostra vita, ripete la memoria: essa ci invade e si imprime sempre con nuove forme di verità e conoscenze. Mi piace pensare che Don Bosco abbia fatto anche lui questa riflessione, nell’Italia appena nata, poco scolarizzata e con una forte richiesta, non esplicita, di ambiti educativi; allora quale occasione migliore per far nascere un laboratorio che portava dentro il suo lavoro il “tempo interiore della memoria” ed educare i ragazzi a qualcosa che era di più di un mestiere. Nella grafica, per realizzare uno stampato di valore, bisogna avere i seguenti elementi: un buon carattere; le giuste misure; una struttura; controllare gli spazi; metterci del colore; verificare la pressione; accertare che tutto sia pulito e ordinato; avere creatività; pareggiare; tagliare e legare. A voi l’analogia con l’esistere e il vivere … Ed ora affrontiamo anche il tema del tempo psicologico che vive con la stampa, quel tempo che si perde nel leggere, nell’osservare, nel cimentarsi in un’interpretazione critica dell’autore, e anche questa non in forma ano- nima, come se si appartenesse ad un circolo esclusivo, ma attraverso le migliaia di copie che lo stampatore realizza. Successivamente esse vengono distribuite, non per diffondere un sapere unico, ma un sapere criticabile, nel quale la fantasia umana è libera di interpretare e quindi fermare i secondi scanditi dalla rotazione terrestre, andando oltre i minuti, attraverso il movimento di rivoluzione dei nostri pensieri. I pensieri non seguono fredde regole aritmetiche, ma asservono quel tempo psicologico, che in qualche modo ci consente di sentirci più umani e meno macchine. Tutta l’azione sociale di Don Bosco nei confronti dei suoi ragazzi era finalizzata a fornire loro una struttura cristiana, evidenziando la grande umanità insita in ognuno. Ha usato lo strumento del lavoro, il saper fare, il saper realizzare stampati corretti e leggibili, non per se stessi ma per tutti. La stampa come utensile del tempo. La stampa come strumento educativo, perché il tempo educa. Educare deriva dalla parola latina educere ovvero condurre, e il “condurre” fa intuire, dentro il suo significato, il muoversi in uno spazio che è soprattutto spirituale. Ed ecco che abbiamo anche toccato la dimensione spirituale del tempo, che conduce la persona ad un livello altissimo, nel quale gli elementi non invecchiano più ma sono perenni. Il parallelo con la stampa e l’arte dello stampare non è nel gesto, ma nella divulgazione del pensiero, che da sempre ha portato l’uomo alla ricerca di strumenti in grado di farlo. Ora sono seduto su una panchina e osservo un bimbo di 5 anni che è vicino al nonno, il quale legge un quotidiano. Il piccolo ha appena messo un dito su una fotografia e sta cercando di “cliccarla”; ad un tratto si mette a piangere, perché l’immagine non diventa più grande e non si muove come nell’ipad di papà. Il nonno ride e comincia a spiegargli cos’è un giornale. Il tempo procede, così come fanno i metodi di divulgazione del sapere, i cui contenuti rimangono fissi. Immagino che in qualche parte dello spazio e del tempo Don Bosco guardi anche lui la stessa scena del bambino e scommetto che sorride. Claudio Cappelletti 11 MONDO GEX Bianca Neve e... D a venerdì 10 febbraio a domenica 12 una ventina di appassionati della neve, vogliosi di discese e di aria frizzante sul volto, si sono sbizzarriti sulla neve di Pracharbon (AO). È vero che, mentre scii, guardi la pista che percorri giù a rotta di collo cercando di evitare qualche improvviso ostacolo, ma lo spettacolo che ti si para davanti agli occhi è grandioso: le cime bianconere (anche qui ‘Juve’?!) di neve e roccia scintillano ai raggi radenti del sole, il paesaggio fiabesco delle pinete, violate dagli appassionati di sci di fondo, le baite e i casolari semisepolti dalla neve si vestono di paesaggio lunare. Qui dai un timbro e un tono all’urlo del silenzio: forse il sibilo del vento, e senti solo più il fruscìo energico degli sci sulla pista e la raschiatura dei bob nei loro alvei da corsa. Ce n’è per tutti i gusti: discese morbide e più abbordabili, piste ripide ed impegnative per gli esperti e più provetti. I morsi del freddo, particolarmente intenso in quei giorni, si dissolvevano con l’ebbrezza delle discese o dei capitomboli. Il rientro alla sera era accompagnato dalla stanchezza e da tanta soddisfazione per la giornata trascorsa divertendosi un mondo e il tepore delle camere, della sala giochi e della cucina era particolarmente gradito e ristoratore. Anche l’incontro con il Signore nella santa Messa, vissuto e partecipato con sentimento maggiore del solito e animato dalle schiette e sentite parole e preghiere di don Enrico Lupano, ha dato un tono di grande serenità. È stato veramente bello ritrovarsi: si è riannodata l’amicizia e la si è approfondita, col desiderio di rivivere questa esperienza al più presto. A cura della redazione. 12 Quasi... al nastro di partenza. Pausaaa...!!! ...Morbidi ruzzoloni C’è tempo per sciare, c’è tempo per divertirsi, c’è tempo per pregare. Il Signore e don Enrico ci riuniscono e noi li... ascoltiamo. Appuntamento all’anno prossimo 13 Di mamma ce n’è solo una O gni anno si celebra la Festa della Mamma, come riconoscimento della missione, dell’eroismo silenzioso e della dedizione totale della Mamma. Purtroppo il sentimento profondo di riconoscenza e di amore, che ciascuno prova per la propria mamma, troppe volte viene mortificato e travisato con un business di regali. Il sentimento più sincero, più bello e più profondo viene tarpato dal ‘regalo’, che dovrebbe essere espressione di riconoscenza e di affetto. Una giovane mamma scrive alla sua mamma. MAMMA. Mamma, sei stata la prima persona che ho amato. Il tempo passa… Mi ricordo bambina; la tua dolcezza, le tue coccole, le tue (come le chiamavi tu) “sorprese”, immancabilmente accompagnate da un bigliettino firmato “tua mamma”. 14 Il tempo passa… Mi ricordo adolescente; le prime incomprensioni, i primi litigi per il modo di vestire o per le amicizie non sempre a te gradite, ma i tuoi consigli e la tua pazienza hanno avuto successo. Il tempo passa… Mi ricordo scolara e poi studentessa; non avevi le basi scolastiche per potermi aiutare, ma tu c’eri sempre anche solo con la tua presenza nelle sere che precedevano un’interrogazione o un compito in classe. Tu eri lì vicino a me. Il tempo passa… Mi ricordo, donna, ho condiviso con te tutto: il lavoro, gli amori, le amicizie, gli hobby. Insieme abbiamo riso, scherzato e pianto secondo di quello che la vita ci offriva in quel momento. Il tempo passa… Mi ricordo figlia di una mamma che non può più camminare da sola: ora sono io a farti le coccole e le “sorprese”. Il tempo passa… Io ti ringrazio, mamma, per avermi dato, con la sofferenza e con la mia, quest’opportunità di crescita. Il cammino non è stato facile e non lo è: molti soldi se ne sono andati, ma sono più ricca di prima; ho perso delle amicizie, ma ho trovato delle persone vere. Alcuni mi hanno giudicata, ma altri mi hanno teso una mano. Ora… un tuo sorriso, una tua incerta carezza è per me un regalo immenso che cancella ogni fatica, ogni difficoltà. Quando alla sera ti do il bacio della buonanotte, sento il tuo profumo e lo vorrei assimilare tutto per poterlo un giorno sentire ancora. Ti voglio bene, tua figlia Il passato che torna 1ª Ginnasio – Media A del 1931: e… ora sono i nostri nonni e bisnonni. Gli allievi del reparto stampa della Scuola Grafica, con il direttore don Stefano Vaula, sig. Giovanni Battista Rossotti, responsabile della tipografia, sig. Lino Coden e il sig. Antonio Germanetto, insegnanti e responsabili del reparto stampa. 15 Che banda! In prima fila al centro il direttore don Antonio Toigo, alla sua sinistra il sig. Lamberto. Il sig. Peira con la grancassa. A sinistra col flauto Renato Vergano. 16 La legatoria della Scuola Grafica nel 1941. La Scuola Applicazioni Fotografiche, prima di essere inglobata nella Scuola Grafica Salesiana. Raduno ex-allievi del 1988, in occasione del Venticinquennale della SAF. 17 2ª Media A, 1960 – ’61: la grinta nel gioco c’era… quasi come nello studio! I primi “veterani” della SAF: allievi con i loro insegnanti sig. Enzo Spiri e sig. Antonio Saglia. 18 1ª Ginnasio-Media, sez. B, scattata a Cumiana perché gli studenti, dopo il bombardamento della loro ‘camerata’, erano colà sfollati insieme alle scuole del Richelmy e dell’Istituto S. Giovanni Evangelista. 1941. Gara di religione, con il 4° successore di Don Bosco, don Pietro Ricaldone e l’immancabile don Toigo Antonio. 19 INO TOR rile 2012 ap 6-29 2 iale lieve di d n o M d Exal o s s e r g Con Exallievi e entenario degli asione del Cione in occ Confederaz della co s o B Don PROGRAMMA Giovedì 26 (mattino e pomeriggio) (pomeriggio) Accoglienza Sistemazione alberghi Possibilità di visite guidate in Valdocco: Camerette di Don Bosco, Chiesa di San Francesco di Sales, Cappella Pinardi. Basilica di Maria Ausiliatrice, Cripta delle Reliquie, ecc. ore 19,30 ore 20,30 Cena al self-service Interventi dei rappresentanti delle Federazioni sull’attività svolta nell’anno centenario Buona Notte del Rettor Maggiore nella Chiesa di San Francesco di Sales Rientro in albergo Venerdì 27 ore 9,00 ore 10,30 ore 13,45 ore 15,00 ore 19,30 Inaugurazione del Congresso Conferenza del Prof. Cosimo Semeraro, sdb Pranzo al self-service Visita guidata al centro di Torino: Duomo, Piazza Castello, ecc. Cena al self-service Buona Notte di don Adriano Bregolin nella Chiesa di San Francesco di Sales Rientro in albergo ore 9,00 Partenza per Colle Don Bosco. Durante il viaggio visita guidata ai luoghi di Sabato 28 (Giornata completa al Colle Don Bosco) Don Bosco: Castelnuovo Don Bosco, Mondonio, Casetta di San Domenico Savio a Riva presso Chieri, Museo di Mamma Margherita a Capriglio, ore 13,00 ore 14,30 Pranzo catering nel salone pellegrini Visita guidata a: Casa natia di Don Bosco, Pilone del sogno, Cappella del Rosario, Museo contadino, Basilica inferiore, Museo missionario, ecc. ore 17,30 ore 19,30 Santa Messa in Basilica con la cerimonia della “Consegna della Luce” Cena “tipica” al Ristorante Mamma Margherita Buona Notte dell’Ispettore don Stefano Martoglio Rientro in albergo Domenica 29 ore 9,00 ore 10,15 ore 11,00 ore 12,00 Intervento del Rettor Maggiore: “L’ Exallievo di Don Bosco e l’impegno oggi nella società e nella Chiesa” Lavori di gruppo “Quali prospettive e traguardi per l’associazione?” Presentazione in assemblea S. Messa celebrata dal Rettor Maggiore con la cerimonia dell’offerta dell’olio per la lampada all’altare di Don Bosco da parte della Presidenza Confederale. ore 13,30 Pranzo al self-service Partenze Chi può e vuole, si prenoti e partecipi a quanto maggiormente lo interessa. 4¼QV^Q\Wv[WXZI\\]\\WXMZTIUI\\QVI\ILQLWUMVQKI!IXZQTM Don Bosco in piazza I l monumento a Don Bosco, sistemato in piazza Maria Ausiliatrice, una delle tante piazze della città, richiama Giovannino Bosco, quando andava sulle piazze dei paesi vicini a Castelnuovo d’Asti per scoprire i segreti dei ‘maghi’ e dei giocolieri e farne tesoro, per intrattenere i borghigiani alla domenica dopo la recita del Rosario e l’istruzione religiosa; richiama ancora Giovanni, che in piazza a Chieri sfida il saltimbanco, che disturbava le funzioni religiose svolte nella vicina chiesa di sant’Antonio; richiama il peregrinare di Don Bosco con i suoi ragazzi per piazze e prati della Torino dell’800, prima di insediarsi stabilmente sui prati di Valdocco. La proposta dell’erezione di un monumento al Santo dei giovani fu avanzata dal I° Congresso Internazionale degli Exallievi il 10 settembre 1911 con l’intenzione di inaugurarlo in occasione del centenario della nascita di Don Bosco (1815-1915) “come solenne manifestazione di riconoscenza al grande educatore e filantropo”. Le vicende belliche della prima guerra mondiale rallentarono la realizzazione del monumento, che fu solennemente inaugurato il 23 maggio 1920, vigilia della Festa di Maria Ausiliatrice, in occasione del II° Congresso internazionale degli Exallievi/e congiuntamente all’8° congresso internazionale dei Cooperatori Salesiani e con la partecipazione di decine di migliaia di persone. Il Comitato esecutivo bandì un concorso internazionale per il progetto dell’erigendo monumento. Furono 59 i partecipanti. Gli artisti Cellini, Graziosi, Rubino, Vespignani e Zocchi furono giudicati i migliori. Infine fu scelto il progetto presentato dallo scultore Gaetano Cellini di Ravenna. 21 L’INAUGURAZIONE Nelle prime ore del mattino, quanto era stato possibile fare, era fatto. Era già steso anche il velario, destinato a coprire il monumento sino all’ora della inaugurazione. L’attesa era grande. Erano stati distribuiti seimila biglietti per entrare in piazza Maria Ausiliatrice. Ai ragazzi delle scuole salesiane e oratori furono riservati altri seimila posti. Inoltre amici di Don Bosco a migliaia sparsi e pigiati in ogni angolo. Tribune per le Autorità civili, religiose, scolastiche e militari. Corso Regina Margherita, corso Valdocco, via Cottolengo, via Cigna e le altre strade minori sono un formicolìo di gente, che cerca un posto. Lo stesso spettacolo si ha nei capienti cortili interni di Valdocco. Erano presenti il Duca e la Duchessa di Genova, tutte le autorità religiose, civili e militari della città e una folla immensa di popolo. Alle ore 11 in punto, annunciati dallo squillo dell Gen na i in a che Don foll DO me gli s Bos mu l’in ma me voc par smo Un’ pro ogn Lo La piazza si affolla di gente. Sp Gaetano Cellini. LO SCULTORE Gaetano Cellini, nato a Ravenna nel 1875, restò orfano di padre a quattro anni. Di famiglia modestissima, sentiva forte il dolore di non potersi dedicare all’arte, alla quale era decisamente chiamato. Costretto a far le prime prove da sé nel disegno e nella musica: non sapeva cosa scegliere fra le due arti. A quattordici anni entrava nello studio dello scultore Attilio Maltoni e ebbe come insegnante di scultura il prof. Alessandro Mazzarenti. In seguito necessità familiari lo fecero emigrare a Torino. Entrò nello studio di Pietro Canonica come sbozzatore di marmo; e quando ne uscì, con forte determinazione e di buona ispirazione intraprese decisamente il cammino sospirato. Ottenne vari successi in studi di statue e di realizzazioni. Il bozzetto per il monumento a Don Bosco coronava un’ascesa faticosa verso la gloria. Tanto che il Re gli conferì la Croce della Corona d’Italia. 22 ato che nto uiti aria ane osti. arsi ola- via noun enti notari . illo della Marcia Reale, la Duchessa e il Duca di Genova, che rappresentano il Sovrano. Appena i Duchi sono seduti, i pompieri municipali, in alta tenuta, tirano le corde del gran velario che copre il monumento. L’artistica statua di Don Bosco appare serena, troneggiante sulla folla che applaude. Applausi e grida di VIVA DON BOSCO. Gli applausi scrosciano e si mescolano a lacrime di commozione. Tutti gli sguardi sono fissi sulla bella figura di Don Bosco. L’entusiasmo cresce, quando il corpo musicale degli ex-allievi intona l’inno di Don Bosco, scritto dal maestro don Giovanni Pagella, mentre un coro di migliaia di voci giovanili ne scandisce le parole. Irrefrenabile l’entusiasmo dei giovani e della gente. Un’onda di commozione si propaga in un attimo e penetra ogni cuore. Lo scultore Cellini viene pre- sentato alle autorità. E quando la musica tace, iniziano i discorsi. Il primo intervento è quello del presidente del Comitato Organizzatore, il sen. Conte Eugenio Rebaudengo, seguito da vari altri. IL MONUMENTO NELLE SUE PARTI Sopra una base di granito di porfido della Val Camonica, domina la statua di Don Bosco in Spettacolo all’avvenuta inaugurazione. 23 6 7 4 5 3 mezzo ai fanciulli. 1 La mite e sorridente figura di Don Bosco è circondata da una corona di fanciulli e pare che scherzi con uno di loro nell’atto di sollevarlo: simbolo espressivo dell’elevazione morale che fu lo scopo del suo apostolato. Due altri fanciulli, rappresentanti di una lunga catena, attendono con impazienza il momento di dire anch’essi al buon Padre una parola e di riceverne una a loro volta. L’ultimo coglie l’istante opportuno, e gli bacia furtivamente la veste talare in segno di riconoscenza. A sinistra c’è un quarto fanciullo, in una posa tranquilla e serena, ad indicare che i ragazzi con Don Bosco si trovano bene: s’accorgono di essere amati da lui. 2 In basso è il magnifico gruppo rappresentante, in una classica ed erculea figura d’uomo, l’umanità intera che si curva al bacio della Croce, che le viene presentata dalla Fede. È il simbolo dello scopo ultimo dell’opera 24 7 del Santo: “restaurare ogni cosa in Cristo”. 11 Uno splendido fregio in bronzo, figurante frutti d’ogni parte della terra, fascia la base del gruppo centrale e lo rannoda ai gruppi laterali. Nei due altorilievi del fronte, verso il centro, a destra, una madre con un bimbo in braccio 3 che manda baci a Don Bosco; a sinistra, 4 un povero lebbroso, che si sforza di additare con lo sguardo e con la mano il suo benefattore. Ai lati, contro le due stele, i gruppi indicanti le due grandi devozioni promosse da Don Bosco, 5 il culto cioè dell’Eucarestia e quello 6 dell’Ausiliatrice: le colonne incrollabili su cui poggiano la creazione e lo svolgersi dell’opera sua. Il contrasto 6 del fiero selvaggio conquistato dai missionari di Don Bosco e prostrato dinanzi a Maria Ausiliatrice, alla quale due vergini devote recano fiori, trova riscontro nell’umile 5 atteggiamento del robusto ope cra un ten Nel rilie d’as gion sian sion del Bos con L’in lon figl qua dell to”. nte ase ppi o, a o 3 un con ore. anDon ello i su l’o- staato due onusto 1 2 8 11 9 operaio che si curva in adorazione al SS. Sacramento, dinanzi a cui una donna prega e un madre, supplice anch’essa, sente tutte le tenerezze della maternità cristiana. Nel retro del monumento ci sono tre bassorilievi: in quello centrale 7 è ritratta l’opera d’assistenza agli emigranti di qualunque regione, a ricordare l’ampiezza dell’opera salesiana. Ai lati sono raffigurate le scuole professionali 8 e agricole salesiane 9 , espressione dell’opera eminentemente sociale di Don Bosco diretta ai figli del popolo per avviarli con amore alla vita. L’incanto della scena dell’approdo al porto lontano, dove si fa incontro agli emigranti il figlio di Don Bosco, è suggestivo anche nei quadri laterali: nel raccoglimento operoso della scuola tipografica 8 , e nella pace solen- ne che si diffonde per i campi sudati, all’ora dell’Angelus 9 . L’artista ha voluto lavorare di sua mano tutti i particolari. Una curiosità che evidenzia la sua tenacia lavorativa e l’amore al suo lavoro. “Tutta la notte lo scultore Cellini, l’architetto Giulio Valotti e la schiera dei loro collaboratori, lavorarono per dare al monumento un’apparenza di opera finita e, se non vi riuscirono del tutto, non fu loro colpa. I due grandi altorilievi principali giunsero da fuori la mattina del 21 maggio, allo stato grezzo, come uscirono 25 10 Alla vigilia dell’inaugurazione 22 maggio 1920. dalla fondita, e soltanto per collocarli, o meglio per accostarli al loro posto, sarebbe occorso 10 più tempo di quello che in realtà era disponibile. Si dovette quindi necessariamente ricorrere ad una collocazione provvisoria. Il monumento fa onore all’artista, a Torino, dove ci sono pure tanti altri monumenti, antichi e recenti, agli Allievi – Exallievi di Don Bosco che hanno voluto il monumento, a Don Bosco stesso che con la sua presenza e il suo semplice nome infiamma giovani e meno giovani all’onestà, all’impegno nello studio e nel lavoro, all’allegria, anche esplosiva, riflesso dell’armonia interiore, alla solidarietà e alle sue devozioni: l’ Eucarestia, l’ Ausiliatrice e il Papa”. DOPO L’INAUGURAZIONE I FESTEGGIAMENTI CONTINUANO Dopo l’inaugurazione del Monumento, Autorità e pubblico si recano nel primo cortile dell’Oratorio, dove si esibiscono vari gruppi e istituti in recite, canti corali e solisti, saggi ginnici. Si cercano gli ultimi posti disponibili per lo spettacolo. 26 Le loro altezze reali il Duca e la Duchessa di Genova insieme all’ E.mo Cardinale di Siviglia e il Sen. Conte Eugenio Rebaudengo da piazza Maria Ausiliatrice si recano nel cortile delle manifestazioni. Nella foto un momento del saggio ginnico degli Orfani di Guerra di Pinerolo, nel primo cortile dell’Oratorio. (Boll. Sal. giugno-luglio 1920). Un momento dei festeggiamenti: saggio ginnico nel primo cortile. Un consiglio di presidenza diverso G iovedì 26 gennaio la presidenza, più allargata, si è trovata per il solito consiglio di fine mese non nella sede ex-allievi a discutere, valutare, proporre gli argomenti più o meno soliti, rischiando l’appiattimento morale ed operativo. Questa volta, in prossimità alla Festa di Don Bosco, la presidenza al gran completo e vari ex-allievi particolarmente legati a Don Bosco si sono trovati nelle Camerette di Don Bosco a riflettere sull’essere laici impegnati da ex-allievi (il valore aggiunto!), a rinnovare la nostra buona volontà e impegno nel nome di Don Bosco e a conoscere qualche aspetto in più della figura poliedrica di Don Bosco. La preghiera ha fatto da collante ai pensieri proposti. Alcuni ex-allievi si ricorderanno come, quando erano qui a Valdocco, i “grandi” (quinta ginnasio e seconda tecnica o terza professionale) si recavano nelle Camerette di Don Bosco a celebrare la loro Eucarestia. Era il privilegio dei ‘grandi’ andare a Messa per loro conto. Quegli ambienti, santificati da Don Bosco e da tante migliaia di ragazzi e giovani, acquistano una particolare aureola, che fa bene allo spirito. Nelle camerette di Don Bosco. 27 Filo diretto * Dal Brasile Antonio Mario Vivenza chiede contatti Facebook. Il suo indirizzo è: [email protected] * Renato Vergano ci scrive: “…Ogni giorno prego Maria Ausiliatrice e Don Bosco, ricordando il sig. Rossotti, il sig. Scarzanella e prego per tutti i salesiani che mi sono stati Maestri al Colle Don Bosco e a Valdocco in tipografia. Come ogni anno mi reco a Castelnuovo Don Bosco a pregare e deporre due fiori sulla tomba del sig. Peira (mio capo reparto a Valdocco), del mio carissimo amico e compagno di corso Garnero Walter, così andrò a trovare il sig. Rossotti e il sig. Scarzanella. Di quei lontani 1940-45, porto un ricordo indelebile che mi ha accompagnato per tutta la vita. Sarò sempre riconoscente ai Salesiani, che, insegnandomi un mestiere, mi hanno inculcato l’amore per Dio, Maria Ausiliatrice e Don Bosco. Renato, pubblichiamo già su questo numero nella rubrica ‘Il passato che torna’ la foto della banda, con alcune indicazioni. La freschezza di spirito si irraggia nonostante gli anni. Anzi! * Luigi De Stefanis ci informa “Il giorno dopo il nostro incontro è mancata mia mamma. Era un evento annunciato da tempo ma per questo non meno doloroso. Ora dal cielo veglia su di noi insieme al papà. Solo quando mancano ci accorgiamo quanto e quale posto occupavano i nostri genitori. A noi, spesso resta il rammarico di non aver saputo dire loro quanto fossero importanti e quanto lo sono stati per tutta la vita”. Luigi, ci uniamo alla tua sofferenza e soprattutto alla tua preghiera. * Mario Pavia ci scrive: “Invio questa foto del 28 1969. In essa è immortalata la allora nuova macchina tipografica CONDOR, entrata in produzione nel maggio 1968, della quale, essendo operaio della Scuola Grafica, ero macchinista. La Condor. Mario, eccoti accontentato. * Raffaele Pierro : verrà risposto a parte alla tua piacevole lettera, ricca di… informazioni vaticane. * Guido Ricca di Peveragno (CN) ci manda la foto dei suoi anni (1956 – ’58), corredandola di piacevoli particolari. Guido, la foto l’abbiamo messa ne ‘Il passato che torna’ del giornalino. Il tuo desiderio sarà esaudito. * dai nostri figli adottati a distanza abbiamo ricevuto gli auguri natalizi. Riportiamo la riproduzione dello scritto di DIKAMPOU e di RIHAM. Riham. Dikampou. 29 * Come abbiamo ricevuto così pubblichiamo una riflessione sul caso Celentano, durante l’ultimo festival di San Remo. Caro Adriano Celentano… segue lettera… CARO ADRIANO CELENTANO, ti ho sempre stimato come persona intelligente ed eccezionale da un punto di vista professionale, e capisco anche i giochi economici che ti hanno portato a SANREMO affinché questo FESTIVAL (che non è più un festival ma un contenitore-bazar di tutte le idiozie), potesse avere attraverso le tue provocazioni, un grande successo... ma per il resto, credo che hai perso una grande occasione! L’occasione innanzitutto di portare a una riflessione seria e libera sui drammi umani e sociali della gente... libera... sì libera!... perché la tua performance ieri sera non è stata libera, diversamente da come hai voluto dimostrare. Non è stata libera perché sapevi benissimo che parlare contro l’Istituzione Chiesa, oltre ad andare di moda, frutta molto in termini di popolarità e di demagogia, di audience ed anche di potere occulto dei mezzi di comunicazione sociale. Quello... sì... potere occulto... perché deforma le intelligenze e i cuori mostrando un mondo e una realtà che non deve certo apparire tale agli occhi della verità!... ma torniamo a noi: hai accusato i preti e la Chiesa... ed io ero lì ieri sera, occhi nei tuoi occhi come tu hai chiesto, quando hai voluto la camera per guardarci negli occhi... dicevo, hai accusato la Chiesa di non occuparsi di Dio ma “delle beghe del mondo”! Ebbene, forse tanti anni di vita non ti hanno ancora rivelato l’essenza del cristianesimo che è quella di essere profondamente coinvolto “nelle beghe del mondo”... perché è il nostro Dio che ha voluto sporcarsi entrando nella storia e “nelle beghe del mondo”! La nostra fede non è la fede degli asini che volano, né quella degli oppiacei (ricordi il tuo amico Marx: “La fede è l’oppio dei popoli”?), né tantomeno quella degli spiritualisti che viaggiano già in Paradiso... dimenticando che poggiano i loro piedi ancora su una ruvida terra! Il cristianesimo è la fede degli uomini e delle donne adulti che sanno sollevare lo sguardo allo stesso modo in cui sanno piegarlo sulle “beghe del mon- 30 do”... che non sono questioni politiche ma le ferite degli uomini e della storia! Non so chi ti ha insegnato la fede cristiana, ma volevo dirti che il Vangelo è lievito che fermenta la pasta del mondo... non è soffio di parole vuote e inutili che portano con se, come le tue, la schizofrenia di un mondo che non vuole accettare il Vangelo e la Chiesa. Perché se noi preti ci impegniamo per aiutare i poveri, vuol dire che siamo evangelici, se invece ci chiediamo “perché sono poveri”... allora vuol dire che siamo comunisti e che non dobbiamo occuparci di politica e di beghe del mondo. Se invitiamo a guardare oltre il corpo e la materia, come nel valore della sessualità, vuol dire che siamo retrogradi; se invece siamo a favore della liberazione sessuale come don Gallo, vuol dire che siamo preti veri. È facile essere i don Gallo della situazione... tutto il mondo ti corre dietro; quanto è difficile essere invece un prete normale, nascosto che vuol testimoniare la verità:... il mondo non ti segue. Caro il mio Celentano, noi preti lo annunciamo il PARADISO... come tu hai chiesto, ma non lo annunciamo come una fuga del mondo ma come una speranza che da senso e valore già alla vita di quaggiù! Non si annuncia il Paradiso, disinteressandosi del mondo e delle sue “beghe”... bensi mostrandolo qui ed ora su questa terra nella prossimità di Dio che si fa vicino ai poveri e ai ricchi, alle persone sconosciute e ai governanti. Forse nessuno te lo ha mai detto ma il Vangelo è politica... è la politica di Dio che ha voluto fino in fondo... sporcarsi le mani nella storia degli uomini e delle sue “beghe”. Ben vengano allora Avvenire e Famiglia cristiana che mostrano questo volto del Vangelo. Chissà quanto avrebbe fatto oggi Gesù con la politica!? Pensando a quante posizioni ufficiali e critiche prese contro i sistemi politici e religiosi del suo tempo. Caro Celentano, ti sei tolto qualche sassolino dalle scarpe, hai portato tanto successo al Festival (come ti era stato chiesto), ma hai perso un’occasione, una grande occasione... quella di mostrare con l’intelligenza, il valore della tua umanità! Ti saluto e ti voglio bene in Cristo. Un prete, uno fra i tanti... PER LORO PREGHIAMO Affidiamo alla misericordia del Signore BERTINO ANTONIETTA PROVINO, mamma dell’exallievo LUIGI DE STEFANIS, volata in cielo dopo lunga malattia. Sig. Carlo Picottino ANTONIO FORNERIS di Bosconero (TO), exallievo legatore e mancato il 30/11/2011. Ha lavorato parecchi anni alla poliglotta vaticana. Una lunga malattia l’ha stroncato. Le più vive condoglianze ai suoi Familiari. Sig. CARLO PICOTTINO. Allievo della scuola professionale nell’arte della confezione delle calzature, si è fatto salesiano. È stato responsabile del laboratorio dei ‘calzolai’ e istruttore del primo corso meccanici. Dotato di notevoli capacità manuali tecniche, sapeva entusiasmare i ragazzi al loro lavoro fino a creare dei capolavori, di cui andavano giustamente orgogliosi. Sig. Pastrone Fiorenzo Sig. PASTRONE FIORENZO nato il 25/1/1920 ci ha lasciato il 13/3/2012 : orgoglioso di essere exallievo di Don Bosco, devoto entusiasta del nostro Santo, anima dei suoi compagni di classe, la famosa Terza ginnasiale A 1934-’35, di cui ha scritto la cronaca dei loro 25 incontri. PARTECIPIAMO alla gioia del RAGGIUNGIMENTO sdella laurea in scienze della comunicazione MULTIDAMS del dott. ILIR SALLAKU, sdella laurea in ingegneria edile di SALVATORE CARCIONE, neo dottore, sdella laurea in ingegneria dell’autoveicolo di MARCO ALEMANNO, neo dottore. Complimenti al neo laureato e ai neo dottori. Altri traguardi li attendono. Auguriamo loro sapienza, coscienza professionale e alti ideali. FELICITAZIONI a GIANFRANCO GIORDANO e a sua moglie MARINELLA felicemente nonni dei gemellini Ludovica e Gabriele. I nostri appuntamenti sdomenica 1 aprile, 6 maggio, 3 giugno: prime domeniche del mese. Ore 10 Santa Messa in san Francesco. sdomenica 25 marzo: ore 9 RITIRO SPIRITUALE in preparazione alla Pasqua, presso l’Oasi di S. Chiara in via Luisa del Carretto 6, Torino. sDOMENICA 15 APRILE: CONVEGNO ANNUALE EX-ALLIEVI s:()(;6(7903,!;076.9(-0(+(@WLYPHUUPKLSSH:J\VSH.YHÄJH s26 – 29 APRILE: CONGRESSO INTERNAZIONALE DEGLI EXALLIEVI ed EXALLIEVE di don BOSCO sGIOVEDÌ 24 maggio: FESTA di MARIA AUSILIATRICE: ore 20,30 SOLENNE PROCESSIONE Tesseramento 2012: sLa quota associativa è di € 20. Grazie del vostro contributo per la gestione della nostra Unione Ex-allievi. Per informazioni: Sede Exallievi: tel. 011-52.24.502 con segreteria telefonica Delegato: tel. 011-52.24.368 – E-mail: [email protected] Il nostro sito e la casella di posta elettronica: www.donboscoinsieme.com – [email protected] I tuoi dati fanno parte dell’archivio elettronico gestito dell’Associazione Exallievi/e di Don Bosco – Casa Madre, con sede in Torino, Via Maria Ausiliatrice 32, nel rispetto di quanto stabilito dalla legge n. 196/03 sulla tutela dei dati personali. I Tuoi dati non saranno oggetto di comunicazione o diffusione a terzi, se non per ciò che riguarda la spedizione della rivista. Per essi potrai richiedere, in qualsiasi momento, modifiche, aggiornamento, integrazione o cancellazione, scrivendo all’attenzione del Delegato, all’indirizzo della rivista. AVVISO PER IL PORTALETTERE In caso di MANCATO RECAPITO inviare a: TORINO CMP NORD per la restituzione al Mittente: Via Maria Ausiliatrice, 32 – Torino Esso si impegnerà a pagare la relativa tassa. Suppl. al n. 3 de “Il Tempio di Don Bosco” Dir. Resp. Valerio Bocci Aut. Trib. Torino n. 498 del 14-11-1949 Corrispondenza: unione exallievi casa madre Via Maria Ausiliatrice 32 – 10152 Torino l’eco dell’oratorio marzo 2012