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il libro Di
C O L P I D I F U L M I N E L E T T E R A R I d i N ATA L I A A S P E S I
La verità sulle cameLie
la celebre cortigiana parigina che ispirò Alexandre Dumas e
Giuseppe Verdi in realtà era una manipolatrice, avida di denaro e
di lusso. Una bella biografia racconta la storia di Marie Duplessis
Il romanzo, autore Alexandre Dumas
figlio, si intitola La signora delle camelie,
e la protagonista è Margherita Gautier,
anche nella versione teatrale. Ispirato
da quel dramma che aveva avuto un
successo strepitoso, Giuseppe Verdi
compone La traviata la cui protagonista
si chiama Violetta. Greta Garbo è la
protagonista del film Margherita Gauthier, diretto da George Cukor, mentre
Isabelle Huppert in La vera storia della
signora delle camelie di Bolognini diventa Marie Duplessis: che è il nome di una
delle più celebri cortigiane parigine del
XIX secolo, e di cui racconta la vera storia Julie Kavanagh, nella bella biografia
La ragazza delle camelie. La giornalista
e scrittrice inglese ricostruisce la vita di
Rose Alphonsine Plessis, nata in un povero villaggio della Normandia, che a
Parigi divenne Marie Duplessis, e grazie
alla sua delicata bellezza e sfrontatezza,
la demi-mondaine più ricercata e pagata di quegli anni. In realtà Marie non
era la mitizzata Margherita o Violetta di
Dumas figlio e Verdi, la cortigiana che
aveva sacrificato l’amore per non disonorare l’amato e la sua famiglia. La vera
Alphonsine-Marie era una ragazza fredda, avida di denaro e di lusso, capace di
manipolare i suoi amanti con la sua grazia, la sua intelligenza e i modi eleganti
che le erano stati insegnati da uno dei
suoi primi innamorati. La sua avidità e
la sua abilità di cortigiana erano giustificate da un’infanzia e un’adolescenza di
miseria anche morale: suo padre, il bel
Marin Plessis, figlio di una prostituta e
di un prete, era un venditore ambulante
alcolizzato, squattrinato e violento, che
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maltrattava selvaggiamente la moglie
devota e sottomessa. Marie Desayes
mise al mondo Delphine-Adèle e Rose
Alphonsine, poi fuggì dalla crudeltà
del marito lasciando a lui le due figlie.
Marin aveva ripreso a vagabondare e le
due bambine sopravvissero per la carità
di parenti: per un certo periodo la futura
costosa cortigiana si guadagnò il pane
come lavandaia. Ma il padre ricomparve e la prese con sé per venderla a
un laido vecchio e forse approfittarne
incestuosamente. Poi la portò a Parigi e
lì l’abbandonò. Inizia così, a 15 anni, la
vita di quella che diventerà “La signora
delle camelie” e che tra i tanti protettori
avrà Dumas padre e figlio, Théophile Gautier e una folla di celebrità e
aristocratici, tra cui l’innamoratissimo
conte Èdouard de Perrégaux che volle
sposarla, nel gennaio 1846: ma Marie
aveva mirato al titolo di contessa solo
per conquistare il grande pianista Liszt
che, pur amandola, rifiutò la sua proposta di accompagnarlo in una lunga
tournée. Tornata alla sua vita tumultuosa
e libertina, ammalata di tisi, la bellissima
“grande horizontale” come si chiamavano allora le prostitute di alto rango, morì
il 3 febbraio del 1847: aveva da poco
compiuto 23 anni.
La ragazza
delle
camelie
La copertina
del libro
di Julie Kavanagh
(Einaudi,
19,50 euro).
Doppia vita
Chi ha letto in questi anni Bacio infame, Il bacio
d’una morta,
L’impiccato delle cascine, Sepolta viva?
Certamente qualcuno,
visto che i romanzi di
Carolina Invernizio sono
stati ripubblicati
dall’editore Salani sino
agli anni ’80: la signora, nata a Voghera nel
1851, moglie di un ufficiale dei bersaglieri, ne
scrisse 144, tradotti soprattutto in lingua spagnola con un immenso
successo tra le signore.
La critica invece la disprezzò e Gramsci la soprannominò “onesta
gallina della letteratura”. È uscita una sua biografia scritta da Anna
Levi, Si pecca ad ogni
pagina. Le due vite di
Carolina Invernizio, in
anticipo sul centenario
della morte, avvenuta
nel 1916, che ne racconta la doppia vita: di
scrittrice per quell’epoca
addirittura erotica e di
signora borghese, che si
nascondeva dietro il cognome del marito,
Quinterno (Bibliografia
e informazione,
20 euro).