Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno

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Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno
FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 28/10/2015
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INDICE
IN PRIMO PIANO
27/10/2015 FarmaMese
In ricordo di Giacomo Leopardi
6
27/10/2015 IlFarmacistaOnline.it 08:43
FarmacistaPiù. Anche l'Utifar aderisce alla manifestazione promossa dalla Fofi
7
27/10/2015 QS - QuotidianoSanita.it
Anche l'Utifar aderisce alla manifestazione fieristica promossa dalla Fofi
8
SANITÀ NAZIONALE
28/10/2015 Il Sole 24 Ore
Bruxelles frena sul rischio carni
10
28/10/2015 Il Sole 24 Ore
La Walgreens di Pessina conquista Rite Aid
12
28/10/2015 La Repubblica - Nazionale
Carne, rivolta anti Oms "In Italia ora a rischio 180mila posti di lavoro"
13
28/10/2015 La Stampa - Nazionale
Se i vaccini ti terrorizzano sei caduto in una trappola logica
14
28/10/2015 La Stampa - Nazionale
"Le mie ricerche sull'epilessia malattia ancora ignorata"
15
28/10/2015 Il Messaggero - Nazionale
Allarme carni rosse, Lorenzin frena «Sistema italiano controllato e sicuro»
16
28/10/2015 ItaliaOggi
Sull'invio delle spese mediche arrivano i chiarimenti del Mef ad Assosoftware
18
28/10/2015 Il Fatto Quotidiano
Sanità i direttori generali sono decisi dai partiti
20
28/10/2015 L'Unità - Nazionale
Lorenzin: «La carne rossa? La mangio anche io»
21
28/10/2015 Il Foglio
L'OMEOPATIA E' ACQUA FRESCA
22
28/10/2015 Il Tempo - Nazionale
«Niente droga è amore criminale»
26
28/10/2015 Donna Moderna
trova il tuo fondotinta ideale
27
28/10/2015 Donna Moderna
GUARDA I BELLISSIMI TESORI CHE TI ASPETTANO SE FAI TRIS
29
28/10/2015 Donna Moderna
VORREI VISITARE UN LABORATORIO OMEOPATICO
30
28/10/2015 Oggi
Fascia C : ecco lo scenario dopo il «no»
31
28/10/2015 Insieme
GLUTEN FREE MA...
32
28/10/2015 Io e il mio Bambino
Farmaci online: sono convenienti?
33
28/10/2015 Salute Naturale
Artrosi, artrite e mal di schiena Puoi guarirli con il silicio
34
VITA IN FARMACIA
28/10/2015 Corriere della Sera - Milano
Salute delle donne, una sfida in 12 punti «Più prevenzione»
40
28/10/2015 La Repubblica - Palermo
I commercianti "Via libera ai maxi cantieri ma dopo Natale"
41
28/10/2015 La Repubblica - Roma
Truffa all'Israelitico così i funzionari della Regione truccavano i conti
43
28/10/2015 La Stampa - Torino
Chimica e farmacia: Grugliasco più vicina
44
28/10/2015 La Stampa - Cuneo
L'arte di cogliere virtù e sapienza delle erbe
45
28/10/2015 Il Messaggero - Latina
Farmacia pubblica con gestione privata l'aggiudicazione a una società di Spigno
46
28/10/2015 Il Messaggero - Pesaro
Via libera al progetto del Pala Scavolini
47
28/10/2015 QN - Il Resto del Carlino - Reggio Emilia
«Mi hanno puntato coltello e pistola»
48
28/10/2015 QN - Il Resto del Carlino - Cesena
SAVIGNANO S.COLOMBA, NUOVI LOCALI PER LA FARMACIA
49
28/10/2015 Il Gazzettino - Rovigo
Aiutare gli anziani a saper prevenire gli infortuni in casa
50
28/10/2015 Il Gazzettino - Venezia
Asl 13, non passa la mozione del Pd
51
PROFESSIONI
27/10/2015 FarmaMese
"Pronti, partenza... VIA!" Anzi NO
53
27/10/2015 FarmaMese
Andare in profondità
55
27/10/2015 FarmaMese
Reato di doping: quando il farmacista è penalmente responsabile
57
PERSONAGGI
28/10/2015 Il Giornale - Nazionale
Lo Stato strozza le imprese: restano 61 miliardi di debiti
59
28/10/2015 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari
Ospedali psichiatrici giudiziari Puglia in ritardo sulle residenze
61
27/10/2015 Mi-Tomorrow
INFLUENZA, ECCO IL VACCINO
62
27/10/2015 Dagospia 13:26
SI È MAI VISTO UN MINISTRO DELL'INTERNO FAVOREVOLE A PIÙ CONTANTE?
63
27/10/2015 IlFarmacistaOnline.it 10:21
Superamento Opg. D'Ambrosio Lettieri (Cor): "Che fine hanno fatto le Rems? In
Puglia nessuna traccia. Si rischiano sanzioni"
64
27/10/2015 QS - QuotidianoSanita.it
Superamento Opg. D'Ambrosio Lettieri (Cor): "Che fine hanno fatto le Rems? In
Puglia nessuna traccia. Si rischiano sanzioni"
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IN PRIMO PIANO
3 articoli
27/10/2015
Pag. 6 N.8 - ottobre 2015
FarmaMese
diffusione:17700
tiratura:18000
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Lettere
In ricordo di Giacomo Leopardi
La mia prima intervista a Giacomo Leopardi risale all'aprile 1973, quando, lasciata la Mondadori e approdato
a "II farmacista moderno", lo sentii in merito a un accordo tra Federfarma e Farmindustria che poneva fine a
una contesa sulla ripartizione degli aggravi dell'Iva. Allora, segretario della Federfarma, s'era impegnato
come "pompiere", ruolo che lo vide poi in primo piano , a partire dal 1975, come presidente di Federfarma.
Perché Giacomo era soprattutto un "tessitore", con quel suo modo di fare che permetteva di superare
contrasti e asperità. E con tutti: con i litigiosi colleghi, con i politici, i ministeriali, gli industriali. Lo chiamo
Giacomo e gli do ora del "tu" per la prima volta, sebbene spesso mi avesse invitato a questa forma di
familiarità, da me sempre negata e con una precisa motivazione: «Caro presidente, mi dia Lei del tu, che mi
fa piacere, ma non se lo aspetti da me, perché per Lei mitro troppo rispetto, ed è questo il mio modo per
comunicarglielo». Nel tempo gli incontri sono stati così numerosi (ma quanti convegni, meeting, appuntamenti
promuovono questi farmacisti...) da diventare abitudinari, lui come presidente poi della Fofi ed io come
giornalista scrivano della categoria. E di Lui non si poteva non parlare, dato il suo ruolo di protagonista, al
centro della vita professionale di questi ultimi 40 anni. Tanti ricordi, forse troppi e tutti si rincorrono,
rappresentandomi una persona amica, sempre disponibile, sempre gentile, sempre collaborativa. La memoria
si fissa su qualche scampolo, come per esempio la sua telefonata al varo del "Corriere Medico Farmacia"
("ma dov'eri finito...") o alla famosa cena, presente anche il presidente Siri, quando decidemmo di far partire
"Cosmofarma". E ancora penso all'ultima sua chiamata, a marzo di quest'anno, per scusarsi di non avermi
fatto per tempo gli auguri di Buon Anno, perché stava poco bene. Sempre lucido, sempre presente, sempre
soprattutto "perbene". Bisognerebbe abituarci a questi abbandoni, perché gli anni passano e il tempo non
perdona. Ma dire addio all'amico Leopardi mi costa troppa fatica. Arrivederci, Giacomo.
Foto: Lorenzo Verlato - Direttore di "Forma Mese"
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 28/10/2015
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27/10/2015 08:43
Sito Web
IlFarmacistaOnline.it
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FarmacistaPiù. Anche l'Utifar aderisce alla manifestazione promossa dalla
Fofi
L'appuntamento è quindi fissato per il 18 marzo a Firenze con un programma ancora più ricco di temi e spunti
ma, soprattutto, di esperienze concrete della professione. Per il presidente della Fofi , senatore Andrea
Mandelli : "E' una grande soddisfazione vedere questa convergenza delle forze vive della professione su
questa manifestazione. L'Utifar è una parte importante della storia della professione in Italia".
27 OTT - Dalla prossima edizione, che si svolgerà a Firenze dal 18 al 20 marzo, FarmacistaPiù potrà contare
anche sull'apporto dell'Uifar, che entra a pieno titolo nella compagine della manifestazione. "Esprimo viva
soddisfazione per la decisione dell'Utifar e di Eugenio Leopardi di condividere con la Fofi le finalità che hanno
ispirato fin dalla sua gestazione questa manifestazione, che è un vero e proprio Congresso nazionale dei
farmacisti" dice il Senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, vicepresidente della Fofi e presidente del Comitato
scientifico di FarmacistaPiù. "Se la nostra professione è capace di presentarsi all'appuntamento con la
comunità professionale, gli stakeholder della sanità e il decisore politico con progetti e proposte comuni,
compie un gesto lodevole quanto efficace per il corretto recepimento del ruolo del farmacista nella comunità.
In questo senso sono certo del valore del contributo che Eugenio Leopardi, presidente dell'Utifar, darà ai
lavori del Comitato scientifico di FarmacistaPiù". "La decisione del Consiglio di Uifar parte dalla
considerazione che tre manifestazioni a livello nazionale sono troppe per il mondo della farmacia per le
aziende e, soprattutto, per i colleghi, che oggi sempre di meno riescono a staccarsi dalla propria attività
dovendo sopportare orari dilatati e margini ridotti" dice Eugenio Leopardi. "Per questo motivo, con senso di
responsabilità, abbiamo deciso di soprassedere all'organizzazione della nostra manifestazione nazionale, con
la speranza e l'obiettivo di arrivare ad un unico momento annuale di incontro dei farmacisti, nel quale tutte le
organizzazioni di categoria possano convergere. Tale auspicio, che fu la nostra motivazione di partenza,
rimane per Utifar più attuale che mai. Di qui la scelta di aumentare la massa critica di una manifestazione che
ha lo stesso Dna di FarmaDays e di tutte le iniziative che, negli anni, Utifar ha condotto con impegno e rigore,
sempre ispirata al tema, per noi centrale, delle ricette per il cambiamento della farmacia". "E' una grande
soddisfazione vedere questa convergenza delle forze vive della professione su una manifestazione che, fin
dall'inizio, abbiamo voluto fosse fatta dai farmacisti per i farmacisti, e l'Utifar è una parte importante della
storia della professione in Italia. FarmacistaPiù è basata sullo scambio di idee, l'unico scambio che rende tutti
più ricchi e questa importante novità è una conferma ulteriore della bontà di questa formula. Siamo grati al
consiglio e al presidente dell'Utifar per questa scelta che siamo certi contribuirà significativamente al
successo di FarmacistaPiù" dice il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, Senatore
Andrea Mandelli. Soddisfazione esprime anche Enrica Bianchi, presidente della Fondazione Cannavò,
organizzatrice della manifestazione: "E' un fatto importante e un segnale estremamente positivo, che
testimonia il buon lavoro svolto ma che, ne sono profondamente convinta, sarà alla base di un ulteriore
sviluppo di FarmacistaPiù, sia in termini di partecipazione sia in termini di contributo al dibattito interno alla
professione e al mondo della sanità". L'appuntamento è quindi fissato per il 18 marzo a Firenze con un
programma ancora più ricco di temi e spunti ma, soprattutto, di esperienze concrete della professione.
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 28/10/2015
7
27/10/2015
Sito Web
QS - QuotidianoSanita.it
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Lavoro e Professioni
Anche l'Utifar aderisce alla manifestazione fieristica promossa dalla Fofi
L'appuntamento è fissato per il 18 marzo a Firenze. Per il presidente della Fofi Andrea Mandelli : "E' una
grande soddisfazione vedere questa convergenza delle forze vive della professione su questa
manifestazione. L'Utifar è una parte importante della storia della professione in Italia".
27 OTT - Dalla prossima edizione, che si svolgerà a Firenze dal 18 al 20 marzo, FarmacistaPiù potrà contare
anche sull'apporto dell'Uifar, che entra a pieno titolo nella compagine della manifestazione. "Esprimo viva
soddisfazione per la decisione dell'Utifar e di Eugenio Leopardi di condividere con la Fofi le finalità che hanno
ispirato fin dalla sua gestazione questa manifestazione, che è un vero e proprio Congresso nazionale dei
farmacisti" dice il Senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, vicepresidente della Fofi e presidente del Comitato
scientifico di FarmacistaPiù. "Se la nostra professione è capace di presentarsi all'appuntamento con la
comunità professionale, gli stakeholder della sanità e il decisore politico con progetti e proposte comuni,
compie un gesto lodevole quanto efficace per il corretto recepimento del ruolo del farmacista nella comunità.
In questo senso sono certo del valore del contributo che Eugenio Leopardi, presidente dell'Utifar, darà ai
lavori del Comitato scientifico di FarmacistaPiù".
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 28/10/2015
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SANITÀ NAZIONALE
18 articoli
28/10/2015
Pag. 12
diffusione:150811
tiratura:209613
Bruxelles frena sul rischio carni
Il ministro della Salute Lorenzin : più educazione alimentare e meno allarmismi LE INDUSTRIE Le aziende
della lavorazione federate in Europa (Clitravi) respingono le accuse: ampie prove scientifiche sui benefici con
una dieta sana
Massimo Agostini
ROMA Qualche rischio per la salute, a mangiare troppa carne, ci può essere. Però attenzione a non creare
facili allarmismi, perchéa fare di tutta l'erba un fascio si possono provocare danni- enormi- per l'economiae
l'occupazione. All'indomani dello studio Oms che ha inserito alcuni tipi di carne tra le sostanze
potenzialmente cancerogene, istituzioni e mondo produttivo fanno quadrato. E rispondono in blocco agli
avvertimenti sui pericoli in materia di «alimentazione e salute» diffusi dal mondo scientifico. Da Bruxelles, il
commissario europeo per la Salute e la sicurezza alimentare fa sapere che la Commissione Ue «analizzerà lo
studio dell'Organizzazione mondiale della sanità sui possibili effetti cancerogeni della carne rossa e degli
insaccati». E poi, avvalendosi anche dell'aiuto del personale dell'Efsa, l'Agenzia europea per la sicurezza
alimentare, la stessa Commissione «si esprimerà in merito». Posto che le normative in vigore «garantiscono
già i più elevati standard di sicurezza». Sempre da Bruxelles, l'industria europea della lavorazione delle carni
(Clitravi) respinge al mittente la tesi sul rischio cancro per l'uomo legato al consumo di carni rosse. «Esistono
ampie prove scientifiche sui benefici derivanti dal consumo di carne nell'ambito di una dieta sana - ha
precisato l'organizzazione-e la carneei prodottia base di carne sono una fonte essenziale di nutrienti, tra cui
proteinee vitamine del gruppo B». Da Strasburgo, l'europarlamentare, Paolo De Castro, osserva che «una
condanna senza distinzioni non permette una corretta informazione del consumatore e rischia di amplificare
la logica perversa ed estremamente parziale di sistemi di etichettatura degli alimenti non corretti». Dall'Expo,
a Milano, il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, sottolinea che «non bisogna generalizzare e
cadere in allarmismi, come è stato ribadito dagli esperti, mentre dobbiamo continuare il lavoro di educazione
alimentare portato avanti anche nei sei mesi di Expo». D'altra parte, ha aggiunto Martina, «in Italia abbiamoi
più alti standard qualitativie di sicurezza a livello mondiale sulla produzionee lavorazione di carni». Anche la
ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, a margine dell'Expo dice che «dobbiamo proporre un'educazione
all'alimentazione corretta che tra l'altro è nella nostra cultura, non creare allarmismo trai nostri cittadini».
Resta il fatto che in un Paese come l'Italiaei suoi territori più vocati alle produzioni zootecniche, il tamtam
dello studio Oms potrebbe avere effetti devastanti su consumatori, produttorie occupati. «I falsi allarmi lanciati
sulla carne mettono a rischio 180mila posti di lavoro- avverte il presidente del- la Coldiretti, Roberto Moncalvo
- in un settore chiave del made in Italya tavola, che vale da solo 32 miliardi, un quinto dell'intero
agroalimentare nazionale». «La qualità della carne italiana - aggiunge Moncalvo - dalla stalla, allo scaffale,è
diversae migliore.Ei cibi sotto accusa, come hot dog e bacon non fanno parte della tradizione nostrana. Nel
nostro Paese i modelli di consumo della carne si collocano perfettamente all'interno della dieta mediterranea,
fondata su una alimentazione che si basa su prodotti locali, stagionali, freschi». «Sul settore della carneavverte Confagricoltura- riscontriamo un allarmismo inutile, con ripercussioni sui consumi che potrebbero
essere peggiori del periodo della Bse. Si sta facendo una pericolosa caccia alle streghe». Oltre tutto, ricorda il
presidente della Cia, Dino Scanavino, «in Italia il consumo di carni e salumi è metà della soglia di rischio
indicata dalla stessa Oms: attualmente si attesta sotto gli 80 chili pro capite, di cui 21 di carne bovina».
Le possibili conseguenze
mila
180 EPA I posti a rischio La stima di Coldiretti sul rischio causato dai falsi allarmi
miliardi
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 28/10/2015
10
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Lo studio dell'Oms. All'indomani della denuncia sui possibili effetti cancerogeni, invito alla prudenza dalla
Commissione Ue
28/10/2015
Pag. 12
diffusione:150811
tiratura:209613
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32 Il valore della filiera La carne vale un quinto dell'intero agroalimentare nazionale
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 28/10/2015
11
28/10/2015
Pag. 29
diffusione:150811
tiratura:209613
La Walgreens di Pessina conquista Rite Aid
Marco Valsania
pWalgreens Boots Alliance, il colosso americano delle farmacie guidato dal chief executive italiano Stefano
Pessina, ha acquisito la rivale Rite Aid con un'operazione valutata 17,2 miliardi di dollari. Il merger, realizzato
attraverso un'offerta in contanti da 9,4 miliardi e l'assunzione di debito, darà vita ad un nuovo leader nelle
grandi catene di drugstore negli Stati Uniti unendo due dei tre principali protagonisti del settore.E rappresenta
un nuovo capitolo nel drastico con- solidamento in atto nell'intero comparto sanitario nel Paese, che
quest'anno ha già visto transazioni per oltre 520 miliardi tra società farmaceutiche, ospedalie società di
assicurazione con l'obiettivo di contenere i costi e aumentare l'influenza sul mercato. Pessina, che ha 74 anni
e una fortuna personale stimata in 13 miliardi di dollari quasi interamente in titoli di Walgreens Boots, ha
messo a segno l'operazione nel dopo mercato di ieri. Nelle ore precedenti le indiscrezioni sulle trattative
avevano tuttavia già spinto il titolo di Rite Aid in rialzo del 43 per cento. Alla fine il prezzo pagato rappresenta
un premio del 48% sulle quotazioni di Rite Aid di lunedì. Il nuovo gruppo avràa disposizione una rete di
13.000 farmacie in undici nazioni e pronostica risparmi da sinergie per almeno un miliardo. La sua presenza è
concentrata anzitutto negli Stati Uniti e particolarmente a New York, in California, in Floridae in Texas e che
dovrà passare all'attento vaglio delle autorità antitrust. Walgreens, che vanta una market cap di oltre cento
miliardi di dollari, ha un fatturato annuale di 76 mi- liardi e la più piccola Rite Aid di 26,5 miliardi, creando
assieme un'azienda con oltre cento miliardi anche di vendite. L'altra grande catena sul mercato, Cvs, ha
entrate annuali superiori che sfiorano i 140 miliardi. Walgreens ha sollevato il sipario sull'operazione alla
vigilia del bilancio trimestrale che darà oggi. L'anno scorso la catena aveva completato la combinazione con
l'europea Alliance Boots GmbH, della quale Pessina era presidente esecutivo. Pessina è in seguito diventato
chief executive su base permanente del nuovo gruppo Walgreens Boots Alliance in luglio, indicando
chiaramente fin da allora di essere alla ricerca di ulteriori grandi acquisizioni.
Foto: Big Usa delle farmacie. Un negozio Walgreens
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 28/10/2015
12
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
M&A. Il big Usa delle farmacie guidato dal ceo italiano rileva il rivale in un deal da 17,2 miliardi di dollari
28/10/2015
Pag. 16
diffusione:289003
tiratura:424634
Carne, rivolta anti Oms "In Italia ora a rischio 180mila posti di lavoro"
Critiche da tutto il mondo dopo l'allarme tumori Il ministro Lorenzin : i nostri prodotti sicuri LA GIORNATA
ELENA DUSI
ROMA. Barack Obama sull'Air Force One ha pranzato con hamburger e bacon. Il ministro dell'Agricoltura
tedesco Christian Schmidt ha paragonato i wurstel alla luce del Sole: «Fanno bene se assunti con
moderazione». Per il suo collega australiano Barnaby Joyce «Associare salsicce e sigarette è una farsa». Un
cliente del mercato trionfale a Roma ha comprato la carne e poi sorriso: «Se fa male come le sigarette, tanto
vale fumare». E un lettore del New York Times, reduce da un cancro, ha commentato sul sito: «Tanto tumori
e salsicce resteranno sempre un mistero». La frase riecheggia la battuta del preveggente Bismarck, secondo
cui non bisognerebbe mai vedere come si fanno le leggi e le salsicce. Ma se l'annuncio di lunedì dell'Agenzia
internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) - secondo cui la carne processata è cancerogena e la carne
rossa è probabilmente cancerogena - è stata accolta con un velo di scetticismo e leggerezza da parte del
pubblico, di certo ha mandato allevatori e produttori su tutte le furie. «I falsi allarmi lanciati sulla carne
mettono a rischio 180mila posti di lavoro in un settore chiave del made in Italy a tavola che vale da solo 32
miliardi di euro» ha tuonato Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti.
Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha cercato un baricentro all'interno della polemica facendo sapere
che lei mangiava poca carne prima della gravidanza, ma ora ne ha bisogno per allattare i suoi due gemelli.
«Bisogna assumere poco di tutto» ha aggiunto in una conferenza all'Expo. «Abbiamo sempre saputo che
mangiare troppa carne rossa fa male alla salute». La dieta mediterranea, ha ricordato il ministro, «è
patrimonio dell'umanità e andrebbe rispettata. Ma negli anni abbiamo dimenticato la nostra tradizione e
tendiamo a mangiare sempre più cibi processati». La stessa Organizzazione mondiale della sanità (di cui la
Iarc fa parte) si deve essere accorta che il suo messaggio - basato su statistiche per addetti ai lavori e privo
di indicazioni sui comportamenti da seguire - ha fatto centro solo in parte fra la popolazione. E ieri il
vicedirettore Oleg Chestnov si è affrettato a precisare: «Sappiamo che alcuni alimenti possono portare a
problemi di salute se assunti in maniera eccessiva. Ma questi prodotti non vanno eliminati dalla dieta, semmai
limitati». Sospirando: «La vita non è facile». A prendere davvero sul serio l'allarme della Iarc restano
soprattutto i medici.
L'Associazione italiana di epidemiologia dal suo congresso di Milano fa sapere che portare il consumo di
carne a 100-200 grammi di carne rossa e 50 grammi di carne lavorata a settimana (dimezzando le porzioni
attuali)in Italia si salverebbero 2mila vite all'anno. E non solo per il rischio di tumore, ma anche per quello di
infarto. Franco Berrino dell'istituto Tumori di Milano invita a mangiare poca carne rossa, accompagnandola
con un bel piatto di verdure dalle proprietà antiossidanti.
1IL RISCHIO DI TUMORE Lunedì, dopo lunga analisi, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha
stabilito che le carni lavorate sono cancerogene e le carni rosse sono probabilmente cancerogene
2L'INCERTEZZA La Iarc ha certificato il legame fra il consumo di queste carni e il cancro, ma non ha fornito
perché non rientra fra i suoi compiti indicazioni su quanta carne è giusto mangiare IL MINISTERO Il ministro
della Salute Beatrice Lorenzin ha suggerito di mangiare carne con moderazione, di seguire i principi della
dieta mediterranea e i consigli dei medici I PUNTI GLI EPIDEMIOLOGI Per l'Associazione italiana di
epidemiologia non superare i 100-200 gr di carne rossa e i 50 gr di carne lavorata a settimana permetterebbe
di salvare 2mila vite all'anno in Italia
Foto: PROSCIUTTI Sopra, la stagionatura dei prosciutti in un'azienda italiana. La decisione dell'Oms di
inserire il prodotto tra gli alimenti cancerogeni ha suscitato le proteste di tutta l'industria delle carni
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 28/10/2015
13
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L'allarme
28/10/2015
Pag. 27
diffusione:189394
tiratura:278795
Se i vaccini ti terrorizzano sei caduto in una trappola logica
Come si smascherano pregiudizi e distorsioni? Una soluzione c'è
ANDREA GRIGNOLIO
Se si vogliono capire il dibattito sull'assegnazione del Nobel per la medicina e quello sul drammatico calo
delle vaccinazioni in Italia possono essere utili due libri che spiegano le trappole del ragionamento tipiche
della società della conoscenza nella quale viviamo. Il 5 ottobre, pochi minuti dopo l'assegnazione del Premio
per la scoperta di due trattamenti farmacologici anti-parassitari, quali l'avermectina (Satoshi Omura e William
C. Campbell) e l'artemisina (Tu Youyou), sul sito della Fondazione Nobel comparivano già i primi commenti di
scienziati allarmati perché alcuni media avevano erroneamente interpretato il premio come un riconoscimento
delle medicine «naturali » contrapposte a quelle artificiali (e ipoteticamente pericolose) prodotte dalla chimica.
Si tratta di una ragionamento errato, che riemerge ciclicamente, come svela la storia della scoperta degli
antibiotici, dei vaccini o del chinino - una specie di farmaco fratello dell'artemisina antimalarica. Anche il
chinino venne estratto da una pianta sudamericana (la cinchona) e portata in Italia nel Seicento. Ma, oltre a
essere piuttosto tossico, il chinino ha sviluppato la resistenza nel parassita malarico e nel 1934 la Bayer
sintetizzò una molecola più efficace, la clorochina, che dopo un ventennio sviluppò, a sua volta, una
resistenza, spingendo l'Oms a combinarla con la reintroduzione del chinino. La stesso vale per le muffe
antibiotiche di Fleming o il vaccino antirabbico di Pasteur. Sono storie note, eppure il Nobel all'avermectina e
all'artemisina ha sca articoli che contrapponevano trattamenti «naturali» a quelli chimici, come se le due
realtà fossero in antitesi o l'una buona e l'altra cattiva. Questo modo di ragionare, che potrebbe avere
conseguenze negative sulla salute pubblica, non funziona sia perché è logicamente fallace sia perché
nasconde dei bias», ovvero delle distorsioni di valutazione causate dal pregiudizio. La fallacia sta nel fatto
che le premesse sono vere, cioè che alcuni trattamenti farmacologici sono stati isolati partendo da estratti
naturali, classici errori logici. Le trappole del pensiero analizzate sono state pensate per i cittadini delle
società avanzate. Come si costruisce, anche graficamente, un ragionamento, quali conclusioni trarre da
determinate premesse e come tenere sotto controllo gli stereotipi sono alcuni degli strumenti affrontati nel
libro a proposito delle biotecnologie o del riscaldamento globale. Accanto alle fallacie logiche, l'altro grande
tema d'utilità sociale è quello dei pregiudizi culturali e delle distorsioni cognitive. Un'autorità è Gerd
Gigerenzer, scienziato cognitivo tedesco che lavora sul concetto di «bias» e di rischio, autore di «Imparare a
rischiare. Come prendere decisioni giuste» (Raffaello Cortina). Anche qui vengono offerti molti esempi
quotidiani che vedono vacillare la nostra capacità di giudizio, come gli investimenti finanziari, le questioni di
cuore e alcune decisioni mediche e, come nel libro precedente, il capitolo finale è dedicato alla cittadinanza e
alla scuola. Prendiamo il caso delle vaccinazioni che sappiamo essere pericolosamente in calo. Tutti gli studi
dicono che sono i farmaci con il più favorevole tasso rischi-benefici sul mercato. L'aspirina, viceversa, come i
farmaci della sua categoria (i Fans), quali antinfiammatori, analgesici e antipiretici, se usata in modo
improprio causa effetti collaterali gravi, che solo negli Usa ammontano a 76mila ricoveri gravi l'anno. Inoltre,
mentre il vaccino ti salva la vita da una malattia spesso mortale, l'aspirina allevia piccoli malesseri. Il web,
però, è pieno di assurdità contro i vaccini, ma nessuno si preoccupa dei rischi reali. C'è da chiedersi se chi
non sa manipolare il concetto di rischio-beneficio sappia o possa manipolare quello di democrazia
partecipativa. John Adams, il secondo presidente Usa, affermò un principio sempre attuale: «La libertà non
può essere preservata, se non c'è conoscenza generale nel popolo». Conoscenza sì, diremmo oggi, ma che
sia corretta e priva di pregiudizi. UNIVERSITÀ LA SAPIENZA - ROMA
Foto: Allarmi irrazionali In Italia si sta verificando un preoccupante calo delle vaccinazioni
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 28/10/2015
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tutto SCIENZE & salute
28/10/2015
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"Le mie ricerche sull'epilessia malattia ancora ignorata"
MICHELE SIMONATO
C'è una malattia che affligge 60 milioni di persone nel mondo: u n a o g n i 1 0 0, s o p rat t u t t o bambini e
anziani. Nei due minuti che impiegherete a leggere quest'articolo, altri due nuovi casi saranno diagnosticati
nella sola Europa. Dovremmo sapere molto di questa malattia e, invece, se ne parla poco, pochissimo. Sto
parlando dell'epilessia. Il termine «epilessia» identifica sindromi diverse tra loro per cause e profilo clinico, ma
accomunate da un sintomo comune: la crisi epilettica, una scarica abnorme e incontrollata di gruppi di
neuroni. Le crisi possono manifestarsi in modi diversi in funzione dell'area cerebrale coinvolta, da semplici
movimenti incontrollati di una mano a convulsioni generalizzate associate a perdita di coscienza. Anche nei
casi meno gravi la malattia comporta una drammatica riduzione della qualità della vita, per l'imprevedibilità
delle crisi, per malattie associate come la depressione e per lo stigma sociale. Il problema è così grave che
l'Oms ha definito l'epilessia una malattia di «primario rilievo sociale», invitando a investire risorse per
combattere lo stigma, migliorare l'accesso ai servizi e sostenere la ricerca. Quali sono dunque le priorità della
ricerca? Esistono farmaci che, al meglio, impediscono la comparsa delle crisi, ma sono spesso mal tollerati e
non proteggono circa un terzo dei pazienti. Esiste quindi la necessità, da una parte, di trovare il modo di
prevedere chi effettivamente svilupperà epilessia fra i soggetti a rischio e il modo in cui la malattia evolverà in
chi ne è affetto e, dall'altra, di individuare nuovi approcci terapeutici. Il primo problema si risolverebbe
individuando «marcatori» di specifiche caratteristiche o fasi della malattia. Potrebbero essere molecole
rintracciabili nel sangue o particolari morfo-funzionali, identificabili attraverso la diagnostica per immagini,
oppure onde registrabili all'Eeg. In clinica sono disponibili biomarcatori per molte malattie, come il diabete e
molti tipi di tumore, ma non per l'epilessia. Per esempio, il mio gruppo ha scoperto alterazioni nei livelli
plasmatici di alcune molecole (appartenenti alla famiglia dei microRna) in ratti che poi sviluppano epilessia:
questo test potrebbe predire le conseguenze di un trauma cranico o di un ictus. n Recentemente, un gruppo
cinese ha scoperto che i livelli plasmatici di altri microRna sono alterati in pazienti epilettici farmacoresistenti,
ma non in quelli sensibili ai farmaci. Insomma, in questo settore emergente la palla passa in continuazione
dall'ambito clinico a quello pre-clinico: la ricerca clinica fa osservazioni e pone domande che la ricerca
preclinica elabora, formulando ipotesi che possono essere testate in ambito clinico. È lecito pensare che
l'interazione possa dare presto i frutti sperati. L'altro problema è l'individuazione di nuove terapie. Un
approccio promettente è quello della terapia genica: si tratta di trasferire geni terapeutici nell'area cerebrale
che genera le crisi. Quest'approccio ha già avuto l'avvallo di numerose verifiche e potrebbe essere testato in
pazienti farmaco-resistenti candidati alla terapia chirurgica. Più a lungo termine c'è chi pensa a strategie per
«spegnere» la crisi epilettica in tempo reale. Un'idea sarebbe utilizzare la terapia genica per introdurre nei
neuroni malati proteine che, quando esposte alla luce, bloccano la crisi. Queste e altre idee innovative sono
studiate in pro- getti di ricerca sostenuti dall'Ue. Di questi progetti, ma anche di politiche sanitarie e ruolo
dell'industria farmaceutica, si parlerà oggi e domani a Ferrara, in un convegno promosso da Epixchange, il
progetto che ha l'obiettivo di individuare terapie avanzate per l'epilessia, e dalla Federazione Epilessie. Il
coinvolgimento di questa organizzazione è prezioso, perché aggiunge la visione della comunità dei portatori
d'interesse e competenze specifiche nella gestione della ricerca attraverso il suo ufficio scientifico che sta
predisponendo un piano strategico di rilancio della ricerca sull'epilessia. Si comincia, finalmente, a fare
squadra. Credo che solo così potremo muovere il settore verso le conquiste di cui milioni di persone con
epilessia hanno urgente bisogno. UNIVERSITÀ DI FERRARA
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 28/10/2015
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tutto SCIENZE & salute / convegna a ferrara
28/10/2015
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Allarme carni rosse, Lorenzin frena «Sistema italiano controllato e sicuro»
Carla Massi
Hamburger di manzo con salsa al peperoncino, formaggio e bacon tagliato spesso. Ecco la risposta del
presidente Obama all'allarme dell'Oms sulle carni lavorate e le carni rosse. A bordo dell'Air Force One è stato
questo il suo pasto durante il viaggio da Washington a Chicago. Una sfida che vale più di un discorso. A pag.
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IL CASO Hamburger di manzo con salsa al peperoncino, formaggio e bacon tagliato spesso. Ecco la risposta
del presidente Obama all'allarme dell'Oms sulle carni lavorate e le carni rosse. A bordo dell'Air Force One è
stato questo il suo pasto durante il viaggio da Washington a Chicago. Una sfida che vale più di un discorso.
Come il coro mondiale che attacca l'Oms. Accusata di aver creato preoccupazioni esagerate sui salumi come
sulla bistecca. Un coro che si rifiuta di inserire questi alimenti nell'elenco dei cibi cancerogeni pur convenendo
sulla necessità di limitare le porzioni. Dai bambini ai nonni. Si lamentano i produttori, è chiaro, ma sono critici
anche gli addetti ai lavori come gli oncologi. Fa un calcolo l'associazione "Cancer Research" inglese: se tutti i
britannici smettessero di fumare si avrebbero 64mila morti in meno l'anno, mentre se smettessero di
mangiare carne rossa e lavorata le vite salvate sarebbero 9mila. «È ovvio che la questione è tutta nella
quantità - aggiunge l'oncologo Umberto Tirelli, direttore scientifico del Cro di Aviano - tutto il discorso va
messo nel giusto contesto».
LA POLITICA E dopo 48 ore dall'annuncio mondiale contro le carni rosse l'Oms sembra fare un piccolo
passo indietro e ridimensiona l'allerta. A parlare, a "correggere il tiro" all'Expo di Milano, è Oleg Chestnov,
vice direttore generale dell'Oms durante la conferenza internazionale "Nutrire il Pianeta, nutrirlo in salute".
«Del cibo sappiamo - fa sapere alla platea - che alcuni elementi, a causa del modo in cui vengono preparati e
lavorati, possono portare a problemi di salute. Se assunti in modo eccessivo. Questi prodotti non vanno però
eliminati». E poi, una serie di dettagliate spiegazioni sulla genesi del messaggio che ha sconvolto il mondo
occidentale. «Era indirizzato soprattutto ai politici - precisa Chestnov - perché possano autoregolare la
materia all'interno degli stessi Paesi. Dobbiamo pensare che non è tutto bianco o nero, bisogna capire qual è
il giusto equilibrio e penso che l'argomento debba entrare nell'agenda della ricerca scientifica». La Ue, scossa
dall'allarme, potrebbe decidere di avviare una procedura per "rileggere" l'annuncio Oms. L'industria europea
della lavorazione delle carni, Clitravi, non accetta la tesi e respinge al mittente il pericolo rapporto carnicancro. Nonostante gli appelli, degli ultimi anni, da parte degli oncologi che, nella pratica clinica, invece, si
rendono conto di quanto sia stretto il legame tra abbondanza di carni lavorate e carni rosse e l'insorgenza
della neoplasia. In particolare nelle persone sopra i 50. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin rassicura e
parla delle sue abitudini alimentari. «Questa carne - ha spiegato a Milano all'Expo durante il convegno che ha
chiuso gli oltre 100 eventi organizzati dal ministero - la mangio anche io. Sto ancora allattando i miei figli, al
momento hanno l'alimentazione della mamma. E partendo da questo punto io mi alimento in modo equilibrato
mangiando tutto, anche la carne rossa, che tra l'altro mi serve per "tenermi su" e per il contenuto di ferro.
Ricordiamo che abbiamo un sistema industriale tra i più avanzati del mondo, tra quelli che hanno un regime
ristretto. Ad esempio sul sale e i conservanti. Basta rispettare la dieta mediterranea. Il problema è che negli
anni abbiamo dimenticato la nostra tradizione e tendiamo a mangiare sempre più cibi processati».
LE AVVERTENZE Gli agricoltori cominciano a fare i conti e prevedere quello che potrebbe succedere se
dopo l'allarme non preverrà il buon senso. Accompagnato da nuove indicazioni sulla scelta dei cibi durante la
settimana, la grandezza delle porzioni e il modo di cottura. Come dire che è importante imparare a
selezionare quello che mandiamo giù nell'arco della settimana come nell'arco del mese. «Tenendo presente,
senza creare panico generalizzato - afferma Walter Ricciardi presidente dell'Istituto di sanità che più i cibi
sono lavorati e trattati, più sono pericolosi». E minore, dunque, dovrà essere la loro quantità nel nostro menù.
Le associazioni dei consumatori, a differenza del coro generalizzato, chiedono di far presto. E di mettere delle
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 28/10/2015
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Tumori e alimentazione
28/10/2015
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 28/10/2015
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avvertenze sui prodotti come si fa per le sigarette. Gli agricoltori, come gli industriali, cominciano già a fare i
conti sulla possibile oscillazione del mercato all'indomani dell'allerta. La Coldiretti parla di 180mila posti di
lavoro per un settore chiave che vale 32miliardi di euro (un quinto dell'intero agroalimentare italiano). Le carni
e i salumi, fa sapere Francois Tomei direttore di Assocarni (Confindustria), vogliono dire 10-15% del prodotto
interno lordo annuo.
Lega anti-tumori: attenti alla cottura
«Non va eliminata la carne rossa, evitarla se carbonizzata», Francesco Schittulli, Lega italiana contro il
tumore
Obama, hamburger sull'Air Force One
Il presidente Usa Obama diretto a Chicago sull'Air Force One, ha mangiato hamburger di manzo con
formaggio e bacon
Il ministro: allatto e mi serve il ferro
«Sto ancora allattando i miei gemelli e mangio carne rossa per il ferro» ha detto il ministro della Salute
Beatrice Lorenzin
Lo chef Heinz Beck: non vivere da malati «Consumare carne due volte a settimana va bene: non si può
vivere da malati per morire sani». Parola dello chef Heinz Beck
Consorzio Parma: solo stagionatura
«Il prosciutto non è carne trasformata, solo lenta stagionatura no affumicatura», Consorzio prosciutto Parma
«GLI ALIMENTI LAVORATI SONO PIÙ PERICOLOSI BISOGNA IMPARARE A RIDURLI NEL MENÙ»
Walter Ricciardi presidente Iss
28/10/2015
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Fabio Giordano
Primi chiarimenti sulla trasmissione dei dati relativi alle spese sanitarie quelli che Assosoftware ha ricevuto
dai funzionari del Mef in occasione di un incontro tecnico tenutosi presso le sede del ministero, richiesto per
poter sciogliere almeno i principali dubbi e per poter dare inizio allo sviluppo delle procedure software
contabili da parte delle case produttrici associate. Chiarimenti che lasciano intravedere la concreta necessità,
per gli intermediari abilitati alla piattaforma Entratel, in particolare per i commercialisti tenutari delle scritture
contabili dei medici chirurghi e odontoiatri, di dover effettuare per loro conto la trasmissione telematica al
Sistema tessera sanitaria del Mef dei dati relativi alle spese sanitarie sostenute dai contribuenti nel 2015. Dati
che saranno poi resi disponibili dal Mef alle Entrate per ampliare la base dati, in particolare degli oneri,
necessaria alla predisposizione del modello 730 precompilato. Non poche, almeno per il 2015, le difficoltà per
gli operatori del settore connesse a tale nuovo adempimento, perlomeno sotto i seguenti punti di vista: il
primo riguarda le modalità di reperimento dei dati. Se la quasi totalità delle farmacie e delle strutture sanitarie
accreditate ha iniziato a codificare sui propri sistemi informativi, già a partire dall'1/1/2015, tutte le
informazioni necessarie all'invio telematico, almeno in relazione alle prestazioni svolte in convenzione, non è
stato così per i medici chirurghi e odontoiatri che non utilizzano sistemi informativi gestionali, se non in
numero residuale. Il secondo riguarda alcuni aspetti circa l'operatività da adottare qualora le fatture siano
state emesse in modalità cartacea. Il terzo riguarda la definizione esatta della platea dei soggetti obbligati e
degli strumenti di trasmissione che ciascuno di essi potrà utilizzare. Sui primi due punti le indicazioni ricevute
dai funzionari del Mef contengono informazioni utili che riguardano da una parte la possibile semplificazione
delle codifiche da attribuire alle fatture, con la possibile adozione di un unico codice generico per il solo 2015,
in modo tale da semplificare la raccolta dei dati anche da parte di coloro che non vi hanno provveduto da
inizio anno, dall'altra la conferma circa la possibilità per i medici chirurghi e gli odontoiatri di fruire dei servizi
del proprio consulente, se depositario delle scritture contabili e se abilitato alla piattaforma Entratel, per
effettuare materialmente la trasmissione dei dati al sistema Tessera Sanitaria in qualità di soggetto delegato.
Sul terzo punto le informazioni ricevute, sicuramente importanti, dovranno in ogni caso essere confermate
ufficialmente dal Mef: infatti da una parte sembrerebbe oramai quasi definito l'esonero dall'adempimento per
le strutture sanitarie non accreditate che non erogano quindi prestazioni in convenzione, così come per
alcune figure quali ad esempio i fisioterapisti, dall'altra dovrebbe essere stabilito l'obbligo sia per le farmacie,
sia per le strutture sanitarie accreditate, di effettuare la trasmissione anche per quanto riguarda le prestazioni
non erogate in convenzione utilizzando direttamente il sistema tessera sanitaria, con le medesime modalità
utilizzate per le prestazioni in convenzione. Ne consegue che tale scenario, se confermato, rende quasi
inevitabile non tanto l'interesse, quanto proprio la necessità, di poter supportare i propri clienti medici
chirurghi e odontoiatri da parte dei commercialisti e delle associazioni di categoria, e di conseguenza rende
necessario per le software house che li assistono e che lo riterranno, la realizzazione di specifiche procedure
anche in riferimento a questo adempimento. Ma vediamo, in sintesi, quelle che sono le indicazioni di
maggiore interesse ricevute dai funzionari ministeriali. Domanda. In quale modo il medico potrà delegare il
commercialista all'invio del flusso dei dati e con quali credenziali questi potrà operare? Risposta. L'art. 6,
comma 3, del decreto 31/7/2015, stabilisce che il Ministero della salute, le regioni e le province autonome e la
Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, per gli aspetti di propria
competenza, hanno l'obbligo di trasmettere al Sistema TS l'elenco aggiornato delle strutture sanitarie e dei
medici per l'abilitazione ai servizi telematici del Sistema TS. A seguito di tale attività svolta dai citati enti, il
medico non già accreditato potrà accreditarsi (informazioni su www.sistemats. it) e dovrà poi seguire
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 28/10/2015
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Sull'invio delle spese mediche arrivano i chiarimenti del Mef ad
Assosoftware
28/10/2015
Pag. 50
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 28/10/2015
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un'apposita procedura web per compilare la delega di nomina dell'intermediario che effettuerà materialmente
l'invio dei dati e successivamente consegnargliela. D. Dalla lettura delle specifiche tecniche emerge che
alcuni dati, devono essere crittografati con la chiave pubblica Rsa contenuta nel certificato X.509 fornito dal
Sistema TS. Come va intesa questa indicazione a tutela della privacy? R. La disposizione non è riferita al
sistema informativo del professionista contabile, che ha già memorizzato i dati per esigenze contabili e fiscali
e che già utilizza un sistema che deve rispettare le norme sulla privacy anche in riferimento ai dati sensibili.
Deve però essere osservata in riferimento alle fasi di creazione del flusso per il Sistema TS. D. Quali sono e
in che formato dovranno essere fornite le informazioni che i soggetti obbligati dovranno inviare al Sistema
TS? R. All'interno del file Xml vanno indicati i dati del soggetto che emette il documento fiscale, i dati del
documento fiscale di ricevuta che attesta il pagamento , l'identificativo del documento fiscale, la data del
pagamento, il codice fiscale dell'assistito e la lista delle voci di spesa con il relativo codice e importo. D. Quali
sono gli importi rimborsati da inserire nel flusso telematico? R. Vanno indicati nel flusso anche gli importi
rimborsati, ma esclusivamente se relativi a prestazioni non erogate o parzialmente erogate a fronte di acconti
ricevuti, mentre non vanno indicati i rimborsi assicurativi percepiti direttamente dal paziente, in quanto tali
informazioni saranno trasmesse direttamente dalle imprese assicuratrici. D. Il Sistema TS mette a
disposizione degli utenti servizi per la trasmissione dei dati in modalità web services e web. Chi potrà fruire
dell'una e dell'altra soluzione? R. La modalità web con caricamento manuale delle singole operazioni è
prevista solo per il medico che inserisce a sistema le fatture una ad una, in prima persona. Gli intermediari
Entratel avranno a disposizione esclusivamente la modalità web services, integrabile dai propri applicativi
contabili, con appositi servizi per inviare i dati e ricevere gli esiti di invio.
28/10/2015
Pag. 12
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Sanità i direttori generali sono decisi dai partiti
FELICE COLELLA
Anche da noi si va in letargo. Presso la struttura sanitaria dove lavoro da tempo immemorabile, si sono
succeduti quattro o cinque amministrazioni con i rispettivi direttori generali, scrupolosamente scelti dalle
segreterie del partito politico che governa, al momento, la Regione. La qualità o la professionalità di questi
manager è andata progressivamente impoveredosi, tanto che oggi sono rari i provvedimenti che tendono a
migliorare il servizio a favore dell ' assistito e del degente. L ' iter burocratico si infittisce sempre piú a
discapito delle richieste del paziente, che viene rimpallato tra il ricettario del medico di base e le strutture
ospedaliere mantenute carenti. Si favoriscono e proliferano, invece, le aree di competenza dei dirigenti di
struttura, anche quando l ' apicale deve controllare solo se stesso. Qualche incarico di responsabilità, anche
di seconda mano, sempre verrà fuori, da questi incontri di provata fedeltà.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 28/10/2015
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PIAZZA GRANDE
28/10/2015
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L'Unità
Perplessità e polemiche dopo il report dell'Oms. I macellai di Roma: «Nessun calo»
Ma. Ier.
La carne rossa «la mangio anche io», dice il ministro dell Salute, Beatrice Lorenzin a margine di un convegno
su Nutrizione e Salute all'Expo. «Sto ancora allattando i miei figli e mi alimento mangiando di tutto, anche la
carne rossa che mi serve per tirarmi su e per il contenuto di fer ro». Il ministro sottolinea di seguire una dieta
mediterranea e sull'allarme dell'Oms spiega che il report mostrerebbe una correlazione tra consumo di carni
rosse e lavorate e cancro. Ma - precisa Lorenzin: «Bisogna leggere molto bene il documento dell'Oms, che
parla ovviamente delle diverse componenti all'interno delle carni processate, come ad esempio i conservanti.
Noi abbbiamo un sistema industriale tra i più avanzati del mondo: la dieta Mediterranea è considerata
patrimonio dell'umanità. È la dieta del buonsenso». E da mamma si rivolge alle altre madri d'Italia: «State
tranquille sul consumo di carne: il problema è in quei Paesi che hanno un'alimenta zione mono-cibo e
consumano tanto cibo processato a livello industriale e non hanno un corretto apporto di nutrienti. Il nostro
mantra? - conclude - Eccolo: corretta nutrizione e stili di vita che comportano mangiare bene, fare attività
fisica, non fumare e bere con moderazione». Oltre al ministero anche la Commissione europea analizzerà il
documento con cui l'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha incluso la carne processata e la carne
rossa negli alimenti cancerogeni e possibilmente cancerogeni. Mentre nel mondo è un coro di no contro
l'Oms. «Non bisognerebbe confrontare salsicce e sigarette» - ha aermato a una radio di Sidney il ministro
dell'Agricoltura Barnaby Joyce. Molte le critiche anche dagli Usa, dove il North American Meat Institute
rappresenta i produttori di carne lavorata. E ironia della sorte il menù a bordo dell'Air Force One per Barack
Obama comprende hamburger di manzo con salsa al peperoncino, formaggio e bacon tagliato spesso».
Mentre in casa nostra, Oscar Farinetti, patron di Eataly, dice: «Per protesta ho man giato un osso col midollo
e sopra c'era della carne cruda, della carne cotta e della carne lavorata». A confermare la perplessità degli
italiani sulla lista dell'Oms sono anche i macellai che, a un giorno dalla diusione della notizia, non hanno
riscontrato un calo delle vendite e non sono aatto spaventati dall'impatto economico».
Foto: Nel mondo è un coro di critiche contro l'Organizzazione della sanità
Foto: Beatrice Lorenzin. Ministro della Salute. Foto: Ansa
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Lorenzin : «La carne rossa? La mangio anche io»
28/10/2015
Pag. 8
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La scarsa diffusione della cultura scientifica a tutti i livelli produce creduloni. Intervista al professor Garattini
sulla popolarità di "medicine" del tutto inutili Nemmeno l'omeopata Boiron conosce il funzionamento
fisicochimico di un medicinale omeopatico. E nessuno lo sa Le grandi responsabilità delle istituzioni, di chi
autorizza e vende prodotti inefficaci, e della magistratura impreparata E' scientifico cercare di colmare uno
squilibrio delle "forze vitali" assumendo una sostanza causa del proprio
Luciano Capone
Quando parlo alla gente dell'omeopatia faccio sempre l'esempio di una buona bottiglia di vino. Se la diluisco
tante volte come si fa con i prodotti omeopatici e poi porto questa bottiglia d'acqua su uno scaffale del
supermercato con l'etichetta 'Amarone omeopatico', chi la compra? Nessuno, perché tutti conoscono la
differenza tra l'acqua e il vino. Quando invece parliamo di farmaci c'è sempre un alone di mistero e molti
credono che la cosa possa funzionare, ma perché manca una conoscenza di come si stabilisce l'efficacia di
un farmaco". A parlare è il professor Silvio Garattini, ricercatore di fama internazionale, fondatore e direttore
dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, autore di centinaia di pubblicazioni e con un curriculum
che occuperebbe davvero molte pagine a volerlo sviscerare tutto. L'omeopatia è il tema del suo ultimo libro, a
cui hanno collaborato altri ricercatori, pubblicato per Sironi Editore con il titolo "Acqua fresca?". In realtà,
leggendo il libro che ripercorre in maniera comprensibile per un lettore medio l'origine, la storia, la
legislazione e la letteratura scientifica sull'argomento, si comprende che se fosse stato per Garattini non ci
sarebbe stato bisogno del punto interrogativo nel titolo. L'omeopatia è davvero "acqua fresca". Sulla base
delle evidenze scientifiche non c'è alcuna evidenza che sia qualcosa di diverso né che abbia dimostrato una
qualche efficacia che vada oltre la suggestione dei pazienti e il cosiddetto "effetto placebo". Per incontrare
Garattini bisogna andare alla Bovisa, di fianco al Politecnico, dove sorge il suo regno, l'Istituto Mario Negri, il
centro di ricerca farmacologica che fondò a inizio anni 60 grazie a una donazione del filantropo Mario Negri e
che in 50 anni di attività ha prodotto decine di migliaia di pubblicazioni scientifiche in cancerologia,
chemioterapia e immunologia dei tumori, neuropsicofarmacologia e tanto altro. Il prof. Garattini ci riceve nel
suo studio in divisa d'ordinanza, con il suo consueto ed elegante dolcevita bianco sotto la giacca scura, per
parlare del libro e in generale del rapporto tra gli italiani e la cultura scientifica. Parto con una citazione: "Ho
un sogno, quello di riuscire a capire il funzionamento fisico-chimico del medicinale omeopatico. Passare
dall'empirismo alla medicina scientifica sarebbe una bella cosa ma non so se lo vedrò. Ogni 5 anni dico:
probabilmente tra 5 anni capiremo come funziona. Ma fino a oggi non l'abbiamo ancora capito. Non siamo
ancora sicuri del funzionamento fisico-chimico dei medicinali omeopatici perché sono molto diluiti". E' di
Christian Boiron, direttore dell'omonima azienda di preparati omeopatici, la più grande al mondo, una persona
che Garattini conosce bene e con cui si è diverse volte confrontato pubblicamente. "Di solito quello che
bisogna fare soprattutto nella medicina è prima dimostrare e poi vendere - dice al Foglio - mentre qui prima si
vende e poi si dice "chissà se in futuro riusciremo a capire come funziona". Non è proprio l'approccio che
bisognerebbe utilizzare. La realtà è che questi prodotti non sono mai stati approvati da nessuno, sono dei
prodotti che circolano perché non contenendo niente nessuno può pensare che facciano male. Però quando
si omette di utilizzare un farmaco efficace per uno omeopatico per una malattia seria, allora si può fare un
danno grave al paziente che viene deprivato di qualcosa che potrebbe essergli utile". Per capire perché i
prodotti omeopatici non contengono nulla bisogna spiegare rapidamente cos'è l'omeopatia. E' una cosiddetta
"medicina alternativa" che nasce a inizio Ottocento per opera di Samuel Hahnemann, un medico tedesco che
sconfortato dagli scarsi risultati della medicina del tempo basata ancora su scarse conoscenze e mezzi
inadeguati, sviluppò una sua teoria. Hahnemann sosteneva che quasi tutte le malattie derivavano dai
"miasmi", ovvero da uno squilibrio della "forza vitale" (Lebenskraft), che è la forza che anima gli esseri viventi.
Hahnemann era convinto di poter riparare questo squilibrio della forza vitale attraverso due principi: la legge
dei simili e la legge delle diluizioni infinitesimali. La prima sostiene che "i simili si curano con i simili" (da qui il
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 28/10/2015
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L' OMEOPATIA E' ACQUA FRESCA
28/10/2015
Pag. 8
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nome omeopatia), cioè che per guarire una persona sia necessario far assumere con una certa dose una
sostanza che provoca gli stessi sintomi della malattia in un individuo sano. In pratica la febbre si guarisce con
qualcosa che causa la febbre. Ovviamente è importante la dose della sostanza usata come medicamento e
qui entra in campo il secondo principio, quello delle diluizioni infinitesimali, secondo cui per evitare che la
sostanza usata aggravi la malattia deve essere diluita. In sé non sono principi estranei alla cosiddetta
"medicina ufficiale", perché in un certo senso i vaccini funzionano secondo la legge dei simili stimolando la
produzione di anticorpi contro la sostanza iniettata e anche la farmacologia dà per assodato che oltre una
certa dose i principi attivi sono inutili e soprattutto dannosi, ma l'omeopatia va oltre e sostiene che al diminuire
della dose aumenta l'efficacia del prodotto. Così secondo le indicazioni stabilite da Hahnemann il preparato
iniziale viene diluito così tanto da scomparire totalmente. Per dare un senso dell'entità delle diluizioni
omeopatiche, nel libro di Garattini viene fatto un esempio: "Una diluizione con potenza 12D (non una delle più
alte, ndr), comunemente utilizzata in omeopatia, significa una diluizione di 1 a 10 praticata per 12 volte, vale a
dire una parte su 100 miliardi. Sarebbe come mettere un paio di microlitri (la milionesima frazione del litro) in
una piscina olimpionica!". Con queste proporzioni si capisce lo scarso successo commerciale che avrebbe
l'"Amarone omeopatico" di cui parla Garattini, che comunque avrebbe il pregio di poter essere bevuto senza il
timore dell'etilometro. Ma le diluizioni omeopatiche, oltre a mettere a dura prova il buon senso, sfidano anche
la chimica. Secondo la legge del chimico italiano Amedeo Avogadro, che stabilisce il numero di molecole
contenute in una mole di qualsiasi sostanza, oltre una certa diluizione nei prodotti omeopatici non c'è
nessuna molecola del preparato iniziale. Nonostante ciò i prodotti omeopatici vengono venduti e molti
consumatori ritengono che facciano effetto, come è possibile? "In realtà i casi in cui non viene utilizzato il
farmaco tradizionale di riferimento sono molto rari - dice Garattini - quello che fanno molti omeopati di fronte a
malattie importanti è dare l'omeopatico in aggiunta al farmaco e dire che l'omeopatico serve a qualcosa.
Oppure vengono utilizzati per cose per cui è difficile stabilirne l'efficacia. Ad esempio spesso si dà il prodotto
omeopatico ai bambini affinché non prendano il raffreddore durante l'inverno, se gli viene è perché gli doveva
venire e se invece non gli viene i creduloni pensano che è stato merito del prodotto omeopatico. La verità è
che questi prodotti non contengono nulla, si possono cambiare le etichette senza che nessuno se ne
accorga, perché dopo una certa diluizione non c'è più niente e neppure chi l'ha preparato può ristabilire dove
rimettere a posto le etichette". Il paradosso di cui parla Garattini è diventato una scommessa del Cicap, il
Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze, che offre un milione di dollari a chi
con qualsiasi mezzo chimico o fisico riesce a distinguere un flacone di acqua da uno con un preparato
omeopatico, bastano 40 risposte esatte su 100. Nessuno ha ritirato il premio. Ma in omeopatia c'è una teoria
che spiegherebbe perché il preparato funziona anche se non c'è nulla, è la teoria della "memoria dell'acqua"
secondo cui l'acqua conserverebbe un'impronta, e con essa anche le proprietà, delle molecole con cui è
venuta a contatto. "Se l'acqua avesse una memoria e conservasse tutto quello che ci passa, sarebbe il più
potente veleno esistente al mondo. Ci si meraviglia che ci sia qualcuno che ancora crede a queste cose dice Garattini - Tutte queste idee chimico-fisiche, sparate senza sapere bene di cosa si parla, non hanno
significato dal punto di vista scientifico e sono state smentite". L'altro punto forte dei preparati omeopatici è
che a differenza dei farmaci sono a base di prodotti naturali. "Una volta si utilizzavano gli estratti di piante
perché non si poteva fare di meglio, si utilizzava quello che poteva essere il principio attivo insieme a migliaia
di altre sostanze chimiche. Adesso siccome siamo in grado di separare i principi attivi, non è più necessario
somministrare estratti di erbe, si usa il principio attivo e si somministra solo la molecola che serve. In questo
modo è anche possibile valutare meglio l'efficacia di quella molecola". Mi fido di quello che dice, rispondo, ma
forse è proprio questa artificialità che preoccupa le persone. Un po' nella mente di tutti è radicata l'idea che le
cose manipolate dagli uomini e dalla tecnica siano pericolose o comunque più dannose di quelle naturali.
Garattini sorride. "Un'esclamazione che si sente fare spesso, anche da gente che conduce programmi
televisivi, è: "Io non credo alla chimica, preferisco le piante!". Ma le piante sono fatte di sostanze chimiche,
non di Spirito Santo. Il termine "naturale" ha assunto un significato magico: siccome qualcosa è "naturale"
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deve essere buono, dimenticando che i principali veleni si trovano in natura e che virus e batteri sono
perfettamente naturali. Io penso che queste discussioni, come quelle sull'avversità ai vaccini o agli Ogm, il
sostegno a Stamina o al metodo Di Bella, si basino sugli stessi principi e al di là dei singoli problemi ci
devono far riflettere sulla scuola. La nostra scuola è impostata su una struttura letterario-filosofico-giuridica e
la scienza non è stata ancora accettata come parte della cultura". Ma in tutti i programmi scolastici sono
inserite le materie scientifiche, obietto. "In realtà ci sono i contenuti, la fisica, la chimica, ma non si insegnano
i principi che stanno alla base della ricerca scientifica, la difficoltà a stabilire un rapporto tra causa ed effetto,
non si insegna il fatto che tutto salvo la morte è probabilistico, non si insegnano le cose fondamentali che
aiutano invece a prendere degli atteggiamenti razionali. In una società che sta diventando sempre più
tecnologizzata c'è bisogno di avere solide basi per decidere in maniera razionale". Mi permetto una seconda
obiezione: per quanto riguarda l'omeopatia sono in genere le persone più ricche e istruite a farvi ricorso. "Ma
questo dimostra proprio che hanno avuto sì un'istruzione ma non quella che serve a essere critici. Il punto è
che manca la capacità di giudizio. Se tu leggi sull'etichetta dei prodotti omeopatici che non hanno indicazioni
come fai a non essere sospettoso? Se per legge non può avere indicazioni a cosa serve, a tutto? Ma è
possibile che qualcosa serva a tutto? Quelli sono gli amuleti". Sull'omeopatia però c'è forse anche una grande
responsabilità delle istituzioni, nel senso che l'Aifa (Agenzia del farmaco) autorizza la vendita dei medicinali
omeopatici, per legge possono essere prescritti solo dai medici che sono proprio quelli che dovrebbero
sapere che sono inefficaci e vengono venduti nelle farmacie e non nei supermercati. Nel prezzo finale di un
prodotto omeopatico c'è anche tutta la credibilità delle istituzioni e dei professionisti sanitari. "Sia i medici, ma
soprattutto i farmacisti che hanno studiato chimica, sanno perfettamente che vendono cose che non
contengono nulla. A un livello superiore di responsabilità ci sono gli ordini che per ragioni sindacali hanno
accettato i medici della "medicina alternativa", poi più su ci sono le autorità regolatorie che consentono alcune
cose per motivi politici, sulla base del ricatto occupazionale, privilegiando alcuni interessi economici alla
salute delle persone. Il cittadino che compra perché pensa che faccia bene è l'ultimo anello inconsapevole di
una catena". Recentemente il Cicap, pur elogiando le prese di posizione di Beatrice Lorenzin sui vaccini, ha
criticato il ministro della Salute per la sua prefazione del libro "Elogio dell'omeopatia", cosa ne pensa? "Non
conosco bene la questione, ma a mio parere dovrebbe ritirare la prefazione o sconfessarla, perché è
incompatibile con i principi del Servizio sanitario". L'impressione che si ha del rapporto spesso conflittuale tra
scienza e politica è che alla fine la comunità scientifica riesca in qualche modo a convincere, non sempre e
non tutta, la classe politica e il legislatore delle evidenze scientifiche. Forse ultimamente i problemi riguardano
di più il rapporto con la giustizia. Abbiamo visto diversi tribunali approvare la cura Stamina, tanti altri
autorizzare il metodo Di Bella, abbiamo visto procure come quella di Trani aprire un'inchiesta sulla
correlazione tra vaccini e autismo o come quella di Lecce sospettare che alcuni scienziati siano stati gli untori
della Xylella, la peste degli ulivi. Scienza e giustizia sono mondi che non comunicano? "Tutti i paesi hanno
l'advisor scientifico. Cioè gruppi che vengono consultati quando la politica deve decidere in base a criteri
scientifici. Da noi non esistono, ci chiama qualcuno qualche volta. I giudici, che sicuramente decidono in
buona fede, come dimostrano alcuni casi spesso non hanno il metro per giudicare. C'è da augurarsi, come ha
proposto il ministro della Salute, che si faccia, per i problemi in cui la giustizia deve decidere su aspetti di
carattere scientifico, un albo di persone credibili con uno spessore e un curriculum adeguato che possono
essere consultate. I giudici non dovrebbero avere la possibilità di consultare persone che non sono
competenti. Ma non basta, bisogna anche formare un gruppo di giudici che abbia sensibilità per i problemi
che hanno a che fare con la scienza, non basta avere dei periti di alto livello, anche il giudice deve avere un
minimo di conoscenza altrimenti non è in grado di interpretare quello che gli dice il perito". Pare che in una
socialità che diventa sempre più complessa e specializzata si sita andando verso una incomunicabilità tra i
diversi settori. Ci sono delle lacune nel nostro sistema educativo sul fronte della diffusione di elementi di
cultura scientifica, ma c'è anche un po' di responsabilità da parte degli scienziati che spesso preferiscono non
scendere nell'arena pubblica a discutere con persone che non hanno lo stesso livello di competenza. Lei lo
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sta facendo per il tema dell'omeopatia, la professoressa Elena Cattaneo sta portando avanti la battaglia sugli
Ogm dibattendo con persone che non trattano scientificamente la questione, ma non servirebbero più
scienziati divulgatori? "Io rimprovero i ricercatori che non fanno questo tipo di lavoro, perché se crediamo in
quello che facciamo abbiamo il dovere morale di trasmetterlo alla società in cui viviamo. È vero che c'è una
grave mancanza da parte dei ricercatori che pensano di vivere in una torre d'avorio, convinti che sono cose
troppo complesse per essere capite, quando in realtà sono cose che tutti possono capire se spiegate in modo
chiaro. Però - e qui, dopo aver sottolineato le mancanza della sua categoria, Garattini tira una stoccata alla
nostra categoria - c'è anche una cattiva preparazione dei giornalisti e dei media, che spesso creano un
dibattito tra chi che ha studiato per tutta la vita un problema e uno che si presenta e dice le sue impressioni,
mettendoli sullo stesso piano. Il problema come vede sta sempre nella scarsa diffusione della cultura
scientifica a tutti i livelli". Per concludere sul tema del suo libro, chiedo se da parte sua e della comunità
scientifica non ci sia un pregiudizio nei confronti dell'omeopatia: "E' un problema elementare: se il tuo
prodotto non contiene niente per me non è attivo. Sei tu che devi dimostrare il contrario. Se tutte queste
boccettine sono ug+uali dovresti dimostrare perché le chiami con nomi diversi e a cosa servono. Purtroppo
nessuno è in grado di farlo". Elementare, pare.
Foto: Dentro una goccia. Il termine "naturale" ha assunto un significato magico dimenticando che i principali
veleni si trovano in natura e che virus e batteri sono perfettamente naturali
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Pag. 19
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«Niente droga è amore criminale»
Il quartiere: «Chi dice altro, mente»
Francesca Musacchio
«La droga non c'entra niente. Voi giornalisti avete infangato il nome delle famiglie. Andate via, non vi
vogliamo». Mentre nel quartiere di Ponte di Nona, dove l'altra notte è avvenuto il duplice omicidio di Fabrizio
Ventre e Mirko Scarozza, i residenti non si sono ancora riavuti dallo choc, il mattino seguente parenti e amici
delle vittime hanno allontanato le telecamere e i cronisti con insulti e minacce. Un ambiente ostile, dove tra le
lacrime e i mazzi di fiori portati sul luogo dove i due sono stati uccisi, il giorno dopo l'assassinio in pochi sono
disposti a parlare. «Conoscevo Fabrizio ma non non so se aveva problemi con la giustizia», ha tagliato corto
un uomo che si è poi rifiutato di continuare a parlare. Una donna, con le buste della spesa in mano, si è
fermata e ha chiesto: «Cosa è successo?». «È morto Fabrizio», ha risposto un ragazzo. «Non ci posso
credere, ma quando è successo? Io non ho sentito niente. Non ci posso credere, proprio lui». Tra quanti sono
accorsi sul luogo del delitto nessuno ha detto di aver udito gli spari durante la notte appena trascorsa oppure
urla o rumori sospetti, neanche la sirena dell'ambulanza. Una notte come tante, dunque, in una parte del
quartiere dove il degrado e la malavita sono all'ordine del giorno. Sulla scena del crimine, ad un certo punto,
è apparso un uomo, che si è qualificato come amico di Fabrizio, affermando che l'omicidio non sarebbe
legato ad un regolamento di conti o allo spaccio di droga, bensì a questioni sentimentali. I due, infatti,
secondo l'uomo erano innamorati della stessa donna. «È vero - ha aggiunto piccata una ragazza questa
storia della droga ve la siete inventata voi giornalisti. Fabrizio era una brava persona e voi invece dei
bugiardi. Cosa volete? Andatevene». Qualcuno, però, non la pensa allo stesso modo. Alle spalle di via Raoul
Follereau, dove all'incrocio con via Berta Von Suttner è avvenuto il crimine, si trova un centro commerciale,
una farmacia, una palestra e altri negozi frequentati dai residenti. «Qui è uno schifo - ha spiegato donna - io
porto i miei figli in quella scuola (indicando l'istituto comprensivo "Raffaele Ciriello") e ogni volta ho paura di
essere aggredita e rapinata. Proprio davanti al centro commerciale di via Don Primo Mazzolari la settimana
scorsa, in pieno giorno, un'anziana è stata rapinata. Poi lo spaccio di droga è continuo. La notte non si può
uscire». Le fa eco una commessa della farmacia poco distante: «Noi siamo terrorizzati». Avete subito rapine?
«Non mi faccia parlare». Sul luogo dell'omicidio intanto, la tensione è salita alle stelle. Un gruppo di persone,
forse amici e parenti delle vittime, hanno continuato ad inveire contro alcune troupe televisive arrivate sul
posto tanto da richiedere l'intervento di alcune pattuglie dei carabinieri per riportare la calma. "Intimo Il delitto
non sarebbe legato a un regolamento di conti o allo spaccio di droga, bensì a questioni sentimentali
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 28/10/2015
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Reazioni Cacciati giornalisti e telecamere
28/10/2015
Pag. 131 N.45 - 3 novembre 2015
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tiratura:349415
trova il tuo fondotinta ideale
VORRESTI CAMBIARE BASE TRUCCO, MA HAI PAURA DI NON SAPERE SCEGLIERE. ECCO L'ABC
PER ORIENTARSI TRA LE TANTE NOVITÀ
testi di MONICA MARELLI
È da sempre il prodotto cosmetico più venduto insieme a mascara e rossetto. Alleato beauty indispensabile, è
amato dalle donne perché, in un colpo solo, corregge le imperfezioni, illumina il colorito e regala quell'effetto
pelle sana e fresca che tutte vogliono. L'unico problema? Non è facilissimo individuare quello più adatto al tuo
tipo di pelle e alle tue esigenze. Ecco cosa devi sapere per trovare la base trucco che fa per te. 1 SCOPRI
QUAL È IL TUO SOTTOTONO Si tratta del colore che traspare da sotto la tua pelle : dipende da alcuni
fattori, come lo spessore dell'epidermide o la presenza di vasi sanguigni più o meno in evidenza, che danno
appunto alla cute un certo "colore sotterraneo". Individuare il proprio è fondamentale. «In generale le pelli
chiare e sensibili, sottili e tendenti ad arrossarsi hanno un sottotono freddo » spiega Luca Mannucci, make up
artist. «In questo caso il fondotinta ideale è un beige con una punta di rosa, che attenua la componente
verdastra aggiungendo luminosità e freschezza». Il sottotono caldo, invece, è tipico di quei visi che non
hanno difficoltà ad abbronzarsi e magari presentano qualche lentiggine: «Per loro è perfetta la gamma dei
beige a base leggermente dorata» spiega l'esperto. Un discorso a parte meritano i tipi mediterranei. Chi ha
una carnagione olivastra, che si scurisce facilmente e spesso soffre di occhiaia scure, dovrà optare per una
tonalità ambrata-aranciata, in grado di rivitalizzare l'incarnato con un immediato effetto salute. 2 INDIVIDUA
IL TUO TIPO DI PELLE Se hai un viso giovane e privo di particolari inestetismi, punta sulla formulazione che
ti sembra più pratica , magari preferendo una BB cream di giorno, per un look acqua e sapone, e un
fondotinta compatto la sera, quando desideri un'allure più sofisticata. Qualora la tua pelle presentasse delle
ampie zone di impurità, invece , è meglio usare un prodotto leggero con una finitura opaca : per esempio una
formula a base di polveri minerali, che lasciano respirare la superficie su cui sono applicate. Se il tuo viso è
un po' segnato e hai problemi di secchezza, affidati alle texture cremose e ricche: puoi stenderle modulando
bene la copertura e garantiscono sia una migliore riflessione della luce, sia una buona idratazione. Così le
rughe e i segni di espressione non vengono messi in risalto e, allo stesso tempo, la cute si mantiene più
luminosa e compatta. 3 SCEGLI L'EFFETTO FINALE Per ottenere un risultato coprente al massimo, affidati a
un fondotinta cremoso compatto: «Rispetto a tutte le altre tipologie, racchiude sempre una quantità di
pigmenti maggiore e risolve qualunque problema di irregolarità o discromia della pelle» spiega Barbara Del
Sarto, make up artist. L'obiettivo è un make up sofisticato? Una tipologia fluida satinata è perfetta: «Lascia
ben illuminate le zone che sporgono, cioè zigomi, naso e fronte, con un risultato 3D immediato» continua
l'esperta. Chi ama l'effetto pelle nuda dovrebbe puntare sui prodotti liquidi: sono il giusto compromesso tra BB
cream e fondotinta classico. Per un risultato più accurato, stendili sempre con un pennello in setole sintetiche.
Riuscirai a raggiungere bene anche le zone difficili, come le alette del naso e contorno occhi. 4 AFFIDATI
ALLA TECNOLOGIA Oggi lo smartphone è più che mai un alleato per le tue scelte beauty. Per esempio,
scaricando sull'iPhone l'app Catch Your Skin Tone puoi individuare con esattezza il tuo sottotono: è
sufficiente riprendere con la fotocamera tre punti del viso (fronte, guance, mento) e il programma identifica il
tuo colore, suggerendoti la giusta texture. Sui telefonini Android puoi utilizzare Beautiful Me , che funziona in
modo simile: dopo un'analisi dettagliata della tua foto, questa app determina il sottotono (rappresentato da
un'icona a forma di termometro che diventa rossa o blu a seconda che sia caldo o freddo) e suggerisce le
tonalità più adatte a te. Le appassionate di Pinterest troveranno un'ampia scelta di foto sotto il tag #Cool Skin
Tone . Con tanti visi in primo piano (di celebrità e non), prodotti per il make up divisi a seconda del colorito e
schemi o infografiche per "navigare" nelle infinite sfumature, sbagliare fondotinta sarà praticamente
impossibile. In alcuni store selezionati di Sephora puoi affidarti al sistema Color Profile sviluppato insieme a
Pantone : confrontando la tonalità della tua pelle con quelle stampate nel colorimetro della famosa azienda
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 28/10/2015
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BELLEZZA
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tiratura:349415
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americana, potrai individuare con precisione il prodotto per te fra quelli in vendita (info su sephora.it).
Mondadori Photo (6)/Olycom (2)/ShuttlestocK
LA TECNICA PER SFUMARE Se il prodotto è in tubo Applica la bb cream direttamente con le dita, partendo
dal centro del viso verso l'esterno, quindi scalda la pelle con il palmo delle mani per far penetrare al meglio il
prodotto. Se è in boccetta Versa qualche goccia sul palmo della mano e procurati un pennello piuttosto
grande, dalle setole sintetiche sottili e morbide. Stendi il prodotto sul volto con movimenti rotatori. Se è
nell'astuccio Picchietta il fondotinta con una spugnetta in lattice, poi massaggialo con i polpastrelli. Se
desideri una copertura più leggera, bagna la spugnetta e "tirala" sul viso dall'interno verso l'esterno.
GLI ERRORI PIÙ COMUNI Scegliere una base troppo scura Le italiane tendono sempre ad acquistare un
colore troppo scuro rispetto al proprio incarnato, perché amano vedersi abbronzate, ma l'effetto finale tende a
essere "da maschera". Testare il prodotto all'interno del polso In questa zona del copro la pelle è nettamente
più chiara rispetto a quella del viso. Il punto giusto? Sul collo, vicino alla mandibola, oppure sul dorso della
mano. Fidarsi delle luci artificiali Attenzione all'illuminazione interna del negozio: inganna. Controlla come ti
sta il fondotinta accanto a una finestra, o meglio ancora fuori, alla luce del sole.
LIQUIDI 1. Ha un finish setoso e una formula antietà Defence Color Nude Serum spf 15 di Bionike (44,90
euro). 2. Texture piacevole e coprenza modulabile per Teint Infusion di Sephora (19,90 euro). 3. Basta una
pressione con l'applicatore in dotazione e il cuscino di spugna rilascia la giusta quantità di prodotto: Miracle
Cushion di Lancôme nella nuova nuance Beige Naturel (48,50 euro) è un fluido leggerissimo dalla
consistenza acquosa.
COMPATTI 1. Accord Prafiat Genius di L'Oréal Paris è un 4 in 1: fa da primer, uniforma l'incarnato, corregge
e opacizza (17,99 euro). 2. Contiene solo pigmenti di origine minerale, resta perfetto per 12 ore e ha un
effetto finish mat: Toleriane Teint Mineral Fondotinta Compatto-Polvere Spf di La Roche Posay (21,50 euro,
in farmacia).
FLUIDI 1. Dress me Perfect di Deborah Milano promette una copertura media e ha una formula "seconda
pelle" (14,99 euro). 2. Racchiude acido ialuronico Dream Satin Fluide Spf 13 di Maybelline New York (10,90
euro), dalla texture leggera. 3. Accord Parfait Fondotinta Fluido Naturale di L'Oréal Paris (16,60 euro) sfrutta
una formula a base di glicerina e vitamine.
PROFESSIONALI 1. Con il pennello rotante Doll 10 stendi il prodotto alla perfezione (60,50 euro con il
fondotinta liquido, su qvc.it). 2. Copre i pori, ripara e idrata la pelle e in più aumenta la tenuta del fondotinta
Primer Fix & Protect Spf 25 di Rimmel (10,40 euro). 3. Per il contouring c'è Highlight Lowlight di Sephora
(14,90 euro), un matitone doppio: da una parte illumina, dall'altra ombreggia.
2 IN 1 Per avere il correttore sempre a portata di mano, scegli un prodotto che lo racchiuda nello stesso pack.
1. Fondotinta + Correttore Duo Perfezione Totale di Collistar illumina, correge e leviga la pelle (33 euro). 2.
Se temi che il fondotinta ti metta in risalto rughe e segni di espressione, Skin Caviar Concealer Foundation di
La Prairie è perfetto: racchiude un pool di sostanze nutrienti e antietà che mimetizzano i segni del tempo.
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Pag. 138 N.45 - 3 novembre 2015
diffusione:269092
tiratura:349415
GUARDA I BELLISSIMI TESORI CHE TI ASPETTANO SE FAI TRIS
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AMA LO SHOPPING E DI CHI PREFERISCE IL RELAX, DI CHI PUNTA SUL FASCINO E DI CHI VUOLE
SEMPRE SEGUIRE LA MODA. INSOMMA, CE N'È PER TUTTI I GUSTI
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non è esattamente così: le cure sono quelle di sempre, ciò che serve davvero sono prodotti specifi ci perché,
con l'aumentare dello smog e con gli sbalzi termici tipici della brutta stagione, l'epidermide diventa più
delicata e fragile. Ben vengano, allora, trattamenti per viso, corpo e mani, come quelli fi rmati Atonderma che
ti regala Donna Moderna, tutti studiati proprio per il benessere delle cuti sensibili e iper-reattive, supersicuri
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la crema al mattino per essere protette fi no a sera. Le mani, invece, sono molto più esigenti e, se vuoi
mantenerle belle, morbide e giovani, devi riapplicare la crema dopo ogni lavaggio. Una buona abitudine,
quindi, è quella di tenere sempre nella borsa un tubo di Crema Mani Idratante Atonderma da usare tutte le
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piscine di cui 1 con scivoli acquatici), il ristorante e le taverne o rono specialità della cucina greca, italiana e
internazionale, lo sta di animazione Settemari organizza tantissime attività sportive e giochi. E, a soli 15 km,
c'è la splendida acropoli di Lindos, da vedere assolutamente. MY JEWELS Il simbolo dell'infi nito non è solo
matematico ma rappresenta anche la libertà senza limiti, l'eternità e indissolubilità dell'amore o dell'amicizia.
E poi, diciamolo, questo suggestivo 8 rovesciato è anche bello per la sua forma così elegante e essenziale.
Perfetto, insomma, per ornare un braccialetto moderno e chic come quello proposto da My Jewels che Donna
Moderna ti regala se fai il tris giusto. Realizzato in lucidissimo argento, si lega al polso grazie a un originale
sagola marina rossa ornata da una serie di nodi marinari. Con lo stesso simbolo (ma ci sono tanti altri
soggetti) puoi trovare anche la collana e gli orecchini. www.myjewels.it
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 28/10/2015
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CACCIA AL TRIS
28/10/2015
Pag. 30 N.45 - 3 novembre 2015
diffusione:269092
tiratura:349415
VORREI VISITARE UN LABORATORIO OMEOPATICO
«Cara Donna Moderna, ho studiato Scienze biologiche a Genova e sto per trasferirmi a Milano dove
terminerò gli studi. I miei genitori mi hanno sempre curata con l'omeopatia e per questo ne sono molto
affascinata. Il mio sogno è di trascorrere una giornata nella filiale italiana di Boiron, che ha fatto la storia nel
settore. Mi aiuti?» BEATRICE Donna Moderna ci è riuscita così Cara Beatrice, i responsabili della sede
milanese di Boiron ti daranno presto il benvenuto. Resterai colpita dall'atmosfera di benessere che si respira
in questa azienda, conoscerai il pensiero del presidente-filosofo Christian Boiron attraverso i racconti di chi
lavora con lui e potrai ammirare le opere degli artisti dell'associazione culturale Omeoart, che si sono
cimentati sul tema dell'arte e dell'omeopatia . Vedrai anche gli interessanti documentari sull'attività dei
laboratori scientifici di Lione, dove si trova la casa madre. Se anche tu apprezzi la medicina alternativa
1Nell'antica Farmacia dell'ospedale omeopatico di Torino, fondata nel 1862 e ricreata presso gli Archivi storici
della città, ripercorri oltre due secoli di storia dell'omeopatia tra ampolle, pestelli e trattati antichi
(piemonteitalia.eu). 2Per essere sempre aggiornata sull'uso dei medicinali alternativi iscriviti alla newsletter Il
Granulo della Federazione italiana associazioni e medici omeopati (fiamo.it).. 3Se hai ancora dubbi da
chiarire o luoghi comuni da sfatare leggi Acqua fresca? Tutto quello che bisogna sapere sull'omeopatia di
Silvio Garattini, medico e direttore dell'Istituto farmacologico Mario Negri di Milano (Sironi Editore). a cura di
ANNALISA PIERSIGILLI l prima di scriverci, leggi l'informativa sulla privacy a pag. 12
lo sportello dei sogni ha realizzato i desideri di 765 lettrici
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 28/10/2015
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SPORTELLO DEI SOGNI
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Pag. 109 N.45 - 4 novembre 2015
diffusione:291797
tiratura:469881
Fascia C : ecco lo scenario dopo il «no»
LE MEDICINE CON OBBLIGO DI RICETTA RESTANO IN FARMACIA . MA IL DIBATTITO NON SI
SPEGNE. FACCIAMO CHIAREZZA
Mariateresa Truncellito
Il Parlamento ha bocciato l'ipotesi di vendita al di fuori delle farmacie dei medicinali in Fascia C (per patologie
di lieve entità) con ricetta e non rimborsati dal Servizio sanitario. Ma restano le polemiche. Come testimonia
la replica di Annarosa Racca, presidente di Federfarma (la sua lettera è su oggi.it ), all'intervento di Carlo
Rienzi, presidente del Codacons, pubblicato sul numero 43 di Oggi . Racca oppone gli svantaggi della
liberalizzazione ai vantaggi individuati dalla controparte (li abbiamo sintetizzati nello schema sotto). Oltre a
chiarire le posizioni, vediamo di spiegare bene (nello schema in basso), di che prodotti si parla con l'aiuto di
Paolo Santambrogio, farmacista, titolare di parafarmacia a Lissone (MB) e membro della Federazione
nazionale parafarmacie italiane ( www.federazioneparafarmacie.it ). 2006 La Legge Bersani sulle
liberalizzazioni permette alla popolazione italiana di acquistare i medicinali di Fascia C senza obbligo di
ricetta (SOP e OTC) anche nelle parafarmacie e nei corner farmaceutici dei supermercati. I vantaggi ? Più
punti vendita vicino a casa. ? Meno code. ? Risparmio di tempo. ? Possibilità di benefi ciare di sconti su
farmaci e prodotti da banco (favoriti anche dalla maggiore concorrenza rispetto al passato). 2015 Col Ddl
Concorrenza si è discussa la liberalizzazione della vendita anche dei farmaci di Fascia C con obbligo di
prescrizione (OP) per patologie di lieve entità. Ma alla fi ne il Parlamento ha di recente bocciato tutti gli
emendamenti che volevano quest'apertura. Sono a totale carico del cittadino. Sono suddivisi in tre tipologie.
Dicono i favorevoli ? Risparmi pari a 500 milioni di euro annui per la collettività, grazie al calo dei prezzi dei
medicinali. ? Migliaia di nuovi posti di lavoro in tutta Italia. ? Nessun rischio d'abuso di farmaci per la presenza
fi ssa di un farmacista nei supermercati. Dicono i contrari ? Possibile chiusura di molte farmacie e abbandono
delle zone meno redditizie. ? Smantellamento di un servizio farmaceutico capillare e radicato nel territorio. La
situazione attuale ? Sono con obbligo di ricetta, mutuabili con ticket ( o a totale carico del cittadino, ma
sempre con ricetta). ? Si vendono soltanto in farmacia. Con la liberalizzazione ? Nulla cambia per questa
Fascia di medicinali: la loro vendita resta sempre appannaggio esclusivo delle farmacie. Farmaci di Fascia C
1. Con obbligo di ricetta : OP. Esempi: psicofarmaci, procinetici, alcuni cortisonici, pillola anticoncezionale.
Sono venduti soltanto in farmacia. 2. Farmaci senza obbligo di prescrizione : SOP. Esempi: Tachipirina 500,
Acetamol, Aciclovir. Sono venduti in farmacia, in parafarmacia, e nei corner della grande distribuzione
organizzata, dispensati solo dal farmacista. 3. Farmaci Over the counter (ovvero "sopra il banco"): OTC .
Esempi: Bronchenolo, Cebion, Ibuprofene, Aspirina. Sono venduti in farmacia, in parafarmacia, e nei corner
della grande distribuzione organizzata, disponibili sul banco e sugli scaf ali, e anche pubblicizzabili su giornali
e in tv. 1. Le farmacie avrebbero continuato a vendere i medicinali C-OP (con obbligo di prescrizione) , ma si
sarebbero potuti acquistare questi prodotti anche nelle parafarmacie e nei corner farmaceutici della grande
distribuzione organizzata. 2. Se la liberalizzazione avesse ricevuto il «sì» del Parlamento, avremmo
acquistato i medicinali C-OP esibendo la ricetta al farmacista del corner della grande distribuzione come se si
fosse trattato di una comune farmacia. L'acquisto nei supermercati dei medicinali di Fascia C con ricetta
medica comporta la chiusura di molte farmacie? Secondo Assosalute (l'Associazione nazionale farmaci di
automedicazione), i farmaci di Fascia A valgono 12 miliardi di euro; quelli di Fascia C con obbligo di
prescrizione 3 miliardi, mentre i SOP e gli OTC circa 2 miliardi e mezzo. A dieci anni dalla Legge Bersani,
l'85% dei medicinali SOP e OTC viene ancora oggi venduto in farmacia. Quindi, se si verifi casse una
situazione analoga per i farmaci di Fascia C con ricetta, si stima che le farmacie perderebbero solo il 15% del
fatturato relativo.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 28/10/2015
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FARMACI / benessere/ pagine utili
28/10/2015
Pag. 88 N.11 - novembre 2015
diffusione:81190
tiratura:98005
GLUTEN FREE MA...
Un'analisi a campione dell'Istituto Zooprofi lattico Sperimentale del Piemonte ha rivelato una realtà fi no a ora
sconosciuta: gli alimenti destinati ai celiaci contengono più conservanti, zuccheri e grassi rispetto ai prodotti
con il glutine. Nemmeno il fatto che vengano venduti in farmacia mette al riparo dalla presenza di un alto
contenuto di additivi come addensanti, gomme, olio di palma, aggiunti per sopperire all'assenza del collante
delle farine. Si tratta di ingredienti non nocivi alla salute, anche se al momento non è facile dire quali effetti
potrebbe avere la loro assunzione protratta nel tempo. Viene confermata tuttavia, in tutti i prodotti testati,
l'assenza totale di glutine, che resta il vero problema per tutti coloro che soffrono di celiachia.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 28/10/2015
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SOLDI LAVORO / buono a sapersi...
28/10/2015
Pag. 106 N.11 - novembre 2015
diffusione:165332
tiratura:182255
Farmaci online: sono convenienti?
Riconoscere i siti legali ed evitare le truffe oggi è possibile
Francesca Capelli
Medicinali da banco in vendita online, grazie a una direttiva europea recepita a luglio scorso, che consente il
commercio via Internet dei farmaci senza obbligo di ricetta. Ma solo attraverso siti che facciano capo a
farmacie e parafarmacie, con tutte le garanzie per la sicurezza dei cittadini. "Le nuove norme sono un passo
avanti contro la contraf azione", dice Annarosa Racca, presidente di Federfarma. "Permettono di acquistare
tramite Internet farmaci sicuri, provenienti da siti che fanno capo a farmacie realmente esistenti e sono stati
autorizzati e verif cati dal ministero della Salute e dalle Regioni. Inoltre, per tutelare la salute, l'acquisto online
è stato limitato, come in altri Paesi, ai medicinali senza obbligo di ricetta medica". Si tratta cioè di farmaci
indicati come rimedio a piccoli disturbi o lievi patologie che, per la loro composizione e obiettivo terapeutico,
sono concepiti e realizzati per essere utilizzati senza la necessità di un intervento di un medico per la
diagnosi, la prescrizione o la sorveglianza nel corso del trattamento. I siti autorizzati alla vendita devono
esporre un logo europeo, approvato dalla Ue, e rimandare al portale del ministero della Salute dove, insieme
all'elenco dei siti delle farmacie, saranno inserite indicazioni e avvertenze. In questo modo si vuole lottare
contro i canali di vendita illegali, spesso utilizzati per ottenere per vie traverse farmaci per i quali non si
possiede la ricetta (i casi più comuni riguardano i medicinali contro la disfunzione erettile) o sostanze
dannose, da utilizzare per il doping sportivo o perdere peso velocemente, senza curarsi minimamente delle
possibili conseguenze. Dice Racca: "Il 90 per cento dei farmaci acquistati online da canali non autorizzati è
contraffatto, cioè non contiene il principio attivo o lo contiene in dosaggio diverso da quello indicato, o ancora
non è conservato alle giuste temperature, come prevede la legge" (vedi riquadro in basso). E il risparmio?
"Temo che i margini siano scarsi", dice Racca. "Il prezzo dei medicinali di automedicazione è già basso. La
singola farmacia può praticare sconti e of erte, ma bisogna sempre sommare le spese di spedizione al prezzo
f nale".
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PRODOTTI DA BANCO VENDUTI NEL 2014 In cima alla lista delle vendite, secondo la stima di Assosalute, i
farmaci per le malattie respiratorie, gli antifebbrili e gli sciroppi contro la tosse.
COME FUNZIONA LA VENDITA IN RETE Il cittadino comprerà il farmaco attraverso un sito e lo riceverà
direttamente a domicilio, nel rispetto della privacy e delle norme per la corretta conservazione (nel caso, per
esempio, di preparati che debbano essere mantenuti a bassa temperatura). Perché il servizio sia e ciente, è
necessario che la consegna avvenga rapidamente: vanno sempre controllati sui siti i tempi indicati.
Foto: ANNAROSA RACCA PRESIDENTE DI FEDERFARMA
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 28/10/2015
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VITA IN FAMIGLIA / A conti fatti
28/10/2015
Pag. 46 N.199 - novembre 2015
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Artrosi, artrite e mal di schiena Puoi guarirli con il silicio
LA NUOVA FRONTIERA DELLATERAPIA CONTRO I DOLORI ARTICOLARI PUNTA SU U N MINERALE
CHE RIGENERA IL COLLAGENE E DISINFIAMMA OSSA E CARTILAGINI. SENZA EFFETTI
COLLATERALI con la consulenza del professor Emilio Minelli, esperto di Medicina Integrata Centrata sulla
Persona
Novembre, l'ultimo mese dell'autunno, segna l'inizio della stagione dei dolori. L'improvviso calo termico,
l'umidità, lo stress che modifica la postura e la vita sedentaria tipica dei mesi più freddi indeboliscono la
muscolatura e tolgono sostegno a tutto l'apparato scheletrico. Non ultimo, ci sono anche dei fattori scatenanti
di tipo alimentare: i cibi d'origine animale (insaccati.carne.formaggi ecc.) e quelli ricchi di zuccheri raffinati
oppure di sale, con i quali si eccede soprattutto in questa stagione, favoriscono la formazione di radicali liberi
e di processi infìammatori che coinvolgono soprattutto le ossa e le cartilagini. Intervieni subito, ai primi sintomi
A volte i dolori al collo, alla cervicale, alle gambe o alla schiena (si calcola che le lombalgie oggi in Italia
colpiscano 8 adulti su IO almeno una volta all'anno) esordiscono come lievi indolenzimenti o contratture che,
poco per volta, aumentano d'intensità e compaiono con sempre maggiore frequenza. Se hai superato i 40
anni e magari hai già qualche familiarità con artrosi, artrite e reumatismi, non dovresti sottovalutare questi
dolori: se non intervieni subito, i sintomi possono diventare cronici. L'altro errore da non commettere è
cercare di tamponare il disagio con gli antinfiammatori (i cosiddetti Fans.farmaci antinfìammatori non
steroidei): i medicinali di sintesi, infatti,se da un lato riescono a spegnere in fretta il sintomo, dall'altra intasano
l'organismo di tossine, che faranno riemergere il dolore in maniera ancora più marcata. Costringendoti ad
aumentare il dosaggio dei farmaci. Niente chimica! Ci vogliono i minerali giusti! Il silicio è un minerale
presente in mìnima quantità nel corpo umano, ma indispensabile per l'attività degli enzimi richiesti per la
sintesi del collagene. Quando è carente si evidenziano non solo disturbi a carico delle ossa ma anche
fenomeni dolorosi, che nel tempo aprono la strada ad artrosi, artrite e disturbi reumatici. In particolare il silicio:
• rinsalda la colonna e cura il mal di schiena, attenuando infiammazione e dolore; • disinfiamma le giunture e
restituisce mobilità alle articolazioni e alle giunture, soprattutto in caso di cervicalgia, artrite e sciatica;
•rigenera i muscoli e rende più resistente la struttura osteoarticolare. Nelle prossime pagine, quindi, ti
spiegheremo come assumere il silicio e come abbinarlo alle erbe e agli oli specifici per schiena, collo, spalle e
ginocchio. Perché le articolazioni "protestano" IN U N CORPO INTOSSICATO I MUSCOLI S'INFIAMMANO
DI PIÙ: ECCO PERCHÉ, PER PREVENIRE ARTROSI E ARTRITE, BISOGNA RIDURRE LE SCORIE
Troppe tossine accendono utti i disturbi osteoarticolari sono accomunati dalla presenza di un focolaio
infiammatorio localizzato nella zona dell'articolazione interessata, o più profondo e cioè percepito in una zona
lontana da quella colpita (per esempio, il dolore che origina nella colonna lombare spesso viene percepito alle
natiche e agli arti inferiori). L'infiammazione è dovuta a un accumulo di tossine (in particolari acidi urici) che
intaccano le cartilagini e il tessuto osseo.A seconda della localizzazione del processo infiammatorio, i dolori
sono di due tipi:
I dolori intra-articolari
Interessano le cartilagini delle articolazioni In questa tipologia di sindromi dolorose si distinguono: • l ' a r t r o
s i : consiste nel deterioramento della cartilagine articolare; interessa prevalentemente le ginocchia, le anche
e la colonna vertebrale, soprattutto a livello lombare e cervicale; • l ' a r t r i t e : è l'infiammazione vera e
propria delle superfici articolari; la forma più diffusa è l'artrite reumatoide, che inizialmente coinvolge
soprattutto le piccole articolazioni delle mani e dei piedi.
I dolori extra-articolari
Si estendono ai tendini e anche ai muscoli Sono sindromi dolorose in cui l'infiammazione interessa le strutture
vicine ed esterne alle articolazioni (tendiniti, periartriti, fìbromialgie ecc.) e di riflesso può portare anche alla
comparsa di tensioni e contratture muscolari. Le più classiche sono il cosiddetto "colpo della strega", che
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LA COPERTINA DEL MESE
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blocca la regione inferiore o lombare della schiena, e il "torcicollo", con dolore alla cervicale.
Le cause più comuni • i microtraumi, soprattutto quelli provocati da attività sportiva eccessiva, intensa e
senza allenamento; In base alle statistiche cliniche, si calcola che siano più di 800 le possibili cause dei dolori
articolari.Tra queste, però, le più importanti sono: • il freddo, che rende più sensibile la muscolatura e
aumenta il rischio di strappi e contratture; • il brusco sollevamento di pesi, senza flettere i gomiti e le
ginocchia; anche il sovrappeso nel tempo può produrre uno schiacciamento delle vertebre;
II calore è sempre la II calore aumenta la circolazione e favorisce lo smaltimento delle scorie che creano
dolore. Puoi collocare sugli arti doloranti dei sacchetti di cotone riempiti di granelli di cereali (o noccioli di
ciliegia) che avrai rAnche lo stress peggiora i disturbi È stato scientificamente dimostrato che chi vive sempre
in preda alle tensioni a livello endocrino secerne meno serotonina e meno adrenalina, gli ormoni che
consentono di avvertire meno il dolore; inoltre, lo stress aumenta la produzione di cortisolo, un ormone
dall'intensa azione infiammatoria. • (e posture sbagliate, dovute a troppe ore trascorse al computer o alla
guida dell'auto, all'uso di tacchi alti e sottili (e dunque molto instabili) oppure a cuscini troppo bassi e molli; • la
presenza di ernie nella parta bassa della spina dorsale, che spesso infiammano il nervo sciatico e provocano
dolore alle gambe; • i difetti di vista (come lo strabismo) e i problemi di masticazione o di malocclusione
dentaria, che si riverberano a livello cervicale.
prima terapia riscaldato in forno. Oppure applica sulla zona da trattare un velo di olio di mandorle dolci con 2
gocce di olio essenziale di incenso (riscaldante e antinfiammatorio) e poi avvicina il phon, muovendolo avanti
e indietro. II mal di schiena I cosiddetto "back pain" è il dolore che coinvolge la spina dorsale e, da sotto le
spalle, scende fino al coccige e infiamma la parte bassa della schiena; in genere è dovuto a sforzi improvvisi,
a brusche torsioni, flessioni o al classico "colpo della strega"; soffre di back pain anche chi tiene il dorso
sempre molto rigido, diritto e teso. Il nuovo approccio alla cura del mal di schiena sconsiglia di mettersi a
riposo: quando infatti ci si mette a letto, i muscoli si raffreddano, si depotenziano e il dolore diventa acuto.
Meglio mantenersi in movimento, privilegiando attività dolci come la camminata lenta o il nuoto. È IL
MINERALE CHE NUTRE LE OSSA E RINFORZA COLONNA E GIUNTURE. ED È ANCORA PIÙ EFFICACE
SE LO ABBINI A SENAPE E LATTE DI CURCUMA Dolori lombari? Niente letto. Curali con il silicio!
La novità
II silicio organico ringiovanisce cartilagini e tessuti articolari
Bevilo 2 volte al giorno per cicli di un mese • " • * II calcio e la vitamina D sono due "ingredienti" fondamentali
per la salute delle ossa (soprattutto per mantenerle solide ed elastiche). Ma secondo le ricerche più recenti,
l'altro minerale fondamentale per il benessere dell'apparato articolare è il silicio organico: in questa
formulazione chimica, il silicio è più facilmente assimilabile e accelera la fissazione del calcio, migliora
l'irrorazione dei tessuti osteoarticolari, stimola la sintesi di collagene ed elastina e ricostruisce le cartilagini,
contribuendo a ridurre contratture e dolori. L'ideale sarebbe assumere la polvere di silicio organico diluendola
in un bicchiere di acqua minerale ricca di magnesio o di latte di miglio, che è una ricca fonte naturale di silicio.
Se ne prendono 1-2 cucchiai la mattina 30 minuti prima di colazione e di nuovo 30 minuti prima di pranzo, per
cicli di un mese. In alternativa, assumi il silicio organico in compresse (I a colazione e I prima di pranzo). Sia
la polvere che le compresse si trovano in farmacia e in erboristeria.
Funziona anche per l'osteoporosi Quando il ciclo diventa irregolare e comunque a partire dalla sua totale
scomparso,per IO giorni al mese prendi il silicio organico in gocce: bevine 30 la mattina per cicli di 2 mesi,
sospendi un mese e poi ripeti. La cura con il silicio organico è particolarmente consigliata alle donne che si
avvicinano al climaterio e a quelle che sono già in menopausa: in questi periodi della vita, infatti, il calo degli
estrogeni può determinare una perdita di densità del tessuto osseo e un deterioramento delle cartilagini, con
la comparsa di dolori e l'aumento del rischio di fratture. Latte di miglio Fai bollire per un paio di minuti una
tazza di latte vegetale con un cucchiaio di pasta di curcuma e l'olio di mandorle dolci, fino ad ottenere un
composto liquido ma corposo. Togli dal fuoco e versa in una tazza. Aggiungi un cucchiaino di miele per
dolcificare un po', e bevi il golden milk al mattino, anche per un mese. Bevi il golden milk: così raddoppi
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l'azione rigenerante del silicio II golden milk è un antico rimedio indiano da usare Potenzia i suoi effetti! per
alleviare il mal di schiena, ma funziona per tutti i dolori articolari. L'azione curativa è ancora più intensa se lo
associ all'assunzione di silicio organico. Si prepara con mezza tazza di c u r c u m a in polvere, mezza tazza
di acqua e mezzo cucchiaino di pepe macinato. Metti a bollire l'acqua, il pepe e la curcuma mescolando
accuratamente per evitare di formare grumi. Una volta pronta, conserva la pasta di curcuma in un barattolo di
vetro chiuso ermeticamente,che terrai in frigo. In questo modo, si manterrà per circa 40 giorni. Per preparare
la tua bevanda antinfìammatoria: ti servono I cucchiaio di pasta di curcuma, I tazza di latte vegetale (riso,
mandorle o soia), I cucchiaino di olio di mandorle dolci e miele per dolcificare. Sulla pelle Dopo il bagno
caldo, diluisci 2 gocce di olio di eucalipto in un cucchiaiono di olio di mandorle e strofinalo con vigore sulla
schiena Antireumatica La senape spennellata calda sulle articolazioni dolenti estrae dalle ossa l'umidità che
provoca i reumatismi
Prova i "senapismi" La medicina ayurvedica suggerisce anche un altro rimedio "piccante" per alleviare il
mal di schiena: basta procurarsi della senape (va bene anche quella in vasetto, ma ancora meglio sarebbe
quella in polvere che trovi nei negozi di cibi bio), diluirla con pochissima acqua bollente e spennellarla lungo
la colonna o nella zona dolente; si copre con pellicola trasparente e un panno caldo, si attendono 30 minuti e
si risciacqua con una doccia calda.
Dopo strappi o colpi della strega, ecco il rimedio degli aborigeni: l'eucalipto Antinfiammatorio,
antinevralgico e antireumatico, l'olio essenziale di eucalipto costituisce un rimedio eccellente per il mal di
schiena connesso a reumatismi, sciatalgie, artrite reumatoide e artrosi. Non a caso gli aborigeni australiani lo
considerano da sempre una panacea in caso di dolori osteoarticolari anche intensi, tali da impedire il
movimento. per un trattamento antidolorifico a 360 gradi. Il bagno all'eucalipto è ideale, per esempio, dopo i
senapismi. Puoi anche ripeterlo 2 volte al giorno. • FAI UN BAGNO PRIMA DI ANDARE A LETTO Immergiti
in un bagno arricchito con un chilo di sale marino (scioglie le tensioni) e 20 gocce dì olio essenziale di
eucalipto e resta in immersione per IS minuti circa: i prìncipi attivi dell'essenza verranno così assorbiti dalla
pelle e anche inalati, I dolore cervicale è scatenato da carichi eccessivi sulla parte alta della schiena ed è
dovuto soprattutto a una dolori alla cervicale QUESTI ESTRATTI PROTEGGONO DA FREDDO E UMIDITÀ
LEVERTEBRE CERVICALI, LE RINFORZANO E RENDONO PIÙ FLUIDI I MOVIMENTI Con incenso e
Bryonia i postura scorretta, spesso correlata al fatto che si mantiene il collo piegato in avanti per lunghe ore
mentre si sta in posizione seduta (per lavorare al computer oppure per guidare).Talvolta la contrattura si
irradia alle spalle e alle braccia, provocando indolenzimento e formicolii: questa complicanza della cervicalgia
nel tempo può essere aggravata da un'ernia cervicale. La cervicalgia peggiora con il freddo, ment r e migliora
al caldo. Più frequentemente ne soffrono le donne, nelle quali il dolore si aggrava durante le mestruazioni e in
particolare dopo la menopausa, quando il calo degli estrogeni può favorire l'artrosi.
Ecco cosa devi fare
La Boswellia scalda e distende Talvolta la cervicalgia compare dopo un colpo di freddo o di aria condizionata
o a seguito di un raffreddamento notturno (per esempio quando si dorme scoperti). In questi casi un ottimo
analgesico è l'estratto secco di Boswellia serrata (il comune incenso): dalla corteccia di quest'albero, diffuso
in Nordafrica e in Medioriente, trasuda una resina aromatica ricca di acido boswellico.che ha una notevole
azione antinfìammatoria, analgesica e antiartritica, anche in presenza di patologie autoimmuni (artrite
reumatoide). La Boswellia è il rimedio giusto per le cervicalgie croniche e per i disturbi che peggiorano in
concomitanza con il clima umido e ventoso.
Assumi una capsula di estratto secco di Boswellia serrata da 300 mg dopo i 3 pasti principali, sempre a
stomaco pieno e con un bicchiere di acqua.
Bryonia elimina le contratture In più,alle erbe associa un rimedio omeopatico depurativo e sfiammante: per
la cervicalgia è indicata Bryonia 7 CH, 3 granuli a digiuno 2 volte al dì per una settimana, e comunque fino
alla scomparsa del sintomo. Ficus carica Se la cervicalgia ti provoca nausea e vertigini, l'estratto dei giovani
germogli di fico ti toglie subito il malessere
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Se hai anche la nausea bevi le gocce di fico Talvolta insieme alla cervicalgia compaiono nausea e
vertigini: questo succede perché all'interno della muscolatura cervicale passa il nervo vago che, fra l'altro,
governa anche il battito cardiaco e la vascolarizzazione gastrica. Se il nervo vago è infiammato, è frequente
una iper stimolazione dello stomaco. Per placarlo, bevi 30 gocce di macerato glicerico di Ficus carica con
acqua prima dei 3 pasti principali. di gelsomino II massaggio al gelsomino migliora la mobilità Per riattivare la
muscolatura cervicale e ridurre i dolori, mattina e sera fai una doccia molto calda, cercando di rimanere per
qualche minuto con la testa piegata in avanti sotto il getto dell'acqua bollente. Al t e r m i n e , fai subito un
massaggio antinfiammatorio: diluisci in un cucchiaio di oleolito di arnica (analgesica) 5 gocce di olio di
gelsomino: quest'unguento calmante e delicato è l'ideale per il mal di testa e la cervicalgia che insorgono
quando siamo afflitti da stanchezza, eccesso di responsabilità, angoscia e preoccupazioni.
La sciarpina di seta funziona sempre! Il dolore cervicale trae giovamento dal calore; la notte, quando la
posizione distesa e l'immobilità spessi peggiorano il disturbo, applica tra spalle e collo una borsa dell'acqua
calda oppure tieni la parte coperta con una sciarpina di seta: è un materiale naturale che scalda senza far
sudare e senza favorire le irritazioni cutanee provocate, ad esempio, dalla lana.
Se il dolore si estende a braccia e spalle, scegli l'artiglio del diavolo Se invece il dolore cervicale si
manifesta dopo un periodo di stress intenso o di super lavoro, con sensazione di "sabbietta nel collo",
difficoltà nella rotazione e contratture che interessano anche spalle e braccia, la pianta giusta è l'artiglio del
diavolo, che ha una rapida azione distensiva. Si assume una capsula di estratto secco di artiglio del diavolo
da 300 mg dopo i 3 pasti principali, sempre a stomaco pieno e con un bicchiere di acqua.
Il cuscino migliore! È quello di piume Se soffri di cervicalgia, evita di dormire senza cuscino o con un
guanciale troppo rigido; il collo si sostiene meglio con un cuscino di piume, che puoi modellare prima di
addormentarti in base alle tue necessità, offrendo al tuo collo la curvatura che allevia fastidio e dolore. dolori
alle gambe e alle ginocchia Sabbia, salice e zolfo ti rimettono in piedi L'AZIONE DEGLI IMPACCHI E DEGLI
ESTRATTI DECONGESTIONANTI SCIOGLIE LE GIUNTURE EAIUTAA RICOSTRUIRE LE CARTILAGINI
Icuni dolori articolari, infine, possono essere localizzati soprattutto alle piccole o grandi articolazioni degli arti
(ginocchia, anche, caviglie, ma anche gomiti e dita delle mani), e talvolta sono associati anche a gonfiore
locale, rigidità e difficoltà di movimento. Questo tipo di dolore è aggravato ; dal minimo movimento o dalla '
pressione sulla parte infiammata (tuttavia una pressione intensa o un bendaggio locale possono dare
sollievo). All'origine vi sono spesso traumi o un logoramento delle cartilagini dovuto all'usura e all'età. •
Ecco cosa devi fare
Abbina zolfo e glucosamina Richiedi in farmacia un integratore a base dì Msm e glucosamina e assumine 1-2
compresse al dì, ai pasti. Fai cicli da 2 settimane. I sali di zolfo favoriscono la ricostruzione delle cartilagini
danneggiate. In natura, lo zolfo attivo è presente sotto forma di un composto chimico noto come MSM (metilsulfenil-metano): rilassa la muscolatura e conserva l'elasticità del tessuto connettivo. Negli integratori di solito
lo zolfo è abbinato alla glucosamina, una sostanza ricavata dal guscio dei crostacei che favorisce la
ricostruzione delle cartilagini articolari, in particolare quelle delle ginocchia. Ha anche una discreta azione
antinfìammatoria.
Se il fastidio è acuto, usa il salice Richiedi il salice bianco in tintura madre, 50 gocce 2 volte al giorno,
prima di pranzo e cena, fino a risoluzione dei sintomi. Già nell'antica Grecia, l'estratto di salice era utilizzato
per sedare l'infiammazione articolare e veniva considerato un rimedio magico per i suoi effetti a più ampio
raggio: il salice bianco, infatti, cura la cefalea, abbassa la febbre alta e fluidifica il sangue. Merito del suo
contenuto di acido salicilico, lo stesso principio attivo dell'aspirina. È l'ideale se il dolore alle ginocchia è
persistente e se si accentua dopo il riposo.
Le sabbiature al sale Procurati sulla riva di un fiume o del mare (o in un negozio di prodotti per l'edilizia) 2-3
kg di sabbia pulita: mescolala con un chilo di sale grosso (rìassorbe l'infiammazione) e mettila in forno finché
sarà bollente. Stendi le gambe (o le articolazioni da trattare, come dita o gomiti) sopra un panno, versa la
sabbia e richiudi il tessuto, avvolgendolo intorno alla zona dolente.Tieni la sabbiatura finché non si sarà
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raffreddata, poi risciacqua.
Giunture soggetti a I punti di snodo e di torsione sono quelli che vanno più infiammazione e dolore
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VITA IN FARMACIA
11 articoli
28/10/2015
Pag. 7 Ed. Milano
diffusione:298071
tiratura:412069
Presentato il manifesto dell'associazione Onda Lorenzin La battaglia di questo secolo è riuscire a non fare
ammalare le persone
Elisabetta Soglio
Parte da Expo il manifesto sulla salute della donna: dodici punti per la prevenzione, l'assistenza e l'aiuto al
mondo femminile elaborati dall'associazione Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna) secondo
le priorità indicate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità in settembre: dalla garanzia di partorire in
sicurezza alla conoscenza del proprio corpo, dalla cura dell'infertilità alla prevenzione delle malattie a
trasmissione sessuale, dall'accesso a ospedali e ricoveri all'aumento dei punti rosa nel pronto soccorso, per
l'assistenza anche psicologica alle vittime di violenza. E il manifesto arriva in concomitanza con la due giorni
internazionale aperta ieri, ancora all'Expo, dal ministro Beatrice Lorenzin con un auspicio: «La sfida di questo
secolo è riuscire a non fare ammalare le persone, o farle ammalare meno e il più tardi possibile. Credo si
possa vincerla, e la chiave è la prevenzione. Che passa anche dal tema della nutrizione». Oltre che dalla
collaborazione, visto che alla conferenza partecipano venti ministri della salute e quaranta delegazioni di tutto
il mondo.
Sono cifre e analisi che si incrociano, quelle di Onda e della Conferenza internazionale. Da una parte il faro
acceso sull'universo femminile. Per esempio sui due milioni e mezzo di donne che in Italia sono in cura per
depressione (più quelle con disturbi bipolari e le tante che non si rivolgono a un medico). Oppure sulle
malattie cardiovascolari per le quali le donne muoiono più che di tumore (eventualità comunque probabile per
una donna su quattro) eppure ne hanno una percezione di rischio assai bassa. E poi naturalmente il capitolo
alimentazione, con la stima Oms che nel 2030 le donne sovrappeso passeranno dall'attuale 39 al 50 per
cento e le obese dal 10 al 15 per cento.
Dall'altra parte la Conferenza che inquadra il tema nel suo contesto universale. Con un esempio come il
diabete alimentare, malattia killer dell'Occidente, su cui «una dieta corretta e uno stile di vita adeguato - dice
il ministro Lorenzin - ci farebbero risparmiare 3 miliardi solo in Italia, su un fondo sanitario nazionale che per il
2016 è di 111».
«I progressi nella diagnosi precoce e nella cura delle patologie che riguardano le donne - dice Francesca
Merzagora, presidente di Onda - sono legati anche alla ricerca svolta con tenacia e intelligenza, spesso da
donne speciali, fondamentale per l'avanzamento della scienza e il raggiungimento di quegli obiettivi». Di
questo, di «Eccellenza nella ricerca al femminile», si parlerà venerdì ancora in Expo, alla presenza della
Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, Emilia De Biasi, con ricercatrici e scienziate: da
Adriana Albini a Eva Negri, da Patrizia Presbitero, Licia Rivoltini e Paola Allavena e altre ancora.
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Foto: L'incontro Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin tra Diana Bracco (presidente Padiglione Italia) e il
prefetto Francesco Paolo Tronca
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 28/10/2015
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Salute delle donne, una sfida in 12 punti «Più prevenzione»
28/10/2015
Pag. 1 Ed. Palermo
diffusione:289003
tiratura:424634
I commercianti "Via libera ai maxi cantieri ma dopo Natale"
FRANCESCO PATANÈ
PATANÈ A PAGINA X Lunedì sera il ristorante pizzeria "Al Magnum" di via Emerico Amari ha incassato 23
euro. Il titolare Alessandro Elabed mostra lo scontrino di chiusura della cassa. «Questo è il risultato dei
cantieri per l'anello ferroviario, anche nei fine settimana non riesco a superare i 200 euro - commenta
sconsolato il ristoratore - da agosto sono in pesante perdita, i clienti non riescono ad arrivare, i turisti non si
fermano e le transenne oscurano l'insegna del locale. Domani (oggi, ndr) dovrebbe essere un giorno di festa,
il locale compie un anno. Invece sono a un passo dall'abbassare le serrande, non riuscirò a resistere altri 11
mesi con le transenne a 70 cm dalla porta d'ingresso». La notizia della chiusura totale di via Amari dal 3
novembre nel tratto fra via Crispi e via Principe di Scordia per i commercianti è l'ennesimo pugno allo
stomaco. «Chiudere la strada a novembre all'inizio delle festività natalizie per quasi un anno significa non
avere rispetto per chi ha già subito mesi di disagi - puntualizza Francesco Raffa, proprietario del negozio di
ceramiche di via Amari - sarà un Natale disperato, il Comune poteva iniziare il cantiere a gennaio e
potenziare il numero degli operai nel cantiere».
Per i negozianti di piazza Castelnuovo la beffa è ancora peggiore, la nuova ordinanza prevede l'ampliamento
del cantiere esistente dal 9 dicembre fino al 31 marzo, ma soprattutto la chiusura totale della piazza dall'inizio
dell'anno per almeno 12 mesi. «Ci uccidono a Natale - dice Anna Furnari, dipendente di un negozio di
cosmetici in piazza Castelnuovo - da mesi lavoriamo con le transenne davanti alle vetrine, adesso sarà anche
peggio. Potevano chiudere la piazza a gennaio, senza penalizzarci ulteriormente a Natale». La Farmacia del
centro di piazza Castelnuovo il sabato e la domenica copre il turno di altre quattro farmacie. Oltre a subire i
disagi di lavorare con le ruspe a pochi metri dal negozio per la titolare si pone il problema dell'accesso dei
clienti. «Soprattutto gli anziani, con la chiusura della piazza sarà un problema in più raggiungerci - conferma
la farmacista - Ma lo sapevamo fin dall'inizio a cosa saremmo andati incontro. Ormai è inutile lamentarci,
speriamo che non ci siano altri ritardi».
L'allargamento del cantiere davanti al Politeama due settimane prima dalle feste per i commercianti è una
beffa che si aggiunge ai disagi che subiscono da mesi. Un cantiere, quello per i sotto servizi che ha già subito
pesanti ritardi: prima a causa dei sit-in degli ambientalisti per il taglio degli alberi e poi per il tempo perso alla
ricerca della fognatura fantasma, la condotta mai censita nelle mappe Amap. «I lavori devono essere
completati - sottolinea Francesco Raffa - Ma con la massima celerità, lavorando tutti i giorni. In via Amari per
due settimane a settembre non ha lavorato nessuno, ci sono stati giorni in cui gli operai hanno lavorato in due
un paio d'ore. E' chiaro che con questi ritmi le strade restano chiuse anni». Molti dei negozianti e residenti di
via Amari e piazza Castelnuovo nei prossimi giorni si incontreranno con l'avvocato Rosalia De Luca che tutela
i loro interessi per cercare di rendere meno invasiva la nuova ondata di cantieri. «Chiederò alla Tecnis di
aumentare il numero delle squadre al lavoro per ridurre i tempi dei lavori e di illuminare le aree di scavo la
notte per questioni di sicurezza - assicura Rosalia De Luca - di pari passo avvierò con provvedimento
d'urgenza il contenzioso civile contro il Comune, un'azione indispensabile per ottenere gli indennizzi». Una
riunione convocata anche per capire il senso della lettera arrivata la scorsa settimana dal settore edilizia
privata a tutti i residenti e commercianti di via Amari. «Scrivono che dovranno eseguire dei saggi sulla
staticità di tutti gli immobili prima di scavare la galleria - conclude il legale - Questo significa che non gli hanno
eseguiti preliminarmente in sede di progettazione. Speriamo che via Amari non diventi una seconda via
Imera».
www.comune.palermo.it www.palermo.repubblica.it PER SAPERNE DI PIÙ
IL NEGOZIANTE "Chiudere la strada all'inizio delle festività natalizie significa non avere rispetto per chi da
mesi soffre i disagi", dice Francesco Raffa, titolare del negozio di ceramiche di via Amari IL RISTORATORE
"Oggi ho incassato 23 euro e nei fine settimana non supero mai i 200, così non posso farcela" dice
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 28/10/2015
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LA POLEMICA
28/10/2015
Pag. 1 Ed. Palermo
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tiratura:424634
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 28/10/2015
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Alessandro Elabed titolare del ristorante pizzeria "Al Magnum" I VOLTI
Foto: IL VIOTTOLO Ignazio Camano, negoziante di via Emerico Amari, davanti al "viottolo" di marciapiede
formato dai palazzi e dalla transenna del cantiere
28/10/2015
Pag. 9 Ed. Roma
diffusione:289003
tiratura:424634
Truffa all'Israelitico così i funzionari della Regione truccavano i conti
L'indagine ora punta sulle coperture dei dirigenti pubblici per favorire Mastropasqua e i ricorsi al Tar contro
Zingaretti
DANIELE AUTIERI
Ivertici dell'Israelitico avevano una sponda in Regione e una copertura forte nei funzionari e nei dirigenti delle
Asl e del dipartimento Sanità. Un nucleo compatto che, mentre il presidente Nicola Zingaretti si impegnava a
tagliare rimborsi e concessioni, remava contro per ritardare l'operatività dei decreti e tutelare il sistema messo
in piedi dal dg Antonio Mastrapasqua.
«Siamo solo alle battute iniziali», aveva dichiarato Zingaretti il 21 ottobre scorso, giorno dei primi arresti, e
oggi un nuovo allegato alle carte dell'inchiesta richiama le sue parole e conferma il ruolo decisivo svolto da
alcuni alti dirigenti della Regione.
In primo luogo nel riconoscimento del budget pubblico in favore dell'ospedale Israelitico. A questo era
deputato Emidio Di Virgilio, dirigente dell'area di remunerazione e controllo. Analizzando i comportamenti del
dirigente, i carabinieri del Nas concludono: «Di Virgilio omette di ricalcolare i budget 2006-2013 nei tempi
decretati dalla legge e di conseguenza il recupero dei 18 milioni oggetto della truffa sull'odontoiatria, mentre
assegna un nuovo budget 2014 alla struttura senza tener conto dei controlli in atto».
E aggiungono: «Il dirigente non solo ha omesso il conteggio dei budget, negando la possibilità di recupero
delle somme illegalmente percepite, ma ha mantenuto in essere budget illegalmente introdotti da
Mastrapasqua». Il numero uno dell'area remunerazione e controllo della Regione non è l'unico a finire nelle
indagini dei carabinieri. Sul parere di conformità riconosciuto all'ospedale, i Nas analizzano l'attività di altri
funzionari pubblici (Giovanni Sacripanti, dirigente controllo erogatori accreditati; Claudio Fantini, direttore del
dipartimento prevenzione; Alessandro Cipolla, già commissario straordinario e adesso direttore
amministrativo; e infine Ferdinando Romano, a capo della direzione regionale della sanità), rilevando una
serie di "irregolarità" che li portano a scrivere: «Prestazioni di specialistica ambulatoriali mai notate in altri
decreti regionali; tabelle che riportavano prestazioni di odontoiatria non previste dal decreto regionale;
autorizzazione e accreditamento di strutture distaccate dell'Israelitico, contrariamente a quanto disposto dalla
normativa regionale e nazionale vigente».
E l'intreccio tra i vertici dell'ospedale e i funzionari pubblici degenera al punto da permettere ai tecnici del
nosocomio di richiedere che sia sempre la stessa Asl RmA a fare i controlli.
Nell'allegato alle carte dell'inchiesta si legge un dialogo del 10 marzo 2014 tra il direttore sanitario Spinelli e
la sua collaboratrice Dania Roscani nel quale il primo afferma: «Avevano chiesto quella specie di dispensa
per essere sempre le stesse persone ad andare a valutare anche l'Isola Tiberina, benché stavano in un'altra
Asl».
E quando l'ex-dg Antonio Mastrapasqua organizza il "Cinecittà" per far trovare agli ispettori un ospedale a
norma, i carabinieri annotato di aver registrato «numerose conversazioni telefoniche e ambientali in cui
emerge che la commissione Asl RmD preavvisava con grande anticipo le ispezioni presso la struttura».
www.regione.lazio.it www.roma.repubblica.it PER SAPERNE DI PIÙ
Foto: LA STRUTTURA Una delle sedi dell' ospedale, all' Isola Tiberina.
Dalle intercettazioni è emerso che l'ex-dg pilotava le ispezioni nella struttura
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 28/10/2015
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L'inchiesta
28/10/2015
Pag. 44 Ed. Torino
diffusione:189394
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Chimica e farmacia : Grugliasco più vicina
Ieri l'Università ha approvato il progetto preliminare che prevede il trasloco del polo scientifico all'interno
dell'ateneo di Grugliasco, dove ci sono già agraria e veterinaria. Il vecchio progetto da 200milioni è stato
abbandonato: quello di ieri è il primo lotto da 33 milioni su un totale di 84. Bisognerà decidere quale
dipartimento trasferire per primo, tra farmacia e chimica, oggi in via Pietro Giuria, e biologia (sparsa in varie
sedi). L'idea è di creare un polo dell'agro-alimentare. [f.ass.]
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 28/10/2015
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Il progetto
28/10/2015
Pag. 42 Ed. Cuneo
diffusione:189394
tiratura:278795
La laurea le è servita almeno per contare. E questo lei richiede a chi va a lavorare per lei: saper contare i
prodotti, senza sbagliare e dover ricontare. Nel suo laboratorio «Erbe di montagna», gestito con il marito,
Simone Braguzzi, ci sono solo ragazzi laureati o con percorso universitario. Perché: «si tratta di formazione
mentale: elastica». Lei si chiama Samantha Baghino. È nata a Genova nel 1976. È laureata, come il marito,
in Chimica e Tecnologia farmaceutica. Ha vissuto a Mondovì e ora risiede a Pianfei, dove ha lavorato anche
nella farmacia del paese prima di lanciarsi nella sfida delle erbe. Cosa fate «"Erbe di montagna" è una
azienda a conduzione famigliare. Specializzata nella lavorazione, nella miscelazione e nella trasformazione di
erbe aromatiche e officinali, spezie, te, tisane e riso. In linea di principio, acquistiamo il prodotto essicato. Ma
dal 2014 abbiamo iniziato, anche, a coltivare: siamo autosufficienti per rosmarino, salvia, alloro, olivo.
Abbiamo avviato anche una azienda agricola. Ci interessano anche le api. Ad oggi abbiamo nove casette».
Ruoli in azienda «Io mi occupo dell'acquisto delle materie prime e del controllo qualità. Simone è
responsabile del settore vendite e post vendite. Il team di ragazzi, gestisce gli ordini, la miscelazione delle
ricette, il confezionamento sino alla spedizione». Qual è il valore aggiunto? «Sicuramente la selezione curata
e mirata dei nostri fornitori: questo fa la differenza. Poi l'esperienza ventennale di Simone che è stato
informatore medico e ha acquisito professionalità in campo promozionale e commerciale. Un buon prodotto
se non ha un valido sistema di vendita fa fatica a trovare spazio». Siete figli d'arte? «No. Mio papà era
operaio e mamma casalinga. I genitori di Simone, farmacisti. Comune denominatore, però, l'interesse per la
terra. Un po' di olivi in terra ligure, rosmarino salvia e alloro. C'è sempre un inizio.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 28/10/2015
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L'arte di cogliere virtù e sapienza delle erbe
28/10/2015
Pag. 35 Ed. Latina
diffusione:135752
tiratura:185831
GAETA
Le farmacie pubbliche di Gaeta, Bracciano e Castel Madama saranno gestite per una quota pari all'80 per
cento da un'impresa privata. La presa d'atto dell'aggiudicazione definitiva alla "Società servizi farmaceutici
integrati", con sede all'interno del Centro Leonardo di Spigno Saturnia, è stata fatta ieri in prima mattinata,
all'interno del consiglio di amministrazione del consorzio dei tre comuni (Coifal). Alla seduta erano presenti il
presidente Domenico Paone, i consiglieri Marco Di Vasta e Lucia Maltempo, nonché il direttore generale
Anna Maria Valente. Conclusa l'operazione, i tre comuni partecipano alla pari ad un consorzio che controlla il
20% della "Laziofarma-farmacie pubbliche laziali spa", società a capitale misto pubblico e privato che si
assumerà concretamente il rischio imprenditoriale. L'altro 80%, pari a 520.000 euro è invece controllato dalla
società di Spigno Saturnia. La determina provvisoria di assegnazione era stata sottoscritta nei giorni scorsi
dal direttore generale del Coifal Anna Maria Valente e dal rup Pasquale Manzo. A fronte di un'offerta a base
d'asta di 1.544.000,00 euro per una durata dell'affidamento di 30 anni, l'aggiudicazione è avvenuta con un
canone mensile per ogni farmacia aperta di 1.300 euro, una offerta "una tantum" di 140.000 euro e infine una
percentuale sul valore di fatturato dello 0,50 per cento. L'intera operazione è stata giudicata non economica
dai revisori dei conti del Comune di Bracciano. Chi l'aveva criticata fin dall'inizio è il capogruppo Pdl Eduardo
Accetta. Dubitando da subito dei requisiti di Manzo a presiedere la commissione di gara, che in corsa ha
dovuto cambiare un membro. «Il consiglio comunale - ha detto - aveva dato il via libera alla formazione del
consorzio, ma a mio avviso era necessario un secondo passaggio per valutare la congruità dell'intera
operazione economica».
Antonello Fronzuto
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 28/10/2015
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Farmacia pubblica con gestione privata l'aggiudicazione a una società di
Spigno
28/10/2015
Pag. 35 Ed. Pesaro
diffusione:135752
tiratura:185831
L'OPERA
Il Comune è il nuovo proprietario del vecchio hangar. Via libera al progetto definitivo: un tetto più alto,
adattabile al Rof. All'Aspes la gestione delle farmacie pubbliche per 40 anni.
Il dirigente dell'Urbanistica, Nardo Goffi, insieme ai tecnici Pozzolesi, Baiocchi e Scalzi, si è presentato ieri
mattina nella riunione di giunta con una serie di tavole progettuali, illustrate al sindaco Matteo Ricci e agli
assessori. Subito dopo, l'esecutivo ha approvato il progetto definitivo di ristrutturazione e miglioramento
statico del vecchio palas. «Così come era previsto entro il mese di ottobre, rispettando la tabella di marcia dice Ricci - La struttura potrà essere utilizzata per Rof, convegnistica, sport. Diventerà strategica per la città».
Gli elaborati indicano il rifacimento completo del tetto, «più alto e funzionale alle esigenze del Rossini Opera
Festival, con nuove travature in fotovoltaico, abbinato a una chiara riqualificazione estetica e impiantistica.
Con interventi sulla parte strutturale per un milione e 300 mila euro sul totale». Per i tecnici questo intervento
«migliorerà l'acustica anche per le iniziative extra Rof, grazie ai ricercati equilibri tra tetto e controsoffitti». Ad
oggi la capienza del vecchio hangar di viale dei Partigiani non può superare le 400 presenze, dopo che nove
anni fa si sono verificati cedimenti strutturali. L'intervento consentirà di alzare notevolmente l'asticella del
numero di spettatori: mille posti per lo spettacolo, fino a 2500 per lo sport. La partita economica è stata
definita: circa 3,5 milioni, suddivisi tra Comune, Pesaro Parcheggi e Valter Scavolini che darà il nome
all'impianto. Quella della tempistica è, invece ancora aperta, tanto che il sindaco continua a chiedere velocità.
«Gara entro dicembre, dopo la conferenza dei servizi per i pareri dei soggetti coinvolti. Prima, nei prossimi
step, il Comune venderà la parte di commerciale lato via Marconi, su cui è noto l'interesse di Pesaro
Parcheggi». La speranza di inaugurare il palas per l'estate 2016 è ormai svanita. Se ne riparlerà nel 2017. «Il
progetto è bellissimo - lo definisce il primo cittadino - eravamo partiti dall'idea di una risistemazione vintage.
Ma questa è una ristrutturazione di grandissima qualità, con spazi in più, che faranno di questa infrastruttura
un vero volano per economia pesarese, turismo, cultura e sport». Legata all'hangar c'è anche un'operazione
patrimoniale, con una permuta tra Comune e Aspes. L'ente comunale ha acquisito la proprietà dell'impianto,
del valore di 912 mila euro, finora in mano ad Aspes Spa. La partecipata verserà in piazza del Popolo anche
un corrispettivo di 296 mila euro. Ma come contropartita la durata della concessione delle farmacie comunali
è stata allungata di ulteriori 40 anni, a favore di Aspes. Domani pomeriggio la commissione Patrimonio
guidata da Ilaro Barbanti effettuerà un sopralluogo all'interno del palas per visionare la struttura e valutare la
permuta.
MANUTENZIONI
Dai lavori agli impianti sportivi, a quelli di manutenzione ordinaria in città sui marciapiedi, rotatorie, aiuole,
siepi: Un servizio portato avanti dai quattro cantonieri di quartiere, che ieri mattina sono stati ringraziati dal
sindaco Ricci a Rocca Costanza. Presenti anche l'assessore Enzo Belloni, l'ad di Marche Multiservizi Mauro
Tiviroli, i consiglieri comunali Stefano Falcioni e Davide Manenti. Un progetto proposto dal Comune, in
collaborazione con Marche Multiservizi, partito un mese fa. «Le priorità sono stabilite in accordo con i consigli
di quartiere - notano gli amministratori - I cantonieri si alternano in coppia nelle vie e i risultati sono visibili.
Specie in alcune aree periferiche come Borgo Santa Maria e Torraccia».
Thomas Delbianco
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 28/10/2015
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Via libera al progetto del Pala Scavolini
28/10/2015
Pag. 5 Ed. Reggio Emilia
diffusione:113338
tiratura:156629
«MI HANNO minacciato e puntato pistola e coltello. Mi hanno chiesto di indicare dove fosse la cassaforte e
poi hanno portato via tutto... Sono sotto choc». Attimi di terrore che ripercorre Francesca Ferrara, 29 anni
all'indomani della rapina subìta alla farmacia di Baragalla (foto) di via Martiri della Bettola, di cui è direttrice
responsabile. «Erano circa le 18,30 di ieri (lunedì, ndr) - racconta Francesca, ancora visibilmente provata - Ci
stavamo apprestando a chiudere. Così approfittando di un momento in cui non c'era nessun cliente all'interno
sono entrati due uomini. Erano entrambi a volto coperto e armati». I due rapinatori avevano un coltello e una
pistola. Con queste hanno minacciato la farmacista. «MI TENEVA puntata la pistola in faccia - continua la
Ferrara - Poi mi hanno semplicemente chiesto dove fosse la cassaforte e hanno fatto tutto loro in un attimo.
Ci hanno impiegato 32 secondi, cronometrati dopo la visione dei filmati della videosorveglianza che abbiamo
nel locale». Rapinatori esperti dunque, irriconoscibili dalle telecamere avendo il volto travisato da un
passamontagna. Malviventi a cui però Francesca non è riuscita ad affibiare - come indizio da fornire agli
investigatori - nemmeno una pronuncia che potesse aiutare al riconoscimento della nazionalità. «Mi hanno
solo chiesto fove fosse la cassaforte», ripete la direttrice che al momento della rapina si trovava assieme a
un'altra collega. UNA VOLTA che i due sono usciti, la farmacista ha dato immediatamente l'allarme alla
questura di Reggio che ha inviato sul posto le volanti. Ma i rapinatori si erano già dileguati col bottino.
«Hanno rubato l'incasso di giornata - precisa la Ferrara - Non sappiamo ancora di preciso quanto, ma
comunque siamo sulle diverse centinaia di euro». Sulla rapina ora sta indagando la polizia. d. p.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 28/10/2015
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«Mi hanno puntato coltello e pistola»
28/10/2015
Pag. 10 Ed. Cesena
diffusione:113338
tiratura:156629
AL Santa Colomba di Savignano nuovi locali per il servizio di erogazione farmaci. Da oggi il servizio è
operativo nei nuovi locali nel corridoio principale del piano terra. Il servizio è aperto il lunedì, il mercoledì e il
venerdì dalle 8.30 alle 13,30 e il sabato dalle 8.30 alle 12.30.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 28/10/2015
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SAVIGNANO S.COLOMBA, NUOVI LOCALI PER LA FARMACIA
28/10/2015
Pag. 37 Ed. Rovigo
diffusione:60528
tiratura:83076
Aiutare gli anziani a saper prevenire gli infortuni in casa
In Italia ogni anno muoiono ottomila persone in seguito a incidenti domestici (il doppio rispetto agli incidenti
stradali) e per questa casistica il Veneto registra ogni 12 mesi circa 140mila accessi nei pronto soccorso, con
non meno di settemila ricoveri. Per questo la Regione ha deciso di realizzare una campagna informativa nelle
farmacie, denominata "Argento attivo", attraverso la quale, utilizzando anche una borsa, vengono dati piccoli,
ma importanti consigli alla popolazione, prevalentemente quella anziana, sugli accorgimenti e i
comportamenti da tenere per evitare brutte sorprese.
«Tante sofferenze - sottolinea l'assessore alla Sanità, Luca Coletto - possono essere evitate ai nostri anziani
anche in questo modo, e ogni anziano in meno che sta male è prima di tutto una grande soddisfazione
umana, né va dimenticato l'impatto sociale ed economico legato alle cure e ai tempi di riabilitazione».
I costi stimati dopo un infortunio in casa ammontano a circa 36 milioni l'anno. Si tratta in gran parte di fratture
tra le quali, negli anziani, la più frequente e pericolosa è quella del femore. La campagna è coordinata dal
Dipartimento di prevenzione dell'Ulss 18 ed è già stata condivisa dai presidenti degli Ordini dei farmacisti di
Belluno, Padova, Rovigo, Treviso e Verona ed è già attiva nelle Ulss di Belluno, Feltre, Alta Padovana,
Rovigo, Adria, Pieve di Soligo, Legnago e Verona. «Una partenza confortante - commenta la responsabile del
progetto, Lorenza Gallo, direttore del Servizio Igiene e sanità pubblica dell'Ulss 18 - ma ci auguriamo che al
più presto possa interessare l'intero territorio veneto».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 28/10/2015
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SANITÀ
28/10/2015
Pag. 49 Ed. Venezia
diffusione:60528
tiratura:83076
Asl 13, non passa la mozione del Pd
DOLO - Non è passata la mozione presentata in Regione da alcuni rappresentanti del Pd, fra i quali Bruno
Pigozzo e Franco Ferrari, che chiedevano la sospensione delle operazioni di riordino dei reparti dell'Asl 13 in
attesa della nuova organizzazione della sanità regionale.
Operazione che è già iniziata ma che nei giorni scorsi il consigliere Ferrari dava per scontato venisse
sospesa dopo le rassicurazioni del governatore Zaia e dell'assessore regionale alla Sanità Coletto. Proprio
quest'ultimo, nel bocciare la mozione ha dichiarato: «Non voto a favore un provvedimento ultroneo».
C'è perplessità fra i firmatari della mozione, peraltro appoggiata anche dai rappresentanti del Movimento 5
Stelle. Il consigliere Bruno Pigozzo osserva: «L'assessore Coletto considera la mozione superflua ma nella
pubblica amministrazione ogni atto deve essere scritto e non mi risulta vi sia una delibera a riguardo. Se la
Regione vuole arrogarsi il merito della decisione non m'importa, a patto che tutto venga regolarizzato.» (
L.Per.)
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 28/10/2015
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DOLO Si chiedeva la sospensione delle operazioni di riordino dei reparti
PROFESSIONI
3 articoli
27/10/2015
Pag. 20 N.8 - ottobre 2015
FarmaMese
diffusione:17700
tiratura:18000
"Pronti, partenza... VIA!" Anzi NO
SI DOVEVA PARTIRE PRIMA DELL'ESTATE, MA IN REALTÀ, COME SPESSO ACCADE IN ITALIA, LA
MACCHINA SI METTE IN MOTO A RILENTO E CON FATICA. UNA VOLTA SUPERATO LO SCOGLIO
DELL'ITALICA BUROCRAZIA, PERÒ, L'E-COMMERCE SARÀ UN'OPPORTUNITÀ PER OGNI FARMACIA.
ECCO, ALLORA, COME PROCEDERE NEL CASO SE NE VOGLIA APPROFITTARE
Claudio Distefano
DAL PRIMO LUGLIO È ENTRATA IN VIGORE LA NORMATIVA SULLA VENDITA ON LINE DEL FARMACO
SENZA RICETTA, MA, A CAUSA DI RITARDI NORMATIVI DEI REGOLAMENTI ATTUATIVI, A OGGI NON
È ANCORA POSSIBILE ATTIVARE LE TRANSAZIONI COMMERCIALI, NÉ PROPORRE LA VENDITA DI
PRODOTTI FARMACEUTICI SUL WEB. I fatti sono noti ai più: l'Italia ha recepito una Direttiva dell'Unione
europea che consente la vendita via internet dei medicinali Otc. Ma il sistema, al momento, non può essere
avviato, perché la normativa italiana prevede che il ministero della Salute debba pubblicare il Decreto con il
quale verrà definito il cosiddetto "logo comune", che avrà la funzione di garantire che il soggetto venditore
abbia i requisiti previsti dalla Legge. Inoltre, attraverso il logo, con un link apposito sarà possibile, per
l'internauta, accedere a una lista ufficiale di tutte le farmacie on line registrate presso il ministero della Salute
e che, quindi, operano con tutti i crismi della legalità. In aggiunta, l'autorizzazione alla vendita sarà rilasciata
da ogni singola Regione sulla base di una specifica richiesta (la cui modulistica non è ancora nota), da inviare
a uno specifico ufficio individuato dalle singole Regioni (a oggi soltanto un paio su 21 lo hanno individuato).
Insomma, niente di nuovo: ci ritroviamo anche in questo caso in balìa delle onde nel consueto e impervio
"mare magnum" della burocrazia italiana. Farmaco via web: perché ci piace Partiamo dalla valutazione se sia
più o meno corretto avallare questo tipo di commercio: la risposta è certamente sì. Infatti oggi l'e-commerce è
un business in espansione in diversi settori merceologici, anche affini al mercato farmaceutico, e rappresenta
un processo di acquisto sempre più ricercato e utilizzato dal consumatore. Inoltre, la regolamentazione delle
vendite on line, permetterà di contrastare il commercio illegale dei tarmaci. Sappiamo, infatti, che il fenomeno
del commercio dei medicinali etici sul web è in grande espansione e di difficile contrasto, anche per carenza
di normative al passo con i tempi. Il processo riguarda in misura prevalente particolari tipologie di farmaci
(dimagranti, antidepressivi, contro la disfunzione erettile e via dicendo) e produce un imponente business
illegale che, oltre a costituire un reato, comporta gravi rischi per la salute dei cittadini che ne usufruiscono. È
ampiamente noto che i siti di vendita reperibili su internet sono quasi tutti illegali e ignoti alle autorità sanitarie
e i beni ceduti sono per la quasi totalità contraffatti e, quindi, dannosi alla salute. Per il consumatore non
attento potrebbe essere difficile distinguere tra siti seri e professionali e quelli criminali, pertanto creare un
sistema di regole che faccia chiarezza su quali siano i siti autorizzati e su cosa possa essere venduto on line
può solo portare beneficio agli operatori e far crescere una cultura critica nel consumatore, spostandolo verso
processi di acquisto più sicuri. Per le farmacie, inoltre, occupare per prime un settore potenzialmente foriero
di un nuovo business, conquistandone un vantaggio competitivo, deve essere considerato strategico. Così
facendo, questo settore non verrà, infatti, occupato, almeno in una prima fase, da altri soggetti imprenditoriali,
anche più forti e organizzati, che potrebbero entrate in un mercato aggressivo, acquisendone quote sempre
maggiori. A tal proposito, è recente la notizia che Amazon, il leader mondiale delle vendite on line, sta
testando il mercato dell'extra farmaco in Italia, cercando di capirne potenzialità e margini. Dal punto di vista
imprenditoriale, la farmacia può valutare se convenga o meno decidere di aprire un sito e-commerce: oggi
diverse attività sono già in rete e offrono un listino di prodotti nell'ambito dell'extra farmaco (dispositivi medici,
integratori alimentari, dermocosmetici, elettromedicali, parafarmaci e via dicendo), e per questi si tratterebbe
di ampliare l'offerta o per le altre di aprirsi a un nuovo business. In tal senso, da esperienze già avviate in
Francia, dove sono attive soltanto 240 farmacie nella vendita on line degli Otc, dopo tre anni si riscontra che il
business stenta a decollare, tra abitudini d'acquisto radicate e difficoltà di raggiungere con i maggiori motori di
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ATTUALITA/ La possibilità di vendere on line i medicinali Otc è per davvero realtà?
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ricerca le farmacie reali, piuttosto che i siti illegali. Come procedere se si è convinti L'inserimento di un listino
di Otc può portare anche a un ampliamento dell'offerta di un sito on line già avviato, per offrire una scelta
merceologica ampia e competitiva (il mercato sul web, infatti, stressa molto il concetto di prezzo). Si
tratterebbe, quindi, di una scelta imprenditoriale, cioè di specializzare la farmacia in questo tipo di attività
(così come si fa in altri settori, per esempio la galenica, la dermocosmesi, la celiachia) e di dedicare a essa
risorse umane ed economiche nell'ottica di un processo d'investimento finanziario dal ritorno non immediato.
Saranno, pertanto necessari: • per l'attivazione di partnership con società specializzate in e-commerce, che
realizzino sito e forniscano la banca dati (la cui precisione diventa essenziale, se si parla di schede tecniche
di farmaci, e non più, per esempio, di integratori o dermocosmetici), • attività promozionali sui motori di ricerca
e sui siti specializzati in confronto prezzi, per garantire la più alta visibilità, oltre ad accordi con corrieri
espressi, per ottenere le migliori condizioni. Un piano di sviluppo alternativo all'e-commerce, ma che sfrutti
appieno le potenzialità della rete, può essere la messa a punto di progetti di prenotazione del farmaco o di
servizi di assistenza domiciliare o di vetrina delle proprie attività e offerte, insomma qualcosa di più interattivo
del classico sito internet, ormai desueto, sfruttando invece, per esempio, i social network più conosciuti. Oggi
queste idee vengono proposte da diverse società o aggregazioni di farmacisti, emanazione di distributori
intermedi, attraverso progetti che vedono queste attività come utili per sviluppare il business della farmacia, in
quanto in grado di avvicinarsi alle nuove esigenze e ai bisogni della popolazione. Sono state sollevate, infine,
delle obiezioni sull'impatto dell'attività di e-commerce del farmaco Otc nella sfera professionale del farmacista
, poiché verrebbe a mancare o si ridurrebbe drasticamente l'attività di consulenza sanitaria e consiglio
professionale. Ciò può esser vero nella misura in cui il farmacista non svolga appieno la sua funzione nella
farmacia tradizionale, poiché se il cittadino è abituato ad acquistare un Otc senza alcuna domanda da parte
del farmacista sulle sue modalità d'uso, non troverà anomalo poter fare la stessa operazione senza il filtro,
non più professionale, ma solo meccanico, di colui che glielo vende. Ci si preoccupa che possa, invece,
nascere un fenomeno di abuso o uso improprio del farmaco, anche se alla luce dell'esperienza oramai
decennale delle liberalizzazioni del settore, si è visto che questo mercato risente pochissimo sia delle
variazioni di prezzo del bene ceduto, sia dell'aumento dell'offerta. Qui, infatti, a determinare il processo
d'acquisto è soprattutto una richiesta di soluzione immediata a un problema di salute specifico e passeggero.
Quindi, se la farmacia tradizionale rimane forte nella sua attività di consiglio e attenta nella politica dei prezzi,
il fenomeno della vendita via internet degli Otc potrà acquisire una quota di mercato fisiologica, che potrà
remunerare l'attività di un numero limitato di farmacie iper specializzate nel settore della vendita on line, ma
non stravolgerà il mercato. Ciò non significa che questo vada ostacolato, perché sappiamo che è meglio
occuparlo, piuttosto che cederlo ad altri. •
Tutta colpa della solita burocrazia A una prima disamina, sembrerebbe che il legislatore, in barba a una
logica di semplificazione amministrativa e, viceversa, nel pieno rispetto dell'italica babele di competenze che
si sovrappongono, voglia rendere tortuoso il percorso di attivazione delle procedure di autorizzazione, nel
maldestro tentativo di scoraggiare i più dei volenterosi imprenditori. In realtà, così facendo, si applica la
prima, solita e miope, regola vigente nella burocrazia italiana: ritardare soltanto per il gusto di farlo, tentare di
scoraggiare la volontà imprenditoriale, cercando di complicare i percorsi amministrativi e ingarbugliare le
competenze, distribuendole in soggetti diversi sul territorio, ognuno decisivo e non sostituìbile. Tuttavia, a
breve la matassa verrà sbrogliata e l'attività di commercio on line del farmaco sarà avviata dai soggetti
interessati.
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Andare in profondità
ANCHE QUESTO "APPUNTAMENTO CON L'INNOVAZIONE" HA OFFERTO Al PARTECIPANTI VARIE
OCCASIONI DI RIFLESSIONE, GRAZIE ANCHE AL PARAGONE CON REALTÀ FUORI CANALE.
NECESSARIO CONFRONTARSI CON L'EVOLUZIONE TECNOLOGICA, COSÌ COME È PREZIOSA
L'ESPERIENZA DEI COMPETITOR. ECCO LE RICETTE DA METTERE IN ATTO
Matteo Verlato
Quarto Forum Shackleton e quarto incontro di successo. Anche questo "appuntamento con l'innovazione",
infatti, ha lasciato soddisfatti i partecipanti, offrendo preziose occasioni di riflessione e l'opportunità di
stimolanti confronti con realtà fuori canale. E così, dopo averci indirizzati alla "Slow Pharmacy" (Eataly 2012),
a fare goal investendo in farmacia (2013 Juventus Stadium), al Kilometro Rosso della farmacia (2014
Bergamo), quest'anno all'Acquario di Genova Nicola Posa ci invita ad "Andare in profondità", imparando
attraverso le ricerche di mercato a conoscere la realtà vera della propria farmacia, soprattutto il suo vissuto
da parte della clientela. Peraltro non è neppure mancata una pausa scientifica, offerta dal ricercatore
veterinario dell'Acquario, Nicola Pussini, sugli studi effettuati nell'Antartico (in consonanza forse con
l'esploratore Ernest Shackleton, a cui l'azienda si ispira?). Alessandro Santoro, aprendo l'incontro che ha poi
moderato, si è soffermato sulle nuove frontiere tecnologiche, che impongono alla farmacia d'innovare.
Aspettare a vedere come questo avverrà, significa tagliarsi fuori, anche perché ci sono competitor -e la
relazione di Lidia Rebora della Coop non lascia dubbiche ai loro clienti fanno proprio la radiografia (la
chiamano "customer experience"), per conoscerne bisogni, desideri, modalità d'acquisto. Interessante, per
esempio, vedere come il modello Coop si è evoluto, dagli anni 70 ai '90 al 2000 e al 2015, e non certo per la
voglia di cambiare in sé, ma sempre seguendo le indagini sui mutamenti del consumatore, sempre, poi,
incrociati con i dati delle vendite. Anche gli esempi stranieri presentati (Olanda, Stati Uniti d'America, vendite
on line) dimostrano che si è ormai arrivati a una sofisticazione tale dei dati raccolti da permettere a questi
signori di conoscerci forse più di noi stessi. Viaggio nel futuro Avete presente il vecchio farmacista di paese
che conosceva tutti e a tutti dava il suo? Ebbene, è andato in pensione. Oggi, ci dice Stefano Cini, business
development manager di Nielsen, abbiamo il "consumatore digitale", sempre più informato ed esigente. Gli
"smartshopper", quelli cioè che agiscono solo e come gli dice il telefonino, sono ormai 21 milioni di italiani,
divisi tra i "social shopper" (8,7 milioni), attenti e consapevoli, e gli "hyper reloaded" (12,5 milioni), estroversi,
tecnologici e individualisti. Non sono noccioline e con loro anche la farmacia dovrà fare i conti. Altrimenti
significa tagliarsi fuori. Più rassicurante l'intervento di Gadi Schoenheit, vice presidente di Doxa Pharma, non
foss'altro perché ha parlato pur sempre di modelli legati alla farmacia (quella "ali", dei "servizi", del
"benessere" e "?", cioè con le idee non ancora definite sul proprio futuro). Ma, se anche non ha prospettato
modelli troppo futuribili, non di meno è stato determinato nel giudizio: l'analisi del territorio è prioritaria e al
centro di tutto bisogna mettere il paziente. Insomma, non fare quello che a noi sembra giusto, ma quello che
gli altri ci dicono di fare. Un'idea di come elaborare una seria analisi del proprio bacino d'utenza l'ha offerta
Isabella Cecchini, direttrice del dipartimento ricerche sulla salute di Gsk Eurisko, proponendo una dettagliata
mappa sinottica degli stili di vita degli italiani. Come dire che ci sono tecniche elaborate che consentono di
capire quali saranno i comportamenti del consumatore e, prevedendoli, prepararsi a soddisfarli. E questo è
importante, perché aumenta la domanda di salute che la farmacia può intercettare, insieme con la richiesta di
"competenza". E anche quest'ultima, o sai soddisfarla o sei tagliato fuori (e incomincio a stancarmi di fronte a
tutte questi funeree ipotesi). Ci ha, infine, pensato Elena Folpini a tirar su d'animo i farmacisti convenuti,
offrendo dati confortanti sull'andamento del mercato nell'ultimo semestre. Pur a fronte di ingressi medi stabili,
aumenta, infatti, il valore dello scontrino e così si registra un +9,2% del giro d'affari dei generici, un +4,2 degli
Otc, un +2,4 nel parafarmaco e nei sanitari. E ancora: aumenta il numero delle farmacie "grandi", soprattutto
quelle maggiormente orientate al comparto commerciale, a dimostrazione che s'incomincia a vedere un po' di
luce in fondo al tunnel. Molto interessante anche l'analisi degli scontrini fatta da Elena Folpini, che ha
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PROFESSIONE/ Si è tenuto all'Acquario di Genova il Quarto Forum Shackleton
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dimostrato come una farmacia orientata al farmaco, se sa evolversi anche nel commerciale, può -a parità
d'ingressi- aumentare il proprio fatturato annuo di 98.000 euro. Ma attenzione, le opportunità non sono in
superficie, bisogna andare in profondità, ha concluso Nicola Posa, "bacchettando" i farmacisti per alcuni
congeniti difetti (per fortuna l'incontro si è tenuto vicino alla vasca dei delfini, non a quella degli squali).
L'industria si sta dando da fare per creare nuove opportunità, mentre sul versante farmacia si notano 3
negatività: • manca la visione su dove si vuole andare, proprio quando è necessario darsi precisi obiettivi; • ci
si ferma alla teoria, senza scendere alla pratica; • si dice, ma non si fa. Alla domanda "qual è la vostra
specializzazione", molti farmacisti hanno risposto "Dermocosmetica". Affermazione, però, non confermata poi
dai loro dati di mercato. Posa non ha mancato, quindi, di fornire anche qualche ricetta utile. Andare in
profondità, facendo specifiche ricerche sulla propria farmacia, ma soprattutto imparando a leggere bene
questi dati e inventando i modi più opportuni per applicarli. È arrivato il momento di fare un serio
geomarketing, imparare anche noi a "radiografare" la clientela, per soddisfarne non soltanto i bisogni, ma
anche i desideri. E ancora, lavorare sia sugli scontrini, sia sul traffico, comprendendo che va bene puntare
sulla squadra, ma che il risultato si ottiene dal comportamento di ogni singola postazione. In fin dei conti
basterebbe, dopo aver dato il farmaco, non limitarsi a dire: «Ha bisogno d'altro?», ma sostituire la frase con:
«Forse, dato il suo problema, potrebbe esserle utile quest'altro...». E se il consiglio è giusto -scientificamente
corretto- non si è commercianti, ma professionisti. •
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Reato di doping : quando il farmacista è penalmente responsabile
A cura di Alfonso Marra
La scorsa estate è stato scoperto a Brescia un traffico illegale di sostanze dopanti. Nel mese di luglio sono
state arrestate tre persone e ne sono state indagate altre venticinque, tra le quali molti farmacisti e medici.
Negli esercizi farmaceutici i body builder bresciani hanno comprato [armaci dopanti con ricette mediche false
intestate a ignari assistiti dal Servizio sanitario nazionale con esenzione dal ticket, in modo tale che il costo
venisse addebitato al Ssn. Con un danno, nel caso di specie, di un milione e mezzo di euro. Per analoghe
vicende lo scorso anno nel Brindisino vennero arrestate dieci persone e indagate altre sessantacinque. In
quella occasione le prescrizioni mediche avevano per oggetto addirittura farmaci pericolosissimi, tra cui quelli
destinati ai cavalli. Secondo una ricerca di cui ha dato notizia il 1 ° luglio scorso "Radio 24" del Sole 24 Ore,
ogni anno in Italia si spendono 425 milioni di euro per l'acquisto di farmaci dopanti egli acquirenti sono non
soltanto sportivi professionisti, ma anche semplici dilettanti. I reati che si consumano con lo smercio illegale di
doping vanno dall'associazione a delinquere alla vendita di sostanze pericolose per la salute pubblica. Ed è
proprio la Legge Antidoping del 14 dicembre 2000, la n. 376, "Disciplina della tutela sanitaria delle attività
sportive e della lotta antidoping", a stabilire all'articolo 1 che il bene giuridico tutelato è la salute degli atleti in
senso individuale e collettivo. La sanzione prevista è la reclusione fino a tre anni per chiunque (e, quindi,
anche il farmacista) procuri ad altri, somministri, assuma o fornisca sostanze biologicamente attive di farmaci
aventi natura dopante, ricompresi nelle classi previste dai Dm, il cui impiego non sia giustificato da situazioni
patologiche e che siano idonei a modificare le condizioni psicofisiche e biologiche dell'organismo al fine di
alterare le prestazioni agonistiche degli atleti ovvero siano diretti ad alterare il risultato dei controlli sull'uso di
tali farmaci o sostanze. La sanzione, poi, aumenta fino a sei anni di reclusione se la somministrazione
avviene attraverso canali diversi dalle farmacie. Secondo la Corte di Cassazione (Sezione terza penale,
sentenza n. 36700 del 3 settembre 2004), le indicazioni dei suddetti decreti ministeriali hanno natura
ricognitiva, di tal che anche le sostanze non elencate in essi (per esempio, prodotti galenici confezionati dal
farmacista) che abbiano le medesime proprietà rientrano nella previsione normativa. Senza, ovviamente,
entrare nel merito delle indagini in corso, va precisato che, per affermare la responsabilità penale del
farmacista, non basta che abbia venduto un farmaco dopante a un paziente: è necessaria la prova certa che
egli fosse ben consapevole delle falsità della ricetta presentata e spedita. E ciò in quanto -come sancito dalla
Cassazione nella storica sentenza della Sezione terza penale del 28 marzo 208 n. 8073, meglio conosciuta
come la "decisione sul Coumadin"- il farmacista non è autorizzato a sindacare i trattamenti terapeutici e
farmacologici prescritti dal medico curante, dovendosi viceversa attenere a quando indicato da quest'ultimo,
così come stabilito dal Tuls del 1934 e dal Regolamento per l'esercizio farmaceutico del 1938. Ne deriva prosegue la Cassazione- che il farmacista al quale è stata presentata una ricetta medica non è neppure
tenuto ad accertare se la posologia del farmaco prescritto sia effettivamente corrispondente alle particolari
esigenze terapeutiche del paziente. •
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 28/10/2015
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Sanità e legge
PERSONAGGI
6 articoli
28/10/2015
Pag. 5
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Lo Stato strozza le imprese: restano 61 miliardi di debiti
Nonostante i maxi stanziamenti da 50 miliardi, la cifra da saldare rimane elevata E i tempi d'attesa in Italia
sono i più alti d'Europa: 144 giorni contro i 38 di media Ue
Gian Maria De Francesco
Roma Idebiti della pubblica amministrazione a fine 2014 ammontavano ancora a 70 miliardi di euro. È quanto
rileva uno studio pubblicato dalla Banca d'Italia sui pagamenti effettuati da Stato ed enti locali nei confronti
dei fornitori dal quale emerge che nel biennio 2013-2014, grazie alle ingenti risorse messe in campo dai
governi (dietro la spinta dell'ex commissario Ue e attuale vicepresidente dell'Europarlamento Antonio Tajani),
lo stock si è ridotto a 61 miliardi dal picco di 90 miliardi di tre anni fa, ma in maniera ancora insufficiente. Gli
economisti di Via Nazionale ritengono che i debiti commerciali della Pa, per essere «ricondotti entro limiti
fisiologici» e rispettare le regole Ue, richiederebbero un calo di 50 miliardi rispetto ai 70 della fine dell'anno
scorso. Insomma, il ministero dell'Economia dovrebbe raddoppiare gli sforzi mettendo sul piatto una cifra pari
a quella già erogata ai singoli enti debitori per chiudere una partita che rischia di avere risvolti pericolosi in
ambito comunitario. «Matteo Renzi se ci sei batti un colpo», ha twittato il capogruppo di Forza Italia alla
Camera Renato Brunetta. Da questa constatazione, tuttavia, nasce un interrogativo («Dove sono finiti i soldi
che servivano a pagare i debiti?») cui Bankitalia dà immediata risposta. Gli stanziamenti ad hoc del triennio
2012-2014 sono ammontati a circa 50 miliardi. Ben 31 miliardi sono stati effettivamente destinati al
pagamento delle fatture emesse dai creditori, mentre altri 5 miliardi di sbilanci sono in attesa di saldo. Al netto
di circa 14 miliardi ancora in attesa di destinazione, è ben chiaro che il sistema non ha funzionato. Lo stock
del debito avrebbe, infatti, dovuto registrare un calo molto più consistente. Ne consegue che, mentre si
pagava l'arretrato, «con le risorse messe a disposizione dal ministero dell'Economia si sono accumulati nuovi
debiti commerciali». È un po' quello che accade a Roma (anche se la Capitale è regolata da leggi ad hoc): lo
Stato stanzia risorse per onorare i mutui contratti negli anni e nei decenni scorsi, ma il Campidoglio le usa per
le spese correnti e l'ammontare dell'extradeficit resta sempre sugli stessi livelli. Al grave problema della crisi
di liquidità delle aziende (l'incidenza media del credito sul fatturato è del 40% per industria e servizi e del 30%
per le costruzioni) si aggiunge quella del costo del debito stesso. Alle imprese i finanziamenti bancari per far
fronte al buco creato dai mancati pagamenti sono costati nel 2014 6,4 miliardi di euro sotto forma di interessi
applicati al capitale prestato. Per lo Stato, osserva il centro studi Impresa Lavoro (citato da Bankitalia nel
report), i ritardati pagamenti potrebbero comportare un esborso aggiuntivo di 4,1 miliardi in caso di
adeguamento alla normativa Ue sugli interessi di mora. La Cgia di Mestre ha anche fatto notare che la
pubblica amministrazione italiana è la peggiore pagatrice d'Europa. I fornitori sono saldati con un'attesa
media di 144 giorni, contro i 38 giorni della media Ue. Il confronto con i nostri diretti concorrenti è impietoso.
La Francia onora le scadenze dopo 62 giorni, l'Olanda in 32 giorni, la Gran Bretagna in 24 giorni e la
Germania dopo 19 giorni. Gli artigiani mestrini hanno inoltre evidenziato come, al netto dell'importo ceduto in
pro soluto, siano ancora 61 i miliardi di debito che la pubblica amministrazione deve alle imprese fornitrici.
«Se si chiede alle imprese di scommettere sull'Italia, bisogna che lo Stato le metta in condizione di farlo,
riducendo le tasse e, soprattutto, pagando i suoi debiti», ha chiosato il senatore Andrea Mandelli di Forza
Italia.
LA SITUAZIONE
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30-60
giorni
miliardi L'EGO Debito che la nostra Pa deve alle imprese fornitrici FONTE: Cgia di Mestre I TEMPI DI
PAGAMENTO Tempi previsti per il saldo delle fatture per la direttiva Ue 2013 2014 2015 Differenza rispetto a
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 28/10/2015
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I GUAI DI PALAZZO CHIGI Le inadempienze il caso
28/10/2015
Pag. 5
diffusione:83734
tiratura:155835
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 28/10/2015
60
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media europea Variazione 2015-2014 144 ITALIA Spagna Portogallo Belgio Francia Grecia Olanda Norvegia
Svezia GB Svizzera Germania Media Ue -21 103 -51 +106 +65 129 94 -35 +56 68 69 +1 +31 59 62 +3 +24
49 -106 +11 40 40 0 +2 44 32 -12 -6 34 32 -2 -6 35 32 -3 -6 40 24 -16 -14 35 19 -16 -19 58 38 -20 165 154
155
28/10/2015
Pag. 8 Ed. Bari
diffusione:24843
tiratura:35894
Ospedali psichiatrici giudiziari Puglia in ritardo sulle residenze
La denuncia di D'Ambrosio Lettieri: si rischiano sanzioni
l Il ministero della Salute avrebbe inviato una lettera a Piemonte, Veneto, Toscana-Umbria, Lazio, AbruzzoMolise, Campania, Puglia e Calabria per sollecitare il passaggio dagli Ospedali psichiatrici giudiziari alla
realizzazione delle Rems, le residenze per la esecuzione delle misure di sicurezza, praticamente strutture
sanitarie a tutti gli effetti, in adempimento alla legge 81 del 31 marzo 2014. «Come pienamente previsto accusa Luigi D'Ambrosio Lettieri , senatore dei Conservatori e Riformisti - la maggior parte delle Regioni è
inadempiente e la situazione si sta facendo drammatica. Il risultato è che vi sono ancora 5 Opg aperti, in
pieno spregio della legge e le Rems operative sono al collasso. Altro che sollecito. Qui occorrerebbe
procedere con i poteri commissariali come prevede la legge perché siamo fuori tempo massimo». Le Rems
non sono disponibili nella maggior parte delle regioni, ma andava costruito «un nuovo sistema per offrire
servizi adeguati che non fossero Opg in scala minore. La situazione all'interno degli Opg è stata anche
oggetto di una indagine da parte della Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficienza del servizio
sanitario. Molte ombre e pochissime luci - dice - considerato che appariva chiaro come gli OPG non
assolvessero quasi per nulla il compito di cura della persona autrice di reato affetta da disturbi psichiatrici,
occupandosi quasi esclusivamente dell'aspetto relativo alla detenzione». Ora «tempo non ce n'è più e si
rischiano sanzioni salate che alla fine sarebbero i cittadini a pagare».
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 28/10/2015
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SANITÀ 1 MOLTE REGIONI NON HANNO ANCORA PROVVEDUTO A CREARE LE «REMS»
27/10/2015
Pag. 4
tiratura:120000
È GIÀ DISPONIBILE NELLE FARMACIE MILANESI Sono disponibili nelle farmacie delle provincie di Milano,
Lodi e Monza Brianza, i vaccini contro l'in uenza per la stagione 2015-2016. In farmacia il vaccino è
acquistabile da tutti i cittadini con prescrizione medica (ricetta bianca). A breve partiranno le campagne a
favore della vaccinazione dei soggetti a rischio da parte delle ASL sul territorio, per garantire gratuitamente la
vaccinazione ad anziani, malati cronici e operatori sanitari. Negli ultimi anni è calato drasticamente il numero
delle vaccinazioni tra quelli che gli esperti hanno giudicato come errori che hanno allontanato molte persone,
anche soggetti a rischio, dalla vaccinazione. «L'in uenza può essere molto pericolosa per i soggetti sani e
ancor di più per chi è a rischio», ammonisce Annarosa Racca, Presidente di Federfarma Lombardia.
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 28/10/2015
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INFLUENZA, ECCO IL VACCINO
27/10/2015 13:26
Sito Web
Dagospia
SI È MAI VISTO UN MINISTRO DELL'INTERNO FAVOREVOLE A PIÙ
CONTANTE?
Pierfrancesco Borgia per "il Giornale" dario franceschini michela di biaseParlarne entro le mura sigillate del
Consiglio dei ministri è un conto. Ripetere pubblicamente (in questo caso nel corso di un'intervista
radiofonica) le stesse cose è un altro. Dario Franceschini boccia l'idea dell'innalzamento della soglia del
pagamento in contanti. Non gli piace l'idea che si possano spendere fino a 3mila euro cash . «L'ho detto
anche in Consiglio dei ministri - afferma ai microfoni di Radio 24 - dopodiché, come è giusto che sia, mi
adeguo alla maggioranza». «Con Alfano - aggiunge - abbiamo discusso più volte. Questa volta ha vinto lui».
Insomma non c'è una visione condivisa su un tema tanto controverso come l'uso del contante e il modo più
efficace di sconfiggere l'evasione fiscale. E il dato che emerge è che all'interno della maggioranza di governo
ci siano due ben distinti modi di vedere le cose. Almeno secondo quanto riferito dallo stesso ministro della
Cultura nel corso dell'intervista radiofonica. Un'ammissione di sconfitta, la sua, che fa il paio con il
compiaciuto autoriconoscimento dei rappresentanti di Ncd. A iniziare proprio da Angelino Alfano che su
Twitter conferma: «Su innalzamento tetto contante Franceschini dice che ho vinto. Ha ragione e vigileremo
perché la vecchia sinistra non ottenga passi indietro».dario franceschini maurizio stirpe luigi abete A mettere
il cappello sulla modifica riguardante il contante nella Legge di Stabilità insomma è l'Ncd. «L'elevazione del
tetto all'uso del contante - spiega Valentina Castaldini, portavoce dell'Ncd - è solo una delle tante battaglie
che abbiamo portato a casa». Le fa eco Maurizio Lupi che prova pure a disinnescare la «mina Cantone». Il
presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione aveva infatti ricordato la sua contrarietà. «Non credo, però, aveva spiegato Cantone - che l'aumento di per sé porterà la crescita dell'evasione fiscale, ma credo sia
sbagliato essere arrivati a 500 e risalire a 3.000. Una volta che si stabiliscono delle regole bisogna stare
attenti a cambiarle». ALFANO RENZILupi sottolinea proprio questo passaggio, visto che a parlare non è un
pericoloso evasore ma il magistrato chiamato a dirigere l'Anac. «La sinistra in questo Paese - chiosa Lupi - ha
sempre bisogno di un nemico, e quando non lo trova se lo crea. Persa la battaglia sulla legge elettorale e
sulla riforma costituzionale adesso grida al pericolo "contante". Non la rassicurano nemmeno le parole
documentatissime del ministro Padoan, che pure in passato era in linea di principio contrario». Da ministro
dell'Istruzione, Stefania Giannini, non può non farne una «questione culturale». L'ex esponente di Scelta
civica, ora approdata al Pd, prova a stemperare la polemica. «Non penso che sia il tetto di spesa del contante
ad aiutare o meno l'evasione: questo è un fenomeno culturale prima ancora che amministrativo».angelino
alfano 2 Come al solito, il delicato dibattito sul tetto del contante si sposta in casa Pd, per dimostrare, se
ancora ce ne fosse bisogno, che il partito è tutt'altro che pacificato da una visione comune. Alla Giannini
risponde Francesco Boccia, presidente della Commissione bilancio della Camera, intervenendo a Un giorno
da pecora (Radiodue). «Con la scelta di mettere nella Legge di Stabilità il tetto dei contanti a tremila euro spiega Boccia - Renzi è convinto di dare una scossina ai meccanismi che fanno girare i soldi. Io però sono
contrario».raffaele cantone «Sulla legge di Stabilità la puntuale levata di scudi della minoranza Pd non
promette niente di buono - replica il senatore Andrea Mandelli, capogruppo di Forza Italia in Commissione
Bilancio - l'aumento del tetto per l'uso del contante non si tocca. Anche perché, insieme al taglio delle tasse
sulla casa, è l'unica cosa buona nella manovra».francesco boccia
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Politica
27/10/2015 10:21
Sito Web
IlFarmacistaOnline.it
Il ministero della Salute ha inviato una lettera alle Regioni per sollecitare il passaggio dagli Ospedali
psichiatrici giudiziari alla realizzazione delle Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza, in
adempimento della legge 81/2014. "La maggior parte delle Regioni è inadempiente e la situazione si sta
facendo drammatica. Vi sono ancora 5 Opg aperti, in pieno spregio della legge e le Rems operative sono al
collasso".
27 OTT - "Il ministero della Salute ha inviato una lettera a Piemonte, Veneto, Toscana-Umbria, Lazio,
Abruzzo-Molise, Campania, Puglia e Calabria per sollecitare il passaggio dagli Ospedali psichiatrici giudiziari
alla realizzazione delle Rems, le residenze per la esecuzione delle misure di sicurezza, praticamente strutture
sanitarie a tutti gli effetti, in adempimento alla legge 81 del 31 marzo 2014. Come pienamente previsto, la
maggior parte delle Regioni è inadempiente e la situazione si sta facendo drammatica. Il risultato è che vi
sono ancora 5 Opg aperti, in pieno spregio della legge e le Rems operative sono al collasso". Lo dichiara in
una nota il componente della commissione Sanità del Senato, Luigi d'Ambrosio Lettieri (Cor). "Sono stato un
forte sostenitore della necessità di superare gli Ospedali psichiatrici giudiziari. Un segno di civiltà, oltre che di
necessità sanitaria. Ma quello che poteva e doveva essere un new deal, è diventato quasi un titolo senza
contenuti perché le difficoltà non sono affatto superate. Non solo perché le Rems non sono disponibili nella
maggior parte delle regioni, ma anche perché c'era una sfida da vincere che non è stata debitamente
affrontata. Mi riferisco alla costruzione di un nuovo sistema che implicasse una rivoluzione culturale ed etica
nell'approccio alla psichiatria giudiziaria per offrire servizi adeguati che non fossero Opg in scala minore prosegue il senatore - . La situazione all'interno degli Opg è stata anche oggetto di una indagine da parte
della Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficienza del servizio sanitario. Molte ombre e pochissime
luci, considerato che appariva chiaro come gli OPG non assolvessero quasi per nulla il compito di cura della
persona autrice di reato affetta da disturbi psichiatrici, occupandosi quasi esclusivamente dell'aspetto relativo
alla detenzione, senza offrire, quindi, alcuna soluzione adeguata". "Mantenimento della sicurezza dei
pazienti, del personale e del pubblico; realizzazione di un ambiente terapeutico rassicurante e protettivo,
senza apparire oppressivo; inserimento positivo della struttura residenziale nella comunità locale: sono tre
aspetti fondamentali che richiedono la necessaria integrazione di ruoli e competenze tra i vari attori in campo,
attraverso una efficace collaborazione inter-istituzionale sul territorio. Tempo non ce n'è più e si rischiano
sanzioni salate che alla fine sarebbero i cittadini a pagare", conclude d'Ambrosio Lettieri.
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Superamento Opg. D'Ambrosio Lettieri (Cor): "Che fine hanno fatto le
Rems? In Puglia nessuna traccia. Si rischiano sanzioni"
27/10/2015
Sito Web
QS - QuotidianoSanita.it
Superamento Opg. D'Ambrosio Lettieri (Cor): "Che fine hanno fatto le
Rems? In Puglia nessuna traccia. Si rischiano sanzioni"
Il ministero della Salute ha inviato una lettera alle Regioni per sollecitare il passaggio dagli Ospedali
psichiatrici giudiziari alla realizzazione delle Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza, in
adempimento della legge 81/2014. "La maggior parte delle Regioni è inadempiente e la situazione si sta
facendo drammatica. Vi sono ancora 5 Opg aperti, in pieno spregio della legge e le Rems operative sono al
collasso".
27 OTT - "Il ministero della Salute ha inviato una lettera a Piemonte, Veneto, Toscana-Umbria, Lazio,
Abruzzo-Molise, Campania, Puglia e Calabria per sollecitare il passaggio dagli Ospedali psichiatrici giudiziari
alla realizzazione delle Rems, le residenze per la esecuzione delle misure di sicurezza, praticamente strutture
sanitarie a tutti gli effetti, in adempimento alla legge 81 del 31 marzo 2014. Come pienamente previsto, la
maggior parte delle Regioni è inadempiente e la situazione si sta facendo drammatica. Il risultato è che vi
sono ancora 5 Opg aperti, in pieno spregio della legge e le Rems operative sono al collasso". Lo dichiara in
una nota il componente della commissione Sanità del Senato, Luigi d'Ambrosio Lettieri (Cor). "Sono stato un
forte sostenitore della necessità di superare gli Ospedali psichiatrici giudiziari. Un segno di civiltà, oltre che di
necessità sanitaria. Ma quello che poteva e doveva essere un new deal, è diventato quasi un titolo senza
contenuti perché le difficoltà non sono affatto superate. Non solo perché le Rems non sono disponibili nella
maggior parte delle regioni, ma anche perché c'era una sfida da vincere che non è stata debitamente
affrontata. Mi riferisco alla costruzione di un nuovo sistema che implicasse una rivoluzione culturale ed etica
nell'approccio alla psichiatria giudiziaria per offrire servizi adeguati che non fossero Opg in scala minore prosegue il senatore - . La situazione all'interno degli Opg è stata anche oggetto di una indagine da parte
della Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficienza del servizio sanitario. Molte ombre e pochissime
luci, considerato che appariva chiaro come gli OPG non assolvessero quasi per nulla il compito di cura della
persona autrice di reato affetta da disturbi psichiatrici, occupandosi quasi esclusivamente dell'aspetto relativo
alla detenzione, senza offrire, quindi, alcuna soluzione adeguata".
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