Globalizzazione economica

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Globalizzazione economica
Globalizzazione economica
Docente: Antonio Forte
Lezione 12
La cronologia della crisi (cap.3)
La cronologia della crisi - 1
La crisi dei mutui sub-prime affonda le radici
nell’abbandono del Gold Exchange Standard
del 1971 e nella deregolamentazione
bancaria e finanziaria dei decenni ’80 e ’90.
A ciò si è abbinato, negli anni precedenti lo
scoppio della crisi, una politica monetaria
molto espansiva della Fed, che aveva ridotto
il tasso di interesse di riferimento dal 6
all’1% tra 2001 e 2003.
La cronologia della crisi - 2
I bassi tassi di interesse hanno incoraggiato
le
famiglie
americane
ad
indebitarsi,
soprattutto per l’acquisto di abitazioni.
La
deregolamentazione
ha
favorito
l’erogazione di mutui anche a soggetti poco
affidabili.
I prezzi delle case cominciano a salire,
favorendo ulteriore richiesta ed erogazione di
credito.
La cronologia della crisi - 3
La crescita del valore degli immobili
favorisce i processi di cartolarizzazione e la
stessa quotazione dei titoli cartolarizzati.
Aumenta la quota dei mutui cartolarizzati
sul totale dei mutui erogati: il rischio passa
dalle banche ai mercati finanziari.
Grazie alla cartolarizzazione, le banche
possono permettersi di erogare mutui a
persone poco affidabili, visto che il rischio
viene trasferito ad altri soggetti e non
rimane nelle banche.
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Tra metà 2004 e metà 2006 il tasso
stabilito dalla Fed sale dall’1 al 5,25%.
Gradualmente le famiglie non riescono più
a ripagare i mutui, visto che l’aumento dei
tassi di interesse fa aumentare l’importo
delle rate.
Le insolvenze aumentano e il mercato
immobiliare inverte la rotta mostrando
riduzioni di prezzo degli immobili.
È l’inizio del collasso!
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La crisi di fiducia sulla solvibilità dei
prenditori sub-prime contagia tutti i mercati
finanziari.
Le obbligazioni strutturate perdono di valore
e le agenzie di rating si svegliano
cominciando a ridurre il voto di questi titoli
cartolarizzati. Si scopre che il mercato è
molto più opaco di come lo si immaginava.
Cominciano le 5 fasi della crisi finanziaria
internazionale
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1) inizio-salvataggio Bearn Stearns (ago 07
– mar 08)
2) da salvataggio BS a fallimento Lehman
Brothers (mar 08-set 08)
3) da LB al crollo dei mercati finanziari (set
08-ott 08)
4) da crollo mercati a recessione (nov 08mar 09)
5) da recessione a segnali di ripresa (mar
09-…)
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Fase 1
9 agosto 2007: 3 fondi di investimento
europei vengono sospesi perché non si era
più in grado di stabilire il valore dei titoli
legati ai mutui sub-prime
I titoli legati ai mutui subiscono pesanti
perdite e una netta contrazione degli scambi
Sempre il 9 agosto la BCE interviene con
una iniezione straordinaria di liquidità per
calmare il mercato interbancario, ma i tassi
rimangono elevati.
La cronologia della crisi - 9
Il 19 settembre fallisce Northern Rock,
banca inglese molto esposta a finanziamenti
a breve termine. Non riesce a rinnovare le
passività a breve termine, entra in crisi di
liquidità, crisi di fiducia dei correntisti, corsa
agli sportelli, fallimento.
Cominciano ad essere pubblicate le perdite
delle banche dovute ai mutui sub-prime e ci
si accorge che esse ammonteranno a
diverse centinaia di miliardi di dollari.
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La cronologia della crisi - 12
I mercati tendono a bloccarsi, soprattutto
quelli dove si scambiano i titoli legati ai
mutui. Le banche entrano nel vortice della
crisi.
La Fed interviene in due modi:
1)Incrementa la liquidità fornita alle banche,
per
evitare
che
vendano
attività
peggiorando la situazione
2)Decide di acquistare direttamente i titoli
spazzatura in modo da aumentarne la
quotazione e dare fondi a chi vuole venderli.
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La Fed, inoltre, riduce i tassi di riferimento
(anche convocando una riunione d’urgenza!)
e inizia a fornire liquidità anche a
intermediari prima non ammessi alle sue
aste.
La banca Bear Stearns si trova in difficoltà
con le passività a breve termine (raccolta)
che non riesce a rinnovare. Era una banca
molto presente nei mercati dei derivati. Per
evitarne il fallimento la Fed concede un
prestito di 29 miliardi a JPMorgan che
compra BS
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Fase 2
I problemi di liquidità (temporanei) si
trasformano pian piano in problemi di
solvibilità (strutturali).
La riduzione del valore degli immobili induce
molte istituzioni creditizie a svalutare il
valore degli immobili nei bilanci e delle
garanzie.
Tra le istituzioni colpite ci sono Fannie Mae e
Freddie Mac, istituzioni semipubbliche che
investivano nel mercato immobiliare.
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Il Tesoro americano cerca di salvare le due
istituzioni prima acquistandone le azioni e
poi decidendo di nazionalizzarle. Fannie e
Freddie detenevano il 50% dei mutui
immobiliari in circolazione.
Il crollo di queste due istituzioni rende
ancora più precaria la situazione e riduce
ulteriormente la fiducia sulle banche, anche
sulle grandi banche d’affari.
L’occhio viene puntato su Lehman Brothers,
molto esposta al mercato immobiliare.
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La finanza, l’opinione pubblica e i mercati si
attendono un intervento di Fed e Tesoro
americano per salvare LB, come fatto con
Bearn Stearns.
Questo intervento non si manifesta e il 15
settembre 2008 LB fallisce. Il più grande
fallimento statunitense mai registrato: LB
aveva 613 miliardi di dollari di debiti.
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Fase 3
Il 16 settembre Tesoro e Fed cambiano rotta
e salvano l’assicurazione AIG, la più grande
al mondo. Capiti i legami sistemici tra le
istituzioni finanziarie si decide di intervenire
per salvare AIG ed evitare la catastrofe
finanziaria.
Nonostante ciò, il fallimento di LB scatena il
panico. I fondi di investimento svalutano le
attività, le famiglie cominciano a chiedere la
restituzione degli investimenti. Crisi di
liquidità dei fondi.
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Il Tesoro interviene garantendo i fondi
monetari.
Le banche d’affari si trasformano, su
autorizzazione Fed, in banche commerciali,
per poter avere liquidità dalla Fed.
La banca Washington Mutual, la più grande
S&L, viene salvata dal Governo e ceduta a
JPMorgan.
Per fermare il peggioramento della crisi il
Governo USA vara, non senza difficoltà, un
piano di acquisto di titoli da 700 miliardi di $
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A fine settembre 2008 la crisi si sposta in
Europa. Islanda nazionalizza banca Glitnir,
Germania salva Hypo Real Estate, Olanda e
Belgio salvano Fortis e Dexia, Uk nazionalizza
Bradford&Bingley, Irlanda garantisce i depositi
delle maggiori banche.
8 ottobre 2008 Fed, Bce, Boe, B Canada,
tagliano insieme i tassi.
Est Europa in difficoltà: Ungheria, Ucraina,
Islanda chiedono fondi al FMI (vi ricordate il
questionario?).
Crisi economica anche in america latina (sboom
materie prime) e Asia
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Fase 4
L’economia reale mostra crepe.
Per fortuna le BC reagiscono con forza
iniettando liquidità e riducendo i tassi: a
dicembre 2008 Fed fissa i tassi tra 0 e
0,25% (rimasti invariati fino ad oggi), la
BCE taglia da ott 08 a mar 09 da 2,75 a
1,5%.
Si riducono le tensioni sui mercati
interbancari e gli spread si placano
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Fase 5
La situazione tende a migliorare grazie alle
politiche fiscali e monetarie espansive.
Le BC: -immettono liquidità –creano eccesso
di riserve nelle banche (quantitative easing)
–acquisto di obbligazioni pubbliche e private
(credit easing).
La Fed fa quantitative e credit easing più
ampi della BCE. Maggior stimolo.
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Gli acquisti di titoli pubblici da parte della
Fed contribuiscono a ridurre le pressioni sui
tassi di interesse.
I dati di bilancio delle banche statunitensi
iniziano a migliorare.
I ripetuti summit internazionali pongono
l’accento sullo stimolo all’economia.
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Nel 2009, nonostante questi interventi,
l’economia andò decisamente male.
Il Pil mondiale subì una contrazione dello
0,7% (+4,2% annuo nel 2002-08).
Il Pil dei Paesi sviluppati si contrae del 3,7%
(+2,2% annuo nel 02-08).
Usa: -3,5%. UK: -4,9%. EA: -4,3%. Cina:
+9,2%. India: +6,8% (Italia -5,2%).
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Nel 2010 la situazione migliora.
I tassi di variazione del Pil ritornano positivi.
Rimane una sostanziale differenza tra Paesi
sviluppati e Paesi in sviluppo, con i primi che
crescono meno anche nel 2010.
Si
iniziano
a
sentire
gli
scricchiolii
provenienti dall’Area Euro.
Si può affermare, però, che gli interventi di
Governi e BC hanno evitato il ripetersi di
una crisi tipo ’29!.