Il vaccino vivo “Sterne” - Associazione Consigli Ordini Provinciali
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Il vaccino vivo “Sterne” - Associazione Consigli Ordini Provinciali
Contributi pratici 09_settembre_2007_DEF.qxp 19-09-2007 18:38 Pagina 404 Il vaccino vivo “Sterne” nella profilassi del carbonchio ematico in Italia G. Garofolo A. Fasanella D. Chiocco S. Sciasciamacchia IZS della Puglia e della Basilicata Centro di Referenza Nazionale per l’Antrace - Foggia Parole chiave: - carbonchio ematico, - Sterne 34F2, - vaccino. F. Ciuchini R. Adone I.S.S. Roma Introduzione In Italia il carbonchio ematico è una malattia endemica a carattere sporadico che colpisce prevalentemente gli animali erbivori al pascolo. Ogni anno si registrano un numero ridottissimo di episodi localizzati prevalentemente nelle regioni centrali, meridionali e insulari, mentre sono rare le segnalazioni in quelle dell’Italia settentrionale. Nonostante in questi ultimi anni siano stati segnalati episodi carbonchiosi a carattere epidemico (Fasanella et al.,2007), possiamo affermare che rispetto al passato, i focolai di carbonchio ematico, che in genere tendono a coinvolgere pochi animali, sono sensibilmente diminuiti e questo grazie alle campagne di profilassi vaccinale avviate fin dagli anni ‘50. A differenza della quasi totalità dei Paesi del mondo che utilizza il vaccino Sterne (Turnbull, 1998), in Italia venivano utilizzati due tipi di vaccini vivi attenuati, ambedue prodotti e distribuiti dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata (IZS PB). Nella profilassi del carbonchio ematico degli ovini e dei bovini veniva utilizzato il vaccino Carbosap, costituito da una sospensione di spore vive di un ceppo attenuato di B. anthracis, capsulato e tossigeno, allestita in soluzione fisiologica con saponina all’1%. Nella profilassi del carbonchio ematico degli equini e dei caprini, invece, veniva utilizzato un vaccino Pasteur 1° tipo, costituito da una sospensione di spore vive di un ceppo attenuato di B. anthracis capsulato e atossigeno, allestita in soluzione fisiologica con saponina all’1%. Nonostante le prime prove sperimentali per l’introduzione del vaccino Sterne in Italia risalgano ai primi anni ‘70, solo nel 2006 esso è stato introdotto come vaccino ufficiale nelle campagne di profilassi contro il carbonchio ematico. L’assenza di patogenicità del ceppo vaccinale Sterne, strettamente legata alla mancanza della capsula, garantisce una elevata riduzione dei rischi e offre il vantaggio di po- 9 / 404 09_settembre_2007_DEF.qxp 19-09-2007 18:38 ter essere utilizzato in tutte le specie di animali da reddito (bovini, ovini, equini e caprini). I diversi test a cui è stato sottoposto il vaccino Sterne, sono stati descritti in un apposito dossier e presentati al Ministero della Salute. Nel 2006 il Ministero della Salute, sentito il parere del Consiglio Superiore di Sanità ha autorizzato l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata (IZSPB) a produrre il vaccino Sterne e ha incaricato l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) di effettuare il collaudo di ogni lotto vaccinale presso la sede di produzione allo scopo di assicurare che tutte le procedure di allestimento e controllo dei lotti vaccinali avvengano nel rispetto delle norme di sicurezza dettate dalla Farmacopea Ufficiale Italiana. Questa forma di controllo è stata stabilita di concerto tra il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata (IZSPB) in quanto trattasi di un vaccino non registrato (quindi non commerciabile) che viene distribuito ai veterinari del Servizio Sanitario Nazionale previa autorizzazione dei servizi veterinari regionali. Questa breve nota è la sintesi del lavoro di oltre tre anni in cui sono stati effettuati molti test che garantissero la validità, l’efficacia e soprattutto l’innocuità del vaccino Sterne. Sono stati adottati criteri rigidissimi che sono andati ben oltre quelli richiesti dalle vigenti normative nazionali ed europee perché era necessario addivenire ad un prodotto che si ponesse come uno dei più sicuri nell’ambito di quelli presenti sulla scena mondiale. Allo stato attuale presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata (IZSPB) viene prodotto un lotto di vaccino Sterne ogni anno sul quale vengono effettuati tutti i test descritti tranne quelli relativi alla patogenicità residua nella cavia e nel topo, innocuità della somministrazione di una dose ripetuta e lo studio di campo. Pagina 405 Il vaccino Sterne italiano Il ceppo utilizzato per l’allestimento del vaccino è lo Sterne 34F2, ceppo di B. anthracis attenuato, tossigeno e acapsulato, che possiede solo il plasmide pXO1, responsabile della produzione delle tossine, mentre è privo del plasmide pXO2 che codifica la capsula. Il vaccino è costituito da una sospensione di spore vive in soluzione fisiologica contenente saponina allo 0,5% contrariamente ad altri Paesi dove il vaccino Sterne è adiuvato ad un mix di saponina e glicerina. La dose vaccinale è di 1 ml e contiene circa 1,3x107 ± 20% spore per gli animali a- dulti (bovini, ovini, equini e caprini). Per gli animali sotto i 6 mesi si utilizza una dose dimezzata. Saggi di controllo I lotti di vaccino Sterne sono sottoposti ad una serie di controlli secondo le indicazioni della Farmacopea Ufficiale Italiana ed Europea e del “Manuale di Standard per Test Diagnostici e Vaccini” dello OIE, rispetto alle quali, tuttavia, sono state adottate alcune modifiche, non sostanziali, che hanno reso i saggi più precisi e rigorosi. Identificazione L’identificazione del ceppo vaccinale Sterne di B. anthracis, viene eseguita medi9 / 405 ante saggi morfologici, colturali e biochimici come da Farmacopea, integrati da specifici test biomolecolari (OIE, 2004; Fasanella et al., 2001; Fasanella et al., 2005; Muscillo et al., 2005) Vitalità delle spore Nel corso della fase sperimentale, una sospensione di spore del ceppo Sterne allestita in soluzione fisiologica e contenente saponina allo 0,5%, conservata in frigo a + 4 °C, è stata sottoposta a controlli periodici per circa due anni. Ad intervalli di tempo regolari, il numero delle spore vive è stato determinato mediante conta delle colonie su piastra, effettuando 4 repliche per ciascuna diluizione. La sospensione del ceppo vaccinale Sterne è risultata avere un numero di spore costante nel tempo, con variazioni che sono sempre rientrate nel range del ± 20% del valore di partenza indicato in etichetta. Contaminazione batterica e fungina Per il controllo della presenza di batteri o funghi contaminanti, la sospensione vaccinale viene sottoposta ad esami colturali utilizzando terreni solidi e liquidi appropriati. Patogenicità residua Tali prove, ad integrazione dei saggi indicati dalla Farmacopea, sono state effettuate nel corso della fase sperimentale e finalizzate a determinare nel modo più preciso possibile il grado di patogenicità residua ed il rischio di un recupero di virulenza del ceppo vaccinale (Fasanella et al., 2001). Le prove sono state effettuate su cavie di 300-350 g e topini adulti di 20-25 g. Sia le cavie che i topini sono stati inoculati per via sottocutanea con 0,25 ml della sospensione vaccinale. Il vaccino Sterne è risultato completamente avirulento per entrambe le specie. Innocuità I saggi di innocuità sono stati effettuati seguendo i criteri generali di valutazione dell’innocuità dei vaccini per uso veterinario e la monografia specifica della Farmacopea Ufficiale Italiana per l’allestimento dei vac- 09_settembre_2007_DEF.qxp 19-09-2007 18:38 Pagina 406 Contributi pratici cini vivi sporulati del carbonchio ematico. Sono state utilizzate capre di circa 6 mesi di età in quanto categoria animale più sensibile fra le specie bersaglio. Sono stati effettuati tre tipi di prova. a) Innocuità della somministrazione della dose singola: due capre di circa 6 mesi sono state inoculate sottocute con una dose vaccinale d’uso (0,5 ml). Le capre sono tenute in osservazione per 14 giorni. b) Innocuità della somministrazione di una dose in eccesso: due capre di circa 6 mesi sono state inoculate sottocute con una dose doppia (1 ml) e due capre della stessa età sono state inoculate con una quantità di spore esattamente 10 volte la dose d’uso (5 ml). Da tali animali sono stati prelevati campioni di sangue per 10 giorni sui quali sono stati effettuati esami microbiologici per l’isolamento di eventuali forme vegetative del batterio. c) Innocuità della somministrazione di una dose ripetuta: due capre di circa 6 mesi sono state sottoposte alla somministrazione ripetuta di una singola dose d’uso (0,5 ml) per verificare l’eventuale capacità del vaccino di indurre shock anafilattici. Le capre sono state vaccinate tre volte con la dose d’uso a distanza di una settimana e tenute in osservazione per 14 giorni dall’ultima vaccinazione per evidenziare i segni di reazioni locali o generali. Il vaccino è stato sempre inoculato nel sottocute della parte interna della coda. Durante il periodo di osservazione, 14 giorni, è stata registrata la temperatura rettale come criterio obiettivo di valutazione dell’innocuità. Nessun animale sottoposto ai saggi di innocuità ha evidenziato reazioni sistemiche ad eccezione di un modesto e temporaneo arrossamento nel punto di inoculo del vaccino. La temperatura registrata ha evidenziato rialzi fisiologici rientrati successivamente nei valori della norma, anche nei soggetti inoculati con dosi in eccesso. Non sono mai stati registrati processi a carattere necrotico. Gli esami batteriologici effettuati sul sangue delle capre vaccinate con 10 dosi sono risultati sempre negativi. L’assenza di reazioni locali o generali nelle capre vaccinate con tre dosi ripetute a breve distanza ha escluso la presenza, nel vaccino, di sostanze che predispongano l’organismo a shock anafilattici. Attività biologica Nonostante la Farmacopea Italiana e il manuale OIE suggeriscano la cavia come modello animale per le prove di efficacia del- lo Sterne, in questo studio la prova di protezione è stata effettuata utilizzando il coniglio perché risulta l’animale di laboratorio più sensibile alla tossiemia, causa principale dell’azione letale di B. anthracis, e manifesta una più costante evoluzione della sintomatologia carbonchiosa (Zaucha GM, et al., 1998). La Dose letale 50 (DL50) è stata preferita alla Dose Letale Minima (DLM) prevista dalla Farmacopea Ufficiale Italiana perché l’elaborazione statistica risulta più accurata. Il test è stato eseguito su 14 conigli del peso di circa 1,5 kg, suddivisi in due gruppi, il gruppo A, costituito da 10 conigli e quello B, costituito da 4 conigli. Gli animali appartenenti al gruppo A sono 9 / 406 stati vaccinati con 1/10 della dose d’uso prevista. La vaccinazione è stata eseguita per via sottocutanea sul dorso, nella regione interscapolare. Un richiamo, con le stesse modalità, è stato eseguito dopo 21 giorni. I conigli del gruppo B, non vaccinati, sono stati tenuti come controllo. A 14 giorni dalla seconda vaccinazione, tutti i conigli sono stati sottoposti al challenge; come ceppo patogeno per l’infezione è stato utilizzato un ceppo italiano di B. anthracis classificato come A0843 (cluster A1a, genotipo 3). I conigli del gruppo A sono stati infettati con 200 DL50, mentre quelli di controllo sono stati infettati con 20 DL50. Tutti i conigli vaccinati sono sopravvissuti al challenge; non sono stati evidenziati sintomi clinici conseguenti alla vaccinazione o all’infezione sperimentale ad eccezione di un piccolo nodulo nel punto di inoculo del vaccino. Al contrario, i soggetti appartenenti al gruppo di controllo sono deceduti tra le 48 e 96 ore dall’infezione. Tutti i soggetti deceduti, sottoposti a esame necroscopico, hanno evidenziato lesioni anatomo-patologiche specifiche; gli esami microscopico, batteriologico e biomolecolare hanno sempre confermato la diagnosi di carbonchio ematico. Studi di campo A supporto dei saggi di laboratorio sono stati effettuati studi di campo sulle specie bovina, ovina e caprina attraverso il rilievo degli anticorpi indotti dal vaccino. Gli animali, dieci per ogni specie, tutti di oltre 6 mesi di età, sono stati inoculati secondo lo schema vaccinale che prevede una vaccinazione sottocute con 1 ml seguita da richiamo a 21 giorni. Tutti i soggetti sono stati sottoposti a visite cliniche e a prelievi prima della vaccinazione (tempo 0), dopo 21 giorni e successivamente a cadenza mensile. Sui prelievi di sangue è stato effettuato il test ELISA per verificare la produzione di anticorpi anti-fattori tossici di B. anthracis come criterio della valutazione dell’attività 09_settembre_2007_DEF.qxp 19-09-2007 18:38 Pagina 407 biologica protettiva (Garofolo et al., 2004). Gli animali sottoposti al programma di vaccinazione non hanno manifestato alcun sintomo clinico. Nel gruppo degli ovini è stata inserita anche una pecora gravida la quale ha regolarmente partorito senza manifestare effetti collaterali. Il test ELISA ha evidenziato un incremento notevole della produzione degli anticorpi subito dopo la vaccinazione di richiamo. In seguito il livello è diminuito in maniera progressiva anche se molto lentamente. Infatti, dopo sei mesi dalla vaccinazione il livello di anticorpi specifici era ancora molto elevato in tutte le specie animali trattate. Conclusioni Il vaccino Sterne è un vaccino largamente utilizzato nel mondo per le sue proprietà protettive e per la sua nota avirulenza a partire da topini adulti di 20-25 grammi (Fasanella et al. 2001). Il vaccino Sterne comporta indubbi vantaggi operativi. Oltre al suo utilizzo per tutte le specie da reddito, che consente un notevole abbattimento dei costi di produzione, la dose vaccinale impiegata risulta di più facile somministrazione e può contribuire a ridurre gli errori legati ai dosaggi molto bassi che caratterizzavano i vaccini precedentemente utilizzati. L’uso del vaccino Sterne facilita altresì le prove di identificazione previste dalla Farmacopea Europea per il controllo di qualità sul prodotto finito, condotte con metodi classici. I risultati delle prove effettuate sul lotto sperimentale di vaccino Sterne prodotto dall’IZSPB, hanno confermato che il vaccino induce una ottima protezione in tutti i conigli vaccinati e risulta ben tollerato nei saggi di innocuità condotti sulla specie più sensibile fra quelle bersaglio, anche quando somministrato in dosi in eccesso o ripetute. L’effetto booster registrato a seguito della seconda vaccinazione suggerisce un protocollo che prevede una prima somministrazione del vaccino seguita da una seconda dopo 21 giorni e da richiami da effettuarsi ogni anno. Il vaccino ha scadenza di un anno, come previsto dalle norme generali europee sui vaccini vivi. Considerazioni L’introduzione del vaccino Sterne rientra nei programmi di miglioramento del sistema di sorveglianza e controllo del carbonchio ematico in Italia, divenuti prioritari a seguito dell’impatto sulla opinione pubblica determinato dagli attacchi bioterroristici negli USA del 2001 e che hanno visto l’IZSPB e l’ISS svolgere un ruolo importante nella gestione del piano di emergenza italiano. Quegli episodi, in cui 5 persone morirono e molte altre furono contaminate a seguito del deliberato rilascio di spore di Bacillus anthracis, rappresentano un punto di svolta nella storia degli agenti altamente patogeni e del loro uso come mezzo di offesa nei confronti della popolazione civile: quello che fino ad allora era considerata solo una remota probabilità era diventata una terribile realtà e un pericoloso esempio che potrebbe essere imitato da chiunque. Come test ufficiale di rilevamento delle spore in campioni sospetti fu adottata una PCR, messa a punto nel corso di una collaborazione scientifica tra IZSPB e ISS, e basata sull’amplificazione di frammenti di DNA del cromosoma e dei due plasmidi di B. anthra- cis (Fasanella et al., 2001, Fasanella et al., 2003). Pur essendo sensibile ed efficace, il test aveva il limite di non permettere la differenziazione tra il ceppo vaccinale Carbosap e un ceppo patogeno (Adone et al., 2002; La Rosa et al., 2006) dato che entrambi possiedono ambedue i plasmidi. Oggi siamo in grado di differenziarli (Fasanella et al., 2005; Muscillo et al., 2005) ma all’epoca questo rappresentava un serio problema perché non si doveva più continuare a produrre e distribuire un ceppo di B. anthracis, che se pur apatogeno, risultava geneticamente simile ai ceppi patogeni. Il ceppo Sterne quindi rappresentava una garanzia anche sotto questo punto di vista in quanto esso è facilmente riconoscibile perché privo del plasmide pXO2 (plasmide codificante la capsula). Gli episodi legati al deliberato rilascio di spore di antrace e il cresciuto livello di attenzione dei governi dei paesi occidentali nei confronti degli agenti altamente patogeni, hanno anche reso necessaria l’adozione di sistemi di sicurezza più efficaci soprattutto in quei laboratori specializzati per la manipolazione di agenti altamente patogeni. I provvedimenti presi a riguardo sono stati tempestivi e hanno portato in breve tempo alla realizzazione sia presso l’IZSPB che l’ISS di laboratori di sicurezza di classe 3a previsti per la manipolazione di microrganismi ad alto rischio (Ciuchini e Adone, 2002) e di locali e armadi di sicurezza per la stabulazione degli animali durante i test di protezione dei vaccini dove è previsto l’utilizzo di ceppi di antrace patogeni. La bibliografia è disponibile sul sito www.ilprogressoveterinario.it