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29 settembre 2016
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INDICE
ANICA - ANICA CITAZIONI
29/09/2016 La Repubblica - Napoli
De Angelis: "Svuotata la Film commission"
5
ANICA - ANICA SCENARIO
29/09/2016 Corriere della Sera - Nazionale
Annecy premia Ranieri come miglior attore
8
29/09/2016 Corriere della Sera - Nazionale
Il papà neohippy
9
29/09/2016 La Repubblica - Nazionale
"No alle bufale in Senato" fermata la proiezione del film sullo studio truffa
11
29/09/2016 La Repubblica - Nazionale
DAL 13 AL 23 OTTOBRE "MOONLIGHT" APRE LA FESTA DEL CINEMA DI ROMA
12
29/09/2016 La Repubblica - Nazionale
Piccioni: fuoco di sbarramento sul nostro cinema
13
29/09/2016 La Repubblica - Nazionale
Ma questa volta non bastano gli aforismi di Woody
14
29/09/2016 Il Messaggero - Nazionale
"Café Society" Allen torna grande con un affresco dell'America anni '30
15
29/09/2016 Il Messaggero - Nazionale
Film anti-vaccini la protesta blocca la proiezione
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29/09/2016 Il Messaggero - Nazionale
Stipendi d'oro Rai il Cda: «Ok al tetto» Ma ci sono eccezioni
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29/09/2016 Il Sole 24 Ore
Tecnologia inutile senza narrazione
19
29/09/2016 Il Fatto Quotidiano
Amanda Knox, la beata di Netflix
21
29/09/2016 Il Fatto Quotidiano
Ben Hur, il remake: l ' epica si è ridotta all ' ippica (digitale)
23
29/09/2016 Il Fatto Quotidiano
Lehman Brothers l ' opera di Massini diventerà un film inglese
25
29/09/2016 Il Tempo - Nazionale
Pure il film sui vaccini che fanno male
26
29/09/2016 Il Tempo - Nazionale
Argentero, Fresi e Angiolini nello scambio di persona
28
29/09/2016 Il Tempo - Nazionale
Il Galà del cinema premia Ranieri e D'Amore
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29/09/2016 La Repubblica - TrovaRoma
RITRATTO DI NERUDA IN FUGA SULLE ANDE
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ANICA WEB - ANICA WEB
28/09/2016 www.ilvelino.it 16:11
Galà del Cinema e della Fiction della Campania, ottava edizione dal 3 al 7 ottobre
32
27/09/2016 www.repubblica.it_solidarieta 16:04
La Hollywood sul Tevere in cerca di rilancio
34
27/09/2016 letteradonna.it 18:00
Fuocoammare, questione di punti di vista
36
29/09/2016 www.optimaitalia.com 00:07
Indivisibili è il miglior film italiano della stagione
37
26/09/2016 rainews.it 16:22
Presentato alla stampa il Roma Web Fest
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ANICA - ANICA CITAZIONI
1 articolo
29/09/2016
Pag. 1 Ed. Napoli
diffusione:251862
tiratura:369812
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IL REGISTA
De Angelis: "Svuotata la Film commission"
GIANNI VALENTINO
A PAGINA XII IL suo film è diventato un caso mondiale ancor prima dell'uscita nelle sale.
Ufficialmente da oggi, arriva in 150 cinema italiani, "Indivisibili": la terza opera di Edoardo De Angelis dopo "Mozzarella Stories" e "Perez." - che fino a lunedì era in lizza per una candidatura alla selezione degli
Oscar quale miglior film in lingua non inglese. La storia diretta dal 38enne cineasta napoletano, interpretata
dalle gemelle Angela e Marianna Fontana al loro debutto (interpretano Viola e Dasy, gemelle siamesi) è
stata elogiata dal premio Oscar Paolo Sorrentino che male ha gradito l'esclusione dalla corsa alla statuetta
americana. L'Italia ha preferito il documentario "Fuocoammare" di Gianfranco Rosi. Così Sorrentino, in
qualità di membro della commissione selezionatrice nazionale dell'Anica, ha voluto ribadire il suo dissenso
per la scelta finale. De Angelis raccoglie l'elogio e rilancia in diretta Facebook su napoli.repubblica.it:
«Sorrentino, ancora una volta, ha dimostrato non soltanto una grande passione per il cinema ma anche una
passione per la verità. E ha deciso di dire quello che pensava.
Mi lusinga. È un sostegno al mio lavoro, che continua serenamente. Questa candidatura, da noi non era
stata nemmeno prevista; quantomeno attendevamo che il film uscisse in sala. Invece in seguito alla
proiezione alla Mostra di Venezia e ad alcune anteprime si è creato un grande entusiasmo. Però mai
superficiale.
Penso che le persone che amano questo film lo amino sinceramente, a prescindere che lo vedano a
Napoli, Milano o Toronto, dove pure abbiamo partecipato al film festival riscuotendo ottimi risultati di critica.
Addirittura hanno inserito "Indivisibili" tra i migliori sette titoli in cartellone. Faccio gli auguri a Gianfranco
Rosi, rispetto e ammiro il suo lavoro. Io sono al mio terzo lungometraggio ed è per me un privilegio
realizzarli in totale libertà come sto facendo». Eppure il territorio campano sopravvive senza una legge
regionale. De Angelis è molto attivo nel Clercc, il comitato che riunisce registi, attori, produttori e
maestranze e raggruppa più di duemila firmatari nella lotta per una regolamentazione del comparto di
settore.
«Io sono del Sud - sottolinea De Angelis - e voglio raccontare le storie nostre. Da qui posso raccontare le
storie degli uomini e delle donne del pianeta. Non voglio andare, non lo farò mai, in quelle regioni le cui film
commission sono più ricche. Dove garantiscono agevolazioni, assicurano mezzi. È assurdo e insensato che
la Film Commission Regione Campania sia svuotata della propria portata; disarmata; che non abbia finanze
e risorse, e sia costretta ad arrangiarsi con due soli dipendenti. Nessun governatore se ne preoccupa. Il
mio fare cinema è un'azione politica. È il mio valore di testimonianza civile. La Campania è una regione
ricca di idee e realtà produttive. Per il cinema e per la fiction. Si produce senza un euro di contributo
pubblico. Adesso non bastano più le manifestazioni di buona volontà. Urge la legge e il relativo bando
affinché il provvedimento sia efficace. Altrimenti riterremo questo atteggiamento degli esponenti politici
profondamente colpevole e ingiusto. Il cinema è un'industria chiave del nostro Paese». "Indivisibili", che è
un racconto, dice De Angelis, «sulla separazione e sul dolore che comporta, e sul concetto che per
crescere bisogna tagliare via un pezzo di sé e probabilmente farsi male», a Castel Volturno. «Quel luogo
spiega il regista - è la sintesi di una bellezza violentata, di una periferia che agogna al centro.
Castel Volturno è il baluardo dell'estetica che guida i miei racconti cinematografici. In ogni angolo di quella
terra puoi ravvisare la compresenza di bellezza e bruttezza. E pure nelle inquadrature che compongo c'è
sempre una forma di disequilibrio. Così come sono splendide e mostruose Dasy e Viola. All'interno di
questo mix c'è l'inquietudine di noi esseri umani. L'altro giorno abbiamo fatto una proiezione proprio lì. Mi
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sono commosso, con gli occhi di un innamorato.
Non è accaduto altrove. Stasera invece saremo al Duel Village di Caserta, città in cui sono cresciuto. Poi
sabato 1 ottobre parteciperemo alla proiezione al cinema Posillipo».
LE TAPPE
1972 Si afferma nel film di Marco Bellocchio "Nel nome del padre". Altri ruoli drammatici negli anni Settanta
con Giuliano Montaldo e Dario Argento 1981 Massimo Troisi lo chiama per il ruolo di Robertino in
"Ricomincio da tre" Una celebre scena che viene girata una sola volta, senza errori nè ripetizioni 1994
Massimo Troisi lo chiama di nuovo per "Il postino", girato tra Procida e Salina L'attore napoletano morirà
subito dopo la fine delle riprese
Foto: DA OGGI NELLE SALE Le attrici Angela e Marianna Fontana. In alto Edoardo De Angelis nella
nostra redazione Il suo film "Indivisibili" esce oggi
ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 29/09/2016 - 29/09/2016
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ANICA - ANICA SCENARIO
17 articoli
29/09/2016
Pag. 43
diffusione:256969
tiratura:369226
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Festival
Annecy premia Ranieri come miglior attore
L'edizione 2016 del festival Annecy Cinema Italien ha premiato Massimo Ranieri come miglior attore per la
sua interpretazione di Pasolini nel film La Macchinazione di David Grieco. «Cari amici, cari membri della
Giuria, caro Jean Gili (patron del Festival, ndr) - ha scritto nei ringraziamenti l'attore -, vi ringrazio dal
profondo del cuore per il premio che avete deciso di conferirmi. Per me si tratta di un riconoscimento
veramente speciale; soprattutto, penso che questo premio debba essere dedicato alla memoria di Pier
Paolo».
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 29/09/2016 - 29/09/2016
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29/09/2016
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Il papà neohippy
L'intervista Il protagonista di «Captain Fantastic» sarà al Festival di Roma Viggo Mortensen: « Film
sull'utopia anticonsumistica E con i soldi della saga degli Anelli faccio l'editore» Prima giravo due o tre film
all'anno: è troppo stressante Adesso scelgo con attenzione i copioni, scrivo e mi dedico alla famiglia
Stefania Ulivi
«Per quanto folle possa sembrare quel padre, la sua è una vera famiglia tenuta insieme da onestà,
curiosità e mutuo rispetto. E anche dagli sbagli». Viggo Mortensen parla con simpatia di Ben Cash, il
protagonista di Captain Fantastic di Matt Ross. Un padre sui generis, in effetti. Invece del Natale, con suoi
sei figli - che con la moglie ha cresciuto tra le foreste del Nord America - festeggia il «Noam Chomsky's
Day» (il 7 dicembre, data di nascita del linguista e filosofo della controcultura americana). Mangiano quel
che coltivano e cacciano nel bosco, ma solo con arco e frecce. È lui stesso a fargli da maestro: storia,
matematica, letteratura, filosofia. I ragazzi - dai nomi eccentrici: Bodevan, Kielyr, Vespyr, Rellian, Zaja, Nai
- conoscono a memoria il «Bill of Rights» e Dostoevskij, ma non sanno come funziona un videogioco.
Cantano e suonano, praticano roccia e arti marziali. E affrontano ogni argomento discutendone con metodo
socratico. Saranno costretti da un evento traumatico a uscire dalla loro bolla e a misurarsi con il mondo
esterno e le sue regole.
L'attore, 57 anni, accompagnerà a Roma Captain Fantastic che è nella selezione ufficiale dell'undicesima
edizione della Festa del cinema (in programma dal 13 al 23 ottobre). Sarà protagonista di uno degli Incontri
ravvicinati della rassegna diretta da Antonio Monda e parteciperà alla sezione «Alice nella città» dove il film
è in concorso.
«Prima di girare, con i ragazzi abbiamo passato alcuni giorni insieme, fatto campeggio, suonato,
arrampicato. Una bella fatica ma divertente», racconta.
Il regista Matt Ross si è ispirato alla sua infanzia vissuta in una comune, senza tv. Lei in cosa sente vicino
questo padre neohippy?
«Lui crede nella sua utopia anticonsumista ma sarà obbligato a confrontarsi con gli altri, a trovare un
compromesso. Il bello del film è che non ci sono buoni o cattivi. Ci credo profondamente: è importante
trovare un modo di convivere anche chi non la pensa come te, fare i conti con altri punti vista. Vale per ogni
relazione, ogni città, ogni nazione».
Anche lei ama Noam Chomsky. Anni fa gli dedicò un suo disco, «Pandemoniumfromamerica».
«Mi trovo in sintonia con quello che scrive e pensa».
E come padre, lei somiglia a Ben?
«Non sono così radicale. Portavo mio figlio in campeggio e da piccolo controllavo cosa guardava in tv e
sono sempre stato attento alle sue opinioni. Ho partecipato alla sua vita più di quanto mio padre abbia fatto
con me e i miei fratelli. Ho fatto errori, certo. Ma non quello di presentarmi come amico. Quando tuo figlio
ha vent'anni inizia un'amicizia adulta, prima devi essere una guida e saper dire dei 'no'. Non 'no perché lo
dico io', piuttosto 'lascia che ti spieghi perché no'».
Da quando è uscito dalla Terra di mezzo, dopo l'ultimo capitolo della trilogia del Signore degli Anelli, si
limita a fare un film all'anno. Stanco di fare l'attore?
«Al contrario. Se ami il tuo lavoro ti ci devi dedicare: scegliere un film, girarlo, promuoverlo. Prima ne
facevo anche tre all'anno, ma è troppo stressante e rischi di non dargli una chance».
Con una parte dei compensi guadagnati grazie a Aragorn ha fondato la sua casa editrice, la Perceval
Press. Continua a fare l'editore?
«Sì, mi piace pubblicare libri. E ho molti interessi: scrivo, faccio musica, mi dedico alla mia famiglia».
A Roma potrebbe incontrare papa Francesco. Condividete la fede calcistica.
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 29/09/2016 - 29/09/2016
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29/09/2016
Pag. 43
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ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 29/09/2016 - 29/09/2016
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«Trovo fantastico che non nasconda la sua passione per il San Lorenzo de Almagro. Tempo fa c'erano
argentini a San Pietro. Uno gli ha detto: 'Sono di Buenos Aires, del quartiere Boca'. E lui: 'Un momento' e
con la mano ha fatto 3 a 1: il giorno prima la nostra squadra aveva battuto il Boca Junior. Il tutto con
naturalezza, con il sorriso sulle labbra».
Come giudica il suo pontificato?
«Straordinario, capace di dare segnali importanti su temi cruciali come i diritti dei gay o il divorzio pur
restando all'interno dell'istituzione che rappresenta. È coerente con la sua idea di avvicinare la religione al
popolo, ciò che aveva già fatto in Argentina».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: Insieme Viggo Mortensen, 57 anni in una scena di «Captain Fantastic» che uscirà nelle nostre sale
con la distribuzione di Good Films. «Prima di girare, con i ragazzi abbiamo fatto campeggio e suonato
insieme. Una bella fatica ma divertente»
Foto: Aragorn Mortensen nei panni di Aragorn nel «Signore degli Anelli»
29/09/2016
Pag. 17
diffusione:251862
tiratura:369812
"No alle bufale in Senato" fermata la proiezione del film sullo studio
truffa
Il lavoro doveva essere presentato al Tribeca Festival : lo stop dopo la bufera su Robert De Niro
MICHELE BOCCI
LA siringa che sputa fuori una nuvola di fumo blu arriva al secondo minuto, subito dopo la rassegna di
notiziari tv che parlano di una epidemia di morbillo partita da Disneyland in California. Musica da thriller,
titoli e poi via alle storie delle famiglie: «Mio figlio stava bene prima, poi gli hanno fatto quella puntura ed è
diventato autistico», è il leitmotiv di genitori disperati. Non sceglie un percorso narrativo complesso l'ex
dottor Andrew Wakefield per esporre le sue teorie nel film "Vaxxed-From cover-up to catastrophe"
(dall'insabbiamento alla catastrofe), tra voci calde fuori campo, presunte gole profonde e tanti malati.
Il film già respinto al Tribeca Festival di De Niro stava per essere presentato in anteprima per l'Europa in
una sala del Senato della Repubblica italiana. Stava perché ieri quando si è diffusa la notizia dell'incontro
dedicato alla pellicola organizzato per il 4 ottobre dall'onorevole Bartolomeo Pepe, ex grillino passato al
gruppo Gal di Tremonti con nel curriculum un tweet agghiacciante sull'omicidio della parlamentare inglese
Joe Cox, Pietro Grasso è riuscito a bloccare tutto. Il presidente ha convinto quelli di Gal a disdire
l'appuntamento. «Lo faremo altrove - ha detto Pepe - stiamo cercando una sala dove guardare la pellicola
lo stesso giorno». Se anche non dovesse riuscire a trovare uno spazio, all'Italia toccherà comunque la
proiezione, visto che la casa di distribuzione "Wanted", dopo le «tante richieste della rete», ha organizzato
dal 18 ottobre in poi quattro appuntamenti a Roma, Rimini, Firenze e Milano per vedere la pellicola «e
innescare il dibattito tra favorevoli e contrari».
Wakefield sarà presente.
Quanto sostiene è stato totalmente smentito più volte dalla comunità scientifica mondiale.
Ma l'ex medico che ritiene esista un nesso tra vaccino anti morbillo, parotite e rosolia (cioè con il
cosiddetto trivalente) e autismo è uno dei grandi beneficiati dalla Rete. Le sue derelitte teorie, anche se
totalmente false continuano a girare online e a fare proseliti. I medici che le seguono di solito offrono alle
famiglie costose cure contro l'autismo.
Wakefield pubblicò nel 1998 la sua ricerca per sostenere il nesso tra vaccini e autismo. Citava 12 casi ma
nel 2010 si scoprì che i dati erano falsi e aveva preso 55mila sterline da persone che volevano fare una
causa di risarcimento. Lancet ritirò lo studio nel 2010, lui venne radiato per frode nel 2011. "Vaxxed"
ripropone le stesse teorie ed era stato selezionato dal Tribeca Film Festival quest'anno. De Niro, che ha un
figlio autistico, è stato travolto dalle polemiche e ha deciso di ritirare una pellicola «che non contribuirebbe
alla discussione come io avevo sperato». Il 4 ottobre "Vaxxed" era in programma in una sala del Senato.
«Siamo sconcertati e indignati», hanno detto ieri dall'Istituto superiore di sanità. Il ministro alla Salute
Lorenzin ha aggiunto: «Stiamo molto attenti, abbiamo già avuto la lezione di Stamina e sui vaccini è in ballo
la salute e la vita di milioni di persone». Mentre l'ufficio stampa del Senato specificava che non era stato
dato il patrocinio all'incontro, il presidente Pietro Grasso si è scagliato contro campagne di
«disinformazione» sui vaccini e spiegato che «non è tra i miei poteri esercitare controlli preventivi sulle
iniziative di senatori e Gruppi». Ieri pomeriggio ha chiamato quelli di Gal e li ha convinti a revocare la
richiesta di utilizzo della sala convegni. Wakefield resta fuori dal Senato.
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 29/09/2016 - 29/09/2016
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Il caso. La pellicola è firmata dall'ex medico che pubblicò la falsa ricerca, poi ritirata, sulle relazioni tra
autismo e trivalente
29/09/2016
Pag. 41
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DAL 13 AL 23 OTTOBRE "MOONLIGHT" APRE LA FESTA DEL CINEMA
DI ROMA
DAL 13 AL 23 OTTOBRE "MOONLIGHT" APRE LA FESTA DEL CINEMA DI ROMA Moonlight (foto) di
Barry Jenkins aprirà l'11ª Festa del Cinema di Roma (13-23 ottobre). Il film è una riflessione sull'identità, il
senso di appartenenza, la famiglia, l'amicizia e l'amore. Racconta la vita di un ragazzo di colore,
dall'infanzia all'età adulta, che lotta per trovare il suo posto nel mondo, dopo essere cresciuto in un
quartiere malfamato alla periferia di Miami.
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 29/09/2016 - 29/09/2016
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R2 SPETTACOLI
29/09/2016
Pag. 41
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Piccioni: fuoco di sbarramento sul nostro cinema
GIUSEPPE PICCIONI
CARO direttore, a proposito di masochismo, senza entrare nella polemica sul bel film di Gianfranco Rosi,
credo che il tema si possa estendere al generale atteggiamento che c'è da qualche anno nei confronti del
cinema italiano. Il mio Questi giorni è stato selezionato in concorso a Venezia, ma una parte della critica ha
tentato di sbarrare la strada al cammino del film. Dal pubblico ho avuto attestazioni di stima calorose. Non
ho nulla da dire sulle critiche, legittime, ma non mi piacciono il gossip e la maldicenza come professione, il
tentativo malevolo di chiudere il discorso è parzialmente riuscito a spegnere la curiosità in molti, a sciupare
il loro sguardo, inquinare il clima di attesa sul film.
Questo non riguarda solo il mio lavoro ma il cinema italiano, soprattutto quello che tenta una strada non
conformista. Di fronte a certi comportamenti scomposti e a tanta assenza di pensiero è evidente l'incapacità
di cogliere ciò che è fuori da questa triste guerra di bande. Ci sono nobili eccezioni, coraggiosamente
impegnate nella produzione di un pensiero, senza pregiudizi, anche quando, talvolta, le critiche non sono
del tutto benevole.
Ma è difficile che queste voci abbiano la risonanza che meritano sui quotidiani. E può venire il dubbio che
non siano perfettamente limpide le motivazioni di certi giudizi. E poi c'è la rete, una zona franca dove ci si
può abbandonare senza conseguenze all'insulto gratuito e al dileggio. Tutti in fila, impegnati in questo triste
torneo dove si rivaleggia in bassezze. Quelli che sceglieranno il mio film lo confrontino con l'elenco di
stupidaggini scritte da molte firme autorevoli e non, si renderanno conto di quanto è accaduto: una sorta di
imboscata che ha messo insieme attacchi premeditati, più vicini alla diffamazione che alla critica, e un
diffuso atteggiamento modaiolo che asseconda un clima di aprioristico disprezzo verso il cinema italiano.
Chi pagherà le conseguenze di questo clima? Penso che per prima sarà la stessa critica ormai appiattita
alle logiche del web, a un atteggiamento bullista, nel disperato tentativo di riconquistare un'attenzione ormai
perduta. Resta una sensazione di goliardia guasta, questa davvero vecchia, una certa uniformità nella
scrittura, uno sciocco compiacimento nel ferire. Anche questo è masochismo. Spero che queste parole
aiutino a far crescere un interesse per il nostro cinema e risveglino in tutti un po' di buon senso.
Foto: CHI È Giuseppe Piccioni è il regista di "Questi giorni" presentato in concorso alla Mostra di Venezia
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 29/09/2016 - 29/09/2016
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LA LETTERA
29/09/2016
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Ma questa volta non bastano gli aforismi di Woody
Cast ottimo e abbondante nel film più corale che il regista abbia diretto negli ultimi anni a partire da Kristen
Stewart
ROBERTO NEPOTI
QUARANTASETTESIMO film firmato da Woody Allen (nonché il suo primo in digitale), Café society è una
storia di triangolo amoroso ambientata negli anni Trenta, decennio di cui Woody ama appassionatamente la
musica e il cinema. Il giovane Bobby Dorfman lascia il Bronx e se ne va a Hollywood: un po' perché tentato
dalle sirene della Mecca, un po' per liberarsi di una famiglia ingombrante. Assunto con incarichi di basso
rango dallo zio Phil, reputato agente delle star, il ragazzo conosce la segretaria di questi, Vonnie, che gli fa
da Virgilio nel mondo dorato del cinema. Bobby s'innamora della bella, che però sta con un uomo sposato.
Quando Vonnie gli annuncia di avere rotto la relazione, l'innamorato tocca il cielo con un dito; e invece è
proprio qui che i guai hanno inizio.
Ci sono registi che l'età rende più riflessivi e pacati, come se l'esperienza li consigliasse a prendersi il
tempo necessario per il loro film. L'ottantenne Woody fa proprio il contrario. Non solo sgrana un titolo dopo
l'altro: pur con i suoi pregi (spirito, romanticismo, ottima équipe, bel cast) Café society, più che una storia,
sembra il riassunto di una storia. L'impressione è enfatizzata dalla voce narrante che lo traversa tutto,
mentre gli episodi si affastellano, tra brevi flashback e drastici tagli temporali. I personaggi sono troppi, con
l'effetto di dividere il film quasi in due parti: la love-story di Bobby e Vonnie da una, dall'altra quella della
famiglia del ragazzo, piena di tipi coloriti incluso un fratello boss della mala. Come al suo solito - ma anche
un po' di più - Woody inzeppa la narrazione di aforismi e frasi lapidarie, che entreranno di sicuro nei
prossimi libri di memorabilia a lui intitolati.
Non tutti di prima mano, per la verità: mentre quelli, autoparodistici, riguardanti la famiglia ebraica (che vi
lasciamo scoprire) sono degni del migliore repertorio alleniano, altri («La vita è una commedia scritta da un
sadico») parafrasano il Bardo in maniera alquanto ovvia. E c'è almeno una scena superflua: quella di
Bobby con la prostituta alle prime armi, che un tempo il regista avrebbe tagliato, o forse nemmeno girato.
Nella sua filmografia il precedente più diretto è Pallottole su Broadway, simile per ambientazione e
personaggi - gente di spettacolo mista a gangster - oltre che per qualità della fotografia (là era di Carlo Di
Palma, qui di Vittorio Storaro, che collabora per la prima volta col cineasta) e del "production design"
(entrambe le volte curata da Santo Loquasto). Cast ottimo e abbondante nel film più corale che Allen abbia
diretto negli ultimi anni; soprattutto quello femminile, con Kristen Stewart, Blake Lively, Parker Posey.
Anche a questo proposito, però, una riserva s'impone. Come già parecchi altri attori prima di lui, Jesse
Eisenberg è un po' un alter ego dello stesso Allen, in un personaggio con lo stesso tipo di humour e le
stesse titubanze del Woody giovane. Però ha tutt'altro tipo di faccia e non risulta molto credibile quando
pronuncia quel tipo di battute (corteggiando la futura moglie, che ha appena incontrato: «Mi piacciono i
pigiami: da quale parte del letto dormi?») che al giovane Woody - bruttino, un po' imbranato e un po'
sfacciato) venivano invece benissimo.
CAFÉ SOCIETY Regia di Woody Allen Con Jeannie Berlin, Steve Carell, Jesse Eisenberg , Blake Lively,
Kristen Stewart IL REGISTA Woody Allen, 80 anni, quattro volte premio Oscar, tre per la miglior
sceneggiatura e uno per la miglior regia nel 1978 per il film "Io e Annie", giudicato tra l'altro la
sceneggiatura più divertente di sempre dalla Writers Guild of America BOX OFFICE LA TOP FIVE DAL 22
AL 25 SETTEMBRE SETTIMANE SCHERMI INCASSI Alla ricerca di Dory 788 Bridget Jones's baby 4gg
497 I magnifici sette 4gg 380 Trafficanti 264 Blair witch 237 3.035.850 1.636.104 628.540 503.355 366.888
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 29/09/2016 - 29/09/2016
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R2 SPETTACOLI Al cinema IL FILM DI ROBERTO NEPOTI/ CAFÉ SOCIETY
29/09/2016
Pag. 1
diffusione:123081
tiratura:170229
"Café Society" Allen torna grande con un affresco dell'America anni '30
Fabio Ferzetti
Ferzetti a pag. 26 ora non dite che Woody Allen fa sempre lo stesso film. Prima o poi ci siamo cascati tutti
ed è vero che se sforni un titolo l'anno non sempre sono capolavori. Però con Café Society il grande
newyorkese torna davvero alla sua forma migliore, quella di grandi film "al passato" come Radio Days,
Zelig o La rosa purpurea del Cairo . E rimescolando il solito mazzo di carte infallibili comunica un senso di
rimpianto per un'epoca irripetibile che non sfocia nell'elegia solo perché è e resta una commedia. C'è il
jazz, c'è l'America anni 30, c'è una famiglia ebrea soffocante e insieme adorabile (Woody ormai guarda alle
cose della vita con la serena indulgenza dei suoi 80 anni), ci sono le trappole del destino e i dilemmi della
morale. Insomma il meglio dell'Allen di oggi e di ieri, in un film ambientato 80 anni fa ma più vicino di tanti
lavori al presente. Jesse Eisenberg, sempre più sorprendente, è lo sprovveduto Bobby, piccolo ebreo
newyorkese che lascia il Bronx per tentare la sorte a Hollywood da suo zio Phil (Steve Carell), potente
agente cinematografico. Basterebbe la scena in cui l'ignaro Phil riceve la telefonata della sorella, durante
un party a Beverly Hills, a dire la bellezza di questo film tutto sottotraccia, che lascia intendere sempre più
di quanto spieghi. Il tono infatti è brillante. Le conseguenze saranno drammatiche, anche se pochi lo
sapranno. Dettaglio chiave: nulla di ciò che accade è di per sé comico, è lo sguardo di Woody, cioè il
nostro, a cogliere l'ironia involontaria e a volte tragica delle situazioni. Perché «la vita è una commedia
scritta da un sadico», come dice Bobby, e il massimo sadismo è non darle nemmeno un vero finale
lasciando ognuno nel suo brodo. È il lato "filosofico" dell'ultimo Allen, esplicito in film come Irrational Man ,
e sapientemente fuso con l'intreccio in affreschi più ampi come questo. Anche se qui la vicenda centrale si
sfrangia in una serie di sottotrame solo apparentemente secondarie. Mentre Bobby a Hollywood costruisce
la sua felicità (e poi la sua infelicità) con un'adorabile segretaria di nome Veronica (Kristen Stewart, brava
anche se assai poco anni 30) e poi con una seconda Veronica (Blake Lively), a casa tutto procede come
sempre. Sua madre continua a insultare suo padre («tu non sei ebreo, non preghi, non digiuni, non hai
nemmeno la faccia da ebreo!»), sua sorella se la vede con un marito intellettuale e così buono che finirà
per inguaiare gli altri, suo fratello fa sempre il gangster anche se a casa tutti credono che gestisca un
night... Così, tra battute d'epoca («Può andare a letto con chi vuole, non avrà mai la parte. Le sue cosce
non sono cosce Mgm»), tramonti a Central Park (le luci struggenti sono firmate Storaro) e omaggi a
Barbara Stanwyck, la star più moderna dell'epoca, Cafe Society corre verso un epilogo di gusto molto
contemporaneo che lascia tutti sospesi sull'orlo dell'abisso, personale e globale (gli anni 30 volgono al
termine, la guerra è alle porte). Suprema ironia, questo film sulle Majors di una volta è prodotto da Amazon
e dominato da un attore lanciato dal ruolo di Mark Zuckerberg. Ogni film in costume parla del presente.
Fabio Ferzetti
Cafè Society COMMEDIA, USA, 96' m m m 1/2 di Woody Allen, con Jesse Eisenberg, Kristen Stewart,
Jeannie Berlin, Steve Carell, Blake Lively, Parker Posey, Ken Stott
Foto: AMANTI Kristen Stewart e Jesse Eisenberg in "Cafè Society" DA INGREDIENTI GIÀ USATI ALTRE
VOLTE, WOODY ESTRAE IL SENTIMENTO NUOVO E STRUGGENTE DI UN'EPOCA REMOTA
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 29/09/2016 - 29/09/2016
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Il film
29/09/2016
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tiratura:170229
Film anti-vaccini la protesta blocca la proiezione
Carla Massi
L'appuntamento era fissato a Roma per martedì 4 ottobre alle 10,30 nella sala di Santa Maria in Aquiro di
proprietà del Senato: proiezione del documentario "Vaxxed - From Cover Up to Catastrophe" (Vaccini
Dall'insabbiamento alla catastrofe) firmato da Andrew Wakefield. Medico inglese, radiato dall'ordine per una
ricerca che metteva in relazione le vaccinazioni dei bambini con l'insorgenza dell'autismo. A pag. 11 R O M
A L'appuntamento era fissato a Roma per martedì 4 ottobre alle 10,30 nella sala di Santa Maria in Aquiro di
proprietà del Senato: proiezione del documentario "Vaxxed - From Cover -Up to Catastrophe" (Vaccini
Dall'insabbiamento alla catastrofe) firmato da Andrew Wakefield. Medico inglese, radiato dall'ordine per una
ricerca che metteva in relazione le vaccinazioni dei bambini con l'insorgenza dell'autismo. Ma
l'appuntamento è stato cancellato. ` `
LA RETE E' bastato far girare in rete l'annuncio dell'evento per far scoppiare la polemica. L'hashtag
#vaxxed è stato in cima agli argomenti più dibattuti. L'idea di organizzare questa matinée è stata del
senatore Bartolomeo Pepe, prima M5S, poi Gruppo Misto, poi Verdi oggi Gal. Conosciuto dai più per il suo
tweet quando, durante l'estate, venne uccisa la deputata laburista inglese Joe Cox: "Colpirne uno per
educarne cento". Perché un filmato contro i vaccini in una sede istituzionale? Perché proprio quel film che,
a marzo, Robert De Niro aveva prima invitato al suo Tribeca Film festival come padre di un ragazzo
autistico e poi l'aveva rifiutato per la sollevazione del mondo scientifico?
L'ANTEPRIMA Quella nella sala di Santa Maria in Aquiro sarebbe stata l'anteprima europea del
documentario. Corredata da diretta streaming con Wakefield e il produttore Francesca Alesse. L'idea era
quella di trasformare la proiezione in una sorta di maratona del dibattito dalla mattina fino al pomeriggio. La
casa di distribuzione milanese ha, comunque, intenzione di portare il film in dieci città a partire dal 18 di
ottobre. Il Senato ha precisato di non aver dato il patrocinio alla manifestazione ma ha solo concesso lo
spazio al senatore. Che, così, aveva spiegato la sua scelta: «Non sono mai troppi gli spunti per fare
chiarezza sulla paventata pericolosità dei vaccini. Un documentario che De Niro avrebbe voluto al festival di
Tribeca e che invece è stato bloccato dalle lobby del farmaco».
I DANNI Lo stesso presidente del Senato, dopo il no al film, ha parlato di «disinformazione». Aggiungendo
che condivide il timore «sui danni che potrebbero essere provocati da teorie improvvisate». Nel pomeriggio
il presidente del Gruppo Gal al quale appartiene Pepe ha revocato la richiesta di utilizzo della sala. Il
ministro della Salute Lorenzin di nuovo in una polemica ma, questa volta lei non c'entra. Dura la sua
reazione: «Quando l'antiscelta ha lo stesso diritto di tribuna della scienza non è un tema di democrazia ma
di disinformazione. Dobbiamo stare attenti, abbiamo già avuto la lezione di Stamina». Parla con i numeri
l'Istituto superiore di sanità che raccoglie le notifiche delle vaccinazioni che in Italia sono in lenta discesa.
Per la prima volta, nel 2014, come ricordano i ricercatori,non è stata raggiunta, tra i bambini, la soglia del
95% di copertura e questa iniziativa, secondo i ricercatori. Carla Massi
Percentuale di soggetti vaccinati sul totale dei candidati alla vaccinazione
La cop ertura nel 2014
95% OBBLIGATORIE Polio Difterite Tetano Epatite B RACCOMANDATE Morbillo Parotite Rosolia Per
tosse Hemophilus influenzae B Varicella Meningococco C Pneumococco Fonte: Ministero della Salute 36,0
Obiettivo del Piano Vaccinale Nazionale 94,7 94,6 94,8 94,6 86,6 86,6 86,6 94,6 94,2 74,9 87,6
Foto: IL DOCUMENTARIO Il manifesto di "Vaxxed", discusso film britannico IL CONTROVERSO
DOCUMENTARIO INGLESE VUOLE DIMOSTRARE L'ESISTENZA DI UNA RELAZIONE TRA IL
FARMACO E L'AUTISMO
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 29/09/2016 - 29/09/2016
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In Senato
29/09/2016
Pag. 10
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Stipendi d'oro Rai il Cda: «Ok al tetto» Ma ci sono eccezioni
Via libera al limite di 240 mila euro. Escluse le figure manageriali apicali. E la misura scatterà solo con la
nuova legge sull'editoria
Marco Castoro
R O M A Tanto tuonò sugli stipendi che non piovve. Si potrebbe riassumere così l'autoregolamentazione
della Rai, la cui delibera è stata approvata ieri all'unanimità dal cda, dopo le sollecitazioni della
commissione Vigilanza e del sottosegretario Giacomelli. In pratica il documento c'è ma non è esecutivo. Lo
diventerà. Quindi toccherà alla nuova legge sull'editoria - già votata dal Senato e in attesa del via libera
definitivo della Camera la prossima settimana - far rispettare il tetto dei 240 mila euro lordi l'anno. La
governance di Viale Mazzini ha provveduto a tracciare norme organizzative e linee guida dell'azienda,
come non è mai stato fatto in passato. E siccome la Rai è una holding quotata in Borsa, le figure apicali
vanno salvaguardate. «Il nostro obbligo - ha detto in Vigilanza il presidente Monica Maggioni - è garantire
un futuro alla Rai. Il fatto che si tratti di un'azienda editoriale ibrida destinata a rimanere sul mercato, fa sì
che abbia bisogno di figure apicali. Tenere la Rai come una pubblica amministrazione può tradursi in una
marginalizzazione. Dire che c'è un tetto per cui nessuno può guadagnare un euro in più dei 240 mila
sarebbe molto, molto, pericoloso». Ed eccole le dieci figure apicali che oltre al dg potranno sforare il tetto,
magari con bonus e indennità (fino a 50 mila o un più 30% per i contratti a tempo determinato). Dai Chief
Digital e Tecnology Officer, ai responsabili di produzione, palinsesti, risorse umane, affari legali e
comunicazione, nonché gli ad di RaiCinema e RaiPubblicità e il direttore finanziario. Tutti manager. Quindi
nessun giornalista verrà risparmiato dalla tagliola. Nemmeno il direttore editoriale e quello del Tg1. Ma qui
l'azienda non si preoccupa perché convinta di saper gestire il mercato. Attualmente sono 41 i dirigenti che
sforano il tetto dei 240 mila e costano alla Rai 2,1 milioni l'anno, come ha già sottolineato più volte il
deputato del Pd Anzaldi. Mentre l'operazione trasparenza ha portato alla luce oltre 90 stipendi che
superano le 200 mila annue. LA LEGGE SI RISPETTA La delibera del cda ha spiazzato la Vigilanza. Il
senatore Margiotta ha chiesto a Maggioni e Campo Dall'Orto: «Non capisco se il lavoro che state facendo
sia una proposta di emendamento che chiedete alla Camera di attuare o se il cda è una "terza camera" che
può approvare regolamenti che contrastano la norma». Secca la replica della Maggioni: «Una volta attuate,
le leggi si rispettano». Tuttavia, mettere in chiaro l'autoregolamentazione è un atto che l'azienda doveva
fare. Poi si vedrà se i bonus agli apicali verranno lasciati o tolti dalla legge, la quale dovrà anche spiegare
se i compensi delle star dovranno essere ridotti. Fazio e Conti superano abbondantemente il milione l'anno.
Sulle tre posizioni più critiche evidenziate dall'Anticorruzione si aspettano le decisioni del ministero
dell'Economia per staff e comunicazione, mentre appare inevitabile l'imminente rimozione del responsabile
della sicurezza in conflitto di interessi con l'agenzia che l'ha designato. Il dg ha spiegato che «l'azienda sta
prendendo molto sul serio i rilievi dell'Anac». L'INFORMAZIONE In cda Freccero ha cercato di introdurre
anche il nodo dell'informazione, ma è stato stoppato. Il referendum si avvicina e sul pluralismo è scattato
l'allarme. A riguardo ha destato stupore il netto ritardo con cui è stata aperta la matricola per il nuovo
programma di Bianca Berlinguer. In pratica l'ex Tg3 dovrà correre per mettere su la squadra per la striscia
quotidiana delle 18,30. Sull'approfondimento la Rai sta perdendo colpi. Politics va male e la fascia
concessa alla Berlinguer non porta certo ascolti. Un bel regalo a Floris, Gruber e Mentana che fanno il
pieno di share.
Rai, gli stip endi d'oro Antonio Campo Dall'Or to direttore generale Antonio Marano presidente Rai
Pubblicità Giancarlo Leone direzione coordinamento editoriale palinsesti tv Gianfranco Cariola direttore
internal auditing per la prevenzione della corruzione Raffaele Agrusti Chief financial officer Mauro Mazza
vice direttore giornalistico ad personam Rai Vaticano Angelo Teodoli direttore Rai Gold Fabrizio Piscopo
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 29/09/2016 - 29/09/2016
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29/09/2016
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amministratore delegato Rai Pubblicità Mario Orfeo direttore Tg1 Cifre in migliaia di euro 650 392 360 352
340 340 325 322 320 Andrea Vianello caporedattore alle dipendenze del direttore Tg2 Carlo Verdelli
direttore editoriale per offer ta formativa Antonio Di Bella direttore Rai News Paolo Del Brocco amm.
delegato Rai Cinema Valerio Fiorespino alle dirette dipendenze del dg per progetti speciali Carlo Nardello
alle dirette dipendenze del direttore di finanza e pianificazione 308,5
Foto: Antonio Campo Dall' Orto, dg della Rai, con Monica Maggioni, presidente del Cda
Foto: (foto ANSA)
Foto: A sinistra, la sede Rai di Saxa Rubra
Foto: RINVIATO IL NODO INFORMAZIONE IN RITARDO IL NUOVO PROGRAMMA QUOTIDIANO
DELLA BERLINGUER
29/09/2016
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NOVA 24
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tiratura:183852
Tecnologia inutile senza narrazione
Raccontare una storia vuol dire ispirare cambiamenti Si misura così l'impatto?
James Redford
a La mia esperienza di co-fondatore di Kpjr Film e del Redford Center, mi ha dato una prospettiva unica
sull'"età d'oro" della realizzazione di documentari di grande impatto. Negli ultimi vent'anni, i progressi nelle
tecnologie dei media e della comunicazione hanno reso sempre più semplice e più economico il realizzare
e lanciare sul mercato film documentari che incitino ai cambiamenti nel cuore e nella mente della gente,
precursori essenziali della maggior parte dei positivi cambiamenti sociali. Nel bene e nel male, la società
dipende sempre di più da tecnologie audiovisive per imparare, condividere e connettersi. Se usata bene, la
realizzazione di film in digitale può contribuire a spostare in avanti la barra sociale. Malgrado tutti questi
progressi e cambiamenti tecnologici, il bisogno di storie che si colleghino al cuore umano rimane più forte
che mai. La tecnologia da sola non può raccontare una storia di grande impatto. Avremo sempre bisogno di
narratori che lo facciano. Siamo sempre dipesi da narratori per inquadrare l'esperienza umana sin da
quando abbiamo iniziato per la prima volta a comunicare come animali sociali, e dubito che questa
necessità svanirà tanto presto. Questa prospettiva ha ispirato la creazione e la rapida crescita del Redford
Center, una non-profit fondata da me e da mio padre. Avviato nel 2005, il centro crea e si occupa di storie
ambientali incentrate su soluzioni e infuse di ottimismo cristallino. I miei altri interessi Kpjr Film - di solito
vertono più su questioni di salute, istruzione e previdenza sociale ma condividono questa filosofia di
narrazione. Mentre entrambigli enti utilizzano il progresso più recente nei social media, tutti e due si
impegnano anche per ricordare che le storie basate sull'individuo sono quelle che ispirano il cambiamento
positivo. Uno sguardo ravvicinato a "Paper Tigers" e R"Resilience" di Kpjr Film può fornire uno sguardo
ravvicinato alla natura della mia narrazione basata sul cuore(...) «Ma quali sono le misure dell'impatto?»,
potreste chiedere, «Come si può definireo misurare il successo?». Sono domande alle quali i
documentaristi di impatto sono sempre più chiamati a rispondere. Ciò mi preoccupa. Per i registi di impatto
americani, svela la mutevole natura di chi finanzia i nostri film, e perché. Sebbene la tecnologia abbia
permesso di produrre più documentari, il finanziamento e il supporto pubblico si sono notevolmente ridotti
nello stesso periodo. Ci possono essere più documentari in giro, ma un numero sempre maggiore di questi
è finanziato da fondazioni private o singole persone benestanti, le quali possiedono una mentalità di
"rendimento sull'investimento" che cerca un cambiamento misurabile - e veloce. (...) Professionalmente, ho
cominciato come sceneggiatore. A trent'anni, poco dopo aver venduto la mia prima sceneggiatura, i
quindici anni di malattia cronica dall'infanzia mi hanno portato quasi alla morte e con la necessità di un
trapianto di fegato. Ho continuato a scrivere sceneggiature proprio fino all'intervento - soprattutto per
sfuggire al mio futuro incerto. Il mio primo trapianto è stato un pasticcio e sono quasi morto nell'attesa del
secondo. Sei mesi dopo, quando sono stato abbastanza fortunato da ricominciare a vivere, mi sono accorto
che la percezione pubblica sul trapianto e sulla donazione di organi era nel caos più totale. Il problema
reale e concreto del traffico di organi del Terzo Mondo gettava un'ombra sul dialogo nel suo complesso. (...)
Mancava un pezzo importante. Il trapianto è un miracolo non a causa della tecnologia ma piuttosto per la
nostra capacità umana di dare il dono della vita durante il nostro momento più buio. (...) Mi rattristava il fatto
che questo tipo di relazione straordinaria e bella tra coloro che danno e ricevono vita non fosse raccontat.
Così, nel 1996, ho prodotto il mio primo documentario, "Kindness of Strangers". (...) Pochi mesi dopo la
prima, ho ricevuto un messaggio da un coordinatore di trapianti che avevo incluso nel film. Voleva che
sapessi che aveva appena parlato con una famiglia in lutto della possibilità di prendere in considerazione la
donazio-
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 29/09/2016 - 29/09/2016
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Nòva Docu Comunicazione
29/09/2016
Pag. 18
NOVA 24
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Resilience
Storie per muovere le persone «Le storie hanno il potere di aprire la testa. Vogliamo raccontare storie
che "muovano" le persone, da dentro». È l'obiettivo del Redford Center, la Fondazione di Robert Redford
presieduta dal figlio Jamie. Redford presenta il suo "Resilience", stasera alle 20,30 all'Orto Botanico
Auditorium
Rassegna del documentario scientifico (Orto Botanico Auditorium)
venerdì 30 settembre UN MONDO IN PERICOLO 15.00 | La sindrome dello spopolamento degli alveari è
un fenomeno ancora poco conosciuto sul quale gli scienziati continuano a interrogarsi. Ma dalle
conseguenze potenzialmente devastanti per l'intero equilibrio ecosistemico del pianeta THE LIGHT BULB
CONSPIRACY 16.30 | Esiste una lampadina che duri per sempre? E perché si preferisce eliminare un
computer piuttosto di ripararlo? La risposta è nella scadenza pianificata, una strategia aziendale che
garantisce consumi crescenti. JUST EAT IT 18.00 | Si può vivere esclusivamente con gli scarti di una
produzione che si basa sullo spreco? Lo hanno dimostrato Jen Rustemeyer e Grant Baldwin, che hanno
vissuto per sei mesi così. RESILIENCE 19.30 | I bambini esposti ad abusi e abbandoni sono vittima non
solo di un'ingiustizia, ma diventano predisposti a patologie specifiche che riducono la loro vita. ZERO DAYS
21.00 | Alex Gibney ne ricostruisce la scoperta, la genesi e lo sviluppo di Stuxnet, il primo viurs informatico
usato da uno stato sovrano contro un altro. ne di organi, alla luce della morte cerebrale del loro figlio.
Avevano visto "Kindness of Strangers" poche settimane prima e avevano deciso, in quanto famiglia, che
tutti loro avrebbero sostenuto la donazione di organi ed erano sereni con questa decisione.(...) Questo
risultato potrebbe non illuminare le misure dell'impatto, ma cosa potrebbe essere più importante che
salvare vite? (...) Il pubblico può essere un po' di nicchia risabato 1 ottobre PARISI E LA FISICA DELLA COMPLESSITÀ 11.00 | Il mondo è complesso e per questo
interessante. Da poco studiamo la complessità con gli strumenti quantitativi della fisica. HOW TO CHANGE
THE WORLD 11.30 | Nel 1971 un gruppo di amici si reca in barca a vela in una zona di test nucleari. La
loro protesta cattura l'attenzione del mondo dando vita a Greenpeace. FOOTPRINTS OF WAR 15.00 |
Dalle Guerre mondiali alle scorie nucleari, l'impatto ambientale sul pianeta è devastante in questi ultimi
decenni di storia bellica. BIKES VS CARS 16.00 | Il clima, le risorse del pianeta, le città consumate dalle
auto sono facce dello stesso problema. La bicicletta sarebbe la soluzione. ULTIMA CHIAMATA PER LA
TERRA 17.30 | Il parere di dodici tra i più noti architetti del mondo sul modo per traghettare l'umanità verso
un futuro eco-sostenibile. INTERNET: IL FUTURO È OGGI 21.00 | Werner Herzog viaggia attraverso la
storia di internet, partendo dalla stanza in cui tutto ha avuto inizio. E arrivando all'ultima doman da: la rete è
in grado di pensare se stessa? spetto all'intrattenimento tradizionale mainstream, ma il potere di quella
nicchia di pubblico di cambiare le cose in meglio è indiscutibile, e sinceramente, irresistibile. Questa sera
James Redford presenterà il suo documentario Resilience. Pubblichiamo un ampio stralcio del suo
intervento
29/09/2016
Pag. 1
diffusione:39484
tiratura:90556
Amanda Knox, la beata di Netflix
SELVAGGIA LUCARELLI
Domani su Netflix andrà in onda un documentario sul processo Meredith Kercher realizzato da due registi
americani, Brad McGinn e Rod Balckhurst, in cui si narra la vicenda da un punto di vista inatteso e
spiazzante, da una di quelle angolazioni che, considerata la cittadinanza dei registi, ti sorprendono dal
primo fotogramma: Amanda Knox non andava incarcerata. Andava beatificata. Del resto, il documentario
inizia in una bella cucina americana in cui la studentessa di appena vent ' anni anni che preparava le
cartine per le canne ora è una trentenne borghese che prepara polpette per la famiglia. Ma attenzione
perché i due sono parecchio bravi nel cambiare il registro e lasciano subito le polpette per passare al
polpettone narrativo con un ' Amanda algida e sofferta su sfondo grigio. SOLA, SU UNA sedia, come se
fosse ancora in carcere. " C ' è chi dice che sono innocente e chi dice che sono colpevole. Se sono
colpevole, sono la persona di cui devi avere paura, perché sono una psicopatica travestita da agnellino. Ma
se sono innocente, sono te " , ci dice Amanda fissandoci con quegli occhi azzurri che stregarono il Sollecito
dell ' epoca coi suoi maglioncini pastello da bravo studente. E già lì viene il dubbio che le sue, più che
dichiarazioni di quelle che sgorgano dal cuore, siano dichiarazioni che sgorgano dalla penna dello
sceneggiatore di C riminal Minds , ma ci sta. La guardi nella sua magliettina rosa pallido e il viso segnato
dalle prime, precoci rughe e sei già fregato. " For se l ' avevo giudicata male " è la frase che durante tutta la
visione del documentario ronza in testa a chi si è accomodato in sala col sopracciglio alzato da colpevolista
incallito. PERCHÉ AMANDA è brava. Lo è sia che la giustizia sia stata giusta sia che la giustizia abbia
preso un abbaglio. Piange, interpreta, ha le pause giuste, gli sguardi sofferti, la voce da doppiatrice. Riesce
a creare empatia perfino quando dice delle stronzate incontrovertibili e provate. " Ho detto che avevo visto
Lumumba uscire dalla casa perché in quel momento ho creduto di vedere quello " . E se non fosse che con
questa versione poco credibile pure se raccontata da un consumatore abituale di crack ha mandato in
galera un innocente, si sarebbe perfino portati a crederle. Del resto, le avevano creduto eccome. Lo
racconta bene la parte del documentario in cui viene mostrata la famosa conferenza stampa in cui gli
inquirenti perugini, dopo l ' arresto del povero Lumumba, annunciano trionfalmente alla stampa la
risoluzione del caso. " Abbiamo dato risposte certe e subit o! " , esultavano. Ecco, il punto di forza del
documentario alla fine è solo questo: la ricostruzione di due corto circuiti. Quello mediatico e quello
investigativo. Da una parte c ' è chi fece le indagini irrompendo sulla scena del delitto con gli scarponi da
sci e dall ' a l tr a c ' è chi raccontò la storia fidandosi di qualsiasi boiata trapelasse dall ' anticamera del
dentista della zia del fratello minore del cugino di una che faceva le pulizie in procura. È il caso di Nick Pisa,
un giornalista che all ' epoca scriveva per il D ai ly m ai l scelto sapientemente dai due registi come
rappresentante della categoria " in form azio ne " in quanto cialtrone reo confesso. UNO CHE DICE: " Agli
inquirenti piaceva parlare con me, si sentivano internazionali, loro mi dicevano delle cose e io non potevo
certo verificarle, altrimenti avrei dato vantaggio alla concorrenza! " . Insomma, il patentino deontologico di
Indro Montanelli. PECCATO CHE nel racconto dei due registi non esistano cronache di giornalisti che non
sembrino usciti da Bo ris . Ma non temete. A un certo punto i due attingono da fonti di livello: la
ricostruzione animata dell ' omicidio creata da un tg taiwanese. Roba che " Enrico Mentana scansati!. " .
Poi c ' è la figura del pm Giuliano Magnini, dipinto come mitomane con la pipa da detective e aguzzino di un
' Amanda spaurita e costretta a dire cose che non voleva. IL DOCUMENTARIO, del resto, una cosa giusta
la fa: se la ride del surreale iter giudiziario di questo processo. Peccato che lasci esprimere il concetto a
Donald Trump. " Per ritorsione dobbiamo boicottare l ' I ta l ia " , disse all ' epoca. A saperlo prima per
ritorsione avremmo smesso di esportare toupé in America. Di grande effetto anche la rosicata dell '
avvocato di Guede: " Ci vogliono insegnare la legge? Quando a Perugia nasceva la prima università gli
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SANTIFICAZIONI Il documentario agiografico made in Usa
29/09/2016
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americani disegnavano bisonti nelle caverne! " . Infine c ' è Sollecito. Sulla sua figura il documentario
aggiunge solo un dato importante: parla meglio l ' i nglese dell ' italiano. Per il resto, altro che orge e sesso
violento. Raffaele il bamboccione aveva avuto solo una partner sessuale prima di Amanda e lei sei in tutto,
per cui alla fine, secondo i due registi, fu tutto semplice e banale: una rapina finita male e Rudi Guede che
uccise Meredith in concorso con la stampa e la giustizia italiana.
La serie Amanda Knox Documentario Netflix
Foto: Processata e assolta " Amanda Knox " sarà trasmesso domani Ansa
29/09/2016
Pag. 18
diffusione:39484
tiratura:90556
Ben Hur, il remake: l ' epica si è ridotta all ' ippica (digitale)
Un pasticcio La moda hollywoodiana di riesumare i capolavori o, più modestamente, i campioni d ' incassi
del passato, in questo caso sfiora il vilipendio
FEDERICO PONTIGGIA
Prima i numeri: costato 100 milioni di dollari, ne ha incassati a oggi in tutto il mondo - all ' appello ormai
manchiamo solo noi e il Giappone - solo 87. Poi le percentuali di gradimento critico: 26% sull ' aggregatore
di recensioni Rotten Tomatoes , 38/100 sul gemello precisino Metacritic . Quindi, qualche estratto critico: "
Un pugno in un occhio digitalizzato, un film azzoppato in ogni settore da una sconcertante incompet en za "
( Rolling Stones ); " Correre su una biga non ti rende automaticamente Charlton Heston " ( T im e Out ); "
Quel che più gli manca è una convincente ragione per esistere " ( Los Angeles Times ); " A che cosa pens
av a n o? " ( The Hollywood Reporter ). IN BREVE, un disastro, forse il più clamoroso nell ' i m p ro vvida
estate 2016 dei blockbuster americani: Ben Hur ( Ben-Hur Oltreoceano) s ' è ritagliato il suo posto al sole,
nel senso che al buio in sala l ' hanno ritrovato in pochi, pochissimi. E coraggiosi: non funziona quasi nulla,
anzi, nulla, e il dispiacere è anche patrio, perché l ' han girato tra Roma (Cinecittà), Gravina di Puglia e,
soprattutto, Matera, dove tra i Sassi è stata ricostruita Gerusalemme. Senza scomodare il Pasolini del
Vangelo secondo Matteo , il confronto in location è già proibitivo con The Passion di Mel Gibson, altroché.
Alla regia Timur Bekmambetov, 55enne regista russo-kazako dall ' occhio fino e il palato finissimo: per
dirne uno, vanta in curriculum Abraham Lincoln: Vampire Hunter . A lui, per l ' i n t e rposta penna degli
sceneggiatori Keith R. Clarke e John Ridley, onori e oneri di rifare sul grande schermo l ' iconico, mitico
Ben Hur d iretto da William Wyler e interpretato da Charlton Heston nel 1959, che fece incetta di statuette,
11, agli Academy Awards e prese stabile residenza nell ' immaginario collettivo. Nella tragicomica carenza
di idee originali e palle solide, l ' Hollywood contemporanea è tutta presa a riesumare i capolavori o, più
modestamente, i campioni d ' incassi del passato: ça va sans dire , il più delle volte si configura il vilipendio
di cadavere. Ben Hur è cadavere eccellente: gli effetti speciali, la computer grafica (CGI) non fanno solo da
punteggiatura, ma da racconto e - facciamoci del male! - pure storia. Non c ' è altro, e pensare di affidare a
pixel e algoritmi, e solo a questi, una nuova epica è sconsiderato: Ben Hur è un film babbeo, con il 3D per
ammennicolo e le vestigia wyler-hestoniane per memento mori . Eppure, come non tradurre quella
leggenda cinematografica, desunta dal romanzo di Lew Wallace, a uso e consumo dei Millennials?
Prodotta da MGM e Paramount, ecco " l ' epica storia " di Giuda Ben-Hur (Jack Huston, Boardwalk Empire
), principe gerosolomitano ingiustamente accusato di tradimento dal suo fratello d ' elezione, Messala (Toby
Kebbell), che ha fatto carriera nelle file dell ' esercito romano. Privato del titolo, separato dalla famiglia
(madre e sorella) e dalla donna che ama, Giuda viene ridotto in schiavitù e costretto in ceppi nelle galee.
SCAMPATO a un cruento scontro navale, finisce naufrago alla mercé dello sceicco Ilderim (Morgan
Freeman), che però, ammirato dalle sue doti di cavallerizzo, gli serve l ' agognata vendetta: sfidare su biga
il fratello-coltello Messala. Sacrilegio, la corsa non si terrà al Circo Massimo, come nell ' originale del ' 59,
bensì a Gerusalemme, a due passi dal Golgota ... Non chiedere al poeta, e nemmeno al sangue: Giuda
inciampa sul Cristo e la rivincita lascia spazio alla redenzione, con un finale familiar-fideistico da far cadere
la tazzina di mano ai Tea Party . Tutto il resto è peggio: Huston non è Heston, nemmeno il Russell Crowe
del Gladia tore , e carisma non sa nemmeno come si pronuncia; la tensione omoerotica che fu tra il Giuda
di Heston e il Messala di Stephen Boyd trascolora a pulsione bimbominkia, un giochetto di allusioni tra
ragazzetti pieni di vitamine ma carenti di fosforo; l ' epica si riduce a ippica; l ' aura religiosa dell ' originale a
proselitismo spiccio e posticcio. Eppure, vogliamo essere ottimisti: non tutto il male vien per nuocere, se
questo imbelle remake servi rà a far venire ai Millennials nostalgia per quell ' irreplica bile, inimitabile Ben
Hur . Box Office 1lla r ice rca di Dory 3 .03 5 . 8 5 0 e u ro to t 1 0.0 8 4 .9 6 2 euro in 2 sett 2r idge t Jone s
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IL FILM DA VEDERE L ' inutile kolossal di Timur Bekmambetov. Un flop che riserva un solo rammarico: è
stato girato a Cinecittà , Gravina di Puglia e Matera
29/09/2016
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diffusione:39484
tiratura:90556
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' s ba by 1 .6 3 6 .1 0 4 e u ro tot id in 4 gg 3magnifici 7 28.540 euro tot id in 4 gg 4ra f f ica nt i 503.355
euro tot 1.671.328 euro in 2 sett
Foto: La biga Jack Huston nei panni che nel 1959 furono di Charlton Heston
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Lehman Brothers l ' opera di Massini diventerà un film inglese
FABRIZIO CORALLO
Sam Mendes ha acquistato i diritti per la versione inglese di " Lehman Broth ers " , la monumentale opera
teatrale di Stefano Massini che ricostruisce la storia della banca d ' affari Lehman portata in scena con
enorme successo da Luca Ronconi nel suo ultimo spettacolo allestito a gennaio 2015 poco prima della sua
scomparsa e che sarà di nuovo in tournée in Italia il prossimo inverno. Il regista inglese di " American
Beauty " e degli ultimi due capitoli della saga di James Bond, allestirà l ' anno prossimo al National Theatre
di Londra la trilogia e successivamente la trasferirà sul grande schermo ma intanto dirigerà la trasposizione
per il cinema (di cui sarà anche coproduttore con la Dreamworks di Steven Spielberg) del controverso libro
di Gay Talese " The Voyeur ' s Motel " incentrato su un albergatore del Colorado che avrebbe spiato per
decenni gli ospiti del suo hotel nei loro momenti di intimità. SONO iniziate da qualche giorno a Roma le
riprese di " A casa " , il nuovo film interpretato e diretto da Antonio Albanese - autore anche della
sceneggiatura con Andrea Salerno, Stefano Bises e Marco D ' Ambrosio in arte Makkox - e prodotto da
Domenico Procacci per Fandango e Rai Cinema. Si tratta di una commedia che invita a riflettere in modo
divertente sul tema dei migranti attraverso una singolare storia di emigrazione al contrario che prevede un
paradossale viaggio da Milano fino al Senegal. POCHI giorni fa Rupert Everett ha iniziato a girare a
Thurnau, in Baviera, " The Happy Prince " , un film che segna il suo esordio nella regia di cui è anche l '
interprete principale nel ruolo di Oscar Wilde, che mostra il grande scrittore ingelse nei suoi ultimi giorni di
vita in esilio, assalito da ricordi che lo trasportano in altri tempi e luoghi del suo passato. Nell ' impegnativa
coproduzione internazionale di cui fa parte la Palomar di Carlo Degli Esposti (le cui riprese si sposteranno
in Francia, Belgio e Italia) recita un prestigioso cast che vede in scena Colin Firth, Emily Watson, Tom
Wilkinson, Miranda Richardson, Beatrice Dalle, Edwin Thomas e Colin Morgan. DAL PROSSIMO 24
ottobre, Laura Morante e Rocco Papaleo saranno i protagonisti di " Bob e Marys " , una commedia brillante
ambientata a Napoli che sarà diretta diretti da Francesco Prisco, già autore di " Nottetempo " e di uno degli
episodi del film collettivo " Vie ni a vivere a Napoli " . KIRSTEN Dunst debutta come regista con un
adattamento del romanzo scritto da Sylvia Plath intitolato " The Bell Jar La campana di vetro " di cui è
protagonista Dakota Fanning nel ruolo di una ragazza che ottiene una borsa di studio per lavorare in un '
importante rivista a New York e inizia a soffrire di un esaurimento nervoso quando ritorna nella sua casa di
Boston.
Foto: La trilogia Fabrizio Gifuni, uno degli attori di Ronconi
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CIAK SI GI R A Il regista Sam Mendes ha acquisito i diritti dell ' ultima fatica di Luca Ronconi
29/09/2016
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Caos in Senato. Annullata la visione del discusso «Vaxxed» di Wakefield Il regista radiato dall'ordine dei
medici per il rapporto prevenzione-autismo Responsabilità Prima europea assoluta organizzata dall'ex M5S
Pepe Reazioni Grasso e Lorenzin prendono le distanze: iniziativa personale
Francesca Mariani
Bufera in Senato per la proiezione del discusso documentario Vaxxed - frome cover up to catastrophe, che
attacca i vaccini. Il video è diretto da Andrew Wakefield, radiato dall'ordine dei medici inglese per una
ricerca che metteva in relazione medicinali e autismo. La proiezione era stata programmata per il 4 ottobre,
al Senato, nella sala di Santa Maria in Aquiro ma è saltata dopo una mezza giornata di polemiche
furibonde. Il video dunque per ora non si vedr nel nostro Paese. L'anteprima romana, che doveva
rappresentare anche l'anteprima europea del video, è stata organizzata dal senatore Bartolomeo Pepe, ex
grillino ora nel gruppo Gal di Giulio Tremonti. Dopo le precisazioni dell'amministrazione e la moral suasion
esercitata dal presidente del Senato Pietro Grasso, il presidente del Gruppo Gal ha comunicato la revoca
della richiesta di utilizzo della Sala Convegni di Piazza Capranica. Pertanto l'iniziativa non avrà più luogo. Il
documentario era stato rifiutato anche dal festival Tribeca di Robert De Niro. Bartolomeo Pepe è già finito
nelle cronache per alcuni tweet, come quello in cui commentava l'omicidio di Joe Cox in Gran Bretagna con
un agghiacciante «Colpirne uno per educarne cento». La reazione più dura alla sua pellicola è arrivata
dall'Istituto Superiore di Sanità, principale organo tecnico-scientifico del sistema sanitario nazionale:
«Siamo sconcertati e indignati», dicono i suoi membri. Palazzo Madama si era già affrettato a precisache
che «l'iniziativa del senator Pepenon ha in alcun modo il patrocinio del Senato». A dare il colpo finale il
presidente del Senato, Pietro Grasso che si schiera con l'Iistituto Superiore di Sanità, la commissione
Sanità del Senato e la comunità scientifica internazionale: «Condivido pienamente il timore sui danni alla
salute che potrebbero essere provocati da teorie improvvisate e respinte dalla comunità scientifica
internazionale e, senza alcun intento censorio, proverò a convincere gli organizzatori a valutare i possibili
rischi per i cittadini di campagne antiscientifiche e di disinformazione come questa. Io ho sempre seguito i
consigli del mio medico di famiglia, e invito tutti i cittadini a fare altrettanto con fiducia». Grasso prende
posizione nonostante ricordi che per regola la Sala convegni di piazza Capranica è a disposizione dei
senatori «i quali si assumono la responsabilità personale esclusiva e diretta delle iniziative che intendono
svolgervi. Gli uffici non possono esercitare controlli di merito o di opportunità sui contenuti dei dibattiti o
sulle opinioni degli oratori, salvo motivi di ordine pubblico o di violazione della legge penale. Si sottolinea
pertanto che l'iniziativa del senatore Pepe, compresa la proiezione di parti del film documentario non ha in
alcun modo il patrocino del Senato». La giornata era stata presentata su Facebook come un «incontro
aperto principalmente al mondo dell'informazione, nonché della politica e della scienza». Dopo la
propiezione era stato proposto un confronto con tanto di domande in streaming al regista Andrew
Wakefield, e alla produttrice Francesca Alesse, in sala a fare anche da moderatore e traduttore. Wakefield
nel 1998 pubblicò uno studio scientifico per mettere in relazione la vaccinazione contro morbillo, parotite e
rosolia e l'autismo. Quel lavoro venne poi ritirato e il medico radiato dall'albo quando si scoprì che i dati,
riguardanti 12 casi, erano stati falsati. Lo staff del senatore Pepe aveva fatto in precedenza sapere che
quella che inizialmente doveva essere solo una conferenza stampa, viste le richieste di partecipazione, era
diventata una conferenza-maratona che sarebbe andata avanti mattina e pomeriggio. Importante, e
pericoloso, per un Paese come l'Italia che ormai da qualche anno fa i conti con un calo importante della
copertura delle vaccinazioni pediatriche. Il film Vaxxed dopo metà ottobre arriverà in alcune sale. Dalla
casa di distribuzione «Wanted Cinema» spiegano che viste le tante richieste arrivate dalla Rete stanno
costruendo un tour che dal 17 ottobre toccherà dieci città italiane. «Ci è sembrato giusto soddisfare le
richieste del web - dichiarano da Wanted - e per questo abbiamo deciso di accendere un faro su una
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Pure il film sui vaccini che fanno male
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tematica molto discussa. Senza schierarci con le posizioni del film, ci interessano proiezioni che possano
creare dibattito e dialogo: per questo saranno presenti esperti, associazioni e medici per approfondimenti».
Contro il documentario proiettato in una sede istituzionale si schierano in tanti. Il ministro alla Salute
Beatrice Lorenzin spiega che la sua è «una posizione di estrema contrarietà, così come c'è l'indignazione di
tutta la comunità scientifica nazionale e internazionale intorno a ciò che è propagandato da questo
documentario. Quando l'antiscelta ha lo stesso diritto di tribuna della scienza, non è un tema di democrazia
ma di disinformazione». Anche Emilia De Biasi, presidente della commissione Sanità del Senato, va giù
duro: «Salute sì, ciarlatani no. Questa è una iniziativa personale di Bartolomeo Pepe non nuovo a simili
barbarie. Non c'è alcun legame fra vaccini e autismo. Lo pseudo medico che sosteneva questa tesi è stato
radiato dall'albo. E mentre Pepe si diletta con i ciarlatani noi facciamo la legge sull'autismo e lo inseriamo
nei livelli essenziali di assistenza». Sempre dal Pd, la vicepresidente del partito Giuseppina Maturani
aggiunge: «Trovo grave e sbagliato che il Senato abbia ospiti quella proiezione. Si tratta di una iniziativa
personale di un senatore che è abituato a simili discutibili performances». Si schiera anche l'Associazione
chirurghi ospedalieri italiani (Acoi). Il vice presidente Pierluigi Martini commenta così: «È grave e pericolosa
la divulgazione, per di più in una sede istituzionale, di un film palesemente antiscientifico che cavalca teorie
supportate da dati fraudolenti per le quali l'autore è stato radiato dall'ordine dei medici».
4
Ottobre
Il giorno previsto per la proiezione del video anti vaccini nella sala di Santa Maria in Aquiro
998
Wakefield
Il regista viene radiato dall'ordine dei medici di Londra per aver falsificato 12 casi di una ricerca
29/09/2016
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Argentero, Fresi e Angiolini nello scambio di persona
Giulia Bianconi
Luca Molteni è un architetto single, affascinante e latin lover che vive in città. Rocco Fontana è, invece, un
geometra sempre a dieta con famiglia e una casa in campagna. Due poli opposti, insomma. L'unica cosa
che li accomuna è il lavoro: sono entrambi direttori creativi di due aziende di sanitari che stanno per
fondersi e hanno bisogno di un unico responsabile. Sarà il loro capo, la perfida signora Welter, a chiedergli
di scambiarsi le vite per capire a chi dare il posto. Arriva oggi al cinema la seconda commedia di Max Croci
«Al posto tuo» (prodotta da Rodeo Drive e Rai Cinema) che è tornato a dirigere Luca Argentero al fianco
stavolta di Stefano Fresi e Ambra Angiolini. «Ho girato questo film quando il primo ("Poli opposti", ndr ) non
era ancora uscito, quindi con un po' di incoscienza - ammette il regista - Ho provato a realizzare una sorta
di "buddy movie", genere che mi piace molto come il western, ed è stata una grandissima esperienza». «Il
mio personaggio non mi somiglia molto - racconta Argentero - È narciso e anche un po' cattivo. Ma sono
felice di essere tornato a lavorare con Max, con il quale già nel primo film ho stretto un buon rapporto. Poi
sposo progetti di commedia con orgoglio, mai come se fosse un ripiego. Quando ho letto che si trattava di
uno scambio di ruoli, sono stato felice di sapere che sarebbe stato con Stefano con il quale avevo già
lavorato». «Come attori siamo sempre al posto di - afferma Fresi - La sfida di questo film era divertente di
per sé, perché sapevo che neanche i calzini di Argentero mi sarebbero entrati. Questo film mi ha dato la
possibilità di conoscere cose diverse di me, anche se ci sono similitudini con il mio personaggio: vivo fuori
Roma, ho una famiglia e le amanti che chattano non mi appartengono». In «Al posto tuo» la moglie di Fresi,
Claudia, è interpretata da Ambra Angiolini, che ammette di aver «lavorato più con Croci che con il resto del
mondo. Nel film sono una donna asciutta e pratica, l'unica in Italia a non aver bisogno dell'analista visto lo
scambio interessante e divertente di marito». L'altro personaggio femminile è impersonato da Serena
Rossi, una delle conquiste di Argentero, che nella vita reale fra pochissimo diventerà mamma per la prima
volta: «Tutte noi siamo state attratte nella vita da un uomo così - spiega - Ma Anna forse sarà in grado di
fargli cambiare vita, cosa che accadrà anche a me molto presto». Nel ruolo della suocera c'è, infine,
Fioretta Mari, che ha accettato la parte rinunciando a quella di co-protagonista in un altro film: «Non potevo
dire di no alla straordinarietà umana di questi personaggi». L'idea dello scambio di vite intorno alla quale
ruota il film è nata da Massimo Di Nicola, che spiega: «Ho pensato a due persone completamente diverse,
costrette a mettersi nei panni l'uno dell'altro». Lo sceneggiatore ha scritto la commedia insieme a Umberto
Marino, che aggiunge: «Abbiamo cercato attraverso l'ambientazione della fabbrica anche di raccontare
quello che accade in Italia con infinita umiltà».
Foto: Protagonista Luca Argentero
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 29/09/2016 - 29/09/2016
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Cinema Nelle sale «Al posto tuo» di Max Croci che racconta le vite intrecciate di un indomito latin lover e un
padre di famiglia
29/09/2016
Pag. 24
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Il Galà del cinema premia Ranieri e D'Amore
Giulia Bianconi
Dal 3 al 7 ottobre torna il Galà del Cinema e della Fiction della Campania, kermesse dedicata a audiovisivo
e turismo ideata da Valeria Della Rocca, presidente dell'associazione Donne & Turismo e managing
director della Solaria Service. Ieri mattina, nel corso della presentazione del festival a Palazzo Bonadies a
Roma, a due passi da piazza Navona, sono stati consegnati i primi due riconoscimenti a Massimo Ranieri e
Marco D'Amore, rispettivamente Premio Eccellenza Campania e Premio Miglior Attore di Fiction 2016.
«Questo riconoscimento mi commuove soprattutto conoscendo il valore degli artisti che prima di me lo
hanno ricevuto» ha detto Ranieri, che pochi mesi fa al cinema ha interpretato Pier Paolo Pasolini nel film
«La macchinazione». «Da spettatore più che da addetto ai lavori continuo a constatare che la nostra
Regione produce bellezza» ha aggiunto D'Amore, che vedremo prossimamente ancora una volta nei panni
di Ciro Di Marzio nella serie tv «Gomorra». Nel corso della cinque-giorni, tra proiezioni e workshop a Napoli
e la serata conclusiva condotta da Maurizio Casagrande nella suggestiva location del Castello Medievale di
Castellammare di Stabia, sono previsti ospiti come Paolo Genovese, Alessandro Siani, Edoardo De
Angelis, Iaia Forte, Massimiliano e Gianfranco Gallo.
Foto: Premiato Ranieri-Della Rocca
Foto: Attore Marco D'Amore
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 29/09/2016 - 29/09/2016
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Palazzo Bonadies Consegnati a Roma i primi due riconoscimenti della kermesse campana
29/09/2016
Pag. 19 N.1307 - 29 settembre 2016
La Repubblica - TrovaRoma
diffusione:75000
RITRATTO DI NERUDA IN FUGA SULLE ANDE
IN ANTEPRIMA IL FILM DI PABLO LARRAfN CON TRA I PROTAGONISTI LUIS GNECCO GAEL
GARCIA BERNAL, MERCEDES MORAN
Maria Pia Fusco
Una fuga avventurosa tra nascondigli e inseguimenti tra le impervie asperità delle Ande, una trama
poliziesca, un viaggio tra la poesia e la politica, spunti di comicità e momenti grotteschi: è "Neruda" il film
del cileno Pablo Larrain che ricostruisce alcuni anni della straordinaria esistenza del più grande poeta del
suo paese, premio Nobel per la letteratura nel 1967. Pur rispettando le verità biografiche, il regista riesce
ad appassionare e divertire attraverso l'uso di generi diversi, perfino il western con la cavalcata che lo porta
verso l'esilio. Il film comincia nel 1948, in piena guerra fredda, quando il presidente Gabriel Gonzalez
Videla, del quale Nerda, allora senatore aveva sostenuto l'elezione, con un drammatico voltafaccia,
cominciò a perseguitare i comunisti in nome di una politica filoamericana. Neruda, che malgrado alcuni
ripensamenti, non ha mai rinnegato la sua appartenenza al Partito, fu condannato al carcere. Dell'arresto fu
incaricato Oscar Penluchoneau, un poliziotto ambizioso ma decisamente impreparato. Neruda non solo
sfuggì alla cattura ma si divertì a sbeffeggiare gli inseguitori restando a lungo nascosto in Cile con l'aiuto di
tanti amici e compagni e si concesse ardite provocazioni come quella di passare sotto le finestre di Videna
suonando il clacson per tutta la notte. Nel 1949 il poeta con la moglie Mercedes riuscì a raggiungere
l'Argentina dove continuò la persecuzione di Videla e l'inseguimento del poliziotto Oscar, che però nel
tempo cominciò ad essere contaminato dall'interesse per la poesia e dalla personalità di Neruda. Furono
tre anni di esilio, durante i quali la fama di Neruda si diffuse in Sudamerica e in tutto il mondo, fu
riconosciuto come simbolo di libertà e di poesia. Il film di Larrafn, accolto con entusiasmo alla Quinzaine
dell'ultimo festival di Cannes, ha confermato ulteriormente il talenti del quarantenne regista cileno. Merito
anche del cast: accanto a Luis Gnecco, interprete di Neruda, ci sono tra gli altri Gael Garda Bernal (il
poliziotto). Alfonso Castro (Videla) e Mercedes Moran (Delia, la moglie del poeta). Per i lettori
delTrovaroma un invito alla proiezione del film " Neruda" al cinema Quattro Fontane (via Quattro Fontane
23) martedì 4 alle 20,30. Le prenotazioni telefonando venerdì 30 dalle 13 alle 13,50 al numero
899.88.44.68. Gli inviti validi per due persone si ritirano al cinema la sera della proiezione.
Foto: Luis Gnecco è Neruda nel film di Pablo Larrafn
ANICA - ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 29/09/2016 - 29/09/2016
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CINEMA
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5 articoli
28/09/2016 16:11
Sito Web
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Premiati oggi Massimo Ranieri (Premio Eccellenza Campania) e Marco D'Amore (Premio Miglior Attore di
Fiction 2016)
Gala Cinema Marco Dammore
Dal 3 al 7 ottobre si svolgerà l'ottava edizione del Galà del Cinema e della Fiction della Campania,
kermesse ideata e prodotta da Valeria Della Rocca, Presidente dell'Associazione Donne & Turismo e
Managing Director della Solaria Service, con la direzione artistica di Marco Spagnoli. Il Galà ha l'obiettivo di
valorizzare le risorse artistiche e paesaggistiche della Regione Campania, partendo dal presupposto di
considerare l'audiovisivo come uno strumento prezioso per incrementare lo sviluppo economico di un
territorio, nei vari segmenti d'impresa e non solo in quello meramente turistico. In occasione della
conferenza stampa, tenutasi questa mattina a Roma, Massimo Ranieri e Marco D'Amore hanno ricevuto i
primi riconoscimenti del Galà. Il primo, celebre attore e interprete teatrale ha ricevuto il Premio Eccellenza
Artistica: "Questo premio mi onora e commuove soprattutto conoscendo il valore degli artisti che prima di
me lo hanno ricevuto - ha detto l'artista partenopeo -. Per me è poi più che speciale perché arriva dai miei
napoletani, da casa, dalla mia famiglia allargata. Vivo a Roma da 40 anni, mi sento ancora emigrante. In
realtà noi napoletani ci sentiamo tali anche solo spostandoci a Caserta. Quando poi ritorno a casa mi
sembra non sia passato nemmeno un minuto". Massimo Ranieri, che sta girando il mondo per mostrare al
pubblico il suo ultimo lavoro da protagonista "La macchinazione", film sui suoi ultimi tre mesi di vita diretto
da David Grieco, ha raccontato di aver conosciuto il celebre scrittore a una partita di pallone: "Io toglievo le
scarpe per uscire dal campo, lui le indossava per entrare. Quel ricordo l'ho portato con me ed ho scelto di
iniziare questa avventura perché ho trovato il copione intenso e attinente, e David mi ha aiutato a superare
le ansie e paranoie legate all'interpretazione di questo uomo grande".
Assegnato il Premio Miglior Attore di Fiction 2016 a Marco D'Amore per la sua iconica interpretazione di
Ciro Di Marzio in "Gomorra - La Serie", serie cult prodotta da Sky. "Da spettatore più che da addetto ai
lavori continuo a constatare che la nostra Regione produce bellezza, lo ha dimostrato anche l'ultima
edizione del Festival di Venezia in cui hanno brillato Paolo Sorrentino, con 'The Young Pope', e Edoardo
De Angelis, con l'immenso Indivisibili - ha spiegato l'attore -. 'Gomorra' per troppo tempo è stata tacciata di
raccontare in maniera esclusivamente cupa il nostro territorio ed inoltre si è fatta portavoce del talento di
artisti napoletani. All'estero ci riconoscono la capacità di produrre bellezza. Evviva Napoli!". Già nel 2007
Marco D'Amore ha ricevuto al Galà il Premio come Miglior Artista Emergente, proprio in quella occasione
conobbe Stefano Sollima da cui poi è stato diretto proprio in "Gomorra - La Serie". L'evento, il cui momento
più atteso è quello dedicato al concorso dei film, delle fiction e degli spot selezionati tra quelli realizzati in
Campania nel corso della precedente stagione cinematografica, si articolerà in proiezioni per il pubblico a
invito e a pagamento (al costo di 2 euro) ospitate al Cinema Teatro Posillipo, partner della kermesse.
Selezionati per il genere "Film Commedia": A Napoli non piove mai di Sergio Assisi, Ma che bella sorpresa
di Alessandro Genovesi, Se mi lasci non vale di Vincenzo Salemme, Si accettano miracoli di Alessandro
Siani, Troppo Napoletano di Gianluca Ansanelli, Vita, Cuore, Battito di Sergio Colabona; per la categoria
"Film Drama": Bagnoli Jungle di Antonio Capuano, Due euro l'ora di Andrea D'Ambrosio, Gramigna di
Sebastiano Rizzo, Indivisibili di Edoardo De Angelis, La Buona Uscita di Enrico Iannaccone, Per amor
vostro di Giuseppe M. Gaudino. In concorso anche le "Serie tv": "Gomorra 2" diretta da Stefano Sollima,
Francesca Comencini, Claudio Cupellini, Claudio Giovannesi; "Non dirlo al mio capo" e "Sotto copertura"
ANICA WEB - ANICA WEB - Rassegna Stampa 29/09/2016 - 29/09/2016
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Galà del Cinema e della Fiction della Campania, ottava edizione dal 3 al 7
ottobre
28/09/2016 16:11
Sito Web
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entrambe di Giulio Manfredonia. Infine, concorrono per il segmento "Spot Pubblicitario": "Campania sicura
2016", "Impero Couture 2016", "Dolce e Gabbana 2016", "Leerdammer 2015", "Carpisa 2016" ed
"OptimaItalia". Tra gli appuntamenti attesi, il workshop del 5 ottobre presso Palazzo Zapata (Piazza Trieste
e Trento 48, Napoli) su rilevanti temi d'impresa: dall'incontro su "Le leggi regionali e il sistema
dell'audiovisivo", introdotto dagli studenti della Luiss Writing School For Cinema & Television, a "Io faccio
film", presentazione della campagna MPA Anica Univideo. Infine, l'incontro "L'audiovisivo e la sfida del
Cineturismo tra Location, Food e Moda" che si compone di tre panel su "Tax Credit e il Mercato", "Il
turismo" e "La Moda e il food".
La serata di premiazione del Galà, che si svolgerà il 7 ottobre nella suggestiva location del Castello
Medievale di Castellammare di Stabia (Napoli), ospiterà tra gli altri i maggiori esponenti del mondo dello
showbiz nazionale e sarà condotta da Maurizio Casagrande. Madrine dell'evento saranno Shalana
Santana, attrice di origini brasiliane protagonista dell'opera prima di Francesco Albanese Ci devo pensare,
e Giulia Andò, attrice palermitana molto apprezzata per la sua interpretazione in Viva la libertà, al fianco di
Toni Servillo e Valerio Mastandrea, e tra le protagonista della serie tv "Questo è il mio paese", diretta da
Michele Soavi. La giuria, a cui è stato assegnato il compito di esaminare le varie opere selezionate e
attribuire i Premi alle singole categorie, è presieduta dal giornalista Tonino Pinto e composta dal professor
e critico cinematografico Valerio Caprara, dagli sceneggiatori Daniele Cesarano e Nicola Guaglianone, dal
direttore del Corriere del Mezzogiorno Enzo D'Errico, dal regista e produttore Riccardo Grandi, dal critico
cinematografico Enrico Magrelli, dall'assessore al Turismo della Regione Campania Corrado Matera, dal
direttore della direzione generale Turismo MIBACT Francesco Palumbo e dalla giornalista Miriam Mauti.
Inoltre, ai Premi ufficiali si affiancheranno gli importanti riconoscimenti assegnati ad autorevoli
rappresentanti del mondo dello spettacolo, tra i tanti il Premio Speciale alla carriera, assegnato nelle
trascorse edizioni a icone del Cinema come Gianni Amelio e Pupi Avati; il Premio Speciale Stampa, quello
Cinema e Teatro ed ancora un Premio per le opere prime, dedicato alla memoria del napoletano Francesco
Rosi, tra i più celebri registi del panorama cinematografico internazionale scomparso nel gennaio dello
scorso anno. Il Galà del Cinema e della Fiction della Campania gode del patrocinio morale della Regione
Campania, del Comune di Napoli, dell'Unione Industriale di Napoli e conta sulla proficua collaborazione con
la Film Commission - Regione Campania. Tra gli sponsor di questa edizione sono da annoverare: Eles
Couture, Università Telematica Pegaso, Banca Stabiese.
27/09/2016 16:04
Sito Web
www.repubblica.it_solidarieta
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ALLA PRODUZIONE DI LUNGO E CORTOMETRAGGI, FICTION E DOCUMENTARI È STATO
RISERVATO UN FONDO ANNUO DOTATO DI 9,5 MILIONI: 364 DOMANDE PROPOSTE NEL 2015.
ALTRI 35 MILIONI STANNO STIMOLANDO COPRODUZIONI INTERNAZIONALI A CINECITTà
Roma I l Lazio è la regione europea, seconda solo a Berlino/Brandeburgo, per ammontare di fondi pubblici
a sostegno del settore audiovisivo. Per sviluppare la produzione di lungo e cortometraggi, documentari,
fiction, è stato istituito un fondo annuo dotato di 9,5 milioni di euro, per il quale nel 2015 sono state
presentate 364 domande di sovvenzione. A questo fondo se ne aggiunge un secondo, con una dotazione
complessiva di 35 milioni di euro, destinato specificatamente al sostegno delle coproduzioni internazionali.
L'obiettivo è quello di rinverdire la gloriosa stagione della Hollywood sul Tevere degli anni '50 e '60, quando
le majors americane erano di casa a Cinecittà. I primi 10 milioni della dotazione sono stati messi a bando
ed hanno permesso di attivare 17 progetti, per un totale di 6,8 milioni di euro, destinati a 12 film, 2 fiction, 2
documentari e una serie tv in animazione. Il contributo concesso alle imprese è a fondo perduto e non può
superare il 35% delle spese ammissibili. Una nuova edizione di questo bando sarà presentata
prossimamente nell'ambito del Mia, la sezione mercato della Festa del Cinema di Roma, che si svolgerà
dal 13 al 23 ottobre. A completare il programma di sostegno al settore c'è da aggiungere il fondo di
rotazione di 1,25 milioni di euro pensato per le piccole case di produzione e le start-up di nuove produzioni,
destinato alle imprese operanti nel Lazio, la cui attivazione è prevista entro un paio di mesi. Al sostegno
della
Regione Lazio si aggiunge quello della Filmcommission Roma Lazio, ente che si occupa di fornire servizi
alle produzioni per la ricerca delle locations, il rilascio dei permessi per le riprese in esterni, l'individuazione
di maestranze e fornitori, e per favorire l'accesso a risorse finanziarie private da reperire sul territorio. «Nel
2016 - ricorda il presidente Luciano Sovena - la Filmcommission Roma Lazio ha potuto disporre di una
dotazione di 800mila euro, da parte della Regione Lazio, che ha più che raddoppiato il proprio contributo,
cui si aggiunge la partecipazione del Comune di Roma con 50mila euro. L'intento è sempre più quello di
lavorare in sinergia per fare sistema e proporci come valido interlocutore a livello internazionale». Lo
sviluppo nel settore è testimoniato anche dai numeri di Cinecittà, che, come si ricava dal grafico, lo scorso
anno ha più che raddoppiato il proprio fatturato. «La nostra società- afferma Giuseppe Basso,
amministratore delegato di Cinecittà Studios - fin dalla nascita è stata concepita per ospitare il grande
cinema, ovvero i film bisognosi di complicate scenografie. Da qui la necessità di riallacciare i rapporti
internazionali. In questo senso è stata determinante la modifica del sistema del tax credit. Fino al 2014, il
limite di 5 milioni rendeva praticamente impossibile la presenza di film di grande budget perché il vantaggio
per le produzioni era minimo. L'aumento del tax credit a 10 milioni, con la possibilità di applicarlo a più
società alleate nella produzione di uno stesso film, ha consentito a Cinecittà di tornare ad essere
competitiva sul mercato internazionale e non è un caso che nel 2015 abbiamo registrato nei nostri teatri la
presenza di produzioni importanti come 007, Zooolander 2, Ben Hur. Quest'ultimo film, una produzione da
60 milioni di dollari, ha potuto usufruire di 14 milioni di tax credit». Qualche problema tuttavia non manca,
come sottolinea Riccardo Tozzi, titolare di Cattleya, una delle maggiori imprese italiane. «Girare un film o
una fiction a Roma sottolinea - continua ad essere problematico e complicato per la frammentazione di
competenze, che neppure la Film Commission, contrariamente a quanto accade in altre città, ha il potere di
risolvere. Inoltre nel settore dell'esercizio Roma sconta una preoccupante arretratezza rispetto a tutte le
grandi capitali europee. La sale cinematografiche di Parigi, di Berlino, di Madrid, di Londra sono
enormemente più numerose e soprattutto più moderne e confortevoli. Roma avrebbe bisogno di un circuito
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La Hollywood sul Tevere in cerca di rilancio
27/09/2016 16:04
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www.repubblica.it_solidarieta
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di sale urbane realmente competitive rispetto ad altre opportunità di offerta. Invece, per il blocco nelle
licenze e un insufficiente sostegno pubblico nei confronti dell'esercizio, sia a livello nazionale che locale, nel
nostro paese le sale sono il segmento debole del sistema cinema».
26 settembre 2016
27/09/2016 18:00
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letteradonna.it
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Per Sorrentino si tratta di una scelta «masochista». Dubbi anche per la giornalista Aspesi. A difendere la
decisione di portare il docu-film di Gianfranco Rosi come aspirante candidato italiano agli Oscar come
miglior film straniero è il solo Giusti.
fuocoammareNon sono passate nemmeno 24 ore prima che una vera e propria pioggia di critiche si
abbattesse sulla scelta dell'Anica di presentare Fuocoammare come aspirante candidato agli Oscar 2017.
A guidare la spedizione dei rivoltosi è stato Paolo Sorrentino. Il regista de La grande bellezza ha infatti
sostenuto che proporre «il lavoro di Gianfranco Rosi è una scelta masochista». Sorrentino infatti teme che,
il docu-film pronto a far riflettere sugli sbarchi dei migranti che da anni stanno ormai mettendo a dura prova
l'Italia e l'Unione europea, possa venire scartato dalla giuria lasciando l'Italia senza un suo rappresentante
all'evento cinematografico più importante del mondo. Ecco perché, dopo anni di equilibrismo all'insegna del
politically correct, Sorrentino ha deciso di uscire allo scoperto.
ALTRI INSIEME A LUI
Ma il vibrante attacco del regista non è stato l'unico. Ad accodarsi alla polemica è stata la giornalista e
scrittrice Natalia Aspesi che, sulle colonne di Repubblica, ha fatto un discorso più generale. E se da una
parte si è profusa elogiando il lavoro di Rosi, dall'altra ha criticato la scelta della commissione di assegnare
a un docu-film il peso di rappresentare l'Italia in una delle categorie più difficili e insidiose degli Oscar:
quella del miglior film straniero. Una scelta quasi obbligata data la pochezza, secondo la Aspesi, che
quest'anno ha caratterizzato il cinema nostrano. «Ci sono molti bei film però sempre storie in dialetto
incomprensibile, tra poveri, criminali, sfruttatori, immigrati, come se in Italia non ci fosse altro», ha tuonato
dalle colonne di Repubblica. Per non parlare poi del fatto che la giuria potrebbe scartarlo perché non
consono alla categoria per cui concorre. «Si tratta pur sempre di un documentario e per questo potrebbe
avere difficoltà a superare l'ok della giuria che lo potrebbe veicolare altrove», ha aggiunto.
VOCE FUORI DAL CORO
Insomma tutti concordi nel dire che il lungometraggio Fuocoammare è un ottimo lavoro ma che poco
c'azzecca sia col gusto Usa che con la categoria a cui sarebbe destinato. Una voce fuori dal coro è invece
quella del critico cinematografico Marco Giusti che a Dagospia ha spiegato perché il film di Gianfranco Rosi
sia la scelta più corretta. I lavori «di Rosi, che di solito cataloghiamo come documentari, sono veri e propri
film, più vicini alla costruzione autoriale da fiction che al documentario classico». Ecco perché «non credo
che, come sostiene Sorrentino, sia una scelta pessima». Soprattutto perché Fuocoammare «era molto più
cinema e molto più cinema internazionale dei tre film italiani presenti al concorso».
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Fuocoammare, questione di punti di vista
29/09/2016 00:07
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Paolo Sorrentino voleva giustamente candidarlo all'Oscar. Perché la storia delle gemelle siamesi cantanti
sfruttate dalla famiglia è intensa e coinvolgente. Un film raffinato e popolare. In cui il corpo doppio delle
protagoniste diventa metafora delle contraddizioni di quel pezzo di Sud alla periferia di Napoli in cui si
svolge la vicenda.
29 settembre 2016 di Stefano Fedele
Prima ancora di uscire nelle sale, nelle quali è in programmazione da oggi, Indivisibili di Edoardo De
Angelis è diventato il caso cinematografico italiano dell'anno. Prima le polemiche di inizio settembre al
festival di Venezia, con le proteste di alcuni addetti ai lavori perché la pellicola era stata "confinata" nelle
Giornate degli Autori e non ammessa al concorso principale. Poi è stata la volta, questa settimana, della
votazione della Commissione dell'Anica che ha selezionato il film italiano da far concorrere ai premi Oscar:
Indivisibili è stato battuto 5 a 4 da Fuocoammare di Gianfranco Rosi, con gran dispetto del votante Paolo
Sorrentino.
Indivisibili, opera terza di Edoardo De Angelis, regista in netta crescita dopo Mozzarella Stories e Perez,
racconta la storia di due gemelle siamesi diciottenni attaccate per un fianco, Viola e Dasy (Angela e
Marianna Fontana), cantanti neomelodiche - cavallo di battaglia del duo è ovviamente Indivisibili - la cui
fama è legata principalmente alla loro deformazione, che le rende oggetto d'una superstiziosa venerazione
popolare.
Intorno alle ragazze ruota una piccola corte dei miracoli che vive alle loro spalle: un padre padrone
(Massimiliano Rossi) che per loro compone pezzi cupissimi ("Tutte le belle canzoni sono tristi", dice); una
madre inerte e alcolizzata (Antonia Truppo); un prete (Gianfranco Gallo) che parla poco di fede e molto di
affari, il quale usa le ragazze per le sue processioni da baraccone, vestite come due madonne cui il Signore
ha fatto la grazia d'una miracolosa menomazione. A un certo punto un chirurgo (Peppe Servillo) visita Viola
e Dasy e dice loro che è possibile separarle. E i genitori-manager entrano in fibrillazione, temendo di
perdere il business.
Indivisibili nasce da un soggetto di Nicola Guaglianone, lo sceneggiatore di Lo chiamavano Jeeg Robot,
ancora una volta attratto da esseri fuori dalla norma, segnati dalla diversità fisica e da una vita in una
periferia ai confini della realtà. Edoardo De Angelis dà corpo e sostanza alla sceneggiatura, ambientandola
nel litorale casertano di Castel Volturno, non-luogo di insensati palazzoni sul mare e costruzioni divenute
fatiscenti prima ancora d'essere ultimate. Una terra d'una miserabilità lunare, popolata da un'umanità di
marginali privi di prospettive.
La diversità di Viola e Dasy diventa la metafora della deformità d'un mondo senza speranze. D'altro canto,
però, la loro bellezza esasperatamente angelica suggerisce, di quella terra, un altro volto possibile, seppure
mai realizzato. Nell'approccio di Edoardo De Angelis leggiamo una malinconica pietas verso una realtà
mostrata anche con ferocia, ma sempre con malcelata tenerezza, secondo quella miscela contraddittoria di
odio per le potenzialità inespresse e amore viscerale verso la propria terra che è un sentimento
geneticamente napoletano - è la ragione per cui il film parla rigorosamente in dialetto. In tal senso in
Indivisibili si ritrova quel groppo di furia repressa e orgoglio identitario che un cinema napoletano più
fiducioso di poter cambiare le cose esprimeva vent'anni fa, ai tempi di presunti rinascimenti, in film come
L'amore molesto di Mario Martone (ed Elena Ferrante), altro grande film su femminilità, doppio e Sud.
In Indivisibili, Edoardo De Angelis posa questo stesso sguardo premuroso sulle straordinarie protagoniste,
costantemente pedinate nei loro itinerari confusi in quella terra di nessuno. Se c'è un giudizio malevolo, è
per il mondo che ruota intorno alle gemelle: i veri fenomeni da baraccone sono il prete senza Dio, i genitori
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Indivisibili è il miglior film italiano della stagione
29/09/2016 00:07
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affamati di roba e privi di amore, il laido manager (che nel film si chiama Marco Ferreri!) perversamente
attratto dal corpo eccedente la norma di Viola e Dasy.
Indivisibili esibisce con gusto cinefilo persino ingenuo i suoi riferimenti, da Freaks di Tod Browning (i nomi
delle ragazze ricavati da Daisy e Violet Hilton, interpreti di quel film), al Ferreri de La donna scimmia (girato
non a caso a Napoli). Ma, a parte la stonatura della sequenza sulla nave, scolasticamente spinta sul pedale
del grottesco, Edoardo De Angelis sa trovare uno stile personale, raffinato e popolare, che poggia sui corpi,
sull'intensità recitativa dell'indovinato cast (l'energia che le due ragazze mettono nell'interpretazione è il
segno della vitalità, nonostante tutto, del mondo che raccontano), su una partitura che mescola desiderio
(del cambiamento) e paura (della separazione), sacro e profano. Un racconto di forza universale che
poteva essere girato solo in quella terra. Che fa pensare a quanto avesse ragione Paolo Sorrentino nel
reclamare Indivisibili quale candidato all'Oscar.
26/09/2016 16:22
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rainews.it
La IV edizione si terrà al Maxxi dal 30 settembre al 2 ottobre Tweet RomaWebFest, presentato il
programma Roma Web Fest, annunciata la giuria 26 settembre 2016 Presso la sede del Mibact, a Roma, è
stata presentata la IV edizione del Roma Web Fest, che si terrà al Maxxi dal 30 settembre al 2 ottobre. La
manifestazione, dedicata alle web serie e ai prodotti originali e innovativi per la rete, è diretta da Janet De
Nardis. E' un appuntamento dove sarà possibile vedere i migliori prodotti web seriali italiani e internazionali,
assistere a tavole rotonde, incontri e panel presieduti da studiosi, giornalisti e web artist, ma anche
partecipare a workshop e eventi speciali insieme a talent come Matteo Bruno, Astutillo Smeriglia, I Nirkiop,
Ivan Silvestrini. Inoltre, star del cinema e protagonisti di web serie in concorso come Francesco Montanari,
Giorgio Colangeli, Gianmarco Tognazzi, Sara Zanier, Andrea De Rosa, Marianna DI Martino,Massimo
Bonetti, Massimiliano Buzzanca, Valeria Solarino, Antonia Liskova, Giulia Michelini, Carolina Crescentini,
Lillo & Greg, Sabina Guzzanti, Matteo Branciamore, Enzo Salvi. Tra le anteprime, un evento attesissimo
sarà quello di venerdì 30 settembre alle 16:00 con la presentazione di WestWorld - Dove tutto è concesso,
la nuova serie di HBO. Nella conferenza stampa sono intervenuti i rappresentanti delle istituzioni e autori,
come Mariella Troccoli (Mibact), Cristina Priarone (Dg Roma Lazio Film Commission), Pietro Barrera
(segretario generale Fondazione Maxxi), Michele Conforti (Direttivo 100Autori che insieme a Siae ha
sostenuto il workshop su "come scrivere una web serie"), Federico Bagnoli Rossi (Fapav che insieme a
Anica, Mpa e Univideo promuovono la campagna "Io faccio film"), Il Collettivo Zero, Erminio Fragassa (Dg e
Presidente di Micromegas Comunicazione Spa). Dal programma è emerso un festival ricco dei migliori
prodotti della serialità webnativa italiana e internazionale: workshop, masterclass, panel, proiezioni,
anteprime, web radio, la sezione speciale dedicata ai fashion film, gli incontri e confronti con broadcaster,
buyer, pitch, tavole rotonde, premiazioni e iniziative legate al territorio, come Movieland per la promozione
attraverso le webseries sostenuto dall'Assessorato Formazione e Turismo della Regione Lazio con Roma
Lazio Filmcommission. - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Roma-Web-FestPresentazione-conferenza-stampa-2d80b822-c3dc-4245-ad4c-f44343b4a74d.html
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Presentato alla stampa il Roma Web Fest