L`ETA` DEL PARADOSSO
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L`ETA` DEL PARADOSSO
208 Anno 6 - n° 13 - Distribuzione Gratuita ATTUALITA’ KI S K ULTURA A INFORMAZIONE 17 luglio 2010 SPORT & TURISMO Marino Giuseppe C.so Italia, 96 - ACIREALE IL GIORNALE DEL TERRITORIO DELLE ACI Terremoto 2002: il sindaco chiede la cessione delle competenze al prefetto di Catania “E’ successo ciò che era prevedibile succedesse. Non è bastata la pazienza di cittadini e amministratori: dobbiamo registrare (e purtroppo sono tra quelli per nulla sorpresi) che il terremoto 2002 non è priorità né a Palermo né a Roma. L’assoluto disinteresse del commissario delegato per l’emergenza sisma, on. Raffaele Lombardo, come per il passato, ha trovato ulteriore conferma in questi mesi. Questo terremoto rischia di diventare un piccolo Belice, e lo abbiamo detto già in tempi non sospetti. A questo punto è necessaria una svolta perché ormai i cittadini sono stremati non solo sul piano economico, ma anche morale: che il commissario rassegni le dimissioni nelle mani del Presidente del Consiglio e si ceda nelle mani sicure e professionalmente adeguate del prefetto di Catania la vicenda terremoto 2002. Aspetteremo che giorno 9 l’ulteriore riunione per la rimodulazione dei fondi della legge 433. Contiamo in uno scatto di dignità: è vergognoso quello che sta accadendo per sanare questo sisma di cui nessuno si vuole occupare”: così il sindaco di Acireale Nino Garozzo è intervenuto alla riunione dei sindaci dei comuni terremotati Etna 2002. Auguri, Piripicchio “VOGLIAMO UN’ALTRA SICILIA”, INCONTRO DEL PDL ALLE CIMINIERE «La Sicilia di oggi, la Sicilia così male amministrata è proprio quello che vogliamo, che desideriamo? Idee, volontà, passione, riscatto, orgoglio, dignità, legalità, trasparenza, rigore, federalismo, sussidiarietà, debbono essere definitivamente cancellate dal vocabolario siciliano?» Sono questi gli interrogativi sui cui si è discusso al convegno “Vogliamo un’altra Sicilia”, che si svolgerà nel Centro Fieristico Le Ciminiere di Catania, alla presenza dei deputati e dei senatori eletti nel territorio, dei sindaci, degli amministratori, dei quadri dirigenti e dei simpatizzanti del Popolo della Libertà. Sono intervenuti, tra gli altri, il presidente della Provincia di Catania e dell’UPI, nonché coordinatore del Pdl in Sicilia, Giuseppe Castiglione, l’on. Innocenzo Leontini capogruppo del Pdl all’ARS, il sen. Pino Firrarello presidente della Commissione italiani all’estero, sindaci, deputati regionali e nazionali e una gran folla di simpatizzanti. L’ETA’ DEL PARADOSSO OPEN WEEK” APRE LE PORTE DELLE CIMINIERE CASTIGLIONE: «INIZIA LA FESTA, MA IL NOSTRO PENSIERO VA A LAURA» «Come da programma inizia oggi la grande festa della città e per la città, ma di certo il nostro pensiero non può che essere rivolto alla giovane Laura e alle sue condizioni di salute, oltre che alla famiglia della studentessa ferita ieri accidentalmente». Con queste parole il presidente della Provincia Regionale di Catania Giuseppe Castiglione, questo pomeriggio ha tagliato il nastro di Open week, la manifestazione che per dieci giorni offrirà spettacolo, intrattenimento, arte e musica ai cittadini e ai turisti. Tra il suono delle trombe, il fuoco degli artisti di strada, i colori accesi degli sbandieratori, le istallazioni e gli splendidi costumi realizzati dai giovani dell’Accademia di Belle Arti di Catania, «abbiamo dato il via all’evento, così come previsto dal calendario del programma – ha continuato Castiglione – un'iniziativa che è il frutto di un lavoro di squadra di tutti gli uffici del nostro Ente. Con risorse contenute ma grande impegno, infatti, siamo riusciti a sti- Ad Acireale sembra che sia calato il vento caldo dell’estate, l’afa dei giorni peggiori, il clima torrido che attanaglia pensieri e parole. Opere e omissioni?... Anche quelle. Omissioni soprattutto, perché qualcuno ancora si chiede perché nella nostra bella cittadina dalle cento campane (che non vorrebbero mai suonarne il de profundis) sia giunta, oltre alla sospirata estate, anche l’età del paradosso. E guaio peggiore, è che, paradosso dei paradossi, nessuno, o tutti che dir si voglia, abbia capito perché. Fiumi di parole spese per inquadrare la Città ( e la C maiuscola è diventata d’obbligo, oramai) come meta delle incompiute, litri d’inchiostro per sbandierare a destra e a manca opere di riqualificazione di là, opere di ammodernamento di quà, sopralluoghi, verifiche, proclami, e compagnia bella. Senza per questo tralasciare le tanto decantate opere di potatura e scerbatura richieste a gran voce dai cittadini, e “glorificate” dall’opera veloce e salvatrice dei nostri signori consiglieri comunali (e sembra quasi che questo sia diventato il vezzo di questo scorcio d’inizio d’estate). Nessuno, però, che parla di paradossi. Del loro esistere, del loro moltiplicarsi, del loro insinuarsi tra gli scranni del potere dove “gli eletti” passano nottate (bontà loro) vagliando, spulciando, sperimentando tante di quelle tra carte, cartacce, scartoffie e interpellanze, senza mai però accorgersi di quanto paradossale possa risultare la loro pur nobile “opera” al cospetto dei dieci, cento, mille e ancor più paradossi che scuotono il torpore della Comunità. Perche se, come detto prima, Acireale, nella sua rappresentazione araldica o simbolesca che sia, meriti, dallo scorso novembre, il titolo di Città con la C maiuscola, anche la C di Comunità ne merita altrettante; perché forse qualcuno si è dimenticato che prima di fregiarsi, e a ragione, di un titolo che ne accresce prestigio e tradizione, la Città o chi la amministra dovrebbe sentire e corrispondere alle esigenze di una Comunità che si moltiplica, che chiede spiegazioni, che sollecita interventi concreti e fattivi, al di là delle opere di scerbatura e potatura (non che non servano pure quelle, vivaddio) annunciate al sorgere di ogni…erba che Dio maledisse. E questo mi sembra il primo paradosso. Nessuno che parla, come la cronaca e la politica cittadina impone, di come, sovente, nel decalogo dell’Amministrazione Comunale ogni più piccolo o più grande, insignificante o monumentale, a breve o a lunga, lunghissima durata dei problemi di mera natura amministrativa debba necessariamente tramutarsi in questione di stampo politico. Perché?...boh! E non perché non ce ne siano esempi da riproporre, perché grazie sempre ai Padri della politica acese, di esempi ne abbiamo a dismisura: l’ultimo è quello del filone depuratore. Mi chiedo: perché all’indomani dell’approvazione della delibera in consiglio comunale concernente le opere di realizzazione dell’impianto di depurazione, da allocare in contrada Rocca di Volano, nessuno abbia saputo perché in giro si sia parlato di un depuratore che da consortile sia diventato “acese”? Come se il primo termine fosse passato in cavalleria per una non del tutto chiarita ragion di stato. E ancora. Perché da quando la saga “depuratore consortile o acese” che si voglia è stata trasmessa sugli schermi del Palazzo di Città, a tutt’oggi, non si sia più minimamente parlato del mancato completamento delle rete fognaria e metanifera, principalmente nella (non più) ridente frazione di Santa Maria delle Grazie, in barba alle tante raccolte di firme compiute tra i residenti, facendo automaticamente cadere nel dimenticatoio la questione a vantaggio di una che non può prescindere dalla prima? Giochi di parole a parte, anche questo mi sembra un bel paradosso. Perché i signori amministratori di cotanta Città sobbalzavano di gioia dalle proprie poltrone alla notizia della (millantata o meno, a questo punto) volontà dell’emiro arabo di acquistare il complesso turistico della “Perla Jonica” per farne uno dei punti più esclusivi del turismo siciliano, nazionale e, perché no, internazionale, e ora, alla notizia del progetto di realizzazione del depuratore, con annessa previsione di installazione dei tubi di scarico al mare, proprio nella zona della “Perla Jonica” all’interno dell’altra frazione acese di Capomulini, con conseguente scempio del loco (per la gioia di grandi, piccini e ristoratori del luogo), non parlano della loro (e non solo) paura che l’emiro, disgustato da tutto questo, prenda pupi e barattelli e scelga di rimanere al sole e all’oro di Dubai?...Altro paradosso. Ultimo, ma non in ordine di importanza e cronologia ( perché ce ne vorrebbero di pagine per elencarli tutti) perché, e ancora perché, da quando la parola “Depuratore” si trova sulla bocca di ogni buon acese che si interessi della vita cittadina, non si è più parlato della questione relativa alla valorizzazione, salvaguardia e pubblica fruizione dell’area Gazzena, quasi “Gazzena” fosse un nome sconosciuto, di una maga, di una strega o di una mostruosa creatura delle favole, o ai più non del tutto chiaro? Eppure il “mostro” dovrebbe sorgere proprio nel cuore di questo polmone verde. Senza contare poi, di ciò che sarà passato per la testa dei tanti poveri cittadini che, investendo denaro, sacrificio e sudore, nel mattone della prima (o ultima) casa in zone residenziali come quella di Santa Maria delle Grazie si siano trovati davanti all’idea che prima o poi la loro proprietà sarà…attraversata da grovigli di tubi e fetori nauseabondi. PERCHE’?... Che i miei diretti o indiretti interlocutori non se la prendano, per quello che è e rimarrà solo uno sfogo, ma non accennare di tutto quanto detto mi sembrava davvero un bel paradoso. E questo è…paradossale. Riccardo Anastasi La foto riproduce la scultura “Il cervello di Pietra” di Giuseppe Penone ACIREALE NORD COSTRUENDI APPARTAMENTI - 2,5/3,5 VANI MUTUO AGEVOLATO 1,25% - DA € 140.000 POSTO AUTO COMPRESO - PER INFO: 373 7105353 lare un programma ricco di colori e sapori, aperto a tutti, che precederà l’attesissima edizione 2010 di Etnafest». Oltre alla giunta provinciale al completo, erano presenti all’inaugurazione tutti i dirigenti della Provincia che hanno contribuito a realizzare la grande “fabbrica del divertimento”. Premio “Aci e Galatea” Il premio di Acireale ai Siciliani Piazza Duomo, 10 agosto 2010 2 AKIS Sabato 17 Luglio 2010 “…per l’economia di Acireale” L’iniziativa “…per l’economia di Acireale” promossa dai cinque club service (Lions, Rotary, Kiwanis, Serra e Fidapa) ha lasciato indubbiamente il segno in città. Si è ricostituita, infatti, quella cerniera fra società civile e classe politica che tanto lustro, anche in momenti difficili, aveva dato ad Acireale negli anni ’80 e ’90. Alla conferenza delle idee, svoltasi lo scorso 6 marzo, i politici presenti (l’on.D’Agostino, l’on.Catanoso, il sindaco Garozzo, ma anche diversi consiglieri comunali e provinciali) hanno ascoltato proposte, idee, suggerimenti, provocazioni provenienti da giovani, professionisti, imprenditori e cittadini. Alla conferenza dei progetti, svoltasi il 26 giugno, è stata offerta la preziosa opportunità di un confronto ampio fra club service, che hanno proposto ben undici progetti diversi riguardanti la città del futuro voluta dagli acesi, e rappresentanti istituzionali ed amministratori locali. Per i secondi sono intervenuti: Nello Catalano, Gioacchino Ferlito, L’Associazione Arma Aeronautica di Acireale, per ricordare alla cittadinanza il concittadino Turi Garpi, ha organizzato una settimana azzurra con il “Memorial Turi Garpi” che ha riscosso grande successo. Poi si è svolta la mostra di modellismo ed infine una carovana di soci e simpatizzanti si è recata in gita a Capo d’Orlando anche per assistere alla parata delle Frecce Tricolori.(nella foto di Nuccia Leotta un allegro momento fotografico della gita). Un momento della cerimonia di investitura dei nuovi Cavalieri Federiciani svoltasi recentemente a Sommatino (Caltanissetta) con il Principe S.A. Salvatore Coco. Mario Pavone, Gigi Bonaventura, Gianluca Cannavò, Santo Primavera, Antonio Tomarchio, Nicola D’Agostino, Basilio Catanoso e il sindaco Nino Garozzo. Al di là dei contenuti, è il metodo di democrazia partecipata, di promozione di processi decisionali inclusivi, di ampia concertazione che costituisce il risultato più significativo del confronto avviato in città dalle cinque associazioni di servizio. Il sito Internet www.economiadiacireale.it, predisposto per l’occasione, ha registrato quasi 3.000 contatti in poco più di 120 giorni di operatività e costituisce, tuttora attivo, una preziosa raccolta di proposte, idee e progetti, utile per orientare nuove occasioni di dibattito anche in futuro. Inoltre, al suo interno è contenuto un dettagliato report sullo stato dell’economia acese che evidenzia, nelle cifre e nei numeri riportati, una condizione generale di fondo piena di luci ed ombre, più le seconde delle prime. Acireale è oggi una grande città del Mezzogiorno, non capoluogo di provincia, che vive, come in tutti gli altri centri che si trovano nelle medesime condizioni demografiche e sociali, profonde contraddizioni. Si espande demograficamente, ma non cresce economicamente; è stretta nella morsa fra la città metropolitana (Catania) e i piccoli centri, sicuramente più dinamici e vivaci; perde di identità (è città turistica? commerciale? agricola?) e sposta ricchezza (ed energie intellettuali) altrove; è popolata da giovani (oltre un quarto della popolazione), ma è incapace di disegnare, seppur per grandi linee, un futuro per le nuove generazioni. L’iniziativa “…per l’economia di Acireale”, lontana dai clamori delle campagne elettorali ove diventa voluminosa l’agenda delle promesse, ha avuto il merito di stimolare il dibattito e il confronto e di dare indicazioni più puntuali all’amministrazione e ai rappresentanti politici sul da farsi. I progetti elaborati da ventuno professionisti, in rappresentanza dei cinque club service, hanno contenuti tecnico-culturali, grado di fattibilità, livello di esposizione finanziaria diversi fra loro; ma sono progetti che originano dalla competenza, dalla professionalità e dall’amore con cui gli acesi sono legati alla loro città. Qualcuno di questi progetti è in linea con le iniziative portate avanti dai politici; qualche altro è ancora più distante. Ciò che conta, d’ora in avanti, sarà la velocità con cui tali progetti dovranno realizzarsi, per integrarli armonicamente in un grande disegno di rilancio dell’economia cittadina che ancora, tuttavia, stenta ad emergere in modo chiaro. Saro Faraci Foto finale della presentazione della mostra delle opere realizzate dagli alunni della Scuola di Cartapesta nell’anno scolastico testè concluso. I ragazzi sono stati seguiti dall’insegnante Angela Foti affiancata dalla dott. Rosaria Trimarchi. Il Presidente della scuola, cav. Rosario Lizio si è dichiarato soddisfatto dei risultati ottenuti: “la strada è lunga e difficile, ma perseveriamo perché ci crediamo”, La verità sulla debacle della nostra nazionale di calcio Una ragazza molto bella si trova a letto con un ragazzo che non riesce ad avere una erezione, ci provano tutta la notte in tutti i modi ma, malgrado la buona volontà del ragazzo, ….nessun movimento! La ragazza deve prendere un volo alle 7.00 del mattino e ha prenotato il taxi per le 5.45. Finalmente il ragazzo si mette a saltare e urlare contento per l’arrivo della sua incredibile “voglia” …purtroppo sono le 5.45 e il tassista ha appena citofonato. Questo è quello che è successo alla nostra nazionale di calcio . Acireale, 26 luglio 1950: quando il Sindaco fu messo “alla berlina” Sono trascorsi 60 anni da uno degli episodi più curiosi e, al contempo, più discussi e controversi della storia recente della nostra città. Ci riferiamo al polemico utilizzo della settecentesca “Carrozza del Senato acese” in occasione dei festeggiamenti per Santa Venera, vergine e martire, Patrona della città e della Diocesi di Acireale, dell’anno 1950. L’antico cimelio era custodito – allora come oggi – presso i locali della Pinacoteca Zelantea, in una sala dell’edificio di via Marchese di Sangiuliano. La carrozza, realizzata da valenti artigiani locali in legno intagliato (a spese del nobile Saverio Musmeci) e consegnata alle autorità cittadine il 15 gennaio 1784, fu utilizzata nelle principali cerimonie civiche fino al 1873, in occasione dei funerali del poeta Liornardo Vigo Calanna (1799-1873). Lunga più di 5 metri, con ruote dal diametro di 90 cm (quelle anteriori) e 1,86 m (quelle posteriori), la sua cassa è sostenuta da robuste cinghe di cuoio nero. All’interno è tappezzata con velluto rosso e gli sportelli sono decorati con vetri di Boemia; all’esterno venne affrescata con dorature in oro zecchino da Alessandro Vasta. La definizione di “berlina del Senato” è, in realtà, postuma, dal momento che il titolo di “Senato” venne concesso al civico consesso da re Ferdinando IV di Borbone solo nel maggio 1806. L’idea di prelevarla e farla sfilare in pompa magna, con a bordo i rappresentanti della civica amministrazione, come avveniva nei secoli passati, fu dell’allora vicesindaco, Michele Leotta (1895-1970), presidente del comitato promotore dei festeggiamenti, il quale, per dare “maggiore lustro e decoro” alla festa di Santa Venera, fece di tutto per vedere realizzato il suo progetto. Questo progetto, tuttavia, comportava la demolizione di una parete dell’edificio che ospita la Pinacoteca e non teneva conto della circostanza che l’antica berlina non veniva utilizzata da quasi ottanta anni e non era, quindi, in condizione di sopportare i disagi della strada. Di qui le notevoli perplessità e la contrarietà di molti. Anche se, in effetti, il pregevole manufatto risulta essere di proprietà del Comune, come ha giustamente annotato il dott. Giuseppe Contarino, attuale presidente dell’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale: “la nostra carrozza è più un’opera d’arte che un banale mezzo di trasporto. Impiegarla in una sfilata è una profanazione, una dimostrazione di grossolana ignoranza” (v. Memorie e Rendiconti, 2001-2, p.223). Tuttavia, niente e nessuno riuscì a fermare l’intrepido vicesindaco: il Leotta, con l’appoggio dell’on. Gaetano Vigo (1897-1962), malgrado il parere assolutamente contrario del presidente dell’Accademia Zelantea, barone Agostino Pennisi di Floristella (1890-1964), e del suo segretario generale, canonico Matteo Fresta, fu irremovibile! Il 14 luglio 1950 la Giunta comunale approvò la delibera che autorizzava l’operazione, ottenendo successivamente anche il parere favorevole della commissione ediliza comunale, la quale nella sua relazione affermò che: “l’esecuzione dei lavori arrecherà vantaggio alla migliore conservazione della Carrozza del Senato”. Per protesta il can. Fresta, bibliotecario della Zelantea e, quindi, custode “morale” della carrozza, non essendo riuscito ad impedire quell’atto che definiva “sacrilego” e “irresponsabile”, si dimise per non consegnare le chiavi dei locali al Comune e, poiché anche il vice-bibliotecario prof. Gaetano Spina Leotta, nonostante le intimazioni del sindaco e perfino dei carabinieri, remorava la consegna delle chiavi, in attesa del parere richiesto alla Direzione Generale per le Accademie e le Belle Arti, la notte tra il 17 e il 18 luglio 1950 l’amministrazione provvide “motu proprio” alla demolizione della parete che prospetta su via Mertole, riuscendo così a “liberare” la carrozza. I lavori costarono la bellezza di 800 mila lire dell’epoca, in parte raccolti dal comitato dei festeggiamenti attraverso un’apposita sottoscrizione, in parte messi di tasca propria dallo stesso Leotta. La carrozza venne, quindi, caricata su un camion e trasferita in un garage di via Romeo, nei pressi del teatro Bellini. Qui, l’indomani, un solerte dipendente comunale, incaricato di pulirla, fu fermato appena in tempo mentre, spugnetta abrasiva in pugno, mentre si accingeva a lavarla con il detersivo (sic!), rischiando così di arrecarle danni irreparabili. Questo a dimostrazione - semmai ce ne fosse stato bisogno - del livello di assoluto dilettantismo con cui venne gestita allora la delicata vicenda da parte della Pubblica Amministrazione. La Giunta comunale si riunì di nuovo proprio giorno 18 luglio. In quella sede, l’assessore avv. Concetto Marino, assente alla precedente riunione, manifesta piena solidarietà al sindaco Indelicato e adesione alla (insana) proposta, rilevando di non avere nulla da eccepire, anzi dichiarando: “indubbiamente il Comune ricava un beneficio, vedendo migliorato e conservato il valore artistico della Carrozza del Senato” e ciò, teneva a premettere, “in considerazione che il Comune non dovrà assumere alcun onere per l’uso della Carrozza”. Motivazione, questa, che abbiamo sentito ripetere anche nel corso degli anni successivi a supporto di alcuni discutibili interventi (tra gli altri, in occasione dell’edificazione del “grattacielo” di Piazza Marconi). Per la cronaca, la giunta, guidata dal dott. Sebastiano Indelicato, era composta anche dagli assessori: dott. Salvatore Pennisi di Floristella, cav. Carmelo Nicolosi, avv. Carlo Carpinati e Ignazio Spina. Dopo le polemiche, arrivò, infine, il tanto atteso giorno 26 di luglio. Tra la curiosità degli acesi la carrozza del Senato, trainata da quattro cavalli e condotta dal cocchiere in palandrana di velluto verde con ricami, fibbie e bottoni d’oro, con i due valletti, in costume d’epoca, ritti nella parte posteriore, dietro le ruote (gli accessori necessari per la sfilata erano stati reperiti a Catania) si fermò dinanzi il portone del Municipio. Uno dei valletti scese dalla vettura per tenere aperto lo sportello della carrozza, su cui salirono il sindaco dott. Sebastiano Indelicato (1889-1969), già presidente dell’Azione Cattolica diocesana e primario dell’ospedale cittadino, ed il segretario capo del Comune, dott. Cirafici. L’antico e delicato mezzo di trasporto servì a coprire il percorso che separa il Palazzo di Città dalla porta principale della Cattedrale, in totale neanche 100 metri lineari (sic!), dove si sarebbe officiato il solenne pontificale per la festa di Santa Venera. Questa è la cronaca degli eventi, pubblicata sulle colonne de “La Sicilia” del 27 luglio 1950, a firma del dott. Alfio Fichera ( - 1952): “Splende sotto il bel sole estivo l’oro zecchino che patina la berlina dalle linee elegantissime, il rosso colore di fondo delle ruote altissime e del traino aveva riflessi caldi e le grandi vetrate sotto i raggi luccicavano terse e linde”. Lo stesso cronista, stimato medico condotto, uno tra i più decisi fautori della discussa operazione, preso da campanilistica nostalgia per i secoli che furono, scrisse che desiderio dei cittadini era “quello di vedere ogni anno il corteo essere accresciuto di persone e di fasto, mettendo da parte i custodi di tanta pregevole opera e gli amministratori della pubblica cosa eventuali suscettibilità, anche giustificate, e risentimenti”. Nonostante questo appello alla conciliazione, il Fichera appare quasi abbagliato dalla storica rievocazione, tanto da favoleggiare per gli anni a venire la presenza di “alabardieri, paonazzi nelle loro tuniche rosso cupo, algoini dalle lunghe bacchette, mazzieri, il gran capitano d’armi con spadino… giudici, cancellieri, trombettieri” tamburini e quant’altro nel loro “fantasioso vestiario policromo di sete, velluti e broccati”. Nel corso del breve tragitto il sindaco, piccolo di statura, quasi sprofondato all’interno della carrozza (in cui i soliti maligni dicono che sarebbe stato comodamente anche in piedi), “dispensava calorosi saluti alla folla che gremiva la piazza, agitando oltremodo le braccia” (Cosentini), mentre dal palazzo vescovile usciva un altro, ancor più fastoso corteo, con il Capitolo Cattedrale in cappa e mitra, preceduto dal mazziere, ed il Vescovo, mons. Salvatore Russo (1885-1964), riccamente vestito, con il pastorale gemmato e la preziosa mitra. Questi aspettava l’arrivo del corteo municipale sulla soglia della chiesa Cattedrale. Sceso il sindaco dalla carrozza, il prelato ricambiò il deferente saluto, chiedendo tra il serio ed il faceto ad Indelicato “ha fatto buon viaggio, dottore?”, per poi assestare una vera e propria stoccata, con la seguente, gustosa battuta:“Signor sindaco, oggi l’hanno proprio messa in berlina!”. I due, peraltro, si conoscevano e stimavano da tempo. Terminata la festa di Santa Venera, la carrozza venne riportata presso i locali della Pinacoteca Zelantea. Ricostruito il muro, la vicenda volse al suo definitivo epilogo, anche perché, di lì a poco, giunse notizia che la Direzione Generale per le Accademie e le Belle Arti, a cui l’Accademia aveva richiesto un parere in merito, stabilì che la berlina non sarebbe dovuta mai più uscire, facendo essa parte dei monumenti storici, meritevoli di tutela. Il discorso sembrava ormai chiuso, quando, in occasione della presentazione del volume dell’avv. Felice Saporita “Il risveglio, Acireale 1944-1960” (16 novembre 2002), il dott. Giuseppe Contarino, forse a titolo di aneddoto, rivelò ai presenti che, qualche mese prima – dopo che da oltre mezzo secolo nessuno aveva più nutrito la “balzana idea” di ripetere la discussa operazione del 1950 – quello che egli stesso, con la sua pungente ironia, definì “qualche spirito allegro” aveva pensato di riproporre l’esperimento. Esperimento a cui l’Accademia, opportunamente, si sarebbe opposta allora (e anche per il futuro), perché, come ebbe a dichiarare in quella sede lo stesso Contarino, “è da stupidi distruggere, o soltanto mettere a rischio di distruzione, un cimelio tanto importante per soddisfare la vanagloria di un momento” (v. Memorie e Rendiconti, 2001-2, p. 224). L’intera vicenda del luglio 1950 sarebbe meramente aneddotica, se non fosse che dagli animi di certi protagonisti della vita cittadina le idee più strampalate possono tornare a risorgere e fare colpo sulle menti deboli dei più. Guardandoci attorno, per la verità, nutriamo il timore (speriamo infondato) che ancora vi siano in giro, oggi come allora, personaggi smaniosi di assecondare quella vanagloria di cui parlava il dott. Giuseppe Contarino. Dio ce ne scansi e liberi! Guido Leonardi NOTA A MARGINE Dal “DEVOTI-OLI, Dizionario della lingua italiana” (ed. Le Monnier). Berlina1: pena infamante, di antica origine barbarica, che consisteva nel portare il condannato in un luogo esposto al pubblico (detto anch’esso berlina), spesso sopra un palco, per lo più con una scritta, indicante il delitto commesso; Berlina2: carrozza elegante a quattro ruote con sospensione elastica della cassa su una vistosa intelaiatura [dalla città di Berlino donde irradiò la moda alla fine del XVII sec.] Guido Leonardi 347 1433135 [email protected] AKIS Sabato 17 luglio 2010 LA LIBRERIA DI AKIS Un vero e proprio trattato dedicato alle donne; una ventina di racconti a sfondo erotico, e da qui il titolo: “Eroticaria”, un nome che ricorda un po’ una malattia della pelle, perché – come dice l’autore, l’avvocato catanese Gaetano B. G. Mustica – “l’eros è legato a doppio filo alla prurigine”. Il libro è stato presentato nel cortile della Libreria Giannotta a Catania; insieme all’autore ne hanno parlato lo scrittore Domenico Trischitta e il giornalista Daniele Lo Porto. L’attore Francesco Di Vincenzo ne ha letto alcuni brani. Gaetano Mustica è un Pensato come un diario-inchiesta lungo una settimana, “Fango – Storie sbagliate di chi ha perso tutto”, il libro del giornalista Sebastiano Ambra (a dx nella foto), presentato nel corso di un’apposita cerimonia, è il primo reportage che, assumendo l’aspetto di un romanzo a tinte gialle, racconta dei 38 morti di Giampilieri e Scaletta Zanclea, gettando una luce su una realtà violentemente trasformata nello spazio di una notte e quasi dimenticata. “Fango” è il racconto di sette giorni di visite nei posti della tragedia del primo ottobre 2009, nel messinese, a quasi un anno di distanza dal disastro: giorni di riflessioni, di ricerche, di incontri con chi ha perso tutto, di dialoghi con chi s’è cucito addosso l’abito da eroe rimanendo poi nell’ombra. Il tutto puntellato da domande sulle cause e sulle responsabilità: a parlare, nell’opera la cui prefazione è a cura dell’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando, sono, infatti, sindaci, tecnici, volontari, sebbene alcuni interrogativi posti dagli interlocutori rimangano senza risposta. La piccola indagine dell’autore porta anche alla inaspettata rivelazione di una verità importante per il borgo maggiormente colpito, Giampilieri Superiore: una verità che allunga l’ombra del dubbio su quanto accaduto la notte del disastro, su una decisione della presidenza della Repubblica e su alcune iniziative dei Comuni della fascia ionica isolana, iniziative tese a confermare una vicenda che appare del “autore tardivo” (come lo ha definito Lo Porto), che ha dedicato gran parte della sua vita all’attività forense; dal 2000 in poi ha rivolto la sua attenzione alla scrittura, in modo tra l’altro assai prolifico. Nel giro di qualche anno ha pubblicato: “Una diviso Due e altri racconti”, venuto alla luce dopo 37 anni di…gestazione, “Fiabesco”, “Fole per tutte le età e tutti i gusti”, “Epos Siciliano”, “Miti e pupi rinverditi”, “Il giardino delle rose perdute”, “Favolario”, “Le storie della storia”. In realtà, durante la presentazione di “Eroticaria”, Mustica ha rivelato che la sua passione per la letteratura risale ai primi anni sessanta, quando inviò un racconto al Corriere di Sicilia, la cui pagina culturale era gestita da Enea Ferrante, a Catania indimenticato giornalista e uomo di cultura. A quel racconto ne seguirono altri che l’autore però non volle mai pubblicare. La raccolta “Eroticaria” è divisa in tre parti: “Cinquantenaria”, “Centenaria” e “Millenaria”. Alla domanda su cosa abbia in programma per il futuro, il vulcanico autore risponde di avere già in cantiere un altro libro. Da sottoporre, come sempre, all’attenzione critica della moglie, anche lei avvocato, e prima lettrice. Graziella Nicolosi tutto falsa alla luce di quanto rivelato dal libro. Dove sono le persone che il povero Pasquale Simone Neri avrebbe salvato? Chi sarebbero? Chi e perché ha voluto creare la figura di un eroe senza avere certezza degli eventi, certo che nessuno avrebbe osato smentire? Chi vuole speculare sulla morte di questo sottocapo della Marina Militare? A chi interessa coltivare un solo falso ricordo distogliendo l’attenzione dagli altri morti e dagli enormi problemi in cui versano ancora quei luoghi?... Alla cerimonia di presentazione hanno preso parte il giornalista del “Quotidiano di Sicilia” Antonio Casa, la rappresentante del Movimento “Liberacittadinanza” Giusy Torrisi e il brigadiere della Guardia di Finanza Giuseppe De Luca (a sx), testimone straordinario del disastro di Giampilieri, la cui storia è ampiamente raccontata nel libro. ph Fabio Consoli Riccardo Anastasi 10 giugno 1940 – 10 giugno 2010 Settant’anni fa, tra il clamore di migliaia di cittadini osannanti, ma ignari della tragedia che stava per compiersi, dal balcone di palazzo Venezia in Roma Benito Mussolini dichiarava ufficialmente guerra alla Francia e all’Inghilterra. Ammaliati dalla sua figura carismatica, forgiata dalla penetrante propaganda di regime (finalizzata, per quasi venti anni, al mantenimento del potere e del consenso, attraverso la creazione di falsi miti e il nascondimento della verità), gli italiani seguirono fedelmente Mussolini fino alla dichiarazione di guerra, che segna certamente il momento più cupo e tragico nei 150 anni della storia dell’Italia unita, preludio dell’inutile strage che prostrerà il nostro Paese negli anni a seguire. 485 mila morti, 320 mila invalidi: basterebbero solo queste due cifre – senza contare l’immensa mole di macerie, non solo materiali, lasciataci dal conflitto mondiale – per dare l’idea di quella folle decisione, che segnerà pure l’inizio della fine del regime fascista. Nel 1940 il popolo italiano, ormai plagiato da una stampa asservita, ottenebrato da una rigida censura ed inebriato dal talento manipolatore della propaganda, segue il dittatore, tragicamente, verso il baratro, illudendosi in una facile e rapida vittoria. La realtà, però, era ben diversa: armamenti e mezzi scarsi ed obsoleti (solo di quadrupedi vi era abbondanza!), flotta aerea composta da biplani (alcuni con ali di tela)… altro che esercito invincibile! Nonostante il sacrificio di tanti giovani vite (che avrebbero dovuto costituire quel “certo numero di morti” di cui il dittatore diceva di avere bisogno “per sedere al tavolo della pace accanto a Hitler”), si contano le prime, pesanti sconfitte militari sui vari fronti di Grecia, Africa settentrionale e orientale. In pochi mesi inizia a sfumare l’ammaliamento collettivo e anche la macchina del consenso si inceppa. Tramonta il mito del Dux invincibile. Nonostante la censura, gli italiani iniziano a conoscere bene, sulla loro pelle, la verità: nelle città il cibo scarseggia, mentre al fronte i soldati, laceri, affondano nel fango. Alle prime disastrose campagne militari, farà seguito l’altra funesta avventura, Acireale, “una gloria dell’architettura barocca” A definire così Acireale è il giornalista inglese Christopher Buckley, che nel 1943 si trova in Sicilia al seguito dell’VIII armata del maresciallo Montgomery quale inviato speciale e corrispondente di guerra del Daily Telegraph. Sempre come corrispondente di guerra del Daily Telegraph, nel 1950, Buckley andrà in Corea per seguire gli sviluppi della guerra in quell’area, ma vi troverà la morte il 12 agosto, a soli 45 anni; la jeep su cui viaggiava assieme al collega giornalista Ian Morrison, corrispondente del Time, salterà infatti su una mina. Della esperienza fatta durante la seconda guerra mondiale in Italia, Buckley pubblicherà nel 1945, a Londra, un volume dal titolo Road to Rome [Strada per Roma], nel quale descrive tutte le varie fasi delle operazioni militari, dallo sbarco in Sicilia fino alla conquista di Roma.Si tratta di un volume particolarmente interessante ed utile per la ricostruzione della storia degli avvenimenti bellici che ebbero luogo in Sicilia, in quella calda estate, conclusisi con l’abbandono dell’isola da parte delle truppe tedesche e delle divisioni italiane. In esso Buckley si rivela osservatore attento e molto sensibile anche alle bellezze della natura siciliana di cui subisce il fascino. Egli infatti non si limita alla semplice descrizione dei luoghi che sono stati teatro dell’avanzata dell’esercito britannico, ma tutte le volte che se ne presenta l’occasione, non manca di cogliere la varietà del paesaggio siciliano, le sue caratteristiche e la sua bellezza, che viene esaltata in maniera particolare dalla luce e dai colori dell’estate. Lasciato Porto Said il 5 luglio 1943, la flotta britannica approda cinque giorni più tardi sulle coste meridionali dell’isola nei pressi di Gela, dove inizia la scoperta della Sicilia da parte del nostro corrispondente. Lungo l’itinerario che da qui lo porta a Messina, egli incontrerà diverse città più o meno importanti, fra le quali Acireale, alla quale riserva una attenzione particolare. Ed è appunto su quanto egli scrive della nostra città e dei suoi dintorni che vogliamo soffermarci con questa nostra breve nota. Acireale sorge al centro di una zona particolarmente fortunata, lungo la fascia costiera a settentrione di Catania, e che agli occhi di Buckley si rivela subito in tutta la sua magnificenza. Lasciando Catania alla volta di Messina, egli rimane colpito dalla bellezza di questo tratto della costa ionica che trova “molto attraente per la vista”. “E’ piacevole - egli scrive - guidare lungo una strada tortuosa, con l’azzurro Mediterraneo a destra ed una successione di paesi che hanno un bel nome - Aci Castello, Santa Maria degli Ammalati, San Leonardello - che si confondono tra di loro, a forma di nastro per nulla attraente a causa delle costruzioni di case lungo i due lati delle vie principali. E’ piacevole vedere bianche ville sommerse dai gelsomini e dalle buganville. Le forze tedesche avrebbero potuto distruggere questi paesi quando vi sono passati durante la loro ritirata, ma per un motivo o per un altro non lo hanno fatto. E’ piacevole vedere dei bambini che non sembrano affamati […]. E’ piacevole trovarsi in una terra di leggende, e proprio a nord di Catania si può vedere la piccola baia irta di scogli che è conosciuta come Porto di Ulisse”. Egli ricorda infatti che questa, secondo la tradizione, è la patria di Polifemo, la terra dove sbarcò Ulisse “stremato per i venti sfavorevoli che lo avevano allontanato dalla rotta per l’isola natale di Itaca”, e che il presuppo- sto di questa tradizione si fonda sulla esistenza di tre grossi blocchi di roccia che il gigante accecato scagliò contro Ulisse ed i compagni mentre scappavano via. Ed avanzando in questo paesaggio da favola, eccolo giungere nei luoghi del mito di Aci e Galatea, ad Acireale, città di cui subisce immediatamente il fascino. “Della città di Acireale – egli scrive – mi innamoro subito e completamente. Essa è una gloria dell’architettura barocca, e nessuna delle guide turistiche sembra farle giustizia. Non so se Mr. Sacheverell Sitwell nella sua opera Southern Baroque Art [Arte barocca del Sud] parla di essa (1). Non dubito che egli ne parli, ma il suo libro sfortunatamente non mi è capitato fra le mani. Se non la conosce, e posso supporre con difficoltà che non la conosca, allora posso promettergli una indimenticabile esperienza non appena la maledizione di Hitler sarà stata eliminata” La descrizione che egli fa della città riguarda la piazza del Duomo e le strade principali che da essa si dipartono. “La piazza centrale – egli dice - è il più bel complesso architettonico che io abbia visto in Sicilia. La magnifica facciata del Municipio del XVII secolo, con i suoi bei balconi sostenuti da mascheroni e circondati da belle ringhiere in ferro battuto, ricorda subito una tela dipinta da Inigo Jones (2) per una rappresentazione di Ben Jonson (3). La facciata è deliziosamente decorata ed è perfettamente simmetrica”. In quanto alle strade, egli rileva che “sono in una prospettiva molto curata”. Dopo aver parlato del barocco, Buckley si sofferma anche sugli abitanti di Acireale. “Desidero ancora aggiungere – egli scrive – che Acireale era un posto accogliente. I suoi abitanti sembravano provare simpatia per noi. I ragazzini salivano sui carri armati Sherman parcheggiati nella piazza e stendevano le scarne mani chiedendo biscotti. Mi dicevano che c’era stata una battaglia in queste strade tra gli Inglesi ed i Tedeschi; fortunatamente sembrava che avesse lasciato pochi segni nella stessa città”. E conclude il suo ricordo di Acireale con questa constatazione: “Ho appreso che i Tedeschi combattevano bene, ma gli Inglesi erano stati più astuti, con tutto quello che questa parola significa”. Buckley assieme ad altri due corrispondenti di guerra, Alan Moorehead del Daily Express e Alexander Clifford del Daily Mail raggiungerà quindi Taormina “il luogo più giustamente famoso in Sicilia per la sua bellezza”. Qui si fermerà tre giorni alloggiando in un albergo abbandonato, e farà anche alcune gite a Messina, prima di imbarcarsi per Reggio, da dove continuerà la risalita dell’Italia verso Roma. 1) Mr Sacheverell Sitwell è uno dei principali studiosi del Barocco. L’opera qui ricordata, il cui titolo completo è: Southern Baroque Art: a study of Painting, Architecture and Music in Italy and Spain of the 17th & 18 centuries, è del 1924. 2) Inigo Jones (Smithfield, 1573 – Londra, 1652), architetto, scenografo e costumista, ha introdotto in Inghilterra l’architettura rinascimentale italiana. 3) Benjamin Jonson, noto come Ben Jonson (Londra,1572 – 1637), drammaturgo, attore e poeta, è una figura di primo piano del teatro elisabettiano. Francesco Calì PASSAGGIO DI CONSEGNE Si è concluso nella splendida cornice della “ Certosa dei Cavalieri “ con il passaggio delle consegne, l’anno sociale 2009/2010 del Lions di Acireale presieduto dal Dott. Paolo Rapisarda. Il Dott. Rapisarda durante la partecipata serata ha consegnato la direzione del prestigioso Club al Dott. Salvatore Leonardi nuovo presidente per l’anno 2010/2011. Quello appena trascorso è stato un anno pieno di molteplici attività che si sono snodate lungo due direttrici:solidarietà ed impegno nel territorio . Davvero tante sono state le iniziative a sfondo sociale senza speranza, quella di Russia, che lascerà sul campo 60 mila morti italiani; vittime inutili di una guerra sbagliata in partenza. Tornando alla data del triste anniversario, non si comprenderebbe appieno la reazione esaltata degli italiani all’annuncio della dichiarazione di guerra, quel 10 giugno 1940, se non considerando che, quello manifestato in forme tanto eclatanti, era, in realtà, un consenso artefatto; era il prodotto di quasi due decenni di mistificazioni e censure. Ne è riprova quanto accadrà all’indomani del 25 luglio 1943, quando gli italiani - ormai prostrati ed esausti - si risvegliarono, bruscamente, da quella suggestione collettiva, riscoprendosi tutti (o quasi) antifascisti. La guerra per l’Italia, però, non era ancora terminata. Ma questa è un’altra storia… Guido Leonardi che hanno permesso di raccogliere fondi utili per i ceti meno ambienti. Per quanto riguarda l’attenzione al territorio Il Lions ha avviato un tavolo permanente di dialogo con gli altri Club Service della Città per promuovere iniziative comuni mirate allo sviluppo economico e sociale. Tra queste spiccano due fiori all’occhiello che il presidente Rapisarda e gli altri soci del Club hanno fortemente voluto. Una “Conferenza delle idee” - nella quale imprenditori, sindacati, ordini professionali, operatori commerciali, associazioni, ecc., hanno lanciato proposte concrete per lo sviluppo di Acireale. Sono state raccolte 25 proposte, idee e suggerimenti anche attraverso il sito web (www.economiadiacireale.wordpress.com). Oltre 2.500 contatti in 120 giorni di operatività del sito Alla fine si è arrivati alla compilazione di undici schede-progetto a cui hanno lavorato ventuno professionisti in rappresentanza dei diversi club organizzatori dell’evento. Alla “ Conferenza delle Idee è seguita la”Conferenza dei Progetti” - nella quale sono stati presentati le schede-progetto alle Istituzioni locali e ai politici Regionali e Nazionali Acesi. I progetti elaborati, la maggior parte realizzabili con l’apporto di finanziamenti privati, costituiscono ormai patrimonio della Città e se opportunamente condivisi dalla politica potranno contribuire energicamente al rilancio di Acireale. Un'altra importante iniziativa che ha riscosso un notevolissimo interesse è stato il lancio del progetto denominato “Alimentazione e Benessere”, con lo scopo di promuovere una campagna di sensibilizzazione, sull’importanza di una sana e corretta alimentazione, indirizzata ai giovani della scuola secondaria di 1° grado. Ne è seguito un interessante Convegno” dal titolo “Alimenti Mediterranei e Benessere” per approfondire e discutere i temi della nutrizione e della corretta alimentazione allo scopo di contrastare il preoccupante aumento di certe malattie definite “malattie da benessere" (obesità, diabete, ecc.). Un anno sociale davvero importante per la storia del Club Acese, che per le attività svolte,ha ricevuto il plauso del Governatore del Distretto 108Yb Sicilia Avv. Rosario Pellegrino intervenuto alla serata. ph Fabio Consoli Angelo Battiato MAGMA – MOSTRA DI CINEMA BREVE, IX EDIZIONE - 22-25 Luglio 2010 Acireale (CT) Sono 513 e provengono da 48 paesi del mondo, i cortometraggi iscritti alla nona edizione di Magma – mostra di cinema breve. Il festival, realizzato dall’associazione culturale Scarti, ha selezionato 31 opere per il concorso, che si terrà ad Acireale (CT) dal 22 al 25 Luglio. L’obiettivo che continua a caratterizzare la manifestazione è quello di focalizzare l’attenzione sul formato breve, considerato espressione artistica autonoma e spazio in cui sperimentare nuovi stili, tecniche inedite, poetiche di autori emergenti o di filmaker già affermati. Si viene così a costituire un’occasione di visibilità per opere di alta qualità che spesso, in Italia, vedono preclusi i principali canali di distribuzione. Visto il successo della scorsa edizione, Magma avrà luogo anche quest’anno nel chiostro di San Domenico (ex liceo Gulli e Pennisi). I corti in concorso si contenderanno il Premio Lorenzo Vecchio, intitolato al fondatore e direttore artistico di Magma, scomparso nel maggio 2005. L’apertura del festival (22 luglio) vedrà un omaggio speciale al presidente di giuria, Roberto Perpignani. Della giuria faranno parte anche il produttore Andrea De Micheli (presidente di Casta Diva Pictures, società leader internazionale nel campo della produzione audiovisiva), e la caporedattrice della storica Rivista del cinematografo, Marina Sanna. 4 AKIS Sabato 17 luglio 2010 Come affrontare il burnout sul lavoro Associazione Kennedy presenta progetto di prevenzione A distanza di 50 anni dal conseguimento del Diploma di Maturità, gli alunni dell’anno scolastico 195960 si sono ritrovati nei locali del glorioso Liceo Scientifico Comunale “Archimede”, per un “ AMARCORD” di vita scolastica, familiare, sociale e professionale. Vinta la commozione del primo incontro, si sono dati un affettuoso e fraterno “Arrivederci a presto”.Foto di Fabio Consoli Il prof. Stefano Savoca è il nuovo presidente del Rotary club di Acireale. Il suo insediamento è avvenuto nel corso di una conviviale alla quale ha presenziato anche il dott. Filippo Ferrara, assistente del governatore del distretto 2110, Sicilia-Malta, Salvatore Lo Curto. Nel corso della cerimonia, il nuovo presidente ha reso noti e presentato ufficialmente i componenti il consiglio direttivo che lo affiancherà durante il suo mandato: Aldo Scaccianoce, vice-presidente, Rosario Russo, segretario, Fabrizio Leotta, tesoriere, Gianni Paravizzini, prefetto, Paolo Nicolosi, Angelo Pennisi, Alessandro Pistarà, Marina Rapisarda e Daniela Franchina, consiglieri, Lillo Buscarino, past-president, e Luciano Privitera, president incoming. Nel corso della conviviale si è proceduto all'ammissione di una nuova socia, Giovanna Abbate Cifalinò, ed alla consegna di due riconoscimenti ad altrettanti soci, entrambi past-president: Franco Verde ha ricevuto la Paul Harris fellow, Stellario Fiumara è stato insignito del titolo di socio onorario. L'anno sociale che si è appena aperto sarà quello del cinquantenario per il Rotary acese; per questa ragione il neo-presidente Savoca ha invitato sul palco i soci fondatori Paolo Nicolosi e Casimiro Nicolosi, ringraziandoli a nome del club per quanto hanno fatto sin qui. ph Fabio Consoli Gaetano Rizzo L'attrice Mariella Lo Giudice è stata ospite al Rotary club di Acireale, presieduto dal dott. Calogero Buscarino. Assieme all'illustre ospite è stato preso in esame un argomento di attualità sempre più ricorrente, le prospettive del teatro nel terzo millennio alla luce delle costanti restrizioni finanziarie. "Teatro bene utile o futile" il tema della conviviale che ha fatto registrare una consistente presenza di soci, alcuni del quali hanno rivolto quesiti vari a Mariella Lo Giudice, il cui patrimonio di esperienza in ambito teatrale è più che noto. Il presidente del Rotary acese, dott. Buscarino, ha ringraziato l'ospite per la sua presenza e posto l'accento su alcuni aspetti della problematica analizzata attraverso alcune domande formulate. ph Fabio Consoli Gaetano Rizzo Col termine burnout si intende uno stato di esaurimento psicofisico a cui può andare incontro il lavoratore, fenomeno particolarmente indagato nel campo della sanità e della scuola. La problematica è stata affrontata oggi presso l’associazione Kennedy, alla presenza della stampa, in occasione di un corso di formazione focalizzato sul soggetto–operatore sanitario, organizzato dall'associazione Kennedy e gestito dall'associazione L'albero di Andrea. Il corso, iniziato lo scorso 14 giugno e in programma fino al mese di novembre, fa parte di un più ampio progetto formativo per il benessere lavorativo del personale ed è rivolto agli operatori delle strutture del gruppo Kennedy (C.T.A. Helios di Gravina di Catania, R.S.A. Le Palme di Trecastagni, associazione Kennedy di Acireale e Adrano, Casa di cura riabilitativa Villa Sofia di Acireale). “La formazione riveste un ruolo di primo piano nella prevenzione del burnout e nel mantenimento del benessere dei lavoratori” sottolinea Giuseppe Seminara, psichiatra responsabile sanitario della C.T.A. (Comunità terapeutica assistita) Helios di Gravina di Catania. A partire dal 1995, Seminara ha approfondito il burnout coordinando una ricerca nell’ambito del lavoro in strutture residenziali psichiatriche. Da quella prima ricerca hanno preso spunto diversi eventi formativi rivolti al personale delle aziende del gruppo Kennedy, di cui quello attualmente in corso rappresenta un momento di approfondimento specifico sul tema burnout. “La formazione è una crescita professionale e personale che ci porta a meglio ‘saper essere’ e non solo a meglio ‘saper fare’”, sostiene Seminara, secondo il quale “la capacità di essere nel gruppo, di essere in sinergia con gli altri, di saper modulare e appianare gli inevitabili conflitti che dal gruppo derivano, è certamente la migliore premessa per una corretta ed efficace prevenzione del burnout”. Di diversa natura le cause del fenomeno, che come è emerso dall’incontro possono essere socio-ambientali (l’organizzazione del lavoro all’interno della struttura, la scarsa disponibilità di mezzi per assolvere ai compiti, la confusione dei ruoli, la comunicazione all’interno del gruppo), ma anche riconducibili a fattori individuali (la mancanza di motivazione, il profilo personologico del singolo operatore). I disturbi derivanti dal burnout non sono statici ma dinamici, e possono andare da semplici forme di ansia e stress lavorativo a vere e proprie forme di patologia psichiatrica e psicosomatica (depressione, ipertensione, cefalea, abuso di sostanze, di alcol), tanto che gli studi in merito hanno individuato quattro fasi di burnout corrispondenti ad altrettanti livelli di espressione patologica. Gradualmente, da una fase all’altra, anche i disturbi sociorelazionali diventano sempre più gravi, coinvolgendo a volte l’area familiare”. Sull’ambiente lavorativo le ripercussioni del burnout determinano una riduzione di efficacia ed efficienza delle prestazioni, soprattutto in strutture multidisciplinari, dove diverse figure devono entrare in sinergia e le varie competenze devono essere uniformate a un obiettivo comune. “Riteniamo che la formazione sia il metodo migliore per prevenire fenomeni di burnout nei dipendenti” ha dichiarato a margine dell’incontro il coordinatore formativo del corso, Giovanni Panebianco, responsabile dell’associazione L’Albero di Andrea. “Il tema è di particolarmente rilevante nel campo della riabilitazione, che solitamente vede risultati a lunga scadenza, soprattutto quando si affrontano casi gravi”. Daniele Greco Acicatena – vicino Aci S. Antonio – app. 4 vani del ’98, 3 camere da letto, cucina grande, lavanderia, primo piano, ottime condizioni – possibilità Garage 36 mq. € 138.000 tratt. Acicatena – zona Centrale – app. 3 vani, piano rialzato, posto auto condominiale - € 117.000 tratt. 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Un piacevole e corposo calendario che va a toccare tutti i vari “gradini” delle attività culturali, così come afferma il Presidente Giovanni Vasta. Una “Consulta sotto le stelle” che certamente farà parlare bene di se. Premio Aci e Galatea 10 Agosto 2010 Miracolo della scienza: la storia di Oscar, il gatto che vive felice con due zampe bioniche Siamo alla vigilia delle grandi partenze estive e, nonostante le più rosee previsioni, ci sarà certamente qualcuno che sta pensando a quale squallida casa protetta scegliere per i propri “vecchi” e a quale angolo di campagna ricorrere, per il gattino acquistato a Natale e diventato troppo pericoloso per i divani in pelle. Come contraltare a questa tristezza, c’è la storia di Oscar e dei suoi proprietari, Kate e Mike Nolan, che merita più di una riflessione. Siamo a Jersey, una delle verdi Isole del Canale, e dobbiamo fare un salto indietro di qualche mese, esattamente nell’ottobre dello scorso anno quando Oscar, un bel gattone nero con gli occhi verdi e diciotto mesi di vita, si stanca di correr dietro a uccelli e lucertole. Decide che un sonnellino sotto quelle nuvole argentate è quel che ci vuole per recuperare un po’ di energie. Forse non la sente o più probabilmente, come per tutti i gatti del mondo, la paura lo schiaccia a terra. La mototrebbia avanza e gli maciulla entrambe le zampe posteriori. Un vicino vede la scena e chiama Mike che si precipita sul luogo dell’incidente, mentre il contadino alla guida della macchina guarda il gatto come inebetito. “Era riverso in un campo di mais” racconta Mike” senza le zampe dietro, il sangue dovunque, brandelli di pelle attaccati alle stoppie. Una scena orribile”. Mike si accorge che Oscar sta morendo, ma non si perde d’animo. Avvolto il micio in un telo, stringe più che può il posteriore per fermare l’emorragia. Arrivano dal veterinario che compie un primo miracolo nel salvargli la vita. Il problema è che il gatto può vivere una vita pressoché normale con tre zampe, ma non con due. “Dovevamo decidere” racconta ora Kate” se metterlo a dormire o tentare un intervento che non aveva precedenti. Mike e la compagna decidono di recarsi a Eashing, poche decine di chilometri a sud di Londra, dove opera il Dr. Noel Fitzpatrick, un veterinario, chirurgo neuro-ortopedico con attrezzature all’avanguardia. Fra i pallini di Fitzpatrick, che per raggiungere i suoi scopi ha lavorato anche con team di F1, ci sono le protesi e gli impianti chirurgici come l’ITAP (Intraosteous Transcutaneous Amputation Prosthesis), messo a punto al College dell’Univeristà di Londra nel 2006. A Oscar vengono impiantate due protesi che sono un vero e proprio salto nel futuro, perché non si tratta di congegni che si tolgono e si mettono, come quelli del famoso velocista Pistorius, ma sono fisse, ricoperte con cute trapiantata. Oggi Oscar è un gatto di casa. Troppo pericoloso lanciarsi dietro merli e lucertole. A chi ha espresso dubbi etici sull’intervento (peraltro costato solo 3800 euro, interamente pagati dall’assicurazione) rispondono gli occhi di Oscar, contento di saltare sui divani, mangiare, giocare, dormire e fare le fusa ai suoi due straordinari padroni. Giusto, sbagliato, eccessivo, un esperimento e basta? Vedete voi. Io, sapete già come la penso, tanto più che il gatto si chiama Oscar. Per gentile concessione di Oscar Grazioli AKIS Epistemologia, società aperta e democrazia: l’Europa difesa da Dario Antìseri Dario Antìseri è uno dei più noti filosofi ed epistemologi italiani viventi, che ha sviluppato i temi della filosofia del linguaggio e della metodologia delle scienze sociali, rivitalizzando nel mondo culturale italiano l’interesse per le posizioni espresse da Karl Popper sul passaggio dal criterio della ‘verificabilità” a quello della ‘falsificabilità” per distinguere le proposizioni scientifiche da quelle non scientifiche ridimensionando così il valore del metodo induttivo tradizionale a favore di quello ipotetico-deduttivo e recuperando altresì l’ ‘utilità’ in campo scientifico delle intuizioni metafisiche. A tutto questo si aggiunge il superamento delle posizioni dogmatiche ed essenzialiste ovvero oliste (come l’hegelismo) e quelle utopistiche (come il marxismo), che hanno ispirato le dittature, a favore invece del pluralismo, della libertà della critica razionale e del metodo autocorrettivo della scienza, insomma della “società aperta”. Altra rivalutazione di Antìseri si riferisce all’ermeneutica di Hans-Georg Gadamer come teoria dell’interpretazione, che intende superare le tendenze soggettivistiche e scientistiche della filosofia moderna, ripensando i concetti di verità e di interpretazione e individuando le aporie del relativismo e dello scetticismo. Insomma, Antìseri, che si è intrattenuto recentemente con gli studenti del Liceo Scientifico “Archimede di Acireale, ha ribadito che avere a disposizione più teorie e sviluppare una critica, accompagnata da una metodologia ben fondata di conferma o rigetto delle stesse teorie, è indispensabile per la ricerca scientifica e ha riproposto correlativamente la società aperta, che l’Europa e l’Occidente nel suo insieme devono curare e sviluppare perché in essa consiste la propria identità. Il cristianesimo laicizzandosi nell’età moderna ha dato un contributo notevole al superamento della visione totalitaria perché vi ha immesso il concetto che lo Stato non può essere tutto. Richiamandosi a Popper, Antìseri rispondendo a uno studente sul pericolo per la libertà costituito dalle nuove tecnologie, ha risposto che secondo Gadamer la televisione blocca l’esperienza del dialogo e Piaget ha dimostrato che le menti crescono attraverso una discussione continua. “Ora il dialogo, spesso in famiglia, non c’è, mentre è la televisione a padroneggiare, mostrando talvolta scene di violenza che vengono assorbite dai bambini a tal punto da far sembrare cosa di tutti i giorni il sangue, le pistolettate e gli scannamenti. Popper diceva che ‘quando noi abituiamo le menti dei bambini alle scene di violenza, contribuiamo all’indebolimento della democrazia, perché garantire la democrazia, è compito dello Stato che deve vigilare al fine di eliminare la violenza’. L’assuefazione alla violenza può costituire un pericolo per la libertà e il prezzo della libertà è l’eterna vigilanza”. Ma ci sono altri pericoli. Per esempio i monopoli pubblici e privati, perché, come ha sostenuto Friederich Von Hayek, premio Nobel per l’economia, ‘chi possiede tutti i mezzi stabilisce tutti i fini’. Ad esempio, la libertà di stampa non è garantita se tutte le cartiere, tutte le tipo-litografie appartengono ad un solo gruppo di potere ed è, pertanto, necessaria la proprietà diffusa affinché sia consentito alla gente di informarsi, di proporre e di criticare. “La libertà dunque è minacciata dai monopoli e dall’informazione perché distruggono le basi teoriche della democrazia”. Alla domanda se viviamo in una società del controllo, Antìseri precisa che il problema non è ‘chi controlla’. Platone ha inquinato la società occidentale quando ha affermato che a comandare dovevano essere i filosofi, teoria che è stata poi utilizzata per sostenere che a comandare doveva essere una razza e abbiamo avuto il nazi-fascismo, quando la scelta si rivolse ad una sola classe sociale, il proletariato, si ebbe il comunismo. “Allora chi deve comandare? Nessuno, perché nessuno è venuto al mondo con l’attributo del potere sugli altri; piuttosto la domanda dei democratici è: ‘come costruiamo istituzioni che permettano il controllo dei governati sui governanti in modo che questi ultimi possano essere rimossi, cacciati senza spargimento di sangue qualora non rappresentino il popolo che li ha eletti? Non ci interessa chi comanda. Ci interessa molto di più vigilare sulle istituzioni che garantiscano la sovranità del popolo e dunque la democrazia”. L’Europa ha permesso la coesistenza di più idee, più fedi religiose, più fedi politiche, più tipi di arte e ciò la distingue rispetto ad altre culture monolitiche. Questo lungi dall’essere un motivo di debolezza, come sostengono alcuni, è invece la sua ricchezza perché “senza discussione non si avanza né nelle idee, né in politica, né in economia. Chi non vuole la discussione e chi non si mette in discussione ha scelto la via del totalitarismo che rappresenta la negazione della libertà”. Una lezione sempre viva ed attuale quella di Antìseri che i giovani studenti hanno dimostrato di apprezzare e condividere. Giovanni Vecchio Sabato 17 luglio 2010 5 Conferenza a Santa Venerina sulle neoplasie della mammella Nei locali della Casa del Vendemmiatore di Santa Venerina si è svolta la conferenza “Neoplasie della mammella: dalla prevenzione alla cura”. L’incontro è stato organizzato dall’Assessorato alle Politiche Sociali e Giovanili in collaborazione con l’associazione di volontariato ONLUSS “ SOS DONNA”, la quale, istituita il 25 gennaio del 2005, si prefigge obiettivi come: promuovere la diffusione di informazioni corrette sui tumori, realizzare progetti sull’importanza della diagnosi precoce, promuovere iniziative sociali e culturali per assicurare terapie di supporto psico-fisico durante e dopo le cure per le malattie, esigere un regolare controllo di qualità delle apparecchiature cliniche e diagnostiche, stimolare le autorità sanitarie regionali al potenziamento delle strutture già esistenti, promuovere attività atte ad ottenere maggiori investimenti per la ricerca. Ha presieduto l’incontro il Sindaco di Santa Venerina Dr. Enrico Pappalardo, il quale ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa ed ha aggiunto che << spesso più che alla stessa terapia bisogna guardare alla prevenzione >>, ed è per tale necessità che i vari comuni stanno organizzando incontri e conferenze sull’argomento. Il dott. Domenico Grimaldi, Direttore Nazionale Formazione Medici di Medicina Generale, ha lamentato la scarsa funzionalità della organizzazione di screening oncologico, che << ancora difetta nel sud, soprattutto nelle nostre isole >>. Il dott. Giacomo Fisichella, senologo chirurgo oncologo, a sua volta ha rilevato che, << la neoplasia della mammella è un problema che deve essere affrontato e riconosciuto >>, e da qui nasce la necessità dell’informazione e della prevenzione. Dalle diapositive presentate si denota la più elevata percentuale di mortalità nel sud delle donne affette da tumore, con i video vengono date dimostrazioni delle modalità dell’autopalpazione che viene consigliata alle donne perché è fondamentale per la prevenzione assieme alle visite senologiche, alla mammografia e ecografia annuale, di cui il relatore ha spiegato con estrema precisione i vari processi che ognuna di esse impone. Ha concluso dicendo: <<Non puoi evitare che ti venga un cancro, ma puoi comportarti in modo da ridurre la probabilità che ciò accada >>. Il dott. Giovanni Maugeri, ginecologo senologo e chirurgo oncologo, si è soffermato soprattutto su quali sono i modi di trasmissione del virus HPV (Human Papilloma Virus). Tutti i qualificati relatori hanno, dunque, insistito sull’importanza delle cure e della prevenzione invitando il pubblico a non sottovalutare la buona informazione che può essere chiesta in prima battuta al medico di famiglia. Nhora Caggegi Auguri, Sophie Progetto “ACQUAMICA” Intervento per bambini “Diversabili” “Per me che vivo come un pesce fuor d’acqua” RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: Al Sig. Sindaco di Acireale [email protected] Al Sig. Presidente del Consiglio Comunale di Acireale [email protected] e per Suo tramite ai Sigg.ri Consiglieri Comunali Agli organi di stampa Oggetto: LAVORI IN PIAZZA MANTOVA – STAZZO Sorvolando sull’opinabile scelta di far eseguire lavori nel mese di luglio nella frazione di Stazzo, con la presente si invitano l’Amministrazione ed il Consiglio Comunale di Acireale ad intervenire per immediatamente far sospendere i lavori che stanno per deturpare in maniera irrimediabile l’affaccio di Piazza Mantova. Durante la mia breve esperienza di Assessore ai LL.PP. avevo fatto redigere un progetto che prevedeva la sostituzione dei pericolosissimi gradoni presenti in Piazza Mantova con una ringhiera, nonché la collocazione di una serie di sedili in pietra lavica (come quelli già esistenti nella stessa piazza) a distanza di circa 2 metri dall’affaccio. In tal modo si sarebbe realizzata una balconata semicircolare che, senza soluzione di continuità, si sarebbe affacciata a Nord, ad Est e a Sud. Oggi, con stupore, ho potuto constatare che taluno, totalmente digiuno di senso estetico, ha fatto demolire il secondo gradone e, dietro il primo (che sarà utilizzato come sedile), ha fatto apporre degli astoni che dovranno reggere una ringhiera di altezza regolamentare. Il risultato sarà che chi si vorrà affacciare sul mare, potrà farlo solo dal lato Est. Sia dal lato Nord come dal lato Sud, l’affaccio sarà impedito dal gradone e la visuale menomata dalle sbarre della ringhiera che arriveranno ad un’altezza da terra di circa 170 cm. Neppure la giustificazione della limitatezza di fondi regge, in quanto il costo non indifferente del rivestimento del gradone con pietra lavica, potrebbe essere ben destinato all’acquisto dei sedili. Sig. Sindaco, Sigg. Consiglieri, sicuro di interpretare la volontà delle persone di buon senso, chiedo con riverente insistenza la sospensione immediata dei lavori e la rivisitazione dell’attuale progetto di riqualificazione di Piazza Mantova. La più turistica delle frazioni di Acireale, non può sopportare una tale bruttura! Silvio Cavallaro Esame Udito (Amplifon) Analisi del Capello Autoanalisi del Sangue Foratura Lobi Massaggio Antistress Consulenza Fiori di Bach Consulenza Dermocosmesi Farmacia dott. Cipriani Corso Umberto/Piazza Garibaldi Acireale 6 Sabato 17 luglio 2010 Grafica: MP - 347 1433135 LA FESTA BAROCCA DI SANTA VENERA PATRONA DI ACIREALE 7 NUOVE STRADE: “Filippo Raciti”, “Sacerdote Rosario Strano”, “Sacerdote Salvatore Privitera”, “Sacerdote Rosario Leotta”, “Degli argentieri acesi”, “Bosco di Aci” Mancano ormai davvero pochi giorni per la festa della Santa Patrona di Acireale. Acireale tutta il 26 luglio si sveglia del tipico torpore della stagione estiva per rendere omaggio a Santa Venera protettrice della Città è patrona della Diocesi . Venera, secondo la tradizione, nasce ad Aci Xifhonia il Venerdì Santo dell’anno 100 d.C. da Agatone e Ippolita. Chiamata pure Parasceve viene cresciuta secondo i dettami del Cristianesimo e nelle attuali terme denominate proprio di Santa Venera attuò un’opera di assistenza ai malati. A vent’anni rimane orfana e dona tutti i suoi beni ai poveri, comincia così una intensa opera di apostolato. Per questa sua fervente attività viene decapitata il 26 Luglio del 143 nella Gallia Cisalpina . Il mezzobusto che si venera nella Città di Aci e Galatea venne realizzato dal messinese Mario D’Angelo e dipinto dal pittore acese Giacinto Platania ed è custodito in una delle più belle cappelle di tutta la Sicilia quella appunto della Cattedrale di Acireale. Il simulacro della Santa è ricoperto da ex-voti , con il vangelo in una mano e il crocefisso nell’altra. Alla base vi è una spada, omaggio della città di Catania per suggellare la pace dopo annose rivalità, tra Catania e Acireale.( ora i più pensano alla rivalità calcistica con il capoluogo ….. cosa effimera rispetto alle feroci diatribe per cose molto più serie scoppiate nei secoli addietro ….)Un appuntamento molto sentito dagli acesi quello del 26 Luglio per rendere omaggio a “ santa Veneruzza” come affettuosamente si chiama la Santa fra il popolo. Ormai, grazie alla dedizione del comitato dei festeggiamenti coordinato dal dinamico presidente Fabio Grippaldi , la ricorrenza ha assunto dimensioni importanti, diventando per i suoi sviluppi un punto focale delle manifestazioni estive della Città. A tal proposito tanti i momenti importanti che si snodano sin dal 17 luglio fino ad arrivare al 26 giorno clou della festa. Si inizia quindi il 17 al parco delle terme di santa venera dove, dopo la santa messa ,ci sarà la benedizione della statua marmorea della Santa Patrona collocata nella struttura termale che porta il suo nome.Domenica 18 altro importante evento con, in piazza del Duomo la parta dei caratteristici Ceri seguita da uno spettacolo pirotecnico. Lunedì 19 e martedì 20 le sante reliquie della patrona saranno portate in processione nel quartiere di san Michele interessato quest’anno al Il sindaco Nino Garozzo ha firmato la determina sindacale che prevede la intitolazione di 7 nuove strade, ubicate nel territorio comunale. La determina segue le riunioni che la Commissione toponomastica (avv. Orazio Esterini, prof. Antonio Grasso Atlante, ing. Aldo Scaccianoce, avv. Matteo Calabretta, presidente l’assessore Nives Leonardi) ha tenuto nel corso dei mesi valutando le proposte protocollate da associazioni, semplici cittadini e valutando alcune raccolta di firme oltre che le indicazioni dell’Amministrazione .“Ringrazio la Commissione toponomastica e l’assessore Nives Leonardi che l’ha presieduta per aver voluto, anche su sollecitazione dell’Amministrazione, ricordare personaggi cari alla comunità ed anzi prevedendo la intitolazione delle strade in prossimità dei luoghi in cui alcune di queste figure (come nel caso dei sacerdoti) hanno operato con l’attività pastorale e la formazione dei tanti giovani – afferma il sindaco Nino Garozzo -. O come il caso, annunziato ufficialmente per la Festa della Polizia tenutasi ad Acireale, dell’ispettore di polizia Filippo Raciti a cui viene intitolata una strada in prossimità dello stadio Tupparello, azione dal valore simbolico non indifferente”. Degno di lode il comunicato ed il lavoro che la commissione ha svolto a corredo di queste intitolazioni. Niente da eccepire o criticare sui nomi scelti se non fosse che qualche personaggio, che ha fatto la storia della città (e continua a farla!), sia stato completamente dimenticato ( o forse non meritava una intitolazione?); parlo di Emanuele Macrì, l’unico, senza tema di smentita, che ha fatto arrivare migliaia di turisti in città…l’unico, senza alcun dubbio, conosciuto in tutta Italia e, soprattutto, all’estero. La sua “vanedda di l’Opra di Pupi”, ancor oggi meta di turisti alla ricerca del teatro (in caduta libera, o no?) e dei suoi spettacoli, trovano i portoni chiusi, le auto ammassate nella “vanedda” (malgrado il divieto di sosta), l’angolo di verde pieno di sterpaglie e i “tre sgricci” assolutamente senz’acqua. Una continua vergogna che neppure la presenza dell’assessorato alla cultura situato in quel sito riesce a risolvere e rendere vivibile. Per finire: la targa che ricorda il grande puparo è stata messa (per sicurezza, sic!) ad una altezza tale da renderne impossibile la vista e la relativa lettura. La famiglia Macrì, con il silenzio e l’educazione che l’ha sempre contraddistinta, continua a non sperare più…noi, invece, che l’abbiamo conosciuto, stimato ed amato, continueremo a sollecitare (ma fino a quando?) i soloni dell’amministrazione e della commissione toponomastica. L’unico modo, che costa assolutamente nulla, per onorare un grande della città, è intitolargli una strada, una piazza, un vicolo…Poi, forse, Emanuele Macrì, potrà riposare in pace assieme ai suoi “pupi”. BUON LAVORO ALL. ING. PULVIRENTI, NUOVO DIRIGENTE DELL’URBANISTICA giro esterno della processione che si svolgerà il 25 luglio. Gli organizzatori della festa hanno deciso di anno in anno di variare il giro “esterno “dando così la possibilità, vista la notevole espansione urbanistica, di far arrivare il simulacro di Santa Venerà in tutte le zone della Città. Tornando al programma giovedì 22 inizierà in cattedrale il solenne triduo con un appuntamento particolare nella serata del 23. A conclusione della santa messa si terra una conferenza sul tema “Santa Venera: culto , storia e arte. Domenica 25 luglio alle ore 9 45 la traslazione del simulacro della Patrona dalla cappella all’altare maggiore. Per tutta la giornata si svolgeranno diverse celebrazioni eucaristiche. Alle ore 20 dopo la Santa Messa il trionfale giro esterno della processione preceduta dai Ceri votivi delle varie corporazioni. Infine giorno 26 luglio data della Solennità da sempre della tanto amata Patrona, dopo la svelata della Santa alle ore 9 45 del mattino e le varie celebrazioni eucaristiche alle 21 la trionfale uscita del Simulacro portato dai devoti ed il giro del centro storico della processione con al rientro un maestoso spettacolo piro-musicale. Tanti gli eventi quindi per rendere onore all’amata Santuzza nel mese di luglio, dedicato da secoli dagli acesi alla loro tanto cara Patrona. Una festa che assume sempre più un tono religioso nel rispetto verso la devozione di Acireale per la sua bella Santa. Ed a proposito di bellezze , non possiamo non ricordare un vecchio “detto” acese che risuona spesso durante tutti i giorni della festa riferito alla magnificenza del volto della nostra Patrona. “ Santa Venera per li billizzi , sant’Aita pi li ricchizzi “ a significare la bellezza del volto di Santa Venera rispetto alla patrona di Catania Sant ‘Agata la cui ricchezza di ornamenti prevale sulla bellezza dell’immagine raffigurata. Angelo Battiato AKIS ph Fabio Consoli YVES BÉLORGEY Sezioni Verticali 23 luglio - 28 novembre 2010 Acireale (CT), Galleria Credito Siciliano Piazza Duomo 12 TIMPA: CRONACA DI UN DISASTRO EVITATO Nino Milazzo e Giuseppe Contarino sono stati i relatori di un importante incontro, al quale hanno preso parte anche il direttore dell’Azienda foreste demaniali di Catania, dott. Luigi Piccinini, il sindaco di Acireale, avv. Garozzo, l’assessore alle Politiche ambientali, Salvo Licciardello. Tema centrale della discussione, la Timpa ieri e oggi: da un disastro evitato a risorsa cittadina. Introdotti dal giornalista Gaetano Rizzo, i due amministratori acesi hanno dato ai presenti una buona notizia: l’ecomostro di Santa Caterina avrebbe i giorni contati. La decisione di procedere al suo abbattimento, invocato da decenni dagli ambientalisti, sarebbe stata presa. Adesso, tuttavia - ha precisato il Sindaco - bisognerà approfondire con grande attenzione il problema, guardando “le carte”, per capire se i proprietari hanno agito con sconsideratezza, oppure se gli sconsiderati non siano stati altri, rilasciando una inopportuna concessione edilizia. Intendiamoci, anche in quest’ultima ipotesi si potrebbe dare via libera alle ruspe, ma le casse comunali potrebbero essere costrette a un consistente esborso. Contarino e Milazzo hanno raccontato una vicenda non molto nota ai più, ma che è risultata determinante. Come è stato precisato dai due giornalisti, se la Timpa conserva ancora il suo originale splendore, lo si deve all’iniziativa del “Club giornalistico Alfio Fichera”, che, nel 1972, si oppose con tutte le sue forze a un progetto di cementificazione selvaggia, che prevedeva la costruzione di una strada a mezza costa tra la Chiesa di Santa Maria della Neve (la Grotta) e la frazione di Santa Caterina. A monte e a valle di essa, sarebbero dovuti sorgere alberghi, ristoranti e naturalmente, tante ville private. Tale progetto, riferibile a un noto commerciante del tempo e a uno dei leader della Democrazia cristiana acese, era stato già definito nei minimi particolari. A quei tempi, Acireale non disponeva di Piano regolatore generale. Si costruiva ovunque senza riguardi per la storia e il buon senso. Tanti palazzi settecenteschi erano stati impietosamente abbattuti in piazza Odigitria, piazza S. Michele, corso Savoia, piazza Garibaldi, piazza Duomo e altrove. Al loro posto, quelli che venivano chiamati con pomposità paesana, “i grattacieli”, che già avevano occupato anche la “panoramica”. Il destino della Timpa appariva segnato. Solo un “miracolo” avrebbe potuto salvarla. Nel marzo del 1972, i giornalisti acesi fondarono un loro club ed elessero presidente Nino Milazzo. Attorno a lui, Augusto Ajon, Giuseppe Contarino, Vito Finocchiaro, Casimiro Nicolosi, Felice Saporita, Salvatore Rizzo, Rosario Pavone, Salvatore Arcidiacono, Michele Patamia ed altri. Ad Acireale, non mancavano certo i circoli, ma Yves Bélorgey, pittore d'architettura Dal 23 luglio in mostra alla Galleria Credito Siciliano di Acireale questo aveva una particolarità: era riservato a giornalisti abituati a interrogarsi e interrogare. Sull’argomento Timpa venne deliberata una posizione inflessibile, che ebbe il suo momento clou in una “Tavola Rotonda” nella quale le ragioni pro e contro all’urbanizzazione ebbero modo di confrontarsi apertamente. L’incontro fu tenuto il 23 giugno 1972 nei locali della Pinacoteca Zelantea. Tutti gli stati maggiori della città erano presenti. La discussione andò avanti fino a dopo mezzanotte. Parlarono in molti. Alla fine, si pervenne ad alcune conclusioni: la Timpa avrebbe dovuto conservare la propria verginità, tanto più preziosa in quanto tutto intorno era stato brutalizzato; niente case, né strade, né alberghi, ma “un’età della riflessione, dopo quella dell’azione, perché questo problema andava guardato da Acireale non in chiave economica, di dare e avere, ma di qualificazione del proprio patrimonio, destinando la Timpa a parco urbano”. La città scopriva inaspettatamente la sua vocazione ecologica e, insieme, una determinazione mai registrata prima. Gli amministratori comunali, per bocca del sindaco, avv. Leonardi, dichiararono solennemente che si sarebbero conformati al volere dell’opinione pubblica e che nessuno di loro avrebbe mai legato il proprio nome a brutture e deturpazioni del paesaggio, anche se, sottolineavano, Acireale non può rassegnarsi a vivere di agricoltura, ma ha bisogno di un progetto turistico. Il Club della Stampa aveva vinto. Con esso, l’Accademia degli Zelanti e tutte le forze sane della città. Le premesse per la costituzione della Riserva Naturale erano state poste, con largo anticipo sui tempi. “E oggi? - si è chiesto il dott. Contarino - Taluni episodi di rapida edificazione lasciano perplessi. Mi riferisco a quanto sta avvenendo ad esempio nel territorio posto a nord della Perla Jonica. In meno di un semestre, sono sorti una serie impressionante di edifici. Sono stati autorizzati o sono abusivi? Sono essi in contrasto o in sintonia con lo sviluppo che si vuole dare alla zona? Questo interrogativo non può restare senza risposta. È indispensabile accertare con la massima urgenza come stanno veramente le cose. Il disastro evitato ieri, potrebbe riproporsi oggi. Corrado Patti AKIS 7 Sabato 17 luglio 2010 CONVENTO DEI CARMELITANI Associazione Culturale “Aspettando Godot” La Giunta guidata dal sindaco Nino Garozzo ha approvato, per il finanziamento, il progetto definitivo di restauro e consolidamento statico dell’ex Convento dei Carmelitani annesso alla chiesa Maria Santissima del Monte Carmelo, da adibire a centro sociale, di aggregazione culturale, sito espositivo oltre che Archivio storico della Città di Acireale. Dello stesso piano fa parte il completamento con pavimentazione lavica di via Vittorio Emanuele (unico tratto oggi in asfalto dal Carmine alla rotatoria del Crocifisso). Il programma, a cui è stato dato il nome di “Storia delle Aci” è inserito per il finanziamento alla Linea di azione 7.1 del Par Fas 2007-2013. Il primo nucleo dell’edificio ex Convento dei Carmelitani è datato 1585 anche se l’architettura complessiva risalirebbe ad interventi successivi al terremoto del 1693: pianta quadra con corte centrale su cui si affaccia il portico da chiostro. Nel XIX secolo divenne distretto militare e la struttura subì alcune modifiche. Nel 1930 parte dell’immobile venne nuovamente ceduto alla chiesa (Patti Lateranensi). Successive modifiche sono datate 1950 anche per consentire l’utilizzo come scuola e, in parte, come ufficio postale. Nel 1977, anche a causa di alcune lesioni, l’immobile venne puntellato, dichiarato inagibile e chiuso. Negli anni Ottanta un primo progetto di ristrutturazione venne avviato ma i lavori furono interrotti. Il progetto definitivo approvato dall’Amministrazione Garozzo (redatto dall’arch. Angelo Vecchio) trasformerà l’edificio in sede dell’Archivio storico, emeroteca, centro di aggregazione culturale e sociale, sito espositivo. Il progetto eliminerà i dannosi interventi di recupero strutturale risalenti alle precedenti utilizzazioni del convento, ristabilirà la completa efficienza statica adeguando la struttura su due piani alle nuove destinazioni d’uso. Verrà riqualificata l’architettura esistente per riproporre l’immobile nella forma più prossima possibile allo spirito compositivo originario. Il chiostro verrà confermato centro di gravità di tutto l’edificio, mentre sarà necessario ricostruire l’angolo sud-est. Elementi vetrati verticali evidenzieranno il recupero del corpo, tra vecchi e nuovi segmenti strutturali. Per quanto riguarda il basolato lavico lo stesso verrà ripristinato da piazza Carmine sino alla rotatoria col viale Libertà. Verrà installato l’impianto di illuminazione artistica per il tratto di strada interessato dall’intervento. “Presentiamo fiduciosi questo progetto che rappresenta la restituzione di un patrimonio culturale e storico alla zona del Carmine e alla Città tutta – dice il sindaco Nino Garozzo -. Diventerebbe l’edificio che raccoglie l’archivio storico, quindi la storia della nostra Acireale. L’ex convento come riferimento per incontri di cultura, di ricerca, di incontro, di mostre. A lungo abbiamo pensato che nel cuore della zona Carmine dovesse nascere uno dei luoghi pubblici più importanti, che rendesse giustizia alla storia pluricentenaria del convento e desse prestigio a quella parte del centro storico di Acireale. E’ un progetto ambizioso che presentiamo per il finanziamento con fondi comunitari: un grande lavoro di recupero e, finalmente, porteremo l’Archivio storico lì dove lo abbiamo immaginato. Assume significato non secondario, infine, il completamento del basolato, così come promesso alla comunità acese del Carmine”. AIA, D’Anna miglior dirigente nazionale, Marano alla FIGC di Enna Il Comitato Nazionale dell’A.I.A, riunitosi lo scorso 3 luglio sotto la presidenza di Marcello Nicchi ha adottato alcune importanti decisioni, tra cui la riforma delle assegnazioni dei Premi Nazionali, dei quali uno è stato assegnato al Presidente del Comitato Regionale Arbitri, l’arbitro benemerito Rosario D’Anna, acese, a cui va il Premio Nazionale Presidenza AIA per il Dirigente Arbitrale (Organi direttivi, Settore Tecnico, SIN, Organi disciplinari, Presidenti CRA) particolarmente distintosi nel corso della stagione sportiva 2009/2010. Si tratta di un riconoscimento importante per D’Anna e per il movimento arbitrale e calcistico acese premiato come miglior dirigente d’Italia, grazie al suo lavoro, alle sue iniziative ed alla valorizzazione dei giovani arbitri che ha compiuto al Comitato Regionale Arbitri. D’Anna ha voluto ringraziare il Vice Presidente Sergio Grosso, i componenti, i referenti ed i collaboratori del CRA Sicilia che lo hanno collaborato durante la stagione sportiva. Il Comitato Nazionale ha anche approvato la formazione dei ruoli arbitrali nazionali relativi alla stagione sportiva 2010/2011, viste le proposte formulate dagli Organi Tecnici Nazionali e Regionali. Parecchie le soddisfazioni per gli associati acesi; l’Osservatore Massimo Sposto è stato promosso alla CAN Pro, l’arbitro Giovanni Messina passa alla CAN D. Dalla regione vengono promossi l’assistente Giuseppe Miuccio alla CAN D, gli arbitri Giuseppe Lizzio ed Alfio La Vaccara alla CAI e l’arbitro Vincenzo Brischetto alla CAN 5. Di contro si registrano purtroppo le uscite dalla CAI degli arbitri Emanuele Giardina (a domanda) ed Emanuele Di Giuseppe (per normale avvicendamento) e dalla CAN 5 dell’osservatore Mario Giuffrida (per fine permanenza nei ruoli). Un’altra bella notizia per la Sezione acese riguarda la nomina di Salvatore Marano, ex assistente internazionale, a Delegato provinciale del Comitato della F.I.G.C. di Enna. Il presidente regionale della FIGC, Sandro Morgana, ha voluto fortemente Marano a guida della Delegazione ennese, riconoscendone le capacità dirigenziali. Il Presidente sezionale Olindo Ausino, unitamente ai Vice Giovanni Greco e Francesco Antonio Grasso, a tutti i componenti del Consiglio Direttivo Sezionale, ai referenti e collaboratori sezionali ed a nome di tutti gli arbitri acesi si è congratulato con gli associati che hanno raggiunto prestigiosi traguardi augurando loro di cogliere ancora tante soddisfazioni dentro e fuori l’AIA. Rodolfo Puglisi Scacchi: VII Torneo “Dott. Enrico Puglisi” Si è conclusa presso la Società Dilettantistica Galatea Scacchi la settima edizione del torneo sociale “Dott. Enrico Puglisi”, intitolato ad un acese, che è stato allievo in gioventù del maestro Angelo D’Arrigo. Al torneo, open, hanno preso parte 19 giocatori che si sono sfidati negli otto turni di gioco con la formula italo-svizzera. Ha vinto il giovane Paolo Di Mauro, che ha totalizzato 7 punti sugli 8 disponibili, al 2° posto Salvatore Fresta con 6,5 punti, 3° Pietro Nicolosi con 5,5 punti. Con gli stessi punti di Nicolosi (giunto terzo per miglior punteggio bukolz, 37) si sono classificati anche Giovanni Sposito, 4° con bukolz 35, e Carmelo Caldarera, 5° con bukolz 33,5. A seguire gli altri. Paolo Di Mauro vince così per la prima volta il Torneo Puglisi, nel cui Albo d’Oro figurano le vittorie di Pippo Marletta nel 2004, Santo Scavo nel 2005, Gaetano Grasso nel 2006 e 2007, Pietro Nicolosi nel 2008 e Giovanni Sposito nel 2009. Con il torneo “Puglisi” si è conclusa un’altra stagione soddisfacente per la Società Dilettantistica Galatea Scacchi, che ha mantenuto la permanenza nel campionato di serie B. Angelo Silvio Musmeci Continuità nell'Ais Sicilia Camillo Privitera rieletto presidente Quarantanove anni, titolare di un’enoteca ad Acireale, sommelier professionista dal 1989, è stato riconfermato per la terza volta dall'assamblea dei soci, superando l’altra candidata, la sommelier palermitana Francesca Tamburello. Guiderà l'associazione per il quadriennio 2010-2014 Foto d’archivio di Fabio Consoli - Camillo Privitera secondo da sx con il ministro Meloni. Cinque spettacoli in abbonamento per la 7° stagione teatrale dell’Associazione Culturale “Aspettando Godot”.: “U Malantrinu” , E’ Domenica. Silenzio. Grazie!”, “Liolà”, “Non tutta la Cavalleria è sempre Rusticana”, “Filumena Marturano”. Un gradevole ed accattivante programma che potete prenotare telefonando ai numeri: 339 7221351 – 347 6654792 – 348 4639520 Nella foto Melina Caudullo, una delle protagoniste indiscusse della passata stagione. SPLENDIDA RIPRESA DEL PROGETTO TURISTICO La città di Acireale ha dato il via al progetto di sviluppo e potenziamento del piano turistico che vedrà risollevare definitivamente le sorti delle nostre potenzialità territoriali. Infatti la prima mossa vincente è già in dirittura di partenza e la notizia non mancherà di rallegrare vivamente chi sente l'esigenza di rinnovare e progredire. Nella 'area circostante il tempietto greco romano di Capo dei Molini, via Nissoria 45-47, sarà ristrutturato e reso agibile, forse con un progetto di sanatoria, l'ex impianto medievale dell'antica chiesetta di Sant'Anna da cui prende nome la Torre-faro esistente nei pressi. Quale la destinazione dell'immobile? Probabilmente un punto di utilissimo ristoro per i turi- VIVIAMO IN UN PAESE SERIO(!?) Da qualche tempo, con maggiore frequenza dopo la crisi greca, gli esperti si preoccupano di sottolineare la grave situazione economica in cui versa l’Italia e l’esigenza di tagliare la spesa pubblica. Che il nostro paese non navigasse nell’oro lo sapevamo, ma che la situazione fosse così drammatica, sinceramente no. Per far fronte a tale stato di cose il ministro dell’Economia ha pensato(?!), giustamente, di proporre la riduzione della spesa pubblica. E’ indubbio che vadano tagliati gli sprechi del settore pubblico (appunto gli sprechi), ma certo non può essere fatto, come è stato recentemente paventato con un emendamento, tagliando le tredicesime o magari gli stipendi dei soliti noti a reddito fisso che pagano le tasse fino all’ultimo centesimo. Salvare il nostro paese dal tracollo economico è la priorità tra le priorità ma i tagli vanno fatti con intelligenza e senso di responsabilità, eliminando gli sprechi e tagliando quelle sacche di privilegio e di clientelismo costruite nel tempo dagli artefici dell’attuale disastro: coloro che hanno governato e governano il nostro paese! La riforma deve essere globale, dura ma equa e le somme risparmiate non devono essere disperse, con le motivazioni più svariate, per coltivare ulteriori privilegi e clientele; ma utilizzate in toto per l’abbattimento del debito pubblico, proprio come farebbe un buon padre di famiglia gravato da un mutuo. Come un buon padre di famiglia da l’esempio ai figli, anche i governanti dovrebbero essere da esempio legiferando in maniera imparziale senza escludere loro stessi ed i loro cortigiani dalle riforme. Se i cittadini assistessero all’immediato dimezzamento del numero dei parlamentari, all’adeguamento delle loro indennità ed agevolazioni comunque denominate alla media dei tre paesi europei più parsimoniosi, alla soppressione delle circoscrizioni, delle comunità montane e degli A.T.O., alla soppressione di tutte le province (le cui funzioni burocratiche dovrebbero essere svolte dai comuni e quelle politiche dalla conferenza dei sindaci del territorio); Se fossero tassativamente vietate le consulenze esterne alla P.A. (tale attività deve essere svolta dall’Avvocatura dello Stato e dai dirigenti della P.A., che esistono e sono pagati anche per quello); Se le assunzioni fossero effettuare solo con concorso pubblico, senza scorciatoie gestite dai politici; Se le rendite finanziarie fossero tassate con l’aliquota media dei paesi del G8; Se si realizzasse una seria riforma fiscale con la previsione della possibilità di detrarre dalla dichiarazione dei redditi delle persone fisiche una percentuale tra il 20-25% degli importi relativi agli acquisti di beni e servizi necessari (come gli alimentari, l’abbigliamento, le spese mediche, notarili, legali, d’istruzione, ecc.), previamente inseriti in un apposito paniere dal quale siano esclusi i beni di lusso (come il caviale, le pellicce, i gioielli, ecc.), così inducendo il consumatore a pretendere sempre lo scontrino, la ricevuta fiscale o la fattura ed innescando un meccanismo all’interno del quale anche l’esercente avrà interesse a richiedere la fattura al proprio fornitore. Solo così, grazie alla rivalità d’interessi tra gli operatori del mercato, il fenomeno dell’evasione fiscale verrebbe in gran parte meno e l’attività antievasione degli Organi preposti potrebbe concentrarsi sulle attività illecite dei grandi gruppi finanziari spesso responsabili di crisi più o meno gravi; Se l’evasione fiscale fosse considerata una violazione che lede gli interessi superiori dello stato e sanzionata anche con la confisca immediata dei beni che costituiscono il frutto della stessa; Se tutti fossero collocati in quiescenza e percepissero la pensione a 60 anni o con 40 anni di contributi con identico sistema di calcolo e ciò valesse anche per i parlamentari, senza se e senza ma; Se la legge tornasse ad essere generale ed astratta; Se l’interesse dello Stato all’accertamento dei reati fosse normativamente considerato prevalente rispetto ad una privacy reclamata per impedire l’accertamento delle violazioni di legge; Se tutto ciò fosse concretamente realizzato in tempi ristretti con una dimostrazione di buona volontà dei governanti di ogni parte politica perché l’interesse dello stato è interesse di tutti, solo allora i cittadini potrebbero accettare una riduzione con percentuali progressive dei loro pur miseri stipendi (magari del 5% per stipendi tra i 1000 ed i 2000 euro, del 10% per stipendi dai 2001 ai 4000 euro, del 20% per gli stipendi da 4001° 6000 euro, e così via). Se tutto ciò fosse realizzato, potremmo cominciare a credere di vivere in un paese serio. Gioacchino Lunetto sti che affollano continuamente la costa alla ricerca del mitico fiume Aci ed in visita alle ciclopiche mura seicentesche del Baluardo Alessandrano, costruite dal Grunemberg intorno al 1676. Non ricordiamo neppure la via Sacra di età greco-romana che dalla costa giungeva fino alla Valle dei Molini di Reitana poichè è cosa ormai troppo antica e sorpassata! Ben venga la moderna ripresa delle nostre potenzialità turisiche. Pinella Musmeci “Premio Aci Castello Riviera dei Ciclopi” Premi, momenti musicali e tanto buon divertimento per l’ottava edizione del “Premio Aci Castello Riviera dei Ciclopi” in scena nella splendida terrazza del castello Normanno, organizzato dall’istituto scolastico statale “Giovanni Verga”, diretto dal professore Francesco Lanza. Nel corso della serata sono stati consegnati i premi a sei personaggi siciliani, distintisi per il loro impegno e portatori della sicilianità nel mondo. A ricevere targa e pergamena, con la motivazione letta dalla vice preside Anna Maria Toscano, sono stati: Giuseppe Dipasquale, direttore del Teatro Stabile di Catania; il maestro Nino Lombardo; l’attore Tuccio Musumeci; il vice prefetto vicario di Catania Anna Maria Polimeni; il Magnifico Rettore dell’Università di Catania, Antonino Recca; il presidente della Federalbergatori del Mezzogiorno e Sicilia, Nico Torrisi. Due i momenti musicali offerti dall’orchestra “Verga” diretta dal maestro Fabio Raciti, composta da alunni e docenti, che hanno dato ufficialmente inizio alla manifestazione con l’esecuzione di un emozionante “Inno di Mameli”, concludendo la serata con le note della “Sinfonia della Norma”. Claudia Lombardo e Angela Di Re hanno regalato ai presenti un Flamenco “muj caliente”. Presenti oltre al sindaco Filippo Drago, l’assessore alla Cultura Anna Grasso, il comandante della Compagnia di Acireale, capitano Fabio De Rosa, il comandante della stazione castellese, Gianfranco Cava ed il dirigente del Commissariato di Polizia di Acireale, Enrico Maccarrone. La conduzione della gradevole serata è stata affidata a Gaia Montagna. Il KIWANIS CLUB ACIREALE A LAS VEGAS Un momento della Festa degli Anziani svoltasi all’Ipab ph Fabio Consoli AKIS La Convention Internazionale del Kiwanis, tenutasi a Las Vegas il 23-24-25- Giugno c.a., ha visto una nutrita partecipazione della Divisione Sicilia 2, costituita da ben undici rappresentanti. La partecipazione alla manifestazione è stata promossa dal club di Acireale ed erano presenti come delegati: il presidente in carica del club il preside prof. Antonino Pulvirenti, l’Imm. Past Lgt. Gov. della div. Sicilia 2, dott. ing. Filippo Lizzio, quest’ultimo accompagnato dai suoi due figli Giuseppe e Gianfranco, già past. President del KiwanisJunior acese. AKIS: Anno VI, numero 13 del 17 luglio 2010, - Editore e Direttore Responsabile: Turi Consoli - Autor. n. 22 del 23/05/2005 del Tribunale di Catania IL GIORNALE Sede e Redazione Akis: via M. di Casalotto 68 -95025 Aci S.Antonio - Tel.- Fax 095 7921059 – 347 5382517 - [email protected] - [email protected] - Site: www.akis-aci.com DEL TERRITORIO Tipografia-Litografia: “TM” di Mangano Venera - via N. Martoglio, 93 - S. VENERINA (CT) - Tel. 095 953455 - Distribuzione e arretrati: 340 7152814 DELLE ACI Elaborazione grafica, fotomontaggi e impaginazione: MP Graphic di Maurizio Pagano - Tel. 347 1433135 208 8 AKIS Sabato 17 luglio 2010 Formazione, consegnati attestati ai “consulenti di orientamento” La riforma della scuola e dell’intero sistema formativo italiano continua a creare molta confusione e qualche perplessità. A farne le spese sarà, tra gli altri, il 25% dei diplomati che in autunno non potranno accedere all’università pubblica, in quanto è entrato in vigore il numero chiuso per le nuove matricole. Di fronte ad un mercato del lavoro che langue, per il futuro dei giovani l’unico elemento propositivo può venire dalla loro capacità di autopromozione e autoformazione, tramite l’aiuto degli “consulenti di orientamento”. A quest’ultima categoria appartengono i docenti delle scuole superiori e coloro che lavorano presso gli sportelli informativi dell’Università, della Provincia, del Ministero e di altri Enti pubblici presenti sul territorio. Per formare e informare questi professionisti è stato creato il progetto “Passoallapratica”, elaborato dall’ISFOL (Istituto statale formazione orientamento lavoratori) e fatto proprio, con protocollo di intesa, da Provincia regionale di Catania, dal COF. del nostro ateneo, dall’USP di Catania e dall’IRFAL. Il primo percorso formativo per “consulenti di orientamento” si è concluso con la consegna dell’attestato ai 16 partecipanti da parte dell’assessore provinciale alla Formazione, Francesco Ciancitto, che si è anche complimentato per l’impegno dimostrato dai corsisti. La cerimonia di consegna degli attestati si è tenuta nella sede della Provincia, alla presenza del vicepresidente Nello Catalano, del dirigente Antonio Ligresti, di Raffaele Zanoli (responsabile dell’Ufficio scolastico provinciale), di Vincenzo Perciavalle (presidente Centro orientamento dell’Università) e di Santo Di Nuovo, docente di psicologia e d esperto di processi formativi. I “consulenti di orientamento” che hanno ricevuto l’attestato sono: Agata Valentina Rondine, Maria Catena Lo Turco, Giuseppina Fortuna, Giovanna Maria Cristina Panarello, Olga Mangiafico, Alfina Sanfilippo, Angelo Santangelo, Rosanna Maria Tiziana Nocito, Angela Fichera, Anna Patanè, Irene Frisina, Giosuè Rosario Fiorenza, Gabriella Marchese Congiu, Elisa Rubino, Maria Alessandra Arena, Maria Marcora, Alessia Vecchio (uditore). Un nuovo corso per “consulenti di orientamento”si terrà in autunno. SENTIMENTI I tetti della città sono stati l’ideale cornice per una spolverata di “sentimenti” che Maria Rita Celestino ha voluto proporre ai suoi amici e concittadini. La terrazza dell’Opra dei Pupi, infatti, ha ospitato una serata all’insegna delle poesie, queste raccolte in un elegante volumetto scritte da un “personaggio sensibile, attento e molto espressivo” (cito le parole di Nino Grasso Atlante) che un pubblico attento e numeroso ha salutato con ripetute approvazioni. Una garbata Nelli Sorace (una scoperta come presentatrice?) ha condotto i relatori protagonisti Graziella La Spina, lo stesso Nino Grasso Atlante, Salvo Fichera e gli “Antetna”ad osannare, permettetemi il termine, l’emozionatissima autrice delle poesie, senz’altro gradevoli e comprensibili. La presenza di Nello Catalano, assessore alla Cultura e vice presidente della Provincia di Catania e quella di Nives Leonardi hanno dato il giusto riscontro delle qualità umane e poetiche di questa ancor giovane donna che certamente scriverà in versi altre bellissime pagine della sua vita. T.C. Corso Savoia, 111 c 95024 ACIREALE (CT) Tel. 095 7649590 Tel./fax: 095 7647733 Identità sessuale e identità di genere nel racconto-verità “Il silenzio del salice piangente” di Nhora Caggegi Un libro per l’estate che si legge con piacere e fa riflettere è “Il silenzio del salice piangente” (Arteincircolo Edizioni, Acireale 2009), terza opera letteraria della giovane scrittrice Nhora Caggegi, la quale si cimenta, con stile agile e garbato, in un racconto-verità molto spinoso e complesso, che ha come nucleo essenziale la scoperta dell’identità sessuale di una persona classificata alla nascita come donna e che in modo sofferto e drammatico avverte crescendo di appartenere al sesso maschile. L’opera sta facendo discutere persone comuni che amano il racconto coinvolgente e capace di suscitare emozioni, ma anche psichiatri, giuristi ed educatori, che si sono confrontati nel corso di alcune presentazioni dell’opera, che ad Acireale è reperibile nella Libreria “Punto e Virgola”. L’identità sessuale non è così semplice come comunemente si ritiene. Tuttavia la vita di ciascun essere umano è fortemente condizionata sin dalla nascita dall’ ”appartenenza” al sesso maschile o femminile in relazione all’aspetto biologico apparente. Talora tale “collocazione” non è semplice perché ci si trova dinanzi a forme di ermafroditismo ed intersessualità. L’identità di genere è altro perché è frutto dell’incontro con la società e la cultura e i valori attribuiti all’essere donna e all’essere uomo. E’ pur vero che gli aspetti sessuali sono molto importanti per la costruzione dell’identità personale e per l’evoluzione sociale di ciascun individuo, ma l’identità coincide con l’esperienza personale del ruolo di genere che si esprime in ciò che la persona fa o dice per comunicare agli altri, oltre che a se stesso, in che grado è uomo o donna. La problematica è ardua e complessa e sfida i concetti a cui siamo stati abituati da sempre per cultura e tradizioni. La situazione reale è fluida e prescinde in tanti casi dallo schema semplicistico maschile /femminile. La storia vera e drammatica raccontata nel libro di Nhora Caggegi “Il silenzio del salice piangente” rientra nell’ambito dello pseudoermafroditismo, dovuto nella maggior parte dei casi a problemi di natura ormonale e in particolare alla via biosintetica degli ormoni stereoidei ad azione virilizzante o femminilizzante. Gli androgeni vengono denominati “ormoni maschili” e gli estrogeni “ormoni femminili”, ambedue sono presenti in tutti i soggetti, a prescindere dal sesso biologico , ma sono in quantità diverse nell’uomo e nella donna. Nell’uomo prevalgono gli androgeni, mentre la donna produce in maggiore quantità estrogeni e una minore percentuale di androgeni. Nella sindrome di Morris, ad esempio, a seconda della produzione di androgeni ed estrogeni da parte delle gonadi, può succedere che il corpo è incapace di consolidarsi in senso maschile e si sviluppa prevalentemente in senso femminile. La sindrome adreno-genitale (SAG), a sua volta, è legata al deficit dell’enzima 21-idrosillasi con una virilizzazione variabile in relazione alla gravità di tale deficit mentre gli organi pelvici sono completamente femminili. Ci sono casi intermedi e rari come quello descritto in cui è presente l’utero, ma non si sono formate le ovaie, c’è un’ipertrofia del clitoride ed altri aspetti ancora più specifici. Il discorso nell’ambito della ricerca scientifica è tuttora aperto e viene aggiornato in rapporto ai casi clinici che vengono affrontati. Volutamente evito di elencare le varie tipologie di sessualità umana classificate fino ad oggi e con le sommarie informazioni sopra riportate voglio soltanto segnalare che le situazioni reali hanno una vasta gamma di variabili, che producono effetti diversificati nel vissuto soggettivo della persona interessata e risvolti sociali vari. E’ l’evoluzione fisica, fisiologica e psicologica del soggetto ad orientare, nel corso degli anni, il suo progressivo avvicinamento all’uno o all’altro sesso. Il processo di costruzione dell’identità personale si incrocia con l’identità di genere. Ciò che contraddistingue dagli altri il soggetto con pseudoermafroditismo è un vissuto non corrispondente al sesso biologico apparente nel quale non si riconosce e sente il desiderio profondo e insistente del cambiamento delle proprie caratteristiche corporee e dei propri dati anagrafici. L’Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere (O.N.I.G.) dichiara che “la costruzione dell’identità, e dell’identità di genere nello specifico, è un processo precoce e legato a complessi intrecci tra fattori biologici e fattori relazionali”. Lo stigma sociale viene avvertito dal soggetto interessato man mano che acquisisce la certezza della differenza tra l’identità somatica e quella psicologica. Di regola per pervenire al cambiamento di sesso biologico registrato all’anagrafe, occorre innanzitutto recarsi dallo psichiatra che dovrà diagnosticare il “disturbo di identità di genere” non tanto perché il problema riguardi una patologia psichiatrica quanto piuttosto per poter fruire del Servizio Sanitario Nazionale. Quindi interviene l’endocrinologo per la terapia ormonale sostitutiva. Nella successiva fase la persona dovrà rivolgersi al Tribunale per ottenere l’autorizzazione agli interventi chirurgici di conversione . Superato questo delicato periodo, secondo i tempi e le indicazioni fornite dai medici, la persona interessata dovrà tornare a rivolgersi al Tribunale per ottenere il cambiamento di stato anagrafico ovvero la “rettificazione dell’attribuzione di sesso”. Alla fine di questo percorso, in riferimento al nostro caso, per la legge italiana Giulia da donna diventa Giulio, uomo a tutti gli effetti, ed acquisisce il diritto di sposarsi e di adottare. Attualmente in Italia il cambiamento di sesso è regolamentato dalla legge n. 164 del 1982. Nella sessione di New York del 3 giugno 2008 l’Assemblea generale dell’Organizzazione degli Stati americani (38^ sessione) ha adottato una risoluzione (AG/RES. 2435) con la quale ha ribadito il principio di non discriminazione ed ha riaffermato l’applicazione ad ogni persona dei diritti umani indipendentemente dall’orientamento sessuale o dell’identità di genere. Su questo punto, come si sa, il dibattito è aperto. In ogni caso, è evidente che il lungo e articolato processo per la risoluzione clinica e giuridica del problema richiede un adeguato counseling familiare e la collaborazione delle varie agenzie educative. Il problema educativo e sociale è di enorme rilevanza e incide sensibilmente nel determinare il vissuto della persona interessata, specialmente nelle fasi dello sviluppo. La problematica è, dunque, complessa ed è utile affrontarla apertamente e approfondirla. L’occasione ci è fornita da quest’opera di Nhora Caggegi che, con stile lineare e delicato, ci guida alla comprensione di una condizione di sofferenza che alla fine si stempera nella soluzione positiva tanto desiderata. GIOVANNI VECCHIO Giuseppe Gennarino e Marella Ferrera Commendatori Il dott. Giuseppe Gennarino, Capo di Gabinetto del Presidente della Provincia , on.le Giuseppe Castiglione, è stato nominato Commendatore dal Capo dello Stato su proposta del Prefetto Santoro. Al neo Commendatore, “il cui riconoscimento premia l’impegno al servizio delle istituzioni”, afferma il Presidente Castiglione, giungano gli auguri più cordiali da parte della proprietà di AKIS. Marella Ferrera, nostra carissima amica, già Premio “Aci e Galatea” nel 1995 ha ricevuto, da parte del Presidente Napolitano, su proposta del prefetto Santoro, l’onorificenza di “commendatore”. Alla famosa stilista, oggi assessore alla Cultura del Comune di Catania, che ha arricchito ancora di più il suo ricco palmarès di titoli e riconoscimenti, giungano gli auguri e le affettuosità più care da parte di Turi Consoli e del Cine Foto Club di Acireale. Si può “cantare” un dolore quasi per averne liberazione? Sicuramente sì, almeno nel caso di Vittoria Siggillino, giornalista professionista che nel brano “Quanto costa essere donna” racconta di un tentativo di stupro del quale è stata vittima ad opera di un personaggio famoso che aveva intervistato. La canzone è scritta da Gianni Belfiore, storico autore di Julio Iglesias, che firma anche il retro del cd prodotto da Panamusic Records e Bel Bel music, “Padre comunque”, altro brano-denuncia. Il nuovo cd di Vittoria Siggillino è stato presentato nella sede dello Studio Five, dove sono avvenute le registrazioni. Gaetano Rizzo Nella foto di Fabio Consoli da sx il M° Patti, l’autrice Vittoria Sigillino e il paroliere Gianni Belfiore RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: AL SIGNOR SINDACO Avv. Antonino Garozzo Al Signor Assessore Bilancio e Finanze On.le dr. Giuseppe Basile Il sottoscritto Consigliere Comunale dr. Ambrogio Bonaventura PREMESSO che sul Palasport del Tupparello incombe la procedura esecutiva n.931/94 del Tribunale di Catania – Sezione Esecuzioni Immobiliari, promossa dall’I.R.F.I.S. Mediocredito della Sicilia SpA, contro la Società “Pallavolo s.r.l. in persona del curatore fallimentare e contro il Comune di Acireale,quale terzo datore d’ipoteca ; CHE grazie alla memoria di replica, nel giudizio per opposizione all’esecuzione, depositata per il Comune di Acireale dagli avvocati difensori il 7 agosto 2008, che ha correttamente eccepito l’inespropriabilità dell’intero complesso sportivo in quanto appartenente al patrimonio indisponibile del Comune, il Giudice ha rimesso la causa a ruolo fissando l’udienza per l’8.3.2010,sospendendo l’esecuzione ; CHE l’Amministrazione comunale ha più volte manifestato la volontà di rinegoziazione del mutuo fra il Comune e l’IRFIS relativamente al Palasport per chiudere il contenzioso in corso,come da nota del Sindaco del 16 maggio 2008 prot.027852 all’allora Vice Sindaco avv. Pietro Filetti ; CHE l’IRFIS con racc. del 5 marzo 2010 prot. 0004049, in considerazione dell’interesse più volte manifestato dal Comune di Acireale alla rinegoziazione del mutuo, ha chiesto allo Assessorato Regionale del Turismo – Dip. Turismo, Sport e Spettacoli – Serv. 3, di fargli pervenire “indicazioni in ordine alle modalità e termini di tale rinegoziazione/accollo (v. lettera Irfis prot. n.6027 del 23.02.07), fermo restando che in mancanza proseguiremo con le azioni esecutive e concorsuali per il recupero del credito” INTERROGA le SS.LL. per conoscere quali ulteriori attività a salvaguardia di un bene pubblico appartenente al patrimonio indisponibile del Comune sono state intraprese dall’Amministrazione comunale, stante che,malgrado la attenta difesa posta in essere dagli avvocati, rimane intero il rischio della vendita all’asta del Palasport del Tupparello. Tale rischio di vendita all’asta del Palasport il sottoscritto ha paventato nel suo intervento, nel corso dell’incontro avutosi sabato 26 giugno nella sala conferenze del Credito Siciliano promosso dai Club Services di Acireale per l’illustrazione di 11 proposte per l’economia del territorio, stante che una di tali proposte riguardava la creazione di un polo sportivo. Poiché il “giovane” capo gruppo del Popolo delle Libertà alla Provincia,subito dopo, con un intervento tanto ineducato quanto arrogante e spregiudicato,nonché politicamente vuoto, rivolgendosi al sottoscritto “vecchio”, ha sostenuto che se il Palasport va all’asta non importa nulla,perché tanto rimane lì,in quanto il privato che lo compra (per una manciata di euro probabilmente) non se lo può portare appresso! Cioè a questo signore non importa nulla se un bene pubblico,in cui è stato investito denaro pubblico, quale il Palasport viene venduto all’asta al privato ! Allora, il sottoscritto, con la presente interrogazione, chiede,altresì,alle SS.LL. se quanto asserito da tale esponente del PdL ,capo gruppo alla Provincia Regionale di Catania, è condiviso o meno dalla Amministrazione Comunale e se non condiviso, se non intendono dissociarsi da tali irresponsabili affermazioni,assicurando la Città che si porranno in essere tutte le iniziative e le attività legali e amministrative possibili, volte a scongiurare la vendita all’asta del Palasport di Acireale. Acireale 08.07.2010 Corso Savoia, 111 c 95024 ACIREALE (CT) Tel. 095 7649590 Tel./fax: 095 7647733