i radicali quadratici
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i radicali quadratici
I RADICALI QUADRATICI 1. Radici quadrate Definizione di radice quadrata: Si dice radice quadrata di un numero reale positivo o nullo a, e si indica con βπ, il numero reale positivo o nullo (se esiste) che, elevato al quadrato, dà come risultato a. In simboli: π = βπ β ππ = π, π β₯ π π π β₯ π Per esempio esistono due numeri reali che elevati al quadrato danno come risultato 9, e sono +3 e -3; solo +3 può dirsi radice quadrata di 9 perché solo +3 è positivo, come richiesto dalla definizione di radice quadrata; quindi: β9=+3 Non esiste invece la radice quadrata di -9 perché nessun numero reale elevato al quadrato dà come risultato un numero negativo. Quindi: ββ9= non esiste, è unβoperazione impossibile in R Più in generale, quindi: Esistenza delle radici quadrate in R: Ogni numero reale positivo o nullo ha esattamente una radice quadrata in R. Ogni numero reale negativo non ammette radice quadrata in R. Si indicano con il termine di radicale quadratico non solo le espressioni del tipo βa, dove a è un numero reale non negativo, ma anche le espressioni della stessa forma, dove lβargomento della radice (detto radicando) è unβespressione letterale. In questi casi è necessario determinare le condizioni di esistenza del radicale (dette in questo caso condizioni di realtà: C.R.), cioè per quali valori delle variabili il radicando è non negativo. Lβinsieme dei valori della variabili per i quali un radicando è non negativo si chiama dominio, o insieme di definizione o insieme di esistenza del radicale. Quando un radicale è definito assume sempre valori positivi o nulli. Quindi: Esistenza e segno del radicale βπ·(π) . Il radicale βπ·(π) è definito in corrispondenza dei valori reali per i quali ii radicando risulta non negativo, cioè risulta: π·(π) β₯ π (condizione di realtà, C.R.) e assume per tali valori, valore positivo o nullo: βπ·(π) β₯ π. 2. Le radici quadrate come potenze ad esponente razionale Vedremo ora come le radici quadrate possono essere viste come unβestensione del concetto di potenza che già conosciamo. Potenze ad esponente naturale : ππ , πππ π β π΅ La potenza ad esponente naturale viene dalla definizione stessa di potenza : ππ = π β π β β¦ β π (è uguale al prodotto di n fattori uguali alla base, se lβesponente è diverso da zero). Se lβesponente è zero e la base è diversa da zero, allora ππ = π (dimostrazione: π0 = ππ : ππ = 1π = 1) Se lβesponente è zero e la base è zero, allora ππ = πππ ππππππππππ (dimostrazione: 00 = 0π : 0π = 0: 0 = πππππ‘πππππππ‘π) Potenze ad esponente intero relativo : ππ , πππ π β π Se lβesponente è un numero relativo ( per es. 3β2 ) la definizione di potenza perde significato. Si ricorre alle proprietà delle potenze per dare significato a potenze con esponente negativo, ampliando così il concetto di potenza. Vogliamo dare un significato alla scrittura 3β2 , in modo che continuino ad essere valide le proprietà delle potenze. Allora se per il numero 3β2 (che per ora, per noi, non ha alcun significato dato che il suo esponente non è naturale) devono ancora valere le proprietà delle potenze, dovrà essere: 3β2 β 32 = 30 = 1 . Quindi 3β2 è quel numero che moltiplicato per 32 dà come risultato 1, quindi 3β2 è il reciproco di 32 . Pertanto: 3 β2 1 2 = 1: (3 ) = ( ) 3 2 Quindi in generale se lβesponente è un numero intero negativo e la base è un numero diverso da zero la potenza si esegue utilizzando come base il reciproco della base iniziale e cambiando segno allβesponente, che quindi diventerà positivo: 3 β5 (β 2) 2 5 = (β 3) 1 5 (2)β3 = ( ) ; 2 ; (1)β4 = (1)4 = 1 ; 4 β1 (5) 5 1 5 = (4) = 4 Mentre se la base è zero 0β3 = ππππππ§ππππ πππππ π πππππ perché il reciproco dello zero (cioè 1:0) non esiste. Abbiamo visto quindi come la potenza con esponente intero negativo non sia una conseguenza della definizione stessa di potenza, ma come sia invece una conseguenza dellβapplicazione delle proprietà delle potenze. Potenze ad esponente razionale: ππ , πππ π β πΈ Vediamo ora come le radici quadrate possono essere scritte come potenze con esponente razionale. 1 Vogliamo dare un significato alla scrittura 72 , in modo che continuino ad essere valide le proprietà delle potenze. Allora se per 1 il numero 72 (che per ora, per noi, non ha alcun significato dato che il suo esponente non è naturale né intero) devono ancora valere le proprietà delle potenze, dovrà essere: 1 2 1 (72 ) = 72 β2 = 71 = 7 1 1 Quindi 72 è quel numero che elevato al quadrato dà 7, e quindi (per definizione di radice quadrata), 72 è proprio la radice quadrata di 7, cioè: 1 72 = β7 3. Radicali e funzioni La funzione π¦ = βπ₯ è definita per π₯ β₯ 0 ed è sempre positiva o nulla in base alla definizione di radice quadrata. Tracciamone il grafico per punti: π₯ π¦ = βπ₯ 0 0 1 1 2 β2 β 1,4 3 β3 β 1,7 4 2 5 β5 β 2,2 6 β6 β 2,4 4. Semplificazione di un radicale quadratico I radicali godono della proprietà invariantiva, della quale vedremo per ora una parte che serve a semplificare i radicali quadratici: PROPRIETAβ INVARIANTIVA APPLICATA ALLA SEMPLIFICAZIONE DEI RADICALI QUADRATICI : La radice quadrata può essere semplificata dividendo per 2 lβesponente del radicando. Quindi se il radicando ha un esponente pari, lβesponente può essere semplificato con lβindice (2) del radicale quadratico, cioè: βπππ = ππ Dimostrazione: π βπππ = (πππ )π = πππ β π π ππ (per la proprietà: potenza di potenza) Bisogna però porre attenzione alla concordanza del segno tra il radicale iniziale (positivo per definizione di radice quadrata) e il risultato dellβoperazione della semplificazione. ESEMPI: β81 = β34 = 32 β144=β122 = 12 β(β2)4 = (β2)2 = +4 (in questo caso il risultato è positivo, e quindi concorda correttamente nel segno con il radicale iniziale) β(β2)2 = β2 (questa semplificazione è sbagliata perché il risultato è negativo, e quindi NON concorda nel segno con il radicale iniziale) β(β2)2 = |β2| = +2 (questa semplificazione è giusta perché così il risultato è positivo, e quindi concorda correttamente nel segno con il radicale iniziale) β(β2)2 = β(+2)2 = +2 (anche questa semplificazione è giusta perché il cambio di segno in potenza con esponente pari ha risolto il problema della concordanza del segno) β(β2)6 = |(β2)3 | = |β8| = +8 (questa semplificazione è giusta) Se lβargomento della radice è variale, bisogna porre particolare attenzione quando si incontrano radicali del tipo βπ₯ 2 : questo radicale per la C.R. è definito per π₯ β π , ma non è giusto scrivere che βπ₯ 2 = π₯. Infatti βπ₯ 2 è per definizione di radicale quadratico un numero non negativo, mentre x può essere positivo o negativo; i due membri dellβuguaglianza (non corretta) βπ₯ 2 = π₯ , cioè non concordano nel segno. Infatti: β π₯2 = β π₯ β + Facciamo degli esempi: +πβ se x=4 , allora β42 = β16 = 4, quindi in questo caso βπ₯ 2 = π₯. se x=-4, allora β(β4)2 = β16 = 4, quindi in questo caso βπ₯ 2 = βπ₯. Pertanto il ragionamento corretto è il seguente: : se π₯ β₯ 0 , allora βπ₯ 2 = π₯ se π₯ < 0 , allora βπ₯ 2 = βπ₯ Cioè, ricordando la definizione di valore assoluto: βπ₯ 2 = |π₯ |, per ogni π₯ β π 5. Prodotto e quoziente di radicali quadratici PRODOTTO E QUOZIENTE DI RADICALI QUADRATICI: Nellβipotesi in cui siano verificate le condizioni di esistenza dei radicali quadratici βπ e βπ (condizioni di realtà C.R.), valgono le seguenti proprietà: a: βπ β βπ = βπ β π (cioè il prodotto di due radicali quadratici è uguale alla radice del prodotto) b: βπ βπ π = βπ (se b β π) (cioè il quoziente di due radicali quadratici è uguale alla radice del quoziente) Dimostrazione: 1 PRODOTTO: 1 1 βπ β βπ = π2 β π2 = (π β π)2 = βπ β π (per la proprietà: prodotto di potenze con lo stesso esponente) 1 1 1 QUOZIENTE: βπ βΆ βπ = π2 βΆ π 2 = (π βΆ π)2 = βπ: π (per la proprietà: quoziente di potenze con lo stesso esponente) ESEMPI: β18 β β2 = β18 β 2 = β36 = 6 β20: β2 = β20: 2 = β10 1 1 1 1 1 1 β8 : β2 = β8 : 2 = β8 β 2 = β16 = 4 6. Potenza di radicali quadratici POTENZA DI RADICALI QUADRATICI: Nellβipotesi in cui siano verificate le condizioni di esistenza del radicale quadratico βπ (condizioni di realtà C.R.), vale le seguente proprietà: π (βπ) = βππ (cioè la potenza di un radicale quadratico è uguale alla radice della potenza) Dimostrazione: 1 π π (βπ) = (π2 ) ESEMPI: 1 = ( π π ) 2 = βπ π 3 3 2 (β+3) = β(+3)2 = +3 (β2) = β(+2)3 = β+8 (β(+5)7 ) = β[(+5)7 ]3 = β(+5)21 7. Trasporto sotto il segno di radice quadrata Consideriamo unβespressione formata da un numero moltiplicato per una radice: 2β2 . Possiamo scrivere la seguente catena di uguaglianze: 2β2 = β β4 β β2 ππππβè 2=β4 = β β4 β 2 = β8 Si dice che βsi è portato il fattore 2 sotto il segno di radiceβ. ππππππ‘π‘π ππ ππππππππ Possiamo anche lavorare sullβesponente del fattore da trasportare: 1 3 1 2 1 1 β3 = β(3) β 3 = β9 β 3 = β3 Si deve quindi moltiplicare per due lβesponente di tale fattore. Bisogna fare attenzione però al segno del fattore da trasportare, affinché sia sempre verificata la concordanza tra il segno iniziale e il segno finale dellβespressione con cui si opera. Per esempio sarebbe errato scrivere: β2β2 β β(β2)2 β β2 = β(β2)2 β 2 = = ππ’ππππ πππππ‘ππ£π β β8 ππ’ππππ πππ ππ‘ππ£π perché non è rispettata la concordanza del segno tra il primo e lβultimo passaggio. Eβ invece corretto lasciare il segno negativo fuori dalla radice quadrata e trasportare solo il numero positivo sotto radice: β2β2 β ππ’ππππ πππππ‘ππ£π = β β(+2)2 β β2 = β β(+2)2 β 2 = β β β8 ππ’ππππ πππππ‘ππ£π Vale quindi la seguente regola: Trasporto di un fattore sotto il segno di radice quadrata: per trasportare un fattore POSITIVO sotto la radice quadrata bisogna moltiplicare il suo esponente per 2; se il fattore fuori radice è NEGATIVO si lascia il segno negativo fuori dalla radice e si trasporta solo il valore assoluto del numero, per rispettare la condizione di concordanza del segno. Vediamo il trasporto sotto il segno di radice anche tramite la forma esponenziale della radice: 1 1 1 1 2β3 = 2 β 32 = (22 )2 β 32 = (22 β 3)2 = β23 β 3 1 1 1 1 FATTORE NEGATIVO:β2β3 = β 2 β 32 = β(22 )2 β 32 = β(22 β 3)2 = ββ23 β 3 8. Trasporto fuori dal segno di radice quadrata A volte è utile effettuare lβoperazione inversa, cioè portare un fattore fuori dal segno di radice. Per esempio: β18 = β β 2 = β9 β β2 = 3 β2 . β9 9 è π’π ππ’πππππ‘π ππππππ‘π‘π Si dice che il fattore 3 è stato βtrasportato fuori dal segno di radiceβ. Anche in questo caso si può lavorare sugli esponenti: β192 = β26 β 3 = β26 β β3 = 23 β3 = 8 β3 In questo caso è quindi necessario dividere per due lβesponente del fattore da trasportare fuori radice, facendo sempre attenzione alla concordanza del segno. Vale quindi la seguente regola: Trasporto di un fattore fuori dal segno di radice quadrata: per trasportare un fattore POSITIVO fuori dalla radice quadrata bisogna dividere il suo esponente per 2 se il fattore da trasportare è NEGATIVO si deve rispettare la concordanza del segno. Vediamo il trasporto fuori radice anche tramite la forma esponenziale della radice: 1 1 1 1 β32 β 2 = (32 β 2)2 = 32β2 β 22 = 3 β 22 = 3 β2 9. Addizioni e sottrazioni di radicali Per le somme e differenze di radice quadrate non valgono la proprietà che valgono per i prodotti e i quozienti; infatti: βπ + βπ β βπ + π e βπ β βπ β βπ β π Per esempio vediamo che β9 + β16 β β9 + 16 ; infatti β9 + β16 = 3 + 4 = 7 , mentre β9 + 16 = β25 = 5 . Vediamo anche che β25 β β9 β β25 β 9 ; infatti β25 β β9 = 5 β 3 = 2 , mentre β25 β 9 = β16 = 4 . Tuttavia è possibile semplificare espressioni che contengono somme o differenze di radici quadrate (eventualmente moltiplicate per un coefficiente), a condizione che siano simili, cioè abbiano lo stesso radicando (in modo analogo alle somme tra monomi nel calcolo letterale). La proprietà che ci permette di sommare i radicali simili è sempre quella distributiva. ESEMPI: 2β5 + 3 β5 = (2 + 3) β5 = 5β5 (per la proprietà distributiva della moltiplicazione rispetto allβaddizione) Invece β2 + β3 non è semplificabile perché β2 π β3 non sono simili; β2 + β3 è un binomio irrazionale. Anche 5 + β3 è un binomio irrazionale, somma di un numero razionale e di un numero irrazionale. A volte per evidenziare in unβespressione la presenza di radicali simili è necessario semplificare le radici che vi compaiono e/o trasportare tutti i termini possibili fuori dal segno di radice. Per esempio: β3 + β12 = β3 + β22 β 3 = β3 + 2 β3 = 3β3 Vediamo la somma di due radici anche tramite la forma esponenziale della radice: 1 Se i due radicali sono simili: 1 1 1 3β5 + 4β5 = 3 β 52 + 4 β 52 = (3 + 4) β 52 = 7 β 52 1 Non è invece possibile sommare radicali non simili: 1 1 β9 + β16 = 92 + 162 β (9 + 16)2 10. Espressioni irrazionali Le espressioni algebriche in cui sono presenti dei radicali si dicono espressioni irrazionali. Le operazioni tra radicali godono delle stesse proprietà di cui godono le operazioni tra numeri razionali; inoltre si dovranno utilizzare le regole di calcolo con i radicali studiate e le ordinarie proprietà di calcolo: proprietà distributiva, prodotti notevoli, ecc. 11. Razionalizzazioni A volte può capitare di incontrare frazioni che contengano radici quadrate al denominatore, come: 1 , β2 5 3β2 7 , 2+β3 , 9 β3ββ2 , 1 β2ββ3+β5 Per effettuare i calcoli è spesso utile trasformare queste frazioni in altre frazioni equivalenti (quindi frazioni che rappresentano la stessa quantità), ma prive di radici al denominatore. Questo procedimento viene detto razionalizzazione del denominatore di una frazione. Dal punto di vista operativo la razionalizzazione del denominatore si effettua applicando la proprietà invariantiva della divisione, come hai già imparato a fare per riportare più frazioni allo stesso denominatore (per effettuare la somma algebrica tra frazioni con diverso denominatore). Ricordiamo quindi la proprietà invariantiva: Proprietà invariantiva della divisione: moltiplicando o dividendo dividendo e divisore per uno stesso numero diverso da zero il quoziente non cambia; quindi moltiplicando o dividendo numeratore e denominatore di una frazione per uno stesso numero diverso da zero si ottiene una frazione equivalente a quella data. In generale lβoperazione di razionalizzare il denominatore di una frazione è piuttosto complessa, poiché il fattore per cui moltiplicare la frazione dipende dal numero di radici presenti nel denominatore da razionalizzare. Esamineremo quindi i casi più comuni, che corrispondono ai primi quattro degli esempi fatti allβinizio (monomio irrazionale e binomio irrazionale). 1° CASO: il denominatore contiene una radice quadrata (monomio irrazionale): Per esempio: 3 β2 ; bisogna allora moltiplicare numeratore e denominatore per β2 . Infatti: 3 = β2 3 β β2 β2 β β2 = 3 β2 = β β4 3β2 2 4 è π’π ππ’πππππ‘π ππππππ‘π‘π La frazione iniziale 3 β2 e la frazione finale 3β2 2 sono equivalenti e rappresentano quindi la stessa quantità, anche se sono scritte in modo diverso. In particolare nella prima frazione il denominatore è un numero irrazionale, mentre nellβultima è un intero. Come puoi verificare utilizzando la calcolatrice: 3 β2 β 2,121320344 3 β2 β 2,121320344 2 Vediamo un altro esempio: 6 β3 = 6 β β3 β3 β β3 = 6 β3 β β9 = 6β3 = 2β3 3 9 è π’π ππ’πππππ‘π ππππππ‘π‘π In questo caso la razionalizzazione del denominatore ha anche portato alla semplificazione finale. Si utilizza lo stesso metodo anche quando il denominatore è formato da una radice quadrata con un coefficiente diverso da uno: 5 3β2 = 5 β β2 β2 β β2 = 5β2 β4 = 5 β2 2 2° CASO: il denominatore contiene la somma o la differenza di due radici quadrate, o di una radice quadrata e di un intero (binomi irrazionali): In questo caso il procedimento di razionalizzazione si basa, oltre che sulla proprietà invariantiva, sul prodotto notevole βsomma per differenzaβ: (π΄ + π΅) β (π΄ β π΅) = π΄2 β π΅2 ESEMPI: 6 β7 β β3 = 6 (β7 + β3) 6(β7 + β3) 6 (β7 + β3) 6 (β7 + β3) 3 (β7 + β3) = == = 2 = 2 7β3 4 2 (β7 β β3) β (β7 + β3) (β7) β (β3) 4 β3+1 = 4 (β3β 1) (β3+1) β (β3β1) = 4(β3β1) 2 (β3) β (1)2 = 4 (β3β1) 3β1 = 4(β3β1) 2 = 2(β3 -1)