Il Parco del Musĕe – Promenade di Saint – Benoît
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Il Parco del Musĕe – Promenade di Saint – Benoît
Il Parco del Musĕe – Promenade di Saint – Benoît Di Jean Simon Pagès Il parco si estende su circa un ettaro di superficie con un dislivello di 70 metri. Il suo fascino maggiore è l’acqua, che zampilla ovunque, che bagna la terra e racconta la lunga storia del luogo. La proprietà è della Città di Digne les Bains ed è gestita dalla Réserve Géologique de Haute Provence che qui ha sede. Nel visitare il parco è possibile seguire tre sentieri : “Le sentier de l’eau” percorre il versante più fresco e sale lungo la Grande Cascata, un vero e proprio monumento naturale costruito nei secoli della stessa acqua che, caricando il calcare lungo il suo viaggio sotterraneo, lo deposita pietrificando i muschi che qui crescono. “Le sentier des remparts” offre una vista eccezionale sulla città di Digne les Bains grazie al passaggio attraverso le mura. “Le sentier des cairns” che prende il nome dalle installazioni artistiche di Andy Goldsworthy. Esposto a sud – est, è più arido e l’acqua non è più di un ricordo che si sente mormorare dentro queste straordinarie piramidi di pietra secca. Infatti , l’altra caratteristica del Parco è di essere “abitato” da opere d’arte contemporanea che, in tutto o in parte, giocano con l’acqua. I cinque “water-cairns” di Andy Goldsworthy, la “fontane de théières” di Silvie Bussières, le “céramiques” di Agatahe Larpent, la “Lavogne” di Henri Olivier. E anche le opere che non fanno direttamente riferimento all’acqua sono tuttavia legate agli elementi naturali, così come vuole la tradizione del CAIRN (centro d’arte informale e di ricerche sulla natura ) : “les joueurs de flûte” di Erik Samakh utilizzano l’energia solare per diffondere fra le fronde degli alberi una musica altera; il triangolo “sans titre” di Kurt Asker gioca con l’aria e la luce, il “parterre” di Catherine Maarcogliese combina acqua e vegetazione per sorprendere il visitatore ad ogni stagione dell’anno. Il parco ospita anche il “Jardin de Kamaiski”, d’ispirazione giapponese, omaggio alle relazioni stabilite dopo il 1992 tra Digne e questa città del nord del Giappone dove si trova una replica della “dalle à ammonites”, una delle più fantastiche pareti di fossili della Réserve Gìologique. Nel parco c’è anche il delicato “Jardins des papillons” nel quale è possibile scoprire la straordinaria diversità entomologica del territorio del pays dignois. Uno dei reperti più incredibili e straordinari è tuttavia lo scheletro dell’hydropiteco, una vera e propria sirena, conservato nella roccia presso la cascata pietrificata del Parco. Uno dei rari casi dove la scoperta geologica conferma la mitologia . “Le mitiche Sirene si mostrano, non più in carne, ma certo in ossa, perfetti scheletri fossili, davanti agli sguardi esterrefatti del visitatore. Un tuffo nel cuore archetipo della nostra evoluzione umana, un brivido ricco di suggestioni atlantidee : ben oltre i confini imparati nelle pagine note della paleontologia ordinaria” . (Audisio di Somma). Il Musèe – promenade dunque non è soltanto un parco ma un vero e proprio museo, completo di sale d’esposizione che fanno rivivere la memoria della Terra. Infatti il territorio della Réserve Géologique è un condensato di 300 milioni di anni di quella regione dove le Alpi incontrano la Provenza. Di qui partono gli itinerari che permettono di scoprire il patrimonio di tutto il territorio. La storia del sito di Saint – Benoît L’origine si perde nella notte dei tempi. Possiamo supporre che in origine fosse un insediamento monastico di cui la sola traccia è proprio il nome del luogo. Tuttavia , le mura con le loro torri risalenti al 13° secolo, testimoniano dell’antichità del sito. Lo sfruttamento del tufo, roccia preziosa per le sue qualità meccaniche, è testimoniato, fin dal 18° secolo grazie a una data scritta su uno dei fronti di taglio. Nello stesso secolo l’energia motrice dell’acqua era utilizzata per una fabbrica tessile e recenti lavori hanno fatto scoprire l’ubicazione di una ruota e del canale di fuga.Le terrazze e le specie vegetali che ancora oggi sono presenti sul terreno testimoniano dell’utilizzo agricolo fino al 20° secolo. La città di Digne ha acquistato la proprietà conferendola negli anni ’80 come sede della giovane Réserve Géologique . Negli anni ’90 furono effettuate nuove acquisizioni di terreno e di alcune costruzioni che oggi ospitano le gallerie d’arte contemporanea del CAIRN. Negli stessi anni fu creato il “jardin de Kamaishi”. Ma le più interessanti trasformazioni iniziarono nel 1995 con la riqualificazione dei sentieri e l’intervento degli artisti . Furono scoperte le mura che restaurate , sono oggi parte integrante del “sentier des remparts” e, realizzate strade e sistemi d’illuminazione. E’ stato insieme reso fruibile tutto il sito. Certo nel corso dei secoli le funzioni di questo territorio sono cambiate ma con la nuova alleanza fra l’acqua zampillante e gli uomini è diventato un luogo di incanto e di accoglienza. La Réserve Géologique de Haute Provence Dal 1984, la Réserve protegge il patrimonio naturale e,soprattutto, geologico di una vasta zona di circa 200 Km² nelle Alpi di Alta Provenza (intorno al capoluogo, Digne les Bains) e nel Var (Cantone di Compsur Artuby). In questa zona si miscelano le influenze mediterranee e alpine. Oggi poco abitato, nel passato questo territorio è stato molto popolato. Gli stessi paesaggi testimoniano questa interazione costante tra l’uomo e il libero gioco degli elementi naturali. Ieri l’uomo zappava, pascolava gli animali, coltivava, oggi la natura ha riconquistato gli spazi abbandonati. La forte dinamica della vegetazione e della fauna, la varietà della flora, la diversità nei lepidotteri, l’abbondanza di uccelli, il ritorno dei grandi ungulati dei loro predatori…caratterizzano questo territorio contrastato. Ma l’originalità profonda dell’area della Réserve risiede nella ricchezza del suo patrimonio geologico, oggi riconosciuto e protetto. Trecento milioni d’anni di storia della terra, scritti nei paesaggi, si raccontano da soli nelle vallate, nelle creste delle montagne , lungo i sentieri e le strade. E’ la stessa storia della Vita e della sua Evoluzione che viene descritta dai fossili : ichthyosauri, ammoniti, sirenidi, impronte di antichi uccelli. E’ rappresentata la vita stessa del pianeta: apertura dell’Oceano alpino 220 milioni di anni fa, la nascita delle Alpi, le glaciazioni, l’erosione, la torrenzialità, praticamente tutti i fenomeni naturali tutt’ora in azione nel mondo sono presenti nell’area. La valorizzazione di questo patrimonio ha permesso alla Réserve di essere uno dei fondatori della Rete Europea dei territori ad alto valore geologico, la European Geoparks e a beneficiare del marchio Global Geoparks dell’UNESCO. Ben quattro musei permettono oggi di scoprire le innumerevoli attrattive del patrimonio geologico. Essi sono a Digne les Bains, a Sisteran, a Barles e a Castellana. Essi rappresentano una porta d’ingresso ad itinerari attraverso il tempo : Route du Temps, Circuito del Massif du Blayene, Route des Hautes Vallées de l’Asse. Ma la geologia non è una disciplina chiusa. E’ invece un invito al sogno e alla poesia e non è un caso che molti artisti manifestino la loro sensibilità e le loro emozioni ispirandosi a questo patrimonio. Invitati dalla Réserve Géologique e dal Museo Gassendi essi arricchiscono continuamente questo luogo con installazioni permanenti che rappresentano uno sguardo sulla natura in perfetta risonanza con quello spirito col quale i naturalisti guardano il mondo.