i nemici del soprannaturale

Transcript

i nemici del soprannaturale
Parola
della SOPRANNATURALE
Grazia - Palermo
I NEMICI
DEL
sito ufficiale Parola della Grazia Palermo - PdG Italia
http://www.paroladellagrazia.it/it
Date : 5 ottobre 2014
E non poté fare lì alcuna opera potente, salvo che guarire pochi infermi, imponendo loro le mani. E
si meravigliava della loro incredulità; e andava in giro per i villaggi, insegnando. Marco 6:5-6
La predicazione di oggi pone l’attenzione sui nemici del soprannaturale che si annidano dentro di
noi e viene evidenziato che tra essi c’è il silenzio, il tacere in presenza di attacchi, il non parlare ai
problemi, alle montagne che si presentano nel corso della vita, il non dichiarare con la nostra bocca
e con fiducia la Parola di Dio, come faceva Gesù, rendendola efficace.
Ebrei 4:12 La parola di Dio infatti è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a due tagli e
penetra fino alla divisione dell'anima e dello spirito
A tutti è capitato di dichiarare la Parola di Dio per reclamare le Sue promesse e di non avere
successo. Gesù stesso ci chiarisce che i principali nemici che ostacolano la nostra confessione di
fede, oltre ad una vita di peccato, sono: il dubbio (che è incredulità) e la mancanza di perdono,
condizioni che precludono la comunione con Dio, impediscono alla fede di funzionare e alla Parola
dichiarata di essere efficace.
A proposito di incredulità, dal Vangelo di Matteo viene letto il brano in cui si parla del fanciullo
epilettico.
Matteo 17:14 Quando giunsero presso la folla, un uomo gli si accostò e, inginocchiandosi davanti a
lui, 15 disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio, perché è epilettico e soffre grandemente; egli cade
spesso nel fuoco ed anche nell'acqua. 16 Or io l'ho presentato ai tuoi discepoli, ma essi non l'hanno
potuto guarire». 17 E Gesù, rispondendo, disse: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando
sarò con voi? Fino a quando vi sopporterò? Portatelo qui da me». 18 Gesù allora sgridò il demone,
che uscì da lui; e da quell'istante il fanciullo fu guarito. 19 Allora i discepoli, accostatisi a Gesù in
disparte, dissero: «Perché non siamo stati capaci di scacciarlo?». 20 E Gesù disse loro: «Per la
vostra incredulità; perché io vi dico in verità che, se avete fede quanto un granel di senape, direte a
questo monte: "Spostati da qui a là", ed esso si sposterà; e niente vi sarà impossibile.
A Gesù dispiacque che i discepoli non erano riusciti a guarire il ragazzo, li definì ‘generazione
incredula e perversa’, e quando successivamente essi Gli chiesero perché avevano fallito, rispose:
‘Per la vostra incredulità’. Eppure avevano dichiarato la Parola!
Il fatto che Gesù si sia dispiaciuto del loro insuccesso, indica che Egli vuole guarire, per cui, se la
Parola dichiarata dai discepoli era risultata inefficace, è segno che il problema non sta in Dio, ma nel
canale, cioè nell’uomo che è strumento di guarigione.
Cosa analoga può accadere se c’è mancanza di perdono.
Marco 11:23 Perché in verità vi dico che se alcuno dirà a questo monte: "Spostati e gettati nel mare",
e non dubiterà in cuor suo ma crederà che quanto dice avverrà qualunque cosa dirà, gli sarà
concesso. 24 Perciò vi dico: Tutte le cose che domandate pregando, credete di riceverle e le
otterrete. 25 E quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate affinché
anche il Padre vostro, che è nei cieli, perdoni i vostri peccati. 26 Ma se voi non perdonate, neanche il
Padre vostro, che è nei cieli, perdonerà i vostri peccati».
Esistono due tipi di incredulità:
-
L’incredulità passiva, dovuta a mancanza di conoscenza.
Il padre che aveva chiesto la guarigione del figlio epilettico non aveva conoscenza; egli voleva
credere, ma con onestà riconobbe di aver bisogno di aiuto per crescere nella fede.
Marco 9:23 E Gesù gli disse: «Se tu puoi credere, ogni cosa è possibile a chi crede». 24 Subito il
padre del fanciullo, gridando con lacrime, disse: «Io credo Signore, sovvieni alla mia incredulità».
-
L’incredulità che nasce da un cuore ribelle.
Nei quarant’anni in cui vagò nel deserto, il popolo d’Israele manifestò la sua ribellione. Pur essendo
uscito dal dominio del faraone e avendo gustato la libertà, non faceva che lamentarsi e mormorare
per ogni cosa. Era un popolo disobbediente e incredulo, cosicché tutti quelli che si comportarono in
quel modo morirono nel deserto e non videro la terra promessa!
L’insegnamento è per noi che siamo stati liberati dalla schiavitù di satana, del peccato, e che siamo
stati salvati.
Ebrei 3:15 … mentre ci è detto: «Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori come nella
provocazione». 16 Chi furono infatti quelli che, avendola udita, lo provocarono? Non furono tutti
quelli che erano usciti dall'Egitto per mezzo di Mosè? 17 Ora chi furono coloro coi quali si sdegnò
per quarant'anni? Non furono coloro che peccarono, i cui cadaveri caddero nel deserto? 18 E a chi
giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo, se non a quelli che furono disubbidienti? 19 Or noi
vediamo che non vi poterono entrare per l'incredulità.
La misura della nostra fede e la nostra obbedienza influenzano la manifestazione della potenza di
Dio. È significativo l’episodio che parla della risurrezione della giovane Talitha. Per non guastare
l’atmosfera di fede e di aspettativa, Gesù fece uscire da quel luogo tutti coloro che non credevano,
permise solo la presenza dei suoi genitori, di Pietro, Giacomo e Giovanni, e quando comandò alla
fanciulla di alzarsi, questo avvenne.
Due elementi influiscono sull’unzione e ne determinano la ‘fluttuazione’.
- La vita privata del ministro, la sua consacrazione, la sua vita di preghiera, la sua santità e la
rivelazione che ha della Parola di Dio. Se prima di predicare un ministro non prega, non medita la
Parola, non si prepara adeguatamente, non ascolta il Signore e non ha un’alta aspettativa, non può
attendersi una forte unzione.
- Le aspettative di quelli che devono ricevere.
Riguardo a queste cose Gesù non era limitato e chiaramente nel Suo ministero la fluttuazione
dell’unzione non era dovuta a Lui, ma all’uditorio, che cambiava e che non aveva sempre le stesse
aspettative.
Possiamo constatare quanto fu grande la differenza di atteggiamento tra le persone di Nazaret e
quelle di Gennesaret e come diversi furono i risultati.
A Nazaret Gesù era visto come il figlio del falegname, non come il Figlio di Dio, il Messia. Tutti Lo
guardavano con una certa incredulità, col risultato che in quel luogo Egli non poté compiere potenti
operazioni.
Marco 6:1 Poi uscì di là e venne nella sua patria, e i suoi discepoli lo seguirono. 2 E, venuto il sabato,
si mise ad insegnare nella sinagoga. E molti, udendolo, stupivano e dicevano: «Da dove vengono a
costui queste cose? Che sapienza è mai questa che gli è data? E come mai si compiono tali potenti
opere per mano sua? 3 Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Iose, di
Giuda e di Simone? E le sue sorelle non sono qui fra noi?». Ed erano scandalizzati a causa di lui. 4
Ma Gesù disse loro: «Nessun profeta è disonorato, se non nella sua patria, fra i suoi parenti e in casa
sua». 5 E non poté fare lì alcuna opera potente, salvo che guarire pochi infermi, imponendo loro le
mani
A Gennesaret, invece, trovò un’atmosfera totalmente diversa: c’erano un alto livello di fede e
un’alta aspettativa, fu accolto come Messia, cosicché la Sua unzione fluì al massimo livello e tutti
quelli che Lo toccavano venivano guariti.
Marco 6:56 e dovunque egli giungeva, in villaggi, città o borgate, la gente metteva gli infermi sulle
piazze e lo pregava di poter toccare almeno il lembo del suo vestito, e tutti quelli che lo toccavano
erano guariti.
Che differenza tra Nazaret e Gennesaret!
Gli abitanti di Nazaret Lo vedevano come falegname e Lo trattavano da falegname, con Lui avevano
una familiarità che impediva loro di prenderLo sul serio e probabilmente c’era chi Lo scherniva,
proprio come avviene a noi quando vogliamo portare la Parola ai nostri familiari e parenti.
A Gennesaret invece Lo vedevano come Messia e Lo trattavano da Messia.
Gesù non era cambiato, erano cambiate la fede e le aspettative di quelli che Lo ascoltavano!
Altre cose rendono inefficace la Parola di Dio dichiarata con la bocca: le tradizioni degli uomini, un
cuore indurito e la disobbedienza.
1. Gesù ci mette in guardia dall’osservanza delle tradizioni degli uomini, perché annullano La Parola
di Dio. Le sole tradizioni che possiamo rispettare sono quelle di origine biblica.
Matteo 15:5 Voi invece dite: "Chiunque dice al padre o alla madre: Tutto ciò con cui potrei sostenerti
è stato offerto a Dio", 6 egli non è più obbligato a onorare suo padre e sua madre. Così facendo, voi
avete annullato il comandamento di Dio a motivo della vostra tradizione.
2. Gesù ci esorta ad esaminare il nostro cuore per cogliere se vi è incredulità o durezza di cuore.
Egli rimproverò i discepoli che non avevano creduto a chi aveva loro detto di averLo visto
risuscitato.
Marco 16:14 Infine apparve agli undici mentre erano a tavola e li rimproverò per la loro incredulità e
durezza di cuore, perché non avevano creduto a coloro che lo avevano visto risuscitato.
Anche il re Asa aveva un cuore indurito. Per tutto il tempo di una sua grave malattia cercò le
soluzioni umane e non si rivolse mai a Dio. Egli confidava solo nei medici, ma siccome questi non
riuscirono a guarirlo, morì.
2Cronache 16:12 Nel trentanovesimo anno del suo regno Asa si ammalò ai piedi, e la sua malattia era
molto grave; nella sua infermità però egli non cercò l'Eterno, ma ricorse ai medici. 13 Così Asa si
addormentò con i suoi padri e morì il quarantunesimo anno del suo regno.
3. La disobbedienza è il primo nemico del soprannaturale.
La disobbedienza è indice di ribellione, di incredulità e di mancanza di fede, dato che la fede è
sempre accompagnata dall’obbedienza.
Romani 1:5 per mezzo del quale noi abbiamo ricevuto grazia e apostolato, per l'ubbidienza di fede
fra tutte le genti per amore del suo nome,
Romani 16:26 e ora manifestato e rivelato fra tutte le genti mediante le Scritture profetiche, secondo
il comandamento dell'eterno Dio, per indurli all'ubbidienza della fede.
Non volere perdonare è il secondo nemico del soprannaturale.
Le Scrittura ci parla di un uomo che aveva un grosso debito col suo padrone e poiché non aveva la
possibilità di restituire la somma dovuta, il padrone si mosse a compassione e gli condonò l’intero
debito. Subito dopo, però, egli non provò la stessa compassione per un suo conservo che non
poteva restituirgli una piccola somma e lo stava strozzando. Il padrone lo seppe, lo fece
imprigionare e lo consegnò agli aguzzini affinché lo tormentassero fino a quando non avesse pagato
l’intera somma.
Matteo 18:34 E il suo padrone, adiratosi, lo consegnò agli aguzzini finché non avesse pagato tutto
quanto gli doveva. 35 Così il mio Padre celeste farà pure a voi, se ciascuno di voi non perdona di
cuore al proprio fratello i suoi falli».
Anche a noi talvolta riesce difficile perdonare e pensiamo che chi ci ha offeso debba pagare. Con gli
altri preferiamo usare la legge, anche se con noi Dio usa la grazia e ci esaudisce, ma in tal modo ci
escludiamo dalla grazia. Gesù non afferma solo che il perdono è obbligatorio, ma aggiunge che
dobbiamo perdonare incessantemente, perché perdonare è una condizione necessaria per ricevere
da Dio, mentre non perdonare rende inefficaci le nostre preghiere.
Matteo 18:21 Allora Pietro, accostatosi, gli disse: «Signore, se il mio fratello pecca contro di me,
quante volte gli dovrò perdonare? Fino a sette volte?». 22 Gesù gli disse: «Io non ti dico fino a sette
volte, ma fino a settanta volte sette.
Sulla croce Gesù non ebbe parole di vendetta per quelli che Lo crocifiggevano, ma di perdono, anche
se non Gli avevano chiesto di essere perdonati.
Luca 23:33 E quando giunsero al luogo, detto del Teschio, là crocifissero lui e i malfattori, l'uno a
destra e l'altro a sinistra. 34 E Gesù diceva: «Padre perdona loro perché non sanno quello che
fanno». Poi, spartite le sue vesti, le tirarono a sorte.
Ai discepoli che avevano bisogno di crescere nella fede, Gesù insegnò che la fede viene dall’udire,
e quando Gli chiesero umilmente qual era il significato della parabola del seminatore, che avevano
precedentemente ascoltato, Egli rispose che a loro era dato di conoscere per rivelazione i misteri del
Regno, ma ai farisei parlava in parabole perché erano arroganti, orgogliosi e presuntuosi; volevano
far credere di sapere tutto pur essendo ignoranti e non si abbassavano a chiederGli la spiegazione di
quello che insegnava.
Nel Vangelo di Marco, Gesù mette l’ascolto della Parola in relazione al perdono …
Marco 4:9 Poi egli disse loro: «Chi ha orecchi da udire, oda!». 10 Ora, quando egli fu solo, coloro che
gli stavano attorno con i dodici lo interrogarono sulla parabola. 11 Ed egli disse loro: «A voi è dato di
conoscere il mistero del regno di Dio; ma a coloro che sono di fuori tutte queste cose si propongono
in parabole, 12 affinché: "Vedendo, vedano ma non intendano, udendo, odano ma non comprendano,
che talora non si convertano e i peccati non siano loro perdonati"».
… nel Vangelo di Matteo lo mette in relazione alla guarigione …
Matteo 13:15 Perché il cuore di questo popolo è divenuto insensibile, essi sono diventati duri
d'orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi e non odano con gli orecchi, e
non intendano col cuore e non si convertano, e io li guarisca".
…ribadendo un concetto scritto nel libro dei Proverbi.
Proverbi 4:20 Figlio mio, fa' attenzione alle mie parole, porgi l'orecchio ai miei detti;21 non si
allontanino mai dai tuoi occhi, custodiscili nel centro del tuo cuore; 22 perché sono vita per quelli
che li trovano, guarigione per tutto il loro corpo.
Gesù afferma che quando scende nel cuore, la Parola di Dio genera fede, ma se il nemico la ruba si
ricade nell’incredulità.
Marco 4:13 Poi disse loro: «Non comprendete questa parabola? E come comprenderete tutte le altre
parabole? 14 Il seminatore è colui che semina la parola. 15 Quelli lungo la strada sono coloro nei
quali viene seminata la parola; ma dopo che l'hanno udita, subito viene Satana e porta via la parola
seminata nei loro cuori.
Come possiamo impedire al nemico di rubare la Parola che è nel nostro cuore? Rimanendo fermi
nelle promesse di Dio quando ci troviamo nella tribolazione e nella persecuzione.
Marco 4:16 Parimenti quelli che ricevono il seme su un suolo roccioso sono coloro che, quando
hanno udita la parola, subito la ricevono con gioia; 17 ma non hanno in sé radice e sono di corta
durata; e, quando sopravviene la tribolazione o la persecuzione a causa della parola, sono subito
scandalizzati.
Nella tribolazione lo Spirito Santo ci ispira a proclamare la Parola di Dio per potere muovere il Suo
braccio, mentre il nemico cerca di rubarla dal nostro cuore per farci cadere nello scoraggiamento.
A Listra l’apostolo Paolo notò un uomo, che aveva i piedi paralizzati sin dalla nascita, intento ad
ascoltarlo con grande interesse; poiché si accorse che aveva fede gli comandò di alzarsi, quello
balzò in piedi e iniziò a camminare.
Atti 14:8 Or a Listra c'era un uomo paralizzato ai piedi, che stava sempre seduto e non aveva mai
camminato, essendo storpio sin dal grembo di sua madre. 9 Costui udì parlare Paolo che, fissati gli
occhi su di lui, e vedendo che egli aveva fede per essere guarito, 10 disse ad alta voce: «Alzati in
piedi». Ed egli saltò su e si mise a camminare.
Concludendo:
Dio ci raccomanda di perdonare chi ci ha offeso; ci esorta ad esaminarci per vedere se in noi si
annida incredulità o durezza di cuore; ci ammonisce di crescere nella fede, affinché la Parola di Dio
che proclamiamo con la nostra bocca risulti sempre efficace.
Redazione a cura di Caterina Di Miceli
Powered by TCPDF (www.tcpdf.org)