Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno
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FEDERAZIONE ORDINI DEI FARMACISTI Rassegna Stampa del 09/01/2015 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE IN PRIMO PIANO Il capitolo non contiene articoli SANITÀ NAZIONALE 09/01/2015 Corriere della Sera - Nazionale «Attacco con l'acido, premeditato e crudele» 7 09/01/2015 Corriere della Sera - Nazionale Gli effetti (sbiaditi) di 10 anni senza fumo in ristoranti e uffici 9 09/01/2015 Corriere della Sera - Nazionale L'epidemia dimenticata dell'era degli smartphone 10 09/01/2015 La Repubblica - Nazionale Epatite C, la corsa al super farmaco saranno curati solo 50mila pazienti 11 09/01/2015 La Repubblica - Nazionale Fracking Se l'America ferma le trivelle 13 09/01/2015 La Repubblica - Nazionale "Risorse limitate e scelte necessarie questa è una cura rivoluzionaria"* 15 09/01/2015 La Repubblica - Nazionale Il doping in parlamento "Coni lasci i controlli" 16 09/01/2015 Avvenire - Nazionale Germania. Un infermiere confessa: «Ho ucciso almeno trenta pazienti» 17 09/01/2015 Avvenire - Nazionale Gruppo Zegna, benessere a misura di dipendenti 18 09/01/2015 Il Mattino - Nazionale Matachione, perquisito lo studio del commercialista 19 09/01/2015 ItaliaOggi In Madagascar tornano a coltivare il ricino 20 09/01/2015 Il Venerdi di Repubblica la tac h 24 taglia le code ma nelle asl è una rarità 21 09/01/2015 Il Venerdi di Repubblica per i piccoli malati un cuore artificiale di undici grammi 22 09/01/2015 Il Venerdi di Repubblica NANO NOTIZIE 23 09/01/2015 L'Espresso Miracle RAY 24 09/01/2015 L'Espresso PauRa e SPeRanza 27 09/01/2015 Panorama Le due nuove sigarette senza fumo 28 09/01/2015 Panorama Se il medico protegge solo se stesso 29 09/01/2015 Torino7 il nuovo museo della ceramica 30 09/01/2015 Corriere della Sera - Sette Quartieri Tranquilli 31 09/01/2015 Corriere della Sera - Sette L'elisir creato in famiglia fra alambicchi e mortai conquista Milano e il mondo 32 VITA IN FARMACIA 09/01/2015 Corriere della Sera - Milano Istituto dei tumori, lascia il direttore «Inutile andare avanti per inerzia» 36 09/01/2015 La Repubblica - Genova Bacigalupo, Montaldo accusa l'Università 38 09/01/2015 La Repubblica - Genova San Fruttuoso, l'ambulatorio del weekend fa il pienone nelle feste di Natale 40 09/01/2015 La Repubblica - Napoli La municipalità "Sanità in guerra ma i cittadini lasciati soli in balia dei clan" 41 09/01/2015 La Repubblica - Torino Pronto soccorso, anche le Molinette in tilt 42 09/01/2015 La Repubblica - Roma Bilancio, la maggioranza si spacca 43 09/01/2015 Il Messaggero - Roma Appello del governatore «Più fiducia nel vaccino» 44 09/01/2015 Il Messaggero - Roma All'Istituto Visconti «per dire no al fumo» 45 09/01/2015 Il Messaggero - Latina Commissione mista Comune-Aslper ripensare l'offerta sanitaria 46 09/01/2015 Il Messaggero - Ancona Ladro ruba portafoglio nella farmacia Margutti 47 09/01/2015 Il Messaggero - Ancona Pronto soccorso, StroppaPotenziamento nel 2015e' 48 09/01/2015 QN - Il Resto del Carlino - Ancona Visite specialistiche, sale il ticket 49 09/01/2015 QN - Il Resto del Carlino - Pesaro Miele centenario dei Gabanniniè il migliore delle Marche 50 09/01/2015 Avvenire - Milano Il musical "sempre verde" 51 09/01/2015 Il Gazzettino - Venezia Sanità, partita ancora aperta 52 09/01/2015 Il Gazzettino - Venezia Ospedale unico, la parola ai sindaci 53 09/01/2015 QN - Il Giorno - Sondrio Un aiutoper chi stadietroal banco 54 09/01/2015 Il Mattino - Napoli Sud Colpo in boutique, presi i rapinatori seriali 55 09/01/2015 QN - La Nazione - Lucca Flop delle ricetteelettroniche 56 09/01/2015 QN - La Nazione - Pistoia Gara di solidarietà: raccolti contributi per la Caritas e i bambini del Meyer 57 09/01/2015 QN - La Nazione - Umbria GUBBIO IL CENTRO storico eugubino è alla vigilia di un'ulteriore, robusta spoliazione destina... 58 09/01/2015 Il Garantista - Catanzaro La Pro loco premia lo spirito delle feste 59 PROFESSIONI 09/01/2015 Il Gazzettino - Nazionale Tegola Carpi: Concas positivo alla cocaina 61 PERSONAGGI 09/01/2015 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Nazionale D'Ambrosio Lettieri (Fi) «Tasse su partite Iva mostruosità da correggere» 63 SANITÀ NAZIONALE 21 articoli 09/01/2015 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 24 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato «Attacco con l'acido, premeditato e crudele» Il pm al processo per l'agguato allo studente milanese: sul suo volto danni permanenti, un occhio a rischio Il movente? «Non gelosia, ma una spregevole rivalsa». Rischiano fino a 16 anni. Lui si dichiara innocente L'ossessione «Quei due ragazzi, in particolare lei, vivevano come fossero in una setta» G. San. MILANO È passato del tempo. Giorni. Avevano architettato il progetto. Comprato l'acido. E poi sono iniziate le telefonate: la trappola che ha attirato Pietro Barbini, 22 anni, in quella strada della periferia di Milano, via Giulio Carcano, che nel pomeriggio del 28 dicembre era scura e quasi deserta. Era da tre giorni che gli aggressori chiamavano, con la scusa di dover consegnare un pacco. E, secondo la ricostruzione dell'accusa, quelle chiamate dimostrano «la costante presenza dell'intento criminoso» nella mente di Martina Levato, 23 anni, studentessa della Bocconi, e del suo amante, Alexander Boettcher, 30 anni. Significa che per giorni i due avrebbero macerato nelle loro teste l'idea dell'agguato con l'acido muriatico. Premeditazione lucida. Un'aggravante, che si aggiunge alla crudeltà, ai «motivi abietti», all'uso di quella sostanza che in supermercato costa 64 centesimi e che invece ha devastato il volto del ragazzo. L'accusa è di «lesioni gravissime», come ha riconosciuto ieri il tribunale. La pena massima è di 12 anni, che diventano 16 con le aggravanti. Il 5 gennaio gli investigatori dell'Ufficio prevenzione generale della polizia, guidati dalla dirigente Maria José Falcicchia, hanno raccolto i documenti medici sulle condizioni di Pietro. La fredda elencazione del linguaggio sanitario descrive le deturpazioni drammatiche che l'acido sta provocando: lo «sfregio permanente del viso», sulla fronte, le palpebre, le guance, il mento; la «necrosi estesa al naso», che si è allargata anche alle mucose, mettendo in dubbio la possibilità di una futura ricostruzione; e poi l'occhio destro, che i chirurghi dell'ospedale Niguarda hanno già più volte operato. L'acido penetrato dei tessuti ha continuato per giorni la sua azione devastante. E soltanto scorrendo questo quadro clinico si può comprendere quali siano le conseguenze di un gesto all'apparenza così banale e insensato, come quello che della studentessa della Bocconi. Nella richiesta di modificare il reato contestato alla coppia, presentata ieri, il pubblico ministero Marcello Musso ha inserito anche una frase sul movente. Che sarebbe nato da un «sentimento spregevole, trattandosi di parole scritte che fanno riferimento a particolari rapporti sessuali, non a ragioni di gelosia, ma semmai di rivalsa». Le chat e gli sms raccolti dai poliziotti raccontano di un rapporto «morboso» tra i due amanti; Martina l'estate scorsa ha girato i messaggi a Pietro, con cui aveva avuto un flirt ai tempi del liceo; lui le ha consigliato di allontanarsi da quello «squilibrato». In questi contatti, Martina deve aver percepito che Pietro la considerasse ancora «disponibile» e questa sensazione l'ha vissuta come un'intromissione nella storia ossessiva e totalizzante che stava vivendo con Alexander. Come sia possibile un distacco così completo dalla realtà lo spiega un investigatore: «Quei due ragazzi, in particolare lei, vivevano ormai come se fossero una setta; loro due chiusi in se stessi, un mondo esterno popolato di fantasmi». Questi fantasmi erano solo nella testa di Martina e nella sua ansia di tenere vicino a sé quell'amante con cui aveva iniziato a camminare su un sentiero di pratiche ed emozioni sempre più estreme. Su quel sentiero alla fine ha attirato Pietro, studente a Boston, il più bello della scuola ai tempi del liceo. E si è presa la sua assurda «rivalsa». Boettcher, che inseguiva Pietro con un martello, sostiene che «ideazione e programmazione» dell'agguato siano state opera di Martina. Lei ha provato a scagionarlo. La polizia indaga su altri due casi di aggressioni con acido a Milano, avvenuti nell'autunno scorso: per capire se Pietro sia stato l'unica vittima della coppia. © RIPRODUZIONE RISERVATA La vicenda Pietro Barbini, 22 anni, studente a Boston, torna a Milano per trascorrere SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 7 09/01/2015 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 24 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato le vacanze con la famiglia. Il 28 dicembre, nel tardo pomeriggio, gli viene dato appuntamento in una via della periferia con la scusa di dover ricevere un pacco. Il ragazzo si presenta con il padre ma appena scende dall'auto viene aggredito con dell'acido muriatico da Martina Levato, 23 anni, studentessa bocconiana, sua ex compagna di liceo L'amante di Martina, Alexander Boettcher, 30 anni, tenta di colpire Barbini ma viene bloccato e subito arrestato mentre la ventitreenne viene fermata nella notte La vittima riporta ustioni di terzo grado con gravi deturpazioni del viso; ricoverato a Milano, viene sottoposto a diverse operazioni Ieri i giudici della nona sezione penale di Milano accolgono una nuova ordinanza di custodia cautelare a carico dei due accusati. Il pm Marcello Musso cambia il reato da lesioni gravi a lesioni gravissime con l'aggravante della crudeltà, premeditazio-ne, motivi abietti e futili. I giudici hanno rinviato il processo al 27 gennaio Foto: Alexander Boettcher (Fotogramma) e Martina Levato (in basso, Ansa) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 8 09/01/2015 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 25 (diffusione:619980, tiratura:779916) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'anniversario Gli effetti (sbiaditi) di 10 anni senza fumo in ristoranti e uffici Margherita De Bac D omani saranno passati dieci anni dalla rivoluzione della legge che porta il nome dell'ex ministro della Sanità, Girolamo Sirchia. Il fumo fu estromesso da tutti i locali pubblici e privati. La sigaretta sparì da ristoranti, bar, luoghi di lavoro, aree condominiali chiuse. Sopravvisse solo all'interno delle abitazioni. Oggi chi va a cena fuori resterebbe sorpreso nel trovare l'ambiente affumicato e probabilmente protesterebbe. È proprio questo il cambiamento radicale avviato da una normativa che, sulle prime, scatenò la protesta dei ristoratori e sollevò inutili discussioni su come avrebbe dovuto essere applicata per non togliere libertà ai tabagisti. Ora chi non vuole o non riesce a privarsi del piacere-dipendenza della nicotina è consapevole del danno alla salute e del fastidio che può creare al prossimo. Nessuno si azzarderebbe ad accendere la sigaretta in un salotto o in un qualsiasi ambiente dove non è vietata senza chiedere il via libera preventivo. Oltre ad aver educato i cittadini, la legge del 2005 ha raggiunto gli altri due obiettivi per cui era nata. Proteggere dal fumo passivo e incidere sulle abitudini dello «zoccolo duro». Oggi sono circa 11,3 milioni gli italiani che non hanno detto addio ai pacchetti, il 22% della popolazione, il 6% in meno rispetto a dieci anni fa. Peccato che nel tempo l'effetto sia andato scemando. La curva non si abbassa e ultimamente sono venuti con prepotenza a galla due fenomeni che la tengono stabile. L'aumento di donne e giovani, tra i fumatori. Il problema è che dopo Sirchia non sono state sferrate altre azioni significative. Niente leggi per ampliare la rosa dei divieti (tanto per cominciare multe pesanti a chi si dedica al suo vizio alla guida dell'auto, specie se in presenza di bambini) e, soprattutto, per rimborsare cure e farmaci a chi cerca di smettere. Chi si incammina lungo la strada della dissuefazione in centri pubblici deve pagare di tasca propria. Non sono state lanciate inoltre nuove campagne di sensibilizzazione su larga scala né è stata effettuata sufficiente censura sulla propaganda nascosta. Nelle fiction continuano ad apparire scene di attori che compiono il fatidico gesto dell'accensione. E il prezzo dei pacchetti? È lievitato sì, ma secondo piccoli scatti, mai in modo drastico al punto da obbligare i clienti dei tabaccai ad evitare la spesa. È arrivato il momento di rivedere le politiche antifumo per imprimere una nuova svolta come hanno chiesto in una recente lettera al governo decine di società scientifiche. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 9 09/01/2015 Corriere della Sera - Ed. nazionale Pag. 53 (diffusione:619980, tiratura:779916) L'epidemia dimenticata dell'era degli smartphone Massimo Gaggi A Singapore è ormai quasi impossibile assumere nell'esercito per mancanza di candidati coi requisiti minimi di vista. Alle reclute viene così richiesto di sottoporsi, a spese dello Stato, a operazioni di chirurgia laser per correggere la miopia. Alimentata da fattori genetici, ma soprattutto dai comportamenti umani, l'epidemia di miopia in Asia ha raggiunto dimensioni impressionanti: a Taiwan i bimbi di sette anni che non vedono bene da lontano sono passati in vent'anni dal 5,8 al 21 per cento, mentre in Corea del Sud la miopia colpisce addirittura il 96% dei ragazzi di 19 anni. Tutti o quasi. In Occidente, dove i fattori di predisposizione genetica hanno un'incidenza inferiore, le cose vanno un po' meglio, ma la crescita è comunque fortissima: in America i cittadini miopi di età tra i 12 e i 54 anni sono passati in trent'anni dal 25 al 41%. Un incremento dei due terzi. L'Europa (crescita dal 20 al 33%) è in condizioni analoghe e l'Italia, dove i miopi sono quasi raddoppiati in 40 anni (da 13 a 25 milioni), sembra messa anche peggio. Eppure se ne parla poco: solo qualche articolo durante i congressi medici, presto dimenticato. Un po' perché la patologia è diffusa e si corregge facilmente con le lenti, un po' perché siamo abituati a considerare la miopia come la conseguenza ineluttabile di una predisposizione genetica. Ma i medici ci dicono che le cose stanno così solo nel 20% dei casi. Negli altri pesano i comportamenti individuali: troppe ore spese mettendo a fuoco solo uno schermo a breve distanza dagli occhi. Basterebbe seguire la regola del 20-20-20 (interrompere il lavoro ogni 20 minuti fissando per 20 secondi un oggetto a 20 metri di distanza) per essere meno esposti alla miopia. Chi ha questa costanza? E intanto il problema peggiora con la diffusione di tablet e smartphone: schermi piccoli, da tenere vicini agli occhi, molti dei quali emettono quella luce blu che danneggia ulteriormente la vista. Ma chi se la sente di imporre ai ragazzi di dimezzare il tempo speso in videogiochi, a messaggiare o sui social network ? E chi vuole sentirsi dire che tenere un bimbo di due anni tranquillo al tavolo del ristorante con un iPad è nocivo per la sua salute visiva? Porterà gli occhiali e magari un giorno si opererà col laser. Sono già 150 mila l'anno gli interventi di questo tipo in Italia. L'alba di un nuovo business (per la cataratta siamo a quota 500 mila): in fondo anche la cura della miopia fa crescere il Pil. Il tempo passato all'aria aperta no. © RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 10 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Visti da lontano 09/01/2015 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:556325, tiratura:710716) Epatite C, la corsa al super farmaco saranno curati solo 50mila pazienti MICHELE BOCCI C'È UN farmaco in grado di cancellare una malattia un tempo quasi imbattibile, c'è un numero ampio ma chiuso di persone alle quali verrà dato gratuitamente e una quantità ancora più grande di malati che chiedono informazioni. È iniziata la corsa alla cura. Il sofosbuvir può far guarire dall'epatite C. A PAGINA 27 MICHELE BOCCI ROMA. C'è un farmaco in grado di cancellare una malattia un tempo quasi imbattibile, c'è un numero ampio ma chiuso di persone alle quali verrà dato gratuitamente e una quantità ancora più grande di malati che chiedono informazioni, chiamano le associazioni e i centri epatologici per sapere se e quando toccherà anche a loro. Insomma,è iniziata la corsa alla cura. Il sofosbuvir (nome commerciale Sovaldi) è un medicinale costosissimo e rivoluzionario, perché in grado di far guarire da una patologia diffusissima come l'epatite C. In Italia è finalmente entrato nel prontuario nel dicembre scorso, 11 mesi dopo l'approvazione europea. Grazie a una trattativa estenuante l'Aifa (Agenzia del farmaco) sostiene di aver strappato un prezzo favorevole che per non danneggiare il produttore, la Gilead Sciences, non viene reso noto. Nel contratto sarebbe previsto l'acquisto di ben 50 mila dosi in due anni. Serviranno a chi fa parte di una delle sei categorie di pazienti gravi (per esempio quelli con cirrosi) individuate da Aifa. I problemi pratici adesso sono due: mettere effettivamente in cura queste persone nei centri delle varie Regioni, alcune delle quali ancora molto indietro, e spiegare ai malati che non rischiano la vita che devono aspettare. A meno che non vogliano spendere di tasca propria 70 mila euro, il costo del farmaco per il privato cittadino. Nonè ben chiaro in quanti abbiano l'epatiteC in Italia. Le persone con la malattia diagnosticata sarebbero almeno tra le 4 e le 500 mila, di cui 70-80 mila in condizioni serie o gravi. Il sistema concordato per il pagamento sarebbe questo: la casa farmaceutica metterà a disposizione ogni trattamento da 12 settimane per 50 mila euro e poi, via via che aumenterà il numero di dosi acquistate dalle Regioni, restituirà una parte sempre più consistente del denaro. Sono previste tre o quattro fasce di sconto, l'ultima permetterà di pagare il Sovaldi poche migliaia di euro. Quando saranno state acquistate tutte le 50mila dosi, la media del costo per un paziente si aggirerà trai 20ei 30mila euro. Potrebbe così bastare a pagare Gilead il miliardo di euro in due anni messo nella legge di Stabilità dal ministro della Salute Lorenzin e preso dal fondo sanitario nazionale. L'arrivo del sofosbuvir in Italia è una grande conquista ma ci sono ancora scogli da superare. Alcune Regioni sono indietro. «Lazio e Lombardia sono partite con la somministrazione ma altre realtà devono ancora individuare i centri epatologici che seguiranno i pazienti. C'è addirittura qualcuno che ha ridotto il numero di queste strutture. Se per fine gennaio non saranno partite tutte per bene ci arrabbieremo». A parlare è Ivan Gardini, il presidente di EpaC, che con i suo 10mila iscritti è l'associazione di malati più grande. Riguardo al modo in cui vengono selezionati i primi pazienti non ha niente da ridire: «Aifa ha individuato i più gravi. Ma c'è comunque una corsa al farmaco, ci contattano persone che vogliono sapere se rientrano nelle categorie che avranno il Sovaldi. E qualcuno ci ha chiesto informazioni su eventuali azioni giudiziarie da intraprendere per avere il medicinale. Noi diciamo che per ora tocca a chi sta peggio ma più avanti bisogna aprire a tutti. Non ci dimentichiamo che tra sei mesi arriveranno nuovi farmaci simili al sofosbuvire molto efficaci. A quel punto, grazie alla concorrena, la cura dovrà essere dataa chiunque, non soloa 50 mila malati: devono togliere le limitazioni di accesso». Antivirale che inibisce enzima essenziale per la replicazione del virus Sotto forma di compresse, può essere utilizzato solo per trattare la malattia cronica nei pazienti adulti Secondo gli studi scientiÞci ha successo in più del 90% dei casi 6 dicembre 2013 approvazione negli Usa 18 gennaio 2014 approvazione in Europa da parte di Ema SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 11 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA SCIENZA 09/01/2015 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 1 (diffusione:556325, tiratura:710716) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 12 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 5 dicembre 2014 in Gazzetta U!ciale viene riportata la determina Aifa che Þssa il prezzo per l'Italia mila euro il prezzo di partenza di un ciclo di cura in Italia il costo medio di un ciclo di cura (se l'Italia tratterà 50 mila pazienti) Il farmaco 50 20- 30 Nel mondo 12 130- 210 21 I malati in Italia 10 4-500 32 70-80 50 33 (stime) Sofosbuvir (nome commerciale: Sovaldi) mila euro le settimane di terapia per ciascun paziente 1milione il totale (compresi i casi non diagnosticati) mila i casi diagnosticati mila i pazienti in condizioni peggiori milioni il totale milioni nell'area mediterranea 9milioni in Europa milioni in Sud America milioni in Africa milioni nel Sud-est asiatico mila le persone alle quali verrà dato il nuovo farmaco Il contaggio Avviene per contatto con sangue infetto Intrafamiliare (scambio di spazzolini, rasoi ecc.) Trattamenti estetici Trattamenti odontoiatrici Interventi chirurgici, endoscopie, dialisi Tatuaggi e piercing Emotrasfusioni, uso di droghe per endovena Rapporti sessuali non protetti La malattia L'epatite C è un'inÞammazione del fegato causata dall'hepacivirus (Hcv) che provoca la morte delle cellule epatiche. Può danneggiare gravemente l'organo e provocare complicanze (insu!cienza epatica, cirrosi, tumore) e rendere necessario il trapianto PER SAPERNE DI PIÙ www.agenziafarmaco.gov.it www.repubblica.it 09/01/2015 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 42 (diffusione:556325, tiratura:710716) Fracking Se l'America ferma le trivelle New York dice basta alla tecnica di estrazione del gas dalle rocce che ha rivoluzionato il mercato: "Troppi rischi per la salute dei cittadini" Gli ambientalisti plaudono ma la lobby delle energie fossili non si arrende DAL NOSTRO CORRISPONDENTE FEDERICO RAMPINI NOT In My Backyard, Nimby: non nel cortile di casa mia. È uno slogan antico, divenne celebre nelle prime battaglie contro le centrali nucleari, post-Cernobyl. Ora descrive una vittoria degli ambientalisti americani. Una svolta storica, secondo alcuni di loro. Poco prima di Natale il governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, ha sposato il principio Nimby applicandolo al fracking. Dietro questa parola si cela una delle rivoluzioni tecnologiche che hanno trasformato profondamente gli scenari energetici del pianeta, provocando una sovrabbondanza di energie fossili e contribuendo al crollo dei prezzi. Fracking, sta per "hydraulic fracturing". È la tecnica, relativamente recente perché diffusa solo da pochi anni, che pompa grandi quantità di acqua, solventi chimici e sabbia in profondità e ad altissima pressione, per separare gas naturalee petrolio dalle rocce.È anche grazie al fracking, che oggi l'America ha conquistato il primato mondiale nella produzione di gas sorpassando la Russia, ed è vicina a superare l'Arabia saudita nel petrolio. Tutto il contro-shock petrolifero attuale, con ripercussioni globali che sconvolgono i rapporti di forze tra produttori e consumatori, impoveriscono molti paesi emergenti fino al rischio di default, ha le sue origini in una rivoluzione tecnologica made in Usa. E il fracking è una creatura di questa rivoluzione. Il fracking è legale in altri Stati Usa dal Texas alla Pennsylvania, quest'ultima confinante con New York. Ma lo stop di Cuomo può avere conseguenze enormi. New York è il primo grande Stato degli Usa a vietare questo tipo di estrazione, pur in presenza di vasti giacimenti sfruttabili. Cuomo ha atteso anni prima di prendere questa decisione, strattonato da una parte e dall'altra: la lobby petrolifera ha investito grandi risorse per convincere il governatore, gli ambientalisti hanno mobilitato manifestazioni di massa. Sul fronte anti-fracking si sono schierate anche le star, la più influente in questo caso è l'attore Mark Ruffalo di origini italoamericane. Reso celebre nella parte dell'Incredibile Hulk, molto amato dai newyorchesi per le sue radici locali, Ruffalo ha casa vicino al fiume Delaware, in quell'area dello Stato che era proprio il bersaglio per le nuove estrazioni. Sul fronte profracking c'erano invece (oltre agli industriali e ai repubblicani) alcune comunità locali, al confine con la Pennsylvania, che sono tra le aree più povere dello Stato di New York e speravano di vedere affluire la "ricchezza fossile" promessa dalle multinazionali. Alla fine Cuomo ha dato l'ultima parola agli scienziati. In particolare al suo ministro della Sanità, già docente universitario di medicina, il professor Howard Zucker. «Dopo anni di ricerche - dice Zucker - i rapporti conclusivi degli esperti parlano chiaro. Il fracking comporta rischi significativi per la salute dei cittadini». Contaminazione delle falde acquifere. Inquinamento dell'aria. E infine le discariche di detritie residui generati da questa tecnica di estrazione. «Vorreste vivere - è la domanda che lancia Zucker - in una zona sono dove sono in corso attività di fracking? La mia risposta è no. Non possiamo permetterci errori. I pericoli sono troppo grandi, e in parte tuttora sconosciuti». Cuomo non ha avuto esitazioni: «Io non sono uno scienziato. Questo è il parere degli esperti, e lo rispetto». Un altro tipo di rischio, è stato confermato pochi giorni dopo la decisione presa dal governatore di New York. Stavolta nell'Ohio: lì i geologi hanno definitivamente stabilito che c'è un legame diretto fra una serie di piccoli terremoti locali,e le operazioni di fracking in corso nel sottosuolo. Il risultato della ricerca è stato appena pubblicato sulla rivista scientifica The Bulletin of the Seismological Society of America . Una delle più potenti organizzazioni ambientaliste degli Stati Uniti, il Sierra Club californiano,è convinto che da New York possa iniziare una svolta. «È una vittoria - dice il direttore del Sierra Club Michael Brune-e ora Cuomo con la sua decisione esercita di fatto una pressione enorme sui governatori di altri Stati, perché a loro volta proteggano la salute dei propri cittadini». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 13 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R2 09/01/2015 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 42 (diffusione:556325, tiratura:710716) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La lobby delle energie fossili non si dà per vinta. Una controffensiva è già in atto dall'altra parte degli Stati Uniti. In Colorado, di fronte a una serie di piccole iniziative locali da parte di sindaci che hanno messo al bando il fracking, è partita una formidabile reazione legale.I colossi energetici stanno facendo causa alle cittadine del Colorado, una per una, denunciandole per "esproprio di diritti acquisiti". Esibendo le proprie licenze di estrazione, le aziende petrolifere chiedono indennizzi tali da affondare le finanze locali. Alle tesi anti-fracking risponde Tisha Schuller, che è la presidente dell'associazione confindustriale di categoria, la Colorado Oil and Gas Association. «Questi ambientalisti - dice la Schuller - hanno un'agenda radicale che escluderebbe qualsiasi estrazione di petrolio e gas, anche se la nostra economia continua a consumare grandi quantità di petrolioe gas». La sua posizione non è del tutto infondata. Barack Obama disse qualcosa di simile agli europei, in occasione del suo ultimo viaggio a Bruxelles nel marzo scorso. Si era nella fase di massima tensione con la Russia per la crisi ucraina, e l'Europa occidentale viveva nell'incubo di una rappresaglia di Vladimir Putin sulle forniture di gas. «Nel campo energetico - disse Obama agli europei - bisogna rivedere le proprie strategie e confrontarle con la realtà. A volte occorre fare scelte dolorose». Un pudico accenno al fatto che il sottosuolo europeo ha riserve inutilizzate, che potrebbero essere disponibili usando il fracking. Solo l'Inghilterra fa un ricorso, peraltro limitato, a questa tecnica. In Germania è appena iniziato un dibattito politico sul tema. Nimby, non nel mio cortile di casa, resta lo slogan favorito dagli europei. Il risultato è che l'energia viene estratta nel cortile di casa del vicino: Russia, Medio Oriente, Nordafrica. Obama ha voluto sottolineare i vantaggi che l'America ricava dalla sua crescente indipendenza energetica. Inoltre il presidente americano considera il gas naturale - anche quello estratto col fracking- come un'energia fossile "di transizione", meno inquinante del carbone come combustibile delle centrali elettriche. Ora tutte le variabili economiche nel settore energetico sono sconvolte. Con il greggio che ha perso 55% del suo valore in sei mesi, il contro-shock sta cambiando molte cose. Sono in serie difficoltà i petro-Stati, dalla Russia all'Iran, dal Venezuela al Messico. Alcune aziende energetiche Usa già cominciano ad avvertire stress finanziari, le più deboli rischiano la bancarotta. Potrebbe avvicinarsi la fine del miracolo economico anche per i petro-Stati Usa: Texas, North Dakota, Alaska. All'origine di tutto vi fu anche quel boom di offerta, creato dal fracking. L'estrazione dello "Shale Gas" e dello " Shale Oil" Il pozzo viene perforato orizzontalmente tra i 914 e i 1.524 metri Nella perforazione si inserisce un tubo rivestito di cemento Vengono fatte esplodere delle cariche all'interno di un perforatore creando piccoli fori nello scisto Un mix di acqua, sabbia e sostanze chimiche viene pompato nel pozzo al ritmo di 15.900 litri al minuto Il ßuido provoca tante piccole fessure nello scisto liberando il gas che può così risalire in superÞcie r garage La fratturazione idraulica Il processo coinvolge migliaia di litri di acqua, sabbia e prodotti chimici iniettati ad alta pressione Þno a 3.000 metri sotto la superÞcie deposito deposito pozzo d'acqua pozzo gasdotto La sabbia tiene le fessure aperte Il gas naturale o il petrolio ßuisce dalle fessure al pozzo Il gas esce dal pozzo e viene immagazzinato Roccia profonda La pressione di liquido, sabbia e prodotti chimici nella fessura della roccia provoca la fuoriuscita del gas fessure pozzo Un camion inietta nel pozzo acqua mista a sabbia 09/01/2015 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 27 (diffusione:556325, tiratura:710716) "Risorse limitate e scelte necessarie questa è una cura rivoluzionaria"* ROMA. Mario Rizzetto è ordinario di gastroenterologia a Torino e primario alle Molinette. Come si fa a dire a un malato di epatite C che non può avere subito il farmaco? «Dal punto di vista etico è molto difficile spiegare a un paziente che prima deve aggravarsi. Il punto però è che le risorse sono limitate e Aifa non poteva fare altrimenti. Vanno fatte delle scelte edè logico assicurare la curaa chi ha la patologia in fase più avanzata. Partiamo così, poi spero che, con l'entrata sul mercato di concorrenti del sofosbuvir , si allarghi il numero dei trattati». Come funziona la cura? «Il nuovo farmaco deve essere associato a un altro farmaco. Oggi in Italia possiamo usare l'interferone, che però si inietta e soprattutto può dare vari effetti collaterali. Aspettiamo l'autorizzazione a giorni di nuove molecole da usare insieme al sofosbuvir . Rispetto agli Stati Uniti a la nostra cura è già obsoleta. Ma speriamo di risolvere presto il problema». Si aspettava una rivoluzione del genere nella cura dell'epatite C? «È eccezionale quello cheè successo. Ci siamo arrivati per gradi ma negli ultimi anni la ricerca è esplosa. La corsa frenetica dei produttori ci darà vari farmaci che hanno oltre il 90% per cento di efficacia. Fino a poco fa con l'interferone e i suoi effetti collaterali si stava sotto il 40». (mi.bo.) Foto: IL PRIMARIO Mario Rizzetto, primario di Gastroenterologia alle Molinette di Torino Foto: Con l'entrata sul mercato dei concorrenti speriamo che si allarghi il numero dei trattati SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INTERVISTA / MARIO RIZZETTO, EPATOLOGO 09/01/2015 La Repubblica - Ed. nazionale Pag. 59 (diffusione:556325, tiratura:710716) Il doping in parlamento "Coni lasci i controlli" ROMA. Il Coni deve lasciare la gestione dell'antidoping ad un ente veramente terzo per uscire finalmente dall'evidente conflitto di interessi (controllatocontrollore) e dall'inerzia che ha reso vana fin qui la lotta alla farmacia proibita, come provano gli scandali recenti. Lo vuole la legge 376 del 2000 e lo ribadisce una interrogazione parlamentare urgente al Presidente del consiglio Renzi e al ministro della Salute Lorenzin presentata ieri mattina dal deputato del PD Paolo Cova. «Vogliamo sapere perché la Commissione di vigilanza non ha mai affrontato il tema del conflitto di interessi del Coni e perché controlla solo i giovani e i settori amatoriali, e non anche gli atleti professionisti. Chiediamo l'istituzione di un organismo indipendente come nella maggior parte dell'Europa». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 16 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato R2 SPORT / IL CASO 09/01/2015 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 21 (diffusione:105812, tiratura:151233) Germania. Un infermiere confessa: «Ho ucciso almeno trenta pazienti» L'uomo iniettava ai malati un farmaco cardiovascolare per poi tentare di salvarli Un ha ammesso di aver ucciso 30 dei suoi pazienti mentre lavorava all'ospedale di Delmenhorst, nel nord della Germania, tra il 2003 e il 2005. Come l'uomo ha raccontato allo psichiatra Konstantin Karyofilis, iniettava ai pazienti un farmaco cardiovascolare in modo da indurre un'emergenza medica che avrebbe richiesto il suo intervento per rianimarli. In 30 sono morti mentre altri 60 sono sopravvissuti, ha affermato l'infermiere, identificato solo come Niels H., dicendosi «completamente responsabile» per queste ma non per altre morti. Allo psichiatra l'uomo ha espresso la sua profonda «vergogna», riconoscendo di aver inflitto grandi sofferenze ai parenti delle vittime. Secondo l'accusa, l'uomo voleva così guadagnarsi l'ammirazione dei colleghi e il gratitudine dei familiari dei pazienti. L'ammissione, riferisce il Guardian , ha colto di sorpresa la stessa procura, dal momento che finora Niels H. aveva respinto ogni accusa e le prove dimostravano la sua responsabilità solo per 12 morti. L'uomo, che nel tempo libero prestava anche servizio come paramedico, sta già scontando una pena a 7 anni e mezzo di carcere per tentato omicidio dopo essere stato scoperto a somministrare un overdose a un paziente nel 2008. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 17 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato AGORA`SETTE 09/01/2015 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 25 (diffusione:105812, tiratura:151233) Gruppo Zegna, benessere a misura di dipendenti Iniziative e convenzioni per favorire la famiglia, la salute e l'armonia tra il lavoro e la vita privata Maurizio Carucci Un welfare di stile. E non poteva essere altrimenti al gruppo Ermenegildo Zegna, marchio della sartoria maschile di lusso conosciuto in tutto il mondo. Nel 2010, in occasione del centenario dell'azienda, nasce infatti My Zegna World, il programma dedicato ai dipendenti. Ben strutturato fin dall'inizio su servizi, iniziative e consulenze per conciliare gli impegni di lavoro con le incombenze della vita personale, il progetto si è arricchito nel tempo - grazie alla costante collaborazione con Eudaimon - di nuove opportunità in risposta alle diverse esigenze dei collaboratori. Le iniziative sono pensate in favore di: salute, famiglia e benessere; bilanciamento lavoro e vita privata; soluzioni ai piccoli problemi della routine quotidiana. Si va da una rete di partner convenzionati con offerte di prodotti e servizi a condizioni agevolate. A convenzioni con strutture mediche e cliniche private accreditate, oltre a campagne di prevenzione e visite mediche in azienda. Consulenza personale, legale e fiscale con professionisti specializzati e familiari. Oltre a campus estivi per bambini e ragazzi all'Oasi Zegna. «La nostra missione - spiega Cesare Concina, responsabile Area Operations Eudaimon - è quella di affiancare aziende come Ermenegildo Zegna nel costruire un percorso strutturato di welfare che sia capace di soddisfare le esigenze e i bisogni della popolazione aziendale, senza trascurare l'efficacia ed efficienza economica dell'investimento. Sul fronte della conciliazione famiglia-lavoro la sfida più grande è riuscire ad adeguare, nel tempo, l'offerta di servizi e soluzioni rispetto alle mutate esigenze delle persone; sull'orizzonte di cinque anni, per esempio, i bisogni in chiave di welfare dei dipendenti di una determinata realtà aziendale possono mutare radicalmente. Il monitoraggio continuo sul crescente gradimento delle iniziative proposte, e sulle aspettative future, è stato inoltre una delle mosse di successo che hanno guidato, e continuano a guidare, l'implementazione costante del progetto My Zegna World». SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato indice positivo 09/01/2015 Il Mattino - Ed. nazionale Pag. 35 (diffusione:79573, tiratura:108314) Dario Sautto Torre Annunziata. Non si fermano le attività investigative sulla doppia inchiesta per corruzione che vede coinvolto l'imprenditore farmaceutico Nazario Matachione. Su richiesta dei pm Henry John Woodcock e Celeste Carrano, i carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata, guidati dal maggiore Leonardo Acquaro, hanno dato esecuzione ad un mandato di perquisizione finalizzato all'acquisizione di atti presso lo studio di Vincenzo Sica. Un atto «normale» ai fini delle indagini, che non coinvolge in prima persona il noto commercialista di Torre Annunziata. Infatti, Vincenzo Sica - già assessore nella sua città e per pochi mesi anche a Pompei - non risulta indagato, anche se il suo nome compare nell'ampio fascicolo d'inchiesta, solo perché avrebbe fatto parte della «spedizione» (mai avvenuta) che a fine ottobre 2014 avrebbe portato Matachione in Brasile per concludere l'acquisizione di una «fazenda». Proprio in virtù di quel viaggio, la Procura di Napoli chiese l'arresto di Matachione «per imminente pericolo di fuga», pericolo che il gip Dario Gallo ravvisò, firmando immediatamente l'ordine di carcerazione eseguito il 14 ottobre. A distanza di 8 giorni, però, Matachione fu raggiunto nel carcere Salvia di Poggioreale da una seconda ordinanza di custodia cautelare, che l'ha tenuto dietro le sbarre fino allo scorso 22 dicembre, quando lo stesso giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta di scarcerazione formulata dagli avvocati Elio D'Aquino e Domenico Ciruzzi, concedendo il beneficio degli arresti domiciliari al «re dei farmacisti». Se la prima ordinanza - quella relativa ai presunti favori agli ufficiali delle fiamme gialle - era stata annullata in sede di Riesame, per quanto riguarda le accuse contenute nel secondo provvedimento restrittivo prima di Natale i due legali dell'imprenditore originario di Torre del Greco fecero leva su una recente sentenza di Cassazione e dimostrarono al gip di Napoli come Matachione non sia mai stato «destinatario di atti contrari ai doveri d'ufficio» e che, dunque, non fosse necessaria la detenzione in carcere per un reato, quello di corruzione impropria, che prevede una pena massima inferiore ai 5 anni. Le indagini, però, proseguono. La tesi accusatoria, formulata anche grazie ad un interrogatorio dell'ex moglie Maria Palomba, vedrebbe Matachione al centro di un giro di corruzione, fatto di viaggi all'estero, crociere e costosi orologi regalati ad ufficiali della guardia di finanza e funzionari regionali, al fine di ottenere favori in cambio, come controlli addomesticati e autorizzazioni facilitate. E per dimostrare questa tesi, gli inquirenti hanno chiesto l'acquisizione di documentazione contabile in possesso del commercialista Sica. Per questo motivo, in due diversi momenti, i carabinieri si sono recati presso lo studio del noto professionista oplontino, acquisendo atti relativi alla «Matachione Group», nonché le dichiarazioni dello stesso «re dei farmacisti». Tra gli indagati nel primo filone d'indagine figurano i nomi dei due colonnelli della finanza, Fabio Mendella e Fabrizio Giaccone, nonché Umberto Celentano, il funzionario regionale del settore Sanità accusato, tra l'altro, di aver fatto da tramite per conto di Matachione al fine di far arrivare in anticipo ad uno studente di Torre Annunziata (figlio di un medico) i test di ammissione alla facoltà di Farmacia della Federico II di Napoli. Su questo fronte, in particolare, le indagini restano top-secret, poiché una minima fuga di notizie potrebbe pregiudicare l'esito dell'inchiesta. © RIPRODUZIONE RISERVATA SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Matachione, perquisito lo studio del commercialista 09/01/2015 ItaliaOggi Pag. 14 (diffusione:88538, tiratura:156000) In Madagascar tornano a coltivare il ricino Ad Ambory, villaggio nella regione di Androy, nell'estremo Sud del Madagascar, colpita dalla siccità, cominciano a vedersi i frutti della coltivazione del ricino. Il suo rilancio è la strada per assicurare un reddito alla popolazione locale e sconfiggere la loro fame. Cinque telefoni cellulari e quattro biciclette sono comparsi in paese. L'insicurezza alimentare colpisce 8 milioni di malgasci (il 36% della popolazione): sono 600 mila nella regione di Androy, la più colpita, all'incirca l'83% della popolazione locale. Nel 2013, una ventina di contadini del villaggio hanno deciso di rilanciare, con il supporto di Giz, un'agenzia tedesca di cooperazione internazionale, la coltivazione di questa pianta dalla quale viene estratto l'olio utilizzato in farmacia, cosmetica e industria. Da 70 anni circa, Androy ha costruito la sua fama sulla pianta di ricino. Il Madagascar ne è stato uno dei più grandi esportatori durante il periodo coloniale», ha detto Claudia Maier, responsabile del progetto Giz che sta cercando di sviluppare attività capaci di generare reddito per lottare contro la fame. E questa pianta offre il vantaggio di una fonte di reddito durante il periodo di magra. Oggi, grazie ai proventi derivanti dalla vendita di semi di ricino, gli abitanti di Ambory possono in questo periodo difficile, comprare alimenti di base: riso, manioca, fagioli e persino polli, tacchini e capre. «Con il ricino, abbiamo raddoppiato la nostra zona di produzione» ha detto Fanahia, 40 anni, capo del villaggio. La cooperazione con Giz ha permesso loro di migliorare le tecniche di coltivazione e di acquisire sementi che pagano con i semi. Durante il primo anno del programma di rilancio del ricino, che mira a togliere dall'insicurezza alimentare 6 mila famiglie (30 mila persone) nella regione dell'Androy, Giz ha utilizzato sementi ibride importate. Nel 2015, gli agricoltori potranno acquistare un'altra varietà di semi che saranno riutilizzati in più cicli di coltura. Inoltre, con l'Ong francese Gret è stata messo a punto una produzione di sementi locali. E grazie a questa diversità genetica, le piante sono più adatte alle coltivazione locale garantendo un raccolto più ricco: 700 chilogrammi di semi per ettaro contro 250 chilogrammi delle piante tradizionali. Prima di iniziare la produzione, Giz si è assicurato di trovare uno sbocco per i raccolti. «Il nostro obiettivo è quello di creare per i coltivatori una sicura fonte di reddito. Ci impegniamo per poter sviluppare catene di valore, portando gli acquirenti ai produttori», ha affermato Claudia Maier. L'agenzia tedesca lavora con due aziende locali: Philéol, che vende olio di ricino sul mercato francese come lubrificante e componente di pittura, e Taza industriale, che produce olii medici e cosmetici per il mercato regionale e nazionale. © Riproduzione riservata Foto: Coltivazione di ricino nel villaggio d'Ambory in Madagascar Foto: Le due pagine di «Estero - Le notizie mai lette in Italia» sono a cura di Sabina Rodi SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 20 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Per sconfiggere la fame. Abbandonato dai colonizzatori 09/01/2015 Il Venerdi di Repubblica - N.1399 - 9 gennaio 2015 Pag. 35 (diffusione:687955, tiratura:539384) la tac h 24 taglia le code ma nelle asl è una rarità Claudio Visani BoLoGNA. Con la crisi gli italiani si curano meno. Secondo Cittadinanzattiva, nell'ultimo anno la spesa sanitaria procapite per la salute è scesa da 491 a 458 euro e le famiglie hanno rinunciato a 6,9 milioni di prestazioni mediche. E mentre la spesa sanitaria pubblica negli ultimi sei anni è rimasta invariata, l'esborso delle famiglie è cresciuto del 10 per cento per cento. Colpa, da un lato, dell'aumento dei ticket e, dall'altro, dell'allungamento dei tempi di attesa per visite ed esami specialistici. Oggi servono mediamente due anni di attesa per un'ernia del disco, un anno per una protesi al ginocchio, 8 mesi per una cataratta, 20 per una visita psichiatrica. Tra il 2012 e il 2013 l'attesa per un elettrocardiogramma da 6 a 9 mesi, per una risonanza magnetica da 8 a 9 mesi, per una Tac da 6 a 12 mesi. Così, con la forbice tra prestazioni mutuabili e a pagamento che si restringe e le liste di attesa che si allargano, è cominciata la fuga dalla sanità pubblica a vantaggio di quella privata. Per il Censis, tra il 2005 e il 2012 gli italiani che pagano per intero gli esami del sangue sono cresciuti del 74 per cento. Per gli accertamenti diagnostici l'aumento è del 19, mentre ben il 41,3 si paga le visite specialistiche. Aumenta la mobilità sanitaria, con più di 800 mila pazienti l'anno. Premia cinque regioni del Centronord (Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Veneto e Toscana) e vale quattro miliardi. Per i ricoveri ci si sposta in cerca della sanità migliore; per la specialistica per fare prima. «Ci sono regioni che usano le macchine 7 giorni su 7, per 12 e più ore al giorno, e altre dove Tac e Risonanze si fanno solo 6 ore al mattino dei giorni feriali» dice Stefano Cecconi, responsabile sanità Cgil. «Poi ci sono i tagli e il blocco del turn-over: un solo nuovo assunto per ogni quattro uscite». Incidono anche la «medicina difensiva» (prescrizioni non appropriate o superue, che costano 10 miliardi l'anno) e le prestazioni nelle strutture pubbliche ma in libera professione (che spesso passano avanti a quelle pubbliche). magoeconomica SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 21 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato italia 09/01/2015 Il Venerdi di Repubblica - N.1399 - 9 gennaio 2015 Pag. 50 (diffusione:687955, tiratura:539384) per i piccoli malati un cuore artificiale di undici grammi Alex Saragosa Per i quattromila bambini che ogni anno in Italia vengono ricoverati per gravi malattie cardiache, presto ci sarà un'opzione terapeutica in più: un cuore artificiale che consentirà loro di vivere a casa, in attesa del trapianto. Mentre per gli adulti esistono già tre modelli di cuore artificiale interni che permettono di condurre una vita quasi normale, per i piccoli con le malattie cardiache più gravi l'unica alternativa in attesa del trapianto è stato finora un cuore artificiale esterno del peso di 40 chili, che obbliga a vivere in ospedale. Ora, grazie al contributo di 300 mila clienti Conad, l'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma ha ricevuto 861.628 euro, usati per collaborare con il cardiologo americano Robert Jarvik al completamento di un cuore artificiale interno per i più piccoli del peso di 11 grammi, e di uno per gli adolescenti, da 40 grammi: un lavoro che ha richiesto in tutto 50 milioni di dollari. «Un cuore artificiale è una pompa elettromeccanica che svolge la funzione del ventricolo sinistro» spiega Antonio Amodeo, responsabile di Assistenza meccanica cardiorespiratoria del Bambino Gesù. «Questo ventricolo è quello che spinge in tutto il corpo il sangue ossigenato proveniente dai polmoni ed è quasi sempre il più danneggiato nelle malattie cardiache. Nei modelli per adulti il rotore della pompa compie novemila giri al minuto, ma in un modello per bambini, che ha un diametro molto più piccolo, i giri al minuto devono salire a 30 mila, il che rischia di danneggiare i componenti del sangue. Perciò, da anni, lavoriamo con Jarvik a individuare pale di forma efcace e innocua per il sangue anche a un altissimo numero di giri. Un prototipo di questo cuore l'avevamo usato in un caso di emergenza nel 2012, ma ora, entro il 2015, i primi modelli dovrebbero entrare nell'uso clinico». Si tratterà comunque sempre di una soluzione temporanea, in attesa di un cuore per il trapianto. «Vivere con un cuore artificiale non è facile. Occorre assumere in continuazione farmaci anticoagulanti, perché il sangue, a contatto con le parti artificiali del cuore, tende a coagulare. Quindi c'è sempre il rischio di emorragie, per gli anticoagulanti, o ictus, per i coaguli di sangue. Inoltre c'è il problema della ricarica delle batterie: non esistendo ancora modelli con carica a induzione dall'esterno, serve un cavo addominale o uno spinotto dietro l'orecchio, con rischio di infezioni»». Meglio il trapianto, quindi, anche se ha i suoi problemi, anzitutto la scarsità di organi disponibili. «Inoltre un trapianto comporta l'assunzione a vita di farmaci antirigetto, che abbassano le difese immunitarie». Ma arriverà mai una cura risolutiva per il cuore malato di questi bambini? «Forse sì. Il finanziamento ricevuto da Conad andrà anche a una linea di ricerca che stiamo portando avanti con il policlinico Umberto I e l'Università Cattolica di Roma: riparare il cuore usando le cellule staminali. L'idea è questa: quando si impianta un cuore artificiale si prelevano cellule staminali cardiache, si fanno moltiplicare e poi si reimmettono nel cuore nei punti danneggiati, così che lo riparino fino a permettergli di fare a meno dell'aiuto artificiale. Le prove su animali hanno dato risultati positivi. Presto cominceremo i test clinici e credo che, entro dieci anni, questa sarà una cura di routine». shutterstock Foto: A destra, il cuore artifciale per bambini e una sala operatoria SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 22 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato scienze 09/01/2015 Il Venerdi di Repubblica - N.1399 - 9 gennaio 2015 Pag. 50 (diffusione:687955, tiratura:539384) NANO NOTIZIE l'ormone che lega obesità e ipertensione Uno studio pubblicato sulla rivista Cell da ricercatori della Monash University in Melbourne, Australia, e dell'Università di Cambridge, analizza il legame tra obesità e pressione alta. La chiave di tutto sarebbe l'ormone leptina, presente in livelli maggiori nelle persone sovrappeso. Secreto dalle cellule adipose, la leptina agisce sul cervello facendo aumentare la pressione sanguigna. Bloccandone l'azione, o rimuovendo i recettori di questo ormone, sarebbe possibile ridurre l'ipertensione legata ai chili di troppo. i chili in più fanno male. soprattutto ai giovani L'obesità fa scendere l'aspettativa di vita anche di otto anni e ne compromette la qualità, riducendo il tempo vissuto in buona salute. Lo dice una ricerca svolta da ricercatori di tre Università del Canada pubblicata sulla rivista The Lancet Diabetes & Endocrinology . Chi è obeso corre un rischio maggiore di sviluppare diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari, tra cui infarto e ictus. E quanto più è giovane quando ingrassa, tanto peggiore sarà l'efetto sulla salute. apnee nell'infanzia e adolescenza sovrappeso I bambini che sofrono di problemi respiratori legati al sonno, come le apnee ostruttive, e di mancanza cronica di riposo notturno hanno un rischio doppio di diventare obesi nell'adolescenza. È il calcolo di uno studio su circa duemila bambini svolto dall'Albert Einstein College of Medicine della Yeshiva University di New York e pubblicato su The Journal of Pediatrics . La buona notizia è che entrambi i problemi del sonno possono essere curati. (simona regina) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 23 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato scienze 09/01/2015 L'Espresso - N.2 - 15 gennaio 2015 Pag. 88 (diffusione:369755, tiratura:500452) Miracle RAY Si chiama radiologia interventistica. E cura cancro, patologie vascolari e ortopediche, tiroide e diabete. Con raggi, sonde, ultrasuoni e cateteri. Così AGNESE CODIGNOLA Un'accòlita di carbonari. Di giovani che si danno da fare per avere il loro quarto d'ora di notorietà, per acchiappare posti letto, fnanziamenti, personale e tutto il necessario per diventare i baroni di domani. Li vedono così, quei colleghi che baroni già lo sono, che i posti letto già li hanno e diffdano di una nuova disciplina . Finendo così per ostacolare il progresso. È una vecchia brutta abitudine radicata da sempre negli ospedali italiani quella che male accoglie i primi veri grandi exploit della radiologia interventistica, disciplina sconosciuta ai più, medici di medicina generale compresi, e assente dall'elenco delle specialità. Ma capace oggi di curare moltissimi pazienti affetti dalle più diverse malattie, consentendo di evitare interventi invasivi, e di trattare casi un tempo giudicati senza speranza: dall'oncologia alla cardiochirurgia, all'ortopedia, alla terapia della tiroide. Le prove scientifche ci sono, i casi di persone trattate e guarite con queste tecniche aumentano, anche nel nostro paese; e già nel 2009 l'Unione europea ha dichiarato che la radiologia interventistica è una disciplina a sé, che necessita di regole sue e training specifco. Eppure, quando gli italiani, pochi mesi fa, hanno fondato la Società Italo-Europea di Radiologia Interventistica, subito riconosciuta dalla consorella Società europea di Radiologia Interventistica, l'hanno fatto tra mille diffcoltà, ostracismi, boicottaggi da parte di quell'establishment che fatica ad aprirsi alle evoluzioni della medicina moderna, difendendo rendite di posizione spesso anacronistiche. Nonostante diverse analisi economiche abbiano ormai mostrato la vera cartina al tornasole del fatto che questa disciplina rappresenta, insieme ad altre, il futuro: il fume di denaro che sta andando in quella direzione. Secondo un rapporto stilato dall'Istituto americano Med Market Diligence, tra il 2009 e il 2019 gli investimenti, solo negli Stati Uniti e solo in ambito oncologico, triplicheranno, arrivando a oltre 27 miliardi di dollari, contro i 7,5 del 2011 e i 12,4 del 2016. Una montagna di soldi, ma per fare cosa? Spiega Franco Orsi, direttore di uno dei pochissimi reparti di Radiologia Interventistica d'Italia, quello dell'Istituto Europeo di Oncologia di Milano, e tra i fondatori della nuova Società: «La radiologia interventistica, avvalendosi di sistemi di imaging sempre più sofsticati, riesce a intervenire in maniera mininvasiva laddove un tempo si arrivava soltanto aprendo il paziente, e in situazioni nelle quali il chirurgo tradizionale non può operare perché il rischio è troppo elevato. Per esempio, riesce a eliminare masse tumorali, o a curare patologie dei vasi o, ancora, a ridurre o eliminare noduli e formazioni benigni che un tempo andavano asportati per via chirurgica, o a riparare vertebre e dischi. Nei primi anni della sua storia, veniva impiegata soltanto a scopo palliativo, cioè per arrestare l'evoluzione di una malattia e togliere, quando possibile, i sintomi dolorosi, ma da tempo non è più così, e oggi è centrale nella cura di moltissime patologie». Per curare con la radiologia, però, non basta una sola competenza: bisogna infatti sapere utilizzare tutti gli strumenti diagnostici e terapeutici che impiegano mezzi di contrasto, raggi, ultrasuoni, cateteri, sonde, protesi; e bisogna avere una buona abilità manuale oltre che una formazione chirurgica. Stanno così comparendo nuove fgure professionali iperspecializzate e dotate di competenze trasversali a diverse discipline; nuovi medici che devono essere adeguatamente formati con scuole di specialità e percorsi formativi oggi assenti. Così come stanno nascendo nuovi reparti ospedalieri, dove il paziente sia seguito dalle fasi precedenti l'intervento a quelle successive da un team multidisciplinare che lo conosce, lo valuta, decide come è meglio intervenire e poi spesso lo fa, quando è il caso, in maniera ibrida, cioè unendo diversi approcci nelle fasi dell'intervento. Gli ambiti nei quali la radiologia interventistica è maggiormente applicata oggi sono due: quello cardiovascolare e quello oncologico, anche se non sono certo gli unici. Vediamo allora nel dettaglio le novità. sottili come di vasi del sangue. L'apertura di coronarie e altri vasi tramite i palloncini, il posizionamento degli stent, la sostituzione delle valvole cardiache attraverso l'arteria femorale sono stati tra i primi interventi che, a partire dagli anni Ottanta, hanno rivoluzionato la cardiologia, grazie allo straordinario SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 24 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Scienze nuove medicine 09/01/2015 L'Espresso - N.2 - 15 gennaio 2015 Pag. 88 (diffusione:369755, tiratura:500452) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 25 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato potere diagnostico di esami come la coronarografa, l'angio Tac, la Tac unita alla fuoroscopia: non più aperture del torace, interventi a cuore aperto di 5-6 ore, ma piccole incisioni in una gamba in interventi di un'ora, con crollo delle complicanze postoperatorie, delle infezioni, dei giorni di degenza, della mortalità. E, spiega Fabrizio Fanelli, del Dipartimento di Fisiopatologia Cardiovascolare, Anestesia e Chirurgia Generale del Policlinico Umberto I di Roma: «Oggi, sempre entrando dall'arteria femorale, riusciamo a curare anche le malattie dei vasi che un tempo si potevano trattare solo chirurgicamente come una parte degli aneurismi e delle dissezioni dell'aorta, comprese le più complesse e, quando c'è la giusta organizzazione, quelle sulle quali si deve intervenire in urgenza. Il segreto sta nelle cosiddette endoprotesi, cioè dispositivi che si introducono tramite l'arteria femorale e che vanno a riparare e sostenere un vaso che sta per rompersi, o che ha iniziato a farlo. Le endoprotesi, giunte ormai alla terza o quarta generazione, sono realizzate con materiali biocompatibili, e sovente non richiedono cuciture ma solo un corretto posizionamento. Il paziente resta solo 1-2 giorni, e poi torna a casa, con un rischio minimo di complicanze post chirurgiche». Per capire che cosa signifchi questa rivoluzione, basta pensare alla personalizzazione degli interventi: tutta l'anatomia della zona del singolo paziente viene valutata nei minimi particolari, grazie alle straordinarie risoluzioni offerte dagli esami eseguiti con mezzo di contrasto, e le endoprotesi vengono poi modifcate per la specifca situazione. Una volta inserito il dispositivo, il paziente viene invitato a effettuare controlli periodici (ogni anno, o più a seconda dei casi) anche se, teoricamente, nella maggior parte dei casi ha risolto il problema in maniera defnitiva. Negli ultimi tempi, inoltre, sono stati proposti anche dispositivi che rendono le procedure ancora più sicure come quelli che chiudono l'arteria femorale dopo l'intervento, atto oggi quasi sempre delegato alla compressione manuale. Ma è la radiologia interventistica che sta assumendo un ruolo fondamentale anche nel trattamento di una condizione sempre più diffusa, con l'avanzare dell'età media e delle malattie del metabolismo legate all'eccesso di peso e alla sedentarietà: il diabete di tipo 2. Ancora Fanelli: «Il diabete tende a evolvere e a compromettere la circolazione periferica, fno a rendere necessario l'intervento per trattare le ulcere e poi, spesso, l'amputazione del piede: oggi noi riusciamo, con opportune tecniche, a ripristinare il microcircolo e a salvare l'arto. E lo stesso si riesce a fare per altre condizioni che mettono a rischio i vasi piccoli e piccolissimi. Si tratta di procedure ad altissima specializzazione, che hanno però costi infnitamente minori rispetto a quelli degli interventi tradizionali. Ma soprattutto permettono di evitare molto spesso le condizioni di invalidità che queste patologie portano con sé». In futuro, poi, con le tecniche di radiologia interventistica si potrà fare ancora di più: si sta sperimentando la termoablazione (la bruciatura) di alcune arterie renali per sconfggere l'ipertensione che resiste al trattamento farmacologico, altra condizione sempre più diffusa, pericolosa e costosa; che spesso conduce a infarti e ictus. E si stanno studiando interventi per riaprire le arterie laddove siano occluse, sempre con lo scopo di abbassare la pressione; in particolare si potrà intervenire anche sulle arterie carotidi del collo, che tendono a calcifcare e a chiudersi, e che possono essere a loro volta rimesse in funzione con uno stent. contro il cancro. La radiologia interventistica è stata introdotta in oncologia a scopo palliativo, ma oggi sta assumendo sempre più una funzione terapeutica. Perché a volte bruciare con la radiofrequenza o il calore, o far morire con l'embolizzazione (l'introduzione di materiale chimico inerte) dei vasi circostanti una massa sorta in un'area delicata, o diffcile da raggiungere chirurgicamente, può portare a un effetto molto più risolutivo rispetto a ciò che si può ottenere con un bisturi. Spiega Orsi, che tratta centinaia di pazienti all'anno: «I tumori nei quali abbiamo raggiunto i maggiori successi sono quelli del fegato, sui quali si interviene ormai molto precocemente, e che spesso non sono operabili per via chirurgica, quelli del rene, che fno a poco tempo fa comportavano quasi sempre l'asportazione dell'organo, quelli del polmone sui quali, com'è noto, la chirurgia tradizionale non è effcace come vorremmo, ed è molto invasiva, quelli del pancreas, anch'essi un tempo quasi del tutto privi di terapie realmente utili, e quelli delle ossa, tra i più diffcili da operare tradizionalmente, ma sono in studio anche tecniche per la mammella e per altre sedi». Dati recenti mostrano che oggi questo tipo di interventi ha spesso un tasso maggiore di successi e porta a una sopravvivenza più lunga, anche su pazienti considerati non operabili o comunque più a rischio rispetto alla media. Il tutto, anche in questo caso, 09/01/2015 L'Espresso - N.2 - 15 gennaio 2015 Pag. 88 (diffusione:369755, tiratura:500452) SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 26 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato gravato da complicanze postoperatorie, rischio di infezioni ospedaliere, necessità di nuovi ricoveri e mortalità molto minori. Si riescono poi a trattare tumori che resistono alla radioterapia, e a eseguire biopsie poco invasive, percutanee, che molto spesso consentono di ridefnire dal punto di vista biologico la natura della massa. in salvo la tiroide Uno degli ambiti nei quali la termoablazione dà risultati ottimi, evitando il ricorso al bisturi, è quello dei diffusissimi noduli tiroidei: in un intervento che non lascia segni e che dura poche decine di minuti, il nodulo, che è di natura spugnosa, viene bruciato; dopo poche ore il paziente viene rimandato a casa. Il tessuto morto viene riassorbito, e il nodulo tende a scomparire. Un altro settore molto importante, e il cui destino è di diventarlo sempre più, a causa dell'invecchiamento della popolazione, è quello ortopedico: le tecniche radiologiche permettono oggi di fare iniezioni di cementi biocompatibili per i crolli vertebrali e per molti tipi di interventi che richiedono ricostruzioni della colonna un tempo possibili sono con delicatissime, lunghissime e pericolose operazioni. Foto: Picturetank;pag 88-89: Picturetank, Gallerystock Mini non sempre è meglio In medicina non dovrebbero esistere dogmi: neppure quello della mininvasività. Lo sanno bene quei chirurghi che devono rimediare ai guai causati da un intervento endovascolare eseguito quando non era il caso, magari su un organo delicato come l'aorta. Spiega Eugenio Neri, chirurgo del reparto di chirurgia del cuore e dei grossi vasi all'aorta dell'Ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena: «Lo spazio per la radiologia interventistica è sicuramente in aumento anche per patologie complesse. Tuttavia, specialmente per l'aorta toracica, l'approccio migliore è quello che deriva da una discussione interdisciplinare: da noi, radiologo e chirurgo affrontano sempre il caso insieme e decidono la strategia migliore per il malato. Così, talvolta è preferibile l'approccio endovascolare, talvolta quello chirurgico, in altri casi quello ibrido, che combina i due». Nell'aorta, spiega ancora il cardiochirurgo, le tecniche endovascolari hanno il vantaggio, soprattutto nel tratto toracico e addominale, di consentire di evitare operazioni lunghe e a volte molto pericolose. Ma non vi sono regole fsse, perché il risultato può essere insoddisfacente, soprattutto nelle dissezioni o nelle lesioni di alcuni punti specifci. Inoltre, a causa della popolarità di alcuni interventi mininvasivi, c'è sempre il rischio che questi vengano proposti, talvolta in situazioni delicate e complesse, al di fuori di centri dove c'è la corrispondente chirurgia: situazione che, ipso facto, impedisce una valutazione plurale e rende obbligatorio l'intervento endovascolare per assenza di alternative. «Purtroppo», conclude Neri: «Capita di dover intervenire su pazienti operati al di fuori dei centri di chirurgia aortica che ricevono trattamenti non ottimali, e a distanza di tempo devono essere riconsiderati. Inoltre, a volte le procedure ibride sono utilizzate al posto di quelle tradizionali per scarsa confdenza con la chirurgia dell'arco aortico, che è una chirurgia sicuramente ad alta complessità, ma con chiare indicazioni". Foto: un'équipe medica controlla delle radiografie. a sinistra: ricostruzione di un intervento Foto: AppArecchiAturA per le terApie con i rAggi 09/01/2015 L'Espresso - N.2 - 15 gennaio 2015 Pag. 122 (diffusione:369755, tiratura:500452) PauRa e SPeRanza S. P. Seducente, ipnotico, denso di dramma. Nel suo nuovo album "Souvenance" (Ecm) Anouar Brahem, il compositore tunisino e musicista di oud, lo strumento a corde che ha attraversato secoli e culture, elabora le sue impressioni musicali della Primavera araba. Un lavoro emozionante, nato in un contesto che descrive così: «Eventi eccezionali che hanno scosso la vita quotidiana di milioni di persone, catapultandole nell'incertezza di paura, gioia, speranza». Gli undici brani eseguiti con gli archi dell'Orchestra della Svizzera Italiana interpretano in forma inedita i confitti, e le armonie. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 27 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Passioni Musica Passioni Spettacoli 09/01/2015 Panorama - N.2 - 14 gennaio 2015 Pag. 34 (diffusione:446553, tiratura:561533) Le due nuove sigarette senza fumo Grazie a una tecnologia innovativa, le «bionde» riscaldano il tabacco, ma non lo bruciano. Accendini e posacenere diventeranno oggetti del passato. Ma non chiamatele sigarette elettroniche, perché le nuove «bionde», la iQos appena lanciata da Philip Morris e la Ploom di Japan Tobacco in commercio da un anno, non utilizzano liquidi come le e-cig bensì tabacco che graziea una tecnologia innovativa viene riscaldatoe non più bruciato, generando un effetto aerosol che oltre a limitare odori e fumo dovrebbe ridurre i danni alla salute. Il condizionale, naturalmente, è ancora d'obbligo. «Queste nuove sigarette sembrano assicurare una riduzione in termini di emissione di sostanze nocive che si attesta tra il 70 e il 90 per cento rispetto alle sigarette convenzionali» conferma a Panorama Riccardo Polosa, docente di medicina interna all'Università di Catania e direttore del Centro prevenzione e cura del tabagismo nell'ateneo. «Tuttavia ricerche indipendenti saranno necessarie per confermare o meno la validità del prodotto e la sua appartenenza alla categoria a rischio ridotto». Quello che si sa è che le nuove sigarette riscaldano il tabacco a 300-350 gradi, mentre quelle tradizionali lo bruciano a 800. Resta, però, la nicotina. «La velocità di assorbimento di questi nuovi prodotti sembra sovrapponibile a quelli convenzionali, quindi la dipendenza da nicotina parrebbe invariata» sottolinea Polosa. «Ma va considerato che non si muore per la nicotina, bensì per il cocktail di sostanze tossiche liberate dal processo di combustione del tabacco». (Mikol Belluzzi) Bocchino Con la sigaretta ploom si aspirano i vapori degli aromi contenuti nelle vapods. Vapods sono capsule d'alluminio contenenti sei tipi di tabacco. Accensione il tabacco viene riscaldato grazie a una tecnologia brevettata. Ricarica La sigaretta funziona con una batteria, ricaricabile con cavo usb. Lamina riscaldante Grazie alla lamina il calore passa alla miscela di tabacco. Foglio di tabacco nella capsula Heatstick, brevettata da philip Morris, si trova la miscela da riscaldare. Filtro ondulato nella sigaretta iQos il filtro ondulato raffredda il vapore prodotto. Tubo cavo assicura l'integrità dell'Heatstick dopo l'inserimento. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 28 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato scenari _frontiere 09/01/2015 Panorama - N.2 - 14 gennaio 2015 Pag. 35 (diffusione:446553, tiratura:561533) Se il medico protegge solo se stesso Si chiama «medicina difensiva»: è il moltiplicarsi inutile, invasivo e costoso di esami, accertamenti e indagini diagnostiche. Eseguiti non per il bene del paziente, ma per tutelare clinici e ospedali da eventuali denunce da parte dei malati. Questa pratica, però, sta diventando un problema ingestibile. Per il bilancio della sanità . Giuseppe Bonfiglio vicepresidente dell'Ordine dei medici di Mil La «medicina difensiva» è uno dei più grossi problemi che abbiamo in sanità: ossia il ricorso a esami, test, accertamenti, prestazioni che il medico richiede non per tutelare il paziente bensì se stesso, per preservarsi da richieste di atti risarcitori e denunce. Purtroppo tutto questo si traduce in una spesa che nel 2014 è arrivata a 13 miliardi di euro, l'equivalente di una manovra finanziaria. Soldi buttati via. Per la medicina difensiva si spende ormai poco meno di quanto si investe in ricerca. Alla base di questo atteggiamento ipercautelativo c'è l'aumento di denunce da parte dei pazienti: dal 1998 a oggi le azioni di rivalsa contro i medici sono aumentate di 4-5 volte. È cambiato il rapporto medico-paziente. Non sempre in peggio, certo, ma oggi il malato ha aspettative alte, vuole che il medico risolva tutti i problemi, pretende la guarigione. Ma il medico può curare, non sempre guarire. Ed è difficile da accettare: così se non guarisco è colpa del medico o dell'ospedale, che diventano il bersaglio di cause e denunce. Le assicurazioni in campo sanitario hanno raggiunto costi in totale di 500 milioni di euro. E i premi assicurativi sono lievitati: 6-8 mila euro l'anno per un ortopedico, 18 mila per un chirurgo plastico, 14 mila per un ginecologo (le specialità maggiormente sottoposte ad azioni risarcitorie). Tanti ospedali hanno scelto l'autoassicurazione, ossia accantonano ogni anno una cifra per coprire potenziali rischi: 3 milioni di euro l'anno in media per gli ospedali grossi, una cifra non sempre sufficiente e ottenuta facendo tagli altrove. Da tutto questo, però, il paziente non trae beneficio, al contrario. Se c'è un sospetto di malattia è giusto fare tutti gli accertamenti necessari. Ma è sempre così? È sempre giustificata una tale spesa? L'accumulo di raggi X, tac, risonanze magnetiche e altro causa lunghe liste d'attesa e ritardi nel trattamento terapeutico; senza contare il moltiplicarsi di esami invasivi o sgradevoli, o semplicemente inutili. Infine: il medico pensa di tutelarsi, ma la medicina difensiva rischia di diventare un boomerang, un elemento di colpa. Faccio un esempio: se io richiedo quattro risonanze magnetiche e poi mi trovo di fronte al giudice per una denuncia, quel giudice si chiederà come mai ho fatto fare quattro volte gli stessi esami e non ho affrontato prima il problema di quel paziente. Perché ho perso tempo prezioso prima di giungere a una diagnosi e una cura. È un fenomeno di difficile soluzione. Ma che va affrontato. In Italia la spesa globale della sanità sale di 2,2 punti percentuali l'anno. Nel 2014 è costata 112 miliardi di euro, una cifra impressionante. Quando si parlerà di tagli alla sanità, i costi inutili della medicina difensiva dovrebbero essere un argomento centrale. 13 miliardi di euro: è il costo della «medicina difensiva» in Italia nel 2014, equivalente quasi al 10 per cento della spesa sanitaria e a 0,7 punti di Pil, secondo i calcoli di Guido De Spirt, amministratore delegato di Willis Italia, leader mondiale nel brokeraggio assicurativo. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 29 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato l'analisi scenari _frontiere 09/01/2015 Torino7 Pag. 33 il nuovo museo della ceramica C' giovanna favro è un nuovo museo che vale la pena di visitare: ha aperto i battenti da pochi giorni a Savona. È nato, grazie all'impegno e alla collaborazione tra Fondazione A. De Mari e Comune di Savona, il Museo della Ceramica, ospitato nello spettacolare edificio quattrocentesco del Monte di Pietà, aperto per la prima volta al pubblico dopo i restauri ed ora collegato all'attigua Pinacoteca Civica, a creare un grande polo museale nel centro storico. Il Museo è dedicato alla ceramica ligure, in particolare savonese e albisolese, con un migliaio di opere di grande pregio e valore artistico, dal XV secolo al contemporaneo, accuratamente selezionate dalle curatrici Cecilia Chilosi ed Eliana Mattiauda. Il magnifico edificio quattrocentesco del Monte di Pietà, di proprietà della Fondazione De Mari, fondato nel 1479 dal Papa savonese Sisto IV, è stato restaurato per l'occasione, con un intervento progettuale mirato da un lato a valorizzare le parti storiche, dall'altro a favorirne una nuova fruibilità pubblica. Gli spazi restaurati e allestiti su quattro piani sono stati collegati all'adiacente Pinacoteca Civica ospitata nell'edificio di Palazzo Gavotti con i suoi straordinari dipinti antichi, prima fra tutte la Crocifissione di Donato de' Bardi, un unicum nel panorama dell'arte rinascimentale, e opere di celebri artisti contemporanei, come Picasso, Fontana, De Chirico, Magritte e Mirò. Il Museo della Ceramica è il frutto di una tradizione di oltre sei secoli: vi trovano spazio l'antica vaseria dell'Ospedale San Paolo e la donazione del Principe Boncompagni Ludovisi, oltre ad opere donate o in deposito alla Pinacoteca e ceramiche acquistate nel tempo dalla Fondazione De Mari, come il corredo della farmacia Cavanna, o pezzi tratti dalle edizioni della Biennale della Ceramica. Completano la visita gli strumenti multimediali realizzati da Paco Lanciano, tra cui la quadrisfera, con una suggestiva narrazione della storia della ceramica ligure. Al Museo si accede da Palazzo Gavotti, p.zza Chabrol 1-2, e-mail: [email protected], www.museodellaceramica.savona.it, biglietteria 019 8310256, uffici 019 8310339 / 8310686. Orari: lunedì, martedì, mercoledì 10-13.30, gio., ven., sab. 10-13.30 e 15.30-18.30, domenica 1013.30. Biglietti 6 euro, gratuiti fino a 18 anni e oltre i 65, universitari, portatori di handicap. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 30 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato in gita a savona 09/01/2015 Corriere della Sera - Sette - N.2 - 9 gennaio 2015 Pag. 57 Si chiama melodia diffusa e vale pi• di una medicina Lina Sotis La musica aiuta a vivere e a stare bene. Tanto più quando si è piccoli e malati. Nel 2012, grazie a una donazione di Francesco Micheli, la musica è entrata nella Terapia intensiva pediatrica dell'Ospedale dei Bambini Buzzi di Milano. In sintesi, come desiderava tanto Ida Salvo, primario del reparto di anestesia e rianimazione, per i bambini, i loro genitori e, perché no, per i medici e gli infermieri che li curano, c'è sempre, ventiquattr'ore su ventiquattro, un leggero sottofondo musicale studiato apposta per allentare lo stress causato dalle apparecchiature, dai monitor, dai frequenti interventi cruenti necessari per le terapie. La musica, ci dice la dottoressa Ida, ha un effettivo valore terapeutico, di prevenzione e riabilitazione, e aiuta a migliorare l'equilibrio e l'armonia psicofisica dei pazienti. Ora, dopo due anni, visto il grande successo dell'iniziativa, il sogno si allarga. I medici e gli infermieri del Buzzi sperano di sentire quella musica anche nell'ingresso, negli ambulatori, nei reparti, nelle sale giochi, nelle sale operatorie. Ovunque! Pensate: entrare in un ospedale ed essere accolti da una melodia. Pensate... cambia, e molto. Quartieri Tranquilli crede nella causa. Tenterà un totale BuzziMusica. Ci riuscirà? Speriamo di sì, vi faremo sapere. Fate il tifo per noi. SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 31 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Quartieri Tranquilli 09/01/2015 Corriere della Sera - Sette - N.2 - 9 gennaio 2015 Pag. 68 L'elisir creato in famiglia fra alambicchi e mortai conquista Milano e il mondo Una ricetta segreta con 27 erbe e radici (ma altri dicono 40). È iniziata così, alla metà dell'Ottocento, la storia di una bevanda poi affiancata da altri amari e digestivi: un catalogo che ha fatto la fortuna di un'azienda diventata oggi "un organismo vivente" Enrico Mannucci Un'azienda antica, uno degli stabilimenti che hanno fatto di Milano la capitale operosa del Paese: grande, imponente, una cattedrale dell'industria come più facilmente capita di vederne in Gran Bretagna. Oggi, praticamente nel cuore della città: un intero isolato, fra viale Jenner e viale Stelvio, con gli ingressi in via Resegone. Neppure quando nacque, però, si trovava in una sperduta campagna. Attorno, un'aura di primati. Nel prodotto, innanzitutto, ma poi anche nella comunicazione connessa. In più, oggi, uno dei rari marchi italiani con un presidente - e maggior azionista - che non bada solo ai bilanci e alle manovre fnanziarie ma si propone quasi come maître-à-penser, attento alle flosofe, orientali e no (in più, autore di un libro che raccoglie le sue idee, Per fare un manager ci vuole un fore, pubblicato da Mondadori, ma di questo parleremo in seguito). È la Fratelli Branca, nata nel 1845 a opera di Bernardino e dei suoi tre fgli, Luigi, Giuseppe e Stefano. Viene da Pallanza, il capostipite, è uno speziale autodidatta e si è stabilito a Milano aprendo un primo laboratorio, quell'anno, in viale di Porta Nuova. È lì che, fra mortai, alambicchi e caldaie di rame, comincia a produrre e vendere un elisir benefco già ideato e sperimentato in famiglia. Una bevanda che piace subito ai milanesi e che viene presto affancata da altri amari e digestivi, fno a comporre un catalogo sterminato, ricostruibile oggi attraverso le etichette: Alchermes, Chartreuse, Menta Verde, Elisir China, Erba China, Fiori Alpini, Tamarindo, Crema Moka, Vermouth, Dry Gin, Prunella, Anisetta, Maraschino, Vieux Cognac Superieur... L'anima del commercio. Intanto, sono attenti al mondo, i Branca, e colgono subito l'importanza di un sistema per incrementare i commerci che arriva da Parigi - e che a lungo manterrà il nome francese - cioè la pubblicità, la réclame, per ora coi manifesti e sui giornali. Il primo annuncio conservato nell'archivio della Fratelli Branca risale al 14 febbraio 1865, pubblicato sul quotidiano moderato milanese La perseveranza. Scrive Giorgio Fioravanti, in un saggio sulla pubblicità Branca all'interno di un bel volume celebrativo Novare serbando 1845: «In questo annuncio, formato 10x10, si leggono molte cose curiose. Intanto che il FernetBranca si chiamava soltanto "Fernet" e che era un "rinomato liquore", "febbrifugo, vermifugo, tonico, corroborante, calefacente, e anti-colerico", in più "sorprendente nel guarire in poche ore quel malessere prodotto dal 'spleen", patema d'animo', e viene anche citato un presunto inventore: "il dottor Fernet, svedese, vissuto 104 anni». Quando, nel 1876, esce il primo numero di quello che diverrà il massimo quotidiano milanese, il Corriere della Sera, le sue pagine ospiteranno da subito molti annunci che propagandano il Fernet-Branca (la bevanda ha già preso il nome che conserva tuttora), alcuni giocati anche sulla recrudescenza del colera per mettere in rilievo le proprietà curative della bevanda, con l'uso di "testimonial", cioè primari di ospedali, per esempio col "certifcato elogiativo" frmato da Padre Nappi, direttore del Fatebenefratelli. Nel bel museo aziendale (anche questo un primato, visto che la Fratelli Branca si è dedicata alla conservazione della propria memoria fn dai primi anni) si segue l'evolversi della comunicazione che ricorre presto a frme illustri per affche e manifesti, da Leonetto Cappiello a Marcello Dudovich. Fondamentale, poi, è la collaborazione con Leopoldo Metlicovitz, illustre cartellonista triestino, che disegna l'incisivo marchio aziendale (ne farà anche altri, ad esempio per Ricordi) che compare per la prima volta nel 1893 e viene consacrato sul calendario 1895: l'aquila che sorvola il mondo con la bottiglia fra gli artigli. Nel 1903, poi, la Fratelli Branca pubblica il primo libro aziendale d'artista attribuito, da un esperto biblioflo come Andrea Tomasetig, a Plinio Codognato. Passando da calendari, agendine, fgurine pubblicitarie, sponsorizzazioni sportive e tanti altri manifesti frmati da grandi artisti, si arriva alle forme di comunicazione più moderne, a partire dal Carosello, dove Fernet Branca partecipa proponendo una sequenza di immagini SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 32 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato I grandi marchi italiani - 77 Branca 09/01/2015 Corriere della Sera - Sette - N.2 - 9 gennaio 2015 Pag. 68 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 33 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato con la tecnica del cartoon, con sculture di plastilina che si formano e si animano a ritmo incalzante. Torniamo indietro, i fgli di Bernardino si sposano bene, entrano nei salotti milanesi e nella vita pubblica della città. Stefano, insieme a Giovanni Pirelli, organizza nel 1881 la grande Expò cittadina. Nel 1910, viene inaugurato lo stabilimento attuale. Sarà, poi, il nipote del fondatore - un altro Bernardino, detto Dino - a consolidare l'azienda dopo la Prima guerra mondiale, aprendo stabilimenti e fliali in Francia e oltreoceano, a New York, in Argentina (a Tortuguitas, un'ora di macchina da Buenos Aires). E sempre lui riceve, nel 1929, la furba lettera di Gabriele d'Annunzio che ringrazia di una fornitura, ovviamente gratuita (fra i commercianti non solo italiani, il Comandante si fece una certa fama di cliente insolvente): "Caro collega ed emulo, io sono bevitore d'acqua, come tutti sanno; e per ciò ho un senso del gusto tanto squisito che potrei farmi giudice inappellabile in una esposizione enologica. Questa Vostra Kina-Kina è deliziosissima. Un secentista direbbe che è 'un liquido velluto'. Anche il colore è stupendo. Grazie del dono...". L'asso nella manica. La Seconda guerra mondiale mette in ginocchio la Branca. Nel 1943 le bombe distruggono la sede di via Broletto e lo stabilimento di via Resegone. Forse ancora più grave, il blocco dei beni oltreoceano, in Usa e in Argentina, per la cui restituzione la casa madre dovette ingaggiare lunghe e impegnative battaglie legali. Risorge però rapidamente, restringendo la gamma dei prodotti e puntando forte, appena possibile, sui mercati americani. L'asso nella manica è sempre il Fernet, con quell'alone di mistero sulla miscela che dura ancor oggi: "Un sapere ultracentenario che si tramanda di generazione in generazione: solo chi occupa gli alti vertici aziendali conosce la formula... Alcuni nomi delle ventisette (ndr.: altrove si parla di una quarantina, e comunque fra il Fernet italiano e quello argentino gli ingredienti sono i medesimi ma i dosaggi sono diversi...) erbe e radici che ne costituiscono gli ingredienti sono ormai familiari a noi tutti, come la camomilla, il lauro, l'aloe, la genziana, l'arancio amaro, lo zafferano, la cannella. Altri hanno un suono decisamente meno consueto, che ne rivela l'origine esotica, come la galanga, la mirra, il colombo, la zedoaria", così, nel suo libro, ne parla Niccolò Branca, presidente e ad del Gruppo Branca International dal 1999. Ma per lui c'è anche un'altra formula importante, più generale: "Personalmente io vedo l'azienda come un organismo vivente, dove ogni unità organica è formata da singole parti che hanno una coscienza, un'identità e una fnalità... L'azienda manageriale, nata negli anni Ottanta-Novanta, era terribilmente fredda, le persone erano considerate dei mezzi, si parlava solo di strike price e di stock options e il bonus era l'unico termometro positivo o negativo. Tutto questo ha portato gelo, cinismo e una visione a breve termine... Quando alla fne degli Anni 90 sono rientrato in azienda, uno dei miei primi obiettivi è stato cercare di comprendere il sogno del mio trisavolo, il fondatore della Branca... Immaginavo il mio avo, nella prima metà dell'Ottocento, affaccendarsi nel suo laboratorio da speziale intorno ad alambicchi, pipette, mortai, imbuti, fornelli, recipienti di vetro e di coccio di ogni dimensione. Le erbe offcinali erano utilizzate insieme a essenze, polveri e spezie. Perciò quel luogo, una via di mezzo tra un'erboristeria e una farmacia odierne, era odoroso di erbe essiccate, pepe, zenzero, senape, zafferano, ma anche di cera di api, pece, allume, piombo e mille altre sostanze ancora". Magie tradotte in successi di mercato, progredito costantemente negli ultimi anni, con l'azienda che, nelle classifche mondiali del settore alcolici, avanza regolarmente e con l'amaro che spesso è l'unico nelle prime posizioni. Senza contare una fama planetaria, certifcata da citazioni come quella di Simone Signoret in La nostalgia non è più quella di un tempo: "Fernet Branca... il digestivo raffnato... Almeno per chi era stato in Italia". 77 continua La pubblicità con i manifesti o sui giornali ha sempre avuto un ruolo chiave. A cominciare dalla prima, pubblicata già nel 1865 Uomini e produzione 1 -Stabilimento di Saint Louis, in Francia, aperto nel 1925. 2 - Il fondatore Bernardino Branca (1802 - 1886). 3 - Una stampa che riproduce la fabbrica che si trova in via Resegone a Milano. 4 - Il presidente e amministratore delegato di Fratelli Branca Distillerie Srl, Niccolò Branca, di fronte a un tavolo che contiene parte delle erbe e radici usate per la produzione. 5 - Una bottiglia di Stravecchio, in produzione dal 1888. 6 - La botte madre in rovere di Slavonia di Stravecchio Branca. 09/01/2015 Corriere della Sera - Sette - N.2 - 9 gennaio 2015 Pag. 68 SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015 34 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La Torre Branca nel Parco Sempione, a Milano, nacque in occasione della V Mostra Triennale delle Arti Decorative e faceva parte di un progetto a largo raggio che prevedeva anche strutture effmere (fra cui gli Archi di Sironi). Era illuminata, e anche per questo fece subito furore: "Spiccava come un'antenna trionfale". Nel 1972, però, a causa della precaria stabilità, venne dichiarata inagibile. Nel 1985, una convenzione fra la Fratelli Branca Distillerie e il Comune di Milano ha dato il via al ripristino che ha portato anche all'istallazione di un ascensore con cui si raggiunge la cabina belvedere. Il salvataggIo della torre Manifesti d'autore 1 - Poster Fernet-Branca del 1901 per il mercato americano (logo di Leopoldo Metlicovitz). 2 - "Donna con cesto" di Marcello Dudovich (Anni 30). 3 - Poster "Il Re degli Amari", di Leonetto Cappiello, del 1922. 4 - Annuncio pubblicitario "Uomo su chaise longue". VITA IN FARMACIA 22 articoli 09/01/2015 Corriere della Sera - Milano Pag. 9 (diffusione:619980, tiratura:779916) Dimissioni a sorpresa di Corno. La decisione comunicata in una lettera al Pirellone Simona Ravizza Solo 20 giorni fa, nei pranzi e nelle cene di auguri che precedono il Natale, faceva progetti per il 2015, il suo ultimo anno di mandato. Ma ieri sera, a sorpresa, il direttore generale dell'Istituto dei tumori, Gerolamo Corno, 63 anni, si è dimesso da uno dei più prestigiosi centri di cura a livello nazionale, con migliaia di pazienti che arrivano da tutt'Italia. Una decisione inaspettata, presa senza neanche avvisare i primari. Una scelta che apre un vuoto di potere nell'Istituto, che da due mesi è privo anche del direttore scientifico. Infatti Marco Pierotti, nominato dal ministero della Salute nel 2010, se n'è andato in autunno (per diventare consulente al centro di ricerca sui farmaci di Nerviano). Oggi al suo posto c'è Ugo Pastorino, apprezzato dai colleghi, ma comunque un facente funzioni. Da parte di Corno nessuna dichiarazione ufficiale, per il momento, solo qualche confidenza agli amici più cari: «Ho deciso di non andare avanti per inerzia. Ma non voglio creare un ulteriore problema all'Istituto». Stanchezza, anche psicologica, per conflitti interni che sfiancano. E per una battaglia perenne con i sindacati, che in più occasioni gli hanno messo i bastoni tra le ruote. Un senso di solitudine, forse scacciato in tarda serata dall'immediata solidarietà giunta da medici e infermieri, appena dopo la diffusione della notizia. Giuseppe De Leo, presidente dell'Istituto dei tumori, ha informato l'assessorato alla Sanità della scelta di Corno alle sette di ieri sera. Le sue motivazioni sono state spiegate in una lettera. «Anticipo un passaggio (la scadenza del suo mandato sarebbe stata il prossimo dicembre, ndr) », ha ammesso poi Corno con i medici che l'hanno contattato: «Essere alla guida dell'Istituto dei tumori è un ruolo difficile. La mia è una decisione personale maturata in famiglia». Spossatezza, delusione. Ma la decisione di Corno ora lascia senza guida l'Istituto dei tumori, un centro di cura tanto prestigioso quando difficile da governare, che ha bruciato più di un direttore generale. A cavallo del 2006 si erano dimessi, per dire, uno dopo l'altro, gli oncologi Giorgio Parmiani e Stefano Zurrida. Nel giro di sette anni, tra il 2002 e il 2009, l'Istituto ha visto succedersi ben sei tra commissari straordinari e direttori generali. Alberto Scanni, il predecessore di Corno, fu addirittura sfiduciato da una lettera dei primari in rivolta. Con Corno sembrava essere arrivata la stabilità. Ma la fatica - dopo cinque anni e rotti - ha logorato anche lui. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 21 Le migliaia di ricoveri annui, di cui oltre 7 mila in day hospital 1,2 Le milioni di prestazioni diagnostiche totali; oltre 161 mila le visite 482 I posti letto nel centro di via Venezian. Nella struttura lavorano 1.963 persone Il manager Gerolamo Corno (foto ), 63 anni, già dg dell'ospedale Fatebenefratelli e dirigente della Sanità in Regione, ha ricoperto il ruolo di direttore generale dell'Istituto nazionale dei tumori VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015 36 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Istituto dei tumori, lascia il direttore «Inutile andare avanti per inerzia» La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 37 VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015 Pag. 9 Corriere della Sera - Milano 09/01/2015 (diffusione:619980, tiratura:779916) dal 2009 09/01/2015 La Repubblica - Genova Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) Bacigalupo, Montaldo accusa l'Università "Noi avevamo lavorato alla costruzione di una soluzione che potesse mantenere questa eccellenza ma l'Ateneo è stato miope, non ha avuto il coraggio di guardare al di là della punta dei suoi piedi" Il primario di Ematologia lascerà l'ospedale San Martino e si trasferirà al Sacro Cuore di Roma "Bisogna operare per mantenere comunque un'attività qualificata in questo settore" NADIA CAMPINI UNIVERSITA' è stata miope, non ha avuto il coraggio di guardare al di là della punta dei suoi piedi». L' assessore alla sanità della Regione Liguria Claudio Montaldo è deluso. Il professor Andrea Bacigalupo, luminare nel settore dei trapianti di midollo osseo, lascerà Genova per trasferirsi alla direzione del reparto di ematologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma perché Genova non è sta in grado di offrirgli una sistemazione alternativa. E secondo Montaldo la colpa è essenzialmente dell'Università. «Abbiamo lavorato alla costruzione di una soluzione che potesse mantenere questa eccellenza a Genova spiega Montaldo- invece poi, nonostante la disponibilità del nuovo Rettore, è arrivato il voto negativo degli universitari. Oltre tutto senza neanche una motivazione di concorrenza, visto che quello che fa Bacigalupo a Genova non lo fa nessun altro». All'inizio di tutto c'è un problema di ordine burocratico. A settembre Bacigalupo è andato in pensione dall'ospedale, del quale era dipendente, per aver raggiunto i quarant'anni di anzianità di servizio. Come ospedaliero, le norme gli impediscono di continuare a esercitare la sua attività alle dipendenze dell'ospedale oltre questo termine. Di conseguenza il direttore generale del San Martino Mauro Barabino ha scritto alla Regione per chiedere una mano a tenere a Genova Bacigalupo. Tra Regione e Università ci sono stati una serie di contatti per trovare una soluzione alternativa, che a grandi linee era stata anche tratteggiata. Bacigalupo avrebbe potuto restare con un incarico dell'Università di professore straordinario a dirigere il centro costruito dal suo maestro, il professor Alberto Marmont e fatto crescere dallo stesso Bacigalupo. «Noi eravamo anche disponibili a farci carico, almeno per un certo periodo, della sua retribuzione - sottolinea ora l' assessore Montaldo - ma gli universitari, che dovevano esprimere il loro parere per poter far andare in porto l'operazione, hanno votato contro». La bocciatura, firmata dal dipartimento di medicina interna dell'Università, è arrivata come una doccia fredda per Bacigalupo, ma anche per il Rettore, che ha già preso posizione sulla vicenda esprimendo «tutto il mio rammarico» e per lo stesso Montaldo. «E' una scelta che non capisco - dice ora l'assessore - e che trovo fondamentalmente sbagliata, perché così perdiamo una professionalità di altissimo livello, che era un punto di riferimento anche a livello na«L' zionale in un settore delicato come quello die trapianti. Oltre tutto, lo ribadisco, a Genova nessuno fa le cose che faceva lui». A questo punto Bacigalupo ha accettato l'offerta che gli è arrivata da Roma, anche se a malincuore, e Genova rischia di perdere un patrimonio di professionalità che ruotava attorno a lui. «Evidentemente bisogna lavorare per mantenere un'attività qualificata in questo settorea Genova-è il commento a questo proposito di Montaldo - certamente con lui le cose sarebbero state molto più facili. In questo caso gli eventi dimostrano che per ottenere risultati serve un lavoro complessivo di tutti e non sempre se le cose non vanno nel modo migliore è colpa della politica. Qui la politica aveva lavorato per costruire una soluzione al problema prosegue l'assessore - ma a far saltare tutto è stata la decisione di altri». Intanto è già iniziato lo scaricabarile delle responsabilità. Il Rettore infatti, dichiarandosi dispiaciuto perché l'operazione non è andata in porto, l'altro giorno ha dichiarato che «con i fondi dell'Università sarebbe stato impossibile chiamarlo, sarebbe servito un finanziamento da parte della Regione, ma queste condizioni non si sono verificate». Ieri Montaldo ha risposto che «la Regione era disponibile a finanziare almeno per un certo periodo la retribuzione» di Bacigalupo, ma evidentemente non c'è stata la possibilità di arrivare ad una sintesi delle due posizioni. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015 38 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INTERVISTA I nodi della sanità 09/01/2015 La Repubblica - Genova Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015 39 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato E a rischiare di rimetterci saranno ancora una volta i genovesi, i pazienti, che già l'estate scorsa avevano raccolto 4.000 firme consegnare alla Regione nel timore che il pensionamento del professor Bacigalupo potesse mettere in pericolo il futuro del centro di ematologia del San Martino. LA STORIA L'ADDIO Andrea Bacigalupo, primario di ematologia, lascerà l'ospedale per limiti di età LA CHANCE La possibilità di evitare l'addio esisteva. Ma l'ateneo ha detto no PER SAPERNE DI PIÙ www.hsanmartino.it www.aslò3.liguria.it Foto: IN CRISI L'ospedale San Martino perde un altro dei suoi pezzi pregiati 09/01/2015 La Repubblica - Genova Pag. 5 (diffusione:556325, tiratura:710716) San Fruttuoso, l'ambulatorio del weekend fa il pienone nelle feste di Natale Oltre duecento persone si sono rivolte agli studi di via Revelli Al momento in servizio ci sono sei medici e tre infermieri professionali VALENTINA EVELLI IMALATI non vanno in vacanza. Nei giorni delle feste di Natale più di 200 genovesi si sono rivolti a "San Fruttuoso Salute" (in via Revelli Beaumont), l'ambulatorio di medici di famiglia, aperto nei weekend e nei festivi, il primo di questo tipo nel capoluogo ligure. «Non ci aspettavamo una tale affluenza a un mese dall'apertura - spiega Francesco Bogliolo responsabile del Consorzio Liguria Salute che collabora al progetto lanciato da cooperativa MedicoopGenova - Più di cento pazienti sono arrivati direttamente in ambulatorio e altrettanti hanno richiesto una consulenza telefonica. In certi casi basta passare di qui per evitare ore di attesa al Pronto Soccorso». Quindici giorni effettivi di attività, dal 6 dicembre all'Epifania, sei ore al giorno (dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18 ) con visite ambulatoriali e a domicilio, in base alle esigenze dei pazienti : cure per i cosiddetti codici bianchi («nessuna urgenza - il paziente non necessita del Pronto Soccorso e può rivolgersi al proprio medico») e verdi («urgenza minore - il paziente riporta delle lesioni che non interessano le funzioni vitali ma vanno curate»). Al momento in servizio ci sono sei dottori con tre infermieri professionali ma il progetto è in divenire seguendo l'esempio di Savona dove ambulatori di questo tipo, sono già attivi da tempo, il primo ha aperto ad Alassio dieci anni fa. «Abbiamo ricevuto richieste di ogni tipo. Gli anziani cercano soprattutto visite a domicilio e in ambulatorio arriva di tutto - continua Badoglio- Siamo intervenuti tempestivamente su un problema cardiaco grave che è stato successivamente ospedalizzato ma ci siamo trovati di fronte anche persone a cui serviva una semplice iniezione ma che, la domenica, non sapevano a chi rivolgersi». I costi previsti sono inferiori a quelli del ticket richiesto in Pronto Soccorso: 30 euro per visita base; 40 euro per prestazioni aggiuntive; 50 euro per visite a domicilio e in molti casi i medici intervengono anche gratuitamente. La parola d'ordine è lavorare in rete, collaborare con i pronto soccorsi genovesi, le pubbliche assistenzee le farmacie che hanno iniziatoa esporre il numero di telefono a cui rivolgersi per trovare un primo supporto. Un piano condiviso per migliorare la vita dei pazienti. « Vogliamo diventare un punto di riferimento per i genovesi - conclude il responsabile del consorzio Liguria Salute- Speriamo, al più presto, di aprire altre realtà di questo tipo in un momento particolarmente delicato per la sanità. Già nel mese di febbraio questo ambulatorio potrebbe essere spostato in via Torti». Foto: L'ALTERNATIVA Cominciano a diffondersi ambulatori medici che sono aperti durante i fine settimana Dopo Savona ora tocca a Genova VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015 40 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'INIZIATIVA 09/01/2015 La Repubblica - Napoli Pag. 7 (diffusione:556325, tiratura:710716) (a. dicost.) MERCOLEDÌ l'omicidio di Ciro Esposito, 21 anni appena, massacrato come un boss vicino al ponte della Sanità. Prima altri episodi allarmanti e i commercianti, così si racconta nella strade, sempre più stritolati nella morsa del racket. Benvenuti al Rione Sanità, un luogo "magico" per storia e tradizione dove, però, a detta della stessa presidente della municipalità, Giuliana Di Sarno, è in corso una guerra. Una guerra così spietata da tener lontani dai vicoli persino gli assistenti sociali e vanificare così i grandi sforzi portati avanti per riqualificare il quartiere. «La mia rabbia è che, ancora una volta, cittadini e istituzioni territoriali sono lasciati soli - accusa Di Sarno siamo di fronte all'ennesimo morto per camorra e qui lo Stato è assente. Avevo scritto la scorsa primavera alla presidente della commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi e a tutti i componenti della stessa per avvisarli che alla Sanità era in atto una nuova faida tra clan, ma le mie richieste d'aiuto sono rimaste inascoltate. Siamo in guerra, ma siamo lasciati soli». Di Sarno è amareggiata: «Quello che mi fa più male - afferma - come cittadina ma soprattutto come istituzione che vive e governa da tre anni questo territorio, è immaginare quali pensieri comuni, quali luoghi comuni possa generare questa notizia, del tipo: "Ecco, alla Sanità c'è solo camorra". "È normale, dove poteva succedere?" "È questa la fine che fa chi nasce in quei quartieri". Oppure "chi nasce in una famiglia di criminali è un criminale". Invece io ho tanta rabbia, perché c'è tantissima gente che non ha niente a che vedere con queste realtà. Ci sono tanti giovani che lottano e si impegnano per il quartiere. Ci sono associazioni, parrocchie che insieme stanno facendo crescere la Sanità anche dal punto di vista economico. Si sta costruendo un futuro e poi, all'improvviso, un altro omicidio. Quello di un giovane di 21 anni, vittima egli stesso di un sistema "malato" che in quel quartiere detta legge». Di Sarno dice di soffrire per «la criminalizzazione che si fa di questo rione. Aveva ragione Pino Daniele quando canta che di Napoli "nisciune se ne 'mporta". Ecco perché ho chiesto alla commissione parlamentare antimafia maggiore attenzione per il Rione Sanità. Ho chiesto che le istituzioni, lo Stato venga qui per salvare un quartiere che merita una riscossa. Con fatica si sta emergendo. Con fatica si sta costruendo un'immagine diversa, e da soli». Di Sarno lancia un nuovo appello: «Mi rivolgo al Governo: aiutateci almeno a proteggerci. Per lo sviluppo possiamo anche fare da soli. Abbiamo ricchezze e risorse. Uomini e donne, ma per la lotta alla criminalità e alla legalità abbiamo bisogno di voi. Ho inviato diversi appelli anche al sindaco e al prefetto, ma ad oggi, oltre a una comunicazione di ricezione ufficiale della nota, nessun segnale è arrivato. Nel frattempo alla Sanità è morto un altro giovane». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015 41 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La municipalità " Sanità in guerra ma i cittadini lasciati soli in balia dei clan" 09/01/2015 La Repubblica - Torino Pag. 7 (diffusione:556325, tiratura:710716) Pronto soccorso, anche le Molinette in tilt Il record di mattina presto: 65 barelle con i pazienti in attesa nel corridoio. Nel pomeriggio sono scese a 45 I sindacati: "Per sbloccare la situazione sono necessarie le assunzioni. È assurdo chiudere reparti" Il direttore Arione: "Già prima delle ferie abbiamo recuperato diversi posti letto" SARA STRIPPOLI L'EMERGENZA era prevedibile e prevista e con l'avvicinarsi del picco dell'influenza anche il pronto soccorso delle Molinette è andato in tilt. Già il 5 gennaio non è stata una giornata facile, e ieri, nelle prime ore della mattina si è arrivati a 65 barelle, 45 nel pomeriggio. Piazzate ovunque: nella sale d'aspetto e in doppia fila nel corridoio. I sindacati sono sul piede di guerra. Dopo le dichiarazioni dell'assessore alla sanità Antonio Saitta, il quale a Repubblica ha anticipato l'inizio dei lavori per intervenire sull'assistenza territoriale,i sindacati della sanità sono sul piede di guerra. Claudio Delle Carri, segretario regionale di Nursing Up, dice che «il tempo delle parole è finito. Se si vuole migliorare la situazione è necessario agire e sbloccare subito, senza indugi, le assunzioni». Alla Città della Salute mancano 15 infermieri, sostiene Nursing Up: «Ma nella stessa situazione si trovano quasi tutti gli ospedali del Piemonte». Inoltre chiediamo all'assessore cosa stia succedendo alla guardia medica, incalza Delli Carri «oggi non riesce a fare da filtro, mentre in passato in alcuni periodi più caldi veniva potenziata». Parole altrettanto dure arrivano da Francesco Cartellà della Cgil, il quale mette il dito sulla chiusura di un reparto di medicina decisa a fine novembre: «Il criterio adottato dall'assessorato mi pare assurdo- dice- prima hanno pensato alla riorganizzazione della rete ospedaliera tagliando i posti letto, adesso dicono di voler intervenire sull'assistenza territoriale. Ma dovrebbe essere esattamente l'opposto». Roberto Arione, direttore di presidio alle Molinette, conferma l'intasamentoe spiega che già prima delle ferie sono state adottate misure per trovare posti letto da destinare all'emergenza del pronto soccorso: «Abbiamo recuperato letti dalle medicine già prima di Natale, dal 5 gennaio prenderemo dieci letti alle chirurgie. Se la situazione peggiorerà nei prossimi giorni adotteremo ulteriori provvedimenti». Alle Molinette il disagio è limitato all'intasamento e ai tempi, ma i pazienti non devono attendere giorni per avere un ricovero: «Per fortuna il ricovero viene garantito entro lo stesso giorno», precisa Arione. Ieri al Mauriziano, dove nel giorno dell'Epifania i pazienti si erano lamentati per sei-sette giorni di attesa in barella al pronto soccorso e Calogero Messina della Cisl aveva denunciato l'insostenibilità dei ritmi dei lavoratori, la direzione ha deciso di intervenire: nell'area medica saranno bloccati i ricoveri, in quella chirurgica saranno messi a disposizione nove posti letto cercando di mantenere intatta l'attività chirurgica per i malati oncologici. Altri nove posti letto saranno recuperati nel dipartimento cardiovascolare. I PUNTI MOLINETTE Ieri mattina alle 7 erano 65 le barelle al pronto soccorso di corso Bramante. Oltre 60 erano piazzate ovunque anche il 5 gennaio MISURE Prima di Natale la direzione aveva recuperato posti letto in medicina e dal 5 gennaio 10 posti sono stati presi alle chirurgie LA RIORGANIZZAZIONE A fine novembre, nell'ambito della riorganizzazione, era stato chiuso un reparto di medicina. Per i sindacati un errore PERSONALE Secondo Nursing Up alla Città della Salute mancano 15 infermieri per arrivare ad una situazione accettabile PER SAPERNE DI PIÙ Un video sul caso Molinette su torino.repubblica.it Foto: IN CORRIDOIO Barelle in attesa nel corridoio del pronto soccorso alle Molinette VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015 42 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il caso 09/01/2015 La Repubblica - Roma Pag. 8 (diffusione:556325, tiratura:710716) Bilancio, la maggioranza si spacca Il giallo del documento fantasma. Alla riunione con i capigruppo, Peciola (Sel) abbandona il tavolo: "Così non lo votiamo" Pd diviso fra la linea mariniana di Orfini e chi chiede maggiore autonomia per dare "quelle risposte che la giunta non dà" GIOVANNA VITALE IL NUOVO ANNO si apre com'era finito il vecchio. Con una valanga di arresti negli uffici del Comune, ma soprattutto - una tensione altissima fra giunta e maggioranza, che rischia per l'ennesima volta di andare in frantumi. Pomo della discordia: il bilancio di previsione che, varato in teoria il 30 dicembre,è in realtà un documento fantasma, non essendoci ancora nulla di scritto. Tanto da indurre Sel a minacciare di non votarlo, abbandonando per protesta il tavolo di confronto. Mentre il Pd, ancora tramortito dall'inchiesta su Mafia Capitale, si spacca tra sostenitori della linea ultra-mariniana («Si fa come dice lui») imposta dal commissario Matteo Orfini e chi vorrebbe invece un gruppo più autonomo, in grado di influenzare le decisioni del "cerchio magico" che governa il Campidoglio, così da dare risposte ai problemi della città «finora in larga parte ignorati». A partire, appunto, dalla delibera di programmazione finanziaria. Eccolo l'atto che ha causato la prima fibrillazione del 2015. Trasformando ieri l'incontro per disegnare la road map della manovra in aula, in una sorta di psicodramma. Dopo aver ascoltato gli assessori Scozzesee Improta dire che i 450 milioni di tagli previsti nel piano di rientro triennale andavano concentrati tutti nell'anno in corso (cosa che avrebbe comportato la dismissione immediata di Assicurazioni di Roma e Farmacap) il vendoliano Peciola ha infatti chiesto di vedere le cifre. Per capire, numeri alla mano, di che cosa si stesse parlando. Ma quando i due assessori hanno rifiutato di consegnargliele, «la delibera sarà disponibile non prima di lunedì», lui si è alzato e se n'è andato. «È la seconda riunione coi capigruppo di maggioranza alla quale Scozzesee Improta si presentano senza uno straccio di documento, ma così non si va da nessuna parte», si sfoga l'esponente di Sel. «Nonostante Roma sia in ginocchio, la giunta non ha discusso il bilancio né con i sindacati né con le forze politiche. Poi per forza la città gli scoppia in mano. Ma una roba così noi non la reggiamo. Non sappiamo quali e quante aziende vogliono chiudere. Che fine farà il personale. Se intendono mettere più risorse per la produttività dei dipendenti comunali penalizzati dal taglio al salario accessorio e per integrare i precari. Non sappiamo nulla. Per questo noi di Sel abbiamo deciso: su questo bilancio non rispetteremo il vincolo di maggioranza. Perciò, se non ci danno risposte, a partire dalle partecipate, non lo voteremo». Ancora più decisa la vicepresidente dell'assemblea capitolina Gemma Azuni: «Questi non conoscono la città e ci trattano come semplici "spingitori di bottoni". E mo' basta». Una richiesta di contare di più arrivata anche dalla riunione del gruppo Pd. Diviso sulla linea e però deciso a presentare alcuni emendamenti «inderogabili»: a partire dal no alle dimissioni di Farmacap e Adir. PER SAPERNE DI PIÙ pdroma.it www.sel.roma.it Foto: LA GIUNTA La giunta del Comune con al centro il sindaco Marino. Sopra Gianluca Peciola (Sel) VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015 43 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La polemica 09/01/2015 Il Messaggero - Roma Pag. 37 (diffusione:210842, tiratura:295190) Appello del governatore «Più fiducia nel vaccino» Nicola Zingaretti, si è sottoposto ieri mattina alla vaccinazione antinfluenzale nell'ambulatorio interno della Regione. A somministrare il vaccino al governatore è stato il vicesegretario nazionale della Fimmg Pier Luigi Bartoletti. «Ci sentiamo di raccogliere l'invito dei medici di medicina generale a rilanciare, in questi giorni, la campagna di prevenzione del vaccino contro l'influenza, che continuerà fino a fine gennaio», spiega Zingaretti. «Ogni anno nel Lazio l'influenza colpisce circa 600 mila persone - aggiunge - e dopo le vicende note di qualche tempo fa, i dati in tutta Italia segnalano un calo significativo nel ricorso al vaccino». Il governatore annuncia anche che «dal monitoraggio degli ambulatori aperti nei weekend e nei giorni festivi, avviati circa tre settimane fa, i dati ci dicono che già 3.440 cittadini di Roma si sono rivolti nei festivi a questi ambulatori per cure, richieste di ricette, medicinali». VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015 44 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Allarme influenza 09/01/2015 Il Messaggero - Roma Pag. 41 (diffusione:210842, tiratura:295190) All'Istituto Visconti «per dire no al fumo» La scuola dice no al tabacco. A dieci anni dall'introduzione della legge antifumo, l'ex ministro della salute e presidente della consulta nazionale sul tabagismo Girolamo Sirchia parteciperà stamane alle 11 all'Istituto Visconti di via IV Novembre all' iniziativa promossa da un gruppo di studenti dell'istituto comprensivo: la preparazione di una storia, della sceneggiatura e la realizzazione di un webfilm «The answer, la risposta siamo noi» dedicato ai danni causati dal fumo all'ambiente, che verrà girato in primavera. Alla presentazione dell'iniziativa oltre all'ex ministro Sirchia, padre della legge antifumo, parteciperanno Maria Carmela Lanzetta, ministro per gli affari regionali e le autonomie, Ranieri Guerra, direttore generale del dipartimento della prevenzione sanitaria, Giacomo Mangiaracina, presidente dell'agenzia nazionale per la prevenzione, Ciro Lombardi, ricercatore dell'Enea, Ludovico Fremont, attore, sceneggiatore e regista e Piera Guglielmi, preside dell'istituto Visconti. Modererà Anna Parravicini. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015 45 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato L'iniziativa 09/01/2015 Il Messaggero - Latina Pag. 37 (diffusione:210842, tiratura:295190) SI PARTE DAI DODICI PUNTI CONTENUTI NEL DOCUMENTO APPROVATO ALL'UNANIMITA' DALL'ASSISE CIVICA CISTERNA Il Consiglio comunale di Cisterna ritrova l'unità. Lo fa parlando di sanità durante l'ultima assise cittadina convocata con un unico punto all'ordine del giorno: l'atto aziendale della ASL della Provincia di Latina e le sue ripercussioni sui servizi socio sanitari di Cisterna. La discussione in aula - alla presenza tra gli altri del direttore generale della Asl di Latina, Michele Caporossi e del consigliere regionale Enrico Forte - è stata lunga, dopo oltre due ore, maggioranza e minoranza hanno messo sul tavolo i dodici punti da cui partire per rendere migliore la sanità sul territorio. E' stato così deliberato di costituire entro il 20 gennaio un gruppo di lavoro composto da tre rappresentanti del Comune e tre dell'Asl, presieduto dal Sindaco. E' stato Paolo Panfili - incaricato dall'intero Consiglio comunale - a relazionare in aula sulla schema di programma elaborato nelle varie riunioni dei capigruppo e che sarà oggetto di confronto con i rappresentanti della ASL di Latina fino a giungere alla redazione finale da sottoscrivere in comune accordo. L'onorevole Forte ha invece fatto il punto della situazione finanziaria della sanità nel Lazio partendo da un debito stratosferico di ben 10 miliardi di euro con la promessa che nel 2015 le cose miglioreranno. L'intervento più atteso mercoledì sera è stato quello del direttore generale, Caporossi, che ha esortato il territorio a reagire: "non possiamo fare una programmazione senza le proposte che giungono dal distretto ha detto - colgo con favore quanto giungerà da questo Consiglio comunale. La Asl - ha promesso Caporossi ripenserà insieme con voi il sistema di offerta sanitaria". A Cisterna mancano servizi importanti, spesso però le risposte arrivano grazie ad una politica volta all'ottimizzazione delle risorse già presenti: è il caso del quartiere San Valentino dove l'Ucpci (a cui accedono 700 pazienti) ha fatto risparmiare migliaia di euro all'ospedale di Latina e ha rivitalizzato la vicina farmacia comunale. «Siamo consapevoli delle difficoltà finanziarie - ha detto il sindaco Eleonora Della Penna - ma siamo altrettanto coscienti degli ottimi esempi di sanità presenti sul nostro territorio, come la sperimentazione dell' UCPCI di Cisterna che rappresenta un modello per la Regione. Come ente - ha aggiunto rivolgendosi a Caporossi - ci rendiamo disponibili a una piena collaborazione per mantenere, migliorare e potenziare i servizi esistenti, nonché, a lungo periodo, a programmare la realizzazione di una Casa della Salute". Nel documento che dovrà essere ultimato a breve e poi sottoscritto all'unanimità sono stati elecati i 12 punti fondamentali su cui si basa l'eventuale riforma dell'atto aziendale della Asl di Latina: si parte dalla richiesta di mantenimento e potenziamento dei servizi sanitari presenti, dalla ricognizione generale del personale, passando ad interventi per la sicurezza h24 arrivando a prevedere il servizio di Guardia Medica dislocato all'interno del Punto di Primo Intervento. Ra.Pa. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015 46 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Commissione mista Comune-Aslper ripensare l'offerta sanitaria 09/01/2015 Il Messaggero - Ancona Pag. 38 (diffusione:210842, tiratura:295190) FALCONARA Rubano un portafoglio dalla borsa di una farmacista. Ma, i filmati delle telecamere interne hanno ripreso il ladro. Le immagini, quindi, potrebbero facilmente incastrarlo. Il caso è stato denunciato alla caserma della Tenenza locale dei carabinieri che sta indagando sul caso. È accaduto martedì pomeriggio nella farmacia Margutti, di fronte alla stazione ferroviaria. «Dalle immagini, registrate dalla spy cam interna, si nota un uomo che entra in farmacia e si reca nel retro del locale - raccontano i titolari della farmacia -. E poi (dagli armadietti del guardaroba) ha preso il portafoglio dalla borsa di una collega». All'interno c'erano circa un centinaio di euro, documenti e carte di credito. Il ladro ha sottratto il portafoglio dai camerini laterali, collocati proprio all'entrata dell'area retrostante il locale. «Non è tanto per i soldi piuttosto per i documenti da dover rifare dicono dalla farmacia -. Per fortuna la farmacista è riuscita a bloccare le carte di credito prima che si potesse attuare un prelievo». E poi, ancora da Margutti. «L'uomo è entrato in un'area riservata agli addetti ai lavori riferiscono i titolari -. È anche vero che quel giorno la farmacia era affollata di persone». Insomma, l'uomo potrebbe aver approfittato della calca per intrufolarsi nel retro bottega e andare via senza dare troppo nell'occhio. Manuela Pino © RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015 47 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Ladro ruba portafoglio nella farmacia Margutti 09/01/2015 Il Messaggero - Ancona Pag. 38 (diffusione:210842, tiratura:295190) L'impegno del dg alla festa d'addio del primario Luzi SANITÀ L'Area Vasta 2 si impegna per il potenziamento del Pronto soccorso di Osimo. Il dg Giovanni Stroppa ha dato la sua parola ieri in occasione dell'ultimo giorno di lavoro per Alessandro Luzi, direttore degli ospedali della stessa Area Vasta e primario anestesista dell'ospedale osimano. Tutto il personale del presidio, con il direttore sanitario Tiziano Cossignani, ha partecipato alla festa di commiato del medico che lascia Osimo dopo 14 anni di attività in corsia e una carriera in ascesa, iniziata nel 1975 all'ospedale di Macerata, proseguita all'Umberto I di Ancona con un passaggio a Torrette dove ha anche insegnato alla Scuola di Specializzazione universitaria in Anestesia e Rianimazione. Luzi, nel ringraziare tutti ha auspicato un futuro per i servizi del Ss. Benvenuto e Rocco, ospedale a misura di malato che sopravvive grazie anche alla professionalità dei suoi operatori. Al breakfast all'insegna delle emozioni, ieri, ha partecipato anche Stroppa. «Ho salutato un amico e ho colto l'occasione per confrontarmi con medici, infermieri, tecnici e amministrativi. A loro ho garantito impegno, nel 2015, per risolvere innanzitutto la questione del pronto soccorso - racconta Stroppa -. Entro 2 mesi chiuderemo la procedura tecnica per l'ampliamento strutturale e quella relativa al turn over dei medici». Per tutte le festività natalizie il reparto di prima emergenza, diretto da Enzo Frati, ha lavorato a pieno ritmo per il sovraffollamento di pazienti ma in sofferenza di camici bianchi, dopo il pensionamento del dottor Pietro Cappuccini, e lottando contro l'insufficienza di letti per i ricoveri in osservazione breve. «Il personale del 118 ha cominciato a operare bene in tandem con il pronto soccorso ma, certo, il problema delle risorse umane, come quello logistico, va superato al più presto. Intanto a giorni saranno consegnate due nuove ambulanze che sostituiranno le vecchie» commenta il direttore. La prossima settimana, poi, Stroppa metterà a punto il nuovo protocollo di integrazione tra i servizi dell'Inrca della Montagnola e dell'ospedale Senza Testa. «Mercoledì ci sarà un'importante riunione per definire il progetto di osmosi tra i due ospedali per i reparti di Chirurgia, Urologia, Pneumologia e Anestesia, in attesa della realizzazione del polo dell'Aspio che li accorperà. Prioritaria sarà l'integrazione delle Chirurgie». Maria Paola Cancellieri © RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015 48 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Pronto soccorso, StroppaPotenziamento nel 2015e' 09/01/2015 QN - Il Resto del Carlino - Ancona Pag. 13 (diffusione:165207, tiratura:206221) Visite specialistiche, sale il ticket Nuovo balzello a sorpresa, ma le liste di attesa restano al collasso SENIGALLIA LISTE di attesa che rischiano di esplodere ad Oculistica, così come le polemiche. «Siamo arrivati nel giro di un anno ad aumenti impressionanti delle persone in attesa di effettuare un intervento chirurgico alla cataratta accusa il coordinatore del Tribunale del malato, Umberto Solazzi . Si è passati dai 1.200 dello scorso anno ai quasi 1.500 pazienti. E ci meraviglia il fatto che oggi ci si accorga di questa ed altre emergenze dell'ospedale cittadino, guarda caso a pochi mesi dalle prossime elezioni». Il riferimento è alla interrogazione presentata dal consigliere regionale Enzo Giancarli? «Non è nostra intenzione criticare, ma da tempo la situazione nel reparto è diventata sempre più difficile a causa della carenza di personale». Con l'incremento delle liste di attesa «Certo, una vera e propria impennata. Ma possono aspettare un anno e più pazienti con dei problemi alla vista perché nell'Unità operativa di Oculistica c'è soltanto il primario ad operare; ed oltretutto viene una volta alla settimana dall'ospedale di Jesi. E le prospettive ci preoccupano. Doveva essere nominato il primario di Cardiologia, ma ancora non si sa niente. C'è il problema della nomina del dirigente di Otorino; e poi ancora ci sarà da designare il primario di Oncologia quando il dottor Menichetti andrà in pensione. Così pure per il dirigente di Nefrologia e Dialisi una vola che lascerà il primario Boggi. Ma a quanto pare non si sa niente, e non per cattiva volontà del direttore Stroppa». E allora di chi è la colpa? «Tutto è fermo ed in questo credo che la politica regionale abbia le sue responsabilità. Ci hanno accusato di essere dei gufi', ma il rischio reale per l'ospedale è di rimanere schiacciato tra Jesi e l'ospedale Marche nord'. Il nostro ospedale diventerà una Casa della salute' se non arriveranno segnali concreti». Che non stanno arrivando «No, anzi: abbiamo ricevuto segnalazioni e proteste per l'aumento del ticket per gli esami e le visite specialistiche. Da 26 euro si è passati a 30 euro con una delibera approvata dalla giunta regionale il 29 dicembre scorso. Così anche chi aveva prenotato un anno fa deve pagare la differenza». Image: 20150109/foto/1579.jpg VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015 49 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato NODO SANITA' INTANTO C'E' INCERTEZZA SULLE NOMINE DEI PRIMARI 09/01/2015 QN - Il Resto del Carlino - Pesaro Pag. 20 (diffusione:165207, tiratura:206221) Miele centenario dei Gabanniniè il migliore delle Marche Lara Ottaviani URBINO NUOVI premi per la qualità del miele dell'azienda urbinate Gabannini: con oltre 100 anni di attività alle spalle, festeggiati nel 2013, l'azienda ha vinto il concorso, istituito da Assam e Regione Marche, assessorato all'agricoltura, Premio qualità miele marchigiano. «IL CONCORSO viene organizzato tutti gli anni ed è suddiviso per categorie di miele spiega Fabrizio Pesare, esponente della famiglia e della quarta generazione che si occupa di miele . La selezione viene fatta da assaggiatori dell'Albo nazionale analisi sensoriale. E noi abbiamo vinto il primo premio nella categoria girasole». L'AZIENDA, che vede impegnati Giorgio Gabannini e il padre Gualtiero 88enne, lo scorso anno aveva vinto il primo premio nella categoria miele di acacia, inoltre la Goccia d'oro al concorso Grandi mieli d'Italia con il miele di acacia e un'altra Goccia d'oro per il miele millefiori. Poi il riconoscimento per il contributo all'innalzamento della qualità delle produzioni del territorio dall'Azienda speciale della Camera di Commercio (Terre di Rossini e Raffaello) ed il Premio Speciale per la Fedeltà al Lavoro da parte della Camera di Commercio. Insomma, una serie di riconoscimenti per il lavoro svolto, che nel secolo di attività ha guardato a settori prima di nicchia ma sempre più in via di sviluppo come quello di integratori alimentari per sportivi o chi vuole prodotti energetici naturali, registrati dal Ministero dell'Agricoltura, e una linea per bambini. Alla fine del 2013, infatti, dopo due anni di lavoro, portato avanti anche utilizzando bibliografia di un gruppo di studiosi dell'Università di Urbino, l'Apicoltura Gabannini di Urbino ha prodotto due sciroppi per bambini, uno balsamico per la tosse e uno per conciliare il sonno, sempre a base di miele: «Sono prodotti unici in Italia perché noi non usiamo acqua, conservanti o aggreganti, o aromi artificiali. Si trovano in tutte le farmacie d'Italia e sono consigliati da numerosi pediatri», ha assicurato Pesare. PER ESSERE un'azienda che ha iniziato 100 anni fa con il bisnonno Marino che aveva dato il via all'allevamento di api, partendo da un solo insetto conservato in una scatolina, si guarda sempre al futuro. Lara Ottaviani VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015 50 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato CONCORSO ASSAM VINCE VARIETA' GIRASOLE 09/01/2015 Avvenire - Milano Pag. 4 (diffusione:105812, tiratura:151233) In scena a Cesano Boscone "Aggiungi un posto a tavola" Il 13 gennaio sarà l'unica tappa lombarda dello spettacolo ideato da Garinei & Giovannini e musicato da Trovajoli FULVIO FULVI C ESANO B OSCONE (M ILANO ) l curato di un paesino sperduto tra le montagne riceve una telefonata da Dio in persona che gli annuncia l'imminente arrivo del... secondo Diluvio universale. Se vuole salvare l'umanità il prete dovrà costruire un'arca, proprio come Noè, e farci salire sù tutti gli abitanti della sua parrocchia. La storia raccontata in "Aggiungi un posto a tavola" comincia da qui, e si sviluppa, attraverso rocambolesche vicende, tra divertenti dialoghi, romantiche canzoni e allegri balletti, sulle note avvolgenti scritte dal maestro Armando Trovajoli. La popolare commedia musicale che ha riscosso successo in tutto il mondo, scritta da Garinei e Giovannini con Iaia Fiastri nel 1974 (venne pensata nel retrobottega di una farmacia capitolina in piazza San Silvestro), sarà riproposta martedì al teatro Cristallo di Cesano Boscone (inizio alle 21): è l'unica data lombarda della tournée che vede protagonista la compagnia abruzzese dell'Alba composta da giovani attori, cantanti e ballerini diretti dal regista e coreografo Fabrizio Angelini, un veterano in questo genere di spettacoli. La commedia debuttò per la prima volta al teatro Sistina di Roma l'8 dicembre 1974, con Johnny Dorelli nel ruolo di don Silvestro, Paolo Panelli nel ruolo del Sindaco Crispino (che poi verrà interpretato da Enzo garinei), Bice Valori (in seguito fu Alida Chelli) in quello di Consolazione. E fu subito un grande successo. La nuova edizione dello show, allestita proprio per festeggiarne il quarantennale, è la prima edizione professionale autorizzata dagli autori del testo e dai loro eredi dopo le cinque precedenti prodotte in esclusiva dal celebre teatro romano che la battezzò. Sul palcoscenico di Cesano Boscone saliranno lo stesso regista Fabrizio Angelini (Crispino), il trentatreenne cantattore Gabriele de Guglielmo nella parte di Don Silvestro, Simona Patitucci in quella di Consolazione, Carolina Ciampoli nel ruolo di Clementina e un cast di brillanti performer che cantano (e ballano) esclusivamente dal vivo (cori compresi). Lo spettacolo è fedele all'originale, nella regia e nelle coreografie, viene semplicemente ridimensionata la costruzione scenica, seppure dominata dal legno della gigantesca arca. «Il messaggio di positività e speranza che questa commedia musicale porta con sé - spiega il regista Fabrizio Angelini - consiste nel trionfo dei valori dell'amicizia, della solidarietà e dell'accoglienza e nel fatto che ogni volta che viene rappresentato, questo testo riesce ad essere fresco pur riscoprendo il passato: insomma, è una bella cartolina che non ingiallisce mai». Un'occasione unica (non ci saranno repliche) per assistere a uno spettacolo sano, intelligente e divertente. Foto: LO SHOW. «Aggiungi un posto a tavola» (1974) regia di Fabrizio Angelini VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015 51 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Il musical "sempre verde" 09/01/2015 Il Gazzettino - Venezia Pag. 19 (diffusione:86966, tiratura:114104) Sanità , partita ancora aperta «La partita resta aperta». È questa la sensazione generale al termine dell'audizione in Quinta commissione regionale, che ieri ha ascoltato a lungo il presidente della Conferenza dei sindaci dell'Asl 13 Silvano Checchin e il sindaco di Pianiga Massimo Calzavara. «C'è la volontà di approfondire la situazione da parte della Commissione - garantisce il consigliere regionale Francesco Piccolo - ed è stato deciso di sentire in tempi brevi il segretario della Sanità Mantoan e il direttore generale dell'Asl Gumirato. Vogliamo parlare dell'applicazione delle schede ospedaliere e in particolare, per l'ospedale di Dolo, del mantenimento del servizio di Chirurgia, indispensabile per la sua massima funzionalità». I 4 punti toccati duranti l'audizione riguardavano il mantenimento della specializzazione in due poli per gli ospedali di Mirano e Dolo, «un modello - secondo il consigliere regionale Bruno Pigozzo - che si integra perfettamente e risulta funzionale sia in termini di qualità e di erogazione dei servizi sia in termini di sostenibilità economica, visto che l'Asl 13 è quella che riceve il finanziamento più basso e ciò nonostante è riuscita ad avere un risparmio di bilancio». Il secondo punto affrontato ieri è quello dei finanziamenti per le ristrutturazioni: «Derivano principalmente dai ricavi delle spese correnti, il che rappresenta un'anomalia - sottolinea Pigozzo - Gli ultimi due punti auspicano il mantenimento del reparto di Cardiochirurgia a Mirano, in quanto Mestre non è in grado di soddisfare autonomamente tutte le richieste e dei 40 posti dell'ospedale di comunità di Noale in area pubblica, come previsto dalle schede ospedaliere». La Commissione preceduta da Lorenzo Padrin si è riservata di verificare le ultime delibere regionali in merito all'Atto aziendale e successivamente di promuovere un incontro chiarificatore con Mantoan e Gumirato. «Sia fatta chiarezza - è l'auspicio di Pietrangelo Pettenò - e si proceda per assicurare servizi efficienti ai cittadini. Valuto positivamente la scelta di convocare con urgenza il direttore generale Gumirato e il segretario regionale alla Sanità Mantoan nonché di acquisire la delibera di fine anno con cui la Giunta regionale ha approvato l'atto aziendale, ancora non pubblicata, ma che sembra contenere modifiche e prescrizioni rispetto a quanto previsto». © riproduzione riservata VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015 52 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Lino Perini 09/01/2015 Il Gazzettino - Venezia Pag. 25 (diffusione:86966, tiratura:114104) Ospedale unico, la parola ai sindaci L' assessore Stival: «La decisione verrà comunque presa dopo le elezioni» «I sindaci saranno ancora sentiti prima di decidere il sito dell'ospedale unico e comunque la decisione avverrà dopo le elezioni. Non saranno inoltre buttati i due studi tecnici già realizzati, ma da quelli si partirà per integrarli con valutazioni di tipo socio-sanitario eseguite da tecnici regionali». L'assessore regionale Daniele Stival spiega l'orientamento emerso dal dibattito della Giunta Regionale prima di deliberare lo stanziamento di tre milioni di euro per l'acquisto del terreno del nuovo ospedale. «I tre milioni di euro stanziati per l'ospedale unico del Veneto Orientale - ricorda Stival - derivano dal fatto che non è ancora partito l'ospedale di Padova. In questo momento la destinazione è vincolata all'acquisto del terreno per l'ospedale unico, ma nulla vieta di destinare i soldi ad altra struttura sanitaria, qualora fra due anni l'ospedale unico non vada in porto. Insomma tutto è demandato alla volontà politica regionale che può anche cambiare». Al momento comunque la stragrande maggioranza del consiglio regionale si è espressa per «procedere speditamente verso l'ospedale unico». «In effetti non è che si parta da zero con studi ed elaborazioni - sostiene l'assessore regionale essendo già stati prodotti due lavori da cui partire: uno che porta alla scelta di San Donà e uno a Ceggia. Studi che hanno però il limite di aver preso in considerazione solo aspetti viabilistici e idrogeologici senza prendere in considerazione L'aspetto socio-sanitario. L'intenzione della Giunta Regionale è di integrare questo aspetto utilizzando le competenze interne, senza quindi spendere in consulenze esterne». A questo proposito c'è da ricordare che le maggiori critiche al precedente studio dei tecnici regionali,oltre che al calcolo degli spostamenti in base Google Maps e alle valutazioni idrogeologiche in base a carte del Consorzio di Bonifica realizzate per scopi diversi alla costruzione di un ospedale, i sindaci del Portogruarese contestavano la mancata valutazione delle strutture ospedaliere esistenti (Rizzola, Ospedale dell'Angelo, Treviso). © riproduzione riservata VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015 53 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SANITÀ Sull'ubicazione del sito i primi cittadini verranno ancora sentiti dalla Regione 09/01/2015 QN - Il Giorno - Sondrio Pag. 2 (diffusione:69063, tiratura:107480) Un aiutoper chi stadietroal banco SONDRIO LA SICUREZZA all'interno delle attività commerciali è una problematica di stretta attualità, lo si capisce sfogliando le cronache locali, dove il fenomeno dei furti nei negozi occupa sempre più spazio. Per contrastare quest'emergenza pressante, la Regione offre un'opportunità concreta. Giovedì 15 gennaio si aprono i termini per partecipare al bando con cui il Pirellone mette a disposizione delle imprese commerciali contributi a fondo perduto, pari al 50% delle spese sostenute, per investimenti finalizzati a prevenire furti e rapine. Beneficiarie dell'iniziativa sono le micro e piccole imprese, con sede legale od operativa in regione, che alla data di presentazione della domanda e fino all'erogazione del saldo del contributo, siano attive e iscritte al Registro Imprese della Camera di commercio. Nello specifico, il bando è rivolto ad attività di commercio all'ingrosso e al dettaglio di orologi e gioielleria, distributori di carburante, tabaccherie, farmacie, ristoranti, bar, attività di commercio al dettaglio di cosmetici, articoli di profumeria, abbigliamento, calzature e apparecchiature per le telecomunicazioni e la telefonia. Gli interventi, per godere dell'agevolazione, dovranno rientrare nelle seguenti tipologie: installazione di impianti di video-sorveglianza, antintrusione, antitaccheggio, biometrici, installazione di casseforti, vetrine antisfondamento, serrande, saracinesche e blindature antiesplosione, installazione di sistemi biometrici, telecamere termiche e dispositivi aggiuntivi di illuminazione notturna esterna; installazione di sistemi di automazione nella gestione delle chiavi, di pagamento elettronico e di rilevazione delle banconote false (www.unione.sondrio.it). Nello Colombo VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015 54 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato DALLA REGIONELOMBARDIA 09/01/2015 Il Mattino - Napoli sud Pag. 38 (diffusione:79573, tiratura:108314) Colpo in boutique, presi i rapinatori seriali Patrizia Panico VOLLA. In cella la banda dei tre che aveva rapinato una boutique lo scorso ottobre in via Filichito, incastrati da un breve filmato e da una telefonata. La loro specialità erano le rapine seriali tutte messe a segno nell'hinterland Vesuviano. Gennaro Esposito, 43 anni, Ciro Pena, 28 anni e Giuseppe De Rosa, 40 anni, tutti e tre di Napoli, si trovavano già nel carcere di Poggioreale, ieri mattina, quando gli è stata notificata dai carabinieri della stazione di Volla l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Nola per il reato di rapina aggravata messa a segno il 28 ottobre scorso in un negozio di abbigliamento a Volla. I tre, con il volto coperto da sciarpe, fecero irruzione nella boutique in via Filichito, e, sotto la minaccia di una pistola si fecero consegnare l'incasso, ammontante a 850 euro; inoltre, intimarono al titolare del negozio, C.R., di 26 anni, di consegnargli il suo telefono cellulare prima di darsi alla fuga a bordo di una Fiat Uno. Le indagini dei militari della locale stazione e della Compagnia di Torre del Greco, grazie alla dettagliata descrizione di alcuni testimoni, dai filmati delle videocamere di sorveglianza e da una chiamata fatta dal cellulare della vittima, sono risaliti ai responsabili della rapina. La banda è risultata la stessa che pochi giorni mise a segno altri due colpi: in una farmacia a Sant'Anastasia e ad un negozio di detersivi a Pollena Trocchia per il quale vennero arrestati in flagranza. Le indagini proseguono per chiarire se i tre siano responsabili, inoltre, di una serie di rapine fatte nei mesi scorsi nel Vesuviano da una banda a bordo di una Fiat. © RIPRODUZIONE RISERVATA VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015 55 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Le indagini 09/01/2015 QN - La Nazione - Lucca Pag. 6 (diffusione:136993, tiratura:176177) Flop delle ricetteelettroniche LE RICETTE elettroniche sono state un flop e l'Asl ha dovuto correre ai ripari e fare marcia indietro. Prima di Natale, lo sanno tutti coloro che hanno una qualche malattia cronica, l'Asl aveva attivato un sistema di «ricette elettroniche». I medici di famiglia, quindi, trasmettevano tramite computer alle farmacie le prescrizioni mediche dei loro malati. La sperimentazione è stata attivata per circa un mese poi è successo di tutto: in alcuni casi i dati inseriti non erano corretti e ai malati non venivano consegnati i farmaci giusti o i dosaggi erano errati. In altri casi, addirittura, il sistema accumulava un forte ritardo, con casi paradossali di malati che sono stati costretti ad acquistarsi i farmaci a proprie spese, perché non avevano ottenuto le ricette in tempo, rispetto a quando avevano terminato la fornitura di medicine anche salvavita. Sembra che il problema fosse dovuto sia al sistema che alle procedure, fatto sta che l'Asl ha dovuto prendere tempo, sospendere il servizio di ricetta elettronica e tornare al vecchio, meno innovativo, ma molto più pratico e funzionale, sistema tradizionale. Non è detto che, una volta superate le difficoltà e migliorato il sistema, il procedimento non sia di nuovo riattivato. Image: 20150109/foto/1241.jpg VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015 56 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato LA NOSTRA SALUTE 09/01/2015 QN - La Nazione - Pistoia Pag. 1 (diffusione:136993, tiratura:176177) SONO STATE un successo le due cene di solidarietà organizzate nello scorso dicembre dal circolo Arci di Candeglia in favore della Caritas provinciale (8 dicembre) e dell'ospedale pediatrico Meyer di Firenze (21 dicembre). NEL PRIMO appuntamento conviviale sono stati raccolti mille euro, donati sotto forma di generi alimentari all'organismo pastorale della Conferenza episcopale italiana che ha tra i suoi compiti principali quello di testimoniare concretamente la solidarietà nei confronti degli ultimi del mondo. Un'altra parte dei fondi raccolti, 3.800 euro in contanti, sarà invece consegnata all'ospedale pediatrico fiorentino Meyer, conosciuto anche fuori dalla Toscana, come un'eccellenza per la cura delle patologie pediatriche e che offre anche un servizio di accoglienza per le famiglie dei piccoli ricoverati. LE DUE SERATE sono state rese possibili, oltre che dall'impegno e dal lavoro volontario dei soci del circolo, anche dal contributo di: Cristina Palandri (pittrice), Pistoia Basket, Giorgio Tesi Group, Calzature Alvaro Andreini, Dime, Zona Market di Sant'Agostino, Mister Wizard, Agraria di Riccardo Poli, gelateria «Il Taba», merceria-edicola Fiorella & Beatrice, farmacia Buccarelli, Studio Zeta di Zenfira, Capelli Idea di Vanessa, parrucchiera Paola, fratelli Saraniti, Moka Jenne, Roberto e Stefano Bonistalli e da altri commercianti della frazione di Candeglia e delle vallate della Bure. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015 57 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Gara di solidarietà: raccolti contributi per la Caritas e i bambini del Meyer 09/01/2015 QN - La Nazione - Umbria Pag. 15 (diffusione:136993, tiratura:176177) GUBBIO IL CENTRO storico eugubino è alla vigilia di un'ulteriore, robusta spoliazione destinata ad incidere sulla sua stessa vitalità e capacità di essere attrazione e punto di riferimento. Siamo alla vigilia di traslochi di studi medici e della Farmacia Ceccarelli in via Leonardo da Vinci. Annunciati o temuti da tempo, vivono ormai le ore della vigilia di «una nuova vita». Sono arrivati alla fase della rifinitura in un edificio di recente costruzione di via Leonardo da Vinci i lavori per adattare ampi locali a studi professionali destinati ad ospitare medici di famiglia o specialisti. Considerati quelli preesistenti, si troveranno insieme ben sedici ambulatori che prima garantivano ossigeno e ivacità, anche sotto il profilo della socializzazione, ai vari quartieri cittadini. All'interno delle mura urbiche non dovrebbe rimanerne alcuno! Pronta al trasloco anche l'Antica Farmacia Ceccarelli, una istituzione secolare che si affaccia, anche se ancora per poco, sulla caratteristica Piazza di San Martino. L'insegna «Farmacia Ceccarelli» è apparsa già sopra la serranda di un locale sempre in via Leonardo da Vinci. Scelte legittime, sia chiaro, dettate dalla ricerca di soluzioni ritenute valide sul piano della qualità e dell'imprenditoria. Scelte che non si è fatto niente o quasi per «contrattare», vista la valenza pubblica, inserendole in una pianificazione che poteva chiamare in causa, ad esempio, in particolare per gli studi medici, i tanti spazi dell'ex ospedale di Piazza 40 Martiri! G.B. VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015 58 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato GUBBIO IL CENTRO storico eugubino è alla vigilia di un'ulteriore, robusta spoliazione destina... 09/01/2015 Il Garantista - Catanzaro Pag. 10 La Pro loco premia lo spirito delle feste La bellezza è la migliore raccomandazione. È un frase di Aristotele a firmare i premi e i riconoscimenti che la Proloco città di Catanzaro ha voluto consegnare ad alcuni commercianti, imprenditori e associazioni per aver saputo meglio interpretare lo spirito del Natale, non solo con l'allestimento delle loro vetrine, ma anche per l'animazione culturale e sociale organizzata nel periodo delle feste. La manifestazione finale di consegna si è tenuta nella Sala concerti del Comune con il presidente della Proloco, Filippo Capellupo e il componente del direttivo Gianni Bruni, l'assessore alle attività economiche Daniela Carrozza. Due le sezioni quest'anno, quella dedicata all'allestimento delle vetrine che ha visto premiati con le motivazioni: Corso Mazzini 72 : Una vetrina che rappresenta una città fatta di doni . Un'attività portata avanti da un giovane che entrato come commesso pian piano è cresciuto fino a diventare titolare senza mai perdere di vista lo spirito dell'accoglienza. Un bianco e nero che regala eleganza ma nello stesso tempo attira l'attenzione per l'accostamento comunque luminoso". Scrigno : Per aver da sempre saputo coniugare l'artigianalità e la tradizione con il senso del Natale così come visto e vissuto in posti lontani e vicini da noi. Farmacia Europea : per aver saputo sdoganare il concetto di farmacia facendo diventare il locale accogliente e riuscendo a proporre una vasta gamma di prodotti anche naturali. Garden Bar : Per essere da sempre un punto di ritrovo sicuro per generazioni di catanzaresi che hanno frequentato i giardini di San Leonardo, avendo avuto la capacità di rinnovarsi senza mai tradire la genuinità dei prodotti offerti. Solimeo : Per la sua storia, l'identità con il quartiere e per aver fatto crescere generazioni di professionisti o semplici appassionati di musica. Galleria Voci : per aver fatto dei complementi di arredo, che a volte sono solo dettagli nei nostri natali, il punto centra le di alcune scelte. La seconda sezione è stata quella dedicata ai riconoscimenti assegnati a Derby 93 : Per la vicinanza dimostrata in maniera costante e silenziosa alle iniziative della Proloco e per aver scelto di continuare la sua attività imprenditoriale mettendo la sua personale firma sui prodotti proposti Rizzi's : Un giovane che dopo aver girato il mondo ha scelto di valorizzare i prodotti della sua terra facendoli diventare un'idea imprenditoriale di successo. Concentrica: Un progetto che premia il gruppo, un progetto che esalta la catanzaresità in ogni sua forma. Sia essa artistica o di aggregazione e che si propone come una nuova frontiera per chi vuole fare cultura a mani nude e con impegno. Il presepe di Vittorio : per aver mantenuto intatta una tradizione che è anche identità di un quartiere. In maniera silenziosa e con la passione che deriva dal sentirsi parte di una comunità. r.c. onsegnate le targhe a commercianti, imprenditori e ristoratori che hanno contribuito a rendere più bello il Natale appena trascorso Una frase di Aristotele firma il ricordo di questo evento Foto: Nelle foto alcuni flash della premiazione in Comune VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015 59 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IN CITTÀ PROFESSIONI 1 articolo 09/01/2015 Il Gazzettino - Ed. nazionale Pag. 30 (diffusione:86966, tiratura:114104) Tegola Carpi: Concas positivo alla cocaina Un caso di doping nel Carpi capolista in Serie B. Positivo il giocatore Fabio Concas, per il quale il laboratorio di Roma ha rilevato nel primo campione analizzato la presenza di Benzoilecgonina (metabolita della cocaina), al controllo in competizione disposto dalla Figc il 13 dicembre dopo il derby emiliano contro il Modena finito 10 per la squadra di Castori con gol di Mbakogu. L'ex giocatore di Ternana e Varese giocò tutti i 90 minuti. L'ultimo caso di doping in B fu, lo scorso anno, quello di Leonardo Pavoletti, poi scagionato. L'attaccante del Sassuolo aveva infatti abusato del Rinazina spray (un farmaco dell'influenza). PROFESSIONI - Rassegna Stampa 09/01/2015 61 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato IL CASO PERSONAGGI 1 articolo 09/01/2015 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Ed. nazionale Pag. 7 (diffusione:48275, tiratura:63756) «Ridurre l'aliquota di imposizione forfettaria sulle partite Iva dal 15% al 10% e aumentare le soglie di accesso al regime di semplificazione fino a 25/50mila euro: questi sono i correttivi urgenti alla legge di stabilità che il governo Renzi deve immediatamente introdurre con un decreto d'urgenza». È quanto dichiara in una nota il sen. Luigi d'Ambrosio Lettieri, capogruppo di Forza Italia nella 12° commissione Senato. «Una riforma sbagliata qual è questa aggiunge il parlamentare pugliese -, come del resto rilevano i dati forniti dalla Cna, può rivelarsi letale per moltissime micro imprese. Ci sono un milione di partite Iva - già in una situazione di grande difficoltà - sospesi sul baratro che si è aperto sotto i loro piedi grazie ad una imposizione fiscale pazzesca. Renzi non ha voluto ascoltarci. Adesso si dia da fare per correggere quella che a tutti gli effetti appare come una mostruosità». PERSONAGGI - Rassegna Stampa 09/01/2015 63 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato D'Ambrosio Lettieri (Fi) «Tasse su partite Iva mostruosità da correggere»