Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno

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Rassegna Stampa - Ordine dei Farmacisti di Salerno
FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 09/01/2015
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INDICE
IN PRIMO PIANO
Il capitolo non contiene articoli
SANITÀ NAZIONALE
09/01/2015 Corriere della Sera - Nazionale
«Attacco con l'acido, premeditato e crudele»
7
09/01/2015 Corriere della Sera - Nazionale
Gli effetti (sbiaditi) di 10 anni senza fumo in ristoranti e uffici
9
09/01/2015 Corriere della Sera - Nazionale
L'epidemia dimenticata dell'era degli smartphone
10
09/01/2015 La Repubblica - Nazionale
Epatite C, la corsa al super farmaco saranno curati solo 50mila pazienti
11
09/01/2015 La Repubblica - Nazionale
Fracking Se l'America ferma le trivelle
13
09/01/2015 La Repubblica - Nazionale
"Risorse limitate e scelte necessarie questa è una cura rivoluzionaria"*
15
09/01/2015 La Repubblica - Nazionale
Il doping in parlamento "Coni lasci i controlli"
16
09/01/2015 Avvenire - Nazionale
Germania. Un infermiere confessa: «Ho ucciso almeno trenta pazienti»
17
09/01/2015 Avvenire - Nazionale
Gruppo Zegna, benessere a misura di dipendenti
18
09/01/2015 Il Mattino - Nazionale
Matachione, perquisito lo studio del commercialista
19
09/01/2015 ItaliaOggi
In Madagascar tornano a coltivare il ricino
20
09/01/2015 Il Venerdi di Repubblica
la tac h 24 taglia le code ma nelle asl è una rarità
21
09/01/2015 Il Venerdi di Repubblica
per i piccoli malati un cuore artificiale di undici grammi
22
09/01/2015 Il Venerdi di Repubblica
NANO NOTIZIE
23
09/01/2015 L'Espresso
Miracle RAY
24
09/01/2015 L'Espresso
PauRa e SPeRanza
27
09/01/2015 Panorama
Le due nuove sigarette senza fumo
28
09/01/2015 Panorama
Se il medico protegge solo se stesso
29
09/01/2015 Torino7
il nuovo museo della ceramica
30
09/01/2015 Corriere della Sera - Sette
Quartieri Tranquilli
31
09/01/2015 Corriere della Sera - Sette
L'elisir creato in famiglia fra alambicchi e mortai conquista Milano e il mondo
32
VITA IN FARMACIA
09/01/2015 Corriere della Sera - Milano
Istituto dei tumori, lascia il direttore «Inutile andare avanti per inerzia»
36
09/01/2015 La Repubblica - Genova
Bacigalupo, Montaldo accusa l'Università
38
09/01/2015 La Repubblica - Genova
San Fruttuoso, l'ambulatorio del weekend fa il pienone nelle feste di Natale
40
09/01/2015 La Repubblica - Napoli
La municipalità "Sanità in guerra ma i cittadini lasciati soli in balia dei clan"
41
09/01/2015 La Repubblica - Torino
Pronto soccorso, anche le Molinette in tilt
42
09/01/2015 La Repubblica - Roma
Bilancio, la maggioranza si spacca
43
09/01/2015 Il Messaggero - Roma
Appello del governatore «Più fiducia nel vaccino»
44
09/01/2015 Il Messaggero - Roma
All'Istituto Visconti «per dire no al fumo»
45
09/01/2015 Il Messaggero - Latina
Commissione mista Comune-Aslper ripensare l'offerta sanitaria
46
09/01/2015 Il Messaggero - Ancona
Ladro ruba portafoglio nella farmacia Margutti
47
09/01/2015 Il Messaggero - Ancona
Pronto soccorso, StroppaPotenziamento nel 2015e'
48
09/01/2015 QN - Il Resto del Carlino - Ancona
Visite specialistiche, sale il ticket
49
09/01/2015 QN - Il Resto del Carlino - Pesaro
Miele centenario dei Gabanniniè il migliore delle Marche
50
09/01/2015 Avvenire - Milano
Il musical "sempre verde"
51
09/01/2015 Il Gazzettino - Venezia
Sanità, partita ancora aperta
52
09/01/2015 Il Gazzettino - Venezia
Ospedale unico, la parola ai sindaci
53
09/01/2015 QN - Il Giorno - Sondrio
Un aiutoper chi stadietroal banco
54
09/01/2015 Il Mattino - Napoli Sud
Colpo in boutique, presi i rapinatori seriali
55
09/01/2015 QN - La Nazione - Lucca
Flop delle ricetteelettroniche
56
09/01/2015 QN - La Nazione - Pistoia
Gara di solidarietà: raccolti contributi per la Caritas e i bambini del Meyer
57
09/01/2015 QN - La Nazione - Umbria
GUBBIO IL CENTRO storico eugubino è alla vigilia di un'ulteriore, robusta
spoliazione destina...
58
09/01/2015 Il Garantista - Catanzaro
La Pro loco premia lo spirito delle feste
59
PROFESSIONI
09/01/2015 Il Gazzettino - Nazionale
Tegola Carpi: Concas positivo alla cocaina
61
PERSONAGGI
09/01/2015 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Nazionale
D'Ambrosio Lettieri (Fi) «Tasse su partite Iva mostruosità da correggere»
63
SANITÀ NAZIONALE
21 articoli
09/01/2015
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 24
(diffusione:619980, tiratura:779916)
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
«Attacco con l'acido, premeditato e crudele»
Il pm al processo per l'agguato allo studente milanese: sul suo volto danni permanenti, un occhio a rischio Il
movente? «Non gelosia, ma una spregevole rivalsa». Rischiano fino a 16 anni. Lui si dichiara innocente
L'ossessione «Quei due ragazzi, in particolare lei, vivevano come fossero in una setta»
G. San.
MILANO È passato del tempo. Giorni. Avevano architettato il progetto. Comprato l'acido. E poi sono iniziate
le telefonate: la trappola che ha attirato Pietro Barbini, 22 anni, in quella strada della periferia di Milano, via
Giulio Carcano, che nel pomeriggio del 28 dicembre era scura e quasi deserta. Era da tre giorni che gli
aggressori chiamavano, con la scusa di dover consegnare un pacco. E, secondo la ricostruzione dell'accusa,
quelle chiamate dimostrano «la costante presenza dell'intento criminoso» nella mente di Martina Levato, 23
anni, studentessa della Bocconi, e del suo amante, Alexander Boettcher, 30 anni. Significa che per giorni i
due avrebbero macerato nelle loro teste l'idea dell'agguato con l'acido muriatico. Premeditazione lucida.
Un'aggravante, che si aggiunge alla crudeltà, ai «motivi abietti», all'uso di quella sostanza che in
supermercato costa 64 centesimi e che invece ha devastato il volto del ragazzo. L'accusa è di «lesioni
gravissime», come ha riconosciuto ieri il tribunale. La pena massima è di 12 anni, che diventano 16 con le
aggravanti.
Il 5 gennaio gli investigatori dell'Ufficio prevenzione generale della polizia, guidati dalla dirigente Maria José
Falcicchia, hanno raccolto i documenti medici sulle condizioni di Pietro. La fredda elencazione del linguaggio
sanitario descrive le deturpazioni drammatiche che l'acido sta provocando: lo «sfregio permanente del viso»,
sulla fronte, le palpebre, le guance, il mento; la «necrosi estesa al naso», che si è allargata anche alle
mucose, mettendo in dubbio la possibilità di una futura ricostruzione; e poi l'occhio destro, che i chirurghi
dell'ospedale Niguarda hanno già più volte operato. L'acido penetrato dei tessuti ha continuato per giorni la
sua azione devastante. E soltanto scorrendo questo quadro clinico si può comprendere quali siano le
conseguenze di un gesto all'apparenza così banale e insensato, come quello che della studentessa della
Bocconi.
Nella richiesta di modificare il reato contestato alla coppia, presentata ieri, il pubblico ministero Marcello
Musso ha inserito anche una frase sul movente. Che sarebbe nato da un «sentimento spregevole, trattandosi
di parole scritte che fanno riferimento a particolari rapporti sessuali, non a ragioni di gelosia, ma semmai di
rivalsa». Le chat e gli sms raccolti dai poliziotti raccontano di un rapporto «morboso» tra i due amanti; Martina
l'estate scorsa ha girato i messaggi a Pietro, con cui aveva avuto un flirt ai tempi del liceo; lui le ha consigliato
di allontanarsi da quello «squilibrato». In questi contatti, Martina deve aver percepito che Pietro la
considerasse ancora «disponibile» e questa sensazione l'ha vissuta come un'intromissione nella storia
ossessiva e totalizzante che stava vivendo con Alexander. Come sia possibile un distacco così completo
dalla realtà lo spiega un investigatore: «Quei due ragazzi, in particolare lei, vivevano ormai come se fossero
una setta; loro due chiusi in se stessi, un mondo esterno popolato di fantasmi». Questi fantasmi erano solo
nella testa di Martina e nella sua ansia di tenere vicino a sé quell'amante con cui aveva iniziato a camminare
su un sentiero di pratiche ed emozioni sempre più estreme. Su quel sentiero alla fine ha attirato Pietro,
studente a Boston, il più bello della scuola ai tempi del liceo. E si è presa la sua assurda «rivalsa».
Boettcher, che inseguiva Pietro con un martello, sostiene che «ideazione e programmazione» dell'agguato
siano state opera di Martina. Lei ha provato a scagionarlo. La polizia indaga su altri due casi di aggressioni
con acido a Milano, avvenuti nell'autunno scorso: per capire se Pietro sia stato l'unica vittima della coppia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La vicenda
Pietro Barbini, 22 anni, studente a Boston, torna a Milano per trascorrere
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015
7
09/01/2015
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 24
(diffusione:619980, tiratura:779916)
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le vacanze con la famiglia.
Il 28 dicembre, nel tardo pomeriggio, gli viene dato appuntamento
in una via della periferia con la scusa di dover ricevere
un pacco.
Il ragazzo si presenta con il padre ma appena scende dall'auto viene aggredito con dell'acido muriatico da
Martina Levato, 23 anni, studentessa bocconiana, sua ex compagna di liceo L'amante
di Martina, Alexander Boettcher, 30 anni, tenta
di colpire Barbini ma viene bloccato e subito arrestato mentre la ventitreenne viene fermata nella notte La
vittima riporta ustioni di terzo grado con gravi deturpazioni del viso; ricoverato a Milano, viene sottoposto a
diverse operazioni Ieri i giudici della nona sezione penale di Milano accolgono una nuova ordinanza
di custodia cautelare
a carico dei due accusati. Il pm Marcello Musso cambia il reato da lesioni gravi
a lesioni gravissime con l'aggravante della crudeltà, premeditazio-ne, motivi abietti e futili.
I giudici hanno rinviato il processo
al 27 gennaio
Foto: Alexander Boettcher (Fotogramma)
e Martina Levato (in basso, Ansa)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015
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09/01/2015
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 25
(diffusione:619980, tiratura:779916)
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L'anniversario
Gli effetti (sbiaditi) di 10 anni senza fumo in ristoranti e uffici
Margherita De Bac
D omani saranno passati dieci anni dalla rivoluzione della legge che porta il nome dell'ex ministro
della Sanità, Girolamo Sirchia. Il fumo fu estromesso da tutti i locali pubblici e privati. La sigaretta sparì da
ristoranti, bar, luoghi di lavoro, aree condominiali chiuse. Sopravvisse solo all'interno delle abitazioni. Oggi
chi va a cena fuori resterebbe sorpreso
nel trovare l'ambiente affumicato e probabilmente protesterebbe. È proprio questo il cambiamento radicale
avviato da una normativa che, sulle prime, scatenò la protesta dei ristoratori e sollevò inutili discussioni su
come avrebbe dovuto essere applicata per non togliere libertà ai tabagisti. Ora chi non vuole o non riesce a
privarsi del piacere-dipendenza della nicotina
è consapevole del danno alla salute e del fastidio
che può creare al prossimo. Nessuno si azzarderebbe ad accendere la sigaretta in un salotto o in un
qualsiasi ambiente dove non è vietata senza chiedere il via libera preventivo. Oltre ad aver educato i cittadini,
la legge del 2005 ha raggiunto gli altri due obiettivi per cui era nata. Proteggere dal fumo passivo e incidere
sulle abitudini dello «zoccolo duro». Oggi sono circa 11,3 milioni gli italiani che non hanno detto addio ai
pacchetti, il 22% della popolazione, il 6% in meno rispetto a dieci anni fa. Peccato che nel tempo l'effetto sia
andato scemando. La curva non si abbassa e ultimamente sono venuti con prepotenza a galla due fenomeni
che la tengono stabile. L'aumento di donne e giovani, tra i fumatori. Il problema è che dopo Sirchia non sono
state sferrate altre azioni significative. Niente leggi per ampliare la rosa dei divieti (tanto per cominciare multe
pesanti a chi si dedica al suo vizio alla guida dell'auto, specie se in presenza di bambini) e, soprattutto, per
rimborsare cure e farmaci a chi cerca di smettere. Chi si incammina lungo la strada della dissuefazione in
centri pubblici deve pagare di tasca propria. Non sono state lanciate inoltre
nuove campagne di sensibilizzazione su larga scala né è stata effettuata sufficiente censura sulla
propaganda nascosta. Nelle fiction continuano ad apparire scene di attori che compiono il fatidico gesto
dell'accensione. E il prezzo dei pacchetti? È lievitato sì, ma secondo piccoli scatti, mai in modo drastico al
punto da obbligare i clienti dei tabaccai ad evitare la spesa. È arrivato il momento di rivedere le politiche
antifumo per imprimere una nuova svolta come hanno chiesto in una recente lettera al governo decine di
società scientifiche.
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015
9
09/01/2015
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 53
(diffusione:619980, tiratura:779916)
L'epidemia dimenticata dell'era degli smartphone
Massimo Gaggi
A Singapore è ormai quasi impossibile assumere nell'esercito per mancanza di candidati coi requisiti minimi
di vista. Alle reclute viene così richiesto di sottoporsi, a spese dello Stato, a operazioni di chirurgia laser per
correggere la miopia.
Alimentata da fattori genetici, ma soprattutto dai comportamenti umani, l'epidemia di miopia in Asia ha
raggiunto dimensioni impressionanti: a Taiwan i bimbi di sette anni che non vedono bene da lontano sono
passati in vent'anni dal 5,8 al 21 per cento, mentre in Corea del Sud la miopia colpisce addirittura il 96% dei
ragazzi di 19 anni. Tutti o quasi. In Occidente, dove i fattori di predisposizione genetica hanno un'incidenza
inferiore, le cose vanno un po' meglio, ma la crescita è comunque fortissima: in America i cittadini miopi di età
tra i 12 e i 54 anni sono passati in trent'anni dal 25 al 41%. Un incremento dei due terzi. L'Europa (crescita
dal 20 al 33%) è in condizioni analoghe e l'Italia, dove i miopi sono quasi raddoppiati in 40 anni (da 13 a 25
milioni), sembra messa anche peggio.
Eppure se ne parla poco: solo qualche articolo durante i congressi medici, presto dimenticato. Un po' perché
la patologia è diffusa e si corregge facilmente con le lenti, un po' perché siamo abituati a considerare la
miopia come la conseguenza ineluttabile di una predisposizione genetica. Ma i medici ci dicono che le cose
stanno così solo nel 20% dei casi. Negli altri pesano i comportamenti individuali: troppe ore spese mettendo a
fuoco solo uno schermo a breve distanza dagli occhi.
Basterebbe seguire la regola del 20-20-20 (interrompere il lavoro ogni 20 minuti fissando per 20 secondi un
oggetto a 20 metri di distanza) per essere meno esposti alla miopia. Chi ha questa costanza? E intanto il
problema peggiora con la diffusione di tablet e smartphone: schermi piccoli, da tenere vicini agli occhi, molti
dei quali emettono quella luce blu che danneggia ulteriormente la vista. Ma chi se la sente di imporre ai
ragazzi di dimezzare il tempo speso in videogiochi, a messaggiare o sui social network ? E chi vuole sentirsi
dire che tenere un bimbo di due anni tranquillo al tavolo del ristorante con un iPad è nocivo per la sua salute
visiva? Porterà gli occhiali e magari un giorno si opererà col laser. Sono già 150 mila l'anno gli interventi di
questo tipo in Italia. L'alba di un nuovo business (per la cataratta siamo a quota 500 mila): in fondo anche la
cura della miopia fa crescere il Pil. Il tempo passato all'aria aperta no.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015
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Visti da lontano
09/01/2015
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 1
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Epatite C, la corsa al super farmaco saranno curati solo 50mila pazienti
MICHELE BOCCI
C'È UN farmaco in grado di cancellare una malattia un tempo quasi imbattibile, c'è un numero ampio ma
chiuso di persone alle quali verrà dato gratuitamente e una quantità ancora più grande di malati che chiedono
informazioni. È iniziata la corsa alla cura. Il sofosbuvir può far guarire dall'epatite C.
A PAGINA 27 MICHELE BOCCI ROMA. C'è un farmaco in grado di cancellare una malattia un tempo quasi
imbattibile, c'è un numero ampio ma chiuso di persone alle quali verrà dato gratuitamente e una quantità
ancora più grande di malati che chiedono informazioni, chiamano le associazioni e i centri epatologici per
sapere se e quando toccherà anche a loro.
Insomma,è iniziata la corsa alla cura. Il sofosbuvir (nome commerciale Sovaldi) è un medicinale
costosissimo e rivoluzionario, perché in grado di far guarire da una patologia diffusissima come l'epatite C. In
Italia è finalmente entrato nel prontuario nel dicembre scorso, 11 mesi dopo l'approvazione europea. Grazie a
una trattativa estenuante l'Aifa (Agenzia del farmaco) sostiene di aver strappato un prezzo favorevole che per
non danneggiare il produttore, la Gilead Sciences, non viene reso noto.
Nel contratto sarebbe previsto l'acquisto di ben 50 mila dosi in due anni. Serviranno a chi fa parte di una
delle sei categorie di pazienti gravi (per esempio quelli con cirrosi) individuate da Aifa. I problemi pratici
adesso sono due: mettere effettivamente in cura queste persone nei centri delle varie Regioni, alcune delle
quali ancora molto indietro, e spiegare ai malati che non rischiano la vita che devono aspettare. A meno che
non vogliano spendere di tasca propria 70 mila euro, il costo del farmaco per il privato cittadino. Nonè ben
chiaro in quanti abbiano l'epatiteC in Italia. Le persone con la malattia diagnosticata sarebbero almeno tra le
4 e le 500 mila, di cui 70-80 mila in condizioni serie o gravi.
Il sistema concordato per il pagamento sarebbe questo: la casa farmaceutica metterà a disposizione ogni
trattamento da 12 settimane per 50 mila euro e poi, via via che aumenterà il numero di dosi acquistate dalle
Regioni, restituirà una parte sempre più consistente del denaro. Sono previste tre o quattro fasce di sconto,
l'ultima permetterà di pagare il Sovaldi poche migliaia di euro. Quando saranno state acquistate tutte le
50mila dosi, la media del costo per un paziente si aggirerà trai 20ei 30mila euro. Potrebbe così bastare a
pagare Gilead il miliardo di euro in due anni messo nella legge di Stabilità dal ministro della Salute Lorenzin e
preso dal fondo sanitario nazionale.
L'arrivo del sofosbuvir in Italia è una grande conquista ma ci sono ancora scogli da superare.
Alcune Regioni sono indietro. «Lazio e Lombardia sono partite con la somministrazione ma altre realtà
devono ancora individuare i centri epatologici che seguiranno i pazienti. C'è addirittura qualcuno che ha
ridotto il numero di queste strutture. Se per fine gennaio non saranno partite tutte per bene ci arrabbieremo».
A parlare è Ivan Gardini, il presidente di EpaC, che con i suo 10mila iscritti è l'associazione di malati più
grande. Riguardo al modo in cui vengono selezionati i primi pazienti non ha niente da ridire: «Aifa ha
individuato i più gravi. Ma c'è comunque una corsa al farmaco, ci contattano persone che vogliono sapere se
rientrano nelle categorie che avranno il Sovaldi. E qualcuno ci ha chiesto informazioni su eventuali azioni
giudiziarie da intraprendere per avere il medicinale. Noi diciamo che per ora tocca a chi sta peggio ma più
avanti bisogna aprire a tutti.
Non ci dimentichiamo che tra sei mesi arriveranno nuovi farmaci simili al sofosbuvire molto efficaci. A quel
punto, grazie alla concorrena, la cura dovrà essere dataa chiunque, non soloa 50 mila malati: devono togliere
le limitazioni di accesso».
Antivirale che inibisce enzima essenziale per la replicazione del virus Sotto forma di compresse, può essere
utilizzato solo per trattare la malattia cronica nei pazienti adulti Secondo gli studi scientiÞci ha successo in più
del 90% dei casi 6 dicembre 2013 approvazione negli Usa 18 gennaio 2014 approvazione in Europa da parte
di Ema
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015
11
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
LA SCIENZA
09/01/2015
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 1
(diffusione:556325, tiratura:710716)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
5 dicembre 2014 in Gazzetta U!ciale viene riportata la determina Aifa che Þssa il prezzo per l'Italia
mila euro il prezzo di partenza di un ciclo di cura in Italia
il costo medio di un ciclo di cura (se l'Italia tratterà 50 mila pazienti)
Il farmaco
50
20- 30
Nel mondo
12
130- 210
21
I malati in Italia
10
4-500
32
70-80
50
33 (stime) Sofosbuvir (nome commerciale: Sovaldi) mila euro le settimane di terapia per ciascun paziente
1milione il totale (compresi i casi non diagnosticati) mila i casi diagnosticati mila i pazienti in condizioni
peggiori milioni il totale milioni nell'area mediterranea 9milioni in Europa milioni in Sud America milioni in
Africa milioni nel Sud-est asiatico mila le persone alle quali verrà dato il nuovo farmaco Il contaggio Avviene
per contatto con sangue infetto Intrafamiliare (scambio di spazzolini, rasoi ecc.) Trattamenti estetici
Trattamenti odontoiatrici Interventi chirurgici, endoscopie, dialisi Tatuaggi e piercing Emotrasfusioni, uso di
droghe per endovena Rapporti sessuali non protetti
La malattia L'epatite C è un'inÞammazione del fegato causata dall'hepacivirus (Hcv) che provoca la morte
delle cellule epatiche.
Può danneggiare gravemente l'organo e provocare complicanze (insu!cienza epatica, cirrosi, tumore) e
rendere necessario il trapianto
PER SAPERNE DI PIÙ www.agenziafarmaco.gov.it www.repubblica.it
09/01/2015
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 42
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Fracking Se l'America ferma le trivelle
New York dice basta alla tecnica di estrazione del gas dalle rocce che ha rivoluzionato il mercato: "Troppi
rischi per la salute dei cittadini" Gli ambientalisti plaudono ma la lobby delle energie fossili non si arrende
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE FEDERICO RAMPINI
NOT In My Backyard, Nimby: non nel cortile di casa mia. È uno slogan antico, divenne celebre nelle prime
battaglie contro le centrali nucleari, post-Cernobyl. Ora descrive una vittoria degli ambientalisti americani.
Una svolta storica, secondo alcuni di loro. Poco prima di Natale il governatore dello Stato di New York,
Andrew Cuomo, ha sposato il principio Nimby applicandolo al fracking. Dietro questa parola si cela una delle
rivoluzioni tecnologiche che hanno trasformato profondamente gli scenari energetici del pianeta, provocando
una sovrabbondanza di energie fossili e contribuendo al crollo dei prezzi. Fracking, sta per "hydraulic
fracturing". È la tecnica, relativamente recente perché diffusa solo da pochi anni, che pompa grandi quantità
di acqua, solventi chimici e sabbia in profondità e ad altissima pressione, per separare gas naturalee petrolio
dalle rocce.È anche grazie al fracking, che oggi l'America ha conquistato il primato mondiale nella produzione
di gas sorpassando la Russia, ed è vicina a superare l'Arabia saudita nel petrolio. Tutto il contro-shock
petrolifero attuale, con ripercussioni globali che sconvolgono i rapporti di forze tra produttori e consumatori,
impoveriscono molti paesi emergenti fino al rischio di default, ha le sue origini in una rivoluzione tecnologica
made in Usa.
E il fracking è una creatura di questa rivoluzione.
Il fracking è legale in altri Stati Usa dal Texas alla Pennsylvania, quest'ultima confinante con New York. Ma lo
stop di Cuomo può avere conseguenze enormi. New York è il primo grande Stato degli Usa a vietare questo
tipo di estrazione, pur in presenza di vasti giacimenti sfruttabili. Cuomo ha atteso anni prima di prendere
questa decisione, strattonato da una parte e dall'altra: la lobby petrolifera ha investito grandi risorse per
convincere il governatore, gli ambientalisti hanno mobilitato manifestazioni di massa. Sul fronte anti-fracking
si sono schierate anche le star, la più influente in questo caso è l'attore Mark Ruffalo di origini italoamericane. Reso celebre nella parte dell'Incredibile Hulk, molto amato dai newyorchesi per le sue radici
locali, Ruffalo ha casa vicino al fiume Delaware, in quell'area dello Stato che era proprio il bersaglio per le
nuove estrazioni. Sul fronte profracking c'erano invece (oltre agli industriali e ai repubblicani) alcune comunità
locali, al confine con la Pennsylvania, che sono tra le aree più povere dello Stato di New York e speravano di
vedere affluire la "ricchezza fossile" promessa dalle multinazionali.
Alla fine Cuomo ha dato l'ultima parola agli scienziati. In particolare al suo ministro della Sanità, già docente
universitario di medicina, il professor Howard Zucker. «Dopo anni di ricerche - dice Zucker - i rapporti
conclusivi degli esperti parlano chiaro. Il fracking comporta rischi significativi per la salute dei cittadini».
Contaminazione delle falde acquifere. Inquinamento dell'aria.
E infine le discariche di detritie residui generati da questa tecnica di estrazione. «Vorreste vivere - è la
domanda che lancia Zucker - in una zona sono dove sono in corso attività di fracking? La mia risposta è no.
Non possiamo permetterci errori. I pericoli sono troppo grandi, e in parte tuttora sconosciuti». Cuomo non ha
avuto esitazioni: «Io non sono uno scienziato. Questo è il parere degli esperti, e lo rispetto».
Un altro tipo di rischio, è stato confermato pochi giorni dopo la decisione presa dal governatore di New York.
Stavolta nell'Ohio: lì i geologi hanno definitivamente stabilito che c'è un legame diretto fra una serie di piccoli
terremoti locali,e le operazioni di fracking in corso nel sottosuolo. Il risultato della ricerca è stato appena
pubblicato sulla rivista scientifica The Bulletin of the Seismological Society of America .
Una delle più potenti organizzazioni ambientaliste degli Stati Uniti, il Sierra Club californiano,è convinto che
da New York possa iniziare una svolta. «È una vittoria - dice il direttore del Sierra Club Michael Brune-e ora
Cuomo con la sua decisione esercita di fatto una pressione enorme sui governatori di altri Stati, perché a loro
volta proteggano la salute dei propri cittadini».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
R2
09/01/2015
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 42
(diffusione:556325, tiratura:710716)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
La lobby delle energie fossili non si dà per vinta. Una controffensiva è già in atto dall'altra parte degli Stati
Uniti. In Colorado, di fronte a una serie di piccole iniziative locali da parte di sindaci che hanno messo al
bando il fracking, è partita una formidabile reazione legale.I colossi energetici stanno facendo causa alle
cittadine del Colorado, una per una, denunciandole per "esproprio di diritti acquisiti". Esibendo le proprie
licenze di estrazione, le aziende petrolifere chiedono indennizzi tali da affondare le finanze locali.
Alle tesi anti-fracking risponde Tisha Schuller, che è la presidente dell'associazione confindustriale di
categoria, la Colorado Oil and Gas Association. «Questi ambientalisti - dice la Schuller - hanno un'agenda
radicale che escluderebbe qualsiasi estrazione di petrolio e gas, anche se la nostra economia continua a
consumare grandi quantità di petrolioe gas». La sua posizione non è del tutto infondata.
Barack Obama disse qualcosa di simile agli europei, in occasione del suo ultimo viaggio a Bruxelles nel
marzo scorso. Si era nella fase di massima tensione con la Russia per la crisi ucraina, e l'Europa occidentale
viveva nell'incubo di una rappresaglia di Vladimir Putin sulle forniture di gas. «Nel campo energetico - disse
Obama agli europei - bisogna rivedere le proprie strategie e confrontarle con la realtà. A volte occorre fare
scelte dolorose». Un pudico accenno al fatto che il sottosuolo europeo ha riserve inutilizzate, che potrebbero
essere disponibili usando il fracking. Solo l'Inghilterra fa un ricorso, peraltro limitato, a questa tecnica.
In Germania è appena iniziato un dibattito politico sul tema.
Nimby, non nel mio cortile di casa, resta lo slogan favorito dagli europei. Il risultato è che l'energia viene
estratta nel cortile di casa del vicino: Russia, Medio Oriente, Nordafrica. Obama ha voluto sottolineare i
vantaggi che l'America ricava dalla sua crescente indipendenza energetica. Inoltre il presidente americano
considera il gas naturale - anche quello estratto col fracking- come un'energia fossile "di transizione", meno
inquinante del carbone come combustibile delle centrali elettriche. Ora tutte le variabili economiche nel
settore energetico sono sconvolte. Con il greggio che ha perso 55% del suo valore in sei mesi, il contro-shock
sta cambiando molte cose. Sono in serie difficoltà i petro-Stati, dalla Russia all'Iran, dal Venezuela al
Messico. Alcune aziende energetiche Usa già cominciano ad avvertire stress finanziari, le più deboli rischiano
la bancarotta. Potrebbe avvicinarsi la fine del miracolo economico anche per i petro-Stati Usa: Texas, North
Dakota, Alaska. All'origine di tutto vi fu anche quel boom di offerta, creato dal fracking.
L'estrazione dello "Shale Gas" e dello " Shale Oil" Il pozzo viene perforato orizzontalmente tra i 914 e i
1.524 metri Nella perforazione si inserisce un tubo rivestito di cemento Vengono fatte esplodere delle cariche
all'interno di un perforatore creando piccoli fori nello scisto Un mix di acqua, sabbia e sostanze chimiche
viene pompato nel pozzo al ritmo di 15.900 litri al minuto Il ßuido provoca tante piccole fessure nello scisto
liberando il gas che può così risalire in superÞcie r garage La fratturazione idraulica Il processo coinvolge
migliaia di litri di acqua, sabbia e prodotti chimici iniettati ad alta pressione Þno a 3.000 metri sotto la
superÞcie deposito deposito pozzo d'acqua pozzo gasdotto La sabbia tiene le fessure aperte Il gas naturale o
il petrolio ßuisce dalle fessure al pozzo Il gas esce dal pozzo e viene immagazzinato Roccia profonda La
pressione di liquido, sabbia e prodotti chimici nella fessura della roccia provoca la fuoriuscita del gas fessure
pozzo Un camion inietta nel pozzo acqua mista a sabbia
09/01/2015
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 27
(diffusione:556325, tiratura:710716)
"Risorse limitate e scelte necessarie questa è una cura rivoluzionaria"*
ROMA. Mario Rizzetto è ordinario di gastroenterologia a Torino e primario alle Molinette.
Come si fa a dire a un malato di epatite C che non può avere subito il farmaco? «Dal punto di vista etico è
molto difficile spiegare a un paziente che prima deve aggravarsi.
Il punto però è che le risorse sono limitate e Aifa non poteva fare altrimenti. Vanno fatte delle scelte edè
logico assicurare la curaa chi ha la patologia in fase più avanzata. Partiamo così, poi spero che, con l'entrata
sul mercato di concorrenti del sofosbuvir , si allarghi il numero dei trattati». Come funziona la cura? «Il nuovo
farmaco deve essere associato a un altro farmaco. Oggi in Italia possiamo usare l'interferone, che però si
inietta e soprattutto può dare vari effetti collaterali. Aspettiamo l'autorizzazione a giorni di nuove molecole da
usare insieme al sofosbuvir . Rispetto agli Stati Uniti a la nostra cura è già obsoleta. Ma speriamo di risolvere
presto il problema».
Si aspettava una rivoluzione del genere nella cura dell'epatite C? «È eccezionale quello cheè successo. Ci
siamo arrivati per gradi ma negli ultimi anni la ricerca è esplosa. La corsa frenetica dei produttori ci darà vari
farmaci che hanno oltre il 90% per cento di efficacia. Fino a poco fa con l'interferone e i suoi effetti collaterali
si stava sotto il 40».
(mi.bo.)
Foto: IL PRIMARIO Mario Rizzetto, primario di Gastroenterologia alle Molinette di Torino
Foto: Con l'entrata sul mercato dei concorrenti speriamo che si allarghi il numero dei trattati
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015
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L'INTERVISTA / MARIO RIZZETTO, EPATOLOGO
09/01/2015
La Repubblica - Ed. nazionale
Pag. 59
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Il doping in parlamento "Coni lasci i controlli"
ROMA. Il Coni deve lasciare la gestione dell'antidoping ad un ente veramente terzo per uscire finalmente
dall'evidente conflitto di interessi (controllatocontrollore) e dall'inerzia che ha reso vana fin qui la lotta alla
farmacia proibita, come provano gli scandali recenti. Lo vuole la legge 376 del 2000 e lo ribadisce una
interrogazione parlamentare urgente al Presidente del consiglio Renzi e al ministro della Salute Lorenzin
presentata ieri mattina dal deputato del PD Paolo Cova. «Vogliamo sapere perché la Commissione di
vigilanza non ha mai affrontato il tema del conflitto di interessi del Coni e perché controlla solo i giovani e i
settori amatoriali, e non anche gli atleti professionisti. Chiediamo l'istituzione di un organismo indipendente
come nella maggior parte dell'Europa».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015
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R2 SPORT / IL CASO
09/01/2015
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 21
(diffusione:105812, tiratura:151233)
Germania. Un infermiere confessa: «Ho ucciso almeno trenta pazienti»
L'uomo iniettava ai malati un farmaco cardiovascolare per poi tentare di salvarli
Un ha ammesso di aver ucciso 30 dei suoi pazienti mentre lavorava all'ospedale di Delmenhorst, nel nord
della Germania, tra il 2003 e il 2005. Come l'uomo ha raccontato allo psichiatra Konstantin Karyofilis, iniettava
ai pazienti un farmaco cardiovascolare in modo da indurre un'emergenza medica che avrebbe richiesto il suo
intervento per rianimarli. In 30 sono morti mentre altri 60 sono sopravvissuti, ha affermato l'infermiere,
identificato solo come Niels H., dicendosi «completamente responsabile» per queste ma non per altre morti.
Allo psichiatra l'uomo ha espresso la sua profonda «vergogna», riconoscendo di aver inflitto grandi
sofferenze ai parenti delle vittime. Secondo l'accusa, l'uomo voleva così guadagnarsi l'ammirazione dei
colleghi e il gratitudine dei familiari dei pazienti. L'ammissione, riferisce il Guardian , ha colto di sorpresa la
stessa procura, dal momento che finora Niels H. aveva respinto ogni accusa e le prove dimostravano la sua
responsabilità solo per 12 morti. L'uomo, che nel tempo libero prestava anche servizio come paramedico, sta
già scontando una pena a 7 anni e mezzo di carcere per tentato omicidio dopo essere stato scoperto a
somministrare un overdose a un paziente nel 2008.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015
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AGORA`SETTE
09/01/2015
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 25
(diffusione:105812, tiratura:151233)
Gruppo Zegna, benessere a misura di dipendenti
Iniziative e convenzioni per favorire la famiglia, la salute e l'armonia tra il lavoro e la vita privata
Maurizio Carucci
Un welfare di stile. E non poteva essere altrimenti al gruppo Ermenegildo Zegna, marchio della sartoria
maschile di lusso conosciuto in tutto il mondo. Nel 2010, in occasione del centenario dell'azienda, nasce
infatti My Zegna World, il programma dedicato ai dipendenti. Ben strutturato fin dall'inizio su servizi, iniziative
e consulenze per conciliare gli impegni di lavoro con le incombenze della vita personale, il progetto si è
arricchito nel tempo - grazie alla costante collaborazione con Eudaimon - di nuove opportunità in risposta alle
diverse esigenze dei collaboratori. Le iniziative sono pensate in favore di: salute, famiglia e benessere;
bilanciamento lavoro e vita privata; soluzioni ai piccoli problemi della routine quotidiana. Si va da una rete di
partner convenzionati con offerte di prodotti e servizi a condizioni agevolate. A convenzioni con strutture
mediche e cliniche private accreditate, oltre a campagne di prevenzione e visite mediche in azienda.
Consulenza personale, legale e fiscale con professionisti specializzati e familiari. Oltre a campus estivi per
bambini e ragazzi all'Oasi Zegna. «La nostra missione - spiega Cesare Concina, responsabile Area
Operations Eudaimon - è quella di affiancare aziende come Ermenegildo Zegna nel costruire un percorso
strutturato di welfare che sia capace di soddisfare le esigenze e i bisogni della popolazione aziendale, senza
trascurare l'efficacia ed efficienza economica dell'investimento. Sul fronte della conciliazione famiglia-lavoro
la sfida più grande è riuscire ad adeguare, nel tempo, l'offerta di servizi e soluzioni rispetto alle mutate
esigenze delle persone; sull'orizzonte di cinque anni, per esempio, i bisogni in chiave di welfare dei
dipendenti di una determinata realtà aziendale possono mutare radicalmente. Il monitoraggio continuo sul
crescente gradimento delle iniziative proposte, e sulle aspettative future, è stato inoltre una delle mosse di
successo che hanno guidato, e continuano a guidare, l'implementazione costante del progetto My Zegna
World».
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015
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indice positivo
09/01/2015
Il Mattino - Ed. nazionale
Pag. 35
(diffusione:79573, tiratura:108314)
Dario Sautto
Torre Annunziata. Non si fermano le attività investigative sulla doppia inchiesta per corruzione che vede
coinvolto l'imprenditore farmaceutico Nazario Matachione. Su richiesta dei pm Henry John Woodcock e
Celeste Carrano, i carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata, guidati dal maggiore Leonardo
Acquaro, hanno dato esecuzione ad un mandato di perquisizione finalizzato all'acquisizione di atti presso lo
studio di Vincenzo Sica. Un atto «normale» ai fini delle indagini, che non coinvolge in prima persona il noto
commercialista di Torre Annunziata.
Infatti, Vincenzo Sica - già assessore nella sua città e per pochi mesi anche a Pompei - non risulta indagato,
anche se il suo nome compare nell'ampio fascicolo d'inchiesta, solo perché avrebbe fatto parte della
«spedizione» (mai avvenuta) che a fine ottobre 2014 avrebbe portato Matachione in Brasile per concludere
l'acquisizione di una «fazenda». Proprio in virtù di quel viaggio, la Procura di Napoli chiese l'arresto di
Matachione «per imminente pericolo di fuga», pericolo che il gip Dario Gallo ravvisò, firmando
immediatamente l'ordine di carcerazione eseguito il 14 ottobre. A distanza di 8 giorni, però, Matachione fu
raggiunto nel carcere Salvia di Poggioreale da una seconda ordinanza di custodia cautelare, che l'ha tenuto
dietro le sbarre fino allo scorso 22 dicembre, quando lo stesso giudice per le indagini preliminari ha accolto la
richiesta di scarcerazione formulata dagli avvocati Elio D'Aquino e Domenico Ciruzzi, concedendo il beneficio
degli arresti domiciliari al «re dei farmacisti». Se la prima ordinanza - quella relativa ai presunti favori agli
ufficiali delle fiamme gialle - era stata annullata in sede di Riesame, per quanto riguarda le accuse contenute
nel secondo provvedimento restrittivo prima di Natale i due legali dell'imprenditore originario di Torre del
Greco fecero leva su una recente sentenza di Cassazione e dimostrarono al gip di Napoli come Matachione
non sia mai stato «destinatario di atti contrari ai doveri d'ufficio» e che, dunque, non fosse necessaria la
detenzione in carcere per un reato, quello di corruzione impropria, che prevede una pena massima inferiore
ai 5 anni.
Le indagini, però, proseguono. La tesi accusatoria, formulata anche grazie ad un interrogatorio dell'ex moglie
Maria Palomba, vedrebbe Matachione al centro di un giro di corruzione, fatto di viaggi all'estero, crociere e
costosi orologi regalati ad ufficiali della guardia di finanza e funzionari regionali, al fine di ottenere favori in
cambio, come controlli addomesticati e autorizzazioni facilitate.
E per dimostrare questa tesi, gli inquirenti hanno chiesto l'acquisizione di documentazione contabile in
possesso del commercialista Sica. Per questo motivo, in due diversi momenti, i carabinieri si sono recati
presso lo studio del noto professionista oplontino, acquisendo atti relativi alla «Matachione Group», nonché le
dichiarazioni dello stesso «re dei farmacisti».
Tra gli indagati nel primo filone d'indagine figurano i nomi dei due colonnelli della finanza, Fabio Mendella e
Fabrizio Giaccone, nonché Umberto Celentano, il funzionario regionale del settore Sanità accusato, tra l'altro,
di aver fatto da tramite per conto di Matachione al fine di far arrivare in anticipo ad uno studente di Torre
Annunziata (figlio di un medico) i test di ammissione alla facoltà di Farmacia della Federico II di Napoli. Su
questo fronte, in particolare, le indagini restano top-secret, poiché una minima fuga di notizie potrebbe
pregiudicare l'esito dell'inchiesta.
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015
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Matachione, perquisito lo studio del commercialista
09/01/2015
ItaliaOggi
Pag. 14
(diffusione:88538, tiratura:156000)
In Madagascar tornano a coltivare il ricino
Ad Ambory, villaggio nella regione di Androy, nell'estremo Sud del Madagascar, colpita dalla siccità,
cominciano a vedersi i frutti della coltivazione del ricino. Il suo rilancio è la strada per assicurare un reddito
alla popolazione locale e sconfiggere la loro fame. Cinque telefoni cellulari e quattro biciclette sono comparsi
in paese. L'insicurezza alimentare colpisce 8 milioni di malgasci (il 36% della popolazione): sono 600 mila
nella regione di Androy, la più colpita, all'incirca l'83% della popolazione locale. Nel 2013, una ventina di
contadini del villaggio hanno deciso di rilanciare, con il supporto di Giz, un'agenzia tedesca di cooperazione
internazionale, la coltivazione di questa pianta dalla quale viene estratto l'olio utilizzato in farmacia, cosmetica
e industria. Da 70 anni circa, Androy ha costruito la sua fama sulla pianta di ricino. Il Madagascar ne è stato
uno dei più grandi esportatori durante il periodo coloniale», ha detto Claudia Maier, responsabile del progetto
Giz che sta cercando di sviluppare attività capaci di generare reddito per lottare contro la fame. E questa
pianta offre il vantaggio di una fonte di reddito durante il periodo di magra. Oggi, grazie ai proventi derivanti
dalla vendita di semi di ricino, gli abitanti di Ambory possono in questo periodo difficile, comprare alimenti di
base: riso, manioca, fagioli e persino polli, tacchini e capre. «Con il ricino, abbiamo raddoppiato la nostra
zona di produzione» ha detto Fanahia, 40 anni, capo del villaggio. La cooperazione con Giz ha permesso loro
di migliorare le tecniche di coltivazione e di acquisire sementi che pagano con i semi. Durante il primo anno
del programma di rilancio del ricino, che mira a togliere dall'insicurezza alimentare 6 mila famiglie (30 mila
persone) nella regione dell'Androy, Giz ha utilizzato sementi ibride importate. Nel 2015, gli agricoltori
potranno acquistare un'altra varietà di semi che saranno riutilizzati in più cicli di coltura. Inoltre, con l'Ong
francese Gret è stata messo a punto una produzione di sementi locali. E grazie a questa diversità genetica, le
piante sono più adatte alle coltivazione locale garantendo un raccolto più ricco: 700 chilogrammi di semi per
ettaro contro 250 chilogrammi delle piante tradizionali. Prima di iniziare la produzione, Giz si è assicurato di
trovare uno sbocco per i raccolti. «Il nostro obiettivo è quello di creare per i coltivatori una sicura fonte di
reddito. Ci impegniamo per poter sviluppare catene di valore, portando gli acquirenti ai produttori», ha
affermato Claudia Maier. L'agenzia tedesca lavora con due aziende locali: Philéol, che vende olio di ricino sul
mercato francese come lubrificante e componente di pittura, e Taza industriale, che produce olii medici e
cosmetici per il mercato regionale e nazionale. © Riproduzione riservata
Foto: Coltivazione di ricino nel villaggio d'Ambory in Madagascar
Foto: Le due pagine di «Estero - Le notizie mai lette in Italia» sono a cura di Sabina Rodi
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015
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Per sconfiggere la fame. Abbandonato dai colonizzatori
09/01/2015
Il Venerdi di Repubblica - N.1399 - 9 gennaio 2015
Pag. 35
(diffusione:687955, tiratura:539384)
la tac h 24 taglia le code ma nelle asl è una rarità
Claudio Visani
BoLoGNA. Con la crisi gli italiani si curano meno. Secondo Cittadinanzattiva, nell'ultimo anno la spesa
sanitaria procapite per la salute è scesa da 491 a 458 euro e le famiglie hanno rinunciato a 6,9 milioni di
prestazioni mediche. E mentre la spesa sanitaria pubblica negli ultimi sei anni è rimasta invariata, l'esborso
delle famiglie è cresciuto del 10 per cento per cento. Colpa, da un lato, dell'aumento dei ticket e, dall'altro,
dell'allungamento dei tempi di attesa per visite ed esami specialistici. Oggi servono mediamente due anni di
attesa per un'ernia del disco, un anno per una protesi al ginocchio, 8 mesi per una cataratta, 20 per una visita
psichiatrica. Tra il 2012 e il 2013 l'attesa per un elettrocardiogramma da 6 a 9 mesi, per una risonanza
magnetica da 8 a 9 mesi, per una Tac da 6 a 12 mesi. Così, con la forbice tra prestazioni mutuabili e a
pagamento che si restringe e le liste di attesa che si allargano, è cominciata la fuga dalla sanità pubblica a
vantaggio di quella privata. Per il Censis, tra il 2005 e il 2012 gli italiani che pagano per intero gli esami del
sangue sono cresciuti del 74 per cento. Per gli accertamenti diagnostici l'aumento è del 19, mentre ben il 41,3
si paga le visite specialistiche. Aumenta la mobilità sanitaria, con più di 800 mila pazienti l'anno. Premia
cinque regioni del Centronord (Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Veneto e Toscana) e vale quattro miliardi.
Per i ricoveri ci si sposta in cerca della sanità migliore; per la specialistica per fare prima. «Ci sono regioni
che usano le macchine 7 giorni su 7, per 12 e più ore al giorno, e altre dove Tac e Risonanze si fanno solo 6
ore al mattino dei giorni feriali» dice Stefano Cecconi, responsabile sanità Cgil. «Poi ci sono i tagli e il blocco
del turn-over: un solo nuovo assunto per ogni quattro uscite». Incidono anche la «medicina difensiva»
(prescrizioni non appropriate o superue, che costano 10 miliardi l'anno) e le prestazioni nelle strutture
pubbliche ma in libera professione (che spesso passano avanti a quelle pubbliche). magoeconomica
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015
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italia
09/01/2015
Il Venerdi di Repubblica - N.1399 - 9 gennaio 2015
Pag. 50
(diffusione:687955, tiratura:539384)
per i piccoli malati un cuore artificiale di undici grammi
Alex Saragosa
Per i quattromila bambini che ogni anno in Italia vengono ricoverati per gravi malattie cardiache, presto ci
sarà un'opzione terapeutica in più: un cuore artificiale che consentirà loro di vivere a casa, in attesa del
trapianto. Mentre per gli adulti esistono già tre modelli di cuore artificiale interni che permettono di condurre
una vita quasi normale, per i piccoli con le malattie cardiache più gravi l'unica alternativa in attesa del
trapianto è stato finora un cuore artificiale esterno del peso di 40 chili, che obbliga a vivere in ospedale. Ora,
grazie al contributo di 300 mila clienti Conad, l'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma ha ricevuto
861.628 euro, usati per collaborare con il cardiologo americano Robert Jarvik al completamento di un cuore
artificiale interno per i più piccoli del peso di 11 grammi, e di uno per gli adolescenti, da 40 grammi: un lavoro
che ha richiesto in tutto 50 milioni di dollari. «Un cuore artificiale è una pompa elettromeccanica che svolge la
funzione del ventricolo sinistro» spiega Antonio Amodeo, responsabile di Assistenza meccanica
cardiorespiratoria del Bambino Gesù. «Questo ventricolo è quello che spinge in tutto il corpo il sangue
ossigenato proveniente dai polmoni ed è quasi sempre il più danneggiato nelle malattie cardiache. Nei
modelli per adulti il rotore della pompa compie novemila giri al minuto, ma in un modello per bambini, che ha
un diametro molto più piccolo, i giri al minuto devono salire a 30 mila, il che rischia di danneggiare i
componenti del sangue. Perciò, da anni, lavoriamo con Jarvik a individuare pale di forma efcace e innocua
per il sangue anche a un altissimo numero di giri. Un prototipo di questo cuore l'avevamo usato in un caso di
emergenza nel 2012, ma ora, entro il 2015, i primi modelli dovrebbero entrare nell'uso clinico». Si tratterà
comunque sempre di una soluzione temporanea, in attesa di un cuore per il trapianto. «Vivere con un cuore
artificiale non è facile. Occorre assumere in continuazione farmaci anticoagulanti, perché il sangue, a contatto
con le parti artificiali del cuore, tende a coagulare. Quindi c'è sempre il rischio di emorragie, per gli
anticoagulanti, o ictus, per i coaguli di sangue. Inoltre c'è il problema della ricarica delle batterie: non
esistendo ancora modelli con carica a induzione dall'esterno, serve un cavo addominale o uno spinotto dietro
l'orecchio, con rischio di infezioni»». Meglio il trapianto, quindi, anche se ha i suoi problemi, anzitutto la
scarsità di organi disponibili. «Inoltre un trapianto comporta l'assunzione a vita di farmaci antirigetto, che
abbassano le difese immunitarie». Ma arriverà mai una cura risolutiva per il cuore malato di questi bambini?
«Forse sì. Il finanziamento ricevuto da Conad andrà anche a una linea di ricerca che stiamo portando avanti
con il policlinico Umberto I e l'Università Cattolica di Roma: riparare il cuore usando le cellule staminali. L'idea
è questa: quando si impianta un cuore artificiale si prelevano cellule staminali cardiache, si fanno moltiplicare
e poi si reimmettono nel cuore nei punti danneggiati, così che lo riparino fino a permettergli di fare a meno
dell'aiuto artificiale. Le prove su animali hanno dato risultati positivi. Presto cominceremo i test clinici e credo
che, entro dieci anni, questa sarà una cura di routine». shutterstock
Foto: A destra, il cuore artifciale per bambini e una sala operatoria
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
scienze
09/01/2015
Il Venerdi di Repubblica - N.1399 - 9 gennaio 2015
Pag. 50
(diffusione:687955, tiratura:539384)
NANO NOTIZIE
l'ormone che lega obesità e ipertensione Uno studio pubblicato sulla rivista Cell da ricercatori della Monash
University in Melbourne, Australia, e dell'Università di Cambridge, analizza il legame tra obesità e pressione
alta. La chiave di tutto sarebbe l'ormone leptina, presente in livelli maggiori nelle persone sovrappeso.
Secreto dalle cellule adipose, la leptina agisce sul cervello facendo aumentare la pressione sanguigna.
Bloccandone l'azione, o rimuovendo i recettori di questo ormone, sarebbe possibile ridurre l'ipertensione
legata ai chili di troppo. i chili in più fanno male. soprattutto ai giovani L'obesità fa scendere l'aspettativa di
vita anche di otto anni e ne compromette la qualità, riducendo il tempo vissuto in buona salute. Lo dice una
ricerca svolta da ricercatori di tre Università del Canada pubblicata sulla rivista The Lancet Diabetes &
Endocrinology . Chi è obeso corre un rischio maggiore di sviluppare diabete di tipo 2 e malattie
cardiovascolari, tra cui infarto e ictus. E quanto più è giovane quando ingrassa, tanto peggiore sarà l'efetto
sulla salute. apnee nell'infanzia e adolescenza sovrappeso I bambini che sofrono di problemi respiratori
legati al sonno, come le apnee ostruttive, e di mancanza cronica di riposo notturno hanno un rischio doppio di
diventare obesi nell'adolescenza. È il calcolo di uno studio su circa duemila bambini svolto dall'Albert Einstein
College of Medicine della Yeshiva University di New York e pubblicato su The Journal of Pediatrics . La
buona notizia è che entrambi i problemi del sonno possono essere curati. (simona regina)
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
scienze
09/01/2015
L'Espresso - N.2 - 15 gennaio 2015
Pag. 88
(diffusione:369755, tiratura:500452)
Miracle RAY
Si chiama radiologia interventistica. E cura cancro, patologie vascolari e ortopediche, tiroide e diabete. Con
raggi, sonde, ultrasuoni e cateteri. Così
AGNESE CODIGNOLA
Un'accòlita di carbonari. Di giovani che si danno da fare per avere il loro quarto d'ora di notorietà, per
acchiappare posti letto, fnanziamenti, personale e tutto il necessario per diventare i baroni di domani. Li
vedono così, quei colleghi che baroni già lo sono, che i posti letto già li hanno e diffdano di una nuova
disciplina . Finendo così per ostacolare il progresso. È una vecchia brutta abitudine radicata da sempre negli
ospedali italiani quella che male accoglie i primi veri grandi exploit della radiologia interventistica, disciplina
sconosciuta ai più, medici di medicina generale compresi, e assente dall'elenco delle specialità. Ma capace
oggi di curare moltissimi pazienti affetti dalle più diverse malattie, consentendo di evitare interventi invasivi, e
di trattare casi un tempo giudicati senza speranza: dall'oncologia alla cardiochirurgia, all'ortopedia, alla
terapia della tiroide. Le prove scientifche ci sono, i casi di persone trattate e guarite con queste tecniche
aumentano, anche nel nostro paese; e già nel 2009 l'Unione europea ha dichiarato che la radiologia
interventistica è una disciplina a sé, che necessita di regole sue e training specifco. Eppure, quando gli
italiani, pochi mesi fa, hanno fondato la Società Italo-Europea di Radiologia Interventistica, subito riconosciuta
dalla consorella Società europea di Radiologia Interventistica, l'hanno fatto tra mille diffcoltà, ostracismi,
boicottaggi da parte di quell'establishment che fatica ad aprirsi alle evoluzioni della medicina moderna,
difendendo rendite di posizione spesso anacronistiche. Nonostante diverse analisi economiche abbiano
ormai mostrato la vera cartina al tornasole del fatto che questa disciplina rappresenta, insieme ad altre, il
futuro: il fume di denaro che sta andando in quella direzione. Secondo un rapporto stilato dall'Istituto
americano Med Market Diligence, tra il 2009 e il 2019 gli investimenti, solo negli Stati Uniti e solo in ambito
oncologico, triplicheranno, arrivando a oltre 27 miliardi di dollari, contro i 7,5 del 2011 e i 12,4 del 2016. Una
montagna di soldi, ma per fare cosa? Spiega Franco Orsi, direttore di uno dei pochissimi reparti di Radiologia
Interventistica d'Italia, quello dell'Istituto Europeo di Oncologia di Milano, e tra i fondatori della nuova Società:
«La radiologia interventistica, avvalendosi di sistemi di imaging sempre più sofsticati, riesce a intervenire in
maniera mininvasiva laddove un tempo si arrivava soltanto aprendo il paziente, e in situazioni nelle quali il
chirurgo tradizionale non può operare perché il rischio è troppo elevato. Per esempio, riesce a eliminare
masse tumorali, o a curare patologie dei vasi o, ancora, a ridurre o eliminare noduli e formazioni benigni che
un tempo andavano asportati per via chirurgica, o a riparare vertebre e dischi. Nei primi anni della sua storia,
veniva impiegata soltanto a scopo palliativo, cioè per arrestare l'evoluzione di una malattia e togliere, quando
possibile, i sintomi dolorosi, ma da tempo non è più così, e oggi è centrale nella cura di moltissime
patologie». Per curare con la radiologia, però, non basta una sola competenza: bisogna infatti sapere
utilizzare tutti gli strumenti diagnostici e terapeutici che impiegano mezzi di contrasto, raggi, ultrasuoni,
cateteri, sonde, protesi; e bisogna avere una buona abilità manuale oltre che una formazione chirurgica.
Stanno così comparendo nuove fgure professionali iperspecializzate e dotate di competenze trasversali a
diverse discipline; nuovi medici che devono essere adeguatamente formati con scuole di specialità e percorsi
formativi oggi assenti. Così come stanno nascendo nuovi reparti ospedalieri, dove il paziente sia seguito dalle
fasi precedenti l'intervento a quelle successive da un team multidisciplinare che lo conosce, lo valuta, decide
come è meglio intervenire e poi spesso lo fa, quando è il caso, in maniera ibrida, cioè unendo diversi approcci
nelle fasi dell'intervento. Gli ambiti nei quali la radiologia interventistica è maggiormente applicata oggi sono
due: quello cardiovascolare e quello oncologico, anche se non sono certo gli unici. Vediamo allora nel
dettaglio le novità. sottili come di vasi del sangue. L'apertura di coronarie e altri vasi tramite i palloncini, il
posizionamento degli stent, la sostituzione delle valvole cardiache attraverso l'arteria femorale sono stati tra i
primi interventi che, a partire dagli anni Ottanta, hanno rivoluzionato la cardiologia, grazie allo straordinario
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Scienze nuove medicine
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potere diagnostico di esami come la coronarografa, l'angio Tac, la Tac unita alla fuoroscopia: non più
aperture del torace, interventi a cuore aperto di 5-6 ore, ma piccole incisioni in una gamba in interventi di
un'ora, con crollo delle complicanze postoperatorie, delle infezioni, dei giorni di degenza, della mortalità. E,
spiega Fabrizio Fanelli, del Dipartimento di Fisiopatologia Cardiovascolare, Anestesia e Chirurgia Generale
del Policlinico Umberto I di Roma: «Oggi, sempre entrando dall'arteria femorale, riusciamo a curare anche le
malattie dei vasi che un tempo si potevano trattare solo chirurgicamente come una parte degli aneurismi e
delle dissezioni dell'aorta, comprese le più complesse e, quando c'è la giusta organizzazione, quelle sulle
quali si deve intervenire in urgenza. Il segreto sta nelle cosiddette endoprotesi, cioè dispositivi che si
introducono tramite l'arteria femorale e che vanno a riparare e sostenere un vaso che sta per rompersi, o che
ha iniziato a farlo. Le endoprotesi, giunte ormai alla terza o quarta generazione, sono realizzate con materiali
biocompatibili, e sovente non richiedono cuciture ma solo un corretto posizionamento. Il paziente resta solo
1-2 giorni, e poi torna a casa, con un rischio minimo di complicanze post chirurgiche». Per capire che cosa
signifchi questa rivoluzione, basta pensare alla personalizzazione degli interventi: tutta l'anatomia della zona
del singolo paziente viene valutata nei minimi particolari, grazie alle straordinarie risoluzioni offerte dagli
esami eseguiti con mezzo di contrasto, e le endoprotesi vengono poi modifcate per la specifca situazione.
Una volta inserito il dispositivo, il paziente viene invitato a effettuare controlli periodici (ogni anno, o più a
seconda dei casi) anche se, teoricamente, nella maggior parte dei casi ha risolto il problema in maniera
defnitiva. Negli ultimi tempi, inoltre, sono stati proposti anche dispositivi che rendono le procedure ancora più
sicure come quelli che chiudono l'arteria femorale dopo l'intervento, atto oggi quasi sempre delegato alla
compressione manuale. Ma è la radiologia interventistica che sta assumendo un ruolo fondamentale anche
nel trattamento di una condizione sempre più diffusa, con l'avanzare dell'età media e delle malattie del
metabolismo legate all'eccesso di peso e alla sedentarietà: il diabete di tipo 2. Ancora Fanelli: «Il diabete
tende a evolvere e a compromettere la circolazione periferica, fno a rendere necessario l'intervento per
trattare le ulcere e poi, spesso, l'amputazione del piede: oggi noi riusciamo, con opportune tecniche, a
ripristinare il microcircolo e a salvare l'arto. E lo stesso si riesce a fare per altre condizioni che mettono a
rischio i vasi piccoli e piccolissimi. Si tratta di procedure ad altissima specializzazione, che hanno però costi
infnitamente minori rispetto a quelli degli interventi tradizionali. Ma soprattutto permettono di evitare molto
spesso le condizioni di invalidità che queste patologie portano con sé». In futuro, poi, con le tecniche di
radiologia interventistica si potrà fare ancora di più: si sta sperimentando la termoablazione (la bruciatura) di
alcune arterie renali per sconfggere l'ipertensione che resiste al trattamento farmacologico, altra condizione
sempre più diffusa, pericolosa e costosa; che spesso conduce a infarti e ictus. E si stanno studiando
interventi per riaprire le arterie laddove siano occluse, sempre con lo scopo di abbassare la pressione; in
particolare si potrà intervenire anche sulle arterie carotidi del collo, che tendono a calcifcare e a chiudersi, e
che possono essere a loro volta rimesse in funzione con uno stent. contro il cancro. La radiologia
interventistica è stata introdotta in oncologia a scopo palliativo, ma oggi sta assumendo sempre più una
funzione terapeutica. Perché a volte bruciare con la radiofrequenza o il calore, o far morire con
l'embolizzazione (l'introduzione di materiale chimico inerte) dei vasi circostanti una massa sorta in un'area
delicata, o diffcile da raggiungere chirurgicamente, può portare a un effetto molto più risolutivo rispetto a ciò
che si può ottenere con un bisturi. Spiega Orsi, che tratta centinaia di pazienti all'anno: «I tumori nei quali
abbiamo raggiunto i maggiori successi sono quelli del fegato, sui quali si interviene ormai molto
precocemente, e che spesso non sono operabili per via chirurgica, quelli del rene, che fno a poco tempo fa
comportavano quasi sempre l'asportazione dell'organo, quelli del polmone sui quali, com'è noto, la chirurgia
tradizionale non è effcace come vorremmo, ed è molto invasiva, quelli del pancreas, anch'essi un tempo
quasi del tutto privi di terapie realmente utili, e quelli delle ossa, tra i più diffcili da operare tradizionalmente,
ma sono in studio anche tecniche per la mammella e per altre sedi». Dati recenti mostrano che oggi questo
tipo di interventi ha spesso un tasso maggiore di successi e porta a una sopravvivenza più lunga, anche su
pazienti considerati non operabili o comunque più a rischio rispetto alla media. Il tutto, anche in questo caso,
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gravato da complicanze postoperatorie, rischio di infezioni ospedaliere, necessità di nuovi ricoveri e mortalità
molto minori. Si riescono poi a trattare tumori che resistono alla radioterapia, e a eseguire biopsie poco
invasive, percutanee, che molto spesso consentono di ridefnire dal punto di vista biologico la natura della
massa. in salvo la tiroide Uno degli ambiti nei quali la termoablazione dà risultati ottimi, evitando il ricorso al
bisturi, è quello dei diffusissimi noduli tiroidei: in un intervento che non lascia segni e che dura poche decine
di minuti, il nodulo, che è di natura spugnosa, viene bruciato; dopo poche ore il paziente viene rimandato a
casa. Il tessuto morto viene riassorbito, e il nodulo tende a scomparire. Un altro settore molto importante, e il
cui destino è di diventarlo sempre più, a causa dell'invecchiamento della popolazione, è quello ortopedico: le
tecniche radiologiche permettono oggi di fare iniezioni di cementi biocompatibili per i crolli vertebrali e per
molti tipi di interventi che richiedono ricostruzioni della colonna un tempo possibili sono con delicatissime,
lunghissime e pericolose operazioni. Foto: Picturetank;pag 88-89: Picturetank, Gallerystock
Mini non sempre è meglio
In medicina non dovrebbero esistere dogmi: neppure quello della mininvasività. Lo sanno bene quei chirurghi
che devono rimediare ai guai causati da un intervento endovascolare eseguito quando non era il caso,
magari su un organo delicato come l'aorta. Spiega Eugenio Neri, chirurgo del reparto di chirurgia del cuore e
dei grossi vasi all'aorta dell'Ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena: «Lo spazio per la radiologia
interventistica è sicuramente in aumento anche per patologie complesse. Tuttavia, specialmente per l'aorta
toracica, l'approccio migliore è quello che deriva da una discussione interdisciplinare: da noi, radiologo e
chirurgo affrontano sempre il caso insieme e decidono la strategia migliore per il malato. Così, talvolta è
preferibile l'approccio endovascolare, talvolta quello chirurgico, in altri casi quello ibrido, che combina i due».
Nell'aorta, spiega ancora il cardiochirurgo, le tecniche endovascolari hanno il vantaggio, soprattutto nel tratto
toracico e addominale, di consentire di evitare operazioni lunghe e a volte molto pericolose. Ma non vi sono
regole fsse, perché il risultato può essere insoddisfacente, soprattutto nelle dissezioni o nelle lesioni di alcuni
punti specifci. Inoltre, a causa della popolarità di alcuni interventi mininvasivi, c'è sempre il rischio che questi
vengano proposti, talvolta in situazioni delicate e complesse, al di fuori di centri dove c'è la corrispondente
chirurgia: situazione che, ipso facto, impedisce una valutazione plurale e rende obbligatorio l'intervento
endovascolare per assenza di alternative. «Purtroppo», conclude Neri: «Capita di dover intervenire su
pazienti operati al di fuori dei centri di chirurgia aortica che ricevono trattamenti non ottimali, e a distanza di
tempo devono essere riconsiderati. Inoltre, a volte le procedure ibride sono utilizzate al posto di quelle
tradizionali per scarsa confdenza con la chirurgia dell'arco aortico, che è una chirurgia sicuramente ad alta
complessità, ma con chiare indicazioni".
Foto: un'équipe medica controlla delle radiografie. a sinistra: ricostruzione di un intervento
Foto: AppArecchiAturA per le terApie con i rAggi
09/01/2015
L'Espresso - N.2 - 15 gennaio 2015
Pag. 122
(diffusione:369755, tiratura:500452)
PauRa e SPeRanza
S. P.
Seducente, ipnotico, denso di dramma. Nel suo nuovo album "Souvenance" (Ecm) Anouar Brahem, il
compositore tunisino e musicista di oud, lo strumento a corde che ha attraversato secoli e culture, elabora le
sue impressioni musicali della Primavera araba. Un lavoro emozionante, nato in un contesto che descrive
così: «Eventi eccezionali che hanno scosso la vita quotidiana di milioni di persone, catapultandole
nell'incertezza di paura, gioia, speranza». Gli undici brani eseguiti con gli archi dell'Orchestra della Svizzera
Italiana interpretano in forma inedita i confitti, e le armonie.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015
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Passioni Musica Passioni Spettacoli
09/01/2015
Panorama - N.2 - 14 gennaio 2015
Pag. 34
(diffusione:446553, tiratura:561533)
Le due nuove sigarette senza fumo
Grazie a una tecnologia innovativa, le «bionde» riscaldano il tabacco, ma non lo bruciano.
Accendini e posacenere diventeranno oggetti del passato. Ma non chiamatele sigarette elettroniche, perché
le nuove «bionde», la iQos appena lanciata da Philip Morris e la Ploom di Japan Tobacco in commercio da un
anno, non utilizzano liquidi come le e-cig bensì tabacco che graziea una tecnologia innovativa viene
riscaldatoe non più bruciato, generando un effetto aerosol che oltre a limitare odori e fumo dovrebbe ridurre i
danni alla salute. Il condizionale, naturalmente, è ancora d'obbligo. «Queste nuove sigarette sembrano
assicurare una riduzione in termini di emissione di sostanze nocive che si attesta tra il 70 e il 90 per cento
rispetto alle sigarette convenzionali» conferma a Panorama Riccardo Polosa, docente di medicina interna
all'Università di Catania e direttore del Centro prevenzione e cura del tabagismo nell'ateneo. «Tuttavia
ricerche indipendenti saranno necessarie per confermare o meno la validità del prodotto e la sua
appartenenza alla categoria a rischio ridotto». Quello che si sa è che le nuove sigarette riscaldano il tabacco
a 300-350 gradi, mentre quelle tradizionali lo bruciano a 800. Resta, però, la nicotina. «La velocità di
assorbimento di questi nuovi prodotti sembra sovrapponibile a quelli convenzionali, quindi la dipendenza da
nicotina parrebbe invariata» sottolinea Polosa. «Ma va considerato che non si muore per la nicotina, bensì
per il cocktail di sostanze tossiche liberate dal processo di combustione del tabacco». (Mikol Belluzzi)
Bocchino Con la sigaretta ploom si aspirano i vapori degli aromi contenuti nelle vapods. Vapods sono capsule
d'alluminio contenenti sei tipi di tabacco. Accensione il tabacco viene riscaldato grazie a una tecnologia
brevettata. Ricarica La sigaretta funziona con una batteria, ricaricabile con cavo usb. Lamina riscaldante
Grazie alla lamina il calore passa alla miscela di tabacco. Foglio di tabacco nella capsula Heatstick,
brevettata da philip Morris, si trova la miscela da riscaldare. Filtro ondulato nella sigaretta iQos il filtro
ondulato raffredda il vapore prodotto. Tubo cavo assicura l'integrità dell'Heatstick dopo l'inserimento.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015
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scenari _frontiere
09/01/2015
Panorama - N.2 - 14 gennaio 2015
Pag. 35
(diffusione:446553, tiratura:561533)
Se il medico protegge solo se stesso
Si chiama «medicina difensiva»: è il moltiplicarsi inutile, invasivo e costoso di esami, accertamenti e indagini
diagnostiche. Eseguiti non per il bene del paziente, ma per tutelare clinici e ospedali da eventuali denunce da
parte dei malati. Questa pratica, però, sta diventando un problema ingestibile. Per il bilancio della sanità .
Giuseppe Bonfiglio vicepresidente dell'Ordine dei medici di Mil
La «medicina difensiva» è uno dei più grossi problemi che abbiamo in sanità: ossia il ricorso a esami, test,
accertamenti, prestazioni che il medico richiede non per tutelare il paziente bensì se stesso, per preservarsi
da richieste di atti risarcitori e denunce. Purtroppo tutto questo si traduce in una spesa che nel 2014 è arrivata
a 13 miliardi di euro, l'equivalente di una manovra finanziaria. Soldi buttati via. Per la medicina difensiva si
spende ormai poco meno di quanto si investe in ricerca. Alla base di questo atteggiamento ipercautelativo c'è
l'aumento di denunce da parte dei pazienti: dal 1998 a oggi le azioni di rivalsa contro i medici sono aumentate
di 4-5 volte. È cambiato il rapporto medico-paziente. Non sempre in peggio, certo, ma oggi il malato ha
aspettative alte, vuole che il medico risolva tutti i problemi, pretende la guarigione. Ma il medico può curare,
non sempre guarire. Ed è difficile da accettare: così se non guarisco è colpa del medico o dell'ospedale, che
diventano il bersaglio di cause e denunce. Le assicurazioni in campo sanitario hanno raggiunto costi in totale
di 500 milioni di euro. E i premi assicurativi sono lievitati: 6-8 mila euro l'anno per un ortopedico, 18 mila per
un chirurgo plastico, 14 mila per un ginecologo (le specialità maggiormente sottoposte ad azioni risarcitorie).
Tanti ospedali hanno scelto l'autoassicurazione, ossia accantonano ogni anno una cifra per coprire potenziali
rischi: 3 milioni di euro l'anno in media per gli ospedali grossi, una cifra non sempre sufficiente e ottenuta
facendo tagli altrove. Da tutto questo, però, il paziente non trae beneficio, al contrario. Se c'è un sospetto di
malattia è giusto fare tutti gli accertamenti necessari. Ma è sempre così? È sempre giustificata una tale
spesa? L'accumulo di raggi X, tac, risonanze magnetiche e altro causa lunghe liste d'attesa e ritardi nel
trattamento terapeutico; senza contare il moltiplicarsi di esami invasivi o sgradevoli, o semplicemente inutili.
Infine: il medico pensa di tutelarsi, ma la medicina difensiva rischia di diventare un boomerang, un elemento
di colpa. Faccio un esempio: se io richiedo quattro risonanze magnetiche e poi mi trovo di fronte al giudice
per una denuncia, quel giudice si chiederà come mai ho fatto fare quattro volte gli stessi esami e non ho
affrontato prima il problema di quel paziente. Perché ho perso tempo prezioso prima di giungere a una
diagnosi e una cura. È un fenomeno di difficile soluzione. Ma che va affrontato. In Italia la spesa globale della
sanità sale di 2,2 punti percentuali l'anno. Nel 2014 è costata 112 miliardi di euro, una cifra impressionante.
Quando si parlerà di tagli alla sanità, i costi inutili della medicina difensiva dovrebbero essere un argomento
centrale.
13 miliardi di euro: è il costo della «medicina difensiva» in Italia nel 2014, equivalente quasi al 10 per cento
della spesa sanitaria e a 0,7 punti di Pil, secondo i calcoli di Guido De Spirt, amministratore delegato di Willis
Italia, leader mondiale nel brokeraggio assicurativo.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015
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l'analisi scenari _frontiere
09/01/2015
Torino7
Pag. 33
il nuovo museo della ceramica
C' giovanna favro
è un nuovo museo che vale la pena di visitare: ha aperto i battenti da pochi giorni a Savona. È nato, grazie
all'impegno e alla collaborazione tra Fondazione A. De Mari e Comune di Savona, il Museo della Ceramica,
ospitato nello spettacolare edificio quattrocentesco del Monte di Pietà, aperto per la prima volta al pubblico
dopo i restauri ed ora collegato all'attigua Pinacoteca Civica, a creare un grande polo museale nel centro
storico.
Il Museo è dedicato alla ceramica ligure, in particolare savonese e albisolese, con un migliaio di opere di
grande pregio e valore artistico, dal XV secolo al contemporaneo, accuratamente selezionate dalle curatrici
Cecilia Chilosi ed Eliana Mattiauda. Il magnifico edificio quattrocentesco del Monte di Pietà, di proprietà della
Fondazione De Mari, fondato nel 1479 dal Papa savonese Sisto IV, è stato restaurato per l'occasione, con un
intervento progettuale mirato da un lato a valorizzare le parti storiche, dall'altro a favorirne una nuova fruibilità
pubblica. Gli spazi restaurati e allestiti su quattro piani sono stati collegati all'adiacente Pinacoteca Civica
ospitata nell'edificio di Palazzo Gavotti con i suoi straordinari dipinti antichi, prima fra tutte la Crocifissione di
Donato de' Bardi, un unicum nel panorama dell'arte rinascimentale, e opere di celebri artisti contemporanei,
come Picasso, Fontana, De Chirico, Magritte e Mirò.
Il Museo della Ceramica è il frutto di una tradizione di oltre sei secoli: vi trovano spazio l'antica vaseria
dell'Ospedale San Paolo e la donazione del Principe Boncompagni Ludovisi, oltre ad opere donate o in
deposito alla Pinacoteca e ceramiche acquistate nel tempo dalla Fondazione De Mari, come il corredo della
farmacia Cavanna, o pezzi tratti dalle edizioni della Biennale della Ceramica. Completano la visita gli
strumenti multimediali realizzati da Paco Lanciano, tra cui la quadrisfera, con una suggestiva narrazione della
storia della ceramica ligure. Al Museo si accede da Palazzo Gavotti, p.zza Chabrol 1-2, e-mail:
[email protected], www.museodellaceramica.savona.it, biglietteria 019 8310256, uffici 019 8310339 /
8310686. Orari: lunedì, martedì, mercoledì 10-13.30, gio., ven., sab. 10-13.30 e 15.30-18.30, domenica 1013.30. Biglietti 6 euro, gratuiti fino a 18 anni e oltre i 65, universitari, portatori di handicap.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015
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in gita a savona
09/01/2015
Corriere della Sera - Sette - N.2 - 9 gennaio 2015
Pag. 57
Si chiama melodia diffusa e vale pi• di una medicina
Lina Sotis
La musica aiuta a vivere e a stare bene. Tanto più quando si è piccoli e malati. Nel 2012, grazie a una
donazione di Francesco Micheli, la musica è entrata nella Terapia intensiva pediatrica dell'Ospedale dei
Bambini Buzzi di Milano. In sintesi, come desiderava tanto Ida Salvo, primario del reparto di anestesia e
rianimazione, per i bambini, i loro genitori e, perché no, per i medici e gli infermieri che li curano, c'è sempre,
ventiquattr'ore su ventiquattro, un leggero sottofondo musicale studiato apposta per allentare lo stress
causato dalle apparecchiature, dai monitor, dai frequenti interventi cruenti necessari per le terapie. La
musica, ci dice la dottoressa Ida, ha un effettivo valore terapeutico, di prevenzione e riabilitazione, e aiuta a
migliorare l'equilibrio e l'armonia psicofisica dei pazienti. Ora, dopo due anni, visto il grande successo
dell'iniziativa, il sogno si allarga. I medici e gli infermieri del Buzzi sperano di sentire quella musica anche
nell'ingresso, negli ambulatori, nei reparti, nelle sale giochi, nelle sale operatorie. Ovunque! Pensate: entrare
in un ospedale ed essere accolti da una melodia. Pensate... cambia, e molto. Quartieri Tranquilli crede nella
causa. Tenterà un totale BuzziMusica. Ci riuscirà? Speriamo di sì, vi faremo sapere. Fate il tifo per noi.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015
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Quartieri Tranquilli
09/01/2015
Corriere della Sera - Sette - N.2 - 9 gennaio 2015
Pag. 68
L'elisir creato in famiglia fra alambicchi e mortai conquista Milano e il
mondo
Una ricetta segreta con 27 erbe e radici (ma altri dicono 40). È iniziata così, alla metà dell'Ottocento, la storia
di una bevanda poi affiancata da altri amari e digestivi: un catalogo che ha fatto la fortuna di un'azienda
diventata oggi "un organismo vivente"
Enrico Mannucci
Un'azienda antica, uno degli stabilimenti che hanno fatto di Milano la capitale operosa del Paese: grande,
imponente, una cattedrale dell'industria come più facilmente capita di vederne in Gran Bretagna. Oggi,
praticamente nel cuore della città: un intero isolato, fra viale Jenner e viale Stelvio, con gli ingressi in via
Resegone. Neppure quando nacque, però, si trovava in una sperduta campagna. Attorno, un'aura di primati.
Nel prodotto, innanzitutto, ma poi anche nella comunicazione connessa. In più, oggi, uno dei rari marchi
italiani con un presidente - e maggior azionista - che non bada solo ai bilanci e alle manovre fnanziarie ma si
propone quasi come maître-à-penser, attento alle flosofe, orientali e no (in più, autore di un libro che
raccoglie le sue idee, Per fare un manager ci vuole un fore, pubblicato da Mondadori, ma di questo parleremo
in seguito). È la Fratelli Branca, nata nel 1845 a opera di Bernardino e dei suoi tre fgli, Luigi, Giuseppe e
Stefano. Viene da Pallanza, il capostipite, è uno speziale autodidatta e si è stabilito a Milano aprendo un
primo laboratorio, quell'anno, in viale di Porta Nuova. È lì che, fra mortai, alambicchi e caldaie di rame,
comincia a produrre e vendere un elisir benefco già ideato e sperimentato in famiglia. Una bevanda che piace
subito ai milanesi e che viene presto affancata da altri amari e digestivi, fno a comporre un catalogo
sterminato, ricostruibile oggi attraverso le etichette: Alchermes, Chartreuse, Menta Verde, Elisir China, Erba
China, Fiori Alpini, Tamarindo, Crema Moka, Vermouth, Dry Gin, Prunella, Anisetta, Maraschino, Vieux
Cognac Superieur... L'anima del commercio. Intanto, sono attenti al mondo, i Branca, e colgono subito
l'importanza di un sistema per incrementare i commerci che arriva da Parigi - e che a lungo manterrà il nome
francese - cioè la pubblicità, la réclame, per ora coi manifesti e sui giornali. Il primo annuncio conservato
nell'archivio della Fratelli Branca risale al 14 febbraio 1865, pubblicato sul quotidiano moderato milanese La
perseveranza. Scrive Giorgio Fioravanti, in un saggio sulla pubblicità Branca all'interno di un bel volume
celebrativo Novare serbando 1845: «In questo annuncio, formato 10x10, si leggono molte cose curiose.
Intanto che il FernetBranca si chiamava soltanto "Fernet" e che era un "rinomato liquore", "febbrifugo,
vermifugo, tonico, corroborante, calefacente, e anti-colerico", in più "sorprendente nel guarire in poche ore
quel malessere prodotto dal 'spleen", patema d'animo', e viene anche citato un presunto inventore: "il dottor
Fernet, svedese, vissuto 104 anni». Quando, nel 1876, esce il primo numero di quello che diverrà il massimo
quotidiano milanese, il Corriere della Sera, le sue pagine ospiteranno da subito molti annunci che
propagandano il Fernet-Branca (la bevanda ha già preso il nome che conserva tuttora), alcuni giocati anche
sulla recrudescenza del colera per mettere in rilievo le proprietà curative della bevanda, con l'uso di
"testimonial", cioè primari di ospedali, per esempio col "certifcato elogiativo" frmato da Padre Nappi, direttore
del Fatebenefratelli. Nel bel museo aziendale (anche questo un primato, visto che la Fratelli Branca si è
dedicata alla conservazione della propria memoria fn dai primi anni) si segue l'evolversi della comunicazione
che ricorre presto a frme illustri per affche e manifesti, da Leonetto Cappiello a Marcello Dudovich.
Fondamentale, poi, è la collaborazione con Leopoldo Metlicovitz, illustre cartellonista triestino, che disegna
l'incisivo marchio aziendale (ne farà anche altri, ad esempio per Ricordi) che compare per la prima volta nel
1893 e viene consacrato sul calendario 1895: l'aquila che sorvola il mondo con la bottiglia fra gli artigli. Nel
1903, poi, la Fratelli Branca pubblica il primo libro aziendale d'artista attribuito, da un esperto biblioflo come
Andrea Tomasetig, a Plinio Codognato. Passando da calendari, agendine, fgurine pubblicitarie,
sponsorizzazioni sportive e tanti altri manifesti frmati da grandi artisti, si arriva alle forme di comunicazione
più moderne, a partire dal Carosello, dove Fernet Branca partecipa proponendo una sequenza di immagini
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I grandi marchi italiani - 77 Branca
09/01/2015
Corriere della Sera - Sette - N.2 - 9 gennaio 2015
Pag. 68
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015
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con la tecnica del cartoon, con sculture di plastilina che si formano e si animano a ritmo incalzante. Torniamo
indietro, i fgli di Bernardino si sposano bene, entrano nei salotti milanesi e nella vita pubblica della città.
Stefano, insieme a Giovanni Pirelli, organizza nel 1881 la grande Expò cittadina. Nel 1910, viene inaugurato
lo stabilimento attuale. Sarà, poi, il nipote del fondatore - un altro Bernardino, detto Dino - a consolidare
l'azienda dopo la Prima guerra mondiale, aprendo stabilimenti e fliali in Francia e oltreoceano, a New York, in
Argentina (a Tortuguitas, un'ora di macchina da Buenos Aires). E sempre lui riceve, nel 1929, la furba lettera
di Gabriele d'Annunzio che ringrazia di una fornitura, ovviamente gratuita (fra i commercianti non solo italiani,
il Comandante si fece una certa fama di cliente insolvente): "Caro collega ed emulo, io sono bevitore d'acqua,
come tutti sanno; e per ciò ho un senso del gusto tanto squisito che potrei farmi giudice inappellabile in una
esposizione enologica. Questa Vostra Kina-Kina è deliziosissima. Un secentista direbbe che è 'un liquido
velluto'. Anche il colore è stupendo. Grazie del dono...". L'asso nella manica. La Seconda guerra mondiale
mette in ginocchio la Branca. Nel 1943 le bombe distruggono la sede di via Broletto e lo stabilimento di via
Resegone. Forse ancora più grave, il blocco dei beni oltreoceano, in Usa e in Argentina, per la cui
restituzione la casa madre dovette ingaggiare lunghe e impegnative battaglie legali. Risorge però
rapidamente, restringendo la gamma dei prodotti e puntando forte, appena possibile, sui mercati americani.
L'asso nella manica è sempre il Fernet, con quell'alone di mistero sulla miscela che dura ancor oggi: "Un
sapere ultracentenario che si tramanda di generazione in generazione: solo chi occupa gli alti vertici aziendali
conosce la formula... Alcuni nomi delle ventisette (ndr.: altrove si parla di una quarantina, e comunque fra il
Fernet italiano e quello argentino gli ingredienti sono i medesimi ma i dosaggi sono diversi...) erbe e radici
che ne costituiscono gli ingredienti sono ormai familiari a noi tutti, come la camomilla, il lauro, l'aloe, la
genziana, l'arancio amaro, lo zafferano, la cannella. Altri hanno un suono decisamente meno consueto, che
ne rivela l'origine esotica, come la galanga, la mirra, il colombo, la zedoaria", così, nel suo libro, ne parla
Niccolò Branca, presidente e ad del Gruppo Branca International dal 1999. Ma per lui c'è anche un'altra
formula importante, più generale: "Personalmente io vedo l'azienda come un organismo vivente, dove ogni
unità organica è formata da singole parti che hanno una coscienza, un'identità e una fnalità... L'azienda
manageriale, nata negli anni Ottanta-Novanta, era terribilmente fredda, le persone erano considerate dei
mezzi, si parlava solo di strike price e di stock options e il bonus era l'unico termometro positivo o negativo.
Tutto questo ha portato gelo, cinismo e una visione a breve termine... Quando alla fne degli Anni 90 sono
rientrato in azienda, uno dei miei primi obiettivi è stato cercare di comprendere il sogno del mio trisavolo, il
fondatore della Branca... Immaginavo il mio avo, nella prima metà dell'Ottocento, affaccendarsi nel suo
laboratorio da speziale intorno ad alambicchi, pipette, mortai, imbuti, fornelli, recipienti di vetro e di coccio di
ogni dimensione. Le erbe offcinali erano utilizzate insieme a essenze, polveri e spezie. Perciò quel luogo, una
via di mezzo tra un'erboristeria e una farmacia odierne, era odoroso di erbe essiccate, pepe, zenzero,
senape, zafferano, ma anche di cera di api, pece, allume, piombo e mille altre sostanze ancora". Magie
tradotte in successi di mercato, progredito costantemente negli ultimi anni, con l'azienda che, nelle classifche
mondiali del settore alcolici, avanza regolarmente e con l'amaro che spesso è l'unico nelle prime posizioni.
Senza contare una fama planetaria, certifcata da citazioni come quella di Simone Signoret in La nostalgia non
è più quella di un tempo: "Fernet Branca... il digestivo raffnato... Almeno per chi era stato in Italia". 77 continua
La pubblicità con i manifesti o sui giornali ha sempre avuto un ruolo chiave. A cominciare dalla prima,
pubblicata già nel 1865
Uomini e produzione 1 -Stabilimento di Saint Louis, in Francia, aperto nel 1925. 2 - Il fondatore Bernardino
Branca (1802 - 1886). 3 - Una stampa che riproduce la fabbrica che si trova in via Resegone a Milano. 4 - Il
presidente e amministratore delegato di Fratelli Branca Distillerie Srl, Niccolò Branca, di fronte a un tavolo
che contiene parte delle erbe e radici usate per la produzione. 5 - Una bottiglia di Stravecchio, in produzione
dal 1888. 6 - La botte madre in rovere di Slavonia di Stravecchio Branca.
09/01/2015
Corriere della Sera - Sette - N.2 - 9 gennaio 2015
Pag. 68
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 09/01/2015
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La Torre Branca nel Parco Sempione, a Milano, nacque in occasione della V Mostra Triennale delle Arti
Decorative e faceva parte di un progetto a largo raggio che prevedeva anche strutture effmere (fra cui gli
Archi di Sironi). Era illuminata, e anche per questo fece subito furore: "Spiccava come un'antenna trionfale".
Nel 1972, però, a causa della precaria stabilità, venne dichiarata inagibile. Nel 1985, una convenzione fra la
Fratelli Branca Distillerie e il Comune di Milano ha dato il via al ripristino che ha portato anche all'istallazione
di un ascensore con cui si raggiunge la cabina belvedere. Il salvataggIo della torre
Manifesti d'autore 1 - Poster Fernet-Branca del 1901 per il mercato americano (logo di Leopoldo Metlicovitz).
2 - "Donna con cesto" di Marcello Dudovich (Anni 30). 3 - Poster "Il Re degli Amari", di Leonetto Cappiello,
del 1922. 4 - Annuncio pubblicitario "Uomo su chaise longue".
VITA IN FARMACIA
22 articoli
09/01/2015
Corriere della Sera - Milano
Pag. 9
(diffusione:619980, tiratura:779916)
Dimissioni a sorpresa di Corno. La decisione comunicata in una lettera al Pirellone
Simona Ravizza
Solo 20 giorni fa, nei pranzi e nelle cene di auguri che precedono il Natale, faceva progetti per il 2015, il suo
ultimo anno di mandato. Ma ieri sera, a sorpresa, il direttore generale dell'Istituto dei tumori, Gerolamo Corno,
63 anni, si è dimesso da uno dei più prestigiosi centri di cura a livello nazionale, con migliaia di pazienti che
arrivano da tutt'Italia. Una decisione inaspettata, presa senza neanche avvisare i primari. Una scelta che apre
un vuoto di potere nell'Istituto, che da due mesi è privo anche del direttore scientifico. Infatti Marco Pierotti,
nominato dal ministero della Salute nel 2010, se n'è andato in autunno (per diventare consulente al centro di
ricerca sui farmaci di Nerviano). Oggi al suo posto c'è Ugo Pastorino, apprezzato dai colleghi, ma comunque
un facente funzioni.
Da parte di Corno nessuna dichiarazione ufficiale, per il momento, solo qualche confidenza agli amici più cari:
«Ho deciso di non andare avanti per inerzia. Ma non voglio creare un ulteriore problema all'Istituto».
Stanchezza, anche psicologica, per conflitti interni che sfiancano. E per una battaglia perenne con i sindacati,
che in più occasioni gli hanno messo i bastoni tra le ruote. Un senso di solitudine, forse scacciato in tarda
serata dall'immediata solidarietà giunta da medici e infermieri, appena dopo la diffusione della notizia.
Giuseppe De Leo, presidente dell'Istituto dei tumori, ha informato l'assessorato alla Sanità della scelta di
Corno alle sette di ieri sera. Le sue motivazioni sono state spiegate in una lettera. «Anticipo un passaggio (la
scadenza del suo mandato sarebbe stata il prossimo dicembre, ndr) », ha ammesso poi Corno con i medici
che l'hanno contattato: «Essere alla guida dell'Istituto dei tumori è un ruolo difficile. La mia è una decisione
personale maturata in famiglia».
Spossatezza, delusione. Ma la decisione di Corno ora lascia senza guida l'Istituto dei tumori, un centro di
cura tanto prestigioso quando difficile da governare, che ha bruciato più di un direttore generale. A cavallo del
2006 si erano dimessi, per dire, uno dopo l'altro, gli oncologi Giorgio Parmiani e Stefano Zurrida. Nel giro di
sette anni, tra il 2002 e il 2009, l'Istituto ha visto succedersi ben sei tra commissari straordinari e direttori
generali. Alberto Scanni, il predecessore di Corno, fu addirittura sfiduciato da una lettera dei primari in rivolta.
Con Corno sembrava essere arrivata la stabilità. Ma la fatica - dopo cinque anni e rotti - ha logorato anche lui.
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21 Le migliaia
di ricoveri annui, di cui oltre 7 mila
in day hospital
1,2 Le milioni
di prestazioni
diagnostiche totali; oltre 161 mila le visite
482 I posti letto
nel centro
di via Venezian.
Nella struttura lavorano 1.963 persone
Il manager
Gerolamo Corno (foto ), 63 anni, già dg dell'ospedale Fatebenefratelli e dirigente della Sanità in Regione, ha ricoperto il ruolo di direttore generale dell'Istituto nazionale
dei tumori
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015
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Istituto dei tumori, lascia il direttore «Inutile andare avanti per inerzia»
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015
Pag. 9
Corriere della Sera - Milano
09/01/2015
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dal 2009
09/01/2015
La Repubblica - Genova
Pag. 5
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Bacigalupo, Montaldo accusa l'Università
"Noi avevamo lavorato alla costruzione di una soluzione che potesse mantenere questa eccellenza ma
l'Ateneo è stato miope, non ha avuto il coraggio di guardare al di là della punta dei suoi piedi" Il primario di
Ematologia lascerà l'ospedale San Martino e si trasferirà al Sacro Cuore di Roma "Bisogna operare per
mantenere comunque un'attività qualificata in questo settore"
NADIA CAMPINI
UNIVERSITA' è stata miope, non ha avuto il coraggio di guardare al di là della punta dei suoi piedi». L'
assessore alla sanità della Regione Liguria Claudio Montaldo è deluso. Il professor Andrea Bacigalupo,
luminare nel settore dei trapianti di midollo osseo, lascerà Genova per trasferirsi alla direzione del reparto di
ematologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma perché Genova non è sta in grado di offrirgli
una sistemazione alternativa. E secondo Montaldo la colpa è essenzialmente dell'Università.
«Abbiamo lavorato alla costruzione di una soluzione che potesse mantenere questa eccellenza a Genova spiega Montaldo- invece poi, nonostante la disponibilità del nuovo Rettore, è arrivato il voto negativo degli
universitari. Oltre tutto senza neanche una motivazione di concorrenza, visto che quello che fa Bacigalupo a
Genova non lo fa nessun altro».
All'inizio di tutto c'è un problema di ordine burocratico. A settembre Bacigalupo è andato in pensione
dall'ospedale, del quale era dipendente, per aver raggiunto i quarant'anni di anzianità di servizio. Come
ospedaliero, le norme gli impediscono di continuare a esercitare la sua attività alle dipendenze dell'ospedale
oltre questo termine. Di conseguenza il direttore generale del San Martino Mauro Barabino ha scritto alla
Regione per chiedere una mano a tenere a Genova Bacigalupo. Tra Regione e Università ci sono stati una
serie di contatti per trovare una soluzione alternativa, che a grandi linee era stata anche tratteggiata.
Bacigalupo avrebbe potuto restare con un incarico dell'Università di professore straordinario a dirigere il
centro costruito dal suo maestro, il professor Alberto Marmont e fatto crescere dallo stesso Bacigalupo. «Noi
eravamo anche disponibili a farci carico, almeno per un certo periodo, della sua retribuzione - sottolinea ora l'
assessore Montaldo - ma gli universitari, che dovevano esprimere il loro parere per poter far andare in porto
l'operazione, hanno votato contro». La bocciatura, firmata dal dipartimento di medicina interna dell'Università,
è arrivata come una doccia fredda per Bacigalupo, ma anche per il Rettore, che ha già preso posizione sulla
vicenda esprimendo «tutto il mio rammarico» e per lo stesso Montaldo.
«E' una scelta che non capisco - dice ora l'assessore - e che trovo fondamentalmente sbagliata, perché così
perdiamo una professionalità di altissimo livello, che era un punto di riferimento anche a livello na«L' zionale
in un settore delicato come quello die trapianti. Oltre tutto, lo ribadisco, a Genova nessuno fa le cose che
faceva lui».
A questo punto Bacigalupo ha accettato l'offerta che gli è arrivata da Roma, anche se a malincuore, e
Genova rischia di perdere un patrimonio di professionalità che ruotava attorno a lui. «Evidentemente bisogna
lavorare per mantenere un'attività qualificata in questo settorea Genova-è il commento a questo proposito di
Montaldo - certamente con lui le cose sarebbero state molto più facili. In questo caso gli eventi dimostrano
che per ottenere risultati serve un lavoro complessivo di tutti e non sempre se le cose non vanno nel modo
migliore è colpa della politica. Qui la politica aveva lavorato per costruire una soluzione al problema prosegue l'assessore - ma a far saltare tutto è stata la decisione di altri».
Intanto è già iniziato lo scaricabarile delle responsabilità.
Il Rettore infatti, dichiarandosi dispiaciuto perché l'operazione non è andata in porto, l'altro giorno ha
dichiarato che «con i fondi dell'Università sarebbe stato impossibile chiamarlo, sarebbe servito un
finanziamento da parte della Regione, ma queste condizioni non si sono verificate».
Ieri Montaldo ha risposto che «la Regione era disponibile a finanziare almeno per un certo periodo la
retribuzione» di Bacigalupo, ma evidentemente non c'è stata la possibilità di arrivare ad una sintesi delle due
posizioni.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015
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L'INTERVISTA I nodi della sanità
09/01/2015
La Repubblica - Genova
Pag. 5
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015
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E a rischiare di rimetterci saranno ancora una volta i genovesi, i pazienti, che già l'estate scorsa avevano
raccolto 4.000 firme consegnare alla Regione nel timore che il pensionamento del professor Bacigalupo
potesse mettere in pericolo il futuro del centro di ematologia del San Martino.
LA STORIA L'ADDIO Andrea Bacigalupo, primario di ematologia, lascerà l'ospedale per limiti di età LA
CHANCE La possibilità di evitare l'addio esisteva. Ma l'ateneo ha detto no PER SAPERNE DI PIÙ
www.hsanmartino.it www.aslò3.liguria.it
Foto: IN CRISI L'ospedale San Martino perde un altro dei suoi pezzi pregiati
09/01/2015
La Repubblica - Genova
Pag. 5
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San Fruttuoso, l'ambulatorio del weekend fa il pienone nelle feste di Natale
Oltre duecento persone si sono rivolte agli studi di via Revelli Al momento in servizio ci sono sei medici e tre
infermieri professionali
VALENTINA EVELLI
IMALATI non vanno in vacanza.
Nei giorni delle feste di Natale più di 200 genovesi si sono rivolti a "San Fruttuoso Salute" (in via Revelli
Beaumont), l'ambulatorio di medici di famiglia, aperto nei weekend e nei festivi, il primo di questo tipo nel
capoluogo ligure.
«Non ci aspettavamo una tale affluenza a un mese dall'apertura - spiega Francesco Bogliolo responsabile
del Consorzio Liguria Salute che collabora al progetto lanciato da cooperativa MedicoopGenova - Più di cento
pazienti sono arrivati direttamente in ambulatorio e altrettanti hanno richiesto una consulenza telefonica. In
certi casi basta passare di qui per evitare ore di attesa al Pronto Soccorso».
Quindici giorni effettivi di attività, dal 6 dicembre all'Epifania, sei ore al giorno (dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle
18 ) con visite ambulatoriali e a domicilio, in base alle esigenze dei pazienti : cure per i cosiddetti codici
bianchi («nessuna urgenza - il paziente non necessita del Pronto Soccorso e può rivolgersi al proprio
medico») e verdi («urgenza minore - il paziente riporta delle lesioni che non interessano le funzioni vitali ma
vanno curate»). Al momento in servizio ci sono sei dottori con tre infermieri professionali ma il progetto è in
divenire seguendo l'esempio di Savona dove ambulatori di questo tipo, sono già attivi da tempo, il primo ha
aperto ad Alassio dieci anni fa.
«Abbiamo ricevuto richieste di ogni tipo. Gli anziani cercano soprattutto visite a domicilio e in ambulatorio
arriva di tutto - continua Badoglio- Siamo intervenuti tempestivamente su un problema cardiaco grave che è
stato successivamente ospedalizzato ma ci siamo trovati di fronte anche persone a cui serviva una semplice
iniezione ma che, la domenica, non sapevano a chi rivolgersi».
I costi previsti sono inferiori a quelli del ticket richiesto in Pronto Soccorso: 30 euro per visita base; 40 euro
per prestazioni aggiuntive; 50 euro per visite a domicilio e in molti casi i medici intervengono anche
gratuitamente. La parola d'ordine è lavorare in rete, collaborare con i pronto soccorsi genovesi, le pubbliche
assistenzee le farmacie che hanno iniziatoa esporre il numero di telefono a cui rivolgersi per trovare un primo
supporto. Un piano condiviso per migliorare la vita dei pazienti. « Vogliamo diventare un punto di riferimento
per i genovesi - conclude il responsabile del consorzio Liguria Salute- Speriamo, al più presto, di aprire altre
realtà di questo tipo in un momento particolarmente delicato per la sanità. Già nel mese di febbraio questo
ambulatorio potrebbe essere spostato in via Torti».
Foto: L'ALTERNATIVA Cominciano a diffondersi ambulatori medici che sono aperti durante i fine settimana
Dopo Savona ora tocca a Genova
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015
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L'INIZIATIVA
09/01/2015
La Repubblica - Napoli
Pag. 7
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(a. dicost.)
MERCOLEDÌ l'omicidio di Ciro Esposito, 21 anni appena, massacrato come un boss vicino al ponte della
Sanità.
Prima altri episodi allarmanti e i commercianti, così si racconta nella strade, sempre più stritolati nella morsa
del racket. Benvenuti al Rione Sanità, un luogo "magico" per storia e tradizione dove, però, a detta della
stessa presidente della municipalità, Giuliana Di Sarno, è in corso una guerra. Una guerra così spietata da
tener lontani dai vicoli persino gli assistenti sociali e vanificare così i grandi sforzi portati avanti per
riqualificare il quartiere.
«La mia rabbia è che, ancora una volta, cittadini e istituzioni territoriali sono lasciati soli - accusa Di Sarno siamo di fronte all'ennesimo morto per camorra e qui lo Stato è assente. Avevo scritto la scorsa primavera
alla presidente della commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi e a tutti i componenti della stessa per
avvisarli che alla Sanità era in atto una nuova faida tra clan, ma le mie richieste d'aiuto sono rimaste
inascoltate.
Siamo in guerra, ma siamo lasciati soli».
Di Sarno è amareggiata: «Quello che mi fa più male - afferma - come cittadina ma soprattutto come
istituzione che vive e governa da tre anni questo territorio, è immaginare quali pensieri comuni, quali luoghi
comuni possa generare questa notizia, del tipo: "Ecco, alla Sanità c'è solo camorra". "È normale, dove poteva
succedere?" "È questa la fine che fa chi nasce in quei quartieri". Oppure "chi nasce in una famiglia di criminali
è un criminale". Invece io ho tanta rabbia, perché c'è tantissima gente che non ha niente a che vedere con
queste realtà. Ci sono tanti giovani che lottano e si impegnano per il quartiere. Ci sono associazioni,
parrocchie che insieme stanno facendo crescere la Sanità anche dal punto di vista economico. Si sta
costruendo un futuro e poi, all'improvviso, un altro omicidio. Quello di un giovane di 21 anni, vittima egli
stesso di un sistema "malato" che in quel quartiere detta legge».
Di Sarno dice di soffrire per «la criminalizzazione che si fa di questo rione. Aveva ragione Pino Daniele
quando canta che di Napoli "nisciune se ne 'mporta". Ecco perché ho chiesto alla commissione parlamentare
antimafia maggiore attenzione per il Rione Sanità. Ho chiesto che le istituzioni, lo Stato venga qui per salvare
un quartiere che merita una riscossa. Con fatica si sta emergendo. Con fatica si sta costruendo un'immagine
diversa, e da soli». Di Sarno lancia un nuovo appello: «Mi rivolgo al Governo: aiutateci almeno a proteggerci.
Per lo sviluppo possiamo anche fare da soli. Abbiamo ricchezze e risorse. Uomini e donne, ma per la lotta
alla criminalità e alla legalità abbiamo bisogno di voi. Ho inviato diversi appelli anche al sindaco e al prefetto,
ma ad oggi, oltre a una comunicazione di ricezione ufficiale della nota, nessun segnale è arrivato. Nel
frattempo alla Sanità è morto un altro giovane».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015
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La municipalità " Sanità in guerra ma i cittadini lasciati soli in balia dei
clan"
09/01/2015
La Repubblica - Torino
Pag. 7
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Pronto soccorso, anche le Molinette in tilt
Il record di mattina presto: 65 barelle con i pazienti in attesa nel corridoio. Nel pomeriggio sono scese a 45 I
sindacati: "Per sbloccare la situazione sono necessarie le assunzioni. È assurdo chiudere reparti" Il direttore
Arione: "Già prima delle ferie abbiamo recuperato diversi posti letto"
SARA STRIPPOLI
L'EMERGENZA era prevedibile e prevista e con l'avvicinarsi del picco dell'influenza anche il pronto soccorso
delle Molinette è andato in tilt.
Già il 5 gennaio non è stata una giornata facile, e ieri, nelle prime ore della mattina si è arrivati a 65 barelle,
45 nel pomeriggio. Piazzate ovunque: nella sale d'aspetto e in doppia fila nel corridoio. I sindacati sono sul
piede di guerra. Dopo le dichiarazioni dell'assessore alla sanità Antonio Saitta, il quale a Repubblica ha
anticipato l'inizio dei lavori per intervenire sull'assistenza territoriale,i sindacati della sanità sono sul piede di
guerra. Claudio Delle Carri, segretario regionale di Nursing Up, dice che «il tempo delle parole è finito. Se si
vuole migliorare la situazione è necessario agire e sbloccare subito, senza indugi, le assunzioni». Alla Città
della Salute mancano 15 infermieri, sostiene Nursing Up: «Ma nella stessa situazione si trovano quasi tutti gli
ospedali del Piemonte». Inoltre chiediamo all'assessore cosa stia succedendo alla guardia medica, incalza
Delli Carri «oggi non riesce a fare da filtro, mentre in passato in alcuni periodi più caldi veniva potenziata».
Parole altrettanto dure arrivano da Francesco Cartellà della Cgil, il quale mette il dito sulla chiusura di un
reparto di medicina decisa a fine novembre: «Il criterio adottato dall'assessorato mi pare assurdo- dice- prima
hanno pensato alla riorganizzazione della rete ospedaliera tagliando i posti letto, adesso dicono di voler
intervenire sull'assistenza territoriale. Ma dovrebbe essere esattamente l'opposto». Roberto Arione, direttore
di presidio alle Molinette, conferma l'intasamentoe spiega che già prima delle ferie sono state adottate misure
per trovare posti letto da destinare all'emergenza del pronto soccorso: «Abbiamo recuperato letti dalle
medicine già prima di Natale, dal 5 gennaio prenderemo dieci letti alle chirurgie. Se la situazione peggiorerà
nei prossimi giorni adotteremo ulteriori provvedimenti». Alle Molinette il disagio è limitato all'intasamento e ai
tempi, ma i pazienti non devono attendere giorni per avere un ricovero: «Per fortuna il ricovero viene garantito
entro lo stesso giorno», precisa Arione.
Ieri al Mauriziano, dove nel giorno dell'Epifania i pazienti si erano lamentati per sei-sette giorni di attesa in
barella al pronto soccorso e Calogero Messina della Cisl aveva denunciato l'insostenibilità dei ritmi dei
lavoratori, la direzione ha deciso di intervenire: nell'area medica saranno bloccati i ricoveri, in quella
chirurgica saranno messi a disposizione nove posti letto cercando di mantenere intatta l'attività chirurgica per
i malati oncologici. Altri nove posti letto saranno recuperati nel dipartimento cardiovascolare. I PUNTI
MOLINETTE Ieri mattina alle 7 erano 65 le barelle al pronto soccorso di corso Bramante.
Oltre 60 erano piazzate ovunque anche il 5 gennaio MISURE Prima di Natale la direzione aveva recuperato
posti letto in medicina e dal 5 gennaio 10 posti sono stati presi alle chirurgie LA RIORGANIZZAZIONE A fine
novembre, nell'ambito della riorganizzazione, era stato chiuso un reparto di medicina. Per i sindacati un
errore PERSONALE Secondo Nursing Up alla Città della Salute mancano 15 infermieri per arrivare ad una
situazione accettabile PER SAPERNE DI PIÙ Un video sul caso Molinette su torino.repubblica.it
Foto: IN CORRIDOIO Barelle in attesa nel corridoio del pronto soccorso alle Molinette
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015
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Il caso
09/01/2015
La Repubblica - Roma
Pag. 8
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Bilancio, la maggioranza si spacca
Il giallo del documento fantasma. Alla riunione con i capigruppo, Peciola (Sel) abbandona il tavolo: "Così non
lo votiamo" Pd diviso fra la linea mariniana di Orfini e chi chiede maggiore autonomia per dare "quelle
risposte che la giunta non dà"
GIOVANNA VITALE
IL NUOVO ANNO si apre com'era finito il vecchio. Con una valanga di arresti negli uffici del Comune, ma soprattutto - una tensione altissima fra giunta e maggioranza, che rischia per l'ennesima volta di andare in
frantumi. Pomo della discordia: il bilancio di previsione che, varato in teoria il 30 dicembre,è in realtà un
documento fantasma, non essendoci ancora nulla di scritto.
Tanto da indurre Sel a minacciare di non votarlo, abbandonando per protesta il tavolo di confronto. Mentre il
Pd, ancora tramortito dall'inchiesta su Mafia Capitale, si spacca tra sostenitori della linea ultra-mariniana («Si
fa come dice lui») imposta dal commissario Matteo Orfini e chi vorrebbe invece un gruppo più autonomo, in
grado di influenzare le decisioni del "cerchio magico" che governa il Campidoglio, così da dare risposte ai
problemi della città «finora in larga parte ignorati». A partire, appunto, dalla delibera di programmazione
finanziaria.
Eccolo l'atto che ha causato la prima fibrillazione del 2015. Trasformando ieri l'incontro per disegnare la road
map della manovra in aula, in una sorta di psicodramma. Dopo aver ascoltato gli assessori Scozzesee
Improta dire che i 450 milioni di tagli previsti nel piano di rientro triennale andavano concentrati tutti nell'anno
in corso (cosa che avrebbe comportato la dismissione immediata di Assicurazioni di Roma e Farmacap) il
vendoliano Peciola ha infatti chiesto di vedere le cifre. Per capire, numeri alla mano, di che cosa si stesse
parlando. Ma quando i due assessori hanno rifiutato di consegnargliele, «la delibera sarà disponibile non
prima di lunedì», lui si è alzato e se n'è andato. «È la seconda riunione coi capigruppo di maggioranza alla
quale Scozzesee Improta si presentano senza uno straccio di documento, ma così non si va da nessuna
parte», si sfoga l'esponente di Sel. «Nonostante Roma sia in ginocchio, la giunta non ha discusso il bilancio
né con i sindacati né con le forze politiche. Poi per forza la città gli scoppia in mano. Ma una roba così noi
non la reggiamo. Non sappiamo quali e quante aziende vogliono chiudere. Che fine farà il personale. Se
intendono mettere più risorse per la produttività dei dipendenti comunali penalizzati dal taglio al salario
accessorio e per integrare i precari. Non sappiamo nulla. Per questo noi di Sel abbiamo deciso: su questo
bilancio non rispetteremo il vincolo di maggioranza. Perciò, se non ci danno risposte, a partire dalle
partecipate, non lo voteremo». Ancora più decisa la vicepresidente dell'assemblea capitolina Gemma Azuni:
«Questi non conoscono la città e ci trattano come semplici "spingitori di bottoni". E mo' basta».
Una richiesta di contare di più arrivata anche dalla riunione del gruppo Pd. Diviso sulla linea e però deciso a
presentare alcuni emendamenti «inderogabili»: a partire dal no alle dimissioni di Farmacap e Adir.
PER SAPERNE DI PIÙ pdroma.it www.sel.roma.it
Foto: LA GIUNTA La giunta del Comune con al centro il sindaco Marino. Sopra Gianluca Peciola (Sel)
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015
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La polemica
09/01/2015
Il Messaggero - Roma
Pag. 37
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Appello del governatore «Più fiducia nel vaccino»
Nicola Zingaretti, si è sottoposto ieri mattina alla vaccinazione antinfluenzale nell'ambulatorio interno della
Regione. A somministrare il vaccino al governatore è stato il vicesegretario nazionale della Fimmg Pier Luigi
Bartoletti. «Ci sentiamo di raccogliere l'invito dei medici di medicina generale a rilanciare, in questi giorni, la
campagna di prevenzione del vaccino contro l'influenza, che continuerà fino a fine gennaio», spiega
Zingaretti. «Ogni anno nel Lazio l'influenza colpisce circa 600 mila persone - aggiunge - e dopo le vicende
note di qualche tempo fa, i dati in tutta Italia segnalano un calo significativo nel ricorso al vaccino». Il
governatore annuncia anche che «dal monitoraggio degli ambulatori aperti nei weekend e nei giorni festivi,
avviati circa tre settimane fa, i dati ci dicono che già 3.440 cittadini di Roma si sono rivolti nei festivi a questi
ambulatori per cure, richieste di ricette, medicinali».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Allarme influenza
09/01/2015
Il Messaggero - Roma
Pag. 41
(diffusione:210842, tiratura:295190)
All'Istituto Visconti «per dire no al fumo»
La scuola dice no al tabacco. A dieci anni dall'introduzione della legge antifumo, l'ex ministro della salute e
presidente della consulta nazionale sul tabagismo Girolamo Sirchia parteciperà stamane alle 11 all'Istituto
Visconti di via IV Novembre all' iniziativa promossa da un gruppo di studenti dell'istituto comprensivo: la
preparazione di una storia, della sceneggiatura e la realizzazione di un webfilm «The answer, la risposta
siamo noi» dedicato ai danni causati dal fumo all'ambiente, che verrà girato in primavera. Alla presentazione
dell'iniziativa oltre all'ex ministro Sirchia, padre della legge antifumo, parteciperanno Maria Carmela Lanzetta,
ministro per gli affari regionali e le autonomie, Ranieri Guerra, direttore generale del dipartimento della
prevenzione sanitaria, Giacomo Mangiaracina, presidente dell'agenzia nazionale per la prevenzione, Ciro
Lombardi, ricercatore dell'Enea, Ludovico Fremont, attore, sceneggiatore e regista e Piera Guglielmi, preside
dell'istituto Visconti. Modererà Anna Parravicini.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015
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L'iniziativa
09/01/2015
Il Messaggero - Latina
Pag. 37
(diffusione:210842, tiratura:295190)
SI PARTE DAI DODICI PUNTI CONTENUTI NEL DOCUMENTO APPROVATO ALL'UNANIMITA'
DALL'ASSISE CIVICA
CISTERNA
Il Consiglio comunale di Cisterna ritrova l'unità. Lo fa parlando di sanità durante l'ultima assise cittadina
convocata con un unico punto all'ordine del giorno: l'atto aziendale della ASL della Provincia di Latina e le
sue ripercussioni sui servizi socio sanitari di Cisterna. La discussione in aula - alla presenza tra gli altri del
direttore generale della Asl di Latina, Michele Caporossi e del consigliere regionale Enrico Forte - è stata
lunga, dopo oltre due ore, maggioranza e minoranza hanno messo sul tavolo i dodici punti da cui partire per
rendere migliore la sanità sul territorio. E' stato così deliberato di costituire entro il 20 gennaio un gruppo di
lavoro composto da tre rappresentanti del Comune e tre dell'Asl, presieduto dal Sindaco. E' stato Paolo
Panfili - incaricato dall'intero Consiglio comunale - a relazionare in aula sulla schema di programma elaborato
nelle varie riunioni dei capigruppo e che sarà oggetto di confronto con i rappresentanti della ASL di Latina fino
a giungere alla redazione finale da sottoscrivere in comune accordo.
L'onorevole Forte ha invece fatto il punto della situazione finanziaria della sanità nel Lazio partendo da un
debito stratosferico di ben 10 miliardi di euro con la promessa che nel 2015 le cose miglioreranno.
L'intervento più atteso mercoledì sera è stato quello del direttore generale, Caporossi, che ha esortato il
territorio a reagire: "non possiamo fare una programmazione senza le proposte che giungono dal distretto ha detto - colgo con favore quanto giungerà da questo Consiglio comunale. La Asl - ha promesso Caporossi ripenserà insieme con voi il sistema di offerta sanitaria". A Cisterna mancano servizi importanti, spesso però
le risposte arrivano grazie ad una politica volta all'ottimizzazione delle risorse già presenti: è il caso del
quartiere San Valentino dove l'Ucpci (a cui accedono 700 pazienti) ha fatto risparmiare migliaia di euro
all'ospedale di Latina e ha rivitalizzato la vicina farmacia comunale. «Siamo consapevoli delle difficoltà
finanziarie - ha detto il sindaco Eleonora Della Penna - ma siamo altrettanto coscienti degli ottimi esempi di
sanità presenti sul nostro territorio, come la sperimentazione dell' UCPCI di Cisterna che rappresenta un
modello per la Regione. Come ente - ha aggiunto rivolgendosi a Caporossi - ci rendiamo disponibili a una
piena collaborazione per mantenere, migliorare e potenziare i servizi esistenti, nonché, a lungo periodo, a
programmare la realizzazione di una Casa della Salute". Nel documento che dovrà essere ultimato a breve e
poi sottoscritto all'unanimità sono stati elecati i 12 punti fondamentali su cui si basa l'eventuale riforma
dell'atto aziendale della Asl di Latina: si parte dalla richiesta di mantenimento e potenziamento dei servizi
sanitari presenti, dalla ricognizione generale del personale, passando ad interventi per la sicurezza h24
arrivando a prevedere il servizio di Guardia Medica dislocato all'interno del Punto di Primo Intervento.
Ra.Pa.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015
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Commissione mista Comune-Aslper ripensare l'offerta sanitaria
09/01/2015
Il Messaggero - Ancona
Pag. 38
(diffusione:210842, tiratura:295190)
FALCONARA
Rubano un portafoglio dalla borsa di una farmacista. Ma, i filmati delle telecamere interne hanno ripreso il
ladro. Le immagini, quindi, potrebbero facilmente incastrarlo. Il caso è stato denunciato alla caserma della
Tenenza locale dei carabinieri che sta indagando sul caso. È accaduto martedì pomeriggio nella farmacia
Margutti, di fronte alla stazione ferroviaria. «Dalle immagini, registrate dalla spy cam interna, si nota un uomo
che entra in farmacia e si reca nel retro del locale - raccontano i titolari della farmacia -. E poi (dagli armadietti
del guardaroba) ha preso il portafoglio dalla borsa di una collega». All'interno c'erano circa un centinaio di
euro, documenti e carte di credito. Il ladro ha sottratto il portafoglio dai camerini laterali, collocati proprio
all'entrata dell'area retrostante il locale. «Non è tanto per i soldi piuttosto per i documenti da dover rifare dicono dalla farmacia -. Per fortuna la farmacista è riuscita a bloccare le carte di credito prima che si potesse
attuare un prelievo». E poi, ancora da Margutti. «L'uomo è entrato in un'area riservata agli addetti ai lavori riferiscono i titolari -. È anche vero che quel giorno la farmacia era affollata di persone». Insomma, l'uomo
potrebbe aver approfittato della calca per intrufolarsi nel retro bottega e andare via senza dare troppo
nell'occhio.
Manuela Pino
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015
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Ladro ruba portafoglio nella farmacia Margutti
09/01/2015
Il Messaggero - Ancona
Pag. 38
(diffusione:210842, tiratura:295190)
L'impegno del dg alla festa d'addio del primario Luzi
SANITÀ
L'Area Vasta 2 si impegna per il potenziamento del Pronto soccorso di Osimo. Il dg Giovanni Stroppa ha dato
la sua parola ieri in occasione dell'ultimo giorno di lavoro per Alessandro Luzi, direttore degli ospedali della
stessa Area Vasta e primario anestesista dell'ospedale osimano. Tutto il personale del presidio, con il
direttore sanitario Tiziano Cossignani, ha partecipato alla festa di commiato del medico che lascia Osimo
dopo 14 anni di attività in corsia e una carriera in ascesa, iniziata nel 1975 all'ospedale di Macerata,
proseguita all'Umberto I di Ancona con un passaggio a Torrette dove ha anche insegnato alla Scuola di
Specializzazione universitaria in Anestesia e Rianimazione. Luzi, nel ringraziare tutti ha auspicato un futuro
per i servizi del Ss. Benvenuto e Rocco, ospedale a misura di malato che sopravvive grazie anche alla
professionalità dei suoi operatori. Al breakfast all'insegna delle emozioni, ieri, ha partecipato anche Stroppa.
«Ho salutato un amico e ho colto l'occasione per confrontarmi con medici, infermieri, tecnici e amministrativi.
A loro ho garantito impegno, nel 2015, per risolvere innanzitutto la questione del pronto soccorso - racconta
Stroppa -. Entro 2 mesi chiuderemo la procedura tecnica per l'ampliamento strutturale e quella relativa al turn
over dei medici». Per tutte le festività natalizie il reparto di prima emergenza, diretto da Enzo Frati, ha
lavorato a pieno ritmo per il sovraffollamento di pazienti ma in sofferenza di camici bianchi, dopo il
pensionamento del dottor Pietro Cappuccini, e lottando contro l'insufficienza di letti per i ricoveri in
osservazione breve. «Il personale del 118 ha cominciato a operare bene in tandem con il pronto soccorso
ma, certo, il problema delle risorse umane, come quello logistico, va superato al più presto. Intanto a giorni
saranno consegnate due nuove ambulanze che sostituiranno le vecchie» commenta il direttore. La prossima
settimana, poi, Stroppa metterà a punto il nuovo protocollo di integrazione tra i servizi dell'Inrca della
Montagnola e dell'ospedale Senza Testa. «Mercoledì ci sarà un'importante riunione per definire il progetto di
osmosi tra i due ospedali per i reparti di Chirurgia, Urologia, Pneumologia e Anestesia, in attesa della
realizzazione del polo dell'Aspio che li accorperà. Prioritaria sarà l'integrazione delle Chirurgie».
Maria Paola Cancellieri
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015
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Pronto soccorso, StroppaPotenziamento nel 2015e'
09/01/2015
QN - Il Resto del Carlino - Ancona
Pag. 13
(diffusione:165207, tiratura:206221)
Visite specialistiche, sale il ticket
Nuovo balzello a sorpresa, ma le liste di attesa restano al collasso
SENIGALLIA LISTE di attesa che rischiano di esplodere ad Oculistica, così come le polemiche. «Siamo
arrivati nel giro di un anno ad aumenti impressionanti delle persone in attesa di effettuare un intervento
chirurgico alla cataratta accusa il coordinatore del Tribunale del malato, Umberto Solazzi . Si è passati dai
1.200 dello scorso anno ai quasi 1.500 pazienti. E ci meraviglia il fatto che oggi ci si accorga di questa ed
altre emergenze dell'ospedale cittadino, guarda caso a pochi mesi dalle prossime elezioni». Il riferimento è
alla interrogazione presentata dal consigliere regionale Enzo Giancarli? «Non è nostra intenzione criticare,
ma da tempo la situazione nel reparto è diventata sempre più difficile a causa della carenza di personale».
Con l'incremento delle liste di attesa «Certo, una vera e propria impennata. Ma possono aspettare un anno e
più pazienti con dei problemi alla vista perché nell'Unità operativa di Oculistica c'è soltanto il primario ad
operare; ed oltretutto viene una volta alla settimana dall'ospedale di Jesi. E le prospettive ci preoccupano.
Doveva essere nominato il primario di Cardiologia, ma ancora non si sa niente. C'è il problema della nomina
del dirigente di Otorino; e poi ancora ci sarà da designare il primario di Oncologia quando il dottor Menichetti
andrà in pensione. Così pure per il dirigente di Nefrologia e Dialisi una vola che lascerà il primario Boggi. Ma
a quanto pare non si sa niente, e non per cattiva volontà del direttore Stroppa». E allora di chi è la colpa?
«Tutto è fermo ed in questo credo che la politica regionale abbia le sue responsabilità. Ci hanno accusato di
essere dei gufi', ma il rischio reale per l'ospedale è di rimanere schiacciato tra Jesi e l'ospedale Marche nord'.
Il nostro ospedale diventerà una Casa della salute' se non arriveranno segnali concreti». Che non stanno
arrivando «No, anzi: abbiamo ricevuto segnalazioni e proteste per l'aumento del ticket per gli esami e le visite
specialistiche. Da 26 euro si è passati a 30 euro con una delibera approvata dalla giunta regionale il 29
dicembre scorso. Così anche chi aveva prenotato un anno fa deve pagare la differenza». Image:
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015
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NODO SANITA' INTANTO C'E' INCERTEZZA SULLE NOMINE DEI PRIMARI
09/01/2015
QN - Il Resto del Carlino - Pesaro
Pag. 20
(diffusione:165207, tiratura:206221)
Miele centenario dei Gabanniniè il migliore delle Marche
Lara Ottaviani
URBINO NUOVI premi per la qualità del miele dell'azienda urbinate Gabannini: con oltre 100 anni di attività
alle spalle, festeggiati nel 2013, l'azienda ha vinto il concorso, istituito da Assam e Regione Marche,
assessorato all'agricoltura, Premio qualità miele marchigiano. «IL CONCORSO viene organizzato tutti gli anni
ed è suddiviso per categorie di miele spiega Fabrizio Pesare, esponente della famiglia e della quarta
generazione che si occupa di miele . La selezione viene fatta da assaggiatori dell'Albo nazionale analisi
sensoriale. E noi abbiamo vinto il primo premio nella categoria girasole». L'AZIENDA, che vede impegnati
Giorgio Gabannini e il padre Gualtiero 88enne, lo scorso anno aveva vinto il primo premio nella categoria
miele di acacia, inoltre la Goccia d'oro al concorso Grandi mieli d'Italia con il miele di acacia e un'altra Goccia
d'oro per il miele millefiori. Poi il riconoscimento per il contributo all'innalzamento della qualità delle produzioni
del territorio dall'Azienda speciale della Camera di Commercio (Terre di Rossini e Raffaello) ed il Premio
Speciale per la Fedeltà al Lavoro da parte della Camera di Commercio. Insomma, una serie di riconoscimenti
per il lavoro svolto, che nel secolo di attività ha guardato a settori prima di nicchia ma sempre più in via di
sviluppo come quello di integratori alimentari per sportivi o chi vuole prodotti energetici naturali, registrati dal
Ministero dell'Agricoltura, e una linea per bambini. Alla fine del 2013, infatti, dopo due anni di lavoro, portato
avanti anche utilizzando bibliografia di un gruppo di studiosi dell'Università di Urbino, l'Apicoltura Gabannini di
Urbino ha prodotto due sciroppi per bambini, uno balsamico per la tosse e uno per conciliare il sonno, sempre
a base di miele: «Sono prodotti unici in Italia perché noi non usiamo acqua, conservanti o aggreganti, o aromi
artificiali. Si trovano in tutte le farmacie d'Italia e sono consigliati da numerosi pediatri», ha assicurato Pesare.
PER ESSERE un'azienda che ha iniziato 100 anni fa con il bisnonno Marino che aveva dato il via
all'allevamento di api, partendo da un solo insetto conservato in una scatolina, si guarda sempre al futuro.
Lara Ottaviani
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015
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CONCORSO ASSAM VINCE VARIETA' GIRASOLE
09/01/2015
Avvenire - Milano
Pag. 4
(diffusione:105812, tiratura:151233)
In scena a Cesano Boscone "Aggiungi un posto a tavola" Il 13 gennaio sarà l'unica tappa lombarda dello
spettacolo ideato da Garinei & Giovannini e musicato da Trovajoli
FULVIO FULVI
C ESANO B OSCONE (M ILANO ) l curato di un paesino sperduto tra le montagne riceve una telefonata da
Dio in persona che gli annuncia l'imminente arrivo del... secondo Diluvio universale. Se vuole salvare
l'umanità il prete dovrà costruire un'arca, proprio come Noè, e farci salire sù tutti gli abitanti della sua
parrocchia. La storia raccontata in "Aggiungi un posto a tavola" comincia da qui, e si sviluppa, attraverso
rocambolesche vicende, tra divertenti dialoghi, romantiche canzoni e allegri balletti, sulle note avvolgenti
scritte dal maestro Armando Trovajoli. La popolare commedia musicale che ha riscosso successo in tutto il
mondo, scritta da Garinei e Giovannini con Iaia Fiastri nel 1974 (venne pensata nel retrobottega di una
farmacia capitolina in piazza San Silvestro), sarà riproposta martedì al teatro Cristallo di Cesano Boscone
(inizio alle 21): è l'unica data lombarda della tournée che vede protagonista la compagnia abruzzese dell'Alba
composta da giovani attori, cantanti e ballerini diretti dal regista e coreografo Fabrizio Angelini, un veterano in
questo genere di spettacoli. La commedia debuttò per la prima volta al teatro Sistina di Roma l'8 dicembre
1974, con Johnny Dorelli nel ruolo di don Silvestro, Paolo Panelli nel ruolo del Sindaco Crispino (che poi
verrà interpretato da Enzo garinei), Bice Valori (in seguito fu Alida Chelli) in quello di Consolazione. E fu
subito un grande successo. La nuova edizione dello show, allestita proprio per festeggiarne il quarantennale,
è la prima edizione professionale autorizzata dagli autori del testo e dai loro eredi dopo le cinque precedenti
prodotte in esclusiva dal celebre teatro romano che la battezzò. Sul palcoscenico di Cesano Boscone
saliranno lo stesso regista Fabrizio Angelini (Crispino), il trentatreenne cantattore Gabriele de Guglielmo nella
parte di Don Silvestro, Simona Patitucci in quella di Consolazione, Carolina Ciampoli nel ruolo di Clementina
e un cast di brillanti performer che cantano (e ballano) esclusivamente dal vivo (cori compresi). Lo spettacolo
è fedele all'originale, nella regia e nelle coreografie, viene semplicemente ridimensionata la costruzione
scenica, seppure dominata dal legno della gigantesca arca. «Il messaggio di positività e speranza che questa
commedia musicale porta con sé - spiega il regista Fabrizio Angelini - consiste nel trionfo dei valori
dell'amicizia, della solidarietà e dell'accoglienza e nel fatto che ogni volta che viene rappresentato, questo
testo riesce ad essere fresco pur riscoprendo il passato: insomma, è una bella cartolina che non ingiallisce
mai». Un'occasione unica (non ci saranno repliche) per assistere a uno spettacolo sano, intelligente e
divertente.
Foto: LO SHOW. «Aggiungi un posto a tavola» (1974) regia di Fabrizio Angelini
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015
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Il musical "sempre verde"
09/01/2015
Il Gazzettino - Venezia
Pag. 19
(diffusione:86966, tiratura:114104)
Sanità , partita ancora aperta
«La partita resta aperta». È questa la sensazione generale al termine dell'audizione in Quinta commissione
regionale, che ieri ha ascoltato a lungo il presidente della Conferenza dei sindaci dell'Asl 13 Silvano Checchin
e il sindaco di Pianiga Massimo Calzavara. «C'è la volontà di approfondire la situazione da parte della
Commissione - garantisce il consigliere regionale Francesco Piccolo - ed è stato deciso di sentire in tempi
brevi il segretario della Sanità Mantoan e il direttore generale dell'Asl Gumirato. Vogliamo parlare
dell'applicazione delle schede ospedaliere e in particolare, per l'ospedale di Dolo, del mantenimento del
servizio di Chirurgia, indispensabile per la sua massima funzionalità». I 4 punti toccati duranti l'audizione
riguardavano il mantenimento della specializzazione in due poli per gli ospedali di Mirano e Dolo, «un modello
- secondo il consigliere regionale Bruno Pigozzo - che si integra perfettamente e risulta funzionale sia in
termini di qualità e di erogazione dei servizi sia in termini di sostenibilità economica, visto che l'Asl 13 è quella
che riceve il finanziamento più basso e ciò nonostante è riuscita ad avere un risparmio di bilancio». Il
secondo punto affrontato ieri è quello dei finanziamenti per le ristrutturazioni: «Derivano principalmente dai
ricavi delle spese correnti, il che rappresenta un'anomalia - sottolinea Pigozzo - Gli ultimi due punti auspicano
il mantenimento del reparto di Cardiochirurgia a Mirano, in quanto Mestre non è in grado di soddisfare
autonomamente tutte le richieste e dei 40 posti dell'ospedale di comunità di Noale in area pubblica, come
previsto dalle schede ospedaliere». La Commissione preceduta da Lorenzo Padrin si è riservata di verificare
le ultime delibere regionali in merito all'Atto aziendale e successivamente di promuovere un incontro
chiarificatore con Mantoan e Gumirato. «Sia fatta chiarezza - è l'auspicio di Pietrangelo Pettenò - e si
proceda per assicurare servizi efficienti ai cittadini. Valuto positivamente la scelta di convocare con urgenza il
direttore generale Gumirato e il segretario regionale alla Sanità Mantoan nonché di acquisire la delibera di
fine anno con cui la Giunta regionale ha approvato l'atto aziendale, ancora non pubblicata, ma che sembra
contenere modifiche e prescrizioni rispetto a quanto previsto». © riproduzione riservata
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015
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Lino Perini
09/01/2015
Il Gazzettino - Venezia
Pag. 25
(diffusione:86966, tiratura:114104)
Ospedale unico, la parola ai sindaci
L' assessore Stival: «La decisione verrà comunque presa dopo le elezioni»
«I sindaci saranno ancora sentiti prima di decidere il sito dell'ospedale unico e comunque la decisione avverrà
dopo le elezioni. Non saranno inoltre buttati i due studi tecnici già realizzati, ma da quelli si partirà per
integrarli con valutazioni di tipo socio-sanitario eseguite da tecnici regionali». L'assessore regionale Daniele
Stival spiega l'orientamento emerso dal dibattito della Giunta Regionale prima di deliberare lo stanziamento di
tre milioni di euro per l'acquisto del terreno del nuovo ospedale. «I tre milioni di euro stanziati per l'ospedale
unico del Veneto Orientale - ricorda Stival - derivano dal fatto che non è ancora partito l'ospedale di Padova.
In questo momento la destinazione è vincolata all'acquisto del terreno per l'ospedale unico, ma nulla vieta di
destinare i soldi ad altra struttura sanitaria, qualora fra due anni l'ospedale unico non vada in porto. Insomma
tutto è demandato alla volontà politica regionale che può anche cambiare». Al momento comunque la
stragrande maggioranza del consiglio regionale si è espressa per «procedere speditamente verso l'ospedale
unico». «In effetti non è che si parta da zero con studi ed elaborazioni - sostiene l'assessore regionale essendo già stati prodotti due lavori da cui partire: uno che porta alla scelta di San Donà e uno a Ceggia.
Studi che hanno però il limite di aver preso in considerazione solo aspetti viabilistici e idrogeologici senza
prendere in considerazione L'aspetto socio-sanitario. L'intenzione della Giunta Regionale è di integrare
questo aspetto utilizzando le competenze interne, senza quindi spendere in consulenze esterne». A questo
proposito c'è da ricordare che le maggiori critiche al precedente studio dei tecnici regionali,oltre che al calcolo
degli spostamenti in base Google Maps e alle valutazioni idrogeologiche in base a carte del Consorzio di
Bonifica realizzate per scopi diversi alla costruzione di un ospedale, i sindaci del Portogruarese contestavano
la mancata valutazione delle strutture ospedaliere esistenti (Rizzola, Ospedale dell'Angelo, Treviso). ©
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015
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SANITÀ Sull'ubicazione del sito i primi cittadini verranno ancora sentiti dalla Regione
09/01/2015
QN - Il Giorno - Sondrio
Pag. 2
(diffusione:69063, tiratura:107480)
Un aiutoper chi stadietroal banco
SONDRIO LA SICUREZZA all'interno delle attività commerciali è una problematica di stretta attualità, lo si
capisce sfogliando le cronache locali, dove il fenomeno dei furti nei negozi occupa sempre più spazio. Per
contrastare quest'emergenza pressante, la Regione offre un'opportunità concreta. Giovedì 15 gennaio si
aprono i termini per partecipare al bando con cui il Pirellone mette a disposizione delle imprese commerciali
contributi a fondo perduto, pari al 50% delle spese sostenute, per investimenti finalizzati a prevenire furti e
rapine. Beneficiarie dell'iniziativa sono le micro e piccole imprese, con sede legale od operativa in regione,
che alla data di presentazione della domanda e fino all'erogazione del saldo del contributo, siano attive e
iscritte al Registro Imprese della Camera di commercio. Nello specifico, il bando è rivolto ad attività di
commercio all'ingrosso e al dettaglio di orologi e gioielleria, distributori di carburante, tabaccherie, farmacie,
ristoranti, bar, attività di commercio al dettaglio di cosmetici, articoli di profumeria, abbigliamento, calzature e
apparecchiature per le telecomunicazioni e la telefonia. Gli interventi, per godere dell'agevolazione, dovranno
rientrare nelle seguenti tipologie: installazione di impianti di video-sorveglianza, antintrusione, antitaccheggio,
biometrici, installazione di casseforti, vetrine antisfondamento, serrande, saracinesche e blindature
antiesplosione, installazione di sistemi biometrici, telecamere termiche e dispositivi aggiuntivi di illuminazione
notturna esterna; installazione di sistemi di automazione nella gestione delle chiavi, di pagamento elettronico
e di rilevazione delle banconote false (www.unione.sondrio.it). Nello Colombo
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015
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DALLA REGIONELOMBARDIA
09/01/2015
Il Mattino - Napoli sud
Pag. 38
(diffusione:79573, tiratura:108314)
Colpo in boutique, presi i rapinatori seriali
Patrizia Panico
VOLLA. In cella la banda dei tre che aveva rapinato una boutique lo scorso ottobre in via Filichito, incastrati
da un breve filmato e da una telefonata. La loro specialità erano le rapine seriali tutte messe a segno
nell'hinterland Vesuviano. Gennaro Esposito, 43 anni, Ciro Pena, 28 anni e Giuseppe De Rosa, 40 anni, tutti
e tre di Napoli, si trovavano già nel carcere di Poggioreale, ieri mattina, quando gli è stata notificata dai
carabinieri della stazione di Volla l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Nola per il reato di
rapina aggravata messa a segno il 28 ottobre scorso in un negozio di abbigliamento a Volla. I tre, con il volto
coperto da sciarpe, fecero irruzione nella boutique in via Filichito, e, sotto la minaccia di una pistola si fecero
consegnare l'incasso, ammontante a 850 euro; inoltre, intimarono al titolare del negozio, C.R., di 26 anni, di
consegnargli il suo telefono cellulare prima di darsi alla fuga a bordo di una Fiat Uno. Le indagini dei militari
della locale stazione e della Compagnia di Torre del Greco, grazie alla dettagliata descrizione di alcuni
testimoni, dai filmati delle videocamere di sorveglianza e da una chiamata fatta dal cellulare della vittima,
sono risaliti ai responsabili della rapina. La banda è risultata la stessa che pochi giorni mise a segno altri due
colpi: in una farmacia a Sant'Anastasia e ad un negozio di detersivi a Pollena Trocchia per il quale vennero
arrestati in flagranza. Le indagini proseguono per chiarire se i tre siano responsabili, inoltre, di una serie di
rapine fatte nei mesi scorsi nel Vesuviano da una banda a bordo di una Fiat.
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VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015
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Le indagini
09/01/2015
QN - La Nazione - Lucca
Pag. 6
(diffusione:136993, tiratura:176177)
Flop delle ricetteelettroniche
LE RICETTE elettroniche sono state un flop e l'Asl ha dovuto correre ai ripari e fare marcia indietro. Prima di
Natale, lo sanno tutti coloro che hanno una qualche malattia cronica, l'Asl aveva attivato un sistema di
«ricette elettroniche». I medici di famiglia, quindi, trasmettevano tramite computer alle farmacie le prescrizioni
mediche dei loro malati. La sperimentazione è stata attivata per circa un mese poi è successo di tutto: in
alcuni casi i dati inseriti non erano corretti e ai malati non venivano consegnati i farmaci giusti o i dosaggi
erano errati. In altri casi, addirittura, il sistema accumulava un forte ritardo, con casi paradossali di malati che
sono stati costretti ad acquistarsi i farmaci a proprie spese, perché non avevano ottenuto le ricette in tempo,
rispetto a quando avevano terminato la fornitura di medicine anche salvavita. Sembra che il problema fosse
dovuto sia al sistema che alle procedure, fatto sta che l'Asl ha dovuto prendere tempo, sospendere il servizio
di ricetta elettronica e tornare al vecchio, meno innovativo, ma molto più pratico e funzionale, sistema
tradizionale. Non è detto che, una volta superate le difficoltà e migliorato il sistema, il procedimento non sia di
nuovo riattivato. Image: 20150109/foto/1241.jpg
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015
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LA NOSTRA SALUTE
09/01/2015
QN - La Nazione - Pistoia
Pag. 1
(diffusione:136993, tiratura:176177)
SONO STATE un successo le due cene di solidarietà organizzate nello scorso dicembre dal circolo Arci di
Candeglia in favore della Caritas provinciale (8 dicembre) e dell'ospedale pediatrico Meyer di Firenze (21
dicembre). NEL PRIMO appuntamento conviviale sono stati raccolti mille euro, donati sotto forma di generi
alimentari all'organismo pastorale della Conferenza episcopale italiana che ha tra i suoi compiti principali
quello di testimoniare concretamente la solidarietà nei confronti degli ultimi del mondo. Un'altra parte dei fondi
raccolti, 3.800 euro in contanti, sarà invece consegnata all'ospedale pediatrico fiorentino Meyer, conosciuto
anche fuori dalla Toscana, come un'eccellenza per la cura delle patologie pediatriche e che offre anche un
servizio di accoglienza per le famiglie dei piccoli ricoverati. LE DUE SERATE sono state rese possibili, oltre
che dall'impegno e dal lavoro volontario dei soci del circolo, anche dal contributo di: Cristina Palandri
(pittrice), Pistoia Basket, Giorgio Tesi Group, Calzature Alvaro Andreini, Dime, Zona Market di Sant'Agostino,
Mister Wizard, Agraria di Riccardo Poli, gelateria «Il Taba», merceria-edicola Fiorella & Beatrice, farmacia
Buccarelli, Studio Zeta di Zenfira, Capelli Idea di Vanessa, parrucchiera Paola, fratelli Saraniti, Moka Jenne,
Roberto e Stefano Bonistalli e da altri commercianti della frazione di Candeglia e delle vallate della Bure.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Gara di solidarietà: raccolti contributi per la Caritas e i bambini del Meyer
09/01/2015
QN - La Nazione - Umbria
Pag. 15
(diffusione:136993, tiratura:176177)
GUBBIO IL CENTRO storico eugubino è alla vigilia di un'ulteriore, robusta spoliazione destinata ad incidere
sulla sua stessa vitalità e capacità di essere attrazione e punto di riferimento. Siamo alla vigilia di traslochi di
studi medici e della Farmacia Ceccarelli in via Leonardo da Vinci. Annunciati o temuti da tempo, vivono ormai
le ore della vigilia di «una nuova vita». Sono arrivati alla fase della rifinitura in un edificio di recente
costruzione di via Leonardo da Vinci i lavori per adattare ampi locali a studi professionali destinati ad ospitare
medici di famiglia o specialisti. Considerati quelli preesistenti, si troveranno insieme ben sedici ambulatori che
prima garantivano ossigeno e ivacità, anche sotto il profilo della socializzazione, ai vari quartieri cittadini.
All'interno delle mura urbiche non dovrebbe rimanerne alcuno! Pronta al trasloco anche l'Antica Farmacia
Ceccarelli, una istituzione secolare che si affaccia, anche se ancora per poco, sulla caratteristica Piazza di
San Martino. L'insegna «Farmacia Ceccarelli» è apparsa già sopra la serranda di un locale sempre in via
Leonardo da Vinci. Scelte legittime, sia chiaro, dettate dalla ricerca di soluzioni ritenute valide sul piano della
qualità e dell'imprenditoria. Scelte che non si è fatto niente o quasi per «contrattare», vista la valenza
pubblica, inserendole in una pianificazione che poteva chiamare in causa, ad esempio, in particolare per gli
studi medici, i tanti spazi dell'ex ospedale di Piazza 40 Martiri! G.B.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015
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GUBBIO IL CENTRO storico eugubino è alla vigilia di un'ulteriore, robusta
spoliazione destina...
09/01/2015
Il Garantista - Catanzaro
Pag. 10
La Pro loco premia lo spirito delle feste
La bellezza è la migliore raccomandazione. È un frase di Aristotele a firmare i premi e i riconoscimenti che la
Proloco città di Catanzaro ha voluto consegnare ad alcuni commercianti, imprenditori e associazioni per aver
saputo meglio interpretare lo spirito del Natale, non solo con l'allestimento delle loro vetrine, ma anche per
l'animazione culturale e sociale organizzata nel periodo delle feste. La manifestazione finale di consegna si è
tenuta nella Sala concerti del Comune con il presidente della Proloco, Filippo Capellupo e il componente del
direttivo Gianni Bruni, l'assessore alle attività economiche Daniela Carrozza. Due le sezioni quest'anno,
quella dedicata all'allestimento delle vetrine che ha visto premiati con le motivazioni: Corso Mazzini 72 : Una
vetrina che rappresenta una città fatta di doni . Un'attività portata avanti da un giovane che entrato come
commesso pian piano è cresciuto fino a diventare titolare senza mai perdere di vista lo spirito
dell'accoglienza. Un bianco e nero che regala eleganza ma nello stesso tempo attira l'attenzione per
l'accostamento comunque luminoso". Scrigno : Per aver da sempre saputo coniugare l'artigianalità e la
tradizione con il senso del Natale così come visto e vissuto in posti lontani e vicini da noi. Farmacia Europea :
per aver saputo sdoganare il concetto di farmacia facendo diventare il locale accogliente e riuscendo a
proporre una vasta gamma di prodotti anche naturali. Garden Bar : Per essere da sempre un punto di ritrovo
sicuro per generazioni di catanzaresi che hanno frequentato i giardini di San Leonardo, avendo avuto la
capacità di rinnovarsi senza mai tradire la genuinità dei prodotti offerti. Solimeo : Per la sua storia, l'identità
con il quartiere e per aver fatto crescere generazioni di professionisti o semplici appassionati di musica.
Galleria Voci : per aver fatto dei complementi di arredo, che a volte sono solo dettagli nei nostri natali, il punto
centra le di alcune scelte. La seconda sezione è stata quella dedicata ai riconoscimenti assegnati a Derby 93
: Per la vicinanza dimostrata in maniera costante e silenziosa alle iniziative della Proloco e per aver scelto di
continuare la sua attività imprenditoriale mettendo la sua personale firma sui prodotti proposti Rizzi's : Un
giovane che dopo aver girato il mondo ha scelto di valorizzare i prodotti della sua terra facendoli diventare
un'idea imprenditoriale di successo. Concentrica: Un progetto che premia il gruppo, un progetto che esalta la
catanzaresità in ogni sua forma. Sia essa artistica o di aggregazione e che si propone come una nuova
frontiera per chi vuole fare cultura a mani nude e con impegno. Il presepe di Vittorio : per aver mantenuto
intatta una tradizione che è anche identità di un quartiere. In maniera silenziosa e con la passione che deriva
dal sentirsi parte di una comunità. r.c. onsegnate le targhe a commercianti, imprenditori e ristoratori che
hanno contribuito a rendere più bello il Natale appena trascorso Una frase di Aristotele firma il ricordo di
questo evento
Foto: Nelle foto alcuni flash della premiazione in Comune
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 09/01/2015
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IN CITTÀ
PROFESSIONI
1 articolo
09/01/2015
Il Gazzettino - Ed. nazionale
Pag. 30
(diffusione:86966, tiratura:114104)
Tegola Carpi: Concas positivo alla cocaina
Un caso di doping nel Carpi capolista in Serie B. Positivo il giocatore Fabio Concas, per il quale il laboratorio
di Roma ha rilevato nel primo campione analizzato la presenza di Benzoilecgonina (metabolita della cocaina),
al controllo in competizione disposto dalla Figc il 13 dicembre dopo il derby emiliano contro il Modena finito 10 per la squadra di Castori con gol di Mbakogu. L'ex giocatore di Ternana e Varese giocò tutti i 90 minuti.
L'ultimo caso di doping in B fu, lo scorso anno, quello di Leonardo Pavoletti, poi scagionato. L'attaccante del
Sassuolo aveva infatti abusato del Rinazina spray (un farmaco dell'influenza).
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 09/01/2015
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IL CASO
PERSONAGGI
1 articolo
09/01/2015
La Gazzetta Del Mezzogiorno - Ed. nazionale
Pag. 7
(diffusione:48275, tiratura:63756)
«Ridurre l'aliquota di imposizione forfettaria sulle partite Iva dal 15% al 10% e aumentare le soglie di accesso
al regime di semplificazione fino a 25/50mila euro: questi sono i correttivi urgenti alla legge di stabilità che il
governo Renzi deve immediatamente introdurre con un decreto d'urgenza». È quanto dichiara in una nota il
sen. Luigi d'Ambrosio Lettieri, capogruppo di Forza Italia nella 12° commissione Senato. «Una riforma
sbagliata qual è questa aggiunge il parlamentare pugliese -, come del resto rilevano i dati forniti dalla Cna,
può rivelarsi letale per moltissime micro imprese. Ci sono un milione di partite Iva - già in una situazione di
grande difficoltà - sospesi sul baratro che si è aperto sotto i loro piedi grazie ad una imposizione fiscale
pazzesca. Renzi non ha voluto ascoltarci. Adesso si dia da fare per correggere quella che a tutti gli effetti
appare come una mostruosità».
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 09/01/2015
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D'Ambrosio Lettieri (Fi) «Tasse su partite Iva mostruosità da correggere»