CHIGIANA - UNICO SETT. 2009
Transcript
CHIGIANA - UNICO SETT. 2009
CHIGIANA - UNICO SETT. 2009 23-06-2009 16:47 Pagina 88 88 proscenio) Compagni e compagne: mi resta qualcosa forse? La bottiglia. Lo so lo so, che non è da uomo. Ma che cos’è che non è da uomo? Eh? Da uomo è tutto, scrivere I fratelli Karamazov, calpestare gli altri, credere a nostro Signore, infischiarsi delle donne e scoparle... in realtà anche se restano nell’ombra, e ci sono rimaste quasi sempre... stavano sui carri, loro, coi guerrieri intorno a cavallo, gli elmi coi corni di bue, brandivano le armi, convinti di fare la storia... e quelle intanto col loro ventre, e il resto... amico mio, la natura se ne fotte della storia... (beve)... da uomo è tutto... anche imbattersi in una femmina e finire che non respiri più ossigeno, azoto... respiri lei, metti le mani in un paio di manette e le consegni la chiave... La incontrai al Ministero dell’Istruzione... il suo viso Vladimir Il’ič! La bocca! Gli occhi avevano un alone scuro... io registravo perfettamente la qualità dell’interesse che dimostrava per me ma non servì a mettermi in guardia... il serpente e il topo... (beve)… Oh Irina!... Che strana sensazione, un confuso dolore. No. Sì. Amico io la penso ancora troppo. No. Sì. Maledetto me, mentiva anche quando non ce n’era bisogno... Come quel giorno, eravamo sposati da non più di tre mesi, io avevo già cominciato a chiederle dove andasse in giro tutto il santo giorno... al partito, vado alle riunioni di partito, e da una di queste riunioni non mi torna a casa con una pelliccia di volpi argentate! Stavo per schiaffeggiarla e lei la apre... non aveva niente sotto, era nuda... Un mostro; un mostro del paradiso... e io? Com’è che mi avevi definito? Un animale inquieto e sospettoso... sì, ti facevo anche orrore... (sta ricordando qualcosa, si blocca)... è una viziosa, amico, mia moglie; è convinta che quando verrà il suo turno farò di lei una mummia come la moglie di Varienko, e ne abuserò. Io credo che lo viva nella sua immaginazione depravata... (si riscuote) Se il ballerino la porterà un giorno a vederti, scommetto che la riconoscerai, ha una massa di capelli rossi ondulati, occhi così non se ne vedono in giro, occhi di puro smeraldo che una bocca... quelle labbra!... io qualche volta non resistevo, cascavo in ginocchio, le tenevo le mani sui fianchi, e le rivolgevo delle preghiere... particolari, tu sai cosa intendo... mi guardava dall’alto... ero un insetto felice. Sconvolto, straziato, e felice. Perché io sono un insetto... (torna la luce)… notturno. La pausa è finita! (si rialza a fatica; rimette la bottiglia di vodka sul tavolino) Non ci penso quasi più. (si riavvicina alla testa del cadavere) Adesso le mie cure sono solo per te. E per te, Vladimir Il’ič, ascoltami bene: ho creato una formula nuova, stupefacente! Una bomba, vedrai. Studiata apposta per il mio eccelso protettore, perché io tengo conto della personalità dei miei pazienti, di te in primo luogo. Da vivo è ovvio, in quanto anche da morto l’uomo si trascina dietro le sue peculiari qualità gastrocerebrali e morfologiche. Ma sì, sta tranquillo, ti ho già accen-