CHIGIANA - UNICO SETT. 2009

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CHIGIANA - UNICO SETT. 2009
CHIGIANA - UNICO SETT. 2009
23-06-2009
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proscenio) Compagni e compagne: mi resta qualcosa forse? La bottiglia. Lo so lo so, che non è da uomo. Ma che cos’è che non è da
uomo? Eh? Da uomo è tutto, scrivere I fratelli Karamazov, calpestare gli altri, credere a nostro Signore, infischiarsi delle donne e scoparle... in realtà anche se restano nell’ombra, e ci sono rimaste quasi
sempre... stavano sui carri, loro, coi guerrieri intorno a cavallo, gli
elmi coi corni di bue, brandivano le armi, convinti di fare la storia...
e quelle intanto col loro ventre, e il resto... amico mio, la natura se
ne fotte della storia... (beve)... da uomo è tutto... anche imbattersi in
una femmina e finire che non respiri più ossigeno, azoto... respiri
lei, metti le mani in un paio di manette e le consegni la chiave... La
incontrai al Ministero dell’Istruzione... il suo viso Vladimir Il’ič! La
bocca! Gli occhi avevano un alone scuro... io registravo perfettamente la qualità dell’interesse che dimostrava per me ma non servì
a mettermi in guardia... il serpente e il topo... (beve)… Oh Irina!...
Che strana sensazione, un confuso dolore. No. Sì. Amico io la
penso ancora troppo. No. Sì. Maledetto me, mentiva anche quando
non ce n’era bisogno... Come quel giorno, eravamo sposati da non
più di tre mesi, io avevo già cominciato a chiederle dove andasse in
giro tutto il santo giorno... al partito, vado alle riunioni di partito, e
da una di queste riunioni non mi torna a casa con una pelliccia di
volpi argentate! Stavo per schiaffeggiarla e lei la apre... non aveva
niente sotto, era nuda... Un mostro; un mostro del paradiso... e io?
Com’è che mi avevi definito? Un animale inquieto e sospettoso... sì,
ti facevo anche orrore... (sta ricordando qualcosa, si blocca)... è una
viziosa, amico, mia moglie; è convinta che quando verrà il suo
turno farò di lei una mummia come la moglie di Varienko, e ne
abuserò. Io credo che lo viva nella sua immaginazione depravata...
(si riscuote) Se il ballerino la porterà un giorno a vederti, scommetto che la riconoscerai, ha una massa di capelli rossi ondulati, occhi
così non se ne vedono in giro, occhi di puro smeraldo che una
bocca... quelle labbra!... io qualche volta non resistevo, cascavo in
ginocchio, le tenevo le mani sui fianchi, e le rivolgevo delle preghiere... particolari, tu sai cosa intendo... mi guardava dall’alto... ero
un insetto felice. Sconvolto, straziato, e felice. Perché io sono un
insetto... (torna la luce)… notturno. La pausa è finita! (si rialza a
fatica; rimette la bottiglia di vodka sul tavolino) Non ci penso quasi
più. (si riavvicina alla testa del cadavere) Adesso le mie cure sono
solo per te. E per te, Vladimir Il’ič, ascoltami bene: ho creato una
formula nuova, stupefacente! Una bomba, vedrai. Studiata apposta
per il mio eccelso protettore, perché io tengo conto della personalità
dei miei pazienti, di te in primo luogo. Da vivo è ovvio, in quanto
anche da morto l’uomo si trascina dietro le sue peculiari qualità
gastrocerebrali e morfologiche. Ma sì, sta tranquillo, ti ho già accen-