Giornata mondiale dell`Aids 2006
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Giornata mondiale dell`Aids 2006
ORGANO UFFICIALE DELLA SIMAST, SOCIETÀ INTERDISCIPLINARE PER LO STUDIO DELLE MALATTIE SESSUALMENTE TRASMISSIBILI N. 27/novembre 2006 Poste Italiane spa Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB - Brescia STD 27 n e w s Il prof. Giampiero Carosi Sommario 1 Editoriale Giampiero Carosi e Alberto Matteelli 2 AIDS, quale prevenzione? C. Stamello 4 Linee Guida MST dei CDC - 2006 LEADING ARTICLES 13 Famciclovir nell’Herpes genitale ricorrente Aoki FY et all 14 Profilassi con Valacyclovir nelle recidive erpetiche durante il parto Sheffield JS et all 15 Congressi A 25 anni dalla comparsa della pandemia i Editoriale numeri dell’AIDS sono inquietanti oggi non meno di ieri. Secondo l’UNAIDS in un quarto di secolo l’AIDS ha ucciso 25 milioni di persone e ne ha infettate 40 milioni.Se non si frena l’epidemia entro il 2010 il mondo dovrà investire 20 miliardi di dollari all'anno per far fronte a una strage che non conosce confini. 39,5 milioni sono le persone che vivono con l’HIV nel 2006, 4,3 milioni le nuove infezioni durante l’anno (2,8 nella sola Africa Subsahariana), di cui il 40 per cento in persone di età compresa fra i 15 e i 24 anni. Sempre nel 2006 sono state ancora 2,9 milioni le morti per cause correlabili all’AIDS.Se l’epicentro dell’epidemia è l’Africa,viene segnalato un aumento particolare, percentualmente anche più elevato, di nuovi sieropositivi nell’Europa dell’Est e nell’Asia centrale, dove dal 2004 sono aumentati del 70 per cento (da 160 mila a 270 mila) mentre nel Sudest dell’Asia l’aumento è stato del 15 per cento. I dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità, elaborati dal Centro Operativo AIDS (COA), affermano che anche in Italia il numero stimato dei nuovi sieropositivi rimane stabile sui 4 mila casi all’anno già da alcuni anni, e che sono almeno 130.000 i portatori del virus nel nostro paese. Negli ultimi anni il contagio avviene in primo luogo per via sessuale, prima modalità di trasmissione del virus, e il 68,9 dei contagi si concentra tra i giovani tra i 25 e i 39 anni. La pandemia si è trasformata in un quarto di secolo da un male “bianco, benestante e gay” a un male “nero, povero e africano”. E nei paesi ricchi la “moda” di occuparsi dell’AIDS è passata in secondo piano mentre l’epidemia si è spostata verso l’Africa, laTailandia e l’India.Dal Palazzo diVetro dell’ONU,il segretario Kofi Annan ha lanciato un appello: che questo sia l’anno della “accountability”, l’anno in cui ognuno nel mondo della politica deve prendere coscienza della situazione e assumersi le proprie responsabilità “rafforzando la protezione dei gruppi più vulnerabili: i giovani, le prostitute,chi fa uso di droga e gli uomini che fanno sesso con altri uomini”.Ricordando che l’infezione è un problema del nucleo familiare e della comunità, non solo dell’individuo.Un messaggio forte e poco “politically correct” che solamente un segretario generale uscente poteva permettersi. Giornata mondiale dell’Aids 2006 1 Se l’epidemia è trainata dalla trasmissione sessuale parlare del preservativo è d’obbligo. In effetti, mentre oltre oceano George W.Bush ribadisce che è l’astinenza e la fedeltà coniugale la via per la salvezza, in Europa si ci orienta verso politiche diverse. Nell’atmosfera di generale riduzione del profilo delle campagne di prevenzione sull’AIDS, in Italia si registrano alcuni messaggi e fatti concreti. Il ministro Melandri propone la riduzione del prezzo del preservativo (riducendo l’IVA dall'attuale 20 al 10%) come strumento determinante per la prevenzione dell’HIV e delle malattie a trasmissione sessuale attraverso la riduzione del rischio, soprattutto tra i più giovani. Si muove su una via già aperta da Gordon Brown che ha fatto inserire nella Legge di Bilancio inglese la riduzione dell’aliquota sui profilattici dal 17,5 al 5;e seguita dal ministro della Sanità Francese, Xavier Bertrandt, che ha deciso di rendere disponibili oltre dieci milioni di profilattici da 20 centesimi l’uno in oltre 20 mila punti vendita accessibili ai più giovani come licei,edicole,farmacie e tabaccherie. Sarebbe un tassello nel tentativo di rimuovere una delle cause del mancato utilizzo del preservativo in situazioni a rischio tra i più giovani. Da solo non risolverebbe certo il problema della lotta contro l’AIDS,poiché resta essenziale e vi è un estremo bisogno anche della promozione di una sana e sicura sessualità tra i ragazzi e non solo.E tra i fatti val la pena di ricordare che il ministro della Salute Livia Turco ha ricostituito, per la durata di due anni, la Commissione Nazionale per la lotta contro l’AIDS e la Consulta del Volontariato. La Commissione Nazionale dovrà lavorare per il recupero del concetto stesso di prevenzione che negli ultimi anni è stato messo in ombra, probabilmente grazie ai progressi e traguardi raggiunti sul versante terapeutico. Ma questo anche se estremamente gratificante equivale a parlare d’altro. Giampiero Carosi e Alberto Matteelli 2 Carmelo Stornello, già Primario Malattie Infettive Ospedale Maggiore, Modica Per L’AIDS quale prevenzione oggi? F orse sarà suggerita dall’esperienza dei Paesi in via di sviluppo martoriati dall’AIDS la prevenzione di questa malattia. È quanto si può intuire dalle riflessioni sull’evoluzione dell’infezione da HIV in vari Paesi pubblicate da serie riviste scientifiche. Il BMJ, nel numero del 10 aprile 2004 ha pubblicato un documentato studio di Shelton ed Altri dal titolo “Partner reduction is crucial for balanced ‘ABC’ appoarch to HIV prevention” nel quale si afferma già nella sua premessa che mentre “gran parte del dibattito intorno alla prevenzione dell’AIDS si è focalizzato sulla promozione dell’uso del preservativo, la riduzione del numero dei partner è stata trascurata come un ‘figlio di mezzo’”, cioè gli Autori ritengono che si sarebbe enfatizzata l’importanza del preservativo nella prevenzione dell’HIV e non sia stata data la stessa importanza alla riduzione dei partner, che è stata considerata come una Cenerentola. L’impatto delle tesi sostenute nell’articolo ha obbligato il giornale ad accompagnarlo con un editoriale di David Wilson, suo senior monitoring and evaluatation specialist, il quale giunge ad affermare che in un momento di piena crisi della prevenzione dell’HIV (we face a crisis in HIV prevention), lo studio dimostra l’importanza del cambiamento dei comportamenti sessuali nella prevenzione dell’AIDS. Gli Autori citano l’inversione di tendenza dell’infezione in Tailandia che, ritenuta dovuta all’uso del preservativo nel 100% dei bordelli, invece potrebbe essere determinata dalla documentata fortissima riduzione del numero delle persone che ricorrono al sesso mercenario ed ai rapporti sessuali occasionali. La tesi degli autori è che non è possibile sperare in una efficace prevenzione dell’infezione solo proponendo il preservativo ma che è necessario un approccio equilibrato dei fattori “ABC” della prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse, dove A sta per astinenza sessuale o, per i giovani, nel ritardare l’inizio dei rapporti sessuali; B sta per monogamia o comunque per forte riduzione del numero dei partner sessuali; C sta per uso corretto del preservativo nei rapporti sessuali potenzialmente a rischio. Gli autori basano questa affermazione anche sulla diminuzione dell’incidenza dell’infezione nelle comunità gay d’Europa e degli Stati Uniti, che sarebbero state le prime a ridurre il numero dei partner e su quanto è avvenuto in Uganda, in Cambogia, in Etiopia, nella Repubblica Dominicana e nello Zambia, paesi in cui è avvenuta l’inversione di tendenza dell’infezione molto probabilmente a seguito dell’intensa campagna di sensibilizzazione tesa a far ridurre il numero dei partner sessuali e ad orientare la popolazione verso la monogamia ed i giovani a ritarda- re l’inizio sei rapporti sessuali; campagne svolte in modo convinto e compatto dai governi, dalle forze armate, dalle autorità religiose, dalle autorità sanitarie, dai media e dalle comunità locali. In queste popolazioni “sembra che si sia spostato l’ago della bilancia per cui evitare i rapporti sessuali a rischio è diventata una regola della comunità”. Cosa che induce David Wilson ad sottotitolare il suo commento, che si intitola “Partner reduction and the prevention of HIV/AIDS”, con la frase significativa “The most effective strategies come from within communities” (Le strategie più efficaci sorgono da dentro le comunità). Va segnalato inoltre che la necessità di programmi di prevenzione che coinvolgano tutte le espressioni della comunità e si basino sull’approccio equilibrato dei fattori ABC indicato dal gruppo di Shelton hanno indotto anche il Lancet del 27 settembre del 2004 a pubblicare un altro corposo studio degli statunitensi Halperin ed Altri dal titolo “The time has come for common ground on prevention sexual transmission of HIV”. Anche in questo studio pare di leggere l’invito – o l’auspicio – a coinvolgere nella prevenzione con ABC tutte le comunità, da quelle del target dell’intervento a quelle non direttamente interessate alla conservazione della salute. Un coinvolgimento che per i giovani riconosca il ruolo della scuola e della famiglia nel comunicare valori ed attese sul comportamento sessuale per indurli a rimandare l’inizio dell’attività sessuale ed a vivere nell’astinenza. Mentre orienti la popolazione adulta a dare importanza assoluta alla promozione della fedeltà reciproca e ad usare correttamente e costantemente il preservativo in caso di rapporti sessuali occasionali con partner diversi o nel sesso mercenario. Lo studio, sull’esempio di quanto è avvenuto in questi paesi, ritiene indispensabile coinvolgere nella prevenzione dell’HIV, per la presa che queste hanno sulla popolazione target, anche le organizzazioni religiose, oltre alle associazioni ed ai leaders tradizionali e di governo. E l’importanza del ruolo svolto dalle organizzazioni religiose ed in particolare dalla Chiesa Cattolica nella lotta all’infezione da HIV nelle popolazioni africane emerge dai dati epidemiologici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità riferiti da Amin Abboud.in una lettera pubblicata dal BMJ il 30 luglio 2005. Questi dati dimostrerebbero che più alta è la percentuale di cattolici in un Paese e più basso è il livello di diffusione HIV nella popolazione: nello Swaziland dove l’infezione ha colpito il 42,1% della popolazione, i cattolici sono appena il 5%; nel Botswana dove il 37% della popolazione adulta è infetta, i cattolici sono il 4%; nel Sud Africa dove il 22% della popolazione è infetto, i cattolici sono il 16%, mentre nell’Uganda, dove i cattolici sono il 43% della popolazione, gli adulti infetti sono solo il 4%. L’insieme di queste riflessioni e dei dati obbliga a rifuggire dal proporre soluzioni facili che alla distanza si dimostrano illusorie ed a cercare tipologie di prevenzione realmente efficaci e durature. Lo auspica anche lo studio del gruppo di Halperin in cui si afferma che “è tempo di abbandonare una radicalizzazione che divide e di andare avanti insieme nel creare ed implementare programmi di prevenzione basati sulla documentazione per aiutare a ridurre i milioni di casi di infezione che si verificano ogni anno”. Riferimenti: D Wilson: Partner reduction and the prevention of HIV/AIDS. BMJ, 2004; 328; 848-849 Shelton ID, Halperin DT, Nantulya V, Potts M, Gayle HD, Holmes KK: Partner reduction is cruciale for balanced “ABC” approach to HIV prevention. BMJ 2004; 328; 891-893 Halperin DT, Steiner MJ, Cassell MM, Green EC,Mearst N,Kirby D,Gayle HD,Cates W:The time has come for common ground on preventing sexual transmission of HIV. The Lancet 2004; 364; 1913-1915 Abboud A: Searching for papal scapegoats is pointless. BMJ 2005; 331; 294 3 Anna Beltrame e Giada Rorato dell'Istituto Malattie Infettive dell'Università di Udine Giuseppina De Iaco e Alessandro Azzini dell'Istituto Malattie Infettive dell'Università di Brescia Traduzione delle linee guida sulle Malattie Sessualmente Trasmesse pubblicate dai CDC nel 2006 Nell’agosto di quest’anno i Centers for Diseases Control (CDC) di Atlanta, USA, hanno pubblicato le nuove linee guida di gestione per pazienti con infezioni sessualmente trasmesse (IST). Il documento è stato preparato dai CDC sulla base dei risultati di un incontro di esperti americani del settore tenutosi nell’aprile dell’anno precedente. Le linee guida aggiornano e sostituiscono un analogo documento del 2002.Poiché le linee guida europee non sono state ulteriormente aggiornate dopo la versione pubblicata nel 2001, questo documento rappresenta lo strumento più aggiornato di informazione e riferimento per operatori sanitari che gestiscono pazienti con IST. STDNEWS inizia in questo numero la pubblicazione della traduzione delle linee guida IST del CDC del 2006. I cambiamenti avvenuti rispetto alle linee guida precedenti del 2002 sono evidenziate con il colore rosso. La versione integrale ed originale delle linee guida è disponibile al sito http://www.cdc.gov/mmwr oppure al sito ftp://ftp.cdc.gov/pub/publications/mmwr. PATOLOGIE CARATTERIZZATE DALLE ULCERE GENITALI Gestione dei pazienti che presentano una ulcera genitale Negli Stati Uniti, la maggioranza dei pazienti sessualmente attivi che presentano ulcere genitali sono affetti da herpes genitale, sifilide o ulcera molle. Tra queste, l’herpes genitale è la malattia sessualmente trasmessa ulcerativa prevalente. Queste malattie sono state associate ad un aumentato rischio di infezione da HIV. Tutti i pazienti che hanno ulcere genitali devono essere valutati per herpes genitale e sifilide; il test per l’ulcera molle deve essere fatto in aree dove la malattia è presente: 4 sierologia per sifilide e, esame microscopico in campo oscuro (darkfield) oppure immunofluorescenza diretta per T. pallidum - esame colturale per HSV o ricerca dell’antigene HSV - esame colturale per H. ducreyi. Sebbene la PCR per la diagnosi di queste malattie ulcerative non sia disponibile negli Stati Uniti, è possibile il suo utilizzo quando, una volta creata nei laboratori, venga verificata la sua efficacia mediante studi condotti secondo il Clinical Laboratory Improvement Amendment (CLIA). La sierologia per l’herpes genitale può essere di aiuto per identificare i pazienti con tale malattia ulcerativa. La biopsia delle lesioni ulcerative - genitali può essere di aiuto per identificare la causa delle ulcere inusuali o che non rispondono alla terapia iniziale. Il test sierologico per l’infezione da HIV deve essere effettuato in tutti i pazienti che hanno una malattia ulcerativa genitale causata dal T. pallidum o dal H. ducreyi, mentre deve essere fortemente considerata per quelli che presentano un herpes genitale. Frequentemente i medici trattano il paziente prima di avere a disposizione il risultato dei test diagnostici, sia per interrompere la catena del contagio sia poiché, se si considera l’herpes genitale, l’efficacia del suo trattamento dipenderà dalla rapidità di inizio della terapia. Almeno il 25% dei pazienti con ulcere genitali, al termine delle indagini di laboratorio, non avranno una diagnosi eziologica confermata. ULCERA MOLLE Negli Stati Uniti, l’ulcera molle solitamente è presente in epidemie, sebbene la malattia sia endemica in alcune aree. L’ulcera molle, così come la sifilide e l’herpes genitale, è un co-fattore per la trasmissione di HIV. Circa il 10% delle persone che hanno acquisito l’ulcera molle negli Stati Uniti hanno una co-infezione con T. pallidum o HSV; questa percentuale risulta maggiore nelle persone che acquisiscono tale malattia in altri paesi. La diagnosi definitiva di ulcera molle richiede l’identificazione di H. ducreyi in speciali colture non disponibili diffusamente in commercio; sensibilità < 80%. Sebbene la PCR per la diagnosi dell’ulcera molle non sia disponibile negli Stati Uniti, è possibile il suo utilizzo quando, una volta creata nei laboratori, venga verificata la sua efficacia mediante studi condotti secondo il Clinical Laboratory Improvement Amendment (CLIA). La presenza contemporanea di una ulcera genitale dolente e di adenopatia inguinale molle suppurata suggerisce la diagnosi di ulcera molle. Una probabile diagnosi di ulcera molle può essere fatta se tutti i seguenti criteri sono presenti: 1) il paziente presenta una o più ulcere genitali dolenti; 2) non si rileva il T. pallidum nell’essudato dell’ulcera genitale analizzato mediante l’esame microscopico in campo oscuro (darkfield) oppure è negativo l’esame sierologico per sifilide effettuato almeno 7 giorni dopo la comparsa dell’ulcera; 3) la presentazione clinica, ulcere genitali e, se presente, la linfoadenomegalia regionale, è tipica dell’ulcera molle; 4) un test per HSV effettuato sull’essudato dell’ulcera è negativo. Terapia Il trattamento dell’ulcera molle permette sia la risoluzione dei sintomi sia la prevenzione della trasmissione dell’infezione. Nei casi di ulcera molle diagnosticati tardivamente, nonostante un trattamento efficace, può residuare un esito cicatriziale. (Tabella 1) Altre considerazioni gestionali I soggetti non circoncisi e i soggetti con infezione da HIV rispondono meno bene al trattamento rispetto ai pazienti circoncisi e non infetti da HIV. Al momento della diagnosi di ulcera molle deve essere effettuato un test sierologico per HIV; se risulta negativo deve essere ripetuto 3 mesi dopo la diagnosi, insieme al test sierologico per sifilide. Follow-up Gravidanza Dopo l’inizio del trattamento il paziente deve essere rivalutato a distanza di 3-7 giorni. Se il trattamento è efficace, le ulcere solitamente migliorano soggettivamente in 3 giorni e obiettivamente in 7 giorni; se il miglioramento non è evidente, il medico deve considerare se: 1) la diagnosi è corretta 2) il paziente è co-infetto con un’altra MST 3) il paziente è co-infetto con HIV 4) il paziente non ha assunto il trattamento correttamente 5) H. ducreyi è resistente all’antibiotico somministrato. Il tempo necessario per la completa guarigione delle lesioni dipende dalle dimensioni dell’ulcera; grandi ulcere possono richiedere più di 2 settimane. Inoltre, i soggetti non circoncisi che presentano l’ulcera sotto il prepuzio, guariscono più lentamente. La guarigione clinica della linfoadenomegalia fluttuante è più lenta rispetto alle ulcere ed in alcuni casi può richiedere l’utilizzo dell’agoaspirato o l’incisione ed il drenaggio. Quest’ultime vengono preferite per evitare di ripetere la manovra. La tollerabilità e l’efficacia dell’azitromicina per la gravida o la paziente che allatta sono state definite. La ciprofloxacina è controindicata durante la gravidanza e l’allattamento. Effetti avversi causati dal l’ulcera molle durante la gravidanza non sono stati riportati. Management dei partner sessuali HERPES GENITALE Il partner sessuale del paziente deve essere valutato dal medico e trattato, indipendentemente dalla presenza o assenza di sintomi della malattia, se riferisce di aver avuto rapporti sessuali con il paziente durante i 10 giorni che precedevano l’inizio della sintomatologia dello stesso. L’herpes genitale è una infezione virale cronica, che persiste per tutta la vita. Sono stati identificati due agenti eziologici: HSV-1 e HSV-2. La maggioranza dei casi di herpes genitale ricorrente sono causati da HSV-2 sebbene HSV-1 potrebbe diventare l’agente eziologico più comune del primo episodio dell’herpes genitale. La maggioranza delle persone infettate con HSV-2 non ha avuto la diagnosi di herpes genitale. Molti di tali soggetti presentano una infezione asintomatica oppure con lievi segni e sintomi ma eliminano ad intermittenza il virus dal tratto genitale (shedding virale). La maggioranza delle infezioni genitali erpetiche sono trasmesse da persone ignare della loro condizione e che risultano asintomatiche al momento della trasmissione sessuale del virus. Tabella 1 Farmaco di Iª scelta Modalità di somministrazione Dosaggio Durata del trattamento Azitromicina x os 1g Singola dose Ceftriaxone IM 250 mg Singola dose Ciprofloxacina x os 500 mg ogni 12 h 3 giorni Eritromicina base x os 500 mg ogni 8 h 7 giorni La ciprofloxacina è controindicata in gravidanza e durante l’allattamento. A livello mondiale sono stati riportati diversi ceppi di H. ducreyi con resistenza intermedia alla ciprofloxacina ed alla eritromicina. Infezione da HIV I pazienti con infezione da HIV e ulcera molle devono essere fortemente monitorati considerando che in questo gruppo vengono riportati fallimenti terapeutici e la guarigione delle ulcere avviene più lentamente. I soggetti HIV positivi possono richiedere trattamenti di durata maggiore ed il fallimento terapeutico può avvenire con qualsiasi regime consigliato. Poiché l’evidenza è limitata riguardo all’efficacia terapeutica dell’azitromicina e del ceftriaxone nei soggetti con infezione da HIV, questi regimi devono essere utilizzati solo se il follow-up clinico è assicurato. Alcuni specialisti preferiscono il regime di eritromicina della durata di 7 giorni per il trattamento dei pazienti con infezione da HIV. 5 Diagnosi dell’infezione da HSV La diagnosi clinica di herpes genitale non è sensibile né specifica. Le classiche multiple vescicole dolenti o lesioni ulcerative sono assenti in molti soggetti infetti. Più del 50% dei casi di primo episodio di herpes genitale sono causati da HSV-1, sebbene le ricorrenze e lo shedding virale asintomatico sia molto meno frequente nelle infezioni genitali causate da HSV-1. Pertanto, la prognosi ed il conseguente counselling vengono influenzati a seconda che l’herpes genitale sia causato da HSV-1 o HSV-2. Quindi, la diagnosi clinica dell’herpes genitale deve essere confermata dal laboratorio. Sia i test virologici che quelli sierologici tipo-specifici devono essere disponibili nelle cliniche che gestiscono i pazienti con o a rischio di MST. Tests virologici L’isolamento di HSV in colture cellulari è il test virologico preferito. Tuttavia, la sensibilità della coltura è bassa, soprattutto in caso di lesioni erpetiche ricorrenti, e si riduce rapidamente quando la lesione inizia a guarire. Le tecniche PCR per l’identificazione di HSV-DNA sono molto più sensibili e sono state usate al posto delle colture virali; tuttavia, tali tests non sono stati approvati dal FDA per testare le secrezioni genitali. Infatti, la PCR è il test di scelta per identificare HSV nel liquor e permettere la diagnosi di infezione erpetica del Sistema Nervoso Centrale (SNC). Gli isolati virali ottenuti dalle colture cellulari devono essere tipizzati per determinare se la causa dell’infezione genitale sia HSV-1 o HSV-2. La negatività dell’esame colturale o PCR non indica assenza di infezione erpetica poiché lo shedding virale è intermittente. L’uso della identificazione citologica di modifiche cellulari da parte di HSV è un metodo non sensibile e non specifico, sia per le lesioni genitali (preparazione Tzanck) sia per 6 le lesioni cervicali (Paptest), e pertanto, non deve essere utilizzato. Tests sierologici tipo-specifici Anticorpi diretti contro HSV, sia tipo-specifici sia non tipo-specifici, si sviluppano durante le prime settimane dopo l’acquisizione dell’infezione e persistono per un tempo indefinito. I tests sierologici per HSV tipo-specifici sono basati sulla ricerca di specifiche HSV glicoproteine G1 (HSV-1) e glicoproteine G2 (HSV2). Sebbene tali tests siano disponibili in commercio dal 1999, rimangono in commercio vecchi tests sierologici che non differenziano HSV-1 da HSV-2. Quindi, quando si richiede la sierologia per virus erpetici è necessario specificare l’utilizzo di test sierologici tipospecifici basati sulla ricerca delle glicoproteine (gG). Le sierologie tipo specifiche indicate da FDA sono in seguito elencate: laboratory-based assay HerpesSelectTM-1 ELISA IgG o HerpeSelectTM-2 ELISA IgG e HerpeSelectTM 1 e 2 Immunoblot IgG (Focus Tecnology, Inc., Hernedon, Virginia) e HSV-2 ELISA (Trinity Biotech USA, Berkeley Heights, New Jeresey). Due ulteriori tests, Biokit HSV-2 e SureVue HSV-2 (Biokit USA, Lexington, Massachusetts, e Fisher Scientific, Pittsburgh, Pennsylvania, rispettivamente) sono point-of-care tests che danno risultati per gli anticorpi HSV-2 dal sangue capillare o dal siero durante la stessa visita medica. La sensibilità di questi tests tipospecifici per l’identificazione degli anticorpi di HSV-2 varia dal 80-90; falsi negativi≤a specificità raggiunge > 96% mentre i falsi positivi possono risultare, soprattutto in soggetti con basso rischio di infezione da HSV. In alcuni casi è indicato ripetere o confermare un test, soprattutto se si sospetta una infezione erpetica recente. Poiché quasi tutte le infezioni da HSV-2 vengono acquisite per via sessuale, la presenza di anticorpi tipo-specifici HSV-2 indica una in- fezione ano-genitale e richiede un’educazione e counselling specifica per soggetti con infezioni ano-genitali erpetiche. La singola presenza di anticorpi diretti a HSV1 è di più difficile interpretazione. La maggioranza delle persone con anticorpi diretti contro HSV-1 hanno un’infezione del cavo orale acquisita in età infantile, la quale può essere asintomatica. Tuttavia, l’acquisizione per via genitale di HSV1 è riportata in aumento, e l’infezione può risultare asintomatica. L’assenza di sintomi in una soggetto sieropositivo per HSV-1 non permette di differenziare l’infezione ano-genitale da quella oro-labiale o cutanea. Soggetti con infezione da HSV-1, indipendentemente dal sito di infezione, rimangono a rischio di infezione da HSV-2. I test sierologici tipo-specifici per HSV possono essere utili nelle seguenti situazioni: 1) sintomi genitali ricorrenti o atipici con coltura per HSV negativa 2) diagnosi clinica di herpes genitale senza una conferma di laboratorio 3) partner sessuale con infezione erpetica Alcuni specialisti indicano che il test sierologico per HSV debba essere incluso nel pannel dei test per malattie sessualmente trasmesse da effettuarsi nei soggetti con numerosi partners sessuali, con infezione da HIV od omosessuali ad aumentato rischio di infezione da HIV. Lo screening per HSV-1 e HSV-2 non è indicato nella popolazione generale. Principi della gestione dell’herpes genitale La terapia antivirale offre dei benefici clinici alla maggioranza dei pazienti sintomatici e rappresenta l’elemento principale della gestione dell’herpes genitale. Il counselling relativo alla storia naturale dell’infezione genitale, il rischio di trasmissione sessuale e perinatale ed i metodi per ridurre la trasmissione del virus è una parte essen- ziale della gestione clinica. I farmaci antivirali sistemici possono parzialmente controllare i segni e sintomi dell’infezione quando usati nel trattamento del primo episodio clinico o degli episodi ricorrenti, o quando usati quotidianamente nella terapia soppressiva. Tuttavia, questi farmaci non eradicano l’infezione virale latente e non alterano il rischio, la frequenza o la gravità delle ricorrenze una volta che la terapia viene interrotta. Trials randomizzati hanno indicato che tre farmaci antivirali permettono una efficacia clinica per l’herpes genitale: acyclovir, valacyclovir e famciclovir. Valacyclovir è il sale cloruro del lvalyn estere dell’acyclovir ed ha un maggior assorbimento dopo la somministrazione per os. Famciclovir ha ugualmente una buona biodisponibilità orale. La terapia topica con farmaci antivirali ha un effetto benefico minimo ed il suo utilizzo deve essere scoraggiato. Primo episodio clinico di herpes genitale Molti soggetti con un primo episodio erpetico hanno lievi manifestazioni cliniche ma successivamente sviluppano sintomi gravi e prolun- gati. Quindi, i pazienti con un primo episodio di herpes genitale devono ricevere la terapia antivirale. (Tabella 2) Infezione da HSV-2 La maggioranza dei pazienti con un primo episodio genitale sintomatico conseguente ad infezione da HSV-2 presenterà successivamente delle ricorrenze delle lesioni genitali; le ricorrenze sono meno frequenti nelle infezioni da HSV-1. Uno shedding asintomatico intermittente avviene nei pazienti con infezione genitale da HSV-2, anche in quelli con una infezione silente. La terapia antivirale per l’herpes genitale ricorrente può essere somministrata sia ad ogni episodio (terapia episodica) per migliorare e ridurre la durata delle lesioni o in maniera continuativa (terapia soppressiva) per ridurre la frequenza delle ricorrenze. Molte persone, incluse quelle con rari episodi di ricorrenza o episodi di ricorrenza caratterizzati da lievi sintomi, beneficiano della terapia antivirale; quindi, l’opzione terapia deve essere discussa con il paziente. Alcuni pazienti possono preferire la terapia soppressiva, la quale ha il vantaggio di ridurre il rischio di Tabella 2 Farmaco di Iª scelta Modalità di somministrazione Dosaggio Durata del trattamento Acyclovir x os 400 mg ogni 8 h 7-10 giorni Acyclovir x os 200 mg x 5 volte al die 7-10 giorni Famciclovir x os 250 mg ogni 8 h 7-10 giorni Valacyclovir x os 1 g ogni 12 h 7-10 giorni Il trattamento può essere proseguito dopo 10 giorni di terapia se la guarigione non è completa. Tabella 3 Farmaco di Iª scelta Modalità di somministrazione Dosaggio Acyclovir x os 400 mg ogni 12 h Famciclovir x os 250 mg ogni 12 h Valacyclovir x os 500 mg ogni 24 h Valacyclovir x os 1 g ogni 24 h Durata del trattamento trasmissione sessuale di HSV-2 al partner sessuale suscettibile. Terapia soppressiva per l’herpes genitale ricorrente La terapia soppressiva riduce la frequenza delle ricorrenze di herpes genitale del 70-80% nei pazienti che riferiscono numerosi episodi di ricorrenza (>6 episodi di ricorrenza all’anno), e molti pazienti non riportano episodi sintomatici successivamente. Il trattamento è anche efficace nei pazienti che lamentano meno episodi di ricorrenza. L’efficacia e la tollerabilità sono state documentate tra pazienti che ricevevano una terapia quotidiana con acyclovir per un periodo di 6 anni e di valacyclovir o famciclovir per un periodo di 1 anno. La qualità della vita è spesso migliorata nei pazienti con frequenti ricorrenze che ricevono la terapia soppressiva, rispetto al trattamento episodico. La frequenza degli episodi ricorrenti di herpes genitale diminuisce nel tempo in molti pazienti, e l’adeguamento psicologico del paziente nei confronti della malattia può cambiare. Quindi, periodicamente durante il trattamento soppressivo (una volta all’anno) il medico deve discutere con il paziente la necessità di continuare la terapia. Il trattamento quotidiano con valacyclovir 500 mg diminuisce il tasso di trasmissione di HSV-2 nelle coppie eterosessuali discordanti. Tali coppie devono essere incoraggiate a considerare la terapia soppressiva come parte della strategia per prevenire la trasmissione sessuale, insieme all’uso consistente del condom e all’evitare i rapporti sessuali durante le ricorrenze. La terapia soppressiva antivirale probabilmente riduce la trasmissione quando utilizzata da persone che hanno più partners sessuali (inclusi gli omosessuali) e quelli che risultano sieropositivi per HSV-2 senza una pregressa storia di herpes genitale. (Tabella 3) Il valacyclovir 500 mg assunto una 7 volta die può essere meno efficace dei regimi terapeutici contenenti acyclovir o valacyclovir a diverso dosaggio nei pazienti che hanno molti più episodi di ricorrenze (>10 episodi di ricorrenza all’anno). Numerosi studi hanno confrontato valacyclovir o famciclovir con acyclovir. I risultati di questi studi suggeriscono che valacyclovir e famciclovir sono confrontabili ad acyclovir. Una più semplice somministrazione ed un più basso costo sono anche importanti fattori da considerare nella scelta del trattamento prolungato. Terapia episodica per l’herpes genitale ricorrente Un efficace trattamento episodico dell’herpes genitale ricorrente richiede l’inizio della terapia entro il primo giorno dall’inizio dei sintomi o durante i prodromi che precedono l’episodio. Il paziente deve possedere a domicilio il farmaco o la ricetta per l’acquisto del farmaco con le istruzioni per l’inizio della somministrazione immediata del farmaco alla comparsa dei disturbi. (Tabella 4) Herpes genitale grave La terapia endovenosa con acyclovir deve essere effettuata nei pazienti che presentano una malattie erpetica grave o una complicanza che necessita l’ospedalizzazione (infezione disseminata, polmonite, epatite) o complicanze del Sistema Nervoso Centrale (SNC) (meningiti o encefaliti). Il regime terapeutico consigliato è acyclovir 5-10 mg/Kg/8h per via endovenosa per 2-7 giorni o fino al miglioramento clinico, seguito da un trattamento per os per completare almeno 10 giorni di terapia totale. Counselling Il counselling dei soggetti infetti e dei loro partners sessuali è una parte essenziale della gestione dell’herpes genitale. L’obiettivo è: 1) aiutare i pazienti ad affrontare l’infezione 2) prevenire la trasmissione sessuale e perinatale Sebbene durante la prima visita possa essere effettuato un counselling iniziale, molti pazienti hanno un maggiore apprendimento relativamente alla cronicizzazione dell’infezione in seguito all’episodio acuto. Numerose fonti di informazione, inclusi i siti internet (http://www.ashastd.org oppure http://www.ihmf.org) sono disponibili per l’assistenza del paziente, del partner e del medico che esegue il counselling. I soggetti infettati da HSV possono esprimere ansietà relativamente all’herpes genitale che non riflette la reale gravità clinica della malattia. Le più comuni preoccupazioni riguardano la gravità della manifestazione clinica iniziale, la ricorrenza degli episodi, i rapporti sessuali e la trasmissione del virus al partner sessuale, e la capacità di partorire un neonato sano. L’idea errata che HSV causa il tumore de- Tabella 4 Farmaco di Iª scelta Modalità di somministrazione Dosaggio Durata del trattamento Acyclovir x os 400 mg ogni 8 h 5 giorni Acyclovir x os 800 mg ogni 12 h 5 giorni Acyclovir x os 800 mg ogni 8 h 2 giorni Famciclovir x os 125 mg ogni 12 h 5 giorni Famciclovir x os 1 g ogni 12 h 1 giorno Valacyclovir x os 500 mg ogni 12 h 3 giorni Valacyclovir x os 1 g ogni 24 h 5 giorni 8 ve essere rimossa. L’effetto psicologico della diagnosi sierologica dell’infezione da HSV-2 in un soggetto asintomatico o con herpes genitale non evidente è minimo e transitorio. Le seguenti raccomandazioni devono essere applicate nel counselling di pazienti con infezione da HSV: • Soggetti con herpes genitale devono essere educati relativamente alla storia naturale della malattia, enfatizzando la possibilità delle ricorrenze, la presenza di uno shedding virale asintomatico ed il rischio di trasmissione sessuale del virus • Pazienti con un primo episodio di herpes genitale devono essere informati sulla disponibilità della terapia soppressiva efficace nel prevenire gli episodi di ricorrenza sintomatici e che la terapia episodica è qualche volta utile nel ridurre la durata degli episodi • Tutti i pazienti con infezione da HSV devono essere incoraggiati ad informare della propria malattia erpetica il loro attuale partner sessuale o, prima di iniziare una nuova relazione, i futuri partners sessuali • La trasmissione di HSV può avvenire durante periodi asintomatici. Lo shedding virale asintomatico è più frequente nelle infezioni genitali da HSV-2 rispetto all’infezione da HSV-1 ed avviene prevalentemente durante i primi 12 mesi dopo l’acquisizione dell’infezione • Tutti i pazienti con herpes genitale devono evitare rapporti sessuali con partner non infetti quando le lesioni genitali o i prodromi di queste sono presenti • Il rischio di trasmissione sessuale di HSV-2 può essere ridotto con l’utilizzo quotidiano di valacyclovir da parte dei soggetti infetti • Recenti studi indicano che il condom, quando utilizzato correttamente e consistentemente, può ridurre il rischio di trasmissione sessuale del virus • I partners sessuali dei pazienti infetti devono essere informati della possibilità di essere infettati anche in assenza di sintomi. La sierologia tipo-specifica dei partners sessuali asintomatici dei pazienti con herpes genitale è raccomandata per determinare se esiste il rischio di acquisizione di HSV • Il rischio di infezione erpetica neonatale deve essere spiegato a tutti i soggetti, inclusi i soggetti di sesso maschile. Le donne gravide e le donne in età riproduttiva che hanno una storia di herpes genitale devono informare il medico che le seguirà durante la gravidanza ed il medico che seguirà il loro neonato. Gravide che non sono state infettate da HSV-2 devono essere avvisate di evitare rapporti sessuali durante il terzo trimestre con partner con herpes genitale. Le gravide che non sono state infettate da HSV-1 devono essere informate di evitare di esporre i propri genitali a HSV1 durante il terzo trimestre (ad es. rapporto oro-genitali con un partner che presenta un herpes labiale o rapporti vaginali con un partner che ha infezione genitale da HSV-1) • I soggetti asintomatici con diagnosi di infezione da HSV-2 diagnosticata con test sierologici tipo-specifici devono ricevere lo stesso counselling dei pazienti infetti sintomatici. Inoltre, tali soggetti devono essere educati circa le manifestazioni dell’herpes genitale. Management dei partner sessuali I partners sessuali dei pazienti con herpes genitale possono beneficiare di una valutazione medica e del counselling. I partners sessuali asintomatici devono essere valutati e trattati nella stessa maniera dei pazienti che presentano lesioni genitali. I partners sessuali asintomatici devono essere indagati relativamente a una storia anamnestica di lesioni genitali e a loro de- ve essere offerto un test sierologico tipo-specifico per HSV. Allergia, intolleranza e reazioni avverse Reazioni avverse o allergie a acyclovir, valacyclovir e famciclovir sono rare. E’ possibile effettuare una desensibilizzazione ad acyclovir. Infezione da HIV I soggetti immunodepressi possono presentare episodi di herpes labiale, perianale e genitale prolungati o più gravi. Le lesioni causate da HSV sono frequenti tra i soggetti con infezione da HIV e possono essere gravi, dolorose e atipiche. Lo shedding di HSV è aumentato nei soggetti HIV positivi. Mentre la terapia antiretrovirali riduce la gravità e la frequenza dell’herpes genitale sintomatico, lo shedding virale subclinico avviene ugualmente. La terapia soppressiva o episodica con farmaci antivirali per os è efficace nel ridurre le manifestazioni cliniche di HSV nei soggetti HIV positivi. I soggetti con infezione da HIV sono probabilmente più contagiosi per HSV; la misura della riduzione della trasmissione di HSV con la te- rapia soppressiva è sconosciuta in questa popolazione. Alcuni specialisti suggeriscono che la sierologia tipo-specifica debba essere offerta ai soggetti con infezione da HIV alla loro prima valutazione medica e che la terapia soppressiva debba essere considerata nei soggetti con infezione da HSV-2. (Tabelle 5-6) Acyclovir, valacyclovir e famciclovir sono sicuri per l’uso nei soggetti immunocompromessi alle dosi solitamente raccomandate per il trattamento dell’herpes genitale. Per le manifestazioni gravi della malattia erpetica può essere necessario iniziare una terapia endovenosa con acyclovir 5-10 mg/Kg/8h. Se le lesioni persistono o ricorrono nei pazienti che ricevono la terapia antivirale, deve essere sospettata la resistenza di HSV a tale farmaco e deve essere effettuato l’isolamento virale per permettere il successivo test di resistenza ai farmaci antivirali. Tali pazienti devono essere gestiti da uno specialista dell’HIV e deve essere somministrata una terapia alternativa. Tutti i ceppi resistenti ad acyclovir sono resistenti anche a valacyclovir e la maggioranza sono resistenti anche a famciclovir. Foscarnet 40 mg/Kg/8h somministrato fino alla Tabella 5 Terapia soppressiva quotidiana in pazienti con infezione da HIV Farmaco di Iª scelta Modalità di somministrazione Dosaggio Acyclovir x os 400 mg ogni 8 h Acyclovir x os 800 mg ogni 12 h Famciclovir x os 500 mg ogni 12 h Valacyclovir x os 500 mg ogni 12 h Durata del trattamento Tabella 6 Terapia episodica in pazienti con infezione da HIV Farmaco di Iª scelta Modalità di somministrazione Dosaggio Durata del trattamento Acyclovir x os 400 mg ogni 8 h 5-10 giorni Famciclovir x os 500 mg ogni 12 h 5-10 giorni Valacyclovir x os 1 g ogni 12 h 5-10 giorni 9 risoluzione clinica è spesso efficace per il trattamento di herpes genitale resistente ad acyclovir. Altrimenti può essere efficace il trattamento topico con cidofovir gel 1% applicato una volta die sulla lesione per 5 giorni consecutivi. Quest’ultima preparazione non è commercializzata e deve quindi essere preparata come prodotto galenico. Herpes genitale in gravidanza La maggioranza delle madri di neonati che hanno avuto l’herpes neonatale non ricordano in anamnesi di aver avuto un herpes genitale clinicamente evidente. Il rischio per la trasmissione del virus al neonato da una madre infetta è elevato (30-50%) quando la madre ha acquisito l’herpes genitale in prossimità del parto ed è basso (<1%) quando le donne riportano una storia anamnestica di episodi di herpes genitale ricorrente a termine o che acquisiscono l’infezione erpetica genitale durante la prima metà della gravidanza. Tuttavia, poiché durante la gravidanza l’herpes ricorrente è molto più comune dell’episodio primario, la percentuale di neonati che acquisiscono l’infezione da HSV dalla madre con herpes ricorrente è notevole. La prevenzione dell’herpes neonatale dipende sia dalla prevenzione dell’acquisizione dell’infezione genitale da HSV durante il termine della gravidanza sia evitando l’esposizione del neonato alle lesioni erpetiche durante il parto. Le gravide che non riferiscono di avere un herpes genitale devono essere informate di evitare rapporti durante il terzo trimestre con partners che hanno o che sospettano avere un herpes genitale. Inoltre, le gravide che non riferiscono di avere un herpes labiale devono essere informate di evitare rapporti oro-genitali durante il terzo trimestre con partners che hanno o che sospettano avere un herpes labiale. Alcuni specialisti sostengono che i test sierologici tipo-specifici sono utili per identificare le gravide a rischio per l’infezione da HSV 10 e permettere il counselling relativamente al rischio di acquisire l’infezione erpetica genitale durante la gravidanza. Tali tests devono essere offerti alle donne senza lesioni erpetiche il cui partner sessuale presenta una infezione da HSV. L’efficacia della terapia antivirale nel ridurre il rischio di trasmissione di HSV alle gravide non è stato studiato. Tutte le gravide devono essere intervistate relativamente ad una pregressa storia di herpes genitale. Al momento del travaglio, a tutte le gravide deve essere chiesto accuratamente circa sintomi di herpes genitale, inclusi i prodromi, e tutte le donne devono essere esaminate accuratamente per lesioni erpetiche. Le donne senza sintomi o segni di herpes genitale o dei prodromi possono partorire per via vaginale. La maggioranza degli specialisti raccomanda che le gravide con lesioni genitali erpetiche ricorrenti all’inizio del travaglio debbano partorire mediante parto cesareo per prevenire l’herpes neonatale. Tuttavia, il taglio cesareo non elimina completamente il rischio di trasmissione di HSV al neonato. La sicurezza della terapia sistemica con acyclovir, valacyclovir e famciclovir nella gravida non è stata stabilita definitivamente. Dati disponibili non indicherebbero un aumentato rischio di maggiori difetti congeniti rispetto alla popolazione generale nelle donne trattate con acyclovir durante il primo trimestre. Questi risultati permettono di rassicurare le donne che hanno avuto una esposizione prenatale ad acyclovir. L’esperienza con l’esposizione della gravida a valacyclovir e famciclovir è ancora limitata per permettere di dare informazioni utili. Acyclovir può essere somministrato per os alla gravida con un primo episodio di herpes genitale o di episodi ricorrenti gravi e deve essere somministrato per via endovenosa nella gravida che presenta una infezione erpetica grave. Il trattamento con acyclovir nella parte terminale della gravidanza riduce la frequenza di tagli cesarei tra le donne che hanno herpes genitale ricorrenti diminuendo la frequenza degli episodi di ricorrenza al termine della gravidanza stessa, pertanto molti specialisti consigliano tale pratica. Non ci sono dati che supportano l’utilizzo della terapia antivirale tra le gravide sieropositive per HSV senza una storia di herpes genitale. Il rischio di herpes è elevato nei nati da madri che hanno acquisito l’infezione erpetica genitale al termine della gravidanza; tali donne devono essere informate da uno specialista di malattie infettive. Alcuni specialisti raccomandano il trattamento con acyclovir in tali circostanze, altri di effettuare un taglio cesareo per ridurre il rischio di herpes neonatale, altri infine raccomandano entrambe le pratiche. Herpes neonatale I neonati esposti a HSV durante il parto, come documentato da test virologici materni o presunto dall’osservazione di lesioni genitali materne, devono essere seguiti accuratamente da uno specialista. Alcuni specialisti raccomandano che tali neonati vengano sottoposti alla raccolta di tamponi colturali in tutte le superfici mucose per identificare HSV prima dello sviluppo di segni clinici o di herpes neonatale. Inoltre, alcuni specialisti raccomandano l’uso di acyclovir per i nati da madre che ha acquisito HSV in prossimità del parto poiché il rischio di herpes neonatale è elevato. Tutti i neonati che hanno l’herpes neonatale devono essere rapidamente valutati e trattati con acyclovir per via sistemica. Il trattamento consigliato per il neonato con herpes neonatale certo o sospetto è acyclovir 20 mg/Kg/8h per 21 giorni per la malattia erpetica disseminata e per l’interessamento del SNC o per 14 giorni se la malattia è limitata alla cute e alle membrane mucose. GRANULOMA INGUINALE (DONOVANOSI) Il granuloma inguinale è una malattia ulcerativa genitale causata dal germe intracellulare GRAM negativo Klebsiella granulomatis (formalmente conosciuta come Calymmatobacterium granulomatis). La malattia è rara negli Stati Uniti e risulta endemica in alcuni paesi tropicali e nei paesi in via di sviluppo: India, Papua Nuova Guinea, Australia centrale, Africa del Sud. La malattia è caratterizzata da lesioni ulcerative progressive, non dolenti, in assenza di linfoadenopatia regionale. Le lesioni sono molto vascolarizzate (ad es. aspetto rosso carne) e sanguinano facilmente al contatto. Tuttavia, la presentazione clinica può anche includere varianti ipertrofiche, necrotiche o sclerotiche. L’agente eziologico è difficile da isolare all’esame colturale e la diagnosi richiede la visualizzazione dei corpi di Donovan nella biopsia o nel materiale raccolto. Non esistono test PCR approvati dalla FDA per l’identificazione del DNA di K. granulomatis. Le lesioni possono sviluppare sovrainfezioni batteriche o può coesistere un’altra infezione sessualmente trasmessa. Terapia Sono stati pubblicati uno scarso numero di studi relativi al trattamento del granuloma inguinale. Il trattamento arresta la progressione delle lesioni, sebbene per per- mettere la granulazione e la riepitalizzazione delle ulcere sia solitamente necessario il prolungamento della terapia. La guarigione tipicamente procede dall’interno verso i margini dell’ulcera. Recidive possono avvenire 6-18 mesi dopo una terapia apparentemente efficace. Risultano efficaci diversi regimi terapeutici sebbene siano stati pubblicati un limitato numero di trials controllati. (Tabella 7) La terapia deve continuare per almeno 3 settimane e fino alla completa guarigione di tutte le lesioni. Alcuni specialisti raccomandano al trattamento raccomandato l’aggiunta dell’aminoglicoside (ad es. gentamicina 1 mg/Kg/h8 somministrazione endovenosa), se il primo non evidenzia alcun beneficio nei primi giorni di terapia. Follow-up I pazienti devono essere seguiti clinicamente fino alla completa scomparsa dei segni e dei sintomi. Gestione dei partners sessuali I soggetti che hanno avuto un rapporto sessuale con un paziente con granuloma inguinale nei 60 giorni antecedenti l’inizio dei sintomi devono essere esaminati da un medico e gli deve essere offerto il trattamento. Tuttavia, il valore della terapia empirica in assenza di segni e sintomi clinici non è stata stabilita. Gravidanza La gravidanza è una controindicazione relativa all’uso dei sulfamidici. La gravidanza e le donne che al- lattano devono essere trattate con eritromicina e una riflessione deve essere fatta sull’aggiunta dell’aminoglicoside per via parenterale (ad es. gentamicina). L’azitromicina potrebbe essere utile per il trattamento del granuloma inguinale in gravidanza sebbene non siano stati pubblicati degli studi. La doxiciclina e la ciprofloxacina sono controindicati in gravidanza. Infezione da HIV I soggetti con infezione da HIV e granuloma inguinale devono ricevere gli stessi regimi terapeutici dei soggetti sieronegativi. Una riflessione deve essere fatta sull’aggiunta dell’aminoglicoside per via parenterale (ad es. gentamicina). LINFOGRANULOMA VENEREO Il linfogranuloma venereo (LGV) è causato dalla Chlamydia trachomatis sierotipo L1, L2, o L3. La più comune manifestazione clinica del LGV tra gli eterosessuali è la linfoadenomegalia inguinale e/o femorale molle, tipicamente monolaterale. Qualche volta è possibile rilevare nel sito dell’inoculo una papula o ulcera genitale che si risolve spontaneamente. Tuttavia, queste possono essere scomparse quando il paziente si presenta alla visita medica. L’esposizione rettale delle donne o degli omosessuali può causare una proctocolite (incluso secrezione rettale mucosa e/o emorragica, dolore anale, costipazione, febbre e/o tenesmo). Il LGV è una infezione sistemica in- Tabella 7 Farmaco di Iª scelta Modalità di somministrazione Dosaggio Durata del trattamento Doxiciclina x os 100 mg ogni 12 h 3 settimane o fino alla completa guarigione delle lesioni Farmaco di IIª scelta Modalità di somministrazione Dosaggio Durata del trattamento Azitromicina x os 1 g ogni settimana 3 settimane o fino alla completa guarigione Ciprofloxacina x os 750 mg ogni 12 h 3 settimane o fino alla completa guarigione Eritromicina base x os 500 mg ogni 6 h 3 settimane o fino alla completa guarigione Cotrimossazolo x os 160 mg /800 mg ogni 12 h 3 settimane o fino alla completa guarigione 11 vasiva e se non viene trattata precocemente, può condurre a fistole colon-rettali croniche e stenosi. Le lesioni genitali o colon-rettali causate dal LGV possono creare sovrainfezioni batteriche o può coesistere un’altra infezione sessualmente o non sessualmente trasmessa. La diagnosi è basata sul sospetto clinico, su informazioni epidemiologiche e sull’esclusione di altre cause (di proctocoliti, linfoadenomegalia inguinale o ulcere genitali o ulcere rettali), insieme al test per la C. trachomatis, se disponibile. I campioni genitali o ottenuti dalla linfoadenomegalia (ad es. tamponi o aspirato linfonodale) devono essere valutati per C. trachomatis mediante l’esame colturale, l’immunofluorescenza diretta o l’identificazione dell’acido nucleico. I test di amplificazione dell’acido nucleico (nucleic acid amplification tests – NAAT) per la C. trachomatis su campioni rettali non sono approvati dalla FDA. Nuove procedure (ad es. genotipizzazione) sono necessarie per differenziare il LGV dall’infezione da C. trachomatis non correlata al LGV, ma non sono disponibili diffusamente. La sierologia per la Chlamydia (fissazione del complemento, titolo superiore a 1:64) può supportare la diagnosi in un contesto clinico appropriato. Mancano dei dati comparativi tra i diversi test sierologici disponibili, e non è disponibile l’utilità di metodi sierologici diversi dalla fissazione del complemento o da procedure di immunofluorescenza. L’interpretazione dei test sierologici per il LGV non è standardizzata, i test non sono stati validati per la proctite e la siero- logia tipo specifica per le diverse varianti di C. trachomatis non sono disponibili diffusamente. In assenza di un test specifico per la diagnosi di LGV, i pazienti che presentano una sindrome riconoscibile nel LGV, includendo una proctocolite o una malattia genitale ulcerativa con linfoadenomegalia, devono essere trattati per LGV. Terapia La terapia cura l’infezione e previene il danno tissutale, sebbene la reazione a livello del sito di inoculo possa risultare in una cicatrice. Le tumefazioni linfonodali possono richiedere l’aspirazione attraverso la cute intatta o mediante l’incisione ed il drenaggio per evitare la formazione di ulcerazione inguinale/femorale. La doxiciclina è il farmaco di prima scelta. Alcuni specialisti MST indicano probabilmente efficace l’utilizzo di azitromicina 1 g una volta alla settimana per 3 settimane, sebbene manchino dati clinici. Follow-up I pazienti devono essere seguiti clinicamente fino a quando sia i segni che i sintomi siano completamente scomparsi. Gestione dei partners sessuali I soggetti che hanno avuto un rapporto sessuale con un paziente con LGV nei 60 giorni antecedenti l’inizio dei sintomi devono essere esaminati da un medico, devono essere effettuati dei tamponi uretrali o cervicali per ricerca di C. trachomatis e devono essere trattati con un trattamento standard (azitromicina 1 g in singola dose o doxiciclina 100 mg ogni 12 h per 7 giorni). Tabella 8 Farmaco di Iª scelta Modalità di somministrazione Dosaggio Durata del trattamento Doxiciclina x os 100 mg ogni 12 h 21 giorni Farmaco di IIª scelta Modalità di somministrazione Dosaggio Durata del trattamento Acyclovir x os 500 mg ogni 6 h 21 giorni 12 L’intervallo di tempo ottimale del contatto sessuale per richiedere il trattamento non è noto; alcuni specialisti utilizzano intervalli di tempo più ampi. Gravidanza La gravidanza e le donne che allattano devono essere trattate con eritromicina. L’azitromicina potrebbe essere utile per il trattamento del LGV in gravidanza sebbene non siano stati pubblicati degli studi relativi alla sua efficacia e tollerabilità. La doxiciclina è controindicata in gravidanza. Aoki FY,Tyring S, Diaz-Mitoma F, Gross G, Gao J, Hamed K Single-Day, Patient-Initiated Famciclovir Therapy for Recurrent Genital Herpes: A Randomized, Double-Blind, Placebo-Controlled Trial Clinical Infectious Diseases 2006; 42:8–13 Infezione da HIV I soggetti con infezione da HIV e LGV devono ricevere gli stessi regimi terapeutici dei soggetti sieronegativi. Può avvenire un ritardo nella risoluzione dei sintomi e può essere necessario un prolungamento della durata del trattamento. Background. La terapia antivirale orale in corso di episodio acuto di herpes genitale accorcia il tempo di guarigione delle lesioni e la risoluzione dei sintomi. Tradizionalmente il trattamento degli episodi ricorrenti in adulti immunocompetenti prevede due somministrazioni giornaliere per 5 giorni, tuttavia studi recenti dimostrano l’efficacia di regimi più brevi. Abbiamo condotto uno studio controllato con placebo per definire sicurezza ed efficacia del trattamento auto-somministrato di famciclovir per un giorno solo in soggetti adulti immunocompetenti affetti da herpes genitale recidivante. Metodi. Studio multicentrico, multinazionale, randomizzato, doppio cieco, a gruppi paralleli, controllato con placebo di un regime autosomministrato di famciclovir (1000 mg due volte al giorno) di un giorno versus placebo per il trattamento dell’herpes genitale ricorrente. I pazienti sono stati istruiti ad iniziare il trattamento entro 6 ore dall’esordio dei sintomi prodromici o dalla comparsa di lesioni genitali erpetiche. Risultati. Il famciclovir ha ridotto rispetto al placebo il tempo di cicatrizzazione delle lesioni non abortive (quelle con mancata progressione oltre lo stadio di papula) (tempo medio 4.3 vs. 6.1 giorni) (P<0.001) e di quelle abortive e non abortive (tempo medio 3.5 vs. 5 giorni). La proporzione di soggetti con lesioni abortive è stato maggiore nel gruppo trattato con famciclovir rispetto al placebo (23.3% vs. 12.7%, P=0.03). Il tasso di eventi avversi è stato minimo nel gruppo trattato con famciclovir; la maggioranza degli eventi aversi erano di intensità lieve-moderata, simili a quelli riscontrati nel gruppo trattato con placebo. Conclusioni. Il regime auto-somministrato di famciclovir per un singolo giorno in auto-somministrazione è risultato ben tollerato e la guarigione delle lesioni erpetiche è avvenuta circa due giorni più rapidamente rispetto a soggetti trattati con placebo. Inoltre, il trattamento ha impedito l’evoluzione delle lesioni oltre la fase papulosa. Questo regime monogiornaliero ha le potenzialità di migliorare l’aderenza e l’accettabilità del trattamento per il paziente. Commento a cura di: Giuseppina De Iaco e Alessandro Azzini, Istituto di Malattie Infettive e Tropicali, Università di Brescia La terapia antivirale offre dei benefici clinici alla maggioranza dei pazienti sintomatici e rappresenta l’elemento principale della gestione dell’herpes genitale. I farmaci antivirali sistemici, benché non eradichino l’infezione virale latente e non alterino il rischio, la frequenza o la gravità delle ricorrenze una volta che la terapia viene interrotta, sono efficaci nel ridurre la durata e la gravità delle manifestazioni cliniche. Trials randomizzati dimostrano che tre farmaci antivirali posseggono efficacia clinica per l’herpes genitale: acyclovir, valaciclovir e famciclovir. Numerosi studi hanno confrontato valacyclovir o famciclovir con acyclovir, che dimostrano una sostanziale equivalenza, in termini di efficacia, tra valacyclovir e famciclovir confrontati ad acyclovir. Poiché aciclovir è meno costoso di valaciclovir e famciclovir, questi ultimi farmaci trovano una indicazione all’impiego per la maggiore semplicità di somministrazione e, soprattutto, per la minor durata del trattamento. Il trial riportato da Aoki e collaboratori è il primo a dimostrare l’efficacia di un farmaco antivirale, il famciclovir, somministrato per un solo giorno. Si tratta di un passaggio importante sulla strada che ha permesso, negli ultimi anni, l’accorciamento dello standard di durata del trattamento delle forme ricorrenti dagli iniziali 5 giorni. Questo regime di trattamento per un singolo giorno è già stato accettato dagli FDA e recepito nelle linee guida CDC del 2006. In Europa, al contrario, l’impiego in un giorno singolo di questo antivirale non è stata ancora approvata. In termini clinici sarebbe prevedibile un significativo vantaggio conferito da questo regime al paziente in virtù della semplicità del trattamento. E’ fondamentale sottolineare che un efficace trattamento episodico dell’herpes genitale ricorrente richiede l’inizio della terapia entro il primo giorno dall’inizio dei sintomi o durante i prodromi che precedono l’episodio. Il paziente deve possedere a domicilio il farmaco o la ricetta per l’acquisto del farmaco con le istruzioni per l’inizio della somministrazione immediata alla comparsa dei disturbi. 13 Sheffield JS, Hill JB, Hollier LM, Laibl VR, Roberts SW, Sanchez PJ,Wendel Jr GD. Valacyclovir Prophylaxis to Prevent Recurrent Herpes at Deliver.A Randomized Clinical Trial Obstetrics and Gynecology, 2006; 108: 141 – 147 Obiettivo. Misurare l’efficacia della terapia soppressiva con valaciclovir durante le ultime settimane di gestazione per la riduzione dell’incidenza di recidive erpetiche durante il travaglio ed al parto. Metodi. Un totale di 350 donne gravide con storia di herpes genitale sono state randomizzate a valaciclovir orale 500 mg due volte al giorno oppure a placebo a partire dalla 36ima settimana di gestazione fino al parto. Al parto sono stati raccolti campioni biologici vulvovaginali per la ricerca di Herpes simplex (HSV) mediante coltura o reazione della catena polimerasica (PCR). Il parto è stato espletato per via vaginale in assenza di segni clinici di recidiva erpetica e di segni prodromici. La ricerca colturale per HSV è stata eseguita anche nel neonato, che è stato seguito in follow-up per almeno un mese. L’analisi dei dati si è avvalsa del test del Chi Quadrato e del test t di Student. Risultati. L’analisi è stata effettuata su 170 donne trattate con valaciclovir e 168 donne trattate con placebo. La proporzione di donne con herpes genitale ricorrente, primo episodio di herpes genitale nonprimario, e primo episodio di herpes genitale primario erano 82%, 12% e 6% rispettivamente. Al parto 28 donne (8%) hanno avuto una ricorrenza erpetica che ha indicato il taglio cesareo: 4% nel gruppo trattato con valaciclovir e 13% nel gruppo placebo (P=0.009). La coltura per HSV è risultata positiva nel 14 2% delle donne trattate con valaciclovir e nel 24% delle donne trattate con placebo (P=0.02). Non è stato riscontrato alcun caso di herpes neonatale e non è stata diagnosticata alcuna complicanza neonatale. Non è stata riscontrata alcuna differenza nel tasso di complicanze materne nei due gruppi. Conclusioni. La terapia soppressiva con valaciclovir dopo la 36ima settimana di gestazione riduce in modo statisticamente significativo lo shedding virale di HSV e le ricorrenze di herpes genitale che rappresentano una indicazione al parto per taglio cesareo LIVELLO DI EVIDENZA: I Commento a cura di: Giuseppina de Iaco e Alessandro Azzini, Istituto di Malattie Infettive e Tropicali, Università di Brescia Il rischio di trasmissione di HSV al neonato da una madre infetta è elevato (30-50%) quando la madre ha acquisito l’herpes genitale in prossimità del parto ed è basso (<1%) quando le donne riportano una storia anamnestica di episodi di herpes genitale ricorrente a termine o acquisiscono l’infezione erpetica genitale durante la prima metà della gravidanza. Tuttavia, poiché durante la gravidanza l’herpes ricorrente è molto più comune dell’episodio primario, la percentuale di neonati che acquisiscono l’infezione HSV dalla madre con herpes ricorrente è significativa. Ed in effetti, la maggioran- za delle madri di neonati che hanno avuto l’herpes neonatale non ricordano in anamnesi di aver avuto un herpes genitale clinicamente evidente. Il trattamento soppressivo con acyclovir nella parte terminale della gravidanza riduce la frequenza di tagli cesarei tra le donne che hanno herpes genitale ricorrenti diminuendo la frequenza degli episodi di ricorrenza al termine della gravidanza stessa. Su questa base alcuni specialisti prescrivono la terapia soppressiva con acyclovir dopo la 36ima settimana in donne con herpes genitale recidivante (mentre non vi sono dati che supportino l’utilizzo della terapia antivirale tra le gravide sieropositive per HSV senza una storia di herpes genitale). Sheffield e collaboratori riportano il primo studio dell’impiego di valaciclovir per questa indicazione. Valaciclovir ha, rispetto ad aciclovir, il vantaggio di una più agevole posologia ma la sua sicurezza nella gravida non è stata stabilita definitivamente. I risultati confermano la capacità di valaciclovir di ridurre sia gli episodi erpetici clinici al momento del parto, del 70% circa, sia lo shedding virale asintomatico al travaglio. Il risultato pratico è una riduzione significativa della proporzione di donne per cui vi è l’indicazione ad eseguire il parto per taglio cesareo. Di rilievo ancora maggiore sono i dati di sicurezza del valaciclovir, che non ha determinato un maggior tasso di eventi avversi nella madre e nel neonato rispetto al placebo. Poiché il farmaco è somministrato dopo la 36ima settimana il rischion teratogeno è comunque trascurabile. Tra gli eventi avversi nel neonato potenzialmente attribuibili all’aciclovir (e quindi al valaciclovir) vi è la neutropenia. Benché in questo studio non sia emerso un rischio incrementato di neutropenia in neonati da madri in trattamento oppressivo con aciclovir, la numerosità del campione era limitata e non possono essere raggiunte conclusioni definitive. C The 17th meeting of the International Society for Sexually Transmitted Diseases Research ISSTDR and 10th IUSTI World Congress Seattle, Washington, USA July 29 - August 1, 2007 Per informazioni: www.isstdr.org O N G R E S S I and often controversial perspectives of contemporary sexual health. Sydney is a large city of 3 million people and is the multicultural melting-pot of the southern hemisphere and the gateway to Australia, one of the world's youngest but most beautiful and exciting countries. We look forward to joining with you to share the science of sexuality, the social events, the gastronomy of Australia and the camaraderie of both old and new friends as we experience of the 18 th World Congress of WAS, which will be the 1 st World Congress for Sexual Health Per informazioni: www.worldsexology.org/ about_sexualrights.asp Sheikh Hamdan Bin Rashid Al Maktoum and in cooperation with The International Union against Sexually Transmitted Infections (IUSTI) and the Department of Health and Medical Services, Dubai UAE Per informazioni: www.iusti.ae/ C O N V E G N O N A Z I O N A L E Le patologie da infezione nella Terza età “Infezioni virali e da agenti a trasmissione sessuale” Trieste 29-30 Marzo 2007 Jolly Hotel Segreteria Scientifica: 23rd Conference of IUSTI - Europe on Sexually Transmitted Infections Dubrovnik, Croatia 11-14 October, 2007 18th World Congress of th World Association for Sexual Health, 1st World Congress or Sexual Health Achieving Health, Pleasure and Respect Sydney - April 15-19, 2007 The conference theme, Achieving Health, Pleasure and Respect , captures the essentials of sexual health. This meeting will be truly multidisciplinary and introduce to participating clinicians, researchers, educators, activists and policy makers to the manifold, diverse Prof. Roberto Luzzati Scuola Malattie Infettive Ospedale Maggiore Azienda Ospedaliero-Universitaria Via Stuparich 1- 34125 Trieste Per informazioni: Per informazioni e aggiornamenti: Dr. Mihael Skerlev [email protected] [email protected] www.alphastudio.it 15th International Union against Sexually Transmitted Infections (IUSTI) Asia Pacific Congress Dubai International Convention and Exhibition Centre 3 - 6 Febbraio 2008 The 15th International Union against Sexually Transmitted Infections (IUSTI) Asia Pacific Congress will be held in Dubai, the City of Gold, on 3rd - 6th February 2008, under the patronage of H.H 15 ✁ SCHEDA DI ISCRIZIONE SIMAST SOCIETÀ INTERDISCIPLINARE PER LO STUDIO DELLE MALATTIE SESSUALMENTE TRASMISSIBILI Prof./Dott. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ....................................................................................... Istituto di appartenenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Chiedo di essere iscritto alla SIMAST in qualità di Socio Ordinario La quota di iscrizione è di € 30,00 (già iscritti ESIDOG), oppure € 40,00, da versare con: A. bonifico bancario c/o Banca Popolare di Brescia, ag. 9 di via Galilei n. 112, c/c 212 intestato a SIMAST - Cod. ABI 5437 - Cod. CAB 11209 oppure con ....................................................................................... Indirizzo .......................................................................... B. assegno bancario non trasferibile intestato a SIMAST e indirizzato a SIMAST, c/o Clinica di Malattie Infettive di Brescia ....................................................................................... Tel. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fax . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . DATA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . FIRMA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . INVIARE A: SIMAST - Clinica di Malattie Infettive e Tropicali - P.le Spedali Civili, 1 - 25125 Brescia Aggiornamento Una forma di informazione alternativa al testo scritto è rappresentata dal CD-ROM, che possiede il vantaggio della grande capacità di immagazzinamento di testo ed immagini. Questo è particolarmente importante nel settore delle infezioni sessualmente trasmesse e delle malattie dermatologiche per le quali l’immagine, a scopo di apprendimento o di educazione, ha una importanza capitale. Questa opera coniuga le malattie sessualmente trasmesse con altre patologie dermatologiche dell’area ano-genitale. Operatori sanitari di ambulatori ginecologici, urologici, infettivologi, dermatovenereologi e psicosessuologi possono trovare un valido strumento di riferimento in questo CDROM. Per le attività formative, si tratta di un valido strumento sia per lo studente che per l’insegnante. La versione aggiornata del CD-ROM contierne oltre 300 testi e 1000 immagini. Il materiale è classificato sia per patologia che per sindrome. Ciascuna patologia o sindrome è presentata in modo schematico dalla patogenesi, alla presentazione clinica alla diagnosi e alla terapia. L’opera è raccomandata dalla IUSTI (International Union against Sexually Transmitted Diseases). Il costo indicativo è di 245 US$. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito http://sme.kpn.be/lasion/ STD STD NEWS ORGANO UFFICIALE DELLA SIMAST, SOCIETÀ INTERDISCIPLINARE PER LO STUDIO DELLE MALATTIE SESSUALMENTE TRASMISSIBILI Anno 9, N. 23, dicembre 2004 Reg.Trib. di Brescia N. 15/1996 del 17/4/96 Direttore responsabile: Sabrina Smerrieri Coordinatore scientifico: Giampiero Carosi 16 Comitato scientifico: Giampiero Carosi, Elvio Alessi, Giuliano Zuccati, Enrico Magliano, Sergio Cosciani-Cunico, Marco Cusini,Aldo Di Carlo, Massimo Giuliani,Vincenzo Gentile, Brunella Guerra, Giorgio Palù, Francesco Starace, Mario Peroni, Eligio Pizzigallo, Mario Soscia, Barbara Suligoi, Antonio Volpi Redazione: Alberto Matteelli, Mauro Boldrini, Anna Beltrame Editore: Intermedia, via Malta 12B, 25124 Brescia Tel. 030.226105; Tel/Fax 030.2420472 Impaginazione: Grafo - gestione IGB group Stampa: Officine Grafiche Staged, San Zeno Naviglio (BS) Questa pubblicazione è resa possibile da un educational grant di Glaxo SmithKline Spa