irene fenara | portfolio

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irene fenara | portfolio
irene fenara | portfolio
2013
2016
selected works
se il cielo fugge
2016 | video installazione site-specific | dimensioni ambiente
La giovanissima artista bolognese si impossessa delle sale espositive: parcellizzazioni del mondo esterno e della natura entrano in
Adiacenze decostruendo la percezione visiva e spaziale degli
spettatori. Tutto diventa il contrario di tutto: il lontano si avvicina e
il vicino si allontana; il sotto diviene il sopra e il sopra il sotto; il
cielo è terra o mare; le stanze nelle stanze che contraddistinguono
la nuova sede di Adiacenze, si voltano per poi tornare in piano in
una nuova prospettiva orizzontale costruita dalla stessa artista
attraverso immagini e video che instaurano tra di loro e con lo
spettatore un dialogo ribaltato. Le coordinate delle geografie
rappresentate e quelle dello stesso spazio sono confuse e i punti di
riferimento vengono messi in discussione in modo tale da creare
una sensazione di vertigine tattile.
Lo spazio espositivo viene presentato semivuoto e questa assenza
accentua l’idea di straniamento. L’artista porta a pensare che il
vuoto è un punto di quiete in cui tutto può accadere e in questo
senso provoca un sentimento di angoscia e disorientamento simile
alla sensazione di vertigine che si ha di fronte a cose nuove molto
più grandi di noi come ad esempio il mare o le montagne. Questo
progetto, infatti, è stato pensato da Irene Fenara proprio nel
momento di limbo dello spazio espositivo, nei mesi precedenti
all’apertura, in cui le stanze sono caratterizzate solo dalla loro
architettura, ma tutto è ancora vuoto, il momento in cui tutto può
accadere ma ancora non se ne ha una coscienza visiva e percettiva.
L’artista ribalta quindi questa visione dandone una propria e
rimettendo in discussione l’idea stessa della rappresentazione del
mondo: che cosa è realmente ribaltato, la struttura, le fotografie e i
video o proprio noi stessi che guardiamo?
Se il cielo fugge | Adiacenze | 2016
sull’impossibilità di tenere lo sguardo fisso al cielo
2016 | video | 19’52’’
https://vimeo.com/162763955
Il video si concentra sull’impossibilità di tenere lo sguardo fisso al
cielo da una videocamera di sorveglianza, che svolgendo il suo
compito di controllore riporta sempre lo sguardo automatizzato
verso il basso, verso ciò che va osservato. La possibilità di
comandare la videocamera da un computer a grande distanza
permette di deviare questo sguardo e perdersi per brevi momenti
nel passaggio delle nuvole nel cielo, per poi subito tornare alle
rigide architetture di un allevamento danese. La possibilità di
guardare in ogni direzione è consentita dai movimenti di macchina
della videocamera che permette di volgere lo sguardo verso l’alto,
ma non ne permette la contemplazione. L’impossibilità di tenere lo
sguardo fisso al cielo riflette la difficoltà di tenere vivi i grandi sogni
e continuare a credere in essi. Il movimento verso l’alto è una
tendenza, la forza ascensionale è la necessità di sognare e
guardare verso l’alto per continuare ad alzare la testa nonostante
le costrizioni. Lo spostamento verticale dal basso verso l’alto e
viceversa è la tensione che muove tra i grandi sogni e la realtà
quotidiana. Il cielo come luogo degli alti ideali e delle aspirazioni
condivide lo spazio del video con la terra in un movimento di
sintesi e unione degli opposti che convivono nell’uomo nelle
archetipiche polarità alto e basso, cielo e terra, spirito e materia,
attivo e passivo, etereo e tangibile.
quinto orizzonte
2016 | immagini da scanner
Strade, strisce pedonali e ambienti urbani sono il soggetto
principale di questa serie di immagini create a partire da un
pacchetto di fotografie trovate. Le fotografie vengono alterate da
un gesto manuale, per mezzo di un movimento sul dispositivo di
acquisizione immagini, portando le limitate caratteristiche tecniche
dello strumento fino alle sue estreme conseguenze.
Lo spostamento delle fotografie sullo strumento è un errore
consapevole nella scansione che cambia il punto di vista e
capovolge lo sguardo, provocando una visione obliqua della realtà.
Le coordinate spaziali vanno a confondersi e a stravolgersi
riflettendo un movimento mentale che immagina paesaggi e
architetture che si piegano su se stessi, prendendo le forme di
onde sinuose e flessibili. Il taglio dell’immagine favorisce una
visione immersiva nelle fenditure della decostruzione
dell’immagine, ricomposta preferendo la successione temporale a
quella spaziale. Si possono rintracciare, analizzando le immagini, le
varie posizioni che le fotografie come oggetto hanno assunto nel
tempo, la traccia che hanno lasciato su un piano bidimensionale
dal loro muoversi nello spazio.
paesaggio mobile
2015 | immagine da scanner
stampa true gicleè su carta baritata, legno
Una cartolina in bianco e nero, che raffigura un luogo turistico di
montagna, viene osservata e indagata in maniera ossessiva.
E’ un lavoro sul modo di guardare. Gli occhi, infatti, quando
rivolgono lo sguardo verso qualcosa continuano in realtà a muoversi
impercettibilmente. Questi movimenti oculari sono significativi e
generano la visibilità anche quando lo sguardo è fisso, perché se
potessimo bloccarli le immagini scomparirebbero alla vista. E’ il
movimento dell’osservare in funzione di un cercare, un inseguire e
un desiderare qualcosa che attira la nostra attenzione, qualcosa che
vogliamo scoprire, in cui volgiamo girovagare e infine perderci.
Abbiamo sempre necessità di percorrere terre inesplorate, che siano
le vette delle montagne ancora inviolate dall’uomo o quello che
attira le nostre saccadi.
L’esplorazione dell’immagine è guidata da un movimento in parte
umano, prima l’occhio poi la mano, e in parte meccanico, tramite
l’uso di uno scanner, creando immagini altre ottenute senza l’uso
della macchina fotografica. La scansione diventa un’osservazione
digitale assistita dal movimento, che crea una distorsione manuale,
non post-prodotta. Tramite la scansione questa immagine degli
anni ‘60 è stata digitalizzata, mescolando così i sistemi analogici e
quelli digitali in una specie di ibridazione tecnica.
Premio Francesco Fabbri per le arti contemporanee | 2015
La disfatta dell’immagine | TRA Cà dei Ricchi | 2016
Galactic Adventure Ltd.
2015 | Polaroid | 9x11
Fotografie istantanee che suggeriscono un viaggio nell'universo e la
suggestione di poter fotografare galassie e nebulose lontane, come
se avessimo un obiettivo telescopico attaccato alla macchina
fotografica Polaroid.
E’ un’ipotesi di turismo spaziale, un fenomeno ancora agli albori ma
che presenta alcuni casi isolati di viaggi a scopo di intrattenimento.
Esistono alcune compagnie nel settore aerospaziale che si dedicano
a imprese di turismo spaziale proponendo viaggi nello spazio a
privati cittadini. Galactic Adventure Ldt. è una società fittizia il cui
nome rimanda, tramite l’uso di parole come galattico, spaziale e
cosmico a qualcosa di eccezionale come può essere il grande sogno
di avere la possibilità di fare un viaggio spaziale interplanetario e di
poterne catturare delle parti con la stesso mezzo quotidiano che è
stato usato spesso per fotografia di famiglia.
How to build a universe that doesn't fall apart two days later: Relativities | Centre d'art de la Maison populaire | Monteuil, FR | 2016
alta frequenza
2015 | installazione multimediale
https://vimeo.com/131313956
Una macchina fotografica ruota su di un cavalletto modificato,
scattando senza sosta alla frequenza di 360 fotografie l’ora,
riempiendo nei tempi di apertura della galleria una scheda di
memoria della capienza di 4GB a giornata. L’osservazione
effettuata della macchina produce registrazioni e memorie
autonome; rileva momenti, spazio e tempo limitati.
E’ una riflessione sul fatto che oggi, anche grazie al digitale, si
producono molte più fotografie in maniera quasi esponenziale
rispetto al passato, continuamente e in ogni momento subiamo
una saturazione di immagini che di rado vengono poi riguardare e
rielaborate. Si tratta di un atto quasi rituale quello dello scatto, che
lascia svanire l’immagine a beneficio della sua cattura.
Hado - Duetti | Localedue | 2015
mentre la terra compie i suoi giri attorno al sole
2015 | video installazione site-specific | dimensioni ambiente
https://vimeo.com/131314457
https://vimeo.com/131314329
https://vimeo.com/142265040
Mentre la terra compie i suoi giri attorno al sole, tutto il resto accade.
In qualunque parte del globo ci si trovi, qualunque cosa si stia
facendo, inesorabilmente ed impercettibilmente, il mondo si muove.
Il lavoro che Irene Fenara presenta ad Adiacenze vuole attirare
l’attenzione dello spettatore proprio su questo movimento,
evidenziato dall’occhio della telecamera fissata su un pendolo. Che
cosa si muove, che cosa è fermo? Attraverso una semplice
operazione, questa giovane artista riesce a creare un effetto visivo
straniante, relativizzando la percezione ottica dello spettatore e
capovolgendo il punto di vista a cui si è abituati. Chi guarda è fermo,
il mondo si muove. O forse no? Irene Fenara decide di mostrare il
moto di un pezzo di universo, come parcellizzandolo, nella
convinzione che tutte le cose molto grandi non siano comprensibili
per intero, ma solo se fatte a pezzi.
E lo fecero a pezzi | Adiacenze | 2015
roBOt08 | Museo internazionale e biblioteca della musica | 2015
cercare per mare e per terra
2015 | collages fotografici | 30x40 50x70 cm
Vecchie fotografie scattate nell’infanzia a noiosi paesaggi diventano,
tramite il riuso poetico, isole fluttuanti che non sembrano sentire la
forza di gravità. Si tratta di porzioni di terra che hanno imparato a
praticare la vertigine. L’orizzonte si specchia e si ribalta, si fa
verticale, ruota a 180° e ritorna al punto di partenza.
Cercare per mare e per terra | Casabianca | 2015
identità mobile
2015 | Polaroid | 9x11
Questo lavoro nasce dal ritrovamento della fotografia di una
sconosciuta in un mercatino.
E’ un lavoro sul guardare che si basa sull’osservazione ossessiva e
sull’indagine della fotografia alla ricerca di una somiglianza
personale con la donna ritratta, attraverso un movimento da una
parte umano, l’occhio e la mano, e dall’altra meccanico, lo scanner.
Il movimento dell’osservare in funzione di un cercare, un
movimento di ricerca di un’identità della figura che diventa una
chimera fatta di parti di lei, parti di me e parti di altri; diventa una
figura idealizzata, scomposta e ricomposta.La scansione diventa
un’osservazione digitale assistita dal movimento, che crea una
distorsione manuale, non post-prodotta.
L’immagine trovata appartiene a un tempo in cui le fotografie
venivano fatte in rare occasioni, probabilmente questa fotografia è
stata l’unica testimonianza che questa donna abbia mai vissuto.
Tramite la scansione questa vecchia fotografia realizzata in maniera
analogica è stata digitalizzata, mescolando così i sistemi analogici e
quelli digitali in una specie di ibridazione tecnica, amplificata dalla
stampa su Polaroid. Le immagini che ne risultano sono figure
palesemente (apparentemente) distorte in maniera digitale su un
supporto fortemente analogico, come può essere quello della
Polaroid che è oggetto oltre che immagine.
Primo Allestimento | Accademia di Belle Arti di Bologna | 2015
praticare la vertigine
2014 | serie video
praticare la vertigine Nr.1 | 2’18’’ https://vimeo.com/124139910
praticare la vertigine Nr.2 | 2’05’’ https://vimeo.com/124146409
La sensazione di vuoto come punto di quiete in cui tutto può ancora
accadere, provoca un’angoscia che è simile alla sensazione
d’instabilità e disorientamento della vertigine di fronte alle cose che
ci circondano e a quelle più grandi di noi, sia fisicamente, come può
essere una montagna o il mare, che emotivamente, come può
essere l’insicurezza di fare una scelta.
La vertigine è una distorsione della percezione sensoriale che
influisce sul movimento della persona dandogli un'errata percezione
del movimento nello spazio, caratterizzato da perdita di equilibrio.
Praticare la vertigine è un tentativo di familiarizzare con la ricerca
dell’equilibrio e della felicità, in una continua alternanza di forze e
controforze, spinte e controspinte che si bilanciano in un equilibrio
dinamico fatto di opposti in movimento. Disequilibrio di opposti che
si bilanciano su un orizzonte che li separa e collega, come quello del
mare che unisce finito e infinito.
tempo
2014 | diapositive e proiettore | installazione dimensione ambiente
site-specific, Certosa di Bologna
l'installazione è stata progettata come intervento temporaneo
presso il Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna, in
occasione della mostra collettiva Come buoni vicini. Con questa
proiezione viene scelto di raccontare la dimensione temporale, così
strettamente interconnessa agli spazi della Certosa, nella sua
declinazione meteorologica. Nel sito internet di previsioni meteo di
Bologna, le condizioni in tempo reale sono segnalate da immagini
che provengono da web-cam installate in alcuni luoghi della città.
Dalla zona dell’aeroporto di Bologna, luogo di continui flussi e
movimenti, proviene un’inquadratura in cui uno strano macchinario
blocca la visione del paesaggio. Questo misterioso dispositivo, che
assomiglia quasi ad un elettrodomestico o ad uno strumento
spaziale, trasforma un’immagine del tutto banale, in una situazione
sottilmente enigmatica: cos’è quell’oggetto? Cosa c’è dietro?
Perché è stata installata una web-cam in un punto in cui
l’immagine è ostruita? È frutto di un errore o si tratta di una misura
di sicurezza? Questa piccola stranezza è stata raccolta in una
grande quantità di immagini, poi trasferite in diapositive
analogiche, in una contrapposizione tecnologica che ne aumenta
l’effetto straniante.
Come buoni vicini | Certosa di Bologna | 2014
elastiche
2013-2014 | installazione site-specific | Collegio Artistico Venturoli
dimensioni ambiente
il lavoro tende gli elastici di una grande fionda per lanciare in aria
giovani studenti come fossero proiettili, in un gesto che esprime
una sensazione di energia trattenuta, minacciosa ed ironica al
tempo stesso. E’ una riflessione sulla responsabilità dell’educazione
che dipende da tanti fattori. Il progetto educativo è come una
tensione e la responsabilità si traduce anche nel dovere di lasciare
aperte le possibilità d’essere.
contrattempi, imperativo prossimo | Collegio Artistico Venturoli | 2014
termia
2014 | polaroid e gesso
dimensione ambiente 14x14
la temperatura percepita come fluido visibile che prende forma
nella polarizzazione, il lavoro sfrutta la capacità della polaroid di
sviluppare in maniere differenti in base al caldo e al freddo rendendo visibile l’invisibile. Le fotografie, con le loro cornici che diventano
infissi, immerse nel gesso, che diventa intonaco, acquistano nuova
forza e nuove prospettive in un continuo rovesciamento tra il
guardare dentro e il guardare fuori.
Sollievo | Accademia di Belle Arti di Bologna | 2014
studio
2013 | Polaroid | 9x11cm
diversi oggetti utilizzati nel sistemare lo studio, fotografati
all’interno di uno spazio completamente vuoto. Il lavoro di pulizia
dello studio come idea di tabula rasa, in cui lo spazio vuotato
permette di creare qualcosa di nuovo e di ripartire.
Il periodo di svuotamento, assieme alle fotografie, ha
attraversato diverse temperature dando l’avvio al lavoro sulla termia.
Un certo sguardo | Spazio Labò | 2015
atlante
2013 | matita su stampe | 10x15 cm
muri scrostati e vissuti, resi bidimensionali dalla macchina
fotografica, diventano mappe all’interno di un libro d’artista,
un atlante che raccoglie carte geografiche immaginarie.
vedute
2013 | video 03’07’’ http://vimeo.com/81424375
i muri della gipsoteca sono raccontati in un video che ne esplora le imperfezioni, come metafora di geografie e paesaggi visti dall’alto. Lo schermo
diventa l’oblò di un aereo da cui osservare la terra.
germogli in gipsoteca | Collegio Artistico Venturoli | 2013
cv
nata nel 1990 a Bologna
vive e studia a Bologna
formazione artistica
2016 tirocinio presso la galleria P420, Bologna
2014 iscritta al Biennio Specialistico di Arti Visive, Accademia di Belle Arti di Bologna
2014 Diploma di I livello in Scultura, Accademia di Belle Arti di Bologna
2012 tirocinio presso lo studio di Davide Rivalta, Carteria, Bologna
2010 Diploma di maturità artistica, Liceo Artistico “Francesco Arcangeli”, Bologna
workshop
2016 I mondi dell’arte, workshop a cura di Giusy Ragosa, Galleria Continua, San Giminiano
2015 Artista e gallerista, workshop a cura di Giuseppe Lufrano, OTTO Gallery, Bologna
2015 L'Accademia dell'immobilità, workshop con Luigi Presicce, MAMbo - Museo d'Arte Moderna, Bologna
2015 Dalla parola al film, corso di Adriano Sforzi, Cineteca di Bologna, Bologna
2014 Costruzione del libro fotografico, workshop con Discipula Edition, YarT Photography, Bologna
2014 Pratiche dell'arte come poetica civile, workshop con Francesco Jodice, Fondazione Fotografia, Modena
2014 A line with memory, workshop con Icaro Zorbar a cura di Claudia Löffelholz e Federica Patti, MAMbo - Museo d'Arte Moderna, Bologna
mostre personali
2016 Se il cielo fugge, a cura di Amerigo Mariotti e Daniela Tozzi, Adiacenze, Bologna
2015 Mentre la terra compie i suoi giri attorno al sole, a cura di Federica Patti, roBOt08, Museo internazionale e biblioteca della Musica, Bologna
2015 Hado | Duetti, bipersonale a cura di Lelio Aiello, Localedue, Bologna
2014 Contrattempi - imperativo prossimo, bipersonale, Collegio Artistico Venturoli, Bologna
mostre collettive
2016 How to build a universe that doesn't fall apart two days later: Relativities, a cura di Marie Koch e Vladimir Demoule, Centre d'art de la Maison populaire, Monteuil, Francia
2016 La disfatta dell'immagine, mostra collettiva a cura di Carlo Sala, Cà dei Ricchi, Treviso
2016 Il silenzio dopo, progetto a cura di Massimo Marchetti, Collegio Artistico Venturoli, Bologna
2016 Minipimer | a 72 hours event, temporary show a cura di Gabriele Tosi, Localedue, Bologna
2015 Quarta edizione Premio Francesco Fabbri per le arti contemporanee, sezione fotografia contemporanea, mostra collettiva a cura di Carlo Sala, Pieve di Soligo (Tv)
2015 Palinsesti | Città che si vedono, mostra collettiva a cura di Giorgia Gastaldon, Palazzo Altan, San Vito al Tagliamento, Pordenone
2015 Un certo sguardo, mostra collettiva a cura di Davide Tranchina, Spazio Labò, Bologna
2015 E lo fecero a pezzi, mostra collettiva a cura di Pietro Cortona e Teresa Serra, Adiacenze, Bologna
2015 #Rebus, open visit workshop, OTTO Gallery, Bologna
2015 Cercare per mare e per terra, mostra collettiva a cura di Anteo Radovan, Casabianca, Zola Predosa, Bologna
2015 Transire e rimanere. Humanitas, Fondazione Collegio Artistico Venturoli, Bologna
2015 Mailbox, mostra collettiva a cura di Giulia Plebani, 9MQ, Bologna
2014 Io vedo, io guardo, mostra collettiva a cura di Annalisa Cattani, Novella Guerra, Imola
2014 Come buoni vicini, mostra collettiva, cimitero monumentale Certosa di Bologna
2014 Senza avvertire le famiglie mostra collettiva a cura di Anteo Radovan, Casabianca, Zola Predosa, Bologna
2014 Sollievo, mostra collettiva a cura di Luca Caccioni e Fabio Romano, Accademia di Belle Arti, Bologna
2014 Open Studio, Collegio Artistico Venturoli, Bologna
2013 Germogli in gipsoteca, mostra collettiva, Collegio Artistico Venturoli, Bologna
premi e borse di studio
2015 selezionata alla Quarta edizione del Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee, Pieve di Soligno (Tv)
2015 selezionata call4roBOt08, roBOt Festival, Bologna
2015 selezionata 1° Biennale d’Arte Don Franco Patruno, Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, Cento, Ferrara
2014 selezionata Premio Roberto Daolio, Accademia di Belle Arti, Bologna
2012 Borsista presso la Fondazione Collegio Artistico Venturoli, Bologna
2012 selezionata Premio Ugo Guidi – IV Edizione a cura di Enrica Frediani, Montignoso (Ms)
pubblicazioni
2015 Postcards, selezione video di Davide Tomaiuolo, 2 V I D E O rassegna trasversale di video d'artista, UnDo.Net
http://www.undo.net/it/duevideo/1422360916
2015 ABABLOB, show-reel di video-ritratti a cura di Filippo Porcelli, sala di proiezione Rai, sede regionale Emilia Romagna, Bologna
2014 CROSSRADIOstream, a cura di John Duncan, traccia audio, johnduncan.org
http://www.johnduncan.org/CROSSRADIOstream.html
2014 Scultoreo, selezione video di Alessandra Casadei, 2 V I D E O rassegna trasversale di video d'artista, UnDo.Net
http://www.undo.net/it/duevideo/1395678710
2014 Le conseguenze dell’amare, collaborazione video alla seconda puntata de L'Ora Blu, Un format video sulle culture contemporanee a cura di Maurizio Finotto 2014
https://www.youtube.com/channel/UChRmNpJBqkut9rxfY6HGYlA/videos
2016 LOCALEDUE 2015/16, catalogo in collaborazione con NYR Magazine, Baraldi Editore, Cento, Ferrara
2016 La disfatta dell'immagine, catalogo della mostra a cura di Carlo Sala, TRA Treviso Ricerca Arte, Treviso
2015 Quarta edizione Premio Francesco Fabbri per le arti contemporanee, catalogo della mostra a cura di Carlo Sala, Grafiche Tintoretto, Treviso
2015 Palinsesti, catalogo della mostra a cura di Giorgia Gastaldon, PILM International, San Vito al Tagliamento
2015 ARTVERONA, catalogo della fiera, VERONAFIERE
2015 Milena Broccoli, Fruibilità e musealizzazione dell’arte contemporanea: il lavoro dei borsisti della Fondazione Collegio Artistico Venturoli, Tesi di laurea in Forma e Funzioni dell’arte
contemporanea, Scuola di Lettere e Beni Culturali, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
2015 Biennale d’arte Don Franco Patruno, catalogo della mostra a cura di Gianni Cerioli, Si stampa, Ferrara
2015 Plutot la vie… plutot la vill, Premio Roberto Daolio, catalogo della prima edizione del premio, Fausto Lupetti Editore, Bologna
2012 Il maestro presenta l’allievo, catalogo della mostra a cura di Enrica Frediani, La Grafica e La Stampa, Massa Carrara
contact
+39 3491606940
email
[email protected]
studio
via Centotrecento 4, Collegio Artistico Venturoli, Bologna - Italy
http://irenefenara.weebly.com
https://vimeo.com/irenefenara/videos
http://collegioventuroli.wordpress.com