Filovia di Giancarlo Consonni q.b./poesia quanto basta/come il sale

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Filovia di Giancarlo Consonni q.b./poesia quanto basta/come il sale
Filovia di Giancarlo Consonni
q.b./poesia quanto basta/come il sale nell’acqua della pasta Questa la prima lirica dell’ultima raccolta,
Filovia, di Giancarlo Consonni, poeta, professore emerito di urbanistica (e molto altro ancora) presentata
giovedì 24 alla nuova libreria Rinascita.
“Poesia quanto basta”: davvero tutta l’opera poetica di Consonni - dalle prime raccolte Lumbardia,
Viridarium e Vus, scritte nel dialetto del paese natale Verduno, attraverso le successive In breve volo, Luì,
fino a quest’ultima, uscita nel maggio dello scorso anno nella prestigiosa collana bianca di Einaudi, - è
all’insegna della misura e dell’equilibrio. Equilibrio che è grazia ed eleganza nel richiamare con affettuosa
partecipazione l’attenzione alle piccole cose, sia nel mondo naturale, rurale o marino (di tutte le visite/ la più
gradita/ è il pettirosso/fulvo tra gl’iris) che nel paesaggio urbano.
Oltre alla forma, che potrebbe richiamare alla mente gli haiku giapponesi o certa lirica classica cinese, è
dunque lo sguardo stesso dell’autore, questa ‘esplorazione amorosa del mondo’ e della società , (di cui la
filovia è calzante metafora) ad evocare una saggezza e una serenità ‘orientali’, una simpatia che è
benevolenza anche quando il tono si vela di ironia (La mattina accalcati/è tutto un becchettare sulla tastiera
e ancora Fuori dall’asilo /le mamme fanno crocchio./Quasi allegre/prima di disperdersi/spìano di sbieco/ la
comparsa delle rughe).
L’ ‘urbanità’ del tono non viene meno neppure davanti alle vicende umane più tragiche (Nei bambini con le
dita a V/parla la morte. Vittime/ vergogna/vuoto.) e non cede neppure di fronte alla morte, serena e composta
consapevolezza della transitorietà (Morire si muore/ ma ci saremo sempre/ all’arrivo delle rondini).
La brevità e l’apparente semplicità delle liriche di Consonni non deve ingannare, si tratta di una ingenuitas
scientemente perseguita come propria cifra poetica, la sua naturalezza è frutto di profonda consapevolezza
letteraria, rifiuto della ricerca puramente formale, colta ma autoreferenziale, propria di certa avanguardia più
o meno accademica Ho scoperto la nudità della parola, il suo essere corpo e gesto, il suo rapportarsi allo
spazio e al silenzio cosmico mentre istituisce uno spazio colloquiale. Per Consonni la poesia è “perdersi
nell’oscura finitezza delle cose, e riemergere alla luce e alla leggerezza del tutto”.
Marco Frusca
Brescia, 24 novembre 2016