gallura - Diocesi di Tempio

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gallura - Diocesi di Tempio
G
ALLURA
&
Periodico della Diocesi di Tempio-Ampurias fondato nel 1927
NGLONA
N. 9 - Anno XX - 31 dicembre 2012 - Nuova serie - Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/b L. 662/96 - Sassari - €1,00
2013 TRA CRISI E SPERANZE
“Coroni l’anno con i tuoi benefici”
di Gianni Sini
A
lla conclusione di questo
anno 2012 sentiamo il dovere di rendere grazie al Signore anche se non tutte le cose sono andate sempre bene, come
avremmo desiderato. Purtroppo la
crisi economica si protrae e colpisce in modo particolare la nostra
isola. Pensiamo a coloro che vanno
avanti con notevoli sacrifici, dagli
operai delle miniere del Sulcis ai
giovani diplomati e laureati senza
prospettive che migrano, alla crisi
di Meridiana, ai comuni sardi dell’interno dell’Isola che vedono i
propri paesi svuotarsi. Pensiamo al
45% dei giovani sardi che sanno di
non trovare lavoro neanche nel
2013. Nonostante questa visione
pessimistica la Sardegna non si arrende. Oltre la crisi finanziaria ed
economica che è sotto gli occhi di
tutti ce n’è un’altra non meno grave
che è la crisi politica e sociale, ma
anche una crisi culturale, frutto
amaro di un sostanziale smarrimento antropologico in cui non si sa più
chi è l’uomo, qual è il senso del suo
vivere, la sua identità e quindi l’incapacità ad avere uno sguardo sul
suo essere oltre che sul suo agire.
Siamo di fronte ad un uomo che vive dilaniato tra il proprio individualismo esasperato e il bisogno sempre più urgente di relazioni vere e
autentiche. Eppure continuamente
si sente da più parti la necessità di
una vera rigenerazione spirituale, di
una ricerca di quei valori che rendono piena e integrale la vita di una
persona,nella quale si diventa nuovamente capaci di dare spazio alla
presenza di Dio e di aprirsi al trascendente, elevandosi oltre il limite
della materia, all’eterno, andando
oltre le cose che passano. Il vescovo nella visita pastorale alle parrocchie insiste nell’affermare che questa rigenerazione esige una rinnovata proposta educativa a tutto
campo insieme ad un’alleanza tra
coloro che a diverso titolo sono
chiamati ad offrire il proprio contributo per la crescita delle giovani
generazioni. Non è più il tempo di
considerare la fede come realtà normale e scontata, come dato acquisito per tutti. La fede è un dono: un
dono che viene dal Signore e che
ha bisogno di essere accolto come
scelta di vita. Dev’essere anche comunicata e testimoniata da chi la
professa, ha bisogno di essere incarnata nella vita non solo del singolo credente ma dell’intera comunità. C’è l’urgenza di presentare modelli credibili a chi è in ricerca per
imparare a fidarsi di Dio e della sua
Chiesa. Gesù ,ieri come oggi, invita
gli operai del vangelo a non fermare la propria preoccupazione solo
sulle necessità del momento, ma di
guardare alle piccole risorse che già
possediamo e valorizzare l’esistente, invita a fidarsi di Dio e della sua
potenza, dopo aver messo in gioco
tutte le nostre possibilità. Guardiamo al futuro con coraggio e fiducia.
Meditiamo anche noi con Maria tutti gli avvenimenti della storia rileggendoli nel segno della speranza e
della fiducia,nella consapevolezza
che il bene è sempre più forte del
male ed è proprio l’amore che regge il mondo e gli consente di non
sprofondare nel nulla. “Il Signore ci
benedica e ci custodisca. Faccia risplendere il suo volto su di noi. Rivolga a noi il suo volto e ci conceda pace”. Buon anno a tutti.
Auguriamo a tutti gli amici e lettori Buon Anno 2013
ALLURA
&AGNGLONA
Anno XX
n. 9
31 dicembre
2012
Nuova Serie
GIORNATA PACE 2013 Non è un’utopia
Aut. Trib. Tempio Pausania n. 4
del 21-12-1960
Proprietà:
Diocesi di
Tempio-Ampurias
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Redazione:
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Andrea Muzzeddu
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Giuseppe Pulina
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è stato consegnato alle Poste, per la
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messaggi
Il messaggio di Benedetto XVI: “Beati gli operatori di pace”
L
“
a pace non è un sogno,
non è un’utopia: è possibile. L’uomo è fatto per la
pace che è dono di Dio”. Ma “per
diventare autentici operatori di
pace sono fondamentali l’attenzione alla dimensione trascendente e il colloquio costante con
Dio. Così l’uomo può vincere
quel germe di oscuramento e di
negazione della pace che è il peccato in tutte le sue forme: egoismo e violenza, avidità e volontà
di potenza e di dominio, intolleranza, odio e strutture ingiuste”.
Lo scrive Benedetto XVI nel
messaggio per la Giornata mondiale della pace (1° gennaio 2013)
intitolato “Beati gli operatori di
pace.” Un testo, nel quale il Pontefice tratteggia una sorta d’identikit dell’operatore di pace definito
come “colui che ricerca il bene
dell’altro, il bene pieno dell’anima e del corpo, oggi e domani.
Proprio per questo si può ritenere che le vie di attuazione del bene comune siano anche le vie da
percorrere per ottenere la pace”.
Una di queste è “il rispetto per la
vita umana”. Operatori di pace
sono coloro che, afferma il Papa,
“amano, difendono e promuovono la vita, dal suo concepimento
e sino alla sua fine naturale, nella
sua integralità, in tutte le sue dimensioni: personale, comunitaria
e trascendente”. Per Benedetto
XVI, “chi vuole la pace non può
tollerare attentati e delitti contro
la vita. Coloro che sostengono
per esempio la liberalizzazione
dell’aborto, forse non si rendono
conto che in tal modo propongono l’inseguimento di una pace illusoria. Ogni lesione alla vita,
specie nella sua origine, provoca
inevitabilmente danni irreparabili
allo sviluppo, alla pace, all’ambiente”. Anche la struttura naturale del matrimonio “va riconosciu-
ta – si legge nel messaggio - e
promossa, quale unione fra un
uomo e una donna, rispetto ai
tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in
realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere
particolare e il suo insostituibile
ruolo sociale”. Cooperazione alla
pace è anche il riconoscimento
del “diritto all’uso del principio
dell’obiezione di coscienza nei
confronti di leggi e misure governative che attentano contro la dignità umana, come l’aborto e
l’eutanasia”. Altra via da percorrere in vista della “vita pacifica dei
popoli”, è quella della libertà religiosa, un diritto, si legge nel testo, da promuovere “dal punto di
vista positivo, nelle sue varie articolazioni, come libertà di testimoniare la propria religione, di annunciare e comunicare il suo insegnamento; di compiere attività
educative, di beneficenza e di assistenza che permettono di applicare i precetti religiosi; di esistere
e agire come organismi sociali,
strutturati secondo i principi dottrinali e i fini istituzionali che sono loro propri”. Purtroppo, anche
in Paesi di antica tradizione cristiana, denuncia Benedetto XVI,
“si stanno moltiplicando gli episodi d’intolleranza religiosa, specie
nei confronti del cristianesimo”.
Tra i diritti oggi maggiormente
minacciati vi è quello al lavoro:
“Ciò è dovuto al fatto – scrive il
Pontefice - che sempre più il lavoro e il giusto riconoscimento
dello statuto giuridico dei lavoratori non vengono adeguatamente
valorizzati, perché lo sviluppo
economico dipenderebbe soprattutto dalla piena libertà dei mercati. A tale proposito, ribadisco
che la dignità dell’uomo, nonché
le ragioni economiche, sociali e
politiche, esigono che si continui
a perseguire quale priorità l’obiettivo dell’accesso al lavoro o del
suo mantenimento, per tutti”. Ne
consegue per Benedetto XVI la
necessità di “un nuovo modello
di sviluppo, come anche un nuovo sguardo sull’economia” che
abbia Dio “come riferimento ultimo”. Riferendosi poi alla crisi finanziaria ed economica, il Papa
afferma che “l’operatore di pace
esercita l’attività economica per il
bene comune, vive il suo impegno come qualcosa che va al di là
del proprio interesse, a beneficio
delle generazioni presenti e future”. Ben più grave della crisi finanziaria è, ad avviso di Benedetto XVI, quella alimentare. Per
fronteggiarla, gli operatori di pace
“sono chiamati a operare insieme
in spirito di solidarietà, dal livello
locale a quello internazionale,
con l’obiettivo di mettere gli agricoltori, in particolare nelle piccole realtà rurali, in condizione di
poter svolgere la loro attività in
modo dignitoso e sostenibile dal
punto di vista sociale, ambientale
ed economico”. Nella ricerca del
bene comune, gli operatori di pace sono, inoltre, chiamati a “coltivare la passione per il bene comune della famiglia e per la giustizia sociale, nonché l’impegno
di una valida educazione sociale.
Nella famiglia nascono e crescono gli operatori di pace, i futuri
promotori di una cultura della vita e dell’amore. In questo immenso compito di educazione alla pace sono coinvolte in particolare le
comunità religiose, la Chiesa, attraverso la nuova evangelizzazione, e le istituzioni culturali, scolastiche ed universitarie”.
Emerge, in conclusione, la necessità di promuovere una pedagogia della pace. Bisogna, scrive
Benedetto XVI, “insegnare agli
uomini ad amarsi e a educarsi alla pace, e a vivere con benevolenza, più che con semplice tolleranza. Ciò richiede il diffondersi di una pedagogia del perdono.
È un lavoro lento, perché suppone un’evoluzione spirituale,
un’educazione ai valori più alti,
una visione nuova della storia
umana. Occorre rinunciare alla
falsa pace che promettono gli
idoli di questo mondo e ai pericoli che la accompagnano. Al
contrario, la pedagogia della pace implica azione, compassione,
solidarietà, coraggio e perseveranza. E Gesù incarna l’insieme
di questi atteggiamenti”.
chiesa
Anno XX
n. 9
31 dicembre
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A cinquant’anni dal Vaticano II
Incontro con Monsignor Luigi Bettazzi,
uno dei padri conciliari
di Delia Floris
A
“
bbiamo bisogno più di testimoni che di
maestri”. Citando le parole di Paolo VI,
Monsignor Sanguinetti ha presentato ad
un pubblico numeroso e attentissimo la figura di
Monsignor Luigi Bettazzi, testimone autentico
del Vangelo e di un grande evento dello Spirito,
quale è stato il Vaticano II. Padre Conciliare,
maestro nella Fede e nella Carità animate dalla
Speranza, Mons. Bettazzi giunge in Diocesi su
invito dell’Istituto Euromediterraneo che intende
così commemorare il 50° anniversario dell’apertura del Concilio, inaugurato a Roma l’11 ottoMons.
Luigi Bettazzi
bre 1962. Come ha ricordato don Raimondo Satta, Direttore dell’Istituto, il presule visita la diocesi per la terza volta. Le due precedenti visite
avvennero durante l’episcopato di Mons. Carlo
Urru e di Mons. Pietro Meloni e lasciarono un’eco profonda nel clero e nel popolo di Dio. Ricorda ancora don Satta che, quando il presule,
appena nominato vescovo, si affacciò all’aula
Conciliare, lo fece citando un’opera di Antonio
Rosmini: “Le cinque piaghe della Chiesa”, libro
considerato proibito. Fin da subito si comprese
che il rinnovamento della Chiesa, tanto auspicato e profondamente voluto da Giovanni XXIII,
sarebbe stato possibile, anche grazie all’opera e
all’iniziativa di giovanissimi vescovi. Mons. Bettazzi fu, in seguito, il fondatore di Pax Christi,
un movimento all’avanguardia nella Chiesa ed
insieme a Monsignor Tonino Bello partecipò,
nel 1992, ad una straordinaria marcia della pace
in quella Bosnia martoriata da una terribile guerra. Quando il vescovo prende la parola annuncia di non avere un testo scritto ma di preferire
parlare a braccio e lo fa per cinquanta minuti
pieni, senza interruzione, con una capacità
espressiva fuori dal comune, tipica solo di chi
ha tanto da dire perché ha tanto da dare. Lo fa
con un linguaggio semplice, ma profondissimo,
con uno spirito ironico e graffiante, col deside-
rio di andare incontro a tutti e di non giudicare
nessuno. La sua relazione è interrotta di tanto in
tanto da scroscianti applausi. Spiega come il
Concilio Vaticano II sia stato un Concilio Pastorale a differenza dei precedenti (che simpaticamente cita con una filastrocca mnemonica formata dalle prime sillabe di ogni Concilio) che
ebbero tutti un carattere dogmatico. Ricorda ai
più attempati che Pio XII aveva intenzione di riaprire i lavori del Vaticano I, repentinamente
chiusi nel 1870, ma non lo fece. Angelo Roncalli, invece, appena eletto al soglio pontificio,
nonostante fosse considerato un papa di transizione, riuscì ad aprire il Concilio, mostrando a
tutti cosa è la Chiesa, cosa vuol dire collegialità
e mostrando che la pastoralità non è da meno
del dogma. La Chiesa vive del dinamismo dello
Spirito, afferma con verve Bettazzi, l’ultima parola è della gerarchia, ma prima di essa ci sono
tante altre parole che devono essere dette ed
ascoltate. Il papa deve servirsi dei vescovi, “primato vuol dire che gli altri devono aiutarlo a fare il papa”, e mentre dice queste cose si infiamma di un entusiasmo straordinario. Questa è la
grande novità del Concilio. Mentre tutti gli altri
Concili della storia terminavano con “anatema
sit”, una riunione di vescovi che ha a cuore la
pastorale deve riuscire a coinvolgere la gente,
non ad escluderla, deve riuscire a dire le cose di
sempre con un linguaggio nuovo, adatto all’uomo che cambia, anche ai giovani che cercano di
guardare avanti e di rapportarsi con un mondo
nel quale non c’è solo la Chiesa ma tante altre
realtà. La rivelazione più grande del Vaticano II
è stata quella di riscoprire la Chiesa dentro l’umanità, riconoscendo, come afferma la Gaudium et Spes, che le gioie e le speranze degli uomini sono della Chiesa stessa. Monsignor Bettazzi, nonostante i suoi quasi novanta anni, è
giovanile nella passione data dal ricordo ma soprattutto dalle prospettive per un futuro che vede nelle mani dello Spirito e di ogni uomo di
buona volontà. Cristo è l’uomo
perfetto, non Adamo, e chiunque cerchi il bene lo persegue
è in Lui, anche se non lo sa. Il
Paradiso è di tutti, non solo
dei Cattolici, ci ricorda con
una barzelletta simpaticissima,
la perfezione è una tensione di
tutti gli uomini, non solo per
chi ha fatto la scelta della vita
religiosa. Cita ancora don Tonino Bello parlando della con-
Mons. Sanguinetti nominato
Amministratore Apostolico di Ozieri
In data 10 dicembre, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Ozieri (Italia), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Sergio Pintor, in conformità al canone 401 § l del Codice di Diritto Canonico.
Nomina di Amministratore Apostolico.
In data 10 dicembre, il Santo Padre ha nominato Amministratore Apostolico
«ad nutum Sanctae Sedis» della Diocesi di Ozieri (Italia) Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Sebastiano Sanguinetti, Vescovo di Tempio-Ampurias.
vivialità delle differenze che spiega molto bene
il senso della comunione ecclesiale. La Chiesa è
comunione, comune unione, perché è popolo.
L’idea di Chiesa è data, secondo lui, soprattutto
dalla parrocchia, nella quale non ci si sceglie ma
ci si ritrova per camminare insieme. Verso la fine della sua relazione, tornando indietro negli
anni ricorda dei canti che hanno fatto la storia
dei movimenti giovanili post conciliari. Da Viva
la gente a Di che colore è la pelle di Dio fino ad
arrivare ad un brano mai tradotto in italiano che
fa comprendere come se si punta il dito contro
qualcuno tre dita sono puntate sempre contro se
stessi. Questo è Monsignor Bettazzi: un cristiano
che incarna i valori più autentici del Vangelo e
del rinnovamento Conciliare, ancora in fieri, un
uomo che pensa come sia necessario cambiare
di continuo nella pastorale e che crede fermamente che ci sia bisogno di una testimonianza
di una chiesa più semplice, più povera, più vicina alla gente. Se è vero che, come diceva Yves
Congar, per capire bene un Concilio ci vogliono
cinquanta anni, allora, conclude monsignor Bettazzi: “gente, questo è l’anno buono”.
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ALLURA
&AGNGLONA
ch ie sa sarda
Anno XX
n. 9
31 dicembre
2012
MESSAGGIO DELLA CHIESA SARDA SULLA DRAMMATICA
SITUAZIONE SOCIALE DELLA SARDEGNA
i Vescovi della Sardegna
Natale 2012 e Anno Nuovo 2013
L
“
a società sarda attraversa un
periodo di grave disoccupazione, con risvolti talvolta
drammatici. Questo interpella fortemente, per i suoi effetti umani devastanti, anche la Chiesa.
La disoccupazione coinvolge soprattutto i giovani, che in questa situazione senza sbocco vengono esposti
alla tentazione dello scoraggiamento
e del disimpegno”. È il “grido di dolore” che la Chiesa della Sardegna fece risuonare dal Santuario di Bonaria
il 1° luglio 2001 nel “Concilio Plenario Sardo”.
Sono trascorsi undici anni e il dramma è divenuto “tragedia”. E non soCard. Tarcisio
Bertone
lo per la Sardegna. L’Europa nel
2010 proclamò l’Anno Europeo della
lotta alla povertà. E la povertà è andata crescendo.
La “Caritas Italiana” ha lanciato il suo
allarme nell’annuale Rapporto sulla
povertà, mostrando che la voce delle famiglie risuona ogni giorno con i
toni della disperazione.
La comunità cristiana, che chiama
tutti alla solidarietà per dare un po’
di pane agli affamati, non può rimanere nel silenzio.
I suoi Pastori desiderano gridare ancora ad alta voce, auspicando che
venga accesa qualche luce di speranza.
La Festa del Natale, cara ai bambini
e al nostro popolo, ci invita ad accogliere il Bambino di Betlemme, che
vuol donare agli uomini pane, pace
e giustizia. E ad accogliere i bambini
e gli uomini che soffrono la fame
per costruire sulla terra un mondo
più giusto.
La Costituzione Italiana dice che la
Repubblica è “fondata sul lavoro” e
“tutela il lavoro in tutte le sue forme
e applicazioni” (articoli 1 e 35). Ma il
lavoro non c’è e si sta perdendo
ogni giorno anche quello che c’è.
Il Concilio Vaticano II ha affermato
che il lavoro umano “è di valore superiore a tutti gli altri elementi della vita economica” ed è compito
della comunità politica “garantire i
mezzi sufficienti per permettere alla persona e alla famiglia una vita
dignitosa sul piano materiale, sociale, culturale e spirituale” (Gaudium
et spes 67). E invece la mancanza
del lavoro, la sua crescente precarietà e la sua insufficiente sicurezza,
stanno generando la perdita della
Ritardi
nella consegna dei lavori
della Sassari-Olbia
di RED
A
seguito del decreto del Consiglio di
Stato, nel quale viene accolta la richiesta cautelare provvisoria di una
impresa ricorrente, l’ANAS non ha potuto
procedere alla firma per la consegna dei lavori del lotto 7 dell’itinerario Sassari-Olbia,
tra Monti ed Enas, previsto nella giornata
odierna. La comunicazione del Consiglio di
Stato è giunta solo dopo la cerimonia organizzata nella sede della Provincia di OlbiaTempio. La discussione dell’istanza cautelare dell’impresa ricorrente al Consiglio di
Stato è fissata per il prossimo 8 gennaio
2013.
di WF/cm
È
dignità, la fame, lo scoraggiamento.
“La disperazione ha sprigionato la
fantasia anche nella scelta delle
modalità di manifestare la protesta
e il disagio: sopra i tralicci, sopra le
torri, nei pozzi del carbone…”, dice
la “Delegazione Regionale per i
problemi sociali e del lavoro”, istituita nel 2001 dal “Concilio Plenario
Sardo”.
La CEI ha evidenziato le gravissime
conseguenze della mancanza del lavoro: “fragilità sociale, futuro spezzato, sperpero antropologico.
Vogliamo ricordare anche la “Carta
di Zuri”, interessante proposta per
una nuova “Rinascita della Sardegna”, con la collaborazione degli
amministratori, dei cittadini, degli
emigrati, dei sindacati, delle comunità. I cristiani debbono combattere
insieme a tutti gli uomini di buona
volontà perché si affermi l’equità
nella solidarietà.
La comunità politica deve essere
più attenta al mondo dei poveri e
costruire per tutti il “bene comune”.
Il Papa Benedetto XVI, nella sua visita in Sardegna, ci ha affidato il
compito di far nascere “una nuova
generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di
sviluppo sostenibile”.
E noi gli siamo grati perché più volte ha richiamato l’attenzione di tutti
sulle nostre situazioni di povertà e in
questi giorni si è fatto ancora una
volta vicino attraverso la visita a Portovesme del suo Segretario di Stato il
Cardinale Tarcisio Bertone, confermando la vicinanza della Chiesa al
Mondo del lavoro.
Sia per tutti il prossimo Natale un
tempo di speranza, nella preghiera
davanti al Presepe e nell’impegno
comune di solidarietà.
La Maddalena,
un finanziamento di 17.169.000,00 di euro
per riqualificare l’isola
stata appena firmata la convenzione tra
gli uffici dell’assessorato dei Lavori
pubblici, in qualità di soggetto attuatore del commissario straordinario Ugo Cappellacci, e il Comune di La Maddalena, per la riqualificazione del waterfront dell’isola. A fronte di un finanziamento di 17,169 milioni di euro, il documento siglato questo pomeriggio affida al Comune maddalenino l’attuazione del
primo lotto dell’intervento di rilancio della
portualità turistica, commerciale e militare degli specchi d’acqua tra Cala Balbiano e Punta
Chiara e la sistemazione urbana del corrispondente lungomare. Si tratta di progetti già
previsti nell’Ordinanza del Presidente del
Consiglio dei Ministri con la quale si indivi-
duavano gli interventi da effettuare nell’ambito dell’ex G8. Tra le opere principali vi sono
la realizzazione del nuovo terminal traghetti e
la riqualificazione in funzione diportistica delle banchine dinanzi al centro abitato attualmente destinate al traffico commerciale. A
corredo dei lavori portuali è prevista la risistemazione urbana del lungomare e la valorizzazione della colonna Garibaldi. Soddisfazione è
stata espressa dal presidente Cappellacci e
dall’assessore Nonnis: “Siamo giunti oggi alla
fase finale di un iter complesso che ha visto
ad agosto scorso la firma di un protocollo
d’intesa e in tempi brevi l’affido della Regione
al Comune di La Maddalena, che diviene così
protagonista nella realizzazione di interventi
particolarmente attesi e centrali nel progetto
di sviluppo turistico di uno dei porti più suggestivi del Mediterraneo”.
visita pastorale
Anno XX
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Valledoria, il disagio economico si innesta anche sul disagio morale
In crisi anche il settore trainante dell’agricoltura
di Gianni SIni
N
el decreto “Christus Dominus” sulla missione pastorale dei vescovi nella Chiesa del papa Paolo VI al numero 11
nel capitolo II si legge:” La diocesi
è una porzione del popolo di Dio
affidata alle cure pastorali del vescovo, coadiuvato dal suo presbiterio, in modo che aderendo al suo
pastore, e da questi radunata nello
Spirito Santo per mezzo del Vangelo e dell’eucarestia, costituisca una
Il parroco
Salvatore Melis
Chiesa particolare nella quale è
presente e opera la Chiesa di Cristo, una, santa, cattolica e apostolica. I singoli vescovi ai quali è affidata la cura di una Chiesa particolare, sotto l’autorità del sommo
Pontefice, pascono nel nome del
Signore come pastori propri, ordinari ed immediati le loro pecorelle
ed esercitano a loro vantaggio l’ufficio di insegnare, di santificare e
di reggere”. È con questo spirito
che il vescovo Sanguinetti ha intra-
preso la visita pastorale a Valledoria il 18 dicembre. Al mattino ha incontrato in chiesa i bambini della
scuola materna, delle elementari e
delle medie, accompagnati da insegnanti e genitori. I ragazzi, nella
loro spontaneità, hanno rivolto al
vescovo tante domande. Alla sera
l’incontro con le autorità, sindaco e
giunta, autorità militari ( Valledoria
è sede della compagnia carabinieri), è seguita la novena durante la
quale il vescovo ha risposto al saluto del sindaco. Non si è parlato
soltanto di cose spirituali, ma anche della grave crisi economica
che colpisce non solo Valledoria,
ma tutta la bassa valle del Coghinas, soprattutto in quel settore trainante che è l’agricoltura ed in particolare la coltivazione del carciofo. La lamentela unanime porta alla drammatica situazione che tanti
non riusciranno neppure a pagare
le spese e il prodotto quest’anno
andato male, non conviene neppure raccoglierlo. Il Vescovo ha precisato :” il disagio economico si innesta anche sul disagio morale e
investe anche la famiglia nei suoi
valori fondanti: unità, fedeltà, indissolubità”. Il mercoledì 19 dicembre Mons. Sanguinetti si è recato
da alcuni anziani e ammalati nelle
case di accoglienza ed ha amministrato il Sacramento dell’Unzione
degli infermi, accompagnato dal
parroco don Salvatore Melis. È
sempre la Christus Dominus al numero 30 che ricorda che i parroci
sono i principali collaboratori del
Vescovo. Nell’esercito della loro
missione “ i parroci con i loro collaboratori devono svolgere il compito di insegnare e di governare in
modo che i fedeli e le comunità
parrocchiali si sentano realmente
membri non solo della diocesi, ma
anche della Chiesa universale. Collaborino perciò sia con gli altri parroci, sia con i sacerdoti che esercitano il ministero parrocchiale in
quel territorio affinché la cura pastorale abbia la dovuta unità e sia
resa più efficace… Per rendere più
efficace la cura delle anime va caldamente raccomandata la vita comune dei sacerdoti, specialmente
di quelli addetti alla stessa parrocchia, essa, mentre giova all’attività
apostolica,offre ai fedeli esempio
di carità e di unità”. Certamente la
Forania questo già lo mette in pratica da diversi anni perché, soprattutto nei tempi forti, organizza liturgie penitenziali nelle diverse
parrocchie con la presenza di diversi sacerdoti e anche nella predicazione c’è uno scambio frequente
che giova certamente per i giovani
che si preparano al Matrimonio e
coinvolge i parroci della zona pastorale. Sempre il giorno 19 c’è stata la Novena e la liturgia penitenziale. Il Vescovo stesso si è messo
a disposizione per le confessioni.
Sicuramente la grazia di Dio farà il
suo effetto e realizzerà non solo i
desideri del Vescovo che erano
quelli di incoraggiare un rinnovato
incontro con Cristo perché le comunità ecclesiali si interroghino
sulla loro capacità di essere un vero ascolto della Parola di Dio e dei
Il “Cristo Re”
a Valledoria
segni dei tempi per testimoniare
con più slancio e coerenza del
vangelo di Cristo in un mondo che
cambia, di valorizzare il senso di
corresponsabilità nel popolo di
Dio ovvero la ministerialità di tutti
i fedeli nei vari settori della vita pastorale, ma soprattutto quello di
promuovere la comunione ecclesiale incoraggiando a tutti i livello
il dialogo e il valore della condivisione e l’annuncio ai più lontani.
Una cosa è certa, la Visita Pastorale è stata un autentico tempo di
grazia e un momento speciale dove la priorità è stata data all’incontro con le persone, non un adempimento burocratico del Vescovo o
uno strumento d’indagine sulla
Parrocchia. Per questo, i fedeli
hanno sentito il dovere di dire:
“Grazie, Vescovo, Nostra Signora di
Valverde benedica i tuoi passi”.
La comunità di La Muddizza-La Ciaccia si presenta al Vescovo
di Maria Antonietta Pinna
Eccellenza Reverendissima,
La comunità parrocchiale di La Muddizza-La Ciaccia, attraverso vari incontri ha letto, analizzato e discusso
la lettera di indizione di Sua Eccellenza di questa Visita Pastorale.
Tali incontri ci hanno dato la possibilità di “guardarci dentro“ e analizzare i lati positivi e soprattutto
quelli negativi della nostra parrocchia. Il moto, da Lei scelto “noi siamo Chiesa: siamolo” è stato il primo e più importante punto di riflessione, nonché una sfida che la
comunità vuole superare. La situazione attuale non è certamente delle migliori ma la volontà a migliorare non manca. La realtà sociale è
varia, molte situazioni problematiche, soprattutto persone anziane
sole, malate e in difficoltà, famiglie
colpite dalla crisi economica, quelle separate, i nuclei costituiti da
donne sole o con figli, ma senza
un compagno. E, naturalmente, anche le famiglie che per convenzione chiameremo ‘irregolari’: divorziati, risposati, conviventi.
1) Parrocchia comunità educante
La partecipazione alle celebrazioni domenicali è poca e si denota
da parte di molti poco interessamento per qualsiasi proposta. Si
riscontra, però, che coloro che sono parte attiva all’interno della comunità sono altamente motivati e
operosi. Attualmente l’unico percorso educativo è il catechismo. E’
sempre partecipato il corso per fidanzati, organizzato a livello foraneo a Valledoria. Vi sono, inoltre,
alcuni gruppi di preghiera che sono il punto di forza della comunità in quanto sempre presenti in
tutte le attività della parrocchia e
durante tutte le celebrazioni. Non
esiste il gruppo Caritas istituziona-
le ma molti danno la loro collaborazione per le varie opere di carità.
2) Famiglia, ragazzi e giovani,
pastorale vocazionale
Parecchie sono le famiglie che non
vivono più secondo gli insegnamenti evangelici. Tanta è l’emergenza educativa e purtroppo manca totalmente una figura che sia
educatore-mediatore, che riesca ad
aiutare soprattutto le famiglie in difficoltà. Queste ultime non sempre
sono in grado di educare cristianamente i propri figli e raramente si
rivolgono ad altre, seppur poche,
agenzie educative. Rari sono i momenti di collaborazioni tra la parrocchia e le altre realtà presenti
(Natale e Pasqua ). I ragazzi, dopo
il sacramento della Confermazione,
spariscono dalla vita parrocchiale.
E’ presente una bella struttura, un
tempo destinata ad oratorio, ma attualmente destinata ad altri usi.
3) Mutamenti antropologici,
culturali, sociali e religiosi
La nostra comunità, seppur piccola, non è immune dai mutamenti e
possiamo notare che nel corso degli anni si sono persi molti valori
importanti (unione, rispetto, collaborazione, aiuto reciproco ecc.),
ormai siamo in pieno individualismo.
Forse tutto ciò ha influito a creare
una frattura tra le due frazioni, tutti denotano che non vi è più l’unione di un tempo.
Si è deciso di non restare impassibili a tutto questo.
Infatti si cercherà di ripristinare il
consiglio pastorale, si stanno cercando di individuare tutte le risorse umane che siano in grado
di far ripartire l’oratorio e soprattutto si stanno studiando varie attività che possano coinvolgere i
ragazzi e renderli parte attiva della parrocchia.
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visita pastorale
Badesi: la grande scommessa per la comunità educante
Lavorare in sinergia tra famiglia, scuola e parrocchia
di Franca Cirotto e Bruno Cirilli
A
bbiamo accolto, nei giorni 7 e 8 Dicembre, il nostro Vescovo Mons. Sebastiano
Sanguinetti, di cui abbiamo sentito la
cordialità di padre e di pastore in visita nella
nostra Chiesa parrocchiale di Badesi. Nei mesi
precedenti, dopo la lettera inviata al clero e al
popolo di Dio per comunicare la visita pastorale, la comunità di Badesi è stata impegnata
dal parroco don Roberto per riflettere sui compiti della parrocchia nella nostra chiesa diocesana ed esaminare il punto del nostro cammino di fede, anche perché questo è stato proclamato dal Papa Benedetto XVI l’anno della
Fede. E’ stata una bella visita per tutti noi e
questa Visita “ufficiale” , attesa da tempo, non
ha colto di sorpresa nessuno, perché il nostro
Vescovo è stato sempre presente nei momenti
più importanti della vita comunitaria, ma stare
a stretto contatto con lui , per due giorni interi, per ascoltarci, confrontarci e fare insieme un
esame di coscienza ecclesiale è stato di fondamentale importanza per affrontare i momenti
critici che toccano le attività parrocchiali e
ognuno di noi così da vicino. Il parroco, don
Roberto, ha calendarizzato già da subito degli
incontri aperti a tutti per formare i diversi gruppi incaricati di trattare una tematica, fra le tre,
secondo il questionario predisposto dalla Diocesi. Durante queste riunioni ogni gruppo ha
affrontato il lavoro con grande serietà e senso
di responsabilità, coinvolgendo e consultando i
fedeli , i cittadini e le varie associazioni del
paese. Di fondamentale importanza è stato l’incontro della Forania nella Cattedrale di Castelsardo dove Mons. Sanguinetti con grande carisma ha creato quel clima empatico che ha calamitato l’assemblea verso la grande scommessa di una vera e fattiva collaborazione tra le tre
più importanti comunità educanti della nostra
società: la famiglia, la scuola e la parrocchia. La
Visita Pastorale si è svolta nei
giorni 7 e 8 dicembre. La mattina del primo giorno, dopo l’atto
di culto penitenziale a cui hanno
partecipato gli alunni e il personale insegnante e dei servizi
scolastici dell’Istituto comprensivo e di un nutrito numero di famiglie, i ragazzi sono riusciti a
toccare profondamente il Vescovo con le domande che hanno
posto. Nel secondo pomeriggio
è stato salutato dal Sindaco Stangoni Toni e, dopo la Santa MesIl Vescovo con
sa, il Vescovo ha incontrato in
le scolaresche
assemblea la comunità di Badesi per ascoltare l’analisi, riassunta dal parroco don Roberto, delIl Vescovo
la situazione locale nel settore
incontra
della catechesi, della liturgia,
le scuole
della solidarietà e della famiglia.
Sono seguite le domande alle
quali il Vescovo ha risposto concentrando il nucleo del pensiero
nell’invito a prendere coscienza
che il punto di ripartenza per
una fede più profonda dipende
da noi adulti, che a volte siamo
senza né idee chiare né sempre
diamo il buon esempio. Cosa
può fare la parrocchia per i tanti problemi e bisogni dei cristiani e non , cosa per l’educazione
alla fede dei giovani, cosa per le crisi delle giovani e meno giovani coppie? Il secondo giorno,
solennità dell’Immacolata Concezione, ha permesso prima della Santa Messa di approfondire
l’esempio di Maria, madre di Gesù, modello all’apparenza irraggiungibile, ma per il suo esempio di vita possibile a tutti uomini e donne di
famiglia. E’ seguito l’incontro con i giovani e il
Vescovo ha potuto verificare l’attività degli ani-
matori nell’oratorio “Laboratorio. don Milani”.
La finalità pastorale, che era quella di capire,
insieme con il nostro Vescovo, se la nostra parrocchia resta ancora oggi protagonista dell’attività della Chiesa locale nella quale l’esperienza
e l’esistenza cristiana può iniziare, conservarsi e
svilupparsi, rimane all’attenzione e alla meditazione del nostro pastore, del nostro parroco e
di tutti noi.
Crisi nella vita cristiana e crisi delle vocazioni
Fra le tante voci far risuonare quella di Cristo
di Davide Pidinchedda
V
ocazione, dal latino Vocatio, chiamata, chiamata che
Dio continuamente annuncia al cuore di tutti. Parola che racchiude salvezza, che raccoglie il
Il Seminario Vescovile
senso della nostra esistenza, parola
che al giorno d’oggi, all’interno
della nostra società, non viene
spesso pronunciata e considerata.
Ho iniziato quest’anno il mio percorso vocazionale al sacerdozio
nel nostro Seminario diocesano
con grande gioia e con grande determinazione, ma non posso nascondervi il rammarico nel constatare in questa bella comunità un
momento di difficoltà che, guardandoci intorno, riscontriamo un
po’ in tutta Italia. Qual è il problema di fondo? Il problema è che il
Cristiano non è e non può essere
uno che cammina da solo. Il Cristiano innanzitutto accoglie la Verità che è Gesù Cristo e ne fa fondamento della propria vita, poi è
chiamato a testimoniarla, ad annunciarla a chi non la conosce.
Spesso questo non avviene, e così
accade che vediamo sempre meno
giovani nelle nostre parrocchie, riscontrando un drammatico calo nella Vocazione alla vita cristiana e di
conseguenza alla vita sacerdotale.
Ecco allora che si pone un quesito:
cosa dobbiamo fare? In cosa possiamo migliorare? Da seminarista, da
uno che vive questo tipo di situazione, anche confrontandosi con altre realtà di questo tipo, penso e
credo che il problema nasca da una
mancata preparazione, da una superficialità applicata inconsciamente a un argomento di elevata importanza quale quello delle vocazioni, che dovrebbe essere visto,
ascoltato e vissuto come principale
tappa per la maturazione di una vita cristiana, quindi per tutti. Questo
ci invita a riflettere, ad impegnarci
di più per cercare di recuperare nella nostra Diocesi il fondamento im-
portante per la vita di ogni Cristiano, iniziando dalle nostre famiglie,
dalle nostre parrocchie, iniziando
nel nostro quotidiano a far risuonare tra le tante voci, soprattutto nei
giovani, la chiamata di Dio. Il Giorno 23 Dicembre, si è celebrata, in
Diocesi, la giornata annuale dedicata al Seminario. In ogni parrocchia si è pregato, sono state raccolte offerte per il sostentamento di
questa realtà, di questa famiglia che
ancora vive e che può essere punto di riferimento per tutti i giovani
che vogliono mettersi in cammino
verso il Signore. Ma oltre a questo,
siamo chiamati in modo particolare
a prenderci le nostre responsabilità,
pregando e impegnandoci di più
nella pastorale giovanile, mettendo
in luce nel cammino dei giovani
questa importante opportunità che
la Chiesa ci offre.
visita pastorale
Anno XX
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Trinità D’Agultu, i ragazzi protagonisti della visita pastorale
Capaci di riflessione e di proposte agli adulti
C
“
le comporta una “ragione di responsabilità in più”
da parte degli operatori. L’incontro con il volontariato, nell’espressione dei numerosi gruppi che ruotano e lavorano attorno alla parrocchia, ha avuto
come tema centrale quello della precarietà di chi
opera nel sociale, senza incentivi a volte anche solo di gratificazione morale. Il vescovo ha confermato di conoscere molto bene queste realtà: la sua
capacità e volontà di ascolto del cammino comunitario della parrocchia ha portato i convenuti al tema centrale dell’Associazionismo come strada verso la partecipazione attiva alla vita sociale e spirituale cristiana nella comunità. Gli incontri, nella
breve ma intensa visita, si sono succeduti senza
quasi soluzioni di continuità. Ma l’incontro da cui
forse più di tutti sono scaturite le riflessioni più toccanti è stato sicuramente quello con i più piccoli. A
partire dal mondo della scuola, con insegnanti e
genitori, per toccare le diverse forme di interazione
di gruppi parrocchiali che si occupano di infanzia
e adolescenza, i bambini e gli adolescenti sono stati forse la piacevole e più gradita “sorpresa” per
Mons. Sanguinetti, che ha interloquito con essi rispondendo alle domande rivoltegli. Temi sociali,
vita religiosa, persino domande sul Sinodo della
Sardegna, in un crescendo di rispetto e simpatia re-
La parola ai ragazzi
scia che i bambini muoiano di fame, si
permette che i giovani muoiano di droga o
di AIDS, si violano i diritti degli individui
e dei popoli. Perché tutto questo? In fondo
siamo tutti uguali, respiriamo tutti la stessa aria, abbiamo tutti a cuore il nostro futuro. In fondo, siamo solo di passaggio…
e ciò che noi lasciamo sarà l’eredità che le
generazioni future raccoglieranno.
S
ono Valeria, e sono d’accordo con Severn (Severn Suzuki è una giovane ragazza di soli 13 anni che parla di argomenti molto importanti ai centootto capi di stato presenti al Summit della terra
riunitisi a Rio de Janeiro il 04 Giugno del
’92 per parlare dell’ambiente e dello sviluppo. Fa una richiesta molto semplice: riuscire a mantenere una coerenza tra il
pensiero, la parola e l’azione), soprattutto
quando afferma che in nome del progresso materiale spesso i “grandi” dimenticano i valori più importanti della vita, come
l’amicizia, la fratellanza, la solidarietà, la
condivisione. In nome dello sviluppo distruggono il fragile equilibrio di questo
piccolo pianeta che ci ospita: la terra. E in
nome del profitto e del guadagno si combattono guerre, si sfruttano le donne, si la-
ciproci, hanno fatto da cemento tra i presenti, in
una giornata che per la profondità delle riflessioni
coloro che c’erano non dimenticheranno tanto facilmente. Il commiato è avvenuto con le dirette e
toccanti parole finali che nell’omelia della S. Messa
di chiusura il Vescovo ha voluto pronunciare nei
confronti degli adulti quando ha detto che “le vostre azioni corrispondano alle vostre parole”. Un
Pastore che si è definito “padrino” nel senso che ha
tenuto a battesimo la nascita di alcuni dei gruppi
parrocchiali locali come la Confraternita di S. Croce, l’Azione Cattolica Ragazzi, in un certo modo anche il Coro Polifonico locale, la novità delle Voci
Bianche sul cui coro sono riposte attenzioni e speranze della Comunità, Mons. Sanguinetti ha saputo
soprattutto ascoltare. Ha dimostrato la sua spiccata
sensibilità ai temi più caldi ed importanti della vita
spirituale ed associativa, non sempre facile anche
in comunità piccole dove si da a torto e per scontato che i vincoli di solidarietà siano più stretti dei
grandi centri. Ma, nella sintesi, ha anche dimostrato di esser in grado di rispondere in modo preciso
ed attento alle domande più dirette, dando sempre
la sensazione di una persona che anche se distante fisicamente, in realtà è molto più presente nella
comunità di quanto sembri.
Foto: Emanuele Sanna
i rivolgiamo, quindi, al Parroco, perché ci
guidi nel cammino spirituale, ai professori,
perché siano fermi e autorevoli con noi
alunni, ma che ci sappiano anche ascoltare e alle
istituzioni, che si impegnino di più nella vita politica,
aiutino chi ne ha bisogno e ci governino con spirito
di servizio perché amministrare significa servire, significa accorciare le distanze con la gente comune,
significa ascoltare indistintamente tutti coloro che
hanno bisogno, in modo che tutti possiamo essere orgogliosi di questo meraviglioso paese”.
Nella cornice di un piccolo centro, come quello di
Trinità, alla festosa ed incuriosita presenza di un
pubblico da grandi occasioni, si è concentrata la due
giorni della visita pastorale del vescovo nel centro
alto gallurese, la prima dal suo insediamento in diocesi. Tema forte e centrale, oggetto delle diverse riflessioni fatte in occasione di altrettanti incontri avuti con la popolazione, dalle omelie durante la celebrazione delle funzioni religiose agli appuntamenti
con gruppi parrocchiali e non, è stata la famiglia come “progetto di vita”. In essa, ha detto chiaramente
Mons. Sanguinetti, “sono riposte le speranze nella
trasmissione della fede”. “La Chiesa è li”, ha continuato Sua Eccellenza, “nella famiglia siamo chiesa”.
Nei successivi incontri come quello riguardante gli
operatori del mondo imprenditoriale, avvenuto nella sede dell’Auditorium sono stato affrontati i temi
più caldi e contingenti della grande crisi che in particolare sul fronte economico fa sentire la sua pesantezza. In questo contesto, nello scambio tra il Pastore in visita e la comunità si è ribadita la necessità
di “fare rete” e creare la “rete di solidarietà”. Il rinnovare anche “l’approccio verso il mercato turistico”
e il turista in modo speciale, si è detto, è la sfida
principale: occorre “conquistare” quello che prima si
dava per scontato, vale a dire la visita e la scoperta
del turista delle coste, del mare e delle bellezze naturalistiche locali. Occorre inoltre guardare ad un
mercato vasto, vastissimo, globale appunto. Ma l’importante, è stato sottolineato, e che non venga mai
meno “l’interazione tra le coste ed il loro interno”,
per non squilibrare i rapporti economici e sociali
dell’Isola. In questo senso, la riflessione si è anche
spinta alla considerazione del ruolo primario del territorio gallurese nell’economia isolana, che come ta-
Incontro con
le scolaresche
Le richieste al Vescovo
dei ragazzi della 3a A
Al nostro vescovo Mons. Sanguinetti chiediamo di essere più presente con noi giovani, soprattutto in questo periodo di
grande smarrimento spirituale. Ora più
che mai abbiamo bisogno della sua guida
per sentirci davvero e di nuovo una comunità. Noi piccoli percepiamo in modo più
acuto la confusione e lo smarrimento che
vivono i grandi in questo momento in cui
la fede sembra aver perso il suo vero significato. Perciò, la sua presenza e la sua
guida, sono per noi fondamentali per aiutarci a crescere e diventare dei buoni cristiani. Ci auguriamo, quindi, che questo incontro, non sia un punto di arrivo, ma un
punto di partenza per iniziare un lungo
cammino da percorrere insieme. Grazie
Trinità, lʼoratorio
e la chiesa
8
ALLURA
&AGNGLONA
RELAZIONE PER LA VISITA
PASTORALE A SEDINI
di Fr. Emmanuele Manca
L
a Comunità di Sedini (1366
abitanti al 17/5/2012), affonda
le sue radici in una secolare
tradizione cristiana, testimoniata
dalle antiche chiese sparse nel suo
territorio: quelle ancora officiate, i
ruderi di altre e, non ultima, dalla
bella chiesa parrocchiale, dedicata
all’apostolo Andrea. Queste radici
affiorano in diverse occasioni, in
particolare nella pietà popolare e
nelle feste, soprattutto quelle del
Rosario e di San Pancrazio, nei riti
della Settimana Santa e, naturalmente, nelle circostanze importanti della vita: nascita, prima comunione, cresima, matrimonio, morte.
La pietà popolare è indubbiamente
un forte richiamo e quindi una preziosa opportunità per l’evangelizzazione e per condurre, per quanto è possibile, all’essenziale della
fede cristiana. A patto che si riesca
ad elevarla e a togliere ciò che
spesso la appesantisce: la ricerca
dello “spettacolare”, la superficialità della partecipazione solo per
Chiesa di S. Andrea
a Sedini
visita pastorale
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2012
tradizione, il fermarsi soltanto agli
aspetti esteriori senza un coinvolgimento decisionale nei confronti
del vangelo, di Cristo e della Chiesa e, non ultimo, in un tempo come il nostro, lo scadere nel consumismo e nel pericoloso paganesimo di ritorno, seppur ammantato
di simboli cristiani. Quella della
pietà popolare è dunque una ricchezza, ma anche una “sfida” che
il parroco di Sedini non può non
cogliere come opportunità pastorale, dato che la partecipazione alla vita ordinaria della comunità cristiana è invece piuttosto scarsa. Le
cause di questa lontananza non sono solo quelle comuni alla società
contemporanea, ma anche quelle
legate al passato del paese, soprattutto quando le forti tensioni sociali e politiche, determinate dalla miseria, opponevano, sino a qualche
decennio fa, poche famiglie benestanti e proprietarie di vasti terreni,
al resto della popolazione, di fatto
“serva della gleba”. Solo l’industrializzazione dell’area di Porto Torres
e la forte emigrazione, soprattutto
Sedini,
Domus de
Janas
a Torino, ha posto fine a questa situazione, che ha visto forse poco
accorta la Chiesa, a volte percepita
come “collusa” col potere, e più attento, invece, il partito comunista
di un tempo. Di fatto ci sono famiglie che per tradizione frequentano
la chiesa (quelle che allora votavano DC...) e tante altre no. E’ vero
che ora non c’è più l’anticlericalismo di quegli armi, resta però ancora un certo DNA familiare di appartenenza o meno alla Chiesa.
Pietà popolare e momenti forti della vita sono dunque, ancora, le occasioni nelle quali anche i “lontani”
si avvicinano e accoglierli con carità pastorale diventa preziosa opportunità per l’annuncio del vangelo. Un altro aspetto che colpisce
positivamente è l’attenzione posta
nei confronti dei familiari malati e
anziani: gli esempi di abnegazione
e di dedizione sono innumerevoli e
davvero edificanti. La presenza del
sacerdote nelle case dei malati è attesa e più che gradita, insieme al
conforto della preghiera e della Comunione. Molte volte questa visita,
che compio mensilmente, aiutato
anche dalle Ministri Straordinari
dell’Eucaristia, è occasione per entrare in case dove sarebbe stato altrimenti difficile. Il dialogo e l’amicizia che si creano sono davvero
preziosi. L’accompagnamento alla
morte è vissuto in questo clima. Ma
anche dove manca questo contesto,
il momento della morte è per tutti
inscindibilmente legato alla presenza del sacerdote. A volte è proprio
il decesso a creare l’approccio con
certe famiglie e la disponibilità mostrata, la solidarietà, la presenza attenta, sollecita e premurosa è occasione per avvicinare a Dio persone
lontane e far sentire la vicinanza
della Chiesa a chi è in lutto. Guai a
mancare così in certi momenti!
Considerazioni finali
Il sindaco ricorda che in passato
Sedini ha avuto il doppio degli abitanti ed era uno dei comuni più importanti dell’Anglona. Oggi è un
Paese che ha conservato la sua anima rustica legata a un contesto
agropastorale dove la modernità
non ha creato grandi danni. Sedini
ha le potenzialità e le possibilità di
offrire al turista un ambiente urbano e culturale in gran parte ancora
integro: un paese inserito nelle
rocce, pieno di grotte e ricco di acqua. Pur essendo piccolo il comune ha mantenuto i vari servizi:
scuole, caserma dei carabinieri, le
poste, la banca. Guardando le cose in prospettiva si può senz’altro
dire che il paese può offrire la propria storia e identità. Nell’azione
certamente ci si può ispirare ai
principi cristiani mettendo al centro il punto più esigente: “Ama il
nemico! Il nemico come persona
non da combattere ma da conoscere”. Sedini è ricco di Associazioni di volontariato, anche di ispirazione cristiana, un modo per il
cristianesimo di rispondere ai mali
della modernità. Anche l’assessore
ai servizi sociali ha ricordato che
sono stati mantenuti i servizi con
un’attenzione agli anziani, con delle attività e un’attenzione particolare al disagio sociale dei giovani.
Non ci sono fenomeni di delinquenza grave, anche se alcuni giovani vanno seguiti e accompagnati. Molti giovani frequentano il bar,
forse oltre il dovuto, anche se non
mancano le strutture ricreative e
culturali. Spesso le iniziative hanno
una finalità solidale con larga partecipazione. Il Vescovo ha incoraggiato e sostenuto la valenza sociale, culturale ed educativa delle attività comunali. Un’altra bella realtà,
a Sedini, è rappresentata dalla “Pia
Società della Anime” con 900 soci
e con uno statuto approvato dalla
Chiesa. Cresce il fenomeno dell’associazionismo, una di queste è la
confraternita, rinata 20 anni fa con
15 membri, il gruppo di catechisti,
il coro con 20 coriste ed il gruppo
francescano. Tutto questo fa ben
sperare per la piccola comunità di
Sedini decimata progressivamente
dallo spopolamento.
visita pastorale
Il parroco presenta la comunità di Bulzi
di Fr. Emmanuele Manca
B
ulzi (549 abitanti al 18/5/2012)
è un paese fiero delle sue
tradizioni secolari e soprattutto del canto “in limba”, tramandato da sos Cantadores e dalla
Confraternita di Santa Croce.
E’ una comunità che, pur essendo
piccola, è viva e dinamica. Abituata ormai da decenni a non avere
più il parroco residenziale, ha imparato col tempo ad essere autonoma e a camminare con le proprie gambe: sa organizzarsi e risponde abbastanza positivamente
alle sollecitazioni.
Ha persone capaci e consapevoli
che, con responsabilità, portano
avanti la vita ordinaria, le celebrazioni annuali e le iniziative proposte.
C’è un gruppo di catechiste, il servizio attento della sacrestia e della
chiesa, la Caritas parrocchiale, la
Confraternita.
E’ soprattutto su queste persone
che si può contare, sapendo di trovare una valida collaborazione e
l’aiuto indispensabile, competente
e generoso per portare avanti la
pastorale della parrocchia.
A queste persone si aggiungono i
Comitati: quello della festa patronale di S. Sebastiano (che cura anche la festa estiva dei Santi Lucia
e Isidoro), quello delle Anime
(questua per le Messe di novembre in cimitero, in suffragio dei
defunti), ma anche quello civile
per “Su Sapatu Iscasciadu” (soprattutto per il grande pranzo all’aperto offerto a tutti, il sabato
dopo le Ceneri).
Questa partecipazione vi è anche
in occasione della “festa degli
ammalati”, il sabato dell’Ascensione, a San Pietro delle Immagini, sia nella preparazione del luogo della Messa all’aperto che nel-
l’offrire i dolci a tutti i presenti alla celebrazione presieduta dal Vescovo.
La partecipazione alla vita ordinaria è sufficiente, anche se il calo si fa sentire sempre di più:
vengono a mancare le persone
perché sorella morte chiama, l’invecchiamento della popolazione
si avverte ineluttabilmente, la natalità è scarsissima, i pochi giovani, come dappertutto, frequentano poco.
Quella di Bulzi è tema comunità
tutto sommato serena, anche se
non mancano tensioni, gelosie e
incomprensioni, che ho sempre
cercato di stemperare, riportando a
Dio e al motivo per cui si viene in
chiesa, la partecipazione.
A Bulzi non manca una forte componente di ateismo, sia pratico che
ideologico, ma il rispetto per il sacerdote è comunque presente.
Forte richiamo è la pietà popolare,
le feste e il momento del funerale:
sono occasioni preziose per L’annuncio del vangelo e di unità.
Colpisce l’attenzione posta nei
confronti dei familiari malati e anziani: anche a Bulzi gli esempi di
abnegazione e di dedizione sono
innumerevoli ed edificanti.
La presenza del sacerdote nelle case dei malati è attesa e più che gradita, insieme al conforto della preghiera e della Comunione.
Compio questa visita mensilmente,
aiutato anche dalla Ministra Straordinaria della Comunione.
Anche il momento della morte è
inscindibilmente legato alla presenza del sacerdote.
A volte è proprio il decesso a
creare l’approccio con le famiglie
dove questo non c”è e, la disponibilità mostrata, la solidarietà, la
presenza attenta, sollecita e premurosa è occasione per avvicinare a Dio.
Antica foto
di Bulzi
Anno XX
n. 9
31 dicembre
2012
di Stefano Mattia Vacca
ccellenza reverendissima, è
con molta gioia e profonda
emozione che, in occasione di
questa sua graditissima e sentitissima
visita pastorale, le porgo a nome mio
personale, dell’amministrazione comunale e di tutta la comunità di Bulzi, il più cordiale saluto di benvenuto. Ci auguriamo che le proverbiali
doti di accoglienza, generosità ed altruismo che vengono riconosciute ai
bulzesi, siano la degna cornice per
questo appuntamento tanto atteso
dai numerosi fedeli e dalla popolazione tutta, che saluto cordialmente,
e fortemente voluto dalla parrocchia
di San Sebastiano in primis e dal nostro parroco Don Leon, che saluto e
ringrazio per il suo impegno costante e assiduo nelle molteplici attività.
I tempi sono in generale difficili. Difficilissimi per i nostri comuni sempre
più attanagliati dalle pesantissime
difficoltà di cui lei, eccellenza, si è
sempre occupato con sensibilità, responsabilità, autorevolezza; testimoniando tutta la sua vicinanza alle comunità dei nostri territori. Lo spopolamento, il mancato sviluppo, la crescente disoccupazione, il taglio dei
servizi primari. Giovani che non tro-
E
Oggi conosce un progressivo spopolamento
Q
uello che una volta veniva considerato il
granaio dell’Anglona, oggi è ridotto ad
un piccolo comune di 940 abitanti. Il territorio avrebbe delle potenzialità per decollare
dal punto di vista turistico, ma non sempre sono
state valorizzate al meglio, vedi le grotte di “Su
Coloru” e la foresta pietrificata. Poiché la Chiesa
non si interessa solo della parte prettamente spirituale, ma anche dello sviluppo della persona e
del territorio, il vescovo Mons. Sanguinetti ha voluto inserire nella sua agenda anche la visita a
questa comunità. Il 30 Novembre scorso, festa di
Sant’Andrea Apostolo, al pomeriggio, ha incontrato la comunità. Diverse persone hanno manifestato le aspettative e i desideri del paese in questo particolare momento. La voce comune e la richiesta più frequente era questa: avere un sacer-
9
Il saluto del sindaco
Laerru, una volta era granaio dell’Anglona
di G.S.
ALLURA
&AGNGLONA
dote e un parroco fisso per il paese, non perché
don Leon non garantisca i servizi necessari ma
perché così è stato fino ad un recente passato.
Il rischio reale è che si crei nell’arco di pochi
anni uno scollamento tra la Chiesa e i ragazzi
non più abituati ad avere un punto di riferimento fisso, tanto più che, per qualunque necessità, occorre sempre attendere che il sacerdote arrivi da Sedini. Il Vescovo ha ascoltato attentamente le richieste anche se conosce appieno il problema, ma si sa che, di questi tempi, la
coperta diventa sempre più corta, perche sono
ormai diverse le comunità che devono avere un
sacerdote in comproprietà. Mons. Sanguinetti
ha parlato della necessità di una cooperazione
tra parrocchia, società civile e scuola, nella formazione ed educazione dei ragazzi, anzi si parla di vera e propria emergenza educativa. Una
grande sfida per una piccola comunità.
vano lavoro, adulti in condizioni
precarie, famiglie che vivono una
condizione disagiata e tante altre
questioni sul tappeto sembrerebbero
rappresentate mali endemici da cui
difficilmente riusciremo a liberarci.
Crediamo fermamente che uniti si
possa migliorare lo stato delle cose
malgrado i problemi accennati che
tormentano il nostro vivere quotidiano a Bulzi. Affronteremo e vinceremo questa sfida, decisiva per il nostro futuro, solo ritrovando le ragioni vere del nostro vivere insieme che
ci elevano al rango di società civile
che si adopera per il bene comune
del nostro piccolo paese. Troppe divisioni e lacerazioni impoveriscono
noi e la nostra comunità, contribuendo alla perdita dei valori. Solo
con la partecipazione, il dialogo ed il
contributo di tutti sarà possibile resistere e vincere le difficoltà. Pertanto,
Eccellenza, ci auguriamo che la sua
visita pastorale ci aiuti ad affrontare
le difficoltà quotidiane spronandoci
a guardare, con fattiva speranza, al
futuro delle nostre famiglie ed a
quello della nostra famiglia allargata:
Bulzi. Sia in definitiva lo stimolo ad
un profondo rinnovamento nella fede cristiana.
Laerru, chiesa di S. Croce
Il parroco
don Mattia Klimek
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ALLURA
&AGNGLONA
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visita pastorale
Difficoltà a comunicare la fede ai bambini
La visita pastorale a Santa Maria Coghinas dà nuovo slancio alla comunità
di Maria Sunc
abato 15 dicembre 2012, il
vescovo della diocesi di Tempio-Apurias monsignor Sebastiano Sanguinetti ha visitato la
parrocchia di Santa Maria Coghinas. L’incontro con la comunità è
stato preceduto da una serie di
specifici convegni avvenuti prima
dell’importante appuntamento con
il Vescovo; nello specifico, infatti,
sono stati approntate riunioni aperte a tutta la popolazione e ai catechisti; durante gli incontri, tutti guidati dal parroco don Mattia, si sono presi in esame diversi argomenti: innanzi tutto è stata presentata,
e commentata la lettera del nostro
Vescovo “Noi siamo chiesa: siamolo!” e a tutti è stata consegnata una
S
La chiesa di N. S. delle Grazie
a Santa Maria Coghinas
Il fiume Coghinas e le terme
di Casteldoria
copia, con l’invito di leggerla con
attenzione per intero a casa; inoltre
si è discusso sui mutamenti antropologici, culturali, sociali e religiosi del nostro territorio negli ultimi
decenni. I temi più “scottanti” che
hanno acceso particolarmente lo
scambio di opinioni e alimentato il
confronto hanno riguardato:
1. la difficoltà di comunicare la fede ai bambini nella realtà di oggi,
2. la presenza significativa nelle nostre comunità dei divorziati risposati
e auspicio di molti di nuovo approccio e rinnovata sensibilità della chiesa riguardo ai divorziati risposati,
3. la difficoltà di piena realizzazione del convinto insegnamento della chiesa, menzionato anche nella
lettera del Vescovo, riguardo all’im-
portanza “della celebrazione domenicale del giorno del Signore e della sua Eucaristia” . Infatti, la domenica nella realtà di oggi spesso
risulta l’unico giorno possibile per
riunire e stare insieme in famiglia.
I partecipanti agli incontri non sono stati sempre numerosi ma quelli presenti si sono sempre accostati alla discussione con vera passione e spirito di riflessione; le criticità su esposte sono quelle che maggiormente si percepiscono nella vita della comunità e che non sempre presentano percorsi di soluzione facili e immediati. La sera del 15
dicembre, la chiesa dedicata alla
Madonna delle Grazie, patrona di
Santa Maria Coghinas, si presentava gremita di fedeli, segno evidente dell’interesse e della grande
aspettativa che la popolazione nutriva nei confronti del suo Pastore.
Prima della celebrazione della santa messa, il sindaco Pieruccio Carbini, a nome di tutti gli abitanti del
piccolo centro dell’Anglona, salutava Monsignor Sanguinetti dichiarando la grande gioia ed emozione
nell’essere tutti riuniti attorno alla
nostra guida spirituale. La celebrazione eucaristica è stata vissuta
con intensità anche dai bambini
presenti e accompagnata da numerosi canti apprpriati; significativa è
stata anche l’omelia del Vescovo:
accanto alla spiegazione del vangelo, il Pastore ha toccato pure diversi temi che affligono la società
attuale: dalla perdita dei valori tradizionali, alle problematiche sociali che in questo periodo affligono
le nostre famiglie; il Vescovo ha
esortato i fedeli a non perdere la
fiducia e a gurdare al futuro in modo positivo, accompagnando sempre le nostre azioni alla preghiera,
alla carità fraterna, al dialogo e alla speranza. Il parroco don Mattia
ha illustrato a Monsignor Sanguinetti le attività che tradizionalmente si attuano nella parrocchia: il catechismo per i bambini e i giovani
adolescenti, gli incontri sistematici
operati da vari gruppi: gruppo della Caritas, gruppo di ascolto, gruppo che segue la catechesi per adulti, gruppo della confraternita. Conclusa la messa, il Vescovo si soffermato a parlare con i presenti invitandoli ad esporre loro pensieri,
osservazioni utili a mettere in evidenza le criticità o i punti di forza
presenti nelle attività parrocchiali;
sono intervenuti alcuni fedeli che
hanno ribadito la necessità di affiancare alla laboriosa opera dei
catechisti, la presenza dei genitori
dei bambini così da creare una comunità “viva” e valida; infatti, non
di rado, i genitori accompagnano i
propri figli al catechismo per poi
venirli a prendere al termine dell’attività. In questo modo le famiglie delegano interamente l’opera
di formazione agli altri senza rendersi conto che essi stessi sono i
primi e fondamentali punti di riferimento per una crescita umana e religiosa efficace. A tal proposito,
perciò, sarà richiesta la prrsenza,
durante la lezione, di almeno qualche famiglia così da dare manifestamente ai ragazzi l’esempio migliore e la giusta convinzione. Successivamente è stato affrontato anche il tema che rigurda l’allontanamento chiesa da parte dei giovani
dopo la cresima; certamente non è
facile attrarre i giovani nella comunità parrocchiale viste le diverse e
più allettanti sollecitazioni che arrivano dai mass media, dalla rete internet, dalla televisione, dalle sale
giochi, ecc… Anche in questo caso
è fondamentale l’esempio della famiglia che spesso non guida i ragazzi a compiere le scelte più appropriate, lasciandoli soli a cercare
vie di aggregazione e di relazione
non sempre corrette; in considerazione che, durante l’estate, si svolge un campo estivo per i giovani
(durata una settimana con accompagnatori volontari) si propone l’estensione di altri momenti di associazione durante l’autunno o l’inverno così da consentire ai ragazzi
di confrontarsi, divertirsi e imparare a vivere insieme condividendo le
loro esperienze, le loro gioie o
preoccupazioni; chiaramente per
far questo è necessaria la presenza
di animatori volontari preparati che
sappiano, con amore e pazienza,
rapportarsi con il particolare mondo giovanile. Monsignor Sanguinetti tocca anche il tema delle coppie
separate o divorziate invitandole alla frequenza delle attività parrocchiali e alla preghiera; seppur non
possano aver parte all’eucaristia è
preziosa la vicinanza alla parola di
Dio, all’ascolto e alla consapevolezza di essere comunque figli del Signore. A conclusione del dibattito,
il Vescovo, pur essendo ben conscio delle diverse necessità emerse,
esorta tutti a non perdere la speranza e ad iniziare un percorso di
laboriosità che, anche se non immediatamente, darà i suoi frutti.
Con le parole di speranza pronunciate dal nostro Vescovo, tutti i presenti si sentono rinvigoriti nella fede e desiderosi di adoperarsi per
ottenere dei risultati migliori.
visita pastorale
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La visita pastorale a Santa Teresa Gallura ha una continuità
L’Associazione “Noi di Sardegna” scrive al Vescovo
Eccellenza,
dopo il proficuo incontro del 29/10
nel corso del quale Ella ha voluto
ascoltare Amministratori, Imprenditori, Operatori ed Associazioni di S.
Teresa con l’intento di conoscere la
realtà sociale ed economica di questa Comunità, “Noi di Sardegna”:
Svegliamoci! Ci permettiamo di dare
un seguito alla Sua lodevole iniziativa puntualizzando ed approfondendo alcuni concetti che, per ovvi motivi, non abbiamo potuto adeguatamente sviluppare nel corso
dell‘incontro. La nostra Associazione, assolutamente apartitica e senza
fini di profitto, si è formata alcuni
mesior sono con lo scopo di contribuire a risolvere i molti e gravi problemi che travagliano la nostraIsola.
In un’ottica di tutela e salvaguardia
della realtà ambientale, economica e
sociale della Sardegna, abbiamo
identificato nella mancanza di una
reale continuità territoriale il primo e
più grave motivo della fase gravemente recessiva che sta travagliando
l’economia sarda.
Noi riteniamo che i costi che gravano sui trasporti di persone e merci
oltre a discriminare il popolo sardo
sul piano di una eguaglianza che è
postulata dalla stessa Costituzione,
condizionino negativamente l’intera
economia dell’ Isola con la diminuzione del numero dei turisti e il
maggior costo del trasporto merci
Interno della chiesa di S. Vittorio
a Santa Teresa Gallura
sia in entrata che in uscita. Sin dall’
inizio noi abbiamo richiesto la continuità territoriale per tutti, sardi e
non sardi, consapevoli del fatto che
un aggravio delle tariffe aeree e navali avrebbe influito negativamente
sui flussi turistici che sono la prima
risorsa economica della Sardegna. I
fatti ci hanno purtroppo dato ragione: nella decorsa stagione turistica,
S. Teresa ha visto una diminuzione
di presenze stimata intorno al 30%
con tutte le ricadute negative facilmente immaginabili. A nostro avviso le cause di questa situazione
vanno ricercate in una mancanza dl
regole realmente cogenti che ha
consentito al cartello degli Armatori
un aumento sconsiderato ed ingiustificato dei trasporti e, contestualmente, in una sostanziale inadeguatezza della nostra Classe politica a
tutelare gli interessi dei cittadini e
degli operatori economici e turistici.
Noi vogliamo continuare a dar credito, malgrado tutto, ai
nostri politici e cerchiamo sin dalla nascita della nostra Associazione
di interagire con essi avvalendoci della indispensabile collaborazione dei Sindaci e di
quanti hanno a cuore il
bene delle nostre comunità. Per questo ci rivolgiamo oggi anche a Lei
ben sapendo che la Sua autorevolezza può essere un fulcro dinamico
in un processo virtuoso che avvii a
soluzione il problema. Nel corso dell’incontro prima menzionato i rappresentanti di alcuni importanti ‘operatori turistici non hanno ritenuto
grave il problema della Continuità
territoriale; ciò grazie al fatto che attraverso una contrattazione diretta
con compagnie aeree e navali sono
in grado di ottenere condizioni particolarmente vantaggiose e di “confezionare” pacchetti particolarmente
invitanti da offrire ai tour operators.
Tant’è che, malgrado la crisi, le presenze nei loro villaggi e resort sono
aumentate. Ma la loro capacità contrattuale, finalizzata alla realizzazione
di legittimi profitti non ha purtroppo
validità erga omnes. I piccoli operatori turistici, gli albergatori, i ristoratori, gli affittacamere, i commercianti
e tutti quanti operano in realtà turistiche meno organizzate, non hanno
protezione alcuna di fronte all’aumento dei costi e alla conseguente
diminuzione dei clienti. E’ un problema gravissimo, Eccellenza, e noi
ci tenevamo particolarmente ad evidenziarlo. La nostra gente si impoverisce, i nostri giovani sono costretti ad andarsene, le piccole imprese chiudono. Il disagio, il malcontento, la disaffezione per le Istituzioni sono pericoli gravissimi che
vanno combattuti attraverso una
adeguata sensibilizzazione delle
Compagnie aeree e di navigazione
e un costante stimolo alla Classe
politica ad agire per il bene comune, al di fuori di logiche partitiche o
interessi settoriali. Noi facciamo
quello che possiamo con passione
ed impegno. Le chiediamo di unirsi
a noi nella ricerca di tutte le possibili soluzioni che valgano a migliorare la situazione della nostra comunità. La ringraziamo per l’attenzione. Ci sarebbe estremamente
gradito un suo cortese cenno di riscontro.
Il Presidente
Paolo Vicentelli
Andrea Marielli
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chiesa diocesana
Trinità si prepara al suo piccolo
“Giubileo” per il 2013
La Parrocchia “spegne” 200 candeline
a cura della Redazione de La Frisaia
N
el lontano 1813, l’allora vescovo Mons.
Stanislao Paradiso, istituì la Parrocchia
rurale di Trinità (dipendente dal comune di Aggius, di cui era una “Cussoggja”) la
quale esercitava la propria attività
religiosa nella chiesetta costruita probabilmente
nella prima metà del ‘700 (quella che oggi è situata al centro del paese di Trinità). Per questa
ragione, nel 2013 ricorre quindi il duecentesimo
anniversario della “nascita” di questa parrocchia. L’Associazione “Cittadini Protagonisti” che
si sta occupando di raccogliere materiale sulla
cultura, sulla storia e sulle tradizioni locali, ha
voluto festeggiare con gran risalto, come merita, questo avvenimento attraverso tutto l’anno,
con una serie di manifestazioni, puntando in
particolar modo sul carattere religioso degli appuntamenti. L’Associazione ha favorito la formazione di un Comitato che si occuperà di organizzare una serie di eventi e che risulta così
composto: Presidente è il Parroco di Trinità Padre Gianpaolo Pais, nella sua veste di titolare
rappresentante istituito dal nostro Vescovo per
questi anni alla cura di questa Parrocchia. Gli
altri membri del comitato sono: Andrea Cossu
(Priore della Confraternita di Trinità), Antonio
Frasconi (Primo Cerimoniere della Confraternita di Trinità), Gian Mario Addis (in rappresentanza della Redazione del periodico parrocchiale “La Frisaia”), Gavina (Vinetta) Mulargia (Presidente del C.I.F. di Trinità), Martino Addis (Presidente dell’Associazione Cittadini Protagonisti),
Francesco Lepori (Presidente del Gruppo di Etnomusicologia dell’Università di Sassari), Pier
Luigi Addis (in qualità di studioso della cultura
e delle tradizioni locali). Questo comitato, di recentissima costituzione, sin d’ora si dichiara
aperto alla collaborazione di tutte quelle associazioni presenti nella nostra comunità, e di tutti i singoli cittadini che vogliano partecipare ai
festeggiamenti, anche con idee o proposte, nel
rispetto del fatto che il loro taglio sarà pressoché esclusivamente a carattere religioso. Il comitato, già dalle prime riunioni ha provveduto
a stilare un programma di massima, sul quale,
con l’apporto di tutti, possono essere date ulteriori integrazioni:
- ripristino della Santa messa del giorno di Pasquetta nella chiesetta di S. Pietro, tradizione andata perduta negli ultimi anni 60.
- mostre fotografiche dedicate alle chiesette
campestri di Trinità e alla festa della SS Trinità
solenne processione organizzata in occasione
della festa della SS Trinità.
- atti di convegno sulla situazione storica nel
periodo antecedente l’istituzione della Parrocchia.
- concorsi a tema per i bambini delle scuole di
Trinità.
- in date da stabilire, celebrazioni di Sante
Messe in tutte le Chiese del nostro Comune.
In occasione di queste celebrazioni, potrà esser data la possibilità di partecipare all’attività religiosa, anche agli anziani e ai portatori
di handicap della nostra comunità istituendo
un servizio di trasporto a loro dedicato.
POSTA DALLE MISSIONI
Carissimo don Michele Farre,
ti spero in forma ed in piena
attività tra i buoni martesi. In
questi giorni si celebra qui a
IHOSY il cinquantesimo
anniversario del nostro arrivo
(1° Gruppo Vincenziano
Italiano) in Madagascar. 50
anni compiuti lo scorso 18
Novembre, mentre a Roma si
Padre Razzu
celebrava il Concilio Vaticano
II. 50 anni sono passati come
niente tra alti e bassi, nella
storia mondiale, di cui anche
tu ed io siamo attori… Quante
cose belle ed anche quante
cose brutte vissute… Qui da
noi, nella regione in cui vivo,
si lamenta la scomparsa del
78% delle foreste e dei boschi.
Per me che amo il verde, la
morte di un albero è un vero
lutto. Istruzioni, prediche,
circolari alle persone, alle
autorità ed anche alle
associazioni ecologiche non
sono valse a niente. Le
multinazionali non guardano
in faccia a nessuno. Nel
frattempo, anche la vita
spirituale e religiosa sta
andando male. I cd e i dvd
fanno strage di molti giovani,
a cui noi insegniamo l’onestà e
la morale e loro ci
rimproverano del nostro
mondo pieno di sporcizia e
pornografia. Nonostante le
difficoltà, la Chiesa non si
Si è pensato che i festeggiamenti potranno
iniziare sin dai primi giorni del 2013, per
concludersi durante le festività del Santo Natale 2013 con un presepe speciale. Questo è
il programma di massima, ovviamente il Comitato, raccogliendo già da settimane le idee
dei concittadini, sta studiando la fattibilità di
altri eventi, e aspetta ancora proposte per stilare quello definitivo. La redazione di questo
giornale seguirà con inserti speciali l’intero
anno di eventi e ne darà un puntuale rendiconto ai lettori.
stanca di predicare il Cristo e
di ammonire la gente in ogni
occasione. Mi spiace per questa
Geremiade, ma anche noi simo
coinvolti nell’insieme. Nella mia
ultima vacanza (giugno-luglio)
presso i martesi, ho potuto
notare un calo di impegno e
frequenza religiosa. Purtroppo
la stessa osservazione la faccio
per la maggior parte delle
nostre comunità locali.
Come in Anglona, anche nel
Madagascar pervade un velo di
indifferentismo.
Ti faccio i miei migliori auguri:
Buone Feste di Natale e Buon
Anno estensibili a tutti i
martesi, al Vescovo e a tutti i
paesi viciniori ed alle loro
comunità.
Grazie, un abbraccio fraterno
Padre Giovanni Maria Razzu
IHOSY Madagascar
vita
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Dal comune di Olbia un sostegno alla maternità
L
’
aborto è sempre una dura sconfitta per la
società, per la famiglia, per la madre. Tuttavia tra le cause dell’interruzione di gravidanza, oltre alla irresponsabilità e alla crescente campagna di “in-sensibilizzazione”
creata da tutto quell’insieme di reticenze, silenzi, eufemismi fondamentalmente bugiardi, si
deve considerare il crescente impoverimento
delle famiglie. È a questo riguardo in particolare che si muove il volontariato “pro life”, espresso in primis dai Centri di Aiuto alla Vita presenti anche nel nostro territorio a Olbia e a
Tempio. Ma quest’opera preziosa e spesso veramente unica, non è sufficiente. Occorre che la
cosa pubblica, attraverso un’oculata politica fa-
miliare, aiuti quelle coppie e quelle madri che
sono in qualche modo “costrette” ad abortire, a
poter esercitare il loro “diritto” (dovere) alla
maternità e alla paternità responsabile. La legge 40 infatti, nata per tutelare il “diritto alla
scelta” da parte della madre (peccato che non
contempli analogo diritto per il nascituro), se
applicata in modo miope come spesso accade, si
trova a dover obbligare di fatto alla scelta abortiva molte madri o famiglie che si trovano in situazioni sociali o economiche tali da non poter
portare avanti la gravidanza. A questo riguardo, proprio per notare come si possa concretamente fare qualcosa per aiutare queste famiglie
e salvare la vita del nascituro e la serenità della sua famiglia, presentiamo un progetto di
grande interesse, nato in seno all’amministrazione pubblica di Olbia. Questo progetto, tra i
rari esempi in Italia, mostra come sia possibile,
nel pieno rispetto delle diverse opinioni, dare un
concreto aiuto alla causa della vita. Presentiamo qui di seguito una sintesi del progetto presentatoci dell’Assessorato ai Servizi Sociali del
Comune di Olbia.
Progetto sperimentale di sostegno alla maternità
Premessa. La crisi economica che attraversa il nostro territorio in questo momento sta condizionando il modo di vivere dei cittadini. Licenziamenti, cassa integrazione, sfratti per morosità,
sfratti per il mancato pagamento dei mutui sono
termini di attualità che irrompono nelle famiglie
complicandone l’esistenza e oscurando in maniera significativa il futuro. Questa amministrazione
interviene giornalmente a sostegno delle povertà,
della disabilità e si impegna a lenire il disagio delle famiglie che sempre più numerose si rivolgono al servizio sociale. Fra tutti i soggetti oggetto
di un possibile aiuto ci è sembrato utile intervenire a favore delle donne in stato di gravidanza
che, a seguito di un licenziamento o di uno sfratto, abbandono da parte del partner ecc., versano
in provate condizioni economiche precarie.
Gli studenti sardi in viaggio a Strasburgo
Obiettivi
L’intervento si propone come sostegno alla
maternità ed intende supportare le madri che
versano in condizioni di disagio socio-economico, fin dal concepimento, al fine di conferirle sicurezza e contribuire alla rimozione degli ostacoli economici che possono turbare la
vita nascente e la salute materna attraverso un
aiuto concreto alle donne in difficoltà, anche
dopo il parto e nei primi mesi di vita del figlio.
Destinatari
L’intervento sperimentale è rivolto a donne in
stato di gravidanza, per il concepimento dal secondo figlio in poi, che versano in condizioni
di disagio socio-economico, residenti nel territorio del Comune di Olbia da almeno 3 anni,
con l’intento di assicurare un supporto economico che assicuri un decoroso ed armonioso
percorso pre-natale attraverso progetti personalizzati per la presa in carico della situazione familiare.
Natura e durata dell’intervento
La natura e la durata dell’intervento saranno disciplinati in apposito regolamento interno redatto a cura del servizio sociale comunale. Si
prevede l’erogazione di un assegno mensile, da
corrispondere al momento della nascita del
bambino, per l’importo fino a € 250,00, la durata del contributo è prevista fino ad un massimo 20 mesi consecutivi. I progetti potranno essere realizzati fino all’esaurimento dei fondi a
disposizione.
Costi del servizio € 100.000,00
Un modo per dire che si è sempre dalla parte
della vita.
Il Parlamento europeo
Premiati i temi sulla dignità umana e la promozione della vita
di Carolina Morelli
I
l Movimento per la Vita, da ben 25 anni, offre agli studenti delle scuole superiori e delle università di tutta Italia un’occasione
unica per riflettere sui grandi temi della dignità umana e della promozione della vita. Il concorso, che coinvolge migliaia di ragazzi, vede
sempre una notevole partecipazione dei ragazzi delle scuole sarde. Il viaggio di 3 giorni a
Strasburgo, offerto come premio per gli elaborati migliori, ha coinvolto 24 ragazzi provenienti
dalle scuole della Sardegna, di cui 3 di Olbia, 2
di Tempio, 1 di Arzachena e 1 di Calangianus.
Un vivo ringraziamento a chi spende energie e
tempo per organizzare questa manifestazione
che permette ai ragazzi di entrare in contatto
con i grandi temi della vita, della bioetica, e con
la realtà europea.
Il 20 Novembre 2012 noi vincitori sardi del
25°concorso scolastico europeo organizzato dal
Movimento per la Vita, accompagnati da Don
Rinaldo Alias, insieme agli altri ragazzi provenienti dalle altre regioni italiane ci siamo recati
a Strasburgo, sede del Parlamento Europeo.
Durante la nostra permanenza di tre giorni abbiamo potuto relazionarci e confrontarci con gli
altri giovani e discutere su diverse tematiche
esistenti da sempre nelle nostre società, come
la dignità umana, l’aborto e i diritti dell’uomo.
Abbiamo provato noi stessi “sulla nostra pelle”,
divisi in gruppi a seconda delle regioni di provenienza (noi sardi assieme ai ragazzi della Calabria), a svolgere il lavoro dei parlamentari,
producendo un documento frutto della nostra
riflessione. Ad una bozza predisposta dal Movimento per la Vita, infatti, abbiamo apportato,
in ciascun gruppo, delle modifiche e degli
emendamenti da sottoporre al parere dell’intera assemblea dei finalisti. Durante la visita al
Parlamento, dopo essere stati accolti dall’On.
Carlo Casini, presidente del Movimento per la
Vita, abbiamo assistito alla spiegazione del funzionamento di questa istituzione, e abbiamo
potuto anche confrontarci con il capogruppo
del PPE, On. Joseph Daul. In seguito, in una
seduta parlamentare simulata, abbiamo discusso se approvare o no gli emendamenti elaborati da noi giovani nei singoli gruppi, proprio
come fanno i parlamentari. Ovviamente anche
la nostra assemblea aveva bisogno di un presidente. Pertanto all’inizio dei lavori lo abbiamo
eletto e, con nostro grande orgoglio, si è trattato di Cosma Caria della nostra regione, coadiuvato ad alcuni vicepresidenti e segretari di
altre regioni. In conclusione, Le nostre giornate a Strasburgo non sono state solo la visita di
una splendida città, ma sono state ricche di
tante eventi significativi: abbiamo assistito alla
celebrazione di una messa nella Cattedrale di
Strasburgo fatta apposta per noi, alla proiezione di un film sul tema della dignità umana, ab-
Foto di gruppo per gli studenti sardi
biamo discusso tra noi giovani e con alcuni
parlamentari e abbiamo avuto l’occasione unica di entrare in contatto con il Parlamento europeo, che ci ha permesso di ampliare la nostra visione sull’Europa e sulle istituzione europee e ci ha portato a conoscenza che noi giovani dobbiamo impegnarci per avere un Europa migliore. Infatti questa non sarà una esperienza conclusa ma cercheremo di portarla
avanti nella nostra regione.
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memoria
La tomba di
Melania Calvat
In memoria di Melania Calvat
di Guseppe Di Monaco
I
l più frequentato itinerario religioso di Puglia oggi porta sul Promontorio del Gargano a San Giovanni Rotondo presso la tomba di Padre Pio. Il luogo già dal VI secolo era
meta di pellegrinaggi nella vicina città di Monte Sant’Angelo, dove si venera il santuario di
San Michele Arcangelo.
In futuro un’altra tappa di pellegrinaggio potrebbe essere sempre in Puglia la città di Altamura, al confine con la Basilicata, a circa 40
Km. da Bari. La città deve il suo nome alle mura megalitiche del V secolo a.C. che la circondano ancora in parte. Oggi ha 70.000 abitanti, è
nota per la superba cattedrale costruita per volere dell’imperatore Federico II di Svevia nel
XIII secolo e per la scoperta nel 1993 di uno
scheletro umano integro che si fa risalire a circa 200.000 anni fa. Tra i suoi illustri figli ricorda Saverio Mercadante, uno dei più grandi operisti dell’Ottocento. E’ morta ad Altamura il 15
dicembre 1904 Melania Calvat. Questo personaggio, il cui nome ai più risulta del tutto nuovo e sconosciuto, è la fortunata pastorella quindicenne che il 19 settembre 1846 insieme a
Massimino Giraud ebbe il privilegio di vedere
la Santa Vergine e ricevere un suo messaggio
sulla montagna de La Salette in Francia. La Messaggera Celeste aveva raccomandato la preghiera, la penitenza e rappresentato il rischio di
calamità e guerre, chiedeva la conversione della nazione dove era dilagante l’ateismo, diffusa
la bestemmia e la profanazione del giorno festivo. L’inchiesta diocesana disposta dal vescovo di Grenoble dichiarava nel 1851 che l’apparizione ai due pastorelli aveva tutte le caratteristiche della verità e che i fedeli potevano fondatamente crederla indubitabile e vera. In seguito la storia personale di Melania è stata travagliata: vittima di ingiurie e persecuzioni e anche di non meno tormentose lusinghe, al punto da essere costretta a lasciare la Francia e migrare in diversi paesi d’Europa, spesso in incognito per farsi dimenticare. Venuta in Italia incontrò in Puglia un santo sacerdote: Annibale
Maria di Francia (che è stato canonizzato il 16
maggio 2004), il quale avendone intuito il carisma e ammirato le virtù, le affidò la direzione
della sua nascente congregazione religiosa in
Messina: le suore Figlie del Divino Zelo per l’assistenza ai poveri e agli orfani. Melania volle
poi fermarsi in Puglia nella città di Altamura,
dove visse nel nascondimento gli ultimi mesi
della sua vita, conosciuta solo come ‘la signora
francese’, e dove chiuse santamente i suoi giorni all’età di 73 anni. Melania Calvat che morì
terziaria domenicana, firmava i suoi scritti ‘Maria della Croce, vittima di Gesù, pastorella de La
Salette’. Santo Annibale Maria ha lasciato in numerose lettere un ricordo ricco di ammirazione
per la Serva di Dio. Pronunciò l’elogio funebre
e si adoperò perché fosse avviata la causa di
beatificazione, che tuttavia non ebbe seguito.
Volle che le sue spoglie fossero deposte con
ogni onore presso la chiesa della congregazione da lui fondata, e fece erigere un monumento artistico con una suggestiva epigrafe. Ancora
oggi le Suore Figlie del Divino Zelo di Altamura decorosamente ne custodiscono la tomba e
un piccolo museo con oggetti appartenuti alla
veggente, mantengono vivo il suo ricordo, secondo la volontà del Fondatore, anche con biografie e scritti, accolgono con cortese ospitalità
i visitatori sempre più numerosi. Il Comune di
Altamura nel 2004 ha intitolato la Scuola dell’Infanzia a Melania Calvat. E’ sorprendente il
diverso destino toccato a Melania, almeno su
questa terra, a confronto delle altre veggenti:
Bernadetta Soubirous di Lourdes e i tre pastorelli di Fatima: Lucia, Giacinta e Francesco. Ai
primi la fama e la gloria degli altari, all’altra le
critiche malevoli e infine un certo oblio che solo da poco tempo è superato. Eppure nella vita
contrastata godette della stima di personaggi come il Santo Curato D’Ars, di eminenti vescovi e
di laici come Leon Bloy. Ma all’epoca alcune rivelazioni del messaggio della Vergine furono
considerate scomode e ignorate. Tuttavia a La
Salette che si trova sulle Alpi Francesi poco lontano dall’Italia si è presto sviluppato un valido
culto mariano. Sul luogo dell’apparizione è sta-
Melania Calvat
ta costruita una grande basilica ed è presente un
Ordine Religioso Missionario. Diverse chiese in
Italia sono dedicate alla Madonna de La Salette.
Anche una parrocchia di Olbia onora la Vergine
sotto questo titolo.
Una mostra mercato a favore
delle missioni
O
Itinerari e Pellegrinaggi 2013
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rmai da diversi anni il gruppo missionario della Parrocchia di
san Pietro Apostolo in Tempio porta avanti delle iniziative
per sostenere l’attività missionaria della Chiesa. La Chiesa che
per sua natura è missionaria si serve di una rete capillare di volontari che con genio ed intraprendenza riescono a raccogliere delle offerte da destinare alle opere missionarie della chiesa. Anche quest’anno
si è svolta la settima mostra mercato del gruppo missionario della Parrocchia di San Pietro Apostolo, organizzata il 6/7 e 8 mattina, che ha
consentito di ricavare 1508,00 euro che andranno suddivisi tra alcuni missionari impegnati in varie parti del mondo.
Un grazie particolare va a: Arbas Elena, Brandano Giovanna Maria, Capece Mario, Carta Clara, Corsaro Graziella, Cossu Roberta, Cuccu Angela, Decandia Mariangela, De Nicolo Antonella, Fornai Anna Maria,
Giagheddu Margherita, Pasella Rosanna, Pintus Tina, Ruggero Vanna,
Soro Marilù, Urgeghe Angela, Zaccagni Agostina, che pur non facendo parte del gruppo, hanno reso possibile la realizzazione dell’evento.
musica e cultura
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Martis, chiusa l’edizione 2012 di Ethno’s
Stupendi appuntamenti con il jazz
di Mauro Tedde
S
i è concluso sabato 22 dicembre con il concerto di Natale
del coro “Santa Cecilia” di Arborea il piccolo grande festival
musicale Ethno’s di Martis. Giunto
alla sua ottava edizione i festival
promosso dal Comune di Martis
continua anno dopo anno (e anche
quest’anno, nonostante i tagli ai
contributi per le iniziative culturali)
a raccogliere un sempre maggior
successo di partecipazione e gradimento da parte del pubblico grazie
alla felice formula adottata in questi anni dal direttore artistico Giorgio Baggiani, quella cioè di proporre un mix musicale che spazi
dal jazz, genere sempre presente in
tutte le edizioni della rassegna, al
blues, alla musica classica, alla
canzone popolare e tradizionale e
con una appuntamento fisso con la
satira e la comicità. Sul palco dell’accogliente auditorium di “Sa tanca ‘e Iddha” si sono infatti alternati in questi anni i più bei nomi del
jazz tricolore ed internazionale, da
Paolo Fresu a Lino Patruno, da Enrico Rava a Gian Luca Petrella, da
Peter Waters a Irio de Paula, da Fabrizio Bosso a Marco Ravasio a Bojaz Z ma anche alcune grandi interpreti della canzone italiana come Katia Ricciarelli e Antonella
Ruggero, Mariella Nava e Barbara
Cola. Tante anche le band come la
Sweetwaters Band di Michael Supnik, la Paolo Nonnis superband, la
GBOrchestra, la Ichnos Brass, la
Fourboni Quartet
a Martis
Gomalan Brass, il Maurizio di Fulvio Trio e tante altre. Successo anche per i comici Dario Cassini e
Dario Vergassola e, quest’anno,
per la spumeggiante compagnia
de La Pola. Ethnòs ha anche dato
spazio ad alcuni grandi interpreti
del teatro italiano come Arnoldo
Foà e Paola Gassman. L’edizione
2012 ha proposto due stupendi
appuntamenti con il jazz, quello
con il Labay Quartet straordinario
gruppo musicale composto da
musicisti provenienti da svariati
stili musicali e il Forboni Quartet,
una formazione originale e unica
nel suo genere, composta da
quattro tromboni e una batteria.
Per la musica classica hanno partecipato i solisti del Teatro Lirico
di Cagliari e, come già detto, la
chiusura del festival è toccata al
coro Santa Cecilia di Arborea. La
manifestazione martese, fortemente voluta dalle due amministrazioni comunali che si sono
succedute in questi anni, quella
guidata da Piero Solinas e poi da
due anni a questa parte da Tiziano Lasia, rappresenta un’assoluta
novità musicale in questo territorio che purtroppo non riesce a
programmare ed ospitare generi
musicali poco diffusi come il jazz
ma proprio per questo raccoglie
tanti piccoli gruppi di appassionati che arrivano a Martis dai centri
vicini e persino da Sassari, nonostante le non facili condizioni di
viabilità attorno a questo piccolo
ma vivace centro dell’Anglona.
Labay Quartet
Presepe
nella chiesa dellʼAssunta
a Nulvi
Presepe vivente a Nulvi
Iniziativa che coinvolge un gran numero di giovani
di M.T.
Q
uest’anno a Nulvi le celebrazioni natalizie saranno
allietate da una bella iniziativa voluta fortemente da don
Pietro Pruneddu che è riuscito a
coinvolgere un gran numero di
giovani e di ragazzi del paese. Si
tratta del presepe vivente che verrà allestito la sera di domenica 6
gennaio attraverso otto diversi momenti che raccontano la nascita di
Gesù, dall’infanzia di Maria alla visita dei Re Magi. Un lavoro impegnativo e certosino la cui preparazione è iniziata da diverse settimane e che vedrà coinvolti oltre i ragazzi anche la Confraternita della
Santa Croce, il Coro di Nulvi e l’associazione culturale “Albatros”. Diversi momenti che verranno interpretati da decine di piccoli figuranti in otto grandi allestimenti che si
snoderanno in altrettanti angoli del
centro storico, privilegiando la vicinanza alle belle chiese seicentesche che sorgono all’interno del
centro abitato. Nei pressi della
chiesetta di San Giovanni Battista
sarà predisposto il momento dedicato ai Profeti, con Isaia e San Giovanni Battista interpretati da due
giovani del posto. La chiesa di San
Filippo ospiterà invece l’allestimento de L’infanzia di Maria e la
vicina chiesa di Nostra Signora del
Rosario quello de L’annunciazione. Nella piazzetta attigua all’ex
convento di San Bonaventura
(Cunventu ‘e subra) verrà ricordato invece Il censimento e tutt’intorno, nei vicoli della zona più antica
del paese, saranno allestite le diverse osterie che insieme racconteranno il momento cosiddetto de
“Sa Notte Santa” con ricostruzioni
della vita del paese. Nella piazza di
Santa Tecla il momento della Nascita del Bambino Gesù e nei pres-
si la Visita dei pastori e infine quella dei tre Re Magi. Durante ogni
rappresentazione, che sarà illuminata soltanto dalle fiaccole, i ragazzi del catechismo reciteranno i brani del Vangelo in lingua sarda e
canteranno i tradizionali canti natalizi. Altrettanto faranno i coristi della Confraternita di Santa Croce e
del Coro di Nulvi. “Oh Babbu nostru divinu, de chelu e terra potente, sos tres re de oriente, abboiesin
fin’a caminu, ca fu nadu su Bambinu…“. Il presepe itinerante si
aprirà alle 17 quando, all’imbrunire, le fiaccole e le candele consentiranno di rendere ancora più suggestive le rappresentazioni.
16
ALLURA
&AGNGLONA
Libro “In Luras”
Nelle foto stupende, la memoria
del paese
T
ante immagini sono presenti nel volume “In Luras”, che è stato presentato
sabato 1 dicembre. Presenti i due curatori Sebastiana Munerato e Sebastiano Depperu, il sindaco Marisa Careddu e la responsabile del progetto Francesca Porcu per Sardegna Documenta.
La pubblicazione rientra nel progetto di recupero degli archivi fotografici comunali, voluto
dalla Biblioteca di Sardegna di Cargeghe.
Il progetto, che ha già coinvolto nel corso dell’ultimo triennio quasi duecento paesi del territorio regionale, facendo registrare circa ottantamila visitatori, prevedeva la raccolta e la
pubblicazione in cataloghi monografici, uno
per ogni paese, di repertori fotografici anteriori al 1959.
Sono state raccolte circa 500 immagini donate
da 75 nuclei familiari del paese. 280 sono state
selezionate ed inserite in “In Luras”.
Anno XX
n. 9
31 dicembre
2012
cultura e spettacolo
L’obiettivo primario del progetto è quello di
conservare, attraverso le immagini, la memoria del paese di Luras, almeno per quanto
concerne il primo cinquantennio del ventesimo secolo.
“Chi avrà modo di trovarsi tra le mani questo
libro – spiegano i curatori – avrà, qualora lo
volesse, la possibilità di provare le emozioni
che queste immagini trasudano ma, anche,
un senso di profonda gratitudine per chi ci
ha preceduto: un senso di ringraziamento
per chi ha fatto e scritto la storia di Luras;
per chi, ora, nella maggior parte dei casi,
non c’è più. Loro sono i veri protagonisti indiscussi di questo libro”.
Durante il periodo della ricerca delle foto, si
è potuto apprezzare, dunque, non solo l’aspetto privato di una Comunità piccola come
Luras ma, anche, la sua storia, le sue tradizioni e la sua cultura – a tratti – diversa dal
resto degli altri centri galluresi.
Il libro si può acquistare dai curatori oppure
inviando una mail all’indirizzo
[email protected] con l’indicazione del titolo “In Luras” e il proprio recapito postale. L’invio avverrà nell’ordine di
24 ore mediante posta raccomandata contrassegno senza alcun addebito delle spese di
spedizione. L’ordine si può fare anche chiamando al numero di telefono 079/345163
(dal lunedì al venerdì, ore 9-13).
“L’Atteso”… un amore che toccò l’Infinito
I
l gruppo teatrale dell’oratorio San
Domenico Savio di Moneta , da alcuni impegnato in una esperienza
che coinvolge piccoli e grandi e presenta spettacoli in vari paesi della Gallura,
nasce nel 2006 per ispirazione di alcune
catechiste in collaborazione con don Andrea Domanski. I ragazzi, con le loro capacità, si sono specializzati in spettacoli
musicali. Dopo il grande successo de “Il
Risorto”, una rivisitazione in chiave rock
della Passione di Cristo,presentato nel
Marzo 2011 nella parrocchia di N.S. de
La Salette, il gruppo teatrale si è presentato con un nuovo musical: “L’Atteso”,
non un semplice musical di Natale, ma
la storia della Sacra Famiglia vista attraverso la storia d’amore più grande mai
esistita, quella tra Giuseppe e Maria dove, alla fine, in Giuseppe vincerà la fede, la fiducia nell’incredibile racconto di
Maria, e saprà riconoscere nel nascituro
il figlio di Dio. Ovviamente, “L’Atteso”
narra della nascita di Gesù Bambino;
un’opera rock, firmata Daniele Ricci, sul
tema della speranza, fede e amore con
canti e danze adeguate al nostro tempo
e costumi realizzati dagli stessi. Tutto
studiato minuziosamente e con rigore,
Olbia, “LʼAtteso” a La Salette
esaltando la scena finale della venuta e il riconoscimento del Messia con grande emozione.
Lo spettacolo è stato proposto solo in tre località: alla Maddalena, ad Arzachena e ad Olbia
nella parrocchia di N.S. de La Salette il 16 Dicembre dopo la Novena di Natale, accolti dal
parroco don Gianni Sini che ha ringraziato sottolineando il piacere di poterli ospitare per la
seconda volta.
Nella stessa chiesa, tra le tante iniziative organizzate in occasione del Natale, si è tenuto il
concerto del coro dei bambini della scuola elementare San Vincenzo mercoledì 19 Dicembre
e diretto da Maria Grazia Garau a cui hanno
partecipato i genitori dei ragazzi e tanti piccoli
fans. Il 23 Dicembre, l’atteso concerto di Natale
organizzato dall’Associazione Corale “Lorenzo
Perosi”. Il III festival Corale di Natale ha visto
come protagonisti il coro polifonico “Lorenzo
Perosi”, il coro Gregoriano “Apeiron”; il coro
“Olbia Folk Ensemble”, l’Orchestra dell’indirizzo musicale scuola media “Ettore Pais” , il coro
dell’Azione Cattolica di San Simplicio e i cori Liturgici della Sacra Famiglia e dei bambini di San
Michele Arcangelo e di N.S. de La Salette. Sono
stati proposti brani della tradizione classica sul
Natale e quelli della tradizione sarda. Il pubblico numeroso ha gradito questa serata prettamente natalizia.
A Tempio il Vescovo incontra imprenditori e autorità
Scambio di auguri in un clima di fraternità e amicizia
di Paolo Contini
I
n un clima disteso e fraterno, monsignor
Sebastiano Sanguinetti, vescovo di Tempio
Ampurias ed amministratore apostolico
della diocesi di Ozieri, ha rivolto alle autorità
civili e militari e agli imprenditori del nostro
territorio il suo saluto augurale per le prossime
festività natalizie. Un’occasione importante per
fare un punto sulla situazione della nostra società gallurese, colpita come tutti gli altri da
una tremenda crisi che, come ha ben detto il
vescovo “non può essere considerata solo dal
lato economico”. L’origine di tanta confusione
nasce dalla grave perdita di quei valori fondanti su cui si era sempre retta la nostra società. La politica come l’economia, la sanità
come la magistratura, nessuno può essere veramente buono e giusto se manca il principio
dell’accoglienza e dell’amore verso il prossimo. Il Natale è l’occasione per accogliere Gesù nelle nostre case, attraverso il presepe, e
nei nostri cuori attraverso una sincera adesione alla vita cristiana. Il Natale è una grande festa che deve portare luce in tutti noi, ma che
deve anche aiutarci a ritrovare la speranza,
condizione essenziale anche per l’uscita da
questa forte crisi. Dopo un intenso e ricco discorso del vescovo è intervenuto il procuratore
della Repubblica, il dottor Rossi, che a nome
di tutti i convenuti ha ricambiato gli auguri e
gli auspici per un buon Natale e per il saggio
inizio di un nuovo anno.