gallura - Diocesi di Tempio
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G ALLURA & Periodico della Diocesi di Tempio-Ampurias fondato nel 1927 NGLONA N. 9 - Anno XX - 31 dicembre 2012 - Nuova serie - Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/b L. 662/96 - Sassari - €1,00 2013 TRA CRISI E SPERANZE “Coroni l’anno con i tuoi benefici” di Gianni Sini A lla conclusione di questo anno 2012 sentiamo il dovere di rendere grazie al Signore anche se non tutte le cose sono andate sempre bene, come avremmo desiderato. Purtroppo la crisi economica si protrae e colpisce in modo particolare la nostra isola. Pensiamo a coloro che vanno avanti con notevoli sacrifici, dagli operai delle miniere del Sulcis ai giovani diplomati e laureati senza prospettive che migrano, alla crisi di Meridiana, ai comuni sardi dell’interno dell’Isola che vedono i propri paesi svuotarsi. Pensiamo al 45% dei giovani sardi che sanno di non trovare lavoro neanche nel 2013. Nonostante questa visione pessimistica la Sardegna non si arrende. Oltre la crisi finanziaria ed economica che è sotto gli occhi di tutti ce n’è un’altra non meno grave che è la crisi politica e sociale, ma anche una crisi culturale, frutto amaro di un sostanziale smarrimento antropologico in cui non si sa più chi è l’uomo, qual è il senso del suo vivere, la sua identità e quindi l’incapacità ad avere uno sguardo sul suo essere oltre che sul suo agire. Siamo di fronte ad un uomo che vive dilaniato tra il proprio individualismo esasperato e il bisogno sempre più urgente di relazioni vere e autentiche. Eppure continuamente si sente da più parti la necessità di una vera rigenerazione spirituale, di una ricerca di quei valori che rendono piena e integrale la vita di una persona,nella quale si diventa nuovamente capaci di dare spazio alla presenza di Dio e di aprirsi al trascendente, elevandosi oltre il limite della materia, all’eterno, andando oltre le cose che passano. Il vescovo nella visita pastorale alle parrocchie insiste nell’affermare che questa rigenerazione esige una rinnovata proposta educativa a tutto campo insieme ad un’alleanza tra coloro che a diverso titolo sono chiamati ad offrire il proprio contributo per la crescita delle giovani generazioni. Non è più il tempo di considerare la fede come realtà normale e scontata, come dato acquisito per tutti. La fede è un dono: un dono che viene dal Signore e che ha bisogno di essere accolto come scelta di vita. Dev’essere anche comunicata e testimoniata da chi la professa, ha bisogno di essere incarnata nella vita non solo del singolo credente ma dell’intera comunità. C’è l’urgenza di presentare modelli credibili a chi è in ricerca per imparare a fidarsi di Dio e della sua Chiesa. Gesù ,ieri come oggi, invita gli operai del vangelo a non fermare la propria preoccupazione solo sulle necessità del momento, ma di guardare alle piccole risorse che già possediamo e valorizzare l’esistente, invita a fidarsi di Dio e della sua potenza, dopo aver messo in gioco tutte le nostre possibilità. Guardiamo al futuro con coraggio e fiducia. Meditiamo anche noi con Maria tutti gli avvenimenti della storia rileggendoli nel segno della speranza e della fiducia,nella consapevolezza che il bene è sempre più forte del male ed è proprio l’amore che regge il mondo e gli consente di non sprofondare nel nulla. “Il Signore ci benedica e ci custodisca. Faccia risplendere il suo volto su di noi. Rivolga a noi il suo volto e ci conceda pace”. Buon anno a tutti. Auguriamo a tutti gli amici e lettori Buon Anno 2013 ALLURA &AGNGLONA Anno XX n. 9 31 dicembre 2012 Nuova Serie GIORNATA PACE 2013 Non è un’utopia Aut. Trib. Tempio Pausania n. 4 del 21-12-1960 Proprietà: Diocesi di Tempio-Ampurias Amministratori Gavino Fancellu Direttore responsabile: don Giovanni Sini [email protected] Redazione: Franco Fresi Andrea Muzzeddu Marianna Micheluzzi Giuseppe Pulina Gianni Satta Pietro Zannoni Tomaso Panu Gavino Fancellu ABBONAMENTI 12 MESI ITALIA ordinario € 20,00 sostenitore € 30,00 benemerito € 50,00 ESTERO + spese di spedizione PUBBLICITÀ Tariffe 2012 Commerciali con secondo colore redazionali a cmq € 1,00 a modulo mm 25 x colonna € 8,00 a pagina intera € 800,00 a mezza pagina (orizzontale) € 430,00 Istituzionali: -20% Promozionali: -25% Prima pagina: a modulo € 15,00 Ultima pagina (solo riquadri settori commerciali) a cmq € 1,00 a modulo mm 25 x colonna € 1,00 Sconti, non cumulabili, per formato, frequenza, invito. I prezzi sono al netto di IVA. La Redazione si riserva la facoltà di rifiutare inserzioni pubblicitarie Direzione Redazione e Amministrazione Via Episcopio, 7 07029 Tempio Pausania C. P. 183 - C. C. P. n.11733078 Tel e Fax 079 635790 e-mail: [email protected] Impaginazione e grafica GIANNI CARIA [email protected] Stampa TAS P. Niedda sud strada 10 - 07100 Sassari Tel 079 262221 - 079 262236 Fax 079 262221 e-mail: [email protected] Questo numero di Gallura & Anglona è stato consegnato alle Poste, per la spedizione, il 31 dicembre 2012. messaggi Il messaggio di Benedetto XVI: “Beati gli operatori di pace” L “ a pace non è un sogno, non è un’utopia: è possibile. L’uomo è fatto per la pace che è dono di Dio”. Ma “per diventare autentici operatori di pace sono fondamentali l’attenzione alla dimensione trascendente e il colloquio costante con Dio. Così l’uomo può vincere quel germe di oscuramento e di negazione della pace che è il peccato in tutte le sue forme: egoismo e violenza, avidità e volontà di potenza e di dominio, intolleranza, odio e strutture ingiuste”. Lo scrive Benedetto XVI nel messaggio per la Giornata mondiale della pace (1° gennaio 2013) intitolato “Beati gli operatori di pace.” Un testo, nel quale il Pontefice tratteggia una sorta d’identikit dell’operatore di pace definito come “colui che ricerca il bene dell’altro, il bene pieno dell’anima e del corpo, oggi e domani. Proprio per questo si può ritenere che le vie di attuazione del bene comune siano anche le vie da percorrere per ottenere la pace”. Una di queste è “il rispetto per la vita umana”. Operatori di pace sono coloro che, afferma il Papa, “amano, difendono e promuovono la vita, dal suo concepimento e sino alla sua fine naturale, nella sua integralità, in tutte le sue dimensioni: personale, comunitaria e trascendente”. Per Benedetto XVI, “chi vuole la pace non può tollerare attentati e delitti contro la vita. Coloro che sostengono per esempio la liberalizzazione dell’aborto, forse non si rendono conto che in tal modo propongono l’inseguimento di una pace illusoria. Ogni lesione alla vita, specie nella sua origine, provoca inevitabilmente danni irreparabili allo sviluppo, alla pace, all’ambiente”. Anche la struttura naturale del matrimonio “va riconosciu- ta – si legge nel messaggio - e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale”. Cooperazione alla pace è anche il riconoscimento del “diritto all’uso del principio dell’obiezione di coscienza nei confronti di leggi e misure governative che attentano contro la dignità umana, come l’aborto e l’eutanasia”. Altra via da percorrere in vista della “vita pacifica dei popoli”, è quella della libertà religiosa, un diritto, si legge nel testo, da promuovere “dal punto di vista positivo, nelle sue varie articolazioni, come libertà di testimoniare la propria religione, di annunciare e comunicare il suo insegnamento; di compiere attività educative, di beneficenza e di assistenza che permettono di applicare i precetti religiosi; di esistere e agire come organismi sociali, strutturati secondo i principi dottrinali e i fini istituzionali che sono loro propri”. Purtroppo, anche in Paesi di antica tradizione cristiana, denuncia Benedetto XVI, “si stanno moltiplicando gli episodi d’intolleranza religiosa, specie nei confronti del cristianesimo”. Tra i diritti oggi maggiormente minacciati vi è quello al lavoro: “Ciò è dovuto al fatto – scrive il Pontefice - che sempre più il lavoro e il giusto riconoscimento dello statuto giuridico dei lavoratori non vengono adeguatamente valorizzati, perché lo sviluppo economico dipenderebbe soprattutto dalla piena libertà dei mercati. A tale proposito, ribadisco che la dignità dell’uomo, nonché le ragioni economiche, sociali e politiche, esigono che si continui a perseguire quale priorità l’obiettivo dell’accesso al lavoro o del suo mantenimento, per tutti”. Ne consegue per Benedetto XVI la necessità di “un nuovo modello di sviluppo, come anche un nuovo sguardo sull’economia” che abbia Dio “come riferimento ultimo”. Riferendosi poi alla crisi finanziaria ed economica, il Papa afferma che “l’operatore di pace esercita l’attività economica per il bene comune, vive il suo impegno come qualcosa che va al di là del proprio interesse, a beneficio delle generazioni presenti e future”. Ben più grave della crisi finanziaria è, ad avviso di Benedetto XVI, quella alimentare. Per fronteggiarla, gli operatori di pace “sono chiamati a operare insieme in spirito di solidarietà, dal livello locale a quello internazionale, con l’obiettivo di mettere gli agricoltori, in particolare nelle piccole realtà rurali, in condizione di poter svolgere la loro attività in modo dignitoso e sostenibile dal punto di vista sociale, ambientale ed economico”. Nella ricerca del bene comune, gli operatori di pace sono, inoltre, chiamati a “coltivare la passione per il bene comune della famiglia e per la giustizia sociale, nonché l’impegno di una valida educazione sociale. Nella famiglia nascono e crescono gli operatori di pace, i futuri promotori di una cultura della vita e dell’amore. In questo immenso compito di educazione alla pace sono coinvolte in particolare le comunità religiose, la Chiesa, attraverso la nuova evangelizzazione, e le istituzioni culturali, scolastiche ed universitarie”. Emerge, in conclusione, la necessità di promuovere una pedagogia della pace. Bisogna, scrive Benedetto XVI, “insegnare agli uomini ad amarsi e a educarsi alla pace, e a vivere con benevolenza, più che con semplice tolleranza. Ciò richiede il diffondersi di una pedagogia del perdono. È un lavoro lento, perché suppone un’evoluzione spirituale, un’educazione ai valori più alti, una visione nuova della storia umana. Occorre rinunciare alla falsa pace che promettono gli idoli di questo mondo e ai pericoli che la accompagnano. Al contrario, la pedagogia della pace implica azione, compassione, solidarietà, coraggio e perseveranza. E Gesù incarna l’insieme di questi atteggiamenti”. chiesa Anno XX n. 9 31 dicembre 2012 ALLURA &AGNGLONA 3 A cinquant’anni dal Vaticano II Incontro con Monsignor Luigi Bettazzi, uno dei padri conciliari di Delia Floris A “ bbiamo bisogno più di testimoni che di maestri”. Citando le parole di Paolo VI, Monsignor Sanguinetti ha presentato ad un pubblico numeroso e attentissimo la figura di Monsignor Luigi Bettazzi, testimone autentico del Vangelo e di un grande evento dello Spirito, quale è stato il Vaticano II. Padre Conciliare, maestro nella Fede e nella Carità animate dalla Speranza, Mons. Bettazzi giunge in Diocesi su invito dell’Istituto Euromediterraneo che intende così commemorare il 50° anniversario dell’apertura del Concilio, inaugurato a Roma l’11 ottoMons. Luigi Bettazzi bre 1962. Come ha ricordato don Raimondo Satta, Direttore dell’Istituto, il presule visita la diocesi per la terza volta. Le due precedenti visite avvennero durante l’episcopato di Mons. Carlo Urru e di Mons. Pietro Meloni e lasciarono un’eco profonda nel clero e nel popolo di Dio. Ricorda ancora don Satta che, quando il presule, appena nominato vescovo, si affacciò all’aula Conciliare, lo fece citando un’opera di Antonio Rosmini: “Le cinque piaghe della Chiesa”, libro considerato proibito. Fin da subito si comprese che il rinnovamento della Chiesa, tanto auspicato e profondamente voluto da Giovanni XXIII, sarebbe stato possibile, anche grazie all’opera e all’iniziativa di giovanissimi vescovi. Mons. Bettazzi fu, in seguito, il fondatore di Pax Christi, un movimento all’avanguardia nella Chiesa ed insieme a Monsignor Tonino Bello partecipò, nel 1992, ad una straordinaria marcia della pace in quella Bosnia martoriata da una terribile guerra. Quando il vescovo prende la parola annuncia di non avere un testo scritto ma di preferire parlare a braccio e lo fa per cinquanta minuti pieni, senza interruzione, con una capacità espressiva fuori dal comune, tipica solo di chi ha tanto da dire perché ha tanto da dare. Lo fa con un linguaggio semplice, ma profondissimo, con uno spirito ironico e graffiante, col deside- rio di andare incontro a tutti e di non giudicare nessuno. La sua relazione è interrotta di tanto in tanto da scroscianti applausi. Spiega come il Concilio Vaticano II sia stato un Concilio Pastorale a differenza dei precedenti (che simpaticamente cita con una filastrocca mnemonica formata dalle prime sillabe di ogni Concilio) che ebbero tutti un carattere dogmatico. Ricorda ai più attempati che Pio XII aveva intenzione di riaprire i lavori del Vaticano I, repentinamente chiusi nel 1870, ma non lo fece. Angelo Roncalli, invece, appena eletto al soglio pontificio, nonostante fosse considerato un papa di transizione, riuscì ad aprire il Concilio, mostrando a tutti cosa è la Chiesa, cosa vuol dire collegialità e mostrando che la pastoralità non è da meno del dogma. La Chiesa vive del dinamismo dello Spirito, afferma con verve Bettazzi, l’ultima parola è della gerarchia, ma prima di essa ci sono tante altre parole che devono essere dette ed ascoltate. Il papa deve servirsi dei vescovi, “primato vuol dire che gli altri devono aiutarlo a fare il papa”, e mentre dice queste cose si infiamma di un entusiasmo straordinario. Questa è la grande novità del Concilio. Mentre tutti gli altri Concili della storia terminavano con “anatema sit”, una riunione di vescovi che ha a cuore la pastorale deve riuscire a coinvolgere la gente, non ad escluderla, deve riuscire a dire le cose di sempre con un linguaggio nuovo, adatto all’uomo che cambia, anche ai giovani che cercano di guardare avanti e di rapportarsi con un mondo nel quale non c’è solo la Chiesa ma tante altre realtà. La rivelazione più grande del Vaticano II è stata quella di riscoprire la Chiesa dentro l’umanità, riconoscendo, come afferma la Gaudium et Spes, che le gioie e le speranze degli uomini sono della Chiesa stessa. Monsignor Bettazzi, nonostante i suoi quasi novanta anni, è giovanile nella passione data dal ricordo ma soprattutto dalle prospettive per un futuro che vede nelle mani dello Spirito e di ogni uomo di buona volontà. Cristo è l’uomo perfetto, non Adamo, e chiunque cerchi il bene lo persegue è in Lui, anche se non lo sa. Il Paradiso è di tutti, non solo dei Cattolici, ci ricorda con una barzelletta simpaticissima, la perfezione è una tensione di tutti gli uomini, non solo per chi ha fatto la scelta della vita religiosa. Cita ancora don Tonino Bello parlando della con- Mons. Sanguinetti nominato Amministratore Apostolico di Ozieri In data 10 dicembre, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Ozieri (Italia), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Sergio Pintor, in conformità al canone 401 § l del Codice di Diritto Canonico. Nomina di Amministratore Apostolico. In data 10 dicembre, il Santo Padre ha nominato Amministratore Apostolico «ad nutum Sanctae Sedis» della Diocesi di Ozieri (Italia) Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Sebastiano Sanguinetti, Vescovo di Tempio-Ampurias. vivialità delle differenze che spiega molto bene il senso della comunione ecclesiale. La Chiesa è comunione, comune unione, perché è popolo. L’idea di Chiesa è data, secondo lui, soprattutto dalla parrocchia, nella quale non ci si sceglie ma ci si ritrova per camminare insieme. Verso la fine della sua relazione, tornando indietro negli anni ricorda dei canti che hanno fatto la storia dei movimenti giovanili post conciliari. Da Viva la gente a Di che colore è la pelle di Dio fino ad arrivare ad un brano mai tradotto in italiano che fa comprendere come se si punta il dito contro qualcuno tre dita sono puntate sempre contro se stessi. Questo è Monsignor Bettazzi: un cristiano che incarna i valori più autentici del Vangelo e del rinnovamento Conciliare, ancora in fieri, un uomo che pensa come sia necessario cambiare di continuo nella pastorale e che crede fermamente che ci sia bisogno di una testimonianza di una chiesa più semplice, più povera, più vicina alla gente. Se è vero che, come diceva Yves Congar, per capire bene un Concilio ci vogliono cinquanta anni, allora, conclude monsignor Bettazzi: “gente, questo è l’anno buono”. 4 ALLURA &AGNGLONA ch ie sa sarda Anno XX n. 9 31 dicembre 2012 MESSAGGIO DELLA CHIESA SARDA SULLA DRAMMATICA SITUAZIONE SOCIALE DELLA SARDEGNA i Vescovi della Sardegna Natale 2012 e Anno Nuovo 2013 L “ a società sarda attraversa un periodo di grave disoccupazione, con risvolti talvolta drammatici. Questo interpella fortemente, per i suoi effetti umani devastanti, anche la Chiesa. La disoccupazione coinvolge soprattutto i giovani, che in questa situazione senza sbocco vengono esposti alla tentazione dello scoraggiamento e del disimpegno”. È il “grido di dolore” che la Chiesa della Sardegna fece risuonare dal Santuario di Bonaria il 1° luglio 2001 nel “Concilio Plenario Sardo”. Sono trascorsi undici anni e il dramma è divenuto “tragedia”. E non soCard. Tarcisio Bertone lo per la Sardegna. L’Europa nel 2010 proclamò l’Anno Europeo della lotta alla povertà. E la povertà è andata crescendo. La “Caritas Italiana” ha lanciato il suo allarme nell’annuale Rapporto sulla povertà, mostrando che la voce delle famiglie risuona ogni giorno con i toni della disperazione. La comunità cristiana, che chiama tutti alla solidarietà per dare un po’ di pane agli affamati, non può rimanere nel silenzio. I suoi Pastori desiderano gridare ancora ad alta voce, auspicando che venga accesa qualche luce di speranza. La Festa del Natale, cara ai bambini e al nostro popolo, ci invita ad accogliere il Bambino di Betlemme, che vuol donare agli uomini pane, pace e giustizia. E ad accogliere i bambini e gli uomini che soffrono la fame per costruire sulla terra un mondo più giusto. La Costituzione Italiana dice che la Repubblica è “fondata sul lavoro” e “tutela il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni” (articoli 1 e 35). Ma il lavoro non c’è e si sta perdendo ogni giorno anche quello che c’è. Il Concilio Vaticano II ha affermato che il lavoro umano “è di valore superiore a tutti gli altri elementi della vita economica” ed è compito della comunità politica “garantire i mezzi sufficienti per permettere alla persona e alla famiglia una vita dignitosa sul piano materiale, sociale, culturale e spirituale” (Gaudium et spes 67). E invece la mancanza del lavoro, la sua crescente precarietà e la sua insufficiente sicurezza, stanno generando la perdita della Ritardi nella consegna dei lavori della Sassari-Olbia di RED A seguito del decreto del Consiglio di Stato, nel quale viene accolta la richiesta cautelare provvisoria di una impresa ricorrente, l’ANAS non ha potuto procedere alla firma per la consegna dei lavori del lotto 7 dell’itinerario Sassari-Olbia, tra Monti ed Enas, previsto nella giornata odierna. La comunicazione del Consiglio di Stato è giunta solo dopo la cerimonia organizzata nella sede della Provincia di OlbiaTempio. La discussione dell’istanza cautelare dell’impresa ricorrente al Consiglio di Stato è fissata per il prossimo 8 gennaio 2013. di WF/cm È dignità, la fame, lo scoraggiamento. “La disperazione ha sprigionato la fantasia anche nella scelta delle modalità di manifestare la protesta e il disagio: sopra i tralicci, sopra le torri, nei pozzi del carbone…”, dice la “Delegazione Regionale per i problemi sociali e del lavoro”, istituita nel 2001 dal “Concilio Plenario Sardo”. La CEI ha evidenziato le gravissime conseguenze della mancanza del lavoro: “fragilità sociale, futuro spezzato, sperpero antropologico. Vogliamo ricordare anche la “Carta di Zuri”, interessante proposta per una nuova “Rinascita della Sardegna”, con la collaborazione degli amministratori, dei cittadini, degli emigrati, dei sindacati, delle comunità. I cristiani debbono combattere insieme a tutti gli uomini di buona volontà perché si affermi l’equità nella solidarietà. La comunità politica deve essere più attenta al mondo dei poveri e costruire per tutti il “bene comune”. Il Papa Benedetto XVI, nella sua visita in Sardegna, ci ha affidato il compito di far nascere “una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile”. E noi gli siamo grati perché più volte ha richiamato l’attenzione di tutti sulle nostre situazioni di povertà e in questi giorni si è fatto ancora una volta vicino attraverso la visita a Portovesme del suo Segretario di Stato il Cardinale Tarcisio Bertone, confermando la vicinanza della Chiesa al Mondo del lavoro. Sia per tutti il prossimo Natale un tempo di speranza, nella preghiera davanti al Presepe e nell’impegno comune di solidarietà. La Maddalena, un finanziamento di 17.169.000,00 di euro per riqualificare l’isola stata appena firmata la convenzione tra gli uffici dell’assessorato dei Lavori pubblici, in qualità di soggetto attuatore del commissario straordinario Ugo Cappellacci, e il Comune di La Maddalena, per la riqualificazione del waterfront dell’isola. A fronte di un finanziamento di 17,169 milioni di euro, il documento siglato questo pomeriggio affida al Comune maddalenino l’attuazione del primo lotto dell’intervento di rilancio della portualità turistica, commerciale e militare degli specchi d’acqua tra Cala Balbiano e Punta Chiara e la sistemazione urbana del corrispondente lungomare. Si tratta di progetti già previsti nell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri con la quale si indivi- duavano gli interventi da effettuare nell’ambito dell’ex G8. Tra le opere principali vi sono la realizzazione del nuovo terminal traghetti e la riqualificazione in funzione diportistica delle banchine dinanzi al centro abitato attualmente destinate al traffico commerciale. A corredo dei lavori portuali è prevista la risistemazione urbana del lungomare e la valorizzazione della colonna Garibaldi. Soddisfazione è stata espressa dal presidente Cappellacci e dall’assessore Nonnis: “Siamo giunti oggi alla fase finale di un iter complesso che ha visto ad agosto scorso la firma di un protocollo d’intesa e in tempi brevi l’affido della Regione al Comune di La Maddalena, che diviene così protagonista nella realizzazione di interventi particolarmente attesi e centrali nel progetto di sviluppo turistico di uno dei porti più suggestivi del Mediterraneo”. visita pastorale Anno XX n. 9 31 dicembre 2012 ALLURA &AGNGLONA 5 Valledoria, il disagio economico si innesta anche sul disagio morale In crisi anche il settore trainante dell’agricoltura di Gianni SIni N el decreto “Christus Dominus” sulla missione pastorale dei vescovi nella Chiesa del papa Paolo VI al numero 11 nel capitolo II si legge:” La diocesi è una porzione del popolo di Dio affidata alle cure pastorali del vescovo, coadiuvato dal suo presbiterio, in modo che aderendo al suo pastore, e da questi radunata nello Spirito Santo per mezzo del Vangelo e dell’eucarestia, costituisca una Il parroco Salvatore Melis Chiesa particolare nella quale è presente e opera la Chiesa di Cristo, una, santa, cattolica e apostolica. I singoli vescovi ai quali è affidata la cura di una Chiesa particolare, sotto l’autorità del sommo Pontefice, pascono nel nome del Signore come pastori propri, ordinari ed immediati le loro pecorelle ed esercitano a loro vantaggio l’ufficio di insegnare, di santificare e di reggere”. È con questo spirito che il vescovo Sanguinetti ha intra- preso la visita pastorale a Valledoria il 18 dicembre. Al mattino ha incontrato in chiesa i bambini della scuola materna, delle elementari e delle medie, accompagnati da insegnanti e genitori. I ragazzi, nella loro spontaneità, hanno rivolto al vescovo tante domande. Alla sera l’incontro con le autorità, sindaco e giunta, autorità militari ( Valledoria è sede della compagnia carabinieri), è seguita la novena durante la quale il vescovo ha risposto al saluto del sindaco. Non si è parlato soltanto di cose spirituali, ma anche della grave crisi economica che colpisce non solo Valledoria, ma tutta la bassa valle del Coghinas, soprattutto in quel settore trainante che è l’agricoltura ed in particolare la coltivazione del carciofo. La lamentela unanime porta alla drammatica situazione che tanti non riusciranno neppure a pagare le spese e il prodotto quest’anno andato male, non conviene neppure raccoglierlo. Il Vescovo ha precisato :” il disagio economico si innesta anche sul disagio morale e investe anche la famiglia nei suoi valori fondanti: unità, fedeltà, indissolubità”. Il mercoledì 19 dicembre Mons. Sanguinetti si è recato da alcuni anziani e ammalati nelle case di accoglienza ed ha amministrato il Sacramento dell’Unzione degli infermi, accompagnato dal parroco don Salvatore Melis. È sempre la Christus Dominus al numero 30 che ricorda che i parroci sono i principali collaboratori del Vescovo. Nell’esercito della loro missione “ i parroci con i loro collaboratori devono svolgere il compito di insegnare e di governare in modo che i fedeli e le comunità parrocchiali si sentano realmente membri non solo della diocesi, ma anche della Chiesa universale. Collaborino perciò sia con gli altri parroci, sia con i sacerdoti che esercitano il ministero parrocchiale in quel territorio affinché la cura pastorale abbia la dovuta unità e sia resa più efficace… Per rendere più efficace la cura delle anime va caldamente raccomandata la vita comune dei sacerdoti, specialmente di quelli addetti alla stessa parrocchia, essa, mentre giova all’attività apostolica,offre ai fedeli esempio di carità e di unità”. Certamente la Forania questo già lo mette in pratica da diversi anni perché, soprattutto nei tempi forti, organizza liturgie penitenziali nelle diverse parrocchie con la presenza di diversi sacerdoti e anche nella predicazione c’è uno scambio frequente che giova certamente per i giovani che si preparano al Matrimonio e coinvolge i parroci della zona pastorale. Sempre il giorno 19 c’è stata la Novena e la liturgia penitenziale. Il Vescovo stesso si è messo a disposizione per le confessioni. Sicuramente la grazia di Dio farà il suo effetto e realizzerà non solo i desideri del Vescovo che erano quelli di incoraggiare un rinnovato incontro con Cristo perché le comunità ecclesiali si interroghino sulla loro capacità di essere un vero ascolto della Parola di Dio e dei Il “Cristo Re” a Valledoria segni dei tempi per testimoniare con più slancio e coerenza del vangelo di Cristo in un mondo che cambia, di valorizzare il senso di corresponsabilità nel popolo di Dio ovvero la ministerialità di tutti i fedeli nei vari settori della vita pastorale, ma soprattutto quello di promuovere la comunione ecclesiale incoraggiando a tutti i livello il dialogo e il valore della condivisione e l’annuncio ai più lontani. Una cosa è certa, la Visita Pastorale è stata un autentico tempo di grazia e un momento speciale dove la priorità è stata data all’incontro con le persone, non un adempimento burocratico del Vescovo o uno strumento d’indagine sulla Parrocchia. Per questo, i fedeli hanno sentito il dovere di dire: “Grazie, Vescovo, Nostra Signora di Valverde benedica i tuoi passi”. La comunità di La Muddizza-La Ciaccia si presenta al Vescovo di Maria Antonietta Pinna Eccellenza Reverendissima, La comunità parrocchiale di La Muddizza-La Ciaccia, attraverso vari incontri ha letto, analizzato e discusso la lettera di indizione di Sua Eccellenza di questa Visita Pastorale. Tali incontri ci hanno dato la possibilità di “guardarci dentro“ e analizzare i lati positivi e soprattutto quelli negativi della nostra parrocchia. Il moto, da Lei scelto “noi siamo Chiesa: siamolo” è stato il primo e più importante punto di riflessione, nonché una sfida che la comunità vuole superare. La situazione attuale non è certamente delle migliori ma la volontà a migliorare non manca. La realtà sociale è varia, molte situazioni problematiche, soprattutto persone anziane sole, malate e in difficoltà, famiglie colpite dalla crisi economica, quelle separate, i nuclei costituiti da donne sole o con figli, ma senza un compagno. E, naturalmente, anche le famiglie che per convenzione chiameremo ‘irregolari’: divorziati, risposati, conviventi. 1) Parrocchia comunità educante La partecipazione alle celebrazioni domenicali è poca e si denota da parte di molti poco interessamento per qualsiasi proposta. Si riscontra, però, che coloro che sono parte attiva all’interno della comunità sono altamente motivati e operosi. Attualmente l’unico percorso educativo è il catechismo. E’ sempre partecipato il corso per fidanzati, organizzato a livello foraneo a Valledoria. Vi sono, inoltre, alcuni gruppi di preghiera che sono il punto di forza della comunità in quanto sempre presenti in tutte le attività della parrocchia e durante tutte le celebrazioni. Non esiste il gruppo Caritas istituziona- le ma molti danno la loro collaborazione per le varie opere di carità. 2) Famiglia, ragazzi e giovani, pastorale vocazionale Parecchie sono le famiglie che non vivono più secondo gli insegnamenti evangelici. Tanta è l’emergenza educativa e purtroppo manca totalmente una figura che sia educatore-mediatore, che riesca ad aiutare soprattutto le famiglie in difficoltà. Queste ultime non sempre sono in grado di educare cristianamente i propri figli e raramente si rivolgono ad altre, seppur poche, agenzie educative. Rari sono i momenti di collaborazioni tra la parrocchia e le altre realtà presenti (Natale e Pasqua ). I ragazzi, dopo il sacramento della Confermazione, spariscono dalla vita parrocchiale. E’ presente una bella struttura, un tempo destinata ad oratorio, ma attualmente destinata ad altri usi. 3) Mutamenti antropologici, culturali, sociali e religiosi La nostra comunità, seppur piccola, non è immune dai mutamenti e possiamo notare che nel corso degli anni si sono persi molti valori importanti (unione, rispetto, collaborazione, aiuto reciproco ecc.), ormai siamo in pieno individualismo. Forse tutto ciò ha influito a creare una frattura tra le due frazioni, tutti denotano che non vi è più l’unione di un tempo. Si è deciso di non restare impassibili a tutto questo. Infatti si cercherà di ripristinare il consiglio pastorale, si stanno cercando di individuare tutte le risorse umane che siano in grado di far ripartire l’oratorio e soprattutto si stanno studiando varie attività che possano coinvolgere i ragazzi e renderli parte attiva della parrocchia. 6 ALLURA &AGNGLONA Anno XX n. 9 31 dicembre 2012 visita pastorale Badesi: la grande scommessa per la comunità educante Lavorare in sinergia tra famiglia, scuola e parrocchia di Franca Cirotto e Bruno Cirilli A bbiamo accolto, nei giorni 7 e 8 Dicembre, il nostro Vescovo Mons. Sebastiano Sanguinetti, di cui abbiamo sentito la cordialità di padre e di pastore in visita nella nostra Chiesa parrocchiale di Badesi. Nei mesi precedenti, dopo la lettera inviata al clero e al popolo di Dio per comunicare la visita pastorale, la comunità di Badesi è stata impegnata dal parroco don Roberto per riflettere sui compiti della parrocchia nella nostra chiesa diocesana ed esaminare il punto del nostro cammino di fede, anche perché questo è stato proclamato dal Papa Benedetto XVI l’anno della Fede. E’ stata una bella visita per tutti noi e questa Visita “ufficiale” , attesa da tempo, non ha colto di sorpresa nessuno, perché il nostro Vescovo è stato sempre presente nei momenti più importanti della vita comunitaria, ma stare a stretto contatto con lui , per due giorni interi, per ascoltarci, confrontarci e fare insieme un esame di coscienza ecclesiale è stato di fondamentale importanza per affrontare i momenti critici che toccano le attività parrocchiali e ognuno di noi così da vicino. Il parroco, don Roberto, ha calendarizzato già da subito degli incontri aperti a tutti per formare i diversi gruppi incaricati di trattare una tematica, fra le tre, secondo il questionario predisposto dalla Diocesi. Durante queste riunioni ogni gruppo ha affrontato il lavoro con grande serietà e senso di responsabilità, coinvolgendo e consultando i fedeli , i cittadini e le varie associazioni del paese. Di fondamentale importanza è stato l’incontro della Forania nella Cattedrale di Castelsardo dove Mons. Sanguinetti con grande carisma ha creato quel clima empatico che ha calamitato l’assemblea verso la grande scommessa di una vera e fattiva collaborazione tra le tre più importanti comunità educanti della nostra società: la famiglia, la scuola e la parrocchia. La Visita Pastorale si è svolta nei giorni 7 e 8 dicembre. La mattina del primo giorno, dopo l’atto di culto penitenziale a cui hanno partecipato gli alunni e il personale insegnante e dei servizi scolastici dell’Istituto comprensivo e di un nutrito numero di famiglie, i ragazzi sono riusciti a toccare profondamente il Vescovo con le domande che hanno posto. Nel secondo pomeriggio è stato salutato dal Sindaco Stangoni Toni e, dopo la Santa MesIl Vescovo con sa, il Vescovo ha incontrato in le scolaresche assemblea la comunità di Badesi per ascoltare l’analisi, riassunta dal parroco don Roberto, delIl Vescovo la situazione locale nel settore incontra della catechesi, della liturgia, le scuole della solidarietà e della famiglia. Sono seguite le domande alle quali il Vescovo ha risposto concentrando il nucleo del pensiero nell’invito a prendere coscienza che il punto di ripartenza per una fede più profonda dipende da noi adulti, che a volte siamo senza né idee chiare né sempre diamo il buon esempio. Cosa può fare la parrocchia per i tanti problemi e bisogni dei cristiani e non , cosa per l’educazione alla fede dei giovani, cosa per le crisi delle giovani e meno giovani coppie? Il secondo giorno, solennità dell’Immacolata Concezione, ha permesso prima della Santa Messa di approfondire l’esempio di Maria, madre di Gesù, modello all’apparenza irraggiungibile, ma per il suo esempio di vita possibile a tutti uomini e donne di famiglia. E’ seguito l’incontro con i giovani e il Vescovo ha potuto verificare l’attività degli ani- matori nell’oratorio “Laboratorio. don Milani”. La finalità pastorale, che era quella di capire, insieme con il nostro Vescovo, se la nostra parrocchia resta ancora oggi protagonista dell’attività della Chiesa locale nella quale l’esperienza e l’esistenza cristiana può iniziare, conservarsi e svilupparsi, rimane all’attenzione e alla meditazione del nostro pastore, del nostro parroco e di tutti noi. Crisi nella vita cristiana e crisi delle vocazioni Fra le tante voci far risuonare quella di Cristo di Davide Pidinchedda V ocazione, dal latino Vocatio, chiamata, chiamata che Dio continuamente annuncia al cuore di tutti. Parola che racchiude salvezza, che raccoglie il Il Seminario Vescovile senso della nostra esistenza, parola che al giorno d’oggi, all’interno della nostra società, non viene spesso pronunciata e considerata. Ho iniziato quest’anno il mio percorso vocazionale al sacerdozio nel nostro Seminario diocesano con grande gioia e con grande determinazione, ma non posso nascondervi il rammarico nel constatare in questa bella comunità un momento di difficoltà che, guardandoci intorno, riscontriamo un po’ in tutta Italia. Qual è il problema di fondo? Il problema è che il Cristiano non è e non può essere uno che cammina da solo. Il Cristiano innanzitutto accoglie la Verità che è Gesù Cristo e ne fa fondamento della propria vita, poi è chiamato a testimoniarla, ad annunciarla a chi non la conosce. Spesso questo non avviene, e così accade che vediamo sempre meno giovani nelle nostre parrocchie, riscontrando un drammatico calo nella Vocazione alla vita cristiana e di conseguenza alla vita sacerdotale. Ecco allora che si pone un quesito: cosa dobbiamo fare? In cosa possiamo migliorare? Da seminarista, da uno che vive questo tipo di situazione, anche confrontandosi con altre realtà di questo tipo, penso e credo che il problema nasca da una mancata preparazione, da una superficialità applicata inconsciamente a un argomento di elevata importanza quale quello delle vocazioni, che dovrebbe essere visto, ascoltato e vissuto come principale tappa per la maturazione di una vita cristiana, quindi per tutti. Questo ci invita a riflettere, ad impegnarci di più per cercare di recuperare nella nostra Diocesi il fondamento im- portante per la vita di ogni Cristiano, iniziando dalle nostre famiglie, dalle nostre parrocchie, iniziando nel nostro quotidiano a far risuonare tra le tante voci, soprattutto nei giovani, la chiamata di Dio. Il Giorno 23 Dicembre, si è celebrata, in Diocesi, la giornata annuale dedicata al Seminario. In ogni parrocchia si è pregato, sono state raccolte offerte per il sostentamento di questa realtà, di questa famiglia che ancora vive e che può essere punto di riferimento per tutti i giovani che vogliono mettersi in cammino verso il Signore. Ma oltre a questo, siamo chiamati in modo particolare a prenderci le nostre responsabilità, pregando e impegnandoci di più nella pastorale giovanile, mettendo in luce nel cammino dei giovani questa importante opportunità che la Chiesa ci offre. visita pastorale Anno XX n. 9 31 dicembre 2012 ALLURA &AGNGLONA 7 Trinità D’Agultu, i ragazzi protagonisti della visita pastorale Capaci di riflessione e di proposte agli adulti C “ le comporta una “ragione di responsabilità in più” da parte degli operatori. L’incontro con il volontariato, nell’espressione dei numerosi gruppi che ruotano e lavorano attorno alla parrocchia, ha avuto come tema centrale quello della precarietà di chi opera nel sociale, senza incentivi a volte anche solo di gratificazione morale. Il vescovo ha confermato di conoscere molto bene queste realtà: la sua capacità e volontà di ascolto del cammino comunitario della parrocchia ha portato i convenuti al tema centrale dell’Associazionismo come strada verso la partecipazione attiva alla vita sociale e spirituale cristiana nella comunità. Gli incontri, nella breve ma intensa visita, si sono succeduti senza quasi soluzioni di continuità. Ma l’incontro da cui forse più di tutti sono scaturite le riflessioni più toccanti è stato sicuramente quello con i più piccoli. A partire dal mondo della scuola, con insegnanti e genitori, per toccare le diverse forme di interazione di gruppi parrocchiali che si occupano di infanzia e adolescenza, i bambini e gli adolescenti sono stati forse la piacevole e più gradita “sorpresa” per Mons. Sanguinetti, che ha interloquito con essi rispondendo alle domande rivoltegli. Temi sociali, vita religiosa, persino domande sul Sinodo della Sardegna, in un crescendo di rispetto e simpatia re- La parola ai ragazzi scia che i bambini muoiano di fame, si permette che i giovani muoiano di droga o di AIDS, si violano i diritti degli individui e dei popoli. Perché tutto questo? In fondo siamo tutti uguali, respiriamo tutti la stessa aria, abbiamo tutti a cuore il nostro futuro. In fondo, siamo solo di passaggio… e ciò che noi lasciamo sarà l’eredità che le generazioni future raccoglieranno. S ono Valeria, e sono d’accordo con Severn (Severn Suzuki è una giovane ragazza di soli 13 anni che parla di argomenti molto importanti ai centootto capi di stato presenti al Summit della terra riunitisi a Rio de Janeiro il 04 Giugno del ’92 per parlare dell’ambiente e dello sviluppo. Fa una richiesta molto semplice: riuscire a mantenere una coerenza tra il pensiero, la parola e l’azione), soprattutto quando afferma che in nome del progresso materiale spesso i “grandi” dimenticano i valori più importanti della vita, come l’amicizia, la fratellanza, la solidarietà, la condivisione. In nome dello sviluppo distruggono il fragile equilibrio di questo piccolo pianeta che ci ospita: la terra. E in nome del profitto e del guadagno si combattono guerre, si sfruttano le donne, si la- ciproci, hanno fatto da cemento tra i presenti, in una giornata che per la profondità delle riflessioni coloro che c’erano non dimenticheranno tanto facilmente. Il commiato è avvenuto con le dirette e toccanti parole finali che nell’omelia della S. Messa di chiusura il Vescovo ha voluto pronunciare nei confronti degli adulti quando ha detto che “le vostre azioni corrispondano alle vostre parole”. Un Pastore che si è definito “padrino” nel senso che ha tenuto a battesimo la nascita di alcuni dei gruppi parrocchiali locali come la Confraternita di S. Croce, l’Azione Cattolica Ragazzi, in un certo modo anche il Coro Polifonico locale, la novità delle Voci Bianche sul cui coro sono riposte attenzioni e speranze della Comunità, Mons. Sanguinetti ha saputo soprattutto ascoltare. Ha dimostrato la sua spiccata sensibilità ai temi più caldi ed importanti della vita spirituale ed associativa, non sempre facile anche in comunità piccole dove si da a torto e per scontato che i vincoli di solidarietà siano più stretti dei grandi centri. Ma, nella sintesi, ha anche dimostrato di esser in grado di rispondere in modo preciso ed attento alle domande più dirette, dando sempre la sensazione di una persona che anche se distante fisicamente, in realtà è molto più presente nella comunità di quanto sembri. Foto: Emanuele Sanna i rivolgiamo, quindi, al Parroco, perché ci guidi nel cammino spirituale, ai professori, perché siano fermi e autorevoli con noi alunni, ma che ci sappiano anche ascoltare e alle istituzioni, che si impegnino di più nella vita politica, aiutino chi ne ha bisogno e ci governino con spirito di servizio perché amministrare significa servire, significa accorciare le distanze con la gente comune, significa ascoltare indistintamente tutti coloro che hanno bisogno, in modo che tutti possiamo essere orgogliosi di questo meraviglioso paese”. Nella cornice di un piccolo centro, come quello di Trinità, alla festosa ed incuriosita presenza di un pubblico da grandi occasioni, si è concentrata la due giorni della visita pastorale del vescovo nel centro alto gallurese, la prima dal suo insediamento in diocesi. Tema forte e centrale, oggetto delle diverse riflessioni fatte in occasione di altrettanti incontri avuti con la popolazione, dalle omelie durante la celebrazione delle funzioni religiose agli appuntamenti con gruppi parrocchiali e non, è stata la famiglia come “progetto di vita”. In essa, ha detto chiaramente Mons. Sanguinetti, “sono riposte le speranze nella trasmissione della fede”. “La Chiesa è li”, ha continuato Sua Eccellenza, “nella famiglia siamo chiesa”. Nei successivi incontri come quello riguardante gli operatori del mondo imprenditoriale, avvenuto nella sede dell’Auditorium sono stato affrontati i temi più caldi e contingenti della grande crisi che in particolare sul fronte economico fa sentire la sua pesantezza. In questo contesto, nello scambio tra il Pastore in visita e la comunità si è ribadita la necessità di “fare rete” e creare la “rete di solidarietà”. Il rinnovare anche “l’approccio verso il mercato turistico” e il turista in modo speciale, si è detto, è la sfida principale: occorre “conquistare” quello che prima si dava per scontato, vale a dire la visita e la scoperta del turista delle coste, del mare e delle bellezze naturalistiche locali. Occorre inoltre guardare ad un mercato vasto, vastissimo, globale appunto. Ma l’importante, è stato sottolineato, e che non venga mai meno “l’interazione tra le coste ed il loro interno”, per non squilibrare i rapporti economici e sociali dell’Isola. In questo senso, la riflessione si è anche spinta alla considerazione del ruolo primario del territorio gallurese nell’economia isolana, che come ta- Incontro con le scolaresche Le richieste al Vescovo dei ragazzi della 3a A Al nostro vescovo Mons. Sanguinetti chiediamo di essere più presente con noi giovani, soprattutto in questo periodo di grande smarrimento spirituale. Ora più che mai abbiamo bisogno della sua guida per sentirci davvero e di nuovo una comunità. Noi piccoli percepiamo in modo più acuto la confusione e lo smarrimento che vivono i grandi in questo momento in cui la fede sembra aver perso il suo vero significato. Perciò, la sua presenza e la sua guida, sono per noi fondamentali per aiutarci a crescere e diventare dei buoni cristiani. Ci auguriamo, quindi, che questo incontro, non sia un punto di arrivo, ma un punto di partenza per iniziare un lungo cammino da percorrere insieme. Grazie Trinità, lʼoratorio e la chiesa 8 ALLURA &AGNGLONA RELAZIONE PER LA VISITA PASTORALE A SEDINI di Fr. Emmanuele Manca L a Comunità di Sedini (1366 abitanti al 17/5/2012), affonda le sue radici in una secolare tradizione cristiana, testimoniata dalle antiche chiese sparse nel suo territorio: quelle ancora officiate, i ruderi di altre e, non ultima, dalla bella chiesa parrocchiale, dedicata all’apostolo Andrea. Queste radici affiorano in diverse occasioni, in particolare nella pietà popolare e nelle feste, soprattutto quelle del Rosario e di San Pancrazio, nei riti della Settimana Santa e, naturalmente, nelle circostanze importanti della vita: nascita, prima comunione, cresima, matrimonio, morte. La pietà popolare è indubbiamente un forte richiamo e quindi una preziosa opportunità per l’evangelizzazione e per condurre, per quanto è possibile, all’essenziale della fede cristiana. A patto che si riesca ad elevarla e a togliere ciò che spesso la appesantisce: la ricerca dello “spettacolare”, la superficialità della partecipazione solo per Chiesa di S. Andrea a Sedini visita pastorale Anno XX n. 9 31 dicembre 2012 tradizione, il fermarsi soltanto agli aspetti esteriori senza un coinvolgimento decisionale nei confronti del vangelo, di Cristo e della Chiesa e, non ultimo, in un tempo come il nostro, lo scadere nel consumismo e nel pericoloso paganesimo di ritorno, seppur ammantato di simboli cristiani. Quella della pietà popolare è dunque una ricchezza, ma anche una “sfida” che il parroco di Sedini non può non cogliere come opportunità pastorale, dato che la partecipazione alla vita ordinaria della comunità cristiana è invece piuttosto scarsa. Le cause di questa lontananza non sono solo quelle comuni alla società contemporanea, ma anche quelle legate al passato del paese, soprattutto quando le forti tensioni sociali e politiche, determinate dalla miseria, opponevano, sino a qualche decennio fa, poche famiglie benestanti e proprietarie di vasti terreni, al resto della popolazione, di fatto “serva della gleba”. Solo l’industrializzazione dell’area di Porto Torres e la forte emigrazione, soprattutto Sedini, Domus de Janas a Torino, ha posto fine a questa situazione, che ha visto forse poco accorta la Chiesa, a volte percepita come “collusa” col potere, e più attento, invece, il partito comunista di un tempo. Di fatto ci sono famiglie che per tradizione frequentano la chiesa (quelle che allora votavano DC...) e tante altre no. E’ vero che ora non c’è più l’anticlericalismo di quegli armi, resta però ancora un certo DNA familiare di appartenenza o meno alla Chiesa. Pietà popolare e momenti forti della vita sono dunque, ancora, le occasioni nelle quali anche i “lontani” si avvicinano e accoglierli con carità pastorale diventa preziosa opportunità per l’annuncio del vangelo. Un altro aspetto che colpisce positivamente è l’attenzione posta nei confronti dei familiari malati e anziani: gli esempi di abnegazione e di dedizione sono innumerevoli e davvero edificanti. La presenza del sacerdote nelle case dei malati è attesa e più che gradita, insieme al conforto della preghiera e della Comunione. Molte volte questa visita, che compio mensilmente, aiutato anche dalle Ministri Straordinari dell’Eucaristia, è occasione per entrare in case dove sarebbe stato altrimenti difficile. Il dialogo e l’amicizia che si creano sono davvero preziosi. L’accompagnamento alla morte è vissuto in questo clima. Ma anche dove manca questo contesto, il momento della morte è per tutti inscindibilmente legato alla presenza del sacerdote. A volte è proprio il decesso a creare l’approccio con certe famiglie e la disponibilità mostrata, la solidarietà, la presenza attenta, sollecita e premurosa è occasione per avvicinare a Dio persone lontane e far sentire la vicinanza della Chiesa a chi è in lutto. Guai a mancare così in certi momenti! Considerazioni finali Il sindaco ricorda che in passato Sedini ha avuto il doppio degli abitanti ed era uno dei comuni più importanti dell’Anglona. Oggi è un Paese che ha conservato la sua anima rustica legata a un contesto agropastorale dove la modernità non ha creato grandi danni. Sedini ha le potenzialità e le possibilità di offrire al turista un ambiente urbano e culturale in gran parte ancora integro: un paese inserito nelle rocce, pieno di grotte e ricco di acqua. Pur essendo piccolo il comune ha mantenuto i vari servizi: scuole, caserma dei carabinieri, le poste, la banca. Guardando le cose in prospettiva si può senz’altro dire che il paese può offrire la propria storia e identità. Nell’azione certamente ci si può ispirare ai principi cristiani mettendo al centro il punto più esigente: “Ama il nemico! Il nemico come persona non da combattere ma da conoscere”. Sedini è ricco di Associazioni di volontariato, anche di ispirazione cristiana, un modo per il cristianesimo di rispondere ai mali della modernità. Anche l’assessore ai servizi sociali ha ricordato che sono stati mantenuti i servizi con un’attenzione agli anziani, con delle attività e un’attenzione particolare al disagio sociale dei giovani. Non ci sono fenomeni di delinquenza grave, anche se alcuni giovani vanno seguiti e accompagnati. Molti giovani frequentano il bar, forse oltre il dovuto, anche se non mancano le strutture ricreative e culturali. Spesso le iniziative hanno una finalità solidale con larga partecipazione. Il Vescovo ha incoraggiato e sostenuto la valenza sociale, culturale ed educativa delle attività comunali. Un’altra bella realtà, a Sedini, è rappresentata dalla “Pia Società della Anime” con 900 soci e con uno statuto approvato dalla Chiesa. Cresce il fenomeno dell’associazionismo, una di queste è la confraternita, rinata 20 anni fa con 15 membri, il gruppo di catechisti, il coro con 20 coriste ed il gruppo francescano. Tutto questo fa ben sperare per la piccola comunità di Sedini decimata progressivamente dallo spopolamento. visita pastorale Il parroco presenta la comunità di Bulzi di Fr. Emmanuele Manca B ulzi (549 abitanti al 18/5/2012) è un paese fiero delle sue tradizioni secolari e soprattutto del canto “in limba”, tramandato da sos Cantadores e dalla Confraternita di Santa Croce. E’ una comunità che, pur essendo piccola, è viva e dinamica. Abituata ormai da decenni a non avere più il parroco residenziale, ha imparato col tempo ad essere autonoma e a camminare con le proprie gambe: sa organizzarsi e risponde abbastanza positivamente alle sollecitazioni. Ha persone capaci e consapevoli che, con responsabilità, portano avanti la vita ordinaria, le celebrazioni annuali e le iniziative proposte. C’è un gruppo di catechiste, il servizio attento della sacrestia e della chiesa, la Caritas parrocchiale, la Confraternita. E’ soprattutto su queste persone che si può contare, sapendo di trovare una valida collaborazione e l’aiuto indispensabile, competente e generoso per portare avanti la pastorale della parrocchia. A queste persone si aggiungono i Comitati: quello della festa patronale di S. Sebastiano (che cura anche la festa estiva dei Santi Lucia e Isidoro), quello delle Anime (questua per le Messe di novembre in cimitero, in suffragio dei defunti), ma anche quello civile per “Su Sapatu Iscasciadu” (soprattutto per il grande pranzo all’aperto offerto a tutti, il sabato dopo le Ceneri). Questa partecipazione vi è anche in occasione della “festa degli ammalati”, il sabato dell’Ascensione, a San Pietro delle Immagini, sia nella preparazione del luogo della Messa all’aperto che nel- l’offrire i dolci a tutti i presenti alla celebrazione presieduta dal Vescovo. La partecipazione alla vita ordinaria è sufficiente, anche se il calo si fa sentire sempre di più: vengono a mancare le persone perché sorella morte chiama, l’invecchiamento della popolazione si avverte ineluttabilmente, la natalità è scarsissima, i pochi giovani, come dappertutto, frequentano poco. Quella di Bulzi è tema comunità tutto sommato serena, anche se non mancano tensioni, gelosie e incomprensioni, che ho sempre cercato di stemperare, riportando a Dio e al motivo per cui si viene in chiesa, la partecipazione. A Bulzi non manca una forte componente di ateismo, sia pratico che ideologico, ma il rispetto per il sacerdote è comunque presente. Forte richiamo è la pietà popolare, le feste e il momento del funerale: sono occasioni preziose per L’annuncio del vangelo e di unità. Colpisce l’attenzione posta nei confronti dei familiari malati e anziani: anche a Bulzi gli esempi di abnegazione e di dedizione sono innumerevoli ed edificanti. La presenza del sacerdote nelle case dei malati è attesa e più che gradita, insieme al conforto della preghiera e della Comunione. Compio questa visita mensilmente, aiutato anche dalla Ministra Straordinaria della Comunione. Anche il momento della morte è inscindibilmente legato alla presenza del sacerdote. A volte è proprio il decesso a creare l’approccio con le famiglie dove questo non c”è e, la disponibilità mostrata, la solidarietà, la presenza attenta, sollecita e premurosa è occasione per avvicinare a Dio. Antica foto di Bulzi Anno XX n. 9 31 dicembre 2012 di Stefano Mattia Vacca ccellenza reverendissima, è con molta gioia e profonda emozione che, in occasione di questa sua graditissima e sentitissima visita pastorale, le porgo a nome mio personale, dell’amministrazione comunale e di tutta la comunità di Bulzi, il più cordiale saluto di benvenuto. Ci auguriamo che le proverbiali doti di accoglienza, generosità ed altruismo che vengono riconosciute ai bulzesi, siano la degna cornice per questo appuntamento tanto atteso dai numerosi fedeli e dalla popolazione tutta, che saluto cordialmente, e fortemente voluto dalla parrocchia di San Sebastiano in primis e dal nostro parroco Don Leon, che saluto e ringrazio per il suo impegno costante e assiduo nelle molteplici attività. I tempi sono in generale difficili. Difficilissimi per i nostri comuni sempre più attanagliati dalle pesantissime difficoltà di cui lei, eccellenza, si è sempre occupato con sensibilità, responsabilità, autorevolezza; testimoniando tutta la sua vicinanza alle comunità dei nostri territori. Lo spopolamento, il mancato sviluppo, la crescente disoccupazione, il taglio dei servizi primari. Giovani che non tro- E Oggi conosce un progressivo spopolamento Q uello che una volta veniva considerato il granaio dell’Anglona, oggi è ridotto ad un piccolo comune di 940 abitanti. Il territorio avrebbe delle potenzialità per decollare dal punto di vista turistico, ma non sempre sono state valorizzate al meglio, vedi le grotte di “Su Coloru” e la foresta pietrificata. Poiché la Chiesa non si interessa solo della parte prettamente spirituale, ma anche dello sviluppo della persona e del territorio, il vescovo Mons. Sanguinetti ha voluto inserire nella sua agenda anche la visita a questa comunità. Il 30 Novembre scorso, festa di Sant’Andrea Apostolo, al pomeriggio, ha incontrato la comunità. Diverse persone hanno manifestato le aspettative e i desideri del paese in questo particolare momento. La voce comune e la richiesta più frequente era questa: avere un sacer- 9 Il saluto del sindaco Laerru, una volta era granaio dell’Anglona di G.S. ALLURA &AGNGLONA dote e un parroco fisso per il paese, non perché don Leon non garantisca i servizi necessari ma perché così è stato fino ad un recente passato. Il rischio reale è che si crei nell’arco di pochi anni uno scollamento tra la Chiesa e i ragazzi non più abituati ad avere un punto di riferimento fisso, tanto più che, per qualunque necessità, occorre sempre attendere che il sacerdote arrivi da Sedini. Il Vescovo ha ascoltato attentamente le richieste anche se conosce appieno il problema, ma si sa che, di questi tempi, la coperta diventa sempre più corta, perche sono ormai diverse le comunità che devono avere un sacerdote in comproprietà. Mons. Sanguinetti ha parlato della necessità di una cooperazione tra parrocchia, società civile e scuola, nella formazione ed educazione dei ragazzi, anzi si parla di vera e propria emergenza educativa. Una grande sfida per una piccola comunità. vano lavoro, adulti in condizioni precarie, famiglie che vivono una condizione disagiata e tante altre questioni sul tappeto sembrerebbero rappresentate mali endemici da cui difficilmente riusciremo a liberarci. Crediamo fermamente che uniti si possa migliorare lo stato delle cose malgrado i problemi accennati che tormentano il nostro vivere quotidiano a Bulzi. Affronteremo e vinceremo questa sfida, decisiva per il nostro futuro, solo ritrovando le ragioni vere del nostro vivere insieme che ci elevano al rango di società civile che si adopera per il bene comune del nostro piccolo paese. Troppe divisioni e lacerazioni impoveriscono noi e la nostra comunità, contribuendo alla perdita dei valori. Solo con la partecipazione, il dialogo ed il contributo di tutti sarà possibile resistere e vincere le difficoltà. Pertanto, Eccellenza, ci auguriamo che la sua visita pastorale ci aiuti ad affrontare le difficoltà quotidiane spronandoci a guardare, con fattiva speranza, al futuro delle nostre famiglie ed a quello della nostra famiglia allargata: Bulzi. Sia in definitiva lo stimolo ad un profondo rinnovamento nella fede cristiana. Laerru, chiesa di S. Croce Il parroco don Mattia Klimek 10 ALLURA &AGNGLONA Anno XX n. 9 31 dicembre 2012 visita pastorale Difficoltà a comunicare la fede ai bambini La visita pastorale a Santa Maria Coghinas dà nuovo slancio alla comunità di Maria Sunc abato 15 dicembre 2012, il vescovo della diocesi di Tempio-Apurias monsignor Sebastiano Sanguinetti ha visitato la parrocchia di Santa Maria Coghinas. L’incontro con la comunità è stato preceduto da una serie di specifici convegni avvenuti prima dell’importante appuntamento con il Vescovo; nello specifico, infatti, sono stati approntate riunioni aperte a tutta la popolazione e ai catechisti; durante gli incontri, tutti guidati dal parroco don Mattia, si sono presi in esame diversi argomenti: innanzi tutto è stata presentata, e commentata la lettera del nostro Vescovo “Noi siamo chiesa: siamolo!” e a tutti è stata consegnata una S La chiesa di N. S. delle Grazie a Santa Maria Coghinas Il fiume Coghinas e le terme di Casteldoria copia, con l’invito di leggerla con attenzione per intero a casa; inoltre si è discusso sui mutamenti antropologici, culturali, sociali e religiosi del nostro territorio negli ultimi decenni. I temi più “scottanti” che hanno acceso particolarmente lo scambio di opinioni e alimentato il confronto hanno riguardato: 1. la difficoltà di comunicare la fede ai bambini nella realtà di oggi, 2. la presenza significativa nelle nostre comunità dei divorziati risposati e auspicio di molti di nuovo approccio e rinnovata sensibilità della chiesa riguardo ai divorziati risposati, 3. la difficoltà di piena realizzazione del convinto insegnamento della chiesa, menzionato anche nella lettera del Vescovo, riguardo all’im- portanza “della celebrazione domenicale del giorno del Signore e della sua Eucaristia” . Infatti, la domenica nella realtà di oggi spesso risulta l’unico giorno possibile per riunire e stare insieme in famiglia. I partecipanti agli incontri non sono stati sempre numerosi ma quelli presenti si sono sempre accostati alla discussione con vera passione e spirito di riflessione; le criticità su esposte sono quelle che maggiormente si percepiscono nella vita della comunità e che non sempre presentano percorsi di soluzione facili e immediati. La sera del 15 dicembre, la chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie, patrona di Santa Maria Coghinas, si presentava gremita di fedeli, segno evidente dell’interesse e della grande aspettativa che la popolazione nutriva nei confronti del suo Pastore. Prima della celebrazione della santa messa, il sindaco Pieruccio Carbini, a nome di tutti gli abitanti del piccolo centro dell’Anglona, salutava Monsignor Sanguinetti dichiarando la grande gioia ed emozione nell’essere tutti riuniti attorno alla nostra guida spirituale. La celebrazione eucaristica è stata vissuta con intensità anche dai bambini presenti e accompagnata da numerosi canti apprpriati; significativa è stata anche l’omelia del Vescovo: accanto alla spiegazione del vangelo, il Pastore ha toccato pure diversi temi che affligono la società attuale: dalla perdita dei valori tradizionali, alle problematiche sociali che in questo periodo affligono le nostre famiglie; il Vescovo ha esortato i fedeli a non perdere la fiducia e a gurdare al futuro in modo positivo, accompagnando sempre le nostre azioni alla preghiera, alla carità fraterna, al dialogo e alla speranza. Il parroco don Mattia ha illustrato a Monsignor Sanguinetti le attività che tradizionalmente si attuano nella parrocchia: il catechismo per i bambini e i giovani adolescenti, gli incontri sistematici operati da vari gruppi: gruppo della Caritas, gruppo di ascolto, gruppo che segue la catechesi per adulti, gruppo della confraternita. Conclusa la messa, il Vescovo si soffermato a parlare con i presenti invitandoli ad esporre loro pensieri, osservazioni utili a mettere in evidenza le criticità o i punti di forza presenti nelle attività parrocchiali; sono intervenuti alcuni fedeli che hanno ribadito la necessità di affiancare alla laboriosa opera dei catechisti, la presenza dei genitori dei bambini così da creare una comunità “viva” e valida; infatti, non di rado, i genitori accompagnano i propri figli al catechismo per poi venirli a prendere al termine dell’attività. In questo modo le famiglie delegano interamente l’opera di formazione agli altri senza rendersi conto che essi stessi sono i primi e fondamentali punti di riferimento per una crescita umana e religiosa efficace. A tal proposito, perciò, sarà richiesta la prrsenza, durante la lezione, di almeno qualche famiglia così da dare manifestamente ai ragazzi l’esempio migliore e la giusta convinzione. Successivamente è stato affrontato anche il tema che rigurda l’allontanamento chiesa da parte dei giovani dopo la cresima; certamente non è facile attrarre i giovani nella comunità parrocchiale viste le diverse e più allettanti sollecitazioni che arrivano dai mass media, dalla rete internet, dalla televisione, dalle sale giochi, ecc… Anche in questo caso è fondamentale l’esempio della famiglia che spesso non guida i ragazzi a compiere le scelte più appropriate, lasciandoli soli a cercare vie di aggregazione e di relazione non sempre corrette; in considerazione che, durante l’estate, si svolge un campo estivo per i giovani (durata una settimana con accompagnatori volontari) si propone l’estensione di altri momenti di associazione durante l’autunno o l’inverno così da consentire ai ragazzi di confrontarsi, divertirsi e imparare a vivere insieme condividendo le loro esperienze, le loro gioie o preoccupazioni; chiaramente per far questo è necessaria la presenza di animatori volontari preparati che sappiano, con amore e pazienza, rapportarsi con il particolare mondo giovanile. Monsignor Sanguinetti tocca anche il tema delle coppie separate o divorziate invitandole alla frequenza delle attività parrocchiali e alla preghiera; seppur non possano aver parte all’eucaristia è preziosa la vicinanza alla parola di Dio, all’ascolto e alla consapevolezza di essere comunque figli del Signore. A conclusione del dibattito, il Vescovo, pur essendo ben conscio delle diverse necessità emerse, esorta tutti a non perdere la speranza e ad iniziare un percorso di laboriosità che, anche se non immediatamente, darà i suoi frutti. Con le parole di speranza pronunciate dal nostro Vescovo, tutti i presenti si sentono rinvigoriti nella fede e desiderosi di adoperarsi per ottenere dei risultati migliori. visita pastorale Anno XX n. 9 31 dicembre 2012 ALLURA &AGNGLONA 11 La visita pastorale a Santa Teresa Gallura ha una continuità L’Associazione “Noi di Sardegna” scrive al Vescovo Eccellenza, dopo il proficuo incontro del 29/10 nel corso del quale Ella ha voluto ascoltare Amministratori, Imprenditori, Operatori ed Associazioni di S. Teresa con l’intento di conoscere la realtà sociale ed economica di questa Comunità, “Noi di Sardegna”: Svegliamoci! Ci permettiamo di dare un seguito alla Sua lodevole iniziativa puntualizzando ed approfondendo alcuni concetti che, per ovvi motivi, non abbiamo potuto adeguatamente sviluppare nel corso dell‘incontro. La nostra Associazione, assolutamente apartitica e senza fini di profitto, si è formata alcuni mesior sono con lo scopo di contribuire a risolvere i molti e gravi problemi che travagliano la nostraIsola. In un’ottica di tutela e salvaguardia della realtà ambientale, economica e sociale della Sardegna, abbiamo identificato nella mancanza di una reale continuità territoriale il primo e più grave motivo della fase gravemente recessiva che sta travagliando l’economia sarda. Noi riteniamo che i costi che gravano sui trasporti di persone e merci oltre a discriminare il popolo sardo sul piano di una eguaglianza che è postulata dalla stessa Costituzione, condizionino negativamente l’intera economia dell’ Isola con la diminuzione del numero dei turisti e il maggior costo del trasporto merci Interno della chiesa di S. Vittorio a Santa Teresa Gallura sia in entrata che in uscita. Sin dall’ inizio noi abbiamo richiesto la continuità territoriale per tutti, sardi e non sardi, consapevoli del fatto che un aggravio delle tariffe aeree e navali avrebbe influito negativamente sui flussi turistici che sono la prima risorsa economica della Sardegna. I fatti ci hanno purtroppo dato ragione: nella decorsa stagione turistica, S. Teresa ha visto una diminuzione di presenze stimata intorno al 30% con tutte le ricadute negative facilmente immaginabili. A nostro avviso le cause di questa situazione vanno ricercate in una mancanza dl regole realmente cogenti che ha consentito al cartello degli Armatori un aumento sconsiderato ed ingiustificato dei trasporti e, contestualmente, in una sostanziale inadeguatezza della nostra Classe politica a tutelare gli interessi dei cittadini e degli operatori economici e turistici. Noi vogliamo continuare a dar credito, malgrado tutto, ai nostri politici e cerchiamo sin dalla nascita della nostra Associazione di interagire con essi avvalendoci della indispensabile collaborazione dei Sindaci e di quanti hanno a cuore il bene delle nostre comunità. Per questo ci rivolgiamo oggi anche a Lei ben sapendo che la Sua autorevolezza può essere un fulcro dinamico in un processo virtuoso che avvii a soluzione il problema. Nel corso dell’incontro prima menzionato i rappresentanti di alcuni importanti ‘operatori turistici non hanno ritenuto grave il problema della Continuità territoriale; ciò grazie al fatto che attraverso una contrattazione diretta con compagnie aeree e navali sono in grado di ottenere condizioni particolarmente vantaggiose e di “confezionare” pacchetti particolarmente invitanti da offrire ai tour operators. Tant’è che, malgrado la crisi, le presenze nei loro villaggi e resort sono aumentate. Ma la loro capacità contrattuale, finalizzata alla realizzazione di legittimi profitti non ha purtroppo validità erga omnes. I piccoli operatori turistici, gli albergatori, i ristoratori, gli affittacamere, i commercianti e tutti quanti operano in realtà turistiche meno organizzate, non hanno protezione alcuna di fronte all’aumento dei costi e alla conseguente diminuzione dei clienti. E’ un problema gravissimo, Eccellenza, e noi ci tenevamo particolarmente ad evidenziarlo. La nostra gente si impoverisce, i nostri giovani sono costretti ad andarsene, le piccole imprese chiudono. Il disagio, il malcontento, la disaffezione per le Istituzioni sono pericoli gravissimi che vanno combattuti attraverso una adeguata sensibilizzazione delle Compagnie aeree e di navigazione e un costante stimolo alla Classe politica ad agire per il bene comune, al di fuori di logiche partitiche o interessi settoriali. Noi facciamo quello che possiamo con passione ed impegno. Le chiediamo di unirsi a noi nella ricerca di tutte le possibili soluzioni che valgano a migliorare la situazione della nostra comunità. La ringraziamo per l’attenzione. Ci sarebbe estremamente gradito un suo cortese cenno di riscontro. Il Presidente Paolo Vicentelli Andrea Marielli 12 ALLURA &AGNGLONA Anno XX n. 9 31 dicembre 2012 chiesa diocesana Trinità si prepara al suo piccolo “Giubileo” per il 2013 La Parrocchia “spegne” 200 candeline a cura della Redazione de La Frisaia N el lontano 1813, l’allora vescovo Mons. Stanislao Paradiso, istituì la Parrocchia rurale di Trinità (dipendente dal comune di Aggius, di cui era una “Cussoggja”) la quale esercitava la propria attività religiosa nella chiesetta costruita probabilmente nella prima metà del ‘700 (quella che oggi è situata al centro del paese di Trinità). Per questa ragione, nel 2013 ricorre quindi il duecentesimo anniversario della “nascita” di questa parrocchia. L’Associazione “Cittadini Protagonisti” che si sta occupando di raccogliere materiale sulla cultura, sulla storia e sulle tradizioni locali, ha voluto festeggiare con gran risalto, come merita, questo avvenimento attraverso tutto l’anno, con una serie di manifestazioni, puntando in particolar modo sul carattere religioso degli appuntamenti. L’Associazione ha favorito la formazione di un Comitato che si occuperà di organizzare una serie di eventi e che risulta così composto: Presidente è il Parroco di Trinità Padre Gianpaolo Pais, nella sua veste di titolare rappresentante istituito dal nostro Vescovo per questi anni alla cura di questa Parrocchia. Gli altri membri del comitato sono: Andrea Cossu (Priore della Confraternita di Trinità), Antonio Frasconi (Primo Cerimoniere della Confraternita di Trinità), Gian Mario Addis (in rappresentanza della Redazione del periodico parrocchiale “La Frisaia”), Gavina (Vinetta) Mulargia (Presidente del C.I.F. di Trinità), Martino Addis (Presidente dell’Associazione Cittadini Protagonisti), Francesco Lepori (Presidente del Gruppo di Etnomusicologia dell’Università di Sassari), Pier Luigi Addis (in qualità di studioso della cultura e delle tradizioni locali). Questo comitato, di recentissima costituzione, sin d’ora si dichiara aperto alla collaborazione di tutte quelle associazioni presenti nella nostra comunità, e di tutti i singoli cittadini che vogliano partecipare ai festeggiamenti, anche con idee o proposte, nel rispetto del fatto che il loro taglio sarà pressoché esclusivamente a carattere religioso. Il comitato, già dalle prime riunioni ha provveduto a stilare un programma di massima, sul quale, con l’apporto di tutti, possono essere date ulteriori integrazioni: - ripristino della Santa messa del giorno di Pasquetta nella chiesetta di S. Pietro, tradizione andata perduta negli ultimi anni 60. - mostre fotografiche dedicate alle chiesette campestri di Trinità e alla festa della SS Trinità solenne processione organizzata in occasione della festa della SS Trinità. - atti di convegno sulla situazione storica nel periodo antecedente l’istituzione della Parrocchia. - concorsi a tema per i bambini delle scuole di Trinità. - in date da stabilire, celebrazioni di Sante Messe in tutte le Chiese del nostro Comune. In occasione di queste celebrazioni, potrà esser data la possibilità di partecipare all’attività religiosa, anche agli anziani e ai portatori di handicap della nostra comunità istituendo un servizio di trasporto a loro dedicato. POSTA DALLE MISSIONI Carissimo don Michele Farre, ti spero in forma ed in piena attività tra i buoni martesi. In questi giorni si celebra qui a IHOSY il cinquantesimo anniversario del nostro arrivo (1° Gruppo Vincenziano Italiano) in Madagascar. 50 anni compiuti lo scorso 18 Novembre, mentre a Roma si Padre Razzu celebrava il Concilio Vaticano II. 50 anni sono passati come niente tra alti e bassi, nella storia mondiale, di cui anche tu ed io siamo attori… Quante cose belle ed anche quante cose brutte vissute… Qui da noi, nella regione in cui vivo, si lamenta la scomparsa del 78% delle foreste e dei boschi. Per me che amo il verde, la morte di un albero è un vero lutto. Istruzioni, prediche, circolari alle persone, alle autorità ed anche alle associazioni ecologiche non sono valse a niente. Le multinazionali non guardano in faccia a nessuno. Nel frattempo, anche la vita spirituale e religiosa sta andando male. I cd e i dvd fanno strage di molti giovani, a cui noi insegniamo l’onestà e la morale e loro ci rimproverano del nostro mondo pieno di sporcizia e pornografia. Nonostante le difficoltà, la Chiesa non si Si è pensato che i festeggiamenti potranno iniziare sin dai primi giorni del 2013, per concludersi durante le festività del Santo Natale 2013 con un presepe speciale. Questo è il programma di massima, ovviamente il Comitato, raccogliendo già da settimane le idee dei concittadini, sta studiando la fattibilità di altri eventi, e aspetta ancora proposte per stilare quello definitivo. La redazione di questo giornale seguirà con inserti speciali l’intero anno di eventi e ne darà un puntuale rendiconto ai lettori. stanca di predicare il Cristo e di ammonire la gente in ogni occasione. Mi spiace per questa Geremiade, ma anche noi simo coinvolti nell’insieme. Nella mia ultima vacanza (giugno-luglio) presso i martesi, ho potuto notare un calo di impegno e frequenza religiosa. Purtroppo la stessa osservazione la faccio per la maggior parte delle nostre comunità locali. Come in Anglona, anche nel Madagascar pervade un velo di indifferentismo. Ti faccio i miei migliori auguri: Buone Feste di Natale e Buon Anno estensibili a tutti i martesi, al Vescovo e a tutti i paesi viciniori ed alle loro comunità. Grazie, un abbraccio fraterno Padre Giovanni Maria Razzu IHOSY Madagascar vita Anno XX n. 9 31 dicembre 2012 ALLURA &AGNGLONA 13 Dal comune di Olbia un sostegno alla maternità L ’ aborto è sempre una dura sconfitta per la società, per la famiglia, per la madre. Tuttavia tra le cause dell’interruzione di gravidanza, oltre alla irresponsabilità e alla crescente campagna di “in-sensibilizzazione” creata da tutto quell’insieme di reticenze, silenzi, eufemismi fondamentalmente bugiardi, si deve considerare il crescente impoverimento delle famiglie. È a questo riguardo in particolare che si muove il volontariato “pro life”, espresso in primis dai Centri di Aiuto alla Vita presenti anche nel nostro territorio a Olbia e a Tempio. Ma quest’opera preziosa e spesso veramente unica, non è sufficiente. Occorre che la cosa pubblica, attraverso un’oculata politica fa- miliare, aiuti quelle coppie e quelle madri che sono in qualche modo “costrette” ad abortire, a poter esercitare il loro “diritto” (dovere) alla maternità e alla paternità responsabile. La legge 40 infatti, nata per tutelare il “diritto alla scelta” da parte della madre (peccato che non contempli analogo diritto per il nascituro), se applicata in modo miope come spesso accade, si trova a dover obbligare di fatto alla scelta abortiva molte madri o famiglie che si trovano in situazioni sociali o economiche tali da non poter portare avanti la gravidanza. A questo riguardo, proprio per notare come si possa concretamente fare qualcosa per aiutare queste famiglie e salvare la vita del nascituro e la serenità della sua famiglia, presentiamo un progetto di grande interesse, nato in seno all’amministrazione pubblica di Olbia. Questo progetto, tra i rari esempi in Italia, mostra come sia possibile, nel pieno rispetto delle diverse opinioni, dare un concreto aiuto alla causa della vita. Presentiamo qui di seguito una sintesi del progetto presentatoci dell’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Olbia. Progetto sperimentale di sostegno alla maternità Premessa. La crisi economica che attraversa il nostro territorio in questo momento sta condizionando il modo di vivere dei cittadini. Licenziamenti, cassa integrazione, sfratti per morosità, sfratti per il mancato pagamento dei mutui sono termini di attualità che irrompono nelle famiglie complicandone l’esistenza e oscurando in maniera significativa il futuro. Questa amministrazione interviene giornalmente a sostegno delle povertà, della disabilità e si impegna a lenire il disagio delle famiglie che sempre più numerose si rivolgono al servizio sociale. Fra tutti i soggetti oggetto di un possibile aiuto ci è sembrato utile intervenire a favore delle donne in stato di gravidanza che, a seguito di un licenziamento o di uno sfratto, abbandono da parte del partner ecc., versano in provate condizioni economiche precarie. Gli studenti sardi in viaggio a Strasburgo Obiettivi L’intervento si propone come sostegno alla maternità ed intende supportare le madri che versano in condizioni di disagio socio-economico, fin dal concepimento, al fine di conferirle sicurezza e contribuire alla rimozione degli ostacoli economici che possono turbare la vita nascente e la salute materna attraverso un aiuto concreto alle donne in difficoltà, anche dopo il parto e nei primi mesi di vita del figlio. Destinatari L’intervento sperimentale è rivolto a donne in stato di gravidanza, per il concepimento dal secondo figlio in poi, che versano in condizioni di disagio socio-economico, residenti nel territorio del Comune di Olbia da almeno 3 anni, con l’intento di assicurare un supporto economico che assicuri un decoroso ed armonioso percorso pre-natale attraverso progetti personalizzati per la presa in carico della situazione familiare. Natura e durata dell’intervento La natura e la durata dell’intervento saranno disciplinati in apposito regolamento interno redatto a cura del servizio sociale comunale. Si prevede l’erogazione di un assegno mensile, da corrispondere al momento della nascita del bambino, per l’importo fino a € 250,00, la durata del contributo è prevista fino ad un massimo 20 mesi consecutivi. I progetti potranno essere realizzati fino all’esaurimento dei fondi a disposizione. Costi del servizio € 100.000,00 Un modo per dire che si è sempre dalla parte della vita. Il Parlamento europeo Premiati i temi sulla dignità umana e la promozione della vita di Carolina Morelli I l Movimento per la Vita, da ben 25 anni, offre agli studenti delle scuole superiori e delle università di tutta Italia un’occasione unica per riflettere sui grandi temi della dignità umana e della promozione della vita. Il concorso, che coinvolge migliaia di ragazzi, vede sempre una notevole partecipazione dei ragazzi delle scuole sarde. Il viaggio di 3 giorni a Strasburgo, offerto come premio per gli elaborati migliori, ha coinvolto 24 ragazzi provenienti dalle scuole della Sardegna, di cui 3 di Olbia, 2 di Tempio, 1 di Arzachena e 1 di Calangianus. Un vivo ringraziamento a chi spende energie e tempo per organizzare questa manifestazione che permette ai ragazzi di entrare in contatto con i grandi temi della vita, della bioetica, e con la realtà europea. Il 20 Novembre 2012 noi vincitori sardi del 25°concorso scolastico europeo organizzato dal Movimento per la Vita, accompagnati da Don Rinaldo Alias, insieme agli altri ragazzi provenienti dalle altre regioni italiane ci siamo recati a Strasburgo, sede del Parlamento Europeo. Durante la nostra permanenza di tre giorni abbiamo potuto relazionarci e confrontarci con gli altri giovani e discutere su diverse tematiche esistenti da sempre nelle nostre società, come la dignità umana, l’aborto e i diritti dell’uomo. Abbiamo provato noi stessi “sulla nostra pelle”, divisi in gruppi a seconda delle regioni di provenienza (noi sardi assieme ai ragazzi della Calabria), a svolgere il lavoro dei parlamentari, producendo un documento frutto della nostra riflessione. Ad una bozza predisposta dal Movimento per la Vita, infatti, abbiamo apportato, in ciascun gruppo, delle modifiche e degli emendamenti da sottoporre al parere dell’intera assemblea dei finalisti. Durante la visita al Parlamento, dopo essere stati accolti dall’On. Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita, abbiamo assistito alla spiegazione del funzionamento di questa istituzione, e abbiamo potuto anche confrontarci con il capogruppo del PPE, On. Joseph Daul. In seguito, in una seduta parlamentare simulata, abbiamo discusso se approvare o no gli emendamenti elaborati da noi giovani nei singoli gruppi, proprio come fanno i parlamentari. Ovviamente anche la nostra assemblea aveva bisogno di un presidente. Pertanto all’inizio dei lavori lo abbiamo eletto e, con nostro grande orgoglio, si è trattato di Cosma Caria della nostra regione, coadiuvato ad alcuni vicepresidenti e segretari di altre regioni. In conclusione, Le nostre giornate a Strasburgo non sono state solo la visita di una splendida città, ma sono state ricche di tante eventi significativi: abbiamo assistito alla celebrazione di una messa nella Cattedrale di Strasburgo fatta apposta per noi, alla proiezione di un film sul tema della dignità umana, ab- Foto di gruppo per gli studenti sardi biamo discusso tra noi giovani e con alcuni parlamentari e abbiamo avuto l’occasione unica di entrare in contatto con il Parlamento europeo, che ci ha permesso di ampliare la nostra visione sull’Europa e sulle istituzione europee e ci ha portato a conoscenza che noi giovani dobbiamo impegnarci per avere un Europa migliore. Infatti questa non sarà una esperienza conclusa ma cercheremo di portarla avanti nella nostra regione. 14 ALLURA &AGNGLONA Anno XX n. 9 31 dicembre 2012 memoria La tomba di Melania Calvat In memoria di Melania Calvat di Guseppe Di Monaco I l più frequentato itinerario religioso di Puglia oggi porta sul Promontorio del Gargano a San Giovanni Rotondo presso la tomba di Padre Pio. Il luogo già dal VI secolo era meta di pellegrinaggi nella vicina città di Monte Sant’Angelo, dove si venera il santuario di San Michele Arcangelo. In futuro un’altra tappa di pellegrinaggio potrebbe essere sempre in Puglia la città di Altamura, al confine con la Basilicata, a circa 40 Km. da Bari. La città deve il suo nome alle mura megalitiche del V secolo a.C. che la circondano ancora in parte. Oggi ha 70.000 abitanti, è nota per la superba cattedrale costruita per volere dell’imperatore Federico II di Svevia nel XIII secolo e per la scoperta nel 1993 di uno scheletro umano integro che si fa risalire a circa 200.000 anni fa. Tra i suoi illustri figli ricorda Saverio Mercadante, uno dei più grandi operisti dell’Ottocento. E’ morta ad Altamura il 15 dicembre 1904 Melania Calvat. Questo personaggio, il cui nome ai più risulta del tutto nuovo e sconosciuto, è la fortunata pastorella quindicenne che il 19 settembre 1846 insieme a Massimino Giraud ebbe il privilegio di vedere la Santa Vergine e ricevere un suo messaggio sulla montagna de La Salette in Francia. La Messaggera Celeste aveva raccomandato la preghiera, la penitenza e rappresentato il rischio di calamità e guerre, chiedeva la conversione della nazione dove era dilagante l’ateismo, diffusa la bestemmia e la profanazione del giorno festivo. L’inchiesta diocesana disposta dal vescovo di Grenoble dichiarava nel 1851 che l’apparizione ai due pastorelli aveva tutte le caratteristiche della verità e che i fedeli potevano fondatamente crederla indubitabile e vera. In seguito la storia personale di Melania è stata travagliata: vittima di ingiurie e persecuzioni e anche di non meno tormentose lusinghe, al punto da essere costretta a lasciare la Francia e migrare in diversi paesi d’Europa, spesso in incognito per farsi dimenticare. Venuta in Italia incontrò in Puglia un santo sacerdote: Annibale Maria di Francia (che è stato canonizzato il 16 maggio 2004), il quale avendone intuito il carisma e ammirato le virtù, le affidò la direzione della sua nascente congregazione religiosa in Messina: le suore Figlie del Divino Zelo per l’assistenza ai poveri e agli orfani. Melania volle poi fermarsi in Puglia nella città di Altamura, dove visse nel nascondimento gli ultimi mesi della sua vita, conosciuta solo come ‘la signora francese’, e dove chiuse santamente i suoi giorni all’età di 73 anni. Melania Calvat che morì terziaria domenicana, firmava i suoi scritti ‘Maria della Croce, vittima di Gesù, pastorella de La Salette’. Santo Annibale Maria ha lasciato in numerose lettere un ricordo ricco di ammirazione per la Serva di Dio. Pronunciò l’elogio funebre e si adoperò perché fosse avviata la causa di beatificazione, che tuttavia non ebbe seguito. Volle che le sue spoglie fossero deposte con ogni onore presso la chiesa della congregazione da lui fondata, e fece erigere un monumento artistico con una suggestiva epigrafe. Ancora oggi le Suore Figlie del Divino Zelo di Altamura decorosamente ne custodiscono la tomba e un piccolo museo con oggetti appartenuti alla veggente, mantengono vivo il suo ricordo, secondo la volontà del Fondatore, anche con biografie e scritti, accolgono con cortese ospitalità i visitatori sempre più numerosi. Il Comune di Altamura nel 2004 ha intitolato la Scuola dell’Infanzia a Melania Calvat. E’ sorprendente il diverso destino toccato a Melania, almeno su questa terra, a confronto delle altre veggenti: Bernadetta Soubirous di Lourdes e i tre pastorelli di Fatima: Lucia, Giacinta e Francesco. Ai primi la fama e la gloria degli altari, all’altra le critiche malevoli e infine un certo oblio che solo da poco tempo è superato. Eppure nella vita contrastata godette della stima di personaggi come il Santo Curato D’Ars, di eminenti vescovi e di laici come Leon Bloy. Ma all’epoca alcune rivelazioni del messaggio della Vergine furono considerate scomode e ignorate. Tuttavia a La Salette che si trova sulle Alpi Francesi poco lontano dall’Italia si è presto sviluppato un valido culto mariano. Sul luogo dell’apparizione è sta- Melania Calvat ta costruita una grande basilica ed è presente un Ordine Religioso Missionario. Diverse chiese in Italia sono dedicate alla Madonna de La Salette. Anche una parrocchia di Olbia onora la Vergine sotto questo titolo. Una mostra mercato a favore delle missioni O Itinerari e Pellegrinaggi 2013 155° ANNIVERSARIO 1A APPARIZIONE LOURDES (Volo Meridiana da Olbia) 10 febbraio € 375,00 LOURDES (Montecarlo - C. Azzurra - Carcassonne) 8-14 febbraio € 650,00 Richiedete i programmi dettagliati a: TOTEM TOURS SAS - CANNIGIONE - Tel. 0789 88259 • Fax 0789 88153 HYPERLINK “mail to:[email protected]” • [email protected] rmai da diversi anni il gruppo missionario della Parrocchia di san Pietro Apostolo in Tempio porta avanti delle iniziative per sostenere l’attività missionaria della Chiesa. La Chiesa che per sua natura è missionaria si serve di una rete capillare di volontari che con genio ed intraprendenza riescono a raccogliere delle offerte da destinare alle opere missionarie della chiesa. Anche quest’anno si è svolta la settima mostra mercato del gruppo missionario della Parrocchia di San Pietro Apostolo, organizzata il 6/7 e 8 mattina, che ha consentito di ricavare 1508,00 euro che andranno suddivisi tra alcuni missionari impegnati in varie parti del mondo. Un grazie particolare va a: Arbas Elena, Brandano Giovanna Maria, Capece Mario, Carta Clara, Corsaro Graziella, Cossu Roberta, Cuccu Angela, Decandia Mariangela, De Nicolo Antonella, Fornai Anna Maria, Giagheddu Margherita, Pasella Rosanna, Pintus Tina, Ruggero Vanna, Soro Marilù, Urgeghe Angela, Zaccagni Agostina, che pur non facendo parte del gruppo, hanno reso possibile la realizzazione dell’evento. musica e cultura Anno XX n. 9 31 dicembre 2012 ALLURA &AGNGLONA 15 Martis, chiusa l’edizione 2012 di Ethno’s Stupendi appuntamenti con il jazz di Mauro Tedde S i è concluso sabato 22 dicembre con il concerto di Natale del coro “Santa Cecilia” di Arborea il piccolo grande festival musicale Ethno’s di Martis. Giunto alla sua ottava edizione i festival promosso dal Comune di Martis continua anno dopo anno (e anche quest’anno, nonostante i tagli ai contributi per le iniziative culturali) a raccogliere un sempre maggior successo di partecipazione e gradimento da parte del pubblico grazie alla felice formula adottata in questi anni dal direttore artistico Giorgio Baggiani, quella cioè di proporre un mix musicale che spazi dal jazz, genere sempre presente in tutte le edizioni della rassegna, al blues, alla musica classica, alla canzone popolare e tradizionale e con una appuntamento fisso con la satira e la comicità. Sul palco dell’accogliente auditorium di “Sa tanca ‘e Iddha” si sono infatti alternati in questi anni i più bei nomi del jazz tricolore ed internazionale, da Paolo Fresu a Lino Patruno, da Enrico Rava a Gian Luca Petrella, da Peter Waters a Irio de Paula, da Fabrizio Bosso a Marco Ravasio a Bojaz Z ma anche alcune grandi interpreti della canzone italiana come Katia Ricciarelli e Antonella Ruggero, Mariella Nava e Barbara Cola. Tante anche le band come la Sweetwaters Band di Michael Supnik, la Paolo Nonnis superband, la GBOrchestra, la Ichnos Brass, la Fourboni Quartet a Martis Gomalan Brass, il Maurizio di Fulvio Trio e tante altre. Successo anche per i comici Dario Cassini e Dario Vergassola e, quest’anno, per la spumeggiante compagnia de La Pola. Ethnòs ha anche dato spazio ad alcuni grandi interpreti del teatro italiano come Arnoldo Foà e Paola Gassman. L’edizione 2012 ha proposto due stupendi appuntamenti con il jazz, quello con il Labay Quartet straordinario gruppo musicale composto da musicisti provenienti da svariati stili musicali e il Forboni Quartet, una formazione originale e unica nel suo genere, composta da quattro tromboni e una batteria. Per la musica classica hanno partecipato i solisti del Teatro Lirico di Cagliari e, come già detto, la chiusura del festival è toccata al coro Santa Cecilia di Arborea. La manifestazione martese, fortemente voluta dalle due amministrazioni comunali che si sono succedute in questi anni, quella guidata da Piero Solinas e poi da due anni a questa parte da Tiziano Lasia, rappresenta un’assoluta novità musicale in questo territorio che purtroppo non riesce a programmare ed ospitare generi musicali poco diffusi come il jazz ma proprio per questo raccoglie tanti piccoli gruppi di appassionati che arrivano a Martis dai centri vicini e persino da Sassari, nonostante le non facili condizioni di viabilità attorno a questo piccolo ma vivace centro dell’Anglona. Labay Quartet Presepe nella chiesa dellʼAssunta a Nulvi Presepe vivente a Nulvi Iniziativa che coinvolge un gran numero di giovani di M.T. Q uest’anno a Nulvi le celebrazioni natalizie saranno allietate da una bella iniziativa voluta fortemente da don Pietro Pruneddu che è riuscito a coinvolgere un gran numero di giovani e di ragazzi del paese. Si tratta del presepe vivente che verrà allestito la sera di domenica 6 gennaio attraverso otto diversi momenti che raccontano la nascita di Gesù, dall’infanzia di Maria alla visita dei Re Magi. Un lavoro impegnativo e certosino la cui preparazione è iniziata da diverse settimane e che vedrà coinvolti oltre i ragazzi anche la Confraternita della Santa Croce, il Coro di Nulvi e l’associazione culturale “Albatros”. Diversi momenti che verranno interpretati da decine di piccoli figuranti in otto grandi allestimenti che si snoderanno in altrettanti angoli del centro storico, privilegiando la vicinanza alle belle chiese seicentesche che sorgono all’interno del centro abitato. Nei pressi della chiesetta di San Giovanni Battista sarà predisposto il momento dedicato ai Profeti, con Isaia e San Giovanni Battista interpretati da due giovani del posto. La chiesa di San Filippo ospiterà invece l’allestimento de L’infanzia di Maria e la vicina chiesa di Nostra Signora del Rosario quello de L’annunciazione. Nella piazzetta attigua all’ex convento di San Bonaventura (Cunventu ‘e subra) verrà ricordato invece Il censimento e tutt’intorno, nei vicoli della zona più antica del paese, saranno allestite le diverse osterie che insieme racconteranno il momento cosiddetto de “Sa Notte Santa” con ricostruzioni della vita del paese. Nella piazza di Santa Tecla il momento della Nascita del Bambino Gesù e nei pres- si la Visita dei pastori e infine quella dei tre Re Magi. Durante ogni rappresentazione, che sarà illuminata soltanto dalle fiaccole, i ragazzi del catechismo reciteranno i brani del Vangelo in lingua sarda e canteranno i tradizionali canti natalizi. Altrettanto faranno i coristi della Confraternita di Santa Croce e del Coro di Nulvi. “Oh Babbu nostru divinu, de chelu e terra potente, sos tres re de oriente, abboiesin fin’a caminu, ca fu nadu su Bambinu…“. Il presepe itinerante si aprirà alle 17 quando, all’imbrunire, le fiaccole e le candele consentiranno di rendere ancora più suggestive le rappresentazioni. 16 ALLURA &AGNGLONA Libro “In Luras” Nelle foto stupende, la memoria del paese T ante immagini sono presenti nel volume “In Luras”, che è stato presentato sabato 1 dicembre. Presenti i due curatori Sebastiana Munerato e Sebastiano Depperu, il sindaco Marisa Careddu e la responsabile del progetto Francesca Porcu per Sardegna Documenta. La pubblicazione rientra nel progetto di recupero degli archivi fotografici comunali, voluto dalla Biblioteca di Sardegna di Cargeghe. Il progetto, che ha già coinvolto nel corso dell’ultimo triennio quasi duecento paesi del territorio regionale, facendo registrare circa ottantamila visitatori, prevedeva la raccolta e la pubblicazione in cataloghi monografici, uno per ogni paese, di repertori fotografici anteriori al 1959. Sono state raccolte circa 500 immagini donate da 75 nuclei familiari del paese. 280 sono state selezionate ed inserite in “In Luras”. Anno XX n. 9 31 dicembre 2012 cultura e spettacolo L’obiettivo primario del progetto è quello di conservare, attraverso le immagini, la memoria del paese di Luras, almeno per quanto concerne il primo cinquantennio del ventesimo secolo. “Chi avrà modo di trovarsi tra le mani questo libro – spiegano i curatori – avrà, qualora lo volesse, la possibilità di provare le emozioni che queste immagini trasudano ma, anche, un senso di profonda gratitudine per chi ci ha preceduto: un senso di ringraziamento per chi ha fatto e scritto la storia di Luras; per chi, ora, nella maggior parte dei casi, non c’è più. Loro sono i veri protagonisti indiscussi di questo libro”. Durante il periodo della ricerca delle foto, si è potuto apprezzare, dunque, non solo l’aspetto privato di una Comunità piccola come Luras ma, anche, la sua storia, le sue tradizioni e la sua cultura – a tratti – diversa dal resto degli altri centri galluresi. Il libro si può acquistare dai curatori oppure inviando una mail all’indirizzo [email protected] con l’indicazione del titolo “In Luras” e il proprio recapito postale. L’invio avverrà nell’ordine di 24 ore mediante posta raccomandata contrassegno senza alcun addebito delle spese di spedizione. L’ordine si può fare anche chiamando al numero di telefono 079/345163 (dal lunedì al venerdì, ore 9-13). “L’Atteso”… un amore che toccò l’Infinito I l gruppo teatrale dell’oratorio San Domenico Savio di Moneta , da alcuni impegnato in una esperienza che coinvolge piccoli e grandi e presenta spettacoli in vari paesi della Gallura, nasce nel 2006 per ispirazione di alcune catechiste in collaborazione con don Andrea Domanski. I ragazzi, con le loro capacità, si sono specializzati in spettacoli musicali. Dopo il grande successo de “Il Risorto”, una rivisitazione in chiave rock della Passione di Cristo,presentato nel Marzo 2011 nella parrocchia di N.S. de La Salette, il gruppo teatrale si è presentato con un nuovo musical: “L’Atteso”, non un semplice musical di Natale, ma la storia della Sacra Famiglia vista attraverso la storia d’amore più grande mai esistita, quella tra Giuseppe e Maria dove, alla fine, in Giuseppe vincerà la fede, la fiducia nell’incredibile racconto di Maria, e saprà riconoscere nel nascituro il figlio di Dio. Ovviamente, “L’Atteso” narra della nascita di Gesù Bambino; un’opera rock, firmata Daniele Ricci, sul tema della speranza, fede e amore con canti e danze adeguate al nostro tempo e costumi realizzati dagli stessi. Tutto studiato minuziosamente e con rigore, Olbia, “LʼAtteso” a La Salette esaltando la scena finale della venuta e il riconoscimento del Messia con grande emozione. Lo spettacolo è stato proposto solo in tre località: alla Maddalena, ad Arzachena e ad Olbia nella parrocchia di N.S. de La Salette il 16 Dicembre dopo la Novena di Natale, accolti dal parroco don Gianni Sini che ha ringraziato sottolineando il piacere di poterli ospitare per la seconda volta. Nella stessa chiesa, tra le tante iniziative organizzate in occasione del Natale, si è tenuto il concerto del coro dei bambini della scuola elementare San Vincenzo mercoledì 19 Dicembre e diretto da Maria Grazia Garau a cui hanno partecipato i genitori dei ragazzi e tanti piccoli fans. Il 23 Dicembre, l’atteso concerto di Natale organizzato dall’Associazione Corale “Lorenzo Perosi”. Il III festival Corale di Natale ha visto come protagonisti il coro polifonico “Lorenzo Perosi”, il coro Gregoriano “Apeiron”; il coro “Olbia Folk Ensemble”, l’Orchestra dell’indirizzo musicale scuola media “Ettore Pais” , il coro dell’Azione Cattolica di San Simplicio e i cori Liturgici della Sacra Famiglia e dei bambini di San Michele Arcangelo e di N.S. de La Salette. Sono stati proposti brani della tradizione classica sul Natale e quelli della tradizione sarda. Il pubblico numeroso ha gradito questa serata prettamente natalizia. A Tempio il Vescovo incontra imprenditori e autorità Scambio di auguri in un clima di fraternità e amicizia di Paolo Contini I n un clima disteso e fraterno, monsignor Sebastiano Sanguinetti, vescovo di Tempio Ampurias ed amministratore apostolico della diocesi di Ozieri, ha rivolto alle autorità civili e militari e agli imprenditori del nostro territorio il suo saluto augurale per le prossime festività natalizie. Un’occasione importante per fare un punto sulla situazione della nostra società gallurese, colpita come tutti gli altri da una tremenda crisi che, come ha ben detto il vescovo “non può essere considerata solo dal lato economico”. L’origine di tanta confusione nasce dalla grave perdita di quei valori fondanti su cui si era sempre retta la nostra società. La politica come l’economia, la sanità come la magistratura, nessuno può essere veramente buono e giusto se manca il principio dell’accoglienza e dell’amore verso il prossimo. Il Natale è l’occasione per accogliere Gesù nelle nostre case, attraverso il presepe, e nei nostri cuori attraverso una sincera adesione alla vita cristiana. Il Natale è una grande festa che deve portare luce in tutti noi, ma che deve anche aiutarci a ritrovare la speranza, condizione essenziale anche per l’uscita da questa forte crisi. Dopo un intenso e ricco discorso del vescovo è intervenuto il procuratore della Repubblica, il dottor Rossi, che a nome di tutti i convenuti ha ricambiato gli auguri e gli auspici per un buon Natale e per il saggio inizio di un nuovo anno.