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L'ENERGIA ELETTRICA
Area
Trieste
iServizi
Supplemento
Iniziative
per lo Sviluppo
Sostenibile
NUOVA
EDIZIONE
2013
iQuaderni
CONTENUTI
3 Tutto è energia!
4 Energia: il motore della società
5 Combustibili fossili efficienti ma inquinantii
6 Fonti non rinnovabili
8 Sole, vento e acqua: fonti energetiche alternative
12 L'illuminazione pubblica ha oltre un secolo di vita
14 Nove impianti di generazione producono energia pulita
16 Dalla rete nazionale alla presa domestica: il viaggio dell'energia
18 Consigli per il risparmio e la sicurezza
Nelle pagine centrali l'illustrazione "Rete elettrica"
Tutto è energia!
Energia: è un termine che ha
origini molto lontane, in greco
antico significa attivo, efficace;
opera, lavoro.
Il concetto di energia è molto
ampio ed è complesso darne
una definizione, ma ci viene in
soccorso la fisica, che lo spiega
come la “capacità di un corpo o
di un sistema di compiere lavoro”: un veicolo che si muove, chi
sposta un oggetto, un bambino
che rincorre un pallone, un torrente che scorre lungo le pendici di un monte.
L’uomo, come tutti gli esseri viventi (piante, animali, microrganismi), ha bisogno di energia
per vivere. Il corpo umano stesso è un insieme complesso di
meccanismi che ci tengono in
vita compiendo lavoro, dunque
tutti noi senza accorgercene gestiamo una notevole quantità di
energia.
La vita e i suoi processi sono
basati sulla trasformazione, l’utilizzo, l’immagazzinamento e il
trasferimento di energia.
Perciò lo sviluppo della nostra
società, l’aumento della popolazione e della ricchezza a disposizione, dipendono in massima
parte dalla capacità dell’uomo
di scoprire e utilizzare a proprio
vantaggio le fonti energetiche
presenti in natura: a ogni tappa
significativa del progresso corrisponde un aumento della quantità di energia disponibile per
l’uomo.
Può sembrare strano, ma per
quasi 10.000 anni la quantità di
energia a disposizione dell’uomo è cresciuta di poco, per poi
aumentare in modo considerevole solo con la rivoluzione industriale alla fine del ‘700.
Per gran parte della sua storia,
l’umanità ha basato il proprio
sviluppo sullo sfruttamento della forza umana e animale. La
svolta fondamentale è coincisa
con la scoperta delle fonti di
energia fossile - carbone, gas e
petrolio - da lì in poi l’umanità
ha conosciuto un progresso formidabile.
La vita
e i suoi processi
sono basati
sulla trasformazione,
l’utilizzo,
l’immagazzinamento
e il trasferimento
di energia
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ENERGIA ELETTRICA:
IL MOTORE DELLA SOCIETà
Ogni cosa che utilizziamo per lavorare, studiare o per divertirci
utilizza qualche forma di energia. L’energia può essere dovuta a diverse cause e si presenta sotto
varie forme: energia meccanica,
energia termica, energia chimica,
energia elettrica, energia raggiante, energia nucleare.
Una delle principali caratteristiche dell’energia è la sua capacità di trasformarsi da una forma
all’altra.
La fisica ci spiega questa proprietà attraverso il “primo principio
della termodinamica”, anche detto “di conservazione dell’energia”,
4
secondo cui l’energia non si crea,
né si distrugge, ma si trasforma
da una forma di energia a un’altra.
L’uomo, sfruttando questo principio, ha inventato sistemi capaci
di trasformare le varie forme di
energia in funzione delle proprie
esigenze, in particolare per la produzione di elettricità.
Grazie alla costruzione di macchine (a esempio le dinamo, gli alternatori, i motori elettrici, gli accumulatori, le pile, i motori termici,
ecc.), è stato possibile migliorare il
livello della qualità della vita.
Senza queste invenzioni, molte azioni comuni non sarebbero
possibili e la nostra vita sarebbe
profondamente diversa.
Come sarebbe la nostra vita senza
la luce nelle case o nelle strade,
senza gli elettrodomestici, i computer, i nuovi strumenti di comunicazione o i mezzi di trasporto di
cui disponiamo?
L’energia elettrica è il motore della nostre attività quotidiane. Per
rendercene conto è sufficiente
osservare il nostro disagio quando viene a mancare anche solo
per pochi minuti: proprio in questi rari casi ci accorgiamo che si
tratta di un bene prezioso, da non
sprecare assolutamente.
Combustibili fossili
efficienti ma inquinanti
Nel mondo circa l’80% del fabbisogno di energia è soddisfatto bruciando combustibili fossili. Queste sostanze
originate dalla lunghissima decomposizione di materiale organico (resti animali e vegetali di milioni di anni fa)
sono le fonti più diffuse poiché sono molto efficienti,
per la capacità di liberare una quantità di energia molto
grande in rapporto al loro peso, e relativamente semplice da usare: possono essere trasportati, messi in magazzino e utilizzati quando servono.
L’uso massiccio dei combustibili fossili come fonte di
energia comporta, però, diversi svantaggi.
Il loro utilizzo ha un forte impatto ambientale, perché
bruciando producono anidride solforosa, polveri, ossidi
di azoto e anidride carbonica, tutte sostanze che contribuiscono ad alterare l’equilibrio degli ecosistemi.
Inoltre, la loro disponibilità in natura non è illimitata, si
definiscono fonti non rinnovabili, perché presto o tardi
sono destinate all’esaurimento e la formazione di queste
materie richiede migliaia di anni.
L’utilizzo dei combustibili fossili, oltre all’aumento dei
gas serra (sopratutto anidride carbonica) nell’atmosfera,
provoca anche altri tipi di inquinamento, come lo smog
e la formazione di piogge acide.
Effetto serra
Piogge acide
Smog
Il nostro pianeta è avvolto da un
involucro gassoso: l’atmosfera,
formata dai cosidetti gas serra,
che assorbono i raggi infrarossi riflessi dalla superficie terrestre e la
riscaldano. Se non ci fosse l’atmosfera la Terra avrebbe una temperatura media di circa -20° C. Negli
ultimi decenni, però, le attività
dell’uomo stanno causando un
effetto serra aggiuntivo rispetto a
quello naturale, compromettendo gli equilibri del nostro clima.
Carbone e derivati del petrolio
bruciando producono anche ossidi di zolfo e di azoto, composti che reagendo con il vapore
acqueo presente nell’atmosfera,
formano rispettivamente acidi di
zolfo e di azoto, sostanze inquinanti che possono cadere a terra insieme alla pioggia. Queste
piogge inquinate dette piogge
acide hanno già provocato vari
danni: distrutto foreste e coltivazioni, avvelenato laghi e fiumi.
La parola smog deriva dalla fusione dei nomi inglesi “smoke”
(fumo) e “fog” (nebbia). è costituito da sostanze formate da reazioni chimiche complesse dovute all’interazione tra la luce del
Sole e i fumi derivati dalla combustione del carbone e dei derivati del petrolio. Lo smog risulta
nocivo alla salute dell'uomo, irritante per gli occhi e per le vie respiratorie, ma anche per le piante e per gli ecosistemi acquatici.
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FONTI NON RINNOVABILI
CARBONE
PETROLIO
è il combustibile più antico. I giacimenti si sono formati 350 milioni di anni fa da immense foreste ricoperte nel corso delle ere da strati di sedimenti; grazie
all’azione combinata di pressione, alte temperature e
microrganismi, questo materiale vegetale si è trasformato in carbone.
Il potere calorifero dei carboni è correlato al periodo geologico in cui si sono formati.
Tanto più i carboni sono antichi, tanto più aumenta la
percentuale di carbonio contenuta, che ne determina
il potere calorifero.
Il carbone è stato il primo combustibile impiegato
dall’uomo per la produzione su vasta scala di energia
elettrica, permettendo lo sviluppo della rivoluzione
industriale verso la fine del ‘700.
Si tratta della fonte più abbondante e meglio distribuita sul nostro pianeta e, per questo motivo, è il
combustibile maggiormente utilizzato nelle centrali
elettriche di tutto il mondo.
Di contro, però, è molto inquinante, poichè contiene
zolfo, che bruciando produce anidride solforosa, responsabile delle piogge acide.
Il petrolio è una sostanza che si trova all’interno di
alcuni giacimenti sotterranei entro gli strati superiori
della crosta terrestre, formatisi circa 65 milioni di anni
fa in ambienti marini caldi e poco profondi, grazie
alla lenta decomposizione di organismi animali e
vegetali.
Il petrolio accompagna la storia dell’uomo da secoli:
gli antichi lo utilizzavano per produrre bitume e per
alimentare le lampade
Oleosa e densa, questa miscela di idrocarburi è denominata anche “oro nero”, visto il suo elevato costo
d’acquisto.
L’industria petrolifera nacque a metà dell'ottocento
negli Stati Uniti.
Il petrolio e alcuni dei suoi derivati (benzina, cherosene, nafta, gasolio, ecc.) sono impiegati come combustibile per mezzi di trasporto, macchinari e centrali
termoelettriche; inoltre, la sua importanza è ancora
più notevole se pensiamo che è una delle materie
prime maggiormente sfruttate dall’industria chimica
per la produzione di plastica, vernici, fibre sintetiche,
medicinali, concimi, materiali da costruzione, ecc.
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GAS NATURALE
ENERGIA NUCLEARE
Il metano è un gas naturale inodore, incolore e insapore.
Ha un potere calorifico elevato (11.000 kcal/m3), che
gli permette di bruciare senza lasciare residui nei fumi
della combustione: per questo motivo è considerato
uno degli idrocarburi meno inquinanti.
Come gli altri combustibili fossili, il metano si è formato in seguito alla decomposizione di sostanze organiche operata da microrganismi che vivono in assenza
d’aria (batteri anaerobi).
Spesso lo si trova in prossimità dei grandi giacimenti
di carbone e di petrolio, ma, in alcuni casi, può raggiungere anche altre parti del sottosuolo, perché si
sposta con facilità in forma gassosa attraverso le fessure delle rocce.
Il gas naturale è una delle principali fonti utilizzate per
produrre energia elettrica.
Può essere utilizzato in diverse tipologie di centrali:
termoelettriche tramite l’utilizzo di turbine a vapore,
centrali a turbogas, utilizzando normali turbine a gas,
e nelle centrali a ciclo combinato. Queste ultime sono
le più ecologiche.
L’energia che si ottiene bruciando i combustibili
fossili è energia chimica, cioè si ricava dalla rottura
e ricomposizione dei legami chimici che tengono
insieme gli atomi e le molecole di cui è composta la
materia.
Invece, l’energia che si ottiene dalla rottura (fissione)
e ricomposizione dei legami tra le particelle che formano la parte interna dell’atomo di uranio: il nucleo,
costituito da protoni e neutroni, è di tipo nucleare.
L’energia che si ottiene dalla fissione di un atomo di
uranio equivale all’ energia ricavata dalla combustione di 2 tonnellate di petrolio.
Nell’Unione Europea. circa il 14% dell’energia è ottenuta dal nucleare, in Francia circa il 70% dell’energia
è di questo tipo.
In Italia non si produce più energia elettrica dal nucleare per scelta popolare (referendum 1987), ma
gran parte dell’energia importata è di questo tipo.
Il dibattito sull’opportunità di un ritorno al nucleare
è di grande attualità. Il problema più controverso è
la gestione delle scorie radioattive che è necessario
depositare in luoghi sicuri per migliaia di anni.
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SOLE,
VENTO E ACQUA:
FONTI ENERGETICHE
ALTERNATIVE
L’Unione Europea ha individuato nelle fonti energetiche rinnovabili non fossili le risorse adeguate a garantire la riduzione graduale dell’attuale stato di inquinamento dell’aria e quindi dell’effetto serra. Gli obiettivi
comunitari, molto ambiziosi e vincolanti, prevedono
che entro il 2020 si arrivi ad ottenere:
• una riduzione del 20% delle emissioni di anidride
carbonica (CO2), rispetto ai livelli del 1990;
• un contributo pari al 22% della domanda di energia
primaria dell’Europa fornito dalle rinnovabili.
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Il SOLE è un corpo celeste in grado di produrre luce e calore
grazie alle reazioni di fusione nucleare che avvengono nel suo nucleo e che trasformano l’idrogeno in elio, producendo un’enorme
quantità di energia.
L’energia solare è inesauribile, è gratuita, è abbondante e non inquina.
Di contro, però, è una fonte non continua, sparisce di notte e quando è nuvoloso; il costo degli apparecchi che producono energia
col sole per usi industriali è circa 10 volte maggiore rispetto ai
combustibili tradizionali e per produrre buoni quantitativi di elettricità è necessario coprire grandi aree con pannelli fotovoltaici.
Per questo il sole è ancora oggi una delle fonti minori e il suo sfruttamento è limitato a consumi di tipo casalingo.
Il VENTO è un movimento di masse d’aria causato dalla differenza di pressione atmosferica tra due zone contigue, dovuta a un
diverso riscaldamento solare.
Le masse d’aria calda, più leggera, salgono e il loro posto è occupato da masse d’aria fredda, più pesante, che scendono.
I Paesi che si affacciano sull’Oceano Atlantico o sul Mare del Nord,
sfruttano l’energia eolica mediante aerogeneratori: sorta di giganti
pale di mulini, che sfruttano la forza del vento per produrre energia meccanica (la rotazione delle pale), a sua volta trasformata in
energia elettrica mediante una turbina. è europeo il 54,6 % della
potenza eolica complessiva installata nel mondo.
L’impatto paesaggistico di questi impianti è notevole e i costi di
realizzazione sono molto elevati.
L’ACQUA presente sulla superficie terrestre (mari, fiumi, laghi e
altri bacini) a causa del riscaldamento solare, evapora, dando vita
alle nubi. Quando si raffredda, il vapore acqueo contenuto nelle
nuvole condensa e ricade al suolo sottoforma di pioggia, grandine o neve, alimentando così le risorse idriche del nostro pianeta.
L’uomo ha imparato a produrre energia elettrica sfruttando l’acqua
proveniente da fiumi e laghi, che è raccolta in grandi invasi artificiali (serbatoi naturali) creati mediante la costruzione di imponenti
dighe. Una volta raggiunto un certo livello all’interno del bacino,
l’acqua è fatta cadere da un’altezza considerevole all’interno di una
condotta che la trasporta alla centrale idroelettrica: qui, il potente
getto d’acqua fa girare una turbina accoppiata a un alternatore
che, ruotando, produce energia elettrica.
è l’energia rinnovabile più utilizzata. Di contro i bacini artificiali
hanno spesso un significativo impatto ambientale, modificando
l’equilibrio idrogeologico e gli ecosistemi.
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L'ILLUMINAZIONE PUBBLICA
HA OLTRE UN SECOLO DI VITA
12
Le origini della distribuzione
dell’energia elettrica a Trieste
risalgono al 1898, quando il
Comune istituisce, nella sede
di via Broletto, l’Officina del Gas
Illuminante, dando inizio alla produzione di energia elettrica destinata all’illuminazione pubblica.
Il 19 ottobre 1898 ha luogo la prima prova di illuminazione pubblica notturna, in alcune zone
centrali della città.
In quello stesso periodo, l’energia
elettrica iniziò a essere utilizzata
anche per l’illuminazione privata,
la forza motrice, e dal 1900, per i
primi trasporti pubblici.
Dal 1920, vista la crescente domanda di energia elettrica, si decide di ricorrere all’acquisto di
energia dalla società Selveg.
A livello nazionale, nel 1962, il
Parlamento italiano approva la
statalizzazione del sistema elettrico: nasce così l’Enel, Ente nazionale per l’energia elettrica, al
quale la legge riserva il compito
di esercitare le attività di produzione, importazione ed esportazione, trasporto, trasformazione,
distribuzione e vendita dell’energia elettrica.
In quel periodo, l’economia italiana è in forte crescita (si parla di
“miracolo economico”), ma l’elettrificazione della penisola prosegue a rilento, come evidenziato
dai bassi consumi elettrici pro
capite, specie se confrontati con
il resto d’Europa.
All’inizio degli anni ’60, più di
700.000 abitazioni sono ancora
prive di elettricità: tra quelle dotate di corrente elettrica, il 72%
ha il frigorifero, il 64% il televisore,
il 42% la lavatrice, il 28% lo scaldabagno elettrico e soltanto il 2%
la lavastoviglie.
Il 1966 è il primo anno in cui
la produzione idroelettrica è inferiore al 50% dell’elettricità
complessivamente prodotta: un
evento determinato dal graduale
esaurimento delle risorse idroelettriche, nonché dal forte aumento dei consumi elettrici, che
comporta il crescente ricorso alla
produzione termoelettrica, che
comporta l’impiego di petrolio e
carbone.
Nel 1967, i consumi passano a
85.412 GWh, rispetto ai 78.881
GWh dell’anno precedente, continuando a crescere costantemente fino ai primi anni’ 70, quando la
grande crisi petrolifera derivante
dalla guerra arabo-israeliana dello Yom Kippur genera una vera e
propria crisi energetica in tutto il
mondo occidentale.
Sono questi gli anni dell’ “austerity”, caratterizzati da provvedimenti volti a limitare i consumi
energetici di tutta la popolazione: “domeniche a piedi”, riduzione
dell’orario di apertura dei negozi e dell’illuminazione pubblica,
chiusura delle trasmissioni televi-
sive alle 22,45, e altri.
In questo contesto, si elaborano i
primi piani per il risparmio energetico, che prevedono l’utilizzo
di risorse rinnovabili per la produzione dell’elettricità.
La dipendenza dai paesi stranieri resta comunque elevata, se si
pensa che, nel 1981, oltre l’80%
dell’elettricità consumata in Italia
è importata dell’estero.
Con il referendum dell’87, un’opinione pubblica profondamente
scossa dal disastro di Chernobyl,
decreta la fine della produzione
energetica da fonte nucleare, che
nel nostro Paese risaliva ai primi
anni sessanta.
Questa scelta fu compensata con
l’aumento dell’utilizzo di combustibili fossili e con un incremento delle importazioni ulteriore a
quello già necessario ogni anno
a coprire il generale aumento dei
consumi.
Durante gli anni ’90, l’aumento
costante del costo del petrolio
e la sempre più diffusa coscienza ecologica, determinano un’attenzione crescente per le fonti
rinnovabili.
Il 19 febbraio 1999 il Consiglio
dei ministri approva il decreto di
liberalizzazione del mercato elettrico, “decreto Bersani”, rendendo
libere le attività di produzione,
importazione, esportazione, acquisto e vendita di energia elettrica.
13
NOVE impianti di generazione
producono energia pulita
Centrale termoelettrica di
Elettrogorizia
ElettroGorizia
Nel Comune di Gorizia, AcegasAps detiene il 50%
della capacità produttiva della centrale termoelettrica
alimentata a metano di Elettrogorizia, che nel 2009
ha ottenuto l’autorizzazione a produrre una potenza
pari a 57,3 MW.
E’ una centrale a “ciclo combinato”, che grazie all’impiego di sofisticate tecnologie, sfrutta l’unione di due
cicli tecnologici, uno compiuto da aria e gas naturale
(ciclo a gas) e l’altro compiuto da acqua e vapore (ciclo
a vapore), per la produzione di energia elettrica ad alto
rendimento. L’impianto è in grado di produrre all’incirca 250 GWh/anno.
Impianti di turboespansione
di Padova e San Giuseppe
della Chiusa a Trieste
Turboespansore di Padova
Turboespansore di Trieste
14
Durante i periodi freddi dell’anno, quando i consumi
sono più elevati, i maggiori volumi di gas presenti
nella rete permettono l’entrata in funzione dei turboespansori.
Questo particolare tipo di impianto è dotato di una
turbina adibita alla produzione di energia elettrica
sfruttando il cosiddetto salto entalpico del gas.
La turbina recupera l’energia contenuta nel gas, proveniente dalla rete nazionale in alta pressione, trasformandola in energia meccanica e poi elettrica.
Il gas che ha ceduto una parte del suo contenuto energetico alla turbina, viene immesso nella rete di distribuzione cittadina in media pressione.
AcegasAps dispone di due turboespansori situati a
Padova e a San Giuseppe della Chiusa (a Trieste, nel
Comune di San Dorligo della Valle).
Nel complesso, i due impianti hanno generato nell’ultimo periodo circa 4 GWh/anno, anche se le potenzialità di entrambi sono sfruttate solo parzialmente, a
causa dei periodi caldi, durante i quali il consumo di
gas è ridotto.
Termovalorizzatori di rifiuti Errera
(Trieste) e San Lazzaro (Padova)
I termovalorizzatori sono impianti in grado sfruttare il
calore generato dall'autocombustione dei rifiuti non
riciclabili per produrre energia elettrica. Il calore infatti viene impiegato per generare il vapore necessario
al funzionamento di un gruppo turbina-alternatore.
Il termovalorizzatore di Trieste, utilizzando circa 160
mila tonnellate di rifiuti, produce circa 90 GWh/anno
di elettricità.
Quello di Padova ha una capacità di 180 mila tonellate di rifiuti e produce 106 GWh di energia elettrica
all’anno, pari al consumo di energia elettrica di 80
mila abitanti.
Termovalorizzatore di Trieste
Cogeneratori a biogas di Codevigo,
Ponte S.Nicolò (Pd) e Servola (Ts)
A Codevigo, in provincia di Padova e a Trieste, nella zona di Servola sono operativi due cogeneratori
a biogas. Impianti specifici che, tramite l’utilizzo di
batteri in appositi “fermentatori” chiusi, sono in grado
di produrre grandi quantità di biogas derivante dal
trattamento dei reflui della rete fognaria. L'impianto
di Ponte S. Nicolò sfrutta il biogas di una discarica. I
tre impianti producono in totale 2,2 GWh di energia
elettrica.
Termovalorizzatore di Padova
Impianti fotovoltaici a Broletto
Nel corso del 2011 sono stati realizzati due impianti
fotovoltaici nel comprensorio aziendale di Broletto,
a Trieste. Il primo, di potenza di picco pari a 20 kW,
è stato realizzato sul tetto della palazzina uffici e
realizza uno “scambio sul posto” dell’energia elettrica prodotta, che è utilizzata per le esigenze della
stessa palazzina, riducendo il prelievo di energia
dalla rete; il secondo ha una potenza di picco di
63 kW e tutta l’energia prodotta è immessa in rete.
I due impianti nel corso del 2011 hanno prodotto
complessivamente 0,037 GWh.
Coogeneratore di Ponte S.Nicolò
15
Dalla rete nazionale
alla presa domestica:
il viaggio dell’energia
La sala di regia all'interno della
centrale operativa di Broletto
16
Ogni giorno, per far fronte alla crescente domanda energetica della
nostra società, centinaia di megawatt (unità di misura dell’energia
elettrica) viaggiano dagli impianti
di produzione ai luoghi di utilizzo
attraverso una rete di elettrodotti.
Sempre più spesso gli elettrodotti
sono interrati per ridurre l’impatto
sull’ambiente.
In prossimità dei centri abitati,
l’elettricità è “accolta” dalle stazioni
di ricezione dove i trasformatori
riducono la tensione, da alta a media (10.000 volt).
Prima di poter essere utilizzata
dai clienti, l’elettricità giunge alle
cabine secondarie di trasformazione, dove la sua tensione è ulteriormente abbassata. A seconda delle specifiche esigenze dei
clienti (abitazioni, laboratori artigianali, impianti industriali, illuminazione pubblica, ecc.), la corrente è distribuita in bassa tensione a
230 volt o a 400 volt.
Per la rete della città di Trieste, l’in-
tero processo di ricezione, trasformazione e distribuzione dell’energia elettrica è costantemente
sorvegliato mediante telecontrollo della sala di Broletto. Grazie a
questo sofisticato sistema elettronico, i tecnici di AcegasAps
dispongono di informazioni aggiornate in tempo reale sul funzionamento dell’intera rete cittadina; in questo modo è possibile
intervenire prontamente in caso
di guasti e limitare l’eventualità di
interruzioni di corrente elettrica.
AcegasAps gestisce il servizio
elettrico (compresa l’illuminazione pubblica) all’intero territorio
del Comune di Trieste, per un totale di circa 142.000 clienti, compresi quelli serviti in media tensione.
L’energia distribuita supera gli 800
GWh e la rete di distribuzione di
AcegasAps è composta da 3,8
chilometri di cavi in alta tensione,
630 chilometri in media tensione
e 1.100 in bassa tensione.
Il Gruppo
AcegasAps
nel mercato
libero
dell’energia
Il Decreto Bersani (Decreto
Legislativo n°79/1999) ha
sancito la liberalizzazione del
mercato dell’energia elettrica.
Le attività di produzione,
importazione, esportazione,
acquisto e vendita di
energia elettrica sono
diventate libere, nel
rispetto degli obblighi di
servizio pubblico; mentre
le attività di trasmissione e
dispacciamento restano di
competenza allo Stato ed
attribuite in concessione
al gestore della rete di
trasmissione nazionale
(GRTN); infine l’attività di
distribuzione viene svolta
in regime di concessione
rilasciata dal Ministero
dell’industria, del commercio
e dell’artigianato. Dal 1° luglio
2004 è stato liberalizzato
il mercato dei clienti non
domestici, ovvero aziende e
professionisti con partita IVA.
Mentre l’accesso al
mercato libero per tutti i
consumatori è possibile dal 1°
luglio 2007.
Il Gruppo AcegasAps vende
l’energia elettrica ai clienti
del mercato libero tramite
la società Estenergy, mentre
la controllata AcegasAps
Service si rivolge ai clienti
vincolati.
Fonti rinnovabili
Il Gruppo AcegasAps
considera la sensibilità per
la salvaguardia della salute
dell’ambiente e dell’uomo un
vantaggio competitivo.
Dalla consapevolezza che
il concetto di sostenibilità
ambientale è ormai
imprescindibile per le
imprese e le amministrazioni,
il Gruppo da alcuni anni è
impegnato nello sviluppo
di iniziative legate alla
produzione di energia
elettrica da fonti rinnovabili e
al risparmio energetico.
Il Gruppo conduce la propria
attività di ricerca e sviluppo
nel rispetto dei principi
sanciti dal protocollo di Kyoto
-secondo cui le costruzioni
dovranno trasformarsi in sedi
di produzione decentrata di
energia pulita e inesauribilecon l’obiettivo di trovare
le soluzioni più adeguate
per arrivare a produrre la
maggiore quantità possibile
di energia riducendo le
emissioni di gas serra.
L' energia elettrica è
prodotta dalle seguenti fonti
rinnovabili:
• FOTOVOLTAICO
• BIOGAS e BIOMASSE
• IDROELETTRICO
• TURBOESPANSIONE
17
Consigli per il risparmio e la sicurezza
Per illuminare
sono da preferire
le lampade
a scarica
fluorescente:
consumano 5
volte meno.
Per un utilizzo
intelligente degli
elettrodomestici,
si consiglia la loro
accensione nelle ore
non di punta, cioè tra
le 19 e le 8 del mattino
seguente.
Non usare e non
tenere vicino
apparecchi
collegati alla rete
elettrica (stufe, radio
e asciugacapelli)
quando si è a
contatto con
l’acqua.
Non stirare
e non usare
il phon con
mani bagnate
o a piedi nudi.
Non togliere la spina
da una presa tirando
il filo, si potrebbe
causare il distacco
della presa dal muro
e un conseguente
cortocircuito.
18
Non tenere
mai i piccoli
elettrodomestici
in stand-by.
Al momento
dell'acquistopreferisci
gli elettrodomestici più
efficienti ovvero quelli
in classe A.
Evitare di collegare su una
sola presa elettrodomestici
che assorbono troppa
corrente; se proprio c’è
bisogno di attaccare più
spine a un’unica presa,
utilizzare le “ciabatte”a
norma.
iQuaderni
iServizi
Speciale de iServizi
Testi di Marco Gerometta e Chiara Crestani
Fotografie e grafica di Damiano Rotondi
Vignette di Marco Frison
Illustrazione delle pagine centrali di Lucio Delconte
Registrazione al Tribunale di Padova n. 1738 del 18.4.2001
Direttore responsabile Maurizio Stefani
Editore AcegasAps SpA Trieste
Ristampa dicembre 2012
Stampa Grafiche Gemma - Camposampiero PD
AcegasAps
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