L`INDUSTRIA CALZATURIERA ITALIANA
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L`INDUSTRIA CALZATURIERA ITALIANA
L’INDUSTRIA CALZATURIERA ITALIANA – Preconsuntivo 2013 *(I dati relativi all’andamento di produzione, prezzi e ordini sono stati elaborati sulla base dei risultati dell’indagine campionaria svolta presso gli Associati). Introduzione I dati di preconsuntivo descrivono il 2013 come un anno interlocutorio, in cui – accanto al discreto andamento delle vendite estero – i consumi interni hanno registrato una flessione che, per intensità, non trova riscontri analoghi nella serie storica dell’ultimo ventennio. La spesa delle famiglie continua a essere frenata dalla ristrettezza del reddito disponibile e dall’elevata incertezza sulle prospettive del mercato del lavoro. La tenuta delle vendite in Unione Europea – grazie in particolare ai buoni risultati conseguiti in Francia, che si è confermata il principale mercato di sbocco – e soprattutto il trend favorevole fuori dai confini comunitari (+8,5% in valore) hanno permesso, per il quarto anno consecutivo, una crescita a doppia cifra del saldo commerciale, complice anche la stagnazione dei flussi in entrata (altro segno, questo, della debolezza della domanda interna). Grazie al volano dell’export, la produzione nazionale ha chiuso con un lieve incremento che, lungi dal recuperare i volumi antecedenti la grave crisi internazionale esplosa sul finire del 2008, ha permesso almeno di superare la soglia dei 200 milioni di paia, sotto cui si era scesi per la seconda volta nel 2012 dopo l’annus horribilis 2009. Tra le aziende, però, la situazione resta disomogenea: pur non mancando realtà in espansione o comunque in positivo recupero, per molte imprese l’anno ha consentito solo una conferma dei livelli non certo entusiasmanti del 2012. E una non trascurabile percentuale di aziende – tra cui ovviamente molte di quelle il cui portafoglio ordini presenta una quota rilevante di clienti italiani – ha denunciato a consuntivo una flessione dell’output. Il giudizio complessivo sul 2013 quindi, accanto alla soddisfazione per l’ennesimo record raggiunto in valore dalle esportazioni, non può trascurare le gravi difficoltà della domanda interna, né l’ennesima contrazione registrata sia nei livelli occupazionali che nel numero di imprese attive. Sul fronte finanziario, inoltre, lo scenario stenta a mostrare miglioramenti, sia relativamente alle condizioni di accesso al credito che nei tempi di pagamento dei clienti, allungatisi ulteriormente e con rischio elevato di insoluti. Le aspettative degli imprenditori circa l’evoluzione della congiuntura a breve risultano improntate alla prudenza, con una quota maggioritaria di indicazioni di stabilità, sia nei livelli produttivi che negli ordinativi raccolti. Il primo semestre 2014 è destinato quindi a riproporre il leitmotiv degli ultimi mesi 2013, ovvero un trend debolmente positivo della domanda estera (che potrebbe però risentire di una certa decelerazione in aree fino ad oggi trainanti, come la CSI) e un andamento ancora non positivo sul fronte interno, benché meno penalizzante rispetto ai mesi precedenti. ASSOCALZATURIFICI ITALIANI Via Monte Rosa, 21 I-20149 Milano C.F. 80027170150 Telefono + 39 02 43829.1 Fax + 39 02 48005833 [email protected] www.assocalzaturifici.it Produzione e prezzi Dopo l’avvio stentato dei primi 6 mesi, anche il quarto trimestre 2013 ha mostrato, al pari del terzo, un trend più incoraggiante delle dinamiche produttive, con un aumento attorno al 3% in termini reali. L’intero anno si è chiuso dunque – secondo i risultati dell’indagine a campione condotta da Assocalzaturifici – con un incremento medio della produzione del +1,8% in volume, invertendo la rotta dopo il calo del -4,4% registrato a consuntivo 2012, pur non riuscendo (come peraltro previsto durante la precedente rilevazione riferita ai 9 mesi) a recuperare i 9 milioni di paia prodotti in meno nel 2012 rispetto al 2011. Forse un piccolo passo verso la ripresa; sicuramente non l’avvio della stessa. Tale risultato porta a stimare la produzione nazionale 2013 in 202,1 milioni di paia. La suddivisione delle imprese intervistate in base agli incrementi/decrementi nei volumi realizzati evidenzia però, come nelle indagini precedenti, una situazione disomogenea: se il 26% degli intervistati ha indicato una stabilità sui livelli dell’anno precedente, la restante parte del campione si è divisa piuttosto equamente, con una lieve prevalenza degli ottimisti: il 36% dei rispondenti ha sperimentato una contrazione, che per il 23% dei casi si è rivelata più grave del 5%; mentre il 38% degli imprenditori contattati ha dichiarato un aumento (con un 9,5% di imprese con produzione in crescita più del 10%). Rispetto all’indagine rapida dei primi 9 mesi, la percentuale di coloro che ha evidenziato una flessione si è ridotta a consuntivo di circa 10 punti (era al 47%). La dinamica dei prezzi, in presenza di un tenore della domanda poco premiante, è risultata piuttosto contenuta, in particolare sul mercato interno (+0,8%); sui mercati esteri l’aumento risulta invece del +2,3%. Saggi di prezzo simili sono attesi per il primo semestre 2014. Combinando le dinamiche di quantità con quelle dei prezzi è possibile stimare un incremento del valore della produzione attorno al +3,3% rispetto al 2012, che porterebbe l’output a 7,36 miliardi di euro. Le risposte del campione relativamente al primo semestre 2014 vedono raddoppiare – rispetto al consuntivo 2013 – la percentuale di imprenditori che prevede invarianza nei volumi produttivi, diventando maggioranza assoluta (54%). Se da un lato diminuisce la quota di ottimisti (24%), si riduce in ugual misura anche la percentuale di rispondenti che indica una flessione (22%). In media, pur con le cautele legate al processo di stima, l’andamento dei volumi prodotti si dovrebbe attestare, in assenza di shock esogeni, tra il +0,5% e il +1%. I primi segnali del 2014 sembrano riproporre dunque lo stesso copione con cui si è chiuso l’anno precedente: in moderato aumento, cioè, rispetto ai livelli produttivi di inizio 2013. Non un grande risultato, invero, tenuto conto dell’andamento poco soddisfacente (-0,8% in quantità) registrato nella prima metà dello scorso anno. Coerentemente con quanto sopra esposto, il grado di utilizzo degli impianti – che risulta in media pari all’83% a dicembre 2013 (era all’82% nella rilevazione effettuata un anno addietro) – è previsto su livelli simili a giugno 2014. Interscambio commerciale Nei primi 11 mesi del 2013 le esportazioni italiane di calzature sono cresciute del +5,3% in valore, conseguendo l’ennesimo record, e del +2,4% in volume. Il prezzo medio al paio, attestatosi a 36,52 euro, ha fatto segnare un aumento del 2,9%, decisamente più modesto rispetto a quello dei due anni precedenti (superiore al 9%). In totale sono stati esportati, tra gennaio e novembre, 205,7 milioni di paia (quasi 4,8 milioni in più rispetto all’analogo periodo del 2012) per un valore di oltre 7,5 miliardi di euro, comprendendo come sempre tali cifre sia la vendita all’estero di produzione realizzata in Italia che le operazioni di pura commercializzazione. Il raffronto con la situazione di cinque anni addietro (primi 11 mesi 2008) evidenzia come il recupero dei livelli “pre-crisi” – già abbondantemente completato in valore, come indica 2 il +15,3% rispetto ad allora (pari a un +5,3% al netto dell’inflazione) – è ormai prossimo anche in volume: il gap si è infatti ridotto al -2%. L’analisi per trimestre evidenzia come le vendite estero – partite in sordina nei primi 3 mesi, con un +2,1% in valore e un -0,5% in quantità – abbiano ripreso vigore nelle due frazioni successive (+6,4% e +5,2% in valore rispettivamente), per poi accelerare sul finire dell’anno (il bimestre ottobre-novembre mostra un confortante +10,3% tendenziale). Aumenti generalizzati delle vendite in valore hanno caratterizzato tutte le aree, inclusa l’Unione Europea, l’unica che aveva chiuso con un segno negativo il consuntivo 2012 e la prima metà del 2013. Ma, come già in passato, sono stati soprattutto i flussi diretti fuori dalla UE a fornire una boccata di ossigeno alle aziende. Hanno avuto come destinazione un mercato extracomunitario 64,3 milioni di paia (il 31% del totale export nazionale, corrispondente però in valore al 47%, grazie ad un prezzo medio doppio rispetto a quello delle vendite ai membri UE), con un incremento complessivo del +8,5% del valore, salito a quasi 3,6 miliardi di euro. Bene il Nord America, dove hanno trovato conferma i recuperi degli Stati Uniti e del Canada (+6% e +13,3% rispettivamente in valore). In Medio Oriente, dove si distinguono gli Emirati (con un +18% in valore e un +5,2% in quantità), il buon risultato in valore, +8,8%, è accompagnato da un calo in volume pari al -7,4%. Particolarmente dinamici i mercati del Far East (+12,7%): in aumento del 27% la Cina e del 10% la Corea del Sud; Hong Kong è cresciuto in valore dell’11,2%, restando però stabile in volume. L’aggregato “Cina+Hong Kong” si è confermato il nostro settimo mercato di destinazione, con una quota sul totale export italiano pari al 5,2% in valore; era dell’1,4% un decennio addietro, nel 2000. Per il Giappone, invece, è proseguito il trend negativo del terzo trimestre: il cumulato 11 mesi è sceso a -0,7% in valore e a un risicato +1,9% in quantità. Segno positivo, infine, anche per i mercati di Est Europa e CSI (+8,9% nell’insieme). Ma per i tre più importanti – vale a dire Russia, Ucraina e Kazakistan (che pure segnano +9,2%, +7,2% e +8,8% rispettivamente) – il sentiment recente degli operatori è mutato: l’inverno mite (il gelo è arrivato solo in concomitanza coi saldi), la svalutazione del rublo sull’euro e la crescita modesta del PIL in Russia, nonché le tensioni politiche in Ucraina, fanno temere in quest’area risultati 2014 decisamente meno favorevoli, come conferma il rallentamento registrato nel portafoglio ordini dell’ultimo trimestre 2013. L’Unione Europea – qui considerata, per uniformità con le rilevazioni precedenti, ancora a 27 Paesi, con l’esclusione cioè della Croazia divenuta membro il 1° luglio scorso – ha assorbito 7 scarpe su 10, evidenziando aumenti del 2,6% in valore e del 2,1% in volume. Variazioni positive, che però non hanno permesso di compensare quanto perso nel 2012. Tra i principali Paesi comunitari è cresciuta ulteriormente la Francia (+9,5% in valore), che ha rafforzato così il primato tra i nostri mercati di sbocco; decisamente meno brillante la Germania, il cui lieve recupero (+1,8%) si inserisce su livelli pesantemente erosi negli anni recenti. Il Regno Unito cresce solo in valore (+5,4%). Pressoché stabile il Belgio (-0,9%). Negativi i Paesi Bassi (-5,2%) e la Spagna (-6,1%). Tutti i comparti merceologici hanno fatto segnare aumenti in valore rispetto a gennaionovembre 2012, pur se di varia intensità: contenuti per le pantofole (+1,5%); decisamente più favorevoli per le scarpe con tomaio in gomma (+34%), peraltro le meno rilevanti numericamente (3,6 milioni di paia). L’export delle calzature con tomaio in pelle – da sempre invece la tipologia più rappresentativa della produzione Made in Italy, dal momento che rappresenta oltre l’82% del fatturato estero settoriale – è cresciuto del 5,1%, pur con una lieve contrazione in quantità (-0,6%): 122,9 milioni di paia, 730mila paia in meno rispetto ai primi 11 mesi 2012. La disamina per tipologia mostra trend premianti per le tipologie “alte” (scarponcini e stivali in pelle): +13,3% in valore; bene, in particolare, quelli per donna. Molto più 3 modesto l’incremento per le calzature basse da passeggio (+2% complessivamente), confermatesi la voce più esportata: segni positivi in valore per quelle destinate alla clientela maschile (+4,1%) e unisex; stabili quelle per donna (+0,3%); trend sfavorevole per l’export di scarpe da passeggio in pelle per bambini/ragazzi (-5,9%, con un -18% in quantità), ancora una volta il segmento più penalizzato. Le vendite di sandali crescono solo in termini di valore, +6%, evidenziando un -8,7% in volume; sono quelli da bambino, anche in questo caso, a raccogliere i risultati più sfavorevoli. Le scarpe di sicurezza in pelle con puntale protettivo di metallo, in crescita nel primo semestre, frenano nel secondo e registrano a 11 mesi una flessione prossima al punto percentuale in valore e al -4,6% in quantità. L’import è rimasto stabile: +0,7% in volume e -0,6% in valore rispetto ai primi 11 mesi 2012, con prezzi medi in lieve calo (-1,2%). Sono entrati in Italia, tra gennaio e novembre, 285,2 milioni di paia: quasi 2 milioni in meno rispetto all’anno precedente. Il prezzo medio al paio delle calzature dalla Cina (6,21 euro) – che si conferma di gran lunga il primo fornitore, con 116,6 milioni di paia – è oltre due volte e mezzo inferiore a quello medio degli altri Paesi. Se i flussi dalla Cina risultano pressoché stabili (-0,1%, con un -2,8% a valore), l’import dagli altri competitor ha evidenziato nell’insieme aumenti decisamente contenuti (+1,3%), pur con qualche eccezione: dopo la battuta d’arresto a consuntivo 2012, in recupero la Romania (+7,1% in volume) e il Vietnam (+6,5%). In calo invece le triangolazioni operate da Paesi Bassi e Belgio (-13,5% e -9,7% rispettivamente), come pure i flussi da Tunisia (-9%) e Indonesia (-10%). Arretramento del 25% per le scarpe provenienti dall’America centro-meridionale, con il Brasile che vede ridursi del 20% i flussi verso l’Italia, con un dimezzamento in valore. A livello merceologico, sui livelli 2012 l’import di scarpe in pelle (-0,4% in quantità e +0,3% in valore), fermo poco sotto i 109 milioni di paia: tra le voci del comparto, però, crescono di oltre il 20% le importazioni di scarponcini e stivali, attestatesi a 33,8 milioni di paia; cali significativi invece, attorno al 13%, per la tipologia “passeggio”, scesa a 46,6 milioni di paia. L’aumento dell’export e la stagnazione dell’import hanno spinto il saldo attivo settoriale a 3.940 milioni di euro nei primi 11 mesi, con un incremento dell’11,2%. Ordini Il portafoglio ordini dell’ultimo trimestre 2013 conferma le evidenze emerse dalle altre variabili della congiuntura: tenue crescita complessiva (+0,6% in quantità), grazie al contributo della componente estera (+1,5% il risultato medio) e una contrazione degli ordinativi Italia (-2,1%) fortunatamente meno pesante rispetto ai mesi precedenti. Se da un lato il segno globalmente positivo degli ordini costituisce un elemento confortante – giacché avvalora le dinamiche favorevoli dell’export – dall’altro lo spessore assai ridotto testimonia le difficoltà esistenti nell’intraprendere un percorso di credibile ripresa. E infatti il carnet, cioè il periodo di produzione assicurato dagli ordini in portafoglio, appare in media di poco inferiore ai tre mesi: un risultato non certo brillante. Venendo al dettaglio per Paese, la rilevazione – condotta includendo, come consuetudine, i riordini – ha evidenziato gli andamenti più favorevoli negli USA (+3,4% su ottobre/dicembre 2012) e per la categoria residuale “Altri Paesi” (+6,3%), che comprende sia i mercati del Medio Oriente che il Far East, con l’eccezione però del Giappone, esaminato separatamente. Il mercato nipponico evidenzia un lieve assottigliamento degli ordinativi (-0,6%), in linea con le dinamiche poco premianti dell’export 2013. Nella UE, -0,8% il mercato tedesco e +0,3% gli altri membri. Frena, come anticipato, la Russia: le aziende del campione Assocalzaturifici hanno indicato in media, con riferimento al trimestre in esame, un calo degli ordini del -1,8% in volume. 4 Anche le aspettative riguardo gli ordinativi nel primo semestre del 2014 – pur da valutare con prudenza a seguito della loro natura campionaria – risultano improntate alla stabilità. Sul versante domestico, il 52% degli operatori interpellati prevede invarianza nella raccolta; ma per un non trascurabile 31% del campione è possibile una riduzione ulteriore degli ordini, a fronte del 17% degli imprenditori che ha indicato una crescita. “In lieve calo” l’indicazione di sintesi. Per quanto concerne le attese per il portafoglio “estero”, le percentuali sono migliori, benché non esaltanti: la maggioranza degli intervistati non si attende mutamenti nella raccolta ordini (62%); la quota di pessimisti si dimezza (16%), mentre gli ottimisti salgono al 22%. Dunque “stabilità/lieve aumento”. Consumi interni Il 2013 è stato per il mercato Italia un anno di grande sofferenza, per le calzature come per i comparti attigui di abbigliamento ed accessori in pelle. Per le scarpe, la contrazione degli acquisti delle famiglie è stata pari – secondo il Fashion Consumer Panel di Sita Ricerca – al -4,1% in volume e al -6,1% in valore sul 2012 (con prezzi medi in calo del 2,1%). In termini di spesa i deterioramenti della domanda più marcati hanno interessato le scarpe non sportive per uomo (-8,2%) e per donna (-7,9%). Male anche la pantofoleria (-6,3%) e le sportive/sneakers (-4%). Le calzature per bambini/ragazzi sono le uniche a mostrare un recupero in valore (+1,3%) pur evidenziando, al pari di tutte le altre tipologie merceologiche, ripiegamenti in volume (-2,8%). Le prime indicazioni circa l’andamento per canale di vendita mostrano in forte difficoltà il dettaglio indipendente multimarca – sia i negozi specializzati in calzature che i negozi di abbigliamento trattanti calzature – con flessioni tra il 10% e il 15% in quantità e addirittura tra il 15% e il 20% a valore. Confermano il trend di crescita gli acquisti online, pur rappresentando ancora solo poco più del 3% sul totale spesa (erano il 2,1% nel 2012). E’ aumentato ulteriormente il peso di sconti/svendite/saldi: già a consuntivo 2012 avevano superato la metà delle vendite complessive, in seguito al notevole aumento delle promozioni durante tutto il corso dell’anno e non solo nel canonico periodo dei saldi; nel 2013 hanno rappresentato il 57% delle vendite totali annue in volume (dal 54% dell’anno precedente) e il 52% in valore. L’analisi degli acquisti per trimestre mostra – dopo il pessimo andamento dei mesi estivi (-9,1% in spesa) – segnali di attenuazione della caduta negli ultimi 3 mesi dell’anno, che hanno chiuso comunque con una variazione tendenziale ancora negativa, sia in quantità (-1,5%) che in spesa (-3,4%). Occupazione E’ proseguito nel 2013 il calo nel numero di occupati e imprese, malgrado un’attenuazione della contrazione nella seconda metà dell’anno. I dati diffusi da Infocamere mettono in luce, con riferimento sia ai produttori di calzature finite che di componentistica per calzature (gruppo Ateco CB152), arretramenti attorno all’1,5% nel numero di addetti e di aziende attive rispetto al consuntivo 2012. Restringendo l’analisi ai soli produttori di calzature, le cifre elaborate da Assocalzaturifici sulla base dei saldi registrati dalla banca dati camerale mostrano la perdita di 1.161 posti di lavoro rispetto a dicembre 2012 (-1,5%) e un saldo negativo nel numero di calzaturifici pari a 170 unità (-3,2%), tra industria e artigianato. Il numero di addetti diretti si stima essere sceso a fine anno a 78.093 unità, distribuite in 5.186 aziende. Il numero medio di addetti per azienda risulta pari a 15,1 unità (+1,8%). Dei dati diffusi da Infocamere-Movimprese – riferiti, come anticipato, non solo ai calzaturifici ma anche ai produttori di parti di calzature – è già disponibile una disaggregazione per regione. Relativamente alla forza lavoro impiegata, tra le 7 principali regioni calzaturiere 5 hanno evidenziato una diminuzione rispetto al 2012, sebbene di diversa entità: lieve per la 5 Toscana (-64 addetti, corrispondente al -0,3%); pari a -124 addetti per l’Emilia Romagna (-2,2%); più marcata per Puglia (-413 occupati, con la flessione più grave in termini percentuali, -6,8%, che fa seguito al crollo registrato nel corso del 2012), Veneto (-776, ovvero il -5%) e Marche (-1.034 addetti, -3,3%). Per quanto concerne il numero di imprese attive, il saldo peggiore in termini assoluti si è registrato per il Veneto (-61 unità), seguito da Marche (-41) e Puglia (-37). Unico dato positivo in Campania (+18). Le attese degli imprenditori sull’andamento dell’occupazione nel primo semestre 2014 sono orientate alla conferma dei livelli attuali: l’82% del campione prevede stabilità. Minoritarie sia le indicazioni di crescita (6%) che di diminuzione della forza lavoro impiegata (12%, superiori comunque alle precedenti). Nell’analisi del ricorso agli strumenti di integrazione salariale, va premesso che in Italia le ore di Cassa Integrazione Guadagni autorizzate, con riferimento a tutti i settori, hanno registrato nel 2013 una lieve flessione complessiva (-1,4%), determinata dalla sensibile contrazione (-23%) della CIG in deroga. Per quanto concerne invece nello specifico l’Area Pelle (=calzaturifici + componentistica + pelletterie + concerie), il 2013 ha evidenziato una crescita pari al +5,3% nel numero di ore di CIG autorizzate, salite a 19,3 milioni. In calo del -7,5% la CIG in deroga; aumenti invece per le altre componenti: +5,5% l’ordinaria e +21,4% la CIG straordinaria in senso stretto. Agli incrementi tendenziali a doppia cifra dei primi due trimestri (+25,3% e +15%), ha fatto seguito una riduzione delle ore pari al -27% nel terzo trimestre, con un calo generalizzato in tutte le componenti. Negli ultimi 3 mesi 2013, però, le ore autorizzate hanno ripreso a crescere (+12,5%). Rispetto a cinque anni addietro, cioè al consuntivo 2008 (ovvero all’inizio della grave crisi economica internazionale), le ore attuali nell’Area Pelle risultano ancora superiori del 141%. Il maggior numero di ore di CIG è stato autorizzato per le aziende delle Marche e del Veneto, con 3,9 e 3,7 milioni di ore e incrementi percentuali del +21,5% e del +32% rispettivamente sul 2012; ma, tra le principali regioni a vocazione calzaturiera, aumenti consistenti si sono registrati anche per Emilia Romagna (+28,3%), Toscana (+21,5%) e Lombardia (+17,8%). In diminuzione Campania (-23%) e Puglia (-50%), anche se per quest’ultima il dato sconta il calo fisiologico legato alla forte perdita di posti di lavoro subita nell’ultimo biennio. Incassi e pagamenti Le risposte del campione relativamente all’andamento del ciclo incassi/pagamenti segnalano, come già nelle precedenti rilevazioni, un allungamento dei termini. Con riferimento ai tempi di pagamento delle forniture, le indicazioni delle imprese convergono sulla stabilità, sia sul versante estero (85% circa dei rispondenti) che su quello interno (69%). Verso i fornitori nazionali, però, un non trascurabile 27% degli intervistati ha comunque ammesso un’estensione dei termini, fenomeno che sembra avvenire in misura minore verso quelli esteri (13%). Le difficoltà di incasso dai clienti hanno indotto alcune imprese a ritardare, a propria volta, i pagamenti ai fornitori. Ben più sostenuta è invece la tendenza al rialzo dei termini di incasso: più accentuata sul mercato interno (54% degli intervistati) rispetto ai clienti esteri (27%), nei confronti dei quali prevale una certa stabilità dei tempi di riscossione (71% dei rispondenti). Le indicazioni di una diminuzione dei tempi di incasso dalla clientela risultano invece, su entrambi i fronti (nazionale ed estero), assolutamente minoritarie (inferiori al 5% del campione). I rischi che i crediti non vengano incassati, o lo siano in tempi più lunghi, amplificano i fabbisogni di liquidità, minando l’equilibrio economico e finanziario delle aziende. Al problema del ritardo dei pagamenti si aggiungono le difficoltà nel reperimento di credito bancario. L’indagine di Assocalzaturifici condotta al riguardo sul finire dello scorso anno segnalava un’evoluzione sfavorevole nel 2013 delle criticità legate all’ottenimento di 6 finanziamenti: aggravio delle garanzie richieste secondo il 39% dei rispondenti; crescita dei tassi di prestito applicati per il 42% e aumento dei costi di gestione per il 58% del campione. Conclusioni La congiuntura del calzaturiero nel 2013 è stata caratterizzata dalla dicotomia tra mercato Italia in recessione e mercati esteri in crescita (modesta ma diffusa). La forte vocazione internazionale (viene esportato oltre l’80% di quanto prodotto) ha permesso al settore di chiudere l’anno con un segno positivo nella produzione, benché modesto e insufficiente a recuperare anche solo il calo subìto nel 2012. L’incremento dell’export ha indotto un ulteriore sensibile irrobustimento del saldo attivo, favorito anche dalla stagnazione delle importazioni. Ma, nonostante questi segni positivi, la cautela prevale nei giudizi, anche alla luce di un possibile indebolimento della domanda extra-UE legato agli squilibri di diverse economie emergenti e alla forza dell’euro. Prosegue la selezione tra le imprese e persistono le tensioni sia sul fronte occupazionale – dove cala il numero degli addetti e aumenta il ricorso agli strumenti di integrazione salariale (ancora su livelli più che doppi rispetto al periodo pre-crisi) – che su quello finanziario. Le previsioni a breve circa ordinativi e produzione escludono mutamenti significativi. L’attesa ripresa è, ancora una volta, rimandata. Milano, 2 marzo 2014 7 IL 2013 IN SINTESI – stime di preconsuntivo L'INDUSTRIA CALZATURIERA ITALIANA Preconsuntiv o 2012 2013 Var % PRODUZIONE* Milioni di Euro Milioni di paia 7.122,20 198,5 7.359,72 202,1 +3,3% +1,8% EXPORT Milioni di Euro Milioni di paia 7.637,70 214,2 8.063,85 ° 219,8 ° +5,6% +2,6% (comprensivo delle reimportazioni) Milioni di Euro Milioni di paia 3.831,12 301,2 3.825,08 ° 304,9 ° -0,2% +1,2% SALDO COMMERCIALE Milioni di Euro 3.806,58 4.238,77 ° +11,4% (comprensivo delle riesportazioni) IMPORT N° AZIENDE (calzaturifici) N° ADDETTI diretti Cassa Integrazione Guadagni Area Pelle - Ordinaria Milioni di ore - Straordinaria Milioni di ore - Totale Milioni di ore 5.356 79.254 5.186 78.093 -3,2% -1,5% 5,9 12,4 18,4 6,3 13,1 19,3 +5,5% +5,2% +5,3% Fonte: Stime Assocalzaturifici * Produzione 2013= Stime di preconsuntivo sulla base dei risultati dell'indagine a campione svolta tra gli Associati; ° Export e Import: stime e proiezioni Assocalzaturifici a 12 mesi sulla base dei dati ISTAT disponibili. 8 I principali indicatori congiunturali dell’industria calzaturiera Andamento 2013 e previsioni 1° semestre 2014 ∆ Q.tà prodotte preconsuntivo 2013 1° sem. 2014 ∆ Valore produzione +1,8 stabilità/lieve aumento preconsuntivo 2013 +3,3% gen-dic 2013 +0,8% dinamica prezzi interni stabilità 1° sem. 2014 dinamica prezzi esteri gen-dic 2013 +2,3% stabilità 1° sem. 2014 Capacità produttiva dicembre 2013 83% stabilità giugno 2014 Consumi delle famiglie (spesa) gen-dic 2013 -6,1% Consumi delle famiglie (q.tà) gen-dic 2013 -4,1% Esportazioni (valore) gen-novembre 2013 +5,3% Esportazioni (q.tà) gen-novembre 2013 +2,4% Importazioni (valore) gen-novembre 2013 -0,6% Importazioni (q.tà) gen-novembre 2013 +0,7% Termini di pagamento interni lieve aumento Termini di pagamento esteri stabilità Termini di incasso interni aumento Termini di incasso esteri lieve aumento AZIENDE/ADDETTI N° aziende (dicembre 2013) Calzaturifici 5.186 (-170 su dic.2012; -3,2%) Occupazione Utilizzo C.I.G. Area Pelle I° sem. 2014 gen-dic 2013 N° addetti 78.093 (-1.161 su dic.2012; -1,5%) stabilità/lieve calo +5,3% di cui: C.I.G. ordinaria C.I.G. straordinaria totale straordinaria in senso stretto straordinaria in deroga +5,5% +5,2% +21,4% -7,5% Elaborazioni e stime Assocalzaturifici I dati relativi all’andamento di produzione, prezzi e ordini sono stati elaborati sulla base dei risultati dell’indagine campionaria svolta presso gli Associati 9 EXPORT ITALIANO CALZATURE andamento nei primi 11 mesi 2013 rispetto ai primi 11 mesi 2012 Analisi per materiale di tomaio Gennaio – Novembre 2013 Materiale di tomaio PELLE/CUOIO SINTETICO PANTOFOLE GOMMA TESS./MAT.DIV. TOTALE EXPORT VARIAZIONE % 13/12 Valore Quantità P.M. (Milioni Euro) (000 paia) Euro 6.185,25 626,31 43,97 38,58 618,63 7.512,75 122.864 46.249 8.401 3.642 24.564 205.719 50,34 13,54 5,24 10,59 25,18 36,52 Valore +5,1 +8,8 +1,5 +33,6 +3,1 +5,3 Quantità -0,6 +13,3 +1,4 +35,4 -3,9 +2,4 P.M. +5,7 -4,0 +0,1 -1,3 +7,3 +2,9 Analisi per Paese PRINCIPALI PAESI DI DESTINAZIONE Gennaio – Novembre 2013 Ranking valore 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) 17) 18) 19) 20) ... VARIAZIONE % 13/12 Valore Quantità P.M. (Milioni Euro) (000 paia) Euro Valore Quantità P.M. Francia Germania USA Svizzera Russia Regno Unito Belgio Paesi Bassi Hong Kong Spagna Giappone Cina Austria Emirati Arabi Ucraina Canada Corea del Sud Polonia Grecia Rep. Ceca 1.238,14 806,63 722,28 638,62 615,06 440,17 255,03 234,35 228,52 225,94 205,57 166,07 154,85 93,09 85,54 82,49 76,99 76,12 73,29 67,19 39.851 30.134 12.256 10.746 7.833 12.024 6.842 7.663 1.993 8.923 3.175 1.541 4.779 1.662 1.097 1.986 936 3.465 4.918 3.200 31,07 26,77 58,94 59,43 78,52 36,61 37,27 30,58 114,65 25,32 64,74 107,79 32,40 56,02 78,00 41,53 82,23 21,97 14,90 20,99 +9,5 +1,8 +6,0 +5,5 +9,2 +5,4 -0,9 -5,2 +11,2 -6,1 -0,7 +26,8 -0,2 +17,9 +7,2 +13,3 +9,9 -6,9 -4,5 +6,5 +9,8 +0,8 +5,4 +0,9 +9,3 -10,8 +1,7 -9,3 +0,5 -6,7 +1,9 +15,0 +1,0 +5,2 +11,2 +4,3 +2,7 +13,0 +8,3 +11,5 -0,3 +1,0 +0,6 +4,6 -0,1 +18,2 -2,6 +4,6 +10,6 +0,6 -2,6 +10,2 -1,2 +12,1 -3,6 +8,7 +7,0 -17,7 -11,8 -4,5 TOTALE EXPORT 7.512,75 205.719 36,52 +5,3 +2,4 +2,9 Fonte: Elaborazioni Assocalzaturifici su dati ISTAT 10 Analisi per aree geografiche di destinazione Gennaio – Novembre 2013 Valore Quantità P.M. ITALIA – EXPORT (Milioni €) Unione Europea (UE27) Altri Paesi Europei Paesi Est Europa e CSI Africa Settentrionale Altri Paesi d’Africa America Settentrionale America Centrale e del Sud Medio Oriente Altri Paesi d’Asia Oceania Diverse TOTALE EXPORT Euro 3.943,85 741,50 847,83 27,28 51,96 804,79 61,99 203,26 774,96 53,21 2,13 7.512,75 141.433 13.269 14.651 1.695 2.994 14.242 2.446 4.822 8.974 1.174 18 205.719 27,89 55,88 57,87 16,09 17,35 56,51 25,35 42,15 86,36 45,31 115,55 36,52 +2,6 +6,2 +8,9 +5,7 +2,5 +6,7 +13,6 +8,8 +12,7 +2,9 -0,9 +5,3 +2,1 +0,3 +7,1 +6,6 -13,1 +5,2 +3,3 -7,4 +7,5 +9,7 -20,1 +2,4 +0,4 +5,9 +1,7 -0,9 +17,9 +1,4 +10,0 +17,4 +4,8 -6,1 +23,9 +2,9 3.972,93 143.260 27,73 +2,6 +2,1 +0,4 Unione Europea a 28 Nota: - Unione Europea a 27 (000 paia) VARIAZIONE % 13/12 Valore Quantità P.M. = Francia, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Germania, Regno Unito, Irlanda, Danimarca, Grecia, Portogallo, Spagna, Austria, Finlandia, Svezia, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Rep.Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Bulgaria, Romania; = Ceuta, Melilla, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Isole Faer Oer, Andorra, Gibilterra, Turchia; = Albania, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Ex R.Jug. Macedonia, Serbia, Montenegro, Kosovo, Ucraina, Bielorussia, Moldavia, Russia, Georgia, Armenia, Azerbaigian, Kazakistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan; = Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Sudan; = Paesi e territori indeterminati o non specificati; punti e depositi franchi; provviste di bordo; = UE27+Croazia, divenuta membro dell’Unione il 1° luglio 2013. - Altri Paesi europei - Paesi Est Europa e CSI - Africa Settentrionale - Diverse - Unione Europea a 28 Analisi Export anno 2013 per mese e trimestre Variazioni % rispetto al 2012, in valore 20 20 +13,4 +13,1 +10,8 +10,2 10 +9,2 +10,3 10 +6,4 +6,8 +6,7 +5,2 +2,1 +0,6 0 0 -0,8 -1,8 -4,1 -10 -10 -20 -20 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov 1° Trim 2° Trim 3° Trim Ott-Nov Fonte: Elaborazioni Assocalzaturifici su dati ISTAT 11 IMPORT ITALIANO CALZATURE andamento nei primi 11 mesi 2013 rispetto ai primi 11 mesi 2012 Analisi per materiale di tomaio Gennaio – Novembre 2013 Materiale di tomaio PELLE/CUOIO SINTETICO PANTOFOLE GOMMA TESS./MAT.DIV. TOTALE IMPORT VARIAZIONE % 13/12 Valore Quantità P.M. (Milioni Euro) (000 paia) Euro 2.254,86 610,02 64,14 23,34 619,91 3.572,26 108.872 79.639 32.112 3.193 61.401 285.217 20,71 7,66 2,00 7,31 10,10 12,53 Valore +0,3 -3,7 -4,8 +2,0 -0,0 -0,6 Quantità P.M. -0,4 +1,8 +0,7 +11,0 +0,8 +0,7 +0,7 -5,4 -5,5 -8,0 -0,8 -1,2 Analisi per Paese PRINCIPALI PAESI DI ORIGINE Gennaio – Novembre 2013 Ranking valore 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) 17) 18) 19) 20) ... Cina Romania Belgio Paesi Bassi Francia Vietnam Spagna Bosnia Erz. Tunisia Indonesia India Albania Germania Regno Unito Bulgaria Svizzera Cambogia Serbia Portogallo Ex R.J.Macedonia TOTALE IMPORT VARIAZIONE % 13/12 Valore Quantità P.M. (Milioni Euro) (000 paia) Euro Valore Quantità P.M. 723,72 432,67 302,55 260,84 212,51 200,55 167,60 123,24 122,47 119,15 115,86 111,85 92,68 57,66 52,74 44,40 43,10 39,71 38,84 35,68 116.587 25.333 13.236 8.043 9.599 15.138 11.359 9.935 8.566 7.619 7.710 9.763 7.826 2.062 5.085 441 3.071 2.587 1.453 1.801 6,21 17,08 22,86 32,43 22,14 13,25 14,75 12,41 14,30 15,64 15,03 11,46 11,84 27,97 10,37 100,75 14,04 15,35 26,73 19,81 -2,8 +12,3 -11,6 -7,8 -1,3 +6,3 -5,5 +22,3 -9,2 -7,2 +1,5 +10,7 +23,2 -9,6 -15,5 +4,6 +22,2 +10,7 -2,2 +18,2 -0,1 +7,1 -9,7 -13,5 -1,1 +6,5 +1,0 +13,9 -9,0 -10,1 +4,1 +8,1 +36,0 -3,9 -6,0 -14,9 +27,1 +5,5 -7,1 +7,3 -2,7 +4,9 -2,1 +6,7 -0,2 -0,2 -6,5 +7,4 -0,2 +3,3 -2,4 +2,4 -9,4 -6,0 -10,1 +22,9 -3,9 +5,0 +5,2 +10,1 3.572,26 285.217 12,53 -0,6 +0,7 -1,2 Fonte: Elaborazioni Assocalzaturifici su dati ISTAT 12 Analisi per aree geografiche di provenienza Gennaio – Novembre 2013 Valore Quantità P.M. ITALIA – IMPORT (Milioni €) Unione Europea (UE27) Altri Paesi Europei Paesi Est Europa e CSI Africa Settentrionale Altri Paesi d’Africa America Settentrionale America Centrale e del Sud Medio Oriente Altri Paesi d’Asia Oceania Diverse TOTALE IMPORT Euro 1.745,47 57,48 350,34 141,11 0,55 6,01 12,62 2,53 1.255,94 0,21 0,00 3.572,26 92.123 1.619 26.731 9.411 95 91 1.161 26 153.958 3 0 285.217 18,95 35,51 13,11 15,00 5,81 65,77 10,87 97,67 8,16 83,10 10,92 12,53 -2,3 +7,9 +13,2 -3,7 -45,2 +38,0 -45,1 +76,2 -0,7 -69,8 -99,6 -0,6 +0,6 -9,4 +7,1 -6,0 +12,9 +23,2 -24,7 +43,9 +0,5 -82,7 -98,0 +0,7 -2,9 +19,1 +5,6 +2,4 -51,5 +12,0 -27,1 +22,5 -1,2 +74,6 -80,5 -1,2 1.755,86 92.726 18,94 -2,4 +0,3 -2,7 Unione Europea a 28 Nota: - Unione Europea a 27 (000 paia) VARIAZIONE % 13/12 Valore Quantità P.M. = Francia, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Germania, Regno Unito, Irlanda, Danimarca, Grecia, Portogallo, Spagna, Austria, Finlandia, Svezia, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Rep.Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Bulgaria, Romania; = Ceuta, Melilla, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Isole Faer Oer, Andorra, Gibilterra, Turchia; = Albania, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Ex R.Jug. Macedonia, Serbia, Montenegro, Kosovo, Ucraina, Bielorussia, Moldavia, Russia, Georgia, Armenia, Azerbaigian, Kazakistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan; = Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Sudan; = Paesi e territori indeterminati o non specificati; punti e depositi franchi; provviste di bordo; = UE27+Croazia, divenuta membro dell’Unione il 1° luglio 2013. - Altri Paesi europei - Paesi Est Europa e CSI - Africa Settentrionale - Diverse - Unione Europea a 28 Analisi Import anno 2013 per mese e trimestre Variazioni % rispetto al 2012, in valore 20 20 10 +9,2 10 +5,4 +7,2 +3,2 +2,7 +1,2 +0,6 0 0 -0,6 -1,0 -3,2 -5,4 -2,3 -1,3 -3,6 -10 -10 -11,5 -20 -20 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov 1° Trim 2° Trim 3° Trim Ott-Nov Fonte: Elaborazioni Assocalzaturifici su dati ISTAT 13 SALDO COMMERCIALE SETTORE CALZATURIERO PRIMI 11 MESI 2012 VALORE (Milioni Euro) EXPORT IMPORT SALDO COMMERCIALE PAIA (Milioni) 7.135,45 3.592,07 201,0 283,2 3.543,38 -82,3 P.M. Euro 35,51 12,68 PRIMI 11 MESI 2013 VALORE (Milioni Euro) PAIA (Milioni) 7.512,75 3.572,26 205,7 285,2 3.940,48 -79,5 Variaz. % 13/12 P.M. Euro VAL 36,52 12,53 QTA +5,3 -0,6 +2,4 +0,7 +11,2 +3,4 INTERSCAMBIO COMMERCIALE CALZATURE Andamento nei primi 11 mesi degli anni 2002-2013 EXPORT gennaio/novembre 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 (Milioni di Euro) Valore (Milioni di PAIA) Quantità Prezzo medio 6.385,52 5.988,37 5.783,33 5.684,60 6.049,76 6.464,55 6.515,69 5.373,57 6.127,80 6.923,34 7.135,45 7.512,75 303,1 282,0 261,4 231,3 228,1 230,9 209,9 178,1 205,5 214,5 201,0 205,7 21,07 21,24 22,12 24,58 26,53 28,00 31,04 30,17 29,82 32,28 35,51 36,52 (Euro) Raffronto con la situazione “pre-crisi” di cinque anni addietro (primi 11 mesi 2013 su analogo periodo 2008): +15,3% in valore; -2,0% in quantità; +17,7% nel prezzo medio. IMPORT gennaio/novembre 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 (Milioni di Euro) Valore (Milioni di PAIA) Quantità Prezzo medio 2.090,61 2.249,45 2.286,96 2.649,48 2.972,56 3.005,65 3.068,53 2.981,92 3.437,71 3.789,69 3.592,07 3.572,26 208,6 247,9 289,9 307,6 340,8 368,3 329,6 289,7 330,5 335,1 283,2 285,2 10,02 9,07 7,89 8,62 8,72 8,16 9,31 10,30 10,40 11,31 12,68 12,53 (Euro) Raffronto con la situazione “pre-crisi” di cinque anni addietro (primi 11 mesi 2013 su analogo periodo 2008): +16,4% in valore; -13,5% in quantità; +34,5% nel prezzo medio. Fonte: Elaborazioni Assocalzaturifici su dati ISTAT Nota: nell’analisi dell’interscambio commerciale sono stati utilizzati i dati ISTAT provvisori, sia per il 2013 che per gli anni precedenti, per permettere un raffronto omogeneo. 14 MERCATO ITALIA Gennaio-Dicembre 2013 rispetto a Gennaio-Dicembre 2012 e 2011 CONSUMI DELLE FAMIGLIE ITALIANE SPESA CORRENTE Genn-Dic 2011 Genn-Dic 2012 Genn-Dic 2013 Var. % Milioni di EURO Milioni di EURO Milioni di EURO 13/12 1.028,67 1.024,80 941,24 -8,2 % 2.537,94 2.399,09 2.208,46 -7,9 % 418,17 388,92 393,85 +1,3 % 1.867,86 1.746,16 1.676,83 -4,0 % 536,13 540,83 506,82 -6,3 % 6.388,78 6.099,80 5.727,21 -6,1 % Genn-Dic 2011 Genn-Dic 2012 Genn-Dic 2013 Var. % PAIA (000) PAIA (000) PAIA (000) 13/12 15.142 14.833 14.240 -4,0 % 46.167 43.941 41.335 -5,9 % BAMBINI/RAGAZZI 13.916 13.210 12.836 -2,8 % SPORTIVE E SNEAKERS 34.719 33.845 33.564 -0,8 % Pantofole/Zoccoli/Ciabatte 45.212 43.372 41.162 -5,1 % 155.156 149.200 143.137 -4,1 % Genn-Dic 2011 Genn-Dic 2012 Genn-Dic 2013 Var. % EURO EURO EURO 13/12 67,94 69,09 66,10 -4,3 % 54,97 54,60 53,43 -2,1 % BAMBINI/RAGAZZI 30,05 29,44 30,68 +4,2% SPORTIVE E SNEAKERS 53,80 51,59 49,96 -3,2 % Pantofole/Zoccoli/Ciabatte 11,86 12,47 12,31 -1,3 % 41,18 40,88 40,01 -2,1 % (prezzi al dettaglio) UOMO (sneakers escluse) DONNA (sneakers escluse) BAMBINI/RAGAZZI SPORTIVE E SNEAKERS Pantofole/Zoccoli/Ciabatte - di cui per uomo - di cui per donna - di cui bambini/ragazzi Totale SPESA (milioni Euro) QUANTITA' UOMO (sneakers escluse) DONNA (sneakers escluse) - di cui per uomo - di cui per donna - di cui bambini/ragazzi Totale PAIA (000) Prezzi medi al paio (al dettaglio) UOMO (sneakers escluse) DONNA (sneakers escluse) - di cui per uomo - di cui per donna - di cui bambini/ragazzi Totale P.M. (Euro) 129,26 348,58 58,29 11.008 27.824 6.380 11,74 12,53 9,14 132,12 352,11 56,60 10.693 26.599 6.079 12,36 13,24 9,31 122,17 326,85 57,81 9.933 25.384 5.845 12,30 12,88 9,89 -7,5 % -7,2 % +2,1 % -7,1 % -4,6 % -3,8 % -0,5 % -2,7 % +6,2 % Fonte: SITA RICERCA 15 CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI Anno 2013 ORE AUTORIZZATE PER TRATTAMENTI DI INTEGRAZIONE SALARIALE a favore di operai e impiegati Situazione C.I.G. Gennaio-Dicembre 2013 rispetto a Gennaio-Dicembre 2012 Settore di attività: “Pelli, cuoio e calzature” C.I.G. Ordinaria C.I.G. Straordinaria di cui: straord. in senso stretto straord. in deroga 12 mesi 2012 Ore 5.942.669 12.429.770 12 mesi 2013 Ore 6.266.823 13.079.659 Var. % 6.627.499 6.452.160 +21,4 -7,5 18.372.439 19.346.482 +5,3 4.295.913 4.140.946 5.021.047 4.914.533 5.380.818 4.761.325 3.676.728 5.527.611 +25,3 +15,0 -26,8 +12,5 5.457.490 6.972.280 TOTALE C.I.G. di cui: Primo trimestre Secondo trimestre Terzo trimestre Quarto trimestre 13/12 +5,5 +5,2 Ore autorizzate per regione (ordinarie+straordinarie) 12 mesi 2012 Ore 558.021 2.823.122 2.822.275 54.030 851.249 2.140.101 126.592 3.208.886 271.738 285.320 1.345.599 3.718.819 166.687 18.372.439 Piemonte Lombardia Veneto Friuli V.G. Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Campania Puglia Altre regioni TOT. Territorio Nazionale 12 mesi 2013 Ore 507.942 3.325.472 3.725.670 146.011 1.092.365 2.600.968 116.776 3.897.514 124.957 778.481 1.039.189 1.861.213 129.924 19.346.482 Var. % 13/12 -9,0 % +17,8 % +32,0 % +170,2 % +28,3 % +21,5 % -7,8 % +21,5 % -54,0 % +172,8 % -22,8 % -50,0 % -22,1 % +5,3 % ANDAMENTO ANNI PRECEDENTI, periodo Gennaio-Dicembre CIG 12 mesi 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Var. % su anno precedente Ordinaria Straordinaria tot. CIG Totale Ordinaria Straord.tot. CIG Totale 7.815.890 3.836.917 2.940.133 3.873.027 11.376.149 6.836.876 3.888.750 5.942.669 6.266.823 3.950.049 5.326.431 3.187.116 4.163.639 11.722.055 22.840.626 15.381.927 12.429.770 13.079.659 11.765.939 9.163.348 6.127.249 8.036.666 23.098.204 29.677.502 19.270.677 18.372.439 19.346.482 -50,9 -23,4 +31,7 +193,7 -39,9 -43,1 +52,8 +5,5 +34,8 -40,2 +30,6 +181,5 +94,9 -32,7 -19,2 +5,2 -22,1 -33,1 +31,2 +187,4 +28,5 -35,1 -4,7 +5,3 raffronto coi livelli di 5 anni addietro (=anno 2013 su anno 2008): Nota: +61,8 +214,1 +140,7 Il TOT. ITALIA relativo a TUTTI I SETTORI (CIG ordinaria+straordinaria) ammonta nel 2013 a circa 1.076 milioni di ore, in calo dell’1,4% sull’anno 2012. Fonte: INPS, elaborazioni Assocalzaturifici 16