L`INDUSTRIA CALZATURIERA ITALIANA

Transcript

L`INDUSTRIA CALZATURIERA ITALIANA
L’INDUSTRIA CALZATURIERA ITALIANA – Preconsuntivo 2013
*(I dati relativi all’andamento di produzione, prezzi e ordini sono stati elaborati sulla base dei risultati
dell’indagine campionaria svolta presso gli Associati).
Introduzione
I dati di preconsuntivo descrivono il 2013 come un anno interlocutorio, in cui – accanto al
discreto andamento delle vendite estero – i consumi interni hanno registrato una
flessione che, per intensità, non trova riscontri analoghi nella serie storica dell’ultimo
ventennio. La spesa delle famiglie continua a essere frenata dalla ristrettezza del reddito
disponibile e dall’elevata incertezza sulle prospettive del mercato del lavoro.
La tenuta delle vendite in Unione Europea – grazie in particolare ai buoni risultati
conseguiti in Francia, che si è confermata il principale mercato di sbocco – e soprattutto il
trend favorevole fuori dai confini comunitari (+8,5% in valore) hanno permesso, per il
quarto anno consecutivo, una crescita a doppia cifra del saldo commerciale, complice
anche la stagnazione dei flussi in entrata (altro segno, questo, della debolezza della
domanda interna).
Grazie al volano dell’export, la produzione nazionale ha chiuso con un lieve incremento
che, lungi dal recuperare i volumi antecedenti la grave crisi internazionale esplosa sul
finire del 2008, ha permesso almeno di superare la soglia dei 200 milioni di paia, sotto
cui si era scesi per la seconda volta nel 2012 dopo l’annus horribilis 2009.
Tra le aziende, però, la situazione resta disomogenea: pur non mancando realtà in
espansione o comunque in positivo recupero, per molte imprese l’anno ha consentito solo
una conferma dei livelli non certo entusiasmanti del 2012. E una non trascurabile
percentuale di aziende – tra cui ovviamente molte di quelle il cui portafoglio ordini
presenta una quota rilevante di clienti italiani – ha denunciato a consuntivo una flessione
dell’output.
Il giudizio complessivo sul 2013 quindi, accanto alla soddisfazione per l’ennesimo record
raggiunto in valore dalle esportazioni, non può trascurare le gravi difficoltà della
domanda interna, né l’ennesima contrazione registrata sia nei livelli occupazionali che nel
numero di imprese attive.
Sul fronte finanziario, inoltre, lo scenario stenta a mostrare miglioramenti, sia
relativamente alle condizioni di accesso al credito che nei tempi di pagamento dei clienti,
allungatisi ulteriormente e con rischio elevato di insoluti.
Le aspettative degli imprenditori circa l’evoluzione della congiuntura a breve risultano
improntate alla prudenza, con una quota maggioritaria di indicazioni di stabilità, sia nei
livelli produttivi che negli ordinativi raccolti. Il primo semestre 2014 è destinato quindi a
riproporre il leitmotiv degli ultimi mesi 2013, ovvero un trend debolmente positivo della
domanda estera (che potrebbe però risentire di una certa decelerazione in aree fino ad
oggi trainanti, come la CSI) e un andamento ancora non positivo sul fronte interno,
benché meno penalizzante rispetto ai mesi precedenti.
ASSOCALZATURIFICI ITALIANI
Via Monte Rosa, 21
I-20149 Milano
C.F. 80027170150
Telefono + 39 02 43829.1
Fax + 39 02 48005833
[email protected]
www.assocalzaturifici.it
Produzione e prezzi
Dopo l’avvio stentato dei primi 6 mesi, anche il quarto trimestre 2013 ha mostrato, al
pari del terzo, un trend più incoraggiante delle dinamiche produttive, con un aumento
attorno al 3% in termini reali.
L’intero anno si è chiuso dunque – secondo i risultati dell’indagine a campione condotta
da Assocalzaturifici – con un incremento medio della produzione del +1,8% in volume,
invertendo la rotta dopo il calo del -4,4% registrato a consuntivo 2012, pur non
riuscendo (come peraltro previsto durante la precedente rilevazione riferita ai 9 mesi) a
recuperare i 9 milioni di paia prodotti in meno nel 2012 rispetto al 2011. Forse un piccolo
passo verso la ripresa; sicuramente non l’avvio della stessa.
Tale risultato porta a stimare la produzione nazionale 2013 in 202,1 milioni di paia.
La suddivisione delle imprese intervistate in base agli incrementi/decrementi nei volumi
realizzati evidenzia però, come nelle indagini precedenti, una situazione disomogenea: se
il 26% degli intervistati ha indicato una stabilità sui livelli dell’anno precedente, la
restante parte del campione si è divisa piuttosto equamente, con una lieve prevalenza
degli ottimisti: il 36% dei rispondenti ha sperimentato una contrazione, che per il 23%
dei casi si è rivelata più grave del 5%; mentre il 38% degli imprenditori contattati ha
dichiarato un aumento (con un 9,5% di imprese con produzione in crescita più del 10%).
Rispetto all’indagine rapida dei primi 9 mesi, la percentuale di coloro che ha evidenziato
una flessione si è ridotta a consuntivo di circa 10 punti (era al 47%).
La dinamica dei prezzi, in presenza di un tenore della domanda poco premiante, è
risultata piuttosto contenuta, in particolare sul mercato interno (+0,8%); sui mercati
esteri l’aumento risulta invece del +2,3%. Saggi di prezzo simili sono attesi per il primo
semestre 2014.
Combinando le dinamiche di quantità con quelle dei prezzi è possibile stimare un
incremento del valore della produzione attorno al +3,3% rispetto al 2012, che porterebbe
l’output a 7,36 miliardi di euro.
Le risposte del campione relativamente al primo semestre 2014 vedono raddoppiare –
rispetto al consuntivo 2013 – la percentuale di imprenditori che prevede invarianza nei
volumi produttivi, diventando maggioranza assoluta (54%). Se da un lato diminuisce la
quota di ottimisti (24%), si riduce in ugual misura anche la percentuale di rispondenti
che indica una flessione (22%). In media, pur con le cautele legate al processo di stima,
l’andamento dei volumi prodotti si dovrebbe attestare, in assenza di shock esogeni, tra il
+0,5% e il +1%.
I primi segnali del 2014 sembrano riproporre dunque lo stesso copione con cui si è chiuso
l’anno precedente: in moderato aumento, cioè, rispetto ai livelli produttivi di inizio 2013.
Non un grande risultato, invero, tenuto conto dell’andamento poco soddisfacente (-0,8%
in quantità) registrato nella prima metà dello scorso anno.
Coerentemente con quanto sopra esposto, il grado di utilizzo degli impianti – che risulta
in media pari all’83% a dicembre 2013 (era all’82% nella rilevazione effettuata un anno
addietro) – è previsto su livelli simili a giugno 2014.
Interscambio commerciale
Nei primi 11 mesi del 2013 le esportazioni italiane di calzature sono cresciute del +5,3%
in valore, conseguendo l’ennesimo record, e del +2,4% in volume.
Il prezzo medio al paio, attestatosi a 36,52 euro, ha fatto segnare un aumento del 2,9%,
decisamente più modesto rispetto a quello dei due anni precedenti (superiore al 9%).
In totale sono stati esportati, tra gennaio e novembre, 205,7 milioni di paia (quasi 4,8
milioni in più rispetto all’analogo periodo del 2012) per un valore di oltre 7,5 miliardi di
euro, comprendendo come sempre tali cifre sia la vendita all’estero di produzione
realizzata in Italia che le operazioni di pura commercializzazione.
Il raffronto con la situazione di cinque anni addietro (primi 11 mesi 2008) evidenzia come
il recupero dei livelli “pre-crisi” – già abbondantemente completato in valore, come indica
2
il +15,3% rispetto ad allora (pari a un +5,3% al netto dell’inflazione) – è ormai prossimo
anche in volume: il gap si è infatti ridotto al -2%.
L’analisi per trimestre evidenzia come le vendite estero – partite in sordina nei primi 3
mesi, con un +2,1% in valore e un -0,5% in quantità – abbiano ripreso vigore nelle due
frazioni successive (+6,4% e +5,2% in valore rispettivamente), per poi accelerare sul
finire dell’anno (il bimestre ottobre-novembre mostra un confortante +10,3%
tendenziale).
Aumenti generalizzati delle vendite in valore hanno caratterizzato tutte le aree, inclusa
l’Unione Europea, l’unica che aveva chiuso con un segno negativo il consuntivo 2012 e la
prima metà del 2013.
Ma, come già in passato, sono stati soprattutto i flussi diretti fuori dalla UE a fornire una
boccata di ossigeno alle aziende. Hanno avuto come destinazione un mercato extracomunitario 64,3 milioni di paia (il 31% del totale export nazionale, corrispondente però
in valore al 47%, grazie ad un prezzo medio doppio rispetto a quello delle vendite ai
membri UE), con un incremento complessivo del +8,5% del valore, salito a quasi 3,6
miliardi di euro.
Bene il Nord America, dove hanno trovato conferma i recuperi degli Stati Uniti e del
Canada (+6% e +13,3% rispettivamente in valore).
In Medio Oriente, dove si distinguono gli Emirati (con un +18% in valore e un +5,2% in
quantità), il buon risultato in valore, +8,8%, è accompagnato da un calo in volume pari
al -7,4%.
Particolarmente dinamici i mercati del Far East (+12,7%): in aumento del 27% la Cina e
del 10% la Corea del Sud; Hong Kong è cresciuto in valore dell’11,2%, restando però
stabile in volume. L’aggregato “Cina+Hong Kong” si è confermato il nostro settimo
mercato di destinazione, con una quota sul totale export italiano pari al 5,2% in valore;
era dell’1,4% un decennio addietro, nel 2000.
Per il Giappone, invece, è proseguito il trend negativo del terzo trimestre: il cumulato 11
mesi è sceso a -0,7% in valore e a un risicato +1,9% in quantità.
Segno positivo, infine, anche per i mercati di Est Europa e CSI (+8,9% nell’insieme). Ma
per i tre più importanti – vale a dire Russia, Ucraina e Kazakistan (che pure segnano
+9,2%, +7,2% e +8,8% rispettivamente) – il sentiment recente degli operatori è
mutato: l’inverno mite (il gelo è arrivato solo in concomitanza coi saldi), la svalutazione
del rublo sull’euro e la crescita modesta del PIL in Russia, nonché le tensioni politiche in
Ucraina, fanno temere in quest’area risultati 2014 decisamente meno favorevoli, come
conferma il rallentamento registrato nel portafoglio ordini dell’ultimo trimestre 2013.
L’Unione Europea – qui considerata, per uniformità con le rilevazioni precedenti, ancora a
27 Paesi, con l’esclusione cioè della Croazia divenuta membro il 1° luglio scorso – ha
assorbito 7 scarpe su 10, evidenziando aumenti del 2,6% in valore e del 2,1% in volume.
Variazioni positive, che però non hanno permesso di compensare quanto perso nel 2012.
Tra i principali Paesi comunitari è cresciuta ulteriormente la Francia (+9,5% in valore),
che ha rafforzato così il primato tra i nostri mercati di sbocco; decisamente meno
brillante la Germania, il cui lieve recupero (+1,8%) si inserisce su livelli pesantemente
erosi negli anni recenti. Il Regno Unito cresce solo in valore (+5,4%). Pressoché stabile il
Belgio (-0,9%). Negativi i Paesi Bassi (-5,2%) e la Spagna (-6,1%).
Tutti i comparti merceologici hanno fatto segnare aumenti in valore rispetto a gennaionovembre 2012, pur se di varia intensità: contenuti per le pantofole (+1,5%);
decisamente più favorevoli per le scarpe con tomaio in gomma (+34%), peraltro le meno
rilevanti numericamente (3,6 milioni di paia).
L’export delle calzature con tomaio in pelle – da sempre invece la tipologia più
rappresentativa della produzione Made in Italy, dal momento che rappresenta oltre l’82%
del fatturato estero settoriale – è cresciuto del 5,1%, pur con una lieve contrazione in
quantità (-0,6%): 122,9 milioni di paia, 730mila paia in meno rispetto ai primi 11 mesi
2012. La disamina per tipologia mostra trend premianti per le tipologie “alte” (scarponcini
e stivali in pelle): +13,3% in valore; bene, in particolare, quelli per donna. Molto più
3
modesto l’incremento per le calzature basse da passeggio (+2% complessivamente),
confermatesi la voce più esportata: segni positivi in valore per quelle destinate alla
clientela maschile (+4,1%) e unisex; stabili quelle per donna (+0,3%); trend sfavorevole
per l’export di scarpe da passeggio in pelle per bambini/ragazzi (-5,9%, con un -18% in
quantità), ancora una volta il segmento più penalizzato.
Le vendite di sandali crescono solo in termini di valore, +6%, evidenziando un -8,7% in
volume; sono quelli da bambino, anche in questo caso, a raccogliere i risultati più
sfavorevoli. Le scarpe di sicurezza in pelle con puntale protettivo di metallo, in crescita
nel primo semestre, frenano nel secondo e registrano a 11 mesi una flessione prossima
al punto percentuale in valore e al -4,6% in quantità.
L’import è rimasto stabile: +0,7% in volume e -0,6% in valore rispetto ai primi 11 mesi
2012, con prezzi medi in lieve calo (-1,2%). Sono entrati in Italia, tra gennaio e
novembre, 285,2 milioni di paia: quasi 2 milioni in meno rispetto all’anno precedente.
Il prezzo medio al paio delle calzature dalla Cina (6,21 euro) – che si conferma di gran
lunga il primo fornitore, con 116,6 milioni di paia – è oltre due volte e mezzo inferiore a
quello medio degli altri Paesi.
Se i flussi dalla Cina risultano pressoché stabili (-0,1%, con un -2,8% a valore), l’import
dagli altri competitor ha evidenziato nell’insieme aumenti decisamente contenuti
(+1,3%), pur con qualche eccezione: dopo la battuta d’arresto a consuntivo 2012, in
recupero la Romania (+7,1% in volume) e il Vietnam (+6,5%).
In calo invece le triangolazioni operate da Paesi Bassi e Belgio (-13,5% e -9,7%
rispettivamente), come pure i flussi da Tunisia (-9%) e Indonesia (-10%). Arretramento
del 25% per le scarpe provenienti dall’America centro-meridionale, con il Brasile che vede
ridursi del 20% i flussi verso l’Italia, con un dimezzamento in valore.
A livello merceologico, sui livelli 2012 l’import di scarpe in pelle (-0,4% in quantità e
+0,3% in valore), fermo poco sotto i 109 milioni di paia: tra le voci del comparto, però,
crescono di oltre il 20% le importazioni di scarponcini e stivali, attestatesi a 33,8 milioni
di paia; cali significativi invece, attorno al 13%, per la tipologia “passeggio”, scesa a 46,6
milioni di paia.
L’aumento dell’export e la stagnazione dell’import hanno spinto il saldo attivo settoriale a
3.940 milioni di euro nei primi 11 mesi, con un incremento dell’11,2%.
Ordini
Il portafoglio ordini dell’ultimo trimestre 2013 conferma le evidenze emerse dalle altre
variabili della congiuntura: tenue crescita complessiva (+0,6% in quantità), grazie al
contributo della componente estera (+1,5% il risultato medio) e una contrazione degli
ordinativi Italia (-2,1%) fortunatamente meno pesante rispetto ai mesi precedenti.
Se da un lato il segno globalmente positivo degli ordini costituisce un elemento
confortante – giacché avvalora le dinamiche favorevoli dell’export – dall’altro lo spessore
assai ridotto testimonia le difficoltà esistenti nell’intraprendere un percorso di credibile
ripresa.
E infatti il carnet, cioè il periodo di produzione assicurato dagli ordini in portafoglio,
appare in media di poco inferiore ai tre mesi: un risultato non certo brillante.
Venendo al dettaglio per Paese, la rilevazione – condotta includendo, come consuetudine,
i riordini – ha evidenziato gli andamenti più favorevoli negli USA (+3,4% su
ottobre/dicembre 2012) e per la categoria residuale “Altri Paesi” (+6,3%), che
comprende sia i mercati del Medio Oriente che il Far East, con l’eccezione però del
Giappone, esaminato separatamente. Il mercato nipponico evidenzia un lieve
assottigliamento degli ordinativi (-0,6%), in linea con le dinamiche poco premianti
dell’export 2013.
Nella UE, -0,8% il mercato tedesco e +0,3% gli altri membri. Frena, come anticipato, la
Russia: le aziende del campione Assocalzaturifici hanno indicato in media, con riferimento
al trimestre in esame, un calo degli ordini del -1,8% in volume.
4
Anche le aspettative riguardo gli ordinativi nel primo semestre del 2014 – pur da valutare
con prudenza a seguito della loro natura campionaria – risultano improntate alla stabilità.
Sul versante domestico, il 52% degli operatori interpellati prevede invarianza nella
raccolta; ma per un non trascurabile 31% del campione è possibile una riduzione
ulteriore degli ordini, a fronte del 17% degli imprenditori che ha indicato una crescita. “In
lieve calo” l’indicazione di sintesi.
Per quanto concerne le attese per il portafoglio “estero”, le percentuali sono migliori,
benché non esaltanti: la maggioranza degli intervistati non si attende mutamenti nella
raccolta ordini (62%); la quota di pessimisti si dimezza (16%), mentre gli ottimisti
salgono al 22%. Dunque “stabilità/lieve aumento”.
Consumi interni
Il 2013 è stato per il mercato Italia un anno di grande sofferenza, per le calzature come
per i comparti attigui di abbigliamento ed accessori in pelle.
Per le scarpe, la contrazione degli acquisti delle famiglie è stata pari – secondo il Fashion
Consumer Panel di Sita Ricerca – al -4,1% in volume e al -6,1% in valore sul 2012 (con
prezzi medi in calo del 2,1%).
In termini di spesa i deterioramenti della domanda più marcati hanno interessato le
scarpe non sportive per uomo (-8,2%) e per donna (-7,9%). Male anche la pantofoleria
(-6,3%) e le sportive/sneakers (-4%). Le calzature per bambini/ragazzi sono le uniche a
mostrare un recupero in valore (+1,3%) pur evidenziando, al pari di tutte le altre
tipologie merceologiche, ripiegamenti in volume (-2,8%).
Le prime indicazioni circa l’andamento per canale di vendita mostrano in forte difficoltà il
dettaglio indipendente multimarca – sia i negozi specializzati in calzature che i negozi di
abbigliamento trattanti calzature – con flessioni tra il 10% e il 15% in quantità e
addirittura tra il 15% e il 20% a valore. Confermano il trend di crescita gli acquisti online,
pur rappresentando ancora solo poco più del 3% sul totale spesa (erano il 2,1% nel
2012).
E’ aumentato ulteriormente il peso di sconti/svendite/saldi: già a consuntivo 2012
avevano superato la metà delle vendite complessive, in seguito al notevole aumento delle
promozioni durante tutto il corso dell’anno e non solo nel canonico periodo dei saldi; nel
2013 hanno rappresentato il 57% delle vendite totali annue in volume (dal 54% dell’anno
precedente) e il 52% in valore.
L’analisi degli acquisti per trimestre mostra – dopo il pessimo andamento dei mesi estivi
(-9,1% in spesa) – segnali di attenuazione della caduta negli ultimi 3 mesi dell’anno, che
hanno chiuso comunque con una variazione tendenziale ancora negativa, sia in quantità
(-1,5%) che in spesa (-3,4%).
Occupazione
E’ proseguito nel 2013 il calo nel numero di occupati e imprese, malgrado
un’attenuazione della contrazione nella seconda metà dell’anno.
I dati diffusi da Infocamere mettono in luce, con riferimento sia ai produttori di calzature
finite che di componentistica per calzature (gruppo Ateco CB152), arretramenti attorno
all’1,5% nel numero di addetti e di aziende attive rispetto al consuntivo 2012.
Restringendo l’analisi ai soli produttori di calzature, le cifre elaborate da Assocalzaturifici
sulla base dei saldi registrati dalla banca dati camerale mostrano la perdita di 1.161 posti
di lavoro rispetto a dicembre 2012 (-1,5%) e un saldo negativo nel numero di
calzaturifici pari a 170 unità (-3,2%), tra industria e artigianato. Il numero di addetti
diretti si stima essere sceso a fine anno a 78.093 unità, distribuite in 5.186 aziende.
Il numero medio di addetti per azienda risulta pari a 15,1 unità (+1,8%).
Dei dati diffusi da Infocamere-Movimprese – riferiti, come anticipato, non solo ai
calzaturifici ma anche ai produttori di parti di calzature – è già disponibile una
disaggregazione per regione.
Relativamente alla forza lavoro impiegata, tra le 7 principali regioni calzaturiere 5 hanno
evidenziato una diminuzione rispetto al 2012, sebbene di diversa entità: lieve per la
5
Toscana (-64 addetti, corrispondente al -0,3%); pari a -124 addetti per l’Emilia Romagna
(-2,2%); più marcata per Puglia (-413 occupati, con la flessione più grave in termini
percentuali, -6,8%, che fa seguito al crollo registrato nel corso del 2012), Veneto (-776,
ovvero il -5%) e Marche (-1.034 addetti, -3,3%).
Per quanto concerne il numero di imprese attive, il saldo peggiore in termini assoluti si è
registrato per il Veneto (-61 unità), seguito da Marche (-41) e Puglia (-37). Unico dato
positivo in Campania (+18).
Le attese degli imprenditori sull’andamento dell’occupazione nel primo semestre 2014
sono orientate alla conferma dei livelli attuali: l’82% del campione prevede stabilità.
Minoritarie sia le indicazioni di crescita (6%) che di diminuzione della forza lavoro
impiegata (12%, superiori comunque alle precedenti).
Nell’analisi del ricorso agli strumenti di integrazione salariale, va premesso che in Italia le
ore di Cassa Integrazione Guadagni autorizzate, con riferimento a tutti i settori, hanno
registrato nel 2013 una lieve flessione complessiva (-1,4%), determinata dalla sensibile
contrazione (-23%) della CIG in deroga.
Per quanto concerne invece nello specifico l’Area Pelle (=calzaturifici + componentistica
+ pelletterie + concerie), il 2013 ha evidenziato una crescita pari al +5,3% nel numero di
ore di CIG autorizzate, salite a 19,3 milioni.
In calo del -7,5% la CIG in deroga; aumenti invece per le altre componenti: +5,5%
l’ordinaria e +21,4% la CIG straordinaria in senso stretto.
Agli incrementi tendenziali a doppia cifra dei primi due trimestri (+25,3% e +15%), ha
fatto seguito una riduzione delle ore pari al -27% nel terzo trimestre, con un calo
generalizzato in tutte le componenti. Negli ultimi 3 mesi 2013, però, le ore autorizzate
hanno ripreso a crescere (+12,5%).
Rispetto a cinque anni addietro, cioè al consuntivo 2008 (ovvero all’inizio della grave crisi
economica internazionale), le ore attuali nell’Area Pelle risultano ancora superiori del
141%.
Il maggior numero di ore di CIG è stato autorizzato per le aziende delle Marche e del
Veneto, con 3,9 e 3,7 milioni di ore e incrementi percentuali del +21,5% e del +32%
rispettivamente sul 2012; ma, tra le principali regioni a vocazione calzaturiera, aumenti
consistenti si sono registrati anche per Emilia Romagna (+28,3%), Toscana (+21,5%) e
Lombardia (+17,8%). In diminuzione Campania (-23%) e Puglia (-50%), anche se per
quest’ultima il dato sconta il calo fisiologico legato alla forte perdita di posti di lavoro
subita nell’ultimo biennio.
Incassi e pagamenti
Le risposte del campione relativamente all’andamento del ciclo incassi/pagamenti
segnalano, come già nelle precedenti rilevazioni, un allungamento dei termini.
Con riferimento ai tempi di pagamento delle forniture, le indicazioni delle imprese
convergono sulla stabilità, sia sul versante estero (85% circa dei rispondenti) che su
quello interno (69%). Verso i fornitori nazionali, però, un non trascurabile 27% degli
intervistati ha comunque ammesso un’estensione dei termini, fenomeno che sembra
avvenire in misura minore verso quelli esteri (13%). Le difficoltà di incasso dai clienti
hanno indotto alcune imprese a ritardare, a propria volta, i pagamenti ai fornitori.
Ben più sostenuta è invece la tendenza al rialzo dei termini di incasso: più accentuata sul
mercato interno (54% degli intervistati) rispetto ai clienti esteri (27%), nei confronti dei
quali prevale una certa stabilità dei tempi di riscossione (71% dei rispondenti). Le
indicazioni di una diminuzione dei tempi di incasso dalla clientela risultano invece, su
entrambi i fronti (nazionale ed estero), assolutamente minoritarie (inferiori al 5% del
campione).
I rischi che i crediti non vengano incassati, o lo siano in tempi più lunghi, amplificano i
fabbisogni di liquidità, minando l’equilibrio economico e finanziario delle aziende.
Al problema del ritardo dei pagamenti si aggiungono le difficoltà nel reperimento di
credito bancario. L’indagine di Assocalzaturifici condotta al riguardo sul finire dello scorso
anno segnalava un’evoluzione sfavorevole nel 2013 delle criticità legate all’ottenimento di
6
finanziamenti: aggravio delle garanzie richieste secondo il 39% dei rispondenti; crescita
dei tassi di prestito applicati per il 42% e aumento dei costi di gestione per il 58% del
campione.
Conclusioni
La congiuntura del calzaturiero nel 2013 è stata caratterizzata dalla dicotomia tra
mercato Italia in recessione e mercati esteri in crescita (modesta ma diffusa).
La forte vocazione internazionale (viene esportato oltre l’80% di quanto prodotto) ha
permesso al settore di chiudere l’anno con un segno positivo nella produzione, benché
modesto e insufficiente a recuperare anche solo il calo subìto nel 2012.
L’incremento dell’export ha indotto un ulteriore sensibile irrobustimento del saldo attivo,
favorito anche dalla stagnazione delle importazioni.
Ma, nonostante questi segni positivi, la cautela prevale nei giudizi, anche alla luce di un
possibile indebolimento della domanda extra-UE legato agli squilibri di diverse economie
emergenti e alla forza dell’euro.
Prosegue la selezione tra le imprese e persistono le tensioni sia sul fronte occupazionale
– dove cala il numero degli addetti e aumenta il ricorso agli strumenti di integrazione
salariale (ancora su livelli più che doppi rispetto al periodo pre-crisi) – che su quello
finanziario.
Le previsioni a breve circa ordinativi e produzione escludono mutamenti significativi.
L’attesa ripresa è, ancora una volta, rimandata.
Milano, 2 marzo 2014
7
IL 2013 IN SINTESI – stime di preconsuntivo
L'INDUSTRIA CALZATURIERA ITALIANA
Preconsuntiv
o
2012
2013
Var %
PRODUZIONE*
Milioni di Euro
Milioni di paia
7.122,20
198,5
7.359,72
202,1
+3,3%
+1,8%
EXPORT
Milioni di Euro
Milioni di paia
7.637,70
214,2
8.063,85 °
219,8 °
+5,6%
+2,6%
(comprensivo delle reimportazioni)
Milioni di Euro
Milioni di paia
3.831,12
301,2
3.825,08 °
304,9 °
-0,2%
+1,2%
SALDO COMMERCIALE
Milioni di Euro
3.806,58
4.238,77 °
+11,4%
(comprensivo delle riesportazioni)
IMPORT
N° AZIENDE (calzaturifici)
N° ADDETTI diretti
Cassa Integrazione Guadagni Area Pelle
- Ordinaria
Milioni di ore
- Straordinaria
Milioni di ore
- Totale
Milioni di ore
5.356
79.254
5.186
78.093
-3,2%
-1,5%
5,9
12,4
18,4
6,3
13,1
19,3
+5,5%
+5,2%
+5,3%
Fonte: Stime Assocalzaturifici
* Produzione 2013= Stime di preconsuntivo sulla base dei risultati dell'indagine a campione svolta tra gli Associati;
° Export e Import: stime e proiezioni Assocalzaturifici a 12 mesi sulla base dei dati ISTAT disponibili.
8
I principali indicatori congiunturali dell’industria calzaturiera
Andamento 2013 e previsioni 1° semestre 2014
∆ Q.tà prodotte
preconsuntivo 2013
1° sem. 2014
∆ Valore produzione
+1,8
stabilità/lieve aumento
preconsuntivo 2013
+3,3%
gen-dic 2013
+0,8%
dinamica prezzi interni
stabilità
1° sem. 2014
dinamica prezzi esteri
gen-dic 2013
+2,3%
stabilità
1° sem. 2014
Capacità produttiva
dicembre 2013
83%
stabilità
giugno 2014
Consumi delle famiglie (spesa)
gen-dic 2013
-6,1%
Consumi delle famiglie (q.tà)
gen-dic 2013
-4,1%
Esportazioni (valore)
gen-novembre 2013
+5,3%
Esportazioni (q.tà)
gen-novembre 2013
+2,4%
Importazioni (valore)
gen-novembre 2013
-0,6%
Importazioni (q.tà)
gen-novembre 2013
+0,7%
Termini di pagamento interni
lieve aumento
Termini di pagamento esteri
stabilità
Termini di incasso interni
aumento
Termini di incasso esteri
lieve aumento
AZIENDE/ADDETTI
N° aziende
(dicembre 2013)
Calzaturifici
5.186
(-170 su dic.2012; -3,2%)
Occupazione
Utilizzo C.I.G. Area Pelle
I° sem. 2014
gen-dic 2013
N° addetti
78.093
(-1.161 su dic.2012; -1,5%)
stabilità/lieve calo
+5,3%
di cui:
C.I.G. ordinaria
C.I.G. straordinaria totale
straordinaria in senso stretto
straordinaria in deroga
+5,5%
+5,2%
+21,4%
-7,5%
Elaborazioni e stime Assocalzaturifici
I dati relativi all’andamento di produzione, prezzi e ordini sono stati elaborati sulla base dei risultati
dell’indagine campionaria svolta presso gli Associati
9
EXPORT ITALIANO CALZATURE
andamento nei primi 11 mesi 2013 rispetto ai primi 11 mesi 2012
Analisi per materiale di tomaio
Gennaio – Novembre 2013
Materiale di
tomaio
PELLE/CUOIO
SINTETICO
PANTOFOLE
GOMMA
TESS./MAT.DIV.
TOTALE EXPORT
VARIAZIONE % 13/12
Valore
Quantità
P.M.
(Milioni Euro)
(000 paia)
Euro
6.185,25
626,31
43,97
38,58
618,63
7.512,75
122.864
46.249
8.401
3.642
24.564
205.719
50,34
13,54
5,24
10,59
25,18
36,52
Valore
+5,1
+8,8
+1,5
+33,6
+3,1
+5,3
Quantità
-0,6
+13,3
+1,4
+35,4
-3,9
+2,4
P.M.
+5,7
-4,0
+0,1
-1,3
+7,3
+2,9
Analisi per Paese
PRINCIPALI PAESI DI DESTINAZIONE
Gennaio – Novembre 2013
Ranking
valore
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
9)
10)
11)
12)
13)
14)
15)
16)
17)
18)
19)
20)
...
VARIAZIONE % 13/12
Valore
Quantità
P.M.
(Milioni Euro)
(000 paia)
Euro
Valore
Quantità
P.M.
Francia
Germania
USA
Svizzera
Russia
Regno Unito
Belgio
Paesi Bassi
Hong Kong
Spagna
Giappone
Cina
Austria
Emirati Arabi
Ucraina
Canada
Corea del Sud
Polonia
Grecia
Rep. Ceca
1.238,14
806,63
722,28
638,62
615,06
440,17
255,03
234,35
228,52
225,94
205,57
166,07
154,85
93,09
85,54
82,49
76,99
76,12
73,29
67,19
39.851
30.134
12.256
10.746
7.833
12.024
6.842
7.663
1.993
8.923
3.175
1.541
4.779
1.662
1.097
1.986
936
3.465
4.918
3.200
31,07
26,77
58,94
59,43
78,52
36,61
37,27
30,58
114,65
25,32
64,74
107,79
32,40
56,02
78,00
41,53
82,23
21,97
14,90
20,99
+9,5
+1,8
+6,0
+5,5
+9,2
+5,4
-0,9
-5,2
+11,2
-6,1
-0,7
+26,8
-0,2
+17,9
+7,2
+13,3
+9,9
-6,9
-4,5
+6,5
+9,8
+0,8
+5,4
+0,9
+9,3
-10,8
+1,7
-9,3
+0,5
-6,7
+1,9
+15,0
+1,0
+5,2
+11,2
+4,3
+2,7
+13,0
+8,3
+11,5
-0,3
+1,0
+0,6
+4,6
-0,1
+18,2
-2,6
+4,6
+10,6
+0,6
-2,6
+10,2
-1,2
+12,1
-3,6
+8,7
+7,0
-17,7
-11,8
-4,5
TOTALE EXPORT
7.512,75
205.719
36,52
+5,3
+2,4
+2,9
Fonte: Elaborazioni Assocalzaturifici su dati ISTAT
10
Analisi per aree geografiche di destinazione
Gennaio – Novembre 2013
Valore
Quantità
P.M.
ITALIA – EXPORT
(Milioni €)
Unione Europea (UE27)
Altri Paesi Europei
Paesi Est Europa e CSI
Africa Settentrionale
Altri Paesi d’Africa
America Settentrionale
America Centrale e del Sud
Medio Oriente
Altri Paesi d’Asia
Oceania
Diverse
TOTALE EXPORT
Euro
3.943,85
741,50
847,83
27,28
51,96
804,79
61,99
203,26
774,96
53,21
2,13
7.512,75
141.433
13.269
14.651
1.695
2.994
14.242
2.446
4.822
8.974
1.174
18
205.719
27,89
55,88
57,87
16,09
17,35
56,51
25,35
42,15
86,36
45,31
115,55
36,52
+2,6
+6,2
+8,9
+5,7
+2,5
+6,7
+13,6
+8,8
+12,7
+2,9
-0,9
+5,3
+2,1
+0,3
+7,1
+6,6
-13,1
+5,2
+3,3
-7,4
+7,5
+9,7
-20,1
+2,4
+0,4
+5,9
+1,7
-0,9
+17,9
+1,4
+10,0
+17,4
+4,8
-6,1
+23,9
+2,9
3.972,93
143.260
27,73
+2,6
+2,1
+0,4
Unione Europea a 28
Nota:
- Unione Europea a 27
(000 paia)
VARIAZIONE % 13/12
Valore
Quantità
P.M.
= Francia, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Germania, Regno Unito, Irlanda, Danimarca, Grecia,
Portogallo, Spagna, Austria, Finlandia, Svezia, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia,
Rep.Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Bulgaria, Romania;
= Ceuta, Melilla, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Isole Faer Oer, Andorra, Gibilterra, Turchia;
= Albania, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Ex R.Jug. Macedonia, Serbia, Montenegro, Kosovo, Ucraina,
Bielorussia, Moldavia, Russia, Georgia, Armenia, Azerbaigian, Kazakistan, Turkmenistan, Uzbekistan,
Tagikistan, Kirghizistan;
= Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Sudan;
= Paesi e territori indeterminati o non specificati; punti e depositi franchi; provviste di bordo;
= UE27+Croazia, divenuta membro dell’Unione il 1° luglio 2013.
- Altri Paesi europei
- Paesi Est Europa e CSI
- Africa Settentrionale
- Diverse
- Unione Europea a 28
Analisi Export anno 2013 per mese e trimestre
Variazioni % rispetto al 2012, in valore
20
20
+13,4
+13,1
+10,8
+10,2
10
+9,2
+10,3
10
+6,4
+6,8
+6,7
+5,2
+2,1
+0,6
0
0
-0,8
-1,8
-4,1
-10
-10
-20
-20
Gen
Feb
Mar
Apr
Mag
Giu
Lug
Ago
Set
Ott
Nov
1° Trim
2° Trim
3° Trim
Ott-Nov
Fonte: Elaborazioni Assocalzaturifici su dati ISTAT
11
IMPORT ITALIANO CALZATURE
andamento nei primi 11 mesi 2013 rispetto ai primi 11 mesi 2012
Analisi per materiale di tomaio
Gennaio – Novembre 2013
Materiale di
tomaio
PELLE/CUOIO
SINTETICO
PANTOFOLE
GOMMA
TESS./MAT.DIV.
TOTALE IMPORT
VARIAZIONE % 13/12
Valore
Quantità
P.M.
(Milioni Euro)
(000 paia)
Euro
2.254,86
610,02
64,14
23,34
619,91
3.572,26
108.872
79.639
32.112
3.193
61.401
285.217
20,71
7,66
2,00
7,31
10,10
12,53
Valore
+0,3
-3,7
-4,8
+2,0
-0,0
-0,6
Quantità
P.M.
-0,4
+1,8
+0,7
+11,0
+0,8
+0,7
+0,7
-5,4
-5,5
-8,0
-0,8
-1,2
Analisi per Paese
PRINCIPALI PAESI DI ORIGINE
Gennaio – Novembre 2013
Ranking
valore
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
9)
10)
11)
12)
13)
14)
15)
16)
17)
18)
19)
20)
...
Cina
Romania
Belgio
Paesi Bassi
Francia
Vietnam
Spagna
Bosnia Erz.
Tunisia
Indonesia
India
Albania
Germania
Regno Unito
Bulgaria
Svizzera
Cambogia
Serbia
Portogallo
Ex R.J.Macedonia
TOTALE IMPORT
VARIAZIONE % 13/12
Valore
Quantità
P.M.
(Milioni Euro)
(000 paia)
Euro
Valore
Quantità
P.M.
723,72
432,67
302,55
260,84
212,51
200,55
167,60
123,24
122,47
119,15
115,86
111,85
92,68
57,66
52,74
44,40
43,10
39,71
38,84
35,68
116.587
25.333
13.236
8.043
9.599
15.138
11.359
9.935
8.566
7.619
7.710
9.763
7.826
2.062
5.085
441
3.071
2.587
1.453
1.801
6,21
17,08
22,86
32,43
22,14
13,25
14,75
12,41
14,30
15,64
15,03
11,46
11,84
27,97
10,37
100,75
14,04
15,35
26,73
19,81
-2,8
+12,3
-11,6
-7,8
-1,3
+6,3
-5,5
+22,3
-9,2
-7,2
+1,5
+10,7
+23,2
-9,6
-15,5
+4,6
+22,2
+10,7
-2,2
+18,2
-0,1
+7,1
-9,7
-13,5
-1,1
+6,5
+1,0
+13,9
-9,0
-10,1
+4,1
+8,1
+36,0
-3,9
-6,0
-14,9
+27,1
+5,5
-7,1
+7,3
-2,7
+4,9
-2,1
+6,7
-0,2
-0,2
-6,5
+7,4
-0,2
+3,3
-2,4
+2,4
-9,4
-6,0
-10,1
+22,9
-3,9
+5,0
+5,2
+10,1
3.572,26
285.217
12,53
-0,6
+0,7
-1,2
Fonte: Elaborazioni Assocalzaturifici su dati ISTAT
12
Analisi per aree geografiche di provenienza
Gennaio – Novembre 2013
Valore
Quantità
P.M.
ITALIA – IMPORT
(Milioni €)
Unione Europea (UE27)
Altri Paesi Europei
Paesi Est Europa e CSI
Africa Settentrionale
Altri Paesi d’Africa
America Settentrionale
America Centrale e del Sud
Medio Oriente
Altri Paesi d’Asia
Oceania
Diverse
TOTALE IMPORT
Euro
1.745,47
57,48
350,34
141,11
0,55
6,01
12,62
2,53
1.255,94
0,21
0,00
3.572,26
92.123
1.619
26.731
9.411
95
91
1.161
26
153.958
3
0
285.217
18,95
35,51
13,11
15,00
5,81
65,77
10,87
97,67
8,16
83,10
10,92
12,53
-2,3
+7,9
+13,2
-3,7
-45,2
+38,0
-45,1
+76,2
-0,7
-69,8
-99,6
-0,6
+0,6
-9,4
+7,1
-6,0
+12,9
+23,2
-24,7
+43,9
+0,5
-82,7
-98,0
+0,7
-2,9
+19,1
+5,6
+2,4
-51,5
+12,0
-27,1
+22,5
-1,2
+74,6
-80,5
-1,2
1.755,86
92.726
18,94
-2,4
+0,3
-2,7
Unione Europea a 28
Nota:
- Unione Europea a 27
(000 paia)
VARIAZIONE % 13/12
Valore
Quantità
P.M.
= Francia, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Germania, Regno Unito, Irlanda, Danimarca, Grecia,
Portogallo, Spagna, Austria, Finlandia, Svezia, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia,
Rep.Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Bulgaria, Romania;
= Ceuta, Melilla, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Isole Faer Oer, Andorra, Gibilterra, Turchia;
= Albania, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Ex R.Jug. Macedonia, Serbia, Montenegro, Kosovo, Ucraina,
Bielorussia, Moldavia, Russia, Georgia, Armenia, Azerbaigian, Kazakistan, Turkmenistan, Uzbekistan,
Tagikistan, Kirghizistan;
= Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Sudan;
= Paesi e territori indeterminati o non specificati; punti e depositi franchi; provviste di bordo;
= UE27+Croazia, divenuta membro dell’Unione il 1° luglio 2013.
- Altri Paesi europei
- Paesi Est Europa e CSI
- Africa Settentrionale
- Diverse
- Unione Europea a 28
Analisi Import anno 2013 per mese e trimestre
Variazioni % rispetto al 2012, in valore
20
20
10
+9,2
10
+5,4
+7,2
+3,2
+2,7
+1,2
+0,6
0
0
-0,6
-1,0
-3,2
-5,4
-2,3
-1,3
-3,6
-10
-10
-11,5
-20
-20
Gen
Feb
Mar
Apr
Mag
Giu
Lug
Ago
Set
Ott
Nov
1° Trim
2° Trim
3° Trim
Ott-Nov
Fonte: Elaborazioni Assocalzaturifici su dati ISTAT
13
SALDO COMMERCIALE SETTORE CALZATURIERO
PRIMI 11 MESI 2012
VALORE
(Milioni Euro)
EXPORT
IMPORT
SALDO
COMMERCIALE
PAIA
(Milioni)
7.135,45
3.592,07
201,0
283,2
3.543,38
-82,3
P.M.
Euro
35,51
12,68
PRIMI 11 MESI 2013
VALORE
(Milioni Euro)
PAIA
(Milioni)
7.512,75
3.572,26
205,7
285,2
3.940,48
-79,5
Variaz. % 13/12
P.M.
Euro
VAL
36,52
12,53
QTA
+5,3
-0,6
+2,4
+0,7
+11,2
+3,4
INTERSCAMBIO COMMERCIALE CALZATURE
Andamento nei primi 11 mesi degli anni 2002-2013
EXPORT
gennaio/novembre
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
(Milioni di Euro)
Valore
(Milioni di PAIA)
Quantità
Prezzo medio
6.385,52
5.988,37
5.783,33
5.684,60
6.049,76
6.464,55
6.515,69
5.373,57
6.127,80
6.923,34
7.135,45
7.512,75
303,1
282,0
261,4
231,3
228,1
230,9
209,9
178,1
205,5
214,5
201,0
205,7
21,07
21,24
22,12
24,58
26,53
28,00
31,04
30,17
29,82
32,28
35,51
36,52
(Euro)
Raffronto con la situazione “pre-crisi” di cinque anni addietro (primi 11 mesi 2013 su analogo periodo 2008):
+15,3% in valore; -2,0% in quantità; +17,7% nel prezzo medio.
IMPORT
gennaio/novembre
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
(Milioni di Euro)
Valore
(Milioni di PAIA)
Quantità
Prezzo medio
2.090,61
2.249,45
2.286,96
2.649,48
2.972,56
3.005,65
3.068,53
2.981,92
3.437,71
3.789,69
3.592,07
3.572,26
208,6
247,9
289,9
307,6
340,8
368,3
329,6
289,7
330,5
335,1
283,2
285,2
10,02
9,07
7,89
8,62
8,72
8,16
9,31
10,30
10,40
11,31
12,68
12,53
(Euro)
Raffronto con la situazione “pre-crisi” di cinque anni addietro (primi 11 mesi 2013 su analogo periodo 2008):
+16,4% in valore; -13,5% in quantità; +34,5% nel prezzo medio.
Fonte: Elaborazioni Assocalzaturifici su dati ISTAT
Nota: nell’analisi dell’interscambio commerciale sono stati utilizzati i dati ISTAT provvisori, sia per il 2013 che per gli anni
precedenti, per permettere un raffronto omogeneo.
14
MERCATO ITALIA
Gennaio-Dicembre 2013 rispetto a Gennaio-Dicembre 2012 e 2011
CONSUMI DELLE FAMIGLIE ITALIANE
SPESA CORRENTE
Genn-Dic 2011
Genn-Dic 2012
Genn-Dic 2013
Var. %
Milioni di EURO
Milioni di EURO
Milioni di EURO
13/12
1.028,67
1.024,80
941,24
-8,2 %
2.537,94
2.399,09
2.208,46
-7,9 %
418,17
388,92
393,85
+1,3 %
1.867,86
1.746,16
1.676,83
-4,0 %
536,13
540,83
506,82
-6,3 %
6.388,78
6.099,80
5.727,21
-6,1 %
Genn-Dic 2011
Genn-Dic 2012
Genn-Dic 2013
Var. %
PAIA (000)
PAIA (000)
PAIA (000)
13/12
15.142
14.833
14.240
-4,0 %
46.167
43.941
41.335
-5,9 %
BAMBINI/RAGAZZI
13.916
13.210
12.836
-2,8 %
SPORTIVE E SNEAKERS
34.719
33.845
33.564
-0,8 %
Pantofole/Zoccoli/Ciabatte
45.212
43.372
41.162
-5,1 %
155.156
149.200
143.137
-4,1 %
Genn-Dic 2011
Genn-Dic 2012
Genn-Dic 2013
Var. %
EURO
EURO
EURO
13/12
67,94
69,09
66,10
-4,3 %
54,97
54,60
53,43
-2,1 %
BAMBINI/RAGAZZI
30,05
29,44
30,68
+4,2%
SPORTIVE E SNEAKERS
53,80
51,59
49,96
-3,2 %
Pantofole/Zoccoli/Ciabatte
11,86
12,47
12,31
-1,3 %
41,18
40,88
40,01
-2,1 %
(prezzi al dettaglio)
UOMO
(sneakers escluse)
DONNA
(sneakers escluse)
BAMBINI/RAGAZZI
SPORTIVE E SNEAKERS
Pantofole/Zoccoli/Ciabatte
- di cui per uomo
- di cui per donna
- di cui bambini/ragazzi
Totale SPESA
(milioni Euro)
QUANTITA'
UOMO
(sneakers escluse)
DONNA
(sneakers escluse)
- di cui per uomo
- di cui per donna
- di cui bambini/ragazzi
Totale PAIA
(000)
Prezzi medi al paio
(al dettaglio)
UOMO
(sneakers escluse)
DONNA
(sneakers escluse)
- di cui per uomo
- di cui per donna
- di cui bambini/ragazzi
Totale P.M.
(Euro)
129,26
348,58
58,29
11.008
27.824
6.380
11,74
12,53
9,14
132,12
352,11
56,60
10.693
26.599
6.079
12,36
13,24
9,31
122,17
326,85
57,81
9.933
25.384
5.845
12,30
12,88
9,89
-7,5 %
-7,2 %
+2,1 %
-7,1 %
-4,6 %
-3,8 %
-0,5 %
-2,7 %
+6,2 %
Fonte: SITA RICERCA
15
CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI
Anno 2013
ORE AUTORIZZATE PER TRATTAMENTI DI INTEGRAZIONE SALARIALE a favore di operai e impiegati
Situazione C.I.G. Gennaio-Dicembre 2013 rispetto a Gennaio-Dicembre 2012
Settore di attività: “Pelli, cuoio e calzature”
C.I.G. Ordinaria
C.I.G. Straordinaria
di cui: straord. in senso stretto
straord. in deroga
12 mesi 2012
Ore
5.942.669
12.429.770
12 mesi 2013
Ore
6.266.823
13.079.659
Var. %
6.627.499
6.452.160
+21,4
-7,5
18.372.439
19.346.482
+5,3
4.295.913
4.140.946
5.021.047
4.914.533
5.380.818
4.761.325
3.676.728
5.527.611
+25,3
+15,0
-26,8
+12,5
5.457.490
6.972.280
TOTALE C.I.G.
di cui:
Primo trimestre
Secondo trimestre
Terzo trimestre
Quarto trimestre
13/12
+5,5
+5,2
Ore autorizzate per regione (ordinarie+straordinarie)
12 mesi 2012
Ore
558.021
2.823.122
2.822.275
54.030
851.249
2.140.101
126.592
3.208.886
271.738
285.320
1.345.599
3.718.819
166.687
18.372.439
Piemonte
Lombardia
Veneto
Friuli V.G.
Emilia Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Campania
Puglia
Altre regioni
TOT. Territorio Nazionale
12 mesi 2013
Ore
507.942
3.325.472
3.725.670
146.011
1.092.365
2.600.968
116.776
3.897.514
124.957
778.481
1.039.189
1.861.213
129.924
19.346.482
Var. %
13/12
-9,0 %
+17,8 %
+32,0 %
+170,2 %
+28,3 %
+21,5 %
-7,8 %
+21,5 %
-54,0 %
+172,8 %
-22,8 %
-50,0 %
-22,1 %
+5,3 %
ANDAMENTO ANNI PRECEDENTI, periodo Gennaio-Dicembre
CIG
12 mesi
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Var. % su anno precedente
Ordinaria
Straordinaria tot.
CIG Totale
Ordinaria
Straord.tot.
CIG Totale
7.815.890
3.836.917
2.940.133
3.873.027
11.376.149
6.836.876
3.888.750
5.942.669
6.266.823
3.950.049
5.326.431
3.187.116
4.163.639
11.722.055
22.840.626
15.381.927
12.429.770
13.079.659
11.765.939
9.163.348
6.127.249
8.036.666
23.098.204
29.677.502
19.270.677
18.372.439
19.346.482
-50,9
-23,4
+31,7
+193,7
-39,9
-43,1
+52,8
+5,5
+34,8
-40,2
+30,6
+181,5
+94,9
-32,7
-19,2
+5,2
-22,1
-33,1
+31,2
+187,4
+28,5
-35,1
-4,7
+5,3
raffronto coi livelli di 5 anni addietro (=anno 2013 su anno 2008):
Nota:
+61,8
+214,1
+140,7
Il TOT. ITALIA relativo a TUTTI I SETTORI (CIG ordinaria+straordinaria) ammonta nel 2013 a circa 1.076 milioni
di ore, in calo dell’1,4% sull’anno 2012.
Fonte: INPS, elaborazioni Assocalzaturifici
16