IL COMPARTO DELL`OCCHIALE: BUONE PRATICHE

Transcript

IL COMPARTO DELL`OCCHIALE: BUONE PRATICHE
REGIONE DEL VENETO
Direzione Regionale per la Prevenzione
C.R.R.E.O.
Centro Regionale di Riferimento per l’Ergonomia Occupazionale
IL COMPARTO DELL’OCCHIALE:
BUONE PRATICHE ERGONOMICHE
Aprile 2007
REGIONE DEL VENETO
Direzione Regionale per la Prevenzione
C.R.R.E.O.
Centro Regionale di Riferimento per l’Ergonomia Occupazionale
Direttore: Doriano Magosso SPISAL AULSS n. 17
A cura del Gruppo di Lavoro del C.R.R.E.O.
Coordinatore: Doriano Magosso SPISAL AULSS n. 17
Componenti:
Elena Cestari SPISAL AULSS n. 17
Giorgio Cipolla SPISAL AULSS n. 10
Luigino Dal Vecchio SPISAL AULSS n. 7
Nicoletta De Marzo SPISAL AULSS n. 2
Stefania Dolci SPISAL AULSS n. 21
Mario Gobbi SPISAL AULSS n. 20
Valeria Martin SPISAL AULSS n. 18
Paolo Occari SPISAL AULSS n. 14
Pierantonio Zanon SPISAL AULSS n. 6
Daniela Marcolina SPISAL AULSS n. 1
Maria Teresa Riccio SPISAL AULSS n. 1
INDICE
1. Scopo del documento
p. 1
2. Caratteristiche del comparto dell’occhiale
2.1 Il ciclo lavorativo
2.2 I fattori di rischio di tipo ergonomico
2.3 Le malattie professionali
p.
p.
p.
p.
1
1
3
3
La valutazione del rischio da movimenti ripetuti degli arti superiori
negli addetti alla lavorazione dell’occhiale
3.1. Il metodo
3.2. I risultati della valutazione del rischio
3.2.1 Studio pilota condotto nel 2001
3.2.2 La valutazione del rischio effettuata dalle aziende
3.2.3 La valutazione del rischio effettuata dagli SPISAL
p.
p.
p.
p.
p.
p.
5
5
5
5
7
8
4.
Gli interventi di tutela degli addetti nel comparto dell’occhiale
4.1. Interventi sulla postazione di lavoro “pulitura su ruota”
4.2. Interventi sulla postazione di lavoro “saldatura dei nasi”
4.3. Interventi sulla postazione di lavoro “registratura occhiali”
p. 8
p. 10
p. 12
p. 13
5.
Conclusioni
p. 15
Riferimenti bibliografici
p. 15
3.
ALLEGATI
Allegato 1 – Studio per la conoscenza del rischio da movimenti e sforzi
ripetuti degli arti superiori nella produzione dell’occhiale – SPISAL n. 1 Belluno
p. 17
Allegato 2 – Malattie professionali attese nella provincia di Belluno, anno 1999
p. 30
Allegato 3 – Check-List OCRA. Procedura breve per l’identificazione
del rischio da sovraccarico degli arti superiori da lavoro ripetitivo
p. 31
Allegato 4 – Esempio di scheda di raccolta anamnestica
p. 35
Allegato 5 – Esame obiettivo apparato osteomioarticolare arti superiori
p. 42
Allegato 6 – Glossario di Ergonomia
p. 46
I
1. SCOPO DEL DOCUMENTO
Questo documento intende presentare e analizzare il rischio da movimenti ripetuti degli
arti superiori, le posture incongrue, i ritmi e l’organizzazione del lavoro per i lavoratori e
formulare una serie di indicazioni su come valutare il rischio presente nel comparto della
lavorazione dell’occhiale e come adeguare il posto di lavoro secondo principi ergonomici.
Tale strumento può essere utile alle figure aziendali preposte alla sicurezza e ai Servizi di
Prevenzione, Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPISAL) per una corretta
valutazione del rischio ergonomico nel comparto dell’occhiale e nella ricerca di adeguate
soluzioni per migliorare l’interazione tra le componenti fondamentali del sistema lavoro,
con particolare riferimento alla postazione di lavoro, alle macchine e agli impianti,
all’ambiente e all’organizzazione del lavoro.
2. CARATTERISTICHE DEL COMPARTO DELL’OCCHIALE
In Italia la popolazione lavorativa del comparto dell’occhiale ammonta a circa 16.000
addetti. Le aziende produttrici sono oltre 1200: circa 300 sono imprese industriali, mentre più
di 900 sono artigiane.
L’80% dell’attuale produzione dell’occhiale è concentrata nell’area del Veneto, la sola
provincia di Belluno ne rappresenta il 72,6%. Il distretto bellunese conta oltre 700 aziende, i
lavoratori addetti superano le 11.000 unità e si copre più del 25% della produzione mondiale.
Si stima, inoltre, che il comparto dell’occhiale rappresenti circa il 30% delle unità produttive
locali, mentre le maestranze impiegate raggiungono il 40% degli occupati della provincia.
Eccetto alcune grandi aziende di fama mondiale, oltre l’80% delle aziende sono di piccole
dimensioni e di tipo artigianale.
2.1 Il ciclo lavorativo
Le materie prime usate per la fabbricazione delle montature di occhiale sono
essenzialmente metalli (leghe varie e, recentemente, titanio ed alluminio) e resine sintetiche
(quali, ad esempio, acetato di cellulosa).
I cicli lavorativi completi dell’occhiale in metallo e in plastica sono presentati in Figura 1
(1). I grandi gruppi industriali eseguono il ciclo produttivo completo, le altre aziende
sviluppano solo alcune fasi lavorative dell’occhiale, ad esempio la verniciatura, la pulitura,
l’assemblaggio.
Nonostante lo sviluppo della meccanizzazione degli ultimi anni, la produzione
dell’occhiale rimane essenzialmente una lavorazione manuale, eseguita prevalentemente da
manodopera femminile che riesce ad eseguire più facilmente operazioni di precisione su
piccoli manufatti.
In ogni fase di produzione dell’occhiale il lavoratore può essere adibito a più compiti
lavorativi (che possono essere a cicli e non). I compiti lavorativi più frequenti del ciclo di
lavoro degli occhiali in metallo sono elencati nella tabella 1.
1
FIGURA 1. Schema del ciclo di lavoro degli occhiali in metallo (a sinistra) ed in plastica (a
destra)
Stampaggio minuterie
Cerchiatura
Stampaggio a caldo
dei polimeri (granuli)
Lavorazione a freddo
dei polimeri (lastre)
Microfusione
Lavorazioni meccaniche
Assemblaggio
Saldatura
Burattatura
Burattatura
Lavaggio
Asciugatura
Smaltatura
(decorazione)
Lavaggio
Galvanica
Coloritura
Verniciatura
TABELLA 1. Compiti lavorativi del ciclo lavoro occhiali in metallo
CICLO DI LAVORO
Cerchiatura
Lavorazioni meccaniche
Burattatura
Finitura
Lavaggio
Asciugatura
Galvanica
Smaltatura
Verniciatura
Assemblaggio
Finissaggio
COMPITI PIÙ FREQUENTI
Meniscatura
Fresatura
Saldatura
Saldatura nasi
Saldatura musi
Taglio tubetti
Carico – scarico telai
Pulitura su ruota
Certificazione (controllo)
Sabbiatura
Carico- scarico telai
Lavorazioni a siringa
Carico – scarico telai
Spruzzo manuale
Montaggio terminali
Timbratura aste e nasi
Fresatura lenti e montaggio lenti
Montaggio mascherine
Montaggio placchette
Registratura e controllo
Confezionamento
2
Verniciatura
I fattori di rischio presenti in questo settore possono essere suddivisi in:
• fattori di tipo fisico e chimico,
• fattori di tipo ergonomico (movimenti ripetuti degli arti superiori, posture incongrue,
ritmi e organizzazione del lavoro).
2.2
I fattori di rischio di tipo ergonomico
I fattori di rischio di tipo ergonomico per l’arto superiore sono presenti in quasi tutte le
mansioni poiché molte operazioni vengono eseguite a cicli con elevata frequenza di azioni,
con posture obbligate e con estrema precisione e prevedono l’utilizzo di macchine a motore
(ad esempio, la lucidatura su ruota) con esposizione a vibrazioni.
Il rischio per gli arti superiori nel comparto dell’occhiale, per quanto conosciuto dagli
operatori del settore, non era mai stato affrontato con tecniche valutative in quanto mancanti
o troppo complesse. L’inquadramento di questo tipo di rischio nel campo dell’ergonomia
risale a metà degli anni ’90, epoca in cui è stato presentato a livello scientifico il primo
metodo analitico di tipo ergonomico applicabile alle grandi realtà industriali. Esso è stato
semplificato alla fine del decennio, epoca in cui è divenuto utilizzabile per qualsiasi tipologia
lavorativa.
Nel biennio 2000 – 2001 nell’ambito del Progetto Regionale Veneto sull’Ergonomia
Occupazionale gli operatori dello SPISAL di Belluno hanno condotto le prime valutazioni nel
comparto occhialeria con la divulgazione dei risultati presso gli operatori del settore.
A partire da questo studio pilota (allegato 1), molte aziende hanno successivamente valutato
autonomamente al proprio interno il rischio da sforzi e movimenti ripetuti per l’arto superiore
ed in alcuni casi sono state adottate soluzioni finalizzate alla riduzione del rischio stesso.
2.3
Le malattie professionali
Le segnalazioni di patologie a carico dell’arto superiore nel comparto dell’occhiale sono
pervenute ai nostri Servizi a partire dal 2001. Sono state segnalate sia patologie acute
(infortuni o brevi periodi di malattia di 8-15 giorni), sia patologie croniche degenerative con
danno evolutivo e permanente (malattie professionali). In alcuni casi sono stati segnalati
‘sintomi’ (quali, ad esempio, cervicalgia ed algia del pollice).
Nelle tabelle sottostanti sono indicati il numero ed il tipo delle segnalazioni di malattie
professionali a carico degli arti superiori pervenute ai Servizi per la Prevenzione e la
Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPISAL) della provincia di Belluno dal 2001.
Di seguito sono riportate alcune considerazioni sulle caratteristiche delle segnalazioni e su
quanto è risultato dalle inchieste di malattia professionale condotte secondo le indicazioni
contenute nelle “Linee guida per l’effettuazione dell’inchiesta di malattia professionale da
movimenti ripetuti degli arti superiori” ufficializzate dalla Direzione Regionale per la
Prevenzione del Veneto con nota prot. n. 879236/50.03.41 del 30/12/2005 (2).
3
TABELLA 2. Segnalazioni di sospette malattie professionali a carico dell’arto superiore
pervenute agli SPISAL della provincia di Belluno nel periodo 2001-2005
ANNO
N. SEGNALAZIONI
2001
2002
2003
2004
2005
Totale
4
7
20
21
15
67
TABELLA 3. Tipo di patologie a carico dell’arto superiore segnalate nel periodo 2001-2005
agli SPISAL della provincia di Belluno e classificate secondo il DM 27.04.2004 (3)
PATOLOGIA SEGNALATA
SPALLA
Tendinite del sovraspinoso
Tendinite capolungo del bicipite
Tendinite calcifica (morbo di Duplay)
GOMITO
Epicondilite
Epitrocleite
Tendinopatia inserzione distale del tricipite
POLSO-MANO
Tendinite flessoestensori (polso-dita)
Sindrome di De Quervain
Dito a scatto
Sindrome del tunnel carpale
ALTRO
(Algie a livello dei vari distretti del rachide e degli arti superiori)
N. SEGNALAZIONI
12
4
1
7
11
9
1
1
29
15
2
1
11
15
Nell’84% dei casi si tratta di lavoratrici con patologie alle mani e ai polsi, in quanto al
personale femminile vengono prevalentemente assegnate mansioni di estrema precisione su
manufatti di piccole dimensioni che prevedono cicli lavorativi di breve o brevissima durata,
con frequente ripetitività dei movimenti dei polsi e delle mani. Nel 16% dei casi si tratta di
lavoratori di sesso maschile con patologie a carico della spalla; infatti ai lavoratori vengono
affidate le operazioni (quali, ad esempio, la manutenzione e il magazzinaggio) che
comportano movimentazione di carichi.
Le mansioni più a rischio sono quelle di pulitura e di finissaggio occhiali (comprendenti
compiti quali registratura e confezionamento). In alcuni casi (mansioni di pulitura e
montaggio montature) il rischio è aggravato dall’utilizzo di strumenti vibranti a bassa
frequenza (pulitura con mola, uso di avvitatore).
Nel 75% delle inchieste è stata accertata l’origine professionale perchè era presente
correlazione tra la patologia segnalata ed il compito lavorativo.
4
Nell’80% delle segnalazioni i lavoratori erano dipendenti di grandi aziende dove era stata
effettuata la valutazione del rischio da movimenti e sforzi ripetuti a carico dell’arto superiore.
Tale elevata percentuale può essere correlata ad una maggiore consapevolezza dei lavoratori
che hanno segnalato i propri disturbi al medico (curante, ospedaliero, del patronato). Una sola
delle segnalazioni di malattia professionale è stata inviata dal medico competente aziendale.
A titolo conoscitivo e di confronto si riporta in allegato 2 la tabella riassuntiva dei dati
relativi alle patologie professionali a carico degli arti superiori attese nella provincia di
Belluno nell’anno 1999 (dati elaborati nell’ambito del Progetto Sperimentale sull’Ergonomia,
Piano Triennale per la Promozione della Salute e della Sicurezza negli Ambienti di Lavoro
anni 1999-2001) (4).
3. LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA MOVIMENTI RIPETUTI DEGLI ARTI
SUPERIORI NEGLI ADDETTI ALLA LAVORAZIONE DELL’OCCHIALE
Il presente capitolo riassume i risultati dell’indagine pilota sul rischio ergonomico in
un’occhialeria realizzata dallo SPISAL dell’ULSS n. 1 di Belluno nel 2001 ed i risultati delle
varie misurazioni del rischio per singole postazioni di lavoro fatte in occasione delle inchieste
per malattie professionali o di altre attività come i ricorsi avverso il giudizio di idoneità del
medico competente ai sensi dell’art. 17 del D.Lgs. 626/94. In alcuni casi, come nelle grandi
aziende, era già presente una valutazione del rischio; in altri casi, nelle piccole aziende di tipo
artigianale, la valutazione è stata effettuata dal medico dello SPISAL.
3.1 Il metodo
L’analisi delle postazioni di lavoro è stata condotta con il metodo OCRA nella forma
completa, o semplificata come check-list (allegato 3), ed utilizzando la specifica modulistica
(5). Le rilevazioni hanno riguardato sia le misurazioni per singolo compito lavorativo (Indice
di Compito – IC nella tabella 4) sia la valutazione complessiva dei vari compiti effettuati dal
lavoratore nel turno di lavoro (da cui consegue l’Indice di Esposizione - IE nella tabella 4).
Le misurazioni per compito lavorativo sono state effettuate sulle postazioni occupate dai
lavoratori tramite l’analisi delle frequenze d’azione (azioni tecniche), della forza, della
postura, del recupero e dei fattori complementari.
La valutazione dei vari compiti è stata eseguita tramite l’analisi della distribuzione dei
turni di lavoro, delle interruzioni e delle pause relative al compito normalmente svolto,
distinguendo per ogni compito la parte di lavoro con movimenti ripetuti effettuata a cicli
rispetto a quella non effettuata a cicli.
3.2 I risultati della valutazione del rischio
3.2.1
Studio pilota condotto nel 2001
Nell’indagine del 2001 sono state valutate 69 postazioni di lavoro in un’industria del
settore comprendenti le fasi di lavoro più significative.
5
La tabella sottostante riporta le fasi di lavoro studiate e i valori medi dell’Indice di rischio
suddiviso in:
Indice di Compito - IC relativo alla postazione,
Indice di Esposizione - IE relativo al rischio personale del lavoratore.
TABELLA 4. Valutazioni del rischio (IC: indice di compito, IE: indice di esposizione)
secondo il metodo della Check List OCRA
Reparto/Mansione
N. postazioni
esaminate
Indice Rischio
Lieve
IC
IE
Indice Rischio
Medio
IC
IE
Stampaggio metallo
Saldatura (varie)
Saldatura/meniscatura
Pantografo:
inserimento/estrazione
3
27
1
16,7
13,5
14
16,7
10,6
14
3
13,3
13,3
Assemblaggio, avvitatura
Burattatura, carico/scarico telai
Galvanica, carico/scarico telai
Pulitura su ruota
Verniciatura, carico/scarico
Preparazione al montaggio,
foratura
Montaggio (varie)
Imbustinamento
Controllo registrazione metallo
Controllo registrazione plastica
5
6
2
3
1
10,6
15,5
15,5
14,3
9,9
15,5
9,5
11
11
4
11
8,7
16,7
15
14,1
15
7
1
1
1
11
Indice Rischio
Elevato
IC
IE
7,4
11
26
15
I risultati della valutazione dimostrano che l’indice di compito è sempre pari o più alto
dell’indice personale di esposizione. Ciò è dovuto alla tipicità delle lavorazioni nel comparto
dell’occhiale: nel caso in cui l’addetto operi in una sola postazione ed effettui gli stessi
compiti per tutto il turno di lavoro i due indici coincidono; laddove l’addetto lavori in diverse
postazioni di lavoro caratterizzate da una elevata varietà di operazioni anche con fasi di
lavoro non a ciclo, e quindi non ripetitive e con diverse interruzioni che si configurano come
periodo di recupero, l’indice di esposizione è ridotto.
Un’altra caratteristica della lavorazione dell’occhiale è la varietà dei compiti e subcompiti presenti in un ciclo di lavoro, da rilevare separatamente: ad esempio la “saldatura” è
una fase del ciclo di lavoro che interessa vari pezzi (quali, ad esempio, nasi, musi, cerchi,
gancini) e l’indice di esposizione al rischio presenta misure variabili in rapporto al pezzo da
saldare.
Generalmente gli indici più bassi sono stati misurati in quelle postazioni dove è previsto
l’utilizzo di macchine semiautomatiche e l’impegno manuale è più ridotto. Le postazioni di
lavoro con gli indici più elevati sono invece quelle con maggiore attività manuale (ad
esempio il montaggio con cacciaviti manuali od automatici, la pulitura su ruota, la
registratura), dove sono necessari movimenti fini e di precisione.
6
Poiché le postazioni esaminate rappresentano le principali fasi di lavorazione
dell’occhiale, pur considerando l’estrema variabilità delle tipologie lavorative delle aziende
del settore, si può ritenere che lo studio sia rappresentativo della realtà produttiva studiata.
3.2.2
La valutazione del rischio effettuata dalle aziende
Dopo il 2001 alcune grandi aziende del comparto hanno effettuato nei propri reparti la
valutazione del rischio da movimenti e sforzi ripetuti degli arti superiori secondo la metodica
della Check List OCRA. Nella tabella 5 viene illustrata una valutazione del rischio eseguita
su diverse postazioni da un’azienda del settore.
DESCRIZIONE COMPITO LAVORATIVO
FATTORE RECUPERO
FATTORE FREQUENZA
FATTORE FORZA
SPALLA
POLSO
GOMITO
MANO
STEREOTIPIA
FATTORE POSTURA
FATTORI COMPLEMENTARI
INDICE COMPITO IC
TEMPO NETTO LAVORO RIPETITIVO (h)
INDICE ESPOSIZIONE IE
TABELLA 5. Valutazioni del rischio eseguite da un’azienda del comparto dell’occhiale
Meniscatura
Saldatura tubetti
Fresatura cerchi
Smerigliatura
Saldatura nasi
Saldatura musi
Montaggio aste con cacciavite manuale
Montaggio aste con cacciavite automatico
Montaggio e regolazione vite
Carico dei telai
Pulitura su ruota
Sabbiatura completa
Scarico dei telai galvanica
Spruzzo manuale con retina
Timbratura aste e nasi
Montaggio mascherine
Montaggio terminali con colla
Montaggio aste su frontale
Montaggio placchette
Registratura e controllo montatura da vista
Registratura e controllo
0
1
0
4
1
3
3
4
4
4
4
4
1
0
0
4
1
4
4
1
1
4
3
0
3
2
1
2
0,5
2
6
10
10
3
9
6
3
8
1
5
8
3
0
0
2
0
0
0
3
0
3
1
5
0
1
0
0
0
0
0
0
2
3
4
8
8
2
2
2
4
2
6
2
4
0
4
6
2
1
2
6
0
2
3
2
4
4
2
2
2
4
4
4
1
4
4
4
4
2
6
4
4
4
6
6
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
4
0
0
0
0
0
0
2
0
0
2
4
4
4
8
8
8
6
6
6
4
8
4
6
8
4
6
6
6
6
6
6
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1,5
0
0
1
0
0
0
0
0
0
0
4
8
8
8
8
8
6
6
6
4
9,5
4
6
9
4
6
6
6
6
6
6
0
1
0
0
1
1
1
1
2
0
1
0
0
0
1
1
0
2
1
0
0
8,0
13,0
10,0
15,0
12,0
13,0
15,0
11,5
17,0
15,0
29,5
18,0
11,0
18,0
11,0
14,0
15,0
13,0
16,0
17,0
13,0
5,3
5,0
5,8
5,8
5,5
3,3
6,0
5,5
4,8
3,0
4,9
4,0
4,7
3,3
6,0
6,7
4,4
7,0
5,0
6,4
6,0
8,0
9,8
10,0
15,0
12,0
9,8
15,0
11,5
12,8
7,5
22,1
13,5
8,3
13,5
11,0
14,0
11,3
13,0
12,0
17,0
13,0
7
3.2.3
La valutazione del rischio effettuata dagli SPISAL
Nella tabella 6 vengono illustrate le valutazioni eseguite dallo SPISAL in occasione di
indagini specifiche.
FATTORE FORZA
SPALLA
POLSO
GOMITO
MANO
STEREOTIPIA
FATTORE POSTURA
FATTORI COMPLEMENTARI
INDICE COMPITO IC
TEMPO NETTO LAVORO RIPETITIVO (h)
INDICE ESPOSIZIONE IE
Confezionamento completo occhiale
Imbustamento
Montaggio terminali
Piega terminali
Registratura
Pulitura manuale
Montaggio delle lenti su montature
Montaggio alette
Montaggio aste con cacciavite manuale
Saldatura nasi
FATTORE FREQUENZA
DESCRIZIONE COMPITO
LAVORATIVO
FATTORE RECUPERO
TABELLA 6. Valutazioni del rischio eseguite dallo SPISAL
4
4
4
4
4
4
4
4
4
3
1
8
8
7
5
1
8
6
2
2
0
0
0
0
0
0
2
0
3
0
2
1
0
0
0
0
1
0
4
2
2
0
5
4
4
2
0
5
4
2
2
2
0
0
0
1
0
0
0
0
6
4
5
4
4
8
5
5
6
8
1,5
3
1,5
1,5
1,5
0
1,5
1,5
0
0
7,5
7
6,5
5,5
6,5
8
6,5
6,5
6
8
0
0
0
0
0
0
0
0
1
1
12,5
19
18,5
16,5
15,5
13
20,5
16,5
15
14
5,3
5,3
5,3
5,3
5,3
5,3
5,3
5,3
6,0
5,5
12,5
17,5
17
14,9
14
12
18,9
15
13,8
12,9
I risultati della valutazione hanno confermato che le mansioni più a rischio sono le
operazioni di montaggio, pulitura su ruota, registratura e confezionamento.
4. GLI INTERVENTI DI TUTELA DEGLI ADDETTI NEL COMPARTO
DELL’OCCHIALE
Dopo la valutazione nelle aziende sono stati effettuati interventi di bonifica tenendo conto
delle postazioni più a rischio, del numero di persone esposte e della possibilità di estendere le
bonifiche a posti di lavoro simili.
Di seguito vengono descritti tre interventi di tipo tecnico-organizzativo realizzati nello
specifico comparto.
Gli interventi di tutela possono essere:
riorganizzazione del lavoro (modifica degli orari e dei turni di lavoro, inserimento o
ridistribuzione delle pause);
8
riprogettazione delle postazioni di lavoro secondo le priorità emerse dalla valutazione
specifica;
informazione e formazione del personale esposto;
sorveglianza sanitaria.
In relazione alla sorveglianza sanitaria si richiama il documento “Linee guida per la
sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti a rischio da movimenti ripetuti degli arti
superiori” ufficializzato dalla Direzione Regionale per la Prevenzione del Veneto con nota
prot. n. 781774/50.03.41 del 16/11/2005 da cui è tratta la tabella 7 (6).
TABELLA 7. Tabella riassuntiva della valutazione del rischio e azioni conseguenti suggerite
FASCIA / ZONA
DI RISCHIO
VALORE
INDICE OCRA
VALORE DI
CHECK-LIST
Fino a 1.5
Fino a 5
Nessuna
Accettabile
1.6 - 2.2
5.1 – 7.5
Nessuna
Incerto-molto lieve
2.3 -3.5
7.6 – 11.0
1. Riverifica
2. Riduzione rischio se possibile
Ottimale
MISURE PREVENTIVE PROPOSTE
1. Riduzione rischio
2. Sorveglianza sanitaria
Lieve
3.6 – 4.5
11.1 – 14.0
2.1 Visita di assunzione
2.2 Periodicità stabilita dal Medico Competente
3. Informazione/formazione
1. Riduzione rischio
2. Sorveglianza sanitaria
Medio
4.6 – 9.0
14.1 – 22.5
2.1 Visita medica annuale
2.2 Periodicità superiore secondo valutazione
del Medico Competente
3. Informazione/formazione
1. Riduzione rischio
2. Sorveglianza sanitaria
Elevato
Oltre 9.0
Oltre 22.5
2.1 Visita medica annuale
2.2 Periodicità inferiore secondo giudizio del
Medico Competente
3. Informazione/formazione
Per quanto riguarda il reinserimento dei soggetti “patologici” resta fermo il principio
della loro collocazione in lavori con livello di rischio assente. Qualora questi non siano
disponibili, sussiste il principio dell’assegnazione del lavoratore con problemi di idoneità ad
attività con il più basso livello di rischio possibile.
9
Per l’individuazione della mansione specifica è fondamentale che il medico competente,
indipendentemente dal livello di rischio della postazione individuata, verifichi che questo
nuovo lavoro non comporti un sovraccarico al distretto anatomico interessato dalla patologia.
4.1 Interventi sulla postazione di lavoro “pulitura su ruota”
La pulitura su ruota è una fase del ciclo di lavorazione in cui il lavoratore impugna la
montatura con entrambe le mani e la fa aderire alla mola con forza per ottenere un buon
effetto levigante e lucidante (Figura 2).
FIGURA 2. Macchina per pulitura su ruota
L’attrezzatura in esame è costituita da una mola di tessuto che, girando a velocità mediobassa e con l’ausilio di paste abrasive, produce un’azione levigante e lucidante sui manufatti
con i quali viene a contatto.
L’operazione espone ad un rischio ergonomico elevato a causa dell’alta frequenza dei
movimenti delle braccia, della forza applicata, delle posture incongrue assunte dalle dita delle
mani (presa pinch) e dagli avambracci, mantenuti sollevati senza appoggio. A questi fattori
va aggiunto il rischio da vibrazioni dovuto al movimento rotatorio della pulitrice.
Nella tabella 8 sono riportati i risultati della valutazione effettuata su questa postazione.
Dato l’elevato rischio della postazione (IC 29,5 – IE 22) e l’elevato numero di addetti alla
mansione di pulitura, l’azienda ha valutato la possibilità di intervenire da un punto di vista
tecnico, organizzativo e formativo.
Dal punto di vista tecnico si sono sperimentate due soluzioni ipotizzando una diminuzione
del carico posturale: a) l’utilizzo di una macchina per pulitura invertendo il senso di rotazione
10
4
8
1,5
IE
4
Tempo netto di lavoro
ripetitivo (h)
4
IC
Stereotipia
5
Mano
10
Gomito
Forza
4
Polso
Frequenza
Pulitura su ruota
Spalla
Reparto/mansione
Recupero
Postura totale 9,5
Fattori complementari
TABELLA 8. Risultati della valutazione effettuata con il metodo della Check List OCRA
nella postazione di pulitura su ruota con indicazione dei punteggi dei singoli fattori di
rischio considerati
1
29,5
4,9
22
della ruota e b) fornendo all’operatore supporti ad impugnatura ergonomica per imprimere
forza in power-grip ed evitare, quindi, la presa in pinch, più sfavorevole. Gli interventi
organizzativi si sono concretizzati nell’introduzione di nuove fasi lavorative con conseguente
modifica dell’intero ciclo di lavoro. Per prima cosa, si è deciso di agire a monte rendendo più
efficiente la selezione dei pezzi difettosi riducendo in tal modo sia il numero dei pezzi da
lucidare sia la forza da imprimere nella lucidatura. Il risultato finale è stata la riduzione del
numero delle persone addette alla pulitura e la possibilità di introdurre, sulle rimanenti
postazioni, delle pause cadenzate (obbligatorie). In secondo luogo si è stabilito di procedere
alla lucidatura dei singoli componenti e non più dell’occhiale assemblato, limitando così il
numero dei movimenti eseguiti.
Relativamente alla formazione sono stati realizzati interventi specifici volti ad addestrare
gli addetti ad effettuare movimenti corretti e a tenere posture adeguate (ad esempio
l’applicazione della forza minima necessaria per la pulitura del pezzo).
Risultati degli interventi. Gli interventi di tipo organizzativo e formativo sono stati
efficaci: infatti l’inserimento delle pause cadenzate ha ridotto l’IE dal valore 22.1 al valore
19.1. Inoltre, la maggior parte dei lavoratori intervistati ha affermato di apprezzare i benefici
fisici e psicologici derivanti dalla nuova organizzazione.
La sperimentazione degli interventi di tipo tecnico sopra descritti non ha, invece, prodotto
gli effetti sperati. Infatti, il diverso senso di rotazione della ruota non ha portato ad una
riduzione dell’indice di esposizione come ipotizzato. Inoltre, i supporti ad impugnatura
ergonomica non hanno garantito una presa stabile dell’occhiale causando una scarsa qualità
della lucidatura ed un grave impaccio nei movimenti delle mani con conseguente aumento
della probabilità di eventi infortunistici. Questo è dovuto anche alla particolarità delle
operazioni e dei componenti utilizzati che richiedono la grande sensibilità della mano
dell’operatore.
Oltre ad un risultato positivo sotto il profilo ergonomico, si sono ottenuti miglioramenti
anche dal punto di vista produttivo: il ritmo di lavoro è risultato più uniforme e si sono
recuperate risorse umane impiegabili in altre attività.
11
4.2 Interventi sulla postazione di lavoro “saldatura dei nasi”
La saldatura è una lavorazione da banco e consiste nel produrre il frontale dell’occhiale,
unendo i vari pezzi che lo compongono (cerchi, nasi, musi, gancini, perni, cerniere) attraverso
un processo di saldobrasatura. L’indagine è stata focalizzata sulla postazione di saldatura dei
“nasi” cioè di quella parte della montatura che poggia sul naso. L’operatore inserisce e blocca
nello stampo uno dei due cerchi che compongono il frontale; unisce poi il “naso” e lo salda
con l’applicazione del metallo di apporto, sorretto con una mano, e con l’avvio del processo
di saldatura elettrica con l’altra mano. Effettua lo stesso procedimento con l’altro cerchio. La
montatura ormai completata viene depositata nell’apposito contenitore che passa alle
lavorazioni successive. La postazione è presentata nella figura 3.
FIGURA 3. Postazione di saldatura dei nasi dell’occhiale
La lavorazione presenta un rischio ergonomico lieve determinato dalla postura delle dita
delle mani, sempre in presa pinch, della frequenza delle azioni e della posizione delle braccia
mantenute senza appoggio per buona parte del tempo.
Nella tabella 9 sono riportati i risultati della valutazione effettuata da una occhialeria su
questa postazione.
12
0
8
0
IE
2
Tempo netto di lavoro
ripetitivo (h)
2
IC
Stereotipia
0
Mano
2
Gomito
Forza
1
Polso
Frequenza
Saldatura “nasi”
Spalla
Reparto/mansione
Recupero
Postura totale 8
Fattori complementari
TABELLA 9. Risultati della valutazione effettuata con il metodo della Check List OCRA
nella postazione di saldatura dei “nasi” con indicazione dei punteggi dei singoli fattori di
rischio considerati
0
12
5,5
12
Per l’elevato numero di addetti alla mansione, pur essendo un rischio lieve (IC 12 – IE
12), l’azienda ha valutato la possibilità di realizzare interventi di tipo tecnico, organizzativo e
formativo.
Le misure tecniche sono consistite nella ristrutturazione della postazione con la
razionalizzazione del layout e con la realizzazione di appoggi per le braccia. È stata, inoltre,
prevista l’automazione di alcune operazioni di saldatura.
Nel ciclo di lavoro sono state introdotte pause cadenzate ed è stata prevista specifica
formazione all’utilizzo della macchina.
Risultati degli interventi. Gli interventi di ristrutturazione della postazione hanno ridotto
l’IE da 12 a 10,5 in quanto sono diminuite le azioni tecniche con calo della frequenza
d’azione e c’è stato l’azzeramento del punteggio attribuito alla postura della spalla, grazie
agli appoggi per le braccia.
L’introduzione di operazioni in automatismo dell’attrezzatura di saldatura ha ridotto
ulteriormente l’IE, portandolo a 6.0 per effetto della riduzione del punteggio assegnato alla
presa pinch e all’assenza dei fattori complementari (lavori di precisione).
Accanto ad una riduzione del rischio, tali interventi, pur avendo comportato un costo
iniziale elevato in quanto si è trattato di modifiche molto complesse che hanno interessato
numerose postazioni, hanno portato ad un sensibile incremento produttivo.
Gli interventi formativi ed organizzativi sono stati ritenuti dai lavoratori migliorativi del
loro benessere.
4.3 Interventi sulla postazione di lavoro “registratura occhiali”
La registratura occhiali è una delle ultime operazioni nella lavorazione dell’occhiale. La
lavorazione è manuale: il lavoratore effettua i controlli sulla montatura rispetto al modello
riportato sul foglio sottostante. La postazione di lavoro è presentata nella figura di seguito
riportata.
13
FIGURA 4. Postazione di lavoro “registratura occhiali”
Per effettuare i controlli il lavoratore deve appoggiare ripetutamente l’occhiale sul
modello di riferimento con frequenti movimenti che interessano il polso e le mani. Ne
consegue un rischio medio a causa della frequenza delle azioni, della postura delle dita delle
mani (presa pinch) e dei polsi. Di seguito vengono riportati, per la postazione di registratura
occhiali, i risultati della valutazione del rischio con i punteggi dei singoli fattori eseguita con
il metodo della Check List OCRA.
0
6
0
14
IE
6
Tempo netto di lavoro
ripetitivo (h)
2
IC
Stereotipia
2
Mano
8
Gomito
Forza
1
Polso
Frequenza
Registratura occhiali
Spalla
Reparto/mansione
Recupero
Postura totale 6
Fattori complementari
TABELLA 10. Risultati della valutazione effettuata con il metodo della Check List OCRA
nella postazione di registratura occhiali con indicazione dei punteggi dei singoli fattori di
rischio considerati
0
17
6,4
17
L’azienda ha progettato e sperimentato alcuni interventi per la riduzione del rischio
ergonomici.
Gli interventi di tipo tecnico hanno interessato la riprogettazione del banco di lavoro con
la modifica dell’altezza del piano di lavoro, lo spostamento delle varie aree operative nel
rispetto dei requisiti antropometrici, la realizzazione di supporti per i contenitori degli
occhiali, l’inclinazione della tavoletta per la registratura. Gli interventi organizzativi e
formativi hanno compreso l’inserimento delle pause cadenzate e la formazione degli addetti.
Risultati degli interventi. Le modifiche del banco hanno determinato una riduzione del
punteggio relativo alla postura del polso, migliorato la postura del rachide riducendone
l’inclinazione e ridotto i movimenti di flessione dell’avambraccio. Tuttavia l’IE complessivo
relativo al compito lavorativo è rimasto invariato. Solo l’inserimento delle pause cadenzate
ha portato l’IE da 17.0 a 16.0.
Poiché si tratta di una lavorazione in cui è necessaria la manualità e l’occhio vigile ed
esperto dell’operatore, non è stato possibile adottare attrezzature che riducano le posture del
polso e della mano.
Gli interventi di tipo organizzativo, formativo e di riprogettazione del banco di lavoro
hanno comunque portato nelle percezioni dei lavoratori un miglioramento del proprio
benessere.
Nella tabella seguente sono riportati gli indici di esposizione prima e dopo gli interventi di
tutela adottati sulle tre postazioni di lavoro sopra descritte.
TABELLA 11. Tabella riassuntiva della valutazione con gli indici di rischio prima e dopo
l’attuazione degli interventi di tutela
IE pre
intervento
IE post
intervento
Pulitura su ruota
22
19
Organizzativo, formativo
Saldatura nasi
12
6
Tecnico, organizzativo, formativo
Registratura occhiale
17
16
Tecnico, organizzativo, formativo
Reparto/mansione
Tipo di intervento
5. CONCLUSIONI
Nel comparto dell’occhiale è presente il rischio da movimenti ripetuti dell’arto superiore.
Nella maggior parte delle mansioni esso si colloca nella fascia di rischio medio-lieve, mentre
in alcune mansioni si configura un rischio elevato (pulitura su ruota, registratura).
Ogni azienda del comparto dell’occhiale deve effettuare una valutazione del rischio delle
proprie lavorazioni.
Sulla base della valutazione devono poi essere effettuati gli interventi per la tutela della
salute degli addetti che possono essere di tipo tecnico, organizzativo e formativo.
Gli interventi di tipo tecnico sono attuabili soprattutto nelle lavorazioni che possono
essere automatizzate.
15
Nelle operazioni manuali, invece, dove l’esperienza e la capacità tattile del lavoratore non
possono essere sostituite dalle macchine, sono da privilegiare gli interventi organizzativi e
formativi.
Infine, con il miglioramento delle condizioni di lavoro, si ottengono, per i lavoratori,
benefici fisici e psicologici non misurabili con i metodi tradizionali di valutazione del rischio
e, in generale, un miglioramento della produttività e della qualità del prodotto aziendale.
Riferimenti bibliografici
(1) SPISAL ULSS 1, Unione Artigiani, Consorzio Artigiano Tutela Ambiente, Belluno (2001). La
prevenzione nel comparto occhialeria.
(2) Linee guida per l’effettuazione dell’inchiesta di malattia professionale da movimenti ripetuti degli
arti superiori. Documento reperibile sul sito www.safetynet.it cliccando su La documentazione della
pianificazione regionale, Linee di indirizzo e procedure, Ergonomia.
(3) Decreto 27 aprile 2004. Elenco delle malattie per le quali è obbligatoria la denuncia, ai sensi e per
gli effetti dell’art. 139 del testo unico, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30
giugno 1965, n. 1124, e successive modifiche ed integrazioni.
(4) Relazione attività Progetto Ergonomia, Piano Triennale 1999-2001. Documento reperibile sul sito
www.safetynet.it cliccando su La documentazione della pianificazione regionale, Report, Report 19992001.
(5) Colombini D., Occhipinti E., Fanti M. (2005). Il metodo OCRA per l’analisi e la prevenzione del
rischio da movimenti ripetitivi. Manuale per la valutazione e la gestione del rischio. Milano: Franco
Angeli.
(6) Linee guida per la sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti a rischio da movimenti ripetuti
degli arti superiori. Documento reperibile sul sito www.safetynet.it cliccando su La documentazione
della pianificazione regionale, Linee di indirizzo e procedure, Ergonomia.
(7) Colombini D., Occhipinti E., et. al. (2003). Le affezioni muscolo-scheletriche degli arti superiori e
inferiori come patologie professionali: quali e a quali condizioni. Documento di consenso di un
gruppo di lavoro nazionale. Med Lav vol. 94, n. 4, p. 312-329.
16
Allegato 1
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
Allegato 2
MALATTIE PROFESSIONALI ATTESE NELLA PROVINCIA DI BELLUNO
Anno 1999
Residenti nella provincia di Belluno dimessi da qualsiasi istituto del Veneto.
Diagnosi di interesse ricercate nei 6 campi diagnosi della cartella di dimissione.
Numero pazienti ordinari e diurni per diagnosi di interesse e anno di dimissione.
Diagnosi
di
interesse
Descrizione della diagnosi di interesse
3530
Disturbi delle radici e dei plessi nervosi
- Lesioni del plesso brachiale
3540
Mononeuriti dell’arto superiore e
mononeuriti multiple - STC
3542
7261
7263
7272
Altre
Mononeuriti dell’arto superiore e
mononeuriti multiple - Lesione del
nervo ulnare
Entesopatia periferiche e sindromi
similari - Sindrome della cuffia dei
rotatori e disturbi similari
Entesopatia periferiche e sindromi
similari - Entesopatia della regione del
gomito
Altri disturbi delle sinovie, dei tendini e
delle borse - Borsiti particolari, spesso di
origine professionale
Altre patologie
TOTALE
1999
% sul totale
Malattie professionali attese (*)
Numero
3
0,7%
1
173
37,5%
59
10
2,2%
3
65
14,1%
22
8
1,7%
3
6
1,3%
2
196
42,5%
67
461
100,0%
157
(*) stima condotta su precedenti esperienze lombarde: SPISAL – ASL Brescia 1999 – Dr. G. Barbieri: ctd di prob.origine prof. = 34
Disturbi delle radici e dei plessi nervosi Lesioni del plesso brachiale
0,7%
Mononeuriti dell'arto superiore e mononeuriti
multiple - Sindrome del tunnel carpale
37,5%
Mononeuriti dell'arto superiore e mononeuriti
multiple - Lesione del nervo ulnare
2,2%
Altre patologie
42,5%
Altri disturbi delle sinovie, dei tendini e delle
borse - Borsiti particolari, spesso di origine
professionale
1,3%
Entesopatia periferiche e sindromi similari Entesopatia della regione del gomito
1,7%
30
Entesopatia periferiche e sindromi similari Sindrome della cuffia dei rotatori e disturbi
similari
14,1%
Allegato 3
31
32
33
34
Allegato 4
ESEMPIO DI SCHEDA DI RACCOLTA ANAMNESTICA
VISITA MEDICA
eseguita il ______/_______/______
dal Medico:________________________________________
Cognome_____________________________ Nome_____________________________
Data di nascita _____/______/_____
Età ___________
Sesso M F
ANAMNESI LAVORATIVA
Mansioni lavorative
Ditta attuale
Anzianità
mansione
anni
anni
Ditta:__________________________________
anni
anni
Città:__________________________________
anni
anni
Anzianità ditta:__________ anni
Orario settimanale: ___________________________ ore/sett
Orario giornaliero: ___________________________ ore/gior
Pause:
___________________________ ore/gior
Dal
Ditte precedenti
35
Al
Mansione prevalente
ANAMNESI PATOLOGICA REMOTA
Spalla:
Fratture
Artrosi acromioclavicolare
Artrosi scapolo-omerale
Lussazione recidivante
pregressa
Periartrite scapolo-omerale
Gomito:
Fratture
Artrosi del gomito
Borsite olecranica
Calcificazione periarticolari
Epicondilalgia
Epicondilite
Epitrocleite
Intrappolamento nervo
ulnare
Sperone olecranico
Tendinite del bicipide
brachiale
Tendinite muscoli della
cuffia
Tendinite muscolo
sopraspinoso
Interventi chirurgici
Altro
Interventi chirurgici
Altro
Data insorgenza ____/______
Data insorgenza ____/______
Polso:
Fratture
Artrosi
Cisti tendinee
Sindrome del tunnel
carpale
Fratture
Artrosi interfalangea
Cisti tendinee
Mano:
Retrazione tendinea
(Dupuytren)
Rizoartrosi metacarpofalangea
Tendiniti
Sindrome di De Quervain
Tendiniti
Interventi chirurgici
Altro
Interventi chirurgici
Altro
Data insorgenza ____/______
Data insorgenza ____/______
Patologie sistemiche di interesse:
Artrite reumatoide
Lupus eritematoso sistemico
Reumatismo articolare acuto
Altro
Dermatomiosite
Psoriasi
Diabete
Note:
ANAMNESI PATOLOGICA PROSSIMA
36
ANAMNESI PATOLOGICA PROSSIMA
SINTOMATOLOGIA DOLOROSA BRACHIALE
SPALLA
DX
(0) NO
SX
(1) SI
DURATA
DX
SX
NUMERO EPISODI
DX
SX
DOLORE AI MOVIMENTI
1
1
DOLORE CONTINUO
1
1
DA 1 A 5
1
1
DOLORE SOLLEVANDO PESI
2
2
EPISODI DURATI OLTRE 15 GG.
2
2
DA 6 A 11
2
2
DOLORE A RIPOSO
4
4
ALTRO…………………
8
EPISODIO IN ATTO
DX
SX
HA EFFETTUATO TERAPIE
DX
SX
8
EPISODI DA 15 A 7 GG.
3
3
DA 12 A 15
3
3
EPISODI DA 6 A 1 GG.
4
4
OLTRE I 15
4
4
EPISODI INFERIORI A 1 G.
5
5
NON DEFINIBILI
5
5
IN RELAZIONE AD UNA
6
6
DX
SX
CAUSA SCATENANTE
DOLORE IRRADIATO dove……………………………………………………………..
DA QUANTI MESI
37
GOMITO
DX
SX
1
1
DOLORE PRESA OGGETTI O QUANDO
SOLLEVA PESI
DOLORE AI MOVIMENTI
2
ALTRO……………………………
4
EPISODIO IN ATTO
DX
SX
HA EFFETTUATO TERAPIE
DX
SX
2
4
DURATA
DX
SX
NUMERO EPISODI
DOLORE CONTINUO
1
1
DA 1 A 5
1
1
EPISODI DURATI OLTRE 15 GG.
2
2
DA 6 A 11
2
2
EPISODI DA 15 A 7 GG.
3
3
DA 12 A 15
3
3
EPISODI DA 6 A 1 GG.
4
4
OLTRE I 15
4
4
EPISODI INFERIORI A 1 G.
5
5
NON DEFINIBILI
5
5
IN RELAZIONE AD UNA
6
6
CAUSA SCATENANTE
DOLORE IRRADIATO dove…………………………………………………………………….
DA QUANTI MESI
1
POLSO
DX
DOLORE ALLA PRESA
SX
1
1
2
2
SOLLEVA PESI
DOLORE AI MOVIMENTI DEL POLSO
ALTRO………………………..
4
EPISODIO IN ATTO
HA EFFETTUATO TERAPIE
DX
4
DURATA
DX
SX
DOLORE CONTINUO
1
1
EPISODI DURATI OLTRE 15 GG.
2
EPISODI DA 15 A 7 GG.
3
EPISODI DA 6 A 1 GG.
EPISODI INFERIORI A 1 G.
NUMERO EPISODI
DX
SX
DA 1 A 5
1
1
2
DA 6 A 11
2
2
3
DA 12 A 15
3
3
4
4
OLTRE I 15
4
4
5
5
NON DEFINIBILI
5
5
IN RELAZIONE AD UNA
6
6
SX
DX
CAUSA SCATENANTE
SX
DOLORE IRRADIATO – dove…………………………………………………………..
DA QUANTI MESI
38
MANO
DX
SX
DURATA
DX
SX
NUMERO EPISODI
DX
SX
DOLORE AL 1° DITO
1
1
DOLORE CONTINUO
1
1
DA 1 A 5
1
1
DOLORE ALLE ALTRE DITA
2
2
EPISODI DURATI OLTRE 15 GG.
2
2
DA 6 A 11
2
2
DOLORE A PALMO/DORSO
4
4
EPISODI DA 15 A 7 GG.
3
3
DA 12 A 15
3
3
EPISODI DA 6 A 1 GG.
4
4
OLTRE I 15
4
4
ALTRO……………
8
8
EPISODI INFERIORI A 1 G.
5
5
NON DEFINIBILI
5
5
6
6
IN RELAZIONE AD
UNA CAUSA
EPISODIO IN ATTO
DX
SX
………………………………………
HA EFFETTUATO TERAPIE
DX
SX
DOLORE ALLA PRENSIONE
1
1
DOLORE AI MOVIMENTI
2
2
DOLORE A RIPOSO
4
4
…………………………………………………
ALTRO………………
8
8
DOLORE IRRADIATO – dove
……………………………..
SCATENANTE
DA QUANTI MESI
2
SINTOMATOLOGIA PARESTESICA
(0) NO
(1) SI
PARESTESIE NOTTURNE
LOCALIZZAZIONE
39
DX
SX
DURATA
DX SX
NUMERO EPISODI
DX
SX
BRACCIO
1
1
QUASI TUTTE LE NOTTI
1
1
DA 1 A 5
1
1
AVAMBRACCIO
2
2
EPISODI DURATI OLTRE 15 N.
2
2
DA 6 A 11
2
2
MANO (tutta)
4
4
EPISODI DA 15 A 7 N.
3
3
DA 12 A 15
3
3
Dita (quali)………………..
EPISODI DA 6 A 1 N.
4
4
OLTRE I 15
4
4
………………………..
EPISODI INFERIORI A 1 N.
5
5
NON DEFINIBILI
5
5
6
6
IN RELAZIONE AD UNA CAUSA
SCATENANTE
DURATA DELLE PARESTESIE
QUANDO COMPAIONO
MENO DI 10 MINUTI
1
1
1
1
NOTE……………………..
TRA 10 E 30 MINUTI
2
2
DURANTE IL SONNO
AL RISVEGLIO
2
2
……………………….
OLTRE I 30 MINUTI
4
4
DA POSIZIONE
4
4
DISTURBANO MOLTO IL SONNO
8
8
3
DA QUANTI MESI
PARESTESIE DIURNE
LOCALIZZAZIONE
BRACCIO
DX
SX
1
1
DURATA
QUASI TUTTI I GIORNI
DX
SX
NUMERO EPISODI
1
1
DA 1 A 5
DX
SX
1
1
AVAMBRACCIO
2
2
EPISODI DURATI OLTRE 15 GG.
2
2
DA 6 A 11
2
2
MANO (tutta)
4
4
EPISODI DA 15 A 7 GG.
3
3
DA 12 A 15
3
3
dita (quali)………………..
EPISODI DA 6 A 1 GG.
4
4
OLTRE I 15
4
4
………………………..
EPISODI INFERIORI A 1 G.
5
5
NON DEFINIBILI
5
5
IN RELAZIONE AD UNA CAUSA SCATENANTE
6
6
DX
SX
INCAPACITA' DI EFFETTUARE A LUNGO LA PRESA A PINZA (presa di oggetti con pollice ed indice)………
1
1
CADUTA DI PICCOLI OGGETTI……………………………………………………………………………………….
2
2
INCAPACITA' DI SOSTENERE E/O DI AFFERRARE OGGETTI PESANTI……………………………………….
4
4
INCAPACITA' DI AVVITARE/SVITARE……………………………………………………………………………….
8
8
DURATA DELLE PARESTESIE
QUANDO COMPAIONO
40
MENO DI 10 MINUTI
1
1
IN POS. A BRACCIA SOLLEVATE
1
1
NOTE……………………..
TRA 10 E 30 MINUTI
2
2
IN POS. IN APPOGGIO GOMITO
2
2
……………………….
OLTRE I 30 MINUTI
4
4
DURANTE PRESE CON FORZA
4
4
DA QUANTI MESI
DURANTE MOVIMENTI RIPETITIVI
8
8
SINTOMATOLOGIA IPOSTENICA
(OLECRANO)
(0) NO
(1)
SI
DA QUANTI MESI…………………………………………………………………………………………………………
4
DISTURBI VEGETATIVI
(0) NO
(1)
SI
ALTERAZIONI DI COLORE DELLE DITA:
DX
SX
COMPAIONO SEMPRE PER ESPOSIZIONE AL FREDDO………………………………………………………….
1
1
COMPAIONO SPESSO INDIPENDENTEMENTE DALLA TEMPERATURA …………………………................
2
2
COMPAIONO A ZONE PRECISE CON MARGINE NETTO
4
4
ALTRO……………………………………………………………………………………………………………………..
8
8
DA QUANTI MESI…………………………………………………………………………………………………………
41
5
Allegato 5
ESAME OBIETTIVO APPARATO OSTEOMIOARTICOLARE ARTI SUPERIORI
Soggetto mancino
Altezza: cm
Peso: Kg
Spalle (ispezione, palpazione, valutazione motilità)
ISPEZIONE
DX
SX
MOTILITA’
Negativa
DX
Flessione
Deformazioni
Dolorosa
Ipotrofia
Ridotta
Estensione
42
PALPAZIONE
SX
Integra
DX
SX
Integra
Dolorosa
Negativa
Ridotta
Dolente
Rotazione
Integra
Dolorosa
Ridotta
Scroscio articolare
Test di Jobe (-funzionalità del muscolo sovraspinoso-: l’esaminatore davanti al paziente in piedi con braccia in abduzione di 90° e anteposte di 30° e intraruotate -pollici verso il basso- dovrà provare
ad abbassare gli arti contro resistenza. Test positivo se il paziente avverte dolore e/o indebolimento di forza)
DX
Negativo
Positivo
46
SX
Test di Neer (-presenza di conflitto sub acromiale-: l’esaminatore dietro al paziente con una mano blocca la scapola e con l’altra solleva in avanti il braccio esteso. Test positivo se il paziente avverte
dolore e rigidità)
DX
Negativo
SX
Positivo
Test della caduta del braccio (-rottura della cuffia-: il paziente è in grado di mantenere l’abduzione a 90°, ma un lieve spostamento verso il basso causa la caduta dell’arto = Test positivo)
DX
SX
Negativo
Positivo
Palm test (-funzionalità del tendine del capo lungo del bicipite-: il paziente alza il braccio anteriormente a 90° con arto in estensione e palmo rivolto verso l’alto contro resistenza dell’esaminatore.
43
Test positivo se il paziente avverte dolore lungo il decorso del capo lungo)
DX
Negativo
SX
Positivo
Gomiti (ispezione, palpazione, valutazione motilità)
ISPEZIONE
DX
SX
MOTILITA’
Negativa
Edema
DX
Flessione
Estensione
PALPAZIONE
DX
SX
negativa
dolente
Pronazione
Supinazione
Scroscio articolare
47
Integra
Dolorosa
Ridotta
Integra
Dolorosa
Ridotta
Integra
Dolorosa
Ridotta
Integra
Dolorosa
Ridotta
SX
Test dell’epicondilite (-funzionalità muscoli estensori-: flessione passiva massima del polso a gomito esteso. Test positivo se il paziente avverte dolore all’epicondilo laterale)
DX
SX
Negativo
Positivo
Test del canale cubitale (-compressione del n. ulnare-: flessione passiva massima del gomito. Test positivo se il paziente avverte parestesie nel territorio dell’ulnare)
DX
Negativo
SX
Positivo
Polso (ispezione, palpazione, valutazione motilità)
ISPEZIONE
DX
SX
MOTILITA’
DX
Negativa
Edema
Deformazioni
Flessione
Estensione
44
PALPAZIONE
DX
SX
negativa
dolente
Dev. Radiale
Dev. Ulnare
SX
Integra
Dolorosa
Ridotta
Integra
Dolorosa
Ridotta
Integra
Dolorosa
Ridotta
Integra
Dolorosa
Ridotta
Scrosci articolari
Test di Phalen (-compressione del n. mediano al tunnel carpale-: flessione di entrambi i polsi con contatto dorsale delle mani per 60 secondi. Test positivo se il paziente avverte dolore e/o parestesie nel
territorio del mediano)
DX
Negativo
SX
Positivo
Test di Tinel (-compressione del n. mediano al tunnel carpale-: compressione/percussione volare al polso in estensione per 30 secondi. Test positivo se il paziente avverte dolore e/o parestesie nel
territorio del mediano)
DX
Negativo
Positivo
48
SX
Mano (ispezione, palpazione, valutazione motilità)
ISPEZIONE
DX
SX
MOTILITA’
DX
Negativa
Motilità gen.
Edema
SX
Integra
Dolorosa
Deformazione
Ridotta
Deformazione
Prensilità
Integra
Dolorosa
Ridotta
PALPAZIONE
DX
SX
negativa
dolente
Test di Finkelstein (-m. di De Quervain-funzionalità dell’estensore breve e abduttore lungo del pollice-: deviazione ulnare del polso con mano chiusa a pugno e pollice flesso all’interno. Test positivo se
il paziente avverte dolore alla tabacchiera anatomica)
45
DX
Negativo
SX
Positivo
ACCERTAMENTI CLINICO-STRUMENTALI
ESITO
Negativo
Positivo
Dubbio
Esame eco (segmenti__________________________________)
Visita neurologica ………………………………………………
Esame Rx (segmenti__________________________________)
Visita ortopedica ……………………………………………….
Esame TC (segmenti__________________________________)
Esame elettromiografico ………………………………………..
Esame RMN (segmenti________________________________)
49
Allegato 6
GLOSSARIO DI ERGONOMIA
ANALISI DEL COMPITO: tecnica che serve a rappresentare le azioni che il lavoratore deve
eseguire per lo svolgimento di un compito. Il compito viene scomposto partendo dalla sua descrizione
globale fino ad arrivare alla descrizione delle singole azioni necessarie per la sua esecuzione.
Attraverso tale scomposizione in sottocompiti si ottiene una rappresentazione ad albero, di tipo
gerarchico, di tutte le azioni richieste al lavoratore.
ANALISI DEL LAVORO: procedimento sistematico effettuato attraverso vari metodi di indagine
(osservazione diretta, intervista, questionario) per ottenere informazioni concernenti la natura e le reali
condizioni ambientali e strumentali in cui si svolge un certo lavoro.
AZIONE TECNICA: azione comportante attività degli arti superiori; non va identificata solo con il
singolo movimento articolare, ma con il complesso di movimento di uno o più segmenti corporei che
consentono il compimento di una singola operazione lavorativa.
CHECK LIST OCRA: la CheckList OCRA (Occhipinti e Colombini, 1996 - 2005) può essere
considerata come una estensione del più preciso e complesso indice OCRA. La Check List OCRA,
consente, in fase di prima analisi del rischio, di ottenere in tempi brevi, la mappatura del rischio da
sovraccarico biomeccanico degli arti superiori.
CICLO: sequenza di azioni tecniche degli arti superiori di durata relativamente breve che viene
ripetuta più volte sempre uguale a se stessa.
CICLO DI LAVORO: sequenza completa di operazioni elementari necessarie a svolgere una
specifica attività o un compito particolare (es. cerchiatura, verniciatura).
COMPITO LAVORATIVO: specifica attività lavorativa finalizzata all’ottenimento di uno specifico
risultato (es. saldatura nasi).
ERGONOMIA: l’ergonomia (o scienza del fattore umano) ha come oggetto l’attività umana in
relazione alle condizioni ambientali, strumentali e organizzative in cui si svolge. Il fine è l’adattamento
di tali condizioni alle esigenze dell’uomo, in rapporto alle sue caratteristiche e alle sue attività. Nata
per studiare e far rispettare nella progettazione una serie di norme che tutelano la vita del lavoratore e
accrescono l’efficienza e l’affidabilità dei sistemi uomo-macchina, l’ergonomia ha allargato il proprio
campo di applicazione in funzione dei cambiamenti che sono sopravvenuti nella domanda di salute e di
benessere. L’obiettivo attuale è quello di contribuire alla progettazione di oggetti, servizi, ambienti di
vita e di lavoro, perché rispettino i limiti dell’uomo e ne potenzino le capacità operative. L’ergonomia
si alimenta delle acquisizioni scientifiche e tecnologiche che permettono di migliorare la qualità delle
condizioni di vita, in tutte le attività del quotidiano (Società Italiana di Ergonomia).
FATTORI COMPLEMENTARI: fattori non necessariamente sempre presenti nei compiti ripetitivi
(es. guanti inadeguati, vibrazioni, attrezzi che provocano compressione sulla pelle, estrema precisione
richiesta). La loro tipologia, intensità, durata determina un incremento del livello di esposizione
complessiva.
FORZA: sforzo fisico richiesto al lavoratore per l’esecuzione delle azioni tecniche.
FREQUENZA: numero di azioni tecniche per unità di tempo (n. azioni per minuto).
46
GRIP: tipo di presa di forza caratterizzata dalla diretta opposizione del pollice alle dita che così
avvolgono completamente l’oggetto di presa come a prenderne la forma.
LAVORATORE: il lavoratore è definito nel decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626 come “la
persona che presta il proprio lavoro alle dipendenze di un datore di lavoro, esclusi gli addetti ai servizi
domestici e familiari, con rapporto di lavoro subordinato anche speciale. Sono equiparati i soci
lavoratori di cooperative o di società, anche di fatto, che prestino la loro attività per conto delle società
e degli enti stessi, e gli utenti dei servizi di orientamento o di formazione scolastica, universitaria e
professionale avviati presso datori di lavoro per agevolare o per perfezionare le loro scelte
professionali. Sono altresì equiparati gli allievi degli istituti di istruzione ed universitari e i partecipanti
a corsi di formazione professionale nei quali si faccia uso di laboratori, macchine, apparecchi ed
attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici”.
MANSIONE: ciascuno dei compiti esplicati nell’adempimento di un lavoro o nell’esercizio di
funzioni determinate.
METODO OCRA: il Metodo OCRA (Occupational Repetitive Actions) consente la determinazione
del cosiddetto OCRA Index o Indice OCRA (Occhipinti e Colombini, 1996 - 2005) che rappresenta un
indice sintetico di esposizione a movimenti ripetitivi degli arti superiori. L’indice deriva dal rapporto
tra il numero di azioni effettivamente svolte con gli arti superiori in compiti ripetitivi ed il
corrispondente numero di azioni raccomandate.
MUSCOLO-SCHELETRICO: il complesso sistema che garantisce il sostegno ed il movimento del
corpo umano; è composto non solo da muscoli e ossa, ma anche da nervi, tendini e articolazioni.
PERIODO DI RECUPERO: periodo di tempo, nel turno lavorativo, in cui non vengono svolte azioni
tecniche, e durante il quale è presente una sostanziale inattività di uno o più gruppi mio-tendinei
altrimenti coinvolti nelle precedenti attività lavorative (es. pause di lavoro, pause pranzo, presenza di
periodi all’interno del ciclo, che comportano il completo riposo dei gruppi muscolari altrimenti
impegnati, ecc.). Il fattore di rischio è la mancanza o l’insufficienza della durata dei periodi di
recupero.
PINCH: tipo di presa di precisione caratterizzato dall’opposizione tra il pollice e le estremità delle
altre dita.
POSTURA: insieme delle posizioni assunte da una persona sia quando è ferma sia quando è in
movimento. Esempio di postura incongrua della spalla: arto superiore senza appoggio o gomito più
alto della metà del torace; arto superiore senza appoggio o senza supporto per i lavori di precisione
delle dita.
PROGETTARE: in ergonomia l’azione del progettare è intesa come un continuum di analisiprogettazione-realizzazione-verifica. L’azione progettuale, quindi, non si esaurisce con la realizzazione
del prodotto e la sua immissione sul mercato, ma continua in azioni di verifica della congruenza del
prodotto, con riferimento alle reali esigenze dei vari utilizzatori di quel prodotto, con riferimento alle
reali esigenze dei vari utilizzatori di quel prodotto in una costante ricerca tesa al miglioramento
dell’equilibrio tra qualità, conoscenze scientifiche e tecnologiche, ed esigenze reali dell’utente.
PROGETTARE IL SISTEMA-LAVORO: in ergonomia il lavoro viene progettato nella sua
globalità tenendo in considerazione il sistema uomo-macchina-ambiente in cui l’essere umano si trova
ad interagire. L’attenzione progettuale è rivolta all’uomo perseguendo il suo benessere.
RACHIDE: struttura portante del nostro corpo costituita da ossa (vertebre), dischi intervertebrali,
muscoli e legamenti.
STEREOTIPIA: ripetersi di movimenti uguali a se stessi per buona parte del tempo.
47