La necessità negli impianti industriali
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La necessità negli impianti industriali
“Il Sistema Fiaccola. Esigenza Operativa, Sicurezza ed Impatto Ambientale” Modulo I – La Necessità negli Impianti Industriali Perché è necessario un Sistema Fiaccola – Le quantità e le tipologie degli scarichi – I componenti del Sistema – Fiaccola singole o più Fiaccole ing. Giovanni Valsecchi – Tamoil Raffinazione S.p.A. 1. Sommario La Fiaccola o Torcia non solo è uno dei sistemi più importanti dell’industria chimica primaria e secondaria, in quanto svolge un ruolo chiave nel sistema di sicurezza di un insediamento industriale, ma rappresenta anche uno dei più immediati strumenti di comunicazione dell’immagine di un’industria con l’ambiente esterno. In particolare nei luoghi dove sono installate Torce Elevate, queste finiscono per diventare un elemento identificativo del sito industriale stesso. Molte persone guardano ad una fiaccola come ad una fonte potenziale di fiamme, di fumo, di odore, di rumore, di pericolo per la sicurezza e la salute della popolazione circostante. Va però considerato che le sostanze che finiscono in Torcia potrebbero magari essere recuperate ricavandone profitto invece che costituire una perdita di prodotto. E’ quindi estremamente importante mettere in atto innanzitutto tutte le soluzioni tecniche e le procedure operative necessarie per minimizzare gli scarichi verso la Fiaccola e quindi prevedere e mantenere efficaci tutti i dispositivi necessari per minimizzare il loro impatto ambientale. In questa relazione si analizzeranno le necessità di esercizio che richiedono la presenza di un Sistema Fiaccola in un complesso industriale, analizzando le possibili correnti che devono essere trattate ed identificando, a secondo della variabilità delle diverse fonti, la necessità di particolari apparecchiature e dispositivi o di specifiche procedure operative per la gestione ottimale del sistema, garantendo il massimo grado di sicurezza nel rispetto dell’ambiente. La Necessità negli Impianti industriali G. Valsecchi 29 Marzo 2011 - pag. 1. 1.1 Perchè è necessario un Sistema Fiaccola Vediamo innanzitutto che cosa si intende per Sistema Fiaccola. La definizione riportata nelle Norme API RP-521 / ISO-23251 edizione Gennaio 2007 e ripresa nel Documento di Riferimento per le BAT del Febbraio 2003, identifica la Fiaccola come il dispositivo o il sistema che consente di scaricare gas e vapori in maniera sicura e compatibile con l’ambiente attraverso la loro combustione. Un Sistema Fiaccola è quindi da considerarsi come una sezione di emergenza, parte integrante del sistema di sicurezza di un impianto industriale. Gli impianti industriali sono normalmente strutturati in modo da evitare rilascio verso la Fiaccola: appositi sistemi di ricontatto sono generalmente installati nelle unità di processo, in particolare nelle unità a bassa pressione, per consentire il recupero dei gas e il loro riutilizzo, ad esempio, come combustibili nei forni o nelle caldaie. Tuttavia, in situazione di emergenza o di deviazione dalle normali condizioni operative si possono generare accumuli di gas che se non controllati possono causare sovrappressioni critiche nelle apparecchiature a pressione: è quindi necessario prevedere dispositivi di protezione che intervengano in automatico o in manuale per evitare la degenerazione degli eventi, scaricando l’eccesso di gas verso un sistema dedicato. 1.2 Cosa viene scaricato in Fiaccola Come detto, la Fiaccola è un dispositivo di emergenza, per cui le principali sorgenti sono innanzitutto gli scarichi delle valvole di sicurezza a protezione delle apparecchiature a pressione e quindi i sistemi di blocco di emergenza ed i dispositivi di depressurizzazione rapida, siano essi automatici o manuali. Seguono poi contributi di minor entità, quali ad esempio gli sfiati da serbatoi di raccolta di liquidi instabili che successivamente sono avviati a serbatoi di rilavorazione, scarichi di valvole di regolazione della pressione o di sistemi di flussaggio di tenute meccaniche di macchine rotanti. Alla Torcia vengono inoltre inviati anche i gas di scarico durante le fasi di bonifica dalle apparecchiature in avviamento e/o fermata degli impianti. Una caratteristica generale di tutti gli scarichi verso la Torcia è l’estrema variabilità di composizione e pertanto il Sistema Fiaccola viene normalmente progettato per trattare un largo spettro di flussi di gas e composizioni corrispondenti alle diverse contingenze considerate. E’ importante l’identificazione e la caratterizzazione delle potenziali fonti di scarico verso la Torcia per poter effettuare il corretto dimensionamento del sistema. La presenza eventuale di sostanze altamente tossiche o corrosive può richiedere il convogliamento di questi scarichi in sistemi dedicati, eventualmente dotati di specifiche sezioni di pretrattamento. La Necessità negli Impianti industriali G. Valsecchi 29 Marzo 2011 - pag. 2. SISTEMA DI COLLETTAMENTO E TRATTAMENTO AL SISTEMA FIACCOLA ESEMPIO DI DIFFERENZIAZIONE PER CARATTERISTICHE DEI FLUIDI Valvole di sicurezza Sistemi di blocco di emergenza Fiaccola Principale Dispositivi di depressurizzazione rapida Sfiori gassosi costituiti da sostanze combustibili Sfiori gassosi contenenti elevate concentrazioni di sostanze tossiche, quali ammoniaca e idrogeno solforato Sfiori gassosi contenenti elevate concentrazioni di composti clorurati o altamente tossici e corrosivi Fiaccola Dedicata Pre-trattamento Chimico Fiaccola Dedicata Analizziamo brevemente le sorgenti di scarico più significative, per identificare le eventuali problematiche che possono insorgere. Iniziamo con le valvole di sicurezza. Le norme API – RP520 indicano le linee guida per la scelta, il dimensionamento e l’installazione delle valvole di sicurezza a protezione delle sovrapressioni nelle apparecchiature. E’ importante considerare tutte le possibili condizioni che possono causare lo scatto di una valvola di sicurezza, in quanto non necessariamente la contingenza dimensionante è poi rappresentativa dell’impatto sul Sistema Fiaccola. Ad esempio, nella stragrande maggioranza dei casi la contingenza dimensionante per una valvola di sicurezza a protezione di un recipiente che contiene liquido è il Fuoco Esterno. Quando si analizza invece un sistema complesso in cui convergono gli scarichi di più valvole di sicurezza, le norme API – RP521 e ISO – 23251 raccomandano di identificare come contingenza dimensionante quella situazione che interessa l’intero insediamento industriale o in ogni caso, quel gruppo di impianti che fa capo a quel Sistema Fiaccola. Ad esempio, in molti casi, viene considerata la mancanza totale di energia elettrica (General Power Failure). Nell’analisi di quel Sistema Fiaccola nel suo insieme quindi andrà considerato solo il contributo di quelle valvole che si attivano per quella contingenza, con le condizioni di temperatura, composizione e portata che si hanno durante quella situazione, anche se essa non è la contingenza dimensionante. Di seguito l’esempio di calcolo di due PSV entrambe soggette a rilascio nel caso di GPF ma una sola in cui tale condizione è dimensionante. La Necessità negli Impianti industriali G. Valsecchi 29 Marzo 2011 - pag. 3. Caso dimensionante : Fuoco esterno CALCOLO PORTATA DI SCARICO a 1 CONDIZIONE: FUOCO ESTERNO (RACCOLTA "E") SIGLA APP. SUPERFICIE PROTETTI SERVIZIO 6-C-101 STRIPPER 6-E-103 A/B STRIPPER FEED/BOTTOM 6-V-103 STRIPPER REFLUX DRUM 6-E-105 STRIPER BOTTOM COOLER Si (m²) 63,1 14,2 8,3 8,0 Fi 1,0 1,0 1,0 1,0 1.0 per apparecchi non coibentati e U > 19 Fi = S = superficie esposta al fuoco, in m², del recipiente a contatto del liquido. Per superficie esposta al fuoco si intende quella inclusa in un'altezza di almeno 8 m sopra ogni piano sul quale possono accumularsi le sostanze infiammabili, o, nel caso di sfere o sferoidi, di quella compresa tra il piano come sopra definito e la quota del diametro orizzontale massimo o 8 m (la maggiore delle due). Se il serbatoio è installato a distanza inferiore di 7 m da manufatti suscettibili di incendio, nella superficie S deve includersi, per la parte non già compresa nell'ipotesi precedente, la porzione di superficie del recipiente esposto alla radiazione. PORTATA DI SCARICO: 0.5 per 9 < U < 19 n q = 37000* ∑* 0.3 per U < 9 1 L'isolamento deve essere tecnicamente incombustibile Fi * Si0.82 = Li 44.275 kg/h 21.147 kg/h 2 U = coeff. di trasmissione in kcal/h m °C 2° CONDIZIONE: MANCANZA GENERALE DI ENERGIA ELETTRICA - SCARICATA LA PORTATA MASSIMA DEI VAPORI DI TESTA A 6-EA-102 CARATTERISTICHE DEL VAPORE SCARICATO T = 160 °C M = 62,5 k = 1,06 z = 0,66 q = PORTATA DI SCARICO = Caso dimensionante : Mancanza generale di energia elettrica CALCOLO PORTATA DI SCARICO a 1 CONDIZIONE: FUOCO ESTERNO (RACCOLTA "E") SIGLA APP. SUPERFICIE PROTETTI SERVIZIO 6-V-201 SEPARATOR DRUM 6-E-202 REACTOR EFFLUENT TRIM COOLER Si (m²) 24,5 22,6 Fi 1,0 1,0 1.0 per apparecchi non coibentati e U > 19 Fi = S = superficie esposta al fuoco, in m², del recipiente a contatto del liquido. Per superficie esposta al fuoco si intende quella inclusa in un'altezza di almeno 8 m sopra ogni piano sul quale possono accumularsi le sostanze infiammabili, o, nel caso di sfere o sferoidi, di quella compresa tra il piano come sopra definito e la quota del diametro orizzontale massimo o 8 m (la maggiore delle due). Se il serbatoio è installato a distanza inferiore di 7 m da manufatti suscettibili di incendio, nella superficie S deve includersi, per la parte non già compresa nell'ipotesi precedente, la porzione di superficie del recipiente esposto alla radiazione. PORTATA DI SCARICO: 0.5 per 9 < U < 19 n q = 37000* ∑* 0.3 per U < 9 1 L'isolamento deve essere tecnicamente incombustibile Fi * Si0.82 = Li 17.405 kg/h 56.680 kg/h 2 U = coeff. di trasmissione in kcal/h m °C 2° CONDIZIONE: MANCANZA GENERALE DI ENERGIA ELETTRICA (6-K-202 FERMO E 6-PV-201 A CHIUSA) L'AIR COOLER SMALTISCE IL 20% DEL DUTY CARATTERISTICHE DEL VAPORE SCARICATO T = 105 °C M = 18,0 k = 1,18 z = 0,88 q = La Necessità negli Impianti industriali G. Valsecchi PORTATA DI SCARICO = 29 Marzo 2011 - pag. 4. Va sottolineato che, alla temperatura di rilascio gli scarichi sono costituiti da vapori o da fase mista liquido/vapore soggetta ad ulteriore condensazione per effetto del raffreddamento causato dall’espansione. Vedremo poi come questo influenzi le apparecchiature costitutive del Sistema Fiaccola: in particolare richieda l’installazione di recipienti per separare il liquido contenuto per poterlo inviare alla rilavorazione, che siano in grado di effettuare la rimozione delle goccioline di liquido trattenute nel gas, per consentire poi una più efficace e sicura combustione alla Fiaccola. Consideriamo ora gli scarichi da sistemi di depressurizzazione rapida e da valvole di scarico in Torcia in condizioni di emergenza. Generalmente questi dispositivi sono installati su apparecchiature che operano a bassa temperatura e gli scarichi sono costituiti essenzialmente da gas: sono però normalmente derivati da sezioni ad alta pressione e quindi in fase di rilascio le velocità in gioco sono molto elevate, che richiedono particolari accorgimenti nella geometria dei collettori di scarico, se non l‘installazione di dispositivi di insonorizzazione. Le diverse tipologie di scarichi vanno analizzate in funzione della loro composizione: la possibile presenza di sostanze tossiche consiglia di segregare queste correnti e trattarle in un Sistema Fiaccola dedicato. In particolari casi, soprattutto in presenza di elevate concentrazioni di sostanze altamente tossiche o corrosive oppure dove nella combustione si possono formare composti altamente tossici, possono essere previste sezioni di pretrattamento chimico o chimico-fisico per minimizzare l’impatto ambientale. Un’ulteriore analisi va effettuata in base alle condizioni di pressione lato processo delle correnti che possono essere inviate alla Torcia, al fine di prevedere sub-collettori separati dotati ciascuno di opportuno separatore liquido-vapore. SISTEMA DI COLLETTAMENTO E TRATTAMENTO AL SISTEMA FIACCOLA ESEMPIO DI DIFFERENZIAZIONE PER PRESSIONE Sezioni Alta Pressione Sezioni Media Pressione Separatore sfiori alta pressione Fiaccola Sezioni Bassa Pressione Separatore sfiori media pressione Separatore sfiori bassa pressione La Necessità negli Impianti industriali G. Valsecchi 29 Marzo 2011 - pag. 5. 1.3 Elementi costitutivi di un Sistema Fiaccola Analizzeremo un Sistema Fiaccola basato su una Fiaccola Elevata. Le considerazioni che faremo sono comunque estendibili anche alle altre tipologie di Torce. SCHEMA DI PROCESSO SEMPLIFICATO DI UN SISTEMA FIACCOLA Piloti Terminale Al sistema di recupero gas Aria Compressore Recupero Gas Fiaccola Gas di accompagnamento Gas ai piloti Vapore antifumo Gas di accompagnamento Collettore Acqua Integrazione Separatore Liquido-Vapore Guardia Idraulica Acqua Acida a Trattamento Al sistema di recupero liquidi Ogni singolo sistema è costituito da questi elementi principali: Il collettore per la raccolta e il convogliamento degli scarichi; Il serbatoio di decantazione per la separazione gas-liquido; L’eventuale compressore per il recupero del gas; La guardia idraulica; Il camino di fiaccola, con il relativo bruciatore al terminale; Il sistema antifumo; I bruciatori pilota e il relativo sistema di accensione I sistemi di segnalazione Vediamo brevemente le funzioni principali di ogni componente. La Necessità negli Impianti industriali G. Valsecchi 29 Marzo 2011 - pag. 6. 1.3.1 Collettore di raccolta degli scarichi Possono essere previsti uno o più collettori di Blow Down che raccolgano e convoglino verso la Fiaccola tutte le fonti potenziali. Sono importanti alcuni dettagli costruttivi quali, ad esempio: rendere il sistema autodrenante, prevedendo pendenze dell’ordine del 2 – 3 ‰ per evitare la formazione di sacche di liquido che possono ostacolare il regolare deflusso dei gas in caso di scarico; connettere i rami dei diversi sub-collettori dall’alto, con innesti a 45° che riducano le perdite di carico e le forze di reazione dovute alle alte velocità. E’ inoltre importante prevedere sistemi di iniezione di gas combustibile di accompagnamento che mantengano flussate le linee, impedendo ristagno di sostanze potenzialmente pericolose e che prevengano la formazione di depressioni nei tratti terminali, causa di possibili infiltrazioni di aria. Geometria dei collettori di raccolta e convogliamento degli scarichi in Fiaccola Pendenza 2-3‰ per evitare formazione di sacche di liquido Connessione dall'alto 45° Innesto a 45° per ridurre le perdite di carico e le forze di reazione dovute alle alte velocità SUB-COLLETTORI 45° Al separatore finale Gas di accompagnamento COLLETTORE PRINCIPALE Gas di accompagnamento La Necessità negli Impianti industriali G. Valsecchi 29 Marzo 2011 - pag. 7. 1.3.2 Separatore liquido - vapore Come precedentemente accennato, le correnti che sono inviate alla Fiaccola possono contenere liquido in quantità anche significativa. Il trascinamento di liquido nel gas di scarico in Torcia va assolutamente evitato per prevenire la possibilità che si formi la cosiddetta “pioggia di fuoco” (flaming rain) dal terminale della Fiaccola. Per fare questo, sono normalmente installati opportuni recipienti dove avviene la separazione tra la fase liquida e la fase gassosa. Le già citate norme API – RP521 e ISO – 23251 definiscono i criteri per il dimensionamento di questi recipienti in funzione della dimensione delle gocce di liquido disperse nella fase gassosa. Questi separatori sono muniti di un sistema di recupero che rinvia il liquido contenuto mediante pompaggio ad opportuni serbatoi di rilavorazione: sono previsti normalmente sistemi di controllo di livello, dotati di dispositivi di partenza automatica delle pompe di recupero. A seconda delle condizioni climatiche in cui si trova il sito industriale, i separatori possono essere dotati di tracciatura con vapore per protezione antigelo. 1.3.3 Compressore di recupero gas Abbiamo visto che ai terminali dei sub-collettori di raccolta degli scarichi destinati alla Fiaccola sono previsti sistemi di iniezione di gas di flussaggio per prevenire la formazione di depressioni che potrebbero innescare esplosioni. Questo gas può essere parzialmente o totalmente recuperato mediante l’installazione di un compressore per il recupero del gas. Questa pratica consente da un lato di evitare o limitare la presenza di fiamma al terminale fiaccola e dall’altro di ridurre i consumi di gas combustibile. Il gas recuperato viene normalmente trattato in una sezione dedicata di lavaggio amminico e quindi inviato alla rete gas combustibile di stabilimento oppure riutilizzato come gas di accompagnamento per il Sistema Fiaccola. Va da sé che questi sistemi devono essere dotati di opportuni dispositivi di blocco che ne impediscano l’esercizio in caso di scarichi di emergenza. L’estrema variabilità di composizione del gas da recuperare, la presenza di possibili trascinamenti di liquido e gli alti rapporti di compressione richiesti, orientano la scelta verso sistemi di compressione non tradizionali, quali ad esempio compressori a vite, compressori ad anello liquido o sistemi ad eiezione. A volte il sistema di recupero è abbinato ad una sezione di lavaggio amminico, così da comprimere il gas e contemporaneamente purificarlo dall’H2S. La Necessità negli Impianti industriali G. Valsecchi 29 Marzo 2011 - pag. 8. 1.3.4 Guardia Idraulica e altri sistemi di tenuta Oltre all’iniezione di gas di accompagnamento nei collettori di scarico, il Sistema Fiaccola è dotato di particolari protezioni dalle depressioni che possono creare flusso inverso di aria dalla fiaccola stessa con formazione di miscele esplosive con i gas contenuti nei collettori. Tra di essi il più semplice e diffuso è costituito dalla Guardia Idraulica. Riferiamoci alla figura di seguito riportata. GUARDIA IDRAULICA Uscita Gas alla Fiaccola Ingresso Gas Alto Flusso Ingresso Gas Basso Flusso Livello liquido Guardia Idraulica Connessioni controllo di livello Diverse profondità di annegamento generano diverse contropressioni e regolano diverse portate Aperture per il ripristino del livello di liquido all'interno delle gambe Ingresso Acqua (Reintegro e Flussaggio) Scarico Acqua Prof ili triangolari su tutta la circonferenza per graduare portata impedendo La Guardia Idraulica è costituita essenzialmente da un recipiente in cui viene mantenuto un livello costante di liquido di tenuta, normalmente acqua: il gas da scaricare in fiaccola viene convogliato al di sotto del livello del liquido di tenuta, mediante una tubazione interna. Per effetto del battente di liquido che il gas deve vincere, si crea nel sistema a monte una lieve pressione positiva, funzione del livello della parte immersa, che consente di evitare di far entrare aria dalla fiaccola ai collettori. Sono in genere previste due diverse tubazioni (gambe), che si differenziano per diametro e per lunghezza della zona immersa; la gamba di diametro minore ha una parte immersa inferiore e genera quindi una minore contropressione: questa normalmente scarica le basse quantità di sfioro. All’aumentare della portata dello scarico, l’aumento delle perdite di carico consente alla gamba maggiore di vincere la maggiore contropressione e quindi le consente di entrare in esercizio. La Necessità negli Impianti industriali G. Valsecchi 29 Marzo 2011 - pag. 9. Entrambe le gambe sono dotate alle estremità immerse di particolari profili, generalmente triangolari, che consentono di modulare gli aumenti di portata di scarico. Le due gambe separate combinate con i profili triangolari alle estremità consentono di impedire le pulsazioni della fiamma, possibili fonti di rumore. E’ di fondamentale importanza che la guardia idraulica sia provvista di un sistema di controllo automatico che effettui il ripristino del livello liquido, per evitare che il sistema a monte vada in depressione; inoltre, è necessario anche fornire un ricambio continuo dell’acqua contenuta che prevenga l’accumulo di sostanze potenzialmente corrosive. Generalmente si prevede un sistema di ricircolo in continuo di acqua da impianti di strippaggio (Sour Water Stripper). Questo però consente solo di gestire le situazioni di normale esercizio, quando alla Torcia giungono solo parte dei gas di accompagnamento. Durante lo scarico, per effetto della temperatura del gas che può causarne la vaporizzazione oppure semplicemente per trascinamento, una quantità anche significativa di liquido viene persa nel gas in uscita: in tale caso si prevedono sistemi ausiliari, che consentono il ripristino rapido del livello, utilizzando fonti di acqua sempre disponibili anche in caso di emergenza, quali ad esempio, acqua antincendio. E’ interessante soffermarsi sulla geometria della linea di scarico dell’acqua di tenuta, di seguito schematizzata. a /da guardia idraulica Quota funzione del livello del liquido nella guardia idraulica Altezza funzione della massima pressione operativa (minimo 3 metri) Rompivuoto Linea di bilanciamento Scarico liquido da guardia idraulica Serbatoio accumulo acqua di scarico A Sistema Trattamento Acque Acide La Necessità negli Impianti industriali G. Valsecchi 29 Marzo 2011 - pag. 10. Lo scarico dell’acqua dalla guardia idraulica può essere derivato dal fondo del recipiente oppure dal pelo libero di interfaccia con il gas: in entrambi i casi, avviene attraverso tubazione libera, con una conformazione ad omega tale da garantire l’efflusso durante gli scarichi consistenti e nel contempo mantenere il volume di liquido all’interno della guardia idraulica. La parte superiore del sifone è dotata di un sfiato rompivuoto per evitare di innescare l’effetto sifone che potrebbe portare alla perdita del livello del liquido di tenuta. L’altezza delle tubazioni che costituiscono l’omega di scarico è correlata al livello operativo dell’acqua di tenuta e alla pressione operativa che si stabilisce nella guardia idraulica. Lo scarico viene di solito raccolto in un recipiente di accumulo, in parallelo con la guardia idraulica, da cui l’acqua viene inviata mediante pompa al sistema di trattamento delle acque acide. La guardia idraulica può essere provvista di tracciatura con vapore per protezione antigelo. In alcuni sistemi, la guardia idraulica è accoppiata al separatore liquido-vapore oppure è installata alla base della fiaccola di cui costituisce il supporto. Oltre alla guardia idraulica esistono altri sistemi di tenuta che non utilizzano liquido, quali il sistema Molecular Seal e il sistema Air Lock Seal. Il sistema Molecular Seal è costituito da un’apparecchiatura con particolari setti a labirinto interni, che viene installata a monte del terminale della fiaccola. Il principio di funzionamento sfrutta la differenza di peso molecolare tra il gas di accompagnamento e l’aria esterna. Quando il gas immesso ha un peso molecolare inferiore all’aria nella parte alta del dispositivo si crea una zona con pressione superiore a quella atmosferica che l’aria non può penetrare; viceversa, quando il gas ha un peso molecolare maggiore rispetto a quello dell’aria, la tenuta molecolare viene effettuata nella parte inferiore. Il sistema consente di minimizzare l’immissione di gas di accompagnamento, anche se ha lo svantaggio che l’apparecchiatura appesantisce la struttura, richiedendo una supportazione maggiore per sopportare il peso aggiuntivo e la forza del vento. Il Sistema “Air Lock Seal” è un particolare setto a sezione tronco-conica, parte integrante del terminale della fiaccola, saldato all’interno del corpo principale del bruciatore, appena al di sopra della flangia di accoppiamento. Quando la fiaccola opera a bassissimo carico, l’aria tenderebbe ad entrare nel terminale, sia per effetto del vento che per diffusione. Questo dispositivo, creando una restrizione alla sezione di passaggio, fa aumentare localmente la velocità del gas di scarico, facendo sì che riesca a sospingere all’esterno l’aria. La Necessità negli Impianti industriali G. Valsecchi 29 Marzo 2011 - pag. 11. 1.3.5 Il camino di Fiaccola Il gas in uscita dalla guardia idraulica fluisce al camino della Fiaccola. Questo è costituito da una tubazione verticale alla cui estremità è installato il bruciatore. Le norme API RP521 e ISO – 23251 definiscono i criteri per la determinazione dell’altezza e del diametro della tubazione, in funzione dell’irraggiamento al suolo e nei punti sensibili e in funzione della velocità massima dei gas in uscita. Alla base del camino di fiaccola viene immesso gas di accompagnamento che oltre al già citato ruolo nell’impedire pericolose inversioni di flusso, funge anche da gas di sostegno della combustione. Al terminale sono installati uno o più bruciatori pilota, alimentati autonomamente con gas combustibile; ciascun pilota deve essere dotato di un proprio sistema di accensione e di rilevazione della fiamma. Come già ricordato in precedenza, la Fiaccola è uno strumento di comunicazione con l’esterno ed è quindi fondamentale che essa non sia fonte di disturbo per la popolazione circostante. Pertanto, anche quando questo non costituisca una precisa prescrizione da parte delle autorità, ogni Fiaccola deve essere dotata di un adeguato sistema di monitoraggio e di controllo che consenta di operare senza produzione di fumo, in modo da apparire come non funzionante anche nelle fasi di scarico. Sono abitualmente installati sistemi continui di rilevazione del fumo che comandano in automatico l’immissione di vapore: questo interviene minimizzando i fenomeni che originano il fumo, quali ad esempio il cracking e la polimerizzazione e inoltre reagisce con il carbone prima che questo raffreddandosi dia origine a fumo. E’ buona pratica disporre di un sistema di video-sorveglianza che trasmetta in continuo nella Sala di Controllo le immagine a colori delle diverse fiaccole. Inoltre, tra i dispositivi che usualmente sono installati sui collettori in ingresso alla fiaccola ci sono i misuratori di portata e gli analizzatori in continuo di peso molecolare che forniscono, seppure in maniera indiretta, informazioni utili per poter intervenire dalla Sala di Controllo in caso di rilascio. In considerazione della sua altezza, una Fiaccola Elevata costituisce un ostacolo alla navigazione aerea. Pertanto, le normative ENAC e ICAO prescrivono l’installazione di opportuni sistemi di segnalazione luminosa e/o una particolare colorazione nella parte alta della Fiaccola. La Necessità negli Impianti industriali G. Valsecchi 29 Marzo 2011 - pag. 12. 1.3.6 Sistemi a fiaccola singola e sistemi a più fiaccole Come già discusso precedentemente quando abbiamo analizzato le diverse tipologie di scarichi, è possibile che in un sito industriale la quantità o la qualità dei fluidi da trattare comporti la necessità di avere più di una Fiaccola. La scelta di configurazione a fiaccola singola o a più fiaccole risponde anche da altri criteri, quali ad esempio, la continuità di esercizio. La Fiaccola è un dispositivo di sicurezza, quindi un qualsiasi intervento di tipo manutentivo su di un Sistema Fiaccola deve comportare la fermata completa, lo svuotamento dai liquidi e la bonifica di tutte le unità ad esso collegate: in un complesso industriale strutturato su due o più linee di produzione, omogenee e autonome tra loro, la configurazione a più fiaccole consente di non interrompere completamente la produzione. Va comunque rimarcato che ciascun Sistema Fiaccola deve essere considerato come un sistema autonomo e pertanto deve essere dotato di tutti i componenti costituivi prima elencati, ossia separatore liquido-vapore, guardia idraulica e tubazione fiaccola. Nel caso di sistemi indipendenti operanti in parallelo, ciascuno collegato ad una singola fiaccola, la configurazione multipla non comporta particolari problematiche gestionali: l’unica interferenza da considerare riguarda il contributo di ciascuna torcia nella determinazione dell’irraggiamento. Quando invece si hanno più fiaccole collegate ad un unico collettore di raccolta, occorre prestare attenzione alla ripartizione dei flussi tra le diverse torce. Innanzitutto, bisogna definire una priorità di intervento delle diverse fiaccole installate: per fare questo si agisce normalmente sul livello del liquido di tenuta all’interno delle singole guardie idrauliche: in presenza di uno scarico di gas verso un sistema a più fiaccole, il flusso sarà inizialmente inviato verso la fiaccola con la guardia idraulica che ha il minore affondamento nel liquido di tenuta. Le singole linee di alimentazione alle diverse fiaccole devono staccarsi dal collettore principale a monte dei separatori liquido – vapore: le portate a ciascuna fiaccola devono essere regolate in maniera da evitare che un tempo di residenza troppo basso possa causare una non completa separazione degli eventuali trascinamenti di liquido e quindi essere possibile fonte di fumo o di pioggia di fuoco. La Necessità negli Impianti industriali G. Valsecchi 29 Marzo 2011 - pag. 13.