125 - TGCom24

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125 Salvatore: si invece, si invece, perchè tu c'hai una vita tu sei una persona educata, sei una persona che
.. Tante persone veramente e questa è una cosa sincera tante persone .. (si accavallano le voci) .. Molto
bene, so che persona sensibile sei so che grande persona sei, ok? Di tutto questo, vedi di tutto questo
Ludovica: perchè tu sei ...(piange) ...
Salvatore: ....inc...... Tutti perchè, non me li devi chiedere, capisci? Mi devi solo odiare non
chiedere, capito? I perchè non esistono, ok? Ne parleremo da vicino dei perchè e di tante cose,
capito? Basta, non capisci allora oh, sei più fuori di me è impossibile stare più fuori di me. ok? È
impossibile. ok? È impossibile è impossibile più fuori di me è impossibile, ok? lo stò uscendo
pazzo a volte grido, faccio delle strade mi devi credere non so che strade ho percorso, ok? A volte
accompagno mia figlia la porto un po di là non so che strada ho fatto, capisci? Arrivo a casa e dico sono
arrivato?, ok? Non so che cosa .. Se ho preso l'autostrada ..... Non so che strada ho fatto, ok? lo sono in
queste condizioni, capisci? .... .inc...... Sono sempre le stesse cose, io voglio che tu capisca questo ...
Sono una persona finita e so che tu stai provando le stesse cose allora voglio salvare te almeno, perchè
tu te lo meriti perchè tu non c'entri un cazzo ..., Perchè neanche io c'entro un cazzo con quello che è
successo, capisci? (si accavallano le voci) solo perchè ecco io .....
Ludovica: .... (piange) ... lo ho bisogno della persona che io pensavo, che tu ......
Salvatore: non piangere ti prego, non piangere ti prego, non piangere, ok? Ti prego è difficile per me, ti
prego .... Inc............... Però ti prego, ti prego,
Ludovica: io ho bisogno di parlare con te
Salvatore:eh. lo so, però .... Allora ascoltami un attimo questo numero qua non lo fare mai. ti
prego. perchè è di una persona veramene adulta anche, cioè lasciamo stare questo. ok? Non so
come fare per chiamarti qualche altra volta o meno. capisci? Perchè non so neanche se questi
riescono a capire. cioè. non lo so
Ludovica: no questo qua, qua ...
Salvatore:non lo so neanche se riescono ad arrivare a questo anche tuo numero .. Perchè loro
comunque ...
Ludovica:no perchè non è mio
Salvatore:ho capito. ma non c'entra niente. capito? Dovresti evitare i luoghi chiusi, la tua
macchina il tuo telefono dovresti spegnerlo, tante cose cioè tu .... Tu non sai che cazzo possono
fare. capisci con questi telefonini. capito? Il problema è proprio quello, capito? Il problema è
quello ..... inc...... è quello è. tu dovresti cambiare anche il telefono cioè dovresti fare tante .....
Tutto e di più, capito? Quello è il problema, capito? Quello è il problema
Ludovica: io ho bisogno di te
Salvatore: non mi dire così ti prego
Ludovica: non ce la faccio, non ce la faccio è più forte di me Salvatore:ti ho detto che verrò da te per farmi sputare in faccia, ok? Ti ho fatto questa promessa, ti ho detto che verrò da te per farmi sputare in .. Per farmi sputare in faccia. ok? Allora ......... . Inc....... Verrò da te per farmi sputare in faccia punto e basta. ok? Però non ti so dire quando. come. dove, ok? Però non ti preoccupare. quando è che finisce questo cazzo di corso lì a lecce? Richiesta n.2603 del 03/08/2011 13.52.00 - copia semplice
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126 Ludovica:venerdì, venerdì me ne torno
Salvatore:ah, ok, va bene, poi magari ... Vedrò io, te lo farò sapere anche per vie legali magari, ok?
Perchè io l'avvocato mio ... È di roma questo qua, voglio vedere come posso difendermi da tutti questi
attacchi e via a seguire e se è possibile una cosa del genere, tu lo devi fare a priori, a prescindere, a
prescindere ed è la cosa giusta mettersi un cazzo di avvocato e dici tutto quello che hai detto agli
inquirenti
Ludovica: io quello che ti sto solo dicendo salvatore ..
Salvatore: e gli dici anche, e gli dici anche
Ludovica: ... lo ho raccontato la storia che io ho vissuto due anni, non raccont .... Cioè nel senso non è
che gli ho detto ogni mese perchè neanche me lo ricordavo io ogni mese quando ci siamo visti, però
ovviamente ho detto che .. Che il primo anno cioè salvatore .. Cioè quello che è stato poi mi ha preso per
il culo questa è un'altra questione ma .. Cioè di quello che è stato perchè io questo ho raccontato
Salvatore: ho capito, ho capito allora anche tu l'avvocato non è una denuncia contro di me, capisci?
Contro chi ti ha messo in questa storia qua ha detto io ho detto solo quattro cazzate a loro che era la
verità, ok? Ok? Ho detto quattro cazzate che era la verità
Ludovica: ma stai dicendo quello che ho detto io o quello che hai detto tu, non ho capito?
Salvatore: ... Ho detto dall'avvocato tuo, eh, tu devi mettere a prescindere perchè lui basta che alza il
telefono e tutte seeee ..... Queste minchiate che hanno detto, finiscono, ok? Chi è che le ha scritte, chi è
.... Ogni persona che ha scritto un qualcosa su di te, deve risarcirti
Ludovica: tutti, tutti i giornali, tutti i giornali hanno fatto nome e cognome '"
Salvatore: .... Dovranno risarcirti
Ludovica: ... Squadrone a cavallo, lancieri di montebello oggi il capitano mi ha chiamato, poveraccio,
Salvatore: ascoltami un attimo, non me ne frega delle persone ti ho detto sempre che le persone non
dovevano ..... Cioè le persone meno sanno e meglio è, capisci?
Ludovica: e, capirai, cioè hanno preso la mia foto, ... La mia foto
Salvatore: ....(si accavallano le voci) ... Le persone non se ne frega un cazzo di nessuno, capisci? E tu
non mi stai mai ad ascoltà allora ascoltami un attimo tutte quelle persone che hanno scritto quelle idiozie,
quelle stronzate, tutte quelle cose te la devono .... Ti devono risarcire hai capito? Per danni morali, la foto
addirittura, e chi gliel'ha data questa foto? Chi gliel'ha data?
Ludovica: non lo so, su facebook, perchè io ...(piange) ..
Salvatore: chi gliel'ha data questa cazzo ... Chi li ha autorizzati ha mettere il tuo nome e cognome per
televisione cioè queste sono cose veramente che vanno oltre ogni limite tu devi scatenare una guerra
contro queste persone .... E loro risaliranno poi il tuo avvocato risalirà a chi ha detto tutte queste
idiozie, ok? E gli devi dire di quella faccenda lì .... Di salvatore, èh, lei non ne vuoi sapere più
niente, ok? Devi essere bastarda nei confronti, ho detto tutto agli inquirenti lo chiedete a quello
stronzo, così deve dire proprio l'avvocato, lo chiedete tutto a quello stronzo, ok? E giri la palla a
me e basta, ok? Non voglio più saperne niente e ogni qualvolta che qualcuno ti chiama o ti fà sono tutte
ingiurie, anche se ti chiama l'ansa e ti viene a dire ah senta buongiorno sono dell'ansa, ok? La puoi
denunciare, ok? Diritti della praivace la puoi denunciare e lo devi fare, lo devi fare, promettimi che lo fai
lo devi fare non serve neanche un'avvocato chisàche, basta uno stronzo ..
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127 Ludovica: si
Salvatore: basta uno stronzo qualunque, basta uno stronzo qualunque a fare tutto quello che ti stò a dire
e vedrai che in tempo un giorno, sai già tu lo fai, domani, già il pomeriggio nessuno parlerà più di te,
capito? Nessuno parlerà più di te, ok? E gli devi dire è solo una guerra mediatica punto e basta no contro
salvatore no contro nessuno, ok? Non gli devi dire neanche tanti particolari a lui, ok? Dei nostri
incontri tutte queste stronzate qua
Ludovica: si ma a loro gliel'ho dovuto dire gli incontri, come eri tu con me perchè quelli mi chiedevano
(piange) se mi avevi mai picchiato, se eri stato violento con me, che gli dovevo dire?
Salvatore: e certo, e certo che che ti aspettavi, capito? Allora forse non hai capito questi qua pensano
che sia stato io, lo vuoi capire si o no? Non l'hai capito ancora? .... lo da quando ho sentito tutte quelle
notizie ecco, ecco questi stronzi pensano che io abbia ammazzato mia moglie, capisci? Ho detto questi
stronzi pensano che io abbia fatto quello a melania, capisci?
Ludovica: ho capito
Salvatore: tutti pensano che sia io, capito?
Ludovica: si, ma se tu adesso però almeno racconti questa cosa, perchè io ho detto a loro ma scusate
tanto ma una persona che gli succede una cosa del genere ma come fà dopo due giorni che succede a
venire a raccontare a voi si da due anni ciò anche la storia, ma è normale per la famiglia, per la bambina,
per tutti che nessuno avrebbe mai detto una cosa del genere
Salvatore: eee ... E loro la spiaccicano sui giornali, capisci? Loro la spiaccicano anche sui giornali che
schifo di gente, capito? Che schifo di gente, che schifo di gente, ... AI mio avvocato dirò questo, eh, dirò
soltanto ...(si accavallano le voci) ..... La ragazza ...
Ludovica: ...inc.... Che io e te passavamo le notti in macchina, ma quando mai
Salvatore: ..... inc.................. lo al mio avvocato gli dirò contattate la ragazza e ditegli e gli dico dite a lei
cosa ha detto di me e cosa è uscito, capito? Questo gli dirò al mio avvocato
Ludovica:anche il fatto delle macchie di sangue sul sedile, ma io non
00
Non
00
Non ne ho neanche
parlato di questa storia delle macchie di sangue (piange)
Salvatore:macchie di sangue sul sedile?
Ludovica:si, perchè hanno
0.0
(piange)
o ••
Perché le macchie di sangue erano le mie
Salvatore:ma sei sicura?
Ludovica: si, io invece questa cosa non glie l'ho .
o •••
Perchè io a me cioè io gli ho detto perchè non me
l'hanno proprio chiesta fortunatamente, però se mi avessero detto tipo in macchina tu hai mai ... Ti ricordi
che io una volta ho sporcato quel sedile
Salvatore: ....si, ma non dire tante cose
Ludovica: non l'ho dette infatti, non me l'hanno chieste, basta, però io ho detto ma se io neanche
l'ho nominato questa situazione neanche me l'hanno •.. Come fanno il giorno dopo a dire che
quelle macchie erano le mie, ma neanche ne abbiamo parlato con gli inquirenti di questa storia
Salvatore: èh, a tutto c'è uno scopo, capito? Perciò ti dico a te non ti preoccupare tu fatti la ... La .. La
tua vita stattene tranquilla, tu non hai niente da vergognarti perché tu devi camminare a testa alta
perché sei una persona che é stata sfruttata da uno stronzo come me, ascoltami bene, da uno
stronzo come me e che adesso basta ho detto non devi dire a ne a giornali e ne a nessuno vai
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128 solo dall'avvocato e gli dici che è successo questo, questo e questo io voglio fare denuncia con
queste persone, io non ho raccontato niente a nessuno i giornali mi hanno tempestato, mi hanno
invaso, la vita, non mi stanno facendo vivere, questo devi dire all'avvocato, ok? Nessuna accusa
contro salvatore, perchè io non c'entro un cazzo di tutto questo che stanno facendo, lo capisci?
Cioè nel senso che non sono stato io a raccontare queste cose, non sono stato io addirittura ho
tenuto il segreto e non ho detto a di te, capisci? Ne a di me non ho detto niente ..
Ludovica: si, ma su questo hai sbagliato, perchè lo sapevi che sarebbe uscito
Salvatore: l'hanno detto tutti, l'hanno detto tutti gli altri, sai perchè non volevo che tu non c'entravi in
questa storia, perchè ho detto ma io lo sapevo già, perchè ho detto va bene tanto se andranno ad
indagare sapranno che lei stà a lecce chi cazzo cioè potranno mai incolpare lei di quest'atto così
schifoso, ho fatto io potranno mai? No quindi la lasceranno in pace a lei, capito?
Ludovica: infatti loro ..... Loro ...Ioro con me sono stati cioè non è che mi hanno .... Il fatto che
mi abbiano chiamato in questi giorni per dire che gli dispiaceva ... È stato molto gentile con me. È stato
oltre un'ora a parlare con me al telefono
Salvatore: è la prassi, è la prassi quello per buttare veleno e fango su di me, capisci? E per buttare
Ludovica: non è che volevano buttare ... Perchè
Salvatore: ... Veleno e fango su di me
Ludovica: anche loro, anche loro mi hanno detto ma se lui ci raccontava subito questa cosa noi
c'avevamo altro su cui indagare invece non dicendola è normale loro perchè ...
Salvatore: non dicendola, non dicendola loro sono dei figli di puttana perchè io ho detto tutto alla
magistratura e loro hanno detto tutto, perchè sono loro, ma io domani vado là dal fratello dico dammi il
cazzo di numero
Ludovica: loro mi hanno detto, mi hanno detto
Salvatore: dei carabinieri di ascoli ...
Ludovica: ..... Loro hanno detto che tu hai detto che era finito un anno fà, loro mi hanno detto che
tu avevi detto che era finito un anno fà e mi hanno detto a me evita almeno tu di dirci queste
cazzate perché sappiamo che non è così, perciò raccontaci come è stata la storia, io gliel'ho
raccontata per filo e per segno dicendogli che io comunque l'ho vissuta in una maniera e che
probabilmente tu l'hai vissuta in un'altra che hai fatto tante cose per me e perchè comunque mi
volevi bene ma che non era la stessa cosa (piange) che pensavo io
Salvatore: ho capito, ho capito, e va bene cosi, questa é quello che è successo effettivamente,
ok? Capiscimi, é quello che é successo .. inc.. .
Ludovica: owiamente ...(si accavallano le voci) .... Ho detto anche ....
Salvatore: io domani, io domani, io domani (si accavallano le voci) ....... ..
Ludovica: ..... io gliel'ho detto che tu a me negli ultimi mesi mi avevi detto che ti volevi separare,
perchè è normale che io l'abbia detto perché se no questi dicono ma che cazzo ci dici, però non
ho mai detto che la sera prima della scomparsa ...
Salvatore: lo so, ma quelle sono stronzate che si sono inventate loro, lo so, e fanno per gettare legna sul
fuoco
Ludovica: anzi, anzi, anzi
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129 Salvatore: è per gettare legna sul fuoco ..
Ludovica: io ti dico una cosa che quando noi ci siamo sentiti quella domenica io ho detto che abbiamo
parlato appunto del fatto che ...inc... E basta e del fatto che ci saremmo dovuti vedere a pasqua,
basta, invece certo tutto quello che mi raccontavi tu, no?
Salvatore: e certo, ma tu non ti preoccupare io non .... Non ti preoccupare che io già avevo intuito
qualcosa quando ho sentito tutte queste notizie mi ha preso un colpo, mamma è svenuta, papà non ti
dico, cioè quindi lasciamo stare tutte queste cose non li voglio neanche più ..inc .... Queste cose, capisci?
Non li voglio più rivivere queste cose, però ti stò a dire io domani vado a casa dei suoi mi prendo il
numero dei carabinieri io non c'ho neanche i contatti, io non c'ho contatti con nessuno, lo sai? A me mi
hanno escluso da tutto, a me mi hanno escluso da tutto, da indagini da .. Da tutto mi hanno escluso,
capisci?
Ludovica: se vuoi te lo posso dare anch'io il numero
Salvatore: ma non ti preoccupare io me lo faccio dare da loro perchè gli spiegherò tante altre cose
anche a loro, ok dopo di che chiamo e dico ci vado da solo, vado ad ascoli da solo, ok? Vado ad ascoli
da solo e vado a parlare con queste persone qua, vado a parlare di persona con tutte queste persone, ci
vado a parlare io di persona a queste persone qua e glie ne racconterò di tutti i colori, glie ne racconterò
di tutti i colori perchè già loro sapevano anche di questa cosa qua perchè gli ha detto del patto della ..
Gliel'ha detto michele e quindi ti hanno anche preso in giro a te dicendo se lui ci raccontava tutte queste
cose invece non è vero, capito? Perchè loro lo sapevano quindi ti hanno .. Ti hanno anche imbrogliato su
questo e ti dico ti dirò di più sono stati stessi loro a mettere tutte queste voci, capito? Sono stati loro
Ludovica: (piange) .. Perchè a me mi ...
Salvatore: ... Si sta scaricando il telefono anche
Ludovica: va bene dai
Salvatore: ok, che devi dirmi più, dai, l'ultima cosa poi vado perchè sta qua anche mia mamma e mio
padre ...
Ludovica: no perchè niente, no perchè a me mi dicevano tu sei così sicura del fatto che .. Che ... Che
comunque che lui giustamente non c'entra niente perchè tu giustamente lo conosci e sai com'è, però sei
altrettanto sicura del fatto che lui in questi due anni ti abbia sempre detto la verità e magari invece non è
così, io ho detto io che devo dire, io ho detto ma va bene ma c'è un po di differenza tra mentire su una
cosa del genere e mentire su un'altra, no? ... Inc... Cioè anche se fosse ...inc... Ne più ne meno di quello
che fanno il novanta per cento ..
Salvatore: io gli dirò .. lo gli dirò anche la verità che tu mi hai aiutato sempre all'Inizio, mi hai
aiutato anche con I rapporti .. La verità, ... Con melanla hai parlato con lei ed è vero, ok? Quindi
gli dirò tutto, gli dirò tutto, gli dirò tutto ti stò a dire, questo è, che tu sei per me ... Pèr me eri una
grande persona, ok? Gli dirò tutto, che persona eri per me, ok? Quello è, ok? Poi gli dovrò dire
anche la verità, capisci? Perchè se no penseranno male anche di me, io non ho fatto niente a
melanla e loro mi devono trovare chi è stato, loro mi devono trovare chi è stato, ok? Loro mi
devono trovare chi è stato me lo devono mettere davanti, me lo devono mettere davanti
Ludovica: .. (piange) ... E poi quando questo ..
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130 Salvatore: saranno tre, quattro, cinque non me ne frega un cazzo me li dovranno mettere davanti ai miei
occhi, questo voglio io, ok? lo allora adesso mi devi fare un'altra promessa io non voglio che non ti
accada niente a te cretina, tu mangia fottitene di questo bastardo qua che sono io, fottitene,
fottitene, fottitene, ok? Mangia, riguardati ok? Vedite le tue cose e fai quelle cazzo di denunce, quelle
cose li devi fare, quello lo devi fare già da domani chiama uno stronzo di avvocato e fai quello che ti ho
detto, così ti lasceranno un po in pace, fallo subito, fallo subito non è una guerra contro di me ma contro
questi media di merda, contro questi media di merda, capisci? Questi ricchioni di merda,
Ludovica: mi stai a sentire
Salvatore: eh, l'ultima cosa si stà spegnendo il telefono
Ludovica: (piange) ..... lo voglio credere nella persona che tu eri
Salvatore: ti ho detto che ne parleremo da vicino, ok? A quattrocchi, non mi far piangere più, ti
prego, ok? Ti prego, ti prego quanto prima, però non piangere, riguardati e basta, ok? Ti ho detto
per vie legali perchè adesso mi muoverò con i legali, io perchè non ce la faccio neanche più, ok?
Va bene? Scordati questo numero io ciò questo tuo insomma così ... Ciao, ciao, ciao.
Un'ulteriore intercettazione ambientale ritenuta utile dagli inquirenti, anche se limitatamente ad
un breve passaggio, è quella acquisita in data Il maggio alle ore 20.51, quindi successivamente
all'incontro avuto da PAROLISI con gli inquirenti presso il Comando Carabinieri di Castello di
Cisterna, nel corso di una sua conversazione intercorsa con lo zio di "Melania" REA Gennaro, là
dove PAROLISI faceva espresso riferimento ad una continua situazione di disagio cui l'avrebbe
sottoposto negli ultimi tempi la moglie, sempre a seguito della scoperta, da parte della stessa,
della relazione extraconiugale intrattenuta dal marito con la sua ex allieva, situazione che gli
avrebbe provocato un perdurante malessere di ordine psicologico, al quale avrebbe trovato
sollievo proprio perpetrando la relazione adulterina.
Salvatore= zio .... inc .. Ho fatto schifo con melania come devo dirglielo ai miei suoceri.. Zio= non ho capito... Salvatore= ho fatto schifo con melania ... Zio= hai fatto schifo con melania ..? In che senso hai fatto schifo con melania ..? Salvatore= io l'ho tradita .. Zio.. Zio= dammi i telefoni.. Che quando stiamo sotto ... sotto ..non ho capito.. Salvatore= l'ho tradita .. Zio...inc.. Zio= l'hai tradita .. ?. Come l'hai tradita ..? Salvatore= io voglio dirglielo anche a loro (riferito ai suoceri) Zio= ma l'hai tradita in che senso ..salvatore.. ? Fammi capire ... Salvatore= ehh .. ? Zio= in che senso .. L'hai tradita ..? Salvatore= le corna.. Zio.. inc.. Richiesta n.2603 del 03/08/2011 13.52.00 - copia semplice
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131 Zio= ma gli hai messo le corna .. Nel senso che hai fatto una scappatella ..? Una volta .. Oppure..gli hai
messo le corna ..che .... parliamoci chiaro ... Cioè quello che è uscito sul giornale .. Stai parlando ..?
Salvatore= ehh .. Zio..pero' non ... Cioè tranne quelle cose .. Sulla separazione ..
Zio= ho capito ...
Salvatore= queste stronzate qua ...
Zio= no la relazione .. lo non sto parlando della separazione .. Cioè quella relazione là c'era ..?.
Salvatore=si ehh .. lo voglio dirglielo .. Pero' non questa sera .. Perchè ...
Zio= questa sera non è il caso.. Questa sera secondo me .. Ehh.. Calmo calmo .. Vattene a casa .. Poi
quando è domani con calma ..dopo che hai fatto la cosa .... E perché non lo hai detto prima ... Salvatore.. ?
Cioè ti stai mettendo in un casino secondo me ... Lo sai..? Tu forse non ti rendi conto ..
Salvatore= io quello non l'ho detto subito ..zio.. Non per qualche cosa ...
Zio=ho capito ...
Salvatore= io avevo fatto un patto .. Su' a colle san marco .. lo ho capito .. Che adesso ... giustamente...
melania è stata uccisa .. No..?
Zio= ehh .. Però gli eventi sono stati diversi..hai capito ..? Allora adesso qualsiasi cosa ..
Salvatore= ho capito ...
Zio= e' buona ...
Salvatore= ho capito.. Però dico iO ..no.. Anche a loro .. Perchè.. Ed io glielo fatto ... Ma perchè poi..
Ecco... Invece di farvelo spiegare a loro .. Perché non me lo avete detto a me ... ? Questo fatto ..
Zio= che cosa ti dovevano dire a te .. ?
Salvatore= cioè quando loro .. Mi hanno detto .. iI fatto del patto ..no.. Il padre.. Mi ha detto a me..non lo
facciamo uscire questa cosa fuori.. Che loro lo sapevano che iO ..avevo avuto ..
Zio= ma non è .. Non credo .. Che ha detto il patto.. Forse ha detto non è il momento.. Non è il momento
di farlo uscire ..
Salvatore= no ha detto .. Che non
Zio= va bene .. Ha detto.. Non è il momento di farlo uscire .. Perchè.. Sta ... Giustamente.. Non sapevano
che era morta ..quindi.. Dice .. Ehh..
Salvatore= fino ad ora non la facciamo uscire..
Zio= però se cambiano gli eventi. ..però.. Michele.. Ehh.. Salvatore...
Salvatore= no non mi ha detto cosi.. Zio ..inc ... Non mi ha detto cosi' ..
Zio= io adesso non lo so' ...perchè non lo sò .. Ora me lo stai dicendo tu .. Però ti sto dicendo ..se gli eventi
cambiano.. Bisognava dire.. Cioè anche se .. se.. Le cose non stavano ..
Salvatore= però io cosa ho fatto ... Quando..è successa la cosa ed io sono stato interrogato ..da loro..
No..?. Michele mi ha detto.. Senti..salvatore.. lo voglio ... lo poi comunque gliel'ho detto .. Poi gli ho
detto..anche del fatto del patto con .. lo ho preso accordi con papà ...
Zio=ehh ..
Salvatore= ecco perchè ..non lo avevi detto .. Ho fatto io ... Allora .. Presi .. Chiarii...corsi dal magistrato ..
Monti..questo qua ...
Zio= ehhh ..
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Salvatore= e glielo dissi ... Gli dissi. Signor. Monti .. Mi disse lui .. Salvatore.. So' tutto ... Fece.. Poi ne
riparleremo.. Disse lui a me...
Zio=ehh..
Salvatore= ora dico io .. Se effettivamente...
Zio= della relazione quella vecchia .. Stai parlando ..
Salvatore= questa qua era ..quella è sempre questa ..
Zio= e' sempre quella ..
Salvatore= sempre quella è ..
Zio=totore.. Ma adesso parlando .. Tra noi due.. Stiamo solo io e te .. Ma ce l'avevi ancora adesso ..
Questa realzione .. ?
Salvatore= non è che avevo questa relazione .. Zio...inc.. È che sono successe tante .. Cose.. No.. ? Tra
me e melania ..no..
Zio= lascia .. Tante cose .. Avete litigato.. ? Che avete fatto .. ?
Salvatore= nO..no...
Zio= stiamo tra e me ..lascia ..
Salvatore=no..no..no ...
Zio= e tante cose ..che è successo.. ?
Salvatore= nO..no..no.. Toglietelo dalla testa .... Queste cose ..
Zio= no .. lo non sto dicendo il giorno prima ...
Salvatore= toglitelo dalla testa che io ho litigato ..
Zio= non sto parlando..del giorno prima.. Sto parlando ..del.. Cioè tu hai detto il tuo rapporto con
melania..
Salvatore= lei lo ha saputo ...
Zio= ehh ..
Salvatore= melania .. No.. ? .. Lo venne a sapere ..ed è successo..
Zio= quando lo è venuto a sapere .. ?
Salvatore= a gennaio ...
Zio= a gennaio .. ?. Quindi è da gennaio ..che sono successi i casini ..
Salvatore= no dell'anno scorso ..
Zio= dell'anno scorsO..non di quest'anno.. 2010..
Salvatore= ehh.. 2010 ... bravo .. è successo questo fatto qua.. Veramente lei è venuta a saperlo..
Allora..sai melania .. Anche.. Aveva ragione .. Insomma..
Zio= io mi sono fermato .. Secondo me .. Ho qualche stronzo dietro (fa riferimento alla possibile presenza
di giornalisti) .. Ora ci fermiamo ..vicino..
Salvatore= ma tanto lo sanno .. Zio...inc.. Quindi..
Zio= no qualche stronzo dietro.. Di giornalisti..
Salvatore= e niente.. Quindi.. Prendi a te.. E prendi a me.. Insomma... Quindi.. Mi ha fatto
passare..che mi ha fatto passare.. No.. ? Cioè giustamene.. Che..
Zio= in che senso che ti ha fatto passare .. ?
Salvatore= nel senso che ogni giorno mi umiliava....inc... Stavi sempre una schifezza.• No..
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133 Zio= ehhh .. Salvatore= però .. lo vivevo..giustamente.. Come dici tu.. Se tu effettivamente.. Mi vuoi.. Cacciare di casa.• Giustamente hai tutto il diritto...no.. ? .. Zio= ehh .. Salvatore= però ecco.. Lei.. Mi ha fatto capire che comunque•• Sia .. Cioè mi voleva bene.. Quindi non è.. Che.. Zio= e ti umiliava.. Come ti umiliava.. Salvatore.. ? Salvatore: mi umiliava .. Nel senso•.che.. Cioè... Mi diceva sempre queste cose in faccia •.. Capito.. ?. Mi diceva... Sempre la stessa cosa... Zio=te lo rinfacciava ...? Salvatore= ehh .. Me lo rinfacciava sempre ..mi.. Diceva.. Sempre le cose in faccia ..capito.. O no..? Ehh.. Vergognati.. Fai schifo..non..fai schifo.. Alle ore 21 :00:08 squilla il telefono dello zio e questo risponde ad una donna di nome teresa dicendogli
che si trova in macchina con salvatore e che lo sta accompagnando a casa.
Salvatore= e niente.. Poi..cioè ... comunque sia.. A me questa persona .. Mi ha un pò..
Zio= mi hai detto.. Ti ha umiliato.. La separazione•. Giustamente..ti faceva male... Ehh ••
Salvatore= no.. Se.. Ehh.. Questa persona all'inizio mi ha aiutato... Mi ha confortato.. Capito.. O
no.. ?
Zio= ehh ...
Salvatore= ohh ... Stavi andando addosso alla macchina .. Che devi mandare qualche messaggio .. ?.
Zio= no mi è arrivata uan telefonata e l'ho tolta ...qualche giornalista di chi l'ha visto.? .. E l'ho tolta di
mezzo...
Salvatore= ehh niente .. E quindi..
Zio= (parla al telefono con una giornalista di nome viviana e subito dopo telefona per farsi aprire il
cancello della casa dei suoceri di salvatore)
Zio= vai stavi dicendo...
Salvatore= niente .. Zio.. inc... quindi cioè alla fine .. lo mi sentivo con questa (Iudovica) anche .. Ancora..
Zio= ehh .. Ti sei sentito fino a poco tempo fa ..
Salvatore= sL.fino a.. Quello che è successo ..
Zio= a loro hai detto questo..?
Salvatore= si sì.. Lo sanno ... Ho detto tutto adesso .. Ehh quindi insomma .. Ho fatto proprio schifo come
uomo...
Zio= salvatore .. C'entra qualche cosa questa in questa situazione ..?
Salvatore= no.. Non centra un cazzo ..
Zio= sicuro ..?
Salvatore= si.. Me lo hanno detto anche loro.. Cioè gia in primis .. Non centra un cazzo .. Questa storia
qua..
Zio= no io sto dicendo .. Non centra proprio questa in questa situazione ..?
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Salvatore= no lei non centra nulla ... Il problema è questo proprio .. Zio...inc.. È che alla fine .. Devo raccontare questa cosa .. Perchè lo sapevo che lei non centrava un cazzo.. Hai capito .. O.. No.. ? Capito.. Zio... Cioè... lo lo sapevo che questa non ...centrava nulla .... inc .... Zio= apri quello ... Apri quello .. Salvatore= devo trovare le parole per dirglielo .. Zio= ora non devi dire nulla questa sera .. Salvatore= perchè mi devono succedere .. Queste...inc... Zio= ehh .. Michele.. Ehh.. Salvatore.. Tu perchè dall'inizio .. Non hai parlato chiaro .. Perchè se parlavi chiaro..tutto questo non succedeva ... Comunque ti stai mettendo in una brutta situazione ... Salvatore.. Guardami in faccia .. O zio .. Ti stai mettendo in una brutta situazione ..ora te lo dico .. Non c'è nessuno .. Te lo dico chiaro chiaro .. Tutto quello che sai .. Salvatore diglielo .. Non a loro .. Diglielo agli inquirenti .. Altrimenti ti trovi in una brutta situazione .. Ma tu lo hai capito questa situazione come sta .. Ti sfugge dalle mani.. Salvatore= ehh .. Zio.. inc... A me non mi deve sfuggire nulla dalli mani... Zio= ehh ti sfugge dalli mani... Salvatore= che mi deve sfuggire dali i mani ... Zio= tutto quello che sai.. Gli devi dire .. Anche i minimi particolari .. Salvatore=....inc.. Tutto gli ho detto.. Zio= le luci come si spengono.. ? Salvatore= si spengono..da sole .. { nel frattempo si sente la voce di un uomo che dice che adesso va a prendere le ciabatte in quanto salvatore si trova senza le scarpe poichè sono state consegnate agli inquirenti)... Mio suocero ha detto che ce le aveva un paio di scarpe.. Zio= ha detto che ti portava le pantofole.. Ora vedo se mi chiama.. Salvatore... Questa sera non è li caso.. Pero' questa sera devi fare solo una cosa ... Non ti portare la bambina .. Vattene solo tu .. perchè stai solo tu questa sera .. Lascia la bambina qua .. Vattene solo tu ... Fatti una doccia .. Mangia qualche cosa... Mettiti nel Ietto .. Rifletti..tranquillamente... Le parole che devi dire .. Hai capito .. ? ( si sente la voce di un familiare).. Il numero mio di case ce l'hai..qualsiasi cosa vuoi sapere .. O mi vuoi dire .. Chiamami..io vengo..se hai bisogno di qualcuno per sfogare .. Chiamami.. Salvatore.. Ti voglio bene .. Lo sai che ti voglio bene .. Se possiamo risolvere la situazione .. Vediamo di risolverla questa situazione .. (omissis fino al termine della registrazione in quanto lo zio parla con i familiari di cose non pertinenti) L'intercettazione ambientale che segue, intercettata in data 25 maggio, riporta un dialogo tra il
p AROLISI e la sorella Francesca, in cui i due affrontano l'argomento di eventuali
provvedimenti disciplinari che i superiori potrebbero adottare nei confronti del militare, atteso il
divieto di intrattenere relazioni con le allieve assolutamente non rispettato non solo da lui, ma
anche dalla maggior parte dei colleghi, come emerso dalle indagini. Secondo gli inquirenti,
tuttavia, il passaggio che suscita maggiori perplessità, consiste nel non del tutto comprensibile
collegamento tra un qualcosa che potrebbe venire fuori dal circuito della caserma ("esce fuori
pure qualche altro cliente") e l'espressione, per altro proferita con disarmante naturalezza "mi
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135 dispiace che ci ha rimesso "Melania", seguita da oscuri riferimenti a qualcosa che potrebbe
venire a galla, comunque non da parte dei "ragazzi" (colleghi) che sarebbero all'oscuro di un
qualcosa.
Omissis dal minuto 09:38:50 al minuto 10:02 in quanto non utile
Franca: tu ora il trasferimento...cioè puoi deciderlo tu quando vuoi andare via da lì
Salvatore: non sò franca io devo andare a parlare con loro ..loro giustamente mica mi possono dire ....
Franca: ah si si devono vedere determinate cose
Salvatore: si devono vedere tante cose, non puoi dire fai così.. Potevano essere prima questi tempi, ora,
dopo quello che è uscito, quello che è stato, quello che ... Dobbiamo vedere quella che è la situazione,
può darsi pure che mi danno una punizione .. A livello disciplinare mi puniscono, non so in base al loro
giudizio... Oppure perchè la cosa è troppo grossa chiudono un occhio, come a dire possiamo mai fare
una cosa simile a questo ragazzo .. Dopo... Questo è un pensiero mio ... Ma sicuramente qualcosa mi
dovranno fare .. Comunque sia è uscito qualcosa di brutto pure dalla caserma, quindi.. In caserma non ho
fatto una bella figura .. Come ti devo far capire ..
Franca: eh certo .. Però voglio dire io, se poi lì dentro non esce niente alla fine .. Lo so che non è
stato fatto da nessuno quelli stavano tranquilli.. Nessuno sapeva ..
Salvatore: ho capito franca ... Ma sai quante altre cose escono in mezzo.. Hai capito .. Tu non guardare
solo a dire ora non è uscito nulla.. lo non sò quello che è stato raccontato dai ragazzi lì dentro.. Non
pensare che ero l'unico ad avere qualche contatto così....
Franca: ora esce tutto fuori..
Salvatore: si ora esce fuori pure qualChe altro....
Franca: qualche altro cliente ....
Salvatore: eh •. Capito.. Pure per dire tutte quelle cose brutte.. No ...
Franca: ho capito... Ma tu devi dire che purtroppo non è stata colpa mia .. Mi dispiace ma che ci posso
fare... La peggio l'ho avuta io per quello che mi è capitato ..lo sò ma ..
Salvatore: a me di loro poco importa .. Ogni persona ha fatto gli sbagli e li pagano tutti quanti .. Mi
dispiace che ci ha rimesso melania...
Franca: però devi dirgli che posso fare.. Però io penso da ignorante che se pure c'è qualcosa
sotto non è che poi verrà tutto a galla... nel senso che...
Salvatore: ma i ragazzi sicuramente no perchè non sanno nulla.. Ma comunque anche loro
dovranno
dire
tutta
la
verità,
nel
senso
che
dovranno
dire
pure
loro
hanno
avuto..•.sicuramente... sicuramente..
Franca: non dovranno avere paura .. Devono dire la verità (incomprensibile)
Salvatore: questo voglio dire io..
Franca: dare una pena a tutti.. Poveri ragazzi.. Mi dispiace...
Salvatore: io sicuramente non volevo che succedesse .. Questo è poco ma sicuro.
12. GLI ACCERTAMENTI SU FACEBOOK, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO
Richiesta n.2603 del 03/08/2011 13.52.00 - copia semplice
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136 AL RAPPORTO ESISTENTE TRA PAROLISI E PERRONE LUDOVICA. IL RINVENIMENTO DEL TELEFONO CELLULARE DEDICATO A PERRONE E IN USO A PAROLISI Alla luce delle dichiarazioni acquisite rese dai colleghi di lavoro di PAROLISI SALVATORE,
in particolare da D'AGOSTINO Libero e CATERINO Nicola, relativamente all'esistenza di una
relazione extraconiugale attuale tra tale Ludovica PERRONE e l'indagato, nonché dell'utilizzo
da parte di PAROLISI del canale di comunicazione telematico riferibile al social network
"Facebook", presso il quale era registrato con lo pseudonimo "Vecio Alpino" [circostanza
strenuamente negata da P AROLISI, che anzi definiva "strani" questi sistemi telematici di
comunicazione], veniva dapprima riscontrata l'effettiva esistenza in rete sia del profilo "Vecio
Alpino" [senza per altro in questa fase poterlo riferire con certezza a PAROLISI], sia di un
profilo riferibile a Ludovica PERRONE. Ulteriori indagini tecniche esperite in tale direzione,
relativamente al citato social network, permettevano di accertare un' assidua frequenza dei
contatti tra i due profili in argomento. Inoltre, dalla consultazione dei contatti "amici" della
PERRONE, emergevano 22 "amicizie" in comune con il profilo associato al nickname "Vecio
Alpino", potenzialmente attribuibile, secondo i testi, a PAROLISI Salvatore. Tale intuizione
logico deduttiva trovava ulteriori conferme dalla presenza, tra i contatti condivisi, di numerosi
militari di sesso femminile, molti dei quali di origine campana. Inoltre, il nickname "veci o
alpino" veniva subito messo in correlazione col precedente incarico militare, ricoperto dal
PAROLISI presso il Battaglione alpino di Tolmezzo, prima di essere destinato al 235°
Reggimento Piceno. Tra le "amicizie" della PERRONE, infine, destava particolare interesse il
profilo di "Arianna Fratini", anch'essa militare di sesso femminile. Tra le foto consultabili
pubblicamente sul profilo di quest'ultima, infatti, attirava l'attenzione di questa p.g. la nr. "5 di
43", sullo sfondo della quale si intravede un militare in mimetica riconoscibile nel PAROLISI
Salvatore. Inoltre, appariva subito evidente l'anomalia per la quale, partendo dal dato acquisito
che PAROLISI e PERRONE avessero una relazione sentimentale in atto e risultassero frequenti
i contatti tra loro, tuttavia tra i due profili non si riscontrava alcun collegamento quale quello
che, nei parametri del noto social network, viene definito "amicizia". In tale quadro, al fine di
acquisire ulteriori elementi utili alle investigazioni in corso, veniva emesso dal P.M. apposito
decreto di esibizione ed acquisizione di documentazione ex art. 256 commi 1 e 2 c.p.p., da
notificare alla piattaforma social network "FACEBOOK", relativamente ai dati di registrazione
e delle connessioni dei profili riguardanti:
"Ludovica Perrone" ID=755936667;
Richiesta n.2603 del 03/08/2011 13.52.00 - copia semplice
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137 "Vedo Alpino" ID=1288982040; "Arianna Fratini" ID=1657496679. I dati fomiti dal gestore del Social Network, consistevano in una serie di identificativi IP corredati di data ed ora in fonnato UTC. per cui, al fine di attestare riconducibilità certa alle connessioni in esame, veniva successivamente richiesto ai vari gestori ISP di fornire i numeri delle utenze telefoniche, fisse o mobili, a cui fossero stati assegnati gli IP richiesti nei vari range temporali attestati da "Facebook". Da una prima analisi dei tabulati emergeva che PERRONE era solita collegarsi in rete sia per accedere al proprio profilo, sia per interagire con il profilo "Vecio Alpino", utilizzando la SIM dati intestata al padre [PERRONE Gualtiero], nonché tramite l'utenza attestata presso la residenza del medesimo genitore ed anche quella intestata a BOTTIGLIERO Aurora, zia materna della PERRONE residente a Salerno, presso la quale PERRONE aveva trascorso qualche periodo di vacanza. La particolarità riscontrata era data dal fatto che tali collegamenti avvenivano quasi abitualmente ad entrambi i profili, manifestando chiaramente la conoscenza anche delle credenziali per l'accesso al profilo "vecio alpino". Queste, le utenze utilizzate: 3388582384 = utenza intestata al padre della Perrone (Gualtiero) 0656339370 = utenza intestata al padre della Perrone (Gualtiero) 3203553289
utenza intestata a Felice Caimano, ceduta a Parolisi come da dichiarazioni dello stesso; 3349205162
=
utenza intestata a Guerritore Francesco, nato a Cercola (NA) il 23.11.1987 in uso alla Perrone; 089241474 = Bottigliero Aurora, zia di Ludovica Perrone residente a Salerno. A questo punto, gli inquirenti provvedevano a richiedere presso la sede legale di "Facebook" la preservation (congelamento) dei dati in possesso della piattafonna e relativi ai profili in esame. Contestualmente, la Procura della Repubblica di Ascoli Piceno procedeva a fonnulare apposita richiesta di assistenza giudiziaria urgente in materia penale alla competente Autorità Giudiziaria degli Stati Uniti d'America, al fine di acquisire i dati contenuti sui due profili "Facebook" di interesse (che il giorno 12 maggio non erano più presenti in Internet), compresi i contenuti delle rispettive e-mail di riferimento, ovvero ludo845@hotmaiLit per il profilo "Ludovica Perrone" e cor.po.acorpo@hotmaiLit relativamente al profilo "Vecio Alpino", conservati presso i server Microsoft. Richiesta n.2603 del 03/08/2011 13.52.00 - copia semplice
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138 L'esito della rogatoria, comunicato in data 20.6.20 Il, pennetteva di accertare:
•
che effettivamente era stata effettuata la cancellazione dell"'amicizia" tra i due
profili, tramite un accesso al profilo "Vecio Alpino" effettuato in data 19 aprile 2011 [dunque
il giorno successivo alla scomparsa di "Melania" REA, ma antecedente a quello del
rinvenimento del suo cadavere] alle ore 16:01:51 UTC [18:01.51 ora italiana]. Confrontando
tale dato con i tabulati delle connessioni forniti da "Facebook", risultava che tale connessione,
operante sul profilo "Vecio Alpino" originava dal numero IP 217.203.245.211, attestato
all'utenza 338/8582384 intestata a Gualtiero PERRONE ed in uso alla figlia Ludovica;
•
che, nel dettaglio, il proftlo "Facebook" di P AROLISI veniva disattivato il 11.05.11,
mentre quello di PERRONE, già disattivato il 09.5.11, veniva riattivato il successivo 22
maggio. Entrambi le azioni di disattivazione venivano eseguite dalla connessione dati
riconducibile alla PERRONE;
•
che il rapporto sentimentale tra PERRONE e PAROLISI era saldamente instaurato sin
dai primi mesi del 2009 e vissuto in maniera intensa da entrambi anche con dei periodi trascorsi
insieme, come denotano numerose fotografie contenute su entrambe le cassette di posta
elettronica ove gli stessi vengono ritratti in atteggiamenti affettuosi;
•
che alcune foto rinvenute nelle caselle di posta elettronica attestano la frequentazione del
bosco del "chiosco della pineta" durante le esercitazioni militari.
I messaggi acquisiti evidenziavano, senza ombra di dubbio, che PERRONE, nell'ultimo periodo,
stava stringendo i tempi al fine di sollecitare pressantemente ed in maniera continuata
PAROLISI ad abbandonare il proprio nucleo familiare per ufficializzare e concretizzare la loro
storia d'amore, ancora clandestina e solo parzialmente già nota ai suoi genitori. Ricorrente è,
infatti, il riferimento a concetti quali:"separazione", "divorzio" "ricorso a legali", "chiarimenti
con i familiari di "Melania", nonché quello all'imminente incontro che i due avevano
programmato nei giorni immediatamente a venire ad Amalfi, confennato a verbale anche dai
genitori di PERRONE. Infine, in una comunicazione del 22.04.2011 (quindi successiva al
rinvenimento del cadavere di "Melania"), intercorsa tra PERRONE e l'amica ed ex "compagna
di camerata", Arianna FRATINI, Ludovica esprime all'amica il proprio risentito rammarico
non tanto per la tragica morte di una giovane donna, madre di una bambina di 18 mesi, la
cui esistenza in ogni caso, il destino aveva intrecciato con la sua, quanto perché tale
vicenda avrebbe impedito la realizzazione di un evento da lei ritenuto fondamentale, che si
sarebbe dovuto concretizzare dopo due giorni, ovvero il loro incontro ad Amalfi con
contestuale presentazione di PAROLISI ai suoi genitori.
Richiesta n.2603 del 03/08/2011 13.52.00 - copia semplice
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J
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139 Si riportano, di seguito, alcuni dei messaggi ritenuti pertinenti ai fatti in disamina emersi dalla
rogatoria in argomento, ed in particolare importanti, nell'ottica accusatoria, al fine di dimostrare
il "movente" dell'omicidio, tenendo presente che "VECIO ALPINO" va identificato in
PARO LISI SALVATORE.
Ludovica Perrone (755936667)
Vedo Alpino (1288982040)
Vecio Alpino (1288982040) 2011-03-1015:23:31 UTC
buongiorno amoruccio mio bello so che sei inanzia ma nn lho devi essere l'operazione è andata
tutto bene gli ha dato delle cure che deve fare per circa 3 mesi ma alla domanda comè andata il
dotto ha detto che tutto bene due giorno e si rimetterà anche fisicamente è solo un po stordita
accausa della nestesia ma domani starà bene anche per ascoltarmi d amo non perdere la
speranza in me io nn vedo l'ora di risolvere tutto e correre da te ti amo troppo per non
realizzare i nostri sogni ti amo ti adoro d desidero ti ammiro d stronzissimo tanto ciao
amore
mio
a
risentirci
a
presto
mi
manchi
muuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuua
Ludovica Perrone (755936667) 2011-03-10 22:29:04 UTC
amore mio ..... sei diventato disiessicoooo ... !!!!!!!!!!! AAAAAAAA!! Il! lImi conosci... si ero con
l'anSia..(con la S..) Ahaha..tutto oggi cercavo dinn pensarcLma poi ho cominciato a
rattristinnLnon sentirti mi rende così insicura...il problema non è nn credere in te ... è credere che
veramente io possa essere felice cosi tanto ..con una persona come te ..il Mio AMORE ...sono
sempre stata sfortunata con i sentimenti ..e nn mi sembra possibile che finalmente possa esserci
l po di felicità..di serenità anche per me...sono contenta che sia andato tutto bene.. cosi le
premesse per parlare e chiudere questa storia ci sono tutte..io spero che nn ti creeranno
troppi problemi e capiscano che devono accettare..xò tu stai attento amoruccio
mioooooooo!io d penso sempre..voglio la mia vita con te.•ma la voglio fatta per bene...senza
più doversi nascondere•.d immagino con me sempre•.spero che tu riesca a fare tutto quello
che mi hai detto..e spero che l'avvocato protegga subito la tua posizione••ma soprattutto
spero che tu tra pochissimo sia libero di essere solo mio ...oggi ci hanno detto che la pross
settimana da mercol siamo già in vacanza..ci danno il ponte..io nn mi organizzo per
salire..perchè aspetto te quà... ti amo ..muuuuuuua...cerca di farti sentire xò ti prego ..
Richiesta n.2603 del 03/08/2011 13.52.00 - copia semplice
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140 Vecio Alpino (1288982040) 2011-03-1213:32:56 UTC
amoruccio mio bello le cose non sono semplici ma neanche difficili basta che ci sia da parte
mia la convinzione giusta per chiudere bene questa storia cosa che io ho da tempo ti chiedo
solo di essere paziente e le cose prestissimissimo si risolveranno cosi come i nostri sogni si
realizeranno uno ad uno ma bisognerà soffrire ancora un pochino mio no tuo ti amo ti
penso sempre sei la mia vita tutto cio che voglio essere felice e libero di amarti a mio
piacere senza spiacevoli inconvenienti ti amo muuuuuuuuuuuuuua muuuuuuuuuuuuuua
non preoccuparti che la situazione è sotto controllo e difficilmente mi sfuggira di mano ti
amo sempre di piu muuuuuuuuuuuuuuuuuuuua
Ludovica Perrone (755936667) 2011-03-12 14:09:01 UTC
amoru mi sei sembrato un po vago in quest'ultimo messaggio ..parli di cose che sappiamo da
tempo ma senza dirmi se hai fatto realmente e concretamente qualcosa ••lo so che basta la
tua convinzione••devi fare le tue valigie e andartene e cominciare ad avviare la cosa in
maniera legale••senza se..senza ma ..senza altro tempo••sono passati 2 anni direi che sono
anche troppi..devo rielencarti le persone che conosco che si sono lasciati e separati in pochi
mesi••?nn mi sembra il caso••.io spero che tu stia già parlando e stia già chiudendo
tutto..poi se vuoi stare con me bene••altrimenti io nn voglio proprio sentire la
parola••" ancora un pochino di pazienza.•" non esiste••non devi ammazzare nessuno..devi
lasciare una persona che non ami e con cui non stai piu bene da una vita..non è difficile da
far capire.•sempre poi se si ha il carattere per farlo ovviamente••non mi chiedere di soffrire
ancora un pochino o altro..perchè io il rispetto per me stessa nn lo perdo e o tu mercoledì
sera o al massimo giovedì mattina sei qui•.o la storia la chiudo io..senza altre proroghe..non
mi costringere a dimostrarti che non ho mai scherzato su questo punto."
Ludovica Perrone (755936667) 2011-03-1416:40:44 UTC
capisco che forse sono l'ultima persona che puoi sentire in questo momento ...xò
sinceramnete non credo che tu stia da più di 48 ore ininterrottamente con lei con la sua
famiglia senza esserti potuto staccare un solo minuto••anche solo per prendere l boccata
d'aria vista magari la pesantezza della situazione••anche solo per scrivermi tutto ok•.Ie cose
procedono..sto bene!sai quanto male posso stare io..quante domande mi posso fare ogni
secondo che passa..e invece silenzio totale ...capisco che sono cose semplici da dire ..ma non
credo neanche che tu stia da 2 giorni li chiuso a parlare di questo!
Richiesta n.2603 del 03/08/2011 13.52.00 - copia semplice
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141 questo perchè poi mi avevi detto che te ne saresti andato da quella casa..che saresti andato
da tua mamma••e che mi avresti tenuto informata...senza lasciarmi cosi come una
cretina••ad aspettare chissà cosa debba succedere... mi dispiace ma non ci si comporta cosi
se si ha un po di rispetto per l'altra persona..qualunque cosa sia••cmq spero che tu stia
bene••e spero di tomarci a stare anch'io.
Vecio Alpino (1288982040) 2011-03-1514:52:51 UTC
amoruccio mio nn devi stare in ansia io ho quasi risolto tutto ho trovato anche un accordo
con lei e le cose stanno andando per il verso giusto mi serve solo un altro po di tempo
sicuramente non riuscirò ad essere li da te questa settimana ma ti garantisco che ormai è
fatta noi potremmo presto coronare i nostri sogni come posso ti chiamo scusami se in
questi giorni non ho potuto•••ma ti racconto tuttto al telefono poi ti amo non perdere la
fiducia in me manca poco ti amo"
"Ludovica Perrone (755936667) 2011-03-15 16:23:41 UTC
io non ti credo piu!!!!!mi avevi giurato che saresti venuto!!!!!che ci saremmo visti visto che
sono due mesi!!!! !!sei una merdaaa!xkè io sto qui a piangere e tu continui a sbattertene
altamente e a pensare solo alle cose tue!!!! fio ti odio per tutto quello che sto soffrendo per colpa
tua!avevodetto anche ai miei che nn salivo per questo ponte lungo perchè sicurament saresti
venuto tu e invece mi toccherà tornare xkè io sola come un cane x4 gg quà nn ci resto ..e fare
l'ennesima figura di merda!tanto tu continui per la tua strada!!! !che bisogno c'era di stare li tutto
questotempo!sono lO gg che neanche ci sentiamo! e nn dirmi che mi chiami xkè me l'avevi detto
anche lO gg fa!!! !! !!sei una merda di uomo e basta!ma chi vuoi prendere xii
culo!!!!!!!!!!!!!!ma quali sogni???????ma cosa vuoi coronare??????la nostra storia è uno
schifo!nn sei stato capace di darmi un minimooooooo!che ti costava andartene!!!!!!!cosa
rimani a fare??????cosa risolvi in un ("me settimana???????che c'è ancora da dire da
parlare????????ti separi?bene!ci pensano gli avvocati a iniziare le pratiche!!!!!e tu invece
nooooo continui a stare là!!!!!!mi fai schifo xkè sei stato il peggiore di tutti!!!perchè almeno
degli altri lo sapevo che tipo di stronzi erano ..tu mi hai fatto credere quello ke nn sei!!! fio la
fiducia l'ho già persa!si è operata giovediiiiiiiiii!!!!!e tu dopo una settimana nn te ne puoi
andare??????sapendo io come sto! !!! !?????tu nn metti da parte niente di quello che vuoi fare tu
per venire un attimo incontro a me ..dopo tutto quello che sto passando!!! Imi viene la rabbia solo
a leggerla quella frase .."manca poco .. " ma cosa????????me lo stai dicendo d mesi!!!!!le nn sei
stato capace neanche di liberarti per questo fine settimana..e stiamo al 17marzo!!!!!! !ripetermi
Richiesta n.2603 del 03/08/2011 13.52.00 - copia semplice
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142 che mi fai schifo è poco!!!!!!ti avevo giurato che se nn venivi dopo tutto il tempo che ti ho dato
x me finiva quLe cosi è!perchè a differenza tua quando faccio una promessa io la mantengo !la
corda la stai tirando da troppo tempo ..e quando si ama davvero non ci si comporta in questo
modo!sei l'ennesimo fallimento ...il peggiore di tuttLe ti giuro sulla mia vita che stavolta io nn
tomo indietro ..le stronzate valle a raccontare a qualcun'altra..io sono satura e finita..grazie per
avermi fatto arrivare a questo punto..sei riuscito a farmi toccare il fondo anche se avevo giurato
a me stessa che nessuno mai ci sarebbe piu riuscito.
Vecio Alpino (1288982040) 2011-03-1613:35:03 UTC
nn merito il tuo disprezzo le cose che mi dici sono bruttissime ma me ne prendo il merito se sei
arrabiata con me è colpa mia ma nn serve questo purtroppo le cose non sono cosi facili come
credi e neanche gli avvocati sono cosi semplici come la pensi tu ci sono tante cose che
bisogna chiarire mi dispiace che tu la prenda sempre in un modo ma la verita è che io sto
facendo tutto quello che ti ho promesso e andrò fmo in fondo anche se qualcosa tra di noi
cambiera non sono un fallimento ne mi reputo altro ti amo e basta muuuuuuuuuua"
"Ludovica Perrone (755936667) 2011-03-1615:35:51 UTC
un giorno dici che hai quasi risolto tutto ..il giorno dopo mi dici che le cose sono difficili e c'è
ancora tanto da fare ..e io in tutto questo dove vengo ..?in che posizione sono..?ah sisi..che mi ami
giusto..e come mai dopo l'operazione entro pochi giorni dovevi venire d me qualunque cosa
sarebbe successa..e invece sei ancora là e nn hai la minima intenzione di prendere e
andartene???e soprattutto... se avete chiarito il punto che vi siete lasciati e avete già parlato di
avvocatLcome mai non sei a casa tua????come mai dopo tutti questi giorni stai ancora a casa da
lei tanto da nn potermi mandare mezzo messaggio in una giornata di 24 ore???????come mai
visto che avete già parlato anche di accordi la notte dormi ancora con lei tanto da nn essere
ancora libero almeno la sera per potermi sentire????ma tu pensi veramnete di avere a che a fare
con una cretina???ti saresti lasciato ..ti stai separando veramente e nn hai 5 minuti in una
giornata per startene per i cazzi tuoi?????ma che modo è questo di affrontare le cose??!non hai il
minimo rispetto per me neanche adesso ..neanche dopo tutto quello che ho sopportato per
te..tutto quello che ho mandato giù nella speranxza di ricevere almeno alla fine qualcosa da
te..un gesto ..te lo dico quand'è che mi richiameraLverso il 20 21..se sarai tornato allavoro ..e
quella sarà la solita scusa per potermi sentire..!hai ragione non meriti il mio disprezzo ..perchè
anche quello è troppo ...tu non meriti più niente da me."
Richiesta n.2603 del 03/08/2011 13.52.00 - copia semplice
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143 "Ludovica Perrone (755936667) 2011-03-1615:39:57 UTC
e ti chiarisco anche un altro punto ..io nn sono arrabiata con te .. .io per te non provo più
niente...l'odio sarebbe un sentimento troppo importante ...Niente ...la persona che amavo non è
mai esistita..questa è l'unica cosa che ho capito."
"Vecio Alpino (1288982040) 2011-03-1618:14:26 UTC
sei arrabbiatissima ed è normalissimo ma dammi la possibilità di spiegarmi a telefono ti devo
dire solo due cose sabato sicuramente ti chiamero e parleremo se vorrai ascoltarmi fai bene
a trattarmi cosi me lo merito dopo tutto quello che ti ho promesso e normale che tu ti
comporta cosi con me l'odio e significato di amore quindi vuoi dire che qualcosa di buono
sto coglione ti ha dato ti chiedo solo di ascoltarmi per chiarire sabato e dopo prenderai le
tue decisioni non essere un vulcano pieno di lava le cose che dovevo fare l'ho fatte mancano
alcuni dettagli ho trovato un accordo con lei voglio rispettarlo perche mi ha promesso di
lasciarmi in pace dopo senza chiedermi alimenti... ti spiego tutto con calma sabato mi
dispiace di farti soffrire cosi ma anchio sto malissimo leggendo tutto questo ciao scri
muuuuuuuuuua
Ludovica Perrone (755936667) 2011-03-1619:07:28 UTC
nn so neanche perchè continuo a rispondertLforse xkè sto cosi male che ho bisogno di
sfogarmi...ma nn illuderti che sia per amore xkè quello l'hai ucciso tu nn c'è rimasto piu
niente ... noto che ancora una volta io sto sto soffrendo xkè tu come sempre stai rispettando una
promessa fatta a lei..COME SEMPRE ... mentre di quelle fatte a me nn sei riuscito nn hai voluto
rispettarne neanche mezza ..te ne sei sbattuto altamente ..tanto prima leLpoi se proprio nn ti sono
d'intralcio se nn ti devi scombinare troppo con la tua vita allora forse ti ricordi di me..io la vita
accanto ad un uomo del genere nn ho alcuna intenzione di passarla..io avrò una persona per cui
esisto solo io ... che mi sappia mettere al primo posto sempre..in qulunque situazione con
qualunque problema.. e tu nell'ultimo anno hai dimostrato esattamente il contrario.. nn c'è stata
una volta una che mi hai trattato come meritavo .. e le cose se nascono male nn possono
improvvisamente cambiare ..e lo dimostra il fatto che neanche stavolta ti sei comportato da
"uomo" verso di me..io a posto tuo mi vergognerei anche di scrivermi certe cose ..mi prometti
una chiamata per sabato..quando sabato io e te doevavrno essere insieme da 2 giorni!!!!!! xò
forse riceverò almeno una chiamata.. dopo 2settimane..non ti permettere neanche xkè io della tua
telefonta nn me ne faccio niente.. !delle ennesime parole.. xkè tu solo quello sai fare nn mi
interessa niente!a me nn mi incanti.. dovevi fare ben altro..nn mi interessa nessuna
Richiesta n.2603 del 03/08/2011 13.52.00 - copia semplice
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144 spiegazione xkè l'unica verità è che tu stai sotto il suo schiaffo.•agli alimenti xvittoria ci
avrebbero pensato gli avvocati e tu a lei nn dovevi una lira visto che c'ha 28anni e nn è
menomata!!!ma invece no ..stai ancora Ii..continui a dormire nel letto con lei..e tutta questa
storia fa schifo come mi faccio schifo io.."
"Ludovica Perrone (755936667) 2011-03-1619:49:28 UTC
io nn ho vissuto una vita in una campana di vetro••io il mondo lo conosco e anche certe
situazioni indirettamnete le ho già vissute•.le persone divorziano ogni giorno••e sai quanto
ci mettono a fare le valigie e andare via da casa••2 ore•.!questo voleva dire prendere una
posizione chiara... poi gli avvocati e il tempo avrebbero fatto il resto•.questo vuoi dire
amare•.e io di questi esempi ne conosco tanti ..•nessuno l'ha fatta
lunga e tragica come la stai facendo tu ..nessuno ha ridotto l'altra persona come tu hai ridotto
me...ora basta..il tempo è finito ..anzi era finito addirittura a dicembre ..e nn sei stato neanche in
grado di rispettare tutte le altre possibilità che nonostante tutto ti ho dato in questi
mesi...evidentemete tutto questo grande amore nn c'era..o comunque nn supererà mai il tuo
legame con lei ...io sono dell'idea che se una persona volontariamente arriva a farti stare cosi
male nn può essere amore vero..pulito..sincero..magari è stato amore..ma un amore
malato..come c'è già stato nella mia vita..e come nn ne avevo bisogno allora nn ne ho bisogno
adesso..ti credevo diverso ..credevo che mi avresti sorpreso e che ti saresti presentato da
me..pensa che stupida... finiamola qui che è meglio ..tanto non c'è mai stato realmente un
futuro..tu nn l'hai voluto veramente ..adesso qualunque cosa tu mi possa dire è tardi ..dovevi
pensarci prima..dovevi essere qui quando io ne avevo bisogno ..sono quasi 2mesi che sono
qui..bastava trascorrere qualche giorno insieme quando sapevi che per me era cosi importante.. è
passato san valentino..è passato Parigi ..ora basta..quando una cosa si rompe restano solo i
pezzi..e tu la nostra storia l'hai fatta in frantumi..eppure mi sarebbe bastato poco.
Vecio Alpino (1288982040) 2011-03-16 22:03:31 UTC
buonanotte passerottino mio muuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuua sei la mia vita e tu
lo sai sono stato uno stronzo.• adesso me ne rendo conto o meglio me ne ero gia accorto
prima di aver dato troppo afetto o riconoscenza a questa donna che alla fme non amo ma a
te si.....il discorso non è quello di aver fatto o non fatto poco o tanto il problema è che io o
sbagliato tutto e quindi ho portato anche me stesso all'esasperazione e adesso mi va bene
tutto hai ragione quando mi dici che bastava fare le valigie e tutto finisce ma non è proprio
cosi i legali sono dei pezzi di merda per non dire i giudici o di choi ha fatto questo schifo di
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145 legge del cazzo che sono tutte per la donna e nessuna per l'uomo••..mi tocca dagli anche
altri soldi che tu sai che mi dovevano arrivare e ci sono visto la comunione dei beni che ho
fatto ......in piu non cè l'immediatezza di accettarlo da parete sua quindi dovrò pure
accudirla fmo alla separazione sempre se poi lei accetterebbe allora ho abbassato la tesya
ed ho trovato un accordo con lei molto piu tranquillo•..... e sopratutto conveniente anche
per il mio futuro con te perche tu sarai con me che ti piaccia o no non potrai ignorarmi per
tutta la vita prima o poi mi aprirai la porta del tuo cuore io ho la chiave.•••.tu si na cosa
grand pme non dimenticarlo maiiiliii muuuuuuuuuuuuuuua"
"Ludovica Perrone (755936667) 2011-03-16 22:07:55 UTC
a me nn me ne frega niente nè dei soldi nè degli accordi nè della legge che tu e il tuo avvocato
nemmeno conoscete xkè tu nn gli devi una lira ed ora che questa si trovi un lavoro!!!!!!!o tu te
ne vai di casa subito o è finita per sempre basta nn ci sono alternative.
Ludovica Perrone (755936667) 2011-03-1622:34:14 UTC
a te va bene tutto a me non va piu niente!i soldi se vorrà chiederteli te li chiederà sempre..se
vuole romperti ti romperà sempre..qualunque cosa tu accetti ora.•con la differenza che se tu
ora nn prendi posizione e te ne vai i tuoi problemi futuri li affronterai da solo.. io nn
accetto che tu continui a vivere con lei e a stare con lei te ne devi andare punto non ci sono
alternative..poi cos'è mi puoi chiamare sabato xkè vai a lavare l macchina o a farti i
capelli??????poi domenica risali con tutta la sacra famiglia??????e lunedì si ricomincia la
relazione telefonica 8-1630 ••???????ma nn ti fai schifo da solo?!??ma devo dirtelo io che
sei l'ultimo uomo sulla faccia della terra che tratt la persona che dice di amare dopo 2anni
ancora così???per cosaaaaaaa???????per dei schifosissimi soldi!!!!!!!!cosa prevede questo
accordo?????che vivi con lei per ancora altro tempo????fmo a pasqua??fmo a che nn te ne
vai da ascoli???fmo al secondo compleanno di vittoria???fmo a quando ancora vuoi
trattarmi come una pezza????o meglio pensi di farlo ..xkè tanto tu sei tanto sicuro che la
cretina
poi
ti
riprende
no???credi
male .. e
te
l'ho
già
detto..devo
ricordarti
gianluca???quanti anni è durata con lui e quanto ero innamorata?se vuoi saperlo mi ha
richiamato di nuovo solo 2 giorni fa!!!!e sono passati annLma se xme una persona muore
muore ..io ho 26 annLquasi 27 ..e voglio la mia vita la mia felicità oraaaa!!!!!!hoperso anche
troppo tempo e nn è stato giusto ...io nn voglio iù pagare per i tuoi errori ..oraaa e nn tra altre
settimane altri mesi ..e visto che tu nn puoi darmela la cercherò in qualcun'altro ..e allora magari
quest'estate è capace che una vacanza insieme a qualcuno che nn voglia perdere neanche un
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146 secondo della sua vita con me riuscirò a farrnela...invece che rimanere delusa da te per
l'ennesima volta..per l'ennesima vacanza mancata ..l'ennesima..... se nn sei capace•.se nn hai il
carattere..se sei una persona che con lei sa solo abbssare la testa ..lo sarai ora come tra
10anni..e allora ogni volta ti piegherai..soccomberai•••per carità...nn so che farmene di una
vita con un uomo cosi.. nn mi cercare più...te lo chiedo per favore BASTA.
"Ludovica Perrone (755936667) 2011-03-17 08:22:24 UTC
chiamami oggi non sabato se vuoi che ti rispondo xkè a me questi discorsi fatti per
messggio nn mi piacciono fino a sabato io nn aspetto xkè ho bisogno di parlare ora con te e
prendere una decisione ORA .. nn che tu continui a decidere per conto tuo pensando di decidere
anche della mia vita...nn voglio sentire scuse che nn puoi che nn riesci ..esci e mi chiami punto.
adesso mi sono scocciata verarnnete..parliamo subito e se nn sei in grado di stanni vicino ora
chiudiamo subito questa faccenda ma io ho bisogno di farlo oggi.
ti avverto che se entro le 18 nn ricevo una tua chiamata ti chiamo io sul tim... nn mi
interessa niente e nn sto scherzando.•e se trovo il telefono spento chiamo sul suo tim visto
che mi ci ha già chiamato.
Ludovica Perrone (755936667) 2011-03-1717:14:40 UTC
sei veramente l'ultimo degli uomini ...una cosa ti avevo chiesto ..di poterrni chiamare perchè ne
avevo troppo bisogno per capire..perchè cosi sto troppo male... forse tu neanche ti rendi conto di
quanto sto male iO..di come nn sto più vivendo per questa situazione...ma tanto a te che te ne
frega..basta che continui a fare quello che vuoi poi il resto nn conta.. ti sei passato la tua bella
giornata di festa no???nn ti ci sei staccato un attimo da lei no..?devi ringraziare che nn sono
una stronza..come lo sei tu e come lo è la persona che ti sei sposato..perchè se avessi voluto
rovinarti ti avrei chiamato veramente fregandomene delle conseguenze e pensando solo a
quello che era giusto per me.•ma io nn sono come te ...anche se nn mangio anche se
continuo solo a piangere da giorni.. per una merda come te..sei un fallito .•non sei in grado
di fare nulla..e nonostante tutto continuo a stare cosi male..se penso a tutto quello che mi
avevi detto..che schifo..io domani vado alla vodafone o cambio numero o blocco le
chiamate dal tuo numero.
Vedo Alpino (1288982040) 2011-03-18 17:42:24 UTC
basta non ho passato un cazzo di niente con lei non ho fatto una virgola di quello che tu hai
scritto si è vero mi faccio schifo da solo di averti fatto tante promesse e mantenute O pero nn ho
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147 mai preso in giro te e i tuoi sentimenti ne i miei non posso nn posso ho preso accordi con lei ma
no fino all'infinito il tuo mess .. l'ho letto ora e cio pensato di chiamarti anche ieri come oggi ma
il tempo è di merda piove solo e nn sono potuto uscire per niente domani ti chiamo e ti spiego
tutto quanto spero che tu non soffra piu sono deluso piu
di te di come sia andata la cosa sono
nervoso come te non dormo la notte se tu mi creda o no ma nn puoi chiedermi certe cose perche
non ho la possibilita di farle e tu lo sai e nn devi rimanerci sempre male io sono un pezzo di
merda un mascalzone un fallito e tante altre cose brutte ma merito almeno un chiarimento e
domani ti chiamerò e ti dirò tutto ma ti chiedo per favore di non peggiorare le cose di ascoltarmi
per potermi spiegare al meglio con te ti dirò tutto quello che è successo tutto quello che ho detto
e non ho.tu sei la cosa piu importante a cui credo e voglio e no n preoccuparti i nostri
accordi non vanno per le lunghe massimo una settimana poi dovrà sparire dalla mia
vista••. pero come dici tu domani POtrO senza problemi e ti chiedo di avere pena per un coglione
pezzo di merda domani ti chiedo di ascoltarmi e nn starci male ti prego nn meriti di starci cosi
male ti ripaghero anche gli interessi ma credimi le cose non stanno come tu possa credere ti
prego di aspettare a domani te l'ho chiedo come un verme che sono in ginocchio perche io ti
amo e ssoffro quanto te"
Vecio Alpino (1288982040) 2011-04-03 Il:Il :53 UTC
buongiorno amoruccio oggi nn ho potuto chiamarti sono andato pure a correre ma con me cera
anche il padre che voleva parlare con me poi domani ti spiego io ti amo nn preoccuparti
piccolina mia muuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuua buon rientro muuua forza iuve
Ludovica Perrone (755936667) 2011-04-03 12:00:17 UTC
lo so che mi ami...xò non chiedermi di capire o di accettare altre proroghe..spero che tu abbia
detto chiaramente al padre che questa settimana se ne devono andare... ieri ho anche
litigato con mia mamma per te•••per la questione di amalfi..xkè lei nn crede che tu alla fine
venga e nn voleva prendere impegni o avvisare lilla per nulla•.poi te lo spiego... ma io gli ho
giurato che tu saresti venuto..•perciò spero che tu mi eviterai almeno questa figura di
merda•.•xkè altrimenti veramente le nostre strade si dividerebbero senza scuse o ragioni
che tengano .•baci."
Arianna Fratini (1657496679) 2011-04-2207:38:35 UTC
ti mando un abbraccio Ludo, immagino solo come tu possa sentirti in questi giorni.. qualsiasi
cosa su delle vecchie camerate tu puoi sempre contare.
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Ludovica Perrone (755936667) 2011-04-22 08:19:35 UTC
grazie ari ... è una cosa dentro che mi sta uccidendo .. tutte le volte che sento la televisione vorrei
morire per tutte le cose che nn si possono dire che la famiglia ha deciso di non dire•.e poi
mi chiedo perchè adesso .•!!perchè proprio a lui quando mancavano solo 2 giorni••••ei siamo
sentiti solo martedi mattina poi per sicurezza mia abbiamo deciso di nn sentirei rmo alla
rme di tutto •••ma io mi sento ogni giorno sempre peggio ..sempre piu svuotata..perchè doveva
succedere una cosa cosi terribile io nn lo sO... nn dovevano andare cosi le cose...
Arianna Fratini (1657496679) 2011-04-2211:06:52 UTC
mancavano due giorni a cosa ludo?la famiglia cosa non dice? comunque nè te nè lui avete colpe
per ciò che è successo, sarebbe accaduto comunque tesoro. mi metto nei panni tuoi e nei suoi e
la cosa è terribile.. lascia senza fiato e senza parole.. spero trovino presto una spiegazione a
tutto, te ora cerca di staccare da tutto, fatevi forza a vicenda per quanto potete..dove sei ora?ti
mando un altro abbraccio ludo."
Per la stretta attinenza che esse presentano in relazione al rapporto esistente tra PAROLISI e
PERRONE, devono qui, da ultimo, essere ricordate le circostanze che hanno condotto al
ritrovamento del telefono cellulare intestato a PERRONE LUDOVICA ed in uso a P AROLISI,
che i due utilizzavano in via esclusiva per mantenere i contatti all'insaputa di REA CARMELA
e che PAROLISI nascondeva in garage owero nel portabagagli dell'autovettura [come infine
ammesso dinanzi agli inquirenti, in data Il maggio, dopo l'ennesima dichiarazione menzognera
iniziale, owero che il cellulare era stato gettato in un cassonetto]. In data 7 giugno 2011,
PAROLISI SALVATORE, intorno alle ore 11.15, si dirigeva nei pressi del campo sportivo di
Villa Pigna di Folignano e, sceso dalla propria autovettura, percorreva la strada a piedi, sino a
portarsi nei pressi degli spogliatoi. Ivi giunto, si soffermava in prossimità di alcuni arbusti. Tale
condotta assai sospetta, veniva notata da VOLPONI Fabio, in atti generalizzato, intento ad
allenarsi percorrendo di corsa dei giri del campo da calcio. Costui, avendo riconosciuto nella
persona intenta a cercare nei cespugli l'ormai noto alle cronache Salvatore PAROLISI, e
ritenendo anomalo il comportamento dallo stesso posto in essere, riferiva quanto osservato ad un
proprio amico, il Sostituto Commissario RIBEZZO Diomede, in servizio presso la Squadra
Mobile della Questura di Ascoli Piceno, il quale, recatosi sul posto ed ispezionando i luoghi che
erano stati oggetto dell'interesse di PAROLISI, notava, alla base di un cespuglio, una busta di
plastica di colore rosso con scritta gialla, all'interno della quale constatava la presenza di un
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telefono cellulare spento. A seguito di tali eventi il Pubblico Ministero delegava la polizia
giudiziaria ad acquisire gli elementi emersi e a svolgere i conseguenti accertamenti, che
confermavano la rispondenza sia del telefono cellulare rinvenuto, un Motorola W160 con IMEI
354634-03-175731-1, sia della scheda SIM all'interno contenuta, avente numero seriale
893910480000061785-1 relativa all'utenza Vodafone 345-1576823 intestata a PERRONE
Ludovica, con gli strumenti utilizzati da Salvatore PAROLISI per effettuare le comunicazioni
telefoniche con la propria amante, utilizzati per l'ultima volta il 19 aprile alle ore 11.21. Si
consideri che, come anticipato, PAROLISI, ancora nel corso delle s.i.t. rese in data lO maggio in
Castello di Cisterna, aveva sostenuto di essersi liberato di tale apparato telefonico gettandolo in
un cassonetto per la raccolta dei rifiuti in Ascoli Piceno, anche se il giorno successivo aveva
ritrattato, dichiarando di disporre ancora del cellulare, avendolo occultato dentro la custodia del
crick nel bagagliaio dell'autovettura [cfr. verbale di reperta mento, a fol. 1258 e ss. a stampa].
13. IL GIUDIZIO SUL COMPLESSO DEGLI ELEMENTI DI VALUTAZIONE.
Conclusivamente, sulla base della notevole mole di materiale umano, documentale, tecnico­
scientifico, acquisito in tre mesi di lavoro dagli inquirenti, il giudice deve formulare le seguenti
osservazioni, tenendo conto delle emergenze istruttorie complessivamente considerate.
La Procura della Repubblica ascrive alla responsabilità materiale dell'indagato la condotta che
ha visto quale vittima la moglie REA CARMELA, giovane donna che avrebbe compiuto
ventinove anni il 24 maggio, madre di una bambina di un anno e mezzo, assassinata con 35
coltellate, nessuna delle quali, peraltro, immediatamente letale, e rinvenuta cadavere dopo due
giorni dalla scomparsa in una zona di montagna del teramano, il 20 aprile. Il fatto, è ascritto alla
iniziativa esclusiva dell'indagato; la complicità di qualcuno è ipotizzata come possibile, siccome
meramente eventuale, esclusivamente con riferimento alla condotta post mortem, sostanziatasi
nella contestazione del delitto di vilipendio e deturpamento di cadavere, ma in realtà finalizzata
al depistaggio delle indagini, ed integrante quindi, a carico di un potenziale concorrente, gli
estremi del favoreggiamento personale. Non risulta peraltro contestato né all'indagato né al
suo eventuale correo il reato di porto abusivo di arma bianca.
La tesi dell'Accusa merita piena adesione, con tutte le precisazioni che il caso richiede. In
questa fase del procedimento penale, la contestazione è necessariamente "fluida", i fatti mai
sufficientemente definiti, la stessa natura della responsabilità dell'indagato può mutare ed essere
precisata, ad es., quanto al grado della partecipazione al reato, al tipo di apporto causale, al
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transito da un delitto monosoggettivo ad uno concorsuale, ed in questo ambito da un contributo
morale o meramente pischico ad uno materiale o viceversa. Ciò che invece deve restare
invariata, è l'appartenenza del fatto al suo autore nei suoi contenuti essenziali. Il fatto, in
altri termini, deve essere pur sempre riconducibile all'indagato, ad una sua condotta volontaria e
finalisticamente orientata alla causazione dell' evento morte. Ogni altro aspetto, sebbene
importantissimo nell'ottica processuale ed individuale, diviene secondario e recessivo in questa
fase delle indagini, ancora in corso ed ancora"perfettibili". Devono pure essere escluse ulteriori
"piste" alternative ragionevolmente sostenibili, allo stato degli atti. In questo modo, per il
tramite di prove indirette da un lato, fondate su massime di esperienza o senz'altro su leggi
statistiche, scientifiche o logiche, e positivamente indirizzate su una determinata persona, e della
esclusione di ragionevoli ipotesi investigative alternative dall'altro, si giunge ad "isolare" il fatto
ed il suo autore, sia pure in una fase, come quella delle indagini preliminare, aperta a successive
modifiche o precisazioni del thema probandum.
Ebbene, non vi è dubbio che, allo stato delle conoscenze storiche acquisite, il fatto debba
essere ascritto a PAROLISI SALVATORE senza alcuna ragionevole possibilità
alternativa. E' certo, senza tema di smentita, che PAROLISI SALVATORE abbia condotto la
moglie sul luogo dove è stata assassinata e dove è stata poi rinvenuta cadavere, al rme di
sopprimerla o afrmchè fosse soppressa. E' certo, senza tema di smentita, ed ancora in una
prospettiva "minimalista", che l'indagato, alla guida della propria autovettura, abbia condotto la
moglie in località Casermette di Ripe di Civitella del Tronto, dove la donna è stata aggredita
proditoriamente alle spalle mentre si trovava dietro il "chiosco", alla estremità nord est - quella
cioè nascosta alla vista di chi arriva con l'autovettura dalla stradina di accesso - quasi sgozzata,
inseguita, raggiunta e poi "finita", nel breve tratto di pochi metri, con colpi alle spalle ed al
petto, arrecati con un coltello, sempre lo stesso, impugnato da un unico individuo destrimane,
che la lasciava colà agonizzante, tanto che la morte sopraggiungeva non prima di alcuni minuti.
E' certo, ancora, che, successivamente al fatto, l'indagato o chi per esso abbia fatto ritorno sul
luogo dell'omicidio, per porre in essere quelle "operazioni" di depistaggio sul corpo di
"MELANIA", descritte nel capo b] della rubrica, servendosi di uno strumento a punta smussa
assai diverso da quello utilizzato per uccidere. Diremo immediatamente perché questi passaggi
sono certi, e perché siano certamente addebitabili a PAROLISI SALVATORE; e
contestualmente, indicheremo analiticamente quali siano i dubbi da sciogliere ed a quali aspetti
essi attengano, a cominciare dal movente del delitto. Prima, però, deve essere ribadito che,
anche in quest'ottica, per così dire "minimalista", risulta pienamente legittima la contestazione a
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151 PAROLISI SALVATORE del delitto di omicidio volontario, in concorso o non, a titolo di
contributo materiale [il trasporto della persona sul luogo dove deve essere eliminata, con la
consapevolezza di ciò o addirittura previo accordo con terzi per la sua soppressione, integra
infatti gli estremi del concorso materiale nel reato, non puramente psichico]. A parere del
giudice, peraltro, appare nettamente preferibile, per le ragioni che si esporranno, la tesi che,
almeno quanto al delitto sub a) della rubrica provvisoria, privilegia la forma monosoggettiva.
LA CONDOTTA DI PAROLISI SALVATORE IL GIORNO 18 APRILE 2001
Il giorno dell'omicidio, SALVATORE PAROLISI concorda con la moglie di recarsi presso il
pianoro di S. Marco, dove i due erano già stati più volte in precedenza, ed ancora appena una
settimana prima, per una breve passeggiata, avendo già preso accordi
da confermare - per
recarsi, intorno alle 16.00, in Folignano, a casa della madre dell'amica SONIA VIVIANI, per
conoscere il nipotino appena nato. Secondo PAROLISI, l'iniziativa di recarsi al pianoro fu di
MELANIA, ma sul punto non vi è alcuna certezza; anzi, il fratello della vittima, REA
MICHELE, ha espressamente dichiarato di trovare assai strano che la sorella intendesse recarsi a
S. Marco appena un'ora e mezza prima di dover essere di ritorno in Folignano; né è di aiuto la
conversazione con la madre, nel corso della quale "MELANIA" riferisce soltanto che la
famiglia sta per uscire per recarsi a colle S. Marco, ma non specifica di chi sia stata l'iniziativa.
pAROLISI scende in garage e prepara la macchina, mettendo un pled nel portabagagli. Ma
anche una valigia molto grande, scura, conservata in garage, a suo dire perché per il giorno
successivo era prevista la partenza per Somma Vesuviana, dove la famiglia è intenzionata a
recarsi per trascorrere le festività di Pasqua [mentre LUDOVICA PERRONE lo attende con i
familiari ad AMALFI, dove tramite il padre ha anche prenotato una camera di albergo per tre
giorni]. E tuttavia, la condotta di PAROLISI rischia di apparire del tutto illogica, se si considera
che lo stesso PAROLISI, rispondendo alle domande del P.M. in data 22.4.2011, ha dichiarato
che "Melania aveva già preparato la valigia con gli indumenti di Vittoria mentre i suoi e quelli
della moglie erano stati disposti sul letto pronti per essere messi in valigia"; sicchè, ci si
potrebbe chiedere perché PAROLISI abbia caricato in macchina la valigia un giorno prima della
partenza, peraltro non caricando, invece, quella della bambina, che, a differenza della loro, era
certamente pronta. Si badi, REA GENNARO, sentito a s.i.!. il 10.5.2011, ha dichiarato che la
sera del giorno 18 aprile [rectius: ormai il 19, essendo le tre del mattino], al ritorno a Folignano
da colle S. Marco, poteva vedere PAROLISI scaricare personalmente la valigia in questione dal
portabagagli e portarla a casa [attualmente, secondo PAROLISI, detta valigia sarebbe a casa dei
propri genitori]. Secondo l'indagato, sono presenti con lui, sin dall'inizio, la moglie e la
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152 figlioletta. Il teste CORTELLESI FERNANDO lo sconfessa, essendo certo, invece, che
PAROLISI fosse solo. E dubbi pennangono anche in ordine al posizionamento della vettura, in
attesa della partenza [se con il "muso" in direzione del garage o invece verso la strada]. Nessun
teste è stato in grado di riferire con certezza come fosse vestito PAROLISI, in modo tale da
consentire di stabilire se gli indumenti corrispondessero a quelli che verrà visto indossare il
pomeriggio a colle S. Marco. Allo stesso modo, nessuno dei tre testi che sono stati in vario
modo presenti alla partenza della famiglia da Folignano, ha visto come fosse vestita
"MELANIA" e se portasse con sé una borsa. Gli occhiali, invece, secondo PAROLISI,
"MELANIA" li aveva, ma in seguito li lascerà in macchina e lui li farà annusare ai cani per
rintracciarla. Successivamente, li indosserà personalmente, anche in occasioni pubbliche. In
ogni caso, le riprese video del supennercato dove nel corso della mattinata i coniugi PAROLISI
si erano recati, consentono di affennare che "MELANIA" non si è cambiata d'abito prima di
uscire nuovamente di casa. Per la verità, la stessa presenza della moglie e della figlioletta di
PAROLISI non è particolannente presente nella memoria dei testimoni, se è vero che nessumo
menziona la bambina ed il solo teste BERNARDINI STEFANO fa riferimento a "MELANIA".
In ogni caso, la circostanza può essere spiegata con la presenza della bambina all'interno della
vettura, sul sedile posteriore e sul seggiolino, quindi poco visibile dall'esterno, soprattutto in
caso di veduta fugace. La famiglia PAROLISI parte dall'abitazione dì FOLIGNANO in un lasso
di tempo che non può essere stabilito con assoluta precisione, perché non vi sono particolari
punti di riferimento, se non la chiamata della madre di MELANIA, avvenuta alle ore 13.36 e
durata sette minuti. Ciascuno dei protagonisti, poi, rende orari diversificati, anche se
convergenti: si va da PAROLISI, che indica le 14.20 [ma in una precedente dichiarazione aveva
parlato delle 14.00], a BERNARDINI, che indica la forbice 13,50-14.20, a CORTELLESI, il
quale privilegia un orario compreso tra le ore 14.00 e le 14.15 circa, infine al teste
TROBBIANI, che fa riferimento alle ore 14.15-14.20. Se si considera che fino alle 13.43 la
famiglia è ancora in casa e che PAROLISI si è attardato a "caricare" in macchina varie cose, tra
cui il passeggino della bambina, la valigia trolley, una busta con il plaid, è assai dificile che la
vettura possa essersi messa in movimento prima della 14.00-14.10. D'altra parte, le 14.20
sembra un orario eccessivamente spostato in avanti, sia pure di poco. Può dunque, in thesi,
essere privilegiata la opzione che indica nelle 14.10-14.15 l'orario di partenza alla volta di
quello che, secondo il proposito della famiglia, dovrebbe essere colle S. Marco. La vettura di
PAROLISI, viene vista immettersi sulla strada principale, transitare davanti l'ufficio postale di
Folignano e proseguire in direzione del centro del paese di Folignano dal teste TROBBIANI.
Ma la direzione presa, non è di per sé significativa, posto che dal centro del paese è poi possibile
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153 recarsi ovunque. Non è dato sapere se abbia addotto una qualche scusa una volta in macchina,
ovvero se il proposito sia stato manifestato prima della uscita di casa. Fatto si è che PAROLISI
SALVATORE, senza mai utilizzare il cellulare, né in entrata né in uscita, non si dirige verso
Colle S. Marco, bensÌ verso l'Abruzzo, seguendo uno dei due percorsi, da un certo momento in
poi parzialmente coincidenti, descritti nell'annotazione di P.G. a fol. 582 in stampa, che pure
egli dice di non conoscere [cfr. verbale di s.i.t. a fol. 784 in stampa]: Folignano, Santa Croce,
Collevirtù, Piano S. Pietro, Cerqueto, S.P. 53, Chiosco della Pineta; ovvero: Folignano, Castel
Folignano [rectius: CollebigIiano], S. Cipriano, bivio Collevirtù, Piano S. Pietro, Cerqueto, S.P.
53, Chiosco della Pineta. In entrambi i casi, il percorso è di 12.3 Km ed il tempo medio di
percorrenza pari a venti minuti [cfr. annotazione di P.G. del 4.5.2011, fo1. 582 a stampa]. E'
ragionevole ritenere, dunque, che, soste eccettuate, la vettura condotta da PAROLISI potesse
giungere al chiosco della casermette intorno alle ore 14.35-14.40 del 18 aprile. Da rilevare che
PARO LISI afferma invece di essersi recato in Colle S. Marco e di esservi giunto dopo circa
venti minuti: dunque, stando agli orari da lui stesso indicati, intorno alle ore 14.40 circa. E
questa, è una circostanza smentita da tutte le emergenze di indagine, dal momento che
PAROLISI è stato avvistato per la prima volta a Colle S. Marco non prima delle ore 15.25 [ma
anche questo "avvistamento", seppure assai tardivo, e per nulla utile alla difesa del
prevenuto, è errato, perché il teste che vi fa riferimento sostiene che in quel momento
PAROLISI era in compagnia della figlioletta e di una donna, che dovrebbe essere la
moglie: ebbene, un minuto dopo PAROLISI è al telefono a chiamare "MELANIA" in
quanto, a suo dire, allontanatasi da almeno venti minuti-mezz'ora!], effettua la prima
chiamata alla moglie soltanto alle ore 15.26.28, e non è dato sapere dove si trovasse in quel
momento per un problema tecnico alle "cd. celle intelligenti" [o presunte tali], e fa ingresso
all'interno del bar SEGA' o Il CACCIATORE, per chiedere aiuto, alle 15.40. Inoltre, se si
dovesse invece stare all'orario di partenza da noi stimato nelle ore 14.15 ed a quelli di
percorrenza, di cui alla annotazione di P.G. del 5.7.2011, fo1. 581 a stampa, relativi alla tratta
Folignano-S. Marco, pari a tredici minuti, viaggiando ad una velocità media di 31 KmIh,
l'orario di arrivo a colle S. Marco della famiglia PAROLISI avrebbe dovuto essere ancora
anteriore, e prossimo alle ore 14.30.
Proseguendo nel nostro ragionamento, è da escludere che PAROLISI abbia fatto soste se non
assolutamente necessitate da esigenze della bambina; in caso contrario, infatti, se ad es. si fosse
fermato per sorbire un caffè insieme alla moglie, avrebbe rischiato di essere successivamente
riconosciuto [ovviamente, si suppone che egli fosse già deciso a sopprimere la moglie]. Talchè,
può essere ragionevolmente stimato, anche sulla base del re sconto medico-legale, che
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154 "MELANIA" non abbia mangiato nulla prima di uscire di casa ed abbia bewto del latte e del
caffè, mentre il marito ha per parte sua consumato una piadina.
Giunto dunque al chiosco delle casermette [luogo peraltro noto a "MELANIA", che vi era stata
a cena l'anno precedente, nel periodo marzo-aprile: cfr. s.i.t. rese da NAPOLEONE CARLO,
gestore del chiosco delle casermette, in data 25.5.2011, a fo1. 1309 in timbro] intorno alle 14.35­
14.40, l'indagato parcheggiava l'autovettura. Probabilmente la figlioletta dormiva [dopo pranzo,
i bimbi di regola dormono e il moto dell'automobile favorisce il sonno: è massima di
esperienza], sul seggiolino posizionato dietro il sedile guidatore. Non è possibile stabilire dove
PAROLISI abbia posizionato la vettura. Vicino al cadavere, poco oltre la testa, sono state
rinvenute le tracce di pneumatici di vettura, ed è stata pure misurata la distanza tra di essi dai
carabinieri intervenuti [vedi supra, fo1. lO]. Sul punto, si sollecita un approfondimento
istruttorio della Procura della Repubblica. In ogni caso, un'attenta visione dei luoghi
consente di affermare che la stradina che conduce al chiosco termina, di fatto, a non più di tre o
quattro metri di distanza dall'area circostante il chiosco stesso. Talchè, è anche possibile che
PAROLISI SALVATORE abbia parcheggiato la vettura a ridosso del chiosco, o comunque a
brevissima distanza. A questo punto, siamo in grado di ricostruire ciò che ha fatto [non
necessariamente, però, il perchè] "MELANIA", mentre dobbiamo ipotizzare quel che può avere
fatto il marito. Certamente, mentre la figlioletta dormiva in macchina, REA CARMELA si è
recata dietro il chiosco, al lato nord-est di esso, non visibile dalla vettura perché coperto dalla
sagoma del chiosco stesso. Ivi, mentre aveva i pantaloni, i collant e le mutandine abbassate fino
alle ginocchia e la maglietta tirata giù, veniva improvvisamente aggredita alle spalle.
L'aggressore, destrimane, armato di un coltello con lama monotagliente, di larghezza pari a
circa 2,2 cm e lunghezza compresa tra 8 e IO cm., operava un immediato tentativo di
scannamento, da destra verso sinistra, non riuscito per la non particolare profondità del taglio
alla gola e la disperata difesa della vittima, che con la mano ed il polso destri riusciva ad
impedire l'immediato buon esito dell'aggressione. Subito dopo, REA CARMELA tentava di
allontanarsi dal suo aggressore, sempre girata di spalle, in direzione nord est, ma veniva quasi
subito attinta alla regione dorsale destra, con direzione dall'alto verso il basso. Riusciva a
percorrere non più di due o tre metri, perché questa volta l'aggressore la colpiva molto più
pesantemente e in profondità all' emidorso destro, facendola crollare al suolo, forse,
inizialmente, assumendo una postura tale da avere almeno la gamba destra inginocchiata a terra,
ipotesi che appare suffragata anche dalla macchia di sporco - escoriazione - visibile sul
ginocchio destro. Dopo essere rimasta al suolo accasciata sul fianco destro, la vittima è stata
girata [ovvero, ormai esanime, si è girata da sola] in modo supino. Tale rotazione del corpo,
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155 oltre che dalla posizione di ritrovamento del cadavere, è suggerita anche dalla disposizione dei
capelli sul terreno che, di conseguenza, sono rimasti naturalmente distesi verso destra. Una volta
in posizione supina, la vittima è stata ripetutamente colpita sulla regione toraco-addominale. In
questa fase può ancora avere tentato di difendersi con le mani e le braccia protese a parare i
colpi, come sembrerebbero indicare le ferite da difesa ad entrambi gli arti superiori; poi non vi è
stata più resistenza e verosimilmente l'aggressore ha ripetutamente colpito la regione pettorale
sinistra ed in corrispondenza dello sterno, senza cambiamenti di posizione reciproca, poiché in
quelle zone sono state rilevate ferite in sequenza, vicine ed allineate e con la stessa impugnatura
dell'arma. In questa fase sono state verosimilmente prodotte anche le ferite da punta e taglio al
collo ed al mento: esse sono risultate abbastanza superficiali, ma ciò può essere dovuto anche
alla reazione di difesa messa in atto dalla vittima. La localizzazione prevalentemente
all' emi soma sinistro di tali ferite con inclinazione dall'alto in basso e latero-mediale propende
ancora una volta per un'azione portata da parte di un destrimane. A questo punto, deve
ipotizzarsi che "MELANIA", sebbene ancora agonizzante, sia stata abbandonata al suo destino.
L'orario orientativo è prossimo alle 14.45-14.50. Se l'aggressore è l'attuale indagato, autore
anche materiale della uccisione, è giocoforza ritenere che abbia fatto immediato ritorno alla
vettura, abbia prelevato il cambio abiti [non è pensabile che possa avere rischiato di recarsi al
pianoro di S. Marco con macchie di sangue sui vestiti, magari piccole o non facilmente visibili
in quei momenti frenetici, ma agevolmente rinvenibili dai carabinieri al momento della denuncia
della scomparsa], occultando quelli indossati, se del caso, dentro la valigia scura e grande, si sia
dato una sommaria ripulita, si sia sincerato che la bambina dormisse ancora e non si sia accorta
di nulla, e si sia immediatamente messo alla guida, in direzione colle S. Marco, ancora una volta
senza mai azionare il telefono cellulare ed anzi, è presumibile, tenendolo spento [in caso
contrario, avrebbe rischiato di ricevere chiamate e quindi di consentire il controllo ex post della
cella agganciata]; e provvedendo a fare sparire le tracce dell'arma del delitto, gettando il coltello
in qualche luogo inaccessibile [quello a serramanico, rinvenuto da personale della Protezione
civile in data 20.4.20 Il in una zona non lontana dalla località "Cave", dove si svolgono
esercitazioni militari, non è compatibile, in quanto avente lama di larghezza massima pari a
poco più di 1 cm; cfr. verbale di sopralluogo del 1.5.2011 , fol. 577 in timbro]. Ipotizzando che si
possa essere allontanato dal chiosco delle casermette intorno alle ore 14.55, PAROLISI può
essere giunto in località colle S. Marco non prima delle ore 15.28 [calcolando in 33 minuti il
tempo necessario per il trasferimento dal chiosco a S. Marco: infatti, 20 minuti chiosco­
Folignano, 13 minuti Foligano-S.Marco]. Ne consegue che, in tale evenienza, la telefonata
partita alle ore 15.26.28 dal cellulare dell'indagato a quello della moglie, potrebbe essere stata
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156 fatta quando ancora PAROLISI non era giunto sin sopra il colle S. Marco ovvero quando vi era
appena arrivato. Purtroppo questo tipo di accertamento, importantissimo, relativo al
geoposizionamento di PAROLISI SALVATORE al momento di quella chiamata non si è
potuto eseguire, per problemi tecnici esistenti sulle cd. "celle intelligenti". Si sollecita
comunque l'Ufficio della Procura a reiterare il tentativo, attesa la estrema rilevanza
dell'accertamento. Allo stesso modo, può darsi che PAROLISI SALVATORE abbia fatto in
tempo a udire, prima di allontanarsi alla guida dell'autovettura, la suoneria del cellulare della
moglie, in conseguenza della chiamata giunta alle ore 14.53.24 sull'utenza mobile della vittima,
che verrà rinvenuto in terra, a poca distanza da lei [ma la dinamica del fatto è più complessa,
come si dirà in seguito, perchè il cellulare risulta essere stato spostato successivamente
all'omicidio dalla zona nord ovest del chiosco a vicino al corpo; seguiranno un'altra chiamata e
due sms, nell'arco di tempo che va fino alle ore 15.04.05: è SONIA VIVIANI, con la quale la
famiglia PAROLISI aveva un appuntamento per le 16.00 di quel giorno, che intende conoscerne
la conferma]. Ai carabinieri, l'indagato ha dichiarato di non avere udito la caratteristica suoneria
del cellulare della moglie quel pomeriggio [ovviamente, PAROLISI si riferisce alla gita a colle
S. Marco, secondo la sua ricostruzione dei fatti]. Non si comprende, per la verità, che cosa sia
accaduto alla borsa o alle borse della vittima. Per un verso, è impensabile che una madre la
quale esca per una breve gita con una bambina di un anno e mezzo non porti il necessario con sè
[pannolini; detergente; fazzolettini ecc.]; per altro verso, tutti i testi, parenti e amiche di REA
CARMELA, hanno dichiarato che "MELANIA" teneva molto al proprio aspetto personale,
all'igiene, alla cura della persona. La mattina stessa, era uscita di casa portando con sé la borsa
"prima linea" di Alviero Martini. Eppure, secondo PAROLISI quel pomeriggio uscì di casa
senza portare con sé alcuna borsa; e, la sera del 18 aprile, all'arrivo dei genitori di "MELANIA"
a Folignano, le due borse della figlia era regolarmente posizionate all'interno dell'armadio, così
come il portafogli, poggiato sul p.c. all'entrata dell'appartamento. Se si ipotizza che
"MELANIA" ne abbia portata con sé almeno una, deve averla lasciata in macchina quando si è
appartata dietro il chiosco. Sicchè ha provveduto PAROLISI [o chi per esso] a riposizionarla
nell'armadio di casa, la sera del 18 aprile, quando è sceso dal pianoro di S. Marco per sporgere
la denuncia, prima che giungessero i parenti della moglie. Sembra in ogni caso utile che il
P.M. approfondisca questo aspetto, eventualmente controllando il contenuto delle borse,
adesso nella disponibilità dei familiari della vittima.
Qualora, invece, PAROLISI SALVATORE non abbia proceduto materialmente alla
soppressione della moglie [ipotesi che tuttavia deve ritenersi del tutto residuale], essendosi
limitato a condurla all'appuntamento con la morte, è evidente che i tempi sono ancora più
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157 "comodi" e meno stringenti per recarsi in macchina a colle S. Marco e procurarsi l'alibi perché,
a tacere d'altro, PAROLISI in questo caso non avrebbe dovuto cambiarsi d'abito.
E' certo, in ogni caso, che "MELANIA" non sia mai giunta a colle S. Marco, in quanto il marito
l'ha senz'altro condotta direttamente e senza deviazioni di sorta, forse con una scusa, al chiosco
delle casermette, località Ripe di Civitella del Tronto. Lo stesso PAROLISI è giunto a colle S.
Marco molto dopo le ore 14.40, che, secondo quanto da lui stesso riferito, avrebbe dovuto essere
il momento dell'arrivo al pianoro. Non a caso, PAROLISI, per far combaciare i tempi rispetto
alla prima chiamata inviata sul cellulare della moglie, eseguita non appena giunto nella "zona"
del pianoro [l'indagato, aveva evidentemente il problema di dover entrare nell'area di
"influenza" della cella], e, di lì a poco, intorno alle ore 15.40, presso il bar-ristorante "Il
cacciatore", ha dovuto ricorrere all'escamotage delle altalene e della sparizione della moglie,
oltre a quello dello spostamento graduale in avanti dell'orario di partenza da Folignano [stabilito
prima nelle 14.00, poi nelle 14.20] e di arrivo a colle S. Marco [fissato prima nelle 14.20, poi
nelle 14.45], "inventando" di avere condotto la bambina ai giochi e di esservi stato per almeno
rnzz' ora senza che la moglie facesse ritorno. In realtà, PAROLISI SALVATORE è giunto al
pianoro di colle S. Marco non prima delle 15.25-15.30, probabilmente non si è mai fermato alle
altalene, né ha mai parcheggiato nei pressi della staccionata che le costeggia. Assai più
verosimilmente, ivi giunto, ha effettuato la chiamata e poi si è recato senz'altro al bar ristorante
"Il cacciatore" per chiedere aiuto. In questo senso, e perlomeno nel senso che né PAROLISI né
la sua vettura siano stati visti nella zona altalene fino ai giri di ricognizione operati dallo stesso
PAROLISI dopo essere entrato all'interno del bar "Il cacciatore" per chiedere aiuto, quindi
fmo a dopo le ore 15.40, depongono tutte le dichiarazioni delle persone informate sui fatti
presenti sul pianoro a quell'ora [suffragate ed integrate, quanto agli orari, dalle immagini della
videocamera posizionata sul chiosco di un commerciante], i riflessi fotografici eseguiti da
ragazzi delle scuole, i risultati dei tabulati telefonici e delle simulazioni tecniche. Di essi s'è già
detto in precedenza, e in questa sede non può che rinviarsi alla relativa trattazione. Ci si limita a
ricordare come: VELLEI Mario e MAOLONI Vincenzo, percorrevano più volte la stradina
che costeggia il chiosco e le altalene, effettuando, tra le ore 14.40 e le 15.00 circa, uno scarico di
materiale, ma non ricordavano di avere notato alcuno nei pressi delle altalene; SIROCCHI
Antonella e STURBA Giorgia, giunte al pianoro di San Marco il pomeriggio del 18.04.2011,
verso le ore 15.15, e recatesi, dopo pochi minuti, a piedi, presso il bar "Segà" a prendere un
gelato, non notavano la presenza di alcuno nella zona delle altalene; entravano al Bar "Segà"
dove, dopo qualche istante, ordinavano un gelato e successivamente, uscendo dal locale,
notavano parcheggiare di fronte allo stesso un'autovettura dalla quale scendeva un uomo
Richiesta n.2603 del 03/08/2011 13.52.00 - copia semplice
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158 poi identificato per SALVATORE PAROLISI, con in braccio una bimba appena prelevata
dal sedile posteriore e che si dirigeva verso l'ingresso del bar; BARBIZZI Mario, giunto a
Colle San Marco alle ore 14.45 circa del 18 aprile, dopo circa lO minuti usciva dal cortile
del residence dove era alloggiato passando davanti al Bar "Segà" e, percorrendo un sentiero
sterrato, raggiungeva l'area con le altalene e gli scivoli, senza riscontrare la presenza di
qualsivoglia persona nè di autovetture parcheggiate nei pressi; FIORETTI Romina, giunta
al pianoro intorno alle 15:00, parcheggiava la propria autovettura di fronte al chiosco di
RANELLI, per poi posizionarsi nel prato antistante a pochi metri dall'autovettura, sdraiandosi
sopra un plaid e si dichiarava assolutamente certa che, all'atto dell'arrivo sul pianoro,
nell'area prospiciente i giochi per bambini non vi fosse nessuno, che le altalene fossero
vuote e di non ricordare la presenza di autovetture parcheggiate nei pressi delle altalene;
MECKEL Ursula Agathe, dichiarava di essere giunta a Colle San Marco intorno alle ore
15.00//15.05 e di non avere notato nessuno nel prato antistante le altalene e gli scivoli;
LOLLI Sabino e FERRETTI Franco, giunti nella zona tra il chiosco e le altalene alle ore
15.20-15.30, sostavano su di una panchina nei pressi delle altalene l'mo alle successive
16:15/16:20 circa e notavano, in quella circostanza, la presenza di alcune persone nei pressi
delle altalene, tra cui un bambino o una bambina non meglio individuati, nonché di una
donna non rispondente alle caratteristiche fisiche e somatiche di "Melania"; ANGELINI
Bruno, BALDASSARRI Andrea, CORRADETTI Jonny, FANESI Giovanni, NERONI
Davide, CANNELLA Beatrice, CUCCIOLONI Maria Chiara, GRILLI Andrea, FRANCO
Mattia, GIARDINI Cecilia, GIORGI Alessio, CELANI Lorenzo, DE SANTIS Simone,
MANCINI Valerio, SPURIO Daniele e TRISCIANI Alessandro, studenti, riferivano
concordemente di: essere giunti al pianoro tra le ore 09.30 e le ore 10.00 circa, di essersi recati,
la maggior parte di loro, verso le ore 14.00 circa, presso il Bar Segà per consumare gelati e
caffè; di avere percorso per raggiungere il citato locale la strada principale a bordo dei propri
scooter, ad eccezione di FANESI Giovanni e FRANCO Mattia che percorrevano la scorciatoia
brecciata delle altalene e di non aver notato nessuno nei pressi delle altalene tra le 14.30 e le
15.30; ANGELINI Bruno autorizzava l'acquisizione di otto immagini presenti sul proprio
promo "Facebook", scattate nel corso della gita a San Marco e consegnava
spontaneamente i me originali presenti sul proprio P.C., alcuni dei quali ritraevano la
"zona delle altalene" nell'orario tra le 15.13 e le 15.22. Tali scatti, infatti, effettuati alle ore
15.13, 15.21 e 15.22 ritraggono sia l'area delle altalene/scivoli dove, come sostenuto sin dalla
prima telefonata al 112, PAROLISI si sarebbe dovuto trovare [non visto da alcuno], sia la
staccionata che corre lungo la stradina sterrata che costeggia il prato con i giochi per bambini,
Richiesta n.2603 del 03/08/2011 13.52.00 - copia semplice
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159 dietro la quale non compare traccia della Renault Scenic nera di sua proprietà, che lì si
sarebbe dovuta trovare parcheggiata [né la difesa ha dimostrato il contrario]; D'ANGELO
Andrea, COTTILLI Emanuele ed AGOSTINI Lorenzo, studenti frequentanti l'Istituto
Tecnico per Geometri Umberto I di Ascoli Piceno, dichiaravano di avere trascorso il pomeriggio
del 18 aprile 2011 al pianoro di Colle San Marco, dove giungevano alle ore 14.40-14.45 circa,
di essere transitati davanti al bar Segà per poi imboccare la stradina a sinistra che conduce ai
campi da tennis, di avere parcheggiato sul lato sinistro della medesima stradina, accanto alla
staccionata nei pressi dell'apertura che consente l'accesso al prato sul quale ci sono le altalene,
nel momento in cui RANELLI si accingeva all'apertura del chiosco ivi esistente, notando che al
momento del loro arrivo, sul prato delle altalene, non c'era assolutamente nessuno e che la
presenza di qualcuno "avrebbe dato nell' occhio" essendo loro a "non più di dieci metri" di
distanza. I ragazzi affermavano inoltre di avere giocato sul campo grande per circa una
"mezz'oretta", per poi spostarsi verso i campi da tennis, dopo aver prelevato i propri scooter,
approssimativamente tra le 15.15 e le 15.25 e che anche in tale occasione non notavano
nessuno sul prato antistante le altalene. Per quanto riguarda il teste RANELLI ALFREDO
titolare di un chiosco che insiste sulla strada che si diparte internamente dalla zona delle altalene
sino al campo di calcio ed è posizionato lungo l'asse longitudinale del campo stesso, all'incirca
in corrispondenza della metà del campo, a una sessantina di metri dall'area delle altalene - il
solo che, in un primo momento, aveva ritenuto di ricordare la presenza di PARO LISI, di un
bimbo e di una donna nell'area delle altalene, intorno alle 14.50, la inattendibilità del teste è
risultata subito evidente, non soltanto per la circostanza, accertata a mezzo consulenza medico
legale, che a quell'ora "MELANIA" era già morta, ma in quanto il suo dire risulta smentito sia
dalle riprese video eseguite dalla telecamera montata sul chiosco in uso allo stesso RANELLI,
visionando le quali il teste ha collegato il ricordo dell 'uomo in pantaloncini insieme con una
donna e un bimbo ad un evento - uscita dal chiosco portando delle sedie portandole dalla parte
opposta della strada ai bordi del pratone con le porte da calcio - che, secondo il timer del video,
così come "corretto" [va cinque minuti indietro], è avvenuto alle ore 15.23. E' chiaro, tuttavia,
che anche questa "visione" del teste è palesemente errata, in quanto a quell'ora, ovvero tre
minuti prima che PAROLISI provasse a chiamare la moglie sul cellulare, "MELANIA",
secondo lo stesso racconto dell 'indagato, era "sparita" da almeno venti minuti, sicchè non
poteva essere in compagnia della figlia e del marito. Inoltre, come già detto, a quell'ora
"MELANIA" era già morta e si trovava in altro luogo. Finalmente, alle ore 15.55.39, il video
sistema del chiosco in uso a RANELLI immortala per la prima volta PAROLIS I SALVATORE,
che insieme ad un'altra persona è alla ricerca della moglie [cfr. fol. 708, in timbro; transiterà di
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160 nuovo alle ore 16.17.10, 17.41.10, 17.58.15, 17.58.19: fo1. 709 in timbro]. Il vero è che
RANELLI ALFREDO è stato certamente suggestionato dalle notizie divulgate dai mass-media,
ed ha finito con confondere persone, tempi e luoghi [sul punto vedi più ampiamente retro, la
parte ricostruttiva delle testimonianze di Colle S. Marco]. Ritiene quindi il giudice che, non
essendo neppure accertato che all'atto della chiamata delle ore 15.26 sul cellulare della moglie
p AROLISI SALVATORE fosse già giunto sul pianoro di S. Marco, il primo momento sicuro.
a partire dal quale. l'indagato è finalmente presente con la figlioletta, e senza la moglie, a
Colle S. Marco, è quello dell'ingresso all'interno del bar "Il cacciatore", avvenuto intorno
alle ore 15.40; significativamente, SIROCCHI Antonella e STURBA Giorgia hanno visto
PAROLISI giungere alla guida della propria autovettura e parcheggiarla dinanzi al bar,
prima di scendere con in braccio la figlioletta, appena prelevata dal sedile posteriore, e fare
ingresso all'interno. E' appena il caso di dire che non sappiamo se il veicolo dell'indagato
provenisse dalla strada che conduce alla zona delle altalene o non arrivasse direttamente,
piuttosto, dalla strada che conduce al colle; insomma, non sappiamo se fosse giunto in quel
momento. In quest'ultima direzione sembrerebbe spingere la circostanza che PAROLISI,
all'atto della entrata nel bar, lungi dal lamentare immediatamente la scomparsa deUa
moglie, si è dapprima diretto in bagno e poi ha sorbito un caffè. Solo successivamente, ha
esplicitato il suo problema ai presenti [cfr. s.i.t. rese da FLAMMINI Giovanna e ALESI Diana].
In senso contrario, potrebbe deporre la circostanza che la piccola VITTORIA, la sera del 18
aprile, sembrerebbe indossasse vestitini sporchi di erba. Sul punto, occorre risentire tanto i
parenti o gli amici della famiglia PAROLISI che hanno riferito la circostanza, quanto
coloro i quali l'hanno avuta in affidamento nel pomeriggio del 18 aprile, sul colle S. Marco,
mentre il padre era intento ad esperire le prime ricerche. Non può essere escluso,
comunque, che chi ha avuto la bimba in affidamento l'abbia condotta presso la zona altalene o
comunque nei vicini prati per farla giocare, e che in tale occasione la bambina si sia sporcata
con l'erba. Certo si è, che i tempi cosÌ come calcolati sono perfettamente compatibili con la
ricostruzione dei fatti cosÌ come sopra ipotizzata da questo giudice, ed incentrata sul tragitto
Folignano-Chiosco delle casermette, dove è stato commesso l'omicidio di REA CARMELA; di
poi, sul tragitto Chiosco delle casermette-Folignano-Colle S. Marco. Circa i risultati degli
accertamenti svolti sui tabulati telefonici e delle simulazioni operate per acclarare in concreto le
celle agganciate dai cellulari in uso all'indagato e alla vittima, è sufficiente considerare che in
località colle San Marco, le chiamate senza risposta effettuate verso il cellulare di test
SAMSUNG SGH-F480, con installata la SIM con utenza n.3313645040, sono state gestite per
16 volte dalla cella COI 222012528236381, 5 volte dalla cella CGI 222012528236390, 2 volte
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dalla cella CGI 222012528236494 e 1 sola volta dalla cella CGI 222012528236451. Da tali
risultanze si è potuto dedurre, per via sperimentale, come la cella CGI 222012528236381,
impegnata in modo prevalente dal telefono di test, fosse realmente la cella servente
dell'area di colle San Marco. La stessa, tuttavia, non veniva mai impegnata dal telefono
SAMSUNG SGH-F480 della vittima il giorno della sua scomparsa. Inoltre, la cella CGI
222012528236451 (cioè quella impegnata alle ore 14.53.24 e alle ore 14.56.52 del 18.04.2011
dal telefono di Carmela Rea), nella località di colle San Marco, veniva impegnata una sola volta
dal telefono di test, precisamente in corrispondenza delle coordinate geografiche 42° 49'
38.5752" - 13° 34' 54.6924", che georeferenziano il punto convenzionalmente definito "12"
(cfr.tavola 1 e 2 della relazione allegata) nelle adiacenze del Monumento ai Martiri della
Resistenza, presso l'incrocio tra la strada vicinale lungo impluvio e la SP 76 Ascoli Colle San
Marco, all'ingresso del pianoro (ovvero l'unico punto del pianoro risultato sperimentalmente
compatibile con l'utilizzo della CGI in argomento). Ne consegue che, qualora Carmela REA
fosse stata presente al pianoro di Colle San Marco nelle ore in cui PAROLISI
SAL VATORE asserisce che si allontanò per andare in bagno presso il BAR "Il
Cacciatore", avrebbe dovuto, nell'intervallo di tempo compreso tra le ore 14.53.24 e le ore
14.56.52 del 18.04.2011, quindi per almeno 3 minuti e 26 secondi (tenuto conto che non è
possibile stabilire per quanto tempo il cellulare della vittima abbia squillato), insistere
nelle adiacenze del punto "12" indicato dalle predette coordinate geografiche, ovvero fuori
dall'itinerario logico da seguire per raggiungere il predetto esercizio pubblico. Al contrario,
in località "Casermette" di Ripe di Civitella, le chiamate senza risposta effettuate verso il
cellulare di test SAMSUNG SGH-F480 con SIM n.3313645040, posizionato nello stesso punto
del suo ritrovamento avvenuto il 20.04.2011, venivano recapitate per IO volte dalla cella
telefonica CGI 222012528236390, per 5 volte dalla cella CGI 222012528236494, per 2 volte
dalla cella CGI 222012528236451, mentre per i restanti 27 eventi telefonici non venivano
registrate le celle, in quanto eventi telefonici di servizio generati dal gestore TELECOM (SMS).
In tal senso, il test evidenziava come il comportamento del telefono, tra le ore 16.18.20 e le ore
17.34.07, risultasse differente da quello rilevato dall'analisi dei tabulati di traffico dell'utenza n.
3338102280, relativamente agli eventi telefonici registrati tra le ore 14.53.24 e le 19.10.16 del
18.04.2011. L'alternanza delle celle che impegnavano per 21 volte la CGI 222012528236390,
per Il volte la CGI 222012528236451 e per 5 volte la cella CGI 222012528236494, infatti,
porta a ritenere, sulla base dei citati dati di fatto tecnico\sperimentali confrontati con i tabulati
forniti dal gestore, che il telefono non fosse ubicato nella posizione in cui veniva rinvenuto il
giorno 20 aprile 2011. I test di misurazione eseguiti in data 17, 21, 22 e 23.6.2011 in località
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162 Ripe di Civitella, peraltro, permettevano di individuare un solo punto possibile, in detta
area, dove gli strumenti registravano lo stesso comportamento dettato dal tabulato del
18.04.2011: la zona retrostante il chiosco delle casermette, situata nell'angolo NORD­
OVEST.
E' appena il caso di osservare come il suddetto accertamento, oltre a confermare quanto già
risultante dalle deposizioni delle persone informate sui fatti e alle riprese video [in ordine
all'accaduto in colle S. Marco] e dagli accertamenti medico legali e dei R.I.S. [in ordine
all'accaduto al chiosco delle casermette; in ordine alla assunzione di caffeina un'ora prima della
morte e di cibo due ore prima], rappresenta il miglior test di resistenza possibile per l'ipotesi
della dinamica come sopra formulata: nel corso dell'aggressione alle spalle di "MELANIA",
avvenuta nella zona nord est del chiosco, il telefono cellulare volava via [o veniva gettato
via dall'assassino; volavano via anche gli orecchini, un accendino, l'anello con pietra
rinvenuto sotto il corpo della vittima: quanto a quest'ultimo, è da escludere quindi che
esso sia stato gettato via da "MELANIA" in un impeto di rabbia nei confronti del marito,
che peraltro contrasterebbe con l'assenza di pianto e con la relativa tranquilUtà mostrata
nel calarsi spontaneamente i pantaloni e tutto il resto), cadendo poco distante, alle spalle
della vittima e del suo aggressore [lato nord ovest del chiosco). Successivamente, come
confermato dagli esperimenti tecnici sulle celle, veniva prelevato e riposizionato, peraltro
di pochi metri, nei pressi del cadavere, dove veniva rinvenuto. Considerato peraltro che i
contatti telefonici e tramite sms tra iI cellulare in uso a VIVIANI SONIA e quello in uso a
"MELANIA" proseguono sino alle ore 15.04 e che a quell'orario certamente PAROLISI
SALVATORE si era allontanato dalla zona del chiosco per recarsi in colle S. Marco per
precostituirsi l'alibi, deve concludersi nel senso che lo spostamento del cellulare della vittima
non è stato operato in questa prima fase, ma necessariamente in un momento successivo, non è
dato sapere se ad opera dell'indagato o meno.
Potrebbe comunque costituire oggetto di approfondimento di indagine accertare se
PAROLISI SALVATORE avesse personalmente o per interposta persona una qualche
conoscenza specifica in materia [radioelettrica] di "celle telefoniche" owero se si fosse
documentato sul punto, anche via internet, dal momento che ha scelto per la consumazione del
delitto due luoghi che hanno celle confmanti e seppure in minima parte sovrapponibiU, ciò
che ha reso assai difficoltoso il compito dei tecnici, peraltro brillantemente assolto, ma che,
qualora non fosse stato altrettanto certosino, avrebbe potuto creare qualche problema alle
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163 investigazioni. Si tratta soltanto di un dubbio, il cui superamento appare utile tuttavia anche in
chiave di specificazione della intensità del dolo.
Prima di passare alla "seconda parte" della rubrica provvisoria, riguardante la condotta di
vilipendio e deturpamento di cadavere finalizzata a sviare le indagini sull'omicidio, occorre
prendere in esame alcuni ulteriori elementi, intervenuti nel corso della dinamica del fatto,
importanti per attribuire l'evento alla azione diretta e personale dell'indagato.
Circa le peculiari condizioni in cui versava la vittima al momento dell'aggressione, che ha
spinto l'Ufficio della Procura della Repubblica in sede a contestare la circostanza aggravante
della minorata difesa, ovvero l'avere i pantaloni, i collant e le mutandine spontaneamente
abbassate perlomeno fino alle ginocchia, si osserva quanto segue. Non esistono, in primo luogo,
allo stato, elementi di valutazione tali da inficiare o mettere in dubbio le conclusioni cui, sul
punto, sono giunti tanto il medico legale quanto gli specialisti del RIS in sede di valutazione
degli schizzi di sangue. Ciò posto, sono possibili almeno due spiegazioni alternative e tra loro
inconciliabili, per comprendere l'agire di "MELANIA" nell'occorso: o la donna stava urinando
[non semplicemente si stava preparando ad urinare, perché la vescica è poi risultata vuota], o si
stava liberamente denudando per consumare un rapporto sessuale. Entrambe le ipotesi sono
"avvalorate" dal luogo particolare dove tale operazione ha avuto luogo: nella zona nord est del
chiosco, non visibile o difficilmente visibile dalla stradina di accesso. Entrambe le ipotesi hanno
pro e contra. Nel primo caso, è certo che "MELANIA" avesse effettivamente urinato, poiché in
sede di autopsia la vescica è risultata vuota. Ma era pure uscita di casa da appena venti minuti e
prima di farlo era andata in bagno, per come risulta dalle deposizioni della madre e dello stesso
PAROLISI. Difficile, anche se non impossibile, che non ne avesse approfittato per urinare; così
come è difficile, ma non impossibile, che abbia bevuto talmente tanto prima di uscire di casa da
avere necessità di urinare nuovamente. E questo, a prescindere da quanto raccontato da tutti i
familiari, ovvero che "MELANIA" non amava urinare fuori di casa, né era il tipo da farlo per
strada o nei campi ed ancora che a volte tratteneva talmente l'urina se non vi era a disposizione
un bagno pulito, da rischiare la cistite. Analoghe considerazioni debbono essere svolte per la
seconda ipotesi: è ben vero che essa si armonizzerebbe con l'essere l'aggressore il marito [la
vittima, non aveva "vite parallele" né amanti, come accertato al di là di ogni ragionevole dubbio
dalle lunghe ed approfondite indagini espletate sul punto]; ma tutte le amiche, anche quelle del
cuore e dell 'infanzia, alle quali "MELANIA" confidava i particolari più intimi della sua
esistenza, sentite sul punto, hanno escluso decisamente che potesse avere rapporti sessuali
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secondo modalità meno che ortodosse, descrivendola come una ragazza a11' antica, che si
vergognava anche di fare l'amore a casa quando c'era la bambina che dormiva. E, sotto questo
profilo, deve essere ritenuto senz'altro poco probabile che "MELANIA abbia lasciato la
bambina in macchina, per consumare un rapporto sessuale all'aperto, sia pure con il marito.
Piuttosto, su questo dato si innestano considerazioni assai importanti, che incidono
sull'attendibilità dell'indagato, elidendo la pesantemente. Negli ultimi mesi di vita, dopo
l'operazione all'utero del mese di gennaio 2011, REA CARMELA non aveva una vita sessuale
appagante, come confidato a un'amica: nei primi tempi, doveva astenersi, per quanto possibile,
dall'avere rapporti sessuali e, nell'ultimo mese, poteva averli ma con prudenza. Non a caso uno
dei pochissimi rapporti sessuali, è stato consumato dalla coppia PARaLISI-REA pochi giorni
prima dell'omicidio, come asseverato dalla consulenza medico legale e confermato da
PARaLISI [peraltro, al termine di una serie di dichiarazioni contraddittorie, come di consueto].
Orbene, secondo PARaLISI, la moglie sin dal fidanzamento e poi ancora durante il matrimonio,
avrebbe consumato con lui una serie notevole di rapporti sessuali all'aperto ed in macchina, nei
luoghi più vari [NAPOLI; S. BENEDETTO DEL TRONTO; COLLE S. MARCO;
CASERMETTE]; ciò, ovviamente, in completo disaccordo con quanto riferito da amiche e
parenti, che hanno tutti escluso con fermezza che "MELANIA" potesse fare l'amore in luogo
pubblico, a maggior ragione se vi fosse stata la bambina lì vicino in macchina. In particolare,
PARaLISI SALv ATORE ha dichiarato dapprima ad amici e parenti, nella immediatezza della
scoperta del cadavere, e poi agli inquirenti, di avere fatto l'amore con la moglie dietro il
chiosco delle casermette, proprio dove è stato rinvenuto il corpo senza vita. Peraltro, sul punto
PARaLISI ha coinvolto l'amico PACIOLLA RAFFAELE, accorso immediatamente sui luoghi
del rinvenimento del cadavere di "MELANIA", sostenendo di avere subito compreso
esattamente dove fosse stato rinvenuto il corpo della moglie, perché questi aveva scattato delle
fotografie e gliele aveva mostrate, venendo smentito da PACIOLLA, che a conforto del suo
dire mostrava anche il cellulare agli inquirenti; e lo stesso REA MICHELE, fratello della
vittima, confermava di essere stato sempre accanto a PACIOLLA nell'occasione e di non
avere visto scattare alcuna fotografia. Ora, questa ennesima menzogna di PARaLISI può
essere spiegata soltanto con l'esigenza di giustificare quanto dichiarato nella immediatezza,
ovvero che in quel luogo vi era stato, con la moglie, circa quindici giorni prima,
consumando un rapporto sessuale senza protezione, eiaculando sul terreno; nell'occasione,
avevano anche intrapreso un percorso nei boschi al fine di trovare il cd. "alberello della
cuccagna", inrme rinvenendolo però solo a colle S. Marco. In realtà, risulta dagli atti che
presso il chiosco delle casermette "MELANIA" non ha mai consumato alcun rapporto sessuale,
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165 non soltanto per le sue abitudini, che come detto non le pennettevano di fare l'amore all'aperto
con la figlioletta che attendeva in macchina [circostanza quest'ultima ammessa da PAROLISI];
ma soprattutto perché l'albero della cuccagna fu trovato da "MELANIA" a colle S. Marco tra il
7 ed ilIO aprile [cfr. sul punto le s.i,t. rese da SONIA VIVIANI e da GAROFALO VITTORIA],
mentre precedentemente, in diversa occasione [PAROLISI invece le accomuna], il tentativo di
rinvenirlo in località Ripe di Civitella non era andato a buon fine, per la presenza della neve.
Deve in conclusione essere escluso che "MELANIA" abbia mai consumato un rapporto sessuale
con il marito presso il chiosco delle casennette [lo stesso P AROLISI, indica questo episodio
come l'unico]. Dobbiamo allora chiederci perché PAROLISI abbia mentito, per l'ennesima
volta, su questo punto così particolare. L'unica spiegazione ragionevole è che PAROLISI
sapesse che in quella zona vi erano o vi potevano essere tracce biologiche proprie e che esse
potessero essere rilevate dal R.I.S., sicchè occorreva giustificarle anticipatamente. Se
questa deduzione è corretta, la presenza di PAROLISI sul luogo dell'omicidio, certa per le
ragioni sopra esposte, risulta altresì necessariamente attiva, nel senso che costui deve avere in
qualche modo preso parte all'aggressione, per temere di avere lasciato tracce biologiche. Quanto
alla presenza di tracce di DNA dell'indagato nella regione labiale e dell'arcata dentaria, il
medico legale ha stabilito che essa può essere dovuta tanto a un bacio, quanto a un contatto
diretto con la cute del marito. In entrambi i casi, si ritiene che il contatto sia avvenuto poco
prima del decesso, o comunque dopo il pranzo, poiché in caso contrario tanti atti della vita
quotidiana, come il passarsi la lingua sulle labbra, il bere o il mangiare, il deglutire, avrebbero
dovuto eliminare cellule estranee dalla bocca della vittima. PAROLISI ha dichiarato che il
giorno 18 aprile si è a lungo baciato con la moglie: occorrerebbe chiedergli quando. E' appena
il caso di osservare che, se si è trattato di baci, la circostanza non è incompatibile con quanto
accaduto immediatamente dopo; nella seconda eventualità, si può ipotizzare che PAROLISI, nel
tentativo iniziale di scannamento non andato a buon fine, abbia aggredito la moglie alle spalle,
tappandole la bocca con la mano sinistra perché non si udissero le urla, mentre con la destra
brandiva il coltello e lo passava da sinistra a destra sotto la gola della sventurata.
LA CONDOTTA DI PAROLISI SALVATORE SUCCESSIVAMENTE AL 18 APRILE E FINO AL RINVENIMENTO DEL CADAVERE DELLA MOGLIE Subito dopo la denuncia della scomparsa della moglie, P AROLISI SALVATORE non si attiva particolannente per le ricerche, se non inizialmente; nei giorni successivi resta spesso in casenna o si allontana con la scusa di stare con la figlioletta, ma trascorre gran parte del tempo al telefono, non mancando di contattare amici, conoscenti, parenti, commilitoni e persino le Richiesta n.2603 del 03/08/2011 13.52.00 - copia semplice
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166 amiche di infanzia della moglie, al fine di chiedere loro, a seconda dei casi, di non rivelare agli
inquirenti i suoi "tradimenti", le amanti ed i rapporti tesi con la moglie [cfr. s.i.t. rese da
PAGANO RAFFAELE il 19.5.2011]. Di più. PAROLISI non sembra scosso più di tanto dalla
scomparsa della moglie [cfr. s.i.t. rese da PAGANO RAFFAELE] ed anzi ostacola senz'altro le
ricerche, dicendo ai propri commilitoni, i quali intendono rendersi in qualche modo utili, di
evitare di ingerirsi nelle ricerche della moglie, perché avrebbero rischiato di intralciare l'operato
delle squadre cinofile [s.i.t. rese da PAGANO RAFFAELE]. E ciò, PAROLISI fa proprio
mentre riferisce ai parenti che deve allontanarsi dal pianoro di S. Marco per organizzare con i
commilitoni un gruppo per la ricerca della moglie scomparsa! Agli stessi commilitoni,
PAROLISI riferisce piuttosto che sono stati "i Carabinieri a chiedergli di andare via da San
Marco" [cfr. s.i.t. rese da PAGANO RAFFAELE].
I ''movimenti'' di SALVATORE PAROLISI, dal pomeriggio del 18 aprile al rinvenimento del
cadavere della moglie, sono i seguenti [cfr. s.i.t. REA GENNARO del Il.5.2011; s.i.t. REA
MICHELE del 13.5.2011]:
- la notte tra il 18 ed il 19 aprile 2011, rientrava con REA GENNARO alla casa di Folignano
verso le ore 03:00, di ritorno dal pianoro di S. Marco, dormendo sul divano letto posto nel
soggiorno insieme a REA SALVATORE, fratello di GENNARO;
- la mattina del 19 aprile faceva ritorno al pianoro intorno alle ore 09.00, in compagnia di REA
MICHELE, REA SALVATORE, REA GENNARO; verso le ore Il :00 circa, si allontanava alla
volta della caserma "Clementi" sede del 235 0 R.A.V., asseritamente per organizzare una
squadra di soccorso con i suoi commilitoni, da impiegare nelle ricerche, rifiutando di
essere accompagnato da altre persone, paventando potenziali difficoltà di accesso in caserma
da parte di "civili" [quando invece vi portava la bambina di un anno e mezzo];
- non è noto a che ora sia giunto in caserma, ma il primo a vederlo è stato PAGANO
RAFFAELE, intorno alle 12.00/12.30 [cfr. s.i.t. del 19.5.2011]; quindi, CATERINO NICOLA
ha dichiarato di essere rimasto in compagnia di PAROLISI, in caserma dalle ore 13.30 alle
successive ore 19.00 [s.i.t. del 17.4.2011 e 18.5.2011; cfr. pure le s.i.t. rese in data 31.5.2011 da
DE STEFANO BARBATO];
- faceva rientro al pianoro nel tardo pomeriggio del 19 aprile insieme ad alcuni colleghi, con i
quali si tratteneva fino alle 22.00 circa, per poi fare rientro tutti insieme a casa;
- la notte tra il 19 ed il 20 aprile, dormiva con REA GENNARO nel divano letto posto vicino
all'ingresso;
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- la mattina seguente, 20 aprile, si svegliavano alle ore 06:30 circa, e intorno alle 08.30 tutti
tornavano al pianoro per proseguire le ricerche, PAROLISI alla guida della propria vettura;
- prima di mezzogiorno, secondo REA GENNARO, dopo circa un'ora, secondo REA
MICHELE, PAROLISI SALVATORE si allontanava per fare ritorno a casa, dove aveva
intenzione di prendere la figlioletta e portarla con sé in caserma;
- faceva ritorno a casa successivamente al rinvenimento del cadavere della moglie, non prima
delle 17.00 (cfr. s.i.t. rese in data 25.5.2011 da LENTINI ALESSANDRO, fo1. 1313].
Come si vede, PAROLISI è stato quasi sempre in compagnia di altre persone dopo la denuncia
di scomparsa della moglie. Posto che deve assegnarsi la massima attendibilità al dire dei parenti,
non residua molto tempo a disposizione dell'indagato per recarsi nuovamente al chiosco delle
casermette e porre in essere l'operazione di depistaggio, ora che, come detto a più di un
testimone, sente stringersi intorno a sé la diffidenza degli investigatori, che "gli fanno tante
domande". Se si ritiene, come allo stato deve necessariamente ritenersi, che i superiori
gerarchici ed i commilitoni del reggimento abbiano detto il vero circa la presenza di PAROLISI
in caserma dalle ore 12.00/12.30 alle 19.00, l'attuale indagato ha avuto a disposizione soltanto
un'ora/un'ora e mezza, dalle ore 11.00 alle ore 12.00/12.30, per recarsi da colle S. Marco al
chiosco delle casermette [tempo stimato: 15 minuti; cfr. annotazione di P.G. del 23.4.2011, a fol.
583 a stampa] e di qui, dopo avere alterato lo scenario del delitto, in un tempo che non può avere
richiesto più di cinque minuti, fare ritorno a Folignano [tempo stimato: 20 minuti, come già
visto], prendere la figlioletta e con essa recarsi in caserma [da Folignano alla caserma di Ascoli
Piceno sono sufficienti al massimo 7/10 minuti]. Occorre però considerare che l'autore della
alterazione si è dovuto munire di uno "strumento a punta smussa", di una siringa e di un laccio
emostatico [e PAROLISI non ha potuto farlo prima, perché è sempre rimasto in compagnia dei
parenti della moglie, dovendo l'operazione di depistaggio immaginarsi non come premeditata ­
altrimenti sarebbe stata completata immediatamente - bensì come necessitata dall'indirizzo
immediatamente impresso alle indagini], sicchè il tempo necessario per l'intera operazione deve
conseguentemente essere ampliato, non si è in grado di dire quanto. E se è vero che PAROLISI
è stato più volte visto sostare in macchina nei pressi di una stradina dove i tossicodipendenti
sono soliti gettare in terra le siringhe usate [cfr. s.i.t. rese da CORRADETTI DANIELE in data
7.5.2011; verbale di sopralluogo eseguito dalle ore 12.15 alle ore 12.45 del 7.5.2011, a fol. 736
in stampa], è anche vero che detta strada [via Cosenza, Villa Pigna Alta, frazione del comune di
Folignano] non è situata lungo il tragitto "interno" colle S. Marco-chiosco delle casermette,
sicchè i tempi si allungano inevitabilmente. D'altra parte, è possibile che PAROLISI abbia avuto
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un complice. Ma, sebbene mentre era in caserma l'indagato stesse spesso al telefono, pure
dall'analisi dei tabulati non emergono contatti sospetti, sotto questo profilo; e occorre sempre
considerare che dal 18 al 20 egli è stato quasi sempre in compagnia di parenti ed investigatori.
Ne consegue che l'unico modo che egli può avere avuto di incaricare qualcuno di "completare
l'opera", al fine di sviare le indagini che si stavano per stessa ammissione di PAROLISI
stringendo intorno a lui, è stato parlare direttamente con il mandatario, probabilmente mentre era
all'interno della caserma. Tertium non datur. se l'omicidio è, come in effetti è, opera sua. In
considerazione di tutte le riflessioni testè svolte, non pare un fuor d'opera ipotizzare, come fa la
Procura della Repubblica, che il delitto contestato al capo b) della rubrica provvisoria possa
essere stato commesso in forma concorsuale. Resta ferma, tuttavia, la piena appartenenza
anche di questo secondo fatto all'attuale indagato, per l'ovvia considerazione del cui prodest,
essendo l'assassino il principale soggetto interessato a sviare le indagini. Ma anche per
l'ulteriore considerazione, assai stringente, che PAROLISI era ormai fatto oggetto di domande
serrate, finalizzate a comprenderne movimenti e comportamenti, sicchè può essersi sentito in
grossa difficoltà, temendo di divenire assai presto, con il ritrovamento del cadavere, il sospettato
principale dell'omicidio [cosa che evidentemente in un primo momento non temeva accadesse;
o forse perché non si è trattato di un omicidio premeditato]. Infine, deve essere ricordato, per
avere il sapore di una excusatio non petita davvero sospetta, il commento dell'indagato che, nel
negare di avere certezza di fatti compromettenti accaduti all'interno della caserma [stupefacenti
prostituzione], non mancava, però, di "buttare lì", senza che gli fosse richiesto, una sua
"preoccupazione": la esistenza di "storie sataniche" ["tempo fa una ragazza fu legata al
letto e gli accesero dei fuochi intorno"; cfr. verbale sintetico s.i.t. del 10.5.2011, fo1. 788
timbro a stampa]. Pare al giudice, che un riferimento simile ben possa coniugarsi con l'intento di
orientare le indagini verso la "pista" dell'omicidio satanico, in linea con l'intervento operato ex
post sul corpo della povera CARMELA REA.
LA CONDOTTA DI VILIPENDIO E DETURPAMENTO DI CADAVERE FINALIZZATA A SVIARE LE INDAGINI In un lasso di tempo, compreso a partire da mezz'ora/un'ora dopo l'omicidio [termine iniziale] e alcune ore prima del ritrovamento del cadavere di REA CARMELA [termine finale], così come dimostrato dalla consulenza tecnica medico legale, qualcuno accedeva al chiosco delle casermette, alterando lo scenario del delitto, segnatamente incidendo con uno strumento a punta smussa la cute dell'addome inferiore della zona antero-laterale della coscia destra e della zona laterale della coscia sinistra, in modo da provocare "ferite figurate" ovvero sia segni la cui Richiesta n.2603 del 03/08/2011 13.52.00 - copia semplice
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disposizione richiama, rispettivamente, una "X" o "croce di S. Andrea" [sull'addome], una
svastica [sulla coscia sinistra] ed una grata a grosse maglie [sulla coscia destra], infiggendo
inoltre una siringa usata all'altezza della regione mammaria sinistra.
Secondo il medico legale, chi si è recato in questa seconda occasione presso il chiosco delle
casermette, ha avuto dinanzi il cadavere di REA MELANIA già in posizione supina, così
rimasto a seguito dell "'abbattimento" al suolo. Ha, quindi, spostato le braccia, posizionate
longitudinalmente lungo le gambe, ai lati del corpo [le mani, in particolare la mano destra,
venivano trovate quasi "sotterrate": non è, a parere del giudice, una condizione del tutto
normale né agevolmente spiegabile]. Poi ha sollevato "la maglietta nera che doveva esser calata
all'incirca fino al pube ...... La fase in cui è stata sollevata la maglietta deve essere antecedente a
quella in cui sono state praticate le varie incisioni sulla cute, poiché una parte di esse sono
situate proprio sull' addome inferiore della vittima che avrebbe dovuto esser ricoperto dalla
maglietta stessa (se questa fosse stata abbassata)".
Non è possibile allo stato degli atti stabilire se colui il quale ha posto in essere gli atti di
confondimento sia il medesimo che ha spostato il telefono cellulare dall'angolo nord ovest del
chiosco in prossimità del corpo di "MELANIA"; se questi sia lo stesso che, intorno alle ore
07.00 del mattino del 20 aprile, ha acceso il telefono cellulare, determinando lo "scaricamento"
del traffico dati [vale a dire, la registrazione delle chiamate e degli sms in entrata rimasti in
sospeso]; se questi sia, a sua volta, colui il quale, nel primo pomeriggio del 20 aprile, ha
segnalato la presenza dI cadavere, restando tuttavia anonimo. Non appare probabile che
quest'ultimo individuo possa avere avuto un ruolo nell'omicidio di "Melania" ovvero nella fase
post mortem di confondimento. Neppure sembra peregrino ritenere che si sia trattato di un uomo
che è transitato casualmente presso il chiosco. Ed anche colui il quale ha spostato - gettandolo
peraltro in terra al punto che restava aperto, era un modello con lo sportellino, accanto al
cadavere - il cellulare appartenuto in vita a REA CARMELA, è possibile se non probabile che
non abbia nulla a che fare con i reati contestati, e semplicemente si sia avvicinato, provenendo
dal retro del chiosco ed avendo avvistato il cellulare in terra, con l'intenzione di
impossessarsene, gettandolo via non appena si è reso conto, sporgendosi al di là del lato nord
est, della presenza di un cadavere ad un paio di metri dal chiosco. Peraltro, circa il telefono
ceDulare in uso a REA CARMELA, va detto che esso è stato controllato dai carabinieri di
Teramo, i quali vi hanno trovato, per quanto di interesse, un paio di sms inviati al marito,
risalenti al luglio 20 l O, in cui "MELANIA" manifesta tutto il suo amore [è il periodo in cui la
crisi sembra superata, essendo cessata, nella mente della donna, la relazione extraconiugale del
marito]; poi più nulla, fino al giorno dell'omicidio. Non può essere quindi escluso che
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170 qualcuno abbia canceUato altri sms, magari più compromettenti o dal contenuto più
"interessante", apparendo strano che nel volgere di nove mesi "MELANIA" non abbia
conservato neppure un sms indirizzato al marito. Parimenti, figurano alcuni sms indirizzati
da PARaLISI alla moglie nei primi mesi dell'anno in corso, in cui l'uomo si lamenta perché la
moglie lo maltratta e lo umilia pubblicamente. E' chiaro che se il telefono cellulare dovesse
essere stato "manomesso", nel senso che siano stati cancellati dopo l'omicidio una serie di sms
compromettenti, dovrebbe essere rivisto anche il giudizio secondo il quale chi lo ha maneggiato
non ha nulla a che fare con l'atto criminoso.
IL MOVENTE
Da ultimo, deve essere considerato il movente dell'omicidio. Trattasi, di regola, di un elemento
non strutturale deUa fattispecie, che assume talora valenza circostanziale, attenuante [art. 62
n. 1 c.p.] o aggravante [art. 61 n. 1 e 4 c.p.], e di regola è preso in considerazione in sede di
commisurazione della pena, siccome incidente sulla capacità a delinquere [art. 133 comma 2 n.
l; 62 bis c.p.]. Ne discende, che la mancanza di prova in ordine al movente di un delitto, nei
reati in cui la ragione della condotta non sia elemento costitutivo del fatto, come nelI'omicidio
volontario, non determina automaticamente l'assoluzione dell'imputato; anzi, si è affermato che
''l'individuazione di un adeguato movente deU'azione perde qualsiasi rilevanza, ai rmi
deU'affermazione deUa responsabilità, aUorché vi sia comunque la prova deU'attribuibilità
di detta azione aU'imputato" [Casso I, sent. n. 6514 del 27.4.1998, Chiarello].
Ovviamente, pur senza essere indispensabile, la individuazione del movente di un delitto può
essere però assai importante per comprendere il significato della condotta o di singole sue
componenti; il perché di determinati contegni post delictum; la scansione degli eventi; la
presenza di correi. Più in generale, la conoscenza e l'affermazione del movente di un delitto
rassicura gli operatori del diritto, conferendo autorevolezza e dignità alle indagini e,
In
successione, alle decisioni dei giudici.
Nel caso di specie, è agevole rilevarlo, non è stato ancora acquisito con tranquillizzante
certezza il movente dell'omicidio. Perché SALVATORE PARaLISI ha deciso di uccidere la
moglie? La tesi dell'accusa, sul punto, è nota. Egli era stretto in una sorta di "imbuto", tra
moglie e amante. Quest'ultima, gli intimava di raggiungerlo ad Amalfi per le vacanze pasquali;
la prima, lo aveva più volte umiliato, anche in pubblico, conosceva da tempo le sue infedeltà e
aveva finanche minacciato l'amante di lasciar stare il marito, pena la cacciata dali' esercito;
forse, aveva anche tentato il suicidio ingerendo o minacciando di ingerire pillole, era andata via
di casa, nel corso del 20 l O, tornando dai genitori ed aveva accettato di tornare soltanto perchè
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171 SALVATORE aveva a sua volta minacciato il suicidio ed infine la separazione. Insomma, una
donna decisa, forte. Secondo gli inquirenti, dunque, in questo ambito dovrebbe essere
"attendibilmente trovato il movente dell'omicidio. Una situazione senza uscita venutasi a creare
e a convergere proprio in quei giorni: la promessa "forte" a Ludovica che ormai la separazione
con Melania era cosa fatta e che già il 23 aprile (se non il 21) sarebbe andato ad Amalfi a
trovarla e a presentarsi ai suoi genitori che nel frattempo avevano già prenotato una stanza in
albergo e lo aspettavano; le pressioni stringenti di Ludovica che ormai "non ammettevano scuse
o ragioni" (come da lei scritto in un messaggio FB il 3.4.2011 proprio con riferimento
all'incontro ad Amalfi); il mancato rispetto della promessa avrebbe comportato la rottura del
rapporto con Ludovica o comunque almeno una grave e forte crisi; la consapevolezza invece di
non aver ancora detto e fatto nulla per la separazione (non ne aveva sicuramente mai parlato con
i familiari di Melania, come invece detto e scritto a Ludovica); la necessità di doverlo fare e di
non poter più rimandare la cosa; l'aver infine parlato della cosa con Melania proprio il 18 aprile,
e la reazione di costei, che già sulla storia di Ludovica si era arrabbiata, era stata dura e aveva
perdonato (il possibile lancio dell'anello di fidanzamento durante la lite: anello rinvenuto sfilato
sul luogo del delitto); la rabbia e la reazione incontrollata di lui e l'omicidio" [cfr. richiesta di
misura cautelare del P.M. c/o Tribunale di Ascoli Piceno]. Analogamente, la Procura della
Repubblica di Teramo ravvisa il movente dell'omicidio nell"'impellente esigenza di risolvere
l'insostenibile conflitto creatosi tra le sue due vite parallele", che avrebbe generato "un
cortocircuito" che lo avrebbe "indotto a sopprimere fisicamente la propria consorte" [fo1. 52
della richiesta di misura cautelare]. Peraltro, nella richiesta ex art. 291 C.p.p. del P.M. di Ascoli,
si ipotizzava [tesi pervero non inconciliabile con la precedente] "la possibilità di un'azione
violenta improvvisa, non preceduta da uno specifico litigio, ma determinata dalla
sedimentazione della inconciliabilità tra storia con Ludovica e il perdurare del rapporto
matrimoniale"; e non veniva esclusa una compartecipazione di terzi nello stesso delitto di
omicidio.
Ora, circa la relazione extraconiugale intessuta dall'indagato con PERRONE LUDOVICA nulla
è da aggiungere, essendo più che sufficiente rinviare alle intercettazioni telefoniche ed
ambientali ed ai contatti "face book" sopra riportati interamente.
Ritiene questo giudice che il movente come ipotizzato dall'Accusa non sia soddisfacente.
E' sin troppo agevole osservare che PAROLISI avrebbe potuto risolvere ogni problema
seguendo le vie legali. Intendeva restare con la moglie? Avrebbe interrotto la relazione
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172 extraconiugale. Voleva invece iniziare una nuova vita con l'amante? Poteva separarsi,
raggiungendo un accordo civile con "MELANIA". La quale, del resto, in passato aveva
mostrato di essere lei, semmai, a volere interrompere il rapporto matrimoniale. Al riguardo, si
legga la lettera che "MELANIA" scrive al marito poco prima dell'anniversario di nozze del
2010, nel pieno della crisi coniugale [firmata: la tua piccolina]. Si tratta di una lettera in cui la
moglie "offre" al marito una nuova possibilità, una nuova occasione per rinnovare il patto di
amore sottoscritto al momento del matrimonio, incontrandosi dinanzi ad un sacerdote per
"ripromettersi amore". Un grande gesto di generosità, ma anche un chiaro avvertimento: non ci
saranno ulteriori possibilità, in caso di sbagli.
Certo, il timore di perdere la bambina o la certezza di dover pagare gli alimenti [circostanza che
sembra preoccupare molto PAROLISI] in caso di separazione, può indurre qualche apprensione
in più. Ma in linea di massima, sotto quest' aspetto, non sembra che ci fossero i presupposti per
un'azione come quella posta in essere dall'assassino, caratterizzata da notevole carica
aggressiva [35 colpi sferrati in tutto], anche se non assistita da particolare abilità [il tentativo
non riuscito di scannamento, pur nella sua ferocia, sembra sintomatico al riguardo].
L'aggressione alle spalle, indubbiamente, è una tecnica militare. E viene insegnata, lo abbiamo
letto, anche nella caserma dove lavora PAROLISI. E tuttavia, la non perfetta riuscita dell'azione
[che, se eseguita a regola d'arte, avrebbe dovuto determinare la morte immediata della donna]
non può essere ritenuta come sintomatica della non ascrivibilità alla persona dell'indagato. In
effetti, dalla lettura del profilo professionale tracciato dal comando militare di appartenenza,
emerge che PAROLISI SALVATORE, seppure dotato fisicamente, ha tendenzialmente una
personalità pigra, indolente, tanto da dover esser spesso richiamato ai propri doveri e sovente
punito [giudizio che va gradualmente migliorando col tempo]. Non può essere escluso - sempre
che il fatto sia stato materialmente commesso dall'indagato - che PAROLISI non fosse
particolarmente abile in questo tipo di tecnica di attacco.
Come detto, l'Accusa considera "possibile" che l'omicidio sia frutto di una carica aggressiva
esplosa all'improvviso, di un "corto circuito" dei sensi.
Si osserva, in contrario, che, se non può dirsi, allo stato, che tecnicamente il fatto sia stato
premeditato, tuttavia dalla ricostruzione degli accadimenti come operata in precedenza residua
una certa preparazione dell'aggressione, avvenuta in luogo isolato, dopo che la vittima è stata
condotta in un luogo piuttosto che in quello dove era in origine diretta, con l'utilizzo di un'arma
bianca e l'immediato ricorso all'alibi. Difficile immaginare che una persona ancora sconvolta,
paonazza, dopo una esplosione di rabbia cieca come quella ipotizzata dall' Accusa, possa essersi
immediatamente dopo "incanalata" entro binari di assoluta normalità, perlomeno laddove non si
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ipotizzi una personalità abnonne, cosa da escludere con nettezza nel caso di specie [a tacere
d'altro, i test psicoattitudinali SVOltI nel corso della carriera non mostrano alcuna alterazione
della personalità in PAROLlSI]. E, ancor prima, contrasta con un delitto assistito da dolo
d'impeto la duplice circostanza che PAROLISI avesse con sé un coltello [né risulta dalle
testimonianze che fosse solito portarlo abitualmente] e avesse deviato dalla destinazione
originaria, colle S. Marco, verso il chiosco delle casennette. Certo, non può dirsi che la scelta
del luogo di consumazione del reato sia stata particolannente oculata. In primo luogo, si trattava
di un posto dove PAROLISI era stato più volte per lavoro e, in una occasione, anche in
compagnia della moglie, a cena. Dovendo fingere un rapimento avvenuto ad alcuni km di
distanza, in colle S. Marco, pare davvero curioso, o sarebbe potuto apparire tale agli inquirenti
[come in effetti è accaduto], che una setta o un folle conduca la vittima proprio dove il marito ha
svolto in più occasioni esercitazioni militari. La zona, inoltre, è presidiata da sentinelle ed è
luogo di "bivacco" di contingenti militari, che non di rado pranzano "al sacco" proprio sulle
panchine a ridosso del chiosco [che, invece, è chiuso per tutto l'inverno e fino all'estate]. Non a
caso, il giorno in cui "MELANIA" è stata uccisa, fino alle ore 14.00, dunque fino a circa 40
minuti prima dell'arrivo dei coniugi PAROLlSI, sulle panchine in questione erano stati seduti
numerosi militari del reggimento di Chieti [cfr. fo1. 1405 e ss. a stampa: s.i.t. rese da
GIAMPIETRO SANDRO; RICI ELIA; MANCINI ALESSANDRO; LUCIDI STEFANO;
CICCONE ARLY JOVANY; CIOETA ALESSIO; DI MARIO GIACOMO]. Poco male, si dirà.
Se avesse incontrato qualcuno, avrebbe desistito dal suo intento. Certamente, ma poteva non
esserci nessuno nell' area del chiosco e l'assassino poteva ugualmente essere visto, senza
vederle, dalle sentinelle. In particolare, dalla sentinella n. 6, la cui postazione è posizionata a
monte del bivio che conduce al chiosco delle casennette, sulla strada che scende da S. Giacomo
verso Ripe di Civitella [cfr. fascicolo fotografico AlI. 44, fol. 1447 e ss a stampa, in parto pago 7
e 8]. Sentito a s.i.t., COLASANTI ENRICO [sentinella n. 6], inizialmente preoccupato di non
lasciar trapelare alcun momento di debolezza per timore di sanzioni disciplinari, escludeva in
maniera categorica che il 18 aprile potesse essere transitata di lì un'autovettura come quella di
PAROLISI, perché altrimenti lui l'avrebbe vista e soprattutto sentita, cosÌ come ha visto e
sentito transitare con radio a volume alto, alle ore 15.00/15.30 circa, la FIAT STILO di colore
grigio chiaro con direzione di marcia Ripe di Civitella, dunque verso il bivio per il chiosco e
non di ritorno da esso [quindi, si tratta di persona che nulla ha a che vedere con i fatti che ci
occupano, che a quel momento si erano già interamente consumati]. Ebbene, un successivo
approfondimento effettuato sentendo ancora il militare unitamente alle altre tre vedette che
erano più a valle e al sottufficiale responsabile, consentiva di verificare come la vedetta
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Colasanti [e anche una delle altre tre] in realtà, durante il suo servizio, non aveva visto e non
ricordava di avere visto tutte le auto transitate nella strada sotto stante la sua posizione in quanto
si è riscontrato il passaggio all'andata e al ritorno nel tardo pomeriggio del 18.4 di una Golf nera
senza che il Colasanti si ricordasse nulla al riguardo [cfr. le audizioni svolte il 24.5.2011 a Chieti
e integralmente registrate dei cinque militari in questione; i corrispondenti verbali di s.i.!. sono
allegati alla citata nota del 12.6.2011 e le trascrizioni depositate il 20.6.2011]. Inoltre, sono stati
esperiti "tentativi empirici" tesi a ricostruire la percezione uditiva dalla postazione rispetto al
chiosco della pineta; esperimenti che hanno consentito di accertare che dalla postazione n. 6 non
è possibile udire rumori dativi al vociare delle persone o al transito veicolare nella zona attigua
al chiosco della pineta [cfr. verbale di s.i.t. del 2.5.2011 reso da COLASANTI ENRICO, fo1.
1382 in timbro]. Le sentinelle, insomma, non hanno visto né udito. PAROLISI, d'altra parte, ha
dichiarato di non essere a conoscenza delle esercitazioni militari in corso in quella zona da parte
del reggimento di Chieti. E' stato, quindi, semplicemente fortunato a non essere visto; così come
era stato fortunato all'arrivo sul pianoro di S. Marco ad imbattersi in un teste, RANELLI
ALFREDO, che ha creduto di vedere quel che non è mai esistito. E di identico appoggio da
parte del fato ha beneficiato anche il giorno 19 aprile [lui, o chi per lui], quando, con ogni
probabilità, ha avuto luogo l'operazione di "depistaggio", con la quale si è tentato di far passare
l'assassinio di CARMELA REA come opera di un folle o di una setta. Anche quel giorno,
infatti, erano parecchi i militari che si aggiravano da quelle parti [cfr., per maggiori dettagli,
l'incarto relativo alle sommarie informazioni acquisite dai militari in servizio presso il 123 0
reggimento di Chieti, a fol. 1363 e ss. in timbro]. Né, allo stato, i militari ascoltati sono tacciabili
di non essere credibili: a tacere d'altro, essi si sono tutti sottoposti spontaneaente al prelievo del
liquido salivare per consentire i controlli del caso [cfr. nota C.C. RO. NI. Ascoli Piceno del
31.5.2011, fo1. 1138 e ss in stampa e 1147 e ss. in stampa].
Più in generale, senza voler indulgere in facili psicologismi, la condizione di PAROLISI
SALVATORE, più che quella di un uomo disperato, al bivio della sua esistenza, stretto tra due
alternative radicali, sembra piuttosto, tenuto conto del tenore dei messaggi inviati ad entrambe le
donne, sovente di identico contenuto espressivo [si pensi al saluto con cui chiudeva tutti i
messaggi: un bacio, reso con espressione onomatopeica], ancora in tempi assai recenti, che la
sua fosse la classica condizione di un uomo che vuole tenere due piedi in una scarpa. I rapporti
sessuali, li consumava con ciascuna di esse [di pochi giorni prima dell'omicidio, è quello con la
moglie]. Tutte le promesse fatte ad entrambe, sono state sempre disattese. Quanto alle lacrime
ed al pianto, in effetti il soggetto pare esservi incline; ma, come opportunamente messo in
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rilievo dai carabinieri, sovente si tratta di un pianto "finto", mancando le lacrime [e non è detto
che non sia rimasto ingannato anche il cittadino che si è recato dai carabinieri, dopo che
PARO LISI era assurto agli onori delle cronache, per riferire di averlo visto piangere mentre,
nella propria macchina, nello scorso mese di aprile, parlava al telefono]. Di fatto, la situazione
nella quale versava, pareva andargli benissimo. Moglie ed amante. Famiglia e distrazione.
Pazienza, se a LUDOVICA tutto ciò non andava bene. Se ne sarebbe fatta una ragione. Lui
l'avrebbe convinta ogni volta a non andarsene, come aveva sempre fatto. In caso contrario,
ognuno per la sua strada. Avrebbe cercato e trovato un'altra donna disposta ad assecondarlo,
senza chiedergli di più. Del resto, è stato accertato che, oltre a LUDOVICA, in questi anni
PAROLISI ha avuto rapporti anche con altre soldatesse, incontrandole presso Bed & Breakfasts
dove non veniva registrato. Più in generale, le sue allieve, per come risulta dalle lettere
sequestrate all'interno dell'armadietto della caserma, lo adoravano e lo stimavano. Non
sarebbero mancate, quindi, le occasioni. L'unico momento che oggettivamente può lasciar
pensare ad un movente del tipo di quello ipotizzato dall'Accusa, è quello della rimozione del
profilo Facebook e, più in generale, il tentativo di nascondere le proprie relazioni extraconiugali
e gli strumenti utilizzati per intesserle senza fastidi [telefono cellulare dedicato]. Ma proprio la
circostanza che il tentativo ha riguardato l'intera gamma delle relazioni adulterine, non solo
quella con LUDOVICA PERRONE, può indurre piuttosto a ritenere che PAROLISI così abbia
agito per il timore, questa volta si, che venisse in esse, come poi in effetti è stato, individuato un
valido motivo, da parte sua, per sopprimere la moglie. Mentre esso esiste, ovviamente, ma
potrebbe dover essere ricercato altrove.
Non nella gelosia. L'indagato non era particolarmente geloso e la moglie, del resto, non gliene
dava ragione. E' un fatto, che nei giorni immediatamente precedenti l'omicidio, "MELANIA",
che recitava davanti ai genitori, non sopportando il fallimento del suo matrimonio, era apparsa
all'amica del cuore ROSA IMMACOLATA molto nervosa [questo accadeva il giorno 16
aprile], e fumava tanto e "voracemente" a detta anche degli amici di Folignano. Per parte sua,
SALVATORE PAROLISI ha ripetutamente chiesto alla predetta ROSA IMMACOLATA,
ancora il giorno 19 aprile, se avesse sentito "MELANIA" il giorno 18 aprile [data
dell'omicidio]: temeva forse che le avesse rivelato un segreto inconfessabile? Si ricordi che la
stessa ROSA IMMACOLATA ha dichiarato agli inquirenti che in una occasione "MELANIA"
le disse di doverle dire qualcosa di "molto brutto", senza che ce ne sia stato il tempo. Può allora
essere ipotizzato che la moglie, la quale lo seguiva, lo controllava, non poche volte in passato lo
aveva persino pedinato, avesse scoperto qualcosa di assai più grave, o anche solo di torbido, di
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inconfessabile [non necessariamente di penalmente rilevante]. E così, occorrerebbe approfondire
i rapporti interni alla caserma; la eventuale esistenza di "giri di droga" [cui pure l'indagato ha
fatto riferimento quando è stato sentito a s.i.t.]; quella di ulteriori e diverse frequentazioni
extraconiugali dell'indagato, anche per mezzo di un attento monitoraggio di tutte le
conversaioni intercorse nei mesi precedenti all'omicidio sulle utenze in uso all'indagato, al
fine di identificare soggetti di interesse; infine, la vicenda dell'omicidio colposo che avrebbe
visto PARO LISI coinvolto e che lo vedrebbe indagato in un Tribunale del meridione, secondo
quanto accennato dallo stesso militare, approfondendo il ruolo processuale che avrebbe dovuto
rivestire "MELANIA" [testimone dell'accaduto? In questo caso, potrebbe avere, a seguito di un
litigio, magari dovuto alla scoperta della prosecuzione dei rapporti extraconiugali, minacciato il
marito di rivelare la esatta dinamica dell'incidente, esponendolo a rischi giudiziari].
Si tratta, com'è evidente, soltanto di ipotesi, che tuttavia, stante la gravità del fatto, meritano un
doveroso approfondimento, anche per escludere, in prospettiva, "piste" alternative, sia pure
limitate al movente.
14. GRAVI INDIZI DI COLPEVOLEZZA ED ESIGENZE CAUTELARI In procedura penale, affermare e dimostrare l'esistenza di un fatto che comporta
automaticamente la negazione di un altro, prende il nome di alibi, quando il risultato preso di
mira abbia ad oggetto la riferibilità all'imputato del fatto che viene negato. "Inventando" la
storia del rapimento e della improvvisa scomparsa della moglie, SALV ATORE PAROLISI ha
dato la stura ad una serie di attività di indagine mirate ed approfondite che, con notevole
dispendio di uomini e di mezzi, hanno consentito di sancirne la falsità. In termini processuali,
una ricostruzione dei fatti falsa, costruita "a tavolino", maliziosamente, fraudolentemente, al
solo scopo di deviare le indagini dal percorso corretto, che potrebbe condurre ad accertare i fatti
e identificare il responsabile, prende il nome di alibi falso.
Dunque, SALVATORE PAROLISI, nel momento in cui si è recato sul pianoro di colle S.
Marco nel pomeriggio del 18 aprile 20 Il, inventando la storiella del rapimento, al fine di
allontanare da sé i sospetti per l'omicidio della moglie, che di lì a poco sarebbe stato scoperto,
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177 ma che è avvenuto in altro luogo, mentre lui era lì, in mezzo a parenti e soccorritori, ha di fatto
fornito un alibi falso.
Secondo la giurisprudenza di legittimità sedimentatasi nel tempo in relazione aUa più
pregnante regola di giudizio stabilita daU'art. 192 comma 2 c.p.p. [in forza della quale,
l'esistenza di un fatto non può essere desunta da indizi a meno che questi non siano gravi,
precisi e concordanti; regola non applicabile, di regola, alla fase delle indagini] e ad oggi
assolutamente univoca, l'alibi falso, cioè quello rivelatosi preordinato e mendace, a differenza
del suo puro e semplice fallimento [non essendo compito dell'imputato dimostrare la sua
innocenza, ma onere dell'accusa di provame la colpevolezza], siccome rivelatore deUa mal a
fede deU'imputato o comunque del tentativo di sottrarsi aU'accertamento deUa verità se
del caso inquinando lo scenario probatorio, costituisce un indizio di reità che confluisce,
unitamente a tutti gli altri, nella valutazione globale spettante al giudice in ordine alla
responsabilità penale [cfr., ex plurimis, Casso II, sent. n. 5060 del 15.12.2005, SOLIMANDO; II,
n. 11840 del 4.2.2004, GALLAZZI E ALTRO; I, n. 6935 del 11.6.1992, MODICA; V, n. 11957
del 19.11.1997, CHIAZZA; II, n. 10469 del 22.3.1996, P.M. in proc. Arena ed altri; II, n. 10141
del 4.7.1995, P.M. in proc. MICHELOTIO; II, n. 5842 del 10.2.1995, P.M. e CAVATAlO;
S.U., n. 1653 del 21.10.1992, MARINO ed altri; I, n. 16464 del 14.12.1990, P.M. in proc.
ANDRAOUS ed altri; I, n. 4920 del 7.4.1989, SPOSATO; I, n. 927 del 3.10.1985, MONDO].
Né l'alibi falso necessita di un più intenso livello di persuasività, rispetto ad altre fonti di prova
od elementi logici di valutazione: in particolare, esso non necessita di una sorta di gravità
aggiuntiva tutte le volte in cui difetti la prova diretta di una specifica responsabilità
dell'indagato [Casso I, sent. n. 17261 del 1.4.2008, GUEDE]. Trattasi di principio di diritto
affermato senza soluzione di continuità, anche sotto il vigore del codice di rito abrogato, con
specifico riferimento alla tematica dei riscontri alle chiamate di correo. Esso deve ritenersi a
maggior ragione valido in relazione aUa peculiare regola di giudizio prescelta, per
l'adozione di misure cautelari, dall'art. 273 c.p.p., rappresentata, quale quid minoris, dalla
sussistenza di un quadro complessivo di gravità indizi aria. Giova infatti rammentare che la
valutazione dei gravi indizi di responsabilità - in ordine alla commissione del delitto del quale si
viene incolpati - necessari per la adozione della misura cautelare è segnata dalla peculiarità della
fase e cioè dalla necessaria fluidità dell'incolpazione [cfr. Casso sentenze n. 4544112004 e n.
231/1996], nel senso che "se la sussistenza del grave quadro probatorio in ordine alla riferibilità
all'indagato del fatto-reato per il quale si indaga è suscettibile di precisazioni ed integrazioni,
non è predicabile la necessità di una compiuta ed esaustiva definizione della condotta e
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178 dell'elemento psicologico sin dal momento nel quale detta valutazione viene effettuata" [Casso
17261/2008, cit. in motivazione]. Orbene, le prove sono strumenti dei quali ci si avvale per
dimostrare l'accadimento di un fatto [ovvero di determinate modalità del fatto]. Esse originano
da tracce o segni che il fatto ha lasciato nella memoria delle persone ovvero nella realtà
materiale. E dunque nel processo penale, possono essere utilizzate, volendo schematizzare al
massimo, dichiarazioni narrative del fatto, documenti che recano impressa la narrazione del fatto
ovvero lo riproducono, altre cose, diverse dai documenti, che esibiscono una traccia o un segno
utili per l'accertamento del fatto, l'esperimento del fatto, inteso come riproduzione del fatto da
provare nelle condizioni spazio-temporali in cui si assume che esso sia avvenuto. In sintesi,
distinguiamo, secondo l'oggetto, le prove personali da quelle reali, che, tutte, sono suddivisibili
in due categorie, avuto riguardo al tipo di attività intellettuale che esse impongono a chi le
utilizza per accertare un fatto: le prove dirette [dette anche storiche o rappresentative] e
quelle indirette [o indiziarie o per presunzioni o logiche o critiche]. E' diretta la prova che
fornisce all'operatore la conoscenza dello stesso fatto che egli deve accertare; indiretta, quella
che fornisce la conoscenza di altro fatto, rispetto a quello da accertare, che può consentire ­
mediante l'applicazione di una regola induttiva di inferenza a seconda dei casi tratta dalla logica,
da leggi scientifiche, da massime di esperienza - di risalire dal fatto noto [cd. secondario o
indizio] al fatto ignoto [cd. primario o principale]. Il meccanismo inferenziale si applica tanto
alle prove dirette quanto a quelle dirette, ma esso agisce diversamente nei due casi: in presenza
di prove dirette, l'operatore deve compire un solo passaggio inferenziale, dalla notizia che la
prova utilizzata gli fornisce, al fatto che egli deve accertare. Ad es., un teste dice di avere visto
Tizio uccidere Caio a coltellate; l'operatore, utilizzando la massima di esperienza secondo cui la
persona idonea e disinteressata è di regola credibile, induce che Tizio ha ucciso Caio. Viceversa,
nella prova indiretta, l'operatore deve compiere due passaggi inferenziali: con il primo, egli
passa dalla notizia, che la prova utilizzata gli fornisce, all'accertamento dell'indizio, con il
secondo transita dall'accertamento dell'indizio a quello del fatto primario. Ad es., dalla
narrazione del teste, l'operatore desume che Tizio è uscito fuggendo dalla stanza impugnando
un coltello insanguinato. Dall'accertamento di questo fatto secondario, l'operatore trae il
convincimento che Tizio ha ucciso Caio. E' forse dovuto a questo aggravio procedurale, che la
giurisprudenza di legittimità riconosce maggiore valenza dimostrativa alle prove dirette, anche
nella fase delle indagini, sganciandole dal requisito della "gravità" richiesto dall'art. 273 c.p.p.
ovvero ritenendo senz'altro in esse assorbito quest'ultimo [cfr. da ultimo, in tal senso, Casso II,
sent. n. 17205 del 14.4.2010, B.]. Naturalmente, nella realtà concreta le cose sono molto più
complesse, potendosi intrecciare più indizi che conducano tutti nella medesima direzione,
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ovvero in direzioni diverse [ad es., a casa di Tizio viene rinvenuto effettivamente il coltello
insanguinato; o invece, Tizio è stato visto nel medesimo contesto temporale a centinaia di Km di
distanza]. Ed anche le prove dirette, possono subire smentite [ad es., il teste credeva di avere
visto Tizio uccidere Caio, ma ha commesso un errore di persona; cfr. Casso II, sent. n. 15308 del
7.4.2010, BRUNI, che valuta come indizio grave, ma non come prova diretta, il riconoscimento
dell'autore di una rapina operato, sulla base di pregressa conoscenza personale, da personale di
polizia che prenda visione delle riprese filmate operate dalla videocamere presenti all'interno
della banca]. Da quanto detto sinora, risulta pure che una rilevanza fondamentale, nella
complessiva operazione logico-inferenziale condotta dal giudice, rivestono le regole della
logica, le leggi scientifiche, le massime di esperienza prese in considerazione ed utilizzate al
fine di stabilire quando, ed in che limiti, l'accadimento di un fatto si accompagna a quello di un
altro fatto, nel senso che il primo è causa o conseguenza del secondo, o viceversa quando i due
fatti sono tra loro incompatibili: insomma, le regole di inferenza ricostruiscono rapporti tra fatti,
e consentono di decodificarli. Mentre, tuttavia, regole della logica e leggi scientifiche ci
consegnano rapporti tendenzialmente immutabili tra fatti, le massime di esperienza sono il
prodotto della osservazione empirica degli accadimenti nella realtà umana o naturale, secondo
l'id quod plerumque accidit, ed enunciano così la mera probabilità, non la certezza, di una
implicazione ovvero di una esclusione tra fatti [Casso II, sent. n. 39985 del 16.9.2003, P.M. in
proc. CARUSO]. Nel caso del meccanismo della prova indiretta o dell'indizio, l'utilizzo delle
massime di esperienza è fondamentale ed è statisticamente assai frequente. Non solo, esso è
anche presupposto dal legislatore in disposizioni quali l'art. 192 comma 1 e 606 letto e] c.p.p.
Costituisce peraltro un fatto normale che dall'indizio sia desumibile più di una conseguenza e
non una e una sola; in altri termini, per sua natura la prova indiretta apre il campo ad una serie di
spiegazioni alternative, che tra loro possono anche essere in relazione di incompatibilità. In tal
caso, con riferimento alla regola di giudizio dibattimentale, cioè applicata dal giudice per
affermare o negare la responsabilità dell'imputato, il giudice "deve applicare la regola
metodologica ricavabile dall'art. 192 C.p.: egli deve operare un apprezzamento unitario degli
indizi previa valutazione di ciascun indizio singolarmente al fine di vagliame la valenza
qualitativa individuale e, determinata in positivo la valenza significativa di ciascun indizio,
passare all'esame globale unitario dei vari elementi indizianti attraverso il quale la fisiologica
ambiguità di ciascuno di tali elementi può risolversi così che ciascun indizio si sommi e si
integri con gli altri e la risultante d tale amalgama determini una chiarificazione univoca che
consente di ritenere raggiunta la prova logica del fatto non noto" [Casso VI, sent. n. 8402 del
9.6.1997, SATANASSI]. Quella della valutazione globale degli indizi, peraltro, è una regola
Richiesta n.2603 del 03/08/2011 13.52.00 - copia semplice
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180 logica affennata più volte dalla giurisprudenza di legittimità, anche in tema di misure
cautelari personali, dunque a fronte della regola di giudizio accolta dall'art. 273 c.p.p., posto
che "è illegittima la valutazione frazionata e atomistica della pluralità di elementi indiziari
acquisiti, dovendosi non solo accertare, in un primo momento, il maggiore o minore livello di
gravità e precisione dei singoli indizi, ciascuno isolatamente considerato, ma anche, in un
secondo momento, procedere al loro esame globale e unitario tendente a dissolverne la
relativa ambiguità e a inserirli in una lettura complessiva che di essi chiarisca l'effettiva
portata dimostrativa e la congruenza rispetto al tema d'indagine prospettato dall'accusa nel
capo di imputazione" [Casso I, seni. n. 16548 del 14.3.2010, P.M. in proc. Bellocco; id. VI, seni.
n. 249/1999]. E, sempre rispetto al tema di indagine prospettato dall'accusa, non sono ammesse
generiche manifestazioni di dissenso dell'imputato, al fine di confutarlo, come pure irricevibili
sono i meri tentativi difensivi di accreditare la tesi secondo cui "la prova d'alibi sarebbe non
callidamente falsa, quanto comprensibilmente non vera, perché indotta dalla paura di essere
ingiustamente accusato del crimine" [così in motivazione, risolutamente, Casso 1726112008,
cit.]; al contrario, è necessario che alla ricostruzione dei fatti siccome operata dall'accusa,
deve contrapporsi una diversa versione dei fatti da parte dell'indagato, ciò che non accade
quando questi si sia avvalso della facoltà di non rispondere. È vero, infatti, che l'esercizio di
detta facoltà non consente di desumere alcuna progno si sfavorevole in ordine al pericolo di
commissione di altri reati, o altra conseguenza negativa diversa dall'impossibilità di accedere ad
eventuali benefici che possono legittimamente derivare dalla collaborazione [Cass., sez. VI, 24
settembre 2008 - 6 ottobre 2008, n. 38139]. E però è altrettanto vero, che al fine di valutare la
sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza di cui all'art. 273 C.p.p., il giudice può tenere conto
della circostanza che ai fatti così come ricostruiti dall'accusa, non si contrappone alcuna
diversa versione dell'indagato, che si sia avvalso della facoltà di non rispondere [Casso
1726112008]. Di più e meglio: in casi del genere, poiché "in tema di misure cautelari,
l'attendibilità degli indizi non può essere valutata in astratto, nè rapportata alle conclusioni
logicamente infinite che sono compatibili con i fatti noti, ma deve essere riferita alle diverse
"storie" alternative che emergano eventualmente dal confronto delle prospettazioni delle parti
coinvolte...., l'accusato non può limitarsi ad offrire le possibili interpretazioni dei fatti, ma ha
l'onere di proporre una plausibile ricostruzione alternativa, se vuole evitare che il giudice
compia la verifica di attendibilità degli indizi nella sola prospettiva dell'ipotesi formulata
dall'accusa" [Casso V, sent. n. 2471 del 31.10.1995, ANNIS ed altro]
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Nel caso che ci occupa, come evidente a tutti, prove cd. dirette non ve ne sono; vi sono
piuttosto prove indirette o indizi contro SALVATORE PAROLISI, consistenti ne: l'alibi
falso, che rappresenta un indizio a carico, dal momento che attraverso il duplice momento
inferenziale sopra spiegato, deduco - dalla falsa rappresentazione dei fatti che PAROLISI ha
costruito - che egli abbia inteso "coprire" in tal modo la propria condotta pregressa e che questa
abbia attinenza con la uccisione della moglie; la approfondita conoscenza pregressa del luogo
dove è avvenuto l'omicidio; le menzogne ripetute e le contraddizioni in cui è caduto circa gli
spostamenti della moglie sul pianoro di S. Marco [si ricordi il particolare del tragitto che
avrebbe seguito per recarsi al bar, lunghissimo, a fronte di quello, assai più breve ed a lei noto,
della scorciatoia; si pensi all'invenzione del caffè, che la moglie avrebbe detto di andare a
prendere per il marito, quando invece non aveva con sé che pochi spiccioli, del tutto insufficienti
per l'acquisto]; la presenza del suo DNA, e soltanto del suo DNA [quello cd. promiscuo o
misto non rileva] sul corpo della moglie; la preoccupazione di mentire anche in ordine alla
esistenza di tracce biologiche proprie nel luogo dell'omicidio, sostenendo di averle lasciate nel
corso di un rapporto sessuale con la moglie mai avvenuto in quel posto; la inesistenza di
qualsivoglia, sia pur minima, "pista" alternativa altrettanto ragionevolmente praticabile, che
conduca a identificare aliunde l'autore del fatto.
In effetti, quanto a quest'ultimo, importantissimo aspetto, gli inquirenti hanno, da subito,
indagato a 360°, senza trascurare alcuna ipotesi, e senza iniziali tesi preconcette. E' stato
l'atteggiamento di PAROLISI SALVATORE, omertoso, furtivo, quasi infastidito dalle ricerche
della moglie ma per nulla disposto a collaborare ad esse, a destare i sospetti degli investigatori,
non altro. E' stata comunque coltivata ogni altra possibile ipotesi. Nella immediatezza, sono
state eseguite perquisizioni presso un cantiere dove lavoravano alcuni extracomunitari visti sul
pianoro di S. Marco il pomeriggio del 18 aprile, senza esito; è stato identificato e sottoposto a
intercettazione telefonica, senza esito, un militare che la mattina del 20 aprile agganciava la
cella prossima al chiosco delle casermette; è stato controllato l'alibi di tale ALOISI BRUNO,
pregiudicato, visto transitare con fare sospetto alcuni giorni prima dei fatti sul pianoro di S.
Marco; sono stati sottoposti a prelievo della saliva tutti i militari presenti nei pressi del chiosco
delle casermette il giorno dell'omicidio; sono stati fatti accertamenti sul conducente della
vettura che è transitata il giorno 18 aprile, intorno alle ore 15.00/15.30 nel tratto di strada alla
confluenza con la stradina del chiosco delle casermette [accertamenti inutili, trattandosi di
vettura transitata successivamente alla uccisione di "MELANIA"]; sono stati fatti accertamenti
sulla vita privata della vittima [sono stati esaminati i suoi telefoni - tabulati telefonici sulle due
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utenze cellulari della donna, rubrica, messaggistica; è stato esaminato il p.c. fisso in uso alla
famiglia Rea/Parolisi con estrapolazione dei documenti archiviati, ricostruzione cronologia di
navigazione; sono state eseguite due perquisizioni domiciliari in data 23.4.2011 e 19.5.2011 ed è
stata perquisita l'autovettura in uso dalla coppia il 22.4.20 Il; sono stati sentiti i suoi amici e
amiche, vicini di casa e familiari], senza esito, essendo stata esclusa la presenza di un amante,
ex-amante, corteggiatore, persecutore; anche gli accertamenti tossicologici effettuati, hanno
escluso - anche per il passato: v. esame sui capelli - che "MELANIA" possa avere assunto
sostanze stupefacenti, sicchè non possono venire in rilievo potenziali rapporti con circuiti
criminali in grado di fornire droga. Più in generale, prima di giungere alla iscrizione di
PARO LISI SAL VATORE come indagato, sono state percorse e sviluppate le più varie ipotesi
investigative, anche tenendo conto e dando per buona la versione del denunciante: il tutto senza
ottenere riscontri utili inordine ad ipotesi alternative [cfr. ad es. tutta la attività di ricerca nella
zona S. Marco, sviluppata e approfondita anche dopo il ritrovamento del cadavere: si veda la
nota RONI 9.7.2011, che riassume alcune delle attività svolte in loco con riferimento alle unità
cinofile impiegate a più riprese; i vari e ripetuti approfondimenti effettuati nell'ambito militare e
tra le amicizie della coppia con sviluppo e verifica di ogni traccia investigativa; le ricerche ad
ampio raggio sui telefoni delle persone comunque coinvolte o legate alla coppia Parolisi/Rea; le
verifiche sui proprietari/conduttori di abitazioni della zona S. Marco - nota RONI 2.6.2011- e si
vedano le deleghe scritte di indagine inoltrate e le corrispondenti attività ). E' stata anche
approfondita accuratamente la questione dei militari del 123 0 Reggimento Chieti che si
trovavano ad operare nella zona del ritrovamento del cadavere il 18 e il 19 aprile senza ottenere
utili elementi [sono identificati e sentiti 23 militari oltre ad un altro gruppo di 5 militari che è
stato sentito più volte; cfr. atti trasmessi con nota RONI 12.6.2011 prot. 18/16-70].
Da ultimo, si consideri che, cn il suo comportamento processuale [PARO LISI si è sempre
avvalso della facoltà di non rispondere], l'indagato si è preclusa la possibilità di difendersi nel
merito, offrendo una lettura alternativa completa dei fatti, che vada ben al di là delle piccole e
grandi menzogne che fino ad oggi ha raccontato, per affiancarsi alla prospettazione accusatoria e
sorreggerla e adiuvarla nell'accetamento della verità.
Sussistono quindi a carico di P AROLISI SALVATORE gravi indizi di colpevolezza in ordine ai
delitti di omicidio volontario della moglie CARMELA REA - aggravato dalla crudeltà, dalla
minorata difesa e dalla relazione di parentela - e vilipendio e deturpamento di cadavere,
finalizzato a conseguire l'impunità del delitto di omicidio.
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Venendo alla valutazione della sussistenza e adeguatezza delle esigenze cautelari, il giudice
osserva quanto segue.
Sussistono in primo luogo specifiche e inderogabili esigenze attinenti alle indagini [tuttora
in corso] relative ai fatti per cui si procede, in relazione ad un concreto ed attuale pericolo
per l'acquisizione e la genuinità della prova [art. 274 letto a) c.p.p.], per le seguenti ragioni:
l'indagato ha avvicinato tutti i potenziali testimoni del processo, amici, colleghi, amiche della
moglie, invitando li a non riferire all' Autorità giudiziaria fatti e particolari assai importanti per il
prosieguo ed il buon esito delle indagini e comunque a tacere i problemi interni alla coppia e le
sue relazioni extraconiugali, rilevanti quanto al movente del delitto, che di conseguenza gli
inquirenti hanno scoperto assai più tardi e con estrema difficoltà; ha tentato di occultare il
telefono cellulare "dedicato" a LUDOVICA PERRONE, sul quale sono soltato da poco partiti,
in ritardo, gli accertamenti; ha ordinato a PERRONE di cancellare i contatti su Facebook; ha
costantemente mantenuto i contatti con PERRONE tentando di condizionarne in ogni modo le
dichiarazioni, per tutta la durata delle indagini; ha, con la condotta di vilipendio e deturpamento
di cadavere, posta in essere personalmente o per il tramite di terze persone, tentato di sviare le
indagini sull'omicidio, conducendole su di un binario morto. E' appena il caso di aggiungere
che sono in corso importanti e delicate indagini, finalizzate ad approfondimenti, verifiche e
ulteriori acquisizioni probatorie, per ricostruire con maggiore esattezza la dinamica omicidiaria,
il movente e la eventuale partecipazione di correi. In forza di quanto sopra, sussiste il concreto
pericolo che SALVATORE PAROLISI, se rimesso in libertà, attenti, come ha reiteratamente
fatto, alla genuinità delle fonti di prova, in particolare di quelle testimoni ali, ovvero tenti di
occultare e mascherare elementi di prova rilevanti non ancora acquisiti ma da lui conosciuti.
Sussiste inoltre il pericolo di reiterazione di reati della stessa specie di quelli per cui si procede
[art. 274 lett. c] c.p.p.], per le seguenti ragioni: il fatto-reato, cosÌ come contestato, è gravissimo,
essendo stata privata della vita, con modalità esecutive cruente e inutilmente crudeli, una
giovane donna di 28 anni, madre di una bambina di un anno e mezzo, ad opera del marito, che
ha approfittato persino della condizione di minorata difesa della vittima, impossibilitata a
muoversi agevolmente, morta per dissanguamento, e lasciata agonizzante in terra, sino
all'exitus, sopraggiunto non nella immediatezza, sicchè le sono state inferte sofferenze gratuite e
non necessarie; l'indagato, se ha vibrato personalmente le coltellate all'indirizzo della moglie,
presenta una scarsa o inesistente capacità di dominare e controllare gli impulsi aggressivi fino
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alle estreme conseguenze; se invece ha fatto agire terzi, allora ha mostrato una lucidità e una
freddezza micidiali dapprima nel condurre la moglie all'appuntamento con il suo assassino; di
poi, nell' imbastire una versione di comodo, nell' orchestrare elementi a proprio favore, nel
continuare imperturbabilmente a frequentare i genitori e i parenti della propria moglie uccisa.
Non è dubbio che è in atto una situazione potenzialmente e concretamente pericolosa, dove
taluno - anche tra i familiari e gli amici di CARMELA REA e proprio in relazione alla morte di
costei - si dovesse porre in contrasto con l'indagato, così creando i presupposti per nuovi fatti di
sangue. E' appena il caso di ricordare, poi, come "il concetto di "delitti della stessa specie",
rilevante ai fini della configurabilità del pericolo di reiterazione dei reati di cui all'art. 274, letto
c), c.p.p., deve essere inteso - avendo il legislatore valorizzato con tale espressione l'elemento
oggettivo - come riferito ai delitti che presentino lo specifico carattere comune costituito dal
bene primario posto a fondamento della fattispecie tipica ascritta all'indagato" [Casso II, sent.n.
1993 del 10.4.2000, Piras]: non è quindi necessario immaginare che, se lasciato libero,
PAROLISI SALVATORE possa commettere un nuovo omicidio, ma è sufficiente che possa
presumersi che egli sia pericoloso per l'incolumità fisica delle persone, in termini più generali e
sfumati [Casso 1, sent. n. 5636 del 21/12/1993, Moneti]. E non può essere dubbio che, secondo
l"'id quod plerunque accidit", e tenuto conto dei parametri di cui all'art. 133 c.p., sussista il
pericolo concreto, effettivo e realistico di reiterazione dell'attività criminosa nel senso sopra
spiegato, avuto riguardo alle modalità e circostanze del fatto ed alla personalità dell'indagato,
desunta dagli atti e dai comportamenti in concreto serbati, cruenti, violenti e crudeli, senza
necessità.
Sotto il profilo della adeguatezza, ovvero della congruità e idoneità della misura cautelare
richiesta a fronteggiare le esigenze cautelari sopra rappresentate, questa ultime sono di spessore
tale, che unica misura proporzionata appare quella della custodia in carcere, non potendo il
soddisfacimento delle esigenze di cui all'art. 274 letto a] e c], essere rimesso alla libera
determinazione dell'indagato ed al principio di affidamento e di autoresponsabilità, come
avverrebbe per qualsiasi altra misura diversa dal carcere. Ai sensi della sentenza 164/2011 della
Corte costituzionale, che ha derubricato da assoluta a relativa la presunzione di
indispensabilità della custodia cautelare in carcere nel caso dell' omicidio volontario, occorre
dare atto che l'omicidio commesso da PAROLISI SALVATORE ai danni della moglie, non può
essere ritenuto quale fatto meramente individuale, che trovi la sua matrice in pu1sioni
occasionali o passionali, correlate a speciali contingenze. Ciò avviene, ad es., come
esemplificato dalla Corte, per i fatti commessi in risposta a specifici comportamenti "lato sensu"
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185 provocatori della vittima; ma non può essere ritenuto nel caso di specie, dove l'indagato ha
mostrato capacità di organizzazione e di mistificazione della realtà fenomenica, sintomatica di
chiara capacità a delinquere che può presentarsi nuovamente in ogni momento, non appena ad
es. il prevenuto dovesse nuovamente entrare in contatto con testimoni e parenti della moglie [si
ricordi la freddezza con la quale ha trattato la moglie di PACIOLLA RAFFAELE, rea di avere
reso dichiarazioni a lui non favorevoli]. Difetta dunque il requisito della particolarità o della
specificità del "fattore scatenante", che ne potrebbe impedire la riproposizione. In definitiva,
NON risultano essere stati acquisiti elementi specifici, in relazione al caso concreto, dai
quali desumere che le esigenze cautelari possono essere soddisfatte con altre misure, meno
gravose.
Nella richiesta di misura cautelare formulata dall'Ufficio della Procura della Repubblica di
Teramo, si contestano per la prima volta il deturpamento di cadavere e la circostanza
aggravante della minorata difesa. Non è dubbio, pertanto, che debba essere fissato nuovo
interrogatorio di garanzia, a tutela del diritto di difesa, trattandosi di fatto "circostanziato"
nuovo, ulteriore e diverso, ex artt. 516 e 517 c.p.p., da quello ipotizzato nella ordinanza emessa
ai sensi dell'art. 291 comma 2 c.p.p. [Casso S.U. n. 39618 del 8.11.2001, Zaccardi; Casso III,
sent. n. 29924 del 17.4.2007, Cappuccio].
P.Q.M.
Letti gli artt. 27, 292, 294,273,274,275 c.p.p.; Corte Cost., sent. 9-12.5.2011, n. 164;
applica nei confronti di PAROLISI SALVATORE, sopra generalizzato, la misura cautelare
della custodia in carcere e, per l'effetto, conferma la ordinanza emessa, ex art. 292 comma 2
c.p.p., dal G.LP. presso il Tribunale di Ascoli Piceno, in data 18.7.2011, nei confornti del
medesimo indagato.
Fissa per l'interrogatorio di garanzia il giorno 4 agosto 2011, ore 09.30, presso la Casa Circ.le
di Teramo-Castrogno.
Manda alla cancelleria per gli adempimenti.
Teramo, 2 agosto 2011
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