Il battesimo - Edizioni Lipa
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Il battesimo - Edizioni Lipa
aaaaa Betel brevi saggi spirituali 20. Maria Campatelli Il battesimo Ogni giorno alle fonti della vita nuova “È il tempo quando fiorisce il tiglio” Lipa ©2007 Lipa Srl, Roma prima edizione: marzo 2007 Lipa Edizioni via Paolina, 25 00184 Roma ✆ 06 4747770 fax 06 485876 e-mail: [email protected] www.lipaonline.org Autore: Maria Campatelli Titolo: Il battesimo Sottotitolo: Ogni giorno alle fonti della vita nuova Collana: Betel Formato: 105x200 mm Pagine: 180 In copertina: particolare di un mosaico di Marko Ivan Rupnik Stampato nel marzo 2007 da Graficapuntoprint – Roma Proprietà letteraria riservata Printed in Italy codice ISBN 978-88-89667-08-8 “nos pisciculi secundum ijcqu`n nostrum Iesum Christum in aqua nascimur nec aliter quam in aqua permanendo salvi sumus” [noi, pesciolini, che prendiamo il nostro nome dall’ijcqu`~, Gesù Cristo, nasciamo nell’acqua e solo rimanendo in essa siamo salvati] Tertulliano, De baptismo I, 3 Il battesimo Ogni giorno alle fonti della vita nuova PRESENTAZIONE ............................................................ 9 INTRODUZIONE............................................................... Il mistero ......................................................................... Figure .............................................................................. Tempo sacro e tempo ordinario ..................................... Sul filo del rito ................................................................ I. LA PREPARAZIONE ...................................................... Il battesimo, atto ecclesiale ............................................ Il catecumenato .............................................................. La preparazione remota ................................................. La quaresima, preparazione immediata ......................... L’iscrizione ..................................................................... Gli esorcismi .................................................................. La catechesi.................................................................... La “traditio symboli”...................................................... La rinuncia a Satana e l’adesione a Cristo ..................... 12 12 14 19 26 29 29 33 33 37 39 43 48 52 58 II. IL BATTESIMO ........................................................... La spogliazione delle vesti............................................... La deposizione dell’uomo vecchio.................................. La parrêsía ritrovata....................................................... L’unzione prebattesimale ................................................ L’ordine unzione/battesimo ........................................... Il rushma........................................................................ Verso un’unzione prebattesimale catartica e protettrice ... Il punto .......................................................................... La consacrazione dell’acqua ........................................... L’acqua del Giordano..................................................... Acqua e Spirito............................................................... Il grembo dell’acqua....................................................... Il grembo di fuoco .......................................................... 66 67 68 70 76 76 80 86 89 91 93 96 100 103 7 Maria Campatelli - Il battesimo L’acqua del costato ......................................................... La materia resa trasparente............................................ Il bagno battesimale ....................................................... La formula battesimale .................................................. Morte e risurrezione....................................................... La croce di salvezza ........................................................ La perla .......................................................................... L’unzione postbattesimale .............................................. Una questione complessa ............................................... L’Unto e l’Unzione ........................................................ Crisma e sviluppo delle energie battesimali................... Crisma e sensi spirituali................................................. Le vesti bianche............................................................... I doni del battesimo ........................................................ L’inabitazione dello Spirito come incorporazione a Cristo......................................... La figliolanza ................................................................. Sacerdoti, re e profeti ..................................................... La processione alla chiesa e l’eucaristia.......................... 105 110 114 114 117 123 127 133 133 136 139 142 144 147 III. UNA VITA BATTESIMALE ........................................... I riti conclusivi................................................................. La settimana in albis...................................................... Una caparra ..................................................................... Sinergia .......................................................................... Il battesimo dei bambini................................................ I due battesimi ............................................................... Il battesimo delle lacrime............................................... Nascosti con Cristo in Dio.............................................. TRADUZIONI DELLE LITURGIE BATTESIMALI ORIENTALI IN ITALIANO.................................................................... 164 164 164 166 166 168 169 170 172 8 148 150 153 161 178 Alle volte si ha l’impressione che ci sia nell’aria la convinzione che tutti possano vivere la vita dell’uomo nuovo a prescindere dal battesimo. Come se il modo di pensare, sentire, volere e agire dell’uomo nuovo fosse raggiungibile semplicemente seguendo una determinata proposta culturale e dei dettami etici. Allora sorge spontanea la domanda sul perché battezzarsi, perché credere in Cristo, o, in modo ancora più radicale, su qual è il senso dell’opera di Cristo per l’uomo di oggi. Questo libro, in modo fresco e convincente, fa scoprire la novità radicale del battesimo proprio in riferimento alla vita in sé, ossia alla qualità della vita nuova donata nel sacramento del battesimo. Maria Campatelli presenta in queste pagine un approccio non consueto al battesimo. Tratta il battesimo inserito nel mistero e, di conseguenza, nella vita, nella Chiesa e nella storia personale. In ciò consiste uno dei principali meriti di questo testo, che lo rende anche affascinante. Siamo ormai abituati al fatto che, negli scritti su un tema del genere, gli approcci siano prevalentemente settoriali: quello dogmatico, quello storico, quello liturgico, quello pastorale, ecc. Qui ci muoviamo in un’ottica diversa e, direi, squisitamente spirituale: a partire dal rito si scopre il significato del battesimo in riferimento diretto alla novità di vita che esso genera, e 9 Maria Campatelli - Il battesimo questa novità di vita è presentata in modo che il lettore ne possa trarre ispirazione, cibare la propria vita spirituale, arricchendo la memoria del proprio battesimo e intuendo la sua incisività anche nella vita della Chiesa, nel suo ambiente, nella sua cultura. Per questo approccio, il testo assume un certo spessore, proprio perché fa leva sulla sapienza della Chiesa, cioè sulla sua Memoria, usufruendo dei tesori preziosi della sua Tradizione. Anche da questo punto di vista, si tratta di pagine piuttosto inconsuete, dal momento che, quando si considerano le diverse tradizioni, il fine che si persegue è solitamente un approccio comparativo o storico-critico. Qui invece la conoscenza delle altre Chiese apostoliche e del loro patrimonio liturgico è finalizzata ad una conoscenza spirituale, per cui tutto il tempo si sente presente il flusso della vita, e queste tradizioni, anche se antiche, nel testo sono attraenti perché vive. Questo è probabilmente anche l’ecumenismo più vero e più convincente, quando le altre Chiese vedono che si considerano le loro tradizioni da un punto di vista spirituale, cioè si rendono un nutrimento per le persone concrete di oggi. Ciò si collega in modo organico ad un’altra caratteristica esplicitata dal metodo della ricerca spirituale: se il battesimo ci innesta in Cristo, morto e risorto, ci trasporta nell’ottavo giorno, dove c’è una concordia, una coincidenza, una contemporaneità e un incontro organico di tutto in Cristo. Il metodo spirituale significa così, dal punto di vista dell’ottavo giorno, cercare nella storia dei sette giorni le rivelazioni e le anticipazioni dell’ottavo giorno. All’interno di una cultura profondamente umana, cioè segnata dalla dimensione dello spazio e del tempo, dunque dei sette giorni, il teologo, con 10 Presentazione il suo approccio spirituale, fa vedere la trama di cui è tessuto il corpo di Cristo che attraversa in modo concorde luoghi diversi, tempi diversi, Chiese diverse, circostanze e situazioni culturali diverse. In questo modo si manifesta una dinamica tra già e non ancora, tra la storia della Chiesa in mezzo ai popoli del mondo e la Gerusalemme celeste attesa. I due piani della liturgia, di Cristo presso il Padre nei cieli e nella storia della Chiesa, in questo metodo rappresentano quella dinamica creativa che tiene insieme l’inculturazione e la rivelazione, in un invitante processo della trasfigurazione. Per queste sue caratteristiche, gusteranno questo libro coloro che vogliono sentire i frutti del battesimo lungo tutti gli anni della vita e desiderano formarsi sulla sua misura. Ugualmente può essere di grande utilità a chi vorrebbe sapere perché i cristiani, nelle epoche in cui il battesimo era al centro della vita ecclesiale, erano così esuberanti di creatività e di vita, dal momento che coglievano il flusso che scorreva dentro di loro – la comunione con la vita personale di Dio. Il libro sarà apprezzato anche da coloro che avvertono che non si può ridurre la fede cristiana a un moralismo, un’ideologia o una esposizione di valori, e che intuiscono che essa è un fatto di vita, cioè di amore divinoumano. Soprattutto lo consiglio a quelli che solitamente non prendono in mano i libri di teologia perché li percepiscono inutili e scritti per i soli addetti ai lavori, ma cercano comunque qualcosa che li aiuti a pensare teologicamente. p. Marko Ivan Rupnik 11 Introduzione Il mistero Il principio di tutto è l’amore personale di un Dio personale, la vita sovrabbondante della comunione che le tre Persone divine si donano reciprocamente. Non ci sono nomi per dire questa comunione che affonda nella pienezza abissale del grembo del Padre. O meglio. I nomi sono tanti, ma sono i nomi creati di colui al quale è impossibile dare un nome. Infatti, non si può comprendere Dio dal di fuori, perché per lui non c’è un fuori: “in lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,28). Inoltre, il Dio Amore non è un oggetto di conoscenza. Dio è Persona. E la persona, come l’amore, è costituita da un principio di libertà che si sottrae ad ogni categorizzazione. Perciò il contenuto di questo amore è chiuso ad una mentalità analitica, quantitativa, oggettuale. Sfugge ai concetti. I concetti hanno sempre una segreta volontà di classificare, di possedere, e quindi sono impotenti ad afferrare colui che possiamo solo ammettere, riconoscere, adorare, dopo essere stati noi a lasciarci afferrare per essere attratti nella pienezza della sua vita divina. 12 Introduzione Ma l’indicibilità, l’inesauribilità di questo principio personale del Dio Amore, che sfugge ad ogni determinazione, non è un muro alto e inaccessibile contro il quale si può solo sbattere. È lui stesso a farsi accessibile e a venirci incontro nella rivelazione. Proprio perché è Amore, Dio si comunica: “Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato” (Gv 1,18). Ora, da sempre la Chiesa ha chiamato mistero, mystêrion, anche lo spazio in cui è possibile avere accesso a questa rivelazione, lo spazio dove due mondi, il divino e l’umano, si toccano e si comunicano, lo spazio in cui si è compiuta “la rivelazione del mistero taciuto per secoli eterni” (Rm 16,25). Gesù Cristo, Diouomo, è questo “spazio”. In lui il mistero non è un limite inaccessibile che ci è imposto, ma un Dio personale che si fa liberamente conoscere. Tutta la sua vita è la sede per eccellenza del mistero: Cristo contiene il disegno di Dio sull’umanità, un disegno che si manifesta, si realizza e si comunica secondo una storia sapientemente ordinata tutta incentrata su di lui: prima di lui e dopo di lui. Prima di Cristo tutto tende a lui, e dopo Cristo tutto deriva da lui. Per questo, questa storia, questo mistero, può essere semplicemente detto, con san Paolo, il “mistero di Cristo” (Ef 3,4). Dopo l’ascensione, Cristo è presente presso il Padre nel suo corpo glorioso e qui sulla terra nel suo corpo ecclesiale che, continuando a maturare e a vivere nella storia, sale progressivamente verso il trono di Dio. Da allora, il mistero che si è rivelato e comunicato a noi in Cristo attraverso degli eventi della storia della salvezza avvenuti “una volta per tutte” si manifesta, si attualizza e si comunica nel mistero della 13 Maria Campatelli - Il battesimo Chiesa, “sacramento fondamentale della salvezza”, grande sacramento della misericordia di Dio e della sua salvezza, e nei misteri che essa celebra.1 Così, il mistero è l’abisso insondabile dell’amore di Dio, il mistero è Cristo, nel quale “abita corporalmente tutta la pienezza della divinità” (Col 2,9), e il mistero è “Cristo in noi” (cf Col 1,27). Figure Quando san Paolo dice che nella “pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio” (Gal 4,4) e che in Gesù Cristo si è compiuta “la rivelazione del mistero taciuto per secoli eterni” (Rm 16,25), ci insegna che ci sono tempi più preziosi di altri che gettano luce sui restanti. E quando il vangelo di Giovanni parla del pane e del “vero pane” (cf Gv 6,32), suggerisce che ci può essere un pane “più pane” di un altro, che esistono diversi livelli della realtà. 1 Se, come hanno dimostrato Ch. Mohrmann e la scuola di Nimega, dal III secolo in poi nella tradizione latina si sono affermate due parole per esprimere due aspetti della stessa realtà – sacramento per il significante e mistero per il significato –, le lingue orientali hanno mantenuto la stessa parola: mystêrion in greco, råzâ in siriaco, sirr in arabo, tajna/tainstvo nelle lingue slave. Il sacramento, come segno e come mezzo, è fondato sul mistero che gli preesiste, ma che opera ed è significato per mezzo suo. Perciò, sulla descrizione dei riti, come faremo più avanti, si può fondare la contemplazione dei santi misteri, l’iniziazione dell’uomo ai disegni di Dio, alla sua azione e alla sua stessa Persona. 14 Introduzione Questa conoscenza ha permesso alla Chiesa di stabilire con immediatezza delle connessioni tra i tempi, gli eventi storici, le cose. Se tutto è stato creato per mezzo del Verbo (cf Gv 1,3), la creazione porta scritta in sé la traccia del Lógos: il mondo è un sacramento di Dio e un grande simbolo cristologico. Il mondo visibile e la sua storia sono legati al mondo invisibile da un insieme di fili, di nessi che si esprimono nei simboli. Dio cioè ha riempito la creazione delle sue tracce, inadeguati eppure validi indicatori puntati verso di lui; ha dato all’uomo una mente e la facoltà della parola con le quali può apprezzare questi indicatori, esprimerli e seguirli alla luce del dono della fede. Forse l’uomo moderno non ha più il gusto di questo genere di conoscenza, eppure il simbolo è una forma permanente della conoscenza di Dio. Il simbolo è la manifestazione e una sorta di presenza dell’invisibile nel visibile. Attraverso ciascuno dei simboli, si rivelano certi aspetti della realtà di Dio, e tuttavia questi simboli non ne esauriscono tutta la ricchezza e l’inattingibilità. Per i Padri, esisteva un doppio genere di simboli: i simboli della natura e i simboli della Scrittura. I simboli naturali sono la manifestazione divina attraverso il mondo sensibile. L’olio, la perla, la luce, il fuoco, l’albero, il concepimento, la nascita, la paternità e la maternità: tutto diventa il “vestiario dei nomi” con cui Dio si fa conoscere agli uomini attraverso immagini tratte dalla loro esperienza ordinaria. Dio tuttavia si rivela non solo nella natura delle cose, ma anche negli eventi storici che costituiscono la storia sacra: l’elezione di Abramo, l’uscita dall’Egitto, l’entrata nella terra promessa, il sacerdozio di Aronne, la regalità di Da15 Maria Campatelli - Il battesimo vide... Nasce il simbolo biblico, attraverso il quale è possibile cogliere una corrispondenza tra i diversi momenti della storia sacra. Nella misura in cui si dispiega il piano di Dio, si rende evidente che le sue azioni presentano tra di loro delle corrispondenze. Tra il diluvio, la passione di Cristo, il battesimo cristiano e l’ultimo giudizio, ad esempio, c’è una stretta corrispondenza: a livelli diversi del piano di Dio, si manifesta ogni volta che c’è un giudizio di Dio su un mondo peccatore, come c’è una misericordia divina che risparmia un uomo perché sia il principio di una nuova creazione. Allo stesso modo, la creazione ci permette di comprendere il perché della nascita verginale di Gesù: nel concepimento di Cristo, come nella creazione di Adamo, c’è un inizio assoluto. Il nuovo Adamo deve essere suscitato in una terra vergine e la sua nascita è un nuovo atto creatore. Questa corrispondenza è stata indicata dai Padri con il nome di tipo, figura, e il compimento delle figure antiche antitipo: Adamo è figura (t˘pos) di Cristo (cf Rm 5,14) e il battesimo è antitipo (antítypos) del diluvio (cf 1Pt 3,21). Non si tratta di un semplice processo pedagogico, ma della manifestazione della profonda unità del disegno di Dio e della perfetta compaginazione della storia della salvezza, attraverso il legame che ne unisce gli avvenimenti fondamentali. Le grandi decisioni di Dio che costituiscono la storia non finiscono, ma fanno vedere che essa “passa da inizio in inizio, attraverso inizi che non hanno mai fine”.2 2 Gregorio di Nissa, Omelie sul Cantico dei Cantici 13. 16 Introduzione Una chiarificazione: non si tratta di essere fondamentalisti nella nostra comprensione della Bibbia. Se è vero che i Padri ne accettano tanti racconti in modo meno problematico degli esegeti moderni, è altrettanto chiaro che non sono semplicioni e che comprendono il linguaggio e il metodo della Bibbia come un simbolo, piuttosto che come delle affermazioni semplicemente letteraliste. Questo simbolo non è il passepartout magico dell’allegorismo, che ha un senso prettamente morale, ma la capacità di vedere, attraverso la luce della fede, l’infrastruttura coesiva di fili che cuciono insieme le diverse parti della creazione e sono presenti nei due testimoni di Dio, la Natura e la Scrittura. Tipi e simboli sono perciò i mezzi che ci abilitano a vedere l’interconnessione di ogni cosa, e quindi il suo significato nascosto, e allo stesso tempo ad accogliere la rivelazione mantenendo però intatto il mistero divino, dal momento che si è coscienti di tutta l’inadeguatezza dei concetti e dei simboli per esprimerlo pienamente. Per dare un’idea di questo stile, ecco quello che dice Efrem il Siro: “Ci sono alcuni che si accontentano di attaccarsi alle frange della verità, ed essa, per il suo vigore, impedisce loro di cadere. Quanto a te, non arrestarti allo splendore apparente delle parole che, prese per il loro senso esteriore, nascondono il vero senso del racconto; ma scruta il loro senso profondo e a cosa si riferiscono. Non ti rifugiare in strade traverse, ma in un argomento solido e sano, nel Testamento in cui lo Spirito ha dipinto le membra di Cristo, per mostrare attraverso i simboli manifesti la sua forma nascosta; perché egli ha significato grandi cose per mezzo di 17 Maria Campatelli - Il battesimo piccole e per cose manifeste ha reso visibili cose che erano nascoste. Egli ha significato i tempi, ha fatto conoscere i numeri, ha ordinato le ore, ha messo del mistero nei nomi e della finezza nelle distinzioni”.3 Natura e Scrittura sono ordinate a Cristo, come abbiamo visto. Ma cose ed eventi storici non smettono di rivelare Dio anche dopo l’Incarnazione, che compie tutti i simboli: sono incorporati alla verità che hanno annunciato e continuano ad adempiere il loro ruolo di conoscenza e di rivelazione nei sacramenti della Chiesa, grazie ai quali la nostra relazione con Dio non si limita all’ordine della conoscenza, ma siamo resi partecipi di ciò che ci è rivelato. I tipi e i simboli che annunciano le realtà spirituali non sono soppressi con il realizzarsi della realtà significata, ma sono assunti da essa e ne formano una parte integrante. La storia sacra non è allora solo quella dei due Testamenti, ma continua in mezzo a noi. La forza simbolica della tipologia è progressiva: il tempo della Chiesa è il compimento o la realtà in relazione ai tipi dell’Antico Testamento, ma la Chiesa stessa è solo il tipo del regno escatologico, della fine dei tempi. Le immagini di Dio hanno quindi anche una relazione con il futuro. Questa tipologia progressiva suggerisce così un cammino. Ancora Efrem lo descrive in uno dei suoi poemi: si tratta del percorso stabilito da Dio 3 Commento sul Diatessaron XXII, 3: SC 121 (1966) 396. Quando non si danno indicazioni ulteriori, per le opere di Efrem si fa riferimento alle edizioni del CSCO. Per una introduzione ad Efrem cf S. Brock, L’occhio luminoso. La visione spirituale di sant’Efrem, tr. it. Roma 1999. 18 Introduzione “dall’albero [di vita] alla croce: dal legno al legno e da Eden a Sion, da Sion alla santa Chiesa e dalla Chiesa al regno” (Inni contro le eresie 26,4). Avere una mentalità del genere è un buon presupposto per entrare nella liturgia e nel mistero che ci comunica. I sacramenti continuano in mezzo a noi le grandi opere di Dio dell’Antico e del Nuovo Testamento. Per questo nella Chiesa antica si dedicava tanto spazio alla spiegazione del significato del rito liturgico, basandosi su questa simbolica biblica, considerata di grande importanza nella formazione dei fedeli. Tempo sacro e tempo ordinario I tanti studi che si sono susseguiti negli ultimi decenni sul battesimo4 hanno fatto vedere che non si può parlare di una pratica originale unica – e perciò normativa – dell’iniziazione cristiana, secondo una successione ben fissa degli elementi rituali, ma di una varietà di pratiche locali. Le diverse tradizioni presenti nella Chiesa antica si sono assimilate le une alle altre solo tardivamente e non si sono mai fuse completamente. Come vedremo, soprattutto due modi di comprendere il battesimo, entrambi basati sul Nuovo Testamento, stanno all’origine delle maggiori diversità rituali: il battesimo descritto come una rinascita, sulla 4 Per una rassegna delle ricerche in questo campo, anche se ormai un po’ datata, cf G. Kretschmar, “Nouvelle recherches sur l’initiation chrétienne”, La Maison-Dieu 132 (1977) 7-32. 19 Maria Campatelli - Il battesimo base di Gv 3 e del battesimo stesso di Gesù, e il battesimo come partecipazione alla morte di Cristo, secondo l’interpretazione che ne dà san Paolo in Rm 6 (oppure in Col 2,12ss), per risorgere a vita nuova. È chiaro che ciascuno di questi modelli interpretativi porta con sé dei simboli che plasmano il rituale: nel primo caso, ad esempio, il fonte battesimale è visto come un seno materno, nel secondo come un sepolcro. Ma è interessante che, nonostante nell’uno o nell’altro caso ci sia la prevalenza di certe immagini e la loro rappresentazione nei riti battesimali, il contenuto associato alle altre è comunque presente. Così, ad esempio, nell’antica tradizione siriaca, dove il modello interpretativo del battesimo era quello della rinascita giovannea, questo non impedisce ad Efrem – esponente di questa antica tradizione – di affermare che il battesimo di Cristo è un’anticipazione della sua morte e della sua risurrezione, per cui il battesimo della croce ci spiega che cosa sia il battesimo dell’acqua: “Non ti meravigliare, Giovanni, di avermi battezzato, perché dovrò ancora ricevere da una donna un battesimo di profumo: Essa lo conserverà per il giorno della mia sepoltura (Gv 12,7), parole che caratterizzano la morte del Signore come un battesimo”.5 oppure, negli Inni sull’Epifania: “La sua nascita transitò e si attaccò al battesimo. Anche il suo battesimo transitò verso la morte. La sua morte giunse di fila alla risurrezione. 5 Commento sul Diatessaron III, 17 (arm.). 20 Introduzione Un ponte a quattro corsie per il suo regno: ecco che il suo gregge [vi] passa sulle sue orme” [(10,9).6 E, in modo speculare, anche nella tradizione latina, dove sembrano prevalere le immagini paoline, il battesimo è frequentemente descritto come una rinascita: “Qui il popolo di una razza divina nasce per il cielo, lo Spirito dà loro vita in acque fertili. La Madre Chiesa, in queste acque, dà alla luce i suoi [figli che come frutto verginale ha concepito dallo Spirito [Santo”.7 Il battesimo allora può essere visto allo stesso tempo come nascita e come morte perché tramite il sacramento noi entriamo nel mistero di Cristo, si squarcia il tempo lineare, cronologico, storico, ed entriamo in un’altra dimensione dove tutto si tocca, si compenetra. Gli studiosi delle religioni conoscono la differenza 6 Gli inni di questo ciclo sono tradotti in italiano sotto il nome di Efrem, anche se la loro attribuzione è incerta, insieme al ciclo sulla Natività in I. de Francesco, Efrem il Siro, Inni sulla Natività e sull’Epifania, Milano 2003. 7 Iscrizione sul battistero di San Giovanni in Laterano, cit. in M.E. Johnson, “Baptism as ‘New Birth ex Acqua et Spiritu’: a Preliminary Investigation of Western Liturgical Sources”, in R.F. Taft & G. Winkler (edd.), Comparative Liturgy Fifty Years after Anton Baumstark (1872-1948), Acts of the International Congress, Rome 25-29 September 1998, Roma 2001 (= OCA 265) 790, che fornisce ampi esempi dell’abbondanza della chiave interpretativa della rinascita nella comprensione del battesimo nelle antiche fonti liturgiche occidentali. 21 Maria Campatelli - Il battesimo tra il tempo storico, ordinario, e il tempo sacro. Il tempo storico è quello lineare, che si snoda tra passato, presente e futuro. Il tempo sacro è invece un tempo che è determinato non dalla sua collocazione sulla linea del tempo ordinario, ma dall’importanza del suo contenuto, che lo rende un “eterno presente” al quale si può attingere e che continua ad essere efficace in certi momenti del tempo storico, per il fatto di essere eternamente presente. Questa intuizione, che si trova in quasi tutte le religioni, nel cristianesimo assume un approfondimento unico e nello stesso tempo un salto di qualità, dal momento che la storia diventa la nuova dimensione della presenza di Dio nel mondo: per il fatto che Gesù, Dio incarnato, assume un’esistenza umana storicamente condizionata, la storia diventa capace di santificazione. Il tempo dei vangeli non è un mitico tempo delle origini, ma un tempo storico preciso, santificato dalla presenza del Signore che gli conferisce senso di compimento. Quanto Cristo ha santificato con la sua presenza nella sua vita storica non appartiene solo ad un tempo passato, ma anche ad oggi. Nel tempo liturgico, grazie allo Spirito Santo, che opera la congiunzione dei due tempi, tutto converge in una unità singolare e noi che oggi partecipiamo alla liturgia siamo trasportati al momento in cui Gesù è vissuto, morto, risuscitato e possiamo attingere ai benefici che questi eventi hanno riversato sul mondo. Dumitru St™niloae, noto teologo romeno morto nel 1993, ha una ricca riflessione a questo proposito.8 8 Cf Teologia dogmatic™ ortodox™, I, Bucare≥t 1978, 177- 22 Introduzione Egli rifiuta di opporre, in una prospettiva che – dice – sarebbe più indù che biblica, l’eternità al tempo, l’infinito allo spazio, e cerca di spiegare invece come il tempo e lo spazio siano le dimensioni in cui la creazione fa il suo apprendistato del mistero della Trinità, cioè dell’amore. In Dio, la risposta di amore di ogni Persona divina alle altre è istantanea: l’eternità qui significa piuttosto “immediata reciprocità”. L’uomo invece ha bisogno del tempo come prova della sua libertà e come possibilità di maturazione nell’amore. Ma siccome gli uomini con il peccato sono affondati ciecamente nel tempo, e questo ha significato separazione e distanza, facendo sì che non vi abbiano trovato che morte e vuoto, Dio è venuto tra di loro. In Cristo l’eternità si fa tempo, perché è amore, e il tempo si fa eternità, perché Gesù è risposta d’amore. Nell’evento di Cristo si ricapitola il tempo, perché al dono di Dio l’uomo risponde immediatamente (cf 2Cor 1,20): Gesù è l’uomo definitivamente presente a Dio e Dio definitivamente presente all’uomo. Allo stesso modo, lo spazio trova il suo fondamento nell’infinito di Dio, un infinito di differenza nell’unità. Ma mentre in Dio l’alterità è immediatamente trasparenza, “la distanza che separa [le persone create] da questa perfezione assume la forma dello spazio... forma che rende possibile il movimento delle creature tra di loro e verso Dio”.9 In Cristo, lo spazio non separa 204. Allo stesso modo è estremamente ricca la riflessione di S. Bulgakov, “Eternità e tempo”, in L’Agnello di Dio, tr. it. Roma 1990, 186-91. 9 Teologia dogmatic™ ortodox™, cit., 200. 23 Maria Campatelli - Il battesimo più, ma partecipa dell’onnipresenza divina. Finché spazio e tempo rimangono fuori dall’amore, nell’egoismo, sono tanti punti impermeabili, fatti di un prima e di un dopo, di un qui e di un lì. Quando entrano nell’amore, tutto si compenetra, tutto diventa compresente e anche la materia smette di respingere (Cristo, dopo la risurrezione, entra a porte chiuse). Noi non dobbiamo più cercare Dio nel passato, ma oggi in Cristo, al quale il suo Spirito ci mette in comunione. E nel suo corpo glorioso trovano spazio tutte quelle persone e quegli eventi che nel tempo storico si sono così strettamente intrecciati con lui da diventarne parte. Per questo, nella liturgia, ciò che appare ad uno spirito logico come pura incoerenza è in realtà un’allusione alla pienezza del mistero: il paradosso, ad esempio, del fonte battesimale, descritto allo stesso tempo come grembo e tomba (come troviamo in molti formulari) non è una contraddizione, ma il modo di introdurci ad una conoscenza di Dio che va al di là dei mezzi umani di descrizione razionale. Diventa chiaro allora perché degli eventi che hanno potuto prodursi in epoche diverse del tempo storico, ma che sono stati penetrati dall’amore del Figlio di Dio, e quindi resi partecipi dello stesso contenuto salvifico – come, ad esempio, la nascita di Cristo, il suo battesimo, la crocifissione, la discesa agli inferi e la risurrezione – sono uniti nel tempo sacro, con il risultato che tutto il loro contenuto di salvezza può essere localizzato in ciascuno di questi momenti, che pure si sono verificati uno successivamente all’altro nel tempo lineare. Questo spiega perché, nel nostro caso, il battesimo di Cristo sia stato compreso come l’origine e la 24 Introduzione fonte di ogni battesimo cristiano nella primitiva tradizione siriaca, anche se nel tempo ordinario è venuto prima della morte e della risurrezione di Cristo. E spiega anche perché nella tradizione siriaca gli effetti totali dell’incarnazione siano stati localizzati nei “tre grembi” dove ha soggiornato Cristo: il grembo di Maria, il grembo del Giordano, il grembo dello Sheol, dando luogo a tanti paralleli tra il ruolo di Maria e il ruolo del Giordano (che rappresenta il fonte battesimale) e tra lo scopo del battesimo di Cristo e lo scopo della sua discesa allo Sheol. Ciascuno di questi eventi della vita di Cristo, concluso nel tempo, ha un significato sovra-temporale che, espresso nel linguaggio del tempo, va al di là del tempo. Perciò hanno una portata universale, una risonanza cosmica, e raggiungono tutti i momenti della storia, anche “a ritroso”, se nella discesa agli inferi Cristo offre la liberazione della sua pasqua ai giusti dell’antica alleanza. Sempre ogni mistero della vita di Cristo è la porta per tutto il mistero (per questo, nelle icone della Natività, Cristo è deposto nella culla-sarcofago). Ma il battesimo è “più porta” degli altri, perché con esso si fa il nostro ingresso nel tempo sacro, nella storia della salvezza, nel regno di Dio. Perciò Cabasilas lo vede come il sacramento delle porte del regno: “... quando il Salvatore si degnò di ricevere il battesimo di Giovanni, ... aprì i cieli, insegnandoci così che per mezzo del battesimo vedremo le regioni celesti. Quando dichiara che non può entrare nella vita chi non è battezzato (cf Gv 3,5), allude al santo lavacro come ad un ingresso e ad una porta” (La vita in Cristo I, 24-25). 25 Maria Campatelli - Il battesimo Cita poi il Sal 117,19-20, Apritemi le porte della giustizia, per concludere: “Per questo motivo, i santi misteri meritano di essere chiamati porte della giustizia, perché la filantropia e la bontà suprema di Dio per la nostra razza, che sono la virtù e la giustizia divina, hanno creato per noi questo ingresso per entrare in cielo” (ibid. I, 29). Sul filo del rito Se guardiamo ai grandi commentari patristici sul battesimo, a partire già da Tertulliano, vediamo che dedicano una grande attenzione a spiegare passo per passo il rito battesimale. Questa attenzione al rito si spiega con il fatto che, essendo il rito la manifestazione, l’epifania di ciò che si compie tramite esso, è anche il mezzo della sua conoscenza e la sua spiegazione. Il rito cioè rivela e compie quanto la Chiesa crede che accada per mezzo di questo fare. Il mistero porta al simbolo, trova cioè una manifestazione a sé conforme in un insieme di azioni, di gesti che diventano espressione di una realtà spirituale. Non si tratta però di semplice pedagogia, ma di una via di comunione: ciò che viene fatto e detto e ciò che succede, il segno e il suo significato, coincidono. “Il battesimo – come diceva Schmemann – è ciò che rappresenta”.10 Per questo motivo, anche qui cercheremo di cogliere ciò che significa il battesimo nella vita cristiana lasciandoci ispirare dagli elementi del rito. Faremo 10 Of Water and the Spirit, Crestwood, NY, 1995, 56. 26 Introduzione questo visitando anche gli altri riti delle Chiese di tradizione apostolica e gli autori antichi che ci aiutano a dischiuderne il senso.11 Qualcuno potrebbe obiettare che gli elementi del rito hanno un significato diverso a seconda della tradizione cristiana a cui appartengono, che sono come le parole di una lingua, che si possono capire solo all’interno del contesto che le utilizza. E qualcun altro potrebbe aggrottare le ciglia, vedendo la disinvoltura con cui sono accostati non solo testi di rituali diversi, ma anche autori appartenenti ad aree geografiche e tempi diversi. È vero: sia il rito che la teologia dell’iniziazione cristiana sono diversi tra oriente e occidente da tempo immemorabile, ma questo non impedi11 Nella profusione di studi attinenti al battesimo, sono debitrice soprattutto a quelli di Sebastian Brock sulla tradizione siriaca, illuminanti e ricchi di nutrimento spirituale. Sono di grande interesse anche gli studi di Gabriele Winkler e sempre utili quelli di Jean Daniélou. Ne saranno fornite le indicazioni di volta in volta. Per il carattere del libro, ho tentato di ridurre le note al massimo. Perciò anche le fonti patristiche sono date con il riferimento al libro, capitolo, paragrafo, senza indicazione dell’edizione, dove ho giudicato che questo sarebbe stato sufficiente (tranne nel caso in cui l’opera non presenti una suddivisione comune, per cui ho dovuto far riferimento ad un’edizione precisa). Per quanto riguarda i riti battesimali, alla fine del libro elenco le traduzioni in italiano o, qualora non esistano, traduzioni in lingue europee più accessibili dell’originale. Per il resto, i riferimenti a fonti secondarie sono limitati o al rendere ragione di idee che ho assunto da quell’autore o maturato in riferimento a lui, oppure all’indicare gli studi per me illuminanti in quel settore. Sono inoltre grata a p. Robert Taft che ha avuto la gentilezza di leggere e discutere questo testo prima della pubblicazione. 27 Maria Campatelli - Il battesimo sce che esista un’unità del battesimo nella pluralità delle tradizioni e che il sistema simbolico che sottostà ai formulari battesimali sia a grandi linee lo stesso in tutte le Chiese. La sua unità non risiede in un certo svolgimento di un rito determinato, ma dall’opera di salvezza di Cristo che si comunica ai battezzati. Perciò, nelle diverse tradizioni esiste una comprensione generale e comune del battesimo che ci permette di comparare gli elementi diversi dei loro rituali. E, se una tradizione sviluppa maggiormente un aspetto che nella nostra è più in ombra, la conoscenza dell’altro può portare solo ad una maggiore ricchezza e ad una più grande comprensione del battesimo stesso. Tutto ciò che è di Cristo è nostro e contribuisce ad approfondire la sua conoscenza e a muovere il cuore verso di lui. L’uomo, diceva Vjaãeslav Ivanov, è uno specchio vivo. Conosce quindi le cose in una maniera riflessa. Ha bisogno allora di un altro specchio, speculum speculi, per raddrizzare l’immagine che lui vede. Questo secondo specchio che corregge il primo è un altro uomo. La verità viene fuori in modo più pieno solo se è contemplata in un altro: “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20). Allo stesso modo, la conoscenza più adeguata che possiamo avere del mistero è possibile soltanto nella comunione, cioè in una Chiesa comunione di Chiese.12 12 Cf V. Ivanov, Religioznoe delo Vladimira Solov’ëva, in Sobranie Soãinenij III, Bruxelles 1979, 295ss. 28 1. La preparazione Il battesimo, atto ecclesiale Man mano che procederemo, vedremo che è costante la presenza della comunità dei credenti: nell’accoglienza, nel discernimento sull’idoneità del candidato, nelle fasi della preparazione, all’uscita dalla vasca battesimale, c’è sempre la Chiesa, che si prepara, insieme al neofita, ad accogliere un nuovo membro. Il Concilio Vaticano II ci ha ricordato il legame essenziale tra il battesimo e l’incorporazione alla Chiesa (cf LG 11, 14, 31, 32; UR 22). Con lo stesso atto, la persona che è battezzata è resa membro di Cristo, membro del suo corpo. Là dove c’è vero battesimo, c’è quindi l’ingresso nell’unica Chiesa.1 Non 1 Questo spiega anche l’importanza del battesimo nella ricerca dell’unità della Chiesa. Come ha sottolineato il decreto sull’ecumenismo del Vaticano II Unitatis redintegratio, il battesimo viene al primo posto nella ricerca dell’unità. Ammettere un battesimo al di fuori dello spazio occupato dalla propria Chiesa è ammettere che la Chiesa esiste al di fuori della nostra Chiesa. È la teologia di LG 8, commentata da UR 3-4 e LG 14-15. Esiste un solo battesimo, grazie al quale siamo incorporati al mistero profondo, invisi- 29