Intervista a Paul Dowswell

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Intervista a Paul Dowswell
L’inglese Paul Dowswell è arrivato in Italia nel gennaio 2010 con
Ausländer (Feltrinelli Kids), un gran bel romanzo storico sul nazismo
che ci ha fatto venir voglia di conoscere lui e gli altri suoi libri. È
autore prolifico e appassionato con all’attivo un numero impressionante di titoli, non solo di narrativa ma anche e soprattutto di divulgazione storica, scientifica, musicale. Lo scorso anno abbiamo inserito il suo romanzo all’interno della bibliografia Xanadu: Ausländer
ha ottenuto un enorme successo ed è stato votato dai ragazzi del
biennio superiore come miglior libro. Abbiamo quindi invitato Paul
Dowswell a Bologna in occasione della festa finale del progetto, e
nei confronti dei giovani lettori lo scrittore inglese ha dato prova
di grande umanità e professionalità, preparazione ed entusiasmo.
Ora che è in arrivo in Italia, sempre per Feltrinelli, il nuovo Sektion
20 (Il ragazzo di Berlino), sulla Guerra Fredda, abbiamo voluto ricontattarlo per chiedergli un’intervista. Per ulteriori informazioni, ha un
sito molto ricco e aggiornato: www.pauldowswell.co.uk/
Nicola Galli Laforest
e Barbara Servidori
Intervista
a Paul
Dowswell
Grazie infinite, Paul, per aver accettato di parlare con noi e di rispondere ad alcune domande.
In Italia conosciamo purtroppo solo uno dei tuoi titoli. Leggendolo, e
poi scorrendo la lunga lista delle tue pubblicazioni di fiction e nonfiction, appare chiara una vocazione alla divulgazione, l’entusiasmo
per la tramissione ad altri di fatti di storia o scienza. E su tutto traspare la passione, e uno sguardo curioso, per la storia, la natura, la
musica, l’avventura. Sembra che tu voglia contagiare gli altri con
l’entusiasmo per tutto ciò che ami. È così? Da dove nasce il tuo amore
per la divulgazione? Qual è la situazione del mercato inglese in questo settore, in particolare quello rivolto ai ragazzi?
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Quasi tutto diventa interessante se te lo spiegano le persone
giuste! Perché no. È così che funziona il mondo. E questo è interessante per forza. Non sono particolarmente brillante, ma sono curioso. Puoi fare molta strada se sei curioso. Ho scritto libri su un sacco
di argomenti diversi, perché mi era stato chiesto di scriverli da editori di saggistica – è così che funziona in Gran Bretagna. Un editore
ha un’idea e la commissiona a uno scrittore in grado di spiegarla
bene a un pubblico di lettori specifici. Con la narrativa, che è la mia
attività principale oggi, l’idea viene dallo scrittore. Così il libro è più
una sua creazione.
Se scopri qualcosa di interessante lo vuoi condividere con gli altri. La mia speranza, in quanto scrittore, è contribuire a suscitare nel
lettore interesse per un argomento. In Gran Bretagna siamo fortunati ad avere un’industria molto ben sviluppata e un mercato consolidato sia per la narrativa che per la saggistica. Non so perché, ma
molti scrittori inglesi riescono a vendere in tutto il mondo – forse è a
causa del nostro ex Impero, e a causa del fatto che negli Stati Uniti
si parla inglese. Sono sempre contento quando i miei libri vengono
tradotti anche in altre lingue.
Sei abituato a incontrare molte classi, nel tuo paese e all’estero. Sulla
base della tua esperienza, che impressione ti sei fatto del rapporto
tra giovani e Storia? È vero quel che vuole il senso comune, cioè che i
giovani non sono interessati al passato?
Credo dipenda da come è insegnata la storia. Se insegni storia
come una sequenza di re e regine e date, chi non si annoierebbe? Conosco alcuni ragazzi che dicono che la storia è noiosa – me lo dicono
quando vado nelle scuole. Ma la maggior parte dei ragazzi guarda
poi i film sulla Seconda Guerra Mondiale, o l’Antica Roma, o la Londra
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Vittoriana di Sherlock Holmes. La Storia è ovunque nei programmi di
intrattenimento per bambini e ragazzi – al cinema, in TV, a teatro, nei
videogame, nei romanzi… anche chi dice che è annoiato dalla storia
a scuola, continuerà a guardare Russell Crowe ne Il Gladiatore!
Mi piace la storia perché penso possa essere strana quanto il
fantasy o la fantascienza – ma è accaduta per davvero! Hitler e il
nazismo, per esempio, continuano a ispirare tutta una serie di storie
fantasy o fantascientifiche – i più grandi nemici di Dr Who (i Dalek)
sono ispirati direttamente ai nazisti, così come le Truppe d’Assalto
di Darth Vader nei film di Guerre Stellari. La Storia è piena di storie appassionanti: dai miti dell’Antico Egitto ai processi alle streghe
nell’America coloniale, o all’imposizione forzata di nuove ideologie
politiche su intere società come nell’Unione Sovietica… Quello che
più stupisce è che le persone ci credevano all’epoca, come è certo
che io e voi crediamo che Barack Obama sia il Presidente degli Stati
Uniti o che la luna giri intorno alla terra.
Credo anche, e fortemente, che abbiamo bisogno di guardare
alla storia per ricordarci delle conseguenze dell’integralismo politico e religioso, dell’intolleranza, del fanatismo. Per questo è importante cercare di renderla interessante ai bambini e agli adolescenti.
L’Olocausto, le purghe di Stalin, la disastrosa gestione di Mao dell’economia cinese, l’ossessione per la stregoneria nell’Europa medievale… spero che questi terribili eventi non si ripetano mai più, ma
sospetto che continueranno ad accadere, in una forma o nell’altra.
Anche di recente, nell’arco della nostra vita, abbiamo assistito agli
orribili massacri nella ex Jugoslavia e in Ruanda, al bizzarro fascismo religioso dell’Afghanistan…
La libertà di pensiero è un aspetto vitale del benessere umano,
della felicità e del progresso. Hitler, Stalin, l’Inquisizione, i Talebani
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erano, e sono, forze direttamente contrarie alla libertà. Hanno in
comune la convinzione assoluta che il loro è l’unico vero modo di
guardare il mondo, e questo è molto pericoloso quando si allea al
potere assoluto. Le storie e la Storia, la finzione e la “verità”. Che cosa legittima il raccontare fatti mai accaduti, sperimentati da persone mai esistite,
per arrivare a narrare eventi successi per davvero? A tuo parere, ci
sono eventi storici che è meglio raccontare attraverso le cronache di
quello che è successo? Per esempio, pensi che qualcosa di così traumatico come la Shoah possa essere raccontato in narrativa?
Penso che la narrativa storica possa fare molto per aiutare le
persone a capire meglio la storia vera. Di qualunque argomenti
tratti nei miei romanzi, cerco di accertarmi che la Storia sia legittima. Odio i film di Hollywood che trascurano i fatti storici. (Sto parlando con TE, Mel Gibson!)
La narrativa storica consiste nel creare personaggi che ai lettori
piacciano e con i quali possano identificarsi. Questo a sua volta dà
al lettore un’idea di quello che significava vivere a quei tempi. Voglio che il mio lettore si chieda: “Che cosa avrei fatto io?”
Raccontare la Storia, soprattutto ai bambini e ai ragazzi, significa anche trovare degli espedienti narrativi adatti. Ci racconti come nasce la
figura di Piotr-Peter in “Ausländer” e quella di Alex in “Il ragazzo di Berlino”? Quanto ti è stato d’aiuto Alex nel raccontare la Guerra Fredda?
Peter è un ragazzo costretto a vivere in tempi orribili. Come molti di noi, è influenzato dalle pressioni del gruppo e vuole integrarsi.
Inizialmente gli piace la sua famiglia adottiva e ammira i nazisti, ma
non è completamente persuaso. E poi incontra Anna, che gli dà la for-
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za di ribellarsi al regime mostruoso che controlla il suo nuovo paese. A
volte abbiamo bisogno di altri esseri umani che ci ispirino, che ci diano il coraggio necessario. In Germania c’erano molte persone buone
cadute sotto l’incantesimo dei nazisti. Dobbiamo capire perché.
Alex in Sektion 20 (Il ragazzo di Berlino) è un adolescente come
tanti. La sua storia spiega al lettore come i regimi autoritari tentino
di controllare i popoli e di imporre loro norme ridicole nel tentativo
di produrre cittadini ideali per la società che cercano di costruire.
Perché scrivi per ragazzi? Che cos’è, secondo te, la narrativa per ragazzi? Che cosa la rende tale? Pensi che esista davvero una letteratura
per ragazzi? O gli adolescenti devono leggere libri per adulti da subito?
Il mercato rivolto ai Giovani Adulti oggi è vastissimo – in tutto
il mondo, penso. È fantastico. Non tutti vogliono passare da Enid
Blyton o Jacqueline Wilson a Jane Austen, Dante o Umberto Eco,
da giovani o anche a cinquant’anni! Credo sia magnifico incontrare
ragazzi a cui piaccia leggere Dostoevskij o Charles Dickens, ma se
preferiscono leggere di personaggi che hanno la loro età (uno dei
principi fondamentali della letteratura per l’infanzia e l’adolescenza) e storie che puntano molto sull’emozione e il dramma, e magari
minimizzano il sesso e le volgarità, chi li può biasimare! Penso che la
letteratura per Giovani Adulti abbia lo stesso merito di tutte le altre.
Adesso poi stiamo vivendo una vera e propria età dell’oro per i libri
destinati al mercato per la fascia d’età tra i bambini e gli adulti.
Imparare a leggere e acquisire l’abitudine alla lettura è importantissimo per i bambini. Li aiuta a sviluppare l’intelletto. È cibo per
la mente, e richiede sforzo e concentrazione in modi che guardare
la TV, fare un salto su Facebook, o distruggere alieni di pixel in un
videogame non riusciranno mai a fare.
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Leggi narrativa per ragazzi? Quali sono i tuoi autori contemporanei
(degli ultimi 30 anni) preferiti? Quali ritieni debbano essere tradotti
in altre lingue?
Leggo ogni tipo di libro – narrativa e saggistica per adulti e anche narrativa per ragazzi/bambini. Di recente i miei autori preferiti
di letteratura per bambini/ragazzi sono stati:
Mortal Engines (Macchine mortali, Mondadori) di Philip Reeve.
Non sono un lettore di fantasy/fantascienza, ma la storia di Reeve su città mobili, futuristiche, a caccia di altre città in un paesaggio post-apocalittico, mi ha catturato fino alla fine.
Black Rabbit Summer (attualmente in via di traduzione italiana
N.d.T.) di Kevin Brooks. Un racconto estremamente suggestivo
che cattura la penosa insicurezza dell’adolescenza.
Rowan the Strange di Julie Hearn. Schizofrenia infantile durante
la Seconda Guerra Mondiale. Una lettura appassionante e angosciosa.
Consiglio anche i seguenti autori britannici di letteratura per ragazzi, ciascuno con un libro a testa: Cathy MacPhail, Another Me
Jenny Valentine, Finding Violet Park (La signora nella scatola, Rizzoli)
Helen Grant, The Glass Demon
Tim Bowler, Bloodchild
Gillian Cross, The Dark Behind the Curtain
Ci sono altri tuoi titoli (fatta eccezione per “Sektion 20”, che sarà pubblicato a breve) che ti piacerebbe veder tradotti in italiano?
Un paio di anni fa ho scritto un romanzo ambientato nella Praga rinascimentale dal titolo The Cabinet of Curiosities. All’epoca,
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la città era un’oasi di libero pensiero in una Europa tormentata
dall’odio religioso e dall’oppressione. A Praga cattolici, protestanti,
ebrei, vivevano tutti fianco a fianco. Il protagonista è un giovane
apprendista, Lukas Declerq, che si mette a frequentare un brutto
giro. Finisce per imbattersi nei grandi tesori custoditi nel Castello di
Praga, nell’Alchimia e i primi barlumi della Rivoluzione Scientifica,
nell’Inquisizione, nella Stregoneria e in un complotto per spodestare
l’imperatore Rodolfo II.
Ho scritto anche una trilogia di romanzi a proposito di Sam
Witchall, un ragazzo nella Marina di Nelson – conosciuti come i libri
del “Powder Monkey”. Sam è arruolato forzatamente1 (rapito) e costretto a servire a bordo di una nave da guerra ai tempi delle guerre
napoleoniche. Era terribilmente pericoloso e una vita crudele, specialmente per un ragazzo giovane. Se vi è piaciuto Russell Crowe
in Master and Commander, o i libri con (Horatio) Hornblower protagonista, quello è il quadro di riferimento. Mi sono divertito immensamente a scrivere le storie, e sono andato perfino in Australia per
documentarmi sul secondo libro della serie (Prison Ship), dove Sam è
spedito in una colonia penale.
Alla festa di Xanadu dello scorso giugno (2011), ci hai detto che “1984”
di George Orwell è uno dei tuoi libri preferiti. Da dove nasce il tuo
interesse per i regimi totalitari?
Sono cresciuto nel mondo paralizzato dalla Guerra Fredda e con
gli orrori della Germania nazista ancora freschi nella memoria della
gente. Sapevo anche che cosa era successo nella Russia sovietica
di Stalin. So che le democrazie occidentali non sono perfette, e dobbiamo migliorare molto, a partire dall’avidità dei banchieri e dall’in-
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All’epoca
delle guerre
napoleoniche,
la legge permetteva alla
marina
di usare
l’impopolare
pratica
dell’arruolamento forzato,
mediante la
quale i marinai
venivano
obbligati a
servire in
marina nei
periodi di
scarsità di
arruolati,
solitamente in
tempo di guerra (N.d.T.)
quinamento su scala mondiale, da un lato, al nostro atteggiamento
di incurante consumismo e fascinazione per insignificanti celebrità, dall’altro (anche l’Italia è affascinata da questo orribile “Grande
Fratello” e dalle veline?2). Però penso ancora che la democrazia sia
l’unico modo di governare un paese.
Sono affascinato e inorridito dall’estremismo politico e da quello che significa viverci sotto. Che cosa fareste voi? Sareste nella resistenza? Oppure una spia della Polizia Segreta? Sarebbe orribile vivere in un mondo dove non ci si potrebbe fidare nemmeno dei propri
figli o dove non si oserebbe dire ai propri amici quello che si pensa
veramente.
Abbiamo sentito delle rivolte che hanno colpito l’Inghilterra la scorsa estate (2011). Ci sono state ripercussioni anche sulla tua comunità
a Wolverhampton? Se sì, quali? Come potresti spiegare le rivolte, se
mai una spiegazione fosse possibile? Che cosa pensi stia accadendo
ai giovani dei paesi occidentali? Come reagisce un appassionato di
storia come te di fronte alla storia che si compie in quel momento,
sotto ai nostri occhi?
Wolverhampton è stata colpita dai riots (più che altro saccheggi di negozi sportivi) ma non quanto altre città, come Birmingham,
Manchester e parti di Londra. Mi ha fatto arrabbiare moltissimo e
provo disprezzo e disgusto per i criminali che sono saltati fuori a
saccheggiare e dare fuoco agli edifici.
Spiegarlo, non è qualcosa che riuscirei a fare compiutamente in
poche righe. Perfino i politici e i sociologi hanno difficoltà a mettersi
d’accordo sulle cause. Ma dal momento che me lo chiedete, ci provo.
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È un insieme piuttosto deprimente di:
Una società che venera i beni e gli abiti di lusso
x
Una classe sociale svantaggiata che non ha il denaro né l’opportunità di acquisire questi status symbol
+
Una buona dose di delinquenza opportunistica
E sì, questa è stata “la storia nel suo farsi”. Se accade ancora,
credo che ci sarà una risposta più energica delle forze di polizia, che
porterà a morti e anche a vigilanti/linciaggi, che a loro volta potrebbero generare violenza settaria e un notevole aumento della
paura nelle persone. Spero insomma che non accada più, almeno
su questa scala.
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In originale,
WAG (“Wives
And Girlfriends)
si riferisce alle
mogli e alle
fidanzate dei
calciatori, e
degli sportivi
in generale
(cfr. Victoria
Beckham)
(N.d.T.)