i tifoni 3 - Tsunami Edizioni

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i tifoni 3 - Tsunami Edizioni
I TIFONI
3
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marzo 2002, n° 00214315 concesso in licenza per l’Italia a Nero Press Società Cooperativa Via Betty Ambiveri, 11 - Bergamo
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Prima edizione, marzo 2011 - I Tifoni 3
Curatore: Stefano Cerati
Coordinamento redazionale: Angelo Mora
Progetto copertina: Marco Fantin - Tune Graphics Milano
Finito di stampare nel febbraio 2011 dalla GESP - Città di Castello (PG)
ISBN: 978-88-96131-29-9
Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, in qualsiasi formato, senza
l’autorizzazione scritta dell’Editore
Sebbene sia stato fatto ogni sforzo per rintracciare i titolari dei diritti delle foto pubblicate, ciò
non è stato sempre possibile. L’editore rimane a disposizione per essere contattato dagli aventi
diritto.
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INDICE
Introduzione
Gli autori
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Accüsed, The
Acid Reign
Acrophet
Agent Steel
Anacrusis
Annihilator
Anthrax
Artillery
Assassin
Blind Illusion
Bonded By Blood
Braindamage
Bulldozer
Carnivore
Celtic Frost
Coroner
Cryptic Slaughter
Dark Angel
Death Angel
Deathrow
Defiance
Destruction
Détente
Dorsal Atlantica
Dr. Know
D.R.I.
Epidemic
Evildead
Evile
Exciter
Exhorder
Exodus
Exodus
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The Return Of... Martha Splatterhead
Obnoxious
Corrupt Minds
Unstoppable Force
Screams And Whispers
Alice In Hell
Among The Living
By Inheritance
Interstellar Experience
The Sane Asylum
Feed The Beast
The Turning Point
IX
Carnivore
Morbid Tales
Punishment For Decadence
Money Talks
Darkness Descends
Frolic Through The Park
Deception Ignored
Beyond Recognition
Eternal Devastation
Recognize No Authority
Antes Do Fim
Wreckage In Flesh
4 Of A Kind
The Truth Of What Will Be
Annihilation Of Civilization
Enter The Grave
Heavy Metal Maniac
Slaughter In The Vatican
Bonded By Blood
Pleasures Of The Flesh
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I 100 Migliori Dischi Thrash
Exorcist
Extrema
Flotsam And Jetsam
Forbidden
Gama Bomb
Gang Green
Great Kat, The
Grip Inc.
Hades
Hallows Eve
Haunted, The
Heathen
Hirax
Holy Moses
Holy Terror
Infernäl Mäjesty
Kreator
Lääz Rockit
Lamb Of God
Machine Head
Machine Head
Megadeth
Mekong Delta
Meshuggah
Metallica
Midas Touch
M.O.D.
Mordred
Mortal Sin
Municipal Waste
Nuclear Assault
Onslaught
Overkill
Pantera
Pantera
Pantera
Paradox
Ratos De Porao
Razor
Rigor Mortis
Sabbat
Sacred Reich
Sacrifice
Sepultura
6
Nightmare Theatre
Tension At The Seams
Doomsday For The Deceiver
Forbidden Evil
Citizen Brain
You Got It
Worship Me Or Die
Solidify
Resisting Success
Tales Of Terror
The Haunted
Breaking The Silence
Raging Violence
Finished With The Dogs
Mind Wars
None Shall Defy
Pleasure To Kill
Know Your Enemy
As The Palaces Burn
Burn My Eyes
The More Things Change...
Rust In Peace
The Music Of Erich Zann
Destroy Erase Improve
Master Of Puppets
Presage Of Disaster
U.S.A. For M.O.D.
Fool’s Game
Mayhemic Destruction
The Art Of Partying
Game Over
The Force
The Years Of Decay
Cowboys From Hell
Vulgar Display Of Power
Far Beyond Driven
Heresy
Brasil/Brazil
Executioner’s Song
Rigor Mortis
History Of A Time To Come
Ignorance
Forward To Termination
Beneath The Remains
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166
168
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I 100 Migliori Dischi Thrash
Sepultura
Skeletonwitch
Slayer
S.O.D.
Sodom
SSS
Stone
Strapping Young Lad
Suicidal Tendencies
Tankard
Testament
Testament
Toxik
Trivium
Vio-Lence
Voivod
Warbringer
Watchtower
Wehrmacht
Whiplash
Xentrix
Znöwhite
Zoetrope
Arise
Beyond The Permafrost
Reign In Blood
Speak English Or Die
Agent Orange
Short Sharp Shock
No Anaesthesia!
City
Lights... Camera... Revolution!
Chemical Invasion
The Legacy
The Gathering
World Circus
The Crusade
Eternal Nightmare
Nothingface
Waking Into Nightmares
Control And Resistance
Shark Attack
Power And Pain
For Whose Advantage?
Act Of God
A Life Of Crime
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200
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212
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Fistful Of Metal
Spreading The Disease
State Of Euphoria
Persistence Of Time
Killing Is My Business... And Business Is Good!
Peace Sells... But Who’s Buying?
So Far, So Good... So What!
Countdown To Extinction
Kill ‘Em All
Ride The Lightning
...And Justice For All
Metallica
Show No Mercy
Hell Awaits
South Of Heaven
Seasons In The Abyss
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224
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228
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234
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238
240
242
244
246
248
250
252
I BIG 4
Anthrax
Anthrax
Anthrax
Anthrax
Megadeth
Megadeth
Megadeth
Megadeth
Metallica
Metallica
Metallica
Metallica
Slayer
Slayer
Slayer
Slayer
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INTRODUZIONE
di Stefano Cerati
Se scegliere 100 dischi essenziali della New Wave Of British Heavy Metal
era stato un compito relativamente facile, in quanto si trattava di un fenomeno
circoscritto sia nel tempo che nello spazio, operazione ben più difficile è stata
quella di individuare i 100 migliori dischi del thrash metal. Anche se il genere
ha vissuto la sua esplosione negli anni 80 (diciamo tra il 1983 ed il 1988, grazie
soprattutto al grande bacino americano e a quello tedesco), questa musica non è
mai passata di moda. Anzi: dopo un periodo di relativo, minore consenso derivato anche dall’affermazione di nuovi generi come il grunge e il nu metal negli anni
90, nel terzo millennio c’è stato un possente ritorno di fiamma per il thrash e la
conseguente nascita di molte nuove formazioni. Giovani band non solo ispirate
agli anni 80, ma anche disposte a mescolare questo stile con filoni contigui, come
il death e il black, oppure con le nuove tendenze metalcore.
Se il rock duro degli anni 60 e 70 era stato sostanzialmente uno (ovvero non
c’era una distinzione netta tra sottogeneri e, idealmente, i Queen facevano parte della stessa famiglia dei Judas Priest e i Motörhead della stessa famiglia dei
Free… perlomeno prima dell’arrivo del fenomeno punk), negli anni 80 le cose
sono cambiate grazie anche al thrash. Gli eighties hanno dato vita alle numerose
correnti stilistiche in cui la musica rock dura si è suddivisa. Il decennio ha visto in
particolare una rivalità accesa tra due fazioni: i ruvidi e arrabbiati thrasher – jeans
stretti, scarpe da basket alte, cinture di cartucce – e i glamster – spandex, trucco
pesante e capelli cotonati. Soprattutto la scena estrema conoscerà poi ulteriori
diramazioni con la nascita del death metal e del grind, a metà decade, e con la
rinascita del black metal all’inizio degli anni 90, mentre sul versante più melodico vedranno la luce nuove denominazioni come “AOR” o “class metal” per
individuare altre sottocategorie.
Il thrash – termine inglese traducibile con “percuotere” – nasce ufficialmente
negli Stati Uniti nel 1981 con la formazione di Metallica, Slayer, Exodus e Anthrax, ma i suoi semi erano stati gettati nel Regno Unito qualche tempo prima
con la stessa NWOBHM (vedi la tecnica sopraffina dei Diamond Head o la
velocità e l’impatto di nomi come Raven, Tank, Blitzkrieg e Jaguar, fra gli altri,
oltre agli imprescindibili Iron Maiden e Venom). Non avendo avuto negli anni
70 una scuola di heavy metal vera e propria (ma solo di hard rock), gli yankee si
sono dovuti rifare ai modelli britannici. Il suono thrash aumenta la velocità del
ritmo, la pesantezza delle chitarre e utilizza spesso concatenazioni di riff a spirale;
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I 100 Migliori Dischi Thrash
diciamo che unisce il suono pesante dell’heavy metal con la velocità dell’hardcore, a volte esasperando anche il timbro acuto della voce. Il primo vero e proprio
pezzo thrash può essere considerato Overkill dei Motörhead, grazie alla sua batteria furiosa, al riff granitico e alla voce rasposa ed iraconda; non a caso la band di
Lemmy è stata poi considerata l’anello di congiunzione tra il metal e il punk e al
tempo era l’unica rispettata da entrambi gli “schieramenti”. Altri germi del thrash
si ritrovano nell’incedere forsennato di due band canadesi: gli Exciter e gli Anvil.
Sul versante più hardcore, invece, le influenze più evidenti sono gli inglesi GBH
e Discharge e gli americani Dead Kennedys, Black Flag e Negative Approach (più
i Misfits, nel caso dei Metallica di Cliff Burton!).
All’inizio il fenomeno si sviluppa soprattutto in California, nell’area di Los
Angeles e della Bay Area – che ha come epicentro San Francisco e Oakland – e
a New York, dove le contaminazioni con l’hardcore sono molto più evidenti.
Giusto in ritardo di qualche anno è la seconda riserva mondiale del thrash, la
Germania, che deve in qualche modo riconoscere agli Accept di Restless And Wild
e di Fast As A Shark il ruolo di (involontari?) apripista del genere. Di pari passo
il thrash si è diffuso molto anche in Sudamerica – specialmente in Brasile – e
nell’Europa dell’est (con particolare rilievo per la Polonia). Invece la Scandinavia
privilegerà le forme più brutali del death, qualche anno più tardi, fornendo un
contributo tutto sommato modesto alla causa del thrash (con qualche eccezione).
L’Inghilterra rimane in qualche modo più indietro rispetto all’esplosione di altre
nazioni e non si annovereranno più di una manciata di formazioni notevoli nel
genere, negli anni 80; al contrario, dopo anni di anonimato, nel terzo millennio la
scena albionica è in pieno fermento. Il thrash tocca anche l’Italia dove i Bulldozer
godranno di ampi riconoscimenti internazionali, seguiti a breve distanza dagli
Extrema e da altre formazioni minori.
Mentre la NWOBHM aveva delle ampie potenzialità melodiche, che potevano attrarre anche l’interesse delle major, per anni il thrash è stato appannaggio di
piccole etichette specializzate e incuranti del fatto che quella musica fosse troppo
rozza e violenta. I pionieri della scena sono Brian Slagel – con la sua Metal Blade
e i volumi della raccolta Metal Massacre con le prime incisioni ufficiali dei Metallica e degli Slayer – e John Zazula con la sua Megaforce (leggi: Kill’em All!),
nonché altre label più piccole come l’attiva Combat. In Europa, invece, le case
discografiche più interessate al genere sono soprattutto la Roadrunner e la Music
For Nations con la sua sottoetichetta Under One Flag. Segnalazione d’obbligo
anche per la minuscola ma attenta brasiliana Cogumelo, “artefice” di molte delle
pubblicazioni più estreme del suo paese.
Il thrash è un movimento che nasce dal “basso” e che si sviluppa grazie al
passaparola, al tape trading e alla forza aggregante dei concerti. In Europa il fenomeno sbarca solo qualche anno dopo la sua nascita, con la calata dei Metallica di
supporto ai Venom nel 1984 e le prime date degli Slayer nel 1985. Nel frattempo
aveva aperto i battenti l’intraprendente etichetta tedesca Noise che, fra i primi,
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I 100 Migliori Dischi Thrash
aveva messo sotto contratto Celtic Frost e Kreator.
Oggi il thrash è ancora uno dei sottogeneri più attivi della musica hard’n’heavy;
i fan lo apprezzano perché è sincero e brutale, non è troppo “prodotto” ed è
sempre il mezzo più adatto per trasferire aggressività e potenza nella musica
(senza per questo rinunciare alla melodia). Nel 2011 il thrash compie trent’anni
ed è giusto che questo traguardo sia celebrato con un libro che ripercorre le gesta
dei suoi migliori interpreti.
Per finire, qualche inevitabile chiarimento sui criteri di selezione degli artisti
e degli album in questione. Abbiamo favorito quelle band che hanno avuto una
carriera significativa nel thrash, anche se occasionalmente hanno spaziato in altri
generi. Nel caso di passaggi stilistici – come per D.R.I., Ratos De Porão o Gang
Green – abbiamo considerato gli album più vicini al thrash; allo stesso modo
abbiamo trattato formazioni che hanno spinto in là i confini di questa musica
come Meshuggah o Strapping Young Lad. Non vi stupite se non abbiamo incluso Sadus, Possessed, Sarcofago o Necrodeath, ma abbiamo pensato che fossero
patrimonio più del death che non del thrash (quindi saranno trattati in futuro in
un volume dedicato a quel filone). Invece ci è sembrato giusto includere i Celtic
Frost che, soprattutto ad inizio carriera, hanno scritto pagine significative del
thrash prima di evolversi in qualcosa di “diverso”.
Abbiamo anche cercato di considerare le diverse aree geografiche con i gruppi più interessanti, Italia compresa. Infine abbiamo voluto “premiare” le entità
esplose negli anni duemila, segnalando quelle che hanno contribuito a riportare
in alto l’interesse degli appassionati. Rispettosi comunque dell’importanza storica di alcuni gruppi, abbiamo poi concesso loro più di un album (cosa che è capitata per Testament ed Exodus, per gli anni 80, e per Sepultura e Machine Head,
per gli anni 90; nel caso dei Pantera ci siamo persino spinti oltre, puntando su
ben 3 titoli). Discorso a parte, infine e in tutti i sensi, per i cosiddetti Big Four:
per i famigerati “Magnifici Quattro” abbiamo fatto una trattazione di tutti i loro
primi 5 dischi, di cui uno è finito nella lista dei primi 100 e gli altri 4 in una
sezione aggiunta alla fine dell’elenco. Speriamo di avervi fatto un regalo gradito,
nell’imminenza delle nuove date dal vivo dei Big Four da poco annunciate per il
2011 (con il Belpaese ancora una volta escluso, purtroppo).
Buona lettura e thrash ’em all!
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GLI AUTORI
Le schede di questo libro sono state compilate da:
SC Stefano Cerati
NC Niccolò Carli
AO Alessio Oriani
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I 100 Migliori Dischi Thrash
THE ACCÜSED
THE RETURN OF...
MARTHA SPLATTERHEAD
(Earache, 1986)
Martha Splatterhead
Wrong Side Of The Grave
Take My Time
Distractions
Buried Alive
Show No Mercy
Slow Death
Autopsy
She’s The Killer
In A Death Bed
Lonely Place
Fuckin’ 4 Bucks
Martha’s Revenge
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Formazione:
Blaine Cook - voce
Tommy Niemeyer - chitarra
Alex Sibbald - basso
Dana Collins - batteria
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I 100 Migliori Dischi Thrash
Bruttissimi, sporchissimi e cattivissimi, i The Accüsed sono i veri punk del thrash
metal. Veloci ed elementari, hanno sempre avuto un obiettivo ben chiaro: scioccare
e divertire, mettendo assieme chitarre urlanti, frattaglie insanguinate e tanto irresistibile umorismo nero.
Si formano nel 1982 a Seattle su iniziativa di Tommy Niemeyer (chitarra), Dana
Collins (batteria) e Chibon Batterman (batteria), cui presto si unisce il cantante Blaine Cook. Definiscono subito la loro musica “splatter rock” e si presentano con una
mascotte inconfondibile: Martha Splatterhead, una formosa zombie armata di pugnali, disegnata da Niemeyer stesso. La prima prova discografica è album assieme
ai concittadini hardcore Rejectors, cui segue una demo nel 1984 e un EP, Martha
Splatterhead, nel 1985. L’anno successivo esce su Earache il primo album, The Return
Of... Martha Splatterhead.
Si tratta di uno dei dischi più entusiasmanti e divertenti del periodo (e non solo).
Se è vero che il thrashcore è la via di mezzo fra thrash e hardcore, è anche vero che
molti esponenti del genere sono formazioni metal che si avvicinano all’hardcore. Nel
caso degli Accüsed è più verosimile il contrario: su un’ossatura fatta di Black Flag,
GBH e Poison Idea, vengono innestati pesantezza e riff metal figli dei primi Metallica
(ma opportunamente semplificati). La miscela che ne viene fuori è davvero esplosiva. Gli Accüsed governano quasi a fatica le loro stesse canzoni che paiono sempre sul
punto di deragliare. Martha Splatterhead, Wrong Side Of The Grave, Autopsy, Show No
Mercy sono vere e proprie pallottole hardcore thrash sparate senza ritegno. Lo stile del
gruppo è semplice ma non banale, contraddistinto da sudici riff-motosega suonati a
grandissima velocità, un basso impastato e fangoso e una batteria secca e martellante
in tipico stile hardcore punk. Gli assolo sono brevi e gustosi, dal vago retrogusto Motörheadiano, mentre il disgraziato Blaine Cook vomita con grande compiacimento
storie di sventramenti, banchetti di zombie, cannibali notturni e autopsie “dal vivo”.
L’intensità maniacale della musica e il contagioso divertimento dei quattro rende i
testi più forti e vividi di molti film splatter del periodo.
Fucking 4 Bucks è l’unica deviazione dai binari dello splatter e vira quasi in una
direzione da film di Kevin Smith: la band afferma di offrire qualsiasi tipo di servizio
sessuale a vecchie signore ricche e arrapate, basta pagare bene... perché la vita del
rocker comporta delle spese! L’inebriante sensazione di lercio e schifezza che sprizza
dalle canzoni degli Accüsed, com’è ovvio, resta inalterata. Non c’è spazio, qui dentro,
per le costruzioni complesse, le evoluzioni strumentali, la ricerca sonora, gli azzardi
compositivi e le ardite contaminazioni: The Return Of... è una dionisiaca e liberatoria
celebrazione del pessimo gusto.
I successivi dischi degli Accüsed proseguiranno sulle stesse coordinate con un certo successo di pubblico, anche se la band non uscirà mai dalla dimensione di culto.
Dopo uno scioglimento nel 92, Tommy Niemeyer fa rivivere la sua creatura nel 2005
con una formazione rinnovata. Martha Splatterhead si aggira ancora fra noi: fate
attenzione.
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I 100 Migliori Dischi Thrash
ACID REIGN
OBNOXIOUS
(Under One Flag, 1990)
Creative Restraint
Joke Chain
Thoughtful Sleep
You Are Your Enemy
Phantasm
My Open Mind
Codes Of Conformity
This Is Serious*
16
* bonus-track dell’edizione in CD
Formazione:
Howard “H” Smith - voce
Kevin “Kev” Papworth - chitarra
Adam “Adam” Lehan - chitarra
Ian “Mac” Macdonald - basso
Mark Ramsey Wharton – batteria e tastiere
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I 100 Migliori Dischi Thrash
Il rapporto dei metallari col senso dell’umorismo è ambiguo, nelle migliori delle
ipotesi. Se da un lato si dimostrano pronti a non prendersi troppo sul serio, diventano subito intransigenti qualora l’oggetto dello humor sia il metal stesso. È anche
per questo che un gruppo come gli inglesi Acid Reign, visto in retrospettiva, pareva
destinato ad una fine rapida e ingloriosa, come puntualmente è avvenuto.
Formati nel 1985 come quartetto da Smith, Wharton, dal primo bassista Ian Gangwer e dal futuro Cathedral Gary “Gaz” Jennings, gli Acid Reign pubblicano la demo
Moshkinstein nel 1987 e con essa riescono a strappare un contratto alla Under One
Flag che, l’anno successivo, pubblica Moshkinstein EP e li manda in tour con Exodus
e Nuclear Assault. Sostituito Jennings con Adam Lehan e Gangwer con Ian MacDonald, gli Acid Reign (diventati nel frattempo un quintetto con l’ingresso del secondo
chitarrista, Papworth) pubblicano The Fear nel 1989 e accompagnano Dark Angel e
Candlemass in giro per l’Europa. Tanto l’EP quanto l’esordio mostravano una band
devota alla lezione degli Anthrax: nel look, che richiamava slogan, pose e vestiario
dei celebri newyorkesi, nella musica, velocissima e con una forte vena hardcore ma
dotata di melodia e orecchiabilità, e infine nei testi, fra politica, satira sociale e spirito
goliardico.
Furono presi subito per band demenziale e questo marchio restò sempre loro addosso, al punto che pochi si presero la briga di ascoltare seriamente Obnoxious, la loro
opera più completa. Con questo disco gli Acid Reign riescono ad uscire dall’ombra
degli Anthrax, almeno in parte, e ad elaborare un suono più originale. Creative Restraint, infatti, apre il disco con riff intricati e diversi cambi di tempo che avvicinano
la band al thrash tecnico che, in quegli anni, costituiva l’ultima vitale propaggine di
una scena prossima alla morte. Nel secondo brano, Joke Chain, che affronta il tema
del cambio climatico con tanto umorismo nero, ci sono influenze funky e le chitarre
si inerpicano su sentieri tortuosi, non troppo lontani da quelli degli Atheist (facendo
le dovute proporzioni) – ciò che gli Acid Reign avevano perso in immediatezza lo
avevano guadagnato in profondità. Thoughtful Sleep, Phantasm (ispirata all’omonimo
film horror di Don Coscarelli, Fantasmi in italiano, e ai suoi modesti seguiti) e Codes
Of Conformity, lunghe rispettivamente sette e nove minuti, sono la prova di quanto il
gruppo si fosse evoluto: tre pezzi dinamici e ben costruiti, superiori ai fin troppi mastodonti thrash fatti di mille riff e cambi di tempo incollati assieme a forza. Naturalmente i vecchi trascorsi non vengono messi da parte e, così, trova spazio pure This Is
Serious, che pare recitata da un ubriacone pescato all’uscita di qualche pub londinese,
e due bordate thrashcore ad altissimo voltaggio come You Are Your Enemy e My Open
Mind, ideali colonne sonore per gigantesche risse nel mosh pit.
Nonostante la qualità, Obnoxious fu un fiasco. Una copertina ben poco ortodossa,
un tour di poche date e un mutamento di gusti generale – che si spostava sempre
più verso il death metal – sancirono la fine degli Acid Reign. Dopo la separazione,
Kev si unisce ai demenziali (e qui il termine è usato a ragione) Lawnmower Deth,
Wharton ha suonato coi Cathedral e Cronos, mentre H è diventato un comico di
un certo successo.
NC
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I 100 Migliori Dischi Thrash
ACROPHET
CORRUPT MINDS
(Triple X/Roadrunner, 1988) - (MetalMind, 2008)
Intro To Corruption
Corrupt Minds
Slaves Of Sin
From The Depths
Lifeless Image
Crowd Distress
Crime For Living
Holy Spirit
Living In Today
Ceremonial Slaughter
Warped Illusions
Forgotten Faith
Victims Of The Holocaust
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Formazione:
Dave Bauman – voce e basso
Dave Pelino – chitarra
Todd Saikie – chitarra
Jason Mooney – batteria
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I 100 Migliori Dischi Thrash
La storia degli Acrophet è tanto ordinaria quanto poco documentata: si formano
nell’86 a Brookfield, Wisconsin, e cominciano a farsi notare con la furiosa demo The
Answer Within, uscita nel 1987.
Vulgata vuole che gli Acrophet suonino in stile Bay Area, ma basta un ascolto
per rendersi conto di quanto non sia affatto vero (e per riflettere un attimo sulla
propagazione delle frasi fatte che restano appiccicate, vita natural durante, ai vari musicisti): Corrupt Minds, esordio pubblicato nel 1988, è in realtà una violenta eruzione thrashcore, velocissima e intransigente, un assalto senza pause né cali d’intensità
nell’arco dei suoi trenta minuti di durata. L’album è aperto da Intro To Corruption,
una breve introduzione che crea un grande senso d’attesa e mette in mostra le ottime
qualità dei chitarristi, Saikie e Pelino. Ma si tratta della quiete prima della tempesta,
ossia la velenosa titletrack: due minuti di serratissimi riff thrash incanalati nella struttura essenziale di un formato hardcore dritto come una scopa. Anche la successiva
Slaves Of Sin segue le stesse direttive: la scena è dominata dalla voce – monotona e
rauca ma funzionale – di Dave Bauman; le chitarre si scambiano con agilità riff, assolo melodici e parti doppiate, comprimendo la classicità metallica in spazi brevissimi
ma di senso compiuto; la batteria di Jason Mooney è un implacabile, lineare martello
pneumatico di grande potenza e precisione. I ritornelli delle varie canzoni scandiscono il titolo e poco più, ma sono a loro modo cantabili ed hanno tutta la spietata
pesantezza di una condanna inflitta dal più severo dei giudici, così come i grevi cori di
From The Depths e Forgotten Faith. L’album si conclude coi quarantaquattro secondi
(!) di Victims Of The Holocaust, velocissima e frenetica, ai limiti del frastuono.
La differenza fondamentale fra gli Acrophet ed altri gruppi a loro vicini, come
S.O.D. o D.R.I., è la completa mancanza di humor, per quanto politicamente scorretto. Gli Acrophet non irridono, non canzonano e non scherzano: individuati quelli
che, per loro, sono i peggiori mali della società (indicativa, a riguardo, la copertina),
li travolgono con una scarica di livore e odio messo in musica, quasi invocando un
fuoco purificatore che faccia piazza pulita del marciume.
Legati ad una formula compositiva limitata, gli Acrophet hanno presto esaurito la
loro benzina. Infatti a Corrupt Minds seguirà, due anni dopo, Faded Glory: un album
sulle stesse identiche coordinate, ma meno incisivo a causa di una produzione un po’
troppo pulita, dopodiché la band si scioglie per evidente mancanza di sbocchi. Jason
Mooney sarà l’unico a continuare l’attività di musicista, con Morta Skuld, Something
Wicked e Metal Militia. Non solo: tenterà per ben due volte l’assalto al cielo, ovvero
il posto di batterista degli Slayer, nel 1996 e nel 2003, arrivando in finale.
NC
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I 100 Migliori Dischi Thrash
AGENT STEEL
UNSTOPPABLE FORCE
(Combat, 1987) - (Century Media, 2008)
Unstoppable Force
Never Surrender
Indestructive
Chosen To Stay
Still Searchin
Rager
The Day at Guyana
Nothin’ Left
Traveler
(The Swarm Is Upon Us)*
Mad Locust Rising*
Let It Be Done/The Day At Guyana*
20
* bonus-track della ristampa del 2008 assieme all’EP Mad Locust Rising
Formazione:
John Cyriis – voce
Juan Garcia – chitarra
Bernie Versailles – chitarra
Michael Zaputil – basso
Chuck Profus – batteria
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