prove di campo - Regione Piemonte

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prove di campo - Regione Piemonte
PROVE DI CAMPO
MEDICINA VETERINARIA PREVENTIVA NUMERO 29 ANNO 2008
Aujeszky 2007: attività di controllo ed
eradicazione della pseudorabbia in allevamenti
suini nella Regione Piemonte
di B. Sona, S. Origlia, S. Viara, L. Masoero
I
l progetto “Aujeszky 2007” nasce come par-
Project “Aujeszky 2007”: control and
te integrante del programma straordinario di
eradication of Aujeszky disease in
controllo della malattia di Aujeszky (MA) av-
swine herds in Piemonte
viato dalla Regione Piemonte per elevare lo stato sanitario delle aziende dotate delle potenzialità per raggiungere buoni standard sanitari ed
indurre altri allevatori a seguirne l’esempio.
Si è voluta inoltre verificare, su un numero ridotto di aziende ed in diverse realtà territoriali regionali, l’applicazione del programma straordinario di controllo regionale, valutandone la fattibilitá in termini operativi (programmazione, costi, impegno di personale, ecc.) ricercando, ove
possibile, la soluzione ai problemi emergenti in
fase di attuazione.
Il progetto “Aujeszky 2007” si integra inoltre con
la ricerca in corso presso l’Istituto Zooprofilattico
Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle
d’Aosta “Patologie ad eziologia virale legata a
The paper reports on the activity carried out
in Piemonte region to implement the national
control programme at regional level. First
results demonstrate that the approach based
on using supplementary control measures in
parallel with national ones is pivotal to reach
further achievements in the eradication
process. These results were obtained with a
strong collaboration between farmers and
veterinarians of the ASLs involved. Data
derived from this activity contribute to a
better understanding of the epidemiology of
Aujeszky disease at regional level and will be
very helpful for the process of eradication.
piani di controllo ed eradicazione, studio di metodologie diagnostiche ed indagini di ordine epidemiologico per la Malattia di Aujeszky (MA)”.
Molti Paesi della U.E. hanno applicato da tempo programmi di controllo per la MA, raggiungendo
in più casi la completa eradicazione. Nonostante che nel nostro Paese sia in atto da dieci anni un
piano nazionale di controllo (D.M. 1 aprile 1997), che prevede la vaccinazione con vaccini gE deleti e misure di profilassi diretta, la prevalenza di allevamenti sieropositivi resta elevata in molte Regioni italiane e, per quanto riguarda il Piemonte, ha subito solo una lieve flessione attestandosi nel
2006 intorno al 36% (Grafico 1).
Grafico 1: prevalenza di allevamenti sieropositivi in Piemonte dal 1999 al 2006
80
60
40
20
Piemonte
1999-2006
0
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
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Il Programma straordinario piemontese non sostituisce ovviamente il Piano nazionale di controllo,
ma ne integra le misure, apportando correttivi ai punti critici emersi nel corso dei dieci anni della
sua applicazione.
Il D.M. 1 aprile 1997, ad esempio, non prevede vengano controllate le piccole aziende rurali o i
suini per autoconsumo, né gli allevamenti esclusivamente da ingrasso (tipologia di allevamento
che rappresenta il vero serbatoio del virus, soprattutto nel caso in cui non venga rispettato il piano vaccinale previsto) e non prevede la richiesta di una certificazione sanitaria per MA dei capi da
rimonta (solo gli allevamenti che hanno già acquisito la qualifica di indenne sono obbligati ad acquistare capi provenienti da aziende riconosciute indenni).
Bisogna inoltre tenere presente che, nel corso degli ultimi dieci anni, non solo è cambiata la situazione epidemiologica della MA, ma abbiamo assistito anche ad una evoluzione della suinicoltura
(introduzione di nuovi sistemi di allevamento “a bande” o “multisede”) e dell’approccio alla biosicurezza ed alla sicurezza alimentare.
Il “Progetto Aujeszky”, nell’ambito delle misure previste dal Programma straordinario piemontese,
prevede:
•
controlli per acquisizione e mantenimento delle qualifiche;
•
controlli nei riproduttori di nuovo acquisto;
•
assistenza agli “allevamenti problema” ed indagine epidemiologica da eseguire con la collaborazione dell’allevatore e del veterinario aziendale, nel caso che nell’azienda aderente emergano positività sierologiche sporadiche, rotture di immunità, reinfezioni;
•
controlli negli allevamenti limitrofi.
Per quanto riguarda questo ultimo punto, attorno ad ogni azienda aderente al programma viene
istituita una “zona di attenzione”e tutti gli allevamenti suini presenti in tale area, indipendentemente dalla loro tipologia e dalle dimensioni (anche se solo da ingrasso o famigliari), vengono sottoposti a controllo sierologico per MA. L’indagine è volta sia a verificare la situazione epidemiologica del territorio circostante l’azienda sia ad evidenziare eventuali irregolarità nell’esecuzione dei
piani vaccinali da parte delle aziende vicine, quali l’omissione o la non corretta esecuzione della
terza vaccinazione, obbligatoria nei soggetti all’ingrasso fra il 6° ed il 7° mese di età.
Il Progetto è stato sviluppato su 30 aziende selezionate in tutto il Piemonte: 24 scrofaie a “ciclo
aperto”, con vendita totale o parziale dei suinetti prodotti , 4 a “ciclo chiuso”, in cui tutti i soggetti
nati in azienda sono destinati al macello, un “sito 2” di svezzamento (collegato ad una scrofaia riconosciuta indenne) ed un “centro verri” per la produzione di seme per la fecondazione artificiale.
12 di questi allevamenti si trovano in una zona ad elevata densità suinicola, gli altri in zone a bassa/media densità.
La selezione di queste aziende è avvenuta su segnalazione del Veterinario dell’ASL competente
per territorio, previa visita di pre-adesione durante la quale è stata valutata la situazione aziendale e verificata la possibilità di realizzazione di quanto previsto nel programma.
Nessuno dei 30 allevamenti selezionati aveva già acquisito in precedenza la qualifica di indenne, 5
risultavano sieropositivi, 3 erano sieronegativi ad un controllo con campionamento statisticamente
significativo, ma erano senza qualifica, 22 erano stati controllati esclusivamente con le modalità
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previste dal piano di controllo nazionale (12 campioni all’anno), per cui il loro reale stato sanitario
era sconosciuto (vedi tabella 1).
Tab. 1: Stato sanitario delle 30 aziende ad inizio progetto (gennaio 2007)
Allevamenti
sieropositivi
Allevamenti
con stato
sanitario
sconosciuto
senza qualifica
5
Allevamenti
sieronegativi
senza qualifica
22
3
Allevamenti
indenni
0
Un primo campionamento (60 campioni) ha permesso di valutare la sieroprevalenza per MA nel
parco riproduttori.
Sulla scorta di quanto emerso nel corso della prima visita e dagli esami di laboratorio, è stata successivamente decisa l’adesione definitiva al Progetto. In tal caso sono stati rilevati i punti critici e
concordate con l’allevatore e il veterinario aziendale le relative misure correttive strutturali e gestionali.
Dopo 6 mesi di lavoro nell’arco dei quali è stato effettuato il secondo campionamento necessario
per attribuire la qualifica di “allevamento indenne” la situazione sanitaria degli allevamenti era
quella riportata in tabella 2.
Tab.2: Stato sanitario delle 30 aziende a giugno 2007
Allevamenti
sieropositivi
Allevamenti
senza qualifica
5
Allevamenti
sieronegativi
senza qualifica
0
8
Allevamenti
indenni
17
Diciassette allevamenti hanno acquisito la qualifica di indennità; 2 di quelli risultati sieropositivi a
gennaio 2007 sono rimasti tali, mentre gli altri 3 si sono negativizzati; 3 allevamenti sieronegativi
e senza qualifica, ampliando il campionamento, hanno evidenziato sieropositività più o meno estese.
In tabella 3 é riportata la situazione a fine novembre 2007. Gli allevamenti riconosciuti indenni sono saliti a 21. Dei 9 allevamenti sieropositivi: 2 presentano una sieroprevalenza elevata tale da
far presupporre circolazione virale; in 1 la sieropositività risulta relegata alle scrofe pluripare,
mentre primipare, scrofette e suinetti risultano sieronegativi; in 1 la sieropositività rigurda esclusivamente una partita di scrofette di nuova introduzione, nei rimanenti 5 la sieropositività è riconducibile a “singleton reactors”.
Tab.3: Stato sanitari delle 30 aziende a novembre 2007
Allevamenti
sieropositivi
9
Allevamenti
senza qualifica
Allevamenti
sieronegativi
0
0
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Allevamenti
indenni
21
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Come si può notare dalla tabella 4, a febbraio 2008, le aziende aderenti al progetto risultano 29 e
non più 30: ad una delle aziende, già peraltro riconosciuta indenne, è stata revocata la qualifica
sanitaria nel mese di dicembre 2007 ed è stata esclusa dal progetto in seguito al mancato rispetto
delle misure di biosicurezza, inizialmente sottoscritte.
Tab.4: Stato sanitario delle 30 aziende a febbraio 2008
Allevamenti
sieropositivi
Allevamenti
senza
qualifica
Allevamenti
sieronegativi
Allevamenti
indenni
6
0
0
23
Ad oggi, dopo un anno di lavoro, sono stati effettuati complessivamente 7375 prelievi di campioni
di sangue: 6348 nelle aziende aderenti al progetto e 1027 in quelle limitrofe (74 allevamenti controllati).
In 4 degli allevamenti ancora sieropositivi le indagini diagnostiche indicano una bassissima circolazione di virus e non è mai stata rilevata sintomatologia riferibile a MA. Le sieropositività sono circoscritte a pochi capi e non si è rilevata sieroconversione nei soggetti “sentinella”.
In un caso (2 campioni sieropositivi su 241 prelevati) il successivo impiego di un diverso kit diagnostico ELISA ha fornito risultato negativo ed in un altro caso un soggetto sieropositivo ricontrollato dopo 15 giorni si è negativizzato.
Tuttavia il rischio di reinfezione in questi allevamenti rimane elevato per la diffusione che la MA
continua ad avere sul territorio Piemontese, e in altre Regioni con le quali lo scambio commerciale
di suini è intenso.
I controlli eseguiti nelle “zone di attenzione” istituite attorno alle 30 aziende del progetto confermano che circa il 31% degli allevamenti é ancora gE positivo.
Misure di controllo previste per le aziende sieropositive aderenti al progetto
Per gli allevamenti sieropositivi aderenti al progetto sono stati individuati i principali fattori di rischio ed è stato predisposto un piano scritto con le indicazioni per eliminarli.
Per valutare l’efficacia delle misure di profilassi diretta ed indiretta adottate, è stato individuato un
gruppo di animali sentinella sieronegativi, costituito da 12 riproduttori (6 scrofette e 6 primipare).
Per verificare la eventuale circolazione virale nell’allevamento i capi sentinella sono stati sottoposti a controllo ogni 6 mesi, a partire dal primo accertamento positivo in allevamento, fino alla esecuzione di 2 controlli consecutivi negativi.
Gli animali sentinella sono stati sottoposti inoltre a controllo con test ELISA per la ricerca di anticorpi totali, al fine di valutare la risposta anticorpale alla vaccinazioni.
In seguito ad un primo controllo negativo eseguito con campionamento statisticamente significativo e verificato il rispetto delle misure di biosicurezza previste, l’allevamento è stato sottoposto ad
un secondo campionamento a distanza di 28-90 giorni per l’attribuzione della qualifica di allevamento indenne.
In caso di sieroconversione degli animali sentinella, è stato rivisto il piano di biosicurezza e miglioPagina 21
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rato il protocollo di profilassi diretta e indiretta. I capi sentinella sieropositivi sono stati sostituiti
con altri soggetti sieronegativi.
In alcuni casi si è ritenuto opportuno estendere il campionamento ad una intera categoria di animali o ad una particolare fase del ciclo produttivo.
Nonostante alcuni problemi riscontrati nel corso di questo primo periodo di lavoro (riscontro di
“sigleton reactors” o di sieropositività sporadiche; alcuni risultati discordanti a seguito dell’utilizzo
di kit diagnostici diversi, difficoltà a valutare la effettiva esecuzione della “terza vaccinazione” nei
maiali in ingrasso) la quantità di dati raccolti e l’esperienza acquisita operando in aziende e situazioni territoriali in molti casi differenti fra loro hanno fornito utili informazioni sulla epidemiologia
della MA nel territorio della Regione Piemonte.
Gli ottimi risulatati ottenuti sono anche attribuibili ad una buona collaborazione da parte degli allevatori ed al supporto dei colleghi veterinari referenti delle ASL coinvolte.
A seguito di questi primi risultati e in risposta alla richiesta di altri allevatori di aderire al programma volontario regionale, é importante continuare il progetto, per accelerare il processo di eradicazione e salvaguardare gli allevamenti già indenni della Regione.
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Sorveglianza della CWD nei cervi americani del
Parco della Mandria
di D. Meloni, M. Gobetto, L.Rossi, L. Carnieri, E. Manzardo, C. Corona, M. Caramelli,
E. Bozzetta
L
a Chronic Wasting Disease (CWD) è una
Investigation on Chronic Wasting
malattia neurodegenerativa appartenente
Disease in the American cervids of La
al gruppo delle Encefalopatie Spongiformi
Mandria Park
Trasmissibili (TSE) che colpisce alcuni ruminanti
selvatici della Famiglia Cervidae ed è stata segnalata per la prima volta nel 1967 in Colorado
(U.S.A.). Attualmente la malattia è stata diagnosticata solo nei cervi del Nord America, in diversi
Stati U.S.A. (Colorado, Illinois, Nebraska, New
Mexico, New York, South Dakota, Utah, Wisconsins, Wyoming) ed in due province del Canada
(Saskatchewan, Alberta). Un caso rilevato in Sud
Corea era di diretta importazione canadese.
L’infezione naturale finora è stata riscontrata nel
Cervo Mulo (Odocoileus hemionus), nel cervo
delle Montagne Rocciose (Cervus elaphus nelsoni) e nel cervo a coda bianca (Odocoileus Virginianus) sia tenuti in cattività sia liberi. Sebbene
la prevalenza della malattia in talune aree raggiunga il 15%, molti aspetti rimangono ancora
da chiarire, in particolare per quanto riguarda le
origini e le modalità di trasmissione della CWD,
così pure come l’eventuale esistenza di ceppi diversi o le potenziali fonti di rischio per altri animali o per l’uomo. Proprio quest’ultimo aspetto
riveste una particolare importanza anche in considerazione del fatto che una correlazione fra la
CWD ed alcune forme di malattia di Creutzfeldt
Jakob dell’uomo non è ancora stata esclusa.
Chronic Wasting Disease (CWD) is a
Transmissible Spongiform Encephalopathy
(TSE) of cervids which has been firstly
recognized in 1967 in Colorado (U.S.A.) as
fatal syndrome. To date, CWD has been
detected only in North America where it is
well established as an endemic disease.
According to EU Commission decision 19
March 2007 (2007/182/CE), active
surveillance of CWD became mandatory for
EU Member States in wild and farmed Cervus
elaphus and/or Odocoileus virginianus, which
were identified as target species in Europe.
Beside the required sample of Cervus elaphus
elaphus, we investigated the presence of the
infection in the population of about 250 heads
of Wapiti cervids (Cervus elaphus nelsoni) of
La Mandria Park, imported from US since the
second half of the nineteenth century: all the
46 animals over 18 months, shot for
population control purposes, resulted
negative to the rapid test for TSE, confirming
the results obtained from the Italian
mandatory surveillance programme.
Alla luce dei dati epidemiologici sembra plausibile l’esistenza di una barriera di specie che limita ai cervi la suscettibilità alla malattia, tuttavia è
possibile la trasmissione sperimentale della CWD a bovino, pecora, capra, furetto, scoiattolo e
scimmia. D’altra parte è stata recentemente dimostrata la trasmissibilità iatrogena della scrapie al
cervo. L’agente della scrapie induce nel cervo un’encefalopatia spongiforme con accumulo di PrPsc
nel SNC del tutto sovrapponibile alle lesioni indotte da CWD. Appaiono evidenti forti analogie tra
CWD e scrapie, quali ad esempio la possibilità di trasmissione orizzontale, la sintomatologia e le
lesioni, tanto che la scrapie è stata proposta come possibile origine della CWD. Tuttavia le tecniche diagnostiche disponibili non consentono di differenziare le lesioni imputabili alla scrapie da
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Sorveglianza della cwd nei cervi americani del Parco della Mandria
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quelle indotte dalla CWD.
Fig. n. 1 Sintomi della CWD
Da un punto di vista clinico (Fig.
1) gli animali colpiti hanno un’età
variabile tra i 17 mesi ed i 15 anni e presentano una sintomatologia che può durare da qualche
giorno a qualche mese, generalmente rappresentata da dimagramento e cambiamenti comportamentali. Talvolta questi sintomi aspecifici sono accompagnati da scialorrea, atassia, tremori
della testa, dilatazione esofagea,
polmonite ab ingestis e, nelle fasi
terminali della malattia, da polidipsia, poliuria, sguardo fisso, movimenti ripetitivi, ipereccitabilità,
sincope. La maggior parte degli animali soccombe 3 o 4 mesi dopo la comparsa dei primi sintomi,
sebbene esistano variabilità interspecifiche.
Per quanto riguarda la diagnosi, il quadro anatomo-patologico rivela soltanto uno stato di cachessia, mentre le lesioni caratteristiche possono essere evidenziate solo dall’esame neuropatologico:
come per le altre TSE, sono infatti presenti spongiosi del neuropilo, vacuolizzazioni neuronali (in
particolare nei nuclei caudali del cervello, ma anche nelle cellule di Purkinjie del cervelletto), astrocitosi e placche amiloidi, PAS positive, spesso circondate da vacuoli. L’esame immunoistochimico rivela che anche in questa malattia si ha accumulo di una isoforma resitente alle proteasi
(PrPres o PrPsc) della proteina prionica cellulare. La deposizione si verifica principalmente nel Sistema Nervoso Centrale (SNC), dove è causa del processo neurodegenerativo, ma anche nel tessuto linfoide e negli isolotti di Langerhans del pancreas.
La Decisione comunitaria 2007/182/CE del 19 marzo 2007 ha reso obbligatorio in Europea “uno
studio finalizzato ad accertare la presenza della malattia del dimagrimento cronico del cervo” in
base alle indicazioni del Report of the EFSA working group on a surveillance program for Chronic
Wasting Disease (CWD) in the EU” del 2004. Il numero di test ufficialmente previsti ed assegnati
a ciascuno Stato dava la possibilità, sulla base di un’analisi statistica, di svelare la presenza di
CWD, ovvero di altre forme di TSE, con prevalenza ≥ allo 0.5% con livello di confidenza al 95%.
Gli stati membri erano tenuti a concludere il proprio studio entro la fine della stagione venatoria
2007. Tutti i test eseguiti hanno fornito esito negativo.
La sorveglianza in Italia è stata applicata esclusivamente su capi selvatici di Cervus elaphus elaphus, non sono pertanto stati presi in considerazione, su indicazione ministeriale e diversamente
da quanto previsto dalla Decisione comunitaria, i cervi allevati sottoposti a regolare macellazione,
per i quali la popolazione in Italia non è stimata essere numerosa, ed il cervo a coda bianca
(Odocoileus virginianus) poichè non è presente in Italia. La sistematica negatività della prove effettuate, ha confermato l’assenza della malattia o, nell’ipotesi più pessimistica, una prevalenza
della stessa inferiore allo 0,5%.
Vista la diffusione endemica della CWD tra i cervi del Nord America, si è voluto indagare sulla poPagina 24
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Sorveglianza della cwd nei cervi americani del Parco della Mandria
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polazione di cervi Wapiti del Parco della Mandria di Venaria Reale, che rappresenta uno dei pochissimi esempi di Wapiti naturalizzati in Europa.
Nel 1861 Vittorio Emanuele II di Savoia acquistò dalla Finanza dello Stato la foresta demaniale di
Venaria Reale, poi divenuta ufficialmente, a partire dal 1863, la tenuta della Regia Mandria, incrementata in seguito grazie all’acquisizione di circostanti terreni di proprietà privata a cui seguì la
recinzione dell’intera tenuta con un muro lungo 30 Km.
All’interno della tenuta il sovrano ebbe modo di coltivare la sua passione per gli animali ma soprattutto per la caccia, attraverso l’acclimatazione di specie autoctone, nonché la naturalizzazione
di numerose altre di provenienza estera. In tale ambito giunsero presso La Mandria numerose
spedizioni di cervi Wapiti (Cervus elaphus nelsoni) che determinarono, tra l’altro, l’introduzione
sul territorio europeo, della distomatosi da Fascioloides magna, assente fino ad allora in Europa e
descritta e diagnosticata per la prima volta sui cervi del parco dal veterinario di corte Dr. Bassi. I
Wapiti sono da considerare i capostipiti degli animali attualmente presenti e differiscono dal punto
di vista morfologico rispetto ai cervi europei.
B. Comba nella sua monografia “Di due nuove acclimazioni nel regio parco della Mandria” edita
nel 1872 da V. Vercellino (Torino), testimonia l’introduzione di diversi esemplari di Wapiti nel 1863 che tuttavia non sopravvissero. Altri 47 animali giunsero vivi nel 1864 di cui “una femmina sola
fu salva”. La mancata acclimatazione fu attribuita all’ingestione di Euphorbia lathyris “quelli animali“ infatti ”assuefatti a pascoli diversi più non sapevano distinguere nelle nostre erbe le velenose dalle utili […] e mandammo uomini pratici ad estirpare tutte le euphorbiacee e quelle erbe che
pensammo potessero nuocere al nuovo ospite”. Nel 1865 vennero importati altri 39 Wapiti che
vennero suddivisi in gruppi e rinchiusi in recinti. “Con le precauzioni accennate le cose procedettero meglio […] e gli animali prosperarono”.
In base alle indicazioni fornite dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS), al fine di garantire l’equilibrio biologico ambientale all’interno del territorio, il numero di cervi all’interno del
parco regionale della Mandria viene contenuto, mediante piani specifici di abbattimento, in 230
animali circa. Approssimativamente un quarto della popolazione è sotto i 2 anni di età e il 5560% è rappresentato da femmine.
Nell’ambito del nostro studio (Tab. n. 1), 46 animali provenienti dal parco della Mandria di età superiore ai 18 mesi, principalmente abbattuti per il contenimento numerico della popolazione, sono
stati sottoposti a test rapido per la ricerca della proteina prionica patologica dal giugno 2006 al
marzo 2008.
Tab. n. 1 Caratteristiche del campione di studio.
N. animali testati
Età media
Sesso
Motivo della morte
Esito del test
(obex + LNF retrofaringei)
46
31 mesi
38 femmine
8 maschi
44 abbattuti
2 rinvenuti morti
negativo
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Sorveglianza della cwd nei cervi americani del Parco della Mandria
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Il prelievo ha compreso sia il
tronco encefalico contenente
Fig. n. 2
Prelievo del tronco encefalico comprendente l’obex.
l’obex sia i linfonodi retrofaringei mediali (Fig. 2 – 3) . Il
test rapido è stato eseguito
per ciascun animale campionato su entrambe le matrici.
La necessità di sottoporre a
test rapido il tessuto linfonodale oltre che l’obex nasce
dall’evidenza di una variabilità interspecifica nelle zone di
primario accumulo della PrPsc.
Nell’ambito delle diverse specie di cervi americani suscettibili alla malattia, infatti,
l’Odocoileus virginianus
(White tailed deer) e
l’Odocoileus hemionus (Mule
deer) evidenziano una primitiva localizzazione della PrPsc a
livello dei tessuti linfonodali
della testa, e secondariamente del nucleo motore dorsale del nervo vago. Nel Cervus elaphus nelsoni (Rocky mountain elk) il
tessuto linfatico periferico appare invece meno coinvolto.
Nel Nord America sono stati approvati dallo United States Department of Agricolture (USDA) per
la sorveglianza della CWD 4 sistemi diagnostici rapidi (Tab. n. 2).
Tab. n. 2 Test rapidi approvati dall’USDA (Report of the EFSA working group on a surveillance program for Chronic Wasting Disease (CWD) in the EU – 2004)
Produttore
Metodo
Tessuto
Specie
Bio-Rad Laboratories, ELISA
2000 Alfred Nobel Dr.,
Hercules CA
Linfonodi retrofaringei
(RLN)
Odocoileus hemionus,
Odocoileus virginianus,
Cervus elaphus nelsoni
VMRD, Inc, P.O. Box Dot Blot ELISA
502, Pullman, WA
RLN
Odocoileus hemionus,
Odocoileus virginianus
IDEXX
Laboratories, EIA (Enzime ImmunoInc., 1 IDEXX Dr., essay)
Westbrook, ME
RLN
Odocoileus virginianus
Prion
Developmental Lateral Flow, single
Laboratories, Inc., 900 well, cholorimetric asAsbury
Dr.,
Buffalo say
Grove, IL
RLN
Odocoileus virginianus
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Sorveglianza della cwd nei cervi americani del Parco della Mandria
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Fig n. 3 Linfonodi retrofaringei mediali
(http://vetsci.sdstate.edu/cwd/index.htm)
I test utilizzati ed autorizzati in Italia per la sorveglianza attiva della CWD coincidono con quelli
utilizzati per la BSE e per la Scrapie ai sensi del Regolamento Europeo n. 999/2001, Allegato X
Capitolo C, punti 3 e 4 (5), e sono riportati in Tab. n. 3.
La metodica utilizzata presso i laboratori del CEA di Torino sui 46 cervi del parco è stata il test
rapido Biorad TeSeE (BIO-RAD Marnes la Coquette – France - immunodosaggio a sandwich [EIA]
per la rivelazione della PrPres che utilizza due anticorpi monoclonali anti-PrP, previa denaturazione
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e concentrazione del campione).
I test hanno fornito esito negativo per la totalità degli animali campionati, sostanzialmente confermando quanto emerso nell’ambito della sorveglianza attiva della CWD sul Cervus elaphus elaphus
in Italia. I molti aspetti ancora da chiarire inerenti le origini della malattia nel Nord America rimangono pertanto ancora aperti, in particolare il/i fattori scatenanti della malattia che si sono verificati nelle specie americane hanno risentito verosimilmente di fattori biologico-ambientali complessi che prescindono in parte dalle specie interessate dall’infezione e che sicuramente non hanno trovato replica nell’ambito dei “nostri” cervi americani.
Tab. n. 3 Test rapidi utilizzati in Italia per la sorveglianza della CWD
Produttore
Metodo
Tessuto
Specie
Biorad TeSeE, BIO-RAD ELISA sandwich
Marnes la Coquette –
France
Linfonodi retrofaringei
mediali (RLN)
Obex
Cervus elaphus
Prionics Check -LIA,
Prionics A G, Schlieren – Switzerland
RLN
Obex
Cervus elaphus
ELISA sandwich
Bibliografia essenziale
•Decisione della Commissione 2007/182/CE del 19 marzo 2007 relativa ad uno studio sulla malattia del dimagrimento cronico dei cervidi. Disponibile su http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:
L:2007:084:0037:01:IT:HTML
•Comba B.. Di due nuove acclimazioni nel regio parco della Mandria
- Torino : Tip. V. Vercellino, 1872. - 31
p. ; 24 cm
•Keane D. P., Barr D. J.,. Keller J E, Hall S. M., Langeberg J. A., Bochsler P. N.. Comparison of retropharyngeal lymph node and obex region of the brainstem in detection of chronic wasting disease in white-tailed deer
(Odocoileus virginianus). J Vet Diagn Invest. 2008 Jan; 20(1):58-60. PMID: 18182509
•Race B. L., Meade-White K. D., Ward A., Jewel J., Miller M.W., Williams E. S., Chesebro B., Race R. E.. Levels
of abnormal prion protein in deer and elk with Chronic Wasting Disease. Emerging Infectious Diseases Vol.
13, No. 6, June 2007
•Regolamento (CE) n. 999/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 maggio 2001 recante disposizioni per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione di alcune encefalopatie spongiformi trasmissibili. Disponibile su http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:32001R0999:IT:HTML
•Report of the EFSA working group on a surveillance program for Chronic Wasting Disease (CWD) in the EU”
del 2004. Disponibile su http://www.efsa.europa.eu/EFSA/Scientific_Opinion/
opinion_biohaz12_ch_wast_dis_ef70_report_en1.pdf
•Sigurdson C. J., Aguzzi A.. Chronic Wasting Disease. Biochimica et Biofhysica Acta (2007), doi:10.1016/ j.
bbadis.2006.10.010
•Williams E.S.. Chronic Wasting Disease - Vet. Pathol. 42:530-549 (2005)
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