Bar No, associazione culturale

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Bar No, associazione culturale
LATINA
IL GIORNALE DI LATINA
SANITÀ
MERCOLEDÌ 21 GENNAIO 2015
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Il servizio ristoro dell’ospedale è assente da un decennio, al suo posto solo le macchinette
Bar? No, associazione culturale
Anche i distributori automatici del Goretti sono gestiti dalla Artell. La direzione annuncia riforme
S
di ARMANDO CASO
e c'è una cosa che non
manca nella città di
Latina sono i bar.
Ce ne sono ovunque, di altissimo livello, in grado di soddisfare una clientela molto esigente e tradizionalmente abituata al meglio. Un'altra cosa di
cui si ha sempre notizie nel capoluogo pontino è l'elevatissima utenza dell'ospedale.
Non passa giorno infatti, in
cui il grande tasso di presenze
nel nosocomio locale non faccia registrare record o qualche
problematica.
Le foto inviate da un lettore: l’ingresso del bar e a lato
la segnaletica per il seminterrato
g
Il servizio mai riaffidato
in gestione
Molto curioso che in una
città con queste due particolarità, nessuno abbia ancora fatto
uno più uno ed abbia deciso di
aprire un bel bar, di livello nell'ospedale più grande della
provincia, dove arrivano pazienti perfino daaltre regioni, e
dove da anni, manca questo
servizio.
In realtà fino a più di qualche anno fa un bar c'era. Era
proprio all'ingresso principale,
ed offriva non solo il servizio
bar ai visitatori dell'ospedale,
ma anche un servizio ristorazioni supplementari per i pazienti. Secondo la dirigenza sa-
nitaria, a seguito del riconoscimento del S.M.Goretti come
ospedale di alta categoria, ci sarebbe stata una ricognizione
degli spazi e quell’area sarebbe
dedicata ad uso medico.
Non mancherebbero però
altrearee nellequali allestireun
punto di ristoro che eleverebbe
la qualità del servizio ospedaliero all’utenza e farebbe anche
guadagnare all’ospedale stesso.
Nel frattempo l’ex bar
dell’ospedale è rimasto chiuso
per circa un decennio.
“Solo per gli associati”
In realtà, almeno per medici, infermieri, personale e tirocinanti, un servizio bar ci sarebbe pure,e ce lo segnalaun lettoreche ciha anchefornito lefoto
per questo servizio scegliendo
però di rimanere anonimo.
Sta in una stanza ad un piano basso, letteralmente un sottoscala, dove una spartana
scritta a pennarello indica la
presenza di un“circolo ricreativo” di un'associazione culturale che sichiama ARTELL (l'Associazione Regionale Tempo
Libero Latina) che, “senza scopo di lucro”come vuole la legge
che regola in materia fornisce
questo servizio ai suoi associati.
Questa associazione, a riprova della sua intensa attività
sul territorio, pubblica anche
una rivista trimestrale, dove si
parla di arte, spettacolo, varie
ed eventuali. Insomma, tutto
fuorché lo scopo di lucro.
Non si allarmino quindi i
lettori,perché suquestogenere
di attività gestiti da associazioni ha già sentenziato la Cassazione nel 2007 confermando
l’orientamento già definito in
passato, sulla natura dell'attivitàdi barsvoltaneicircoli enelle
associazioni “senza scopo di lucro”.
In particolare è stato ribadito che tale attività, ancorché
svolta nei confronti dei soli associati, è da considerarsi commerciale, non rientrante nell'attività istituzionale propria
del circolo o associazione, e come tale da escludere dal regime
di esenzione previsto per le associazioni/enti. I relativi proventi sono quindi da assoggettare ad IRES e ad IVA. Il bar è
molto frequentato e di ottima
qualità, ed è un vero peccato
che un cartello all’ingresso lo
indichi come “circolo riservato
agli iscritti Artell”, perché un
simile servizio sarebbe molto
utile e potrebbe anche essere
molto remunerativo per
l’azienda ospedaliera pontina.
Non si capisce quali controlli
vengano effettuati peri tesserati.
Anche gli erogatori
sono targati “Ar tell”
In assenza di un servizio
aperto a tutti, restano i distributori automatici per il ristoro
dell’utenza pubblica dell’ospedale. La dirigenza sanitaria, attraverso l’ufficio stampa, ci fa
sapere che anche questo servizio (come del resto indicato da
un apposito adesivo esposto
nelle macchinette automatiche) è gestito dell’associazione
Artell, che anche in questo caso, senza scopo di lucro, gestisce per conto dell’ospedale il
carico e la manutenzione dei
distributori automatici.
Il tutto in base ad una vecchia convenzione mai riformata. I termini economici di que-
sta vecchia convenzione, però,
non ci sono stati trasmessi e
quindi non è dato a sapere a che
titolo una associazione che si
occupa di “tempo libero” gestisca una fornitura così elevata
come le decine di macchinette
automatiche a disposizione dei
moltissimi utenti dell’ospedale.Di certoc’èchequalcuno siè
preso la briga di promuovere
con delle scritte a pennarello in
tutte le scale dell’ospedale la
presenza di un bar nel semi-interrato, come se gli associati
non fossero al corrente della
sua presenza. La nuova dirigenza sanitaria ha infine dichiarato che presto, sia il servizio di distribuzione alimenti e
bevande automatico che quello il servizio bar, potrebbero
tornare in regime di libero mercato sgravando l’Artell dal suo
attuale ed oneroso servizio, finalmente libera di occuparsi
solo del tempo libero dei suoi
associati.
IL PARADOSSO
LA DENUNCIA
Barelle in terapia intensiva Bagni sporchi al Porfiri
Nel reparto è anche emergenza personale, pochi gli infermieri La Asl non vigila sulla pulizia dei suoi ambienti
E’ ancora emergenza posti
letto all’ospedale Santa Maria
Goretti. Dopo il caso del reparto di Urologia e Chirurgia, è di ieri la notizia di barelle presenti nel reparto anche
di Terapia intensiva cardiologica. Qui, secondo quanto
denunciato dal sindacato delle professioni infermieristiche, non ci sarebbero solo pazienti ricoverati sulle barelle
(tre lo scorso 18 gennaio) ma
a questo si aggiungerebbe un
organico sempre più sottodimensionato. Una condizione
che costringe infermieri e
medici a turni sempre più
massacranti e ad un lavoro
stressante, peraltro svolto con
tenacia e senza pause non solo
in questo reparto ma anche in
tutti quelli in sofferenza, non
ultimo il pronto soccorso. Secondo quanto denunciato dal
sindacato, nelle corsie di terapia intensiva sarebbero di
media presenti quattro infermieri per turno quando invece dovrebbero essere sette.
Soprattutto mancherebbe il
personale di supporto all’infermiere (cosiddetto Oss) deputato a svolgere tutte quelle
prestazioni assistenziali di natura alberghiera quali il rifacimento dei letti, le attività at-
tinenti all’igiene dei malati e
la mobilizzazione dei pazienti. Tutte operazioni oggi svolte dagli infermieri che sottraggono quindi tempo prezioso alla cura dei pazienti.
Una situazione grave, su cui
poco può fare la direzione
della Asl, ancora obbligata a
sottostare alle rigide regole
del commissariamento regionale della sanità.
Sembra strano parlare di
igiene proprio all’interno
delle strutture gestite dalla
Asl, ovvero l’ente preposto
alla vigilanza della salubrità
e sicurezza degli ambienti di
lavoro. Ma a quanto pare “il
ciabattino va con le scarpe
rotte”, come dice il proverbio, e di igiene nel Padiglione Porfiri, che è un’estensione dell’ospedale Goretti,
ce n’è ben poca. A guardare
le foto dei bagni insudiciati
e con i residui organici rimasti lì da giorni, si potrebbe dire che la pulizia non
funziona affatto. E in un locale frequentato da centinaia di persone al giorno
che si recano agli ambulatori, in alcuni reparti o al
Centro unico di prenotazione, di certo non è cosa
sana. Ce lo segnala una
utente che sdegnata per
quanto visto, ha deciso di
informarci di questa situazione affinché la Asl prenda
provvedimenti, resituendo
un minimo di decoro a
quell’angolo di sanità. Tra
gli altri disservizi, anche
l’impossibilità di chiudere
la porta delle tre toilette.
Come in un bar abbandonato di qualche stazione
ferroviaria.