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Stagione 2008/2009 Sovrintendente e Direttore Artistico Prosa Michele Mirabella Direttore Artistico Musica e Danza Daniele Spini 24 gennaio 2009 - ore 20.45 SPOSTAMENTO DATA SI RACCONTA una sera d’inverno un narratore L’appuntamento del 6 febbraio con Luciano Virgilio, sarà spostato al 27 febbraio. 26 28-31 gennaio Prevendite spettacoli di febbraio gennaio Associazione Culturale Gianni Santuccio LA CONTESSINA MIZZI di Arthur Schnitzler traduzione di Giuseppe Farese con Micaela Esdra, Roberto Bisacco, Antonio Zanoletti, Martina Carpi regia di Walter Pagliaro scene e costumi Luigi Perego 29 gennaio giovedì ore 18.00 Foyer del Teatro ingresso libero 30 gennaio venerdì ore 17.45 Sala Fantoni 1 febbraio domenica ore 17.00 A TEATRO DA GIOVANNI INCONTRI CON IL PUBBLICO “LA CONTESSINA MIZZI” di Arthur Schnitzler conversazione tra Giuseppe Farese professore ordinario di Lingua e Letteratura tedesca, Università di Bari Walter Pagliaro regista Luigi Reitani professore ordinario di Letteratura Tedesca, Università di Udine SARÀ UNA BELLA SOCIETÀ SI RACCONTA una sera d’inverno un narratore MICAELA ESDRA legge: Natalia Ginzburg Mio marito Elsa Morante La signora giovane ROMANZO D’INFANZIA Michele Abbondanza e Antonella Bertoni coreografia e interpretazione Letizia Quintavalla e Bruno Stori regia e drammaturgia spettacolo consigliato a partire dai 6 anni TEATRO NUOVO GIOVANNI DA UDINE Udine, via Trento, 4 tel. 0432 248411 - fax 0432 248452 www.teatroudine.it - [email protected] Direzione centrale istruzione, cultura, sport e pace Servizio attività culturali Provincia di Udine Grafica S. Conti - Stampa La Tipografica srl ore 20.45 Promo Music in collaborazione con Mittelfest 2007 SARÀ UNA BELLA SOCIETÀ testo di Edmondo Berselli selezione musicale a cura di Shel Shapiro voce narrante, voce e chitarra Shel Shapiro musiche eseguite dalla Shel Shapiro’s band Alessandro Giulini tastiere, fisarmonica, voce Daniele Ivaldi chitarre Luigi Mitola chitarre, dobro, mandolino Mario Belluscio basso Ramon Rossi batteria e percussioni regia di Ruggero Cara assistente alla regia Elisabeth Boeke scene e costumi Rosanna Monti disegno luci Giulio Camporesi e Angelo Generali progetto audio Claudio Morselli e Andrea Balducci Erano gli anni in cui si diceva: I can. Purtroppo, per molti, quell’I can è diventato I could have… Shel Shapiro Grande merito a uno spettacolo che invece di dilagare nella nostalgia e guardarsi l’ombelico, vuole discutere di emozioni, personaggi, idee e musica. Per capire quello che ci aspetta, non per rimpiangere quello che è stato. Anna Bandettini Sarà una bella società nasce dall’esigenza di ripercorrere, a ritmo di musica, la storia di alcune generazioni. La storia di chi ha attraversato l’Italia, e simbolicamente il mondo, dai primi Sessanta in poi. E questa storia, adesso, ce la raccontano il mitico Shel Shapiro e la sua band: oltre quarant’anni di contemporaneità e di cambiamento in cui le canzoni contrappuntano sentimenti e avvenimenti facendo da sfondo alle trasformazioni sociali e culturali del nostro Paese. La voce, la chitarra e l’immagine anche fisica di Shapiro, amatissima icona beat per eccellenza, rappresentano «un esercizio evocativo irresistibile» che serve per recuperare il clima di un’epoca e lo spirito del tempo Un sentimento collettivo I Sessanta sono un decennio “seminale”, in cui sembra essersi concentrata una creatività, una energia sociale, ma anche intellettuale, culturale, comportamentale, davvero irripetibile. Se pensiamo all’America di Bob Dylan, a una voce mai sentita prima che annuncia il tempo nuovo, che investe i grandi raduni civili e politici dell’età kennediana e postkennediana, abbiamo una fotografia suggestiva del cambiamento. Ma prima dobbiamo avvertire anche l’eco delle canzoni e del surf dei Beach Boys, e subito dopo gettare uno sguardo sull’epoca in cui i festival e i grandi raduni raccolgono il mondo giovane, i beatnik, gli hippie, a Newport come a Woodstock. Peace and Love, pace e amore, nel fango di Woodstock. E qualche anno prima la ballata elettrica e dolente di Dylan, A hard rain’s gonna fall. È la grande società che richiama inesorabilmente le note di The way we were, Barbra Streisand e Robert Redford come campioni ancora ingenui della rivoluzione democratica, quando non eravamo così cinici, e la politica era una speranza che davvero the times, they are a-changin’, e che il mondo potesse veramente avere una svolta. Ma nello stesso tempo dobbiamo anche pensare all’Europa e all’Italia di allora. All’Inghilterra delle cavern, in cui emergono i “complessi”, oggi diremmo le “band”, che trasformano radicalmente il modo di fare musica e di stare insieme. Nell’immaginario musicale esplode il suono distorto del riff di Satisfaction, i Beatles impongono una specie di rivoluzione, in cui si sperimenta tutto. E intorno a loro, ai fondatori della musica nuova, si affollano i grandi epigoni, gli eredi del blues, gli Animals di Eric Burdon, i Them, gli Who. Sullo sfondo di un mutamento impressionante, una società per molti versi “ingenua” sperimenta intanto per la prima volta il benessere di massa. E aspetta qualcosa. Anche in un’Italia che esce a fatica dalla sua arretratezza, cambiano le parole e le note, tira un’aria nuova, i simboli si svecchiano, le star cambiano volto. Va da sé che l’ambiente culturale e politico aspetta una rottura, che arriverà puntuale con il maggio francese e con il Sessantotto; ma prima ancora che sul piano politico la “rivoluzione” avviene nei comportamenti, nelle mode, nei pensieri collettivi. Si vede una metamorfosi nel paesaggio umano. Cambia l’abbigliamento, si modificano in modo impressionante i comportamenti fra adulti e giovani, e le relazioni fra ragazzi e ragazze, l’eros guadagna stili nuovi: «Sapore di sale, sapore di mare, che hai sulle labbra, che hai sulla pelle». Si tratta di un cambiamento a suo modo “politico”, ma in primo piano ci sono le emozioni, le suggestioni, c’è la sensazione che si stiano aprendo possibilità inedite. Qui da noi la musica assimila veloce- mente l’idea del cambiamento. Emerge la protesta, Come potete giudicar, E’ la pioggia che va, Noi non ci saremo, Dio è morto: un sentimento che non è ancora programmatico ma è collettivo, condiviso, sentito da tutti come una specie di destino a cui si è chiamati, e che ciascuno interpreta alla propria maniera, ora festosa, ora arrabbiata, perché in ogni caso il mondo è giovane, può attendere anche se è impaziente. Che cosa è rimasto di tutto questo? L’atmosfera degli anni Sessanta, o il “sogno” di quel decennio, illumina di una luce diversa anche i decenni successivi. I Settanta con l’impegno, i cantautori, il conflitto politico; gli Ottanta con il ritorno al privato, all’individualismo, e poi all’esplodere del capitalismo di massa, quando in Nove settimane e mezzo Mickey Rourke dice a Kim Basinger, che gli chiede che lavoro fa, «I make money by money», faccio i soldi con i soldi. Ma anche ascoltando gli U2, o il rock contemporaneo, viene il sospetto che quasi tutto sia nato allora, all’epoca dei Byrds e dei Pink Floyd, di Donovan e di John Lennon. E allora vale la pena di raccontare questa storia, oltre quarant’anni di contemporaneità e di cambiamento, come se fosse una storia simultanea, in cui le canzoni contrappuntano i sentimenti e gli avvenimenti, fanno da sfondo, e talvolta diventano il decalogo, della trasformazione sociale e culturale in cui ci siamo trovati. Ascoltare una canzone, o riascoltarne un accenno, la strofa, l’inciso, le parole chiave, significa immergersi di nuovo nell’atmosfera in cui essa è nata, riviverne la memoria, riassaporare i pensieri e i sentimenti di allora e di oggi. E cercare nelle canzoni di oggi una consapevolezza altra, che ci aiuti a guardare al futuro. Edmondo Berselli Shel Shapiro, nato a Londra nel 1943, debutta in Italia con il suo Shel Carson Combo nel 1963, poi cambia il nome al complesso che diventa Rokes. Pubblica il suo primo disco da solista quando ancora fa parte dei Rokes, nel 1970. Quell’anno debutta anche nel cinema, con Brancaleone alle Crociate. Nel 1972 pubblica un secondo album in proprio, in seguito si dedica all’attività di autore e produttore discografico, lavorando per Gianni Morandi, Rino Gaetano, Decibel, Ombretta Colli, Luca Barbarossa, David Riondino. Negli anni Ottanta vive fra Miami, Mexico City, New York e Milano, producendo artisti latini fra cui El Puma, Emanuel, Juan Gabriel e Isabel Pantoja. Nel 1987 pubblica Per amore della musica. Nel 2000 è in televisione con Cochi e Renato in Nebbia in Val Padana, poi nella sitcom Via Zanardi 33 e nei film Giuda ed Eldorado. Nel 2002 pubblica l’album Shel, con vecchi successi riarrangiati, brani inediti e la partecipazione di Lucio Dalla e Frankie Hi-NRG. Dello stesso anno, due partecipazioni cinematografiche: Il nostro matrimonio è in crisi e Vento di ponente. Ancora cinema nel 2006, con Il giorno più bello, mentre nel 2007 esce il libro + cd Acoustic Circus / Storie, sogni e rock’n’roll. Nel 2008 c’è, quindi, il trionfale ritorno sulle scene con lo spettacolo Sarà una bella società. Testi a cura di Gianmatteo Pellizzari