LA VOCE DEL CANTANTE
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LA VOCE DEL CANTANTE
Questo materiale è riservato agli studenti regolarmente iscritti al corso di Storia dell’Opera del CPIA sede Petrarca di Padova. È strettamente personale e non riproducibile. I materiali – tratti in parte da Wikipedia e da altre fonti – sono a cura del prof. Antonio Cervato. LA VOCE DEL CANTANTE • La voce è il più importante strumento di comunicazione dell’uomo e anche il primo strumento musicale a nostra disposizione. • Per quanto riguarda l’emissione del suono, una voce è NATURALE quando non è stata educata con una tecnica particolare: è la voce che usiamo quotidianamente per parlare e, talvolta, per cantare liberamente. • Una voce impostata è, invece, una voce che ha imparato il modo corretto di produrre il suono; questo presuppone lo studio della RESPIRAZONE E DELLE TECNICHE DI EMISSIONE DELL’ARIA, al fine di ottenere una qualità migliore sia dal punto di vista timbrico, sia dal punto di vista del volume e della potenza sonora. • La voce viene prodotta dall’APPARATO FONATORIO. L’aria contenuta nei polmoni viene emessa grazie alla spinta del DIAFRAMMA (un muscolo che separa la cavità toracica da quella addominale), passa attraverso la TRACHEA, e raggiunge la LARINGE dove si trovano le CORDE VOCALI. Il suono generato dalla VIBRAZIONE DELLE CORDE VOCALI, viene “amplificato” passando attraverso il canale vocale, la BOCCA e i seni PARANASALI UN SUONO BEN IMPOSTATO… • Un suono tondo, fluido, pieno, pastoso, morbido, pieghevole; che è VIBRANTE ma anche FERMO (Rodolfo Celletti). Rodolfo Celletti (Roma, 13 giugno 1917 – 4 ottobre 2004) è stato un musicologo, critico musicale, maestro di canto e scrittore italiano. • La voce deve uscire limpida e chiara senza che passi pel naso, né in gola si affoghi (Tosi). Pier Francesco Tosi (Cesena, 1654 – Faenza, 1732) è stato un cantante castrato (soprano), compositore e studioso di musica italiano. Questo materiale è riservato agli studenti regolarmente iscritti al corso di Storia dell’Opera del CPIA sede Petrarca di Padova. È strettamente personale e non riproducibile. I materiali – tratti in parte da Wikipedia e da altre fonti – sono a cura del prof. Antonio Cervato. CARATTERI DELLA VOCE NEL CANTO Il canto utilizza gli stessi organi dei quali ci serviamo per parlare … ma se parliamo non siamo vincolati • all’intonazione dei suoni • alla durata dei suoni • all’intensità (volume) dei suoni IL MODO DI PRENDERE ED EMETTERE IL FIATO È, TRA CONVERSAZIONE E CANTO, DIVERSO. PAROLA E SUONO: L’applicazione di una melodia a un testo poetico ha un effetto rafforzativo, in senso sia drammatico che lirico, sulle parole. IL MELODRAMMA “ESTREMIZZA” I SENTIMENTI E LE PASSIONI ! REYNALDO HAHN… (Caracas, 9 agosto 1874 – Parigi, 28 gennaio 1947) è stato un compositore, pianista e direttore d'orchestra venezuelano naturalizzato francese.. “La melodia rappresenta nel canto l’elemento trascendentale che conferisce alla parola un’aggiunta di intensità, di forza, di delicatezza, di poesia, di fascino e di inusitato con mezzi che sfuggono in parte all’analisi e di cui subiamo il fascino senza poterne ben spiegare la ragione. La parola, per contro, con il suo contenuto di sentimento e di pensiero, trasmette alla melodia un significato, gli affida un’azione diretta e precisa sullo spirito e sul cuore”. IL FRASEGGIO… • Nel canto, il modo di accentare o di sottolineare il significato di una parola sfumando o rinforzando i suoni e dando loro varietà di colori, si chiama FRASEGGIARE! Questo materiale è riservato agli studenti regolarmente iscritti al corso di Storia dell’Opera del CPIA sede Petrarca di Padova. È strettamente personale e non riproducibile. I materiali – tratti in parte da Wikipedia e da altre fonti – sono a cura del prof. Antonio Cervato. NEL CANTO LA VOCE È DEFINITA DA QUATTRO COMPONENTI: • timbro • volume • estensione • flessibilità IL TIMBRO È l’elemento che esprime la fisionomia di un suono e che distingue una voce (o uno strumento) dalle altre voci (o dagli altri strumenti). Nelle voci il TIMBRO è la risultante delle caratteristiche fisiche degli organi che partecipano alla fonazione. Su di esso influiscono moltissimi fattori, dalla struttura ossea e dalla conformazione del viso alla dentatura. IL COLORE: FRA LE COMPONENTI DEL TIMBRO VOCALE RIENTRA ANCHE IL COLORE! Il colore chiaro caratterizza le voci acute (soprano, tenore), quello scuro le più gravi (contralto, basso) mentre il mezzosoprano e il baritono sono voci intermedie IL COLORE TIMBRICO: In base al colore timbrico (si sommino anche le caratteristiche come quelle dell’agilità, potenza, estensione della voce) abbiamo ad esempio tenori leggeri, lirici e drammatici; tenori chiari o tenori scuri. IL TENORE Tenori “chiari” – “ scuri” Alcuni esempi di tenori chiari possono essere Kraus, Schipa, Valletti Tenori scuri possono essere Caruso, Corelli, Bergonzi Tra chiaro e scuro (categoria intermedia) Gigli, Pertile, Pavarotti. Questo materiale è riservato agli studenti regolarmente iscritti al corso di Storia dell’Opera del CPIA sede Petrarca di Padova. È strettamente personale e non riproducibile. I materiali – tratti in parte da Wikipedia e da altre fonti – sono a cura del prof. Antonio Cervato. IL BARITONO • Baritoni “chiari”: Fischer-Dieskau, Stracciari, Galeffi • Baritoni “scuri”: Titta Ruffo, Renato Bruson IL BASSO Nella musica classica, in particolare nell'opera, esistono i seguenti tipi: • Basso buffo o leggero, specializzato nel repertorio comico; dotato di una voce agile e, all'occorrenza, più chiara. Un ruolo tipico è quello del Dottor Bartolo nel Barbiere di Siviglia di Rossini o quello di Dulcamara ne L'elisir d'amore di Donizetti. • Basso-baritono, è la categoria di voci di basso che si pone a cavallo tra la tessitura del basso e quella del baritono. Caratteristiche della voce del basso-baritono sono la facilità d'emissione nel registro acuto e il timbro abbastanza scuro ma più brillante e chiaro di quello del basso cantante. • Basso-cantante, è la categoria nella quale rientra la gran parte delle voci e dei ruoli di basso. La sua linea di canto si muove in una tessitura più acuta rispetto a quella del basso profondo ma il suo timbro mantiene l'irrinunciabile colore scuro proprio della voce di basso. • Basso profondo, caratterizzato da una voce estremamente grave e molto scura. La sua vocalità, come suggerito dal nome stesso, si estende nella regione più grave del pentagramma. Un ruolo tipico è quello di Sarastro ne Il flauto magico di Mozart o del Grande Inquisitore nel Don Carlos di Verdi. Questo materiale è riservato agli studenti regolarmente iscritti al corso di Storia dell’Opera del CPIA sede Petrarca di Padova. È strettamente personale e non riproducibile. I materiali – tratti in parte da Wikipedia e da altre fonti – sono a cura del prof. Antonio Cervato. IL SOPRANO • Soprani “chiari”: Caballè, Sutherland • Soprani “scuri”: Leontyne Price, Tebaldi, Ponselle • Soprano di coloratura: si distingue per la capacità tecnica di eseguire una serie di ornamenti virtuosistici su una parola o su una sillaba utilizzando al massimo l'agilità vocale. IL MEZZOSOPRANO • Mezzosoprano leggero o acuto: voce ricca, piena, di volume limitato ma molto duttile e agile; spazia dalla zona grave a quella acuta ed è dotato di capacità virtuosistiche. Sa salire anche fino al do sovracuto . Inoltre, questo tipo di mezzosoprano spesso sostiene i ruoli rossiniani scritti originariamente per il cosiddetto mezzocontralto, ossia un contralto dalla voce chiara, agile ed estesa a cui è richiesta una maggiore tenuta nel registro acuto e una padronanza assoluta della coloratura. • Mezzosoprano lirico o centrale: voce calda, piena, ricca e graziosa; spazia dalla zona centrale a quella acuta ed è adatto ad una vocalità legata e cantabile. • Mezzosoprano drammatico o grave: voce ricca, piena, di timbro scuro e intenso volume; spazia nella zona centrale ed è portato agli accenti forti. IL CONTRALTO • i mezzo-contralti: più chiare e pieghevoli • i contralti bassi: più profonde e più dure. Sono doti caratteristiche della voce di contralto, in generale, la robustezza, la rotondità, l'ampiezza del volume e la pienezza della sonorità; essa si fonda principalmente sul registro di petto. Questo materiale è riservato agli studenti regolarmente iscritti al corso di Storia dell’Opera del CPIA sede Petrarca di Padova. È strettamente personale e non riproducibile. I materiali – tratti in parte da Wikipedia e da altre fonti – sono a cura del prof. Antonio Cervato. IL VOLUME Peso specifico di una voce, ovvero la sua ampiezza, la sua potenza. L’ ESTENSIONE È il numero di note che il cantante può eseguire partendo dal suono più grave che è capace di emettere fino a giungere a quello più acuto LA FLESSIBILITÀ È l’attitudine del cantate a rinforzare o smorzare un suono La flessibilità ha ripercussioni dirette sull’esecuzione degli ornamenti, delle fioriture e delle agilità