Rassegna del 12/09/2016
Transcript
Rassegna del 12/09/2016
Rassegna del 12/09/2016 INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna del 12/09/2016 SI PARLA DI NOI Gazzetta Mantova 12/09/16 P. 16 Problemi dei quartieri Oggi la giunta visita Cittadella 1 Gazzetta Mantova 12/09/16 P. 22 Chiedo un posto in Tea per il parcheggio facile 2 Gazzetta Mantova 12/09/16 P. 23 È di Giulia la voce che si nota TE successo al nono tentativo Mauro Pinotti 3 12/09/16 P. 6 "La spazzatura diventa energia" Brescia fa i soldi coi rifiuti romani Giacomo Galeazzi 5 Abiti, semplificazione a metà Vincenzo Dragami 7 9 COMPETITORS Stampa RIFIUTI: SCENARIO Italia Oggi Sette 12/09/16 P. 19 ENERGIA: SCENARIO Sole 24 Ore 12/09/16 P. 22 Addizionale all'accisa sull'energia elettrica: sì ai rimborsi 2010-12 Ferruccio Bogetti, Gianni Rota Sole 24 Ore - L'esperto Risponde 12/09/16 P. 6 Le tariffe di luce e gas ampliano l'offerta Adriano Lovera Indice Rassegna Stampa 10 Pagina I Proble del* quaftieri Oggi la 91 í* mta visita Cittadella Continuano le camminate Ti vediamo nei quartieri" con il sindaco e la giunta. La prossima tappa è oggi alle 18 a Cittadella. Gli amministratori comunali, i dirigenti, gli agenti della polizia locale e i tecnici Tea incontreranno i cittadini per conoscere da loro i problemi del quartiere e per pianifi- Si parla di noi care i lavori in agenda. La passeggiata a Cittadella inizierà in piazza Porta Giulia e proseguirà in strada Montata, via degli Spalti, via Basevi, Parco Andreas Hofer, via Verona, via San Giovanni Bono e via san Michele. Le camminate proseguiranno nelle prossime settimane negli altri quartieri. Pagina 1 Chiedo posta i Tea per il parcheggio facile Caro direttore dei la Tea, sono a chiederle se può assumermi in una delle aziende che fanno parte dei mondo Tea. Le spiego perché, oltre ad essere un lavoratore instancabile e di assoluta affidabi I ità sono anche un residente della zona vicolo Stretto piazza Gasometro. In questo modo potrò recarmi nei vostri uffici moltovelocemente ma soprattutto potrò finalmente smettere di cercare un parcheggio, di pagare due pass auto parcheggiando direttamente dentro da voi con parenti ed anici al seguito. Come fanno spesso molti vostri dipendenti durante Festivaletteratura, feste natalizie e quando la nostra città è fortunatamente invasa dal turismo. Sentitamente ringrazio per l'attenzione. Letterafirmata Si parla di noi Pagina 2 I )) È di Giulia la voce che si nota Il successo al nono tentativo La 25enne modenese ha primeggiato con "Mercy on Me" di Christina Aguilera Seconde ex aequo la 17enne Maria Luisa e la 19enne Irene. Agli Ape gli inediti inalmente, dopo nove edizioni ho vinto il concorso. Chi la dura la vince». Sono le prime parole di Giulia Pellegrino, 25 anni di Castelnuovo Rangone, in provincia di Modena, rappresentante l'Avis di Poggio Rusco, che con il brano di Christina Aguilera Mercy on Me ha vinto la nona edizione del concorso canoro "Una voce che si nota", la cui finale si è svolta sabato alla fiera "Millenaria" di Gonzaga, organizzato dall'Avis provinciale di Mantova in collaborazione con Radio Pico, il supporto di Tea Energia e il patrocinio della Provincia. 6 Al secondo posto ex aequo, si sono classificate Maria Luisa Scrivano, 17 anni (Avis Pegognaga) che ha interpretato Caruso di Lucio Dalla e Irene Lavato, 19 anni (Avis Mantova), che si è presentata scalza sul palco alla Sandie Shaw, la cantante degli anni Sessanta che aveva l'abitudine di esibirsi a piedi nudi, e che con una vocina alla Kate Bush ha cantato In punta di piedi di Nathalie. La sezione "inediti è stata vinta dal gruppo Ape col brano cantato a tre vociL'Opportunità. La novità dell'edizione 2016 era il premio "Web Fan" pubblicato sulla pagina Youtube dell' Avis provinciale che è stato aggiudicato al duo Salvatore lacomino e Giuseppe Vitiello di 25 e 22 anni (Avis Moglia e Suzzara), con più di 7mila visualizzazioni e che durante la serata hanno Si parla di noi II gruppo Ape, vincitore nella sezione inediti cantato Piccola stella senza cielo di Ligabue. Premio speciale alla cantante più giovane: Zoe Venturini, 16 anni (Avis San Michele in Bosco) che ha cantato My heart will go on di Celine Dion. Meritano, quanto meno una menzione, gli altri concorrenti che hanno dato cuore e anima sul palco come il gruppo "The Secret London Project" (Avis vivo grazie al supporto della band formata da Stefano Zanon (batteria), Samuele Benatti (tastiere), Lorenzo Valente (piano), Paolo Turina (chitarra) e Franco Martinelli (basso). Tra gli ospiti, i ballerini di Garda Danze e le bravissime e simpaticissime sorelle Federica, Ambra e Sara Baccaglini di Villanova del Ghebbo (Rovigo) in arte "Foxy Ladies" reduci da "The Voice of Italy" il talent canoro di Raidue e che hanno fatto parte del team di Raffaella Carrà. Prima della gara canora, consueta sfilata dei labari delle 93 sezioni Avis sparse in provincia oltre ai saluti della presidente dell'Avis provinciale Elisa Turrini, del vicepresidente vicario Valter Belluzzi, del presidente della Millenaria, Giovanni Sala e del sindaco di Gonzaga Claudio Terzi. Mauro Pinotti Salvatore laco mino e Giuseppe Vitiello si aggiudicano il premio "Web fan" con oltre settemila v is ual izzazioni Mantova) che ha presentato l'inedito Burn the bread; Alice Torosani, 21 anni (Avis Cerlongo) "Sono come tu mi vuoi" di Mina; Francesca Borgione, 24 anni (Avis Mantova), The Best di Tina Turner; Utibe Joseph, 19 anni (Avis Casaloldo) Unbreak my heart di Toni Braxton; Diletta Colombini, 27 anni (Avis Quingentole) Angel di Within Temptation e Giulia Cavagnoli, 18 anni (Avis Bancole) AmorMio di Mina. La serata è stata presentata da Peter e Barbara di Radio Pico. Tutti i cantanti si sono esibiti dal Pagina 3 Giulia Pellegrino durante la sua esi bizione sul palco della mi Ilenaria di Gonzaga . A destra i I gruppo di premiati , presentatori e responsabili dell'Avis dopo l'annuncio dei vincitori Si parla di noi Pagina 4 "La spazzatura diventa energia" Brescia fa i soldi coi rifiuti romani Bollette più leggere sfruttando l'emergenza che tormenta le Giunte della capitale Cinque alveari di api sotto la ciminiera. «Li abbiamo messi per dimostrare la buona qualità dell'aria e il miele è ottimo», spiega Lorenzo Zaniboni, direttore del termoutilizzatore più grande d'Italia. Mentre a Roma, Napoli, Palermo e in decine di altri comuni i rifiuti sono un incubo, a Brescia sono una ricchezza. La multiutility A2A, di cui i comuni di Milano e Brescia hanno insieme la metà delle azioni, ha chiuso il 2015 con ricavi per quasi 5 miliardi di euro. Trasformando la spazzatura in energia e calore ha reso Brescia la città più teleriscaldata d'Italia e con la bolletta energetica e la Tari più basse (-35% rispetto alla media nazionale). Anche in Lombardia tutto iniziò dall'emergenza: la discarica piena. Come Malagrotta oggi a Roma, così a Milano 20 anni fa il sito di Cerro arrivò a saturazione. Fu costruito l'inceneritore di Silla e oggi Milano con il 55% è una delle metropoli europee con più raccolta differenziata. Cassonetto col bancomat Nel '95 il comune di Brescia avviò il termovalorizzatore e oggi per aprire il cassonetto in cui gettare la spazzature i cittadini hanno una tessera. In pratica ogni rifiuto è tracciato. «Senza responsabilità individuale non può crescere la raccolta differenziata», sostiene Gianluigi Fondra, assessore alla Tutela ambientale -. Abbiamo più Competitors isole ecologiche pro capite di qualunque altra città con l'obiettivo di riciclare tutto ciò che non occorre bruciare». Persino le polveri raccolte nelle strade dalle spazzatrici automatiche diventano bitume. «La filiera trasforma in una risorsa il problema dello smaltimento», evidenzia il presidente del gigante nato dalla fusione delle aziende municipalizzate di Milano e Brescia. Un sistema a ciclo completo che parte dalla raccolta e, attraverso il trattamento, trasforma la spazzatura in energia. Dal 2009 anche ad Acerra funziona un impianto gemello per l'emergenza Napoli. Resta fuori Roma che con 500 milioni potrebbe dotarsi di un suo termovalorizzatore ma né la Regione a guida Pd né il Campidoglio in ma- no ai Cinque stelle intendono fare il passo. Non che a Brescia manchi chi vuole spegnere l'inceneritore per l'impatto ambientale. «Inquiniamo 70 volte meno del traffico automobilistico e 40 volte meno del riscaldamento domestico - ribattono i tecnici alle centratine di rilevamento -. Ed è l'ultima tecnologia disponibile. Il Regno Unito ha avviato la costruzione di 10 impianti come questo per la produzione di energia dai rifiuti e l'impatto sulla salute delle nostre emissioni nell'aria è meno di un centesimo rispetto agli impianti industriali». Deficit di incenerimento Nei Paesi più virtuosi (Danimarca e Olanda) la quantità di energia prodotta dai rifiuti è sei volte superiore all'Italia. Brescia e Milano con una mano pagano tariffe agevolate per lo smaltimento e con l'altra incassano dividendi dalla spa nata dalla fusione delle municipalizzate. Al Campidoglio costa 40 euro a tonnellata trasportare i rifiuti fino a Brescia e altri 90 farli bruciare. La discarica di Malagrotta è stata chiusa senza che venisse individuato un sito alternativo per le emergenze. A Roma i rifiuti restano per terra, in assenza del termovalorizzatore e di alternative. Il Lazio ha un fabbisogno attuale di incenerimento di 773 mila tonnellate e, da gennaio, la capacità degli impianti di Colleferro e San Vittore sarà di 480 mila tonnellate: un deficit di trattamento di 280 mila tonnellate. E così i rifiuti di Roma continueranno aviaggiare, a caro prezzo, verso Brescia e Nord Europa. Nella capitale una famiglia di 3 persone in un appartamento di 70 metri quadri paga 300 euro all'anno di tassa sui rifiuti. A Brescia 238. Gli accordi di filiera industriale per la riduzione degli imballaggi, a Roma sono utopia. O BV NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI Pagina 5 La gestione i dei rifiuti a Roma è un affare come in nessun altro angolo d'Europa. Un capolavoro di inefficienza che fa della Capitale la più costosa macchina di smaltimento mai vista nel settore Quotata i rs La multiutility A2A, di cui i comuni di Milano e Brescia hanno insieme la metà delle azioni, ha chiuso il 2015 con ricavi per quasi 5 miliardi di eu ro LINtJ fß.'IICCI ILhLU....... ta Quando L'itiehies ä`pübbliea l domenica sul nostro giornale e firmata da Alessandro Barbera e Giacomo Galeazzi ha svelato che i rifiuti di Roma costano il quadruplo di Milano. Una spesa di due miliardi in dieci anni Competitors E I Liberarsi di una tonnellata di rifiuti romani costa 200 euro. A Parigi , Londra i 198 per cento dei ciclo dello smaltimento avviene dentro i confini delle aree metropolitane, a Roma la percentuale è de136% G__ Lo smaltimento dei rifiuti romani promette di costare due miliardi di euro nei prossimi dieci anni. Avantaggio di pochi e a spese dei contribuenti. Pagina 6 Nella legge atztisprechi anche le norme per il trattamento deï rifiuti da abbigliamento A b it i , s ernp lificazione a rnetá Operazioni di rec up ero alleggerite solo tecnicamente Pagina a cura DI VINCENZO DRAGANI al 14 settembre 2016 semplificazioni tecniche ma non burocratiche per riabilitare direttamente a beni i capi di abbigliamento usati che, non rispettando a monte determinate condizioni, sono da sottoporre a preventivo trattamento in quanto rifiuti. Con l'entrata in vigore della legge 166/2016 sulla limitazione degli sprechi, acquistano infatti operatività anche le neo disposizioni sulla «distribuzione di articoli e accessori di abbigliamento usati a fini di solidarietà sociale», regole che alleggeriscono in alcuni casi le operazioni da effettuare per recuperare quelli costituenti rifiuti senza però parallelamente mitigare il regime autorizzatorio necessario per condurle. Cessione abiti in disuso: beni o rifiuti. A fianco delle norme sulla redistribuzione di eccedenze alimentari e farmaci inutilizzati (si veda articolo a pagina 13), la legge 19 agosto 2016, n. 166 (G. U. 30 agosto 2016 n. 202) introduce con il suo articolo 14 una disciplina sulla cessione degli abiti in disuso da parte dei privati. La nuova disciplina si muove su due fronti: - da un lato, tracciando il confine tra l'abbigliamento che all'atto del trasferimento può continuare a sottostare alle regole dei veri e propri beni e gli articoli che invece devono essere sottoposti al severo regime dei rifiuti; - dall'altro, riformulando alcune norme tecniche per Rifiuti: Scenario il recupero di questi ultimi abiti-rifiuto al fine del loro successivo riutilizzo. In relazione al confine beni/ rifiuti , dal combinato disposto dei commi 1 e 2 dell'articolo 14 della nuova legge emerge che costituiscono rifiuti gli articoli e gli accessori di abbigliamento usati che hanno una delle seguenti caratteristiche: non sono ceduti a titolo gratuito da privati direttamente presso le sedi operative dei «soggetti donatari» ( soggetti coincidenti, nel tenore dell'articolo 2 della legge, sostanzialmente con le organizzazioni onlus); «non sono ritenuti idonei ad un successivo utilizzo» (evidentemente, laddove tale utilizzo non sia possibile «tal quale », ossia senza ricorrere ad un preventivo trattamento). Tali ultimi abiti, specifica infatti espressamente la legge 166/2016 in coerenza con il quadro normativo preesistente, «sono gestiti in conformità alla normativa sui rifiuti di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152». Il recupero degli abiti costituenti rifiuto. La nuova legge introduce alcune semplificazioni tecniche sulle operazioni minime di recupero cui devono essere sottoposti gli indumenti-rifiuto per poter farli rientrare direttamente nel circuito dei beni (invece di utilizzarli come materie prime secondarie, cd. «mps», nel settore tessile). L'alleggerimento arriva con una modifica dello storico dm Ambiente 5 febbraio 1998, laddove tra le due operazioni di trattamento finalizzate a reimmettere direttamente gli articoli tessili nel ciclo di consumo quella dell'igienizzazione (che segue la selezione) diventa obbligatoria solo ove si renda necessaria per l'ottenimento degli standard microbiologici previsti dallo stesso regolamento. Giuridicamente, la semplificazione arriva con la riformulazione della lettera a), punto 8 . 9.3 suballegato 1, allegato 1, al dm Ambiente 5 febbraio 1998 ( recante le norme tecniche per il recupero di materia dai rifiuti non pericolosi ), incidendo nei termini sopra esposti sulle citate operazioni (da inquadrarsi come «R3», in base al dlgs 152/2006 ) propedeutiche all'ulteriore fase del deposito degli abiti (la c.d. messa in riserva, «R13») finalizzato alla loro diretta reimmissione nel consumo. Tale semplificazione tecnica , dalla legge 166/2016 finalizzata a «contribuire alla sostenibilità economica delle attività di recupero», non appare però essere sorretta da parallelo alleggerimento burocratico. Il dm Ambiente 5 febbraio 1998 nasce infatti storicamente ( sotto il dlgs 22/1997, c.d. «decreto Ronchi», e in continuità sotto l ' attuale dlgs 152/2006 ) per individuare i rifiuti non pericolosi sottoponibili , nel rispetto di Pagina 7 determinate condizioni tecniche, a «procedure semplificate di recupero», ossia ad operazioni condizionate alla semplice comunicazione preventiva agli Enti territoriali di competenza in luogo della titolarità della più onerosa autorizzazione regionale. Di fatto la portata derogatoria del dm Ambiente 5 febbraio 1998 è stata però erosa dalla successiva modifica al provvedimento apportata dal dlgs 186/2006, che ha di fatto escluso dalla suddetta procedura semplificata i rifiuti per il cui recupero non sono dallo stesso dm individuati parametri quantitativi da rispettare. E nel pertinente allegato 4 del dm 5 febbraio 1998 non trovano infatti attualmente collocazione proprio i parametri quantitativi (massimi) relativi alle attività di recupero «R3» effettuate su indumenti-rifiuto da reimmettere direttamente nel ciclo di consumo. E questo a differenza delle analoghe operazioni effettuate su abiti-rifiuto da reimpiegare, invece come «mps» nell'industria del tessile. Alla luce di ciò appare che le citate attività di recupero mirate alla immediata destinazione al consumo degli abiti potranno essere sì, ricorrendone le condizioni, eseguite in forma tecnicamente «abbreviata» (ossia prescindendo, ove non ritenuta necessaria, con evidente assunzione di responsabilità, dalla igienizzazione) ma non potranno comunque essere condotte in forma burocraticamente semplificata tramite mera comunicazione. © P=7roc'°zione risern- Devono essere gestiti come rifiuti Articoli ed accessori di abbigliamento usati: • non ceduti a titolo gratuito da privati direttamente presso sedi operative di «soggetti donatari» ex articolo 2 della legge, oppure • Operazioni minime di recupero dei rifiuti destinati a nuovi cicli di consumo Rifiuti: Scenario non ritenuti idonei a un successivo utilizzo Il deposito finalizzato al reimpiego (c.d. «messa in riserva») deve essere preceduto da: • «selezione» e • solo ove si renda necessaria per ottenimento di standard microbiologici, «igienizzazione» Pagina 8 Per contrasto con le norme Ue Addizionale all'accisa sull'energia elettrica: sì ai rimborsi 201012 Ferruccio Bogetti Gianni Rota L'imposta addizionale dell'accis a sull'energia elettrica riscossa dalle Province dal io gennaio 2010 fino alla sua abrogazione deve essere rimborsata perché si pone in contrasto con la direttiva comunitaria 2oo8/118/Ce. È quanto afferma la Ctr Lombardia, sentenza 3839/65/2016 (presidente Brigoni, relatore Dell'Anna). IL contenzioso Una società cementiera versa negli anni 2010 e 2011 l'addizionale provinciale dell'accisa sull'energia elettrica per oltre 44mila euro e larichiede a rimborso per presunta incompatibilità tra la normativa italiana e quella europea. Si tratta, inparticolare, dell'addizionale applicata dalle Province fino a tutto il 2011, dovuta nella misura di 0,0093 euro al kWh per i consumi mensili delle imprese fino a 2oomila kWh. Secondo la contribuente la direttiva 2008/118/Ce prevede che gli Stati membri possano applicare «altre imposte indirette» sui prodotti già da loro gravati da accisa, a condizione che individuino specifiche finalità per la tassazione. Mentre l'Italia, al momento dell'introduzione dell'addizionale, avrebbe inteso unicamente perseguire finalità di pareggio di bilancio delle Province, uniche destinatarie degli introiti. Per il fisco non va concesso nessun rimborso,perché iltributo è un «mero inasprimento delle aliquote dell'accisa» e dunque non costituisce un tributo autonomo e nonpuò così rientrare nelle «altre imposte indirette» della direttiva. Energia: Scenario La decisione La società presenta ricorso sostenendo che: va disapplicata la normativa italiana che ha istituito l'addizionale per contrasto con quella Ue (quindi il tributo già pagato varimborsato); in caso contrario bisognerebbe chiedere alla Corte di giustizia Ue una pronuncia incidentale sull'inclusione o no dell'addizionale tra le «altre imposte indirette» e sulle finalità specifiche, diverse da quelle di bilancio, in grado di renderla legittima. La Ctp dàragione all'amministrazione, ma la Ctr riforma la sentenza e dà ragione alla società per questi motivi: il legislatore aveva già abrogato nell'aprile 2012 con il D116 l'addizionale per evidente contrasto conla direttiva2oo8/118/ Ce, in quanto lo scopo di ripianare il bilancio delle Province non poteva rappresentare la finalità specifica richiesta dalla norma Ue; il rimborso dell'imposta indebitamente versata va richiesto, a pena di decadenza, entro due anni dalla data del pagamento e tale diritto è maturato a favore della contribuente per quanto versato dal 1o gennaio 2010, termine perentorio entro cui la direttiva 2oo8/118/Ce sarebbe dovuta entrare in vigore negli Statimembri, fino all'aprile 2012, data di abrogazione dell'addizionale: l'Italia, essendo pervenuta con il Dl 16/2012 al recepimento della direttiva comunitaria attraverso l'abrogazione dell'imposta addizionale, ha legittimato il rimborso a favore dei contribuenti di quanto versato dal lo gennaio 2010 all'aprile 2012. ® RIP RO DD ZION E RISERVATA Pagina 9 USI & CONSUMI Bollette vista delle modifiche regime di maggior tutela Sono tempestato di offerte telefoniche per luce e gas. So che, dal gennaio 2017, cambierà il mercato. Èmeglio che mi attivi per sottoscrivere un nuovo contratto? di Adriano Lovera 1 regime di "maggior tutela", quello che permette di pagare tariffe definite dall'Authority e non dalle società private (regime preferito ancora dal 70% delle famiglie) finirà dal l' gennaio 2018. Ma per rendere graduale il passaggio, l'Autorità per l'energia e il gas ha deciso che da gennaio 2017 queste famiglie potranno entrare inuna sorta di regime transitorio, detto servizio di "maggior tutela riformato" (Smtr), dove una parte consistente del prezzo continuerà a essere determinata dall'Autorità e sarà concesso agli operatori solo di apportare qualche modificanelle condizioni contrattuali, ad esempio su diritto di recesso e rateizzazione. In alternativa, si potrà anche aderire, su base volontaria, a tariffe di Energia: Scenario "Tutela simile", che ogni società sarà chiamata a offrire, con il vantaggio di uno sconto aggiuntivo rispetto al prezzo del Smtr. E sempre dal 2017, scatta la riforma voluto dall'Autorità, per la gestione dei reclami tra consumatore e venditore, strutturata ora su tre livelli. L'utente dovrà prima presentare il reclamo al proprio fornitore e, se non si ottiene risposta o non è soddisfacente, passerà al secondo livello, cioè la conciliazione obbligatoria. Ma sui casi ancora non risolti - e questa è la novità - sarà l'Autorità a intervenire e decidere invia definitiva. Inoltre, nel tentativo di velocizzare i tempi in favore della clientela, ci sono sanzioni un po' più alte a carico dei venditori di energia. Ad esempio, questi dovranno corrispondere al cliente 50 euro sia in caso di tardiva risposta sia per la tardiva rettifica di fatturazione (25 euro per singolo indennizzo, prima era 20 euro). Ma in attesa del nuovo anno, vale la pena cambiare tariffa? Dipende dai consumi. I principali siti di comparazione online, ad esempio facile.it a segugio.it, permettono ormai di confrontare le offerte a seconda del profilo del proprio nucleo. Un rapido preventivo (effettuato il26 luglio), su una famiglia di tre persone, residente a Milano, con un consumo medio di 3mila kWh annui, mostra ad esempio che essere rimasti fedeli alla tariffa elettrica "regolata" comporta ancora un vantaggio (di circa l'1,5%) rispetto alla miglior tariffa del mer- cato libero. In tema di gas, invece, si potrebbe risparmiare circa il 5 per cento. Poca cosa, insomma. Eppure, gli operatori privati non stanno perdendo tempo e, oltre a diversificare l'offerta tariffaria, inventano formule commerciali nuove ritagliate su particolari profili. Inperiodo dipolemicheperladecisione dell'Esecutivo di includere il canone Rai in bolletta, non potevano mancare le nuove tariffe "ammazza-canone", che promettono cioè di scontarlo, inpresenza diparticolari condizioni. L' apripista è stato Ascotrade, operatore del Nord Italia, seguito da Edison, Eni e Acea. Quanto alle modalità di vendita, da qualche mese è partito Wekiwi, fornitore di elettricità è gas che promette la gestione del contratto interamente online, compresa la sottoscrizione del contratto, dal sito oppure tramite una App dedicata per smartphone. Ma c'è anche chi sceglie una strada opposta, forse proprio per andare incontro ai prossimi mesi in cui i consumatori avranno più dubbi che certezze sul contratto da siglare. Il gruppo Europe Energy, player italiano attivo anche in Europa (ha appena acquisito due operatori in Serbia e Croazia) sta lanciando la sua rete di "boutique": sportelli fisici dove il consumatore potrà gestire ogni aspetto del contratto parlando di persona con un addetto. Sono stati aperti tre sportelli (Padova, Modenae Verona) ma l'obiettivo del gruppo è arrivare a40 in tutta Italia entro due anni. 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 10